ControSenso, 2 febbraio 2013

Page 1

DA OGGI Basilicata CONTROSENSO DISTRIBUITO ANCHE A MATERA

DA OGGI CONTROSENSO DISTRIBUITO ANCHE A MATERA

2 Febbraio 2013

DISTRIBUZIONE GRATUITA

ANNO IV n. 5/2 febbraio 2013 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

Elezioni e potere: non è cambiato nulla

Potenza: quei soldi ai “super esperti” del Comune

alle pagg. 3 e 5

Matera: i Sassi che è meglio non fotografare

a pag. 7

Cari Contro-Lettori,

certe notizie corrono più veloce delle altre, ed è andata come i razzi quella riguardante Fiorella Ceccacci Rubino, una bellissima donna eletta e ora ri-candidata nelle fila del Pdl, che ha nel suo passato un cortometraggio a luci rosse diretto da Tinto Brass. Giornali e siti di tutte le taglie e orientamenti, con altrettanti politici al seguito, subito hanno giganteggiato, parlando di presunte questioni morali, di inopportunità e –addirittura- di impresentabilità. Ora, lungi da noi fare i difensori a oltranza della pornografia, ma qualche commento “spinto”, una volta tanto ci sia concesso. Coloro i quali si scandalizzano per l’ennesima bella figliola del Pdl con un passato senza veli, e che ora si attaccano a questa inezia pur di continuare a mestare nel torbido

Walter De Stradis

messaggio elettorale a pagamento

CI MANCA SOLO TINTO BRASS

sperando che la puzza aumenti di consistenza, dimenticano tutti gli altri –ben più importanti- aspetti pornografici della faccenda. Si suol dimenticare, infatti, il leit motif di questa campagna elettorale, che sembra essere quello di voler riparare agli errori commessi, in primis i propri. Il tutto sa di danno dopo la beffa, o –per dirla alla Tinto Brass- di reiterato abuso da terga ai danni degli Italiani. Non è pornografia questa? Per non parlare poi -e a livello locale c’è un ampio campionario in merito- di quelli che si candidano ben consapevoli di non avere una possibilità-una, di entrare in Parlamento. Ma vale lo stesso la pena: si fa un po’ di rumore, magari si tenta di ripulirsi un po’ l’immagine, ci si fa pubblicità. Anche questa è pornografia, alla fine: vero onanismo politico. E allora, con tutta questa ipocrisia di fondo, a chi scrive viene in mente quel ristoratore di Venezia conosciuto a pranzo, a margine della Convention dell’Autore, svoltasi nella città Lagunare lo scorso dicembre. Il nostro rimpiangeva i carrozzoni del Carnevale di Venezia di qualche anno fa, quando “Tinto stava bene”, e regalava alla comunità la visione di “tutti quei bei cui”. Adesso, caro amico, sono rimaste solo le facce.

messaggio elettorale a pagamento

a pagina 13


3

2 Febbraio 2013

ontrosenso

REPORT

Basilicata

NON E’ CAMBIATO NULLA

La ressa elettorale e il potere La corsa per i gettoni, le indennità, la stanza dei bottoni: agli altri resta la “strategia della questua”

di Lucio Tufano

Q

uando il potere si frantuma per esser gestito con minore o maggiore oculatezza da chi ne fruisce per caso fortuito o per opportunismo, accade che esso assuma peso ed oneri viscerali sempre più gravi per i sudditi. Il potere, al di là di quello granitico e massiccio che dà a chi lo detiene tutte le possibilità di comando, ebbrezza o addirittura vertigine e delirio, può anche essere frantumato attraverso spigolature e racioppamenti (nel significato contadino di chi racioppa pure vendemmia) proprio nel soddisfacimento di quelle aspettative che nelle graduatorie dei diversi aspiranti, arridono al più scaltro. Il potere all’ingrosso e quello al dettaglio, il potere marginale e il sottopotere, il metodo di una gestione plurima, che entra comunque nel gorgo di una parvenza di democrazia, per segmenti e per dosi, sono tutte forme di gestione della cosa pubblica, di “chi sta in mezzo”, di qualcuno che ha comunque “le mani in pasta”. Questo tipo di potere in briciole compete a coloro che si accontentano, o che pur tendono di afferrare minute porzioni di potere, piccoli o piccolissimi incarichi e si avvalgono di tutte quelle occasioni recate dal decentramento dei poteri statali e istituzionali e comunque c.d. “democratiche” che vanno ad

arricchire e potenziare il ruolo periferico della gestione istituzionale o di governo. Questo si verifica e si manifesta in chi partecipa alle sedute di commissioni nazionali o regionali, provinciali o comunali, in consigli di amministrazioni in enti e organismi vari, sia per gestire fette derivate dal potere centrale, sia di quello decentrato e delle autonomie locali. È pur questa una strategia della furbizia, la teoria del potere in frammenti, di quel potere che si centellina, si colleziona, si accumula pazientemente e diligentemente e che si predilige. È il potere “pila”, il potere mosaico, fatto di tanti tasselli per enti ed incarichi diversi, il mosaico di un corredo personale e anagrafico, pertinente o di possesso, di famiglia. È il potere gruzzolo per le presenze e le sedute alle quali si partecipa in quanto gettonate, o per indennità mensili o annuali; indennità che ormai sono da annientare per essere causa di facili arricchimenti perfino leciti. È questo un potere esercitato su tutto ciò che si avverte, che risponde, che non è per niente percepito non solo dall’infinito grado della pubblica opinione, ma neppure da quella più accorta e al corrente. Il potere morfologico, il potere di resistenza, quello di capacità di chi riesce eroicamente ad entrare nella stanza dei bottoni solo con un piede, con una scarpa, con una calza e fa di tutto per lubrificare quei

b ottoni, li lucida e presidia la soglia della stanza ne ostruisce l’ingresso a tutti gli altri che osano contendergli anche quel margine. C’è chi non ha possibilità di accedervi o ambizioni di potere “integrale” perché ha capito di non potere essere mai titolare e si va adoperando per le briciole, elaborando una strategia della questua, della raccolta, assidendosi ad ogni angolo di tavolo, lungo, tondo, quadrato, con la medesima tensione, il medesimo impegno ed accanimento, profondendovi gli stessi sforzi, la stessa abnegazione, la stessa alacrità. Già dal tempo della 1° Repubblica, c’era un esemplare, intelligente e capace, che si arrovellava per allungare piccoli tentacoli e collocarsi tetragono nella politica. C’era chi condivideva, si distribuiva, lasciava pezzi di sé da Roma in giù per assiderarsi di volta in volta in Commissioni e Consulte, in consulenze e revisioni di bilancio, in centri di studio e in organismi di programmazione, riesumazione e disumanazione senza mai prodigarsi veramente e sul serio…, ma con una sorta di illibata appartenenza, irreprensibile e duratura alla sinistra di chiunque e di tutti. Insomma, a lungo andare, si è inveterata ormai una concezone del potere, una cultura, una mentalità, una convinzione che riguardano il modo di avvicinarsi ad esso, di amministrarlo, esserne gratificati. Tutto questo

malgrado quello che i comunisti, volenterosi come sempre e mitomani di esso, avessero più volte enunciato su “il nuovo modo di governare”. Oggi le sigle si susseguono con i nomi di coloro che vanno ad amministrare enti ed organismi….Alsia, Arbea, Apof, Arpab, Aato (autorità d’ambito territoriale ottimale), Acqua Spa, Agea, Auci, Apt, Aran, Ads, Ater, Ausl, Cifda, Comitato per le politiche del lavoro, Commissione regionale per le pari opportunità, Comunità Montane, Consorzi di bonifica, Corecom, Crel, Difensore civico, Elba, Ente Paco, Ismea, Istituto Nitti, Master, Agrobios Metapontum, Otr, Pit (P atti integrali territoriali), Pon (Programma operativo nazionale), Por (Programma operativo regionale), Soa, Sviluppo Italia… Si tratta di sigle che rappresentano una mappa del potere articolato e frastagliato cui attendono centinaia di soggetti tra consigli di amministrazione e consulenze, operatori tecnici chiamati a dare pareri e prestazioni, a spese dell’erario e dei cittadini contribuenti. Ma v’è dippiù, ci sono le cariche ottenute per votazione o per chiamata, i ruoli svolti in sindacati ed in vari organismi per incarico retribuito o nomina ministeriale, grazie alla nascita di sempre nuovi carrozzoni, o di nuove carrette proposte e realizzate alla bisogna dalle maggioranze che vogliono protrarsi oltre il quinquennio alla guisa di antiche e nuove sindromi democristiane. Ecco che si dimostra come il potere si frantumi in piccole dosi, alcune più importanti, altre meno, ma tutte ben

«Ma v’è dippiù, ci sono le cariche ottenute per votazione o per chiamata, i ruoli svolti in sindacati ed in vari organismi per incarico retribuito o nomina ministeriale, grazie alla nascita di sempre nuovi carrozzoni, o di nuove carrette proposte e realizzate alla bisogna dalle maggioranze che vogliono protrarsi oltre il quinquennio alla guida di antiche e nuove sindromi democristiane»

indennizzate… è qui che occorre pensare come la democrazia si svuoti miseramente in porzioni da consegnare a chi si fa avanti per ottenerle ed esserne gratificato. Da un messaggio profetico francese (forse 17020) si legge come “i tempi saranno maturi per accogliere l’Anticristo quando il padrone ridurrà il pane in briciole”, dove per “pane” vanno intese quelle democrazie che sconfinano nelle demagogie che, per meglio «ingabbiare» il popolo frantumano il potere in pezzi sempre più piccoli sino a vanificare la consistenza stessa delle istituzioni. Le conseguenze sono note, specie in Italia e da noi, dove con il decentramento sono state inventate moltissime strutture capillari inutili, perché legioni di incompetenti e di perdigiorno, nella popolarissima “città dei timbri”, potessero ottenere un timbro, anche piccolo, piccolissimo, per esercitare la loro parte di comando, e che finiranno per provocare veri e propri disastri. Tele di ragno complicate, labirintiche e anche truffaldine che finiranno per prosciugare la ricchezza degli italiani, malumore e sfiducia diffusi, povertà e assenza di servizi sociali, sperpero di risorse. Specie con la devolluzione e con il federa-

lismo, al cittadino si toglierà perfino la pelle con meccanismi fiscali più sofisticati. Sullo sfondo avremo poi le brume di un potere sempre più sbriciolato che seguirà le nevrosi di una massa di nuovi gabellieri. L’ingovernabilità provocherà l’anarchia, la violenza e il caos, il crollo della democrazia. Eppure vi è stato chi ha gestito frammenti e dosi di potere, con l’abilità e la ostentata illibatezza di essere coerente uomo di sinistra, la parsimoniosa distanza dalle compromettenti responsabilità di governo, ma tuttavia fruendo di sostanziali particelle di quello, tanto da essere più importante e più potente di chi governava e di fatto ne portava le responsabilità, al punto da espiarne le conseguenze, con avvisi di garanzie ed arresti, ma naturalmente questo se accade, accade di rado e con tutte le più ardue giustificazioni addotte dai malcapitati.

CANNIZZARO (PU): un fondo di sostegno per le vittime di stalking «La persecuzione delle donne da parte di pretendenti respinti o di ex fidanzati e mariti che non accettano la fine di una relazione sentimentale, è un fenomeno devastante e di inquietanti proporzioni, che vede la Basilicata ai primi posti in Italia –lo dichiara Michele Cannizzaro, Capolista Senato Popolari Uniti Lo La persecuzione delle donne da parte di pretendenti respinti o di ex fidanzati e stalking sconvolge la quotidianità e rende impossibile la gestione della vita di tutti i giorni. Le vittime non possono e non devono essere abbandonate a se stesse. Ancora una volta, come per tante problematiche della regione, si registra un’inquietante scollatura tra il ruolo costruttivo del privato sociale e la sostanziale latitanza delle istituzioni. Alle attività dei centri antistalking e di ascolto dell’Adoc e di Telefono donna a Potenza e dell’Amatas non corrisponde un adeguato impegno dei servizi sociali. La professionalità degli assistenti sociali infatti non è adeguatamente sostenuta nè sotto il profilo della formazione né sotto il profilo di iniziative concrete a tutela delle donne vittime dello stalking. Ritengo che il tema meriti una seria e costante campagna informativa a tutti i livelli, partendo innanzitutto dalle scuole. Mi farò inoltre personalmente promotore dell’istituzione di un fondo di sostegno alle vittime dello stalking che consenta a loro e alle loro famiglie di affrontare almeno con serenità economica i gravi disagi che queste tragedie personali comportano».


4

REPORT

2 Febbraio 2013

ontrosenso Basilicata

Enoteca Regionale: bella idea, ma … quanto ci costa?

«M

o’è u’mument… che m’aggia ‘mbriaca’». E’ stata finalmente costituita -puntuale e imbattibile notizia di Basilicatanet sito On Line di Primizie Informative (o anche no)- l’Enoteca Regionale Lucana con atto notarile tra il Presidente De Filippo e i rappresentanti legali di ben 16 aziende Vitivinicole Lucane. Lo scopo o gli scopi principali (dichiara B.N.) sarebbero «Selezionare, valorizzare e promuovere l’immagine dei vini di qualità prodotti

in Basilicata; promuovere la cultura vitivinicola e il miglioramento del prodotto; sinergizzare l’immagine dei vini con quella dei prodotti agro-alimentari tipici lucani». Gli incarichi, stavolta, so’ a titolo gratuito, ma per ogni incarico è previsto il rimborso delle spese sostenute e in pratica a occhio parrebbe una cosa fatta per il bene ma…. due o tre ragionamenti potrebbero aiutare a capire meglio. L’Enoteca avrà una sede a Venosa (PZ) e dunque fitto,

luce, acqua, gas, spazzatura, scarico e pure il personale certamente si devono pagare e i soldi ce li deve mettere la Regione, e cioè noi altri. L’assemblea dei soci ha nominato tutti gli amministratori e pensate che, addirittura, hanno insediato un Collegio di Probi Viri (che sono i cosiddetti “uomini onesti”, persone che, per particolare autorità morale, sono investite di poteri giudicanti ….) di ben tre persone. Solo che ognuna di queste tre persone rappresenta una azienda vitivinicola delle 16 ASSOCIATE e –anche se non dubitiamo nel merito- non si hanno notizie del come e del quando questi tre avrebbero conseguito “l’autorità m o r a l e ” necessaria ad essere qualificato ciascuno/a “Uomo Probo”, ovvero onesto oltre ogni dire. Ripetiamo, non conosciamo i fatti, le persone e le circostanze suddette: qui andiamo sulla fiducia e non dubitiamo di nessuno. Ma...il bello viene adesso perché l’enoteca potrà esporre e vendere nella propria sede istituzionale una selezione delle eccellenze produttive regionali, che

saranno selezionate da una Commissione Tecnica, che sarà in seguito nominata dal Comitato Esecutivo. Sembrerebbe che la cosa si chiama enoteca Regionale perché è una iniziativa promossa dalla Regione attraverso gli Assessori all’Agricoltura (l’assessorato, è previsto, coordinerà l’Enoteca) e, dunque, pagherà la Regione ovvero noi. E qui il Caporedattore competente, fa poesia perché “…la Regione intende quindi dare un sostegno di alto profilo al settore, considerato che i territori vitati, in virtù del loro paesaggio, rappresentano un elemento di attrazione ed assumono, oltre a quella agricola, anche una valenza culturale, antropologica e turistica, possibile volano di sviluppo locale“. Noi che non rimaniamo folgorati dalle parole “territori VITATI”, chiediamo dov’è il preventivo minimo di impianto, cioè quanto ci costa? Giulio Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato però, quasi sempre, si azzecca e qui la spesa, come sempre, non è definita e nessuno sa oggi e saprà mai domani quanto ci costerà. Detto tra NOI Lucani, per non pagare a scatola chiusa, diciamo al Presidente De Filippo ed all’Assessore Mastrosimone che vogliamo sapere, prima, qual è la spesa annuale prevista a carico della Regione e vogliamo sapere se l’Enoteca spende e noi paghiamo e basta o se le spese devono venire preventivamente autorizzate e da chi e come. Perché –è vero- noi ci vogliamo ubriacare con l’ottimo vino lucano, ma … non siamo ancora ubriachi.

UFFICIO STAMPA REGIONE: LE 10 DOMANDE AL PRESIDENTE DE FILIPPO Il suo capo ufficio stampa, Giovanni Rivelli, riveste la qualifica di dirigente oppure no? Quanto guadagna Rivelli? Le risultano massimi tariffari erogati in particolari giornate festive, senza necessità? Sa che la Carta dei doveri del giornalista degli Uffici Stampa contiene il divieto all’Ufficio stampa di effettuare marketing e pubblicità? Le risulta, come sostiene un editore locale, che Rivelli essendo in aspettativa da un giornale, amministrando pubblicità sia in conflitto d’interessi? Quali atti intendere assumere a seguito della querelle di Rivelli contro Simonetti, visti gli effetti di cattivo gusto prodotti fin qui? Cosa ci dice sul ruolo pubblico di Basilicatanet e sulle sue ormai contestate censure? Quali sono i costi reali dell’ufficio stampa? Perché le copie di Controsenso, distribuite sabato spariscono dall’atrio del Palazzo regionale già da lunedì? La chiama libera informazione questa?

Datori di lavoro e tutela della privacy del dipendente

A

ttenzione, datori di lavoro, non siete legittimati ad aprire file conservati nell’hard disk del computer del vostro dipendente se questi rivelano l’estraneità dei documenti ai doveri d’uf-ficio, come ad esempio filmati a contenuto pornografico. Il Garante della Privacy, deciden-do un ricorso attivato da un lavoratore, fissa i paletti ai controlli in azienda, anche se la-scia alla competenza del giudice del lavoro la

valutazione delle conseguenze disciplinari della condotta dello stesso. Il caso in commento ha coinvolto il dipendente di una società, licenziato senza preavviso anche a causa di una verifica effettuata sul disco fisso del com-puter aziendale che aveva in uso numerosi file contenenti materiale pornografico. Il lavoratore ha presentato ricorso al Garante contestando l’accesso al computer datogli in uso dal suo datore di lavoro, in sua assenza e senza avere avuto un’informativa specifica sui controlli interni. Il lavoratore, peraltro, riferiva che solo il giorno precedente all’ispezione era stata diffusa in azienda la normativa sull’utilizzo dei servizi informatici aziendali: tra l’altro il regolamento interno non prevedeva esplicitamente controlli su file giacenti nel disco fisso. La società datrice di lavoro si è difesa richiamando la regolamentazione interna all’azienda e relativa alle procedure di sicurezza informatica, nella qua-

le si specificava che il servizio di connessione internet aziendale non deve essere utilizzato per commettere azioni punibili o reprensibili, quali ad esempio infrangere i diritti di proprietà intellettuale e visitare siti pornografici; tra l’altro l’azienda ha fatto presente di avere avuto segnalazioni di scarico di file protetti dal diritto d’autore proprio dal computer in uso al lavoratore in questione e che si è attivata al controllo proprio per la verifica di eventuali violazioni del copyright. La datrice di lavoro, inoltre, rilevava che aveva tentato senza successo di contattare il proprio dipendente per fare in modo che fosse presente al momento dell’ispezione. Nell’impossibilità della sua presenza, l’azienda affermava di avere eseguito una attenta procedura: il direttore centrale della società e il personale tecnico del fornitore dell’hardware avevano aperto la busta sigillata contenente la password di accesso al computer e avevano ispezionato alcune cartelle presenti nella memoria dello

stesso. In una cartella di file denominata «travaso» veniva rinvenuta una grande quantità di materiale pornografico e altro materiale totalmente estraneo all’attività lavorativa. Quindi il lavoratore veniva denunciato e l’unità centrale del computer messa a disposizione della polizia postale. Ciò non è bastato per giudicare legittimo il controllo aziendale. Nel caso specifico il datore di lavoro ha dichiarato di avere effettuato un controllo allo scopo di accertare la presenza di materiale coperto da diritto d’autore, ma il controllo informatico non è stato preceduto da una idonea informativa all’interessato relativa al trattamento dei dati personali: il datore di lavoro avrebbe dovuto preventivamente chiarire tipi di controlli e modalità degli stessi (presenza dell’interessato, di rappresentanti sindacali, di personale incaricato). Il Garante non ha giudicato sufficienti le indicazioni che la società ha dichiarato di avere impartito ai propri dipendenti, contenute nella re-

golamentazione sulle procedure di sicurezza informatica, che non sostituiscono l’informativa. Certo, la datrice di lavoro ha tutto il diritto di verificare la violazione da parte del lavoratore dei propri obblighi: nel caso in questione è pacifico che il lavoratore ha conservato su uno strumento messo a sua disposizione per l’attività lavorativa file ad essa non attinenti. Ma, quanto alla privacy, il datore di lavoro ha ecceduto: poteva limitarsi a constatare l’esistenza, nel computer in uso al lavoratore, di una cartella di probabile contenuto a carattere personale, senza la necessità di prendere conoscenza degli specifici «contenuti» della stessa. Il Garante, quindi, ha accolto il ricorso del lavoratore disponendo il divieto per la società di trattare ulteriormente le informazioni conservate nella cartella in questione, contenuti nell’hard disk del computer in suo possesso e raccolte nei modi contestati. Vi è da chiedersi se tale divieto comprenda anche un uso in sede giudizia-

ria, ad esempio nel processo del lavoro sull’eventuale impugnazione del licenziamento oppure in un pro-cesso penale. Si può rilevare, peraltro, che non sempre il mero nome della cartella può es-sere indizio attendibile del contenuto dei file in essa raccolti e che l’esame dei documenti può essere funzionale alla graduazione della sanzione disciplinare più congrua oppure può essere necessaria per tutelare il datore di lavoro rispetto a pretese che terzi potrebbero muovere in relazione a condotte illecite del dipendente. Rimane fermo che per tutte queste finalità è imprescindibile che il datore di lavoro diffonda una chiara e completa informativa ai propri dipendenti, altrimenti una violazione formale rischia di compromettere motivate esigenze di controlli difensivi.

Avv. Ivana Enrica Pipponzi (Presidente AIGA Potenza)


REPORT

ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

5

La longa strada di Luongo Uomo di partito sin dai tempi di Via Mazzini: così è Antonio Luongo, nuovo “idolo” del Pd dopo aver abbandonato la corsa Caserma Lucania: le promesse a vanvera

di Walter De Stradis

L

A NOTA POLITICA - «Proprio non posso darvi consigli sul come fare politica perché quando l’ho fatta io qualche disastro l’ho combinato. Quindi è meglio non dare consigli che potrebbero diventare fraudolenti. Una cosa posso dirla, sicuramente questo Partito Democratico nasce con la mia generazione, ma lo farete voi. La mia generazione, e anche altre francamente, possono aprirvi il cantiere, ma poi spetterà a voi nuove generazioni costruire un partito completamente diverso, senza nostalgie, riserve ed egemonismi di sorta, e rendere uomini e donne, ragazzi e ragazze più liberi». Sembrerebbero parole dette ieri, ma Antonio Luongo le pronunciò nel lontano 2006, nel corso di una curiosa intervista condotta da un ragazzino (consultabile su youtube all’indirizzo http://www.youtube.com/ watch?v=uZ5Zcy_iTS0) a margine di un incontro sulla nascita del Partito Democratico. Sembrano dette ieri, dicevamo, perché da quando l’ormai ex deputato ha deciso di rinunciare alla corsa al Parlamento (in quanto ancora impelagato in una fastidiosa faccenda che lo vede rinviato a giudizio per corruzione), son tutti lì a sperticarsi negli elogi per il “beau geste” del vecchio volpone, indicato come “il padre” del centrosinistra lucano, e additato dai pezzi grossi del Pd ancora in corsa come il cuore d’oro che ci ha dato dentro di coscienza. In realtà il nostro ha anticipato quella che sarebbe stata sicuramente una decisione del partito a livello nazionale, che aveva già programmato di scaricare gli “impresentabili”, onde evitare che uno come Marco Travaglio, ad esempio, reiterasse a scrivere cose del tipo «Quale credibilità può avere il Pd sulla lotta alla corruzione se candida Antonio Luongo, rinviato a giudizio per corruzione?» (da Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2013). Ebbene, ora che il buon Antonio si è fatto più in là, non c’è incontro, presentazione o cena in piedi del Pd in cui non gli si dedichi un applauso

“S

Anni 70 a Potenza: Via Mazzini, la sezione del PCI e un giovane Luongo dal palco, un brindisi con lo spumante del supermercato, o almeno qualche parola di ringraziamento per il passo indietro. Stressa cosa dicasi per alcuni quotidiani, che non hanno lesinato di pubblicare “tributi” al Capitano di lungo corso, che ha capito che questa volta non era aria, che non c’era trippa per gatti, e che era meglio abbandonare la nave che affonda (la propria), prima di essere messo alla gogna come Capitan Schettino. In realtà, il buon Lungo rassomiglia più a Capitan Findus, con la faccia rosa e la barbetta bianca, e bisogna star certi che non farà la fine del merluzzo in scatola, in ogni caso. Tuttavia, come già ricordavamo su queste pagine qualche numero fa, la grassa riconoscenza che il suo partito sembra tributargli, non fa il paio con la sua attività di parlamentare, che agli atti risulta essere un tantinello scarna. Anzi, secondo il sito Openpolis , il più “sfaticato” di tutti, fra i parlamentari lucani, è proprio lui: una

carriera a Montecitorio lunga dodici anni e un indice di produttività pari al 70,3 %. Il che piazza il barbuto deputato al 565° posto, su un totale di 630. Come se non bastasse, il nostro ha una percentuale di presenza in aula, in merito alle votazioni, solo del 68,61 %. E allo stato non si ricordano da parte sua interpellanze, interrogazioni, proposte di legge degne di nota. Zero. Nichts. Niet. Nothing. Nada. Ma allora? Ecco che tornano illuminanti, allo scopo, le parole di chi lo ringrazia per il suo saper essere stratega, capace di saldare e di tessere rapporti. Insomma, come dicevamo qualche editoriale fa, uno come Luongo “è sempre lì perché è assai più bravo a mantenere in aria tutti i birilli, a tessere i sottili fili degli equilibri dei poteri e delle correnti interne, ad accontentare e ad accontentarsi, a muovere le giuste manopole della spartizione delle postazioni, delle poltrone e a dirigere il relativo traffico di augusti fondoschiena”. Riassumendo, Antonio Luongo è il classico politico

lucano assai utile al partito e alle sue dinamiche e molto meno ai cittadini che lo votano e che gli consentono una vita agiata in loro rappresentanza. Scoperta dell’acqua calda? Forse. Ma in ogni caso questa visione dell’Homo Longus va a braccetto col ricordo che si ha ancora di lui in via Mazzini, che ospitava, negli anni Settanta, la sezione del Partito Comunista. Un giovane e dinoccolato Antonio Luongo, figlio di un importante ingegnere, ma col cuore da “compagno” e il viso da pugile, passava intere giornate nella sezione, meglio, stava ore e ore a cavalcioni sulla finestra che dava su Via Mazzini. Guardava il traffico, rifletteva e fumava. Per tutto il giorno. Già allora lo volevano così, di piantone al servizio della sezione. Ora lo vogliono ancora così. Ma oggi come allora, Antonio Lungo non rischia nulla sporgendosi sul davanzale. Quelli come lui cadono sempre in piedi.

pero, promitto e iuro vogliono sempre l’infinito futuro... lo dice una regola che in latino, se non ricordo male, riguarda la perifrastica attiva. Mi ripeto quella filastrocca ripensando anche al fatto che, nell’italiano di oggi, l’infinito futuro non ha una sua forma definita… e vorrei sottolineare questa preoccupante mancanza sia in senso grammaticale che soprattutto politico. In questi giorni, e nei prossimi a venire, i cittadini lucani ascolteranno molti “infiniti futuri” da parte della pletora di candidati nella prossima competizione politica nazionale e molti di essi già si sono vestiti di slogan che ricoprono l’armatura indossata in difesa del “territorio”, dell’amata e vituperata terra natia che priva della loro strenua difesa nel breve volgere di un mattino rischia di essere fagocitata ed i loro cittadini ridotti a schiavi dei beceri “comunisti” o, a seconda della loro collocazione politica, dagli interessi pluto-giudaico-massonici delle grandi multinazionali! Nessuno di loro, però, essendo dotato di una pur minima facoltà mnemonica e confidando, soprattutto, nella scarsa dotazione di questa elementare dote da parte degli elettori, appare pronto ad ammettere che appena nella passata legislatura, in quell’unica occasione nella quale le già scarse espressioni della territorialità regionale andavano strenuamente difese, gli ordini supremi di schieramento hanno fatto sì che ciò non avvenisse e che, anzi, il loro voto – nell’unica circostanza nella quale sarebbe servito a scongiurare un danno alla collettività lucana – si è allineato con

quelli espressione di interessi diametralmente opposti. E’ il caso della votazione in Commissione Difesa della Camera dei Deputati (Novembre 2009) sulla mozione che tentava di scongiurare la chiusura definitiva della Caserma Lucana di Potenza, unico presidio dell’Esercito Italiano in Basilicata, o quanto meno di assicurare una presenza militare alternativa in regione. In quella occasione i parlamentari del PDL Lucano, con alla testa l’on.le Moles, non seppero resistere all’input sovrano di affiancare il loro voto a quello degli esponenti della Lega Nord così ottenendo la definitiva scomparsa del 91° Battaglione dell’Esercito Italiano da sempre di stanza in Basilicata. Ciò fecero dopo aver ripetutamente “promesso” tutta l’attenzione sulla questione e la strenua difesa delle prerogative del territorio lucano cui oggi chiedono nuovamente il consenso elettorale. Spero ….. di riuscire a scongiurare la soppressione del 91° Battaglione; Promitto …. Di rappresentare sempre le necessità del popolo lucano; Giuro ……. di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.( art. 93 Cost.)

vogliono l’infinito futuro

Anna Giosa

FITTASI LOCALE MQ 100 PAL. UNGARO 1° PIANO CON PARCHEGGIO VIA DEL GALLITELLO 85100 POTENZA TEL. 0971/52042


6

2 Febbraio 2013

REPORT

ontrosenso Basilicata

TRAFFICO E STRADE A POTENZA Pesarini fa fuoco contro Acquedotto Lucano La lite con l’ente erogatore di servizi e le altre problematiche connesse alla viabilità. L’assessore rassicura, noi facciamo il nodo al fazzoletto di Antonio Nicastro

problematiche da risolvere.

P

LA LITE CON ACQUEDOTTO LUCANO

roseguiamo gli incontri con gli amministratori del Comune di Potenza per fare il punto della situazione inerente il settore di competenza del politico di turno, dopo aver ascoltato il sindaco (vedi Controsenso del 12 gennaio 2013) tocca ad Antonio Pesarini rispondere alle domande che i lettori di Controsenso avrebbero rivolto all’Assessore alla viabilità con delega al “Nodo Complesso-nodo ospedaliero; strutture meccanizzate; parcheggi privati e pubblici; manutenzione viabilità cittadina; viabilità pedonale; attraversamenti e linea metropolitana” (così come indicato sul sito internet del Comune di Potenza), sarebbe stato meglio raggruppare tutte le competenze riferite alle strade sotto un’unica responsabilità, è per lo meno strano che sulle strade cittadine le deleghe sono distribuite in “condominio” fra il Sindaco, che ha competenza sulla Polizia Municipale, l’Assessore alla Mobilità e l’Assessore alla Viabilità. A Pesarini è toccato l’Assessorato forse più delicato, tutti sappiamo dei tanti problemi di cui le strade potentine soffrono ed è per questo motivo che l’incipit del colloquio è riferito alla consistenza delle strade cittadine: 600 km, di cui 200 in ambito urbano e 400 di collegamento con le tante contrade. I soldi a disposizione per la manutenzione del manto stradale e dei marciapiedi è di solo 500.000 euro annui, una bazzecola rispetto alla lunghezza e alla miriade di

Con un Ente in particolare ci sono gravi problemi, si tratta di Acquedotto Lucano, che non esegue o esegue alla buona le opere di ripristino a seguito di interventi sulla rete stradale. C’è da rilevare, fra l’altro, che Acquedotto Lucano è l’unico Ente erogatore di servizi che obbliga i clienti a formalizzare la pratica per gli scavi verso l’Ente proprietario delle strade facendosi pagare in modo esagerato l’allaccio salvo poi effettuare pessimi ripristini della pavimentazione stradale. Proprio per cercare di limitare i gravi danni alle strade cittadine che l’Assessore Pesarini ha scritto una dura lettera di richiamo al Presidente di Acquedotto Lucano Rosa Gentile, la missiva partita il 21 gennaio scorso, è una durissima reprimenda sul modo di operare di Acquedotto Lucano in occasione di interventi sulle strade pubbliche, considerata la veemenza e la durezza con cui ci si rivolge all’ente responsabile delle reti idriche e fognanti, ci si augura che cessi per davvero il modo con cui essi intervengono sulle strade cittadine. IL NODO COMPLESSO DEL GALLITELLO Prima di affrontare le tante emergenze con cui quotidianamente devono fare i conti i potentini sulle strade cittadine l’Assessore affronta quell’autentico bubbone rappresentato dal “Nodo complesso del Gallitello”,

sono passati sette anni dall’apertura dei cantieri, i lavori sarebbero dovuti durare 700 giorni ma tutti sappiamo com’è finita, la DEC che si aggiudicò i lavori è stata travolta da un crac finanziario e non ha ultimato i lavori. Dopo le prime voci sulle difficoltà dell’Azienda dei fratelli Degennaro, gli arresti, in pochi hanno creduto ai proclami con cui si assicurava che, in tutti i casi, entro il 31 agosto 2012 i lavori sarebbero stati ultimati, gli scheletri dei piloni stanno lì’ a testimoniare invece che lo scavalco della ferrovia è tutt’altro che realizzato. Ora tutti si augurano che nel più breve tempo possibile si riapra il cantiere, non se ne può più di lunghi incolonnamenti che paralizzano via del Gallitello quando le sbarre del passaggio a livello si abbassano. Al momento c’è stata la rescissione in danno del contratto con DEC, ci sono una serie di adempimenti e passaggi che vanno perseguiti, è in atto la redazione, da parte della Direzione Lavori, dello “stato di consistenza” in pratica la fotografia di quanto effettivamente realizzato in modo da poter contabilizzare quanto effettivamente bisogna pagare all’impresa, dopo di ciò si potrà iniziare il nuovo iter che porterà ad indire una nuova gara di appalto. A conti fatti per l’ultimazione dei lavori occorrono circa 4 milioni di euro, in tutti i casi l’Assessore assicura che il Comune non ci rimetterà un euro. Anche se c’è da fare i conti con un lungo iter burocratico si spera che entro la fine di quest’anno i potentini saranno affrancati dalle lunghe code al passaggio a livello più

odiato della Basilicata. LE STRADE CITTADINE Le cose sono ulteriormente peggiorate negli ultimi tempi per le insistenti piogge che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, aumentano le buche, i disagi e le proteste di chi magari subisce un danno all’autovettura. Conscio della situazione delle strade cittadine Pesarini fa rilevare che con le risorse a disposizione non è pensabile poter intervenire su tutte le strade che hanno bisogno di attenzione, sono troppi i 600 km della rete stradale potentina, si fa quel che si può ricorrendo anche a finanziamenti straordinari. In pratica i 500.000 euro annuali per la manutenzione vengono impiegati nella seguente misura: 300.000 euro sono impiegati per manutenzionare i 200 km di strade cittadine e i rimanenti 200.000 euro vengono impiegati per i restanti 400 km di strade rurali. Negli ultimi due anni si è provveduto a ripavimentare alcune strade cittadine, nel corso del 2013, non appena riaprono gli impianti che forniscono il bitume, si procederà ad intervenire su altre strade che oggi versano in pessimo stato fra cui corso Garibaldi, via Appia e via del Gallitello, tanto per citare quelle più “inguaiate”. Per intervenire sulla rete stradale extracittadina, dato per scontato che con i 200.000 euro annui si può fare ben poco, l’Assessore Pesarini è riuscito a reperire fondi dalla Regione Basilicata, 250.000 euro, che verranno presto impegnati in contrada Torretta e ad Avigliano Scalo. E’ in

corso una interlocuzione con il Dipartimento Infrastrutture della Regione Basilicata per ottenere fondi rivenienti dalla Legge 51/1978 in materia di dissesto idrogeologico, si spera di intervenire almeno nelle situazioni più scabrose come in località Don Addezzio di Sant’Antonio La Macchia. Le strade potentine però non si rovinano solo per “normale” usura, in molti casi i ripristini effettuati dagli Enti proprietari d i sottoservizi sia per manutenzioni delle reti che per fare nuovi allacci, non sono all’altezza della situazione, anzi in alcuni casi creano gravi pericoli alla circolazione, nonostante la vigilanza dei tecnici comunali e della Polizia Municipale sono davvero tante le situazioni in cui le strade cittadine sono state rovinate da interventi sulle reti dei servizi sotterrai. L’Assessore Pesarini assicura che provvederà a far intensificare i controlli per obbligare le Società che hanno operato interventi a ripristinare secondo quanto previsto dal disciplinare contenuto nell’autorizzazione concessa dall’Ufficio Tecnico. In merito ad altre problematiche legate alla viabilità, intesa sia come strada carrabile che i marciapiedi, e sottoposte all’attenzione

Linea scolastica “arancio”: le tribolazioni dei genitori

I

l nome è carino, “linea arancio”, ma per chi si ritrova a essere genitore di un minore, magari frequentante il 1° anno del Liceo Scientifico Statale “P. Pasolini”, al Seminario Maggiore e titolare di “Abbonamento Cotrab”, le giornate possono diventare piuttosto amare. Per la precisione, ci viene segnalato un episodio di qualche giorno fa: l’autobus della “LINEA SCOLASTICA ARANCIO”, arrivato alle ore 07,40 in Via Viviani, era “già pieno come un uovo”, per cui alcuni genitori hanno dovuto accompagnare a scuola il proprio figlio con la propria autovettura. E così hanno anche avuto modo di verificare che questo autobus, l’unico che transita per Rione Libertà (il più popoloso di Potenza), nonché per Chianchetta, Rione Francioso, Murate, parte da Bucaletto, prosegue in Via Appia, e poi prosegue a Verderuolo

Inferiore, Via Anzio sino al Seminario Maggiore, arriva a Rione Libertà (Via Viviani, Marconi, Dante, Vaccaro), già straripante di viaggiatori occupanti tutti i posti, seduti ed all’impiedi, senza possibilità di potervi più salire per assenza di spazio, con gravissimo pregiudizio per la sicurezza e l’incolumità dei passeggeri, tra l’altro minorenni. L’autobus continua infatti a fare salire studenti a Via Dante, Via Vaccaro, Murate, ed i poveri ragazzi non riescono neanche a respirare, essendo tutti stipati, peggio delle bestie in un carro bestiame, e arrivano a scuola già distrutti. Inoltre, a quanto ci raccontano, il famoso autobus arriva al Seminario alle ore 8,25 circa, con un tempo di percorrenza di oltre 1 ora, invece dei previsti 40 minuti. In questo modo i ragazzi arrivano in ritardo alle elezioni. I genitori da noi interpellati rinnovano pertanto la richiesta urgen-

tissima di istituire altre corse scolastiche che servano Rione Libertà, riducendo inoltre il tragitto, oltremodo esagerato, consentendo ai ragazzi di arrivare a scuola non già stremati ed in orario. Senza dimenticare, inoltre, che gli studenti delle prime e seconde del Liceo Scientifico “Pasolini” escono, almeno tre giorni alla settimana, alle ore 12,20, quindi devono aspettare l’autobus sino alle ore 13,55. pertanto, minori di 14 e 15 anni devono stare in mezzo alla strada, letteralmente abbandonati, per oltre un’ora e mezzo. Ed anche quando escono alle 13,20 devono aspettare più di mezz’ora il bus. Il che ha dell’assurdo. I genitori chiedono quindi di ripristinare le vecchie corse con orari 12,30 e 13,30, finalmente rispettose delle esigenze degli utenti.

S

ulla questione trasporto urbano a Potenza, il sindaco Santarsiero deve capire una volta per tutte che mantenere gratuito il transito alle scale mobili, è un vanto inutile e dannoso per la città, anche se magari proficuo politicamente per lui. Infatti, magari la gente che è contenta di arrivare in centro gratuitamente, poi magari se ne ricorda in cabina elettorale.

Ma non si rende conto che il biglietto gratuito per Via Pretoria grava cento volte di più sul costo di spazzatura e altri servizi. Dovrebbe seere la gente in primis a riscoprire il senso civico e chiedere di pagare, per poi poter protestare con più veemenza e legittimazione per altre problematiche. Pure chi le scale mobili non le prende, e magari non ha molti

dell’Assessore Pesarini (tanti ostacoli pericolosi disseminati senza opportuna segnalazione, marciapiedi fatiscenti e con presenza di ingombri che limitano il transito a pedoni e disabili e con presenza di auto in sosta selvaggia) egli fa presente che le responsabilità sono in capo ai colleghi di giunta che hanno specifica competenza, ciò conferma il fatto che bene si farebbe ad unificare sotto la responsabilità di un unico assessorato le competenze sulle strade cittadine. Verificheremo a fine anno se gli impegni presi dall’Assessore alla Viabilità verranno tutti mantenuti e se per davvero i potentini potranno beneficiare di un sistema viario più adeguato ad un vivere civile che dalle nostre parti non conosciamo. soldi, a pagare poi quell’esubero sulle tasse. per cui dico, scioscia popolo, e fatti sentire! Come siamo arretrati! Le scale mobili, come tutte le attività, devono produrre soldi. Pensiamo alla corrente, per esempio. Alla manutenzione. Alla sorveglianza e a tutto il resto. I 14 milioni di euro dati alla Cotrab, non dovrebbero servire a pagare solo gli stipendi agli operatori, che notoriamente (i giornali ne hanno scritto a lungo) sono in quota politica, ma per rendere più capillare il servizio autobus, che allo stato attuale appare assai carente e a vantaggio di quelle poche persone, vicine alle persone giuste, a favore delle quali i mezzi arrivano fin sotto casa. Frundone


NEW CITY

ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

7

“STRANEZZE” POTENTINE

Quei soldi ai “super esperti” del Comune I fondi dati al fantomatico “Nucleo di Valutazione” e quelli tolti alla teleassistenza per anziani di Rosa Santarsiero

R

obin Hood, nella contea di Nottingham, rubava i soldi ai ricchi per darli ai poveri, sperando in una società più giusta ed equa. Nella “contea di Potenza”, invece, si tagliano fondi a favore di un servizio utile ai più svantaggiati, e si assegnano a chi –di soldiimmaginiamo non ne abbia così bisogno. Dal primo

Ma se il Comune con una mano toglie, con l’altra sicuramente sborsa. Non che la cosa sia riprovevole, o che i casi di cui parliamo siano necessariamente accomunati, ma supponiamo che i cinquemila euro tagliati alla cooperativa sociale siano stati destinati ad opere sicuramente meno impellenti. Un esempio riguarda l’atto di liquidazione a favore dei componenti del cosiddetto “nucleo di valutazione” del Comune di Potenza. Che cos’è un nucleo di valutazione? Si

scelti tra i professionisti della città: almeno due su tre hanno poco a che vedere con Potenza –ci dicono- e immaginiamo non conoscano nello specifico i problemi del capoluogo, poiché vivono e lavorano in grandi metropoli, come Roma e Napoli. Tant’è che alle somme elencate vanno aggiunte anche quelle relative ai rimborsi spese per i viaggi, o i costi di vitto e alloggio. E gli specialisti assunti dal Comune, come anticipato, vengono da altre città. Per tale ragione, vanno conteggiati anche

Via Vespucci “a rischio frana” febbraio il Comune di Potenza ha deciso di sospendere, fino a data da destinarsi, il servizio di teleassistenza, telecontrollo e telesoccorso per gli anziani e gli ammalati. La prestazione, erogata negli anni dalla cooperativa sociale

tratta di un team di “super esperti” chiamati a valutare l’operato della casa comunale. La qualità delle prestazioni dirigenziali e la soddisfazione percepita dai cittadini. Nella determinazione del

375.00 € di rimborso spese per il dott. Martino e 807,34 per il dott. Valiante. Ora, i più maligni si chiederebbero: non sarebbe stato più utile selezionare ed affidare l’incarico a professionisti

Tagliato il servizio di teleassistenza agli anziani che costava 5mila euro l’anno, ma si continua a dare soldi ai membri del “Nucleo di Valutazione”, di cui fanno parte esperti che vivono FUORI Potenza Rete Telematica, si è interrotta poiché non prevista e non conteggiata nell’esercizio di bilancio comunale del 2013. Il telesoccorso è un’attività utile agli anziani, alle persone allettate o inferme, perché consente a chi è solo o ai familiari degli stessi di poter contare su professionisti che tempestivamente agiscono di fonte ad eventuali criticità. Il servizio di teleassistenza, telecontrollo e telesoccorso aveva un peso davvero irrisorio sulle casse comunali. La cifra massima, stanziata per l’anno 2012, equivaleva a soli 5.000 €, 25 € ad utente.

Segretario generale del 06/12/2012 si leggono tutte le cifre corrisposte nell’anno appena trascorso al dott. Maurizio Valiante, al dott. Luigi Martino e al dott. Carlo Spirito, i componenti del nucleo di valutazione. Al dott. Spirito, per le prestazioni relative al periodo 25 maggio-25 novembre, sono stati assegnati 3.743,47 €; 3.350,09 per il dott. Martino, e 3.728,13 al dott. Valiante, in riferimento allo stesso intervallo di tempo lavorativo. I componenti del nucleo di valutazione, per qualche strana ragione, non sono stati

appartenenti e vicini alla nostra realtà geografica? Senz’altro il Comune avrebbe risparmiato qualche soldino utile ad alimentare un servizio indispensabile, come la teleassistenza e il telesoccorso per gli anziani (che comunque dicono di voler ripristinare, prima o poi. Sarà veramente così?). Cinquemila euro paragonati alla sicurezza e alla salute delle persone sole non sono poi così tanti. Ma la spending review, si sa, spesso è a senso unico e non perdona i più deboli.

S

iamo ancora nel pieno della crisi e forse ci vorranno ancora un paio d’anni per uscire definitivamente dal tunnel, a eccezione della città di POTENZA che sembra essere andata quasi completamente in letargo. È vero che i terremoti non si possono prevedere, le frane però, quelle sì che si possono tamponare con interventi urgenti da chi di competenza.

Basta una buca di una trenta centimetri di diametro e una serie di abbondanti piogge o nevischio che penetrano all’interno e successivamente si generano le frane creando intralci e difficoltà sia per i residenti che per gli automobilisti. È la buca esistente in Via Vespucci in prossimità del Liceo Quinto Orazio Flacco e della gradinata che collega la chiesa

di Sant’Anna, a destare seria preoccupazione. Non basta transennare, bisognerebbe intervenire con una certa urgenza se si vuole evitare il peggio e allora se è rimasto qualche euro, investilo bene, caro Sindaco.

Cavaliere Fanì


8

ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

IL CASO DEL POLIZIOTTO SOSPESO

L’avvocato di Di Bello: «Ma ci faccino il piacere!» Gli aspetti tecnici e quelli più inaspettati, di una vicenda che ha duramente scosso l’opinione pubblica di Michele Imperioli Abbiamo chiesto a Ivan Russo, difensore di Giuseppe Di Bello, chiarimenti in merito alla nota vicenda. Per evitare malintesi, e con il consenso dell’interlocutore, registriamo integralmente la conversazione. Può illustrarci i punti salienti della questione, compresa l’impugnazione proposta dal Procuratore generale? Inizio da questa: se si parte dal presupposto che i reati sono stati commessi, il ricorso è sacrosantamente conforme a legge e a giustizia. Ma il fatto è che si contesta proprio la premessa: ossia l’esistenza degli illeciti (ma ciò è tema giuridico). In ogni caso, sotto il profilo pratico e concreto, e a dispetto di tante righe profuse in libertà da taluni giornali, nulla cambierebbe nel concreto: essendo già stata sospesa la pena nel suo complesso, l’eventuale aumento di qualche giorno di reclusione sarebbe del tutto privo di incidenza; inoltre, il beneficio si è già esteso, di diritto, anche alla sanzione accessoria (l’interdizione), che, quand’anche fosse inflitta, non sarebbe da scontare. Passiamo passare alle vicissitudini di natura amministrativa? Certo. Sia il tentativo di irrogare la sospensione dal servizio (posto in atto dalla Provincia), sia la revoca della qualifica di agente di polizia giudiziaria erano del tutto illegittimi, tanto che pure la seconda (mi si dice) è stata sospesa (io, però, non ho ancora letto nulla). Essendo entrambe le iniziative viziate, si è dovuto illustrare quanto segue. Intanto, la sentenza non è definitiva, sicché non esiste la possibilità di operare con revoche (lo ha più volte insegnato il Consiglio di Stato). Inoltre, l’art. 57 del Codice di Procedura penale afferma che gli operatori della Polizia provinciale (a

differenza dei carabinieri o degli appartenenti alla Polizia di Stato), se fuori del servizio, non sono agenti di p.g., né pubblici ufficiali, talché non si comprende chi o che cosa possa impedire a Di Bello, quando privo della qualità, di esercitare diritti di rango costituzionale e di esprimere il suo pensiero. E ancora, una disposizione introdotta dalla recente legge 6.11.2012 fa divieto espresso di punire l’impiegato che abbia segnalato reati all’Autorità giudiziaria (salvo che siano state commesse calunnia o diffamazione), allorché la sanzione sia, in qualsiasi modo, collegata, anche indirettamente, all’avvenuta denuncia: si è inteso così evitare accadimenti di trista (più che triste) memoria, tipici dei regimi nazifascisti e comunisti, che vedevano esser sottoposto a processo il denunciante, e non il potente di turno o il funzionario di partito denunciati. Per il resto, è incontroverso che la punizione fosse collegata, almeno sotto il profilo genetico, alla denuncia (perché, si assume, sarebbe stata comunicata illegittimamente a terzi). L’aver negletto tale assetto normativo e il non aver presagito il giusto sdegno di tanti onesti cittadini hanno generato la tarantella di cui si discute. Che ci dice della sospensione penale applicata l’anno scorso a Di Bello? Prima va posta una premessa. Non parlerò delle questioni ancora pendenti, ossia della sentenza di condanna

pronunciata dalla dott.ssa Petrocelli: serietà vuole che tali argomenti siano sviluppati nelle aule di giustizia, e non sui giornali o in televisione. Circa gli altri temi, sarò conciso e preciso, poiché tratterò non di profili giuridici, sì bene di fatti inoppugnabili e risultanti per tabulas; se qualcuno vuole smentirmi, sono a piena disposizione, ma sappia che anche la minima contestazione mi legittimerà a pubblicare (per estratto) le righe che, in modo incontrovertibile, confermeranno i miei assunti:

il Gup Petrocelli), dei quali preferisco non indicare i nomi, né gli uffici di appartenenza. Il giudice che ha disposto la sospensione, non solo non ha neppure mentovato l’art. 57 c.p.p., ma ha inteso disporre un ulteriore interrogatorio, superfluo e non previsto dalla legge. Avendo io eccepito, pur con il garbo e la remissività di uno scolaretto (gli atti parlano), tal mia interpretazione, la risposta fu che Di Bello, se non si fosse presentato, sarebbe stato accompagnato dalla

Il tenente Di Bello e l’avvocato Russo non mi piace lasciare le cose a metà, né gradisco l’arte di tanti cialtroni e ciarlatani della politica, in forza della quale nessuno sa, alla fine del discorso, dove stia la verità. In altri termini, non discorrerò di torti o ragioni, ma solo di fatti storici, e di righe che posso esibire in ogni momento. Della sospensione stabilita dal Codice di Procedura posso discutere, poiché la vicenda si è conclusa. Tal misura “penale” (tecnicamente: misura interdittiva) ha portato a un conflitto (permane tuttora) tra me e due magistrati (non c’entra

Forza pubblica (come se fosse un testimone renitente): immaginate lo spavento della moglie del poverino. Il colmo è stato raggiunto quando detto magistrato si è preso il lusso di scrivere, ex abrupto (in dialetto: ‘nzicte ‘nzìe), che io, con il mio insistere sul punto, stavo esorbitando dalle prerogative della difesa (non chi adottava un provvedimento illegale, bensì chi si opponeva all’illegalità!): sic Ipsa dixit! Ovviamente, ho mutato tono (pur rimanendo sempre nel solco della massima educazione e delicatezza), e ho reagito per iscritto in

modo adeguato (ma sempre proporzionato). Quanto alla comminatoria di accompagnamento, essa, come era naturale, fu ritirata. Per buona misura, la Cassazione ha inoltre stabilito (in altri casi) che l’interrogatorio successivo non si deve, in tali ipotesi, svolgere. L’altro magistrato è quello che motivò sull’impugnazione contro il primo provvedimento (non c’entra la Corte di Appello). Orbene, innanzi tutto, tra il deposito del mio atto e il deposito dell’ordinanza trascorsero due mesi (il tempo della sospensione): di guisa che fu frustrato il diritto al ricorso per cassazione, giacché non vi era più ragione di proporlo (a differenza che per l’arresto, qui vi deve essere il concreto interesse a evitare, in via pratica, la sospensione). E ciò è un fatto già di per sé inaccettabile: parlano i timbri di deposito. N e m m e n o detta persona, poi, parlò mai (sia pure per contraddirmi) dell’art. 57 (che è uno dei noccioli): pare una battuta grottesca, ma è verità assoluta e sacrosanta. Dulcis in fundo (anzi, amarum in fundo), non fece riferimento, neppure implicito o velato, a un documento dal quale risultava, in modo pacifico, che il giorno del fatto Di Bello non era in servizio (e quindi, non operava come agente di p.g.). In séguito, si tentò indirettamente di correggere il tiro, con il sostenere (sentite, sentite) che la R sul foglio di presenza non indicava il riposo,

ma la reperibilità; in altre parole, si giunse a scrivere, in forma implicita, che Di Bello è l’unica persona della galassia a lavorare 367 giorni l’anno: all’anno bisestile si somma quello che l’emulo di Stachanov dedica alla Provincia per la gratificazione di non essere mai a riposo! Insomma, siccome sui fogli di presenza di ogni settimana compare una sola volta la lettera R, applicando la teoria elaborata dal tale magistrato (secondo cui la R sta per reperibilità), la conclusione, matematicamente irreprensibile, è che Di Bello non è mai a riposo: un po’ come facevano il cervello di Dante e quello di Leonardo. Sembra aura fiabesca, ma impegno la mia parola che in quegli atti si leggono siffatte sciocchezze: non temo smentite. Posso solo dire che vorrei tanto… entrare nel computer che ha partorito simili amenità, per verificare che non ci sia stato qualche... guasto. È vero che persone vicine alle liste di Grillo o Ingroia le hanno chiesto lumi in proposito? Sì, per mezzo di Di Bello; ma sarà lui, se lo avrà ritenuto opportuno, a illustrar loro quanto sto affermando: non soglio piatire sostegni, neppure morali, da parte di soggetti politici. Può concludere il tutto con una battuta? Va subito respinta già la sola idea di ricorrere alla pur simpaticissima interiezione del Troisi di Non ci resta che piangere, giacché prevalgono di certo lo stile, la classe e l’educazione di de Curtis e del suo intramontabile: Ma ci faccino il piacere! Ci risentiamo in altra occasione? Forse quando vi parlerò di un lavoretto che si intitola: Le perigliose navigazioni di uno scalliffo quachiochiero nel mare magnum del diritto penale.

«Correggo lo sbaglio, ma solo se mi voti» L’

INTERVENTO - La campagna impazza, quella elettorale, e la gente è frastornata dalle chiacchiere e dalle urla. Ognuno rimane quasi smarrito perché le TV hanno ripreso a macinare e a demolire la realtà perché le favole, come tutti sappiamo, sono più facili da raccontare e da ascoltare a qualsiasi età. Non vi è qui lo spazio per un trattato sul come ci imbrogliano le carte ma un suntino piccolo piccolo si può fare. Nei dieci anni di

Governo della destra, dal 2001, il paese è stato ridotto in mutande le retribuzioni di chi lavora hanno perduto potere di acquisto, i contratti di lavoro statali sono stati e sono bloccati, si sono perduti milioni di posti di lavoro ed è aumentato di miliardi di ore la cassa integrazione, la disoccupazione è tornata pare oltre l’11%, la disoccupazione giovanile è oltre il 37%, ogni giorno -l’anno scorso- pare che sono morte circa mille imprese. Ai giornali ogni

giorno serve uno scandalo, vero o falso che sia. Quindi sono spariti i problemi veri del paese e non contano le difficoltà, le sofferenze, le povertà della gente. La realtà viene piegata ai racconti ed alle favole. Berlusconi ha governato dieci anni e sostiene che non ha potuto fare niente perché è stato bloccato dai pochi poteri che avrebbe il Presidente del Consiglio. Decine di leggi che lo hanno favorito le ha fatte, ma che sfortuna! non

è riuscito a fare niente x la gente normale. Decine e decine di appalti ad imprese amiche o simpatiche li ha fatti o fatti fare ma quanta gente ha dovuto coinvolgere e quante volte si è dovuto girare da un’altra parte, mentre gli amici suoi politici, e non, gonfiavano gli appalti a danno del Governo e nostro. Investito dallo Spread s’è dimesso a novembre 2011 e s’è fatto sostituire da Monti che ha realizzato i suoi impegni con l’Europa ed oggi

il Silvio dà la colpa al Mario e il Monti dà la colpa a Silvio e tutti e due ci pigliano per il sedere un’altra volta. Un solo esempio per capirci: Silvio ci giura che toglierà l’IMU sulla prima casa e Monti Mario ci giura che raddoppierà l’esenzione sulla prima casa fino a 400 euro… ma allora Silvio che era la maggioranza a sostegno di Monti e il Monti che Faceva il Premier perché non hanno fatto direttamente sta cosa qua. Non avevano bisogno di sbagliare per

venire ora a giurare che vogliono correggere lo sbaglio, ma solo se li votiamo. Italiani, dunque, un suggerimento pratico è, fate come loro: prima sbagliate votandogli contro e poi andare da loro a giurare che li voterete la prossima volta dopo che avranno fatto i vostri interessi. Insomma PROMETTETE A VACANT PURE VOI.

Mario Petrone


ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

9


10

2 Febbraio 2013

REPORT

ontrosenso Basilicata

L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO Ipertensione: intervento d’avanguardia al San Carlo Dopo due giorni di degenza sono tornati a casa i due pazienti affetti da una forma di ipertensione arteriosa resistente ai farmaci e sottoposti a un intervento con applicazione dell’ablazione dell’arteria renale. L’intervento è stato eseguito, per la prima volta in Basilicata, nell’ospedale San Carlo di Potenza. Secondo il dg del San Carlo, Giampiero Maruggi: “Questa tecnica può essere una delle grandi soluzione al trattamento dell’ipertensione arteriosa”. L’invio di materiali (testi, fotografie, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografie inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.

IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA Quand u schiavuccu vai e ven l’amicizia si mantene “Quando lo strofinaccio va e viene l’amicizia si mantiene “ LAGONEGRO (PZ)

Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Tortorella Nino Stampa: Martano Editrice Srl Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari


ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

11

UNIBAS: BUON COMPLEANNO INAUGURATO IL 30° ANNO ACCADEMICO FUORI PROGRAMMA WILLIAMS - LATRONICO di Luca Santoro

S

i è tenuta lunedì scorso, presso l’affascinate Aula Quadrifoglio dell’Università di Rione Francioso a Potenza, la tradizionale e storica inaugurazione dell’anno accademico 2012-2013, l’anno dell’trentennale del nostro Ateneo. Davanti alle principali autorità civili, religiose, militari, accademiche e politiche tra le quali spiccava la presenza del Ministro della coesione territoriale, Fabrizio Barca e del Premio Nobel per la Pace, Betty Williams, si sono alternati nei vari interventi la rappresentante degli studenti, Simona Morlino, la rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Daniela Guidetti, il Direttore Generale, Lorenzo Bochicchio e il Magnifico Rettore, Mauro Fiorentino. È stata l’occasione per fare un quadro della situazione, a distanza di ben trenta anni dalla sua istituzione. Nata nel 1982 dalle ceneri del terremoto, l’università conta oggi ben nove mila iscritti. Una crescita progressiva, ma “rallentata da una drammatica arretratezza

della Regione isolata a causa di reti infrastrutturali vecchie ed obsolete, o addirittura assenti” – come sottolineato dalla stessa Morlino che ha successivamente posto l’accento su uno dei temi che ha maggiormente destato scalpore negli ultimi due anni: la disattivazione del corso di laurea magistrale in Scienze e tecnologie geologiche per l’ambiente – “Oggi l’Unibas propone per le Scienze della Terra un percorso di studi mutilo con un inizio, la laurea triennale, una fine, il dottorato, ma senza un tassello centrale, la magistrale. Doveroso anche parlare della situazione in ci versano gli studenti di Scienze Umane i quali non godono degli stessi diritti degli altri colleghi. In questo caso i vantaggi e i progressi raggiunti con la gestione Frascolla sono andati in fumo a causa di un breve periodo di vacanza rappresentativa della componente studentesca”. E sullo stato della Pubblica Istruzione Italiana? ”L’ottusa e indecente sottrazione di risorse al più importante presidio per il futuro del Paese non riguarda, a nostro parere, presunte

necessità di bilancio, peraltro saccheggiato da esborsi assurdi e insensati, ma la volontà di privatizzare l’istruzione, riservandola a pochi ricchi fortunati”. Proprio sulle difficoltà del momento si è soffermato nel suo intervento il Direttore Generale, Bochicchio:”Nella difficoltà del momento il

e delle nuove Scuole, ed avviato un altrettanto imponente processo di sistemazione dell’assetto statuario e regolamentare. Il trentennale, dunque, ci restituisce il quadro di un ateneo in movimento con buoni posizionamenti nei rating nazionali per qualità dell’offerta formativa e

il Ministro Barca e Betty Williams nostro Ateneo ha scelto di non indugiare su facili lamentazioni, ma di cogliere la sfida. Nello scorso anno abbiamo completato in maniera esemplare l’iter della Riforma Gelmini con l’istituzione dei nuovi Dipartimenti

della ricerca scientifica”. Il Rettore, Mauro Fiorentino ha nuovamente sottolineato e a “muso duro”, come intitolammo noi di Controsenso in una intervista di qualche tempo fa, il tentativo di cancellazione del nostro piccolo Ateneo

e rimarcato il “contributo” elargito dal governo regionale a favore dello stesso Ateneo. “E’ con vera soddisfazione che registriamo, tra l’altro, che l’approvazione del Consiglio Regionale sia avvenuta senza espressioni di voto contrario. Questo dimostra il buon livello di consapevolezza che la buona politica ha del valore comune della conoscenza e riconosce l’Università come modello di eccellenza e di crescita. L’anno passato mi rivolsi a noi adulti ad avere sempre più fiducia nei giovani. Quest’anno vorrei rivolgermi direttamente a loro, chiedendo che siano loro a ritrovare fiducia nel ruolo dei maestri, ricordando, altresì, che allievo e maestro è bene che si cerchino e non che si ritrovino per caso, che in qualunque modo si corteggino e che, una volta trovatisi, coltivino il rispetto e la stima reciproca”. SCONTRO WILLIAMSLATRONICO Nel corso della cerimonia non sono mancati i fuori programma tra i quali la polemica tra il senatore Cosimo Latronico indignato

per il paragone tra Berlusconi e Hitler utilizzato dal Premio Nobel per la Pace, Betty Williams per spiegare la sua scelta di costruire la “sua” Città per la Pace a Scanzano Jonico. “Quando sono arrivata in Basilicata, si voleva realizzare a Scanzano il sito nazionale di scorie nucleare. Quando mi recai in quel luogo trovai una donna di più di 80 anni che campeggiava con la sua tenda. Le chiesi da quanto tempo fosse lì. Lei mi rispose da tre settimane. Le chiesi ancora perché. Lei mi rispose: “ho combattuto contro Hitler, combatterò anche contro Berlusconi”. Una dichiarazione che ha mandato su tutte le furie il senatore del PDL, Latronico che in un comunicato ha aggiunto: “Siamo rimasti colpiti del fatto che in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico un premio Nobel per la pace abbia compiuto una così imperdonabile scorrettezza. Si chieda scusa a nome di Wiliams”.


12

ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

La Giustizia Lucana tra vecchi problemi e nuove provocazioni L’anno giudiziario 2013 è stato inaugurato: “usura” e riassetto della nostra macchina giudiziaria di Virginia Cortese

U

na cerimonia sobria che ha, tuttavia, ospitato numerosi e molto significativi momenti di confronto e altrettanto veementi proposte risolutive. Così è parsa a chi vi ha partecipato, l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2013 presso il Palazzo di Giustizia di Potenza, lo scorso 26 gennaio. Il procuratore generale presso la Corte d’Appello, Massimo Lucianetti che ha preso parte per la terza volta alla iniziativa ha rivolto un particolare saluto ai rappresentanti dei mezzi di comunicazione che – ha spiegato “con i loro resoconti e le analisi quotidiane sono oggetto della mia doverosa riflessione.” “La vigilia elettorale –ha continuato il Procuratore Lucianetti- che si sta vivendo mi induce a ripetere il monito lanciato nel 1820 da Talleyrand che recitava così: Senza libertà di stampa non c’è regime rappresentativo. Oggi non è facile ingannare

troppo a lungo. C’è qualcuno più intelligente di Voltaire e Napoleone, di ciascuno dei direttori e ministri presenti e futuri…l’opinione pubblica.” E ha precisato: “A due anni e mezzo dal mio insediamento, posso evidenziare che si è avuto l’eccezionale abbattimento di un terzo dei procedimenti pendenti. La collettività soffre i tentacoli intessuti da un’indomita criminalità organizzata, mafiosa, paramafiosa e comune che protesa al controllo di territori e di ambiti economico-finanziari mina la vita della democrazia. Le stesse articolazioni della PA sono sovente ostacolate oltre che dalla criminalità, dal silente o disinvolto, altrettanto perentorio atteggiarsi di soggetti attivi di corruttela. Sul piano legislativo, dopo due decenni e dopo scandali a ripetizione, abbiamo salutato con un sospiro di sollievo le norme anticorruzione contenute nella legge 190 del 6/11/12. Certo è che per l’ennesima volta ci tocca recitare l’amara litania : alla diffusa illegalità va a

coniugarsi un’incertezza della pena.” Priorità assoluta nel ristabilire il pactum fiduciae: “Il malfunzionamento della giustizia determinato da tante concause ha incrinato il rapporto con i cittadini e offuscato l’immagine della Magistratura.” “Il quadro delinquenziale continua a destare viva preoccupazione. Se è vero che dall’1/7/11 al 30/6/12 i delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso hanno subito un’ulteriore flessione del 46,15% dopo quella del 33,13% dello scorso anno nella Procura di Potenza, è anche vero che il numero di omicidi volontari è salito a sei. I reati contro il patrimonio hanno registrato un aumento del 6% (preoccupano particolarmente i furti in abitazione aumentati dell’8,97% e le estorsioni con il loro 21,62% in più). L’usura tocca ormai non solo gli imprenditori e i commercianti e gli artigiani ma anche il settore agricolo.” Il presidente della Corte d’Appello, Giuseppe Pellegrino ha

ritenuto di dare particolare attenzione alle rilevanti conseguenze della recente revisione delle circoscrizioni giudiziarie: “Ha inciso sulla ‘geografia’ del nostro distretto, con la prevista soppressione del tribunale di Melfi e delle sedi distaccate, nonché con l’accorpamento del tribunale di Sala Consilina nel tribunale di Lagonegro. La preoccupazione è che i nostri uffici possano essere ‘inondati’ da una mole d’affari, senza contestualmente un’adeguata revisione delle piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo.” Sull’efficacia e la durata dei processi ha detto: “La Corte di Strasburgo ha sempre con più frequenza accertato la violazione del termine di ragionevole durata del processo nei procedimenti svoltisi in Italia. Con riguardo alla giustizia civile, vanno evidenziati numerosi riti, la cui semplificazione va accolta con favore; quanto alla penale, vanno messi in evidenza l’uso esorbitante con

l’utilizzazione della denunzia in forma anonima, il proliferare dei procedimenti, l’evolversi della criminalità verso forme sempre più complesse di organizzazione.” E ha infine spiegato gli effetti negativi della cosiddetta legge Pinto: “Consente di indennizzare la irragionevole durata del processo, si è verificata un’esplosione di richieste, nel 2010 erano 49.596, con la conseguente dilatazione dei tempi di definizione.” Sulla situazione carceraria ha evidenziato: “Le carceri italiane hanno da tempo superato il livello di guardia. Nel distretto di Potenza, al 26/9/2012 i detenuti erano 117, 134 a Matera e a Melfi 209. È utile una riformulazione delle misure alternative per la deflazione della popolazione carceraria. Trasparenza, chiarezza di posizioni e la più sollecita collaborazione del cittadino sono obiettivi imprescindibili.” Il dott. Liguori del CSM ha riportato il focus sui diritti costituzionali del detenuto, la dott.

ssa Pesarini, in rappresentanza del Ministro della Giustizia ha auspicato la riduzione della litigiosità, le modifiche alla legge Pinto, il superamento della crisi dovuta al sovraindebitamento e ha annunciato la gara per servizi tecnici in merito alle intercettazioni, la previsione di costi standard, il mantenimento di quelli intermedi e il contrasto allo spreco di risorse. I presidenti degli ordini degli avvocati lucani hanno esposto le loro riserve in merito agli accorpamenti e alle soppressioni delle sedi. Il presidente dell’ordine dei giornalisti della Basilicata, Sammartino ha parlato di un clima di maggiore serenità sociale e non ha mancato di esprimere rammarico per il nulla di fatto ormai cronico di una legge sulla stampa. Maurizio Bolognetti, in ultimo, ha rimandato al tema della “sete di legalità” e della “fame di giustizia” e sulla necessità dell’Amnistia e dell’indulto.

Le truppe cammellate e i giovani disoccupati lucani I

teatri zeppi per acclamare i candidati di PD e PU ci fanno oltremodo riflettere. Ci fanno riflettere sui vecchi e nuovi padroni del vapore. In Basilicata c’è una distanza terrificante tra opinionisti e ultras di partito. Gli Ultras di partito e di apparato riescono a movimentare truppe cammellate e fanatici supporters. Sono sempre gli stessi e per certi versi ripropongono le VACCHE di Mussolini. Sono fanatici e fans sempre presenti negli appuntamenti elettorali, forti del loro consolidato “potere contrattuale”. Potere contrattuale dovuto e garantito da clientele, prebende e familismi immutati nel tempo e nei secoli. In oltre trent’anni di onorato impegno professionale nella Regione Basilicata non ho mai visto un figlio d’arte disoccupato. Tutti sono rigidamente inseriti nelle miriadi di enti inutili del sottogoverno regionale, nelle Agenzie cosiddette ambientali, agricole e del Lavoro. Ribadisco ... nessun familiare dei politici

che contano e dei dirigenti del Pubblico Impiego statali o regionali sono disoccupati. Forse gli opinionisti quelli più boriosi vivendo nel loro guscio intellettuale non hanno mai percepito questo immane traffico familistico. Solo ultimamente Miko Somma nella Conferenza stampa di presentazione della sua lista “Comunità Lucana” ha riproposto il male endemico del malefico familismo. Familismo e mosche cocchiere (tanti dirigenti ignoranti) che hanno pervaso e impregnato per decenni la nostra società e il nostro vivere quotidiano con un negazionismo (dei problemi), quasi scientifico. Un negazionismo voluto che ha ignorato, perfino, la bancarotta fraudolenta della Banca Mediterranea. Scippati e defraudati violentemente oltre settemila azionisti lucani nell’obìo politicoistituzionale. Ne parlo con cognizione essendo figlio di uno di quegli azionisti buggerati con violenza (Mio padre aveva investito dopo decine di

anni di emigrazione venezuelana oltre cinquantamilioni di vecchie lire). Su questa bancarotta la Sinistra lucana non ha mai prodotto uno straccio di critica. Non ha mai commentato il ruolo ambiguo di Capitalia. Ora, chiediamo, FINALMENTE, dopo la timida moratoria di De Filippo sulle estrazioni petrolifere (anche se bocciata da Passera e da Scaroni) una legge regionale sul Totem nero. Spero che, almeno, oggi, alla luce delle dimissioni dei Sindaci della Val d’Agri, il Consiglio regionale abbia la “sensibilità e la rabbia” di produrre una legge seria al riguardo. La Basilicata, la regione europea con maggiore concentrazione di attività petrolifera su terra ferma (confermata, fra l’altro, dall’estrazione “per difetto” di 125.000 barili al giorno) non si è ancora dotata di alcuna strumentazione legislativa specifica. Siamo stanchi degli accordi inattuati sia dal Governo che dalle Compagnie petrolifere... in tema di

“ambiente, territorio e occupazione”. Dobbiamo uscire da questa desueta sudditanza che ha prodotto, lo denunciamo da secoli, meno terre da coltivare e più espropriazioni, meno insediamenti artigianali e meno lavoro. Al contrario il Totem nero ha creato la guerra tra i poveri, un’aria irrespirabile e qualche sospettoso aumento di malattie tumorali. Mentre al Consiglio Regionale, dopo, la moratoria, chiediamo un dibattito serio sull’argomento senza ambigui richiami. Non è possibile restare ancora alla finestra con la tanta attenzione riservata alla Basilicata dai media e dalle istituzioni nazionali e internazionali. Bisogna creare un clima favorevole e di grande apertura non solo sul Petrolio, ma, sulla Cultura, sul Turismo e sulle nostre PMI, in special modo, le imprese artigiane, tanto produttive e tanto emarginate. Bisogna superare il pudore tutto lucano anche nella Cultura. La Cultura segna il passo in Basilicata da trop-

po tempo. Al contrario sono tante le Università americane del Sud e del Nord interessate ai nostri territori e alla nostra storia. Staff di ricercatori sono sempre più interessati alle nostre ricerche archeologiche. Usciamo da questa irrazionale passività e riprendiamo un percorso propositivo con la stessa caparbietà e con lo stesso impegno dimostrato negli anni settanta e oltre. Solo in questo modo possiamo far tesoro dei buoni risultati prodotti dalla Commissione Lucani nel Mondo e provare a ricreare quel circolo virtuoso che tanto bene ha apportato alle giovani generazioni degli anni Settanta. Del resto le intese, gli scambi giovanili e i protocolli devono servire a trovare soluzioni concrete anche di tipo occupazionale. Soluzioni occupazionali che devono riguardare, in particolare, il Pianeta Giovani lucano... Altrimenti è una delle tante “fatiche sisifiane” tanto in voga negli ultimi tempi. Siamo stanchi di assistere a stupendi

progetti riconosciuti, anche a livello internazionale, senza alcuna ricaduta occupazionale e senza alcuna capacità d’impatto con i territori. Siamo stanchi di foraggiare carriere e percorsi “personali”dei soliti furbi del mordi e fuggi, lo richiedeva, qualche tempo fa, perfino, il “familistico” consigliere regionale VITA. La nostra generazione Q(quieta) giovanile lucana, tanto refrattaria, può uscire dal guscio, solo con la fattiva e caparbia volontà dei suoi uomini migliori, disinteressati e vocati al bene comune fuori dalle istituzioni e fuori da questa ambigua partitocrazia... Cari giovani lucani, noi amiamo la pedagogia civile e il parlare chiaro, senza infingimenti e senza ipocrisie di sorta... lasciamo ai pennivendoli e agli ultras della partitocrazia di continuare a millantare e a falsare la realtà sociale della nostra amata Basilicata. Mauro Armando Tita


ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

13

SCANDALOSO A MATERA

Quei Sassi che è meglio non guardare Sporcizia, abbandono e scritte spray rovinano alcune zone della città vecchia. Il Comune dormicchia di Biagio Tarasco

U

na deriva di idiozia grafomane galoppante sotto la quale soccombe impotente l’Amministrazione comunale di Matera. Forse perché troppo impegnata a lucidare i lustrini da sfoggiare in tutte le occasioni in cui parlare di “Matera Capitale della cultura europea 2019” (una frase che ha stancato come un ossessivo ritornello dell’immancabile canzone estiva di successo). E così nel Palazzo di città probabilmente non si sono accorti che i Sassi non sono

la vetrina del presepe in polistirene ricoperto da malta cementizia effetto-tufo del maestro artigiano Franco Artese, che bella mostra ha fatto in Città del Vaticano durante le scorse festività natalizie. Un evento di sicuro impatto internazionale, che però da noi ha partorito le solite polemiche fra i sempre sgomitanti amministratori locali. I quali, in perenne affanno alla ricerca del puntino rosso di una telecamera di fronte alla quale piazzare il proprio faccione, se la sono

menata per qualche assenza (o eccessiva foga di presenza) nel corso della conferenza stampa romana di presentazione dell’evento. Nel frattempo nei Sassi di Matera, quelli veri, le scritte spray sugli antichi muri in tufo non vengono rimosse e continuano a proliferare imperterrite, quasi come se ormai fossero entrate a far parte del paesaggio naturale. Non è un caso, infatti, che i turisti di ogni parte del mondo sempre più spesso, vista l’invitante occasione presente sugli storici muri, preferiscono puntare i loro obiettivi e telecamere verso le deturpanti scritte spray. D’altronde l’offerta, senza mai allontanarsi d a g l i invalicabili confini, c o m e dicevamo, dell’idiozia più pura, è abbastanza varia e l’effetto di contrasto è assicurato. Ci sono banali

frasette d’amore scritte da qualche cuore affranto, tuttavia felice di essere almeno figlio dell’era della comunicazione internauta. E chi disgraziatamente si trova proprio senza argomenti, come gli succede da anni, per non essere da meno non può che concretizzare il suo pensiero attraverso l’unica immagine che gli attraversa in continuazione il cervello: un fallo nero di dimensioni ragguardevoli. Che si trova ancora lì, a distanza di tre anni, come dimostra la data riportata di fianco dal povero illuso graffitaro sconosciuto. Il luogo non è proprio fra i più nascosti dei Sassi di Matera. E’ in uno dei principali ingressi pedonali per accedere nel Sasso Barisano. Un posto caratterizzato da un belvedere che offre un paesaggio mozzafiato della Murgia e degli storici rioni. Ma il belvedere, ahinoi, è pieno di deiezioni di cani, bottiglie intere e rotte, rifiuti di ogni tipo, avanzi di cibi e via

schifando, che fanno da degna cornice alle scritte che imbrattano i muri. Un’immagine non proprio degna di un presepe, al quale tutti i turisti accostano immancabilmente i Sassi. Pazienza. Per autoconvincersi che gli antichi quartieri materani continuano sempre a essere fantastici e impeccabili così sporchi e imbrattati come si presentano, ai nostri amministrarori locali basta

distogliervi l’attenzione e ammirare il presepe di Franco Artese. Meglio una consolante realtà di polistirene e effettotufo piuttosto che quella che i nostri occhi registrano, ma si rifiutano di vedere. In fondo, quello che conta davvero è la propria faccia ripresa da più telecamere e macchine fotografiche possibili di televisioni e giornali. Fermi così. Cheeeeeese.

IL PARCO DI SERRA VENERDI’

Un altro monumento allo spreco e all’abbandono di Giovanni Martemucci

I

l parco urbano di Serra Venerdì è un enorme monumento allo spreco e all’abbandono. Un’offesa alla città che non può utilizzarla quest’area verde perché mancano le luci e le strutture, tutte fuori uso. Un’area senza un piano di gestione che forse è un’offesa anche all’architettura visto che per i suoi contenuti progettuali, il parco di Serra Venerdì è stato incluso nell’Almanacco dell’architettura italiana

(edizioni Electa 1993) mentre nel 1997 è entrato a far parte del volume “Storia dell’architettura italiana” di Francesco Dal Co. Insomma un’opera apprezzata dalla cultura architettonica italiana ed europea ma bistrattata dall’Amministrazione materana e dai cittadini. Il parco è immerso in una pineta piuttosto estesa, uno degli ultimi polmoni verdi della città. Eppure sono in pochi a ricordarsi della presenza di questo grande parco verde. Il parco di Serra

Venerdì sarebbe stato un luogo meraviglioso peccato però che il progetto originario sia oggi solo un ricordo che pian piano svanisce per lasciar posto ad una amara verità fatta di sporcizia, erbacce e incuria. Il degrado del parco è da tempo sotto gli occhi di tutti. Dove sono finiti i viali che dalla piazzetta esagonale conducevano all’interno di questa oasi verde? Al loro posto soltanto camminamenti ricchi di erba incolta che non li rende neppure visibili all’interno dello sfondo piatto che si staglia dinnanzi all’osservatore. E le strutture? Sono funzionali? Efficienti? Nient’affatto. Quello che originariamente doveva essere il bar ha le porte sigillate ma trasparenti che permettono di spiare l’assurdo vuoto della struttura. O ancora quel deserto nel parcheggio camper con lo sportello informazioni pieno di spazzatura e vetri rotti. I servizi sono divenuti inservibili. Cosa resta del campo da bocce o ancora della fontana alla fine del percorso? Il campo c’è ma, al suo interno, nessuna traccia di bocce o giocatori pronti a sfidare i compagni durante i

pomeriggi primaverili. Anche qui si nota l’ennesimo segno di abbandono della struttura: la copertura del campo è addirittura spaccata con le travi pericolosamente appese o abbandonate a terra. Nessuna traccia di manutenzione anche nell’area di svago per bambini o della terrazza da cui poter contemplare il paesaggio. “Sono passati molti anni – ha scritto qualche tempo fa la sindaco di Matera il progettista del parco, Carlo Pozzi- da quando ho progettato e diretto con l’architetto Rocco Tosti e il Professor Antonio Conte, quest’ultimo in qualità di consulente, la realizzazione del Parco di Serra Venerdì. Il progetto è stato realizzato speditamente e correttamente da imprese locali, ma successivamente alla realizzazione è mancata, da parte dell’Amministrazione realizzatrice e ancor più da quelle successive, la capacità di assegnarne la gestione a qualsivoglia cooperativa locale (di giovani, di anziani) che sapesse cogliere l’occasione per mantenere in vita questa importante struttura nel centro della città”. Dalla conclusione dei

lavori il parco ha però vissuto una specie di divaricazione: da un lato il degrado dovuto all’abbandono e alla mancata custodia; dall’altro la “celebrazione” in numerose pubblicazioni di architettura internazionale Il professor Pozzi si appella all’interesse che Adduce ha per le dinamiche urbane, chiedendo al primo cittadino “di riaprire in qualche maniera questa vicenda, anche alla luce della recente candidatura di Matera a Capitale europea della cultura 2019. Negli

ultimi 15 anni Pozzi ha scritto a tutti i sindaci di Matera che si sono succeduti denunciando il degrado del parco e la mancata gestione del complesso senza mai ricevere risposta. Speriamo che la catena si interrompa, ma per ora l’architetto non ha ricevuto ancora nessuna risposta nemmeno dal sindaco Adduce.


REPORT

ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

14

Matera, l’antenna della vergogna L’antenna posizionata a ridosso delle scuole del Rione Agna deve essere abbattuta. E’ quanto chiedono i genitori di Milena Manicone MATERA- I genitori non ci stanno. L’antenna posizionata a ridosso delle scuole del Rione Agna deve essere abbattuta. L’hanno ribadito a gran voce le mamme e i papà dei 450 bambini, che frequentano il plesso scolastico di via Frangione, nella riunione che si è svolta il 30 gennaio presso la Chiesa Sant’Agnese. L’antenna di tra-

smissione dati collocata dalla Linkem lo scorso agosto ritorna ad infiammare gli animi dei cittadini, preoccupati per gli effetti che le onde elettromagnetiche potrebbero avere sui piccoli studenti. Se da una parte la scuola continua a perdere il numero d’iscritti, dall’altra il comitato dei genitori minaccia forme di protesta eclatanti, se le loro voci non verranno ascoltate. Dopo le polemiche

esplose un paio di settimane fa sull’attivazione o meno dell’orrendo ripetitore e la costituzione di un comitato dei genitori di Agna, la prossima mossa sarà l’organizzazione di una grande assemblea generale. Alla riunione che si terrà nella chiesa di Sant’Agnese il 7 febbraio alle ore 19:30. saranno invitati i rappresentanti politici locali e nazionali. Per comprendere la vicenda dell’antenna della vergogna è necessario fare un passo indietro, al mese di settembre 2012, quando nel quartiere della periferia sud di Matera ha inizio la protesta dei residenti contro un’antenna collocata dalla sera alla mattina, pare la notte di

L’antenna funziona o non funziona? E’ questo l’interrogativo che ancora infervora i genitori e i residenti del rione Agna Ferragosto, in un punto nevralgico della vita sociale del rione, dove si trovano le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, la parrocchia, i campi sportivi e un centro abitato. Una collocazione sciagurata, esasperata anche dal fatto che solo a poche centinaia di metri sono posizionate altre tre antenne di telefonia mobile. Accese assemblee con esponenti politici locali, striscioni indignati e una petizione popolare riescono a tenere alta l’attenzione sul caso, fino a giungere all’azione dimostrativa del parroco Don Basilio Gavazzeni, sempre in prima linea in questa battaglia, che sale sul braccio meccanico di una ruspa per issare in cima all’antenna tre bandiere. E’ il 23 settembre 2012. Qualche giorno dopo il Comune di Matera emana l’ ordinanza n.256 del 27 settembre 2012

in cui chiede ai proprietari del terreno dove è stata collocata l’antenna e alla società Linkem di ripristinare lo stato dei luoghi, in quanto il ripetitore sorge in un posto dove vi sono degli evidenti abusi edilizi. Inoltre con il provvedimento viene sospesa l’efficacia della denuncia d’inizio attività presentata dall’ azienda. Tutto sembra risolto, ma la battaglia è solo all’inizio. I MISTERI DELL’ANTENNA Per alcuni mesi la situazione resta sotto controllo, ai cittadini viene assicurato che l’antenna non è in funzione fino a dicembre 2012, quando ritornano i sospetti. Sul ripetitore vengono visti dei tecnici manutentori, che confermano ad alcuni genitori e al parroco che l’antenna è attiva. I genitori , nuovamente in stato di agitazione, individualmente tenta-

no di fare degli accertamenti e chiedono spiegazioni all’amministrazione, che smentisce l’attivazione dell’antenna, perlomeno autorizzata dal Comune. L’antenna funziona o non funziona? E’ questo l’interrogativo che ancora infervora i genitori e i residenti del rione Agna, esasperati e sfiduciati nei confronti dell’amministrazione. Per fare chiarezza sulla vicenda, che ha un valore simbolico per tutta la città, dato il proliferare di antenne sul territorio, abbiamo intervistato il Preside Vincenzo Duni, in qualità di componente del Comitato Sant’Agnese e il Dott. Rocco Rivelli, Assessore all’ Ambiente del Comune di Matera .

L’Assessore all’Ambiente del Comune, Rocco Rivelli:

Il Prof. Vincenzo Duni, componente del Comitato Sant’Agnese:

«Siamo in attesa di risposte»

«Sui rischi si sa davvero poco»

Com’è possibile l’approvazione della collocazione di un’antenna a ridosso di un plesso scolastico? Le antenne, gli impianti per la trasmissione onde radio, telefonia mobile e dati sono soggette a una disciplina che è contenuta nel decreto legislativo n. 259 del 2003 ( Codice delle comunicazioni elettroniche). Questo decreto ha stravolto la legislazione in questo settore, questo tipo d’impianti non sono più soggetti a permesso a costruire, ora l’installazione dei ripetitori è soggetta a SCIA ( segnalazione certificata d’inizio attività dei lavori),che è una semplice comunicazione che si fa al Comune, dove l’amministrazione verifica soltanto la conformità al dettato normativo,ma non ha strumenti normativi per negare l’autorizzazione, se l’antenna dal punto di vista formale rispetta i parametri di legge. L’antenna è stata collocata perché la legislazione vigente lo permette., anzi questa norma del 2003 ha fatto una cosa ancora più grave, perché ha assimilato i ripetitori alle opere di urbanizzazione primaria, cioè per il legislatore l’antenna equivale a una fogna o a una strada. In questa direzione va anche la sentenza del Consiglio di Stato, che ha confermato la sentenza del Tar Sicilia, affermando che l’amministratore locale non può limitare le antenne sul territorio, perché sono un servizio per i cittadini. Viene rovesciata la prospettiva con cui si guarda questo tipo d’intervento. Allora il diritto alla salute dove va a finire? Il diritto alla salute per il legislatore è tutelato nel momento in cui gli impianti vengono autorizzati solo quando i valori delle emissioni

elettromagnetiche sono al di sotto di una certa soglia. Al di sotto di questa soglia, secondo l’OMS non vi è un nesso di causalità tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche e l’insorgere di malattie. Però l’amministrazione può dotarsi di un Piano delle antenne, perché non è stato fatto prima? Perché le precedenti amministrazioni lo hanno affossato nel cassetto nel 2008, e noi l’abbiamo ripreso, attualmente è quasi pronto. Anche se è bene precisare che il Piano delle antenne non è la panacea dei problemi, se vengono inserite delle norme manifestamente irricevibili, puntualmente i gestori possono impugnarle a farle cassare. Perciò agli operatori abbiamo chiesto di mandarci le loro esigenze anno per anno, per poterle prendere in considerazione in maniera razionale. A mio parere il legislatore ha sbagliato a non assumere un principio che doveva essere il principio di precauzione, con l’inversione dell’onere della prova. Vale a dire che non basta dimostrare che vengono rispettati i parametri previsti dalla legge, ma si deve dimostrare che le emissioni prodotte sono ridotte al minimo. Questo principio non è stato accolto e di qui vi è stata la liberalizzazione selvaggia di questi ripetitori. Liberalizzazione che ha condotto alla collocazione di un’antenna a ridosso di una scuola e di un centro abitato, suscitando le proteste dei cittadini ,che erano state placate a fine settembre dell’anno scorso con un’ordinanza del Comune che prevedeva il ripristino dei luoghi. L’ordinanza n.256 del 27 settembre 2012 stabilisce che nel luogo dove è stata costruita

l’antenna vi sono delle opere edilizie abusive, su questa base è stata emanata l’ordinanza, che tentava di mettere in crisi l’azienda che ha ordinato la costruzione dell’antenna. Anche se, ad essere state costruite in difformità erano soltanto le opere edilizie del proprietario del terreno, come il muretto innalzato intorno all’antenna, ma non l’antenna, che essendo soggetta a SCIA non richiede autorizzazione. La società Linkem ha obiettato rispondendo di non essere responsabile degli abusi edilizi del proprietario del terreno, dove è stata collocata l’antenna. L’ordinanza ha stabilito l’abbattimento delle opere costruite in difformità e la sospensione dell’ efficacia della denuncia d’inizio attività. Si è tentato in questo modo di fermare l’antenna, ma da un punto di vista tecnico e giuridico questo atto è molto debole. Infatti sono state abbattute alcune opere edilizie abusive, e poi la Linkem ci ha fatto la richiesta di concessione in sanatoria. Il 7 gennaio la società HERA COMM s.r.l., che è una società che si occupa di energia, ci ha chiesto l’allacciamento per l’antenna Linkem. Se hanno chiesto l’autorizzazione il 7 gennaio si presume che prima l’antenna non fosse energizzata. Autorizzazione che, comunque non è stata concessa dal Comune, che ha diffidato la società HERA COMM a non procedere all’ allacciamento elettrico, perché su quel terreno vi sono ancora degli abusi edilizi. Ma i genitori dei bambini che frequentano la scuola del rione Agna affermano che l’antenna è funzionante, come confermato lo scorso dicembre anche da alcuni tecnici manutentori, mandati a sistemare l’antenna. Se la società in questione ha

energizzato l’antenna prima, senza avere il permesso ha commesso dei reati, di cui si dovrà occupare l’autorità giudiziaria. Lo scorso 28 gennaio ho scritto al Dirigente del settore Urbanistica e della Polizia Locale chiedendo di fare dei sopralluoghi con l’ausilio dell’Asm e dell’Arpab e valutare se l’antenna è in funzione o meno. Dagli atti non risulta in funzione, ma se dovesse esserlo si è di fronte a un illecito e se ne dovrà occupare l’autorità giudiziaria. Sono già stati fatti dei controlli per accertare se l’antenna funziona o no? Sì, lo scorso 12 dicembre l’Arpab ha fatto un sopralluogo presso l’impianto e nella relazione finale c’è scritto che dopo una prima analisi dei luoghi,anche se non approfondita, l’impianto sembrerebbe privo di alimentazione elettrica. Tesi avvalorata anche dai valori misurati che risultano abbondantemente inferiori alla limiti previsti dalla normativa vigente. Poi cos’è successo? Poi l’11 gennaio scorso abbiamo fatto una riunione con i rappresentanti della società Linkem, in cui l’amministrazione comunale ha avanzato una soluzione alternativa, proponendo di coubicare l’impianto della società Linkem sul palo di sostegno della società Wind, che dista circa 100 mt dall’ impianto attualmente sospeso. Una proposta che permetterebbe alla Linkem di risparmiare sui costi di locazione, perché l’antenna Wind si trova su un suolo pubblico, permettendogli di ammortizzare i costi sostenuti. La società ha preso atto della proposta e ci darà una risposta entro febbraio.

Non è la prima volta che i residenti del Rione Agna affrontanto il problema delle antenne ? Il Comitato Sant’Agnese ha iniziato a funzionare già nel 2006, quando nel Rione Agna era stata posizionata una seconda antenna di telefonia mobile a ridosso della prima, a poca distanza da abitazioni, scuole e parrocchia. Ad agosto 2012 con l’antenna in questione posizionata accanto al plesso scolastico, ad Agna siamo arrivati a quota quattro antenne, più una probabile quinta camuffata da comignolo. Un effetto cumulo che potrebbe creare dei danni alla salute? Vorrei sottolineare che purtroppo c’è molta disinformazione rispetto ai possibili rischi provenienti dalle onde elettromagnetiche. Quando abbiamo iniziato la nostra battaglia contro le antenne nel 2006 nella valutazione dei rischi derivanti dall’esposizione alle onde elettromagnetiche il principio guida era il cosiddetto “principio di precauzione”, consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in presenza di studi discordanti rispetto alla pericolosità o meno dell’esposizione a onde elettromagnetiche, in attesa di dati sicuri e scientificamente provati. Oggi rispetto a quel principio di precauzione sono stati fatti dei passi avanti. Nel 2011 a Lione l’Organizzazione Mondiale delle Sanità, con lo IARC, Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro,ha analizzato gli studi epidemiologici portati da 31 ricercatori. In quella circostanza i campi elettromagnetici a radiofrequenza sono stati definiti come “possibili cancerogeni per l’uomo”. Questa definizione rappresenta un passo avanti nella lettura dei rischi alla salute. Inoltre anche molte risoluzioni sia del Parlamento europeo sia del Consiglio d’Europa invitano i Paesi della Comunità Europea a ridurre il livello di esposizione. Che ruolo può svolgere il Comune nella regolamentazione delle antenne? Nel 2000 la Regione Basilicata ha approvato una legge nella quale invita le amministrazioni comunali a darsi un Piano delle antenne, ad oggi nessuna amministrazione comunale lo ha realizzato. Noi come comitato lo avevamo richiesto già nel 2006, perché un Piano delle Antenne avrebbe potuto regolamentare e tutelare la salute dell’individuo. Attualmente se noi non sappiamo se l’antenna è funzionante o non funzionante è perché non ci sono delle norme che impongono al gestore di comunicare l’attivazione in termini ben definiti. Ora il Comune, dopo le nostre sollecitazioni e quelle di alcuni consiglieri, ha avviato la realizzazione del Piano delle Antenne, ma non sappiamo ancora i tempi in cui verrà realizzato. Inoltre un altro aspetto da non sottovalutare riguarda i valori delle emissioni elettromagnetiche ad alta frequenza, che devono rispettare i limiti previsti dalla legge, a questo proposito bisogna precisare che le autorizzazioni vengono date in base alle misurazioni che presenta il gestore, se non ci sono dei limitatori di potenza, il gestore è in grado di aumentare e diminuire i valori a proprio piacimento, quindi in una regolamentazione comunale sarebbe opportuno inserire dei limitatori di potenza, che consentono di non far aumentare i valori, superando i limiti di legge. Come Comitato Sant’ Agnese cosa chiedete? La delocalizzazione dell’antenna, la realizzazione del Piano delle Antenne da condividere con tutta la comunità materana entro tempi certi e poi una campagna informativa sui rischi sulla salute derivanti dall’esposizione alle onde elettromagnetiche.


15

2 Febbraio 2013

ontrosenso

CONTROSENSO SCUOLA

Basilicata

CLICK AND SHOP (VENDITA ON LINE CHE UCCIDE LE PICCOLE IMPRESE)

PART II

L

ast week we saw what could be termed as the positive aspect of e-commerce but this week I would like to focus on how to keep our ‘’Eyes Wide Shut’’ or rather wide open. There can be a high possibility of hoax and dupery carrying out on-line shopping. You are dealing with ‘’people’’ you do not

have any idea what they look like. Which place can be the best hideout for any bad guy if not the internet? Such a hideous and shady means of communication whereby it can be so easy to jam with Dr Jekyll in a minute and Mr Hyde the next. Take for examples people offering services online, the so called tertiary. Services you should deliver upon your promise. But who is the person behind the promise? This is the question. You do not have to go all that far to have some examples: I personally ‘’bought’’ some rare Jazz music CDs on Ebay about 10years ago and I am still waiting for them to be delivered. In the meantime my money was vaporised from my ‘’debit card’’ and the PostePay was in no shape to help. The only thing they were able to do is change my card but no refund! You need another real and direct hoax of online e-commerce? Well, what about this: a friend of mine was looking

for a flat in Potenza and she went on line and shopped for flats for rent. She had cosy, well furbished beautiful one-bedroom flat and he price was so much a bargain you will not like to miss. It was lavishly furnished, there is just nothing you would like to have in a home that isn’t in this fake flat. The pictures did the rest, the glossy images of the detailed rooms in the flat. All the furniture were new and you are not looking at cheap pieces from IKEA but real posh and comfortably expensive ones. The detailed description was there and so was the location with a Google Map of where it is situated, right in the heart of Potenza on the high street. One of the lanes crisscrossing Pretoria Street. Why would you not believe it? Well, we decided to give it a go and went direct to see it. Upon getting there, there was no Mrs X who was supposed to show us around since

the owner of the flat is in England and she bought the flat for her daughter while studying as and international exchange student at the University and now that she has finished they thought it wise to keep the house and rent it out because she and her daughter have so much ‘’fallen in love’’ with Potenza to the extend of wanting to come and visit now and then. So we smelt rat, there was something fishy! So we went back to our drawing board our laptop - and re-read the instructions for applying for the rent, filled in the form and what next? We were asked to pay three months in advance and and then Mrs X whom we didn’t find any trace of would come and open the door to see the inside of the flat. I obviously wrote that we are based in Potenza and that we had been to the place where the flat is supposed to be but could not find it and threaten to call the Police and guess what? The advertisement was off in less than 10minutes after

such communication. Wow!! A whole flat disappeared as soon as we threaten we were going to call the Police in!! God knows how many people have beed duped while they think they are having a big deal on line! Come to the worst of it all, I know of some folks whose credit cards and even debit cards have been cloned. You never know who’s online with you while you are surfing. The hackers are very patient and they tactically draw out money from your cards without you knowing it. You may not believe that they can do this without you being aware but it does happen. One of the trick is taking out such little amount from just 50cents to 3Euros a month from your card. It’s quite easy for you to skip the difference of such little amount especially if you have used your card more than once during that month. Even when the bell rings you tend to wave it off because

it is just a tiny amount and you think may be it was your mistake or your bad memory that make you think that the arithmetic doesn’t add up. This can go on for years and just imagine you on the list of a hacker who has got something like 8000 people from whom he takes out 50cents a month and you will see how some ‘’people’’ make money without raising their backside. Wouldn’t you agree with me that we should keep buying directly from our local shops as long as we are able to instead of risking, putting our card on line exposing ourselves to being duped. So when next you want to do the online shopping, think twice. Enjoy This week’s silly sentence: Clive hides his fine white wine from Ida. This week’s proverb: Laugh and the world laughs with you, cry and you cry alone.

Venosa - Una realtà l’istituzione del liceo musicale presso l’I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco”

L’

I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco” dall’anno scolastico 2013-2014 si arricchisce di un altro piano di studi, il Liceo Musicale. Dopo l’istituzione dell’indirizzo scientifico avvenuta due anni fa, segue questo nuovo indirizzo. La notizia dell’Istituzione del Liceo Musicale e coreuticosezione musicale è stata comunicata dal direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata, Franco Inglese nei giorni scorsi con una lettera indirizzata al Flacco di Venosa. La proposta di istituire questo nuovo indirizzo scolastico a Venosa, patria del più famoso madrigalista, Carlo Gesualdo da Venosa, che probabilmente darà l’opportunità a tanti giovani di inserirsi nel mondo variegato della musica, era partita due anni fa dai consiglieri regionali, Franco Mollica di Venosa, Ernesto Navazio di Melfi e Roberto Falotico di Potenza, durante l’approvazione dell’ultimo piano sul dimensionamento scolastico. E proprio nei giorni scorsi i consiglieri regionali Mollica e Singetta (una ricchezza per tutto il Vulture-Melfese) avevano sollecitato l’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata a rendere operativo questo nuovo indirizzo

scolastico. Questo nuovo indirizzo scolastico è stato presentato nei giorni scorsi durante l’open day. Oltre alle discipline comuni (italiano, geostoria, lingua inglese, storia, filosofia, matematica, fisica, scienze, storia dell’arte,scienze motorie e religione) prevede lo studio di materie specifiche (EsecuzioneInterpretazione, teoriaAnalisi composizione, storia della musica, laboratorio di musica,tecnologie musicali). Avvicinato il consigliere regionale, Franco Mollica, uno dei promotori di questo nuovo indirizzo scolastico, ha riferito: “La scelta che si è rivelata infelice di non attuare sul territorio una politica di comprensorio e dove Melfi doveva essere polo scientifico, Venosa polo classico, Rionero in Vulture polo umanistico e Lavello polo tecnico-agrario, mette in serio pericolo la permanenza della dirigenza scolastica al Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” di Venosa. La storia e il prestigio che il Liceo di Venosa si è guadagnato negli anni sarebbe stata, di fatto annullata, con in primis il Certamen Oratiano. L’emendamento dell’istituzione del Liceo Musicale, da me presentato congiuntamente ai colleghi Navazio e Falotico, e che su

mia sollecitazione ha visto sanare un errore di procedura, in forza del quale nessun nuovo indirizzo veniva assegnato ad alcun istituto anche se, dalla discussione in Consiglio Regionale, era chiara l’assegnazione al Liceo Classico, risulta non solo vincente, soprattutto nell’Anno Gesualdiano ma, mette al riparo anche dalla perdita della direzione scolastica. Nel prossimo documento di programmazione, come già indicato in forma propedeutica nell’ambito di discussione sul nuovo documento per la scuola, si riporterà allo stato originario l’idea della creazione dei poli specifici”. Per iscriversi (da quest’anno via on-line) c’è tempo fino al 28 febbraio, il nuovo dirigente scolastico, prof.ssa Mimma Carlomagno (da quando ha preso servizio ha riportato in auge la scuola) e la segreteria della scuola (0972-31476) sono a disposizione per qualsiasi chiarimento.

Lorenzo Zolfo


16

2 Febbraio 2013

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

ontrosenso Basilicata

Lo stress deprime il sistema immunitario favorendo la diffusione virale

L’

Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Questa definizione risale al 1948 ma, a distanza di molti anni, non si è ancora affermata a pieno. Stando a questa definizione, potremmo ben dire, infatti, che al giorno d’oggi ben poche persone godono di perfetta salute: i ritmi di vita odierni sono sempre più frenetici, si corre a destra e sinistra tra mille impegni, tra ingorghi e imprevisti e pressioni e difficoltà. Tutto è causa dell’insorgere dello stress che, il più delle volte, è causa della depressione del sistema immunitario favorendo la diffusione virale. Ormai la letteratura medica sulla correlazione tra stress e malattia e vastissima. Ecco perché è fondamentale divenire consapevoli dei meccanismi che generano lo stress, ed imparare a gestirlo e scaricarlo. Purtroppo a volte non ci rendiamo conto delle tensioni accumulate, se non quando è troppo tardi. Il nostro corpo ci manda continui segnali ma spesso facciamo

finta di nulla e continuiamo a correre illudendoci, così facendo, di fare al meglio il nostro dovere. Spesso si finisce addirittura per sentirsi in colpa se ci si concede qualche piccola pausa. Si fa ricorso ai farmaci per dormire meglio, per il mal di testa, per i dolori articolari, per facilitare la digestione, per regolare la pressione. Raramente si cerca di risalire alle cause di questi sintomi. Si dice spesso che lo stress, o un grande dolore, possono influire negativamente sullo stato di salute delle persone, e sul livello delle loro difese immunitarie. Ma siamo sicuri che siano solo dicerie? Ma davvero lo stress ci indebolisce, ed indebolisce il nostro sistema immunitario? La risposta sembrerebbe affermativa, si! Ci sono numerosi lavori che documentano una maggiore incidenza e prevalenza di difetti immunitari e di basse difese immunologiche in animali sottoposti a stress. Altri lavori documentano che lo stress ripetuto è in grado di causare sperimentalmente i difetti immunitari anche se non è possibile quantificare e correlare il grado di stress con i parametri immunologici noti. Indirettamente lo stress può essere responsabile di una maggiore suscettibilità ad alcune infezioni virali endogene o alle loro recidive. Ad esempio le recidive di herpes simplex o zoster (Fuoco di Sant’Antonio) sono spesso correlate allo stress psichico e fisico, anche se la prima infezione non è correlata allo stress. Esiste anche una correlazione tra stress-sistema endocrino -ormoni -citochine che può modificare la suscettibilità di alcune patologie neurologiche ed endocrine. Sono note alcune patologie quali

l’emicrania che hanno una base psico-endocrina correlata alle modificazioni ormonali in corso del ciclo mestruale. Come lo stress influisce sul sistema immunitario Lo stress è causa di modificazioni neuroendocrine. Tra i fattori più noti ricordo l’ormone che libera le corticotrofine, il principale regolatore dello stress. Questo ormone ha una componente infiammatoria che serve il sistema modulatore dello stress. Questo sistema ha una notevole influenza sul sistema della riproduzione, delle regolazioni degli ormoni, specie femminili, che modificano e controllano la psiche delle donne e quindi hanno grande influenza sul loro comportamento anche nelle varie fasi del ciclo e in molti disturbi affettivi. Lo stress partecipa indirettamente alla suscettibilità delle infezioni ed anche nel decorso di alcune malattie infettive,neoplastiche e autoimmuni ed allergiche. Questo avviene perchè le citochine regolano la produzione di anticorpi e delle cellule preposte alle difese. Il 70% degli Italiani muoiono per malattie da stress A rivelarlo è uno studio dell’Università La Sapienza del 13 Ottobre 2009. Di seguito i dettagli dello studio: <<Si tratta delle malattie cronico-degenerative, che includono le patologie cardiovascolari, tumori, broncopneumopatie croniche ostruttive, cirrosi epatica, le malattie intestinali che nell’insieme costituiscono piu’ del 70% delle cause di morte. Un allarme lanciato anche dall’OMS, secondo cui entro il 2020 tumori e bronco pneumopatie cronico ostruttive costituiranno la terza causa di morte. Tra i disturbi causati dallo stress

anche l’ipertensione che, oltre alle patologie cardiovascolari, puo’ essere causa di diabete e infarto. Colpisce il 25% degli italiani, circa 15 milioni di persone, percentuale che raggiunge l’80% se si considerano gli “over 65”. Ansia, depressione, alcolismo, disadattamento sociale, abuso di farmaci, sono tutte possibili complicazioni dell’ansia da stress. Particolare attenzione va data allo stress cronico che deriva dal persistere nel tempo di piu’ stressori cioe’ eventi traumatici, condizioni ambientali, cognitivi, stili di vita che fanno superare la cosiddetta soglia critica oltre la quale l’organismo non riesce piu’ a difendersi e la naturale capacita’ di adattarsi viene a mancare. Di conseguenza il sistema immunitario si indebolisce, l’organismo diventa piu’ vulnerabile alle infezioni, alle malattie e allo sviluppo di patologie autoimmuni: e’ evidente che ognuno reagisce in base alle caratteristiche e predisposizioni costituzionali>>. Le principali malattie derivanti dallo stress È noto da decenni che alcune crisi asmatiche sono scatenate dallo stress in persone che hanno una base genetica allergica. Il 50 % delle forme di orticaria idiopatica cronica sono causate da alterazioni psichiche che portano a modifiche dell’umore. Spesso nei periodi precedenti l’insorgenza di orticaria grave ci sono problemi di forte stress psichico come quello causato da lutti in famiglia, separazioni di coppie, superlavoro o atri motivi di depressione o agitazione. Un altro esempio eclatante di malattia immunomediata causata dallo stress è l’alopecia aerata e alcune malattie autoimmuni che insorgono dopo periodi

REUMATOLOGIA RADDOPPIA A PESCOPAGANO Maruggi – per la generosa disponibilità con cui ci permettono di incrementare l’offerta di prestazioni reumatologiche a Pescopagano. Nonostante i numerosi impegni del Dipartimento, dalle attività di ricerca e di sperimentazione che fanno della nostra reumatologia un riferimento Il prof Ignazio Olivieri internazionale per alcune malattie arà aperto una volta alla rare, agli ambulatori territoriali settimana l’ambulatorio di e l’ordinaria gestione di un’unità Reumatologia del’Ospedale di complessa che ha tassi di Pescopagano, nel quadro di un più migrazione attiva dal 30 al 50%, ampio progetto di valorizzazione Olivieri e i suoi collaboratori e di riorganizzazione della hanno accettato di farsi carico di struttura, a cui sta lavorando un ulteriore servizio, dimostrando la direzione strategica del San grande spirito di dedizione e di Carlo e che sarà ben presto appartenenza aziendale”. presentato. Il rafforzamento Per la precisione più del 50% della presenza ambulatoriale dei pazienti ricoverati e il 30% a Pescopagano consentirà di dei pazienti ambulatoriali accolti abbattere significativamente le a Potenza provengono da altre liste di attesa presso il presidio, Regioni, principalmente quelle costituite in massima parte da limitrofe (Campania, Calabria utenza campana e pugliese, che e Puglia). Le prestazioni extradel Dipartimento sempre più numerosa si rivolge ai regionali di Reumatologia, comunque, nostri reumatologi. “Ringrazio il professor Olivieri e provengono anche dal Nord e tutto il suo staff – ha commentato Centro Italia: i dati mostrano il direttore generale Giampiero infatti come anche cittadini

S

lombardi, veneti e piemontesi attraversino l’intero stivale per usufruire delle cure reumatologiche lucane. La rete dipartimentale è stata istituita tredici anni fa con lo scopo di abbattere la migrazione sanitaria verso le altre Regioni. In Basilicata, infatti, non esisteva nessuna struttura dedicata alla reumatologia e i pazienti lucani erano costretti a spostarsi per ricevere cure adeguate. “Un progetto ambizioso, che ha però dato i suoi frutti e oggi i risultati vanno ben oltre le aspettative: siamo riusciti a imporci come una realtà importante non solo a livello regionale, ma anche nazionale”, ha commentato il dottor Ignazio Olivieri, direttore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata. “Di fatto, la reumatologia rappresenta oggi uno dei fiori all’occhiello della sanità lucana: in pochi anni abbiamo raggiunto dei successi insperati, anche nel campo della ricerca. Nonostante la nostra non sia una struttura universitaria, riusciamo a pubblicare ogni anno tra i 15 e i 20 lavori su riviste scientifiche internazionali. Questi risultati sono frutto di impegno e grande sacrificio, anche personale: ci dedichiamo infatti alla ricerca fuori dall’orario di lavoro” .

di forte stress psichico. Altre patologie come la fibromialgia, la connettivite indifferenziata, la sindrome della fatica cronica, alcune uveiti oculari e le infezioni erpetiche recidivanti sono correlate allo stress. Tutto dipende da noi? Il cervello umano è simile a un computer, una stazione di comando centrale che conosce l’esterno leggendolo come un calcolatore legge un nastro magnetico e governa l’interno tramite gli ordini impartiti dall’alto al basso attraverso la rete nervosa. Il cervello è il reparto speciale e inaccessibile dell’organismo, i suoi codici e i suoi componenti sono unici e non rintracciabili in nessun altro organo. A loro volta, le difese immunitarie sono di tipo meccanico e automatico: l’anticorpo blocca l’antigene neutralizzandolo. Gli ormoni sono un sistema di bioregolazione automatica, la loro influenza sulle malattie comuni è praticamente nulla: essi interessano la diagnosi in quei rari casi di grave squilibrio endocrino che si presentano all’osservazione clinica. Così, il sistema immunitario può essere definito un vero e proprio organo di senso, l’occhio interno, organizzato in network per sorvegliare sia l’esterno sia l’interno. In questa nuova concezione le ghiandole endocrine non sono dei semplici ‘termostati’, ma costituiscono un sistema strutturato a più vie che, in collaborazione con i sistemi nervoso e immunitario, mette in atto le reazioni vitali di adattamento dell’organismo ai cambiamenti che provengono dall’esterno. CURIOSITA’: Lo stress aumenta il rischio di infarto A questo proposito è molto interessante lo studio di Anne Underwood sulle cause psicologiche della

cardiopatia. La ricerca prese il nome di ‘Effetto Northridge’, dal nome del terremoto del 1994, che colpì una zona nelle vicinanze di Los Angeles. Nei mesi seguenti al potente sisma alcuni ricercatori universitari avevano esaminato i referti dei medici legali e avevano rilevato un notevole incremento dei decessi per crisi cardiovascolari, da una media giornaliera di 15,6 ai 51 del giorno del terremoto. Questo significava che le persone rimaste illese dal terremoto si erano, comunque, spaventate a tal punto da essere, in seguito, colte da infarto. Infine, anche i traumi infantili sembrano produrre conseguenze sulle malattie cardiache, lo dimostra una recente inchiesta condotta dalla dottoressa Maxia Dong, del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, su oltre 17.000 adulti residenti a San Diego. La dottoressa rilevò che il rischio di attacchi cardiaci aumentava del 30 o del 70 per cento nelle persone che avevano riferito di aver avuto, durante l’infanzia, traumi dovuti ad abusi fisici, sessuali od emotivi, o che avevano subito violenze da parte di genitori che abusavano di droga o alcool. In conclusione possiamo quindi affermare che lo stress è una risposta dell’organismo ad ogni richiesta fatta su di esso, può manifestarsi sia a livello fisiologico che comportamentale ed è mediata dall’attivazione emozionale indotta da una valutazione cognitiva del significato dello stimolo. Questa risposta può assumere un significato patogeno quando è prodotta in modo troppo intenso, per lunghi periodi di tempo o quando è ostacolata nel suo regolare svolgimento.

Un accordo tra l’azienda ospedaliera di Verona e il San Carlo

L’

Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo hanno definito un protocollo di collaborazione e cooperazione che, partendo da esperienze consolidate nell’approccio diagnostico e terapeutico alle patologie del pancreas, mira a dare un ulteriore e concreto impulso ai processi d’innovazione e sviluppo nel campo della ricerca scientifica, dei processi assistenziali e dell’innovazione tecnologica e strutturale, oggi in continua evoluzione. L’accordo, in coerenza con un percorso di collaborazione da tempo intrapreso, individua una serie di iniziative comuni ed integrate finalizzate prioritariamente a migliorare le reciproche conoscenze, esperienze e competenze sui seguenti temi: percorsi assistenziali; ricerca scientifica; innovazione in ambito tecnologico e strutturale; crescita professionale; e-health. “L’Accordo – specifica in una nota condivisa il Direttore Generale dell’Azienda di Verona Dr. Caffi - individua tali specifici settori di attività come strategici

nei processi di miglioramento e affida il loro sviluppo e divulgazione ad un tavolo permanente di consultazione e collaborazione tra le due Aziende Ospedaliere, dotato di competenze epidemiologiche, cliniche, biostatistiche e informatiche, il tutto finalizzato alla realizzazione di una piattaforma metodologica comune di supporto alla ricerca e all’innovazione in campo tecnologico, organizzativo e assistenziale per le patologie del pancreas. Il percorso di collaborazione si fonda sulle riconosciute qualità professionali e organizzative dell’AOR San Carlo, nonché sul suo consolidato e prospettico ruolo nel panorama sanitario del meridione d’Italia”. “L’accordo c o n l’Università di Verona – ha dichiarato Giampiero Maruggi direttore generale dell’Aor San Carlo – conferma

il ruolo di riferimento del San Carlo per l’eccellenza nella sanità meridionale. Così come per l’intesa con il Regina Elena per l’urologia, il giusto mix presenti in azienda di tecnologie avanzate, solidità logistica e qualità delle risorse umane ci consente di confrontarci con le realtà più avanzate della clinica e della ricerca scientifica in Italia. Gli ottimi risultati conseguiti nell’ultimo anno dal team pancreas sono un ottimo viatico per una più ampia e fruttuosa collaborazione”.


ontrosenso Basilicata

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

2 Febbraio 2013

17

BENESSERE E SALUTE

Q

uello che stiamo vivendo è un periodo unico nella storia dell’umanità. Negli ultimi cinquant’anni i progressi della scienza hanno condotto ad una nuova visione del mondo ed a una ridefinizione della natura umana. Le rivoluzionarie scoperte in campo medico hanno permesso di comprendere i meccanismi del corpo umano e hanno evidenziato lo strettissimo legame esistente tra corpo e mente. Quando

tutti gli elementi del sistema energetico sono in perfetto equilibrio, l’individuo prova un profondo senso di soddisfazione e benessere. In quei momenti, la vita è bella e tutto va per il verso giusto. Aprendo gli occhi la mattina, ci si sente pieni di energia e pronti ad affrontare con gioia e trepidazione una nuova giornata. Tale incredibile vitalità fisica va di pari passo con una mente serena, con un senso di pace interiore che rende insensibile agli affanni della vita moderna. Dentro di sé ci si sente al sicuro, protetti dai pericoli del mondo ed intensamente attivi. Un simile stato di grazia deriva dalla consapevolezza di avere intrapreso il giusto cammino, quel cammino che darà un vero scopo all’esistenza. Un corpo rigido, bloccato, una mente stressata in continua tensione non consentono all’individuo di raggiungere quello stato di benessere psicofisico in cui tanto vorremmo essere, o che spesso ricerchiamo. Oggi sono molte le persone che hanno il culto per il proprio corpo: dalla semplice ginnastica ai più svariati prodotti per la pulizia del corpo, o agli integratori alimentari. Dunque, la tendenza è “ FARE” invece di “SENTIRE” con il proprio corpo. Così facendo, abbiamo di-

menticato di entrare in contatto e sentire il corpo attraverso il tocco delle mani. Abbiamo dimenticato che questo porta con sé ripercussioni negative quali disturbi dello sviluppo, disagi psichici, sofferenze a livello organico e, non ultimo, un indebolimento del sistema immunitario. Ecco dunque il massaggio nelle sue molteplici vesti; esso lavora sul sistema muscolare e circolatorio ed allo stesso tempo mette in atto i concetti orientali di energia e di scambio energetico tra chi effettua e chi riceve il massaggio. Attraverso il massaggio si sperimenta uno stato di profondo rilassamento e benessere psicofisico. Dal punto di vista fisico si ottiene un miglior ritorno venoso, la stimolazione del sistema linfatico ed il miglioramento della circolazione arteriosa. Inoltre, creando calore, si accresce il metabolismo e si favorisce l’eliminazione delle scorie, si allungano e decontraggono i tessuti molli e si migliora il movimento delle articolazioni. Dal punto di vista più specialistico si ha invece un riequilibrio energetico generale da cui deriva una generale sensazione di benessere, una profonda distensione fisica e mentale, la coscienza della propria unità corporea, l’aumento della sensibilità e

della capacità di percezione e la piacevole sensazione di sentirsi a casa nel proprio corpo. E poi il massaggio può divenire meditazione. Tutto ciò accade attraverso il tocco. Le mani hanno un loro particolarissimo linguaggio, da cui traspare fiducia, amore, gioia, solidarietà. Sono l’estensione del cuore e grazie alle mani possiamo dare e ricevere questo nutrimento. Forse è perché abbiamo perso la fiducia nel corpo che diamo spazio soprattutto a situazioni che non ci mettono in contatto con esso. Dedichiamo troppo poco tempo a questo semplice genere di aiuto che scaturisce dal calore umano, una dimensione che invece dovrebbe rientrare nel quotidiano di ognuno di noi. Il massaggio, che nel passato ha regnato con grande dignità nel mondo medico, dopo essere stato trascurato per un certo periodo di tempo, sta riguadagnando un posto centrale tra le tecniche di cura e prevenzione. Il massaggio è la più antica di tutte le tecniche per alleviare il dolore, per rigenerare i tessuti del corpo e per mantenere in equilibrio o correggere il funzionamento degli organi interni. Trae la sua origine nell’istinto naturale degli animali e si è

evoluto nella consapevolezza umana attraverso una antica saggezza . In molti approcci terapeutici esistono passaggi che solo il massaggio può attuare efficacemente . Nessun trattamento che abbia un significato integrale, olistico, può trascurare il valore del massaggio. Il massaggio è un tramite per riconnetterti con il tuo corpo, riprendere contatto con le tue emozioni e sentimenti e ristabilire equilibrio nel contatto con gli altri. Uno dei danni più deplorevoli che l’uomo ha compiuto è quello di aver privato il proprio corpo della possibilità di ricevere calore, carezze, abbracci e amore da parte di altri esseri umani. Il contatto fisico è per l’uomo una questione di sopravvivenza e di vitale importanza per il proprio equilibrio psicofisico. Il tatto è il primo dei nostri sensi che viene attivato. Le mani non sono altro che l’estensione del cuore e pertanto entrare in contatto con l’altro attraverso il tatto non è altro che un gesto di amore. Il massaggio è una delle più efficaci arti curative che oltre a modificare la struttura fisica, fisiologica e posturale dell’individuo lo apre alla meditazione e alla conoscenza di sé. Per provare cosa significhi un massaggio non è necessa-

rio stare molto male, basta solo avere voglia di stare meglio. Edward Bach,creatore dei rimedi floreali di Bach scrive: “ Dobbiamo cercare la pace, immaginare le nostre menti come un lago da mantenere sempre calmo, privo di onde e ondine che ne disturbino la tranquillità. Gradualmente dobbiamo sviluppare uno stato di pace, fino a raggiungere lo stadio in cui nessuna circostanza né alcuna persona potranno agitare la superficie di quel lago o fare nascere in noi sentimenti di rabbia, depressione o dubbio.” Se a tutto questo aggiungiamo anche un bel massaggio, allora la vita ci sorriderà veramente!!

Mi raccomando: RIVOLGETEVI SEMPRE A PROFESSIONISTI CERTIFICATI.

Diabete, dal sospetto all’intervento: ecco come monitorare il rischio Il governo regionale ha avviato il percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente diabetico (Pdta), un provvedimento che mira a rafforzare l’assistenza in rete integrata ospedale-territorio della patologia diabetica

C

on l’obiettivo di affrontare il diabete prima che generi complicanze e per facilitare diagnosi e cura già all’interno dei servizi territoriali, la Giunta regionale ha approvato un provvedimento che mira alla definizione di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente diabetico (Pdta). Proposto dal dipartimento Sa-

lute, il Pdta prevede la realizzazione di relazioni strutturate tra i servizi di diagnostica, gli specialisti e tutti i servizi presenti in ospedale e sul territorio, per assicurare la presa in carico dell’utente per tutta la durata del percorso sia per la parte assistenziale che per quella gestionale (accettazione, prenotazione, calcolo del ticket, rilevazione dati anagra-

fici e clinici). Il Percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale si attiverà, in particolare, per il diabete di tipo 1 e 2 e per il diabete in gravidanza e gestionale. Centrale all’interno del Pdta è il modello organizzativo di assistenza basato su un percorso assistenziale all’interno dei servizi territoriali che sviluppa, a livello extra ospedaliero, pratiche Day service. Il Day service è un modello o rg a n i z zativo per l’attività specialistica ambulatoriale attuato attraverso l’erogazione, in tempi necessariamente brevi, di prestazioni multiple integrate,

per le quali non è richiesta la permanenza con osservazioni prolungate del paziente. L’obiettivo del Day service è quello di garantire la continuità assistenziale, evitando inutili frammentazioni del percorso ed individuando un unico referente dell’attività ambulatoriale, interfaccia tra il paziente e il medico proscrittore, riducendo i tempi di attesa delle attività ambulatoriali, delle liste d’attesa per il ricovero ed il numero di ricoveri inappropriati. Il Percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale del paziente diabetico rientra in un’azione di prevenzione e di intervento messa in campo dal governo regionale, in particolare dal dipartimento Salute, all’interno della rete integrata ospedale territorio, resa necessaria in considerazione dei dati epidemiologici e l’inadeguatezza delle prestazioni erogate per la patologia diabetica.


18

2 Febbraio 2013

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

ontrosenso Basilicata

Lo sport aiuta i cardiopatici?

di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it

N

umerosi studi hanno dimostrato che, praticare regolarmente uno sport riduce la pressione arteriosa ed il colesterolo aumentando invece, quello “buono” (HDL); quest’ ultima notizia è stata recentemente sottolineata in diversi studi americani dal momento che, il colesterolo definito “buono” ha un’azione di “spazzino” su quello “cattivo” (LDL) che si deposita sulla parete dei vasi sanguigni determinando l’ aterosclerosi dei vasi stessi. L’attività sportiva serve anche a mantenere il peso forma ed aiuta a prevenire il diabete perché i muscoli consumano più zuccheri durante il movimento. Inoltre, le sostanze vasodilatatrici rilasciate durante la corsa dilatano i vasi sanguigni anche col cessare dell’attività fisica e, quindi, il sangue che circola nei vasi, incontra meno resistenze ed anche la pressione arteriosa si abbassa. Lo sport tiene lontane le catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che sono prodotti dallo stress, la cui presenza alterna i valori di pressione arteriosa e di frequenza cardiaca; l’attività sportiva invece, attiva le endorfine che sono definiti gli ormoni della felicità per cui, chi fa sport combatte l’insonnia e riduce l’ansia. Effetti benefici dello sport sono stati riscontrati anche sul fumo e su chi abusava di alcool. La corsa ha effetti positivi anche sul centro cerebrale della fame, riequilibrandolo, in modo da mangiare in modo più sano e regolare, senza dimenticare l’aumento del metabolismo basale, importante per la perdita di peso ed il mantenimento del peso forma;

anche questa notizia è stata dimostrata attraverso una revisione di diversi studi scientifici relativi al ruolo dello sport nel controllare l’appetito e dominare meglio la fame, organizzando in modo corretto i pasti nell’arco della giornata. In sintesi: coloro che praticano uno sport aiutano se stessi a prevenire tutti i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Tuttavia, per riuscire ad ottenere risultati accettabili, lo sport va praticato per due o tre ore alla settimana cioè, in modo costante e, chi si rifiuta di fare uno sport può comunque scegliere di camminare ogni giorno di buon passo per 40-45 minuti per una distanza di circa cinque chilometri, per prevenire l’infarto e mantenere in forma l’apparato cardiovascolare, naturalmente quando il clima lo consenta. Bicicletta, moto e corsa sono sicuramente un’ottima attività sportiva perché sono discipline aerobiche cioè, al di sotto della soglia massima di sforzo ed inoltre, permettono di dosare lo sforzo, a seconda delle possibilità personali. Fino a 15-20 anni fa, a chi avesse avuto un infarto veniva consigliato di non svolgere nessun tipo di moto. Oggi c’è la tendenza opposta anche se, prima di dedicarsi a qualsiasi sport, è bene parlarne col medico ed eseguire un elettrocardiogramma da sforzo ed altri accertamenti cardiologici di approfondimento, come l’ecocardiogramma e l’Holter, se fossero ritenuti necessari dal medico per quella persona. Tra le possibilità di movimento per chi ha subito un infarto le più comuni e diffuse sono: la cyclette da camera o la bicicletta ed il tapis roulant o una passeggiata quotidiana ad andatura sostenuta. Bisognerebbe invece evitare le discipline sportive che richiedono sforzi molto intensi in breve tempo, come per esempio il calcio, il tennis, la pallavolo, la pallacanestro. Anche a chi ha subito un intervento alle coronarie non è vietato fare sport anzi, una moderata attività fisica è consigliata fin dai primi giorni successivi all’operazione. Per questi pazienti gli sport più

indicati, oltre alle passeggiate e, alla bicicletta, sono gli esercizi di ginnastica (già consigliati durante il ricovero in ospedale) da praticare per tre volte la settimana per 5-10 minuti al giorno, fino ad arrivare a 4-5 volte la settimana per venti-quaranta minuti al dì. In particolare, l’approccio alla corsa, come a qualsiasi attività sportiva, deve essere graduale e lento. E’ meglio non correre quando si è troppo stanchi o si è dormito poco, durante periodi di convalescenza o, quando si è affetti da raffreddore o mal di gola, anche se in forma lieve. E’ consigliabile evitare gare di corsa fra amici soprattutto se si pratica sport da poco tempo e non si è molto allenati. Evitare le giornate troppo calde ed afose che potrebbero provocare disidratazione e colpi di calore ma anche i giorni in cui il clima è molto freddo. La prevenzione resta l’arma migliore per prevenire le malattie cardiovascolari ma, oltre a controllare i fattori di rischio cardiovascolari, è fondamentale tenere sotto controllo il peso sia, con la dieta che, con l’attività fisica: un articolo pubblicato su Circulation, rivista molto nota ai cardiologici, ha confermato nuovamente gli effetti negativi della vita sedentaria sulla nostra salute. Dall’articolo pubblicato su questo giornale è emerso che, chi passa più di quattro ore davanti alla televisione o, al computer, ha il 46% di probabilità in più, di morire prematuramente. In assenza di movimento infatti, il cuore si impigrisce e così anche il sistema circolatorio. Il cuore, in soggetti ben allenati, assume le caratteristiche del cuore d’”atleta”, con adattamenti come la bradicardia che gli permettono di essere adeguato come richiesto dallo sport praticato. La morte durante lo svolgimento di un’attività sportiva è un fatto che colpisce molto l’opinione pubblica. La morte improvvisa è in genere dovuta ad un blocco della funzionalità cardiaca dovuta ad una causa meccanica o, più frequentemente, elettrica. Perché ciò avvenga, occorrono due fattori: un evento scatenante ed un cuore malato.

L’evento scatenante può essere per esempio, la mancanza di ossigeno, l’acidosi lattica mentre, il problema cardiaco può essere rilevabile con una visita opportuna. Altre malattie cardiache restano misconosciute fino alla morte e non sono rilevabili. Molte patologie cardiache sono rilevabili con semplici esami come l’elettrocardiogramma o l’ecocardiogramma. Quest’ultimo è spesso consigliato dopo una visita sportiva. Altre patologie come: la cardiomiopatia ipertrofica, la displasia aritmogena, la stenosi aortica bicuspide, le anomalie congenite delle coronarie, il QT lungo idiopatico, sono per fortuna poco comuni e, purtroppo, non rilevabili con accertamenti idonei. Nell’ amatore over 40, la causa di gran lunga più probabile di morte durante un esercizio fisico, è l’aterosclerosi coronarica e, cioè l’infarto miocardico. Ciò spiega come l’atleta allenato sia in genere più protetto di chi ha abbandonato l’attività sportiva che svolgeva prima e, magari con 10 chili in più. Altre volte invece, molte morti durante la pratica di uno sport colpiscono atleti occasionali (la partita a tennis alle due del pomeriggio o la classica partita a calcio fra amici dopo tanto tempo). Si tratta però di soggetti predisposti perché il loro cuore è già ammalato e, a tale proposito, il concetto di coincidenza temporale deve essere chiaro: la corsa non causa l’infarto miocardico. Perché, se una persona è colpita da infarto mentre lavora o guarda la televisione, non si associa l’infarto al programma televisivo o al lavoro mentre, questo spesso avviene durante una maratona perché si pensa subito allo sforzo compiuto. Quasi sempre, un soggetto con aterosclerosi coronarica che pratica sport ha dei segnali premonitori prima del vero e proprio infarto (affaticamenti eccessivi, malori) che permettono un intervento prima che la situazione si aggravi. Nei casi dubbi, come già accennato, oltre all’elettrocardiogramma da sforzo, si richiedono

I bambini e la febbre

Dott.ssa Maria Rita MilellaFarmacia Marchesiello www.farmaciamarchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: mr.milella@farmaciamarchesiello.it

L

a febbre ci sta mettendo a tappeto! In queste settimane abbiamo assistito ad un picco di casi di influenza stagionale ed i più piccini sono i soggetti più esposti al rischio di contrarre il tanto temuto virus! In effetti per i bambini c’è maggiore apprensione

anche perché contraggono più spesso virus influenzali soprattutto nei periodi in cui incominciano a frequentare nidi e scuole materne. Si parla di febbre quando la temperatura corporea supera i 37 °C e non è altro che un meccanismo di difesa adottato dal nostro organismo per combattere aggressori esterne, quali virus o batteri. In genere l’innalzamento della temperatura è accompagnato da altri sintomi quali mal di gola, raffreddore, mal di testa, dolori articolari. Fino a quando la temperatura non supera i 38,5°C non è necessario intervenire farmacologicamente, bastano delle attenzioni comportamentali per controllare la temperatura: tenere i bambini a riposo in un ambiente non troppo caldo e con il giusto grado di umidità, invogliarli a bere di continuo acqua, tè, latte, spremute di arance, per scongiurare il rischio di disidratazione, mai forzarli a mangiare, a

poco a poco riacquisteranno l’appetito, non coprirli troppo per favorire la dispersione del calore in eccesso. Utile può essere anche l’applicazione di panni freschi sulla fronte, non troppo freddi, come ci hanno insegnato le nonne! In caso di febbre alta, maggiore di 38,5°C, si interviene con il paracetamolo, antipiretico, o con l’ibuprofene, antipiretico ed antinfiammatorio, ponendo massima attenzione ai dosaggi e facendo riferimento al pediatra o al farmacista di fiducia. Mai far assumere l’antibiotico di propria iniziativa ma solo se prescritto dal pediatra! Gli antibiotici sono attivi contro i batteri e l’influenza è causata da un virus! Si verifica infatti un ricorso immediato e spesso sbagliato agli antibiotici, ciò comporta un aumento del rischio di sviluppare resistenze. Nel caso in cui il bambino manifesta irrequietezza e sofferenza può essere opportuno somministrare un antipiretico

anche a temperature più basse. Molto efficace per controllare la febbre nel bambino è l’intervento omeopatico: Belladonna 5/9 CH: 3/5 granuli ogni 2/3 ore in caso di febbre violenta ed improvvisa caratterizzata da eccitazione nervosa, allucinazioni, forte rossore al volto, sudorazioni, secchezza delle fauci; Aconitum 5/9CH: in presenza di innalzamento improvviso della temperatura dopo l’esposizione al freddo, caratterizzata da brividi e sete intensa; Bryonia 5/9CH: febbre che si manifesta gradualmente in seguito ad un raffreddamento; Mercurius Solubilis 5/9 CH: febbre accompagnata da infiammazione delle mucose, placche alla gola; Arsenicum Album: febbre intermittente accompagnata da sete continua ed abbondante sudorazione; Ferrum Phosphoricum: stati febbrili iniziali e moderati.

apprendimenti diagnostici come l’ecocardiogramma e l’ Holter ma, c’è da riflettere sul fatto che, molti sportivi non professionisti che non praticano sport a livello agonistico, spesso evitano le visite cardiologiche e gli esami basali cardiologici o, per motivi economici o, per motivi di tempo e di lavoro. Una delle sciocchezze più grandi che si sentono dire nel mondo del fitness è che è consigliabile correre poco per evitare problemi cardiaci.Le persone col cuore sano, come già precisato, hanno meccanismi di controllo tali che, impediscono il suo danneggiamento a qualunque intensità di corsa. L’atleta deve anche sapere che lo sport può fare male se praticato male. L’esempio più eclatante è quello di Jim Fixx, l’inventore dello jogging che soleva vantarsi della sua alimentazione contro ogni regola ed infatti, è morto correndo, d’infarto. Morale: la corsa se, non associata ad un buon stile di vita, non può preservare dall’infarto cardiaco, né chi corre può asserire di non essere a rischio cardiovascolare, solo perché ha superato la visita sportiva ma, magari ha il colesterolo ed i trigliceridi alti, fuma e beve ma si sente benissimo! Chi

muore durante una maratona è spesso nelle condizioni di Fixx: fa sport, forse anche tanto ma, ha un cattivo e sbagliato stile di vita e si becca l’infarto! Al sedentario che ha paura di praticare uno sport, perché dice che gli basta una corsettina di 100 metri per sentire il cuore in gola, questo articolo ha il compito di insegnargli che, chi muore mentre sta praticando un’attività sportiva, era già un individuo malato. Le persone sedentarie che si ritengono sane forse sono più a rischio di quelli che conoscono di avere una malattia cardiaca e praticano lo sport adeguato che possono fare sia, perché non facendo nessuna attività fisica non conducono uno stile di vita “sana” e, sia perché non si sottopongono a specifici accertamenti cardiologici. Una volta che una persona che non ha mai svolto uno sport ed ha paura di cimentarsi in un’ attività che richiede uno sforzo, può stare certo che, una volta eseguiti gli opportuni esami cardiologici di base, effettuati a scopo preventivo, può tranquillamente scegliere tra le discipline sportive da praticare, quella più adatta a lui.

Anoressia e relazioni familiari I

l disturbo anoressico interessa molto da vicino il livello psicobiologico, in quanto si tratta di un disturbo psicosomatico che si manifesta solitamente in una fascia di età caratterizzata da profonde modifiche somatiche, l’adolescenza, e allo stesso tempo produce importanti e preoccupanti effetti proprio a livello corporeo. La sintomatologia fisica dell’anoressia mentale comprende una perdita di peso di oltre il 25% e alcuni di questi sintomi: amenorrea, iperattività ed ipotermia. I sintomi psicologici a cura consistono invece nel desiderio della dottoressa imperativo di dimagrire, nel terrore MariaTeresa Muscillo di acquistare peso, nella negazione psicologa della fame, in un’immagine corporea sessuologa teldistorta ed in uno sforzo estremo di controllo sulla propria mente e 328/8317632 mariateresa_muscillo@ sul proprio corpo. Quando siamo di fronte a disturbi psicosomatici yahoo.it gravi e debilitanti come l’anoressia, l’urgenza di un intervento diviene più pressante. Certi tipi di organizzazioni familiari, come quella all’interno di cui si manifesta l’anoressia mentale, sono strettamente connessi allo sviluppo ed al mantenimento della sindrome psicosomatica ed al tempo stesso i sintomi contribuiscono a mantenere l’omeostasi della famiglia. L’elemento psicosomatico è evidente nella trasformazione del conflitto emotivo in sintomo somatico. In una famiglia anoressica il corpo ed il cibo sono temi caldi. La preoccupazione per i problemi somatici può così innescare i sintomi psicosomatici, che a loro volta deviano l’attenzione dal conflitto e si pongono al centro della preoccupazione e protezione dell’intera famiglia, che di fatto in questo modo li rinforza. Quando il sintomo si fissa nell’organizzazione della famiglia, la paziente si cronicizza e si identifica nella condizione patologica. La labilità dei confini, sia individuali che intergenerazionali, è un elemento distintivo delle “famiglie anoressiche”, ovvero tutti gli spazi fisici e psicoemotovi dei singoli membri sono ridotti; le iniziative private e le spinte all’autonomia vengono inibite e sottilmente contrastate. Infatti, le famiglie anoressiche evitano il conflitto, che non coincide con l’assenza di tensioni, ma piuttosto con l’impossibilità di esplicitazione delle stesse. La “scelta” del sintomo anoressico sembra acquisire il significato di un tentativo estremo di controllo sul proprio corpo e di difesa dall’invasione di elementi esterni, simbolizzati dal cibo caparbiamente rifiutato. Una bambina anoressica (e sempre più frequentemente un bambino) impara a subordinare il proprio sé agli altri ed a ricercare l’altrui approvazione; la valutazione di ciò che fa è sempre affidata all’altro e questo comporta lo sviluppo di un perfezionismo ossessivo ed una costante preoccupazione dell’effetto che produce sugli altri, riducendo ulteriormente la propria autonomia d’azione ed aumentando invece la dipendenza dall’approvazione dei genitori.



ontrosenso

MONITOR

Basilicata

2 Febbraio 2013

23

Quotazioni stabili Un progetto dell’UNIBAS per il mercato per il quartiere “Piccianello” di Matera immobiliare a Matera

P

iccianello uno dei quartieri di Matera cresciuto a partire dagli anni trenta senza un preciso progetto urbanistico, è il protagonista di una azione di valorizzazione culturale dell’Università della Basilicata. Il progetto Black-scapes – Walking on the line è un percorso di ricerca condivisa che si articola lungo tutto un anno accademico, ideato e coordinato da Silvana Kühtz, Ina Macaione e Francesco Marano, docenti del neonato Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo. Si tratta di camminare sul confine delle discipline, cercando punti di passaggio, di osmosi, di attraversamento. Camminare in territori definiti dai coordinatori “blackscapes” con un neologismo,

zone spesso dimenticate che però possono conservare una loro bellezza e incoerenza. Si cammina sul confine fra arte e scienza, fra discipline apparentemente lontane, attraverso una serie di incontritappe, chiamati laboratori. Ci saranno quindi laboratoritavola rotonda, laboratori di cinema, di fotografia, di osservazione e percezione, di energetica, etnografia, architettura, etc. Infine studiosi e artisti collaboreranno all’interno di una residenza a Piccianello per far emergere potenzialità, problemi e criticità, per sviluppare idee e progetti tesi a eccitare la vita sociale e culturale del rione, per costruire, insieme a tutti i partecipanti al progetto (abitanti, artisti e studiosi coinvolti), momenti creativi all’interno dei quali riflettere

e immaginare soluzioni. Per questo primo anno, il processo di ricerca condivisa riguarderà il Black-scape rione di Piccianello primo ad ospitare, negli anni Trenta del secolo scorso, abitanti provenienti dai Sassi.. In un anno di studi, di ricerca condivisa si darà voce a questa area, attraverso la sua osservazione e la sua sperimentazione diretta. I risultati saranno rilievi, notizie, attività creative e scientifiche, con lo scopo di far interagire i docenti e la ricerca con la città e gli studenti. I primi due appuntamenti si sono svolti lo scorso 13 dicembre e il 29 gennaio. Giovanni Martemucci

A

sancirlo è il Report semestrale a cura dell’Ufficio Studi Gabetti. Il secondo semestre del 2012, è stato caratterizzato da un mercato non molto dinamico a causa della congiuntura economica e da quotazioni sostanzialmente stabili. Lo sconto medio concesso dai proprietari in sede di chiusura delle trattative si conferma intorno al 10%, mentre i tempi di vendita si attestano su una media di 7-8 mesi. Per quanto riguarda le compravendite, secondo i dati dell’Agenzia del Territorio, nel I semestre del 2012 si sono realizzate 230 transazioni residenziali nel capoluogo, -15,1% rispetto al I semestre 2011. “Nel secondo semestre del 2012 -sottolinea Bruna Lamacchia dell’agenzia Gabetti di Matera- si è confermato un calo delle compravendite realizzate: in particolare ha riguardato gli acquirenti con disponibilità medio-basse, a causa delle difficoltà di accesso al credito, ma ha interessato anche il target medio-alto. Nel primo caso, nonostante la presenza di una richiesta abitativa,

espressa soprattutto da giovani coppie, non è stato possibile concretizzare l’acquisto, senza il sostegno dei genitori. Nel secondo, nonostante un interesse per le tradizionali zone di pregio del Centro storico e del suo stretto raggio, i potenziali acquirenti si sono mostrati maggiormente attendisti”. Guardando alle quotazioni per zona, in Centro storico i prezzi per gli immobili signorili arrivano a 3.500 € al mq per le soluzioni in buono stato, mentre siamo intorno ai 2000 € al mq per gli immobili da ristrutturare. Le zone centrali limitrofe hanno invece valori di ai 3.200 € al mq per il signorile nuovo o ristrutturato. Il semicentro nord e sud hanno valori per il medio in buono stato di 1.800 €al mq, che salgono a 2.100 € al mq in caso di immobili signorili in buono stato e 2.600 € al mq per il nuovo. Valori simili per la periferia nord, nel caso di immobili di tipologia media ed economica, mentre il signorile nuovo ha valori medi di 2.400 € al mq. La periferia Sud ha valori per il medio in buono stato di 1.600 € al mq e 1.400 € al mq per le soluzioni da

ristrutturare. In questo momento le zone a cui si rivolge la richiesta sono il centro, il semicentro e la primissima periferia per le coppie consolidate con buona disponibilità, mentre le giovani coppie si dirigono prevalentemente verso la periferia nord. Le famiglie con figli optano per tagli tra i 100 e i 130 mq, mentre le coppie mature che cambiano abitazione spesso si avvicinano al centro, riducendo le dimensioni richieste. Il taglio più domandato dalle giovani coppie è invece il bilocale o il piccolo trilocale, con metrature variabili tra i 60 e gli 80 mq. Il mercato delle locazioni ha visto un lieve aumento delle richieste, per lo spostamento verso la locazione di parte della domanda che non riesce a concretizzare la compravendita. I canoni sono sostanzialmente stabili, attestandosi intorno ai 350 € al mese per il bilocali e a 400 € al mese per i trilocali. Giovanni Martemucci

UN RICORDO DI ROMEO PORFIDIO Grande uomo, politico, contestatore e profeta dei nostri tempi

A

ll’affacciarsi di questo anno oscuro, che certo non promette bene, per via di una crisi profonda che sta investendo tutto l’essere delle cose, è venuto a mancare nel nostro firmamento una stella: Romeo Porfidio. Negli ultimi tempi era logorato ed afflitto da una lunga malattia. Anche questi eventi ci fanno sentire più in crisi, perché ci sentiamo più soli senza queste guide che ci hanno condotto, moralmente, spiritualmente e politicamente, con forza ed energia. Romeo Porfidio era nato a Roccanova, poi la sua famiglia si era trasferita a Moliterno, dove è vissuto sin da bambino, tra

quelli che scherzosamente chiamava “iens e trasi ri Mulitiernu”, i “pastoracchi” ed i “pannacciari”. Di qui per molto tempo aveva svolto la sua missione politica ed umana, tra il lavoro di educatore, in qualità di insegnante di educazione fisica, e di editore, amante della cultura, raccoglitore della giovani e forti linfe vitali del pensiero. Si era sposato con una insegnante di Castelsaraceno, Antonietta Pugliese e con lei ha condiviso molti anni della sua vita. Sin dalla giovane età era iscritto al Movimento Sociale, nel qual partito aveva militato e profuso tutte le sue energie e le

sue passioni politiche e civili. Conosceva personalmente Giorgio Almirante e Araldo di Crollalanza. Faceva parte del gruppo politico che faceva capo a Pino Rauti. Molti in Basilicata si identificavano nel programma politico che Romeo perseguitava. Romeo è stato una voce che grida nel deserto, un Battista che nella sua intensa e fiammante attività politica ha gridato sempre la luce della verità, anche se questa non è stata sempre bene accolta, come è giusto che sia, dalle tenebre della nostra terra. Ha denunciato sempre le connivenze politiche ed affaristiche della Val d’Agri e della intera Regione

Basilicata, gli imprenditori corrotti, lo sfruttamento selvaggio del territorio, la gestione del petrolio, che oggi vede la sua grande ed accorata protesta di molti sindaci del circondario. Quello che oggi è diventata una battaglia sociale e politica diffusa, Romeo la conduceva da solo, contro tutti e contro tutto il logoro sistema regionale, imperterrito, come Don Chisciotte contro i mulini a vento della Mancia. Più volte ha pagato di persona per questa sua autenticità ed onestà. La sua voce, però non è rimasta inascoltata, la sua parola è stata semenza di giustizia e di verità anche nel nostro deserto, il flatus

impellente della sua voce si è dimostrato veritiero. Tutte le piazze dei nostri paesi conoscevano la sua grande comunicatività, la sua schiettezza e la sua fierezza. Ispirandosi alla tendenza di socializzazione dell’imprese del fascismo socialisteggiante, che aveva trovato una sorta di fugace intenzionalità nel veloce volgersi della Repubblica Sociale Italiana, Romeo si era posto sempre a difesa dei deboli, dei “cafoni”, delle attività produttive e si era scagliato sfacciatamente contro i potenti, i neogalantuomini, i baroni, i latifondisti. Quel suo populismo rivoluzionario,

anche se partiva dai pulpiti della destra, era molto vicino alla sinistra, alla vera sinistra, quella che in Rocco Scotellaro, il profeta dei contadini, aveva trovato il suo battito. Romeo Porfidio è stato un grande uomo, politico, contestatore e profeta dei nostri tempi. Vincenzo Capodiferro Direttivo del Circolo culturale dei “Liberi e forti”


24

MONITOR

2 Febbraio 2013

ontrosenso Basilicata

Leopoldo Chiari fu “Il principe dei chirurghi”

L’ortopedico di Ripacandida E’stato insigne professore alla Regia Università di Napoli di Michele Traficante

I

l 2 dicembre 1849 moriva a Napoli Leopoldo Chiari, eminente figura della Medicina e uno dei figli più illustri della Basilicata, nato a Ripacandida il 30 ottobre 1790, dall’avv. Nicola e da Teodora Lioy. Avviato, da piccolo, alla vita religiosa nel seminario di Melfi, dimostrò subito grande predisposizione per gli studi classici, le lingue moderne, la matematica e la fisica. Poi si sentì attratto dalla Medicina e, in particolare, dall’Anatomia. A 22 anni, nel 1812, nonostante i suoi genitori fossero contrari, lasciò gli abiti religiosi e, con pochissimi ducati in tasca, si trasferì a Napoli, per intraprendere gli Studi di Medicina nel celebre Collegio Medico Chirurgico Cerusico fondato da Monsignor Scotti, eminente cultore di varie discipline e autore del

e nei reciproci supporti topografici e funzionali, in modo da trovare stabili leggi e metodi di chirurgia. In breve tempo, divenne un’autorità in campo medico, ponendo particolare attenzione ad una metodica razionale, sia diagnostica sia chirurgica. Appena trentenne, fu chiamato alla Cattedra di Chirurgia Teoretica e, poi, a quella di Ostetricia, dell’Ateneo napoletano. Rese grandi servigi alla clinica chirurgica e fu Direttore dell’Istituto di Anatomia Patologica, fondato da Angelo Boccanera negli Ospedali degli “Incurabili”. Assai interessanti furono le sue relazioni a vari congressi, in cui riferì su alcuni strumenti chirurgici di sua invenzione. Per primo introdusse l’uso del goergeret con il relativo metodo bilaterale nella litotomia, adatto nei grandi calcoli (questo taglio fu adottato subito da Dupuytren, illustre chirurgo francese, a lui contemporaneo, che lo sostituì alle trasversali). Fu, inoltre, inventore di alcuni strumenti

riserva, senza alcun danno veruno”; la macchina a piano inclinato per la frattura del femore con la vite che può graduare l’allungamento; l’utilissimo apparecchio per la frattura della clavicola, la piastrina, ed altri ancora. Un notevole contributo, dunque, al miglioramento delle tecniche, anche strumentali, nell’arte medico-chirurgica, che lo fece molto apprezzare, all’epoca, portando la fama del nostro illustre chirurgo oltre i confini nazionali. Fu uno dei primi a valutare l’importanza (e, quindi, a servirsene) delle strumentazioni meccaniche nella pratica chirurgica, che esercitò con precisione e mano sicura, eleganza ed insuperabile rapidità. Affrontò e superò, con grande lucidità e prontezza, ogni insorgenza di fenomeni strani e subitanei nelle svariate e complicate operazioni chirurgiche che eseguì. La sua Fama si diffuse in tutto il Regno e dei suoi insegnamenti e della sua pratica medica fecero tesoro i numerosi

Quando la gestante Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II, era in preda a tali atroci dolori, che scienziati dell’epoca erano convinti della sua ineluttabile fine, il Re si vide costretto a consultare il prof. Chiari … famoso “Galateo Medico”. Notevoli furono i progressi conseguiti dal g i o v a n e Leopoldo, soprattutto nel campo dell’Anatomia Umana, osservando gli organi nella singola struttura e funzione

chirurgici di notevole efficacia, fra cui la ciappetta per la legatura delle arterie negli aneurismi, nella quale, per dirlo con le parole del suo discepolo, il Coluzzi, vi è “ facilità di applicazione, facilità di rimozione e permanenza di

discepoli, fra cui Coluzzi, Carlo Gallozzi, l’ostetrica Francesca Domenica Ronzio, Salvatore Tommasi, divenuti, a loro volta, medici illustri. Quando la gestante Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II, era in preda a

Il Busto di Chiari e l’ospedale degli Incurabili

tali atroci dolori, che scienziati dell’epoca erano convinti della sua ineluttabile fine, il Re si vide costretto a consultare il prof. Chiari, il quale, ”dimentico dei non pochi torti ricevuti dal Sovrano”, si recò a Corte e fece superare all’augusta regina il momento critico della gravidanza. Il Re, allora, si mostrò particolarmente generoso nei c o n f r o n t i dell’illustre medico, anche se, poi, purtroppo, la Regina morì durante il parto. Leopoldo Chiari morì all’età di 59 anni, da tutti sinceramente compianto come cittadino esemplare e filantropo dal cuore pulsante per le sofferenze degli uomini e come clinico che riuniva in sé la scienza e l’arte del chirurgo e dell’ostetrico. “Non si pensi – scrisse il celebre professor Salvatore Tommasi nella sua commossa orazione funebre (Napoli, Azzolino, 1849)- che egli insegnasse da chirurgo manuale. Versato profondamente in tutte quante le mediche scienze; con tanta efficacia coniugava la patologia interna all’esterna; ch’ei non faceva notare quale differenza passi tra medico e chirurgo. Io –sostenne Tommasi- ben conosco che tale deve essere, perché il connubio tra queste due scienze sorelle è natural cosa, ma si giunge di rado ad appropriarselo

La lapide Leopoldo Chiari interamente”. Ripacandida, paese natale di Leopoldo Chiari, volle ricordare il suo illustre concittadino con una lapide sulla facciata del Palazzo Ducale passato alla famiglia Chiari, con queste parole dettate dal senatore Giustino Fortunato: Perché sia perenne / il Ricordo / di / LEOPOLDO CHIARI / onore e gloria / della Scuola Medica – Cerusica / NAPOLETANA / Qui nato il 13 Ottobre 1790 / Morto in Napoli il 18 febbraio 1849 / Leopoldo Chiari fu Arcangelo / Anno 1928 –VI / G.F. Nel dicembre 1999, nella ricorrenza del 150° anniversario della morte, Ripacandida lo ha solennemente commemorato

con un importante convegno e un’interessante mostra dei “ferri chirurgici” e scritti di Leopoldo Chiari, promosso da un apposito Comitato, presieduto dal professor William Donato Philips, Nobel 1997 per la Fisica, cui hanno partecipato, fra gli altri, eminenti personalità nel campo medico e della ricerca scientifica. A ricordo dell’evento è stata affissa una lapide sull’ingresso della “casa del prof. Leopoldo Chiari”.

Ripacandida e Leopoldo Chiari


ontrosenso

MONITOR

Basilicata

SECONDA DIVISIONE

Nuovamente zero punti per il Melfi Mezzo passo falso della capolista. Poker del Pontedera. Aprilia out. di Lorenzo Morano

S

embra non voler girare più nulla in casa Melfi; anche domenica scorsa l’undici di mister Bitetto non ha raccolto nessun punto. Certo l’avversario non era dei più abbordabili, ma per come è maturata la sconfitta al Valerio, il Melfi ha veramente tanto da recriminare nei confronti della cattiva sorte. Un cinico Poggibonsi ha superato i gialloverdi per 2 a 1, invischiando sempre più i lucani nella zona play-out anche grazie alla vittoria inimmaginata dell’Hintereggio in casa dell’Aprilia (0 a 1), risultato questo che ha permesso ai calabresi di portarsi a quota 23 punti a due lunghezze dal Melfi fermo a 21. A complicare ulteriormente la situazione di Impronta e soci c’ha pensato anche il Campobasso, ultima compagine nella zona delle retrocessioni dirette, capace di imporsi per 2 a 0 sul Chieti, prossimo avversario del Melfi, e di portarsi a soli due punti dai lucani. Volgendo uno sguardo alla gara del 21esimo turno possiamo senza ombra di dubbio parlare di una sconfitta immeritata per il Melfi, che tocca quota 8 gare “negative”. Al Valerio i gialloverdi giocano tenendo il campo meglio degli ospiti, con Improta sempre pronto a mettere in difficoltà la retroguardia toscana, coadiuvato per la prima volta dal neo acquisto Croce. Al minuto numero 8 è infatti il solito Improta a liberarsi della marcatura avversaria ed a concludere di poco fuori; proprio come accade alcuni minuti più tardi, quando dopo una bell’azione solitaria, lascia partire un bel destro che si perde di poco sul fondo. Al 34esimo la gara dei lucani

potrebbe mettersi in discesa: Dierna all’interno della propria area tocca la sfera con una mano; inappuntabile il rigore sanzionato dall’arbitro Fiore di Barletta. Dal dischetto arriva purtroppo il terzo errore stagionale di capitan Improta che vede la sua cannonata stamparsi sulla traversa. Nel secondo tempo i gialloverdi continuano a gestire la gara ed a creare più situazioni insidiose nell’area di Menegatti. Al minuto numero 7 è Suarino su punizione a chiamare l’estremo toscano ad un intervento ordinario; più tardi è la volta di Muratore, che spedisce di poco fuori. Al quarto d’ora si segnala un’azione pericolosa degli ospiti con Bianconi che viene anticipato da un’uscita provvidenziale di Scuffia. Qualche minuto dopo arriva la rete del Poggibonsi, firmata da Pera, che a differenza di Improta non sbaglia il rigore concesso per un tocco di mano di Gennari. Dopo il vantaggio ospite mister Bitetto tenta il tutto per tutto e manda in campo forze fresche: il neo entrato Simeri serve prontamente una palla al bacio per Croce, ma la sua girata non trova fortuna, come la conclusione dello stesso nell’azione seguente, che si perde a fil di palo. Il Melfi gioca e fa di tutto per rimettere la gara sul binario giusto, ma il Poggibonsi è compagine cinica e poco prima della mezz’ora raddoppia con una bell’azione personale del solito Pera. Con due gol al passivo i lucani non si danno comunque per vinti ed al 44esimo capitalizzano il loro forcing con un colpo di testa di Simeri che accorcia le distanze, e che fa paura agli uomini di mister Polidori che concludono la gara asserragliati in difesa.

Pezzotta

I

l Potenza è ad un bivio. L’ennesimo, specie in questa tormentata stagione. Lo scontro diretto in programma domenica prossima al Viviani, contro il Trani, ha il sapore di

25

ECCELLENZA IL PUNTO SULL’ECCELLENZA N

ella quarta giornata del girone di ritorno, solo un pari per la prima della classe Real Metapontino a Pietragalla, con i locali protagonisti di una prova gagliarda e punto prezioso. Si ‘riduce’ il vantaggio della capolista a undici lunghezze sul Valdiano che si isola in seconda posizione e regola con quattro reti il malcapitato Miglionico. Inatteso stop interno del Real Tolve che ‘scivola’ nel quasi derby con un Oppido in ascesa, mentre approda in terza posizione il Rossoblu Potenza che espugna il campo della pericolante Marconia. Solo un punto per il Viggiano fra le mura amiche al cospetto di una buona Vultur che esce indenne dalla delicata trasferta; Picerno invece bloccato sul pari in casa del fanalino di coda Tursi. Imprevista battuta d’arresto davanti ai propri tifosi del Policoro, sconfitto da una Murese in serie positiva e in risalita; pari e divisione della posta in palio tra Moliterno e Pignola. Per il prossimo turno, capolista che ospita un Moliterno a correnti alternate, invece facile sulla carta il compito del Valdiano che riceve l’ultima della classa Tursi. Il big match della giornata è senza dubbio la sfida tra Rossoblu Potenza e Viggiano, con i locali all’assalto del secondo posto, mentre il Real Tolve cercherà di riscattarsi nella difficile e impegnativa trasferta di Muro. Il Picerno tenterà di ritornare al successo in casa con un Pietragalla in cerca di punti sicurezza, invece il C. Oppido tenterà di continuare nella striscia positiva in trasferta a Miglionico, con i locali in difficoltà e penultimi. La Vultur tenterà di avvicinarsi al

Policoro nella gara del ‘Corona’ dove non perde da due mesi (dall’inaugurazione del campo sintetico) e tornare ai tre punti dopo tre pareggi consecutivi, infine tra Pignola e Marconia in palio punti importanti (specie per gli ospiti). VIGGIANO - VULTUR 0-0 I bianconeri allungano la serie dei risultati utili consecutivi (due vittorie e gli ultimi tre pareggi) e riescono a portare a casa un buon punto con la positiva trasferta di Viggiano, considerata l’emergenza e la contemporanea assenza di Di Tolve, Carriero, Maiorino e Sabatiello e un reparto difensivo precario, con i locali in un momento non felice a livello societario ma che onorano il campo in attesa di momenti migliori. Prima parte della gara con i padroni di casa arrembanti e con un Cilumbriello protagonista a sbarrare la strada agli uomini di

mister Taglianetti (assente e influenzato) e una ripresa all’insegna dell’equilibrio con i rioneresi più incisivi e addirittura che sfiorano il ‘colpo gobbo’ nei minuti di recupero con Libutti, ma è provvidenziale l’intervento disperato sulla linea di porta (o la palla era già in rete?) di Robilotta a strozzare la gioia del bomber vulturino. Ad ogni modo un pareggio prezioso, meritato e che muove la classifica con la conferma del nono posto e una posizione di tranquillità. Domenica arriva al ‘Corona’ un Policoro in calo, reduce da due sconfitte consecutive, che gli uomini di mister Caprioli tenteranno di ‘domare’ per ritornare ai tre punti davanti al proprio pubblico e portarsi proprio ad una lunghezza dagli avversari, ma non sarà certo impresa di poco conto, considerando il valore e la qualità dei calciatori ionici. Antonio Petrino

Greico della Vultur

Coda alla vaccinara con il Trani

CALCI IN CU...RVA

a cura di Tony

Al termine dei 90 minuti sorride quindi solo il Poggibonsi, oggi terza forza del torneo a quota 35 punti, 4 in meno del Pontedera che liquida il Foligno con un perentorio 4 a 1 e rosicchia qualche punticino alla capolista Salernitana (47 punti), bloccata sullo 0 a 0 dall’Arzanese. Sorride il team aquilano che grazie al 3 a 1 in casa del fanalino Fondi, agguanta l’Aprilia e consolida la sua posizione play-off, e stacca di due lunghezze il Teramo, sesta forza del girone, costretto al pari a porte inviolate in casa del Borgo a Buggiano. Senza gol anche lo scontro diretto tra Martina e Lamezia, mentre il Gavorrano evade la pratica Aversa con un buon 3 a 1. Consegnato agli annuari sportivi il 21esimo turno, domenica 3 Febbraio il calendario offre, in particolare, alcune gare da tenere maggiormente sottocchio, partendo dalla trasferta della Salernitana in casa del Foligno, con i granata che sicuramente non vorranno bissare il pari dell’ultimo turno. L’Aprilia cercherà riscatto in casa contro i toscani del Borgo a Buggiano, mentre le altre quattro big saranno chiamate in ugual modo a sfide interne ed esterne. Per il Pontedera in casa ci sarà il Campobasso, di uguale difficoltà sarà la sfida interna del Teramo contro il fanalino Fondi; trasferta ostica per gli aquilani in casa dell’Arzanese, come del resto lo sarà per il Poggibonsi chiamato dal D’Ippolito di Lamezia. Il turno si chiude con la non facile gara esterna del Gavoranno in casa di un Hintereggio sempre più pericoloso e con l’Aversa che ospita il Martina.

2 Febbraio 2013

un derby tra deluse e derelitte della categoria. La squadra del neo presidente Gioia non è in condizione di tradire allegria e non ha più alternative: se vuole alimentare una fiammella di speranza deve centrare la vittoria. La salvezza, se valutata solo sul piano dei numeri, non è una meta irraggiungibile. Diverso, invece, è il discorso se lo si rapporta alla reale forza

espressa, sin qui, in campo. Le varie formazioni schierate dai tecnici del Potenza, quest’anno, non sono mai riuscite ad esprimere l’idea di una squadra forte o di carattere. Nemmeno l’arrivo dei brasiliani, almeno fino ad oggi, ha destato una grande impressione. Al tirar delle somme sono davvero poche le certezze che il team rossoblu può esprimere in questa

stagione. Ne sa qualcosa il calcialingo che prega, anche se sembra aver perso la speranza in una salvezza che, al momento, ritiene rappresenti un vero miracolo calcistico. Per domenica, il recluso del calcio ha deciso di scoprire gli altarini e di seguire l’incontro della sua squadra del cuore alla radio. Il balcone sul Viviani, poi, consentirà, con l’uso di un binocolo, di

poter vedere, di tanto in tanto, alcuni scorci di partita. E, tra un’azione e l’altra, avrà la possibilità di lasciarsi andare ai ricordi, sognando, magari, un rientro tra i professionisti. Intanto addobba il suo appartamento per la gara. Sistema, dappertutto, cornetti, amuleti, sciarpe. Il pantofolaio per calcio mette in campo tutto il suo repertorio scaramantico. Malgrado le vicissitudini il

calcialingo combatte come un leone. Proprio come la belva che, un tempo, ruggiva gloriosa nella cadetteria del calcio. Quel leone che, negli ultimi tempi, sembra rantolare come in coma. L’amico tifoso, per domenica, ha allertato anche la cucina ed ha predisposto un menù rigorosamente a tema: coda alla vaccinara.


26

SPORT

2 Febbraio 2013

P

minuti dopo che si sblocca il risultato. D’Onofrio C intercetta una rimessa errata dei padroni di casa e realizza il gol dell’ 1 a 0. Nulla o quasi fino alla fine del primo tempo se non l’ammonizione al capitano del Pisticci D’Onofrio M per gioco falloso. Il secondo tempo inizia con la squadra ospite più concentrata, ma sale anche il nervosismo che porta al giallo di Barbalinardo al 15’. Dal 20’ iniziano le sostituzioni: Lauletta per Latronico S. per i locali e Florio per Radesca nel Pisticci. Poi succede di tutto un po’ in quanto in cinque minuti si susseguono ben tre reti. Al 21’ e al 23’ i gialloble subiscono un uno – due in tre minuti di buio ad opera di Lardo F. che realizza una

Campionato giovanissimi provinciale, girone A

doppietta. Il Pisticci non ci sta e al 26’ si riprende il pareggio grazie al gol di Barbalinardo che segna l’ennesimo gol in

C

ronaca: Athena Matera schiaccia il Montescaglioso sin dalle prime battute e al 15’ si porta in vantaggio con il difensore centrale Grieco che sfrutta un calcio d’angolo ben battuto dalla destra da Albano. Nel secondo tempo il Montescaglioso si porta in parità al 50’ con Ciarfaglia F. , bravo a sfruttare l’assist di Buoncore e a bucare l’ncolpevole Crapulli. Dopo un paio di gol sbagliati dagli attaccanti dell’Athena, Montemurro sfrutta un lancio

di Albano e insacca alla destra del bravo portiere ospite. Da registrare anche l’espulsione del terzino sinistro Di Taranto per proteste. Da sottolineare le ottime prestazioni dei materani Vaccaro, Montemurro e Grieco mentre nel Deportivo Montecaglioso si sono distinti Buoncore e Palazzo.

entra per Latronico V. nei padroni di casa. Poi al 38’ vengono ammoniti nel Pisticci Florio e nel Castelsaraceno

l’unico errore della sua direzione prendendo prima nuovamente il cartellino giallo, per poi riporlo lasciando le squadre in parità numerica. Ancora una sostituzione per i locali che mettono Giovinazzo R., al posto di Cirigliano E. Fino alla fine nessun rischio per i due portieri e la gara, anche troppo sentita in alcune fasi, attende solo il triplice fischio che arriva dopo tre minuti di recupero.

IL TABELLINO

campionato. Al 25’ per il Pisticci entra Di Giulio al posto di uno spento Panetta e al 30’ De Mare V.,

Lardo F. Lo stesso si rende protagonista di un battibecco con il pubblico (poco felice) ma l’arbitro compie forse

ASD REAL CASTELSARACENO - ASD PISTICCI U. GHETTO ULTRA’ 2-2 Asd Pisticci United Ghetto Ultra’: Federico Losenno, Domenico Calandriello, Luca Spani, Fabio Radesca,

Gianluigi Giorgini, D’Onofrio Michele, Celeste Grieco, Lo Senno Piero, Cosimo Panetta, Cosmiano D’Onofrio, Luca Barbalinardo a disposizione: Pietro Fuina; Francesco Stefano D’Alessandro, Luigi Florio, Antonio Laviola, Emmanuel Quinto, Antonio Di Giulio, Massimo Di Stefano – Allenatore Gioia Gino Asd Real Castelsaraceno: Giovinazzo V., Lardo U., Simon A., Lardo F., Cirigliano E., Latronico S., Fulco B., De Mare G., Candia A., Latronico V., Lardo F., Cirigliano R., De Mare V., Morelli E., Cirigliano F., Giovinazzo R., Carlucci G., Lauletta S. Reti: p.t 37’’ D’Onofrio C.(P) s.t..22’ e 23’ Lardo F., (CS) 26’ Barbalinardo (P) Arbitro: Sig.ra Mariangela Di Novi (ottima la direzione di gara) Spettatori: circa 150

CALCIO A 5-SERIE C 2

Essedisport Venosa: promozione sempre piu’ vicina

L’Athena Matera P passeggia sul Montescaglioso

Amodio

Basilicata

Il Pisticci torna con un pari da Castelsaraceno

TERZA CATEGORIA artita sentita da entrambe le squadre per l’intero incontro. Il Pisticci nel big match tra le prime in classifica cerca di portare a casa il bottino pieno, ma il Castelsaraceno non è primo in classifica per caso. Ne esce fuori una bella partita, a tratti nervosa, che finisce con un giusto pareggio. Parte bene la squadra ospite che al 6’ mette Grieco in ottima posizione davanti all’estremo difensore del Castelsaraceno, ma il laterale destro gialloble manda fuori di poco. Al 17’ il solito D’Onofrio C. su punizione manda al lato, mentre sull’ azione successiva Lardo del Castelsaraceno non inquadra la porta. Al 24’ viene ammonito Latronico V. per proteste. Al 27’ il capitano dei locali Fulco dopo una bella azione corale spreca un’ ottima occasione. Ancora pericoloso dopo pochi minuti il Castelsaraceno che con Simon prende la traversa. Al 37’ viene ammonito Calandriello D., ma è pochi

ontrosenso

otenza. Ennesima vittoria per l’ Essedisport Venosa, la 10^ per la precisione, che fa volare il team del Presidente Sepe verso la promozione, ormai i bianco-verdi vedono già la coda del Cus Potenza e del Tricarico in C 1, tuttavia non bisogna abbassare la guardia perchè l’imprevisto può essere sempre dietro l’angolo e per non vanificare tutto l’eccellente lavoro fatto fin’ ora bisogna continuare a vincere. La vittoria contro il Bancone è stata importante almeno quanto le due precedenti, con le rivali più dirette, perchè l’Essedisport si era presentata al Macchia Giocoli in completa emergenza, infatti oltre all’ assenza di 4 uomini, c’ era l’ incognita della condizione approssimativa di molti giocatori, reduci da infortuni e malattie, e che in settimana non si sono allenati, ma la risposta sul campo è stata più che positiva come dimostra il 9 a 6 finale. La partita si era messa subito male per i venosini che sono passati in svantaggio già al 2’, per il gol messo a segno da Romano, ma la reazione ospite è stata come sempre impeccabile, dopo 5’ splendido passaggio in profondità di Checa per Mollica che ha siglato la rete del pareggio, poco dopo lo stesso bomber ha deviato di

tacco un tiro di Paulangelo, spiazzando il portiere Summa per il vantaggio venosino, tre minuti dopo su azione di corner Ferrenti ha servito splendidamente Scoca, che ha depositato ancora la palla in rete. Il Bancone però ha cercato di rimanere in partita e approfittando di una leggerezza difensiva ospite ha accorciato le distanze con Iannielli, ma dopo neanche 2 minuti ancora Scoca sempre su calcio d’ angolo, questa volta battuto da Mollica, ha firmato la rete del 4 a 2. L’ ssedisport aveva ormai preso le misure agli avversari e quindi le redini del gioco, tanto che con Dichirico ha allungato ulteriolmente il vantaggio, sul finire del primo tempo un gol per parte,

di Iannielli per il Bancone e l’ euro gol di Crudele (finalmente dimostra di non essere solo un mastino per gli avversari) per l’ Essedisport, hanno mandato le due squadre negli spogliatoi con il punteggio di 6 a 3 in favore della capolista. Nella ripresa Antonacci e compagni hanno legittimato la loro superiorità soprattutto nei primi 15 minuti in cui sono andati ancora a segno con Paulangelo, un autorete propiziata da Ferrenti e con Crudele, quest’ ultimo gol arrivato addirittura quando la squadra era in inferiorità numerica per l’ esplusione di Ferrenti, sul 9 a 3 la garasi è definitivamente chiusa e i tre gol segnati da lì fino allo scadere dal Bancone sono

serviti solo per rendere meno amara la sconfitta e a dimostrare che lotteranno fino alla fine contro tutti gli avversari per conquistare la salvezza. A fine gara segnaliamo il bel terzo tempo organizzato dai padroni di casa, segno che il nostro messaggio continua a diffondersi sempre di più e di questo siamo davvero felici. Per Di Napoli e soci si chiude così la doppia trasferta riservata dal calendario, ora sabato si ritorna al Palaessedi contro l’Universitas Potentia, con l’obiettivo di raccogliere l’ ennesima vittoria e aspettare che la matematica consegni un titolo fin ad ora strameritato per questa compagine venosina. Lorenzo Zolfo


ontrosenso

SPORT

Basilicata

T

L’Itra Group Virtus Matera si arrende solo nel finale

F

27

La Cosperplast Matera fa gli straordinari

BASKET

inisce con una sconfitta al fotofinish, che fa il paio con quella rimediata all’andata al PalaSassi, la gara giocata dall’Itra Group Virtus Matera sul campo del Volla. Gara combattuta sin dalle prime azioni di gioco e decisa solo nel finale di gara a favore dei campani, che difendono il prezioso + 3 grazie a due errori dalla lunetta e all’ultimo tiro fallito da Albanese. Da sottolineare comunque le ottime prestazioni di Albanese, top scorer con 21 punti seguito da Filazzola con 15 e il buon contributo offerto dai giovani Buono, Stano e Petralla, che continuano a crescere sotto la guida dei due tecnici Conterosito e Di Gioia. E dopo aver messo alle spalle questa sconfitta a Volla la squadra materana pensa già al prossimo impegno

2 Febbraio 2013

casalingo in arrivo sabato prossimo contro il Nola. Basket, serie C, 5^ giornata di ritorno Basket Volla-Itra Virtus Matera 67–64

Group

Parziali: 17-18, 32-35, 55-54

ERZA gara in sette giorni. Neanche il tempo di rifiatare e la Coserplast Matera ritorna in campo per la sesta giornata di ritorno del campionato maschile di serie A2. La formazione allenata da coach Nacci sarà impegnata nuovamente lontano dalle mura amiche, in quel di Ortona. Reduci dalla brillante, quanto mai preziosa affermazione contro il Vero Volley Monza per 3-0, i biancazzurri lucani arrivano al match contro l’Ortona carichi al punto giusto e con la voglia di allungare la striscia positiva. I ragazzi materani, infatti,

in virtù della vittoria sul Monza, hanno lasciato in regalo alla Pallavolo Loreto (che mercoledì ha riposato) lo scettro dell’ultimo posto, che significa retrocessione in serie B1. L’avversario odierno è ottavo in classifica con 24 punti, praticamente il doppio di quelli conquistati dal Matera fino ad ora, ma questo non spaventa assolutamente capitan Suglia e compagni che anche contro gli abruzzesi potranno contare su un fattore in più: il gruppo. Ed è proprio questo aspetto che sta dando la forza al team materano, aver ricompattato lo spogliatoio e aver trovato l’equilibrio giusto, rappresentano la marcia in più

per lo sprint finale in questa stagione. Merito va dato al nuovo tecnico materano, Vincenzo Nacci, da poco meno di un mese alla guida del club lucano, e terzo allenatore sulla panchina materana in questa stagione, che ha saputo lavorare molto bene su questo aspetto. Ed è proprio grazie al gioco corale che atleti come Janusek e Pinerua, ora, stanno facendo la differenza in campo. Anche nella gara contro il Monza, la Coserplast ha fatto emergere proprio la forza del gruppo che ora ha voglia di continuare a regalare ai propri tifosi altre soddisfazioni. Come Matera anche l’Ortona è una matricola della serie

A2, infatti, il match di domani rievocherà tanti bei ricordi della passata stagione, quando entrambe le formazioni lottavano, però, per la promozione. La gara di domani, invece, potrebbe risultare importantissima ai fini della salvezza sia per Matera che per la formazione adriatica che certamente non risparmieranno colpi sotto la rete. Il match tra l’Ortona e la Coserplast Matera si giocherà domani pomeriggio al Palasport comunale con fischio d’inizio alle ore 18. Lorenzo Tortorelli

Basket Volla: Ruocco 11, Smimmo 13, Fierro 8, Impereto, Ilardi 3, Gensini, Archico 13, Gensini V., Barone 12, Orlanducci 2. All. Pinto. Itra Group Virtus Matera: Buono 7, Stano 9, Albanese 21, Filazzola 15, Clemente 3, Gravela, Santarsia 1, Petralla 8. All. Di Gioia e Conterosito. Arbitri: Troise e Petrillo.

Basket, under 19 Eccellenza

Metide Matera sfiora il colpo a Brindisi vantaggio ma nell’ultimo quarto arriva la grande rimonta dei ragazzi allenati da Di Gioia e Conterosito: nell’ultimo minuto Brindisi si ritrova sul 77 -74 ma il tiro sul ferro di Petralla fa sfumare il sogno del colpaccio Prossimo impegno per i materani lunedi 4 febbraio alle 19 al Palasassi contro la corazzata Avellino.

L

a Metide Matera pur priva dell’infortunato Smorto, sfiora il blitz prestigioso sul campo dell’Aurora Brindisi. Gara decisa solo nei secondi finali a favore dei padroni di casa, ma in casa materana c’è rammarico per il tiro del pareggio mancato a 44 secondi dalla fine con Petralla: il pallone è respinto dal ferro e Brindisi tira un sospiro di sollievo. Metide Matera trascinata in questa gara Miriello e Buono, autori rispettivamente di 23 e 38 punti. La squadra materana regge il confronti con i quotati avversari e all’intervallo va al riposo sotto di quattro punti. Nella terza frazione Brindisi aumenta a dodici i punti di

Aurora Brindisi - Metide Matera 81 - 74 Parziali : 29-23, 50-46, 68-54. Aurora Brindisi: Perugino 9, Angelini 18, Proto 5, Di Coste 6, Vignone 4, Rongone, Camassa 4, Albanese 4, Ruocci, Assentato 4, Pennetta, Lacandela 21.All. Quarta Metide Matera: Miriello 23, Stano 7, Petralla 2, Santarsia, Clemente 4, Buono 38, Gravela, Franco, Santochirico, Pancallo, Scalcione. All. Di Gioia - Conterosito Arbitri : Schena e Lillo.

Basket, under 17

La Ondatel Virtus Matera vince il “derby” L

a Ondatel Virtus Matera supera il Nuovo Basket Potenza per 75 a 67 e si conferma in vetta alla classifica del campionato under 17. Partita bella ed intensa quella disputata all’interno della palestra Vito Lepore con i materani che si impongono sui cugini dopo aver rimontato dieci punti e dopo aver sofferto la rimonta dei padroni di casa nel terzo quarto, concluso 46 pari. Con 29 e 35 punti Miriello e Stano diventano i mattatori del derby per la squadra materana, in cui brilla anche il lungo Santarsia sotto le plance: 12 rimbalzi e 3 stoppate per lui. Prossimo turno per i biancoazzurri in programma giovedì 31 gennaio al Palasassi contro la Pielle. Nuovo

Basket

Potenza

-

Ondatel Virtus Matera 67 – 75 Parziali: 16-14,27-36,46-46 Nuovo Basket Potenza: Bianconi 15, Sabatella 4, Landi 6, Mancusi 2, Ricapito, Aiello, Iannielli, De Marca, Martucci 15, navarra. All. Santamaria Ondatel Virtus Matera: Stano 35, Miriello 29, Santarsia 3, Franco 4, Pancallo 4, Rondinone, Montemurro, Fiore, Rizzi, Cotugno. All Di Gioia-DiCaro Arbitri: Loscalzo e Perniola

Santarsia


ontrosenso SPORT 28 Melfi, pubblico dalle grandi occasioni alla kermesse organizzata dal Comune Basilicata

2 Febbraio 2013

Finisce in parità il match tra i due professionisti Loriga e Manco, sotto l’attento sguardo di un ospite illustre: Roberto Cammarelle di Lorenzo Zolfo

M

elfi -Pubblico delle grandi occasioni per il 1^ Galà pugilistico che si è svolto ieri a Melfi. Appassionati dei guantoni, sportivi ma anche semplici curiosi hanno affollato gli spalti del Palazzetto dello Sport regalando così una suggestiva cornice ad un

evento che ha riscosso un grande successo andando ben oltre le aspettative. Al centro della scena il ring dove si sono alternati atleti di varie età e categorie che, sotto l’occhio attento di una giuria di esperti, hanno dato dimostrazione di come forza, agilità, intuito e intelligenza tattica riescono a fondersi senza mai sfociare nella violenza. Un messaggio che è stato ribadito anche dall’Assessore allo Sport, Rosa

Masi infaticabile e scrupolosa organizzatrice della kermesse in stretta collaborazione con l’Accademia Pugilistica Andriese rappresentata da Michelina Forlano. “Questo sport – ha commentato l’Assessore allo Sport, Rosa Masi - non è brutale come alcuni possono credere, ma è una palestra di vita, una fonte d’insegnamento per chiunque sappia cogliere lo spirito di sacrificio, il coraggio, la dedizione di chi quotidianamente fa a pugni con la vita, non gioca mai in rimessa ma è sempre in contrattacco”. Ad impreziosire la serata la partecipazione in qualità di ospite del pluricampione olimpico Roberto Cammarelle. Un palmares invidiabile il suo, ma soprattutto un campione di umiltà e sensibilità che vanno oltre i successi

Hockey, serie A1

Questa sera a Matera arriva il Bassano M

entre le altre formazioni di serie A1 riposano, l’Energy Italia 01 questa sera sarà in pista per recuperare la gara della settima giornata, non disputata contro il Bassano. La formazione materana è reduce dalla sconfitta di Lodi per 4-2. Un ko rimediato contro la terza forza del campionato che, risultato a parte, ha confermato il buon stato di forma dei biancazzurri lucani che stanno migliorando, dal punto di vista del gioco, gara dopo gara. Questa sera a Matera a r r i v a il Bassano, quarto in classifica con ventotto punti, e reduce dalla convincente affermazione sulla pista del Trissino per 8-3. La formazione veneta è una delle grandi della serie A1 anche se questo aspetto non spaventa assolutamente i materani che hanno come unico obiettivo la vittoria. Non potrebbe essere altrimenti perché la Pattinomania, fino ad ora, tra le mura amiche si è sempre fatta

rispettare; eccetto il pareggio contro il Trissino, i materani hanno sempre vinto. In casa Bassano da tenere d’occhio senza dubbio l’attaccante Gaston De Oro che, in dodici gare, ha realizzato ben diciannove gol. In difesa, invece, il team allenato da Massimo Giudice può contare su un portiere saracinesca, Massimo Cunegatti, che è terzo nella speciale classifica con soli venticinque gol incassati in 397 minuti giocati. “Il Bassano, come tutte le altre formazioni venete, è una squadra davvero insidiosa – ha spiegato l’atleta materano, Luca Nicoletti. Detentrice della coppa Cers (Europa Legue per il calcio, ndr), quarta in classifica, viene dalla vittoria di sabato scorso nel derby contro Trissino, ed è senza dubbio da considerare una squadra di primo livello. Noi, ovviamente, non ci risparmieremo anche perché siamo consapevoli di essere altrettanto molto competitivi”.

Nicoletti, poi, analizza l’aspetto tattico del Bassano. “Il team veneto è forte sopratutto in difesa, avendo il secondo miglior reparto arretrato del campionato, grazie anche alla presenza tra i pali di Massimo Cunegatti, portiere che ha fatto la storia dell’hockey italiano. Tuttavia noi affronteremo i veneti con l’obiettivo di conquistare l’intera posta in palio, così come abbiamo fatto con le altre grandi del campionato. A Lodi, per esempio, nonostante la sconfitta, non abbiamo mai risparmiato energie. Abbiamo giocato fino all’ultimo minuto, dunque non vedo il perché non potremmo farcela contro il Bassano in casa nostra”. Per l’Energy Italia 01 la gara di questa sera chiuderà il girone di andata. Il girone di ritorno, poi, inizierà nuovamente con una super sfida con i biancazzurri che ospiteranno il fortissimo Valdagno, primo in graduatoria insieme al Viareggio. Il match tra la Pattinomania Matera e il Bassano si giocherà questa sera alla tensostruttura di via dei Sanniti con fischio d’inizio alle ore 19 e sarà trasmesso in diretta streaming su www. pattinomaniamatera. it Lorenzo Tortorelli

conquistati sul ring. Le stesse qualità umane che ha mostrato verso i suoi innumerevoli fan che hanno voluto immortalare con foto ed autografi una serata davvero speciale. Umiltà che si ritrova anche nelle dichiarazioni di affetto per la Regione che ha dato i natali ai suoi genitori. “Ogni volta che ritorno nella mia terra – ha commentato Cammarelle – è sempre una grande emozione. E’ importante che il pugilato venga promosso in Basilicata, per questo motivo ho accettato con grande piacere l’invito dell’Assessore Masi”. Dopo la beffa alle Olimpiadi di Londra, il boxer plurimedagliato è pronto a mettersi in gioco ai prossimi mondiali in Kazakistan. “Il mio obiettivo – ha confermato Cammarelle – è quello di fare bene ad ottobre. Per questo mi sto allenando per arrivare preparato ad un appuntamento per me molto importante”. Applausi e tifo da stadio hanno

poi scandito gli altri match della serata. Particolarmente apprezzati gli incontri al femminile, a dimostrazione di quanto questo sport sia trasversale, e poi gran finale con l’atteso match tra i professionisti Stefano Loriga e Andrea Manco terminato in parità. Doverosi infine i ringraziamenti a quanti hanno contribuito

in maniera decisiva alla realizzazione dell’evento. “Un ringraziamento particolare – ha concluso l’Assessore Masi – va all’intera squadra della Croce Rossa, della Protezione Civile e della Polizia di Stato oggi rappresentata a Melfi dal Commissario Aniello Ingenito”.

Prandelli, un altro “testimonial” per Matera Capitale della Cultura Europea S

i è svolto qualche giorno fa a Matera il Congresso nazionale elettivo dell’Unione Stampa Sportiva Italiana. Matera è stata la sede dei lavori dei giornalisti sportivi che hanno riconfermato

per “Matera Capitale europea della Cultura 2019”. Un incontro-dibattito moderato dalla giornalista Mediaset, Mikaela Calcagno, sul tema “L’etica della vittoria, la vittoria dell’etica”, che

per promuovere, attraverso il notevole richiamo mediatico degli ospiti del galà, un messaggio altamente positivo, ma anche per sostenere la candidatura di Matera a Capitale europea della

Foto sassilive.it come nuovo presidente Luigi Ferrajolo per il quadriennio 2013-2016. Padrone di casa è stato oltre al presidente uscente dell’Ussi anche il Gruppo Ussi di Basilicata “Augusto Viggiani”. La tre giorni materana non è stata dedicata solo ai lavori congressuali. L’Ussi ha incontrato anche la cittadinanza, ospitandola, presso il Cinema Comunale, al “Gran galà dello sport”

ha visto come ospiti, oltre alle istituzioni cittadine, provinciali e regionali, il presidente nazionale dell’Ussi, Luigi Ferrajolo, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, l’allenatore della Nazionale di calcio, Cesare Prandelli e alcuni atleti di rilievo.“L’evento, in un momento di forte bisogno di modelli “puliti” ma vincenti, è un’occasione unica non solo

Cultura nel 2019. Farne parte rappresenta un’opportunità di notevole impatto per affermare un’immagine positiva”. Così il presidente Luigi Ferrajolo nel presentare l’evento materano. (Gio. Mart.)


29

REPORT

2 Febbraio 2013

ontrosenso Basilicata

I Lucani senza quella maledetta valigia L’Associazione Millepassi ha organizzato a Potenza un gradevole incontro con Pino Aprile, che ha presentato il suo libro “Mai più Terroni”

Prof Greco, presidente dell’associazione Millepassi

di Luca Santoro

È

stato presentato giovedì scorso nel corso di un interessante incontro svoltosi presso il Teatro Stabile del capoluogo, il nuovo volume dello scrittore Pino Aprile intitolato “ Mai più Terroni”. L’evento promosso dall’Associazione Culturale Mille Passi ha avuto come tema-dibattito la “Questione Meridionale” trattato in maniera attenta e ironica dal noto giornalista pugliese. “Dimenticate le coppole, le valigie con lo spago,

i treni della speranza, i pomodori coltivati nelle vasche da bagno. La Terronia non esiste più, il passaggio dalla società industriale alla società tecnologica ne ha smarginato i confini, azzerato i topoi storico-leggendari”. Questo quanto sottolineato nel volume, una “Questione Meridionale” inquadrata come un concetto ormai obsoleto, superato. Tutto merito della tecnologia che ha dimezzato le distanze e le opportunità proponendosi come incontro di occasioni, di scambio di idee. “Sono finiti tempi delle valigie di cartone preludio alla catena di montaggio, ciò che conta è il talento: se il figlio (informatizzato) del Meridione ne ha da vendere, il gioco è fatto, si lavora a prescindere. Il Sud è un luogo che non esiste da solo” – scrive Aprile- “ma soltanto se riferito a uno che lo sovrasta”. Il virtuale quindi sembrerebbe scombinare gli stereotipi, ha livellato i chilometri e lo ha fatto con un click! L’incontro, moderato

dal dottor Fausto Taverniti Direttore RAI della Basilicata, ha visto la partecipazione anche di Oreste Lo Pomo, Caporedattore TgR Basilicata e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Basilicata, Mimmo Sammartino. “Ogni generazione (o ciclo di generazioni) è figlia della sua tecnologia. Noi siamo gli ultimi esemplari di “homo sapiens sapiens” cresciuti nella civiltà della meccanica, prima artigianale (…), poi industriale (…). Nel nostro mondo, le cose si fanno con le mani, gli attrezzi, i macchinari si toccano; gli altri uomini e gli altri posti si raggiungono in un certo tempo (…) Mentre i nostri figli appartengono alla tribù informatica: l’altro e l’altrove si raggiungono in un ‘clic’ o un ‘touch’”.

L’INTERVISTA di Walter De Stradis Lei, si può dire che è un meridionale di successo, ma quando accadrà che un meridionale di successo sarà solo un uomo di successo e basta? «Be’, bella domanda. Posso rispondere con quello che dicevo ai miei redattori quando ero direttore di un settimanale importante a Milano. Al direttore è difficile che tu dici “terrone”. Al direttore gli viene spesso detto: “come è bravo lei sig. direttore”, per cui capitava di chiedermi: o Pino ma lo sai che tu sei meridionale? Ma allora sei proprio bravo. Gli spiegavo che quel “sei meridionale” era un moltiplicatore del complimento. Quindi qualunque fosse stata la quantità diminuiva il complimento. Quel meridionale era un handicap. Dicevo: noi non facciamo niente, siamo giornalisti, quasi dei parassiti. Viviamo di chiacchiere, di parole, almeno quelle le vogliamo tenere bene a posto, per cui adeguiamo il linguaggio. Se è un handicap: non mi devi dire meridionale, mi devi dire diversamente settentrionale». È lo stesso atteggiamento che abbiamo quando al venditore marocchino diamo automaticamente del “tu”? «Sì, guarda l’abito mentale è proprio questo. Persino in persone molto colte, molto preparate. Giorgio Bocca

si dichiarò sui giornali nazionali: “un antimeridionale e se questo vuol dire che sono razzista, va bene. Sono razzista”. In quel caso non gli succedeva niente. Provate ad immaginare una cosa del genere scritta negli Stati Uniti, lì avrebbe finito di lavorare». Ma basta l’azzeramento del gap tecnologico e lo sviluppo di internet per risolvere la maggior parte dei problemi della cosiddetta questione meridionale? «Non è l’azzeramento del gap. E vi invito a riflettere su questo. Quando dura così a lungo una crisi non è una crisi economica, ma una crisi di sistema. Una crisi di passaggio. Ecco perché si estende da un mondo tecnologico a un altro. Noi stiamo passando delle regole dal mondo della morale, dalla civiltà industriale alla civiltà informatica. Quindi non è una compensazione, è proprio un altro mondo. Gli abitanti di questo mondo tecnologico sono completamente diversi dai loro tali. Noi che siamo cresciuti in un mondo, chiamiamolo “einsteiniano”, cioè in cui ci sono spazio e tempo, quindi delle dimensioni, Nord e Sud, noi siamo nati nel Sud, da meridionali. Noi resteremo terroni. Posso scrivere tutti i libri che voglio, io resto un terrone consapevole! Ma terrone resto. Ce l’ho nella carne. Le mie figlie non lo sono. Perché vivono in un mondo, quello web, in cui non ci sono dimensioni, non essendoci dimensioni non c’è geografia. È impossibile avere un Nord e un Sud, sei nelle stesse condizioni di chiunque altro, alla pari nel mondo. Tanto è vero che il Sud del mondo sta superando il Nord del mondo, perché lì si sta alla pari».

Il Futuro dei Ricordi”, romanzo d’esordio della materana Sara Zaccaro I

n un mondo divenuto quasi interamente un palcoscenico stracolmo di attori che spesso recitano parti per cui non sono nemmeno portati, “Il Futuro dei Ricordi” , romanzo d’esordio di Sara Zaccaro, costituisce uno spunto per riflettere sul proprio modo di vivere e per trovare il coraggio di affrontare la vita con la libertà di essere sempre se stessi. La protagonista vive con profonda insofferenza una storia d’amore che sente ormai diventata routinaria e priva di slanci così, attraverso l’input che le arriva dalla lettura di un diario di scuola impolverato, si guarda indietro e comprende che è giunto allora il momento della svolta e del riscatto perché scrive: “nulla di me, ora, era uguale a quella persona che nel diario si descriveva, che su quelle pagine si raccontava, piangeva, gioiva...viveva. Di uguale c’era solo, forse, la forza di voler cambiare. Se fino a qualche anno prima il mondo, adesso il SUO mondo”. Decide allora di rimettersi in gioco grazie ad un’iniezione di vitalità che le arriva, durante un viaggio, da un panorama mozzafiato in terra di Francia. E’ un lento riaprirsi alla vita, scrive la scrittrice Liliana Camarda nella prefazione,

un pó come una convalescenza dopo una lunga malattia. La protagonista segue così il dettato del suo cuore che le indica un amore passato, un nome, Marco, a cui scrive dopo molti anni di silenzio. L’incontro e poi l’unione tra i due giovani è ricca di sorprese, è carica di rimandi all’indietro, è satura di emozioni. Fino al colpo di scena finale. Tutto il racconto si sviluppa intorno ad un linguaggio accurato in cui ogni parola e ogni similitudine hanno l’efficacia della freschezza; la peculiarità delle situazioni é colta al volo con pochi tratti essenziali, il linguaggio incisivo e diretto attribuisce una forte importanza alle percezioni sensoriali. Immagini, odori e suoni rappresentano vie che conducono ai ricordi lontani, forse solo apparentemente sepolti nel passato taciuto. Il messaggio fondamentale che emerge è la totale assenza di compromessi accompagnato dalla forza di un’autenticità ad oltranza che non spegne le emozioni ma fomenta i sogni. Sara Zaccaro sta lavorando ad un nuovo romanzo del quale ha già scritto il canovaccio. Una storia che si preannuncia interessantissima

perché parlerà ancora del rapporto uomo/donna ma indagato con il suo stile sobrio ed efficace da una prospettiva originale. “Cerchero di interpretare –afferma la scrittrice- la psicologia di lui con la testa di lei. E viceversa. Mi intriga molto scrivere dell’interpretazione dei comportamenti femminili da parte di un cervello maschile. E un’ardua impresa, lo so, ma proprio per questo sono stimolata a raggiungere l’obiettivo”. Un percorso tortuoso che saranno in tanti a voler scoprire nelle pagine di questo nuovo libro della scrittrice materana. Giovanni Martemucci


ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

33

Genzano di lucania, rinnovato l’ufficio postale L’ufficio, più accogliente e più funzionale, dispone anche dello Sportello Amico di Michele Traficante

P

rosegue con lodevole impegno l’opera di modernizzazione delle Poste Italiane, mirante a rendere sempre più funzionale, efficiente e soddisfacente il servizio alla propria clientela. Clientela sempre più esigente e alle prese, spesso, con poche difficoltà a causa delle frequenti necessità di utilizzo dei servizi postali. In tale ottica, con una significativa cerimonia, è stata inaugurata il 29 gennaio scorso, la sede

completamente rinnovata dell’ufficio postale di Genzano di Lucania, in Via Vulture, predisposta secondo le moderne linee “lay out”. Al taglio del nastro era presente il Direttore della Filiale di Potenza di Poste Italiane, Francesco De Marco. L’ufficio, più accogliente e più funzionale, dispone di 4 sportelli di cui 3 per i Prodotti Bancoposta e 1 per i Servizi Postali. Le principali novità consistono nella eliminazione dei vetri divisori, l’informatizzazione

di tutti gli sportelli al pubblico, la disponibilità di un’Area Prodotti Finanziari riservata. E’ inoltre attivo lo Sportello Amico, istituito per semplificare i rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione, al quale rivolgersi per ottenere visure catastali, permessi di soggiorno, servizi Inps Card, effettuare il pagamento dei contributi previdenziali e dei bollettini di assicurazione contro gli infortuni domestici. Il cash dispenser, disponibile 24 ore su 24 per i possessori di carta Postamat, è dotato di uno speciale dispositivo elettronico “antiskimmer” per impedire la clonazione delle carte credito. Particolare attenzione è stata riservata al problema della sicurezza con la quasi totale eliminazione del contante dai banconi attraverso dispensatori di denaro a tempo per ogni operatore di sportello, il monitoraggio dei locali attraverso apposite telecamere, totale visibilità dall’esterno attraverso vetrine più ampie e trasparenti, porte di sicurezza. Inoltre, per venire incontro alle esigenze

dei diversamente abili, si è prestata attenzione anche all’abbattimento delle barriere architettoniche e uno sportello è stato realizzato con un piano di lavoro più basso e quindi più facilmente accessibile. Tali interventi basati sulla razionale ed necessaria

innovazione (sicurezza e facilità di accesso, oltre che consolidata professionalità del personale) è stata accolta con soddisfazione dai cittadini di Ganzano di Lucania che troveranno molto più agevole e funzionale i diversi servizi che l’Ufficio Postale può

offrire alla sua vasta clientela. L’ ufficio osserverà orario di apertura al pubblico: 8.25 – 13.35 dal lunedì al venerdì e 8.25 - 12.35 il sabato.

Una dottoressa lucana nell’America degli anni Venti Originaria di Genzano di Lucania, si affermò nel campo della medicina negli USA di Michele Strazza

L

’emigrazione aveva rappresentato il fenomeno che, più di ogni altro, aveva mutato il volto della Basilicata, spopolandola ampiamente e privandola delle sue forze più importanti. Cause molteplici e concomitanti l’avevano fatta nascere e prosperare: dalla miseria di larga parte della popolazione alle condizioni dell’agricoltura, dalla distruzione quasi completa dell’attività di allevamento al disboscamento, dalle pessime condizioni idrogeologiche a quelle igieniche, dalla cattiva amministrazione locale alla pressione fiscale. Il continente americano, soprattutto gli Stati Uniti, per la forte richiesta di manodopera non qualificata, rappresentava la meta privilegiata di coloro che lasciavano la propria terra in cerca di fortuna. New York era la meta preferita, subito dopo veniva la Pennsylvania, il New Jersey, il Massachussetts, la California, l’Illinois, la Louisiana, il Connecticut e Rhode Islands. I viaggi, che duravano anche 30-40 giorni, costavano spesso la vita a

non pochi per le difficilissime condizioni igieniche e di spazio con cui essi avvenivano. All’arrivo, per i “birds of passage”(“uccelli di passo”, così erano chiamati dai poliziotti americani i lucani, insieme ai molisani ed ai calabresi) i problemi non erano terminati. Solo dopo aver avuto il proprio cartellino numerato, con il nome, una lettera dell’alfabeto ed una cifra, dopo aver sostenuto un “interrogatorio” sulla mancanza di un precedente contratto di lavoro e dopo aver passato le visite mediche, solo allora sulla tessera personale veniva impresso il timbro “admitted” e si poteva iniziare a sperare. Le difficoltà erano sempre le stesse, innanzitutto quelle di inserimento nelle nuove realtà delle grandi metropoli, tanto diverse dai piccoli paesi di origine, poi i lavori più umili e malpagati, le difficilissime condizioni abitative e sanitarie, tutto contribuiva alla selezione dei più forti e dei più motivati. Superati i primi problemi, però, ben presto i nostri emigrati raggiunsero posizioni economiche e professionali del tutto ragguardevoli, con significativi risultati in tutti i campi compresi quelli culturali e scientifici.

Anche le donne, inserite in un contesto più libero ed in un ambiente che offriva loro più ampie possibilità di realizzazione, diedero il meglio di sé e, se all’inizio dovettero accontentarsi dei lavori più umili (sarte, pantalonaie, domestiche, lavapiatti, stiratrici), poi, specialmente quelle di seconda generazione, occuparono posti professionali di rilievo. E’ il caso della giovane lucana Grazia Maria Santoro di cui apprendiamo “le gesta” sulla stampa dell’epoca. Nacque il 3 luglio 1898 a Genzano di Lucania ma ben presto dovette emigrare con i propri genitori negli Stati Uniti, stabilendosi a Waterbury Conn nel Connecticut il 29 giugno 1905, alla tenerissima età di 7 anni. Frequentò le scuole del nuovo Paese, segnalandosi sempre tra le allieve più brave. Dopo aver conseguito, nel giugno del 1913, la licenza primaria alla “Margaret Graft Grammar School” di Waterbury Conn continuò i propri studi alla “Gresby High Scool”. Nel giugno del 1921 si laureò in Lettere e Filosofia presso la “Cornell University Arts College” di Ithaca ma, non dichiarandosi soddisfatta, volle anche addottorarsi, il 12 giugno 1924, in Medicina

alla “Cornell University Medical College” di New York sostenendo, nello stesso mese, gli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione medica nello Stato di New York. Conseguita, a novembre, analoga abilitazione anche per lo Stato del Connecticut, nel 1924 ebbe l’incarico di assistente di Medicina e Chirurgia al “Grace Hospital” di New Haven Conn che mantenne per un anno sino a quando non decise di aprire, a Waterbury Conn, una propria struttura di medicina e chirurgia. Poco dopo venne nominata assistente di Pediatria all’Ospedale “Henry Sabin Sage” di Waterbury. La sua carriera professionale, su cui non abbiamo altre notizie precise, fu sempre costellata

di incarichi prestigiosi ed attestazioni di benemerenze da ospedali, scuole ed istituti scientifici americani, a

dimostrazione di cosa le donne lucane furono capaci di fare nel “Nuovo Mondo”.


34

ontrosenso Basilicata

2 Febbraio 2013

DARK SIDE OF THE MOON “La vita scandita dal battito del cuore” ROGER WATERS, marzo 1973: [...] dovemmo fare in fretta perché stava per iniziare la tournèe. Entro sei settimane dovevamo avere qualcosa da presentare al pubblico. Andammo in un posto a WEST HAMPSTEAD, per un paio di settimane e mettemmo insieme un sacco di pezzetti. Non vennero fuori dei testi, come il ritornello di ‘MONEY’. Ci riunimmo nella cucina di NICKY e io dissi, “Se volete un tema conduttore, eccolo: la vita scandita dal battito del cuore”. DARK SIDE OF THE MOON, fu registrato negli studi di Londra della EMI, tra il giugno 1972 e il febbraio 1973 ed uscì il 17 marzo dello stesso anno negli USA, e il 24 marzo nel Regno Unito. È uno degli album più venduti nella storia della musica moderna e, a quasi quarant’anni di distanza dalla sua uscita ufficiale, può vantarsi di essere uno dei tre album che possono concorrere al titolo di album più venduto di tutti i tempi. Rimase per 741 settimane (14 anni) nella

classifica ‘BILLBOARD 200’ dell’omonima rivista musicale americana, dalla quale uscì soltanto negli anni ’80. L’uso di tecniche di registrazione avanzate, frutto del magnifico lavoro di ingegneria musicale di ALAN PARSONS, ed effetti sonori di forte impatto ne fecero un’opera diversa dalle precedenti produzioni del gruppo, per molti si tratta della migliore opera dei PINK FLOYD, in assoluto innovativa nell’ambito della musica moderna e spesso indicato dai critici musicali come uno dei migliori e più influenti album di tutti i tempi, dove fra i solchi si ha lo sbocciare di un nuovo indirizzo e di una musica concettuale ed eterodossa in cui si affiancano testi dal profondo contenuto filosofico e di riflessione sulla condizione umana, fra conflitto, follia, crescita, avidità e morte. Sarà questa la strada che il gruppo inglese perseguirà da quel punto in avanti nel corso della propria creatività musicale, tracciando le pagine irripetibili

della storia dei PINK FLOYD, e di una lunga e travagliata carriera in cui riusciranno a riscrivere le tendenze musicali della propria epoca e a diventare uno dei gruppi più importanti della storia del rock.

Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffino

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI “Nel giardino dei fantasmi” I Tre Allegri Ragazzi Morti (Davide Toffolo, Enrico Molteni e Luca Masseroni), giungono al loro ottavo album dopo la virata reggae e dub dei due precedenti lavori (Primitivi del Futuro e Primitivi del Dub). Nato come gruppo punk-alternative rock, il trio guidato dal grande disegnatore di fumetti Davide Toffolo, ha ormai metabolizzato il reggae, e in particolare il dub, rendendolo parte inscindibile del proprio DNA musicale. Proprio per questo, paradossalmente, il loro nuovo album suona molto MENO reggae di “Primitivi del Futuro” (il disco della svolta): i ritmi in levare scompaiono quasi del tutto (se non riassorbiti e re-immaginati in una chiave nuova), ma latente e potente rimane lo spirito del dub in ogni brano. Anche grazie alla sapiente produzione di Paolo Baldini degli Africa Unite, il suono della band torna ad essere più propriamente rock-melodico, ma è ormai irreparabilmente corrotto dal dub, che è sempre lì, dietro le ballate, dietro gli accenti ska, dietro le accelerazioni. Insomma, dopo la sbornia di reggae passata, i TRM sembrano essersi assestati su un “dub rock melodico”, evocativo, particolare e piacevole come i disegni di Toffolo.


38

ontrosenso

REPORT

2 Febbraio 2013

Basilicata

La leggerezza UN LIBRO AL GIORNO poetica pervade A cura di Carlo Alberto Perretti la “Blasfema ESSERE NEL PRESENTE – Il risveglio Commedia”, Marina Borruso - Tecniche Nuove il volume di Lorenzo Ercoles M di Alessia Nardozza l volume di Lorenzo Ercoles “Blasfema Commedia”, Arduino Sacco Editore, ci propone una rivoluzionaria tematica poetica, che fa dei versi Danteschi una sua piccola ‘rivoluzione’ numerologica. Sono i grandi filosofi Socrate e Platone che ci portano alla conoscenza dei segreti della vita e dell’armonia che tutto l’universo circonda. Trovare il sapere degli uomini è una faticosissima impresa che si può ottenere solo mentre si sogna: è come un muscolo che sottoposto a stimoli cambia aspetto e densità, mentre quando riposa è fermo ed inerte. Come su un veliero trasportato dai venti della conoscenza, il lettore spazia nell’armonia dei versi, cullato da insoliti ed interessanti endecasillabi. Potrà così il lettore attraversare Inferno, Purgatorio e Paradiso, immergendosi in accenti poetici lievi, ma anche ricchi di dolore e poi sollievo.

I

borgo antico bed & breakfast piazzetta santa lucia 85100 potenza tel. 0971/1651754 cell.333-5664775-347-9559416

arina Borruso è un’insegnante spirituale, allieva e traduttrice di Eckhart Tolle, divulgatrice della conoscenza dell’Essere nel Presente. “Ogni forma di questo universo può subire un cambiamento di stato. A un certo punto una qualunque forma della materia può subire un salto di qualità. A un certo punto un essere umano può trascendere i limiti della materia. Lo chiamano risvegliarsi. Questo passaggio da uno stato all’altro, questo andare oltre, questo risvegliarsi è un cambiamento di qualità che non possiamo fare noi, ma che possiamo promuovere. Sono in molti ad averlo cercato ed averlo raggiunto. Buddha, Gesù, Maria, Ramana Maharshi, Amritanandamaji, Aurobindo e la Mère, esseri che risplendono anche a distanza di secoli”. Tutti ci portiamo dentro un dolore vecchio di anni, e continuiamo ad accumularne di nuovo fino a che non abbiamo abbastanza presenza da entrarci e viverlo. “Questa sofferenza è in realtà una porta aperta verso un livello più alto di consapevolezza. Penetrando più profondamente dentro la sofferenza ogni volta che questa si manifesta la sciogliamo, la trasformiamo di nuovo in ciò che in essenza è: Consapevolezza, Vita”. Siamo su questo piano materiale per risvegliarci. Questo risveglio avviene attraverso la disidentificazione da quelle vecchie scorie di sofferenza del passato. “Il primo passo è quello di diventare consapevoli della sofferenza e di accoglierla. Soffrire consapevolmente, essere coscienti del dolore che ci portiamo dentro e accoglierlo, è andare al di là della forma”. Molte persone si chiedono spesso come è possibile fermare la mente, ma sappiamo bene che non è possibile fermarla. “Basta portare la nostra attenzione

a osservarla. L’osservazione, essere consapevoli alla voce nella mente, e il lasciare fluire i pensieri crea infatti un distacco, fra chi siamo e la mente, generando un piccolo spazio di pace. In India ho ascoltato dire che la meditazione è lo spazio tra due pensieri. E possiamo ritrovare la stessa cosa fra l’ispirazione e l’espirazione. Quando una finisce e l’altra non è ancora iniziata. Lì c’è un piccolo vuoto. Vuoto e

silenzio sono in essenza la stessa cosa: pace. Possiamo osservare il fluire dei pensieri e noteremo che fra un pensiero e un altro c’è un piccolo vuoto, che generalmente non viene percepito. Questo vuoto è il Presente”. Il silenzio interiore comincia quando non crediamo più di essere la voce che parla nella mente. “La paura è l’opposto dell’amore. Perché l’amore unisce e la paura separa. Ci separa da noi stessi e dagli altri, ma soprattutto ci separa dalla vita. Così abbiamo paura dei ladri quando non ce ne sono, della miseria quando abbiamo soldi sufficienti, del fallimento anche quando non lo stiamo vivendo, di avere un incidente d’auto anche quando non sta accadendo, di non essere amati quando lo siamo. Ci illudiamo di mantenere tutto

sotto controllo e facciamo finta, con noi stessi e con gli altri che sia vero. Anche la colpa è figlia della paura. Ma la colpa è un sistema di pensiero, comunemente accettato, un sistema che ci incatena alla sofferenza. Ed è proprio vero: ogni azione che crea sofferenza nasce dal non essere consapevoli, dal non essere presenti. Se infatti, siamo presenti a noi stessi, ci muoviamo con consapevolezza, con un’azione attenta e quindi inevitabilmente rispettosa. Un’azione del genere non può generare sofferenza. Perché quando siamo presenti, allora noi rispettiamo noi stessi e anche gli altri. Mentre invece dall’assenza, dall’inconsapevolezza, nasce un’azione confusa, compulsiva, reattiva e ci lascia con uno scomodo senso di malfatto. Diventiamo liberi dalla colpa solamente dopo che ci siamo calati nella ferita che questa ha lasciato. Allora fiorisce la pietà, la compassione, quello stato di empatia nel quale non c’è più separazione tra chi ha subito e chi ha colpito, e nel quale si percepisce la sofferenza propria e quella dell’altro, come un’unica dimensione di inconsapevolezza. Cominciamo con il perdere le speranze. La speranza che le cose cambino, che diventeremo qualcuno, che saremo finalmente riconosciuti, che finalmente saremo amati. Fino a che non perdiamo le speranze, ci afferreremo sempre a qualcosa nel futuro, a qualcosa che non c’è. Solo quando perdiamo la speranza possiamo entrare nel Presente. Perché il Presente è verità”. Om Shanti Shanti Shanti – yogateacher@tiscali.it

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.