Prime Pagine 28 maggio 2013

Page 1

Domani l’Europa ci promuove. I conti pubblici sono a posto, ma fino al 2014 dobbiamo cavarcela da soli. I partiti della spesa facile si rassegnino

Martedì 28 maggio 2013 – Anno 5 – n° 145

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

MEZZA ITALIA CONTRO I PARTITI

BENE MARINO, MALE GRILLO Alle elezioni comunali, record di astenuti al 38%: con i voti dei 5 Stelle, gli italiani anti-sistema sono ormai uno su due. A Roma il candidato di centrosinistra stacca di Caporale, De Carolis e Zanca » pag. 3 - 4 12 punti il sindaco Alemanno. M5S fuori dal secondo turno dc

LO STATO PROCESSA SE STESSO

CONTENTI LORO... di Antonio Padellaro

ui tg è tutto uno squillar di trombe sul voto S che “rafforza le larghe intese”. Palazzo Chigi “esprime soddisfazione”. Esulta il Pd e si congratula per la caduta di Grillo pensando: mors tua vita mea. Santanchè, Ferrara e Feltri condividono: è l’unica notizia buona di una giornata non buona per il Pdl (a Roma, Alemanno è quasi kaput e rischiano di perdere a Brescia dove Berlusconi comiziò tra i fischi). Come si dice: contenti loro... I numeri dell’astensione sono tragici e insieme ridicoli. Ha votato solo il 62 per cento, 15 punti in meno dell’altra volta. A Roma siamo vicini a quota 50 e il distacco rispetto a cinque anni fa è di 21 punti. Che sono 24, un vero record, a Pisa: la città che diede i natali al soddisfatto Enrico Letta. Che cosa i partiti abbiano da festeggiare, resta un mistero. Ormai più della metà del popolo italiano (contando anche i 5 Stelle) se li conosce li evita, a ogni tornata milioni di elettori vanno in fuga, ma loro appagati si spartiscono una torta sempre più piccola. Con questo ritmo tra qualche anno avranno desertificato la democrazia storicamente più affezionata al voto, e l’ultimo spenga la luce. Ma che gli importa, le istituzioni sempre quelle restano e, se anche le urne si svuotano, consigli comunali e prebende non dimagriscono certo. Confondere il voto amministrativo con il consenso per il governo, buche stradali e parcheggi con la procedura d’infrazione per deficit eccessivo è una barzelletta e lo sanno benissimo. Ma è soprattutto il Pd che cerca di cancellare le impronte del più clamoroso tradimento del mandato elettorale che si ricordi (fingere la guerra al Caimano per poi governarci assieme). Troncare, sopire insomma (avete notato che Napolitano non monita più?). Infine, nella Capitale è in testa Ignazio Marino, che da senatore la fiducia all’inciucio non l’ha mica votata. Significherà qualcosa?

y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!,!?!{

LE SFIDE

Pd e Sel avanti in 14 ballottaggi su 16. Il flop del Pdl e della Lega d’Esposito e Marra » pag. 2 e 5

LE CITTÀ

Testa a testa a Brescia. Gentilini frana a Treviso. Siena, arretra il Pd

Trattativa, prima udienza Mancino: “Non con i boss” Lo Bianco e Rizza » pag. 10

» pag. 6 e 7

»TARANTO » ”Altro che ferrovecchio, gli lasciai un vero gioiello”

Ilva, l’accusa di Prodi “Da Riva solo bugie” L’ex premier, da presidente dell’Iri, gestì la privatizzazione e ora risponde al patron che è agli arresti domiciliari per disastro ambientale. Ieri mattina a Taranto nuove nubi dallo stabilimento, oggi vertice tra governo Casula e Massari » pag. 9 e azienda Romano Prodi ed Emilio Riva Ansa

U di Gustavo Zagrebelsky

U di Ferruccio Sansa

» LA COPPA DEI POVERI

PACIFICATEVI PURE, MA SENZA STRAVOLGERE LA COSTITUZIONE

LA CRONACA, “MANEGGIARE” IL DOLORE DEGLI ALTRI

Urne vuote, stadio pieno, e tutto il resto è cattiveria

a anni, ormai, sotto la è sempre una prima maschera della ricerca C’volta. Un giorno in cui D di efficienza si tenta di cam- il cronista se lo chiede: “Perbiare il senso della Costituzione: da strumento di democrazia a garanzia di oligarchie. L’oligarchia è il regime della disuguaglianza.

ché lo faccio? Chi mi dà il diritto di entrare nella vita di chi soffre, di parlare di persone che non ci sono più e non possono rispondere?”

» pag. 18

» pag. 18

Beha » pag. 15

LA CATTIVERIA Crollo dei consensi per il Movimento 5 Stelle. Dev’essere la famosa decrescita » www.spinoza.it

Il grillo marino di Marco Travaglio

a disfatta dei 5Stelle alle elezioni comunali di ieri è figlia dei loro errori, ma anche dei L loro meriti. Gli errori sono noti e li abbiamo più volte segnalati. 1) Comunicazione. Un movimento giovane e

radioso, aggressivo ma sorridente, ha assunto via via una mutria ringhiosa, rancorosa, sospettosa, difensiva. Contro nemici veri ma prevedibili e contro nemici immaginari (il complotto interno dei traditori, le congiure dei partiti per spaccare i 5Stelle, le macchinazioni dei giornalisti, tutti cattivi a prescindere e servi per definizione). 2) Televisione. La scelta di Grillo di non mettere piede in tv e di costringere le tv a occuparsi di lui, azzeccata nella campagna per le politiche, è stata un suicidio in quella delle comunali: lì i comizi contro “Pdl e Pdmenoelle” lasciano il tempo che trovano. Chi vota vuol conoscere i candidati e i programmi. Se no gli schifati votano Grillo alle politiche e alle comunali si astengono. 3) Candidati. Il non-partito col non-statuto ha dei non-candidati, degli anonimi “portavoce”. Che possono andar bene per opporsi in Parlamento, ma sono totalmente inadatti per l’elezione diretta e personalizzata dei sindaci. De Vito, a Roma, si presentava ai dibattiti tv leggendo un foglietto prestampato: anche se leggeva il Vangelo, levava la voglia di votarlo a chiunque non appartenga allo zoccolo duro del Movimento, che non supera il 10% (il resto è voto di opinione e va conquistato ogni volta). 4) Scelte nazionali. I balbettii delle consultazioni al Quirinale e degli incontri in streaming con Bersani e Letta, quando i 5Stelle non riuscirono a far capire la loro proposta di un governo fuori dai partiti con Rodotà, o Zagrebelsky, o Settis. E consentirono alla black propaganda anti-Grillo di addossargli la colpa dell’inciucio Pd-Pdl, già deciso la sera del voto, e di oscurare la bellissima candidatura di Rodotà al Quirinale. 5) Classe dirigente. Il sistema di selezione, con le parlamentarie nazionali online e con la votazione locale dei meet-up, tiene alla larga impresentabili, corrotti e riciclati, ma porta a galla troppi personaggi mediocri, se non addirittura imbarazzanti. Quella che piagnucola perché vuole andare a Ballarò, quello che campeggia dalla D’Urso, quelli che alla prima busta paga si fanno la pipì addosso e scatenano la rivolta della diaria. Consultare gli iscritti è fondamentale, ma necessita di un filtro successivo: meglio escludere qualcuno prima che espellerlo poi. Ma anche alcuni meriti dei 5Stelle aiutano a spiegare la batosta. E sarebbe assurdo negarli. 1) Se tre mesi fa avesse prestato sottobanco 15 senatori a Bersani per il suo demenziale governicchio di minoranza, o se poi si fosse imbarcato nell’immondo carrozzone Letta-Alfano, il M5S si sarebbe guadagnato i favori dei giornaloni, della Rai e di mezza La7, che ora non lo lincerebbero da mane a sera, non inventerebbero scandali inesistenti (tipo i delirii della cronista di Report sulla pubblicità nel blog), non oscurerebbero la clamorosa rinuncia a 42 milioni di rimborsi elettorali, non lo accuserebbero di perder tempo a “parlare di scontrini” o di essere come tutti gli altri. 2) Le battaglie e i consensi dei 5Stelle hanno costretto gli elettori e i candidati del Pd a cambiare in meglio (il predatore migliora la specie predata): i primi, alle primarie, scelgono quasi sempre il più lontano dalla nomenklatura e più vicino alla società civile; i secondi, una volta in lizza, si ingrilliscono vieppiù rubando voti al candidato M5S. Pisapia a Milano, Doria a Genova, Renzi a Firenze, De Magistris a Napoli, Emiliano a Bari, Orlando a Palermo, Zedda a Cagliari, Serracchiani in Friuli. E ora Marino, che vince a Roma contro il Pd dell’inciucio (era per Rodotà). Invece alle politiche c’era Bersani con tutto il cucuzzaro, e Grillo superò il 25%. Ieri, nel pieno della débâcle alle comunali, i sondaggi nazionali davano M5S addirittura in ripresa al 24-25%. L’inciucio logora chi lo fa.


Quotidiano Sede Centrale: Milano

Dir. Resp.: Marco Tarquinio

Diffusione: 107.541 Lettori: 385.000


Quotidiano Sede Centrale: Roma

Dir. Resp.: Stefano Menichini

Diffusione: 124.052 Lettori: n.d.


Quotidiano Sede Centrale: Milano

Dir. Resp.: Roberto Napoletano

Diffusione: 267.228 Lettori: 1.034.000


Quotidiano Sede Centrale: Roma

Dir. Resp.: Claudio Sardo

Diffusione: 39.580 Lettori: 281.000


Quotidiano Sede Centrale: Milano

Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi

Diffusione: 83.664 Lettori: 165.000


Quotidiano Sede Centrale: Milano

Dir. Resp.: Pierluigi Magnaschi

Diffusione: n.d. Lettori: n.d.


Quotidiano Sede Centrale: Roma

Dir. Resp.: Norma Rangeri

Diffusione: 17.941 Lettori: n.d.


Quotidiano Sede Centrale: Milano

Dir. Resp.: Andrea Monti

Diffusione: 621.004 Lettori: 4.246.000


Quotidiano

Dir. Resp.: Alvaro Moretti

Diffusione: n.d. Lettori: 1.352.000


Quotidiano Sede Centrale: Roma

Dir. Resp.: Sarina Biraghi

Diffusione: 39.227 Lettori: 199.000


Quotidiano Sede Centrale: Genova

Dir. Resp.: Umberto La Rocca

Diffusione: 73.133 Lettori: 484.000


Quotidiano

Dir. Resp.: Giampaolo Roidi

Diffusione: n.d. Lettori: 1.395.000


Dir. Resp.: Giovanni Morandi

Diffusione: n.d. Lettori: n.d.


EDIZIONE DELLA MATTINA

Quotidiano Sede Centrale: Milano

Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli

Diffusione: 477.910 Lettori: 2.964.000


EDIZIONE DELLA MATTINA

Quotidiano Sede Centrale: Roma

Dir. Resp.: Ezio Mauro

Diffusione: 431.913 Lettori: 3.008.000


EDIZIONE DELLA MATTINA

Quotidiano Sede Centrale: Roma

Dir. Resp.: Virman Cusenza

Diffusione: 189.861 Lettori: 1.274.000


EDIZIONE DELLA MATTINA

Quotidiano Sede Centrale: Torino

Dir. Resp.: Mario Calabresi

Diffusione: 271.803 Lettori: 1.667.000


FONDAZIONE IFEL Rassegna Stampa del 28/05/2013


INDICE IFEL - ANCI 28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale Omar Hassan l'«egiziano» vince ancora

9

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Quelle dimore da mettere in vetrina

10

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Innovazione, ecosistema per lo sviluppo

11

28/05/2013 Il Tempo - Nazionale La manifestazione che può cambiare il futuro del Paese

13

28/05/2013 Giornale di Sicilia - Messina Il commissario esita la relazione finale di Bruno Mancuso

14

IL TEMA DEL GIORNO 28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale Tanti ballottaggi Il centrosinistra parte in vantaggio La crisi dell'M5S

16

28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale La scommessa di Cascella: è in testa a Barletta

18

28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale L'effetto Mps non travolge Siena Ma la sinistra va al secondo turno

19

28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale Imperia tradisce Scajola Il centrosinistra è favorito

21

28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale Il Movimento diviso salva i partiti ad Ancona

22

28/05/2013 La Repubblica - Nazionale A Roma in vantaggio Marino di 12 punti la rivincita del Pd in tutte le città Crollo del M5S, fuori dai ballottaggi

24

28/05/2013 La Repubblica - Roma Viterbo, crescono i democratici A Fiumicino è quasi pareggio

26

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Astensione boom, centrosinistra avanti

27


28/05/2013 Libero - Nazionale Rischio rosso a Treviso e Brescia

29

28/05/2013 Il Tempo - Nazionale A Isernia vittoria di Brasiello al cardiopalma

30

28/05/2013 L Unita - Nazionale Vicenza Variati giĂ riconfermato Il sindaco doppia i voti Pdl

31

28/05/2013 L Unita - Nazionale Pisa resta al centrosinistra Filippeschi al primo turno

32

28/05/2013 Il Fatto Quotidiano COMUNALI, AVANTI PD E ASTENSIONE

33

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE 28/05/2013 Il Sole 24 Ore Senza il reddito agrario rischio Irpef sul dominicale

36

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Controlli incrociati per evitare le false dichiarazioni Isee

38

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Il redditometro spia le spese effettive

39

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Non solo hi-tech per la smart city

41

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Derivati finanziari in calo del 4%

42

28/05/2013 La Repubblica - Nazionale Imu via sotto i 400 euro e niente rincaro Iva il Tesoro cerca di risolvere il dilemma tasse

43

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Taglio delle Province, il governo ci riprova

45

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Nomine, stretta su consiglieri e stipendi

46

28/05/2013 Il Messaggero - Abruzzo Tarsu, tanti senza bollettini niente mora per i ri...

47

28/05/2013 Il Gazzettino - Nazionale Regioni, prime aperture su patto di stabilitĂ e ticket

48


28/05/2013 ItaliaOggi Codici tributo per Tares, tariffa e maggiorazione

49

28/05/2013 ItaliaOggi Imu, decide il comune

50

28/05/2013 ItaliaOggi Con Consip risparmi per 6 mld

51

28/05/2013 MF - Nazionale Derivati otc in calo del 4% in Italia

52

28/05/2013 MF - Nazionale Pontina, bloccati 1,5 mld

53

28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale Sedie, carte, scrivanie: ecco i tagli di Stato

54

28/05/2013 Corriere della Sera - Nazionale Ticket, alt all'aumento da 350 euro Ma ora il governo cerca 2 miliardi

55

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Svizzera, l'appeal del Fisco leggero

56

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Conferenza permanente al via con 2 anni di ritardo

58

28/05/2013 Il Sole 24 Ore I sindacati chiedono meno tasse sul lavoro

59

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Fuori dai vincoli 39 miliardi di infrastrutture

60

28/05/2013 Il Sole 24 Ore La crisi entra in Gerico 2013

61

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Giovannini: usare subito i fondi Ue

63

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Appello per la delega fiscale

65

28/05/2013 Il Sole 24 Ore «Per il controllo avrei preferito una vera Authority»

67

28/05/2013 Il Sole 24 Ore La trasparenza viaggia online

68

28/05/2013 Il Sole 24 Ore La semplificazione ha già prodotto qualche risparmio

70


28/05/2013 Il Sole 24 Ore Benefici potenziali da 40 miliardi

71

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Lo sbaglio di pochi centesimi annulla il ravvedimento

73

28/05/2013 Il Sole 24 Ore Le privatizzazioni partono dal mattone

75

28/05/2013 La Repubblica - Nazionale Stop alla procedura Ue, benefici solo dal 2014

78

28/05/2013 La Repubblica - Roma Stirpe: "Quattro caposaldi per rilanciare la crescita"

79

28/05/2013 La Stampa - Nazionale Ticket sanitari, verso lo stop all'aumento previsto nel 2014

80

28/05/2013 La Stampa - Nazionale Giovannini tratta con l'Ue Dal piano giovani 600 milioni

82

28/05/2013 La Stampa - Nazionale Elettricità, in Italia il rincaro è doppio

83

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Rimborsi ai partiti ridotti a un quarto Camera, conti on line

84

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Bonus casa, rebus coperture Su Imu e Iva battaglia politica

85

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale In caduta i derivati nelle banche italiane

86

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Sulla trasparenza si gioca la sfida per l'innovazione

87

28/05/2013 Il Messaggero - Nazionale Mobilità, energia e salute: così le città diventano Smart

88

28/05/2013 Il Giornale - Nazionale Paghiamo tasse per 162 giorni all'anno

89

28/05/2013 Il Giornale - Nazionale Letta ferma l'assalto al tesoretto Ue

90

28/05/2013 Il Giornale - Nazionale «Conti in ordine, ma l'Italia deve stare attenta»

92

28/05/2013 Avvenire - Nazionale Quanto conta il Pil nel contributivo

93


28/05/2013 Libero - Nazionale Se salta il bonus ristrutturazioni lo Stato ci perderà 17 miliardi

94

28/05/2013 Libero - Nazionale Pagano solo i debiti del Sud. E il Nord si ribella

95

28/05/2013 Libero - Nazionale La spending review crea utili

97

28/05/2013 Il Tempo - Nazionale Squinzi: bisogna abbassare le tasse sul lavoro

98

28/05/2013 ItaliaOggi Il redditometro è senza passato

99

28/05/2013 ItaliaOggi Studi, Gerico 2013 al debutto

100

28/05/2013 ItaliaOggi Verso stop ai ticket per due miliardi nella sanità

101

28/05/2013 ItaliaOggi Perdite sui crediti con paletti

102

28/05/2013 ItaliaOggi Patto contro l'illegalità

104

28/05/2013 ItaliaOggi Dl pagamenti, si accelera Cgia: la p.a. deve 130 mld

105

28/05/2013 ItaliaOggi Un patentino energetico

106

28/05/2013 ItaliaOggi Burocrazia freno allo sviluppo

107

28/05/2013 ItaliaOggi L'Iva graverà su tutti

108

28/05/2013 ItaliaOggi Pensioni, si riaprono i giochi

109

28/05/2013 L Unita - Nazionale Luce e gas, stangata per le bollette italiane

110

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE 28/05/2013 Il Sole 24 Ore Piemonte, crolla (-5,1%) la produzione industriale

112


28/05/2013 La Repubblica - Roma Imprese romane poco tecnologiche le "piccole" ignorano l'e-commerce ROMA

114

28/05/2013 La Stampa - Nazionale "Alle urne i fedelissimi Tutti gli altri hanno disertato"

115

28/05/2013 La Stampa - Nazionale Ilva ormai allo sbando "Impossibile la produzione"

116

28/05/2013 Avvenire - Nazionale Il flop del referendum di Bologna Pochi al voto, il sindaco tira dritto BOLOGNA

117

28/05/2013 Il Mattino - Nazionale De Magistris, nuova missione a Roma Conto alla rovescia per 350 milioni NAPOLI

119

28/05/2013 L Unita - Nazionale Fiat vola per la promessa di matrimonio con Chrysler

120


IFEL - ANCI 5 articoli


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 16

(diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

In Sardegna

Omar Hassan l'«egiziano» vince ancora Alberto Pinna CAGLIARI - Un sindaco egiziano (di origini) in uno dei più piccoli comuni della Sardegna: Omar Ali Kamel Hassan è stato eletto, anzi rieletto, primo cittadino di Modolo, in provincia di Oristano. Per lui un plebiscito: una sola lista in campo, la sua e su 180 abitanti - ma i residenti sono molti meno - hanno votato 101. Hassan ha avuto 100 voti e una scheda bianca (la sua?). Laureato in giurisprudenza, 34 anni, la mamma è di Modolo. Conobbe il futuro marito, che veniva in Sardegna a cercare lavoro, su un traghetto negli anni 70. Hassan venne eletto 5 anni fa, non aveva ancora 27 anni, uno dei più giovani sindaci della Sardegna; nell'Anci è coordinatore regionale dei comuni che hanno meno di 3 mila abitanti. Negli altri 34 comuni sardi grande astensione, ma non come nella Penisola: ha votato il 5,4 per cento di elettori in meno rispetto alle precedenti amministrative, il calo nazionale è stato intorno al 15. E scrutini a rilento. Un solo capoluogo di Provincia, Iglesias, dove il candidato della coalizione di centrosinistra Emilio Gariazzo, quando lo spoglio era terminato 20 sezioni su 33, si tiene intorno al 50 per cento, seguito da Gian Marco Eltrudis del centrodestra, al 44,3%. Mentre è crollata l'Udc, che a Iglesias aveva una piccola roccaforte con percentuali a doppia cifra del suo leader regionale Giorgio Oppi e che con una lista civica era molto al di sotto del 5 per cento. Nella notte testa a testa, con Gariazzo che potrebbe essere eletto al primo turno o andare al ballottaggio per una manciata di voti. Ballottaggio certo ad Assemini, grosso centro dell'hinterland cagliaritano, e grande dispersione: 11 candidati a sindaco, 16 liste. Centrosinistra avanti, prossimo al 30 per cento; centrodestra e movimento Cinque Stelle, entrambi intorno al 20 per cento. RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Successo Omar Hassan

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 28/05/2013

9


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 17

(diffusione:334076, tiratura:405061)

I. B. Agli inizi di luglio sarà «posata la prima pietra» d'inizio lavori per il recupero del Palazzo ex Dogana Vecchia situato nel centro antico di Molfetta: un bene realizzato nel '700 che appartiene al demanio storico-artistico dello Stato e che nel dicembre 2009 è stato dato in concessione per 50 anni a un gruppo di imprese che fa capo all'imprenditore Nicola De Bartolomeo. Prende così il via la realizzazione di una nuova operazione di valorizzazione degli immobili pubblici di grande pregio storico-artistico, un portafoglio potenziale formato da 68 beni sui 115 allo studio, nell'ambito del progetto "Valore Paese-Dimore" promosso dall'Agenzia del Demanio (AdD), Invitalia, Anci con il contributo dei ministeri dei Beni e Attività culturali e Turismo, Economia, Coesione territoriale, Sviluppo economico e Cdp,Associazione italiana alberghi di Confindustria, Assoimmobiliare. Il cantiere aperto da Stato, Regioni, Comuni da un lato e imprese private italiane ed estere dall'altro lato lavora dunque a pieni giri. Il progetto sulle dimore da valorizzare, ora centro di costo e di degrado, potenzialmente (prendendo Villa Tolomei come modello, assegnata con una concessione di 50 anni che frutterà allo Stato 150.000 euro l'anno) potrebbero generare una rendita annua attorno ai 10 milioni, senza contare l'indotto su occupazione (la trasformazione di Villa Tolomei in Hotel di lusso ha creato per ora 50 nuovi posti di lavoro) e servizi a livello territoriale e investimenti privati per svariati miliardi di euro. Quest'anno l'AdD ha l'obiettivo di dare in concessione diverse dimore: a giugno partirà la gara per tre caserme di Peschiera del Garda ("La Rocca", "XXX Maggio" e "Padiglione degli Ufficiali"). Tra i beni già potenzialmente disponibili, due a Firenze: l'ex-caserma Sanità militare Vittorio Veneto e una ex-Colombaia. In Sardegna sono pronti alla valorizzazione alcuni fari mentre è iniziato il sondaggio online del Demanio per raccogliere le manifestazioni di interessi su Villa Favorita a Ercolano, un bene di fine '800 che ha alcuni dipinti di origine cinese e che per questo avrebbe già attratto l'interesse di imprenditori dalla Cina. Entro un anno, altri 25 beni di pregio saranno messi in vetrina: l'interesse dei privati sta crescendo, non soltanto in Italia. L'AdD è stata contattata da investitori americani interessati a valorizzare beni immobiliari di pregio per costruire un nuovo campus universitario. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Il Palazzo "Ex Dogana Vecchia" di Molfetta

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 28/05/2013

10

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Quelle dimore da mettere in vetrina


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 18

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Innovazione, ecosistema per lo sviluppo di Carlo Mochi Sismondi Con questo che si apre oggi sono 24 i Forum Pa che abbiamo proposto agli innovatori italiani. Sono passate un paio di "repubbliche", 15 governi, una dozzina di ministri della Pubblica amministrazione, un certo numero di riforme epocali. Pare quindi opportuno chiederci perché proponiamo un altro Forum Pa, che cosa ci aspettiamo da questi tre giorni, se e come possiamo essere ancora utili a un disegno riformatore, che si presenta invero un po' acciaccato, forse per gli anni passati. La risposta completa la troveranno i visitatori di Forum Pa partecipando alle tante occasioni di confronto e di approfondimento, ma qualche spunto vogliamo darlo. Forum Pa 2013 si apre soprattutto per ribadire che senza una buona pubblica amministrazione è impossibile qualsiasi politica pubblica. Apriamo questa grande convention della Pa migliore perché siamo in fondo degli ottimisti e crediamo che ora si sta meglio di mille, ma anche di cento anni fa e che anche la Pa sta migliorando, ma che se le diamo una mano è meglio. Perché crediamo che una buona Pa sia la garanzia dei diritti e l'assicurazione dei poveri, perché essere povero, disabile, debole, anziano è una delle condizioni della vita in cui ci possiamo tutti imbattere anche domani, ma se la comunità ci aiuta ce la possiamo fare. Perché crediamo che si sta bene solo se tutti stanno almeno così così e che questo non possiamo chiederlo al mercato. Perché crediamo che la valutazione, il merito il rischio, la crescita professionale non siano cose contro i lavoratori, ma a loro favore e che dobbiamo sentirci, nel lavoro, tutti precari, ma nello stesso tempo tutti garantiti non da un'appartenenza, ma da una professionalità, da una competenza, da un risultato. Perché vogliamo che trasparenza non sia sbirciare nella busta paga del vicino, ma sapere se e dove i nostri soldi sono andati a produrre valore per la società in cui viviamo, in modo che da poter giudicare e decidere, perché questa solo è democrazia. Perché crediamo che sia tempo più di manuali che di norme; più di assistenza che di sanzioni; più di esempi che di leggi e crediamo che l'Italia sia piena di buoni esempi che nessuno copia e di altrettanti errori che rifacciamo mille volte. Perché vorremmo che l'innovazione fosse un ecosistema in cui vivere e lavorare e che potesse far immaginare ai giovani di avere un futuro nel Paese dove sono nati. Ma proprio per questo non vogliamo più vedere l'informatizzazione dell'inutile o la digitalizzazione dell'esistente. Perché tutte le statistiche sul l'economia della rete, quelle che ci mettono sempre agli ultimi posti in Europa, ci dicono che non siamo stati bravi, ma noi crediamo che se riusciamo ad avere per un periodo ragionevole di tempo una governance definita, un piano di priorità e una focalizzazione nel l'uso delle poche risorse che ci sono, allora ce la possiamo fare a riprendere quota. Perché crediamo che l'innovazione sia fondata sul rispetto, prima di tutto intellettuale, delle diversità. Perché senza mutazioni non c'è evoluzione e senza contaminazione c'è solo la paralisi. E crediamo che questo film si svolga soprattutto nelle nostre comunità locali, che devono pensarsi "intelligenti" non perché hanno comprato due semafori sincronizzati o dieci sensori, ma perché hanno una visione integrata e organica di uno sviluppo in cui le tecnologie abilitano partecipazione, benessere equo e sostenibile, servizi disegnati intorno alle persone. Perché è bello sentirsi uniti nelle comunità virtuali, ma ogni tanto ci serve di incontrare e di stringere la mano a un collega e guardarlo negli occhi; e un appuntamento annuale dove ci ritroviamo tutti serve anche a questo. Perché la politica da sola non ce la può fare: troppo corto è il suo orizzonte: noi parliamo di evoluzioni, loro di elezioni. Ma perché neanche l'amministrazione da sola ce la può fare: dal "palazzo" si vede poco e male e forse non è per caso che si tagliano le spese di missione e di formazione. E nemmeno le aziende fornitrici da

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 28/05/2013

11

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

INTERVENTO


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 18

(diffusione:334076, tiratura:405061)

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 28/05/2013

12

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

sole ce la possono fare: sono state lasciate sole con i loro crediti pubblici e i loro debiti privati, senza un progetto e priorità chiare su cui investire, così in Italia ci sono rimaste spesso solo le filiali commerciali a vendere scatole fatte per altri. Né tantomeno le organizzazioni del terzo settore e della cittadinanza organizzata da sole ce la possono fare: rischiano di chiudersi in orticelli corporativi o in esperienze marginali e di perdere di vista il sistema nel suo complesso. Ma insieme invece ce la possiamo e ce la dobbiamo fare. Questo è il nostro augurio, la nostra speranza e, in fondo, anche il nostro perché. Presidente Forum Pa © RIPRODUZIONE RISERVATA LA MANIFESTAZIONE Una «3 giorni» di convegni e confronti sul futuro dell'amministrazione Il tema «Il Paese alla sfida della trasparenza» è il tema guida della 24ª edizione di Forum Pa, che si apre oggi alle 9.30 con un grande evento inaugurale alla presenza dei ministri della Pa Gianpiero D'Alia e dello Sviluppo economico Flavio Zanonato per chiudersi giovedì 30 maggio con il convegno «The future of government: quale amministrazione per l'Italia del 2020?» dalle ore 15. L'evento conclusivo farà il punto su questa «tre giorni» dedicata al futuro della pubblica amministrazione e del Paese con un importante confronto tra governo e imprese. È prevista infatti la presenza del ministro D'Alia, del viceministro Antonio Catricalà, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi e del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. A Forum Pa parteciperanno anche i ministri del Lavoro Enrico Giovannini e degli Affari regionali Graziano Delrio. Nuova sede ed eventi L'appuntamento con Forum Pa 2013 ha luogo quest'anno in una nuova sede, il Palazzo dei Congressi di Roma (Piazza J.F. Kennedy). In calendario ci sono circa 60 convegni e oltre 100 seminari di approfondimento su sei grandi temi, tutti legati dal filo rosso della trasparenza. Dopo il confronto in apertura sul modello di Pa necessario a cittadini e imprese, si parlerà della nuova stagione di impiego dei fondi europei: oggi dalle ore 15 il Commissario europeo per la Politica regionale Johannes Hahn partecipa al convegno "Verso Europa 2020. La programmazione 2014-2020 nelle politiche di coesione" insieme al ministro Carlo Trigilia. Smart cities e sanità Domani è il primo di due giorni di approfondimento sulle smart cities: si farà il punto sui progetti avviati in Italia e sulle principali visioni ed esperienze internazionali, grazie alla collaborazione con il Progetto Peripheria e con Anci. Sempre domani, focus sull'innovazione in sanità per coniugare risparmio e benessere dei cittadini, con esperti provenienti da Europa e America. Pa digitale Nelle tre giornate di manifestazione numerosi gli appuntamenti sul tema della Pa digitale, con l'evento centrale il 30 maggio alle 9.30, «Do more with less»: come risparmiare grazie alle tecnologie e come usare le Ict in maniera più efficiente. Cittadinanza attiva Infine, sempre il 30 maggio, una giornata di lavori dedicata alla cittadinanza attiva: nell'Anno europeo dei cittadini, a partire da buone pratiche di innovazione sociale e di partecipazione civica, si lavorerà per avviare nuovi modelli di governo per le città italiane.


28/05/2013

Il Tempo - Ed. nazionale

Pag. 23

(diffusione:50651, tiratura:76264)

La manifestazione che può cambiare il futuro del Paese Claudio Foroncelli Un visionario e sognatore un tempo mi raccontò di una Pubblica Amministrazione funzionante e di successo. Aveva nella testa Province, Comuni e Regioni capaci di ragionare come delle imprese, in grado di offrire servizi ai cittadini, di rispettare la propria naturale funzione sociale, ma allo stesso tempo di funzionare, perchè organizzate. Da qui la sfida dei Direttori Generali che potessero mettere a ferro e fuoco con capacità, le strutture un po' bizantine degli Enti Locali. Quell'uomo era Leonardo Lo Tufo, appassionato esperto di Pubblica Amministrazione e direttore generale di molti Enti italiani. Non posso dimenticarmi con quale forza desiderava portare in ogni dove la propria esperienza. Lo ricordo combattere contro i teologi dei derivati, o portare avanti idee e progetti senza farsi bado dei troppi equilibri di un Ente. Da lì i piani strategici, l'esempio di Barcellona, il valore dei comuni e il sogno di una ristrutturazione totale delle periferie dello Stato, appunto comuni, province e regioni. Così ogni anno, quando era tempo di Forum Pa, Leonardo si riempiva lo zainetto di idee e prospettive per condividerle con quella grande comunità. Rimasi stupito la prima volta che entrai al Forum, capii che vi era un mondo che voleva davvero cambiare, che desiderava profondamente crescere per un'Italia diversa. I convegni erano gremiti e ognuno portava con se il suo pezzetto d'esperienza. La Pubblica Amministrazione è un mondo infinito, che corre dagli Enti fino alla sanità con istituzioni come Federsanità Anci che raccoglie le best practice delle ASL in giro per l'Italia. Ma ad animare questi luoghi ci sono le persone. Uomini come Carlo Mochi Sismondi padre nobile del Forum, come Enzo Chilelli l'instancabile direttore generale di Federsanità, come i grandi sindaci: dal rottamatore Renzi al leghista Tosi. Non c'è colore, non c'è casacca sotto il logo di Forum Pa c'è solo il saper e la voglia di confrontarsi. Poi ci sono le aziende come Telecom, Poste italiane, la Microsoft e tante altre che sono al fianco della Pubblica Amministrazione per renderla più moderna, più agile e infine, le banche che non sempre hanno consigliato saggiamente gli Enti, ma che svolgono un ruolo centrale in questa trasformazione. Insomma, nel tempo della trasparenza, il Forum Pa sarà ancora il motore della Pubblica Amministrazione che funziona.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 28/05/2013

13

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Speciale forum PA L'Italia che funziona


28/05/2013

Giornale di Sicilia - Messina

Pag. 23

Il Commissario Straordinario Regionale , Maria Antonietta Cerniglia ha sottoscritto la "Relazione di fine mandato" dell'amministrazione comunale del sindaco Bruno Mancuso, dimissionario in quanto eletto senatore della Repubblica. La relazione in data 24 maggio 2013 è stata inviata alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti con sede a Palermo e alla Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali, con sede a Roma, oltre che alla Fondazione IFEL Roma. (*NDR*)

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 28/05/2013

14

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il commissario esita la relazione finale di Bruno Mancuso


IL TEMA DEL GIORNO 13 articoli


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 2

(diffusione:619980, tiratura:779916)

Tanti ballottaggi Il centrosinistra parte in vantaggio La crisi dell'M5S Vicenza, Sondrio, Massa e Pisa subito al Pd La débâcle della Lega E Grillo nei capoluoghi si ferma intorno al 10% Dino Martirano ROMA - Con l'astensionismo alle stelle, tracollano i grillini. E si riaffaccia il bipolarismo. I grandi partiti, dunque, sono di nuovo due e nel rinnovato confronto tra Pd e Pdl sono in testa ovunque i candidati sindaco del centrosinistra che avrebbero già vinto al primo turno in 4 capoluoghi di provincia su 16 (Vicenza, Sondrio, Massa, Pisa) e si avviano alla volata finale del ballottaggio in altre 12 città, con grande voglia di rivalsa soprattutto a Roma dove Ignazio Marino per ora distacca di 13 punti il sindaco uscente Gianni Alemanno. Il dato più eclatante delle Comunali 2013 riguarda i 2 milioni 848 mila italiani che domenica e lunedì non hanno esercitato il diritto di voto attivo per scegliere il sindaco della propria città: su 6 milioni e 900 mila aventi diritto - in 564 Comuni di cui due capoluoghi di regione e 14 di provincia - si è recato al seggio un misero 62,38%, che significa 15 punti in meno rispetto alle Comunali del 2008 (accorpate alle Politiche) e 13 in meno sul dato delle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013. La maglia nera dell'astensionismo spetta a Roma, dove ha votato appena un elettore su due (52,8%), con un crollo di 21 punti percentuali sulle precedenti consultazioni del 2008: nella Capitale ha pesato anche una scheda lunga un metro e venti che neanche poteva essere stesa all'interno della cabina. Il secondo dato è tutto politico. Il «vaffavoto» teorizzato da Beppe Grillo si è rifugiato nel silenzio. Tanto che il M5S, in rotta un po' in tutta Italia rispetto al trionfale 25% di febbraio, non va al ballottaggio in nessun capoluogo e solo a Roma, ad Ancona e a Pisa (considerando sempre soltanto i capoluoghi) supera di un soffio la soglia del 10%. Se soltanto Grillo e Casaleggio avessero mantenuto le medie di febbraio, il M5S avrebbe dovuto andare al ballottaggio in 10 capoluoghi (3 con il centrodestra e 7 con il centrosinistra). Invece i candidati cinque stelle scelti dalla Rete con poche migliaia di voti sono arrivati quasi sempre in terza posizione e addirittura quarti (dietro Rifondazione e Sel) a Siena, dove avevano puntato tutta la campagna sullo scandalo Monte dei Paschi. Nel vuoto prodotto dal non voto e dal calo dell'elettorato del M5S, ha sostanzialmente retto il Partito democratico che mediamente, a spoglio non ancora ultimato, incassava il 25-26% al netto delle liste civiche. Percentuale più alta a Vicenza dove, con il 28,58%, il Pd trascina alla vittoria al primo turno il sindaco uscente Achille Variati, che distacca di molti punti la pasionaria della Lega Manuela Dal Lago (27,4%). Treviso (23,5%), Roma (26,4%), Siena (24,8%), Lodi (23,3%), Pisa (37,8%), Massa (23,7%), Brescia (27,5%), Ancona (26,6%): questa è la linea Maginot che ha tenuto nel passaggio più travagliato della storia del Pd. Più modesto il risultato di Barletta (19,6%) dove però l'ex consigliere per la stampa del capo dello Stato, Pasquale Cascella, ottiene il 43,6% dei consensi. Sulla scia dei buoni candidati individuati dal centrosinistra tiene e in alcuni casi avanza anche Sel. Tutto da decifrare, invece, il cattivo risultato del Pdl che va letto insieme a quello ottenuto da una miriade di liste civiche. A Roma il Pdl si è fermato al 19,2% nonostante la chiusura della campagna elettorale sia stata affidata a Silvio Berlusconi. A Viterbo il bottino è magro (16,8%) ma qui c'è da registrare un lusinghiero 7,9% di Fratelli d'Italia. Ancona (10,5%), Brescia (14,4%), Lodi (8,5%, con un 9,8% della Lega), Barletta (10,4%), Vicenza (10,6% più un 11,5% della Lega), Isernia (11,8%): in tarda serata erano questi i dati sui quali doveva fare i conti lo stato maggiore del Pdl. Nella tenaglia Pd-Sel/Pdl-Lega c'è stato poco spazio per le altre forze: ad Avellino, però, il centrosinistra (25,7%) va al ballottaggio con il candidato dell'Udc (23%) lasciando al palo quello del Pdl (16,7%). A Roma, Alfio Marchini si è fermato al 9,4%: voti che, comunque, peseranno, eccome, nella sfida Marino/Alemanno.

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

16

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Amministrative 2013 I risultati


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 2

(diffusione:619980, tiratura:779916)

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

17

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA dati parziali Gianni Alemanno 30,27% Ignazio Marino 42,63% Terzo posto Marcello De Vito 12,43% Movimento 5 Stelle Centrodestra Popolo della libertà, Fratelli d'Italia, La Destra, Movimento Unione italiano, Cittadini x Roma, Azzurri italiani Partito democratico, Sinistra ecologia libertà, Verdi ecologisti e reti civiche, Centro democratico, Partito socialista italiano, Lista Marino sindaco Centrosinistra Gianni Alemanno Pdl, Mpa - All. per il Sud, Pri, liste civiche Sindaco uscente


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:619980, tiratura:779916)

La scommessa di Cascella: è in testa a Barletta L'ex portavoce del Quirinale avanti Sarà duello con il candidato del Pdl Virginia Piccolillo BARLETTA - «Eh Cascelle vedi che ce la facciamo» e giù pacche sulle spalle sotto il maxischermo di Corso Vittorio Emanuele che dà l'ex portavoce del capo dello Stato al 43,6% contro il 27% del suo concorrente Pdl, Giovanni Alfarano, nella sfida per il Comune di Barletta. Non è il pubblico del Quirinale quello che lo festeggia per il sicuro ballottaggio e lo incoraggia ad osare sperare in un possibile successo. Ma Pasquale Cascella da candidato Pd non ha perso la sua cautela accorta dei giorni del Colle: «Non conosco i dati. Arrivano col contagocce. Posso solo dire che sono molto soddisfatto del risultato». Del vantaggio? «No, dell'affluenza. Dopo quello che si è visto alle elezioni politiche e con le elezioni del presidente della Repubblica arrivare quasi al 75% è un successo». Dissimula. La soddisfazione per il risultato politico c'è. Visto il «ritardo con cui abbiamo iniziato la campagna elettorale rispetto agli altri (solo dal 25 aprile)». Ma soprattutto per la frattura consumatasi all'inizio con l'altro candidato della sinistra, il socialista e stimatissimo primario del Pronto soccorso Cosimo Cannito, a causa delle mancate primarie. «Il risultato dimostra che le primarie non sono l'alfa e l'omega della democrazia. Sarebbero state solo un nuovo capitolo delle divisioni della sinistra. E il mio progetto, irriso da tanti, delle primarie delle idee ha dimostrato di essere compreso dalla gente. Io non ho fatto nessuna promessa. Ho solo detto: stop alle varianti. Adesso si deve costruire un nuovo sviluppo di questa città con strumenti che regolarizzino lo sviluppo dall'edilizia all'economia con l'intento di voltare pagina». Quanto ha contato sul risultato il ruolo precedente? «Spero di aver potuto contare su un po' di credibilità personale». Ma il presidente Napolitano l'ha chiamata? «Oggi no», dice con aria severa. Ma aggiunge: «C'eravamo sentiti nei giorni scorsi». In serata un piccolo caso: il controllo della Finanza in un seggio dove un elettore era stato sorpreso a fotografare il voto. RIPRODUZIONE RISERVATA La sfida 43,6 Foto: Pasquale Cascella, 61, sostenuto da Pd, Sc e liste civiche 27 Foto: Giovanni Alfarano, sostenuto da Pdl e liste civiche

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

18

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il caso «Molto soddisfatto dell'affluenza. Se mi ha chiamato Napolitano? Oggi no, ma ci eravamo sentiti nei giorni scorsi»


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:619980, tiratura:779916)

L'effetto Mps non travolge Siena Ma la sinistra va al secondo turno Il pd Valentini in forte vantaggio. M5S fuori: il comizio di Grillo non basta Le accuse I 5 Stelle senza ballottaggio e il candidato accusa i suoi concittadini: preferiscono le loro misere rendite di posizione Marco Imarisio SIENA - La decrescita senese è tutt'altro che felice. «Siccome i miei concittadini rifiutano il concetto di legalità, trasparenza e onestà, il risultato non può essere che questo». Nella angusta sala stampa del municipio, il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle si lancia in una inusuale invettiva contro i suoi mancati elettori. Al mattino la pensava in un altro modo. «Sostituite Parma con Siena» aveva scritto sulla sua pagina Facebook. Passano poche ore, e la sua città diventa come Sodoma e Gomorra, ma peggio. «Che schifo. Speravamo in un minimo di riconoscenza, invece niente. Neppure un grazie. Invece del nostro riscatto morale preferiscono le loro misere rendite di posizione, garantite dal sistema di Monte dei Paschi. Dal pensionato allo studente che trova il locale in affitto, non si salva nessuno. Nessuno che senta la necessità di sgrovigliarsi dal groviglio armonioso». Forse l'informatico Michele Pinassi non era la persona giusta, ma lui non è così cattivo come potrebbe sembrare dalle le sue parole. Sulla sua faccia si legge più imbarazzo che rabbia. È in difficoltà. D'accordo, M5S va male in tutta Italia. Ma questa era un'altra faccenda. Siena è la città dello scandalo, Monte dei Paschi è stato la clava usata da Beppe Grillo per menare sui vecchi partiti nell'ultimo e decisivo mese di campagna elettorale prima delle elezioni politiche. È il simbolo di un consociativismo dove tutto si teneva, la prova del viluppo di innominabili interessi economici e politici. «I senesi sono tutti colpevoli, perché non potevano non sapere». I giornalisti locali sono sgomenti davanti a questa profusione d'amore per la loro città. Dai Michele, non fare così, gli dicono. Niente da fare. «Questa è una città che vive tutta sulle rendite di posizione». Niente da fare. Quell'8,2 per cento è un dato troppo duro da mandar giù. A febbraio M5S aveva preso il 21%, e sembrava ancora poco. Siena era la madre di tutte le battaglie, parole di Beppe Grillo dal palco ai giardini della Lizza, appena quattro giorni fa. Non era andato bene, quel comizio. Anche il Capo se n'era accorto. Alla fine sembrava deluso, c'era nell'aria qualcosa di strano. Aveva profuso molti sforzi per la campagna elettorale di Pinassi, doppio comizio, parlamentari in visita. Come a Roma, fatte le debite proporzioni. «Qui andiamo al ballottaggio» aveva detto Grillo, anche se non sembrava convinto. Adesso Siena è forse il dato più importante della débâcle a Cinque Stelle. Dopo tutto quel che è successo, la protesta doveva dare una spinta alle forze antisistema. Era anche logico immaginare che andasse così. Ovunque, ma non qui. Pinassi continua a ripetere di non avere nulla da rimproverarsi, che la colpa è degli altri che non hanno capito. Forse è vero l'opposto. La proposta di nazionalizzare Mps ha prodotto ottimi dividendi a livello nazionale, ma rappresenta esattamente lo spauracchio dei senesi, che vivono nel terrore di perdere banca e identità. I tempi dei soldi a pioggia sul territorio sono finiti. La crisi si sente, ma non al punto da cancellare la speranza di un futuro dignitoso, meno penitenziale della decrescita teorizzata da Grillo come unica risposta ai molti problemi della città. I senesi sono conservatori benestanti di sinistra, con la tendenza a respingere ciò che non riescono a inglobare nel loro ormai ex groviglio armonioso. E così, dopo il caos, si apprestano a eleggere sindaco uno che al Monte dei Paschi ci lavora da oltre trent'anni. Quando annunciò la sua candidatura, ai primi di febbraio, Bruno Valentini riuscì a radunare la bellezza di cinque persone al bar Il Palio di piazza del Campo. I soffitti bassi del locale suggerivano similitudini con le riunioni dei carbonari. Si definiva renziano. E così venne catalogato, ma per mancanza di prove. Il Pd senese lo odiava così tanto che gli aveva impedito di partecipare alle primarie del mese prima.

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

19

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Amministrative 2013 Le città


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:619980, tiratura:779916)

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

20

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Alla fine Mps ha travolto tutto e tutti. Valentini è così diventato la scialuppa di salvataggio in grado di salvare dal naufragio nemici di vecchia data e comprovato odio come il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci e Franco Ceccuzzi, il candidato ufficiale travolto dagli scandali. Al Partito democratico è andata di lusso. D'accordo, rispetto alle elezioni politiche ha perso quasi dieci punti, passando dal 34 al 24,8%. Ha incassato anche il buon risultato di Laura Vigni, candidata della sinistra sopra il dieci per cento. Ma la scelta di Valentini, imposta dagli eventi, ha evitato il tracollo, e dopo quel che era successo non era scontato. Ci sarà comunque un ballottaggio. Con il suo 39,6%, Valentini se la vedrà con il chirurgo Eugenio Neri, fermo al 23,1% capofila di una manciata di liste civiche che raggruppano centrodestra e fuoriusciti del Pd. Non accadeva dal 1993, quando ci fu un duello a sinistra. Ma per il Pd, con tutto quel che successo, è il male minore. Anche per questo lo smarrimento del povero Pinassi merita comprensione umana, al netto della consueta tirata sulla macchina del fango contro M5S, guidata dai giornalisti. «Se non ci riusciamo a Siena» si chiedeva sconsolato «dov'è che possiamo vincere?». Questa, almeno, è una buona domanda. RIPRODUZIONE RISERVATA 54,7 Foto: la percentuale con cui il centrosinistra vinse le Comunali del 2011 Foto: Insieme Matteo Renzi, 38, con il candidato pd a Siena Bruno Valentini, 57 (InfoPhoto)


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 14

(diffusione:619980, tiratura:779916)

Imperia tradisce Scajola Il centrosinistra è favorito Inchieste e veleni. Annoni (Pdl) al ballottaggio Riccardo Bruno IMPERIA - Alle sei meno un quarto del pomeriggio l'ex ministro Claudio Scajola esce dal suo ufficio, nel palazzetto con le bandiere del Pdl a 500 metri dal Comune. «Abbiamo vinto ad Alassio» dice ai suoi. È l'unico momento di soddisfazione della giornata. A Imperia, feudo incontrastato del centrodestra, roccaforte da sempre degli Scajola (Claudio è stato sindaco per due volte - così come il padre Ferdinando e il fratello Alessandro) il candidato pdl, l'avvocato Erminio Annoni, non è andato oltre il 30%. Si è guadagnato il ballottaggio, ma un'enormità di voti lo separano da Carlo Capacci, l'ingegnere sostenuto dal Pd e dall'ex sindaco Paolo Strescino, che si è avvicinato alla vittoria già al primo turno (per lui quasi il 47%). A Imperia contano le persone prima ancora degli schieramenti. L'ex primo cittadino, ex pupillo di Scajola, si è ribellato quando si è accorto che nelle intercettazioni dell'inchiesta sul Porto gli alleati lo chiamavano «Paperino». Scajola adesso dice che è «un violento», perché domenica mattina, a urne aperte, avrebbe preso a ceffoni un consigliere pdl. Lui nega, nessuno per ora ha sporto denuncia. Clima avvelenato. Ieri mattina nuove perquisizioni per l'affare del molo turistico, vicenda che ha segnato tutta la campagna elettorale. Il candidato Annoni è il legale di alcuni degli imputati. Era sembrata la scelta migliore per difendere il progetto-sogno di Scajola. Adesso, questo legale che sembra più vecchio dei suoi 63 anni, ammette la sconfitta. «In Tribunale mi arrangio, in politica sono alla prima esperienza. Devo migliorare nella comunicazione, raggiungere gli elettori che abbiamo perso». L'astensionismo ha pesato sicuramente, quattromila elettori sono rimasti a casa rispetto a 4 anni fa (-11%). Capacci, 50 anni, alla guida di un'impresa di telecomunicazioni, che orgogliosamente ha rivendicato «di non essere mai stato iscritto a un partito» si sente già la fascia tricolore addosso: «I numeri parlano chiaro, il vero vincitore sono io. Vorrei amministrare in maniera decente e innovativa, creando posti di lavoro». Il Comune lo conosce bene, ha avuto incarichi dalle passate giunte che hanno attirato in queste settimane non poche malignità. Anche Scajola non si sottrae a dire la sua: «È amico di mio figlio. Tre mesi fa io stesso avevo fatto il suo nome come candidato ideale». Il movimento di Grillo, spauracchio della vigilia con il 33,7% raccolto alle Politiche, ha ottenuto il 9 per cento. «Sono soddisfatto - sorride il candidato Antonio Russo -. Abbiamo dovuto subire un attacco al Fort Apache, ci siamo difesi bene». Gianfranco Grosso, che riuniva Sel e Rifondazione comunista, porta a casa un pacchetto che supera l'11%. E promette: «Al ballottaggio non appoggeremo nessuno». Dignitoso il consenso per Alessandro Casano (oltre il 4%), stimato chirurgo alla prova con una lista civica. «Questa è una città che ha ancora paura. Molti mi hanno detto che non si sentivano liberi. Qui il voto è ancora controllato». rbruno@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Foto: mandati L'ex ministro Claudio Scajola è stato sindaco di Imperia per due volte. Anche il padre Ferdinando e il fratello Alessandro sono stati primi cittadini Foto: Insieme Claudio Scajola insieme con Erminio Annoni, candidato sindaco del centrodestra a Imperia, durante la campagna elettorale: Annoni non è andato oltre il 30 per cento

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

21

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Amministrative 2013 Le città


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 15

(diffusione:619980, tiratura:779916)

Il Movimento diviso salva i partiti ad Ancona I Cinque Stelle crollano nei consensi: «Puntavamo al ballottaggio, vittime dei media» Democratici in testa nella sfida con il Pdl La sorpresa I ragazzi della lista A2O, età media 22 anni, hanno fatto campagna elettorale per Matteo Belei con 1.400 euro spesi in trentadue giorni e sono oltre il 3% Alessandra Arachi ANCONA - Facile premessa: ad Ancona ha vinto l'astensionismo. Anzi: ha stravinto. E avrebbe bypassato in un soffio anche il turno del ballottaggio con il suo 52% di cittadini che non si può dire nemmeno che abbia preferito il mare, visto il freddo quasi invernale di questi giorni, ma ha semplicemente preferito non andare a votare. Al ballottaggio, per davvero, ci andranno le tradizionalissime coalizioni di centrosinistra e centrodestra, ovvero la candidata sindaco Valeria Mancinelli e l'altro del Pdl, Italo D'Angelo. Ma la verità è che qui alle soglie del Conero sono un po' tutti a doversi leccare le ferite. Il Movimento 5 Stelle ad Ancona era schizzato praticamente al 30% alle Politiche, appena tre mesi fa. Con il risultato di ieri ha dimezzato i consensi. Pure Pd e Pdl si sono trovati a fare conti abbastanza amari con i loro elettori, il voto frammentato tra dieci candidati sindaci, le liste civiche della città. E così il Pd ha perso quasi 6 punti e la lista da dove viene Valeria Mancinelli è dovuta scendere dal podio del 31%. Altri 4 punti sono stati sfilati dal 14% che a febbraio scorso aveva raggiunto il Pdl. E così il partito che ha supportato l'ex questore di Pesaro Italo D'Angelo ha inutilmente rincorso quegli spiccioli percentuali finiti nelle liste civiche di destra. Ma Valeria Mancinelli può tuttavia tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo di un crollo verticale: non bastassero le vicende nazionali, ad Ancona il Pd ha subito di recente anche il commissariamento della propria amministrazione a seguito di scandali non ancora chiariti. E Italo D'Angelo può gongolare di gioia per un ballottaggio che decisamente non attendeva. Per questo ieri è apparsa un po' stonata la dichiarazione di vittoria da parte di Andrea Quattrini, il candidato sindaco benedetto da Grillo in piazza: «Non si possono confrontare i voti delle Politiche con i voti delle Amministrative. Noi rispetto alle Comunali del 2009 abbiamo praticamente triplicato il risultato e quindi siamo soddisfatti». Pochi minuti prima nella stessa sala stampa, allestita dentro il Comune di Ancona, ci aveva pensato invece Gianni Maggi, portavoce dei 5 Stelle, ad ammettere la sconfitta: «Certo che ci aspettavamo il ballottaggio. Un ballottaggio con il Pd, come a Parma. Ma siamo stati vittime di un violento attacco mediatico, accuse contro Beppe Grillo di aver benedetto l'inciucio fra Pd e Pdl per non aver voluto fare il governo con Bersani». La verità del movimento di Grillo vista con la lente di ingrandimento qui ad Ancona appare piuttosto diversa. C'è una brutta lite e dunque una brutta scissione alla base del disamore degli anconetani verso i seguaci del comico genovese. Protagonisti Mauro Gallegati, 55 anni, economista un tempo di fiducia di Beppe Grillo, e lo stesso Andrea Quattrini, 50 anni, funzionario di banca. Tutti e due si erano ritrovati insieme a spingere il movimento ad Ancona. Gallegati, a un certo punto, ha sbattuto la porta e se ne andato, tradito, a suo dire, dal compagno di partito che non aveva voluto applicare il sistema dei seggi in rotazione nel consiglio comunale. Beghe, incomprensioni: pare che Gallegati abbia sbattuto la porta anche davanti a Grillo. E che in città si sia rapidamente voltato a strizzare l'occhio all'unica realtà che gli è sembrata degna di nota: i ragazzi della lista A2O. Come la formula dell'acqua, ma con la A di Ancona invece che l'H di idrogeno. Una quarantina di giovani, età media 22 anni, hanno fatto campagna elettorale per Matteo Belei con 1.400 euro spesi in trentadue giorni. Nessuno alle spalle, se non l'endorsement di Gallegati. E una benedizione di Jovanotti. Hanno incassato più del 3%. RIPRODUZIONE RISERVATA ANCONA dati parziali Italo D'Angelo 20,47% Centrodestra Popolo della libertà, La tua Ancona Valeria Mancinelli 37,67% Partito democratico, Unione di centro, Ancona 2020, Federazione dei Verdi, Scelta civica IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

22

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Marche L'economista di fiducia di Grillo ha sbattuto la porta alla vigilia del voto


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 15

(diffusione:619980, tiratura:779916)

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

23

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Centrosinistra Terzo posto Andrea Quattrini 15,00% Movimento 5 Stelle Fiorello Gramillano Pd, Idv, Rif. com. - Sin. eu. - Com. it., Partito socialista, Repubblicani europei, Fed. dei Verdi Sindaco uscente


28/05/2013

La Repubblica - Ed. nazionale

Pag. 2

(diffusione:556325, tiratura:710716)

A Roma in vantaggio Marino di 12 punti la rivincita del Pd in tutte le città Crollo del M5S, fuori dai ballottaggi Il Pdl dietro in ogni comune. Affluenza scende al 62%, nella Capitale al 52 I grillini dimezzano i voti conquistati alle politiche. Per il Campidoglio non vanno oltre il 14% Il centrosinistra espugna alcune delle tradizionali roccaforti del centrodestra GIOVANNA CASADIO ROMA - Il vincitore certo è il partito dell'astensione: quasi 4 elettori su 10 non sono andati a votare, e a Roma 1 su 2 è rimasto a casa, mostrando l'assoluta sfiducia nella politica. Ma altrettanto certo è lo sconfitto: Beppe Grillo e il suo Movimento. I 5Stelle non sono al ballottaggio in nessuna delle 16 città capoluogo e sono in caduta di consensi dappertutto. Un flop dopo la vittoria politica delle elezioni di febbraio. E a sorpresa, il centrosinistra si prende la rivincita sia pure nel mini test delle amministrative: a Roma - un voto che ha valore nazionale- Ignazio Marino non vince al primo turno ma stacca di oltre dieci punti Gianni Alemanno: 43% per il candidato Pd contro il 31% del sindaco uscente. Risultato amaro per Alemanno e per tutto il centrodestra. Il pozzo nero in cui è precipitata l'affluenza e l'incertezza delle ultime ore avevano fatto temere al segretario del Pd, Epifani ancora un declino del partito. «È un risultato straordinario, un segnale incoraggiante», per il leader democratico. Il centrosinistra porta a casa subito cinque vittorie: a Pisa, Sondrio, Vicenza, Massa e Isernia, ma soprattutto è in testa nei ballottaggi contro la destra in tutte le città, incluso il fotofinish di Brescia. Porta al secondo turno comuni che sono tradizionali roccaforti della destra come appunto Brescia (dove Adriano Paroli dovrà vedersela con lo sfidante del centrosinistra Emilio Del Bono) e Treviso. Qui lo "sceriffo" della Lega, Giancarlo Gentilini si era rimesso in corsa sicuro di arrivare primo, e invece dovrà battersi il 9 e 10 giugno, al ballottaggio, con Giovanni Manildo, che nel primo round è arrivato in vantaggio. Il Pdl resta al palo e si deve attrezzare per ballottaggi tutti in salita. Anche per la Lega è una bella batosta. Non solo a Treviso ma in tutto il trevigiano. E poi c'è la sconfitta secca di una delle leader del Carroccio, Manuela Dal Lago: nel Veneto di Zaia, a Vicenza, è riconferma per Achille Variati che ottiene il 54% dei consensi e lascia indietro la Dal Lago con il 27,4. «Un risultato deludente», ammette la leghista. Mentre la vicentina Alessandra Moretti del Pd è quasi euforica e parla di "modello Variati" da esportare. La candidata dei 5Stelle a Vicenza, Liliana Zaltron si attesta sul 6%. Del resto per Grillo c'è una falla di voti a Roma (dove De Vito è terzo con il 12,5 a tre punti di vantaggio da Alfio Marchini) e a Imperia, dove il grillino Antonio Russo non raggiunge la percentuale a due cifre che veniva data per scontata. Nella città ligure, la cui giunta uscente era di centrodestra, Claudio Scajola, l'ex ministro e dominus cittadino, riconosce: «Risultato non buono, ci aspettavamo di più». Nella "rossa" Siena, provata dal caso "Monte dei Paschi", il democratico Bruno Valentini stacca di molto il candidato del centrodestra Eugenio Neri, però non vince al primo turno. Neri commenta che è andata bene: «Puntavamo al ballottaggio». A Iglesias sembrava che il centrosinistra potesse evitarsi il ballottaggio, ma fino a tarda sera è sul filo di lana. Il dato più preoccupante di questo voto nelle città è stato l'astensionismo con un record storico nella Capitale e il dato complessivo del 62,5% di elettori alle urne, cioè un calo del 15% rispetto alle amministrative precedenti.A Roma ha votato il 52,8%, quasi il 21% in meno del 2008. © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma Sindaco uscente: Alemanno Gianni Alemanno Ignazio Marino Marcello De Vito Alfio Marchini Siena Sindaco uscente: Ceccuzzi Eugenio Neri Bruno Valentini Michele Pinassi Laura Vigni Brescia Sindaco uscente: Paroli Adriano Paroli Emilio Del Bono Laura Gamba Francesco Onofri Sezioni 59 su 77 Treviso Sindaco uscente: Gobbo Giancarlo Gentilini Giovanni Manildo Alessandro Gnocchi Massimo Zanetti Sezioni 38 su 44 Imperia Sindaco uscente: Stescino Erminio Annoni Carlo Capacci Antonio Russo Gianfranco Grosso Sezioni 76 su 100 Ancona Sindaco uscente: Gramillano Italo D'Angelo IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

24

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Le amministrative


28/05/2013

La Repubblica - Ed. nazionale

Pag. 2

(diffusione:556325, tiratura:710716)

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

25

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Valeria Mancinelli Andrea Quattrini Stefano Crispiani Barletta Sindaco uscente: Maffei Giovanni Alfarano Pasquale Cascella Patrizia Corvasce Cosimo Cannito Massa Sindaco uscente: Pucci Stefano Caruso Alessandro Volpi Riccardo Ricciardi Gabriella Gabrielli Vicenza Sindaco uscente: Variati Manuela Dal Lago Achille Variati Liliana Zaltron Claudio Cicero Avellino Sindaco uscente: Galasso Nicola Battista Paolo Foti Tiziana Guidi Costantino Preziosi Sezioni 28 su 33 Iglesias Sindaco uscente: Perseu Gian Marco Eltrudis Emilio A. Gariazzo Sandro Esu Dario Carbini Isernia Sindaco uscente: De Vivo Giacomo D'Apollonio Luigi Brasiello Celestino Caranci Sezioni 33 su 43 Lodi Sindaco uscente: Guerini Giuliana Cominetti Simone Ugetti Domenico Conia Sergio Tadi Sezioni 43 su 86 Pisa Sindaco uscente: Filippeschi Franco Mugnai Marco Filippeschi Valeria Antoni Diego Petrucci Sondrio Sindaco uscente: Molteni Mario S. Fiumanò Alcide Molteni Matteo Barberi Lorenzo G.d.Berta Viterbo Sindaco uscente: Marini Giulio Marini Leonardo Michelini Gianluca De Dominicis Filippo Rossi Foto: PRIMO ROUND Ignazio Marino candidato sindaco Pd della Capitale si aggiudica il primo turno e va al ballottaggio


28/05/2013

La Repubblica - Roma

Pag. 11

(diffusione:556325, tiratura:710716)

Viterbo, crescono i democratici A Fiumicino è quasi pareggio A Aprilia s'impone l'outsider Antonio Terra appoggiato da sette formazioni civiche TOMMASO CROCOLI MARINO e Alemanno sono in buona compagnia: come nella capitale, in tanti dei principali comuni del Lazio si dovrà attendere il 9 e 10 giugno per conoscere il nuovo sindaco. A Viterbo, l'altro capoluogo chiamato al voto, a sfidarsi saranno il candidato del centrosinistra Leonardo Michelini (con il 35% delle preferenze fatte registrare alle 22.30 di ieri) e il primo cittadino Giulio Marini (26%), del Pdl. Fermo all'11% il potenziale outsider Filippo Rossi sostenuto dalla la lista civica Viva Viterbo. Testa a testa a Fiumicino tra l'ex vicepresidente della Regione Esterino Montino (39%) del Pd e Mauro Gonnelli (41%), presidente uscente del consiglio comunale di centrodestra. Dal crollo del Movimento Cinque Stelle si salva il comune di Pomezia, dove il grillino Fabio Fucci (24%) sfiderà il candidato del centrosinistra Omero Schiumarini (32%). A Nettuno, manca l'elezione al primo turno di un soffio il sindaco uscente del Pd Alessio Chiavetta, che si ferma al 47%. Al ballottaggio se la vedrà con Carlo Eufemi (36%) del Pdl. Non ce la fa neanche il candidato del centrodestra Roberto Bacheca (45%) a Santa Marinella, chiamato ora a confermarsi contro Massimo Fronti del Pd (34%). A Velletri, Fausto Servadio del centrosinistra non riesce ad andare oltre il 48%. Nella sfida con Salvatore Ladaga (39%) saranno decisivi i voti del candidato Cinque Stelle Paolo Trenta (5%)e di Paolo Felci di Casapound (4%). Discorso tutto interno al centrodestra ad Anzio, dove è sfida aperta tra il primo cittadino pidiellino Renato Bruschini con il 33% dei voti e Candido De Angelis (29%), fuoriuscito dopo la spaccatura del partito e appoggiato da La Destra e Fratelli d'Italia. Situazione analoga a Sabaudia dove Giovanni Secci e Maurizio Lucci (rispettivamente Pdl e FdI) chiudono al 31% e al 27%. A Formia va al ballottaggio un candidato Udc: si tratta di Maurizio Costa (30%), che fra due settimane si scontrerà con Sandro Bartolomeo del centrosinistra (27%). In due dei comuni principali del Lazio non ci sarà bisogno di tornare alle urne. A Ferentino festeggia Antonio Pompeo, candidato con un'ampia coalizione di centrosinistra (oltre al Pd, anche Scelta Civica e il Partito Socialista Italiano) ed eletto con il 62% dei voti. Ad Aprilia si è imposto l'outsider Antonio Terra con il 56% dei voti, appoggiato da sette liste civiche. Battuti Nello Romualdi del Pdl, fermo al 24%, e il candidato del Pd Carmela Porcelli (13%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Il municipio di Viterbo

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

26

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Nella regione Ad Anzio sfida all'interno del centrodestra, a Formia spunta un Udc


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 5

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Astensione boom, centrosinistra avanti In Veneto inversione di tendenza, l'alleanza Pdl-Lega arretra. A Treviso battuto l'ex sindaco sceriffo Gentilini I grillini si fermano al primo turno in tutte le città I democrat tentano il ribaltone a Brescia e Imperia AD AVELLINO TESTA A TESTA SINISTRA E UDC GLI AZZURRI ARRIVANO SOLO TERZI Re. Pez. I RISULTATI M I L A N O Il centrosinistra ha buoni motivi per essere soddisfatto. Sondrio, Vicenza, Massa, Pisa: qui i democrat vincono al primo turno. E non c'è un solo capoluogo del Settentrione in cui il Pd e i suoi alleati siano fuori gioco: dove già era maggioranza adesso è in vantaggio; dov'era all'opposizione è in corsa per il ballottaggio con buone possibilità di spuntarla a Imperia, Treviso e Brescia dove il centrodestra era abituato a spadroneggiare. Nel resto d'Italia non è andata allo stesso modo, ma comunque i democrat e i loro alleati sono ancora in corsa ad Avellino e Barletta dove andranno al ballottaggio contro il candidato dell'Udc (in Irpinia) e del Pdl, e hanno strappato la vittoria al primo turno ad Isernia, il feudo di Iorio, ras del centrodestra molisano. EMILIA, BOOM DI ASTENSIONI Quello che molti si aspettavano era che l'astensione aumentasse. Infatti è accaduto, soprattutto al Nord. In Lombardia il calo dei votanti rispetto alle amministrative precedenti ha superato il 18 per cento, in Piemonte il 14, in Veneto il 17, in Emilia Romagna quasi il 20 per cento. Difficile capire se la fuga dalle urne abbia colpito più uno schieramento o l'altro, di certo il tracollo più clamoroso lo ha subito il Movimento 5 Stelle, ed è possibile che molti degli astensionisti arrivino proprio da loro sostenitori. C'è un caso che più di altri restituisce l'idea di cosa sia successo al movimento grillino: Imperia. E' una delle città in cui a fine febbraio il partito dell'ex comico era arrivato primo, oltre il 33 per cento. In tre mesi è precipitato nel baratro arrivando a superare di poco l'8 per cento. Aveva raccolto 8 mila voti, gliene sono rimasti meno di 2 mila. Altrove la frana è stata più contenuta, ma pur sempre di dimensioni preoccupanti: a Brescia dal 16 al 6, a Vicenza dal 17 al 6. Fra tutte le città chiamate a eleggere il nuovo sindaco, la più grande è Brescia (oltre a Roma, naturalmente). Perfino Berlusconi aveva organizzato un comizio in piazza per sostenere il primo cittadino uscente, Adriano Paroli. Il quale cinque anni fa era stato eletto in carrozza al primo turno e invece adesso deve inseguire il candidato del centrosinistra, Del Bono, che sta al 38,1 per cento, mentre Paroli è al 38. Merito soprattutto del Partito Democratico ridiventato il primo partito in città (27 per cento) con il doppio dei voti del Pdl. I RIBALTONI POSSIBILI Il centrosinistra aveva il sindaco di Lodi, e ora va al ballottaggio con buone probabilità di spuntarla. Aveva i sindaci di Sondrio, Vicenza, Massa e Pisa, e li ha riconfermati tutti al primo turno. A Treviso e Imperia (come già a Brescia) era all'opposizione e ora va al secondo turno in posizione di vantaggio. Impensabile fino a qualche giorno fa, anche se gli stessi dirigenti di Pd e Sel preferiscono contenere l'entusiasmo: «Quando l'astensionismo è così alto è difficile parlare di grande successo». Oltre all'astensionismo, tuttavia, va preso in considerazione anche il drastico calo sia del Movimento 5 Stelle che del centrodestra. Difficile paragonare le politiche alle amministrative, ma rispetto al voto di tre mesi fa il partito di Berlusconi ha perso consensi ovunque, smentendo sondaggi e convinzioni diffuse che davano il Cavaliere in grande ascesa. Invece: a Brescia è passato dal 17 delle politiche al 14 di oggi, a Lodi dal 20 al 9, a Treviso dal 15 al 5, a Vicenza dal 15 al 10. E se è vero che le liste dei candidati sindaci hanno drenato consensi, è anche vero che il confronto con i risultati delle comunali di 5 anni fa è ancora più umiliante. © RIPRODUZIONE RISERVATA La curiosità/1 A Macherio vince il centrosinistra Il centrosinistra ha vinto le elezioni comunali a Macherio, il paese in provincia di Monza-Brianza dove abita Veronica Lario dopo la separazione da Silvio Berlusconi. A Macherio, circa 7mila abitanti, si trova anche villa Belvedere, la storica residenza della famiglia Berlusconi. Mariarosa Redaelli, candidata con la lista civica Progetto Macherio, con il 47,1% delle preferenze batte un centrodestra che si è presentato diviso dopo la rottura tra Lega Nord e Pdl. La curiosità/2 Ceppaloni resta fedele a Mastella Ceppaloni si conferma fedele a Clemente Mastella. Con circa l'80% dei voti viene confermato sindaco Claudio Cataudo, la cui lista era sostenuta dall'ex ministro della Giustizia e leader dell'Udeur. IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

27

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

primo piano


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 5

(diffusione:210842, tiratura:295190)

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

28

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Ceppaloni è il feudo storico di Mastella, che ha navigato per anni tra centrodestra e centrosinistra. Nel 2006 l'Udeur si presentò con l'Unione. Dopo la caduta del Prodi (nel 2008) Mastella è stato eletto al Parlamento europeo nel 2009 nelle file del Pdl.


28/05/2013

Libero - Ed. nazionale

Pag. 5

(diffusione:125215, tiratura:224026)

Rischio rosso a Treviso e Brescia In bilico il capoluogo lombardo. In Veneto male Gentilini che si fa staccare dalla sinistra FABIO RUBINI ALESSANDRO GONZATO In Lombardia Brescia e Lodi vanno al ballottaggio, Sondrio resta al centrosinistra per un soffio già al primo turno. A Brescia la sfida nel primo round si è risolta al fotofinish: Adriano Paroli sindaco uscente del centrodestra 38,24%, Emilio Del Bono (centrosinistra) 38,03. Un risultato che al ballottaggio potrebbe anche favorire il sindaco uscente, visto che almeno due liste civiche potrebbero preferire Paroli a Del Bono. A Lodi il centrosinistra è davanti con Simone Uggetti 44,55% contro Giuliana Cominetti (centrodestra) 33,45%. Qui però il centrodestra si erano divisi e al ballottaggio potranno contare sui voti di Sergio Tadi (ex candidato sindaco Pdl nel 2008) al 9% e Andrea Dardi (Pensionati e Fratelli d'Italia) al 4%. A Sondrio il frazionamento del centrodestra rischia di portare alla rielezione al primo turno del sindaco uscente del centrosinistra Alcide Molteni, che per un soffio potrebbe portare a casa il cocarlo Gentilini (appoggiato dal Pdl), eletto per la prima volta sindaco nel '94, riconfermato nel '98, e vice di Gian Paolo Gobbo dal 2003 a oggi. Manildo si appresta ad aggiudicarsi il primo turno con uno scarto di 8-9 punti. Al ballottaggio, l'ago della bilancia, oltre all'astensionismo (a Treviso meno 16 per cento rispetto al 2008), sarà Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo ed ex senatore Fi. Sostenuto da tre liste civiche, ieri ha garantito il suo appoggio all'esponen te leghista. Non è da escludere che all'orizzonte possa esserci un ticket: lo "sceriffo" del Carroccio alla guida della città per i primi 2-3 anni, e Zanetti per la seconda parte del mandato. A Vicenza invece, per il "renziano" Achille Variati (sostenuto anche dall'Udc) si va verso la riconferma al primo turno. La leghista Manuela Dal Lago, nonostante l'appoggio del Pdl ha fatto un buco nell'acqua. Flop dei "grillini" in tutto il Veneto. Alle politiche di febbraio avevano ottenuto il 25 per cento. Oggi la doppia cifra è una chimera. mune col 51%, mentre il candidato del Pdl Mario Saverio Fiumanò si è fermato al 23,1%. Il doppio controllo sulla preferenza di genere, però, ha protratto lo scrutinio a notte fonda. E anche la roccaforte del Carroccio rischia di crollare. A Treviso, dopo vent'anni di egemonia, la Lega potrebbe cadere sotto i colpi del centrosinistra. Il 10 giugno si saprà se l'avvo cato 43 enne Giovanni Manildo (vincitore delle primarie del Pd e sostenuto anche da Sel) sarà riuscito nell'im presa di sconfiggere l'83 enne GianFoto: Giancarlo Gentilini [Fotogramma]

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

29

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

La gelata


28/05/2013

Il Tempo - Ed. nazionale

Pag. 8

(diffusione:50651, tiratura:76264)

A Isernia vittoria di Brasiello al cardiopalma Carmen Sepede CAMPOBASSO Il Molise decide di voltare pagina e premia il centrosinistra. A partire da Isernia, dove dopo uno scrutino al cardiopalma, lentissimo anche a causa della doppia preferenza, il presidente di Unioncamere Luigi Brasiello, 52 anni, è diventato il nuovo sindaco di Isernia. Ancora ufficiosi e parziali, ma pressoché immodificabili i risultati, che intorno alle 23 lo hanno incoronato vincitore al primo turno, col 50,67% di consensi. Sempre avanti rispetto al candidato del centrodestra, il generale della Finanza Luigi D'Apollonio (42,99%), lontano l'esponente della sinistra radicale Celeste Caranci (6,33%), Brasiello ha visto le sue preferenze oscillare sopra e sotto la fatidica soglia del 50% più un voto, da superare per evitare il ballottaggio e il rischio dell'aanatra zoppa». Che già lo scorso anno aveva deciso il destino politico dell'ex sindaco Ugo De Vivo. Lui di centrosinistra, la sua maggioranza di centrodestra. Sindaco per poche settimane. Fino alle dimissioni di 17 consiglieri e alla nomina del commissario. Un timore che evidentemente Brasiello ha nutrito per un bel po', tanto da risultare introvabile per i giornalisti. Scaramanzia, certo. «Abbiamo riguadagnato consensi rispetto alle regionali», ha invece commentato il coordinatore del Pdl Ulisse Di Giacomo. Risultato a sorpresa a Venafro, dove si scontravano due liste di centrosinistra, anche se con connotazione civica. E dove ha vinto Antonio Sorbo (51%), giornalista e consigliere provinciale di minoranza, sul favorito della vigilia, l'ex presidente del Consiglio regionale Mario Pietracupa (49%). Passato dal centrodestra al centrosinistra alla vigilia delle regionali. Gli elettori evidentemente non hanno gradito la riproposizione dell'alleanza con Frattura e hanno votato Sorbo. «Ma non diamo una connotazione politica forte alle comunali - ha commentato Pietracupa - noi faremo un'opposizione costruttiva, per il bene della città». Netta, a Larino, la vittoria di Vincenzo Notarangelo (63%), segretario provinciale di Sel, sul candidato del centrodestra Michele Urbano (37%), assessore uscente nell'amministrazione Giardino. Sono stati 14 i comuni del Molise dove si è votato. Tra i centri maggiori Guglionesi, dove ha vinto il centrodestra, con l'ex sindaco Bartolomeo Antonacci(52,66%), che si è affermato su un altro ex sindaco, Cloridano Bellocchio (47,34%), del centrosinistra. Politicamente più sfumata la situazione nei piccoli comuni, dov'erano in competizione soprattutto liste civiche. Ma dove sono stati eletti diversi sindaci giovani. Segno del cambiamento richiesto dagli elettori. Che un altro segnale l'hanno lanciato disertando i seggi. L'affluenza è risultata infatti in calo ovunque: 67,98% i votanti.

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

30

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Molise


28/05/2013

L Unita - Ed. nazionale

Pag. 6

(diffusione:54625, tiratura:359000)

Achille Variati non coniuga al passato il suo essere sindaco. Corre verso la riconferma nel suo terzo mandato (è stato sindaco anche nei primi anni Novanta) al primo turno, non concedendo alla sua avversaria di centrodestra neanche la possibilità di sfidarlo al ballottaggio. «Il sindaco per Vicenza c'è», era questo lo slogan della sua campagna elettorale e a quanto pare i vicentini l'hanno preso in parola, confermandogli una fiducia stellare in questo periodo di crisi generale della rappresentanza: 54,12% per cento secondo i primi dati. Manuela Dal Lago, politica di lungo corso che dalle file del partito liberale era approdata alla Lega Nord, per cui ha ricoperto incarichi di primo piano, prima come deputata e poi nella trojka dei reggenti del dopo Bossi, ha rosicchiato meno della metà del bottino di voti del sindaco uscente del Pd. Si è fermata attorno al 26,8%. Ma il dato più eclatante è stato il totale insuccesso della candidata del Movimento Cinque Stelle, Liliana Zaltron. Scelta, tra le contestazioni, su un meet up di 739 elettori online, impiegata di una banca nuova alla politica, nonostante il comizio finale al fianco di Beppe Grillo e le aspettative di arrivare addirittura al secondo turno, non è riuscita, nel primo, altro che a toccare il 6 per cento dell'elettorato. E non è stata certo la lista civica della grillina dissidente Franca Equizi a darle fastidio: ha preso meno dello 0,5 percento. Anche gli altri sette candidati sono rimasti tutti confinati sotto il 5%.Variati ha fatto da calamita con la sua politica basata sui risultati concreti dell'amministrazione uscente, ribaltando lee campagne grilline contro la holding multiservizi comunale Aim. Tanto che anche il «voto disgiunto» pare lo abbia premiato: molti elettori del centrodestra hanno votato Pdl e Variati, preferendo il sindaco renziano, già portabandiera delle battaglie anti Dal Molin, piuttosto che la pasionaria leghista Dal Lago. A Vicenza ha votato il 62,99%, con un calo del 20 percento rispetto alle elezioni politiche. I DATI PARZIALI (77 SEZIONI SU 112) 54% ACHILLE VARIATI Candidato del Pd, lista civica Variati Sindaco 2013 e Udc 26.8% MANUELA DAL LAGO Pdl, lista civica Vicenza, Lega Nord, No Privilegi Politici, lista civica Meridio 6.3% LILIANA ZALTRON Candidata del Movimento Cinque Stelle

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

31

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Vicenza Variati già riconfermato Il sindaco doppia i voti Pdl


28/05/2013

L Unita - Ed. nazionale

Pag. 7

(diffusione:54625, tiratura:359000)

Vince il sindaco uscente che stacca gli altri sfidanti Il Pd è primo partito al 38% nella città toscana Sconfitta per il Pdl e per il M5S GABRIELE MASIERO PISA Marco Filippeschi trionfa a Pisa e batte anche l'astensionismo che pure ha raggiunto la percentuale record del 24%. Il sindaco uscente del centrosinistra (sostenuto da Pd, Sel, Idv e liste civiche In Lista per Pisa e Riformisti per Pisa) secondo le proiezioni della coalizione rilevate intorno alla metà dello scrutinio, anzi stando alle sezioni pilota controllate e che darebbero la fotografia del risultato finale, si attesta intorno al 53%. Un risultato che va ben al di là delle più rosee aspettative e che premia il buon governo della sua giunta negli ultimi cinque anni. Un dato netto, che spicca soprattutto nel divario con gli altri candidati (il secondo è Franco Mugnai del Pdl che si ferma sotto il 13%) e che spinge lo stesso Filippeschi a uscire allo scoperto quando le sezioni ufficiali scrutinate si contano ancora sulle dita di una mano: «Credo e spero che si tratti di un dato ormai consolidato e ritengo che si tratti, per la distanza tra noi e gli avversari, di uno tra i migliori risultati del centrosinistra in Italia». Sorride anche il Partito democratico che si attesta intorno al 38% e si conferma nettamente il primo partito pisano con Sel che sfiora il 6%. «A questo punto dello scrutinio e con uno scarto così grande rispetto agli altri - ha spiegato Filippeschi - penso che il ballottaggio non sia più un'ipotesi in campo e di questo siamo molto soddisfatti. È un segnale per il centrosinistra che la buona politica può ripartire dalle città e dai territori». Resta il dato negativo dell'astensione un po' ovunque in Italia dove si è votato e anche in Toscana. Un dato che il senatore del Pd, Andrea Marcucci, definisce «oltre il livello di guardia» pur se con «un Pd finalmente competitivo» mentre si registra «un calo generalizzato del Movimento 5 stelle». Soddisfatto per l'esito del voto in Toscana anche il segretario regionale del Pd, il deputato del Pd Andrea Manciulli: «Il Pd e il centrosinistra confermano i comuni dove già siamo forza di governo a cominciare da Pisa, dove sono molto contento per Marco Filippeschi, a cui sono legato da tanti anni, che oggi vede riconfermate le sue qualità. In un altro capoluogo toscano, Massa, Alessandro Volpi ha dimostrato il valore della sua candidatura con un risultato che, stando ai dati provvisori, gli assegna una vittoria al primo turno». «Riconquistiamo il governo - continua Manciulli - anche in diverse realtà toscane come Marradi, Rio Marina, Gavorrano e Semproniano. In un contesto non facile per il nostro partito, con polemiche esterne e interne, talvolta davvero pretestuose, il Pd ha dimostrato di esserci e siamo in testa al ballottaggio in città non scontate come Siena, dopo le difficili vicende di questi mesi, e Viareggio, che ci impegneremo a riconquistare dopo la gestione del centrodestra». Poi l'appello per i ballottaggi: «Tutto il Pd si concentri in questo sforzo per vincere i ballottaggi, per completare un quadro che già oggi ci ha dato una bella soddisfazione. Non possiamo certamente nasconderci il preoccupante dato dell'astensionismo. Noi ci impegneremo, anche a partire dall'operato di questi nostri amministratori eletti, a recuperare il problema della disaffezione nei confronti della politica». Infine, a Pisa fanno rumore le sconfitte della destra e della candidata dei grillini che alla vigilia del voto si annunciava come una pericolosa outsider. Il Pdl paga dazio alle divisioni interne e si spartisce a metà l'elettorato tra due candidati (Franco Mugnai imp o s t o d a R o m a c h e s i a t t e s t a s u l 12,9% con il dissidente Diego Petrucci che aveva fondato una lista civica sostenuta anche da Fratelli d'Italia che ha raggiunto quasi il 10%). Malissimo anche Valeria Antoni del Movimento 5 Stelle: la grillina raccoglie solo il 10,36% dei consensi con la sua lista che si ferma al 9% e perde oltre 12 punti percentuali rispetto alle elezioni politiche di febbraio. I DATI PARZIALI 53% MARCO FILIPPESCHI Pd, Sel, Idv, Liste civiche: In lista per Pisa - Riformisti per Pisa 13% FRANCO MUGNAI Pdl, La Destra Lega Nord 10.3% VALERIA ANTONI Movimento Cinque Stelle

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

32

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Pisa resta al centrosinistra Filippeschi al primo turno


28/05/2013

Il Fatto Quotidiano

Pag. 2

(tiratura:100000)

MALE I CINQUE STELLE, IL PDL È DIETRO A IMPERIA E AFFONDA SUBITO A VICENZA, PISA, MASSA E SONDRIO IN MOVIMENTO I grillini vengono ridimensionati quasi ovunque II centrodestra arretra e rischia il cappotto A SINISTRA Sel tiene bene. A Siena, Imperia e Ancona, assieme a civiche e a Rifondazione, arriva anche in doppia cifra Fabrizio d'Esposito Conta di più l'astensionismo o la vittoria del centrosinistra? Conta di più l'astensionismo o il sorprendente flop di Beppe Grillo che fa il paio con quello del Pdl, che senza Berlusconi in campo si affloscia senza pietà? LE DUE DOMANDE stringono come una tenaglia i dati scaraventati ieri dal test elettorale che ha impegnato 563 comuni e circa sette milioni di italiani. Dopo la disastrosa affluenza di domenica scorsa, il famigerato trend negativo è peggiorato ancora di più alle quindici di ieri, quando le urne si sono chiuse. Alla fine, la media nazionale dei votanti è stata del 62,41 per cento rispetto al 77,16 di cinque anni fa. Un meno 14,75 che conferma anche lo scarso entusiasmo suscitato dal connubio o inciucio di governo tra Pd, Pdl e montiani. È un voto che ha una doppia faccia affilatissima. Il centrosinistra, e in particolare il Pd, sono avanti ovunque ma l'astensionismo trionfa nelle famose regioni rosse: 61,85 in Emilia Romagna, 60,16 in Toscana, 62,74 in Umbria. In queste regioni l'affluenza crolla del venti per cento. Così come a Roma, dove al primo turno delle amministrative ha votato il 52,89 rispetto al 73,66 del 2008. I risultati della Capitale fotografano esattamente le urne doublé face di queste elezioni. La metà degli aventi diritto non ha votato e nell'altra metà il centrosinistra di Ignazio Marino distanzia di dodici, quasi tredici punti la destra postfascista e berlusconiana di Gianni Alemanno, mentre il Movimento 5 Stelle non sfonda ma arretra al 12 per cento. Il Pd pianta le bandierine della vittoria in tutti i comuni capoluogo dove si è votato, sedici, e al ballottaggio che si terrà tra quindici giorni vestirà il ruolo del favorito da battere. Cinque i centri dove il centrosinistra può passare al primo turno: Vicenza, Sondrio, Massa, Pisa (città natale del premier Enrico Letta) e Iglesias. Eclatante la disfatta del Pdl a Brescia e a Imperia. Idem, la Lega a Treviso, con lo sceriffo Gentilini che va poco oltre il trenta per cento, e a Vicenza, dove l'ex reggente del Carroccio Manuela Dal Lago è doppiata dall'ex democristiano del Pd Achille Variati. Dalla Dal Lago arriva un'altra foto del voto nazionale: "In questo momento in cui c'è una crisi evidente dei partiti, il Pd è l'unico che tiene". I democratici tengono botta persino nella culla dello scandalo Mps: a Siena va sì al ballottaggio per la prima volta dopo venti anni ma si attesta a quota 40 per cento. I BALLOTTAGGI "tradizionali" tra centrosinistra e centrodestra, escludendo dovunque i grillini (insomma, non c'è alcuna riedizione della sorpresa Pizzarotti a Parma), sono stati accolti con "un sospiro di sollievo" dal premier Letta. A Palazzo Chigi aleggiava la paura di un altro boom a cinque stelle. Così, snobbando pericolosamente l'astensionismo, Letta avrebbe confidato ai suoi fedelissimi: "I cittadini stanno capendo il governo". Al contrario Silvio Berlusconi fa di tutto per minimizzare la portata del voto, e di conseguenza la sconfitta del centrodestra (con la piccola eccezione di Fratelli d'Italia, la formazione similmissina di Meloni, Crosetto e La Russa). Ma la sostanza non cambia, per la tenuta dell'esecutivo delle larghe intese: secondo il Cavaliere "il voto non avrà effetti sul governo". Si va avanti. Si tira dritto, come se nulla fosse, abbagliati e galvanizzati dal flop del Movimento 5 Stelle. In molti centri, la terza posizione dei grillini è stata insidiata dal ritorno in doppia cifra della sinistra radicale, laddove Sel e Rifondazione si sono presentate unite in contrapposizione ai riformisti. A Imperia, per esempio, hanno raccolto l'11,2 per cento a fronte dell'8,7 del candidato grillino. Bene anche ad Ancona e Siena. IN SINTESI : da un lato l'astensionismo, dall'altro il riflusso verso i partiti. E il Pd, oltre a gustarsi il trionfo, per il momento, si prende anche una rivincita contro Beppe Grillo, rinfacciando al comico genovese l'errore politico di non aver voluto aprire al "governo del cambiamento" di Bersani. Scrive il presidente della Regione Toscana, Rossi: "Se Grillo avesse detto sì stasera (ieri, ndr) saremmo stati in piazza a festeggiare il cappotto al centrodestra". In ogni caso, le sirene democrat verso i grillini terranno banco nella lunga campagna per i ballottaggi. Su tutti, ovviamente, conterà il risultato di Roma, dove Alemanno è già partito alla rincorsa di Marino per tentare una rimonta disperata. IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

33

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

COMUNALI, AVANTI PD E ASTENSIONE


28/05/2013

Il Fatto Quotidiano

Pag. 2

(tiratura:100000)

IL TEMA DEL GIORNO - Rassegna Stampa 28/05/2013

34

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Anche tra due settimane, però, bisognerà tenere d'occhio i dati dell'affluenza. Altrimenti il rischio è quello che, vada come vada, il governo delle larghe intese, soprattutto dal versante Pd, si intesti una vittoria dopo l'altra, facendo finta di non vedere il vero vincitore di questo turno elettorale: l'astensionismo. Roma Sindaco uscente: Alemanno Gianni Alemanno Ignazio Marino Marcello De Vito Alfio Marchini Siena Sindaco uscente: Ceccuzzi Eugenio Neri Bruno Valentini Michele Pinassi Laura Vigni Brescia Sindaco uscente: Paroli Adriano Paroli Emilio Del Bono Laura Gamba Francesco Onofri Sezioni 59 su 77 Treviso Sindaco uscente: Gobbo Giancarlo Gentilini Giovanni Manildo Alessandro Gnocchi Massimo Zanetti Sezioni 38 su 44 Imperia Sindaco uscente: Stescino Erminio Annoni Carlo Capacci Antonio Russo Gianfranco Grosso Sezioni 76 su 100 Ancona Sindaco uscente: Gramillano Italo D'Angelo Valeria Mancinelli Andrea Quattrini Stefano Crispiani Barletta Sindaco uscente: Maffei Giovanni Alfarano Pasquale Cascella Patrizia Corvasce Cosimo Cannito Massa Sindaco uscente: Pucci Stefano Caruso Alessandro Volpi Riccardo Ricciardi Gabriella Gabrielli Vicenza Sindaco uscente: Variati Manuela Dal Lago Achille Variati Liliana Zaltron Claudio Cicero Avellino Sindaco uscente: Galasso Nicola Battista Paolo Foti Tiziana Guidi Costantino Preziosi Sezioni 28 su 33 Iglesias Sindaco uscente: Perseu Gian Marco Eltrudis Emilio A. Gariazzo Sandro Esu Dario Carbini Isernia Sindaco uscente: De Vivo Giacomo D'Apollonio Luigi Brasiello Celestino Caranci Sezioni 33 su 43 Lodi Sindaco uscente: Guerini Giuliana Cominetti Simone Ugetti Domenico Conia Sergio Tadi Sezioni 43 su 86 Pisa Sindaco uscente: Filippeschi Franco Mugnai Marco Filippeschi Valeria Antoni Diego Petrucci Sondrio Sindaco uscente: Molteni Mario S. Fiumanò Alcide Molteni Matteo Barberi Lorenzo G.d.Berta Viterbo Sindaco uscente: Marini Giulio Marini Leonardo Michelini Gianluca De Dominicis Filippo Rossi


ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE 59 articoli


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 22

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Senza il reddito agrario rischio Irpef sul dominicale IL PROBLEMA La mancanza della rendita può essere collegata non all'affitto ma alla concessione in uso ad altri soggetti Gian Paolo Tosoni Il reddito dominicale dei terreni agricoli non affittati non concorre a formare l'imponibile Irpef per effetto dell'assoggettamento ad Imu. Tuttavia, si presentano delle difficoltà nella compilazione del quadro RA del modello Unico 2013 quando il contribuente, pur non avendo affittato il terreno, non dichiara il reddito agrario. La novità della dichiarazione dei redditi di quest'anno trae spunto dall'articolo 8, comma 1, del Dlgs 23/11, il quale stabilisce che ove sia prevista l'applicazione dell'Imu questa sostituisce, con riferimento ai soli redditi fondiari, l'Irpef e le relative addizionali dovute al possesso di immobili, a condizione che essi risultino non locati. Relativamente ai terreni, l'effetto sostitutivo dell'Imu si applica solo con riferimento al reddito dominicale in quanto il reddito agrario va comunque dichiarato dal soggetto che conduce il fondo. I programmi di compilazione del quadro RA di Unico 2013 sono preordinati alla regola secondo cui, se nel quadro A vengono dichiarati sia il reddito dominicale, sia il reddito agrario, è possibile riportare il reddito dominicale nella casella 12 «reddito dominicale non imponibile». In questo caso, infatti, è palese che il terreno non è affittato e quindi scatta l'esclusione da Irpef del reddito dominicale. Analogamente, se il contribuente dichiara solo il reddito dominicale, presumendo che il terreno sia affittato, i programmi consentono solo con l'inserimento manuale di indicare il relativo importo nella casella 12. Ciò in quanto non è naturale considerare il terreno non affittato se manca il reddito agrario. Tuttavia, la circolare 5/13 chiarisce che rientrano nell'ipotesi di immobili non locati anche quelli concessi in comodato e secondo le Entrate se il comodato è verbale non sussiste l'obbligo di registrazione. In agricoltura sono molti i casi in cui il reddito agrario non viene dichiarato anche se il proprietario non ha affittato il terreno. L'ipotesi più frequente è quella di più comproprietari del terreno che lo coltivano direttamente. Essi dichiarano il reddito dominicale, mentre il reddito agrario viene dichiarato dalla società semplice che i proprietari hanno di fatto costituito. Generalmente questi comproprietari non hanno stipulato l'affitto con la loro società di conduzione e il rapporto giuridico può essere assimilato al contratto di comodato verbale. È pur vero che i contratti agrari sono regolati dalla legge 203/82, che non contempla il comodato, ma tale forma non si può escludere nei fatti. Altro caso è la comunione familiare tra coniugi in cui la moglie dichiara il 50% del reddito dominicale, mentre il marito, titolare della partita Iva, dichiara il 100% del reddito agrario. In questi casi il marito o la società semplice nel quadro RA utilizzano il codice 4 (conduttore del fondo diverso dal proprietario o affittuario). Quindi le istruzioni al Modello Unico prevedono che un soggetto possa essere titolare di reddito agrario pur non essendo nè proprietario, nè affittuario. Ora sarebbe necessario che un proprietario di un terreno non coltivato direttamente, che indica nel quadro RA il codice 1 (proprietario), possa tranquillamente indicare il reddito dominicale nella colonna 12 (reddito dominicale non imponibile). Preoccupa la successiva liquidazione automatizzata della dichiarazione dei redditi da parte dell'Agenzia, che se riscontra quest'anomalia potrebbe emettere centinaia di migliaia di avvisi bonari. Ora le Entrate, sulla base della circolare 5/E/2013, sono in tempo per impostare correttamente il programma di liquidazione e tranquillizzare da subito i contribuenti. Quest'anno c'è un'altra novità nel quadro A dei terreni, ossia la colonna 13 in cui si indica se il proprietario e/o conduttore del terreno è coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale iscritto nella gestione previdenziale. L'informazione serve poiché la rivalutazione dei redditi dominicale e agrario, che scatta dal 2013 già in sede di determinazione degli acconti, è ridotta al 5% anziché del 15% ai sensi dell'articolo 1,

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

36

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Modello Unico. La corretta compilazione del quadro RA


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 22

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

37

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

comma 512 della legge 228/12 (Entrate 12/E del 3 maggio 2013). Tale procedura è consentita anche per le società di persone (in particolare per le società semplici), che possono avere la qualifica di imprenditore agricolo professionale (Dlgs 99/04) e applicare quindi la rivalutazione del 5% anziché del 15 per cento. Il tutto ai fini della determinazione degli acconti Irpef 2013 da parte dei soci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Modalità operative 01|LA NORMATIVA Il reddito dominicale dei terreni agricoli non è soggetto a tassazione Irpef se il terreno non è stato affittato. Il reddito deve essere comunque indicato nel quadro RA del Modello Unico, ma non concorre a formare il reddito imponibile nel rigo RN1. In questo caso il relativo importo viene indicato nella casella 12 del quadro RA. I soci delle società semplici devono indicarlo nel rigo 13 del quadro RH 02|L'OBBLIGO Il reddito agrario deve essere sempre dichiarato dal soggetto che conduce direttamente il terreno anche se in comodato. La prova inequivocabile che il terreno non è affittato è quando viene dichiarato il reddito agrario. Qualora non venga dichiarato il reddito agrario è corretta la presunzione che il terreno sia affittato 03|CASI PARTICOLARI Vi sono tuttavia casi in cui il terreno è coltivato da altri soggetti senza che sia stato stipulato un contratto di affitto. Si tratta di: terreno in comunione tra i coniugi coltivato da un solo comproprietario; terreni posseduti da più persone e coltivati dai medesimi proprietari in forma di società semplice; terreni coltivati non dal proprietario ad altro titolo diverso dall'affitto. In questi casi la circolare delle Entrate 5/2013 precisa che il reddito dominicale non concorre a formare il reddito imponibile


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 10

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Controlli incrociati per evitare le false dichiarazioni Isee IL METODO I dati autocertificati saranno verificati in base alle risultanze degli archivi dell'amministrazione Accordo sul nuovo Isee a un passo. Dopo più di un anno di cantiere, l'indicatore delineato dal decreto legge 201/2011 sta per nascere grazie all'impulso alla riforma dato dal nuovo viceministro del Lavoro Maria Cecilia Guerra. La modifica al "riccometro" aveva subito un doppio stop lo scorso dicembre con la bocciatura da parte della Consulta della norma di delega (articolo 5 del «Salva Italia») e la mancata intesa in Conferenza unificata per il no della Lombardia che aveva posto una serie di questioni relative alla valutazione della ricchezza patrimoniale e alle modalità di aiuto alle famiglie numerose. Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, e il vice ministro Guerra hanno incassato la scorsa settimana un accordo di massima da parte delle Regioni sul testo del Dpcm che ridisegna l'Isee. Le Regioni hanno definito gli emendamenti che dovrebbero essere introdotti al testo attuale e che riguardano soprattutto la possibilità riconosciuta ad esse e ai Comuni di introdurre ulteriori criteri di selezione rispetto a quelli definiti nel nuovo Isee nazionale. Prima del recepimento delle correzioni chieste dalle Regioni servirà un ulteriore passaggio in Conferenza unificata (ieri non se n'è parlato) per dare spazio alle osservazioni finali di Comuni e Province. Il nuovo Isee permetterà di ridurre i casi di false dichiarazioni. Il tipico esempio è quello della coppia che, pur di salire nella graduatoria dell'asilo nido, si dichiara separata. Adesso, però, verranno utilizzati parametri diversi e, soprattutto, effettuati controlli incrociati sulle banche dati digitali. Agenzia delle Entrate, Inps e Guardia di Finanza per appurare la fondatezza delle richieste di misure di sostegno al reddito (dagli asili nido alle mense scolastiche, dalle carte acquisti alle borse di studio) potranno contare su più armi. Per quantificare la reale ricchezza della famiglia che chiede prestazioni sociali agevolate si continuerà a fare riferimento alle informazioni autodichiarate. Tuttavia, le banche dati del Fisco e dell'Inps esistenti e quelle che saranno rafforzate nei prossimi mesi (su tutte l'archivio dei rapporti finanziari) permetteranno di avere sempre più riscontri. L'amministrazione fiscale ha già la possibilità di verificare gran parte della situazione reddituale grazie ai database dell'anagrafe tributaria. Questo accade, ad esempio, per il reddito Irpef, i redditi soggetti a imposta sostitutiva o a ritenuta a titolo d'imposta (come la cedolare secca), per i proventi delle attività agricole, gli assegni di mantenimento e per trattamenti assistenziali e previdenziali. Anche sulla consistenza del patrimonio immobiliare - che insieme alla ricchezza finanziaria sarà sommato per il 20% alla "massa" dei redditi (al netto delle varie franchigie), una somma poi rapportata all'ampiezza del nucleo familiare - l'Agenzia dovrà essere in grado di fornire all'Inps entro pochi giorni un riscontro. Nel mirino del Fisco finiranno anche altri beni di chi chiede una prestazione agevolata, come le auto, le moto di grossa cilindrata e le barche come anche conti correnti e proventi finanziari. Entro il 31 ottobre 2013 gli intermediari dovranno inviare all'archivio dei rapporti un asset di informazioni più ampio relativo alla consistenza di depositi e ai conti correnti bancari e postali, ai titoli di Stato, alle obbligazioni. N.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

38

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Agevolazioni. Intesa vicina sul Dpcm


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 10

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Il redditometro spia le spese effettive Selezione con i dati presenti in Anagrafe - Medie Istat solo in seconda battuta Marco Mobili Giovanni Parente Le medie Istat entreranno in gioco solo nella fase di contraddittorio se il contribuente non fornirà adeguate giustificazioni dello scostamento rilevato dal Fisco sulla base di elementi certi. Sarà un redditometro a due vie. L'agenzia delle Entrate sta lavorando alla circolare con i chiarimenti agli uffici, attesa per i prossimi giorni. La versione 2.0 dello strumento partirà dai dati già conosciuti dall'amministrazione finanziaria. Tanto per fare un esempio, si tratta delle informazioni relative alla spesa per immobili o autovetture o ancora per vacanze di importo elevato, che già adesso attraverso vari obblighi di comunicazione confluiscono nel cervellone dell'Anagrafe tributaria come nel caso dello spesometro. Attraverso questi dati, l'Agenzia individuerà i soggetti che presentano uno scostamento superiore al 20% tra redditi dichiarati e quelli, invece, spesi. In questa fase, quindi, niente medie Istat, già oggetto di contestazioni da parte di associazioni di categoria e delle prime pronunce dei giudici arrivate dopo la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del decreto attuativo del 24 dicembre scorso. A quel punto, però, il contribuente in odore di evasione avrà tempo e modo per dimostrare di essere in regola. La convocazione al contraddittorio riporterà le voci di spesa che fanno segnare lo scostamento significativo rispetto a quanto dichiarato in Unico. Nel confronto con l'ufficio, potrà quindi fornire le giustificazioni per spiegare da dove provenivano i fondi necessari a effettuare gli acquisti. È il caso, per esempio, di Bot o di un'eredità o ancora di una donazione ricevuta da un familiare. È chiaro che più sarà forte la giustificazione fornita e maggiori saranno le chance di credibilità. Per esempio, le tracce del bonifico bancario effettuato dai familiari potrebbero rivelarsi vincenti e convincere l'Agenzia sulla provenienza del reddito a copertura della spesa. Se non si dovesse a arrivare a un'archiviazione della posizione del contribuente, ci sarebbe comunque una successiva e ulteriore fase di confronto. Un'occasione per portare per esempio il biglietto di una giocata al lotto o le carte "utili" a dimostrare un disinvestimento da cui sono arrivati gli extra-redditi rispetto a quanto dichiarato. Qualora anche in questa seconda occasione gli elementi prodotti non fossero ritenuti validi, entrerebbero allora in scena medie Istat che si riferiscono alle voci di spesa "ignote" all'amministrazione finanziaria. In questo senso le uscite per gli acquisti al supermercato o per capi di abbigliamento e calzature diventerebbero un rafforzativo rispetto alla contestazione originaria e a cui il contribuente non ha fornito adeguata spiegazione. Per abbassare gli importi delle medie Istat basteranno, però, anche ragionamenti e prove verbali. La soluzione allo studio nella circolare consentirebbe di tenere conto delle medie Istat come previsto dal decreto attuativo ma di fatto attenuandone l'impatto come richiesto da più parti in questi mesi. Comunque, il Fisco può giocare la carta dell'adesione all'accertamento e quella della mediazione se l'importo rettificato non supera i 20mila euro per evitare il contenzioso. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOLO ELEMENTI CERTI La fase di selezione dei soggetti da sottoporre a controlli con il nuovo redditometro si svolgerà prendendo in considerazione solo le voci di spesa già note al Fisco. In pratica per scegliere i contribuenti, l'agenzia delle Entrate considererà esclusivamente gli importi già presenti nelle banche dati dell'Anagrafe tributaria GLI SCOSTAMENTI Qualora l'amministrazione finanziaria dovesse ravvisare uno scostamento superiore al 20% tra reddito dichiarato e quello ricostruito, lo segnalerà al contribuente invitandolo in ufficio per un contraddittorio Per esempio, ipotizziamo che solo con l'utilizzo delle spese note si arrivi a questa situazione: IL CONTRADDITTORIO Il contraddittorio è la fase di confrontro tra il contribuente selezionato con il redditometro e l'agenzia delle Entrate. In questa fase il Fisco chiederà ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

39

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Lotta all'evasione I CHIARIMENTI IN ARRIVO


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 10

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

40

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

conto delle voci di spesa che portano a determinare una disponibilità di reddito superiore a quanto indicato nella dichiarazione dei redditi Giustificazioni non attendibili Nel caso in cui le giustificazioni fornite nel primo confronto non fossero ritenute sufficientemente valide o non riscontrate, il Fisco può dare un nuovo appuntamento al contribuente per fargli presentare adeguate giustificazioni ARCHIVIAZIONE Giustificazioni attendibili Il Fisco può giudicare attendibili le giustificazioni fornite dal contribuente. Se, per esempio, lo scostamento è dovuto all'acquisto di una casa o di un automobile e il diretto interessato dimostra che il denaro necessario gli è arrivato da una donazione di un genitore (portando già la documentazione del bonifico), l'Agenzia può arrivare ad archiviare la posizione FASE 2 / IL SECONDO CONTRADDITTORIO ENTRANO IN GIOCO LE SPESE ISTAT Solo nella fase di «secondo» contraddittorio entrano in gioco le medie Istat relative alle voci di spesa non conosciute dal Fisco perché non presenti in Anagrafe tributaria. L'Agenzia può utilizzare quelle voci di uscita, come per esempio le spese alimentari o quelle per abbigliamento rifacendosi ai valori dell'Istat. Di fatto si arriverebbe a un accertamento sintetico vero e proprio che rispetto alla contestazione iniziale potrebbe far crescere il reddito ricostruito ulteriormente grazie all'applicazione degli indicatori aggiuntivi. Per abbassare gli importi della media Istat possono, comunque bastare ragionamenti e prove verbali (per esempio il contribuente mangia a casa dei familiari o non va dal parrucchiere). La mancanza di giustificazioni convincenti spalancherebbe la porta all'accertamento vero e proprio LE ALTERNATIVE AL CONTENZIOSO Se il contribuente non accettasse la rettifica del reddito, l'agenzia delle Entrate avrebbe ancora due alternative per cercare di evitare il contenzioso L'adesione La proposta di un accordo rispetto alla contestazione iniziale con la chance anche di avere uno sconto sulle sanzioni dovute La mediazione Il filtro obbligatorio del reclamo per le liti fino a 20mila euro prevede la possibilità che Fisco e contribuente arrivino a una mediazione anche in questo caso con uno sconto molto sensibile sulle sanzioni L'ANTICIPAZIONE Il nuovo redditometro scalda i motori. L'agenzia delle Entrate sta preparando la circolare con le istruzioni agli uffici sullo strumento. Sul Sole 24 Ore di domenica le prime anticipazioni sulle istruzioni in arrivo agli uffici per l'applicazione del Dm Economia del 24 dicembre 2012


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 19

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Non solo hi-tech per la smart city Gianni Dominici C'è sempre un rischio quando si parla di smart cities: che si affronti il tema riferendosi alla mera dimensione tecnologica, quando invece il futuro delle città non può che passare da nuove forme di cittadinanza dei cittadini e delle imprese. Del ruolo delle imprese nel costruire le smart cities si è parlato il 22 maggio a Roma in un workshop organizzato da Unioncamere con la collaborazione di Forum Pa, al quale hanno partecipato esperti, amministratori e associazioni. In quel contesto è stato messo in evidenza che in una smart city le imprese creano beni relazionali e comunità e costruiscono benessere se trovano le condizioni per: essere libere da eccessivi pesi burocratici. Entrano qui in campo la semplificazione amministrativa, la facilitazione alla creazione e alla localizzazione del l'impresa, la messa a disposizione di punti di contatto unici (come i Suap), la chiarezza e la trasparenza delle normative, la razionalizzazione dei livelli decisionali pubblici - essere libere di crescere e svilupparsi serenamente. È necessaria una libertà positiva, data dalla possibilità di contare su un tessuto sociale abilitante: ossia un contesto favorevole all'impresa che comporta legalità e lotta alla corruzione, migliori condizioni fiscali, agevolazioni alle assunzioni, disponibilità sul mercato locale delle professionalità necessarie all'attività produttiva, certezza del diritto in tempi ragionevoli, finanziamenti a condizioni accettabili - essere portatrici di innovazione, cioè essere continuamente sfidate a creare innovazione di prodotto e di processo, trovando nello stesso tempo le sinergie necessarie: una solida partnership con le università e con la ricerca pubblica, un quadro certo e duraturo di agevolazioni alla ricerca e all'innovazione, una politica di attenzione alle start-up che sia lungimirante e privilegi le imprese più creative, un'attenzione delle amministrazioni pubbliche a essere driver di innovazione pilotando con intelligenza la leva del public procurement - essere portatrici di valori e di responsabilità: cittadinanza d'impresa (corporate citizenship) vuol dire riconoscere che un'impresa cresce e prospera meglio in un tessuto sociale ricco, sano e coeso, teso a uno sviluppo equo e sostenibile, e che nello stesso tempo essa ha una responsabilità reale nel costruirlo e nel mantenerlo. Nel Libro verde del luglio 2001, la Commissione europea definisce la responsabilità sociale d'impresa come «l'integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate». Una città intelligente integra, in una strategia complessiva di sussidiarietà orizzontale, questi sforzi e li usa per un progresso sociale e civile della comunità - partecipare alle scelte strategiche: ossia sedersi ai tavoli della programmazione strategica per condividere le visioni dell'evoluzione della comunità urbana. Direttore generale Forum Pa

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

41

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Benessere. Il contesto necessario


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 34

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Derivati finanziari in calo del 4% L'OSSERVATORIO AIAF Il raggiungimento del target sul debito/Pil rappresenta una fonte di stabilità: il pagamento Pa-imprese vale lo 0,2% del Pil Rossella Bocciarelli ROMA Si è «sgonfiato», riducendosi del 4%, nel secondo semestre 2012, il valore nozionale dei derivati finanziari over the counter delle prime 6 banche italiane, rappresentative del 90% delle operazioni condotte da gruppi nazionali, da 9.830 a 9.423 miliardi di dollari. È quanto rileva la Banca d'Italia nel consueto sondaggio per iniziativa del comitato sul sistema finanziario globale istituito presso la Bri di Basilea. L'istituto centrale sottolinea come il valore nozionale dei contratti in essere presso le banche italiane rappresenta una quota assai modesta dell'intero campione dei paesi che partecipano all'indagine (1,4 per cento). Il valore lordo di mercato positivo, spiega l'indagine, è superiore a quello negativo (260,5 e 254,5 miliardi di dollari, rispettivamente). I contratti su tassi di interesse (il 63% del totale) sono scesi da 8.660 a 8264 miliardi. Per quanto riguarda i Credit default swap il loro valore nozionale è diminuito del 12 per cento circa e quello dei CDS venduti (vendita di protezione) del 15 per cento circa, collocandosi rispettivamente a 314,6 e 313,5 miliardi di dollari mentre nei paesi G10 è sceso del 7%. Le banche italiane risultavano, al 31 dicembre 2012, compratrici nette di protezione dal rischio di credito per un ammontare di circa 1 miliardo di dollari, mentre nei due semestri precedenti i Cds venduti superavano quelli comprati per un ammontare pari a circa 11 miliardi di dollari; tutti i contratti in essere avevano per controparte un'istituzione finanziaria. Il valore positivo di mercato è stato pari a 7 miliardi di dollari mentre quello negativo è stato di 8 miliardi. Anche nel caso dei derivati su crediti, il valore nozionale dei contratti in essere presso le banche italiane rappresenta una minima proporzione dell'intero campione dei paesi che partecipano all'indagine (1,6 per cento). I rischi di mercato, peraltro, non si sono ridotti recentemente solo sul versante bancario: come mette in evidenza l'ultimo Osservatorio Aiaf (Associazione italiana degli analisti finanziari) sui conti pubblici, la conferma del raggiungimento dell'obiettivo del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil nel 2012 e il contenimento del disavanzo entro questo livello anche nel 2013 rappresenta un importante fattore di stabilità per la finanza pubblica italiana. Tuttavia, si fa osservare nel rapporto, questo fattore positivo dovrà al più presto tradursi in un maggiore stimolo alla crescita economica, nell'ambito dei margini di manovra che si renderanno disponibili. Gli esperti dell'Aiaf valutano, a questo proposito, che se messo in atto efficacemente, l'effetto del provvedimento di restituzione dei debiti della Pa alle imprese potrà essere di un incremento della crescita pari allo 0,2 punto quest'anno e allo 0,4 per cento l'anno prossimo. Inoltre qualche spazio di manovra per il bilancio pubblico, da utilizzare per sostenere lo sviluppo, potrà derivare anche dalla significativa riduzione dei tassi d'interesse avvenuta negli ultimi due mesi: se la riduzione dello 0,5% medio sui tassi d'interesse fosse confermata in futuro i risparmi conseguenti per le casse dello stato sarebbero dell'ordine di 2 miliardi di euro per il 2014 e di circa 10 miliardi di euro in un arco temporale di 5 anni e mezzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Bankitalia

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

42

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il rapporto di Bankitalia. Il nozionale dei contratti delle prime 6 banche italiane scende a 9.423,7 miliardi


28/05/2013

La Repubblica - Ed. nazionale

Pag. 14

(diffusione:556325, tiratura:710716)

Imu via sotto i 400 euro e niente rincaro Iva il Tesoro cerca di risolvere il dilemma tasse Ma il Pdl non recede sull'abolizione totale. Pd: meglio evitare rialzi dei prezzi Le imposte su casa e beni di consumo, oltre alla Tares, valgono 8 miliardi arduo evitarle tutte Chi guadagna oltre 75 mila euro paga il costo più alto sugli immobili: in media 983 euro VALENTINA CONTE ROMA - Neutralizzare l'aumento dell'Iva con una parte dell'Imu sulla prima casa pagata dai più abbienti. Oppure lasciar correre la prima al 22% da luglio ed esentare dalla seconda tutti i proprietari senza distinguo. Al momento, difficile ottenere le due cose insieme. Ovvero impedire il rialzo dell'Iva e allo stesso tempo cancellare l'Imu. La coperta delle risorse è troppo corta, non ci sono avanzi.E ciò che l'Europa consentirà all'Italia di recuperare, dopo la promozione di domani in serieA per l'uscita dalla procedura di deficit eccessivo, andrà messo nel piatto del lavoro che non c'è. Ma lo scontro, destinato a salire nei prossimi giorni, da tecnico-finanziario si farà sempre più politico. Il Pdl vuole centrare entrambi gli obiettivi: niente Imu e Iva ferma al 21%. Il Pd, dovendo scegliere, preferisce sterilizzare l'Iva con un settimo dell'imposta sulla casa. La battaglia dell'Imu torna dunque al centro della scena. La rata di giugno è stata sospesa per le prime abitazioni. Entro agosto dovrebbe arrivare la riforma del balzello. Nel frattempo però c'è un altro terreno da sminare: il passaggio dell'Iva dal 21 al 22%, tra poco più di un mese. Un aumento da 130 euro in media a famiglia che graverebbe sul 6070% dei consumi già depressi. Le due partite sono intrecciate. "O annulli l'Imu sulla prima casa per tutti e ti tieni però l'Iva più alta, oppure allenti l'Imu di 2-2,5 milardi e il resto lo usi per bloccare l'Iva, o come terza ipotesi punti tutto sulla Service Tax, che ingloba l'Imu e la Tares sui rifiuti, per evitare il rincaro Iva", ragionano i tecnici che studiano le diverse opzioni sul tavolo. "Tutto non si può avere. Imu, Iva e Tares insieme valgono quasi 8 miliardi: 4 la prima, 2 ciascuna le altre". L'ipotesi più accreditata nei dicasteri economici è l'esenzione dall'Imu prima casa per l'85% dei proprietari, quelli che lo scorso anno hanno pagato fino a 400 euro, aggiungendo altri 400-450 euro di detrazione ai 200 euro oggi applicabili a tutti. In questo modo, rimarrebbero fuori non solo ville e castelli, ma anche abitazioni grandi, attici signorili, immobili di pregio. Ovvero il 15% delle prime case possedute da redditi alti, che valgono quasi quanto il punto di Iva da bloccare (per il solo 2013, però): 1,9 miliardi. Favorevole all'ipotesi, il viceministro pd dell'Economia, Fassina (ma anche il segretario Epifani si è espresso contro l'aumento Iva). Contrario il capogruppo pdl Brunetta e più in generale tutto il partito di Berlusconi che fa dell'Imu una bandiera elettorale da brandire, senza rinunciare però a sterilizzare l'Iva (il cui aumento, tra l'altro, fu previsto proprio dal governo Berlusconi che lo inserì in una sciagurata delega fiscale). Il Pdl al momento non indica coperture possibili. Mentre le imprese, nonostante il pressing per esentare i capannoni dall'Imu, preferirebbero di gran lunga smorzare il costo del lavoro. Commercianti, artigiani, grande e piccola distribuzione, poi, vorrebbero fermare l'Iva prima di crollare del tutto. Tra gli argomenti a sostegno dell'ipotesi di zero Imu per l'85% di prime case, anche quello che cancellarla per tutti sarebbe un premio a contribuenti ricchi e ricchissimi. Come dimostrano i dati Uil. «Chi ha redditi altissimi risparmia oltre mille euro e chi vive di stipendio poco più di 100 euro», spiega il segreario Guglielmo Loy. Chi dichiara oltre i 75 mila euro, d'altronde, nel 2012 ha pagato 983 euro, in media. Chi è nella forchetta tra 26 e 55 mila euro, solo 296. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fassina TUTELARE LE CLASSI MEDIE Il viceministro dell'Economia (Pd), Stefano Fassina, opta per il congelamento dell'aumento Iva con il gettito Imu proveniente dal 15% di prime abitazioni di maggior pregio e valore Brunetta ATTUARE SIA IMU CHE IVA Il capogruppo pdl Renato Brunetta sostiene che i due obiettivi esentare dall'Imu la prima casa e sterilizzare l'aumento Iva - non si "cannibalizzano". Ma non indica le ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

43

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il retroscena


28/05/2013

La Repubblica - Ed. nazionale

Pag. 14

(diffusione:556325, tiratura:710716)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

44

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

coperture possibili 18,3 mln ESENTATI A GIUGNO La sospensione della rata del 17 giugno esenterà 18,3 milioni di prime case dall'Imu (il 91,2%) 71,7% REDDITI MEDIO-BASSI Oltre il 71% dei proprietari di prime case dichiara un reddito annuo sotto i 26 mila euro lordi PER SAPERNE DI PIÙ www.palazzochigi.it www.fiscooggi.it Foto: GLI INCONTRI Ieri il governo si è confrontato con le Regioni e con i sindacati


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 9

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Taglio delle Province, il governo ci riprova Oggi al Senato nuovo vertice di maggioranza Cinquestelle apre: da noi non arriveranno pregiudiziali Domani alle Camere al via il dibattito sulle riforme L'esecutivo chiama le opposizioni: «Dialogo con tutti» SI PENSA A UN TESTO DI LEGGE AD HOC PER ELIMINARE DEL TUTTO LE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI Ettore Colombo IL CASO R O M A La prima risposta del governo all'astensionismo è l'accelerazione sulle riforme istituzionali. E ritorna in agenda anche il tema dell'abolizione delle province. Il dialogo tra governo e forze politiche è in pieno svolgimento. Gli incontri dei ministri Quagliariello e Franceschini con le forze di opposizione (M5S, Sel e Fratelli d'Italia, la Lega verrà vista questa mattina) si sono tenuti ieri e, tutto sommato, sono andati bene. «Nessuna pregiudiziale sul percorso» neppure dai grillini, anche se Crimi e Lombardi fanno filtrare che presenteranno una mozione per puntare sul «coinvolgimento dei cittadini». Sarà domani che si concretizzerà, prima nell'aula di palazzo Madama al mattino e poi a Montecitorio nel pomeriggio, il dibattito sulle riforme, con voto sulle diverse mozioni d'indirizzo. Letta parlerà in aula, prima al Senato e poi alla Camera. Lo scenario che si profila è dunque quello di differenti mozioni (una di maggioranza e diverse di opposizione) ma Quagliariello è soddisfatto: «La base comune sarà molto ampia». Non è escluso che il governo dia luce verde a parti delle mozioni delle opposizioni. Il voto finale darà vita alla cosiddetta "commissione dei 40" (20 deputati e 20 senatori) che avrà poteri referenti e non redigenti (al fine di permettere di emendare i testi in Aula da parte del Parlamento) e al cui termine dei lavori (uno o più anni, tramite procedura dell'articolo 138) si terranno più referendum confermativi sulle diverse parti della Costituzione. Nelle mozioni non si scenderà nel merito (saranno, appunto, "di indirizzo") ma si apprende da fonti governative che verrà stralciata, dal treno delle riforme, la parte sull'abolizione delle Province. L'intenzione del governo è quella di porre subito all'attenzione del Parlamento un ddl costituzionale per eliminare le Province in modo che, da settembre, parta subito la riforma delle autonomia locali. Nei colloqui con le forze di opposizione andati in onda ieri i ministri Quagliariello e Franceschini si sono dunque volutamente tenuti sulle generali, espungendo i temi di merito. Del resto si trattava di disegnare il percorso istituzionale sulle riforme e provare a raccogliere il più ampio consenso per avviarne il cammino. LA LEGGE ELETTORALE Nelle mozioni d'indirizzo sulle riforme non dovrebbero neanche essere indicati neppure i singoli capitoli d'intervento, ma solo l'intento di riformare la parte seconda della ` Costituzione e l'iter. Così come sarà solo consultivo il comitato di esperti e saggi di esclusiva nomina governativa. Nelle mozioni ci sarà anche un paragrafo dedicato alla legge elettorale, ma solo per indicare la necessità di intervenire sul Porcellum entro fine luglio (forse scrivendo nero su bianco "entro il 31 luglio"). Se si provasse ad addentrarsi nello specifico delle modifiche, si rischierebbe infatti di spaccare subito la maggioranza, causa la distanza tra la richiesta del Pdl di un intervento minimo e le pressioni del Pd per il ritorno al Mattarellum. Oggi un vertice di maggioranza a Palazzo Madama sarà cruciale nel definire il testo delle mozioni che porteranno le firme di tutti i capigruppo di Pd, Pdl e Sc ma che, appunto, cercheranno di aprirsi al massimo al dialogo anche con le opposizioni. Poi Pd, presente Epifani, e Pdl, assente Berlusconi, riuniranno i rispettivi gruppi parlamentari. ` © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Dario Franceschini con Gaetano Quagliariello

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

45

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Primo Piano


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 19

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Nomine, stretta su consiglieri e stipendi Dalle Ferrovie a Sace pronti a scattare i tagli voluti da Letta L'OBIETTIVO FINALE DEL GOVERNO È OTTENERE RISPARMI CONSISTENTI Umberto Mancini IL CASO R O M A Nomine pubbliche si cambia. O almeno, è l'intenzione del governo Letta che vuole imprimere una svolta all'insegna della sobrietà. Cambiano quindi i criteri generali che devono ispirare le scelte e, soprattutto, dovrebbe arrivare una stretta sui compensi dei manager e sul numero dei consiglieri di amministrazione delle società pubbliche. L'obiettivo, manco a dirlo, è ridimensionare i costi in maniera significativa, tagliando poltrone, spesso inutili, e maxi emolumenti. Una sorta di spending review che deve attraversare tutto il mondo delle aziende pubbliche e delle partecipate. Il merito, le capacità professionali e le esperienze lavorative restano poi i punti cardine per le designazioni. LA STRETTA La stretta, salvo ripensamenti e resistenze dell'ultima ora, dovrebbe partire subito. Unica eccezione, ma se ne riparlerà alla prossima tornata, e prestiti e Finmeccanica. Oltre ad approvare il bilancio 2012, l'assemblea in programma per giovedì 29 dovrebbe limitarsi a nominare due nuovi consiglieri in sostituzione di Orsi e Bonferroni e, soprattutto, designare il presidente. In lizza, come noto, l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, che resta l'opzione di gran lunga più ` gettonata, mentre sullo sfondo restano Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo Energia, l'ex segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, e il numero uno della Sace ed ex ambasciatore a Washington, Giovanni Castellaneta. Scontata invece la conferma di Alessandro Pansa, l'ex direttore finanziario del gruppo, che già occupa la poltrona di amministratore delegato. MENO POLTRONE La cura Letta, il taglio cioè degli stipendi di consiglieri e ad, potrebbe invece fare il suo esordio alle Ferrovie, alla fine di giugno. Qui infatti è in scadenza tutto il board e avviare il nuovo corso è di fatto più agevole. In bilico il presidente Lamberto Cardia, che sta recuperando terreno, mentre resterà al suo posto, forte dei risultati economici raggiunti, l'ad Mauro Moretti. C'è da dire che il cda delle Ferrovie è già ridotto all'osso, solo 5 membri, e che quindi si potrebbe intervenire o accorpando le cariche o limando gli stipendi. Certamente limare troppo i compensi può anche determinare una fuga dei manager migliori, determinando così più danni che benefici. Sforbiciata in arrivo, almeno a livello teorico, anche alla Sace, altro emisfero del sistema pubblico che assicura il credito per le esportazioni, dove sono in scadenza sia il presidente Giovanni Castellaneta che l'ad Alessandro Castellano. Novità anche per Fondo F2i che dovrà trovare un nuovo presidente dopo l'uscita di Ettore Gotti Tedeschi. Resterà in sella, anche in virtù dei risultati raggiunti, un manager di lungo corso come Vito Gamberale. Da rinnovare i vertici di Invitalia, con la conferma per l'ad Domenico Arcuri e l'arrivo di un nuovo presidente. Foto: Mauro Moretti (Fs)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

46

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

economia


28/05/2013

Il Messaggero - Abruzzo

Pag. 44

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Tarsu, tanti senza bollettini niente mora per i ritardatari Centinaia di telefonate all'Ufficio tributi Un anno per pagare LA STANGATA Lo spauracchio dell'annunciata mora (fino al 30 per cento) in caso di pagamento ritardato anche solo di qualche giorno ha diffuso il panico tra i contribuenti, specie quelli che ad oggi non hanno ancora ricevuto il bollettino per pagare l'anticipo della Tarsu, tassa sui rifiuti che entro fine anno diventerà Tares (ad ora non si esclude l'istituzione di una nuova tassa che includa Tares e Imu). Il telefono dell'Ufficio tributi a Palazzo di città è stato tempestato di telefonate - almeno un centinaio - di persone che non hanno ricevuto il bollettino e chiedevano chiarimenti sul pagamento e soprattutto sui tempi da rispettare. Va ricordato che sono 68mila i bollettini inviati ai contribuenti e fisiologicamente, a causa di disguidi postali, succede che qualche centinaio di cittadini non li riceva per tempo. Dagli impiegati del Comune sono arrivate parole tranquillizzanti, che per qualcuno hanno avuto però il sapore della beffa: chi paga la Tarsu in ritardo rispetto alla scadenza del 31 maggio non verrà colpito da nessuna sanzione. Questo non per un atto di generosità dell'amministrazione comunale, ma perché la mora è prevista dalla Tares, cioè dalla nuova tassa sui rifiuti, mentre qui si parla ancora della Tarsu, la tassa nella versione vecchia ma ancora vigente. «Per pagare la Tarsu c'è tempo un anno e solo dopo si potrà parlare di sovrattassa» ha spiegato al Messaggero un attento lettore. Spiega invece Enzo Del Vecchio, consigliere comunale Pd: «Finché il Consiglio comunale non avrà deliberato il regolamento della Tares, la tassa sui rifiuti non potrà essere introdotta nella nuova versione». Quindi anche la seconda rata - che il Comune ha emesso con scadenza 30 settembre - potrebbe essere pagata come Tarsu e dunque senza prevedere sanzioni nell'immediato. Se in teoria ci si può rilassare, in pratica sarà bene versare il dovuto nei tempi stabiliti ovvero in tempi ragionevoli. Il Comune sollecita il pagamento perché ha da saldare un debito di circa 15 milioni con Attiva, società che si occupa della raccolta rifiuti. Nel momento in cui il Consiglio comunale adotterà ufficialmente la Tares, allora sì che la scadenza dovrà essere rispettata senza deroghe e chi non avrà ancora versato le rate di anticipo rischia di rimediare una stangata, dovendo pagare la quota tutta insieme. Nella speranza che per quel giorno i bollettini arrivino a tutti senza ritardo. A proposito di rate, il Comune sta inviando adesso due bollettini: uno corrisponde al 50% della Tarsu dell'anno scorso, da pagare teoricamente entro il 31 maggio; l'altro è del 25% e va pagato entro il 30 settembre. E' possibile pagare le somme in un'unica rata per togliersi il pensiero. Il passaggio da Tarsu a Tares dovrebbe avvenire di sicuro entro la fine dell'anno e il conguaglio s'annuncia pesante: la tassa deve coprire per intero il costo del servizio ed è previsto un rincaro di 30 centesimi (per metro quadro dell'appartamento) da destinare al pagamento di servizi come strade e illuminazione pubblica. Paolo Vercesi © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

47

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Tarsu, tanti senza bollettini niente mora per i ri...


28/05/2013

Il Gazzettino - Ed. nazionale

Pag. 10

(diffusione:86966, tiratura:114104)

Regioni, prime aperture su patto di stabilità e ticket ROMA - Scongiurare il taglio da 1 miliardo al Fondo sanitario nazionale 2013 e i nuovi ticket su farmaci e prestazioni, dal 2014, che frutterebbero 2 miliardi di nuove entrate, rinnovare il Patto per la salute. E ancora, allentare il soffocante Patto di stabilità, concertare le misure per la crescita, trovare nuove risorse per gli ammortizzatori sociali, costituire un Fondo unico per il Welfare, discutere di riforme istituzionali e costituzionali, avviare la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. È stato un incontro ricco di argomenti quello che si è svolto, ieri a Palazzo Chigi, tra il Governo - presenti, oltre al premier Enrico Letta, i ministri Graziano Delrio (Affari Regionali), Dario Franceschini (Rapporti con il Parlamento), Gaetano Quagliariello (Riforme Costituzionali), e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Filippo Patroni Griffi - e i presidenti delle Regioni italiane, guidate da Vasco Errani. Un'occasione per far decollare un percorso di «dialogo costante che mi auguro sia duraturo e proficuo»: con queste parole il presidente del Consiglio Enrico Letta ha aperto la riunione. Sulla sanità, uno dei punti più a cuore dei governatori, il presidente Errani ha spiegato: «È indispensabile rilanciare il Patto per la salute, che è scaduto, ma servono le condizioni economiche. Abbiamo detto al Governo che introdurre ticket per due miliardi per noi è insostenibile». «Anche io non voglio che i cittadini si trovino a gennaio con questo ulteriore balzello», avrebbe detto il premier Letta ai presidenti, secondo quanto ha riferito il governatore della Toscana Enrico Rossi. Apertura dall'Esecutivo anche sulla possibilità di conteggiare i fondi europei fuori dal patto di stabilità, «c'è una disponibilità positiva che verificheremo. L'incontro è stato positivo ma interlocutorio", ha evidenziato Errani. «È fondamentale - è intervenuto il governatore delle Marche, Gianmario Spacca, a proposito della sanità - ricostituire per l'anno 2013 almeno il finanziamento dell'anno 2012, eliminando quindi il taglio di un miliardo complessivo in valore assoluto che si registra tra le due annualità». Le Regioni hanno intanto deciso di riunire in un unico Fondo tutte le risorse nazionali attinenti al welfare, risorse che sono state «tagliate in modo straordinario negli anni scorsi». »Prendiamo atto di un'apertura dell'Esecutivo nazionale nei confronti delle Regioni, che chiedono di essere partecipi e protagoniste delle politiche per la ripresa, per le riforme e per ridare centralità all'Italia in Europa. Allo stesso tempo però auspichiamo di poter entrare quanto prima nella fase operativa», ha sottolineato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. Tra le novità emerse , il via alla Conferenza permanente sulla finanza pubblica, che farà ripartire il confronto sul federalismo fiscale, che sta particolarmente a cuore alle Regioni del nord. A questo proposito, le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto hanno consegnato una lettera all'Esecutivo nella quale chiedono che almeno il 75% del gettito tributario prodotto rimanga sul territorio. E Maroni scrive su Twitter: «Roma dà soldi alle Regioni sprecone del Sud. L'unica speranza per le nostre imprese è la macroregione del Nord, per tenere qui le tasse».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

48

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

LA LETTERA Il presidente lombardo Roberto Maroni: «Roma dà i soldi alle regioni sprecone del Sud»


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 26

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Codici tributo per Tares, tariffa e maggiorazione Pronti i codici tributo per il versamento, tramite modello F24, del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, della tariffa e della maggiorazione. A istituirli è la risoluzione 37 di ieri delle Entrate. La quale ricorda che l'art. 14 del dl 201/2011 prevede, al comma 1, che «A decorrere dal 1° gennaio 2013 è istituito in tutti i comuni del territorio nazionale il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, svolto in regime di privativa pubblica ai sensi della vigente normativa ambientale, e dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni». Il successivo comma 29 stabilisce che «I comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico possono, con regolamento, prevedere l'applicazione di una tariffa avente natura corrispettiva, in luogo del tributo». Il comma 35 dispone che il versamento del tributo, della tariffa e della maggiorazione è effettuato «secondo le disposizioni di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241» nonché tramite apposito bollettino di conto corrente postale. Per consentire il versamento, tramite modello F24, di Tares, tariffa e maggiorazione sono dunque istituiti i codici tributo «3944» denominato «Tares - tributo comunale sui rifiuti e sui servizi - art. 14, dl n. 201/2011 e succ. modif.»; «3950» denominato «Tariffa - art. 14, c. 29, dl n. 201/2011 e succ. modif.»; «3955» denominato «Maggiorazione - art. 14, c. 13, dl n. 201/2011 e succ. modif.». Per il versamento delle sanzioni e degli interessi previsti altri sei codici tributo ad hoc.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

49

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Risoluzione entrate


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 29

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Imu, decide il comune Niente acconto se il bonus non è stato revocato Anziani, disabili e residenti all'estero non devono pagare l'acconto Imu entro il prossimo 17 giugno se i comuni non hanno revocato per l'anno in corso il trattamento agevolato riconosciuto nel 2012 per gli immobili da loro destinati a abitazione principale. Lo ha chiarito il dipartimento delle finanze del ministero dell'economia, con la circolare 2/2013. Dunque chi fruisce del trattamento agevolato, anche se a seguito dell'assimilazione degli immobili all'abitazione principale operata dai comuni, non è tenuto a pagare l'acconto Imu. Per il dipartimento, considerata la finalità del legislatore di assicurare un regime di favore per l'abitazione principale e relative pertinenze, sia nel caso che l'assimilazione venga disposta per il 2013 «sia in quello in cui la stessa è stata effettuata nel 2012 e non è stata modificata nel 2013, l'assimilazione in questione determina l'applicazione delle agevolazioni». Compresa la sospensione del pagamento della prima rata Imu. I comuni, infatti, possono estendere o ampliare i benefici per la prima casa. Non scontano l'Imu come seconda casa gli immobili posseduti da anziani o disabili e residenti all'estero se il comune li ha assimilati o li assimila all'abitazione principale. L'articolo 13 del dl 201/2011 prevede che il trattamento agevolato possa essere concesso per le unità immobiliari possedute, a titolo di proprietà o usufrutto, da anziani o disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, nonché per quelle possedute, a titolo di proprietà o usufrutto, in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello stato, a condizione che non risultino locate. Peraltro, nel 2012 la scelta di concedere il beneficio fiscale era opportuna perché l'intero gettito degli immobili utilizzati come «prima casa» era riservato ai comuni. Allo stato non spettava la quota del 50%. E questa regola valeva anche per gli immobili assimilati.L'articolo 1 del dl 54/2013 ha sospeso il pagamento dell'acconto Imu per gli immobili adibiti a abitazione principale e relative pertinenze. Sono però esclusi dal beneficio i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. La sospensione si estende anche alle unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite a prima casa dei soci assegnatari, nonché a quelli assegnati da Iacp, Ater o da altri enti di edilizia residenziale pubblica. Sono esonerati dal pagamento dell'acconto anche i titolari di fabbricati rurali e terreni agricoli. La sospensione sembra finalizzata a un successivo riconoscimento dell'esenzione. Per abitazione principale s'intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Sono da considerare pertinenze dell'abitazione principale esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un'unità pertinenziale per ciascuna delle suddette categorie catastali, anche se iscritte in catasto unitamente all'immobile adibito ad abitazione. Attualmente la legge prevede per questi fabbricati l'applicazione di una aliquota ridotta del 4 per mille, che i comuni possono aumentare o diminuire di 2 punti percentuali, e una detrazione di 200 euro, che può essere maggiorata di 50 euro per ogni figlio che risieda anagraficamente e dimori abitualmente nell'immobile, fino a un massimo di 400 euro, al netto della detrazione ordinaria. Il contribuente, però, può fruire delle agevolazioni «prima casa» per un solo immobile, anche se utilizzi di fatto più unità immobiliari distintamente iscritte in catasto. I singoli fabbricati vanno assoggettati separatamente a imposizione, ciascuno per la propria rendita. È il contribuente a scegliere quale destinare a abitazione principale (circolare 3/2012).© Riproduzione riservata

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

50

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Spiragli per anziani e disabili ricoverati e per i residenti all'estero


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 29

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Con Consip risparmi per 6 mld Nel 2012 la p.a. ha risparmiato 6,15 miliardi grazie alle convenzioni Consip, la società del ministero dell'Economia che si occupa di acquisti pubblici e di innovazione tecnologica.Lo rileva il rapporto annuale dell'azienda presentato ieri dall'ad Domenico Casalino. In particolare, in termini di prezzi, l'opportunità di risparmio complessiva è di 4,6 miliardi grazie agli strumenti di e-procurement messi a disposizione da Consip che hanno «consentito di presidiare una spesa complessiva della pubblica amministrazione di 30,1 miliardi di euro». Casalino ha auspicato che il legislatore intervenga per creare la figura del «responsabile approvvigionamenti» in modo da aggregare gli approvvigionamenti stessi.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

51

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Alla p.a.


28/05/2013

MF - Ed. nazionale

Pag. 3

(diffusione:104189, tiratura:173386)

Onofrio Giuffrè Nel secondo semestre del 2012 in Italia si è registrata una diminuzione del 4% dei derivati fuori mercato, da 9.830 a 9.423 miliardi di dollari. Lo ha rilevato la Banca d'Italia. Il valore nozionale dei derivati finanziari Otc delle prime 6 banche italiane (Mediobanca, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Ubi Banca), che rappresentano il 90% delle operazioni condotte da gruppi nazionali, è pari all'1,4% del totale globale. In Italia il valore lordo di mercato positivo è superiore a quello negativo (260,5 e 254,5 miliardi di dollari, rispettivamente). Il valore nozionale dei contratti su tassi di interesse è sceso da 8.660 a 8.264 miliardi. Per quanto riguarda i credit default swap, il valore nozionale dei cds comprati è diminuito del 12% circa e quello dei cds venduti del 15%, collocandosi rispettivamente a 314,6 e 313,5 miliardi.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

52

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Derivati otc in calo del 4% in Italia


28/05/2013

MF - Ed. nazionale

Pag. 6

(diffusione:104189, tiratura:173386)

Pontina, bloccati 1,5 mld Luisa Leone Isoldi pubblici ci sono, il progetto definitivo è stato approvato eppure la Pontina, la strada del mare per i romani, è ancora bloccata. E si tratta di una cattiva notizia non solo per i cittadini della Capitale, ma per l'intero settore delle costruzioni, visto che si parla di un investimento complessivo di oltre 2,5 miliardi, la cui prima fase, quella pronta a partire, vale 1,5 miliardi. A bloccare la pubblicazione dei bandi per la RomaLatina è stata qualche giorno fa la Corte dei Conti. La magistratura contabile ha rigettato la delibera con la quale il Cipe aveva dato l'ok definitivo alla tratta A12-Tor dei Cenci, e lo avrebbe fatto non per assenza di copertura economica o conti sballati, ma per la mancanza di una delibera quadro in merito ai requisiti patrimoniali dei concessionari. Si tratta di una norma che il Cipe avrebbe dovuto adottare per superare il fatto ognuno dei circa 25 concessionari autostradali che operano oggi in Italia risponde a requisiti sulla solidità patrimoniale fissati dalle rispettive concessioni, mentre adesso il ministero dell'Economia vorrebbe uniformarli. Peccato che molte concessioni siano state approvate per legge negli anni passati e quindi stilare una simile norma non sia risultato affatto semplice. Ma in tempi difficili come questi, pur di far partire l'infrastruttura, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, si sarebbe tentato di aggirare la lacuna inserendo nel bando per la realizzazione della Pontina una voce che avvertisse i partecipanti della necessità di adeguarsi alla delibera sui requisiti patrimoniali, una volta che questa fosse stata definita. Una accortezza che però non sarebbe stata considerata sufficiente dalla Corte dei Conti. Come non sarebbero bastate le rassicurazioni in merito al fatto che la concessione per la nuova arteria autostradale si sarebbe adeguata al meccanismo del price cap per gli aggiornamenti tariffari, invece di adottare la formula base, prevista in origine. Ma anche in questo caso i magistrati contabili sarebbero stati inflessibili. Il risultato è che nonostante siano già disponibili i circa 450 milioni pubblici necessari a far partire l'opera (la parte rimanente sarà a carico dei privati), il bando che avrebbe messo in moto la macchina degli investimenti è rimasto nel cassetto. Ma forse non tutto è perduto. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, qualche giorno fa ha infatti annunciato che la Pontina sarà all'ordine del giorno della prossima riunione del Cipe. (riproduzione riservata) Foto: Maurizio Lupi

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

53

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

I SOLDI CI SONO MA UNA DELIBERA CONGELA LA STRADA


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 37

(diffusione:619980, tiratura:779916)

Sedie, carte, scrivanie: ecco i tagli di Stato La Consip ha risparmiato 6,15 miliardi comprando a sconto L'effetto positivo delle gare Valentina Santarpia ROMA - Una sedia che costa 86 euro anziché 124 (il 30% in meno), una scrivania a 112 euro invece di 176 (36%), una risma di fogli A4 a 2,415 centesimi e non a 2,470 (-2,23%): sono anche questi i tagli attraverso cui la Consip, la società che si occupa degli acquisti per la Pubblica amministrazione, ha messo a segno un risparmio complessivo di 6,15 miliardi nel 2012, su 30 miliardi effettivi di spesa realizzata. «Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi prefissati», commenta soddisfatto l'amministratore delegato, Domenico Casalino, presentando i dati del rapporto annuale della Concessionaria Servizi Informativi Pubblici, società che fa capo al ministero dell'Economia. E a cui tutte le Pubbliche amministrazioni, per effetto della spending review, dovrebbero rivolgersi per i propri acquisti: il condizionale è d'obbligo perché in realtà non tutti gli enti obbligati usano le convenzioni o gli altri strumenti messi a disposizione dalla Consip, con il rischio di incorrere nei richiami della Corte dei conti, e il 60% degli acquisti è da attribuire ad enti che non hanno prescrizioni. Come gli enti locali: che teoricamente dovrebbero agire attraverso le centrali di acquisto regionali e, solo se queste non hanno ancora attivato una convenzione, passare alla Centrale pubblica di acquisti. Oppure, in alternativa, indire gare d'appalto al ribasso, mettendo come prezzo base di riferimento quello Consip. Perché una cosa è certa: il prezzo ottenuto dalla Centrale, come testimoniato anche dall'analisi Istat-Ministero dell'Economia dell'anno scorso, è sempre più basso di quello di mercato. E infatti di quei 6 miliardi e passa, vantati alla fine del 2012 (+20% dal 2011), buona parte (4,55 miliardi) sono stati ottenuti proprio su tagli ai «prezzi unitari» di 66 categorie merceologiche, che vanno dalle stampanti alla carta passando per le bollette della luce e del telefono. I risparmi maggiori per gli uffici pubblici anzi si sono avuti proprio sui servizi, che rappresentano in realtà la fetta più grossa della spesa della pubblica amministrazione: in particolare, quelli di telefonia fissa e di gestione degli edifici. Importanti anche i tagli ottenuti per l'illuminazione pubblica e per l'energia elettrica, dove è bastato rivolgersi a fornitori concorrenti per ottenere lo stesso servizio a prezzi più bassi. Un'altra voce consistente, che ha permesso la riduzione, riguarda la gestione della sicurezza dei luoghi di lavoro e quella degli apparecchi elettromedicali: ad esempio nelle Asl e negli ospedali l'oculatezza nell'affidare la manutenzione degli apparecchi delle Tac alle stesse aziende che li vendono è servita a risparmiare migliaia di euro. Gli altri 1,59 miliardi sono ricavati in parte grazie alle «azioni verdi», che hanno portato a scegliere le soluzioni più sostenibili per ridurre gli sprechi. In parte vengono dalla cosiddetta «dematerializzazione documentale», ovvero il trasferimento di tanti dati, che richiedevano carta e ore di lavoro, sui computer e sulle reti cloud. L'ultima fetta riguarda «i risparmi di processo», un'espressione che definisce tutto il tempo guadagnato dalle amministrazioni facendo gare sul Mercato elettronico anziché dilungarsi in procedure lunghe, costose e a rischio. Ma i margini di risparmio sono ancora tanti: un esempio su tutti è la prima gara in Italia sul Sistema dinamico d'acquisto, effettuata dalla Regione Lazio, per la fornitura di medicinali ad Asl e ospedali nel 2012. Poiché i prodotti farmaceutici - spiega la relazione Consip - hanno diversi principi attivi e tanti fornitori sul mercato, si prestano alla negoziazione on line: su un bando con base d'asta di circa 57,3 milioni si è arrivati ad uno sconto del 5%, cioè quasi tre milioni di euro. RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Foto: miliardi il totale della spesa per la Pubblica amministrazione 20 Foto: per cento l'incremento dei tagli fatti da Consip nel 2012 rispetto al 2011

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

54

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Gli acquisti pubblici Economie per 1,5 miliardi con le «azioni verdi» per ridurre gli sprechi energetici


28/05/2013

Corriere della Sera - Ed. nazionale

Pag. 18

(diffusione:619980, tiratura:779916)

Tavolo con le Regioni. Errani: insostenibile il rincaro dal prossimo anno I costi L'Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali: ormai molte analisi sono più convenienti nel privato Risparmi per evitare la revisione delle tariffe in vigore dal gennaio 2014 Margherita De Bac ROMA - Quei due miliardi di ticket in più sarebbero un peso insostenibile. Probabilmente potenzierebbero il fenomeno della fuga dei cittadini italiani da un sistema pubblico non più competitivo alle cliniche private che offrono tariffe concorrenziali. Doppio pericolo che il governo di Enrico Letta sta cercando di schivare evitando l'entrata in vigore il 1 gennaio 2014 della nuova stangata sanitaria, prevista dalla manovra estiva del 2011, quando al Tesoro c'era Giulio Tremonti. Volontà condivisa oltre che dal premier, dai ministri dell'Economia Fabrizio Saccomanni e della Salute Beatrice Lorenzin. «Anche io voglio che i cittadini non si trovino a gennaio con questo balzello», ha detto Letta ai governatori incontrati ieri mattina a palazzo Chigi, secondo quanto ha raccontato su Facebook il presidente della Toscana, Enrico Rossi. In questi giorni ci sono stati diversi incontri e la strada sembra tracciata. Si ipotizza di poter fare a meno della nuova ondata di «rincari» compensando i due miliardi con i risparmi di spesa già realizzati nel corso del 2012, come indica il Documento di programmazione di economia e finanza del 2013. «Niente annunci eclatanti - si ritrae la Lorenzin -. Prima vogliamo trovare soluzioni concrete. Fin dai primi giorni di lavoro abbiamo affrontare il nodo della spesa sanitaria nel suo complesso. Fondamentale è il Patto per la salute, con le Regioni. È chiaro che nel prossimo bilancio non potrà non essere rideterminato il livello del finanziamento del servizio sanitario». Il ministro la scorsa settimana ha spinto in questa direzione chiedendo apertamente l'impegno di Saccomanni. «Abbiamo avuto aperture importanti dal premier. Ha detto che è impegnato a eliminare lo scatto del 2014», riferisce Rossi, sempre su Facebook. È un problema prevalentemente contabile che il Tesoro dovrà risolvere. Tanto più che a rendere urgente la ricerca di una soluzione c'è anche una sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo lo strumento con cui il rincaro dei ticket è stato introdotto. Già Renato Balduzzi, ministro del governo Monti, aveva aperto un confronto per riformare i ticket e trovare un nuovo sistema per la rimborsabilità, basato sulle franchigie. Non c'è stato tempo per completare il dossier. Nel 2012 gli italiani hanno pagato per essere curati in ospedali e ambulatori pubblici circa 4,5 miliardi, inclusi i farmaci. La nuova «Imu sanitaria», come è stata ribattezzata, significherebbe per i pazienti tirare fuori una media di 300-400 euro a famiglia secondo la stima di Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il presidente dell'agenzia Giovanni Bissoni sottolinea un dato. Nel 2012, anno in cui si è sentito l'effetto dei superticket introdotti da una precedente manovra, si è avuto un calo di prestazioni sanitari nel pubblico di circa l'8%. «Alcuni avranno rinunciato a curarsi, altri si sono probabilmente rivolti alle cliniche private dove esami diagnostici hanno un costo sovrapponibile a quello del ticket col vantaggio dell'assenza di liste di attesa. La fuga è stata più evidente nel settore dei laboratori. Ormai tante analisi sono più convenienti e rapide nel privato». Sarebbe necessario poi rivedere il sistema delle esenzioni (che riguardano circa la metà degli italiani, la maggior parte concentrati al Sud). Si è visto però che alla revisione non si potrà procedere fino alla riforma dell'Isee, lo strumento che consente di valutare la disponibilità economica delle famiglie. mdebac@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

55

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Ticket, alt all'aumento da 350 euro Ma ora il governo cerca 2 miliardi


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 1

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Svizzera, l'appeal del Fisco leggero Giuseppe Oddo Una volta dall'Italia arrivavano solo capitali. Ora in Svizzera traslocano anche le piccole e medie aziende. Per sfuggire a un fisco sempre più opprimente e a un sistema-Paese sempre meno competitivo trasferiscono la sede in Canton Ticino. Il movimento migratorio ha subito un'accelerazione con le politiche fiscali restrittive del governo Monti. Tra Chiasso e Lugano è un brulicare di attività commerciali e manifatturiere - tessili, meccaniche, farmaceutiche, chimiche, elettroniche, energetiche - di origine italiana . Il Comune di Stabio, 4.370 anime, è stato rinominato la fashion valley. Vi si sono insediati i marchi della moda: Armani, Gucci, Zegna; le statunitensi Timberland, North Face. Inutile affannarsi a cercare dati ufficiali. Il paese elvetico non tradisce mai il suo proverbiale senso della riservatezza. Al dipartimento economico cantonale di Bellinzona riferiscono che, dal 1997 al 2012, grazie al programma «Copernico» si sono insediate in Ticino 241 aziende, di cui 113 di nazionalità italiana. Ma «Copernico», con i suoi finanziamenti agevolati, è solo una delle vie d'ingresso. Altre aziende preferiscono attraversare il confine con passo più felpato, affidandosi a uno studio legale o a società di consulenza come la Swiss valor advisory, una fiduciaria di Chiasso da poco associata alla Compagnia delle Opere, costituita da un italiano, Gianluca Marano, che ha portato qui una trentina di imprese tra cui il gruppo Habitare, 350 milioni di vendite nell'arredamento. Dice Marano: «I fattori d'attrazione sono molteplici. Accanto a un fiscalità più equa, c'è uno Stato che funziona: burocrazia snella, pace sociale, stabilità politica, microcriminalità zero, niente lavoro nero, disoccupazione al 4%, libertà di licenziare, due anni di indennità per chi è a spasso, personale qualificato che parla più lingue, infrastrutture eccellenti, un sistema finanziario e un sistema scolastico di primo livello, banche commerciali in grado di accompagnare il cliente nel mondo. La Svizzera è un trampolino per l'Europa e il Medio Oriente. Abbiamo appena fatto uno studio di mercato per una società meccanica monzese da 100 dipendenti che vorrebbe insediarsi in questa zona per poi vendere negli Emirati Arabi». Le prima ondata migratoria di aziende italiane in Svizzera coincide con le grandi rivendicazioni sindacali del decennio 1970, con l'avanzata elettorale del Pci, il terrorismo, i sequestri di persona. A lasciare l'Italia e il clima sociale rovente di quegli anni sono industriali già affermati come Zegna, Perfetti, Recordati, Zambon. Oggi il Ticino è il rifugio dei piccoli imprenditori. Spiega Luca Venturi, consulente in comunicazione: «Talvolta arrivano padroncini con moglie, figli e operai al seguito. L'imprenditore italiano tipo che oggi viene in Ticino si considera vittima dell'euro, non crede nell'Unione europea ed ha paura dell'instabilità politica e sociale del suo paese». Nel Cantone è il benvenuto, purché non faccia concorrenza alle imprese locali; e se assume cittadini elvetici o si insedia in zone depresse gli si spalancano le porte dell'amministrazione. Talune aziende sono riuscite a negoziare con il Comune svizzero di residenza esenzioni fiscali anche decennali. Essere centro d'attrazione d'imprese porta utili anche nelle casse delle comunità locali. Paradiso, che con i suoi 4.500 residenti è tutt'uno con Lugano, è tra i Comuni ticinesi più ricchi perché annovera tra i propri contribuenti la Fiat Group International, holding estera della casa torinese, e la Mabetex di Behgjet Pacolli, l'imprenditore leader per l'Alleanza del Nuovo Kosovo. Di tanto in tanto è ospite a Paradiso anche il leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, che ha casa (ma non residenza fiscale) a pochi passi dall'Hotel de la paix, della famiglia Recordati. Fiscalità ai minimi e basso costo del lavoro. Potrebbe sembrare un paradosso per uno dei paesi con il maggior Pil pro-capite al mondo, ma non lo è per niente. I 60mila frontalieri - gli italiani che varcano ogni giorno il confine per andare a lavorare in Svizzera - rappresentano, per le imprese dello Stivale che hanno eletto domicilio nel Cantone, una specie di "esercito salariale di riserva". Ce lo spiega un imprenditore comasco che ha spostato l'attività di vendita a Lugano: «Abbiamo costituito in Svizzera una società ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

56

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

L'ATTRAZIONE ESTERA


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 1

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

57

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

indipendente da quella italiana, che acquista l'intera produzione del nostro stabilimento di Como e la rivende qui a marchi come Gucci ed Etro, che poi la esportano in tutto il mondo. I frontalieri che impiego mi permettono di risparmiare il 30% delle imposte che dovrei versare in Italia. Mi costano meno, anche se ora l'ufficio del lavoro impone un livello minimo di stipendio per evitare la concorrenza tra dipendenti italiani ed elvetici. D'altra parte, pagando le tasse in Svizzera, il frontaliere si ritrova un netto in busta paga più sostanzioso di quello che avrebbe in Italia a parità di stipendio. L'unica complicazione sono le spedizioni dall'Italia. La Svizzera non è nella Ue. La merce, per attraversare il confine, deve essere accompagnata sempre da fattura». Gli chiediamo quanto diffusi siano nella zona di Como i processi di delocalizzazione. Sfodera un sorriso sornione: «Chi si sposta non lo dichiara certo ai quattro venti. Sarebbe un guaio se la Guardia di Finanza stabilisse che l'attività in Svizzera e quella in Italia sono tra loro correlate». L'azienda che apre una unità in Svizzera, ma mantiene il suo centro decisionale in Italia resta infatti sottoposta, per l'Agenzia delle entrate, alla sovranità fiscale italiana. L'intera questione si ricollega all'inziativa dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti di includere la Svizzera nella "lista nera" dei rifugi fiscali. Una decisione che ha già fatto vittime illustri come la Elti. Sede ha Sovere, in provincia di Bergamo, la Elti, che opera nella siderurgia, ottenne dalla Svizzera nel 2007 un finanziamento pubblico senza interessi e un'esenzione fiscale decennale per realizzare un impianto a Giornìco (Bellinzona). Ma la nuova struttura industriale non è mai entrata in funzione per i vincoli della black list. Per non sottostare al regime impositivo italiano la Elti Suisse sembra abbia preferito rinunciare ai dieci anni di esenzione fiscale ottenuti in Svizzera e riconvertire il progetto. Un monito, ma anche il rischio che un numero crescente di aziende decida di chiudere la sede in Italia per passare definitivamente, armi e bagagli, al di qua del confine. G iuseppe Oddo © RIPRODUZIONE RISERVATA LE CIFRE CHE SPIEGANO UN FENOMENO Il Canton Ticino è da sempre il rifugio dei capitali in uscita dall'Italia. Ora, insieme ai capitali, a lasciare il nostro paese sono anche le piccole e medie aziende manifatturiere. In Svizzera trovano condizioni fiscali molto più vantaggiose e servizi di prim'ordine: da quelli di logistica a quelli bancari e finanziari. Le aziende in Ticino possono ridurre del 30% il costo del lavoro assumendo i "frontalieri", i residenti in Italia che varcano il confine ogni giorno per andare a lavorare in Svizzera. A loro volta, versando le imposte in Svizzera, i "frontalieri" percepiscono uno stipendio più alto di quello che prenderebbero in Italia. Parecchie piccole imprese italiane hanno deciso di spostare la sede in Svizzera per le complicazioni derivanti dalla scelta di includere il paese elvetico nella lista nera dei rifugi fiscali. Le politiche fiscali punitive del governo Monti e l'eccesso di burocrazia dell'amministrazione italiana hanno accentuato il flusso migratorio. La Svizzera attrae in misura crescente. L'italiano tipo che oggi prende la residenza in uno dei tanti Comuni del Canton Ticino fugge anzitutto dal rischio euro, teme il tracollo del nostro sistema bancario e sostanzialmente non crede nei vantaggi dell'Unione europea. Foto: La dogana tra Como e Chiasso


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 5

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Conferenza permanente al via con 2 anni di ritardo Eu. B. ROMA La direzione dei lavori del cantiere federalista che il premier Enrico Letta è intenzionato a riaprire verrà affidata alla Conferenza permanente per la finanza pubblica. Si tratta del l'organismo rappresentativo sia del livello centrale di governo che di quelli periferici (Regioni, Province, Comuni), previsto dalla legge delega sul federalismo n. 42 del 2009 per tenere sotto controllo la pressione fiscale complessiva e il processo di convergenza ai costi standard. Sebbene sia stata attuata con il decreto legislativo 68 del 2011 quest'articolazione non ha però mai visto la luce. E starebbe per vederla ora con due anni di ritardo. L'annuncio della convocazione a breve della Conferenza permanente l'ha dato lo stesso Letta e durante l'incontro/saluto di ieri a Palazzo Chigi con tutti i governatori italiani (o i loro delegati) a cui hanno partecipato anche il ministro Graziano Delrio e il sottosegretario Filippo Patroni Griffi. La conferma ulteriore è giunta dal comunicato finale della presidenza che l'ha citata come una delle tre «disponibilità immediate» fornite dall'Esecutivo insieme alla nascita della commissione mista sui ticket sanitari e al coinvolgimento delle Regioni nel processo di riforma costituzionale. Se avviata la Conferenza diventerebbe la sede più appropriata per fare l'auspicato "tagliando" al federalismo. Sanità a parte, sono trasporto locale e Welfare i temi più "caldi" di confronto. In entrambi i casi il principale punto interrogativo riguarda le risorse. Che, secondo i governatori, sarebbero insufficienti per il Tpl e pressoché azzerate per il sociale. E a proposito di Welfare, vanno segnalati anche, da un lato, la volontà delle regioni di convogliare tutti i fondi in un unico contenitore nazionale e, dall'altro, l'imminente nascita del nuovo Isee. Che dovrebbe avere l'ok nella prossima Stato-Regioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

58

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Federalismo. Monitorerà finanza e spesa locale


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 5

(diffusione:334076, tiratura:405061)

I sindacati chiedono meno tasse sul lavoro LE RICHIESTE Camusso: incentivi fiscali alle aziende che assumono Bonanni: terapia shock per rilanciare i consumi Angeletti: rischio deserto Giorgio Pogliotti ROMA Ridurre le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e imprese che assumono, destinando a tale scopo le risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale. La richiesta contenuta nel documento unitario dello scorso 30 aprile è stata ribadita ieri dai leader di Cgil, Cisl e Uil in una colazione di lavoro durata un paio di ore con il premier, Enrico Letta. Si è trattato di un incontro informale e puramente interlocutorio, servito per tracciare il quadro delle principali criticità, dalla disoccupazione giovanile alle risorse per gli ammortizzatori in deroga, alla vicenda Ilva per la quale si vuole assicurare la continuità produttiva. In vista della modifica della legge 92 del 2012 - in particolare la disciplina sui contratti a termine e sull'apprendistato - annunciata dal Governo che intende adottare un provvedimento tra giugno e luglio, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno chiesto che qualsiasi correttivo sia lasciato all'accordo preventivo tra le parti sociali, per evitare che la decisione diventi un'esclusiva del Parlamento. Il premier - riferiscono i partecipanti all'incontro - ha spiegato che rifletterà sulle richieste, intende proseguire i confronti, ma le risposte sulle risorse dipendono dall'Europa; l'obiettivo è riuscire a ottenere tra un mese dal Consiglio europeo l'avvio anticipato del piano contro la disoccupazione giovanile. A sostegno delle proposte sul lavoro Cgil, Cisl e Uil hanno indetto una manifestazione unitaria il 22 giugno. Per Susanna Camusso va utilizzata la leva fiscale a sostegno dell'occupazione, con incentivi alle imprese che stabilizzano i rapporti di lavoro. «Serve un provvedimento shock per dare una scossa all'economia - aggiunge Bonanni -. Non basta l'Imu, bisogna ridurre il carico fiscale a lavoratori, pensionati e imprese che assumono per stimolare la crescita e rilanciare i consumi». Sul fisco insiste anche Luigi Angeletti: «La prima cosa da fare è ridurre le tasse sul lavoro, perché farlo significa creare nuova occupazione. Stiamo diventando un deserto, basti pensare che nel 2009 avevamo 2 milioni di disoccupati ed oggi siamo arrivati a quota 3 milioni». La richiesta di un incontro con il presidente del Consiglio arriva anche dagli Stati generali delle costruzioni: «Il settore - si legge in una lettera - sta vivendo una crisi senza precedenti che sta mettendo in serio pericolo la tenuta del tessuto produttivo». Per gli Stati generali nei primi 100 giorni di attività il governo dovrebbe intervenire con misure sui pagamenti dei debiti della Pa alle imprese anche nel 2014, con il rifinanziamento della Cig in deroga, la modifica del patto di stabilità per garantire agli enti locali la possibilità di predisporre piani infrastrutturali cominciando dalle piccole e medie opere di manutenzione del territorio e l'edilizia scolastica, con il piano di riqualificazione delle città. Il 31 maggio Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil hanno indetto una giornata di mobilitazione per denunciare che l'assenza di provvedimenti anticrisi «ha prodotto oltre 300mila occupati in meno, l'aumento dell'illegalità e dell'irregolarità del lavoro, l'indebolimento complessivo di un sistema di imprese già fortemente destrutturato». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

59

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

A Palazzo Chigi. I leader di Cgil, Cisl e Uil dal premier


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 7

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Fuori dai vincoli 39 miliardi di infrastrutture Giorgio Santilli ROMA Il Governo va avanti sulla golden rule e sulla proposta da presentare a Bruxelles di "sterilizzare" dal deficit tutte o almeno una quota delle opere infrastrutturali finanziate dallo Stato italiano ma inserite nei corridoi europei strategici (prima Trans European Network, ora Core Network). L'idea partorita dai tecnici del ministero delle Infrastrutture nel finale del governo Monti e inserita nell'allegato del Def sulla legge obiettivo (si veda Il Sole 24 Ore del 1° maggio) è piaciuta al nuovo ministro Maurizio Lupi e al presidente del consiglio, Enrico Letta, che hanno intenzione di presentarla all'Ue nella partita sui margini di flessibilità che si aprirà da domani, dopo la chiusura della procedura di infrazione. Lupi ha parlato nell'audizione alla Camera della settimana scorsa di 70 miliardi di nuovi investimenti da realizzare nei prossimi anni e ha poi precisato in queste ore che questi lavori potrebbero essere scomputati dal deficit. La linea sulla cifra da presentare a Bruxelles non sembra, però, definita, anche perché nel "Def infrastrutture" ci sono altre due cifre che l'Italia potrebbe giocare nella partita con Bruxelles. La prima cifra riguarda i 39,5 miliardi che lo Stato italiano ha già speso per finanziare le opere inserite nei grandi corridoi infrastrutturali europei in Italia. In queste spese già "contabilizzate" pesano soprattutto le opere ferroviarie: 14.498 milioni sul corridoio Helsinki-La Valletta, dal Brennero fino a Bologna e poi l'Alta velocità fino a Napoli e la ferrovia Messina-Palermo. Importo analogo (13,2 miliardi) per le ferrovie della Torino-LioneVenezia con la Torino-Lione, la Torino-Milano e la Milano-Brescia. Per il corridoio Genova-Rotterdam pesa per 1.570 milioni il Terzo valico Genova-Milano. Tra le opere stradali il peso maggiore arriva dalla SalernoReggio Calabria con 7.360 milioni. Come si vede, il conteggio è effettuato con un criterio molto largo. Se non c'è dubbio che queste opere siano inserite nei corridoi europei, è altrettanto vero che molte sono state concepite addirittura prima dei corridoi europei stessi (basti pensare all'Alta velocità fra Milano e Napoli e all'autostrada Salerno-Reggio Calabria) e non sarebbe facile convincere Bruxelles che sia corretto stralciare proprio queste opere passate dai deficit futuri. Anche dalle parole del ministro Lupi questa categoria di opere già "contabilizzate" sembra ormai superata e fuori del discorso che l'Italia farà a Bruxelles. Più interessante l'altro numero del Def, i 23,7 miliardi certificati come cifra da spendere entro il 2020. È evidentemente una parte di quei 70 miliardi di cui parla Lupi prendendo un orizzonte più ampio (almeno dieci anni). In tutto si tratta di un'ottantina di opere sui tre corridoi europei Helsinki-Brennero-Palermo-La Valletta, Lione-Torino-Venezia-Kiev e Genova-Rotterdam. Anche su queste spese programmate a pesare sono prevalentemente le ferrovie: 6.509 milioni sull'asse nord-sud con una tranche importante per l'ammodernamento e la velocizzazione della Battipaglia-Reggio Calabria; 9.480 milioni sull'asse est-ovest con 3.060 milioni sulla Torino-Lione e 4.640 milioni sulla Brescia-Verona-Padova; 3.550 milioni sul Terzo Valico tra Milano e Genova. Si tratta - precisa il documento del governo - delle sole «quote pubbliche» della spesa. Il conto per la golden rule da portare a Bruxelles potrebbe crescere, quindi, per le sole spese programmate al 2020, fino a 88,6 miliardi qualora si inserissero anche le «quote private». © RIPRODUZIONE RISERVATA LA «GOLDEN RULE» Sul Sole-24Ore del primo maggio le cifre inedite (39 miliardi) delle spese per infrastrutture europee da escludere dal disavanzo

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

60

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

La proposta italiana. Il ministro Lupi spera di arrivare a 70 miliardi: nel gruppo Torino-Lione, Brescia-Padova, Terzo valico e Battipaglia-Reggio Calabria


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 21

(diffusione:334076, tiratura:405061)

La crisi entra in Gerico 2013 Correttivi compresi nel software diffuso ieri dall'agenzia dopo la sperimentazione L'ESCLUSIONE Le Entrate precisano che le imprese vittime del terremoto non sono tenute a presentare i modelli Marco Bellinazzo MILANO UfficializzatoGerico 2013. Ieri, nel tardo pomeriggio, il software definitivo per gli studi di settore è stato pubblicato sul sito internet dell'Agenzia. Come anticipato dal Sole 24 Ore lo scorso 21 maggio, dunque, la versione "beta" licenziata a metà mese è stata confermata dopo una breve fase di sperimentazione. Sempre sulle pagine web delle Entrate è iniziato l'inserimento dei 205 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti che sono parte integrante del modello Unico 2013. Il provvedimento firmato ieri dal direttore Attilio Befera approva, infatti, i modelli che devono essere compilati dai contribuenti interessati dagli studi di settore e le modifiche ai modelli Ine (indicatori di normalità economica). In particolare, hanno ricevuto il via libera 51 studi per il settore delle manifatture, 60 studi per il settore dei servizi, 24 studi per i professionisti e 70 per il settore del commercio. Tutti i modelli, precisa l'Agenzia nel comunicato che accompagna il provvedimento, che «tengono conto degli interventi agli studi di settore applicabili al periodo d'imposta 2012, previsti dai decreti ministeriali del 21 marzo 2013, del 28 marzo 2013 e del 23 maggio 2013». Inoltre, Gerico 2013 include per tutti gli studi di settore i correttivi anti-crisi (è stato predisposto il quadro T) che dovrebbero assorbire gli effetti negativi della recessione come già avvenuto per quelli del 2012 ai quali fatto ricorso circa 2,9 milioni di contribuenti su 3,7 milioni (congrui per oltre l'80%). Per quanto riguarda gli eventi sismici del 2012, poi, le Entrate ribadiscono che «chi è residente o ha la sede operativa in uno dei comuni individuati nel decreto ministeriale del 1° giugno 2012 e rientra in una delle cause di esclusione dell'applicazione degli studi di settore relative a cessazione attività, liquidazione volontaria o periodo di non normale svolgimento dell'attività, non è obbligato alla presentazione dei modelli degli studi di settore e di quelli Ine». Infine, nel quadro A dei modelli relativi agli studi di settore per i professionisti, è stato aggiunto un ulteriore rigo per raccogliere le informazioni relative agli apprendisti che lavorano all'interno delle strutture professionali. Con l'adempimento di ieri, si completa il quadro tecnico-normativo per procedere alle dichiarazioni e ai versamenti (il primo appuntamento è il prossimo 17 giugno, in quanto il 16 è una domenica) per cui dovrebbero cadere eventuali le ipotesi di proroga che pure erano state sollecitate dagli operatori e dai professionsiti la scorsa settimana. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le indicazioni del Fisco e dei giudici IN SINTESI 01|LA VERSIONE BETA Il software definitivo per gli studi di settore è stato pubblicato sul sito internet dell'Agenzia. La versione "beta" licenziata a metà mese è stata confermata 02|I DATI RILEVANTI Sul sito delle Entrate è iniziato l'inserimento dei 205 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti che sono parte integrante di Unico 2013. 03|CORRETTIVI ANTI CRISI

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

61

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Studi di settore. Approvati dal direttore Befera i 205 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti che fanno parte di Unico


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 21

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

62

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Gerico 2013 include per tutti gli studi di settore i correttivi anti-crisi (nel quadro T) che dovrebbero assorbire gli effetti negativi della recessione IL «LIEVE SCOSTAMENTO» SECONDO I GIUDICI 01|CTP VERBANIA, N. 44 DEL 2 LUGLIO 2010 Non costituisce grave incongruenza lo scostamento del maggior imponibile, rispetto ai ricavi dichiarati, se inferiore al 1% 02|CTP COMO, N. 57 DEL 2 APRILE 2012 Risulta oggettivamente trascurabile uno scostamento minimale (pari nella specie al 1,7%) tra il ricavo minimo ed il ricavo dichiarato 03|CTP BARI, N.71 DEL 7 APRILE 2010 Un esiguo scostamento tra i ricavi dichiarati e quelli risultanti da Gerico (pari al 5,7%) non legittima l'emissione di un avviso di accertamento basato sugli Studi di settore 04|CASS. N. 3923 DEL 17 FEBBRAIO 2011 Nel caso di specie, il contribuente eccepiva che lo scostamento tra ricavi dichiarati e quelli presunti era soltanto del 7% 05|CTP TERAMO, N.175 DEL 2 OTTOBRE 2009 Uno scostamento pari al 10% non è sufficiente ad integrare le "gravi incongruenze" previste dalla legge 06|CTP LECCE N.47 DEL 1 FEBBRAIO 2011 L'accertamento in base agli studi di settore è nullo se la divergenza tra i ricavi accertabili e quelli dichiarati risulta soltanto del 17% 07|CTP MILANO N.60 DEL 18 APRILE 2005 Le "gravi incongruenze" sussistono quando il valore dei ricavi non dichiarati sia pari o superiore al 25 - 30% dei ricavi dichiarati o di quelli desumibili presuntivamente


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 8

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Giovannini: usare subito i fondi Ue Per l'Italia 500 milioni tra il 2014 e il 2020 - Il ministro: meglio non spalmarli sui sette anni EFFETTO LEVA «Abbiamo restrizioni di bilancio forti. Dobbiamo immaginare come utilizzare le risorse». Confermato il possibile uso della Bei Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente Il governo Letta prosegue nel suo tentativo di dare alla lotta alla disoccupazione giovanile in Italia una strategia europea. Ieri, in visita qui a Bruxelles, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini ha spiegato che un uso efficace degli aiuti comunitari - sono attesi circa 500 milioni di euro nel periodo 2014-2020 - presuppongono cruciali aspetti organizzativi. Il ministro ha poi ribadito che la fine della procedura di deficit eccessivo dovrebbe liberare risorse per creare occupazione. I 27 si sono messi d'accordo per investire sei miliardi di euro nella lotta alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile che in alcuni paesi supera il 50% della popolazione attiva (in Italia alla fine del 2012 era al 35,3 per cento). Di questa somma totale, l'Italia dovrebbe ricevere tra i 400 e i 600 milioni di euro, spalmati su sette anni. Il desiderio dell'Italia è di far sì che il denaro possa essere «operativo fin dal 1° gennaio 2014». Ha spiegato Giovannini: «L'Italia ha restrizioni di bilancio forti. Dobbiamo quindi immaginare come a livello europeo usare i soldi con un effetto leva». A questo proposito il ministro ha confermato il possibile uso della Banca europea per gli investimenti (Bei). Giovannini non crede che si debba spalmare il denaro su tutti i sette anni, né che si debba per forza avere tutto subito. La sfida - ha spiegato - è che i fondi siano spesi in un contesto pronto per l'utilizzo. «Non è solo quindi un problema finanziario, ma anche organizzativo, non fosse altro perché in Italia sono coinvolte anche le regioni». In questo senso, Giovannini ha fatto notare tra le altre cose che «in Italia i servizi all'impiego non sono a livelli adeguati». Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali ha spiegato che si farebbe un errore di puntare solo alla creazione di posti di lavoro dipendente. L'Italia, ha spiegato, deve incentivare l'imprenditoria giovanile e l'autoimprenditoria. Giovannini ha poi confermato che la fine della procedura di deficit eccessivo dell'Italia l'annuncio è atteso per domani da parte della Commissione - dovrebbe liberare risorse nella lotta alla disoccupazione. Tra le altre cose, questo passaggio dovrebbe consentire al paese di scorporare dal calcolo del deficit pubblico gli investimenti; anche quelli dedicati all'occupazione? Bruxelles è fredda per il timore di trucchi, tanto che Giovannini si è limitato a dire: «È ancora troppo presto per discutere di margini». Il ministro ha fatto notare la crescente consapevolezza che «la coesione sociale è a rischio». Ieri a Bruxelles, l'uomo politico ha incontrato tra gli altri il commissario per l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione Lázló Andor con cui tra le altre cose ha discusso dei metodi per quantificare la povertà, l'esclusione sociale, e dei modi di introdurre questi criteri nel calcolo del debito e del deficit. Anche questo aspetto rientra nel tentativo di adattare la messa punto del bilancio statale e il risanamento delle finanze pubbliche alla situazione economica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le priorità RISORSE PER I GIOVANI All'Italia 400-600 milioni I 27 si sono messi d'accordo per investire sei miliardi di euro nella lotta alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Di questa somma totale, l'Italia dovrebbe ricevere tra i 400 e i 600 milioni di euro, spalmati su sette anni. Il desiderio dell'Italia è di far sì che il denaro possa essere operativo fin dal 1° gennaio 2014 SERVIZI PER L'IMPIEGO

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

63

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

L'azione del Governo GLI INTERVENTI PER L'OCCUPAZIONE


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 8

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

64

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Nuova strategia Il ministro Giovannini ha fatto notare che «in Italia i servizi all'impiego non sono a livelli adeguati». Non a caso il governo italiano sta mettendo a punto una strategia per rafforzare queste strutture che diventeranno cruciali quando il sistema delle politiche attive dovrà esprimersi al massimo per l'attuazione in Italia della Garanzia europea per i giovani


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 22

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Appello per la delega fiscale Per le imprese la priorità resta la riduzione delle tasse sul lavoro Marco Bellinazzo MILANO Dare seguito alla delega fiscale, lasciata cadere nella scorsa legislatura, per rendere il sistema italiano capace di produrre utili e attrarre investimenti esteri. È questa, in sintesi, la richiesta al Governo che Assonime e Assolombarda hanno formulato congiuntamente al termine del convegno «Il fisco per le imprese: come è e come dovrebbe essere», promosso ieri a Milano. I primi atti dell'Esecutivo non sono del tutto convincenti. «È un errore tecnico annullare l'Imu - ha spiegato Luigi Abete, presidente di Assonime, in apertura dei lavori -. Continuiamo a ritenere che bisogna ridurre invece le tasse sul reddito e sul lavoro che più penalizzano il sistema produttivo». Sul fronte dei redditi alle persone fisiche, la proposta di Assonime è quella di «estendere la tassazione sostitutiva tipica dei redditi da capitale anche ai redditi patrimoniali e ad alcune componenti della retribuzione», soprattutto per «gli affitti e il salario di produttività negoziato a livello aziendale». Quanto, invece, ai redditi di impresa, dato che «lo spazio per abbattere i carichi fiscali è scarso», andrebbe battuta la strada della semplificazione e andrebbe «ristrutturato il sistema delle agevolazioni, molto spesso contradditorie e settoriali, magari assegnando un plafond a ciascuna impresa». Note negative anche sulla tobin tax. «L'imposta - ha infatti aggiunto Abete resta discutibile per l'enorme impatto potenziale sulla base imponibile, con costi che restano a carico di risparmiatori». Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, ha espresso l'auspicio che «il sistema tributario sia reso più stabile, più semplice, più chiaro e più certo: codificando il concetto di abuso del diritto, rivedendo i meccanismi sanzionatori e armonizzando il trattamento fiscale dei flussi tra Italia e paesi terzi. La fiscalità locale ha subito un'impennata con Imu e Tares e questo influenza in modo significativo l'attrattività del nostro territorio, come è emerso anche da una recente indagine di Assolombarda su un campione di 55 comuni». Qualche risposta al mondo delle imprese ha provato a darla "in diretta" Annibale Dodero, direttore aggiunto della Direzione centrale normativa sottolineando, per esempio, la complessa attività svolta negli ultimi tempi dall'agenzia delle Entrate in materia di Cfc. «Tra il 2011 e il 2012 abbiamo ricevuto 768 istanze di disapplicazione e la maggior parte sono state accolte. Abbiamo cercato di avere più attenzione, al di là del dato letterale, alle ragioni economiche delle scelte imprenditoriali, come nella valutazione del requisito del radicamento della sede. Lo stesso abbiamo fatto nella recente circolare sulla Pex (Participation exemption) per l'analisi dei parametri di commercialità delle società, delle fasi di start up e di quello temporale dei tre anni, necessaria a stabilire quando riconoscere la parziale esenzione delle plusvalenze legate a cessioni di quote». Dodero ha anche anticipato che l'Agenzia sta per licenziare una serie di provvedimenti chiamati a dare più certezze agli operatori. Sulle reti d'impresa sarà chiarito, ad esempio, che solo quelle che sceglieranno di iscriversi al registro imprese saranno ritenute soggetti autonomi d'imposta. Nelle reti-contratto, le uniche possibili destinatarie di agevolazioni, invece, gli organi saranno solo rappresentanti fiscali delle imprese partecipanti. Sono in dirittura d'arrivo, poi, un corposo documento che farà il punto sulle imposte di registro, un intervento in materia di contratti di leasing (per cui si potranno dedurre i canoni anche se il contratto ha una durata minima superiore a quella prevista per la deduzione fiscale, rinviando a dopo la conclusione del contratto la deduzione della parte eccedente) e sull'Iva nel settore edilizio. Più complessa, in particolare per il regime transitorio, «perché si deve tener conto del gettito», l'interpretazione delle nuove norme in materia di perdite su crediti caratterizzati da elementi certi e precisi. Questione su cui va avanti il confronto con le categorie.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

65

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Contro la crisi. Assonime e Assolombarda chiedono una riforma capace di attrarre investitori esteri


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 22

(diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

66


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 18

(diffusione:334076, tiratura:405061)

«Per il controllo avrei preferito una vera Authority» LA STRETTA «Sugli incarichi di consulenza è necessario un altro giro di vite» A. Che. Per Gianpiero D'Alia, nuovo ministro della Pubblica amministrazione, il tema della trasparenza ruota soprattutto attorno a un punto: tutte le politiche funzionali a implementarne il livello portano poi risparmi sui tempi dei procedimenti. «In questo senso - afferma D'Alia - sono stati compiuti parecchi passi avanti. Basti pensare a tutti gli obblighi relativi alle consulenze, incarichi di cui le amministrazioni devono dare conto ai cittadini». Ritiene ci sia un abuso delle consulenze? Lo verificheremo attraverso nuovi monitoraggi che ci apprestiamo a fare. Sono, però, convinto che sia necessario un ulteriore giro di vite. Il ministero ha già lo strumento della Bussola della trasparenza per verificare le amministrazioni virtuose e quelle inadempienti. La Bussola, però, consente solo un monitoraggio formale. Non dice, invece, nulla sulla qualità dei dati che gli uffici rendono pubbliche. Siamo alla prima fase. Il passaggio successivo consisterà nell'implementazione di questo tipo di controllo così da verificare gli obblighi di trasparenza anche nel merito. Non è un lavoro semplice, perché si tratta di coinvolgere migliaia di amministrazioni, ma dobbiamo andare avanti in questa direzione. È uno degli impegni del ministero per i prossimi mesi. Farete una campagna per informare i cittadini del nuovo strumento dell'accesso civico? Sì. Le nuove regole della trasparenza sono eccessive, nel senso - come ha detto il Garante della privacy - che richiedono troppi dati personali? Ritengo di no. Chi è investito di una responsabilità pubblica, sia che venga eletto o riceva un incarico dirigenziale, deve rendere conto di tutte le proprie attività e di tutte le proprie disponibilità patrimoniali ed economiche. Il nuovo sistema anticorruzione è efficace? Siamo in una fase iniziale. Stiamo finendo di elaborare la bozza del piano nazionale anticorruzione, che consegneremo alla Civit entro una ventina di giorni. È, dunque, presto per dire se il nuovo sistema va bene: dobbiamo prima metterlo alla prova. Mi riferisco non alla parte penale, ma a quella amministrativa, che è di competenza di questo ministero e che è tutta da costruire. Non è debole aver messo nelle mani della Civit il controllo delle nuove regole anticorruzione? Quando si decise di sopprimere l'Alto commissario anticorruzione e di far confluire poteri e competenze nella Civit, da parlamentare espressi una serie di perplessità: la missione e le competenze della Civit non la rendono, infatti, un'Autorità indipendente. Mentre sarebbe opportuno che della lotta alla corruzione si occupi una vera e propria Authority. A che punto è la partita delle semplificazioni? Intendiamo verificare lo stato di attuazione del decreto semplifica-Italia, in particolare di quelle norme in materia edilizia o relative ad altri settori strategici che servono ad aiutare le imprese. Inoltre, riproporremo, seppure con alcune modifiche, il pacchetto semplificazioni che il Governo Monti aveva portato in Parlamento come disegno di legge. Ci stiamo lavorando e nel giro di qualche settimana saremo pronti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Pa e semplificazione. Il ministro Gianpiero D'Alia

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

67

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

INTERVISTAGianpiero D'Alia


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 18

(diffusione:334076, tiratura:405061)

La trasparenza viaggia online Accessibili i dati su costi della politica, appalti, concorsi, liste d'attesa e consulenze VERIFICHE Grazie all'accesso civico i cittadini possono chiedere agli uffici inadempienti di divulgare sulla rete i dati omessi Antonello Cherchi Un testo unico della trasparenza. Questo è, in buona sostanza, il decreto legislativo 33 del 2013, voluto dalla legge anticorruzione (la 190 del 2012). Quel decreto dal 20 aprile ha richiamato tutte le amministrazioni pubbliche a un dovere che - seppure non in maniera così estesa come ora - già esisteva: quello di non nascondere le carte ai cittadini. Chi vuole conoscere com'è andata una gara d'appalto, com'è finito un concorso, quanto sono lunghe le liste d'attesa degli ospedali, quanti consulenti ha reclutato un ente e quanto li paga, qual è lo stipendio dei politici, ha diritto di saperlo. E senza doversi dannare per recuperare quelle notizie. Deve poter trovare tutto con un click, quello che gli consente di entrare nella sezione che ogni amministrazione deve dedicare nel proprio sito istituzionale alla trasparenza. Sezione che deve essere chiamata senza troppi giri di parole "Amministrazione trasparente" e che deve essere individuabile facilmente nella home page del sito. In quella sezione vanno inserite in modo chiaro tutte le informazioni a cui fa riferimento il decreto 33, il quale - e qui sta il fatto che la nuova normativa sia una sorta di Codice della trasparenza - ha messo in fila obblighi che già esistevano, seppure sparsi in vari provvedimenti, e ne ha anche indicati di nuovi. Una novità è, per esempio, l'aver specificato che le informazioni pubblicate online devono essere complete, aggiornate, tempestive, di facile consultazione, riutilizzabili. Altra novità è l'aver allungato l'elenco delle notizie e dei dati da rendere pubblici. Valga per tutti l'esempio dei costi della politica: i redditi di chi viene eletto devono essere sotto gli occhi di tutti. Non solo, ma va pubblicata - in questo caso, però, solo se l'interessato vi acconsente; nel caso dica "no", il rifiuto va comunque reso pubblico - la situazione patrimoniale del coniuge e dei parenti fino al secondo grado. Notizie a cui si accompagnano quelle relative al curriculum del politico, ai compensi percepiti, agli eventuali altri incarichi, alle spese per i viaggi e le missioni. Sempre in tema di costi della politica, altro obbligo è quello posto in capo ai gruppi consiliari regionali e provinciali, che devono pubblicare i propri rendiconti. Se non lo fanno, il loro budget viene tagliato del 50 per cento. E qui si innesta il discorso delle sanzioni, rese dal decreto 33 più penetranti. Si tratta, infatti, non solo di contestazioni di carattere disciplinare nei confronti del dipendente che deve pubblicare le informazioni e non lo fa, ma anche del taglio dei bonus legati al risultato per il dirigente nominato responsabile della trasparenza che si dimostri inadempiente o, in altri casi, del pagamento di sanzioni che possono arrivare fino a 10mila euro. Più che le sanzioni, però, potranno essere soprattutto i cittadini a indurre le amministrazioni a far bene. Gli utenti, infatti, si ritrovano fra le mani un nuovo strumento di controllo: l'accesso civico. Ogni cittadino può chiedere conto alle amministrazioni delle informazioni omesse e chiedere che il vuoto venga colmato. Lo può fare rivolgendosi direttamente al responsabile della trasparenza, che deve provvedere entro trenta giorni. A differenza di quanto previsto per il diritto di accesso sancito dalla legge 241 del 1990 - che può essere fatto valere solo da chi ha un interesse diretto nei confronti del documento che chiede di conoscere: per esempio, gli atti di un concorso possono essere richiesti da un candidato, ma non da chi è estraneo alla selezione l'accesso civico non ha questo tipo di limitazioni. La richiesta non va, dunque, motivata ed è gratuita. Un passo avanti significativo che nelle intenzioni del legislatore deve servire a far sì che le amministrazioni dedichino attenzione costante alla trasparenza, sgombrando il campo da alibi e giustificazioni che troppo spesso hanno consentito agli uffici pubblici di trincerarsi, davanti alle richieste dei cittadini, dietro sfilze di "no". ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

68

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Burocrazia. Dal 20 aprile le amministrazioni devono pubblicare sul proprio sito tutte le informazioni indicate dal decreto 33


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 18

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

69

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

© RIPRODUZIONE RISERVATA Il Dlgs 33/2013 e le novità per la Pa Programma Ogni amministrazione deve varare un piano triennale per la trasparenza. Costi della politica Si estende agli enti locali e alle Regioni l'obbligo di pubblicare per gli incarichi elettivi: atto di nomina, Cv, cariche in altri enti, compensi, spese per viaggi e missioni e situazione patrimoniale. Poltrone Deve essere pubblicato anche l'elenco degli incarichi privati e pubblici cumulati dai dirigenti. La pubblicazione del compenso al consulente è pre-requisito per il pagamento. Gruppi politici Senza rendiconto e pubblicazione dei bilanci i gruppi politici regionali e provinciali perdono il 50% dei fondi. Mappa del personale Vanno resi noti: il personale assunto a tempo indeterminato (con costi, qualifiche e assenze), i costi del personale a tempo determinato, i premi, i Ccnl applicati e i contratti integrativi. Sanità Le Asl devono pubblicare gli avvisi di selezione dei dirigenti e la retribuzione e i compensi dei medici per le attività in intramoenia.


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 19

(diffusione:334076, tiratura:405061)

La semplificazione ha già prodotto qualche risparmio Michela Stentella In fondo quel che cittadini e imprese chiedono alla Pa è sempre la stessa cosa: essere semplice e trasparente e costare meno o, per lo meno, non sprecare risorse che non si traducano in valore per i contribuenti. Non sempre è così, eppure, in controtendenza, qualcosa si sta muovendo proprio in alcuni campi prioritari. Cominciamo dalla semplificazione: qui il certosino lavoro, svolto dall'Ufficio semplificazione del dipartimento della Funzione pubblica negli ultimi cinque anni, sta cominciando a dare i suoi frutti. Oltre 8 miliardi sono i risparmi di oneri burocratici per le imprese già ottenuti (si veda www.funzionepubblica.gov.it, alla sezione Semplifica Italia), circa il 30% del totale. Molto però c'è ancora da fare, soprattutto per far conoscere alle imprese i risparmi possibili e per aiutarle a "far da sé" e quindi risparmiare l'altissimo costo di intermediazione, stimato in oltre 26 miliardi l'anno. Anche per la trasparenza qualche passo avanti si è fatto: i dati della pubblica amministrazione, che sono un potenziale tesoro informativo che va restituito ai contribuenti, sono "aperti" per default. Si tratta ora di promuovere in tutte le amministrazioni quel lavoro di analisi dei "big data" che le tecnologie permettono e che potrebbe portare a previsioni più precise e quindi a una pianificazione razionale dell'uso delle risorse, sia di personale sia di investimenti materiali. Ma trasparenza vuol dire soprattutto accountability, ossia capacità di rendere conto ai cittadini di come sono stati spesi i loro soldi. Qui c'è un campo da arare, ma gli esempi positivi non mancano: citiamo tra gli altri il comune di Udine che ha messo online tutta l'amministrazione dando ai cittadini la possibilità di controllare e di dire la loro, o i comuni di Firenze e Bologna che hanno esposto tutti i dati contabili, o ancora il portale del ministro per la Coesione territoriale che con www.opencoesione.gov.it ha reso disponibili a tutti i dati relativi ai fondi europei, indicando come sono stati (o non stati) spesi . Ultimo, non per importanza, il tema dei risparmi possibili. Qui quel che si deve ancora fare supera quanto si è fatto. Il fattore critico di successo non può che essere l'uso massiccio e intelligente delle tecnologie. Grandi recuperi di efficienza sono possibili sia nell'It che con l'It. Le tecnologie possono costare molto meno se diminuiamo radicalmente, accorpandoli, i data centre della Pa (sono oltre 4mila) e li riportiamo a un numero ragionevole che potrebbe essere cento volte più piccolo; se usiamo il cloud computing, il paradigma tecnologico del futuro, che dobbiamo imparare a gestire con intelligenza; se, con un nuovo sistema pubblico di connettività, potremo contare su una rete veloce, sicura ed efficiente tra le amministrazioni. Ma grandi risparmi sono possibili anche attraverso le innovazioni di processo e di servizi che l'Information technology permette: pensiamo al processo di dematerializzazione che è già cominciato in molte amministrazioni, che però necessita - per sviluppare tutte le sue potenzialità - di un coraggioso switch off che renda impossibile l'uso della carta; pensiamo alle comunicazioni integrate che già ciascuno di noi usa nella vita privata e che invece restano fuori dal perimetro di una Pa ancora legata ai telefoni e ai centralini. Infine grandi progetti sono alle porte: dalla sanità elettronica alla giustizia digitale, dalla scuola online all'identità digitale unificata. Non costano poco, ma costa molto di più non farle e non sarebbero fuori dalla nostra portata se avessimo il coraggio di intraprendere la strada di una vera partnership pubblico-privata. Gli strumenti ci sono, in primis il modello del procurement pre-competitivo: è ora di farli scendere dai convegni e farli entrare nella realtà. Redazione Forum Pa © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

70

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Primi bilanci. Oneri per le imprese scesi del 30%


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 19

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Benefici potenziali da 40 miliardi Dopo il «congelamento» dell'Agid nuovi ritardi per le misure del decreto crescita 2.0 AL PALO Si allungano i tempi per anagrafe nazionale, documento unificato, domicilio digitale, open data, fascicolo sanitario elettronico I RISPARMI POSSIBILI Risorse per 15 miliardi l'anno potrebbero derivare da sanità, fatturazione elettronica, tecnologie cloud, pagamenti multicanale Barbara Bisazza Non vedono ancora la luce l'anagrafe digitale nazionale e il documento digitale che raccoglierà insieme carta d'identità, tessera sanitaria e carta nazionale dei servizi. Previste dal Dl 179/12 (decreto crescita 2.0), convertito lo scorso dicembre con la legge 221/12, queste e altre innovazioni digitali cambieranno molto i rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione, ma le norme attuative sono in ritardo. Complessivamente per l'Agenda digitale manca ancora all'appello una trentina di provvedimenti, mentre la stessa Agenzia per l'Italia digitale (Agid) - alla quale il decreto affida un ruolo specifico per l'attuazione dell'agenda - non è ancora concretamente operativa, dopo ritardi di varia natura e, più di recente, la revoca dello Statuto da parte del Governo. Tra le misure previste dal decreto crescita 2.0 e inerenti la Pa attendono attuazione, per esempio, il fascicolo sanitario elettronico, la possibilità per i cittadini di effettuare elettronicamente i pagamenti verso le amministrazioni pubbliche (per esempio, le multe), il domicilio digitale, la piena disponibilità dei dati pubblici (open data). Anche se a livello locale molte amministrazioni stanno adottando in proprio misure di innovazione digitale, il ridisegno complessivo richiede profonde trasformazioni nella Pa, a cominciare dall'interoperabilità dei sistemi informatici. Di certo, l'innovazione digitale nella pubblica amministrazione può migliorarne sensibilmente l'efficienza, favorire la lotta all'evasione fiscale, semplificare la relazione con cittadini e imprese, producendo ingenti benefici per i conti pubblici, che l'Osservatorio Agenda digitale della School of management del Politecnico di Milano stima nell'ordine di 40 miliardi di euro l'anno. Innanzitutto, aumentando la digitalizzazione dei processi potrebbero essere risparmiate risorse per 15 miliardi l'anno, in termini di maggiore efficienza e produttività del personale. «Nel dettaglio - spiega Alessandro Perego, direttore scientifico dell'Osservatorio Agenda digitale si tratta di circa 7 miliardi dalla sanità, 1,1 miliardi adottando la fatturazione elettronica obbligatoria verso tutta la Pa italiana (il 22 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dm 55 con le regole tecniche, ndr), circa un miliardo grazie alla diffusione delle tecnologie cloud, 1,3 miliardi - in termini di maggiore produttività del personale - con i pagamenti multicanale, la digitalizzazione dei certificati anagrafici e l'utilizzo delle telematica nell'invio delle pratiche allo Sportello unico delle attività produttive; i restanti 3-4 miliardi deriverebbero da una maggiore produttività nelle altre componenti della Pa, quali scuola, forze armate, ministeri, Regioni e amministrazioni locali». Ampi risparmi sarebbero ottenibili, inoltre, incrementando la diffusione dell'e-procurement: «Oggi - ricorda Perego - la spesa effettuata dallo Stato per l'acquisto di beni e servizi intermedi ammonta a 140 miliardi. Con un'adozione più intensa dell'e-procurement, la cui incidenza è oggi del 5%, si potrebbe aggredire almeno il 30% della spesa complessiva, con un beneficio medio del 13%, pari a 5 miliardi di benefici negoziali, oltre a 2 miliardi derivanti da un aumento della produttività». Un'altra fonte di possibili benefici viene dal recepimento della direttiva europea sui tempi di pagamento ai fornitori, poiché l'obbligo di contenerli tra i 30 e i 60 giorni impone lo snellimento del processo ordinepagamento tramite la sua digitalizzazione: «Si avrebbero così circa 5 miliardi l'anno di minori oneri finanziari per gli interessi di mora sui ritardi», spiega il responsabile dell'Osservatorio Agenda digitale. C'è poi l'aspetto della lotta all'evasione fiscale, che sarebbe favorita da un maggiore ricorso ai pagamenti elettronici da parte dei consumatori: se la penetrazione passasse dal 20% al 30%, le maggiori entrate sarebbero nell'ordine di 5 miliardi. Altri 10 miliardi l'anno potrebbero derivare dall'adozione obbligatoria della ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

71

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

L'Agenda. Le stime del Politecnico di Milano sui conti pubblici se aumentassero digitalizzazione dei processi ed e-procurement


28/05/2013

Il Sole 24 Ore - Forum pa

Pag. 19

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

72

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

conservazione sostitutiva delle fatture: se tutte le imprese la adottassero, il conseguente aumento di produttività dei controlli dell'agenzia delle Entrate potrebbe far raddoppiare il valore dell'accertato annuo (oggi di circa 28 miliardi), la cui quota di incassato medio vale circa il 35-40 per cento. In definitiva, con 40 miliardi l'anno in più, sarebbero più facili sia interventi per la riduzione delle tasse e del deficit dello Stato, sia misure per investimenti e incentivi all'innovazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA I pagamenti elettronici riducono l'evasione su Iva e imposte Ipotesi: la penetrazione passa dal 20% al 30% COMBATTERE L'EVASIONE FISCALE Pagamenti elettronici consumer 5 miliardi di maggiori entrate 10miliardi di maggiori entrate L'adozione obbligatoria della conservazione sostitutiva delle fatture raddoppia la produttività dei controlli dell'agenzia delle Entrate Conservazione sostitutiva di documenti fiscali Ipotesi: tutte le imprese l'adottano Riduzione delle tasse Riduzione del deficit Investimenti e incentivi all'innovazione RECUPERO DI RISORSE IMPIEGABILI IN 5 L'eProcurement riduce i costi di acquisto di beni e servizi Ipotesi: la diffusione passa dal'attuale 5% al 30% AUMENTARE L'EFFICIENZA NELLA PA eProcurement nella Pa miliardi di risparmi negoziali La digitalizzazione dei processi della Pa (amministrazione, sanità, scuola, giustizia, eccetera) aumenta la produttività Ipotesi: riduzione dei costi del personale del 10% Digitalizzazione dei processi della Pa 15 miliardi di risparmi di processo La digitalizzazione dei processi di interfaccia tra Pa e imprese riduce i costi sostenuti dalle imprese Ipotesi: si riducono i costi della burocrazia di un terzo SEMPLIFICARE LA RELAZIONE TRA PA, IMPRESE E CITTADINI Digitalizzazione della relazione con le imprese 23 miliardi/anno di recupero di produttività La digitalizzazione del processo di acquisto della Pa (in logica procure-to-pay) abilita il pagamento dei fornitori nei tempi prescritti dalla Direttiva 2011/7/Ue Pagamenti elettronici della Pa alle imprese fornitrici 5 miliardi/anno di minori oneri finanziari Ipotesi: riduzione del 50% legati a ritardi di processo Fonte:Osservatorio Agenda digitale - School of managementPolitecnico Milano L'e-revolution negli uffici pubblici LA PAROLA CHIAVE E-procurement Letteralmente significa "approvvigionamento elettronico": indica l'insieme delle soluzioni tecnologiche in grado di supportare i buyer in tutte le fasi del processo di acquisto, da quelle pre-negoziali (ricerca di nuovi fornitori) fino a quelle di monitoraggio della spesa. Gli strumenti di e-procurement per la negoziazione e la gestione degli ordini nella Pubblica amministrazione sono: le aste e le gare elettroniche, che permettono di confrontare velocemente le offerte e negoziarle dinamicamente; i mercati elettronici, una sorta di catalogo fornitori; i negozi online, a supporto delle convenzioni stipulate dalle centrali di committenza pubblica


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 23

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Lo sbaglio di pochi centesimi annulla il ravvedimento COMPORTAMENTO VIRTUOSO Alcuni uffici qualificano la mancanza come errore scusabile e chiedono al contribuente solo la differenza Salvina Morina Tonino Morina La lettrice Chiara Raffaelli segnala che alcuni uffici dell'agenzia delle Entrate cancellano il ravvedimento per differenze di poco conto, chiedendo le sanzioni intere del 30 per cento. È un problema frequente, anche perché i controlli automatici del fisco sulle dichiarazioni dei redditi, dell'Iva, dell'Irap e dei modelli 770, si "dimenticano" spesso dei ravvedimenti. Nei casi in cui il contribuente paga in ritardo un versamento e sceglie il ravvedimento spontaneo, se sbaglia il calcolo delle sanzioni o degli interessi per qualche euro o, addirittura, per qualche centesimo, il sistema di controllo dell'agenzia delle Entrate "annulla" il ravvedimento e chiede le sanzioni nella misura intera. L'importo delle sanzioni intere, in alcuni casi, può costare migliaia di euro. Ad esempio, un versamento in ritardo di 100mila euro, grazie al "ravvedimento sprint" entro 14 giorni, si può risolvere aggiungendo lo 0,2% di sanzioni per ogni giorno di ritardo, più qualche spicciolo per gli interessi. In caso di pagamento dal 15° giorno, ma entro i 30 giorni dalla scadenza, si paga la sanzione fissa del 3%, pari a 3.000 euro, più gli interessi del 2,5 annuo. Così, se il contribuente si ravvede dopo 20 giorni, deve versare, oltre i 100mila euro di imposte, 3.000 euro di sanzioni, più 136,99 euro di interessi, in totale 103.136,99 euro. Per il sistema del fisco, però, in caso di pagamento con un euro mancante, la sanzione applicabile è di 30mila euro (la sanzione è del 30%). In pratica, un euro in meno potrebbe costare 27.000 euro in più, tanta è la differenza tra 3.000 euro e 30mila euro. Un'enormità, ma soprattutto un'assurdità. Va anche detto che diversi uffici fanno buon uso del cosiddetto errore scusabile, chiedendo il pagamento della differenza ancora dovuta, senza aprire liti inutili. I contribuenti possono comunque fruire di uno speciale sconto sulle sanzioni, se il debito rientra nella mediazione tributaria. In caso di omessi o tardivi versamenti che risultano dalle dichiarazioni annuali dei redditi, dell'Iva e dell'Irap, è infatti possibile ricorrere alla mediazione (circolare 33/E del 3 agosto 2012). Per le Entrate, se il valore della lite è di ammontare non superiore a 20mila euro, considerate in tale valore solo le imposte, il contribuente può presentare il reclamo mediazione e, pertanto, fruire della riduzione delle sanzioni al 40%. A seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni annuali dei redditi, dell'Iva e dell'Irap, l'ufficio recupera le imposte non versate, applicando la sanzione del 30%. La stessa sanzione è applicata in caso di tardivo versamento, che non è stato regolarizzato con il ravvedimento. Al contribuente viene inviata la comunicazione di irregolarità, cosiddetto avviso bonario, con l'invito a pagare le somme chieste entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione. In assenza del pagamento, l'ufficio procede all'iscrizione a ruolo, la cui cartella può essere impugnata con ricorso alla Commissione tributaria provinciale. In questi casi, se il valore della lite è di ammontare non superiore a 20mila euro, il contribuente deve prima presentare istanza di mediazione, a norma dell'articolo 17 del Dlgs 546/1992. Per valore della lite, si intende l'importo del tributo al netto degli interessi e delle eventuali sanzioni irrogate; in caso di controversie relative esclusivamente alle irrogazioni di sanzioni, il valore è costituito dalla somma di queste. Per le Entrate «qualora non vi siano margini per la riduzione della pretesa, l'ufficio, ancorché non obbligato, è legittimato a concludere un accordo di mediazione che confermi integralmente il tributo contestato con l'atto impugnato, con conseguente beneficio della riduzione delle sanzioni irrogate» (punto 6.2, circolare 9/E del 19 marzo 2012). È perciò possibile definire un accordo di mediazione che preveda, contestualmente al versamento delle imposte omesse, il pagamento della sanzione in misura ridotta al 12% dell'imposta non versata, pari al 40% del 30% previsto.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

73

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il controllo automatizzato non riconosce il versamento


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 23

(diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

74


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 17

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Le privatizzazioni partono dal mattone L'Agenzia pronta a dismettere 44 immobili di pregio per un valore di 600 milioni di euro PRIORITÀ La priorità assoluta è quella di accelerare i tempi e snellire le procedure burocratiche per agevolare la valorizzazione del patrimonio pubblico I FRONTI DI LAVORO Per attrarre più capitali privati si lavora su concessioni a 70 anni, long lease e cabina di regia vicina all'Esecutivo per sciogliere i nodi delle autorizzazioni Isabella Bufacchi L'Agenzia del Demanio è pronta a consegnare 44 immobili per un valore attorno ai 600 milioni di euro al Fondo Invimit (Investimenti immobiliari Italia) della Sgr posseduta al 100% dal ministero dell'Economia e istituita per velocizzare il piano di dismissioni degli immobili pubblici alienabili, uno dei pilastri delle operazioni di riduzione dello stock del debito pubblico. Entro fine anno i beni conferiti dal Demanio al "fondo dei fondi" immobiliari del Mef arriveranno a 1 miliardo. Ai nastri di partenza però manca ora proprio la Sgr, che non è ancora operativa a tutti gli effetti: il decreto di costituzione firmato in tutta fretta dal ministro dell'Economia Vittorio Grilli prima di lasciare via XX Settembre non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale e questo lascia sospese in un limbo le nomine di Vincenzo Fortunato ed Elisabetta Spitz alla guida della Sgr rispettivamente nel ruolo di presidente e amministratore delegato. I due stanno lavorando di lena, ma dietro le quinte. Accelerare i tempi, snellire le procedure burocratiche per agevolare la valorizzazione (e dismissione) del patrimonio immobiliare pubblico resta una priorità assoluta. Nel Def che portava la firma di Vittorio Grilli, una tabella evidenziava l'obiettivo di generare entrate una tantum per 1 punto di Pil all'anno per un quinquennio, tra vendite di immobili e di partecipazioni azionarie. In realtà, il programma di alienazioni presentato a Bruxelles, stando a fonti bene informate, avrebbe proposto un decollo più morbido e un incasso crescente nel tempo: un'entrata tra 1 e 2 miliardi quest'anno dagli immobili. Il direttore del Demanio Stefano Scalera, supertecnico della materia, mira comunque a velocizzare il processo della valorizzazione, che garantisce un flusso di entrata (le concessioni) e anche un risparmio (restauro e manutenzione sono oneri totalmente a carico dei privati). Per attrarre più capitali privati sul progetto "Valore Paese Dimore", Scalera sta lavorando su almeno tre iniziative legislative: il long lease, le concessioni a 70 anni e una cabina di regia quanto più vicina possibile all'Esecutivo per sciogliere i nodi delle autorizzazioni. Scalera è convinto che «occorre anche in Italia il "long lease all'inglese", che si estende fino a 99 anni e che concede il diritto di superficie dando la possibilità alle imprese private di utilizzare la proprietà come garanzia»: questo nuovo strumento aiuterebbe le società operative nel settore immobiliare e interessate all'iniziativa "Dimore" ad abbassare il costo del finanziamento, rendendo i progetti "più bancabili". Scalera ritiene inoltre che «le concessioni per i beni di valore storico-artistico dovrebbero essere estese a 70 anni dagli attuali 50 anni»: mezzo secolo può sembrare lungo ma a volte non è abbastanza esteso per consentire ai privati di ammortizzare le spese sostenute per ristrutturare o restaurare l'immobile di pregio, la cui proprietà resta allo Stato. Non da ultimo, per il direttore del Demanio è auspicabile l'istituzione di una «cabina di regia», presso il ministero dell'Economia o la Presidenza del Consiglio, per coordinare e raccogliere tutte le autorizzazioni necessarie (a livello pubblico) per valorizzare i beni di alto pregio storico-artistico: gli investitori, gli stranieri in particolar modo, hanno bisogno di certezze su quello che si può o non si può fare. Basta ricordare che per trasformare Villa Tolomei a Firenze(ex residenza privata, ex convento ed ex caserma dei carabinieri) in un hotel di lusso ci sono volute 74 autorizzazioni, ottenute nell'arco di un intero anno. L'Agenzia del Demanio farà la sua parte per assicurare il decollo a razzo della Sgr dell'Economia: ha già pronti 44 immobili da conferire al Fondo Invimit per un valore attorno ai 600 milioni di euro ed entro fine anno questa dote salirà a 1 miliardo. In quanto al fondo dedicato agli immobili della Difesa, l'altra "gamba" della Sgr, i tempi sembrano più lunghi: potenzialmente, le caserme vendibili hanno una superficie di 95.000 mq di cui 32.000 utilizzabili. La struttura del fondo-difesa finora ipotizzata prevede che per ogni vendita tra il 10 e il ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

75

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

DEMANIO LA DISMISSIONE DEI BENI ALIENABILI


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 17

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

76

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

25% venga incassato dal Comune, il 30% dalla Difesa e il resto dalle casse dello Stato. In vista dell'avvio vero della Sgr immobiliare, il ministero dell'Economia intanto preme sull'acceleratore del censimento sui beni immobiliari della pa, centrale e locale, non ancora terminato. isabella.bufacchi@ilsole24ore.com @isa_bufacchi © RIPRODUZIONE RISERVATA RADIOGRAFIA DELL'ENTE 55,6 miliardi valore economico al 31 dicembre 2011, il valore economico totale dei beni dello Stato era pari a 55,6 miliardi di cui 34,7 beni del patrimonio indisponibile e disponibile; 0,7 di beni ubicati all'estero; 20,2 appartenenti al demanio storicoartistico 47 miliardi usi governativi il valore dei beni ad uso governativo , 20.200 cespiti, è pari a 47 miliardi di cui 30,6 relativi ai beni patrimoniali dello Stato e 16,4 relativi ai beni con vincolo storico-artistico 1,125 miliardi spesa pubblica in affitti le locazioni passive, al 31 agosto 2012, risultavano su 10.696 immobili di proprietà di terzi. Lo Stato (amministrazioni pubbliche centrali e locali) paga canoni di affitto per un totale di 1,125 miliardi l'anno 56 milioni risparmio per razionalizzazione l'Agenzia del Demanio ha effettuato 19 piani di razionalizzazione (riduzione degli spazi occupati dall'amministrazione pubblica) con un risparmio di 56 milioni di euro l'anno 115 dimore di pregio allo studio il Demanio sta valutando la cessione a privati, tramite concessioni a 50 anni, di oltre 100 beni di elevato pregio. Il portafoglio potenzialmente utilizzabile comprende al momento 68 dimore. Dopo le manifestazioni di interesse, l'Agenzia lancia il bando di gara pubblica 1.000 dipendenti dell'AdD i mille dipendenti del Demanio lavorano presso 16 direzioni regionali LA MISSION L'Agenzia del Demanio è nata nel 1999 come una delle quattro Agenzie fiscali del ministero dell'Economia e nel 2003 è stata trasformata in Ente pubblico economico. Ha più di 1000 dipendenti che lavorano in 16 direzioni regionali, oltre alla sede della direzione generale a Roma. La mission dell'AdD: gestione, razionalizzazione valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato. Nell'ambito delle sue competenze, amministra beni demaniali e beni patrimoniali. Nei beni demaniali, che per natura e per legge sono sottoposti a vincoli speciali, rientrano le seguenti categorie: demanio storico-artistico non in consegna al MIBAC (ministero per i beni e per le attività culturali), demanio storico-artistico in uso gratuito e perpetuo ( per esempio ad università ed enti ecclesiastici); beni non strumentali del demanio marittimo (porti) e aeroportuale. I beni patrimoniali, quelli senza vincoli speciali, amministrati dall'AdD si dividono in indisponibili e disponibili. Gli indisponibili sono suddivisi in: usi governativi (in uso gratuito alle amministrazioni) e pubblici (tra i quali quelli che servono solo indirettamente alla difesa nazionale quali caserme e magazzini); usi gratuiti e perpetui; la parte residuale dell'edilizia residenziale pubblica). I beni a uso governativo gestiti dall'Agenzia sono 20.200 cespiti. Tra i beni disponibili (che possono essere dismessi) vi sono gli edifici e i terreni locati a


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 17

(diffusione:334076, tiratura:405061)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

77

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

enti privati e imprese. L'Agenzia non ha poteri nei confronti degli enti locali, ai quali può solo rivolgere inviti e sollecitazioni e fornire consulenza tecnica. Foto: Il direttore del Demanio, Stefano Scalera (nella foto), mira a velocizzare il processo di valorizzazione del patrimonio pubblico Foto: La Favorita, villa settecentesca di Ercolano (NA) Foto: - Agenzia del Demanio


28/05/2013

La Repubblica - Ed. nazionale

Pag. 14

(diffusione:556325, tiratura:710716)

Letta:"Non ci sono risorse immediate". Ticket, caccia alla copertura per evitare l'aumento Il premier incontra i presidenti delle Regioni e i leader sindacali per aprire un dialogo sulle misure economiche LUISA GRION ROMA - Notizia buona, ma da gestire con calma. Se, come si può pensare, domani Bruxelles chiuderà la procedura d'infrazione per debito eccessivo aperta contro l'Italia, non per questo sul nostro bilancio pioveranno immediatamente risorse. Gli impatti concreti della decisione in cui tutti sperano, si avranno solo a partire dal 2014. Anche se «il fatto di non dover più essere sottoposti a controlli e monitoraggi come negli ultimi due anni» avrà di per sé effetti positivi. E' la precisazioni che ieri, il premier Letta, ha tenuto a fare sia alle Regioni che ai sindacati. Cautela quindi perché, se tutto va bene, da domani «si potranno evitare appesantimenti burocratici e lungaggini», ma per quanto riguarda le risorse dobbiamo aspettare. Il premier, parlando ai presidenti delle Regioni, non ha nemmeno nominato cifre: la procedura d'infrazione - ha ricordato - non sblocca fondi, ma permette «una maggiore elasticità sulla spesa per investimenti dell'anno prossimo». Certo qualcos'altro potrebbe arrivare: Letta è ottimista sul fatto che il vertice Ue, convocato a fine mese, possa anticipare quei 6 miliardi di euro (messi in conto per tutti i Paesi) previsti dal piano europeo contro la disoccupazione giovanile (sulla carta partirebbero dal 2014). Ma, detto questo, per tutto il resto - gli investimenti contro la disoccupazione in genere e la possibilità di scorporarli dai bilanci - bisognerà aspettare la fine dell'anno e quindi le elezioni tedesche. Cautela quindi, è la posizione tenuta anche nei confronti di Cgil, Cisl e Uil, convocati informalmente a Palazzo Chigi per parlare sia della modifiche da apportare alla riforma Fornero, sia della loro piattaforma unitaria per il lavoro. Da Camusso, Bonanni e Angeletti in compenso - è arrivata una richiesta precisa: i cambiamenti, prima di essere discussi in aula, dovranno passare al vaglio di un accordo con le parti sociali, per evitare di «lasciarli in balia del Parlamento». Enrico Giovannini, ministro del Lavoro, ha rafforzato a sua volta il monito sulla spesa: «Aspettiamo la chiusura ufficiale della procedura, dopo di che sappiamo che l'Italia ha già utilizzato il margine potenziale possibile dello 0,5 per cento del Pil per pagare i debiti pregressi» ha ricordato. Per il 2013 resta quindi tutta da giocare la difficile partita sulle coperture: ieri in un nuovo vertice ministeriale a Palazzo Chigi si è discusso su quella necessaria a prorogare fino alla fine dell'anno i due bonus sull'edilizia (la cifra di cui si parla è di 300 milioni circa). Restano in ballo i nodi Imu, Ivae Tarese si aggiunge semmai al gruppo, la ricerca dei fondi necessari ad evitare che, dal 2014, scattino i due miliardi messi in conto in ticket sanitari. Misure ritenute «insostenibili» dai presidenti di Regioni e, per rintuzzare le quali, i ministri Lorenzin e Saccomanni si sono messi al lavoro partendo dai risparmi di spesa già effettuati. Ma per quanto riguarda il bilancio pubblico, altri due miliardi da trovare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

78

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Stop alla procedura Ue, benefici solo dal 2014


28/05/2013

La Repubblica - Roma

Pag. 21

(diffusione:556325, tiratura:710716)

Stirpe: "Quattro caposaldi per rilanciare la crescita" Le priorità: export, turismo, banda larga e riconversione delle aree dismesse Maurizio Stirpe EUGENIO OCCORSIO «IL FATTO che nel Lazio ci siano diversi spunti di ottimismo nel grigiore generale che purtroppo avvolge il Paese, ci deve servire da stimolo per proseguire nell'opera di investimenti consapevoli per poter uscire dalla crisi». Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria, non indulge nell'autocompiacimento ma utilizza l'occasione per lanciare i suoi quattro punti di politica industriale: «I driver per la crescita sono quattro. Eccoli: 1) internazionalizzazione; 2) investimenti strutturati nel settore del turismo; 3) implementazione delle infrastrutture digitali per rendere il Lazio una smart region; 4) riconversione di aree dismesse con le opportunità della green economy ». Sul primo punto sembra che la situazione sia già abbastanza favorevole... «Certo. L'export del Lazio è cresciuto del 5,1% nel 2012 contro il 3,7 del valore nazionale,e se andiamoa guardare le dinamiche dell'internazionalizzazione, queste nel Lazio si sono rafforzate a partire dai poli tecnologici: il farmaceutico, che ha registrato una crescita record,e in misura minore anche l'aeronautico. Però la quota delle esportazioni nazionali, che è del 4,6% (comunque in aumento sul 3,8 del 2007) deve salire, e ci sono le possibilità di farlo cogliendo il trend dell'internazionalizzazione». In quali settori? «Tanti. Pensate all'audiovisivo dove il Lazio ha un ruolo centrale nel Paese visto che produce il 59% del Pil del settore, con il 45% degli occupati totali. Oppure al turismo: le presenze nelle strutture di ospitalità nel Lazio sono salite del 23,1% fra il 2008 e il 2012, ma gli arrivi sono concentrati per l'84% a Roma: ci sono mille opportunità di valorizzazione, dalle coste alla Tuscia, dalle ville tiburtine all'enograstronomia ciociara e reatina, dal turismo religioso di Rieti a quello termale di Fiuggi e Viterbo, che aspettano di essere colte». Lei richiamava il recupero delle aree dismesse. Cos'ha in mente? «Un caso per tutti: l'ex Videocon di Anagni abbandonata dal socio indiano. Mille dipendenti in attesa di ricollocazione. Il consorzio industriale che segue con la Provincia la situazione, a cui noi diamo tutto il supporto tecnico, ha lanciato un appello per creare nuove iniziative nell'area, dalle energie verdi all'hitech. Ha già ricevuto 126 manifestazioni d'interesse,e ora si proseguirà speditamente nella trasformazione del maggior numero possibile di esse in iniziative concrete. Un modello da riprodurre in tanti casi: anche questo significa pensare positivo. Ancor di più se Regione e Comuni nelle prossime settimane daranno quanto dovuto alle imprese onorando i debiti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

79

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

L'intervista Il presidente di Unindustria: "Così vanno valorizzate le eccellenze regionali"


28/05/2013

La Stampa - Ed. nazionale

Pag. 1

(diffusione:309253, tiratura:418328)

Ticket sanitari, verso lo stop all'aumento previsto nel 2014 ROBERTO GIOVANNINI Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni stanno lavorando per evitare 2 miliardi di aggravio sui ticket sanitari partendo da risparmi di spesa già effettuati. Uno scatto di circa 350 euro a testa (per i non esenti), previsto dal gennaio 2014. Nel 2012 il «peso» del ticket è stato di 4,5 miliardi. A PAGINA 13 È una notizia rassicurante, anche se non ufficiale: nel 2014 non verranno introdotti come si era temuto - nuovi ticket sanitari per due miliardi di euro. Nel corso dell'incontro con i governatori delle Regioni, il premier Enrico Letta, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e quello della Salute Beatrice L orenzin hanno lanciato chiari segnali sul fatto che l'anno venturo si potrà evitare la temuta introduzione di nuovi balzelli per limitare la spesa sanitaria e reperire nuove entrate. Come ha spiegato il ministro Saccomanni, i due miliardi «mancanti» potrebbero essere tranquillamente compensati con dei risparmi di spesa già effettuati nel corso del 2012. Eventualmente - ma su questa idea che non piace ai governatori non c'è nulla di deciso - i ticket toccherebbero ai cittadini delle Regioni con i conti fuori controllo. Altro tema da risolvere è quello del ripianamento del Fondo sanitario nazionale: il presidente della Conferenza delle Regioni, l'emiliano Vasco Errani ha riferito che c'è disponibilità del governo ad aprire i cordoni della borsa. Detto questo, il premier Letta ha colto l'occasione - sia con i presidenti delle Regioni che con i leader dei sindacati, incontrati a pranzo - per gettare acqua gelida sulle aspettative di partiti e forze sociali. «L'uscita dalla procedura di infrazione - ha detto ai governatori riuniti in sala Verde - è una grande notizia in prospettiva per quel che riguarda il bilancio 2014, ma non libera risorse immediate». Stesso discorso per il tema del lavoro: a giugno si avvierà il piano contro la disoccupazione giovanile. Ma per le altre misure, a partire dalla golden rule che permetterebbe lo scorporo degli investimenti in capitale umano dai bilanci nazionali, si dovrà attendere le elezioni tedesche di dicembre. Insomma, per ora gli unici margini che l'uscita dalla procedure di infrazione regalerà all'Italia sono quelli sui cofinanziamenti dei fondi europei: collocarci sulla lavagna europea nella colonna dei «buoni» comporta infatti più possibilità di attivare i progetti europei, per un cifra che il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha stimato in 12 miliardi. E poi c'è il bonus della minore spesa per interessi: la solidità dei conti potrebbe stabilizzare agli attuali tassi i titoli del Tesoro, con un beneficio - però già scontato - in termini di minore spesa pari a circa 2-3 miliardi rispetto alle previsioni. Ma i vantaggi finiscono qui: da Bruxelles non arriveranno soldi per l'Imu, per l'Iva, per tutti gli altri programmi «popolari» desiderati dai partiti della maggioranza. La prova di questa situazione di ristrettezza è la fatica estrema che il governo sta facendo per reperire i pochi milioni che servono a prorogare il bonus del 55% per l'efficienza energetica e quello del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Oggi un altro incontro tra Letta, Saccomanni e Zanonato - dopo l'esame preliminare nell'ultima riunione di governo - ma ancora non è affatto detto che al Consiglio dei Ministri di venerdì il decreto sarà varato. Nella colazione con i leader di Cgil-Cisl-Uil sempre Letta ha illustrato una futura «alleanza strategica» con le parti sociali sul lavoro. La prospettiva è quella di medio-lungo periodo, con il premier a garantire una disponibilità all'ascolto e al confronto che Camusso, Bonanni e Angeletti non ascoltavano da molto tempo, e che certamente hanno apprezzato. Nel breve periodo, intanto, c'è da gestire il caso Ilva, che preoccupa moltissimo il premier. Dopo questo, c'è la promessa di coinvolgere in sindacati nella discussione delle modifiche alla riforma Fornero sul lavoro e le pensioni. 12 miliardi La cifra raggiungibile attivando nuovi fondi europei grazie alla fine dell'infrazione Ue miliardi Il risparmio realizzabile sulla spesa per interessi sul debito se lo spread resterà sui livelli attuali 500 milioni Le risorse necessarie per prolungare il bonus per efficienza energetica e ristrutturazioni edilizie

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

80

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

«Scatto» da 2 miliardi


28/05/2013

La Stampa - Ed. nazionale

Pag. 1

(diffusione:309253, tiratura:418328)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

81

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Foto: Il tavolo Il presidente del Consiglio Enrico Letta (al centro della foto) alla riunione di ieri della Conferenza Stato-Regioni


28/05/2013

La Stampa - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:309253, tiratura:418328)

Giovannini tratta con l'Ue Dal piano giovani 600 milioni Il ministro dal collega Andor: va attivato in tempi stretti IL LAVORO «Il nostro governo crede nella contrattazione decentrata per spingere la competitività» MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Fra i giovani diplomati e laureati italiani che cercano un posto e lo schema di garanzia europeo che, dal gennaio 2014, dovrebbe trovar loro un impiego entro quattro mesi dalla fine degli studi, c'è di mezzo un risoluto riassetto della macchina amministrativa nazionale. Lo Youth Guarantee Scheme è «una cornice importante», concede il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, in visita a Bruxelles per incontrare l'omologo della Commissione Ue, László Andor. Lo è perché potrebbe portare nella penisola qualcosa come 400-600 milioni e «va rapidamente attivato per evitare di perdere capitale umano». Il problema, nota però l'ex presidente dell'Istat, «è la debolezza dei servizi all'impiego, che non sono a livello adeguato per gestire grandi masse di fondi». A Roma dovranno rimboccarsi le maniche visto che il tempo stringe. Lo schema di garanzia è stato approvato dai Ventisette in primavera e, nella sua lettera di sabato ai leader Ue sulla disoccupazione giovane il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, ha invitato le capitali a impegnarsi per un pieno decollo dell'iniziativa da gennaio a vantaggio dei giovani. Fonti della Commissione sottolineano che tocca ai singoli paesi predisporre i meccanismi per coordinare l'investimento dei 6 miliardi messi in bilancio da Bruxelles. Servono a scavare un impiego, o a pagare un'ulteriore formazione che faccia da ponte fra la scuola e l'unverso degli occupati, nello spazio di 120 giorni dal primo tentativo. In Austria e Finlandia è una formula che funziona da tempo. Giovannini avverte che prima di stabilire quanto l'Italia potrà investire, bisogna badare al come. «Non sono cose che si fanno in una notte», confessa. A suo avviso sarebbe meglio concentrare l'impegno nella fase iniziale del settennato indicato dall'Ue, perché «pensare di poter spalmare l'azione e avere dei risultati è una illusione». I piani senza capacità di spesa come successo coi fondi strutturali, aggiunge, provocano ritardi. Oltretutto, l'autorità di spesa è condivisa fra amministrazione centrale e regioni. «Meglio essere sicuri che sia fattibile - nota il ministro - prima di andare a guardare le cifre». Non vede male l'ipotesi di un maggior ricorso al confinamento della Bei, la Banca europea per gli investimenti, e non potrebbe essere altrimenti. L'idea circola come possibile proposta congiunta franco-tedesca. Vi si potrebbe attingere per lo schema di garanzia? La risposta è «si e no». Secondo Giovannini non «si deve pensare al lavoro dipendente come alla soluzione di tutti i mali, sarebbe un errore intellettuale». Occorre ragionare «anche su incentivi per le imprese, anche piccolissime», quindi valutare dove sia meglio far confluire i denari. La sfida è combinare la programmazione con le riforme. L'Italia, ha riconosciuto il ministro del Welfare, ha margini di spesa limitati, anche se la probabile uscita dalla procedura di deficit eccessivo attesa per domani in Commissione Ue, libererà risorse importanti, da 7 a 12 miliardi. Giovannini guarda avanti e vede un grande dibattito «sulle eventuali modifiche al Piano di riforme nazionali» che si vuole in giugno, poi rammenta che «questo governo crede profondamente nella contrattazione decentrata con un legame più stretto fra salari e la competitività, cosa su cui Bruxelles è d'accordo». Il che magari non vuol dire stravolgere l'operato della Fornero. «Attenzione a non attribuire alle riforme effetti che derivano in parte non trascurabile dalla crisi», spiega Giovannini. Gli alibi, in effetti, servono a poco. Ha detto La criticità I servizi per l'impiego non sono pronti a gestire grandi masse di fondi La legge Fornero Attenzione ad attribuire alle riforme effetti che derivano dalla recessione Enrico Giovannini

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

82

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

il caso


28/05/2013

La Stampa - Ed. nazionale

Pag. 27

(diffusione:309253, tiratura:418328)

Elettricità, in Italia il rincaro è doppio In un anno la bolletta fa +11,2% mentre la media dell'Eurozona è +6,1%. Pesano gli incentivi al fotovoltaico Il garante Bortoni: «Abbiamo cominciato a risolvere i problemi Tagli già quest'anno» L'istituto Rse: ma fino al 2016 i contributi al solare aumenteranno superando 12 miliardi LUIGI GRASSIA Gli incentivi alle fonti rinnovabili, almeno nella maniera in cui sono stati interpretati da noi, hanno condannato gli italiani a bollette della luce pesantissime, cresciute quasi il doppio rispetto alla media europea tra il 2011 e il 2012. Lo dicono i dati Eurostat (l'istituto di statistica dell'Ue). Il grande errore dell'Italia è stato puntare quasi tutto sul fotovoltaico con un eccesso di incentivi. Gli altri Paesi hanno fatto scelte meno ideologiche e più sensate, inseguendo le energie verdi ma anche un mix equilibrato con le altre fonti. Secondo gli esperti di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) adesso in Italia non si può fare retromarcia ma bisogna puntare su più ricerca, inseguendo «un'integrazione più intelligente delle rinnovabili nel sistema elettrico senza sprechi e costi aggiuntivi». I numeri di Eurostat dicono che nel secondo semestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011 l'energia elettrica è rincarata del 6,1% nell'Eurozona (cioè nei 17 Paesi dell'euro) e del 6,6% nell'insieme dell'Ue a 27 Paesi. Ma il rincaro non è stato uguale per tutti, sugli italiani la stangata è risultata quasi doppia: +11,2%. Quanto al prezzo del metano, è aumentato del 10,3% nella media dell'Ue e del 10,6% in Italia. Quindi nel gas siamo quasi in linea, ma per principio paghiamo comunque qualcosa di più. Gli aumenti più significativi nelle bollette italiane dell'energia elettrica si registrano sotto la voce «oneri generali», un unico calderone in cui vanno a finire tutti i costi non strettamente legati alla produzione di energia, come quelli relativi alla ricerca e allo smantellamento dei vecchi siti nucleari ma, soprattutto, agli incentivi per le rinnovabili. «Stiamo pagando una politica passata di incentivi molto generosi, come quella che ha favorito il boom del fotovoltaico con tariffe incentivanti tra le più alte al mondo erogate per 20 anni» spiega Michele Benini di Rse. «Il peso si sentirà anche nei prossimi anni e il picco sarà raggiunto nel 2016, con un costo annuo di oltre 12 miliardi di euro». Anche secondo il presidente dell'Autorità per l'energia e il gas Guido Bortoni, intervistato da Radio24, «c'è stato un aumento abnorme degli oneri generali di sistema», però «stiamo scollinando, non dico che vediamo la luce, ma vediamo la sommità del monte di questi oneri». Qualche risultato si è già visto nel 2013: «Quest'anno nell'elettricità abbiamo avuto già due diminuzioni, -1,4% a gennaio e -1% ad aprile. Le tariffe stanno andando giù». Bortoni fa notare che va meglio anche per il gas: «C'è un trend su base annua del -7%. Le riforme pagano». L'associazione Coldiretti apprezza questi risultati ma dice che non bastano. «Il divario con gli altri Paesi rimane anche nel 2013, nonostante il calo delle tariffe». L'organizzazione di agricoltori sottolinea che «la decisione positiva di tagliare le bollette è avvenuta dopo che, nell'insieme del 2012, i prezzi dei beni non regolamentati come l'energia elettrica e il gas naturale hanno subito un rincaro record del 13,4%, più del doppio del 2011 quando l'aumento è stato del 6,3%. Il risultato è che per effetto dei rincari delle bollette, la spesa per energia elettrica, combustibili e trasporti delle famiglie italiane nel 2012 ha superato quella per gli alimentari e le bevande». Secondo le associazioni Adusbef e Federconsumatori «le bollette della luce (550 euro per 3.000 Kw/h all'anno) e del gas (1.250 euro per 1.400 metri cubi all'anno) si mangiano circa il 10% del reddito di una famiglia media italiana». Gli aumenti Prezzo medio per le famiglie (100 KWh, tasse incluse) nella seconda metà del 2012 Fonte: Eurostat

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

83

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

EUROSTAT: LE TARIFFE DELLA PENISOLA SONO TRA LE PIÙ ALTE IN EUROPA. I CONSUMATORI: L'ENERGIA È SALITA AL 10% DELLE SPESE COMPLESSIVE DELLE FAMIGLIE


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 9

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Et.Co. I TAGLI R O M A Si vanno precisando i dettagli del disegno di legge sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti annunciato alla fine della scorsa settimana dal premier Enrico Letta. Il ddl - che, se non sarà approvato entro l'estate si trasformerà in un decreto legge - sarà definito in un paio di vertici preparatori tra il premier, Quagliariello e Franceschini e sarà varato in via definita nel Consiglio dei ministri che si terrà venerdì prossimo. Il ddl farà perno su erogazioni liberali dei privati deducibili fiscalmente e mai anonime che non potranno superare una cifra prestabilita (oscillante tra i 5 mila e i 10 mila euro) e che dovranno sottostare anche a un secondo limite, quello del numero di donazioni che si potranno effettuare in un anno (70 mila euro). IL TESTO Tre saranno i capitoli in cui si arti-colerà il ddl. Il primo sui rimborsi elettorali: saranno legati alle spese elettorali realmente certificate nelle campagne elettorali ed avranno, dunque, dei "tetti"; dovranno prevedere in modo stringente cosa è rimborsabile e cosa no. L'ipotesi è di passare dagli attuali due euro a voto a 50 centesimi a voto. Il secondo capitolo riguarderà le detrazioni che dovranno essere «eque», chiarisce il ministro alle Riforme Gaetano Quagliariello, senza cioè «forme di convenienza a finanziare i partiti». Da questo punto di vista sempre Quagliariello fa notare che «il 90% di detrazione (previsto in alcune proposte di legge come quella Capaldo, ndr.) sarebbe sbagliato tecnicamente: il vantaggio di chi versa sarebbe eccessivo e dettato dalla convenienza». La soglia più probabile di detrazione sarà fissata al 50%. Allo studio c'è il meccanismo dell'1xmille, ma sempre con la volontà esplicita di darlo alle forze politiche. Terzo e ultimo punto, lo Stato dovrà, non erogando più denaro, garantire una serie di servizi ai partiti: spazi autogestiti nell'informazione, affitto di sedi per congressi e convegni, esenzioni per spese postali e affissioni. In ogni caso, la Ragioneria dello Stato è al lavoro sui criteri e le soglie di deducibilità e detraibilità mentre ancora aperto è il capitolo dei controlli (saranno affidati alle Camere o alla Corte dei Conti?). E' sicuro che i bilanci dei partiti dovranno essere trasparenti e sottoposti a controlli (e sanzioni) non casuali ma occhiuti. Vi sarà, infine, una fase di transizione, probabilmente di tre anni, in cui il taglio al finanziamento pubblico dei partiti sarà prima del 50%, poi del 75%, infine del 100%, abbattendo gli attuali 91 milioni di rimborsi. Nel frattempo, anche la Camera fa la sua parte. Si chiama, infatti, "spese e trasparenza" la nuova sezione del sito internet di Montecitorio dove i cittadini potranno consultare tutte le «Misure per la riduzione delle spese» prese in questi mesi. I tagli più recenti riguardano 8,5 milioni di euro divisi in due voci: interventi sulle attribuzioni dei deputati titolari di cariche interne (-5,5 milioni) e interventi sui contributo ai gruppi (-3,3 milioni). © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

84

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Rimborsi ai partiti ridotti a un quarto Camera, conti on line


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 11

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Il Pdl non arretra sulla prima abitazione e il Pd insiste per salvaguardare i consumi Fumata nera al vertice tra Saccomanni, Zanonato e Lupi. In forse il decreto venerdì ALL'ECONOMIA CORSA CONTRO IL TEMPO: SERVONO 190 MILIONI PER PROROGARE LE AGEVOLAZIONI Barbara Corrao LA MANOVRA R O M A È un rebus sempre più intricato. La caccia alla copertura finanziaria per prolungare al 31 dicembre le detrazioni fiscali sull'efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie (rispettivamente, al 55 e 50 per cento) non è ancora finita e il vertice di ieri a palazzo Chigi si è concluso con una nuova fumata nera. La quadratura del cerchio non è stata trovata tanto che il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi che spinge per un ampliamento del bonus sull'edilizia, ha dovuto essere prudente: «Speriamo di portare la questione al Consiglio dei ministri di venerdì e di andare verso una proroga». La certezza, quindi, ancora non c'è. Così come non c'è sulle risorse necessarie per abolire l'Imu per la prima casa e per evitare l'aumento dell'Iva a luglio. C'è invece, questo è certo, la volontà politica di prorogare i bonus che vengono considerati anche da Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo, e da Fabrizio Saccomanni, ministro dell'Economia, una misura prioritaria. Costa relativamente poco e dà ottimi risultati: 3,3 miliardi di opere realizzate nel 2011 solo per l'efficienza energetica con detrazioni per 1,9 miliardi da spalmare su 10 anni, cioè 190 milioni l'anno (che si sommano, naturalmente a quelli degli anni precedenti), bilanciate dall'incremento dell'Iva emersa. Per questa seconda metà del 2013, si parla di circa 190 milioni complessivi da reperire, 81 per l'efficienza energetica e 110 per l'edilizia. Altre cifre circolate, parlano di 100 e 200-300 milioni, alzando il totale finale a quota 500 milioni. SOGLIE E VOCI La verità è che si sta ragionando sui tetti e sulle voci da ammettere alle detrazioni. «Si potrebbe valutare se non sia il caso di riportare il tetto delle ristrutturazioni da 96.000 a 48.000 euro com'era all'origine. In questo modo - osserva Marco Causi, economista e deputato del Pd si potrebbe prolungare il bonus del 50% per un anno e non solo per sei mesi. Spetta al governo scegliere la soluzione migliore ma qualunque ipotesi che punti ad allargare la platea mantenendo soglie non troppo elevate ci trova d'accordo». Confindustria, invece, chiede di portare dal 50 al 70% la detrazione per rilanciare l'edilizia. E il ministro Lupi vorrebbe ampliare le detrazioni estendendole anche ai lavori per la messa in regola sulle norme antisismiche oltre che ad alcuni beni (per esempio, mobili cucina) che agevolino le coppie giovani. Zanonato realisticamente punta a contenere la spesa, evitando ogni sovrapposizione con il Conto termico (quindi per esempio, esclude dal 55% le pompe di calore). Saccomanni e le prime linee dell'Economia si scervellano per trovare le coperture necessarie e nonostante l'invito alla moderazione delle richieste, non sono riusciti a trovare l'equazione vincente. I PEZZI DA NOVANTA Ben più complessa e lontana nei tempi, la questione dell'Imu e dell'Iva. Qui il problema è politico: con il Pdl che non cede sull'abolizione ampia dell'Imu (costo 4,8 miliardi) e il Pd che insiste sulla necessità di salvare commercio e consumi dall'aumento dell'Iva al 22% (costo 2 miliardi). Esentare l'80% delle famiglie dal pagamento dell'Imu consentirebbe di trovare la copertura per evitare l'Iva, sostengono i democrat di Guglielmo Epifani. Nessuno scambio Imu-Iva, risponde Silvio Berlusconi da palazzo Grazioli. Per ora non si registrano passi avanti e a Palazzo Chigi Enrico Letta aspetta la chiusura della procedura Ue sul deficit eccessivo sapendo che la maggiore flessibilità di spesa che concederà l'Europa, impatterà sul 2014. Prima la coperta è stretta. Foto: Il ministro Flavio Zanonato

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

85

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Bonus casa, rebus coperture Su Imu e Iva battaglia politica


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 19

(diffusione:210842, tiratura:295190)

In caduta i derivati nelle banche italiane RETROMARCIA R O M A In calo del 4%, nel secondo semestre 2012, il valore nozionale dei derivati finanziari Otc (fuori mercato) delle prime sei banche italiane, rappresentanti il 90% delle operazioni condotte da gruppi nazionali. In cifre, la riduzione si misura tra i 9.830 miliardi di dollari di fine giugno con i 9.423 miliardi di fine dicembre. È quanto rileva la Banca d'Italia nel consueto sondaggio per iniziativa del comitato sul sistema finanziario globale presso la Bri di Basilea. Via Nazionale sottolinea tra l'altro (non è la prima volta) come il valore nozionale dei contratti in essere presso le banche italiane rappresenti una quota assai modesta dell'intero campione dei paesi che partecipano all'indagine (si tratta in pratica dell'1,4% del totale in circolazione in tutto il mondo). Il valore lordo di mercato positivo è superiore a quello negativo (260,5 miliardi contro 254,5 miliardi di dollari). A loro volta i contratti su tassi di interesse (il 63% del totale) sono scesi da 8.660 a 8.264 miliardi. Per quanto riguarda l'ammontare totale dei Cds, il valore nozionale è diminuito del 12% mentre quello dei Cds venduti per protezione del 15% circa, collocandosi rispettivamente a 314,6 e 313,5 miliardi di dollari. Nei paesi del G10 la riduzione si è fermata al 7%.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

86

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

economia


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 22

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Sulla trasparenza si gioca la sfida per l'innovazione Con l'agenda digitale si possono risparmiare 70 miliardi all'anno IL NUOVO MOTTO PER L'ITALIA DOVRA' ESSERE: "FARE DI PIÙ CON MENO" FOCUS SUI FONDI UE PER LA COESIONE Francesca Filippi R O M A La pubblica amministrazione ha "bruciato", nel 2011, 426 miliardi contro i 429 del 2010 (ultimi dati consolidati). Un risparmio quasi trascurabile, che potrebbe tuttavia trovare il punto di svolta nella digitalizzazione, miraggio inseguito ma ancora lontano. Passare dalla carta al digitale resta dunque la prima, rivoluzionaria misura per limitare i costi della PA. Un processo che comporta, specie nelle prime fasi, investimenti elevati in hardware, software e formazione, che diminuiranno progressivamente bilanciati dai risparmi su carta e stampa. In qualsiasi azienda un addetto spende in media 25 ore per ricostruire un documento cartaceo perso, uno spreco enorme di tempo e di energie. E allora: "Do more with less", fare di più con meno, è il motto della nuova PA disegnata dall'Agenda digitale. «Una corretta politica di archiviazione digitale e trattamento dei dati personali», afferma Andrea Lisi, presidente di Ancor, Associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale, «potrebbe far risparmiare alle casse dello Stato circa 70 miliardi di euro all'anno». Innovazione all'insegna del digitale, efficienza e trasparenza nella pubblica amministrazione sono i temi al centro del Forum PA, da oggi al Palazzo dei Congressi all'Eur (fino al 30 maggio, ingresso libero dalle 9 alle 18, per info www.forumpa.it). Un importante punto di incontro e riflessione alla sua 24^ edizione, quest'anno nel segno della trasparenza e della semplificazione, che si apre stamattina con il convegno "Quale PA per quale Paese" alla presenza dei ministri Gianpiero D'Alia (pubblica amministrazione), Enrico Giovannini (lavoro) e Flavio Zanonato (sviluppo economico). Giovedì parteciperà anche il ministro Graziano Delrio (affari regionali) al dibattito "The future of Government: quale amministrazione per l'Italia del 2020". Il forum ha per tema generale "Il Paese alla sfida della trasparenza". «E' la nuova frontiera per noi», dice Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum PA, «perché la trasparenza è l'obiettivo principale dell'innovazione tecnologica, taglia alla base la corruzione, permette di conoscere il costo di un'unità operativa, di valutare i benefici e valorizzare il merito». Al Forum, in collaborazione con Formez PA, uno spazio particolare sulla trasparenza sarà dedicato al tema "Verso l'Europa 2020, la programmazione 2014-2020 nelle politiche di coesione". «Ci si confronterà sulle procedure di utilizzo dei 29,6 miliardi di euro dei fondi comunitari destinati all'Italia», spiega Giulio Aimeri, responsabile internazionalizzazione Forum PA, «per infrastrutture, sostegno alle imprese, al turismo e all'agricoltura nei prossimi 7 anni. Precise risposte alla Ue dovremo darle in merito ai tempi di utilizzo dei fondi, ai risultati e alle traiettorie di sviluppo. Significativa la presenza del commissario europeo per le politiche regionali, Jhoannes Hahn, e del ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

87

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Dossier Forum PA


28/05/2013

Il Messaggero - Ed. nazionale

Pag. 23

(diffusione:210842, tiratura:295190)

Mobilità, energia e salute: così le città diventano Smart IN PALIO MEZZO MILIARDO DEL BANDO DI GARA E NUOVI INVESTIMENTI PER L'ITALIA DEL FUTURO PREVISTO UN TAGLIO DI SPESA DI 15 MLD CON LA SANITA' ICT Michele Di Branco R O M A Per dare l'idea di un fenomeno in espansione in tutto il mondo, Abi research prevede che i governi disseminati sul pianeta, tra il 2010 e il 2016, investiranno 116 miliardi di dollari, mentre in Italia (secondo una stima Netics) saranno 4,45 miliardi dal 2013 al 2015. Rendere le città "intelligenti" è la sfida di un futuro che è già presente. E il nostro Paese non si tira certo indietro. Il concetto base per capire l'idea di Smart City è che l'Europa punta a utilizzare la tecnologia per migliorare la vita dei cittadini partendo dai problemi più urgenti: l'invecchiamento della popolazione, il sovraffollamento delle città, l'emergenza ambientale, la crisi delle energie non rinnovabili, gli alti costi delle pubbliche amministrazioni. Ed è per questo che progetti per Smart Cities si occupano prevalentemente di energia, infomobilità, e-government, tele-assistenza e telemedicina. La novità più interessante, per l'Italia, è che nel 2012 è arrivato il primo bando nazionale dedicato alle Smart Cities: un progetto complessivo da 665 milioni di euro articolato in quattro passaggi distinti. Il primo che si è concluso (gestito dal Miur ) è quello per "Smart Cities & Communities", rivolto alle sole regioni meridionali (200 milioni di euro). Spulciando tra i progetti vincitori di questo primo bando trovano posto progetti di telemedicina e teleassistenza per il controllo remoto di malati cronici, utilizzando anche nano-bio-tecnologie e dispositivi fotonici in fibra ottica. Ma spiccano anche le smart grid: infrastrutture software in grado di integrare e gestire dati provenienti dalle reti interconnesse di elettricità, acqua e gas. Quanto alla sicurezza del territorio, si parla di sistemi interoperabili per monitorare le situazioni di rischio e fare una valutazione dei danni dopo un terremoto. Altri progetti mirano a rinnovare l'istruzione tramite tablet-eReader con software non proprietario e nuovi format didattici erogati via cloud. In linea generale, secondo la gran parte degli esperti, è quello sanitario il settore nel quale le smart cities possono sprigionare il massimo del loro potenziale. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, ad esempio, impiegando le soluzioni Ict negli ambiti chiave della sanità le strutture potrebbero risparmiare circa 6,8 miliardi di euro l'anno e i cittadini potrebbero avere meno spese per 7,6 miliardi con un vantaggio complessivo annuo di quasi 15 miliardi di euro. In particolare, 3 miliardi di risparmi arriverebbero grazie alle tecnologie a supporto della medicina e dell'assistenza domiciliare e, quindi, alla deospedalizzazione di pazienti cronici. E altri 1,3 miliardi deriverebbero dall'introduzione della cartella clinica elettronica. A questo proposito, un gruppo di progetti riferiti alla sigla "Smart Health" sviluppano ricerche sui principali temi della sanità 2.0. L'obiettivo è costruire un'infrastruttura tecnologica innovativa con nuovi modelli di intervento a tutela della salute e del benessere dei cittadini. Si parte dall'area "pre-clinica" (benessere, stili di vita e prevenzione), per continuare con la gestione delle emergenze e delle acuzie (diagnosi mediante sensori innovativi, ottimizzazione dei percorsi sanitari) fino alla deospedalizzazione, all'home caring e ai servizi di telemedicina. C'è da ricordare che molto, comunque, è stato fatto in questi anni. Una ricerca effettuata per conto di Siemens da Cittalia ha analizzato un gruppo di 54 città italiane con più di 90mila abitanti. Scopo: individuare le best practice nel campo delle Smart cities. Gli indicatori comprendevano: acqua, aria, rifiuti, verde urbano, energia, sanità, mobilità, logistica, patrimonio immobiliare e qualità di vita. Quattro le città ideali, tutte del nord: Bergamo, Brescia, Padova e Trento. Registrano un tasso di qualità della vita molto elevato, sopra la media. Nel campo del benessere (comprensivo di sanità e patrimonio) colpisce la presenza di Napoli, mentre nella mobilità dominano le città metropolitane (Roma, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Venezia).

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

88

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

dossier forum PA


28/05/2013

Il Giornale - Ed. nazionale

Pag. 21

(diffusione:192677, tiratura:292798)

Paghiamo tasse per 162 giorni all'anno La pressione fiscale è la più alta nell'Ue. Per luce e gas aumenti record Sono ben 162 i giorni di lavoro «divorati dal fisco» in un anno in Italia. E come se ne bastasse, le famiglie italiane sono tra quelle che in Europa hanno avuto i maggiori rincari delle bollette di luce e gas. Tra il 2011 e il 2012, infatti, la bolletta della luce è rincarata dell'11,2%, uno dei maggiori aumenti registrati nella Ue, e del 10,6% per il gas. Mentre in Europa i prezzi dell'elettricità per le famiglie sono aumentati del 6,6% e quelli del gas del 10,3%. Peggio di noi, a livello di aumenti, hanno fatto solo Cipro (+21%) e la Grecia (+15%). A ruota del +11% fatto registrare dall'Italia ci sono l'Irlanda e il Portogallo (+10), Bulgaria, Spagna e Polonia (+9%). Mentre in Germania i prezzi sono aumentati del 5,7%, in Gran Bretagna del 3,9%. In Francia del 2%. Quanto alle tasse, il sospirato «Tax Freedom Day», cioè il giorno in cui, pagate le tasse si inizia a guadagnare per se stessi, nel 1990 scattava a maggio, mentre ora è scivolato, secondo uno studio di Confesercenti, al 12 giugno. «È impressionante - ha spiegato Confesercenti - l'avanzata delle tasse locali, frutto del federalismo. Comparando il nostro peso fiscale con gli altri Paesi emerge l'insostenibilità di quello italiano». In effetti la pressione fiscale è alta. E già nel 2012 ha segnato il livello record del 44%. Il problema è che nel 2013 è atteso un ulteriore aumento che la porterà al 44,4%. E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: le previsioni dicono infatti che la «maledizione» del 44% ci accompagnerà (decimo più, decimo meno) almeno fino al 2017. Il nostro Paese vanta un altro record negativo. Siamo infatti al primo posto in Europa nel «total tax rate» (somma delle imposte su lavoro, redditi d'impresa e consumi), con un 68,3%. Quasi il doppio rispetto a Spagna e Regno Unito e ben oltre la Germania (46,8%). Ovviamente siamo anche ai più alti livelli europei quanto a numero di ore di lavoro necessarie per adempiere agli obblighi fiscali: 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei Paesi nordici e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania. In compenso siamo in coda, fra i Paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica amministrazione, con un valore (0,4) pari a un quarto di quello misurato per Germania e Regno Unito. Sempre secondo lo studio di Confesercenti, nella «vorace» crescita della tassazione, un ruolo nuovo e certamente non secondario è stato rivestito dalla finanza locale. All'ombra del federalismo, si sono registrate abnormi impennate del prelievo. Per fronteggiarle, il cittadino medio ha dovuto impegnare una quota crescente dei frutti del proprio lavoro. Se nel 1990 le imposte locali assorbivano l'equivalente di meno di 8 giorni di lavoro annuale, nel 2002 l'impegno risultava triplicato e nel 2013 finirà per toccare i 26 giorni: una crescita, insomma, di quasi il 250% in poco più di venti anni. SEMPRE PIÙ IN ALTO 11,2% La bolletta della luce dal 2011 al 2012 è cresciuta dell'11,2%. Peggio di noi hanno fatto solo Cipro e la Grecia 68,3% È la pressione fiscale in Italia tenendo conto di quella diretta, ossia le tasse e di quella indiretta dai consumi Foto: DATI DI FATTO Marco Venturi, presidente di Confesercenti [Ansa]

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

89

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Primati Studio Confesercenti


28/05/2013

Il Giornale - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:192677, tiratura:292798)

Letta ferma l'assalto al tesoretto Ue Il premier frena dopo lo sblocco di 10 miliardi: «Disponibili solo dal 2014». Ma per l'occupazione arrivano 500 milioni TICKET SANITARI Il governo sta tentando di evitare nuovi aumenti per l'anno prossimo CUNEO FISCALE Per la riduzione del costo del lavoro si dovrà aspettare dicembre Antonio Signorini Roma Misure per l'occupazione giovanile a partire da giugno, rinvio dei ticket e coperture per gli sgravi fiscali per le ristrutturazioni edilizie, ecologiche e non. Il governo seleziona i prossimi passi di politica economica. Mette i paletti sull'anno in corso, escludendo ogni spesa extra. Ma mette le mani avanti e respinge preventivamente l'assalto al presunto «tesoretto» che si libererà dal prossimo anno con la fine della procedura di infrazione per deficit eccessivo, che l'Ue ufficializzerà domani. Il premier Enrico Letta, incontrando le Regioni, si è sentito in dovere di precisare che il via libera di Bruxelles è una «buona notizia», ma che le risorse saranno disponibili «solo dal 2014». E dovranno essere utilizzate per un numero limitato di misure, concordate con Bruxelles. Tra queste c'è l'occupazione giovanile. Alle Regioni il premier ha spiegato che già a giugno l'Italia cercherà di anticipare l'entrata in vigore del pacchetto per la lotta alla disoccupazione giovanile. Un primo assaggio che vale circa 500 milioni di euro. Per la riduzione del cuneo fiscale, cioè del costo del lavoro, così come chiedono le imprese, occorrerà aspettare dicembre. Si tratta di misure in deficit, che sono possibili solo perché la Commissione europea ha deciso di fare uscire l'Italia dalla procedura di infrazione. Il via libera di Bruxelles vale mezzo punto di deficit, cioè 7-8 miliardi di euro, se si resterà dentro la soglia del 2,3%. Cioè con mezzo punto percentuale di deficit in più rispetto a quello previsto a legislazione vigente. Ma si potrebbe anche aprire la possibilità di andare oltre e arrivare fino al 2,9% come è successo nel 2009 e questo permetterebbe l'Italia di avere ulteriori margini di spesa, sopra i 10 miliardi di euro. Tutto dipende da Bruxelles, ma anche dalle elezioni tedesche che si terranno in settembre. E, in ogni caso, l'Italia dovrà negoziare tutto con la Commissione europea. Tra le misure del 2014 già messe in cantiere e da finanziare (non in deficit) c'è la sterilizzazione dell'aumento dei ticket sanitari, prevista per il primo gennaio. Il premier ne ha parlato ieri con i rappresentanti delle Regioni confermando che sta cercando di evitare il nuovo salasso per gli italiani. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin stanno lavorando per evitare l'entrata in vigore di nuovi ticket, che vale circa due miliardi di euro. Risorse che saranno trovate partendo da risparmi di spesa. Il mancato aumento dei ticket sulla diagnostica e sui medicinali, quindi, non comprometterà la conferma dell'esclusione dell'Imu dalla prima casa, come sostenevano ieri alcuni esponenti del Pd. Imu e Iva sono per le principali preoccupazioni del governo. Per quanto riguarda l'Imu, il ministero lavora per confermare e rendere stabile l'esenzione prevista dal rinvio della rata di giugno. Per l'Iva si profila invece il rinvio dell'aumento dal 22 al 23% per tutta l'estate in attesa della legge di stabilità. Ancora appeso il destino delle ristrutturazioni. Ieri dagli stati generali delle Costruzioni è arrivato un appello a Letta affinché il governo salvi il settore che «sta vivendo la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. In 5 anni gli investimenti sono diminuiti del 38%, ai livelli di 40 anni fa. Dall'inizio della crisi le costruzioni hanno perso 360mila posti di lavoro». La conferma degli sgravi del 55% per gli interventi ecocompatibili e quelli per le ristrutturazioni al 50% costano in totale circa 300-400 milioni di euro. Poco rispetto ad altre poste di bilancio, ma la spesa per l'anno in corso deve essere coperta. Il ministro Zanonato vuole portare almeno l'ecobonus al prossimo consiglio dei ministri, mentre il ministro dell'Economia spinge per un rinvio a giugno. DIVORATI DALLE TASSE GIORNI DI LAVORO NECESSARI PER PAGARE TUTTE LE TASSE Giorni di lavoro annui GIORNI DI LAVORO DESTINATI A PAGARE LE IMPOSTE LOCALI Giorni di lavoro annui L'EUROPA E LE TASSE: QUANTI GIORNI DI LAVORO PER PAGARLE? Giorni di lavoro annui assorbiti dalle tasse (2011) Fonte: Elaborazione su dati Confesercenti

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

90

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

LE MISURE ANTI CRISI


28/05/2013

Il Giornale - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:192677, tiratura:292798) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Foto: PREMIER Il presidente del Consiglio Enrico Letta [Ansa]

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

91


28/05/2013

Il Giornale - Ed. nazionale

Pag. 13

(diffusione:192677, tiratura:292798)

«Conti in ordine, ma l'Italia deve stare attenta» Il vicepresidente Ue Tajani spiega l'Europa agli studenti: «Ora toccherà alla crescita» Fabrizio de Feo nostro inviato a Ventotene Un «traghetto europeo» che trasporta 525 ragazzi dei licei della provincia di Latina. E un luogo simbolo come Ventotene, culla dell'ideale comunitario e del Manifesto per un'Europa federale di Altiero Spinelli. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario all'Industria e all'imprenditoria, per un giorno si presta a una sorta di «uno contro tutti», mettendosi di fronte a una nutrita platea di studenti delle superiori per rispondere al fuoco di fila delle loro domande nell'Anno europeo dei cittadini. Un'occasione per provare a spiegare il valore, il retaggio e l'eredità delle istituzioni europee democratiche forgiate dai padri fondatori. Ma anche per commentare l'attualità e le sfide del presente. Su tutte la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo e il ritorno dell'Italia nel girone dei virtuosi. «Possiamo dire che il tempo volge al bello. Ma questo non significa che l'Italia può fare come vuole. Diciamo che l'Italia ha fatto gli scritti, ora deve fare gli orali, riattivando meccanismi di crescita. E deve fare presto perché quelli che potremmo chiamare meccanismi attenuanti dall'inizio del 2015, con l'entrata in vigore del fiscal compact perderanno vigore». Su meriti e responsabilità del risultato conseguito e sulla fine del periodo di «castigo», Tajani offre una chiave di lettura che esula dalle tradizionali assegnazioni di meriti in chiave puramente politica. «Sicuramente la chiusura della procedura di deficit è il risultato del lavoro di più governi. Ma è soprattutto frutto dei sacrifici degli italiani che hanno tirato la cinghia e sopportato molti dolori in questi anni. Di certo da adesso in poi si dovrà cercare di procedere al risanamento non attraverso un inasprimento della pressione fiscale ma attraverso la diminuzione della spesa pubblica». A questo punto l'Europa «si aspetta lo sblocco dei pagamenti dei 40 miliardi di debito della pubblica amministrazione verso le nostre imprese». Ma c'è un altro punto su cui il governo italiano si prepara a battagliare nel prossimo Consiglio europeo di giugno: quello dell'occupazione giovanile, e in particolare la possibilità di fare accettare a Bruxelles gli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato in quanto coerenti con una strategia per la crescita. Una richiesta sulla quale Tajani si professa ottimista. «C'è già il sostanziale via libera dei tedeschi allo sblocco di circa 6 miliardi per l'occupazione giovanile. Credo ci sia terreno fertile per una convergenza ampia per misure che realmente diano respiro all'economia, anche perché non dobbiamo dimenticare che il 60% delle esportazioni tedesche sono dirette verso l'Europa». C'è un altro tema caldo che sta a cuore al vicepresidente della Commissione in questo passaggio storico così delicato per le nostre imprese: quello dell'Ilva. «Il prossimo 11 giugno presenteremo il Piano d'azione europeo sull'acciaio. Chiedo che prima di prendere qualsiasi decisione irrevocabile sull'Ilva si attenda il piano della Commissione. Sono a disposizione per scongiurare qualsiasi ipotesi di chiusura degli impianti. E anche per allontanare la possibilità che l'azienda venga acquisita da soggetti extraUe. E mi auguro che lo stesso avvenga per le Acciaierie di Terni, con la formazione di una cordata europea, sempre nell'ottica di evitare che l'Europa perda i suoi grandi asset industriali. Perché, non dimentichiamocelo, l'Europa è nata da lì, dalla Ceca, dalla Comunità del carbone e dell'acciaio. E rinunciare alle nostre origini vorrebbe dire rinunciare alle fondamenta del nostro sistema manifatturiero». Foto: L'ANNUNCIO Nell'incontro con 525 ragazzi dei licei di Latina Antonio Tajani ha annunciato l'ok tedesco allo sblocco di 6 miliardi Ue per l'occupazione giovanile

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

92

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

La visita In traghetto con i liceali a Ventotene


28/05/2013

Avvenire - Ed. nazionale

Pag. 19

(diffusione:105812, tiratura:151233)

L'efficacia del modello presume la crescita dell'economia, che non si è mai verificata, soprattutto negli ultimi anni La riforma Fornero impone di rivedere entro il 2015 i valori degli attuali coefficienti di trasformazione, per un maggiore controllo della spesa DI VITTORIO SPINELLI Tra gli spunti della politica per smorzare le rigidità della riforma Fornero è apparsa in questi giorni la facoltà di anticipare il pensionamento di vecchiaia. In vista della pensione, il lavoratori potrebbero lasciare il lavoro tre o quattro anni prima dell'età oggi richiesta, scontando però un taglio sulla rata mensile, proporzionale agli anni di anticipo. Sullo sfondo di questa e di altre analoghe operazioni permangono tuttavia i pesanti effetti del "contributivo", il sistema di calcolo delle pensioni basato sui versamenti del lavoratore, introdotto dal 1996 in sostituzione del "retributivo", che considera invece le retribuzioni degli ultimi anni di lavoro, rivalutate al costo della vita. Il "contributivo", in sostanza, intende assicurare che il costo complessivo della singola pensione, sostenuto dalla previdenza nel corso degli anni, corrisponda ai contributi versati, anche questi rivalutati non al costo della vita bensì all'andamento del Pil, il Prodotto interno lordo, degli ultimi cinque anni. I contributi e il Pil concorrono quindi in maniera decisiva sull'importo della rendita, attraverso i cosiddetti «coefficienti di trasformazione», diversi per età del lavoratore all'atto del pensionamento. L'efficacia del sistema presume che il Pil, quale espressione dell'economia nazionale, abbia un tranquillo andamento positivo, cosa che in realtà non si è mai verificata, particolarmente negli ultimi anni. La sua costante discesa ha già richiesto modifiche ai coefficienti di trasformazione. Già nel 2007 il coefficiente più favorevole (per l'età di 65 anni) è stato ridotto dell'8,41% (da 6,136 a 5,620 %). La riforma in corso lo ha ulteriormente abbassato del 3,30% (da 5,620 a 5,435 %). Nello stesso tempo ha esteso l'uso dei coefficienti fino all'età di 70 anni e ne ha imposto la revisione ogni tre anni. Nelle percentuali di riduzione dei coefficienti si rispecchia così la perdita di valore delle pensioni. In via surrettizia, un altro intervento sul sistema è avvenuto col rinvio obbligato della decorrenza della pensione, la "finestra mobile" ora abolita. Analoghi effetti operano i 3 mesi di "speranza di vita" che la riforma Fornero ha aggiunto al compimento dell'età pensionabile. Nelle attuali condizioni dell'economia, non è prevedibile l'andamento del Pil e il suo influsso sulle pensioni nel medio e lungo periodo. Ad oggi, si punta a un soddisfacente scenario di contenimento. La riforma Fornero impone infatti di rivedere entro il 2015 gli attuali valori dei coefficienti, per un controllo più stringente della spesa pensionistica. Per ora, appare impossibile rifondare il sistema dei coefficienti e la relativa influenza del Pil. La storia non cancella tuttavia le perplessità suscitate dai primi coefficienti, che videro la luce in maniera tanto frettolosa (ancora oggi non del tutto chiarita) da indurre Pietro Giarda, all'epoca sottosegretario al Ministero del lavoro, a denunciare apertamente la «violazione di alcune regole di equità» proprie del nuovo metodo di calcolo.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

93

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Quanto conta il Pil nel contributivo


28/05/2013

Libero - Ed. nazionale

Pag. 8

(diffusione:125215, tiratura:224026)

Se salta il bonus ristrutturazioni lo Stato ci perderà 17 miliardi Governo a caccia di 90 milioni per prolungare gli ecoincentivi fino a fine anno: un affare, visto che la crescita del gettito fiscale supera di molto le detrazioni ANTONIO CASTRO C'è tempo ancora fino a venerdì per rintracciare una manciata di milioni (meno di 90 secondo l'ultimo parere tecnico chiesto dal Tesoro), e arrivare così in Consiglio dei ministri con la copertura finanziaria necessaria a garantire la prosecuzione fino a fine dicembre degli ecobonus per chi si avventura nella riqualificazione strutturale e energetica degli immobili. Ieri mattina - dopo i tentativi di rifinanziamento annunciati e andati a vuoto nelle settimane scorse - si sono incontrati a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Enrico Letta con i ministri più direttamente coinvolti nella partita: quello dell'Eco nomia, Fabrizio Saccomanni, il collega dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, quello delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, dell'Ambiente Andrea Orlando e dei Rapporti con il Parlamento, Enrico Franceschini. Tema dell'incontro: dove troviamo i soldi per coprire e proseguire con i bonus fiscali fino a Natale? Il costo complessivo per le casse dello Stato è stimato in 1,9 miliardi da spalmare però nei prossimi 10 anni. Insomma, per i prossimi 6 mesi servono a copertura circa 90 milioni sempre che rimangano fisse le percentuali di sgravio accordate fin ad oggi. Si tratta di prorogare la detrazione fiscale del 55% per l'efficienza energetica negli edifici e degli sgravi del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Ma il nodo copertura - a cui stanno lavorando i tecnici dei ministeri - resta la nota dolente. «Speriamo di poter affrontare questo argomento già al Consiglio dei ministri di venerdì», ha auspicato il ministro delle Infrastrutture, «c'è la volontà da parte di tutti di andare verso una proroga degli incentivi», ha promesso Lupi intervenendo alla presentazione di Made Expo, «unico strumento per incentivare il settore delle costruzioni. Ormai c'è una sola priorità: creare le condizioni perché il Paese torni a crescere e per farlo occorre investire nella sua spina dorsale, l'impresa». La ricerca affannosa di risorse per garantire il bonus fiscale (magari un po' ridotto ma sempre appetibile), non è data da sentimenti di generosità quanto dall'effetto volano che la proroga dei bonus potrebbe avere sul settore dell'edilizia e anche sui conti dello Stato. Da mesi artigiani e imprese edilizie (oltre a tutte quelle dell'indotto: infissi, caldaie, materiali ecocompatibili) premono sul governo per sollecitare e ottenere il prolungamento dei vantaggi fiscali. La scorsa settimana la Confederazione nazionale dell'Artigiana to (Cna) ha diffuso uno studio realizzato dal Cresme dal quale emerge che negli ultimi anni proprio grazie agli ecobonus non solo l'erario non ci ha rimesso, ma anche guadagnato entrate per oltre 17 miliardi. Questo perché, al netto delle detrazioni ancora da inserire nelle prossime dichiarazioni dei redditi, considerando il mancato gettito fin qui sostenuto (pari a 31,7 miliardi), bisogna considerare le diverse entrate (Iva per lavori, materiali, spese tecniche; Ires per imprese e tecnici; Irpef e oneri sociali sulle attività dei lavoratori e dall'emersione in nero; ricadute sull'economia) pari a 49,5 miliardi. Insomma, al 2012 il saldo per lo Stato è attivo per circa 17 miliardi. E si capisce come mai a Palazzo Chigi ci si disperi tanto nel rintracciare presto una copertura finanziaria alla proroga degli ecoincentivi.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

94

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Venerdì la decisione dell'esecutivo


28/05/2013

Libero - Ed. nazionale

Pag. 9

(diffusione:125215, tiratura:224026)

Pagano solo i debiti del Sud. E il Nord si ribella In Meridione l'86% dei fondi per saldare gli arretrati della PA. Maroni, Zaia e Cota scrivono a Letta: lasciaci il 75% delle tasse SANDRO IACOMETTI Sale la tensione sulla questione settentrionale. Se il Nord è sull'orlo del baratro, i governatori vogliono che le tasse restino sul territorio. Dopo l'allarme lanciato in occasione dell'assemblea annuale dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sul rischio di tracollo della parte produttiva del Paese, i presidenti delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto scendono in campo per chiedere che almeno il 75% dei tributi versati dai cittadini non finisca nelle casse dello Stato centrale per essere poi destinato al finanziamento della spesa pubblica generale o redistribuito alle Regioni del Sud. Roberto Maroni, Luca Zaia e Roberto Cota hanno inviato una lettera al premier ,Enrico Letta, e al vicepresidente del Consiglio, Angelino Alfano per proporre l'istituzione di un gruppo di lavoro tra le Regioni ed il governo al fine di procedere ad una complessiva revisione della fiscalità «sia nei suoi profili organizzativi che nei suoi contenuti, anche con l'obiettivo di superare l'attuale sistema di riscossione fondato sulle competenze di Equitalia». La tesi dei tre governatori della Lega Nord è che l'appello del leader di Via dell' Astrono mia, Squinzi non solo vada condiviso e rilanciato sul versante imprenditoriale, ma debba essere anche l'occasione per «definire un nuovo sistema fiscale che garantisca a ciascuna Regione la possibilità di trattenere almeno il 75% del gettito tributario complessivo prodotto nel singolo territorio regionale». Il risultato, secondo Maroni, Cota e Zaia, sarebbe maggiore «equità» e maggiore «responsabilizzazione delle Regioni e delle Autonomie», con l'obiettivo di «spendere meno soldi pubblici e spenderli meglio». E se la convinzione di fondo è che lo Stato centrale distribuisca male le risorse, ad alimentare le polemiche ci pensano anche i dati che iniziano ad arrivare dalla Cassa depositi e prestiti sui primi anticipi di cassa agli enti locali per saldare i debiti pregressi della Pubblica amministrazione. Tema su cui ieri è di nuovo intervenuto Squinzi. «Siamo in una situazione molto precisa e specifica di credit crunch», ha denunciato il presidente di Confindustria, «e la prima cosa che lo Stato dovrebbe fare è quella di pagare i debiti». Dei 40 miliardi complessivi, il decreto varato dal governo guidato dall'ex premier Monti, tra Regioni, sanità ed enti locali, ha sbloccato circa 14 miliardi di euro per il 2013 e 15,4 per il 2014. Al di là del fatto che la cifra complessiva rapprsenta solo il 21% degli impegni di spesa (136,9) già iscritti nel bilancio dei Comuni e qualcosa di più rispetto allo stock complessivo dei debiti della Pa, il problema è la destinazione delle risorse. L'86% della liquidità proveniente dalla Cdp ha infatti, secondo quanto riferisce il Sole 24 Ore preso la via delle regioni del Centro-Sud, lasciando quindi il Nord ha bocca quasi asciutta. La spiegazione è di natura prevalentemente tecnica. Gli anticipi sono infatti destinati agli enti locali dove la quota dei debiti supera la liquidità di cassa, con una priorità per le amministrazioni che devono saldare le fatture più vecchie. Il risultato, però, è paradossale. Con queste modalità di erogazione, infatti, le amministrazioni meno virtuose si trovano nella condizione di poter soddisfare le richieste delle imprese in maniera più rapida di quegli enti locali che hanno invece fatto più attenzione ai conti e agli impegni verso i fornitori dei servizi. Le discrepanze appaiono evidenti già a livello complessivo dove a Lazio e Campania vengono assegnate rispettivamente il 18,2% e il 16,9% delle risorse previste dal decreto rispetto al 7,7% della Lombardia, l'11,1% del Piemonte e l'8,15 del Veneto. Ma è sul versante comunale che le erogazioni compiono un percorso vistosamente sbilanciato verso il Mezzogiorno. In questo caso i municipi della Campania da soli si sono accaparrati un terzo dei fondi disponibili, seguiti da Lazio (20%) e Calabria (14%). A fare la parte del leone è stato il Comune di Napoli che da solo aveva chiesto oltre 900 milioni di anticipi di cassa (ricevendone poi 593). Praticamente la metà dei 2 miliardi complessivamente assegnati ai municipi. Ma le maxi richieste hanno riguardato anche Reggio Calabria (300 milioni chiesti e 187,5 concessi) e Roma (557,6 milioni chiesti, 348,5 ottenuti). Nella parte alta della classifica c'è anche Torino (381,8 contro 238,6), mentre Milano neanche compare negli elenchi dei comuni che hanno presentato richiesta di anticipi alla Cassa depositi. ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

95

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Favorite le Regioni più sprecone


28/05/2013

Libero - Ed. nazionale

Pag. 9

(diffusione:125215, tiratura:224026)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

96

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

twitter@sandroiacometti LE CIFRE 120-130 MILIARDI Con il decreto «sblocca-debiti» lo Stato prevede di saldare poco più di 14 miliardi nel 2013 e altri 15,4 miliardi nel 2014. In totale, si tratta di circa il 23 per cento di quanto dovuto dalla pubblica amministrazione ai suoi fornitori privati: il debito, infatti, ammonterebbe tra i 120 e i 130 miliardi di euro. 86 PER CENTO L'86 per cento delle risorse stanziate dal decreto finirà alle Regioni del Centro-Sud. In particolare, i Comuni della Campania si sono aggiudicati un terzo dei circa 2 miliardi messi a disposizione dei municipi, quelli del Lazio il 20 per cento mentre il 14 per cento è finito ai Comuni della Calabria. Solo Napoli aveva chiesto 949 milioni, Reggio Calabria ne aveva chiesti 300 e ne ha ottenuti 187,5. Milano non risulta aver chiesto nulla. Foto: Roberto Cota, Luca Zaia e Roberto Maroni, governatori di Piemonte, Veneto e Lombardia [Ansa]


28/05/2013

Libero - Ed. nazionale

Pag. 22

(diffusione:125215, tiratura:224026)

La spending review crea utili Fatturato in crescita per BravoSolution. E la statale Consip ci fa risparmiare 6 miliardi ANT. S. Spending review non vuol dire solo tagliare i costi a occhi chiusi. I risparmi, e pure molti, arrivano anche se la Pubblica amministrazione gestisce con rigore e oculatezza gli appalti. Ne guadagna la trasparenza ma anche le casse di enti, Comuni e Stato. Il nostro è uno dei primi Paesi al mondo a essersi dotato di un mezzo all'avanguardia per gestire gli appalti: un mercato telematico, supervisionato dalla Consip, ente controllato dal ministero dell'Economia, attraverso il quale dovrebbero passare tutte le gare pubbliche. La Consip nel 2012 ha generato, nei suoi diversi rami di attività, un valore in termini di risparmi effettivi per la Pubblica amministrazione di 6,15 miliardi di euro. Ma gli appalti che passano attraverso questa rete sono solo una piccola percentuale del totale. Eppure seguire la via telematica permette fortissimi risparmi in termini di tempo e di denaro, riduce drasticamente le liti e amplifica la trasparenza. Per questo servirebbe una rete parallela che gestisca le gare locali. Perché i Comuni preferiscono agevolare le aziende del territorio, in modo da lasciare lì i soldi raccolti in tasse. Affiancare più reti locali a quella nazionale della Consip, potrebbe essere una scelta vincente. In più occasioni abbiamo parlato di BravoSolution, una società italiana specializzata in piattaforme software per la gestione di appalti. Ne abbiamo parlato quando ha gestito tutte le forniture delle Olimpiadi di Londra, per un valore complessivo di oltre 10 miliardi di euro. Ora ne parliamo per il successo che continua a ottenere nel mondo, meno, purtroppo, in Italia. BravoSolution ha chiuso il 2012 con il nono progresso consecutivo: il fatturato è aumentato dell'11% a 62 milioni. Così come cresce la sua struttura, che dà lavoro a 530 dipendenti, provenienti da 42 differenti nazioni. I clienti sono oltre 600 e la sua presenza internazionale oggi vale intorno al 60% del fatturato totale. Le principali tappe della crescita nel 2012 sono lo sbarco in Medio Oriente con l'apertura della sede di Dubai e l'acquisi zione di importanti clienti tra i quali lo stesso governo di Dubai, Abu Dhabi Airport, Emirates Aluminum (EMAL), Etihad Airways e DP World e lo sviluppo, per il governo Cameron, del progetto di analisi della spesa relativo agli acquisti (beni, servizi, lavori) del settore pubblico del Regno Unito (centrale e locale), con l'obiettivo di contribuire al raggiungimento dei target imposti dal programma di spending review formalizzati dal cancelliere George Osborne nell'autunno 2010. Nella sua prima fase il progetto (che ha coinvolto 17 dicasteri quali il ministero della Difesa, il ministero dei Trasporti, il ministero degli Interni, il ministero della Giustizia e il ministero del Lavoro, per un volume di spesa pari a circa 60 miliardi di sterline all'anno) ha già prodotto risparmi per 3 miliardi di euro. È in progress l'estensione ad oltre 180 organizzazioni pubbliche, centrali e locali, compresi i governi devoluti di Scozia e Galles e i "Lon don Councils" (analoghi ai Municipi di Roma). Sperare che anche l'Italia si doti di una piattaforma di tale capillarità, è d'ob bligo. Foto: Sabbaghian, ad BravoSolution [u.s.]

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

97

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il business degli appalti via web


28/05/2013

Il Tempo - Ed. nazionale

Pag. 10

(diffusione:50651, tiratura:76264)

Squinzi: bisogna abbassare le tasse sul lavoro Credit crunch «Negli ultimi cinque anni il credito alle aziende è sceso in modo sensibile» La conclusione favorevole all'Italia della procedura di infrazione per deficit eccessivo avviata da Bruxelles «è un fatto positivo ma ora gli 8 miliardi in arrivo devono andare alle imprese». Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi sottolinea che la decisione di Bruxelles «dovrebbe accelerare il soddisfacimento delle richieste che Confindustria fa da tempo al governo. E sull'indirizzo che dovrebbero prendere le risorse che la decisione favorevole della Ue libera, Squinzi non ha dubbi: «a pagare i debiti della pubblica amministrazione». Poi indica i settori che dovrebbero essere finanziati grazie alle risorse disponibili: «ridurre la fiscalità sul lavoro, abbassare l'Imu per gli edifici industriali, pagare i debiti della pubblica amministrazione». «Siamo in una situazione molto precisa e specifica di credit crunch e la prima cosa che lo Stato dovrebbe fare è quella di pagare i debiti». Poi Squinzi è tornato sul tema della difficoltà di accedere al credito da parte delle imprese. «A noi risulta -ha aggiunto Squinzi- che negli ultimi cinque anni sono mancati circa 50 miliardi di credito alle imprese e il ministro Zanonato ha rettificato poi a 60 miliardi». Quanto invece ai debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, secondo il presidente di Confindustria «le cifre circolate attorno ai 130-140 miliardi di debito sono molto vicine alla realtà. Uno Stato che non paga i propri debiti -ha concluso -non è uno Stato civile». Secondo la Cgia di Mestre i debiti della pubblica amministrazione con le imprese ammontano a circa 120-130 miliardi. La Cgia ha sommato ai risultati dell'indagine campionaria della Banca d'Italia (91 miliardi di euro), i crediti delle imprese con meno di 20 addetti e di quelle che operano nel settore della sanità e nei servizi sociali che sono aggiornati solo al 31 dicembre 2011. Tuttavia dall'inizio dell'anno l'amministrazione pubblica paga in tempi più rapidi: 10 giorni in meno rispetto al 2012. «I 91 miliardi di debiti stimati dalla Banca d'Italia sono decisamente sottodimensionati».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

98

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Confindustria Il presidente: i fondi che si liberano vanno utilizzati per pagare i debiti dell'amministrazione


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 23

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Il redditometro è senza passato Per i vecchi accertamenti non si usano i nuovi risultati Nuovo redditometro irretroattivo. Le vecchie posizioni aperte a carico dei contribuenti, non possono infatti essere rilette alla luce dei nuovi metodi di calcolo previsti dal redditometro laddove siano più favorevoli al contribuente in sede di accertamento delle annualità sottoposte alle «vecchie norme». L'indicazione arriva da Annibale Dodero, a capo della Direzione centrale normativa dell'Agenzia delle entrate, a margine del convegno di ieri a Milano «Il fisco per le imprese: come è e come dovrebbe essere» organizzato da Assolombarda e Assonime. Applicare le nuove disposizioni su degli accertamenti scattati quando ancora erano in vigore i precedenti metodi di calcolo, «è problematico da un punto di vista tecnico» osserva il nuovo direttore direzione centrale normativa, «perché i criteri su cui si basa il nuovo redditometro, nascono da una base di informazioni a disposizione dell'amministrazione finanziaria, che in passato non c'era». Una posizione quindi, quella delle Entrate, netta e contraria rispetto alla giurisprudenza delle commissioni tributarie provinciali che si sta delineando in materia, che va proprio in direzione opposta e cioè di favor per il contribuente. Dodero ha anche anticipato che nel provvedimento sulle semplificazioni troveranno invece collocazione, i chiarimenti attesi per i beni ai soci e lo spesometro. Provvedimento, ha calcolato Dodero «in dirittura per la fine di giugno». Niente deroga in melius per il redditometro. In attesa che arrivi il primo provvedimento di prassi sull'applicazione del nuovo strumento di accertamento sintetico, in sede di contenzioso i contribuenti stanno allegando con sempre maggiore frequenza le risultanze del nuovo redditometro applicate ai vecchi accertamenti. E spesso (si veda ItaliaOggi Sette del 6 maggio) le commissioni tributarie provinciali nelle loro decisioni hanno sposato le tesi dei contribuenti per un'applicazione del nuovo favorevole, sul vecchio. A freddare le speranze però, il chiarimento del dirigente delle Agenzia dell'entrate Dodero, che ha sostenuto la non applicabilità del nuovo sul vecchio per le diverse metodologie di costruzione dei due strumenti che non rendono comparabili le risultanze.Beni ai soci. Battute finali invece, per i beni ai soci. Dopo aver ottenuto da parte dell'Agenzia delle Entrate, il rinvio al 15 ottobre, per la comunicazione all'anagrafe tributaria dei dati relativi ai beni concessi in godimento, arrivano anche gli ultimi chiarimenti. Nel provvedimento contenete le semplificazioni troveranno infatti collocazione, anche i dettagli circa i modi, i tempi e i contenuti, delle comunicazioni all'anagrafe tributaria. Spesometro. Stessa sorte anche per lo spesometro. L'Agenzia delle entrate aveva infatti annunciato il 15 aprile scorso (si veda ItaliaOggi del 16 aprile), che sarebbe arrivata la proroga per la trasmissione dei dati, per le spese sopra i 3 mila euro. In particolare, in base a quanto emerso dalle dichiarazioni del direttore delle Entrate, Attilio Befera, «per le operazioni rilevanti ai fini dell' Iva per le quali è previsto l'obbligo di emissione della fattura, l'adempimento si riterrà assolto con la trasmissione, dell'importo di tutte le operazioni attive e passive effettuate» mentre «per le sole operazioni per le quali non è previsto l'obbligo di emissione della fattura la comunicazione telematica deve essere effettuata qualora le operazioni stesse siano di importo non inferiore a euro 3.600, comprensivo dell'Iva». La data e i dettagli del nuovo adempimento andranno con ogni probabilità a dopo la stagione dichiarativa e troveranno spazio all'interno dell'imminente provvedimento di semplificazione. Tobin tax. Il faro del fisco si accende sugli adempimenti legati alla Tobin tax, l'imposta sulle transazioni finanziarie. Entrata in vigore da marzo per l'Agenzia delle entrate inizia l'opera di messa a punto delle verifiche su aspetti legati a chi fa le dichiarazioni e come avvengono gli effettivi pagamenti. «È pur vero», ha osservato Dodero, «che il tutto per i soggetti italiani transita attraverso gli intermediari finanziaria ma resta da vedere sul fronte estero se da quei paesi c'è uno scambio di informazione adeguato». L'Agenzia in buona sostanza verificherà la correttezza delle procedure sia in capo agli intermediari sia in capo ai soggetti esteri che non sono residenti in paesi che non attuano con l'Italia adeguato scambio informazioni, quelli per intenderci che non sono in paesi white list. © Riproduzione riservata

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

99

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Gli orientamenti delle Entrate emersi ieri durante il convegno di Assonime e Assolombarda


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 26

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Studi, Gerico 2013 al debutto Software per il calcolo della congruità e coerenza Con il debutto on line sul sito delle entrate della prima versione ufficiale del software Gerico 2013 si apre la stagione degli studi di settore 2012. Oltre al software di calcolo sbarcano anche i modelli ufficiali per la comunicazione dei dati per ognuno dei 205 studi di settore. Il tutto grazie ad un apposito provvedimento del direttore dell'agenzia delle entrate. È di ieri infatti la diffusione sul sito internet delle Entrate della prima versione ufficiale del software per il calcolo della congruità e della coerenza economica degli studi di settore applicabili al periodo d'imposta 2012. Sempre nella giornata di ieri è iniziato anche l'inserimento online dei 205 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore 2012, che sono parte integrante del modello Unico 2013.Il nuovo software, contrariamente alla versione Gerico Beta, potrà essere validamente utilizzato dai contribuenti per gli adempimenti degli obblighi fiscali. Gerico 2013 nella prima versione del 27/05/2013 consente dunque il calcolo della congruità, tenuto conto della normalità economica, e della coerenza economica per tutti i 205 studi di settore applicabili per il periodo d'imposta 2012.Previsti i correttivi anticrisi approvati dalla commissione degli esperti presso la Sose nella riunione del 5 marzo ed inseriti nei decreti ministeriali del 21 marzo 2013, del 28 marzo 2013 e del 23 maggio 2013.Le risultanze in termini di stima dei ricavi/compensi, comprensivi della normalità economica e della coerenza dell'applicazione pubblicata rivestono dunque il carattere della ufficialità e potranno essere utilizzate per la predisposizione della dichiarazione annuale dei redditi del periodo di imposta 2012. Secondo le Entrate dunque l'uscita del software di calcolo degli studi di settore entro la data soglia del 26 maggio non pregiudica l'adempimento dei contribuenti entro i termini prefissati di Unico 2013, ovvero pagamento del saldo 2012 e del primo acconto 2013 entro il 17 giugno prossimo senza maggiorazione. Per la verità l'uscita di Gerico 2013 soltanto nella giornata di ieri lascia aperto più di un dubbio circa la possibilità di rispettare le scadenze prefissate. Dubbi che derivano da almeno due considerazioni. La prima riguarda la tempistica dello scorso anno. Nella passata stagione il software Gerico 2012 fu rilasciato dalle entrate soltanto il 21 maggio 2012, sei giorni prima della versione rilasciata ieri, ma ciò non fu sufficiente ad impedire poi lo slittamento delle scadenze di versamento alla prima settimana di luglio. La seconda considerazione riguarda i tempi tecnici di adattamento del software alle piattaforme dei dichiarativi e le inevitabili segnalazioni di anomalie e malfunzionamenti della prima versione software che puntualmente vengono evidenziate alla prova sul campo del prodotto. Sempre prendendo a riferimento la stagione scorsa le correzioni di anomalie riscontrate nei calcoli del software Gerico costrinsero le Entrate al rilascio di tutta una serie di nuove versioni dell'applicativo a partire dal 18 giugno 2012. Difficile dunque pensare di uscire con la prima versione ufficiale di Gerico 2013 in ritardo, seppur soltanto di qualche giorno, rispetto allo scorso anno, ed allo stesso tempo tener fermo il calendario degli adempimenti di Unico 2013. © Riproduzione riservata

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

100

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

L'Agenzia delle entrate ha messo ieri a disposizione la prima versione ufficiale


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 26

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Verso stop ai ticket per due miliardi nella sanità Verso uno stop all'introduzione dei due miliardi di ticket nella sanità. «Abbiamo detto al governo che introdurre ticket per due miliardi per le regioni è insostenibile», ha detto il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, dopo un incontro a palazzo Chigi con il governo. E sul blocco pare stiano già lavorando il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni, che intendono utilizzare risparmi di spesa già effettuati. «In sede di predisposizione della legge di bilancio 2014-2016 non potrà che essere rideterminato il livello del finanziamento del Ssn per l'importo di due miliardi dal 2014», ha detto Lorenzin. Il governo intanto è pronto ad aprire un confronto con le regioni «e vedremo come sarà possibile affrontare questi argomenti. Dobbiamo verificare quali risposte arriveranno», ha aggiunto Errani. Per Errani bisogna perciò «affrontare la questione dei 2 mld aggiuntivi di ticket nel 2014, per noi assolutamente insostenibili, vanno coperti, e la sottostima di un miliardo del fondo del 2013. Su questo il governo ha detto che è pronto ad aprire un confronto». Il presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta da parte sua ha aperto la riunione del governo con le regioni annunciando una «immediata disponibilità» a far partire la conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, il cosiddetto federalismo fiscale, a far partire la commissione governo-regioni sui ticket della sanità, e infine a coinvolgere le regioni nel percorso di riforme che prenderà avvio da domani.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

101

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Governo-regioni


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 27

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Perdite sui crediti con paletti No a deduzione automatica per i piani di risanamento Niente deduzione automatica per le perdite su crediti riferite a debitori che hanno presentato un piano di risanamento, anche se soggetti alla pubblicità presso il Registro delle Imprese.E ciò in completa asimmetria rispetto alla possibilità, concessa al debitore, di non rilevare componenti positivi di reddito tassabili (sopravvenienze), a fronte di un pagamento di entità inferiore rispetto al debito originario.Questo ciò che emerge dall'analisi eseguita con la nota operativa n. 5/2013 dalla Fondazione Accademia Romana di Ragioneria «Giorgio Di Giulio Maria» avente a oggetto, appunto, le novità delle perdite su crediti, dopo il recente intervento a cura del «decreto crescita» (dl n. 83/2012).La nota analizza, inizialmente, la disciplina civilistica e quella contabile, ricordando che il n. 8, comma 1, dell'art. 2426 c.c. dispone la necessità che i crediti iscritti in bilancio siano iscritti in base al «valore presumibile» di realizzo.Il principio contabile nazionale di riferimento (Oic 25) precisa che si deve far riferimento al valore nominale dei crediti, tenendo conto delle diverse situazioni dipendenti dalle perdite realizzate per inesigibilità del credito, per resi e rettifiche di fatturazione, per sconti e abbuoni e per altre cause.Con riferimento alle perdite realizzate per inesigibilità, il principio contabile presenta due possibilità, quella della svalutazione analitica (singolo credito) e quella generica o per masse (crediti complessivi), preferendo la prima alla seconda.L'accantonamento al fondo deve tenere in considerazione la presenza di crediti garantiti (ipoteche e/o fideiussioni) e lo stesso deve essere utilizzato quando la perdita è effettivamente realizzata.Dal punto di vista tributario, le svalutazioni e gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti sono deducibili, per i soggetti diversi da quelli creditizi e finanziari, per masse, con l'accantonamento pari allo 0,50% del valore nominale, fino a che il fondo non raggiunge il 5% del valore nominale dei crediti iscritti alla medesima data di riferimento (art. 106, dpr n. 917/1986).Il comma 5, art. 33, dl. 83/2012 ha introdotto alcune modifiche alla disciplina contenuta nel comma 5, dell'art. 101 del Tuir disponendo che, in ogni caso, le perdite sono deducibili quando il debitore è assoggettato a procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione (art. 182-bis Lf) se risultano da elementi certi e precisi; resta esclusa dall'automatismo, la fattispecie del piano di risanamento, di cui alla lett. d), comma 3, art. 67, Lf, che al contrario viene considerata per il debitore dal comma 4, dell'art. 88 del Tuir (sopravvenienze non tassate).Dopo un'attenta analisi delle fattispecie inerenti ai crediti assoggettati alle procedure concorsuali e di quelli dotati dei requisiti di certezza e precisione, la nota si sofferma su quelli di modesta entità evidenziando che la modifica introdotta ha stabilito che si devono ritenere tali, a prescindere dalla presenza di prove formali, quelli il cui importo non supera 5 mila euro, per le imprese di rilevante dimensione e di 2.500 euro per le altre imprese, se sono decorsi sei mesi dalla scadenza del pagamento.Si evidenzia che la nuova formulazione apre a numerosi interrogativi giacché non è certo se la soglia si deve riferire a ogni singolo credito o a ogni debitore, mentre sembra certo che la stessa debba essere valutata considerando il credito al lordo dell'Iva.Inoltre, stante il fatto che la nuova disciplina si rende applicabile dal periodo d'imposta 2012, non è chiaro se la condizione del decorso dei sei mesi dalla scadenza del pagamento (comma 5, art. 101 del Tuir) si renda applicabile anche alle perdite dei crediti imputate nel 2012, per i quali i requisiti erano maturati in precedenza.L'autore risolve le problematiche ritenendo, in modo condivisibile, che la norma si riferisca alle singole posizioni creditorie, che la stessa debba essere verificata considerando il credito al lordo dell'Iva e che la disciplina per i crediti di modesta entità per il quale il termine sia scaduto da oltre sei mesi si rende applicabile anche alle perdite antecedenti al 2012.Con riferimento ai crediti prescritti, posto il termine ordinario (decennale), la nota operativa indica anche i termini più brevi (cinque, tre e un anno) evidenziando che ai fini della competenza, il periodo d'imposta in cui il diritto alla riscossione si prescrive, rappresenta l'ultimo in cui è possibile dedurre (fiscalmente) la perdita.Infine, la nota ricorda l'ulteriore fattispecie concernente l'eliminazione dei crediti (cosiddetta «derecognition») eseguita dai soggetti Ias adopter, in ossequio allo Ias 39, con il quale viene stabilito che l'eliminazione di un'attività ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

102

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Nota della Fondazione accademia romana di ragioneria sulle novità del dl 83/2012


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 27

(diffusione:88538, tiratura:156000)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

103

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

finanziaria è possibile in relazione all'estinzione del diritto a ricevere i relativi flussi finanziari in conseguenza al trasferimento di tutti i benefici e/o rischi alla stessa collegati (cessione pro soluto o altre operazioni di trasferimento). © Riproduzione riservata


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 28

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Patto contro l'illegalità Intese Entrate-Gdf per azione di contrasto Accordi operativi con Agenzia delle entrate e Guardia di finanza per rafforzare il contrasto al gioco illegale. Le convenzioni saranno stipulate dalle Dogane per lo svolgimento sul territorio dei compiti di verifica già devoluti all'Aams, l'ente che gestiva i monopoli di Stato prima di confluire nell'agenzia guidata da Giuseppe Peleggi ai sensi del dl n. 95/2012 (si veda articolo a fianco). Il termine per la sottoscrizione dei protocolli non è stato fissato dalla legge, ma le convenzioni sono l'ultimo tassello che manca tra tutti quelli previsti nel processo di riorganizzazione sancito dalla spending review. Il servizio per la qualità degli atti normativi del senato ha infatti pubblicato nei giorni scorsi un dossier che fa il punto sull'accorpamento delle agenzie fiscali adottato dal governo Monti la scorsa estate e, dopo varie vicissitudini parlamentari, entrato in vigore dal 1° dicembre 2012. Ai sensi dell'articolo 23-quater del provvedimento, convertito nella legge n. 135/2012, l'Agenzia delle entrate ha incorporato il Territorio (mantenendo la denominazione originaria), mentre le Dogane hanno fatto lo stesso con l'Aams, diventando Agenzia delle dogane e dei monopoli. Le incorporazioni hanno avuto luogo con i decreti Mef dell'8 novembre 2012, che hanno trasferito le risorse umane, strumentali e finanziarie degli enti incorporati. Ma il dl n. 95/2012 prevedeva pure il rinnovo dei comitati di gestione delle agenzie incorporanti: a tale fine ha provveduto il dpcm 21 gennaio 2013, recante i nuovi comitati delle Entrate e delle Dogane/Monopoli. Il dpcm 18 aprile 2013 ha quindi integrato la composizione del cdg delle Entrate con due membri designati dalla Conferenza Stato-città. Allo stesso tempo, come previsto dalla legge, le due «nuove» agenzie hanno istituito con delibera del cdg due posti di vicedirettore, riservati rispettivamente agli ex numero uno del Territorio e dell'Aams. La documentazione di palazzo Madama ricorda anche che le agenzie possono stare in giudizio in proprio nelle controversie instaurate dopo la loro costituzione a mezzo del direttore che ne ha la rappresentanza. Principio ribadito dal Consiglio di Stato nella recente sentenza. n. 1405 del 7 marzo 2013. Ma il riassetto delle diverse amministrazioni non si è limitato al fisco. L'articolo 23-quater, comma 9 del dl n. 95/2012 ha infatti soppresso l'Assi, l'ex Agenzia per lo sviluppo del settore ippico. Le funzioni svolte sono state ripartite fra il ministero delle politiche agricole e quello dell'economia. L'attuazione è avvenuta con il dm 31 gennaio 2013, pubblicato sulla G.U. n. 75 del 29 marzo 2013. Tuttavia l'operazione ha interessato in qualche modo anche le agenzie fiscali. Le competenze relative alla certificazione delle scommesse sulle corse dei cavalli, al fine del pagamento delle vincite dovute agli scommettitori, sono infatti passate all'Agenzia delle dogane e dei monopoli. E con esse pure dieci dipendenti, che hanno mantenuto l'inquadramento previdenziale ed economico di provenienza. ©Riproduzione riservata

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

104

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

GIOCHI/1 - Nota Senato sui riflessi dell'accorpamento delle Agenzie


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 29

(diffusione:88538, tiratura:156000)

L'obiettivo resta un «emendamento dei relatori riassuntivo» delle proposte presentate dai gruppi parlamentari ma «abbiamo margini molto stretti sia di tempo sia economico-politici». Lo afferma il senatore del Pd Giorgio Santini, uno dei due relatori al decreto legge 35/2013 sui debiti della Pubblica amministrazione all'esame della commissione Bilancio del Senato (si veda ItaliaOggi del 25 maggio scorso). «Chiarezza, tempestività dei pagamenti e l'apertura di un varco sui pagamenti futuri», spiega Santini, «sono i capitoli sui quali siamo concentrati». Se per alcune modifiche si potrebbe porre il classico problema delle risorse, altre «come quelle che riguardano la certezza del diritto dei pagamenti», sottolinea però l'esponente Pd, «non presentano giganteschi questioni di coperture». L'auspicio, dice ancora Santini, «è che via sia una discussione ampia e condivisa in modo da arrivare all'inizio della prossima settimana in Aula e consentire un esame veloce del testo». Che è anche, conclude, «l'alleato migliore per evitare il rischio fiducia». Intanto arrivano nuove allarmanti stime sull'ammontare dei debiti delle pubbliche amministrazioni. La Cgia di Mestre, considerato il fatto che l'indagine campionaria realizzata qualche mese fa dalla Banca d'Italia non tiene conto delle aziende con meno di 20 addetti, delle imprese che operano nel settore della sanità e nei servizi sociali ed è aggiornata solo al 31 dicembre 2011, stima che il debito della p.a. verso le imprese fornitrici potrebbe oscillare tra i 120/130 miliardi di euro. Si tratta, si legge in una nota degli artigiani veneti, di un valore ampiamente superiore ai 91 miliardi che l'Istituto di via Nazionale ha stimato nell'indagine presentata in Parlamento qualche mese fa. «Ricordo che le aziende con meno di 20 addetti», segnala il segretario della Cgia Mestre Giuseppe Bortolussi, «costituiscono il 98% del totale delle imprese in Italia. Pertanto, i 91 miliardi di debiti in capo della p.a. stimati dalla Banca d'Italia sono decisamente sottodimensionati, visto che non tengono in considerazione gli importi che le piccole e micro imprese devono incassare dallo Stato centrale, ma anche dalle regioni e dagli enti locali. A queste imprese non viene riconosciuta nemmeno la dignità statistica».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

105

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Dl pagamenti, si accelera Cgia: la p.a. deve 130 mld


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 30

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Un patentino energetico Vincolante per gli edifici. E per compravendite Cambia nome la certificazione energetica degli edifici, che diventa «attestato di prestazione energetica», obbligatorio per tutti gli immobili o unità immobiliari, anche pubbliche (oltre i 500 metri quadrati, ma la soglia scenderà a 250 metri quadrati da luglio 2015); in tutti i contratti di vendita o affitto l'attestato dovrà essere prodotto a cura del proprietario, fin dall'inizio delle trattative contrattuali; confermato l'obbligo di dare conto della «classe» energetica dell'appartamento negli annunci immobiliari. È quanto prevede lo schema di decreto-legge, al vaglio del prossimo consiglio dei ministri, in materia di energia che ridisegna la disciplina dell'articolo 6 del decreto 192/2005, già modificato dal decreto 311 del 2006. Innanzitutto cambia la denominazione dell'atto di certificazione energetica, adesso denominato «attestato di prestazione energetica» che deve essere rilasciato per gli edifici o le unità immobiliari costruiti, venduti o locati ad un nuovo locatario e per gli edifici utilizzati da pubbliche amministrazioni e aperti al pubblico con superficie utile totale superiore a 500 metri quadrati (ma dal 9 luglio 2015 la soglia scenderà a 250 metri quadrati). Per gli edifici pubblici il proprietario sarà tenuto a produrre l'attestato entro quattro mesi e ad affiggerlo all'ingresso in maniera che sia evidente \al pubblico. Per gli edifici nuovi l'attestato verrà prodotto al termine dei lavori, se invece si tratta di edifici esistenti, l'attestato sarà prodotto a cura del proprietario dell'immobile. Il proprietario dell'immobile, al momento della vendita o dell'affitto dell'appartamento (se l'edificio o l'appartamento non ha l'attestato) dovrà produrlo e renderlo disponibile fin dall'avvio delle prime trattative per la vendita o l'affitto dell'immobile. L'obbligo di dotare l'edificio di un attestato di prestazione energetica non scatta laddove sia già disponibile un attestato in corso di validità, rilasciato conformemente alla direttiva 2002/91/Ce. L'obbligo di inserimento della clausola di avere aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell'attestato, sulla prestazione energetica degli edifici scatterà «nei contratti di vendita o nei nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari», quindi, per «nuovi» deve intendersi quelli stipulato dopo l'entrata in vigore del provvedimento. Dal punto di vista della validità, lo schema di decreto-legge stabilisce che L'attestato di prestazione energetica ha una validità massima di dieci anni a partire dal suo rilascio; deve però essere aggiornato a ogni intervento di ristrutturazione che modifichi la classe energetica dell'edificio o dell'unità immobiliare. Molto dipenderà anche dal rispetto delle prescrizioni, in termini di adeguamento, previste dal decreto del 16 aprile 2013, concernente i criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo manutenzione e ispezione degli impianti termici. Infatti, nel caso di mancato rispetto di dette disposizioni, l'attestato di prestazione energetica decade il 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata. Confermato l'obbligo di indicare sugli annunci immobiliari l'indice di prestazione energetica dell'involucro edilizio e globale dell'edificio o dell'unità immobiliare. L'attestato di qualificazione energetica, che è cosa diversa da quello di «prestazione» energetica, è invece un altro atto, facoltativo, previsto per semplificare il successivo rilascio della prestazione energetica e può comprendere anche possibili interventi migliorativi delle prestazioni energetiche e la classe di appartenenza dell'edificio, o dell'unità immobiliare, in relazione al sistema di attestazione energetica in vigore, nonché i possibili passaggi di classe a seguito della eventuale realizzazione degli interventi stessi.© Riproduzione riservata

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

106

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Nello schema di dl sull'efficienza energetica la riforma dell'attestazione


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 31

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Burocrazia freno allo sviluppo Troppi gli adempimenti, inutili e gravosi, sul lavoro Spentisi i riflettori sull'assemblea dei presidenti provinciali, si accendono sulle attività da svolgersi in sinergia con il governo. Le direttrici su cui muoversi in tempi rapidi sono chiari a tutti. Misure efficaci per favorire lo sviluppo, interventi strutturali sulla normativa del lavoro, semplificazione delle procedure: sono tre tematiche strettamente operative la cui risoluzione potrebbe dare immediato impulso alle pmi producendo benefici e immediati effetti sull'occupazione. «Si tratta di interventi che creano risparmio di risorse e di attività», dice Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. «Interventi urgenti e indispensabili, ma che spesso vengono superati nella gerarchia delle priorità da altri meno efficaci ma più utili ai dibattiti televisivi». Il malcelato riferimento rispolvera nuovamente il distacco esistente tra i momenti decisori e il paese reale, che sta vivendo momenti di grande difficoltà. Si avverte sempre più infatti la necessità di avere un sistema normativo più adatto al periodo di crisi; e più in particolare, c'è molta attesa per gli annunciati interventi utili al rilancio della nostra economia. Dopo avere presentato nella scorsa settimana al ministro del lavoro, Enrico Giovannini, le proposte di modifica dei consulenti del lavoro alla normativa lavoristica, oggi pomeriggio la presidente Calderone sarà ricevuta dal sottosegretario al ministero del lavoro, Iole Santelli, alla quale consegnerà le proposte di semplificazione della categoria. Com'è noto a chi conosce molto bene il travagliato rapporto con la burocrazia che professionisti e imprese sono costretti ad avere, gli oneri scaturenti dal pesante fardello di adempimenti inutili sono gravosi. Eliminarne quanto più possibile è un imperativo categorico per chi, come i consulenti del lavoro, ha a cuore la concretezza e l'efficacia dei risultati. Il riferimento non può che essere all'iter di rilascio del Durc, alla documentazione del lavoro extra Ue e della Cassa edile, all'abrogazione del registro infortuni. «Porgeremo le nostre proposte di semplificazione in materia di lavoro, frutto dell'esperienza della nostra categoria che gestisce 7 milioni di rapporti di lavoro», spiega la presidente Calderone.«Anche nel corso dell'assemblea della scorsa settimana, i dirigenti territoriali hanno portato testimonianze dalle province di inefficienze burocratica che paralizzano le attività e frenano lo sviluppo. Sappiamo che il sottosegretario Santelli ha una spiccata sensibilità per questa tematica e quindi il viatico non avrebbe potuto essere migliore».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

107

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

La presidente Calderone presenta le proposte di semplificazione al sottosegretario Santelli


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 32

(diffusione:88538, tiratura:156000)

L'Iva graverà su tutti Colpite non solo le famiglie più abbienti Pronta una nuova stangata sui consumi. Dal mese di luglio c'è il rischio che l'aliquota Iva passi dal 21 al 22%, infierendo ancora sui consumi.Il presidente del consiglio Enrico Letta, intervenuto qualche giorno fa al vertice europeo di Bruxelles, ha ribadito l'intenzione del nuovo esecutivo di bloccare l'aumento dell'Iva, se vi saranno risorse da reperire, tagliando la spesa da altre parti.Quindi se il governo non riuscirà a intervenire, a partire dal 1° luglio prossimo l'Iva subirà l'aumento di un punto percentuale, con pesanti ripercussioni sui portafogli delle famiglie e delle aziende italiane. All'appello mancano circa 3 miliardi, ma non è detto che l'aumento Iva garantisca un gettito di tale portata per le casse dello stato; potrebbe anche sortire effetti regressivi tali da ridurre drasticamente i consumi e far registrare un calo delle entrate. Già nel 2011 l'Iva aveva subito un innalzamento dal 20 al 21%, e in quell'occasione accadde che molte aziende, commercianti e artigiani decisero di non aumentare i prezzi, ma essendo l'imposta inclusa nel prezzo ultimo, di scontarla direttamente senza farla gravare realmente sul consumatore finale, scelsero di rinunciare a un 1% di fatturato. Questa volta, nonostante lo stallo dei consumi, le imprese sono sul piede di guerra. A lanciare l'allarme è il Centro studi Cnai. Secondo l'indagine svolta si scatenerà una reazione a catena dagli effetti catastrofici. L'aumento dell'Iva andrà a incidere soprattutto sui generi non alimentari, sui servizi alla persona (pensiamo per esempio ai parrucchieri e alle estetiste, ai meccanici), e su tante altre attività artigiane già a rischio. Considerato che l'Iva è un valore incluso nel prezzo finale da pagare, da luglio i prezzi sul cartellino cambieranno davvero e a farne le spese saremo tutti.Interessante, seppur non condiviso dal Cnai, l'approfondimento sulla situazione del nostro paese dell'Istat, secondo il quale la maggiorazione dell'Iva sarà pagata dai ricchi in particolare.In sostanza l'aumento di questa imposta sul consumo potrebbe produrre effetti di equità andando a penalizzare soprattutto le persone più abbienti.Il rapporto dell'Istat rileva che le famiglie più numerose e con un reddito più basso sono portate all'acquisto di beni soggetti prevalentemente ad aliquota Iva al 4 o al 10%, cioè quelle non soggette a variazione, solo una minima parte dei loro consumi è caratterizzata dall'aliquota al 21%. Al contrario ciò che accade nelle famiglie che hanno un potere di spesa più alto, la tipologia di consumi cambia, e i beni con aliquota più alta prendono il posto di quelli che scontano le aliquote Iva minori.Le previsioni del Cnai fanno emergere altre situazioni.I generi coinvolti dall'aumento saranno tanti, inevitabilmente interessano famiglie di tutte le tipologie; chiaramente chi ha di più spende di più, ma crediamo che gli effetti di un intervento simile saranno anche psicologici, acuiranno le preoccupazioni dei consumatori e le paure dei senza reddito, accentuerebbe le perdite di settori già in forte calo e contrarrebbe i consumi e la voglia di spendere.Le famiglie più piccole tenderanno a controllare i consumi e tagliare qualche «vizio», mentre quelle più numerose rischiano di essere più penalizzate, in quanto hanno consumi maggiori e non solo relativi a beni con aliquote Iva basse. Si prevede l'effetto opposto a quello calcolato dall'Istat. Il presidente del Cnai, Orazio Di Renzo, sostiene che assolutamente l'aumento dell'Iva non deve essere attuato, poiché la situazione rischia di degenerare da un momento all'altro. Così il suo commento: «Se il governo ha bisogno di recuperare 3 miliardi di euro le soluzioni sono altre. Nel nostro paese i tagli allo sperpero non sono stati mai messi in atto. L'apparato pubblico ha esuberi in diversi ambiti e contesti, bisognerebbe solo avere la volontà a intervenire efficacemente.Purtroppo si continua a colpire la massa per mantenere inalterati i grandi privilegi di alcune caste».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

108

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Le stime del Centro studi Cnai sull'aumento dell'imposta al 22%


28/05/2013

ItaliaOggi

Pag. 33

(diffusione:88538, tiratura:156000)

Pensioni, si riaprono i giochi Addio al lavoro con meno anni e più posti per i precari Il tema della previdenza torna ad agitare la scuola. Sia tra il personale scolastico in servizio con contratto a tempo indeterminato, infatti, che tra le decine di migliaia di docenti e Ata precari, si sta registrando una certa preoccupazione per le voci, sempre più insistenti, di possibili modifiche alle norme previdenziali in vigore introdotte dal decreto legge n. 201/2011 (riforma Fornero), a condizione che si reperiscano i fondi necessari, che sarebbero all'esame del governo in carica. Nell'ambito delle ipotizzate modifiche ci sarebbe anche la soluzione, da tempo auspicata, del problema sollevato da alcune migliaia di docenti e di personale Ata che non hanno potuto fare valere, ai fini pensionistici, i requisiti richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore del predetto decreto legge «quota 96» perché tali requisiti li maturavano entro l'anno scolastico 2011/2012 e non entro il 31 dicembre 2011, come richiedeva l'art. 24 del decreto. Sul personale della scuola le modifiche potrebbero da un lato consentire soprattutto al personale femminile di accedere alla pensione con una età anagrafica meno elevata rispetto a quella attualmente richiesta e dall'altro offrire ai precari un maggior numero di posti disponibili per incarichi sia a tempo indeterminato che di durata annuale. La più consistente modifica che potrebbe essere apportata alle norme in vigore dovrebbe infatti riguardare, unitamente però a penalizzazioni nel calcolare la pensione, la riduzione dell'anzianità anagrafica e/o contributiva oggi richiesta per accedere sia alla pensione di vecchiaia che a quella anticipata. Un'altra ipotesi che sembra trovare molto consenso soprattutto tra le organizzazioni sindacali del comparto scuola è quella favorire, congiuntamente a benefici contributivi, l'accesso dei docenti e del personale Ata alla pensione anticipata con permanenza in servizio in regime di part-time fino al raggiungimento dell'età anagrafica o contributiva richiesta dalla normativa in vigore per accedere al trattamento di quiescenza.Ad avviso di quanti sostengono quest'ultima ipotesi, una sua attuazione consentirebbe ad alcune decine di migliaia di precari di ottenere un incarico a tempo indeterminato sia su posto a tempo pieno che su posti a tempo parziale, come espressamente previsto dall'art. 39 del contratto collettivo nazionale scuola in vigore.Nel comparto scuola la ricerca di nuovi posti disponibili è diventata ancora più impellente alla luce della drastica riduzione dei pensionamenti che avranno decorrenza dal 1° settembre 2013. Dovrebbero andare in pensione, secondo i dati provvisori comunicati a marzo dal ministero dell'istruzione, solo 10.009 docenti e 3.343 personale Ata. Una riduzione che sarebbe superiore addirittura del cinquanta per cento rispetto al numero dei pensionamenti registrati nel 2012 (21.112 docenti e 5.336 Ata). Sul numero reale delle cessazioni dal servizio che avranno effetto dal 1° settembre prossimo resta comunque un fondato dubbio sull'esattezza dei dati provvisori comunicati a marzo dal ministero dell'istruzione. Secondo una indagine campione realizzata da Azienda Scuola, infatti, i docenti che cesseranno dal servizio a settembre non dovrebbero essere meno di 15.000, mentre gli Ata non meno di 4.500.Sui numeri reali non si hanno ancora, a fine maggio, dati certi. I competenti uffici del ministero di viale Trastevere continuano, infatti, a non fornire alcuna notizia in merito. Top secret. Ma, cui prodest?© Riproduzione riservata

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

109

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Il governo annuncia nuovi interventi che potrebbero interessare anche la scuola


28/05/2013

L Unita - Ed. nazionale

Pag. 10

(diffusione:54625, tiratura:359000)

Le tariffe doppiano la media Ue, anche Cipro e Grecia alle stelle. Per i consumatori colpa della poca concorrenza LA. MA. MILANO Bollette italiane da record in Europa. I costi delle bollette di luce e gas in Italia s o n o t r a q u e l l i a u m e n t a t i d i p i ù nell'Ue, come rileva Eurostat: in un anno, tra la seconda metà del 2011 e la seconda metà del 2013, le tariffe della luce per le famiglie italiane sono cresciute dell'11,2%, quelle del gas del 10,6%. La media Ue degli aumenti è di +6,6% per l'elettricità, con un +6,1% nell'eurozona, e del +10,3% (eurozona e non) per il gas. Il costo della luce in Italia, nel secondo semestre 2012, è stato pari in media a 23 euro per 100kWh, contro una media delle famiglie Ue di 19,7 euro e di 20,6 euro nella sola eurozona. Tra le maggiori economie, a pagare di più in termini assoluti sono i tedeschi (26,8 euro), poi gli spagnoli (22,8 euro) e i francesi (14,5 euro). Stando ai dati dell'Istituto statistico europeo, nella seconda metà dallo scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2011 le bollette sono salite di più a Cipro (+21%), in Grecia (+15%), che quindi fanno peggio di n o i , e p o i i n I r l a n d a e P o r t o g a l l o (+10%), Bulgaria, Spagna e Polonia (+9%). I maggiori cali delle tariffe arrivano da Svezia (-5%), Ungheria (-2%) e Finlandia (-1%). Per quanto riguarda il gas, le accelerazioni maggiori sono state quelle di Lettonia (+21%), Estonia (+19%) e Bulgaria (+18%), mentre l'unico calo si è avuto in Slovenia (-8%). La media dell'Ue a 27 è di 7,2 euro per 100 kWh. ASSENZA DI CONCORRENZA Il problema per l'Italia, secondo Elio Lannutti dell'Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, è da un lato l'assenza di concorrenza, ma anche «l'inerzia di autorità preposte ai controlli, il cui strabismo noto a favore dei monopolisti comincia ad essere preoccupante». «Se non si inverte la tendenza all'incremento registrato in Italia non si risolve la crisi economica», sottolineano. «Ancora peggiore è l'andamento dei prezzi del gas, che già tra il 2010 ed il 2011 erano aumentati del 12,6% in media in Italia, e che - rilevano Lannutti e Trefiletti fanno registrare prezzi comunque più alti della media Ue, portando la bolletta a 1.250 euro in media per un consumo annuo di 1.400 metri cubi di gas». Quindi, «per uscire dalla crisi occorrono interventi seri ed urgenti - concludono i rappresentanti dei consumatori - non essendo più tollerabile assistere inerti ad un deterioramento costante dei redditi familiari divorati dagli aumenti di bollette, polizze Rc auto, costi dei servizi bancari, Tares, e altri numerosi balzelli, che continuano a diminuire in maniera direttamente proporzionale ai rincari di gas e luce, arrivati a 1.800 euro l'anno che si mangia il 10% del reddito netto di una famiglia media attestata a circa 18mila euro».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 28/05/2013

110

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Luce e gas, stangata per le bollette italiane


GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE 7 articoli


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 43

(diffusione:334076, tiratura:405061)

Piemonte, crolla (-5,1%) la produzione industriale IL RAPPORTO ROTA Polemiche sulle statistiche della competitività di Torino Il sindaco Fassino ribatte: fondi danesi e malesi vogliono investire in città Augusto Grandi TORINO Produzione industriale in calo del 5,1%, ordinativi interni in flessione del 5,6%, ordinativi esteri in diminuzione del 2,7%: sono solo alcuni dei dati forniti da Unioncamere e Confindustria Piemonte e relativi al primo trimestre di quest'anno nella regione subalpina. E anche le prospettive per il secondo trimestre non inducono all'ottimismo, con una maggioranza di segnali negativi sia sulla produzione, sia sull'occupazione, sia sugli ordini totali. Solo sul fronte dell'export si registra qualche segnale di speranza. Per Gianfranco Carbonato, presidente degli industriali piemontesi, diventa sempre più marcata la differenza tra le poche aziende che sono presenti sui mercati internazionali (soprattutto extra Ue) e la maggioranza di piccole imprese che operano solo sul mercato nazionale e che, effettivamente, sono sull'orlo del baratro. D'altronde un'analisi del servizio studi di Intesa Sanpaolo evidenzia come, tra il 2008 ed il 2012, le esportazioni della manifattura piemontese siano cresciute del 180% in Messico (che rappresenta l'1,5% dell'export totale subalpino), del 29,8% in Brasile (2,4% dell'export complessivo), del 75% in Cina (2,6%), del 29,4% in Turchia (4,3%), del 38,3% negli Stati Uniti (5,6%) e del 75,6% in Svizzera (8%). Al di là della Confederazione elvetica, che ha acquistato massicce quantità di lingotti d'oro ottenuti dalla fusione degli oggetti venduti ai sempre più numerosi negozi per l'acquisto di oro e gioielli, si nota come i prodotti più richiesti da questi mercatio spazino dal comparto aeronautico ai macchinari generici e speciali, dal tessile all'alimentare. Nel complesso l'avanzo commerciale del Piemonte ha raggiunto lo scorso anno il massimo storico, con 14,8 miliardi ed una quota del 15,7% del totale italiano. Su queste basi viene ipotizzata una crescita del fatturato dell'industria subalpina dell'1,2% a partire dal 2014, grazie al traino delle esportazioni in progresso del 3,4%. Per poi attestarsi tra il 2015 ed il 2017, su una crescita del fatturato annuo del 2% ed un incremento dell'export del 4,2 per cento. Anche perché, secondo l'ufficio ricerche di Unicredit, il Piemonte può contare su una rete di piccole e medie imprese efficienti che lavorano non direttamente per l'export, ma per aziende locali che sono presenti sui mercati internazionali. Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Italia e Piemonte, valuta in circa 7mila le imprese piemontesi che fanno parte di queste filiere, e pensiamo che, nell'arco di due anni, il 20% di queste possa sbarcare direttamente sui mercati internazionali, con ricadute positive per il nostro tessuto produttivo». Ci sono però degli ostacoli. A partire dalla debolezza italiana nel settore della distribuzione a livello internazionale. Unicredit rileva che il più grande distributore italiano, la Coop, si colloca al 53° posto nella classifica mondiale e non ha presenze all'estero. A differenza di quanto accade per Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania che sostengono le proprie produzioni anche grazie a reti distributive che coprono i principali mercati. E non basta, all'Italia, un'esperienza di qualità ma di microdimensioni come Eataly. Dardanello ricorda invece la maggior diffusione e capillarità della rete dei ristoranti italiani di qualità che servono 600mila pasti al giorno e rappresentano una grande opportunità per far conoscere i nostri prodotti. Ma proprio sul fronte delle prospettive si è accesa una polemica, a Torino, in seguito alla pubblicazione del 14° rapporto "Rota" su Torino (www.rapporto-rota.it) del Centro Einaudi sostenuto dalla Compagnai di San Paolo. La ricerca sostiene infatti che la capitale subalpina è in ottima posizione sul fronte delle esportazioni, ma precipita in fondo alle classifiche dell'intero Centro Nord per quanto riguarda la ricchezza prodotta, la produttività delle imprese, il reddito medio pro capite, le infrastrutture (soprattutto per colpa di ferrovie e collegamenti aerei). E questo incide sull'incapacità di attirare laureati e di trannere chi si laurea in città. Ma

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

112

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

PIEMONTE Congiuntura. Unioncamere e Confindustria sul primo trimestre


28/05/2013

Il Sole 24 Ore

Pag. 43

(diffusione:334076, tiratura:405061)

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

113

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Piero Fassino, sindaco di Torino, ha respinto le critiche, assicurando che ci sono fondi internazionali (uno malese e uno finlandese, con cui ha avuto recenti contatti) pronti ad investire sul territorio cittadino. A fine anno uscirà il primo Rapporto Rota su Roma e a inizio 2014 su Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA


28/05/2013

La Repubblica - Roma

Pag. 19

(diffusione:556325, tiratura:710716)

Allarme di Unicredit: "Vanno perse enormi opportunità di business per le incertezze sull'innovazione"

Imprese romane poco tecnologiche le "piccole" ignorano l'e-commerce DANIELE AUTIERI IMPRESE romane, almeno quelle di minori dimensioni, allergiche all'innovazione e alle tecnologie. È il quadro che emerge dal nono Rapporto Unicredit sulle piccole aziende della Capitale, colpevoli di una evidente arretratezza nei confronti di Internet e dei nuovi modelli di vendita e di business. Secondo lo studio il 45% delle piccole imprese attive a Roma non investirebbe un euro nelle nuove tecnologie, mentre solo il 7% avrebbe destinato nel 2012 a questa voce di spesa oltre il 5% del fatturato. Così, mentre il ricorso alle tecnologie di base legate al web è pressoché generale (l'88,4% delle imprese ha la posta elettronica, il 69% una connessione alla banda larga, il 54,1% un sito aziendale), è ancora un miraggio l'utilizzo della rete come strumento commerciale. Solo il 19,1% delle vendite è realizzato online, mentre il 25,9% degli acquisti aziendali sono effettuati su Internet. L'e-commerce è ancora poco diffuso rispetto a molte altre realtà italianee soprattutto alla media delle capitali europee dove la vendita online viene considerata uno strumento essenziale per competere sui mercati esteri. Per favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie nel tessuto produttivo romano Unicredit ha investito nel 2012 ben 254 milioni di euro a supporto della nuova imprenditoria e delle iniziative innovative, finanziando direttamente 585 start-up. «Nell'attuale congiuntura economica - spiega oggi Frederik Geertman, regional manager della banca per il Centro Italia - è fondamentale per le Pmi investire nella digitalizzazione. Le imprese romane hanno intuito questo opportunità ma devono provare a investire di più sull'innovazione tecnologica per riattivare un circolo virtuoso fatto di nuova imprenditoria, nuove opportunità commerciali e crescita occupazionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

114

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ROMA


28/05/2013

La Stampa - Ed. nazionale

Pag. 5

(diffusione:309253, tiratura:418328)

"Alle urne i fedelissimi Tutti gli altri hanno disertato" Il direttore del Censis: mancano le idee RAFFAELLO MASCI ROMA Giuseppe Roma, direttore del Censis. Perché i romani - soprattutto i romani - non sono andati a votare? «Perché sono stanchi e disillusi, come il resto degli italiani, ma più del resto degli italiani: non ne possono più di votare tutti i mesi per non cambiare nulla. Si è votato a febbraio per le politiche e le regionali, si è votato adesso, si rivoterà per il ballottaggio tra 15 giorni. Basta! E poi si vota perché? Cosa è cambiato di sostanziale negli ultimi anni, tra un voto e l'altro? La città è inerte: io non mi ricordo una iniziativa non solo da parte delle istituzioni municipali, ma anche dai soggetti associati dell'economia e perfino da parte degli imprenditori. Vogliamo aggiungerci quella scheda? Un lenzuolo di 120 centimetri, duemila candidati, 19 potenziali sindaci ... senza dire delle circoscrizioni. I romani percepiscono le elezioni come le tasse: già non hanno voglia di pagarle, poi uno rende l'operazione anche difficile. . . Chi è andato a votare? «I "fedeli" di quelle vecchie parrocchie che una volta erano i partiti. Insomma i politicizzati, quelli che votano e voteranno sempre. Non a caso, dai primi dati si nota una affluenza maggiore nelle zone Montesacro (tradizionalmente di destra) e Tiburtino (roccaforte della sinistra). Ha votato la guardia scelta. Il resto ha disertato». Lei, però, sembra indicare solo fenomeni epidermici. «Non voglio essere frainteso: io dico che non dobbiamo trascurare questa percezione collettiva di inutilità di un voto ripetuto a mesi alterni e incapace di scuotere la realtà. Ma questa disaffezione ha ragioni più profonde. Per esempio io non ho intercettato un'idea forte in campagna elettorale: una volta le elezioni comunali erano le più sentite e c'erano scontri "corpo a corpo", nel senso che i candidati a guidare la capitale del paese erano i migliori campioni di entrambi gli schieramenti ed erano portatori di un messaggio capace di fare breccia nell'elettorato. Lei ne ha sentito qualcuno in queste ultime settimane? L'altra volta c'era la sicurezza come tema centrale. Lasci perdere se era o non era materia su cui un sindaco potesse prendere delle decisioni, ma era un tema coinvolgente, rispetto al quale l'elettorato poteva schierarsi. Ora? Provi a chiedere in giro ai romani se hanno un'idea - una sola - di cosa significhi la città di Alemanno o quella di Marino, o degli altri». Poche idee e candidati deboli, dunque? «O forse furbi, chi lo sa: hanno galleggiato, non si sono presentati alla pugna, si sono tenuti lontani dai temi tosti, e così facendo hanno anche evitato di essere impallinati dalla protesta. E hanno schivato tutti i pericoli che erano nell'aria , compresi i miasmi residui degli scandali della Regione Lazio». E a proposito dei grillini ... «Una catastrofe: hanno lasciato per strada due terzi dei loro consensi. Imparino la lezione: chi vota un partito di protesta vuole vedere dei risultati e se ne frega dei "duri e puri" che per non mescolarsi con gli altri si condannano all'immobilismo». Non sarà che Roma paga lo scotto delle carenze e dalle beghe che si porta dietro? «Per niente affatto. Ha visto Milano? È una città governata ora dalla sinistra e prima a lungo dalla destra, ma funziona, ha compiuto delle scelte, chi l'amministra o l'ha amministrata ha avuto un'idea di città da proporre agli elettori. E Torino? Che ha saputo ridarsi un'identità a prescindere dalla sua maggiore industria, ed è rinata? Mi creda: non esiste un fato avverso per Roma. Ed è tempo che questa benedetta città in cui vivo si dia una mossa. Magari la prossima volta la gente torna perfino a votare». Foto: Giuseppe Roma Foto: Il direttore generale del Censis non fa sconti a nessuno, nemmeno ai grillini: «Incapaci di dare risultati»

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

115

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Intervista


28/05/2013

La Stampa - Ed. nazionale

Pag. 19

(diffusione:309253, tiratura:418328)

Ilva ormai allo sbando "Impossibile la produzione" Bloccati tutti i conti: si dimettono anche i capireparto IL PRIMO CONFRONTO Ieri l'incontro tra il ministro Zanonato e i vertici aziendali GUIDO RUOTOLO ROMA Siamo ormai al conto alla rovescia. Riva Fire, la capogruppo della famiglia Riva, annuncia che «sono a rischio 20.000 posti di lavoro» dei dipendenti diretti e altrettanti di indiretti, «ed è fortemente compromesso l'iter per l'approvazione del piano industriale 2013-2018». Il presidente dell'Ilva spa, Bruno Ferrante, e l'ad Enrico Bondi, dimissionari, incontrano al ministero per lo Sviluppo economico ministri e sottosegretari e denunciano che il sequestro degli 8,1 miliardi equivalenti rende impossibile la produzione e il risanamento degli impianti. In fabbrica a Taranto, siamo alla vigilia di forti tensioni provocate dalla protesta del quadro dirigente intermedio che non si sente più garantito economicamente - essendo dipendenti della Riva Fire - e con le spalle coperte, temendo di finire sotto inchiesta della procura di Taranto. Carte di credito bloccate, impossibilità di pagare trasferte, pranzi. E si dimettono pure una trentina tra capi reparto e capi squadra. Insomma, siamo allo sbando. La riunione di ieri convocata dal ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, doveva servire per istruire la «pratica» Ilva che si discuterà oggi a Palazzo Chigi. Il premier Enrico Letta e il governo incontreranno le parti sociali. A un certo punto l'incontro è proseguito senza la delegazione dell'Ilva. Mentre Zanonato, il ministro per l'Ambiente, Andrea Orlando, il governatore Nichi Vendola, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, viceministri e sottosegretari continuavano la discussione, da Taranto, dal Garante per l'attuazione dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), Vitaliano Esposito (ex procuratore generale della Cassazione), è arrivato un segnale di cambiamento di rotta. «Sono molto preoccupato per la tensione che si respira - dice il Garante - Invito tutti alla calma. Ai sindacati ho detto che siamo di fronte a gravi inadempienze da parte dell'azienda nell'attuazione dell'Aia». Le prescrizioni non attuate sono una decina, la più grave è la mancata copertura del treno nastri; e ad e s s o, a n n u n c i a Esposito, «si passerà alla fase sanzionatoria di competenza del prefetto». E' nei fatti l'anticamera del commissariamento. Esposito mette in risalto «la convergenza del provvedimento giudiziario con la filosofia della legge che stabilisce che l'Ilva deve applicare gli adempimenti dell'Aia». Il garante, l'ex procuratore generale della Cassazione Esposito invita ad aspettare la nuova relazione trimestrale dell'Ispra, che dovrebbe essere consegnata il 7 giugno, sullo stato dell'arte della messa in sicurezza degli impianti. Una relazione che si annuncia fortemente negativa per l'Ilva. Già un dossier del ministero dell'Ambiente, ieri sul tavolo del ministro Andrea Orlando, evidenzia «le inadempienze dell'Ilva e le sue criticità molto forti». Esplicito ieri il governatore della Puglia, Nichi Vendola: «Di fronte alle inadempienze dell'Ilva si deve procedere alla sua messa in amministrazione straordinaria». E dire che la legge 231 del 24 dicembre del 2012 andava incontro alle esigenze della grande fabbrica, stabilendo una moratoria di 36 mesi entro i quali continuare a produrre e vendere acciaio, mentre procedevano i lavori per mettere a norma gli impianti. Uno schema per nulla apprezzato dalla magistratura tarantina che ha sollevato prima il conflitto di attribuzione e poi l'incostituzionalità della legge davanti alla Consulta che, invece, ha legittimato la legge. La situazione sta precipitando. Sul tavolo del governo ci sono due opzioni: contestare le inadempienze nella applicazione dell'Aia, e quindi arrivare al commissariamento dell'Ilva spa, o sfruttare la legge sullo stato di crisi delle aziende in fase di pre fallimento e nominare il commissario. Sarà decisiva la scadenza del 12 giugno quando la Commissione Europea varerà il Piano dell'acciaio, che dovrebbe prevedere un prestito di 3 miliardi di euro: risorse decisive per l'attuazione dell'Aia. Foto: Gli incontri Foto: L'arrivo del presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, al ministero dello Sviluppo Economico, dove ieri ha incontrato il ministro Flavio Zanonato

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

116

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Retroscena


28/05/2013

Avvenire - Ed. nazionale

Pag. 1

(diffusione:105812, tiratura:151233)

Il flop del referendum di Bologna Pochi al voto, il sindaco tira dritto BOLOGNA CATERINA DALL'OLIO Si sono scritti il quesito su misura e hanno ottenuto che il 72 per cento dei bolognesi non andasse a votare. Risultato: un flop. È questa l'aria che si respira a Bologna dopo l'esito del referendum consultivo sul finanziamento alle scuole paritarie dell'infanzia che ha diviso la città ma non ha mobilitato gli abitanti. L'affluenza è stata ai minimi storici, ferma al 28,7% degli aventi diritto al voto. Sono andate alle urne 85.934 persone su 290mila. Un dato che rimane molto lontano da quel 40-50% di affluenza che, nelle dichiarazioni della vigilia, era stato indicato come soglia minima per parlare di un successo. Non ha vinto nessuno, anche se poco meno del 60% dei voti ha privilegiato il fronte che chiede di abolire il finanziamento del Comune, che sosteneva l'ipotesi A... PRIMOPIANO A PAGINA i sono scritti il quesito su misura e hanno ottenuto che il 72 per cento dei bolognesi non andasse a votare. Risultato: un flop. È questa l'aria che si respira a Bologna dopo l'esito del referendum consultivo sul finanziamento alle scuole paritarie dell'infanzia che ha diviso la città ma non ha mobilitato gli abitanti. L'affluenza è stata ai minimi storici, ferma al 28,7% degli aventi diritto al voto. Sono andate alle urne 85.934 persone su 290mila. Un dato che rimane molto lontano da quel 40-50% di affluenza che, nelle dichiarazioni della vigilia, era stato indicato come soglia minima per parlare di un successo. Non ha vinto nessuno, anche se poco meno del 60% dei voti ha privilegiato il fronte che chiede di abolire il finanziamento del Comune, che sosteneva l'ipotesi A. L'amministrazione comunque «non abolirà il sistema integrato pubblico-privato delle sue scuole dell'infanzia» ha annunciato il sindaco Virginio Merola che si era schierato per il mantenimento del finanziamento alle paritarie. «Allo stesso tempo - ha aggiunto il primo cittadino - credo sia giusto cogliere la domanda di attenzione alla scuola pubblica». Secondo Merola il referendum esprime un'indicazione di opinione ma, se fosse stato un referendum vincolante non avrebbe raggiunto la soglia necessaria per decidere nel merito. Infatti solo il 59% di quel 28% dei votanti si è espresso contro il sistema integrato, un numero davvero troppo basso. Per l'amministrazione comunale adesso è indispensabile il dialogo fra le parti. Il primo banco di prova per il dialogo sarà l'istruttoria del 18 giugno, quando in Comune si discuterà delle sorti del passaggio dei nidi e delle scuole dell'infanzia all'Asp. Per il mantenimento del sistema integrato è anche l'ex-presidente del Consiglio, Romano Prodi. «Non penso che l'attuale sistema di convenzioni debba essere rivisto», ha scritto in una nota. Anche i difensori del sistema integrato sono comunque costretti a fare i conti con se stessi il giorno dopo la chiamata alle urne. «Il referendum ha diviso, ora dobbiamo cercare di unire - ha detto il segretario della Cisl, Alessandro Alberani -. Bisogna soffermarsi sui veri problemi della scuola come i pochi fondi che lo Stato ci dà». «L'aspetto positivo è che si è aperto un dibattito e quest'esperienza non si chiude qui», ha concluso. Rossano Rossi, presidente della Fism regionale ci tiene a precisare un punto: «Lo stato è comunque presente con una legge, la 62/2000, secondo cui le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico. Io da qui non mi tiro indietro, nemmeno di fronte al risultato del referendum». Il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha preso atto del voto «anche se si tratta di un fatto locale - ha chiarito - e il rapporto tra il sistema pubblico e quello paritario non cambia nell'immediato». Il fronte dell'A intanto festeggia l'amara vittoria e tenta di condizionare l'amministrazione comunale, vero scopo di questo referendum. «Sarebbe gravissimo e per noi inaccettabile che il sindaco e la sua giunta non guardassero al significato profondo di questa consultazione - ha detto Mirco Pieralisi di Sel -. Attendiamo l'apertura di un confronto reale per definire le tappe e i contenuti di una diversa politica scolastica». Dalla Fiom, invece, sono arrivate direttamente le minacce: «Senza 50mila voti niente Merola bis», ha detto Bruno Papignani, segretario regionale del sindacato. «Merola ora deve fare come i sindacalisti» ha aggiunto. Lapidario il commento del già ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini, deputata del Pdl: «Il referendum è nato come una forzatura di una minoranza politica estremista, statalista, GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

117

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

BOLOGNA


28/05/2013

Avvenire - Ed. nazionale

Pag. 1

(diffusione:105812, tiratura:151233)

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

118

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

priva di cultura che da sempre vede come fumo negli occhi il privato che funziona - ha detto -. Un sistema che, nel caso delle scuole paritarie dell'infanzia va difeso a ogni costo». CDO «Astensione dato significativo» «La forza dei fatti, il fallimento delle ideologie». Sintetizza così il proprio commento la Compagnia della Opere - Opere educative, al risultato di Bologna, dove «vi è stata un'altissima astensione, che è il primo dato significativo». Ora l'auspicio «è che il Comune sia spinto a fare passi avanti sulla strada della collaborazione tra tutti i soggetti». AGESC «Libertà educativa a rischio» «Il risultato del referendum tende a negare la libertà di educazione e la sussidiarietà, principi sanciti dalla Costituzione, e rappresenta una sconfitta delle famiglie e dei bambini bolognesi» commenta il presidente nazionale dell'Agesc Roberto Gontero. «Ora tutti i soggetti cui sta a cuore l'educazione e la libertà uniscano le forze in difesa di quei valori». ANINSEI «Una battaglia di pochi» «A Bologna l'ideologia ha avuto la meglio sul buonsenso. È sembrato di assistere a una battaglia tra guelfi e ghibellini» afferma il presidente dell'Aninsei (vicina a Confindustria) Luigi Sepiacci. La scarsa partecipazione «dimostra ancora una volta che si è trattato di una battaglia di nicchia, la battaglia di pochi».


28/05/2013

Il Mattino - Ed. nazionale

Pag. 35

(diffusione:79573, tiratura:108314)

De Magistris, nuova missione a Roma Conto alla rovescia per 350 milioni Giornata romana per il sindaco Luigi de Magistris, seconda missione con il nuovo governo. Mentre è stato fissato per venerdì il Consiglio comunale con all'ordine del giorno la presentazione della nuova giunta e soprattutto il programma. Le due cose non sembrano scollegate. Ma procediamo con ordine. Al centro dei vertici romani gli incontri con il titolare del Viminale Angelino Alfano, il viceministro ai Trasporti Enzo De Luca e forse anche il ministro Lupi. In realtà la missione potrebbe allargarsi e magari il sindaco spera di fare una puntatina al ministero delle Finanze per chiedere a Fabrizio Saccomanni, il titolare, novità concrete sui fondi che Napoli aspetta con grande ansia. Almeno due le partite aperte: l'anticipazione di 50 milioni sui fondi della legge sul pre-dissesto. E i 300 milioni della Cassa depositi e prestiti per pagare i creditori. L'assessore Salvatore Palma è preoccupato e non lo nasconde. Tutto dovrebbe essere più chiaro entro le prossime 48 ore. Ma dubbi sulla burocrazia romana che da mesi tiene sulle spine tutti gli amministratori di Palazzo San Giacomo sono più che legittimi. Cominciamo dall'incontro con Angelino Alfano. Il sindaco ribadirà al ministro dell'Interno la crescente tensione sociale, che per de Magistris non è tanto un problema di ordine pubblico ma piuttosto sociale. Mentre sul fronte della sicurezza quello che chiederà lo ha esplicitato nelle ultime ore: «Non c'è un'emergenza Napoli, ma un problema di sicurezza che attiene alle grandi città d'Italia e del mondo e che va risolto potenziando la presenza delle forze dell'ordine». Il primo cittadino è contro la «militarizzazione di Napoli»: dunque no all'Esercito. «Napoli non è al di sopra delle medie delle città italiane e internazionali, non c'è un'emergenza. Bisogna potenziare le forze dell'ordine ci sono poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti di polizia municipale che non hanno possibilità di accedere a straordinari e non hanno benzina per le autovetture». Torniamo alla Cassa depositi e prestiti. Oltre 593 milioni in due anni, anticipazione di liquidità come stabilito nel decreto legge. La quota spettante per il 2013 ammonta a 296.570.063,89 euro e verrà erogata nei prossimi giorni. Anche su questo il sindaco si è espresso: «Questa amministrazione da tempo sta portando avanti una battaglia, di carattere politico e di livello nazionale per sensibilizzare il governo in merito alle condizioni finanziarie in cui versano gli enti locali. Si tratta di una battaglia democratica: senza risorse adeguate, infatti, i Comuni si trovano nell'impossibilità di garantire i servizi e i diritti fondamentali dei cittadini, previsti dalla Costituzione. Proprio questa consapevolezza è stata al centro dei recentissimi incontri avuti con gli esponenti del governo». Esecutivo per il quale usa parole significative: «Questo è un governo politico che comprende quanto sia importante il rapporto con le città e le comunità. Il sindaco ribadisce come «ai sindaci serva un governo che lavora e al governo serve un rapporto stretto con i sindaci». Da De Magistris è stato espresso apprezzamento per la scelta del presidente del Consiglio Letta di «inserire nel governo persone come Delrio, De Luca e Zanonato. Una scelta saggia segno di rispetto nei confronti dei sindaci e delle autonomie locali». lu.ro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

119

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

NAPOLI


28/05/2013

L Unita - Ed. nazionale

Pag. 11

(diffusione:54625, tiratura:359000)

Brillanti in Borsa i titoli: Marchionne punta al 100% della casa di Detroit, un'operazione da 20 miliardi di dollari LAURA MATTEUCCI MILANO L'obiettivo è salire al 100% di Chrysler, e quotare a Wall Street la società che nascerà dalla fusione tra Fiat e il gruppo automobilistico di Detroit. Per raggiungerlo, il numero uno di Fiat Sergio Marchionne starebbe preparando - alm e n o s t a n d o a l l e i n d i s c r e z i o n i d e l Wall Street Journal dello scorso fine settimana - una maxi operazione da 20 miliardi di dollari. Una notizia che ieri, in una giornata complessivamente positiva per la Borsa (soprattutto per l'annuncio della chiusura della procedura d'infrazione per deficit eccessivo da parte dell'Europa) fin dall'apertura ha fatto volare in Piazza Affari l'intera galassia dei titoli del Lingotto: Fiat ha chiuso a +4,43%, la cassaforte Exor a +3,87%. LA SFIDA DI DETROIT Fiat sarebbe convinta di avere abbastanza liquidità per acquistare il 41,5% della casa di Detroit, che potrebbe costare fra gli 1,75 e i 4,27 miliardi di dollari, ma se decidesse di farlo rischierebbe un downgrade. Questo perché il punto non è solo acquisire la percentuale residua di Chrysler ora in mano alla United Auto Workers (Uaw): sui conti Fiat pesa il prestito da 2,9 miliardi di dollari ricevuto da Chrysler nel 2011. Per sostenere il finanziamento, comunque, Marchionne avrebbe già contattato Goldman Sachs, Bank of America, Deutsche Bank e altre banche per l'eventuale finanziamento di questa operazione definita complicata ma alla portata del top manager. Lo sbarco di Chrysler a Wall Street, in questi termini, sarebbe molto simile come valore al ritorno in Borsa di General Motors nel 2010 quando furono necessari 23 miliardi di dollari. La svolta decisiva sarà con ogni probabilità la decisione del Tribunale del Delaware sul prezzo della quota detenuta in Chrysler da Veba, il fondo del sindacato americano delle quattro ruote. Dopo la decisione dei giudici saranno quindi più chiari i tempi per la fusione e il successivo sbarco a Wall Street. DALLA SERBIA ALL'AMERICA I conti di Chrysler, che nel primo trimestre non sono andati granché bene, con un utile netto in calo a 166 milioni di dollari, secondo Marchionne non rappresentano un problema. E l'intero gruppo sarà in grado di attrarre capitale, secondo l'ad, non appena risolta la questione della piena integrazione con Chrysler. La questione è urgente, anche perché per il gruppo il bilancio approvato ad aprile vede l'utile netto in calo a 31 milioni, a fronte di 262 milioni dello stesso periodo del 2012. I ricavi (19,8 miliardi) sono in calo del 2%. La Borsa, abbiamo visto, apprezza l'operazione ventilata. Venerdì il tema della fusione con Chrysler era stato trattato anche da John Elkann. Il presidente del Lingotto ha dichiarato che i due gruppi insieme formano una realtà molto più forte e che nel tempo le due società saranno ancora più vicine: «Stiamo lavorando perché questo accada», aveva fatto sapere Elkann. Nel frattempo, dopo due settimane di viaggio, le prime Fiat 500L prodotte in Serbia e destinate al mercato nordamericano sono arrivate a destinazione. Il 23 maggio la nave cargo con 3.000 Fiat 500L - informa il Lingotto - ha fatto tappa nel porto di Baltimora (Stati Uniti) dove ha effettuato la prima consegna. Dopo la sosta ha ripreso il mare per raggiungere il 26 maggio il porto di Halifax, sulla costa canadese, dove ha completato il trasporto. Le 3.000 unità sono state prima trasportate, via treno, dallo stabilimento serbo di Kragujevac al porto di Bar (Montenegro) dove il 10 maggio sono state imbarcate su una nave cargo per il loro viaggio fino alle coste americane. La produzione del modello 500L per il mercato nordamericano è iniziata a marzo nello stabilimento di Kragujevac, il più grande impianto per la produzione di automobili dell'Europa sud-orientale. Lo scorso febbraio Fiat è stata insignita di un prestigioso titolo proprio per gli investimenti effettuati per la ricostruzione della fabbrica serba che oggi è uno dei più moderni stabilimenti in Europa. Fiat Automobiles Serbia (FAS) ha pianificato per il 2013 una produzione tra 110mila e 150mila unità che potrà soddisfare le richieste di oltre 100 mercati mondiali, compresi quelli di Nord America, Asia e Pacifico in cui il modello Fiat 500L sta per essere commercializzato. In seguito all'aumento dei volumi di produzione e dei piani di esportazione del modello Fiat 500L, sono stati assunti 600 lavoratori: lo stabilimento impiega poco più di 3mila dipendenti e oltre 1.200 persone tra i fornitori dell'azienda.

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 28/05/2013

120

La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

Fiat vola per la promessa di matrimonio con Chrysler


Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it

Quotidiano Regione Basilicata Anno 3 Numero 353 del 28/05/2013

Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155

Ambiente

Positivo il primo incontro con il presidente del Consiglio, Letta

Vie Blu, firmata in Regione la convenzione Pittella: “Con l’affidamento alle Province della supervisione dei lavori, l’articolazione del governo recupera la funzione territoriale”

Patto di stabilità, aperto il dialogo

De Filippo: “Abbiamo chiesto al Governo di partecipare alla programmazione Fas 2014-2020”

Con la firma della convenzione che attribuisce alle Province la realizzazione e la direzione dei lavori relativi al progetto “Vie Blu”, parte ufficialmente il programma di interventi per la salvaguardia ambientale. Le Province lavoreranno in sinergia con le Aree Programma. A PAG. 2

Approvato il disciplinare per l’edilizia

Cantieri, i controlli dell’Osservatorio Contro la crisi del settore

A PAGINA 3

Attività culturali c’è il Piano 2013 Risorse per 639mila euro a sostegno delle associazioni promotrici di eventi. Manca solo l’ok del Consiglio La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Cultura Roberto falotico ha approvato il Piano 2013 per le attiv-

ità educative e culturali. A 639mila euro per le associazioni del territorio per la promozione di eventi.

Fino a quando le amministrazioni saranno poste di fronte alla scelta se garantire la quotidianità o investire nelle prospettive è facile che facciano prevalere la prima istanza “Il primo incontro con il Governo Letta è stato positivo, ma siamo ancora in una fase iniziale e quindi interlocutoria.” Lo ha riferito il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al termine dell’incontro che si è svolto ieri con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a Palazzo Chigi. “Il problema del Patto di Stabilità - ha spiegato il presidente della Regione Basilicata De Filippo - purtroppo continua a centrare come questione principale, per-

ché fino a quando le amministrazioni saranno poste di fronte alla scelta se garantire la quotidianità o investire nelle prospettive è facile che facciano prevalere la prima istanza. Per questo abbiamo chiesto che gli interventi finalizzati a colmare i ritardi di sviluppo vadano fuori da queste logiche con l’esclusione delle quote di cofinanziamento dal computo.” Il Governo si è detto disponibile a un pieno coinvolgimento delle Regioni sul fronte delle riforme costituzionali e istituzionali.

A PAG 3

A PAG. 2

Amministrative. Il centro sinistra vince in 9 comuni. A Ruvo del Monte e Sasso riconfermati i sindaci uscenti

Potenza, la città festeggia San Gerardo con la Parata dei Turchi e manifestazioni di solidarietà

Tutti uomini i primi cittadini in provincia di Potenza, a Tricarico vince Angela Marchisella

Stasera in programma il primo concerto della rassegna folk in piazza Mario Pagano

In Basilicata il centro sinistra ha vinto in 9 comuni su undici. A Ruvo del Monte e a Sasso di Castalda sono stati riconfermati i sindaci uscenti. A Pignola è andata male la lista dei grillini, a Tricarico vittoria sul filo di lana della candidata

Sono iniziati ieri i festeggiamenti in onore di San Gerardo in piazza Prefettura con la settima edizione di “A San Gerardo stai con Noi”, una festa all’insegna dell’inclusione sociale promossa dall’associazione Po-

del centro sinistra Angela Marchisella su Maria Rosaria Malvinni. Senza problemi lo spoglio nei paesi interessati dal rinnovo dei Consigli comunali. A Pignola, Lavello e Tricarico la conta dei voti è andata avanti sino a tardi.

La Gazzetta del Mezzogiorno

tentialmente Onlus in occasione delle festività del Santo Patrono, in collaborazione con l’Associazione Portatori del Santo e il Comune di Potenza. Tanti gli ambulanti extracomunitari che hanno affollato il centro.

Il Quotidiano della Basilicata


28.05.2013 N. 353

PAG. 2

Basilicata Mezzogiorno

Questione di Patto di stabilità

Il presidente De Filippo dopo l’incontro delle Regioni con il Governo “Escludere i fondi Fas dal Patto di stabilità. Questione centrale, diversamente sulle prospettive di sviluppo saranno sempre destinate a prevalere le esigenze di spesa legate al momento. Per rilanciare il Mezzogiorno servono politiche condivise e una reale capacità di azione. Per questo come Regioni abbiamo chiesto al Go-

Il predidente De Filippo

verno sia di dar vita a un processo partecipativo nella programmazione dei Fas 2014-2020 che ci dia la possibilità di partecipare con la nostra esperienza e la capacità programmatoria che esprimiamo sul territorio, sia di escludere le quote di cofinanziamento dal patto di stabilità.” Lo ha dichiarato il presidente della Regione Ba-

silicata, Vito De Filippo, a termine dell’incontro che le Regioni hanno avuto con il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il Governo a Palazzo Chigi. “Il problema del Patto di Stabilità - ha spiegato De Filippo - purtroppo continua a centrare come questione principale, perché fino a quando le amministrazioni saranno poste di fronte alla scel-

ta se garantire la quotidianità o investire nelle prospettive è facile che facciano prevalere la prima istanza. Per questo - ha concluso il presidente De Filippo - abbiamo chiesto che gli interventi finalizzati a colmare i ritardi di sviluppo vadano fuori da queste logiche con l’esclusione delle quote di cofinanziamento dal computo.” (Bm6)

“E’ da affrontare il discorso dei 2 miliardi aggiunti di ticket nel 2014, per noi assolutamente insostenibili”

Riforme istituzionali e sanità Per le Regioni è un approccio positivo, ma siamo alla fase iniziale “Il primo incontro con il Governo Letta è stato positivo, ma siamo ancora in una fase iniziale e quindi interlocutoria.” Lo ha riferito il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al termine dell’incontro del 27 maggio con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a Palazzo Chigi. Il Governo si è detto disponibile a un “pieno coinvolgimento delle Regioni sul fronte delle riforme costituzionali e istituzionali”. Errani spiega: ‘’siamo assolutamente impegnati a partecipare alle riforme sull’assetto del Paese e a dare il nostro contributo’’. Inoltre sarà aperto un tavolo per dare vita alla Conferenza permanente sulla finanza pubblica. “Questa Conferenza non era mai partita - ha spiegato Errani - e avrà finalmente il via. Lì ripartirà il confronto sul federalismo fiscale e si avrà un dibattito complessivo anche nei confronti della richiesta, di alcune Regioni, di trattenere il 70% delle imposte sul territorio’’. Errani quindi evidenzia: “Abbiamo deciso sulla

base di una proposta fatta dallo stesso Presidente del Consiglio e anche da noi, il pieno coinvolgimento delle Regioni nella stessa Commissione che istituirà il Governo per quello che riguarda le riforme istituzionali e costituzionali. Noi siamo assolutamente impegnati a partecipare fino in fondo ad un processo di riforma profonda dell’assetto istituzionale del nostro Paese e da questo punto di vista daremo un nostro contributo su cui abbiamo già cominciato a lavorare. Apriremo un confronto, un tavolo, con l’impegno del Governo finalmente a dare vita alla Conferenza permanente per la finanza pubblica, prevista nella legge sul federalismo fiscale nel 2009. Non si è mai data vita a questa Conferenza, finalmente prenderà il via, e lì ripartirà il confronto sul federalismo fiscale”. Alcune Regioni hanno proposto anche altri contributi, come ad esempio di trattenere il 70% delle risorse fiscali sul territorio. In tal senso si farà un dibattito complessivo sul federali-

smo fiscale che vogliamo riprendere. “Abbiamo poi posto il tema della sanità - ha sottolineato Errani per avere la possibilità di rinnovare il Patto della salute che è scaduto e che è indispensabile rilanciare. E’ altrettanto necessario che vi siano le condizioni economiche per farlo”. Quindi è da affrontare la questione dei 2 miliardi aggiunti di ticket nel 2014, per noi assolutamente insostenibili, che quindi vanno coperti, e la sottostima di 1 mld del fondo del 2013. “Su questo il Governo - ha detto Errani - è pronto ad aprire il confronto e di seguire, anche rispetto all’evoluzione e all’andamento della finanza pubblica, come sarà possibile affrontare questi nodi. Per noi questo è un elemento importante, che apre finalmente una relazione di segno positivo con il Governo. Dobbiamo poi verificare concretamente come le risposte si realizzeranno. Abbiamo poi affrontato una serie di questioni che riguardano il Patto di Stabilità, la crescita e i nuovi Fondi comunitari.” (Bm6)

Un’immagine dell’incontro a Palazzo Chigi

Vie blu, firmata la convenzione Pittella: “Affidata agli enti territoriali la realizzazione dei lavori”

La firma in sala Verrastro

Con la firma della convenzione che attribuisce alle Province la realizzazione e la direzione dei lavori relativi al progetto “Vie Blu”, parte ufficialmente il programma di interventi per la salvaguardia ambientale approvato in Giunta venerdì scorso. Hanno sottoscritto l’accordo: il vicepresidente della Giunta regionale

Marcello Pittella, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Potenza Massimo Macchia e l’assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Matera Angelo Garbellano. I firmatari hanno espresso soddisfazione per l’avvio dei lavori e per l’inaugurazione di una nuova fase amministrativa. “Con l’affidamento alle Province della supervisione

dei lavori - ha detto Pittella - l’articolazione del governo recupera quella importante funzione territoriale che garantisce la piena aderenza ai fabbisogni locali. Si va, quindi, verso un nuovo assetto politico-istituzionale in cui un ruolo importante sarà affidato alle Aree programma che hanno competenze specifiche in tema di

governo del territorio e tutela dell’ambiente. La Regione - ha concluso l’esponente dell’esecutivo - affida così agli enti territoriali la cura della realizzazione dei lavori, nella consapevolezza che la partecipazione di più enti allo stesso progetto, può garantire un più ampio margine di successo per la realizzazione degli interventi.” (Bm6)


28.05.2013 N. 353

PAG. 3

Basilicata Mezzogiorno

Con il disciplinare per le opere pubbliche definita anche l’organizzazione dell’organismo di controllo

L’Osservatorio sull’edilizia

Tra gli obiettivi: arginare tutti quei fenomeni di distorsione del mercato Offrire un supporto alle politiche dell’edilizia e dei lavori pubblici attraverso un continuo confronto con le parti sociali. Sono questi i punti fondamentali del disciplinare all’Osservatorio regionale dell’Edilizia e dei Lavori Pubblici approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Infrastrutture Luca Braia. Il documento ha già ricevuto il parere favorevole dalla III Commissione consiliare e stabilisce anche l’organizzazione e le attività dell’Osservatorio. Ne fanno parte oltre all’assessore e al direttore generale del dipartimento regionale alle Infrastrutture, con funzioni di presidente e di vice presidente, anche i presidenti delle Province, dell’Anci e dell’Ance regionali, i rappresentanti delle Pmi, categorie professionali e organizzazioni sindacali, con la partecipazione dei rappresentanti del sindacato degli inquilini. Ai componenti dell’Os-

servatorio non sarà dovuto alcun compenso e gli stessi durano in carica cinque anni e comunque non oltre la durata di ciascuna legislatura. L’Osservatorio si riunirà almeno due volte all’anno e promuoverà la conoscenza dell’andamento del settore edilie, attraverso la diffusione di dati e informazioni rilevate sul territorio. L’organismo verificherà l’andamento di rilevazioni periodiche sulle opere in corso, su quelle di futura cantierizzazione, sugli andamenti settoriali con lo scopo di offrire un efficace supporto alla program-

Un cantiere edile

nare i fenomeni di distorsione del mercato, come il ricorso al lavoro nero, il meccanismo del massimo

L’assessore Luca Braia Una risposta in una fase in cui si assiste a una crisi del settore per definire politiche più eque mazione regionale. Tra le finalità dell’Osservatorio anche quella di argi-

ribasso nell’affidamento degli appalti. Il tutto finalizzato a con-

correre all’opera di prevenzione e contrasto del fenomeno delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo delle opere pubbliche. “Il disciplinare – ha commentato l’assessore alle Infrastrutture Luca Braia rappresenta una risposta al particolare momento storico in cui si assiste ad una fase di crisi acuta del settore edile, sia dal punto di vista occupazionale sia produttivo, supportata dai dati statistici

Piano attività culturali 2013 approvato in Giunta

sempre meno confortanti che denunciano oramai un’emergenza nazionale. Il tavolo di confronto sulla crisi in edilizia, voluto dal dipartimento Infrastrutture – ha detto ancora Braia - ha maturato la proposta di istituire l’Osservatorio, anche con l’obiettivo creare sinergie strategiche e finanziarie con altri soggetti pubblici e privati operanti sul territorio. Tale attività – evidenzia infine l’assessore – diventa fondamentale per assi-

curare politiche più eque ed efficaci ed indirizzare le decisioni istituzionali verso linee programmatiche atte a varare un piano di rilancio del settore”. L’Osservatorio si avvarrà di una struttura tecnica composta da personale del dipartimento Infrastrutture, coadiuvata secondo le necessità dagli Uffici regionali di riferimento o da soggetti operanti in altri settori di indagine che riguardano la sfera sociale, economica e produttiva.

Settimana europea dei Parchi

“Natura e Musica”, il mix vincente per lo sviluppo e coscienza ambientale

Ha una copertura finanziaria pari a 639 mila euro a diposizione di associazioni che organizzano eventi. Per essere definito dovrà ricevere l’ok dal Consiglio

Grande partecipazione all’iniziativa a Palazzo Manzoni sede dell’Ente a Marsico

Ha una disponibilità finanziaria di circa 639 mila euro, il Piano annuale 2013 per le attività educative e culturali in Basilicata. Su proposta dell’assessore alla Formazione, cultura e sport Roberto Falotico, la giunta regionale ha approvato il piano, che dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale per essere definitivo. Per l’assessore Falotico rappresenta una sfida in positivo vista la difficile congiuntura economica, aggravata dai tagli alle Regioni imposti dal Patto di stabilità. “Continuiamo a punture sulla cultura. Con il sostegno agli eventi culturali – ha detto l’assessore alla Formazione – la Regione intende promuovere azioni sinergiche pubblicoprivate ma anche tra enti diversi, che siano in grado

Nell’ambito della Settimana Europea dei Parchi, successo per l’iniziativa “Natura è Musica”, presso la sede dell’Ente Parco Nazionale di Marsico Nuovo. I veri protagonisti della manifestazione sono stati gli studenti del “Benedetto Croce” di Marsico Nuovo e dell’Istituto comprensivo “Nicola Sole”di Senise. I ragazzi si sono esibiti in un ampio repertorio di musica classica e contemporanea. La musica è stata al centro dell’intera iniziativa, perché del suo ruolo, se ne è ampiamente discusso anche durante il seminario, che ha permesso di comprendere come questo settore possa contribuire allo sviluppo e alla conoscenza ambientale. Il vero obiettivo manifestazione, permettere un serio confronto tra le realtà del terzo settore. Il presidente del Parco nazionale della Val d’Agri Appennino Lagonegrese Domenico Totaro, ha sottolineato l’importanza delle celebrazioni della Settimana Europea dei Parchi, spiegando alla platea, che le numerose iniziative organizzate in tutta europa in questi giorni, volute da Europarc Federation, invitano a riflettere sulla bellezze dei patrimoni naturalistici. Quest’anno ricade esattamente il quarantesimo anniversario di Europarc Federation, ricordato proprio dal tema “Quaranta anni di Lavoro per la Natura”. Non a caso, il motto della settimana europea è stato “Il mio Parco. La mia Passione. La mia Storia”. E’ così che tutti coloro che vivono e operano nelle aree protette hanno messo in rete la propria storia.

Teatro Stabile di Potenza

di trasformare il valore della conoscenza in valore economico, attraverso la crescita e lo sviluppo di un turismo culturale a tutto vantaggio delle comunità locali. Un’idea di cultura innovativa – ha concluso Falotico – che rilancia la

conoscenza, promuove il territorio e stimola l’industria culturale”. Il Piano, in linea con quanto attuato nel 2012, ha l’obiettivo di promuovere e favorire l’associazionismo culturale e la valorizzazione della cultura nelle

sue diverse espressioni, attraverso la realizzazioni di interventi che comportano l’erogazione di contributi ai destinatari in possesso dei requisiti descritti nel Piano. Potranno richiedere il contributo economico quelle associazioni culturali che organizzano spettacoli e rassegne teatrali, manifestazioni musicali e cinematografiche, concerti, convegni, attività di ricerche e studi, premi letterari e grandi mostre. Il Piano regionale per il 2013 prevede un particolare sostegno per la realizzazione di eventi e manifestazioni che possano accrescere la promozione e la diffusione del ruolo e dell’immagine della Basilicata. Ogni beneficiario potrà usufruire di un solo contributo a valere sul Piano 2013.


28.05.2013 N. 353

PAG. 4

“Basilicata a Zurigo” sinergia tra diversi enti Il programma della manifestazione che si svolgerà l’1 e il 2 giugno per celebrare la festa della Repubblica è stato presentato ieri a Potenza Ricco il programma per le manifestazioni promosse dalla Federazione delle associazioni lucane in Svizzera per la Festa della Repubblica che si svolgerà l’1 e il 2 giugno alla Casa d’Italia di Zurigo. Il programma della due giorni è stato presentato ieri dal presidente della Commissione dei Lucani all’estero, Luigi Scaglione, dal vice presidente Franco Mollica, dal presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico, dalla presidente della Commissione pari opportunità Antonietta Botta e dalla presidente dell’associazione “Il Cielo è sempre più blu”, Giusy Chiaradia. “Una manifestazione articolata, organizzata grazie al prezioso e fattivo contributo di diverse realtà sotto la regia della Federazione delle Associazioni Lucane in Svizzera, che - ha detto Scaglione - ha raccolto l’invito del console generale di Zurigo Mario Fridegotto. Momenti squisitamente culturali, con la proiezione di materiale dell’Apt e della Rai sull’ultima opera di Carlo Levi a San Costantino Albanese, la mostra fotografica di Carlos Solito, a cura dell’Apt, una mostra del gallerista Francesco Esposito su alcune foto inedite e lavori di Carlo Levi, la

Basilicata Mezzogiorno

Tra i lucani insigni 2012 padre Castriotti sacerdote venosino Inviato in Honduras come missionario diocesano si è prodigato in favore dei più poveri e della comunità di El Paraiso

Padre Ferdinando (al centro) e l’arcivescovo Maradiaga

Anche la Basilicata sarà presente alla Festa della Repubblica a Zurigo

presentazione del libro sull’emigrazione “Il castello sull’Hudson” di Renato Cantore, si alterneranno a momenti di incontro e confronto sul fenomeno dell’emigrazione femminile, sul turismo ecocompatibile e sull’azione dei parchi. Un format che ci permetterà di veicolare l’immagine della nostra regione e promuoverla”. “La manifestazione a Zurigo – ha precisato Mollica – è il segnale di un nuovo protagonismo dei lucani all’estero ed è la ri-

sposta a quanto ci siamo proposti durante la conferenza annuale tenutasi a marzo e cioè di puntare sulle sinergie per costruire manifestazioni di qualità, attraverso il rilancio degli Sportelli Basilicata”. Per la presidente della Crpo, Botta, si tratta di una valida occasione per focalizzare l’attenzione sui processi migratori delle donne e per riflettere sulla nuova emigrazione. La presidente dell’associazione ‘Il Cielo è sempre più Blù’, Giusy Chiaradia

ha fornito delucidazioni sugli aspetti logistici della manifestazione. Il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico, ha ribadito che “l’evento di Zurigo è un esempio di intelligente sinergia tra diversi enti”. Per il presidente della Federazione dei lucani in Svizzera Ticchio è un modo per riconoscere l’operato dei corregionali all’estero e per considerarli promotori attivi dell’istituzione Regione Basilicata nel mondo, a costo zero.

Don Ferdinando Castriotti nato a Venosa il 3 marzo 1969 è stato abituato sin dalla tenera età al rispetto e all’accoglienza degli altri. Il padre muratore e la madre collaboratrice scolastica lo hanno cresciuto nella semplicità e con un’educazione dai saldi principi. Entrato a 18 anni nel seminario maggiore di Potenza è stato ordinato sacerdote il 6 marzo 1993. All’ Università San Tommaso di Napoli ha ottenuto la laurea in Filosofia e Teologia specializzandosi in Dogmatica e Morale, presso l’ Università Alfonsiana di Roma ha concluso il dottorato in Bioetica. Dal 1999 al 2002 è stato parroco della Diocesi di Melfi, Lavello e Rapolla oltre che insegnante di religione per gli studenti del Liceo scientifico Federico II di Melfi. Dal 2002 al 2007 ha insegnato Bioetica presso l’Università Ratisbone di Gerusalemme e dopo lunghe permanenze presso la missione francescana di Baibokumin Ciad ha iniziato in Honduras il suo operato come missionario diocesano “Dono della fede”. Don Ferdinando ha fatto realizzare strutture come ospedali, case di accoglienza, istituti scolastici per la diffusione della cultura, centri nelle periferie delle società minori abbandonate tra la polvere e la miseria. Il suo impegno di fede e carità viene riconosciuto dagli hondureni che gli conferiscono il titolo di eroe quotidiano hondureno “Armando Paz”. A questo riconoscimento è seguito quello della Fondazione Ambrosini “Angelo della Pace” e quello del Consiglio regionale della Basilicata “Premio lucani insigni 2012”.

Dal Consiglio Incendio a Policoro Castelluccio (Pdl) “Un atto vile e barbaro che danneggia tanto l’economia che l’immagine di un’area bella e laboriosa della Basilicata”. E’ quanto dichiara Castelluccio intervenendo sull’incendio che ieri ha distrutto decine di ettari di pineta e uno stabilimento balneare in procinto di essere inaugurato. Il consigliere ha sollecitato le istituzioni regionali, provinciali e comunali ad intensificare l’opera di pulizia delle aree boscate a ridosso della spiaggia. “Sarebbe un modo - sottolinea - per ridurre i rischi roghi in una estate che si preannuncia rovente. Del resto, i fondi non mancano. Così come gli operai impegnati da Province e Regioni per le attività di salvaguardia ambientale andrebbero messi a regime con progetti produttivi e ci si augura che la Regione Basilicata non attenda per problemi ‘politici-burocratici’ il mese di agosto per approvare l’indispensabile piano anti incendio”. Politica Rosa (Gm) “Stranamente da quando De Filippo si è dimesso i suoi assessori magicamente si sono svegliati. Dall’assessore ‘maratoneta’ che corre nei campi lucani, passiamo al neo assessore Luca Braia che in questi mesi vuole addirit-

tura risolvere i problemi del trasporto pubblico lucano. Anche l’assessore Pittella intervenendo all’assemblea regionale Ugl ha tracciato il suo ‘personale programma’ dichiarando che ‘in Basilicata procediamo per dare risposte concrete alle emergenze e per una programmazione economica nel segno della ripresa’. Insomma anche Pittella vuole fare tutto e presto. Bravi se non fosse che tutti questi uomini ‘svegli’ rappresentano in pieno le varie anime del ‘Sistema Basilicata’ che ha condotto la nostra regione nello stato in cui si trova. Siamo di fronte al solito ritornello pre elettorale del centrosinistra lucano che promette tutto per poi convertire le tante buoni intenzioni nella solita politica assistenziale e clientelare. Telecom Romaniello (Sel) L’attivazione di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali confederali e di settore, unitamente alle rappresentanze parlamentari, sui problemi del servizio 187 della Telecom, è stata sollecitata dal capogruppo Sel in Consiglio regionale in una lettera inviata al presidente della Giunta Regionale Vito De Filippo. Romaniello sottolinea “l’esigenza di definire le necessarie iniziative da intraprendere per evitare che un altro pezzo della Telecom venga spostato nella sede di Bari, nel caso specifico il servizio 187 che occupa 34 lavorato-

ri”, e ricorda che “nel corso degli anni i livelli occupazionali in Basilicata sono andati progressivamente calando con i vari accordi di ristrutturazione. Il servizio 187 può essere svolto per l’intero Paese da qualsiasi posto e non necessita assolutamente di essere accorpato. Il trasferimento a Bari rappresenterebbe solo un aggravio di costi per i lavoratori, ma credo anche per la stessa azienda, oltre ad un ulteriore impoverimento della sede Telecom di Potenza. Serve un’azione unitaria per impedire che la competizione sia fatta solo ed esclusivamente a scapito dei lavoratori”. Costituente Fdi a Brienza Rosa e Venezia “Fratelli d’Italia di Basilicata non si ferma nel suo radicamento territoriale ed ora anche nella comunità burgentina è presente la nostra rappresentanza. Infatti un gruppo di volontari hanno dato vita alla Costituente cittadina scegliendo quale portavoce Guglielmo Zaccaria oltre ai componenti Antonino Annunziata, Maria Cerullo, Carmine Farina e Giuseppe Piccarreta”. Lo rendono noto i consiglieri regionali Rosa e Venezia. “La costituente di Brienza avrà un compito politico importante ossia quello di essere cerniera tra il potentino e le zone centro-occidentale della provincia oltre che essere uno snodo verso il vallo di Diano”.


28.05.2013 N. 353

PAG. 5

Basilicata Mezzogiorno

Agricoltura è futuro

La nostra tradizione è la principale fonte di crescita

r Bandi a sostegno dell’insediamento di giovani imprenditori agricoli, ma anche dell’ammodernamento di aziende preesistenti

Interventi a favore del biologico e ricerche scientifiche che puntino ad un offerta altamente qualificata e a sistemi di reti informatiche

a cura dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale

Crediamo nell’agricoltura come fattore primario per lo sviluppo della nostra economia. Investiamo energie a sostegno di progetti per qualificare il settore e renderlo più competitivo sui mercati


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 28.05.2013

PAG. 6

Basilicata Mezzogiorno

II I BASILICATA ELEZIONI

Martedì 28 maggio 2013

AMMINISTRATIVE

A Ruvo del Monte e Sasso di Catalda riconfermati i sindaci uscenti. A Pignola male la lista dei «grillini»

IL VOTO NEI COMUNI LUCANI

A Tricarico vittoria sul filo di lana della candidata del centrosinistra Angela Marchisella su Maria Rosaria Malvinni

SENZA PROBLEMI LO SPOGLIO NEI PAESI INTERESSATI DAL RINNOVO DEI CONSIGLI COMUNALI. PIGNOLA, LAVELLO E TRICARICO I COMUNI IN CUI LA CONTA DEI VOTI È ANDATA AVANTI SINO A TARDI

Basilicata «targata» centrosinistra

Vince in 9 comuni su undici. A Castelluccio S. la percentuale più alta. Pignola s’incarta ATELLA

PIETRAPERTOSA

UNITI PER CAMBIARE

CONTINUITA’NELL’IMPEGNO

CANDIDATO SINDACO TELESCA NICOLA

CANDIDATI CONSIGLIERI

CANDIDATO SINDACO

1361

Caldararo Carmela Di Biase Ivan Lamorte Donato Macchia Donato Pacella Michele Telesca Pietro Telesca Vito

145 209 77 161 122 247 220

CAGGIANO ANGELO MARIO

CANDIDATI CONSIGLIERI

1155

PIGNOLA PARTITO DEMOCRATICO CANDIDATO SINDACO

FERRETTI GERARDO

INSIEME PER CONTINUARE

CANDIDATI CONSIGLIERI

CANDIDATO SINDACO SALAMONE EGIDIO

470

Gioia Tony Arleo Elia Arleo Giuseppe Ruggiero Giovanni Vivacqua Egidio Antonio Papaleo Giuseppe

105 62 70 120 29 55

LAVELLO

UN FUTURO PER TUTTI CANDIDATO SINDACO DE LUCA ALESSANDRO

68

Belsito Francesco Antonio Papaleo Giovanni Lamoglie Antonio Catalano Riccardo Gesualdi Emilio De Biase Giuseppe

28 14 14 1 0 0

IL BENE COMUNE

CANDIDATO SINDACO GIOIA MARIAGRAZIA

CANDIDATI CONSIGLIERI

55

Tancredi Ivan Zottoli Emilio Mastroianni Antonio Celano Raffaele Pitillo Egidio

8 28 0 6 2

GENZANO DI LUCANIA CSX PER GENZANO CANDIDATI CONSIGLIERI

Baldantoni Silvana Carcuro Alessandro Cervellino Viviana Cilla Vito Ciola Alessandro Ciola Donato Filippetti Alessandro Gargano Teresa Iacovera Antonio Stigliani Matteo

2122 269 250 513 181 201 176 338 341 295 285

FARE GENZANO

CANDIDATO SINDACO VERTULLI GIUSEPPE

CANDIDATI CONSIGLIERI

Anelli Giovanni Teto Antonio Cancellara Enrico Chiaraluce Donatella Ceruzzi Mariella Baccellieri Rocco Ciola Rocco Centoducati Maria Antonia Di Padova Marisa Menchise Nicola

CENTROSINISTRA

CANDIDATO SINDACO

ALTOBELLO SABINO

CANDIDATI CONSIGLIERI

Aliano Mauro Avigliano Gianpiero Avigliano Raffaele D’Agostino Giovanni De Luca Giovanna Di Giacomo Annalisa Di Vittorio Mauro Fortunato Giusi Foscolo Giuseppe Fuggetta Rossella Garripoli Antonio Miranda Michele Pettorruso Raffaele Scatamacchia Michele Torciano Mauro Tummolo Principia

851 92 78 89 177 65 195 80 180 66 117

2794 209 180 242 222 313 419 165 265 190 131 194 228 281 237 170 574

IL BENE COMUNE

CANDIDATO SINDACO

CANDIDATO SINDACO CANCELLARA ROCCO

253

Santomassimo Luciano Vigna Chiara Di Palo Giacomo Domenico Garramone Giovanni Laraia Rocco Vernucci Rocco

148 102 56 204 264 202 50

CASTELLUCCIO SUP.

CANDIDATI CONSIGLIERI

77 52 77 106 40 59

CANDIDATO SINDACO

Amato Vito Colangelo Michele Colangelo Roberto D’Annucci Giovanni Petrino Canio Petruzzelli Gerardo Verrastro Lucia

CANDIDATI CONSIGLIERI

Cavuoti Giacomo Iula Settimio Mazza Carlo Piancazzo Rocco Santoro Rossana Rocchina Vigna Giusy

PARTIAMO

CANDIDATO SINDACO CANDIDATI CONSIGLIERI

459

CANDIDATI CONSIGLIERI

CENTROSINISTRA ZACCAGNINO MICHELE

STASI ANTONIO PASQUALE

ANNALE ANTONIO

CANDIDATI CONSIGLIERI

Bisceglia Natalia Castucci Lucio Catarinella Antonio Cesarano Pasquale Colonna Donato D’Auria Rossella Falcone Concetta Fierro Giuseppe Masi Vito Miranda Raffaele Romano Angela Rosa Mario Russo Gaetano Salvatore Brigida Sanua Donato Tomaiuolo Maria

1112 54 71 153 40 133 43 186 100 15 117 101 50 55 40 70 116

PER AMORE DI LAVELLO CANDIDATO SINDACO

CARRETTA ANTONIO

CANDIDATI CONSIGLIERI

Bavuso Mauro Antonio Caprioli Principio Carretta Gianluca Catarinella Veronica Maura Di Palma Laura

2545 118 92 152 78 209

Farfariello Patrizia Finiguerra Franco Liseno Antonio Miranda Domenico Paglia Sabino Paradiso Laura Pettorruso Vincenzo Pistillo Giovanni Salierno Luigi Sellitri Maria Vassilliou Vassilios detto Vas

134 193 517 148 167 292 159 197 116 184 276

LAVELLO LIBERA

CANDIDATO SINDACO MOSCA PASQUALE

CANDIDATI CONSIGLIERI

Bellini Giuseppe Carella Donato Luigi Costantino Lucia Corrado Lorena Rita Diaferia Cristian Mosca Roberto Pellegrino Mara Pianta Valentina Prudente Antonio Rispoli Gabriele Salacone Palmina Settembrini Saverio Zaccagnino Enzo

251 30 4 24 22 0 42 9 15 14 33 36 15 7

MOVIMENTO 5 STELLE CANDIDATI CONSIGLIERI

Bisceglia Antonella Caprioli Michele Ceccia Noemi Di Ciommo Domenico Di Noia Maura Concetta Esposito Aniello Fasanella Sabino Fuggetta Alfonso Giordano Francesco Graziano Matteo A. Luigi Iovino Luca Mancone Maria Donata Pecora Antonio Rosa Canio F. Marcello Tudisco Assunta Vulpio Mauro

PARTECIPAZIONE E LIBERTA’

935 103 52 59 94 35 18 38 78 35 37 38 98 123 50 74 97

Corleto Rocco Doti Rocco Hayate Francesco Nardo Rocchino Pascale Giovanni

RIPACANDIDA

TRICARICO

CANDIDATO SINDACO

RONDINELLA DONATO

CANDIDATI CONSIGLIERI

291

Labriola Antonio Dibiase Michele Di Leonardo Carmen Donatella Gentile Donato Leopaldi Alberto Chiari Antonia S. D. G.

52 86 8 74 16 16

CANDIDATI CONSIGLIERI

RINNOVIAMO RIPACANDIDA CANDIDATO SINDACO

REMOLLINO VITO ANTONIO

527

Chiarito Donato Rondinella Donato Antonio Velini Emanuele Santomauro Teodora Anastasia Michele Giuseppe Labriola Maria

88 66 54 115 89 68

CANDIDATI CONSIGLIERI

RINASCITA RUVESE

CAMBIAMO PIGNOLA CANDIDATO SINDACO

SUMMA MARCO

CANDIDATI CONSIGLIERI

Becce Angelo Adinolfi Luigi Giuliano Anna Gerardi Gianluigi Marino Domenica Perone Francesco Vista Cinzia Dolce Romeo Santangelo Fabio Biancone Giovanni

CANDIDATO SINDACO

ROMANO DONATO

CANDIDATI CONSIGLIERI

Fiore Antonio Miele Pasqualino Zirpoli Elena Tortorelli Palma Corleto Valentina Rosa Lucia Caruso Antonio Volpintesta Fabio Picciallo Michele Fiorini Fabrizio

92 77 24 38 29 20

MUSTO DONATO NATALINO

CANDIDATI CONSIGLIERI

Sciampilasci Angela Coviello Francesca Scavone Italia Primavera Saverio Corleto Donato Bonelli Gerardo Lonato Paolo Girelli Rocco Biancone Antonio Paciello Carmine

315

RIPACANDIDA COMUNE CANDIDATO SINDACO

CANDIDATO SINDACO

Gallucci Donato Graziano Pietro Ricci Giuseppe Rubino Giovanni Saracino Filomena M. Grazia Stia Antonio

42 127 81 15 9 47

CANDIDATI CONSIGLIERI

Cefola Vittoria Lucia Colangelo Vito Federici Angela Santoro Pino Suozzi Francesco Vodola Rosa

94 66 14 98 38 16

DEMOCRAZIA E SVILUPPO PERRONE ROCCO

411

Acerenza Giuseppe Corleto Antonella Coronato Antonio Doti Pietro Gaito Vincenzo Langone Anna

57 48 30 74 57 97

CANDIDATI CONSIGLIERI

INSIEME PER SASSO CANDIDATO SINDACO

CURTO ROCCO

7

CANDIDATO SINDACO

Doti Antonietta Grosso Gelsomina Lia Carmine Stella Filomena Tofalo Antonio Tofalo Teresa

3 0 0 0 0 0

CANDIDATI CONSIGLIERI

ALTERNATIVA PER SASSO

LISTA 5 STELLE PIGNOLA SCAVONE DARIO Apostoli Antonella Giannini Giuseppe

CANDIDATI CONSIGLIERI

CANDIDATO SINDACO

LANGONE GIAMBATTISTA

53 282 139 77 111 153 242 159 118 58

PARTITO DEMOCRATICO CANDIDATO SINDACO

MARCHISELLA ANGELA

CANDIDATI CONSIGLIERI

Binetti Luigi Ditella Teresa Fanelli Antonio Lacava Luisa Langerano Pancrazio Antonio Laurenzana Filomena Martinelli Francesco Orsellini Tiziano Paradiso Paolo Tedesco Pancrazio

1104 86 212 65 205 72 145 159 88 283 162

IMPEGNO PER TRICARICO CANDIDATO SINDACO

Albano Rosanna Battaglia Angela Beatrice Raffaele Carbone Paolo F. Pompeo Centola Pancrazio Cirillo Salvatore Dabraio Rocco Fanelli Anastasio Gagliardi Antonio Santoro Giuseppina

CANDIDATO SINDACO

385

SASSO DI CASTALDA CANDIDATO SINDACO

Caravelli Teresa Centola Abbiuso Margherita Dell’Aquila Rossella Dema Pancrazio Giannotta Angelo Iula Maria Locuoco Pancrazio Martelli Matteo Mestice Silvio Vizzuso Rocco

1035 136 234 169 94 208 83 128 140 106 82

INSIEME PER CRESCERE

PARTITO DEMOCRATICO ROMANO DONATO CARMINE

899

CANDIDATI CONSIGLIERI

CANDIDATI CONSIGLIERI

368

CANDIDATO SINDACO

CANDIDATO SINDACO

BENEVENTO PANCRAZIO

MALVINNI MARIA ROSARIA

SALVATORI BARBARA

CANDIDATI CONSIGLIERI

4 10 19 71 31

PER IL BENE COMUNE

Dibiase Giuseppe Michele Lettieri Antonio Messere Michele Prisco Aniello Sinisi Michele Summa Anna

RUVO DELMONTE

DE PAOLA ELVIRA

CANDIDATI CONSIGLIERI

PROGETTO RIPACANDIDA

CANDIDATO SINDACO

PIGNOLA LIBERA

CANDIDATO SINDACO GERVASIO GIANCARLO

Albano Leonardo Albano Michele Arcangelo D’Atena Saverio De Luca Antonio Gruosso Vito Lauria Cristiano Picerni Mimma Rosa Enza Santarsiero Rocchina Vista Dario

30 57 21 16 24 47

Lagrotta Angela Moukhtari Aicha Paciello Gerardo Petrone Paolo Roma Saverio Rossi Andrea

148

MANGIAMELE ANTONIO

593

Abate Grazia Abate Nunzio Amato Paolo Ambriso Luciana Centola Nunzio Danzi Pasquale Lamarra Pasquale Montesano Mirella Scutillo Maria Carmela Valenzano Salvatore

35 110 93 193 83 34 58 68 34 67

CANDIDATI CONSIGLIERI

VAGLIO BASILICATA SVOLTA DEMOCRATICA CANDIDATO SINDACO

DANZI FAUSTO

675

Angelucci Marco Catalano Massimo La Capra Carmela Lo Sasso Carmelina Musciacchio Faustina Ricciuti Nicola

46 76 63 184 54 177

CANDIDATI CONSIGLIERI

RINASCITA VAGLIESE CANDIDATO SINDACO

GIANCARLO TAMBURRINO

783

Castellucci Giuseppe Cirigliano Faustino La Capra Faustina Mancazzo Roberto Marino Rocco Matteo Graziano

135 56 70 155 124 162

CANDIDATI CONSIGLIERI


Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 28.05.2013

6

PAG. 7

Basilicata Mezzogiorno

SPECIALE

Martedì 28 maggio 2013

Elezioni comunali 2013 BASILICATA

Elezioni all’ INSEGNA dei ritorni

LE COMUNALI hanno dato il loro verdetto. Negli undici comuni interessati da questa tornata elettorale c’è stata, senza ombra di dubbio, una vittoria che pesa anche sugli equilibri regionali. I democratici, dati per spacciati alla vigilia del voto, hanno tenuto, confermando o eleggendo propri rappresentanti nella maggior parte dei municipi in cui si è votato. Un verdetto importante nonostante la vigilia fosse stata “scossa” dall’inchiesta sui rimborsi e da un clima ge ATELLA CASTELLUCCIO S. GENZANO DI L. LAVELLO nerale di antipolitica. Il primo dato da sottolineare è la sostanziale sconfitta del Movimento 5 Stella. A Pignola e Lavello doveva - teoricamente, in base al risultato delle recenti Politiche - il primo partito. Fatta eccezione - ma in parte - per la città dauna, in questi due paesi (che erano strategicamente i più importanti) i grillini hanno ceduto il passo al “consolidato” Pd. E a proposito NICOLA TELESCA EGIDIO SALAMONE ROCCO CANCELLARA SABINO ALTOBELLO di Pd fa certamente “rumore” il ritorno di Altobello. Salutato con critiche al vetriolo, il ritorno dell’ex presidente PIETRAPERTOSA PIGNOLA RIPACANDIDA RUVO della provincia, ha avuto come conseguenza diretta l’abbandono del segretario locale del Pd, Emanuela Di Palma. Ricucito poi lo “strappo” interno, è riuscito, anche con la sua esperienza, a guadagnare consensi fino alla vittoria finale. A Pignola alla fine l’ha spuntata Ferretti nel segno della continuità con l’ex sindaco Petrone. Una vittoria importante, anche perchè a contrastarlo c’era il segretario provinciale dei democratici Antonello Molinari con il “suo” candidato Marco Summa. L'affluenza, rispetto alle passate comunali, è stata in netto PASQUALE STASI GERARDO FERRETTI VITO REMOLLINO DONATO ROMANO calo. Si è passati da una media del 69,50 al 62,04 registrata ieri in provincia di Potenza e dal 64,36 al 61 di Tricarico, in provin- SASSO DI CASTALDA VAGLIO TRICARICO cia di Matera. Il Comune che ha fatto registrare la percentuale più bassa, in relazione ai propri abitanti, è stato Ripacandida con solo il 46,60 per cento. Quella più alta, invece a Pignola con il 70,04 (anche se 5 anni fa era al 75,09 per cento). Il Comune che ha perso più votanti è Genzano di Lucania. Più dell’11 per cento in meno rispetto all'ultima tornata elettorale, si è recata alle urne. Si è pasROCCO PERRONE GIANCARLO TAMBURRINO ANGELA MARCHISELLA sati dal 79,52 al 69,99.

A TRICARICO la spunta Marchisella l’unica donna eletta alla carica di primo cittadino

Altobello

torna alla politica attiva dopo un periodo di dietro le quinte


Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 28.05.2013

PAG. 8

Basilicata Mezzogiorno

Matera Martedì 28 maggio 2013

25

REDAZIONE: Piazza Mulino, 15 - 75100 Matera - Tel. 0835.256440

«Gli italiani sono diminuiti del 10% nell’ultimo anno, ma arrivano molti francesi»

«Abbiamo preso turisti alla Puglia» Il presidente del consorzio albergatori: «Ma i problemi sono gli stessi da 10 anni» DAL 2003 ad oggi il Consorzio Albergatori che comprende 16 strutture della città, ha incontrato i 13 assessori comunali al Turismo che si sono succeduti. A tutti ha consegnato il cahier de dolèance che riguarda il settore ricettivo. Da nessuno, finora, ha ottenuto risposte concrete. Lo conferma il presidente Gregorio Padula che aggiunge: «Ogni nuovo assessore ci incontra e i problemi che sottoponiamo sono sempre gli stessi. Gli eventi non solo la panacea per il turismo, ma non è così e in particolare nel modo in cui vengono organizzati a Matera, con un metodo “last minute”. Sarebbero utili solo qualora la programmazione venisse effettuata con largo anticipo, ma non è così». C’è uno sguardo un po’ a lume di naso su questo settore? «Certo, anche se i problemi fondamentali sono quelli ordinari: i punti di informazione, la segnaletica turistica. Per quanto ci riguarda, in quest’ultimo caso, saremmo anche disponibili ad installarle noi ma finora nessuno ci ha detto come fare. Tanti nostri clienti, soprattutto gli stranieri, a cui piacciono le visite guidate ma

Gregorio Padula

Il presidente del Consorzio albergatori durante l’intervista all’interno della Mediateca

che non disdegnano le passeggiate da soli nei Sassi. Senza indicazioni, però, scelgono le strade cittadine principali, quelle trafficate». Negli ultimi 10 anni, i turisti sono cambiati? «Oggi ci sono elementi a vantaggio dei visitatori: l’apertura del Parco Murgia, la cripta del Peccato originale e gli Ipogei di piazza Vittorio Veneto, tutti attrattori forti. An-

che il Castello potrebbe esserlo se il Comune si decidesse a darlo in gestione, così come servirebbe una migliore organizzazione delle chiese rupestri». La crisi a quanto pare sta mordendo in modo significativo. «Nel 2012 gli italiani sono diminuiti del 10% mentre sono aumentati gli stranieri e in particolare i francesi che non viaggiano in gruppo ma da soli nonostante la

Francia non sia ben collegata con le nostre zone. Per questo abbiamo chiesto all’Apt di creare politiche promozionali verso questa nazione. Negli ultimi 10 anni - prosegue Padula - è migliorato il livello delle guide turistiche, così come il livello della ristorazione cittadina. Sotto il profilo turistico, ha contato molto l’apertura del sentiero che porta da Porta Pistola alla chiesa ru-

pestre della Madonna delle Vergini. Molti dei nostri clienti sono ciclisti o gente che fa trekking. Se si intervenisse sulla segnaletica, sulle piste ciclabili, sarebbe utilissimo». Le tariffe degli alberghi sono a volte al centro di polemiche: «I miei prezzi sono gli stessi da sei anni. Anche gli altri albergatori non hanno aumentato molto. Naturalmente dobbiamo considerare i cinque stelle... Vengono applicate le tariffe abituali. E’naturale che nel caso delle agenzie si debbano pagare le commissioni alle agenzie. Il nostro consorzio ha fatto una battaglia per la tassa di soggiorno, ridotta ad un euro che nonostante tutto influisce. Nel tempo siamo riusciti a sottrarre una fetta di turisti alla Puglia, proprio grazie ai nostri prezzi bassi che applichiamo alle agenzie. A volte, però, come nel caso dei giapponesi la “filiera” prevede quattro passaggi e un aumento dei costi che parte dall’agenzia giapponese, passa al tour operator nipponico, poi a quello europeo e infine all’agenzia italiana che organizza il tour. Antonella Ciervo a.ciervo@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIMINI Camion materano fuori strada E' finito in un fosso con il Tir a causa di una sigaretta. È successo domenica sera intorno alle 20, quando un autotreno Iveco che trasportava transenne del Giro d’Italia – condotto da un autista di 56 anni, originario di Matera – mentre percorreva la Statale 16, è finito fuori strada dalla parte destra della carreggiata, fermando la propria corsa in un campo. Agli agenti della polizia stradale di Riccione, intervenuta sul posto, il camionista, ha raccontato di aver acceso una sigaretta e che la cenere era caduta nell’abitacolo del mezzo. Nel tentativo di pulirla, si era distratto dalla guida finendo fuori strada. Le operazioni di recupero del mezzo pesante si sono protratte fino all’1.30 di notte. L’autista, che è risultato negativo al test dell’alcol, è stato comunque multato per la perdita di controllo del veicolo e danneggiamento di manufatti stradali. matera@luedi.it


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 28.05.2013

PAG. 9

Basilicata Mezzogiorno

POTENZA CITTÀ I V

Martedì 28 maggio 2013

MICROCRIMINALITÀ

ASPETTANDO LA NUOVA PIAZZA BONAVENTURA

FURTI, SCIPPI, PROSTITUZIONE

+114 POTENZA Il consiglio comunale [foto Tony Vece]

CANTIERE I lavori sono stati prorogati [foto Tony Vece]

Il consiglio sulla sicurezza rimane senza... interlocutori Seduta aggiornata a data da destinarsi. Il gettone di presenza in beneficenza GIOVANNA LAGUARDIA l Il Consiglio comunale straordinario sulla «Sicurezza in città» rimane privo di interlocutori e viene aggiornato a data da destinarsi. Ma i consiglieri, su proposta del sindaco, decidono di devolvere il gettone di presenza della giornata in beneficenza. È durato poche decine di minuti il consiglio straordinario sulla microcriminalità. Giusto il tempo di ascoltare la relazione introduttiva del consigliere Sergio Potenza e di rendersi conto che i principali interlocutori invitati, i rappresenti delle forze dell’ordine, non erano presenti, fatta eccezione per la Digos e per la Guardia di Finanza, mentre il viceministro Filippo Bubbico in un messaggio annuncia la sua assenza a causa «di impegni istituzionali precedentemente assunti». Assente giustificato perfino il comandante della Polizia locale di Potenza, a causa di una concomitante riunione convocata in questura per discutere dei problemi di ordine pubblico legati alle festività in onore del santo patrono, san Gerardo. Per questo alle 10.40 si decide, all’unanimità, di rinviare la discussione ad altra occasione, quando potranno

SICUREZZA La relazione sarà inviata ai soggetti interessati [foto Tony Vece] essere presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine, per avere più chiaro il polso della situazione e delle iniziative di prevenzione e repressione in atto. Intanto, come si evince dalla relazione di Sergio Potenza, il disagio in città per i fenomeni di microcriminalità è in crescita. «La città - ha spiegato nella sua introdu-

POTENZA IL CONSIGLIO DEGLI AVVOCATI METTE A DISPOSIZIONE I LOCALI

Valori bollati in Tribunale è «guerra» per la rivendita Polemiche per l’assegnazione del servizio

l È «guerra» per l’assegnazione della rivendita speciale di valori bollati all’interno del tribunale di Potenza, dopo la sospensione della concessione al precedente titolare a causa di un procedimento penale a carico. Sulla questione interviene il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati, Enzo Giuseppe Maria Sarli, che scrive ai Monopoli di Stato, all’Agenzia delle Entrate, al Comune di Potenza e alla commissione manutenzione della Corte di Appello. Sospesa la concessione al precedente titolare il Monopolio di Stato avea dato l’assenso per la vendita temporanea all’interno del palazzo di giustizia alla rivendita più vicina. «Il sottoscritto, unitamente al sig. Nolè - ricorda Sarli - si rivolgevano alla presidenza della Corte di Appello perché venisse convocata immediatamente la Commissione di Manutenzione al fine di individuare i locali che il Comune avrebbe messo a disposizione». Ma, lamenta Sarli, «il Comune, pur legittimamente, optava per l’assegnazione dei locali previo espletamento di apposita gara. L’aggiudicatario pare, al momento, non attivi l’esercizio in quanto l’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato si appella alla sussistenza della vecchia concessione mai revocata e dunque all’impossibilità di concedere una nuova licenza». Nel sollecitare le amministrazioni interessate a risolvere al più presto il problema il presidente Sarli ribadisce che «in caso di difficoltà sono a disposizione i locali del Consiglio per la vendita temporanea dei valori bollati, da affidarsi a chi l’amministrazione rilascerà concessione temporanea oppure definitiva».

zione - è alle prese con ciclici episodi di violenza, penso agli 86 furti in appartamento, registrati negli ultimi mesi, alla prostituzione, all’incremento degli scippi. Indicatori dell’impoverimento della popolazione, ma anche di un fenomeno in crescita, l’aumento della diffusione dei ‘compro oro’, dei locali dedicati alle slot machine, ma

anche purtroppo della diffusione dell’uso degli stupefacenti, e del denaro frutto di riciclo. Aumentare gli organici delle forze dell’ordine su strada, incremento della presenza di telecamere e del personale addetto al loro controllo. Bisogna evitare che il centro storico diventi sempre più dormitorio, e i parchi senza adeguata illuminazione diventino preda nelle ore notturne della microcriminalità». Per il coordinatore dei gruppi di minoranza, Giuseppe Molinari, «la carenza di personale negli organici è indiscutibile, ma non può essere una giustificazione valida per l’intero fenomeno. Andrebbe migliorata l’organizzazione interforze, magari attraverso la gestione di una centrale unica. Bisognerebbe probabilmente rivedere anche il modello organizzativo della polizia municipale». Il sindaco Santarsiero ha concluso proponendo di «trasferire la relazione ai soggetti interessati, così che si possano ottenere risposte puntuali ai temi sollevati» e il capogruppo Mpa Salvatore Lacerra chiede a consiglieri e assessori «di esplicitare nella prossima riunione quali siano le misure che si pensa si possano adottare per intervenire con efficacia».

le altre notizie EVENTI

A Rione Lucania il premio Ciaia n Si terrà oggi pomeriggio alle ore 16 nel Centro di aggregazione giovanile di Rione Lucania il premio Ciaia – progetto Giambattista Gifuni. Saranno presenti il Sindaco Santarsiero e l’assessore alle Politiche giovanili Fiore. L’illustrazione del progetto sarà curata dal presidente di Nuove proposte Elio Michele GrecoAl termine dell’incontro è prevista la consegna del premio «Ciaia – Gifuni». EVENTO

Festa dei nove comuni nel parco di Montereale n Sarà inaugurato oggi, alle 17.30, nel parco di Montereale, a Potenza, la festa di 9 Comuni realizzata dall’associazione Sintetika in collaborazione con Key Service e promossa dal Comune. L’evento fa parte del progetto Connessioni Urbane. Fino al 30 maggio gli espositori di artigianato artistico ed enogastronomici promuoveranno le loro peculiarità e professionalità e faranno da contorno al grande campo medievale realizzato dalla Compagnia d’arme «Milites Friderici» di Oria.

POTENZA L’ALBERO È STATO PIANTATO IERI MATTINA IN LARGO SINISGALLI NEL CORSO DI UNA CERIMONIA

Gli alunni della XVIII Agosto hanno adottato un carpino l Verde urbano da recuperare e da affidare alle mani amorevoli dei cittadini volontari. È questa la filosofia della iniziativa del Comune di Potenza «Adotta un albero», che ieri mattina ha coinvolto gli alunni della scuola XVIII Agosto dell’istituto comprensivo Torraca-Bonaventura che hanno comperato e messo a dimora un esemplare di Carpino (Carpinus betulus) in largo Sinisgalli, nell’aiuola rimasta vuota dopo il taglio di un ligustro alcuni anni fa. Alla presenza del Dirigente scolastico Antonietta Arlotto, della insegnante Ida Lopomo, della dottoressa Giuseppina Bolettieri, dei genitori, del Parroco della Cattedrale Don Vito Telesca, del Sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e l’assessore alla Pubblica Istruzione Giuseppe Messina, di consiglieri comunali, dei funzionari dell'Ufficio Parchi e Qualità urbana del Comune di Potenza, si è proceduto a mettere a dimora l’albero. Un bel momento per questi piccoli alunni che sarà sicuramente d'esempio per il mondo degli adulti.

VERDE URBANO La messa a dimora dell’albero


Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 28.05.2013

PAG. 10

Basilicata Mezzogiorno

XII I ATTUALITÀ

Martedì 28 maggio 2013

SETTE NAZIONI IN GARA MILLE STUDENTI E 38 ELABORATI

IL PREMIO INTERNAZIONALE «Miglior elaborato» quello della Tunisia per il lavoro «Fête de la Achoura» della scuola Collège El Farch di Tataouine

IL PREMIO NAZIONALE Il vincitore è l’Istituto comprensivo «L. De Lorenzo» di Viggiano, classe I B – II B, per il lavoro «La bellezza salverà il mondo»

Schoolnet fa rivivere le antiche feste Eni premia i ragazzi alla ricerca della propria identità dalla Basilicata alla Tunisia LUIGIA IERACE

FILO DIRETTO ALLO STABILE CON ALASKA, INDONESIA, PAKISTAN, TIMOR-LESTE, TUNISIA E VENEZUELA

l Hanno raccontato le antiche feste popolari riscoprendo tradizioni, usi e costumi delle loro comunità. Un’esperienza che ha unito, intorno ad unico obiettivo, circa mille studenti di sette diverse nazioni del mondo che con i loro 38 elaborati hanno partecipato alla VI edizione di Eni Schoolnet, il premio internazionale che si è concluso ieri a Potenza al teatro Stabile con la cerimonia di premiazione cui hanno partecipato gli alunni delle scuole vincitrici, alcuni dei quali in video-conferenza. Il progetto infatti è rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado della Val d’Agri, Val Camastra e Val Basento e di altri Paesi dove Eni opera: Alaska, Indonesia, Pakistan, Timor-Leste, Tunisia e Venezuela. Una giuria internazionale ha assegnato il primo Premio internazionale (un viaggio di una settimana in Italia) per il «Miglior elaborato» alla Tunisia, per il lavoro «Fête de la Achoura» della scuola Collège El Farch di Tataouine. Per i premi nazionali, per l’Italia il primo premio è andato all’Istituto Comprensivo «L. De Lorenzo» di Viggiano, classi I B – II B, per il lavoro «La bellezza salverà il mondo». Menzioni speciali all’Istituto «Quinto Orazio Flacco» di Marconia di Pisticci, classe I D, per il lavoro «Dal passato al futuro, attraverso noi» e al Comprensivo «Rocco Scotellaro» di Tricarico, classe III A, per il lavoro «Il Carnevale di Tricarico». La scelta di Eni Schoolnet di dedicare il premio alle «feste tradizionali» ha voluto far riflettere sull’importanza di queste espressioni culturali e tradizioni antiche, che interrompono le normali attività quotidiane per celebrare eventi fondamentali della vita di un territorio. Momenti tanto importanti per una comunità che ne rinsaldano l’identità e possono diventare occasioni di sviluppo e crescita del territorio. «Con questa iniziativa - ha spiegato il responsabile del Distretto Meridionale Eni, Ruggero Gheller - vogliamo farvi partecipi del modo di operare di Eni in Italia e in realtà molto diverse per condizioni geografiche, climatiche e tradizioni culturali. In questi Paesi realizziamo importanti progetti nel settore dell’energia, con partner e istituzioni locali. Ed è sul campo che impariamo ad apprezzare il valore della conoscenza e socializzazione tra popoli diversi». L'iniziativa è realizzata daEni con l’Ufficio Scolastico della Basilicata, la Regione, le istituzioni e dipartimenti dell'Educazione dei diversi Paesi . Gli elaborati sono sul sitowww.schoolnet.eni.it.

MENZIONI SPECIALI

«Flacco» di Marconia di Pisticci (I D) e «Scotellaro» di Tricarico (III A)

TEATRO STABILE La gioia dei ragazzi di Viggiano, Marconia e Tricarico e un flash sul progetto dei Tunisini. Ha consegnato i premi Eni Schoolnet il responsabile del Distretto Meridionale Eni, Ruggero Gheller [foto Tony Vece]

SICUREZZA LA SIMULAZIONE È REALIZZATA DALLA GUARDIA COSTIERA DI REGGIO CALABRIA. LE PRIME CURE SULLA BANCHINA DEL PORTO LUCANO

«Disastro aereo al largo di Maratea» È allarme, ma solo per un’esercitazione NAUFRAGIO SIMULATO Scene da un disastro aereo con ammaraggio nel mare di Maratea. È caduto un aereo con 70 persone a bordo. Scatta l’allarme, ma è solo la simulazione di un incidente .

PINO PERCIANTE l MARATEA. Il naufrago ha un ferita profonda e sanguinante a causa di un pezzo di metallo conficcato in una gamba, riceve le prime cure sulla banchina del porto e subito dopo viene trasportato in uno degli ospedali attrezzati più vicini. Scene da un disastro aereo con ammaraggio nel mare di Maratea. Ma è solo una simulazione, una prova in grande stile realizzata dalla Guardia costiera di Reggio Calabria. Si ipotizza che un aereo precipiti nello specchio di mare compreso tra Maratea e Capo Bonifati (Cosenza). Il velivolo immaginario è un mezzo di linea con 70 persone a bordo (figuranti della Croce rossa). Dopo la ricezione di un allarme simulato proveniente dalla torre di controllo di Lamezia Terme, scattano immediatamente i soccorsi via mare e via terra con l’attivazione dell’unità di crisi nella direzione marittima di Reggio Calabria e dei Centri operativi per l’emergenza nei comuni di Maratea e di Scalea .

Feriti da soccorrere e decisioni da prendere in tempi brevissimi. I naufraghi vengono recuperati dalle motovedette della Guardia costiera e dei carabinieri. I feriti più gravi trasportati negli ospedali più vicini, quelli più lievi curati negli ospedali da campo allestiti nel porto di Maratea e sulla spiaggia di Scalea. Una donna grida disperata, il panico si diffonde, arrivano i parenti e poi i giornalisti. Per rendere quanto più realistica possibile l’esercitazione si sperimenta di tutto: dal dolore alla rabbia, dalla necessità di calmare i parenti delle vittime alla risposte da dare alla stampa. Un intervento complesso anche per il numero di mezzi e soccorritori coinvolti, a cominciare dalle Capitanerie di porto, Esercito, Aeronautica, Carabinieri, Polizia, Forestale, Finanza, Vigili del fuoco, Protezione civile, Suem 118, Croce rossa, sotto il coordinamento delle rispettive prefetture di Potenza e Cosenza. Un’esercitazione organizzata per testare il piano di emergenza e non farsi cogliere impreparati in caso di problemi veri.


Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 28.05.2013

PAG. 11

Basilicata Mezzogiorno

Potenza 23

Martedì 28 maggio 2013

.

Aspettando #SanGerardo2013

La piazza, la festa e gli arrivi in città Fa parte della festa di San Gerardo, ormai, anche la polemica - pubblica, nei bar, sui socialnetwork - sulla presenza massiccia di ambulanti extracomunitari in città. Sono arrivati numerosi, e anche quest’anno non hanno trovato spazi attrezzati per sostare. Si arrangeranno in auto, in tenda, scegliendo lo spazio nel parco di Montereale che l’amministrazione ha loro dedicato, oppure cercheranno sistemazioni migliori tra i vicoli del centro storico. Tra le denunce di disagio dei residenti, la confusione, ma anche la consapevolezza che non sarà facile affrontare senza riparo le notti fredde di Potenza. Il sindaco Vito Santarsiero ha emesso un’ordinanza in cui ha destinato via del Popolo alla sosta esclusiva delle auto dei residenti. Era quella la strada in cui molti ambulanti si erano sistemati con le auto, muniti di un paio ticket, pronti a stare fino al termine delle feste, sperando magari di non incappare in controlli. La giornata di ieri è stata la giornata della solidarietà. Mentre proseguono gli appuntamenti con il Potenza Folk Festival e la Cantina dei Portatori (musica internazionale e locale, in una piazza gremita, a dispetto del freddo), altre associazioni ritagliano spazi diversi. Lo ha fatto Potenzialmente che ai più piccoli ha regalato un appuntamento con la lettura, i colori, il racconto. Un evento con un solo imperativo: inclusione. Potenzialmente, con numerose altre associazioni che si occupano di disabilità, hanno dimostrato che si possono aprire spazi di socialità senza barriere e costruire divertimento davvero alla portata di tutti. Poco distante, in piazza Matteotti, l’associazione Io Potentino, ha continuato ad allestire i cinti, le sculture votive di candele e e fiori che saranno portate in spalla durante la Parata dei Turchi. L’esperienz aè importante perchè messa in piedi con il contributo dell’associazione Amici dell’Hospice, che vuole portare un po’ di sollievo nel reparto. Una nota particolare di colore è arrivata dal gruppo Internazionale Fumettarte che ha prodotto in vista della Parata del 29 maggio un portfolio (tiratura limitata a 100 copie numerate e firmate) e delle stampe in grande formato su carta tintoretto ad alta grammatura. Un modo originale di celebrare il patrono, con disegni originali di Marco Turini, Giuseppe Palumbo, Rosario Raho e Giulio Laurenzi.

Il programma Fino a oggi i vestiti dei Portatori del Santo saranno esposti nelle vetrine dei negozi del centro storico tutta la giornata - in piazza Duca della Verdura, i Portatori della Iaccara, realizzeranno il lungo fascio di canne che sarà poi bruciato al termine della parata dei turchi tutta la giornata - in piazza Matteotti l’associazione Io Potentino farà rivivere, in collaborazione con Amici dell’Hospice San Carlo, la tradizione dei cinti con un laboratorio a cielo aperto

Oggi ore 15.00 alla palestra Vito Lepore si svolge il torneo di Basket “IV Memorial Gigi & Eddy” ore 19.30 - in piazza Mario Pagano la Cantina del Portatore con lo spettacolo del trio comico La Faina; a seguire Potenza Folk Festival: concerto dei BaBa Zula (musica tradizionale turca). Ancora Antonio Nicola Bruno, Il Suono del Sud, Bellitamburi, Sandro Sottile, Sara Tramma in concerto ore 20.00 - Il coro polifonico Melos, nella chiesa di San Francesco, proporrà una serie di melodie dedicate al Santo

Da oggi al 30 maggio tutta la giornata - Militia Sancti Gerardi e l’associazione Sintetika faranno rivivere un campo militare medievale nel parco di Montereale. Sarà la location allestita all’interno di un progetto che vuole mettere in relazione Potenza con i Comuni dell’hinterland

Domani ore 13 - in largo Pignatari, il pranzo dei Portatori In pagina la giornata di festa raccontata nelle foto di Andrea Mattiacci: in piazza Prefettura la festa di Potenzialmente dedicata ai più piccoli e all’inclusione; gli ambulanti extracomunitari hanno affollato il centro, assegnandosi le postazioni con scritte a terra

a partire dalle ore 19.30 sfilerà la parata dei Turchi

Dal 29 al 31 nelle scale mobili di via Armellini, i Portatori del santo con l’associazione Interzona, allestiranno una mostra fotografica sull’associazione

30 maggio ore 15.30 - I Portatori del Santo organizzano allo stadio Alfredo Viviani, il “XI Memorial Claudio Lauria” ore 17.30 - processione del Santo Patrono per le vie del centro storico. Io Potentino e Imago Lucus organizzano il contest fotografico “Appress a la prucessiona” ore 21.00 - in piazza Prefettura, concerto bandistico “Ernesto e Gennaro Abbate” di Squinzano


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.