Check-in!

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CHECK-IN! Disavventure di un portiere di notte a Londra, raccontate da lui medesimo

Di Pietro Acquistapace 1


Agli albergatori di Betlemme, che qualche ragione ce l’avranno avuta

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Preambolo Quelle che seguono sono storie vere, le mie. Ho passato quindici mesi a Londra come portiere di notte e tramite le mie avventure racconto un po’ della mia esperienza. Sono appunti sparsi, raccolti notte dopo notte, nulla di programmato. Qualche episodio sarà divertente e qualche altro lo sarà meno, in alcuni avrò molto da dire in altri no. Tutti comunque permettono di intravedere una realtà diversa da quella italiana e con la quale ho dovuto fare i conti. Ho deciso di tornare non perché “sconfitto” ma per altre ragioni, che spiegherò nell’ultimo capitolo, quello che dovrebbe essere il lato serio di questo libro, comprendente qualche mia riflessione sulla vita a Londra ed anche un confronto con un amico italiano che vive sul Tamigi da molti anni, e col quale mi sono spesso trovato ad avere opinioni opposte sullo stile di vita inglese. Spero questo piccolo contraddittorio possa risultare interessante, e che possa inoltre fornire informazioni utili a chi decida di trasferirsi a Londra. Il fascino di Londra non accenna a dimuire, nonostante sotto molti aspetti la Gran Bretagna non sia più il “paradiso” di una volta. Gli italiani nella sola Londra sono infatti 400 mila, e dagli aereoporti di Heatrow o Gatwick continuano ad arrivare nostri connazionali armati di un sogno, pronti a tuffarsi nella vita della capitale, a volte dura a volte incredibilmente easy, a lavorare nella grande ristorazione o nel settore alberghiero; ognuno con le sue capacità e le sue competenze linguistiche (puntualmente sopravvalutate), ma tutti destinati a scontrarsi con una realtà spesso spietata ed alla quale non tutti reggono. Alcuni fanno carriera, e in UK è davvero possibile, molti tirano a campare e diversi, come me, tornano in Italia. Londra una possibilità non la nega a nessuno, e questo è il bello di questa città, ma non corriamo troppo che altimenti non ho niente da dire nel capitolo serio! Veniamo adesso al tema centrale delle pagine che seguiranno: l’albergo! L’albergo in cui ho lavorato è un low budget, una categoria che non esiste in Italia, e già questo dovrebbe far suonare il campanello d’allarme sul tipo di clientela con la quale mi sono trovato ad avere a che fare. Se poi consideriamo che il mio amato posto di lavoro si trovava a circa 100 metri da uno dei più grandi club di Londra, i locali dove gli inglesi passano le notti ballando e bevendo, possiamo facilmente capire come le mie notti siano state a volte decisamente movimentate, e soprattutto incredibili. Essendo un low budget non è difficile immaginare che prevedesse anche low stipendi, ma comunque a Londra anche lo stipendio minimo permette di vivere. L’ambiente di lavoro, come Londra tutta, era cosmopolita, un vero melting pot: polacchi (tanti), russi, qualche sparuto inglese, una capa estone, ungheresi e altro. Il turn over londinese nei posti di lavoro è tendenzialmente elevato, al punto che dopo due mesi che mi trovavo in albergo ero il più anziano dello staff e mi hanno messo a fare formazione ai nuovi assunti (ovviamente non pagato nulla di più del mio stipendio normale). Cosa troverete in questo libro: follia, decisamente, scene inverosimili (che ho invece verosimilmente vissuto), sesso, tanto tanto sesso, e anche la mia arrendevolezza di fronte all’assurdo. A volte mi sono trovato a pensare a ciò che stava succedendo ed il mio commento è spesso stato: “in Italia sarei morto!”. A volte l’unica soluzione è stata lasciare andare le cose al loro corso, passando notti a riflettere sul senso della vita, riscoprendo autori come Albert Camus (ed il suo concetto di assurdo) o scoprendone di nuovi come 3


Janette Winterson (che mi ha fatto piangere un sacco di volte sul bus), programmare vacanze, poi fatte, in Cambogia o cercare in quale città cinese trasferirsi. Un lavoro strano, e soprattutto solitario; di notte ero solo a gestire un palazzo di sei piani con circa 100 camere. Facevo tutto da me: reception, security, gestione amministrativa ed anche bar, nonostante mi sia sempre rifiutato di cucinare alcunchè andando contro le politiche aziendali. E proprio questa è forse una nota che emerge dalle pagine che ho scritto, una profonda rabbia per aver amato il mio posto di lavoro, altrimenti non avrei retto un anno, senza particolari ricoscimenti e con colleghi ai quali del cliente fregava poco; ma basta parlare di me. Il tipo di clientela che troverete in queste pagine è un’umanità varia e composita. Pochi turisti, essendo una zona decentrata di Londra e molti lavoratori, clienti abituali che ogni settimana soggiornano dal lunedì al venerdì, le coppiette che usano l’albergo come motel, spesso arrivando di notte per andarsene poche ore dopo ed infine i frequentatori del già citato club, i veri protagonisti di queste pagine, i veri responsabili del mio interessamento al fondamentalismo islamico in chiave anti-inglese, coloro che mi hanno fatto amare l’Italia o almeno quello che resta del provincialismo italiano. Vivendo a Londra ho rivalutato moltissimo l’Italia, vedendone i limiti ed amandone i pregi, un paese al quale ho deciso di dare una seconda, se non una terza, possibilità. Ma adesso accomodatevi signori e signore, le mie umili vicende vanno a cominciare, si alzi il sipario!

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It’s only madness, baby La famiglia Hussein, che ha occupato il sesto piano, ha perso un pezzo. Sono arrivati tramite l’equivalente inglese dei nostri servizi sociali. Uno dei membri giovani è stato arrestato ieri pomeriggio. Per motivi oscuri ha menato una tipa sempre della famiglia Hussein (se non ho capito male pure in cinta); lei ha rotto il vetro e suonato l'allarme antincendio ed è successo un po’ un casino. Mi dicono essere arrivate due ambulanze e svariati poliziotti. Ma alla sera tutti a dormire nei loro lettini... Ho accettato qualcosa come sei walk in (clienti che non prenotano ma pagano quando arrivano) dopo la serata studentesca del peggiore club di Londra (per folla e gente); ho visto cose che voi umani... Ma ad una che tremava di freddo (non le ho chiesto a seguito di quale droga) le ho detto che ero un po’ arrabbiato e mi ha chiesto scusa; le mie quotazioni nella movida stanno salendo! Nel frattempo in America si dice sia in commercio una droga che spinge a mangiarsi le persone, io mi aspetto arrivi presto anche qui e avverto le ragazze delle pulizie!

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L’indiscreto fascino del check-in Sono arrabbiato, per colpa del mio ozio italico (ero di riposo) mi sono perso i “fuochi d’artificio”. Il cliente della 605, rispettabilissimo dipendente del famigerato club che tanto lavoro fornisce all’albergo, ha deciso di organizzarsi un weekend come si deve. Ha prenotato una camera per riposarsi dalle fatiche della sua giornata lavorativa (il club dista addirittura 100 metri dall’hotel). E magari farlo con una fanciulla conosciuta lavorando. Ah l’amour! Peccato che la suddetta fanciulla abbia poi chiamato la polizia denunciando un assault da parte del rispettabilissimo cliente. Risultato: cliente arrestato, ragazza non ne ho idea ma mi dicono piangente e urlante, e due poliziotti di guardia fuori dalla stanza 605. Alla domanda “perché?” mi dicono (sempre come riporta il fortunato collega) abbiano risposto da copione: “aspettiamo la scientifica!” Giuro! Da segnalare null’altro se non il fatto che il mio albergo sta per gemellarsi con Budapest. Il nucleo di prostitute ungheresi, in netta espansione, ha ormai raggiunto il PIL di uno stato centroafricano. Ma si sa, qui a Londra bisogna essere un po’ imprenditoriali. Nel corso della nottata c’è posto anche per una profonda analisi geopolitica che riesco a riassumere in una sola frase: “Dopo un'altra notte di lavoro a Londra sono sempre più convinto: questi la sharia se la meritano tutta!” Ormai sto delegando al giovane e paffuto Hussein piccoli compiti di gestione e sorveglianza.

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Clima olimpico Stanotte tutto tranquillo. Infatti mi sono potuto guardare due bande di teppisti che si rincorrevano e menavano per strada sotto l’altro albergo; (uff... a loro i posti migliori a me le seconde file!). Ma ho visto solo la scena finale, colpa mia che non ho dato peso alle continue sirene della polizia che da un po’ erano colonna sonora della mia nottata (stavo progettando le mie ferie). Sto perdendo colpi. La coppia che faceva le porcellate in bagno se l’ è beccata la mia collega prima che arrivassi. Io i musulmani a volte non li capisco proprio. Ho fatto da tutor ad una collega tutta bella foulardata e mi sa che il marito non la vuole far lavorare con noi, eppure aveva fatto la barista nel regno del male (il club vicino all’albergo), ma a questo punto non so se in questa vita o in una precedente, eppoi io le cose sconce su di lei le ho solo pensate: adesso voglio la mia fatwa! Me la merito un po’ di celebrità... Ed infine oggi gli Hussein lasciano l'hotel, ma io non ci voglio credere. So che li ritroverò al sesto piano al mio prossimo turno. Comunque sono talmente tanti che i pullmann londinesi in mattinata cambieranno percorso! Sono sempre i migliori che se ne vanno... Giovane e cicciobomba Hussein, vestito elegante come ad una cresima a Matera, non ti dimenticherò mai!

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Un albergo è per sempre Ieri turno giornaliero (ossia che lavoro di giorno, povero me albergatore) delirante, ne sono uscito come un cinquantenne alla maratona di New York. Provato, ma felice di essere vivo. Storie di ordinaria routine. Due che arrivano con stanze prenotate dalla loro azienda per 15 giorni ma non pagate (per un totale di più di 2000 sterline). Chiamo numeri a me ignoti forniti dagli amabili clienti un pochino nervosi. Arriva un fax dal Sudafrica, si crea la coda per il check in, ma alla fine tutte le camere sono date. È un duro mestiere ma qualcuno deve pur farlo... Oggi ci sono più prenotazioni che camere libere, ma il cielo è intervenuto tramite un cliente che ha sbagliato prenotando due volte per la stessa notte, alla fine senza camera è rimasta la mia coppia preferita che non ha fatto una piega (non è da tutti i giorni mandare qualcuno a stare in un altro albergo tra tarallucci e vino). Per il resto docce rotte, bollitori che non funzionano, richieste di materassi e reclami vari. Il tutto ovviamente mentre lavoravo da solo, come sempre. Ma poi colpo di scena, la collega del bar/ristorante tutta caruccia e nuova nuova non sapeva che pesci pigliare per il suo primo giorno da sola. Dalle telecamere ho visto una massa di clienti assediare il bancone del bar! E poi dicono che i linciaggi avvengono in paesi lontani e utili come bersagli per la sperimentazioni di droni... Ma alla fine non è morto nessuno, anche se il cliente più tranquillo di sempre, che da quando lo conosco non dice una parola, stava per tramutarsi in un killer omicida! Ed a fine turno, quando ormai sto per catapultarmi nel mio amato lettuccio, la capa tanto bionda e tanto caruccia cosa fa? Dopo tutto il delirio mi manda un sms arrabbiata perché non capiva da dove fosse arrivato il bollitore rotto e dove avessi preso quello nuovo. La mia risposta, come sempre, si fa molto diplomatica: smile and relax yourself!

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Oggi prove generali per l'apocalisse: ne sono uscito vivo... Solo una riflessione amara a coronare questa nottata. Quando la polizia in una via piena di ragazzotti ubriachi e ragazze vestite da zoccole (mi scuso per il francesismo) ferma l'unico sbronzo vestito male, triste e soprattutto silenzioso capisci perché è giusto la civiltà capitalista venga spazzata via tra colonne di fumo nero... Talmente amara che la traduco pure. When the police in a street full of drunk boys and sluts intercept the only shabby, desolate but above all quiet boozy you understand because it's right capitalistic system is swept away amid black smoke towers…

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Notte di relax Un gruppo di prostitute che giorno dopo giorno si espandeva come un’alga giapponese, come per magia si è volatilizzato dopo che dall'ufficio centrale hanno segnalato che una Carta di credito risultava rubata/clonata. Il cinese arrivato l'altra sera ha cercato in tutti i modi di offrirmi da bere, adesso ho capito il suo "ci vediamo stanotte" di ieri... Per fare la prova, sapendo che è appassionato di calcio gli ho parlato di Cassano, ha fatto la faccia buia. Prova riuscita! L'ultimo cliente della nottata, quando al mattino ha fatto il check out mi ha dato la mancia!

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Una notte in crescendo Cicciobomba Hussein ricompare e mi chiede di poter lavorare in albergo, spacciandosi per messicano e vantando esperienze varie; in risposta lo dirotto sulla manager, almeno non sarò io ad infrangere piccoli cuori cicciosi. Fosse per me sarebbe già assunto! Riesco ad essere meglio di Metternich trovando un accordo con le “zoccolette” (parola usata con tono affettuoso) del quartiere (dalla faccia marrone, come Briatore) che si infilano sempre nel bagno del bar! Stabiliamo che possono solo loro tre, due volte per notte e soprattutto facendo silenzio. Concordiamo anche i loro nomi per evitare che li cambino ogni volta che entrano in albergo. Tra la teppa prendo punti. Accade un cumulo di doppi sensi con una coppia, dove lui continuava a vantarsi della sua “accompagnatrice”: gli sparo in sequenza "con una tipa così altro che chiedere a che ora è il check-out, in albergo ci devi stare una settimana" e "con tutto il vino che ti sei comprato occhio a non essere troppo stanco dopo". Lei ride fintamente imbarazzata, ma è lusingatissima. Per fare il brillante l’ometto vuole a tutti i costi camera con vasca, concessa. Peccato che quelle con vasca sono camere con due letti singoli, quindi li rincorro per avvertirli e lui mi dice che uniscono i letti. Alla mia risposta "ma non fate casino" lei diventa viola, allora specifico "intendevo non fate casino spostando i letti, mica dopo". Chiamo la polizia per sgomberare una camera e nel frattempo nella hall scoppia una mini rissa. In diretta su CCTV channel! (CCTV è il nome del circuito di sorveglianza). La polizia arriva e sono un pochino dubbioso, sono tutte donne che ammanettano un paio di riassaioli ma poi li lasciano andare. Salgono nella camera turbolenta e faccio una ramanzina del tipo "crescete, e quando uscite pulite e chiudete la porta"! Nel mezzo del delirio arriva un cinese che vuole vedere una camera, e poi vuole vederne una seconda. Lo infilo in quella di fianco agli Hussein (che sono tornati) e butto la chiave. Per concludere, chiudendo la cassa perdo uno scontrino, se qualcuno tra capa e vicecapa osa dirmi qualcosa mi faccio esplodere nel bar.

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Notizie dal fronte Caduto l'ultimo tabù, ho infatti evacuato l'albergo per un allarme antincendio! Tutto da solo, ovvio, ma sembrava di essere ad una gita scolastica. I clienti tutti disciplinati, e questo è tipicamente inglese, tanto che praticamente sono uscito per ultimo rivaleggiando con loro in nonchalance. I cari clienti una volta fuori dall’edificio si sono anche divisi per gruppetti di affinità (immigrati, prostitute, famiglie, ecc), e quello delle “ciccione in caccia”, pronte per la serata al club, mi ha anche voluto aiutare portando il cartello indicante il punto di raccolta e la borsa, poi però sono corse dai pompieri, quando si dice il fascino della divisa... Per il resto non sono riuscito mentire alla famigliola anzianotta e tanto carina. Dovevo spostarli da una stanza famigliare out of order ma non ne avevo altre di quel tipo, e quindi li ho spostati in una doppia aggiungendo un materasso per terra; dopo cinque minuti gli ho regalato una seconda doppia millantando la chiamata di un cliente in arrivo che bidonava. Se non aiuti le brave persone sei morto dentro. Poi coppia sfigatella: 5 minuti di acqua fredda in tutto l’albergo e chi fa la doccia proprio in quel momento??? Non gliene va bene una: lui mi chiede camera con vasca, ma le vasche sono solo in quelle con letti separati, come già visto. Gli rispondo che non penso voglia abbandonare il lettone, lui capisce e rinuncia alla vasca. Oggi pieno di ciccione a caccia, un classico evergreen, tra cui le già citate aiutanti che mi hanno accolto in camera (quando gli ho portato dei cuscini) al grido di "We love you!". In sostanza tutto tranquillo....

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Fatti salienti e notti dolenti Cliente sbronzo che si squarta una mano contro la finestra della 111. Rifiuta l'ambulanza con pallore preoccupante. Al check out il mio collega eventualmente traslocherà la salma. La famiglia Hussein ha colonizzato (di nuovo) il sesto piano, ed il figlio cicciobomba cannoniere fa da mediatore culturale come sempre. Tra poco aprono un kebab nella 610. Pappone nero decisamente sopra la media dei papponi soliti, ovviamente con al fianco due bionde minorenni. Mi sono girato per cercare Spike Lee e salutare la mamma. Party nella 112 interrotto dalla polizia da me chiamata. Cacciati tutti, le tre zoc***e bianche nonché gli innumerevoli "ospiti" neri. Il progetto di multiculturalismo applicato stavolta è andato male. Una masnada di ragazzini neri “ghetto style” nella 202, evito di sbatterli fuori. Una volta in camera loro mi faccio ringraziare da tutti in coro. Son cose belle! Botta di tenerezza finale dedicata a quelli che smettono di trombare per aprirti quando bussi. Di solito lei ulula come un lupo siberiano col mal di denti, ma poi apre lui. Ma solo 999.999 volte su un milione. La legge dei grandi numeri è una ragione di vita... Quando il tuo capo ti elogia chiamandoti "hard worker", aggiungendo poi che non ti capisce quando parli la tua appartenenza di classe è certificata. Come l’affetto nutrito per Gaetano Bresci e Ravachol.

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Ho trovato il giovane Hussein sul bus sniff sniff... Quanti ricordi. Mi arrendo, sono pessimo. Per una discussione con la mia manager ho scritto al produttore del software dell'albergo. Io voglio risposte. Purtroppo al mondo volere risposte è un’ottima patente di mancata integrazione. Via la tristezza, e pensiamo ai prossimi clienti. Scusa tristezza, potresti tornare?

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Avrò un futuro? Ho spento il telefono per due giorni, spero la mia manager si stanchi di cercarmi. Arrivo al lavoro tutto felice per aver trovato in rete il manuale del programma che li gestisce. Già questa libera iniziativa a lei non piaceva, e dopo una piccola discussione ci siamo mandati a quel paese. Ieri notte (notte tra il 19 e il 20), arriva un cliente con prenotazione 20/21. Quando gli faccio notare che è arrivato nel giorno sbagliato mi risponde stupito "ma adesso è il 20"! In un botta di stoicismo kamikaze, da operatore customer care con tendenze alla bontà, gli cambio la prenotazione col risultato che adesso questo ha 2 notti prenotate e una pagata. Io questi clienti non li reggo più, sono tonti tonti tonti e fanno diventare tonto pure me! Due notti fa un gruppo di clienti buttato fuori per manifesta stupidità. Facevano casino ma in fondo sopportabilissimo, TUTTAVIA al mio bussare si nascondono in bagno, poi apre una ragazza. Al ché le dico: "senti bellezza (oddio...) non sono idiota, se nascondi in bagno gli amici me ne accorgo dal rumore”. Dopo poco busso di nuovo. Non aprono, entro e sono nascosti a letto a ridere. Chiamo la polizia, chiedo scusa agli agenti per la non gravità della cosa e chiedo di sbattermi fuori gli idioti. Apro e li trovo a letto che dormono (4 a letto e uno per terra). Avranno un bel risveglio! Una volta fuori uno di questi mi dice che ha dimenticato il telefonino e torniamo in stanza a prenderlo. Più tardi hanno la genialata di tornare in camera avendo ancora le chiavi magnetiche. Divento un portiere di notte supersayan e furente li sbatto fuori in un micron. Per completare l’opera pronuncio la seguente frase: "in questo albergo ci sono prostitute, spacciatori, criminali e gli unici che escono con la polizia sono gli idioti come voi." Io sono troppo buono o troppo tonto, e in ogni caso non ci cavo una lira. Dimentico sempre di farmi corrompere; faccio i numeri senza chiedere niente in cambio, per puro amore del caos.

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Un check out e la sua eternità Il mio arrivo in hotel ieri sera è stato festeggiato con una nuova esperienza, giusto appena prima di iniziare il turno notturno (ad arrivare qualche minuto prima al lavoro ci si guadagna sempre). Suonano al citofono, apre il collega (vi prego anche in futuro di non chiedermi i miei giudizi su di lui) e dalle telecamere vedo delle divise, YUPPIE YUPPIE YU!!! Sto già immaginando quale misterioso caso possa riservarmi stanotte il mio albergo, ed ecco che la polizia arriva alla reception: sono ambulanzieri, ma sono tranquilli quindi o qualcuno è già morto oppure niente di urgente. Ma... “The police is coming” aggiungono, le parole magiche. Insomma, le patatine sulla pizza! Il collega sembra sconvolto, bho. Mi dice che la cliente delle 505, Jasmine, ha tentato il suicidio. Bello, questo mancava alla mia collezione! Arriva la polizia e anche loro sono tutti tranquilli, l’unico agitato è il mio collega, che sale con i poliziotti alla camera della tragedia. Tornato il collega lo riempio di domande. Voglio i particolari per poter raccontare ai miei cari lettori il fatto come si deve, ma quello risponde che ha aperto la porta ed è scappato! Neanche mi fornisce elementi utili per identificare la cliente, dice che è bionda ma io di aspiranti suicidi in questi giorni ricordo solo una brunetta non tanto amica della linea; bionda era l’amica venuta a vedere come stava. Vabbè... Tanto prima o poi capita a tutti. In ogni caso io il collega lo meno... Gli dico che è una femminuccia e gli faccio compilare il report. Quando la polizia passa a salutare prima di andarsene chiacchieriamo sul tentato suicidio, e mi dicono che la tipa sta bene ed è solo sconvolta, ci guardiamo, alziamo le spalle e ci diciamo: “succede”. Arrivano poi gli ambulanzieri e mi dicono anche loro che la cliente sta bene, non ha preso niente e non si è fatta nemmeno un taglietto, probabilmente vuole suicidarsi morendo di depressione vedendo come spende i suoi soldi, dato che ha già pagato tutto il soggiorno (6 notti nella 505, ci credo che è depressa). In sostanza Jasmine voleva compagnia ed ha chiamato il 999 (il 113 inglese) ma è una tenera pivellina, di solito le mie clienti che vogliono compagnia chiamano altri numeri, forse dipende dal gestore telefonico... Si spengono le luci e gli amici se ne vanno, “No final check out for tonight (I hope)” per la cliente della 505 (ho messo questa espressione anche nel report per l’albergo fatto una volta finito tutto, a breve mi sa sperimento le corde vocali della manager). Giusto appena prima di finire il turno ho visto che quel ****** del collega nel suo report ha scritto che il 999 è stato chiamato da un amico, o amica, di Jasmine. Io mi tengo la poesia...

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Sto facendo carriera... Ma in Africa! Dopo stanotte penso di poter essere equiparato ad un amministatore locale della Nigeria. Tutto per un cliente dal nome impronunciabile, che chiameremo Mr. Migrante, piombatomi in albergo a mezzanotte circa (invece della ronda del piacere, che poi le mie non son capinere ma rumene finte bionde). Suonano, apro. Dal monitor vedo un gruppo di neri che neanche alla sagra del senegalese sono più carichi di roba. Stanno davanti all'ascensore per circa dieci minuti (forse sono animisti e lo stanno chiamando dicendo per favore), scendo e mostro loro il pulsante (non animista) per chiamarlo - cominciamo bene. Io aspettavo solo due clienti e questi sono una marea (a tratti cinque a tratti di più, a seconda dei riflessi di luce). Parlo con il capo popolo e scopro che è arrivato un giorno prima, o meglio la prenotazione era per oggi ma stanotte oggi, non stamattina oggi (stanotte ieri). Chiaro no? Parte una serrata trattativa avente come epicentro il senso del tempo, in fondo lui ha anche ragione che oggi è oggi da subito e non da dopo, ma al sistema sul computer (ed alla mia manager) chi glielo spiega che il cliente dorme due notti, entrambe oggi, pagandone una? Il mio antirazzismo politically correct sussulta, potrei dare la stanza a Mr. Migrante facendo il check in più tardi facendo pagare solo il supplemento per il check in anticipato (ma anticipato molto più delle due ore consentite). Ma di colpo, magicamente, una voce liberal capitalista si fa spazio e sussurra "fallo pagare, fallo pagare". Considerando che alla mia soluzione di dargli una camera per la notte non ho visto scene stile sfratto in zona Porta Genova a Milano, considerando che va bene arrivare prima ma qui siamo davvero al paghi 1 dormi 2, considerando che va bene prenotare per due ma qui Lagos ha subito un calo demografico, e soprattutto considerando il loro avere un tamburo che se iniziano a suonarlo non chiamo la polizia, chiamo l'esorcista, considerando tutto ciò la stanza si paga. Il passo è fatto, il politically correct ha lasciato il mio corpo! Mr. Migrante dorme felice e globalizzato nella 518 con tutti i suoi colleghi ed io posso mandare una mail per conoscere gli schemi pensionistici nigeriani... Secondo me in tutto ciò c'entra il bosone!

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Una vita da mediano Le conversazioni citate sono tutte realmente avvenute. Per comodità sono state tradotte. Qualcuno vomita sulle scale. Decido di punire un cliente a caso per educarne zero ed ecco che dall'ascensore esce quello meno animale tra i due 105, con intorno tre ragazze in pieno stile mio albergo by night. Decido di calmare la mia ira facendo sloggiare le tipe. Se io devo pulire del vomito tu, che tra l'altro sei pure il più indiziato, di sicuro non trombi. Vado e busso, apre una delle tre succitate (e succinte) tipe, alché le dico: "voglio l'uomo" indicando col dito ad uncino; arriva alla porta quello più animale. Con l’autorità di un portiere di notte intimo: "ascolta sta camera è per due, se tra dieci minuti non siete due chiamo la pula". "Perché?" guardandomi con occhio da bovino. "I tuoi amici hanno vomitato sulle scale". "Ok", rientra e avvisa le ragazze che devono andarsene. Io sono sconvolto dalla sua accettazione del fatto compiuto, e dal mio accusare a caso andato forse a segno. Dopo dieci minuti mentre prendo l’ascensore con una delle tre espulse, quella bionda, fornisco la seguente motivazione: "devo pulire il vomito sulle scale e sono nervoso". Passano due minuti, esco in strada e la bionda dell'ascensore mi corre incontro e mi fa: "scusa tu lavori in albergo?" penso: "ma che cazzo di domanda fai ad uno che dall’albergo ti ha appena buttato fuori???" comunque sia la tipa ha lasciato il telefonino nella 105, andiamo a recuperarlo mi apre quello meno bestia e chiacchieriamo e torniamo ancora sull’argomento clou. "Ma perché?" fa lui. "Perché devo pulire il vomito dei tuoi amici" rispondo io. "Cosa c'era dentro?" probabilmente voleva aiutarmi ad identificare il colpevole. "Bho, roba scura", ecco. "Ahhhh... ma i miei amici erano maschi o femmine?", meglio di Shelock Holmes. "Maschi", che la mia collega sostiene di avere visto nelle telecamere a circuito chiuso "Strano, non ho amici maschi", te pareva. Nel frattempo la bionda tenta di mimetizzarsi con la carta da parati, bloccata: "hey honey, andiamo". Mentre sta andando via con lei lo smilzo mi fa "non ce la lasci?" Risposta mia: "non stasera". Dopo saluti e stretta di mano chiedo alla bionda: "ma hai vomitato?" Risposta innocente: "si, ieri". Domanda incalzante: "sulle scale?" Risposta innocente un’altra volta: "no, in camera". Mi incazzo: "hai vomitato nella mia camera???" Lei nella più assoluta innocenza: "si, ma in bagno". Ci avviamo quindi verso l'uscita chiacchierando amabilmente. Lei, di nuovo: "ma non era il mio vomito sulle scale". Risposta definitiva: "lo so, ma stanotte è stanotte" e lei esce dalla mia vita (ma non ne sono mica tanto sicuro). Rientro e trovo lo smilzo, ci mettiamo a chiacchierare e scopro che è stato calciatore nelle nazionali under 14 e under 17 di non so quale paese, forse gli Emirati Arabi. "Buonanotte". "Buonanotte". 18


Drama Giornata intensa e ricca di soddisfazioni regalate dai colleghi Ieri una collega chiama dicendo di avere una forte febbre e chiede di fare anche il suo turno, mandata gentilmente a cagare. Mi accordo per 3 ore, oggi arrivo la trovo viva, vegeta e truccata. La mando meno gentilmente a cagare e inizio a lavorare. Il sistema smette di funzionare e devo lavorare a mano dopo aver spostato un numero imprecisato di stanze. Meno male che la famiglia Patel si è prenotata mezzo albergo per un matrimonio e quindi le stanze se le potevano scambiare, come le figurine. Sono arrivati a forme di mutua assistenza del tipo "io ho il ferro da stiro, la 608 ha l'asciugacapelli che ti faccio avere se mi dai l'asse". Con anche il coordinatore che chiamava i parenti nelle altre stanze. In albergo era finito tutto. Viva la comune indiana! Direttamente da una delle peggio zone di Londra arriva il ragazzo di una collega psicolabile. Mi vuole parlare in quanto la detta collega gli ha raccontato non so quali mie prodezze da conquistatore italico. Scendo in strada e sfoggio il mio inglese stradaiolo (qui tradotto): "oh tipo cazzo dici? hai problemi? ma figurati se mi interessa la tua tipa". Il tutto accompagnato da movenze apprese da plurime visioni di Taxi Driver. Alla fine stretta di mano col turco-cipriota e poi alla collega un amichevole "your brain is full of shit. Fuck off!" La manager, da me chiamata per evitare degeneri (sempre miei) sembra quasi divertita e al mio sms che annuncia il ritorno al consueto clima paradisiaco in albergo mi risponde "drama". Ok è abile e arruolata... Nel frattempo la 105, pagata da uno poi dileguatosi, si popola di mostri. Uno dei quali mi tartassa affinché io controlli i motivi per cui la sua playstation non funziona. Mandato anche questo a villeggiare a quel paese. Finita qui? No, certo. Dopo 11 ore di lavoro il collega non arriva e non risponde al telefono. Chiamo la manager (ormai posso lavorare con lei in vivavoce), che si dice dispiaciuta e impotente e mi propone soluzioni fantasiose che lascio cadere dove meritano, ossia dalle parti della Fossa delle Marianne. Chiamo altri hotel e raccolgo tanta solidarietà ma zero volontari, posso darmi alla politica. La manager non so con quali argomenti (presumo più economici che sessuali) obbliga il suddetto collega a presentarsi. Al suo arrivo quasi non lo saluto ma gli lascio diversi regali: due bagni otturati e una scala usata come bagno, più altre piacevoli rotture di palle, per usare un eufemismo. E dopo sole 13 ore di lavoro posso tornare a casa! Ma ora le note positive: è arrivata la nuova collezione di prostitute estate 2012! Sono tutte rumene, giovani, carine e sorridenti. Sono tenerissime. Evviva! Quella nella 312 mi ha sciolto mentre mi raccontava un sacco di minchiate sul fidanzato inglese e su come non possono vivere insieme. Mi ha chiesto di cambiare stanza, perché ne voleva una dove guardare la gente in strada quando si annoia (non perché quella che voleva è la peggiore stanza dell'albergo ma la più isolata). Mi ha dato pure una megamancia (non in natura, specifichiamo). Sul perché le prostitute siano passate da ungheresi a rumene non ne ho idea, ma presumo c'entri lo spread. 19


Coitus interruptus Che se riguardasse me sarei anche contento... L’altra notte nella 504 dramma familiare. Una sana litigata tra innamorati, peccato che la bella Nisha stesse facendo sapere a tutto il piano che il suo ometto se la spassa con allegre signorine dedite all’accumulo di capitale. A volte mi chiedo perché gli uomini con delle ragazze stupende, non volgari ma allo stesso tempo con sguardi promettenti paradisi musulmani (io quasi quasi mi converto se nell’aldilà islamico ce la si spassa come si dice) sono anche quelli più dediti al collezionismo. Bho, misteri della f...ede. Dicevamo dunque che la bella Nisha stava provando le corde vocali per un provino a Castrocaro, probabilmente a Castropunjab Terme, ed io stavo già scegliendo una canzone da dedicare loro su Facebook (stavo indirizzandomi verso i Marlene Kuntz) ma poi mi sa hanno fatto pace. Uff... Banali! Bella Nisha ricordo ancora la prima volta che hai dormito qui, ti ho chiesto se eri avvocato da quanto rompevi i coglioni su tutto lamentandoti di qualsiasi cosa. E il tuo ometto... Che col tempo hai trasformato in un giovane indiano di bella apparenza grazie ad un cambio di look e abbigliamento. Ok, basta, sto ascoltando troppo Enrico Ruggeri. Il cliente della 514 mi sta riempiendo di mance. Ufficialmente è il marito (ahahahaha rido ancora da quando me l’ha detto) della biondina simpatica sempre della 514 (ma non sono sicuro lei sia in quella camera). Bionda rumena dal bel sorriso e dall’agendina piena. Penso stia comprando la mia alleanza contro i concorrenti ungheresi (al momento in ferie). Temo il giorno in cui mi chiederà qualche favore. Mi arresteranno in un bordello est-europeo o al gate di qualche aereoporto sudamericano? Basta che non si tratti di regolamenti di conti perché odio la matematica e gli alberghi sporchi di sangue! E stanotte pure il saluto ammiccante ai poliziotti di ronda, mentre ero in strada davanti alla porta dell’albergo, fatto ovviamente a petto in fuori e pancia in dentro. Come mi sono girato si sono messi a parlare alla radio, o mi arrestano o finisco ad avere un secondo lavoro.

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Lotta di classe su scala globale Mi sa che sto lavoro mi sta abbastanza indurendo, la mia faccia brutta comincia ad avere effetti. Stanotte nuovo pezzo per la raccolta albergo by night: gli alternativi da parcheggio. L’albergo è confinante con un autosilo, e ieri notte un gruppetto di alternativi grunge metal e chennesoio ha pensato bene di usare il parcheggio per una piccola festicciola. Pronto a dare la vita per difendere il sonno dei miei carissimi clienti sbuco da una porta di servizio, li raggiungo e li trovo tutti in cerchio. Giuro che se spuntava una chitarra facevo un massacro a scopo pedagogico! Ci parlo, una volta rientrato mi dico che avrei dovuto essere più cattivo, ma quegli occhioni con troppo rimmel e quelle camice a quadri farebbero ammorbidire anche Chuck Norris. Quindi ritorno al parcheggio pensando magari di farmi offrire qualcosa da bere ed introdurmi nella vita alternativa della zona, ma arrivato nel parcheggio scopro che... se ne sono andati davvero. Gli inglesi sono così: stanno in gruppo, fanno i gradassi ma basta guardarli male che abbassano le orecchie. Se facessi in Italia le cose che faccio qui avrei perso almeno quattro vite ed un paio di gettoni... Gli inglesi sono la quintessenza dell’occidente, una classe media destinata a scomparire. Mi sa che sono stato “convincente” anche con la 311; arrivo al piano e ci sono noccioline ovunque, manco fosse la zona scimmie dello zoo. Ma, come Pollicino il cliente ha lasciato una scia, busso (e che ci sto a fare sennò) ed al figlio nero di Caparezza indico con gli occhi la scia di arachidi. Mi risponde solo: “pulisco subito”. In realtà, essendoci altre camere vicine, per evitare di fare rumore non gli ho portato l’aspirapolvere e quindi amen. Dopo un’ora nonostante tutto il piano era pulito, non voglio sapere i dettagli. Per il resto il cliente libico della 303 ha perso il bagaglio ad Heatrow (secondo me c’entra la CIA). Se uno con quella faccia non fa il mercenario la vita è ingiusta. Comunque anche la sezione servizi segreti si sta popolando, ma questi arrivano di soppiatto e non si fanno notare, che sarebbe anche il loro lavoro. Per ora nell’album iracheni, iraniani, libici e indipendentisti di condominio. Una figura inquietante finora al primo piano si è trasferita nella 201, ma inizia a farmi un po’ paura. Lo trovo ovunque, dentro e fuori l’albergo, sarà un progetto di clonazione, dopo la pecora il pastore. Infine tutti vogliono ventilatori e la birra si vende che è un piacere (uomini che bevono Corona, che il Profeta li perdoni). Per sbaglio ho pure venduto due Corona calde, e nessuno ha protestato: mi sembra una valida ragione per levare una civiltà dal palcoscenico della Storia! Quasi quasi mi faccio trasferire in qualche zona peggio, qui non succede mai niente... In chiusura di turno i sospetti che ci sia un fantasma nell’albergo trovano conferme, l’ascensore dal sesto piano (che sarebbe l’ultimo) è passato al decimo. Ma poi è tornato al sesto perché l’ascensore ai fantasmi non ci crede e sa che dopo il sesto non ce ne sono altri. 21


Il romanticismo è morto Uff... Mi ero sbagliato sul libico della 303, altro che mercenario, fiore in bocca ed eja eja alalà la bella morte, qui siamo nel banale traffico. È arrivato in albergo con due mignottone confezione regalo, poi è sceso per dirmi che sono il migliore italiano che abbia mai conosciuto e comprare 8 birre, dopodiché è arrivato un socio nero a cercarlo. Per intenderci, nero del solito tipo ossia film di Spike Lee; in ogni caso i papponi neri sono davvero eleganti. Ma qui siamo a Londra e quelli sono veri rude boys. Se proprio vogliamo sognare intorno alla libicità del cliente possiamo sperare in un giro di soldi sporchi per finanziare qualche gruppo paramilitare oppure un incontro d’affari per la rotta della “bianca colombiana”, che ora arriva in Europa via Sahara. In ogni caso il cortese rifiuto a che lo aiutassi nel portare le birre, mi fa supporre adesso nella 303 stiano letteralmente sciando. Più tardi è sceso con una delle mignottone a comprare altre 8 bottiglie di birra (sarà un numero rituale libico) e mi sono sbagliato di nuovo: non era una mignottona, era un’arma non convenzionale! Anche se gli sguardi ammiccanti erano troppo copiati da Jessica Rabbit. I ragazzini casinisti della 401 iniziano a starmi simpatici, hanno deciso di dare fondo al salvadanaio e spendere tutto nell’”economicissimo” bar dell’albergo. Inoltre la colletta stile “furto in chiesa” mi sta salvando con i resti per gli altri clienti. Nella 202 c’è una coppia che mi avrà chiesto almeno 20 volte se non dormo di notte, giuro che se è un invito ad andare nella loro camera non l’ho capito, tanto vale mi presenti nudo dicendo che mi serve una doccia. Il mio sguardo continua a fare effetto, un cliente si è letteralmente volatilizzato; era vicino alla porta del bar a smanettare con il suo I-Phone, poi l’ho guardato, sono entrato in cucina e sono uscito. Puff... Sparito, non lo trovo più! Un gruppo di canadesi si è prenotato mezzo albergo, sembrano americani ma sono meno tonti, e di notte non fanno casino. Anche se quando ho visto uscire da non so dove un pallone da rugby mi è spuntato il cappello da Walker Texas Ranger! Stavo per uccidere la cliente della 307, a me chi piange miseria manda in bestia. Voleva che le dicessi che poteva stare più del consentito senza pagare le 10 sterline per il “late check out”, sostenendo che era appena uscita dall’ospedale. Io ODIO chi usa la propria condizione o il discrimine altrui a proprio vantaggio. Non sono certo io quello che si impietosisce, anzi... Preferisco di gran lunga prostitute e spacciatori! Solo due camere rimaste tra cui una presa da una tipa arrivata in piena notte che dice di avere avuto la peggiore notte della sua vita e che io l’ho salvata. Anche qui vale quanto sopra, non l’ho capita. Lei è finita nella 501 (camera tradizionalmente a giurisdizione ungherese) ed era vestita come se arrivasse dalla festa di un debutto di non so quale scuola/club/altra nefandezza sociale. Bho... Ognuno ha le sue stranezze. Per il resto tutto bene: albergo pieno, nessuno ha ucciso nessuno e gli insetti sono miei fedeli alleati, anche se stanotte mi sa devo parlarci per scusarmi dopo che ieri sera uno mi è finito nell’aspirapolvere... Ops, di nuovo... 22


A volte ritornano, cioè sempre Ormai l’albergo è di fatto mio, ma lo stipendio non cambia. Siamo arrivati al mandare sms, intorno a mezzanotte, alla manager rimproverandola. Lo so cosa state pensando, se qualcuno vuole offrirmi un lavoro a me bastano vitto, alloggio e bassifondi. L’ungherese della 301 neanche a farlo apposta è stata bannata dall’albergo. E neanche a farlo apposta per storie di Carte di credito. Dunque, sono al lavoro con la morte nel cuore (sono sempre le migliori che se ne vanno, spesso con bancomat e chiavi della macchina...) quando nel monitor del sistema di videosorveglianza chi vedo sbucare? L’ungherese della 301! E l’ascensore va al terzo piano, vuoi vedere che sta soggiornando a sbafo, essendo stata cancellata la sua prenotazione birichina? Nemmeno a dirlo mi fiondo al terzo. E mi trovo la dolce fanciulla al telefono, davanti alla 305. Una camera (quasi) new entry. Chiama quindi in supporto l’amica dalla camera e chi esce? Ovviamente l’ungherese della 305! Per farla breve ascolto la favola della buonanotte sui problemi in banca che accolgo con un gran sorriso, e mi accerto che adesso stiano tutte e due nella 305. Alla loro domanda se ci sono problemi sinceramente non so cosa rispondere visto che la camera non è a nome della cliente non desiderata, e allora esco il Chuck Norris che è in me e rispondo: “per ora no, domani vediamo!” Ma andiamo a conoscere meglio la 305, la fanciulla all’interno mi era già nota, essendo ex 501 ma anche ex 301, per via di un reclamo fatto da un cliente non amante della panchina corta, dato che tale cliente lamentava il cambio stile cestistico tra le due ragazze occupanti la camera (301, ma vecchia gestione). Per chi vive in un mondo fatato dove le famiglie sono felici a colazione: in sostanza in camera c’erano sempre due persone, a rotazione tra un cliente e due ragazze (se poi il cliente, o nessuno, stava fuori i gusti sono gusti), capito??? Quindi, tornando alla 305, propongo loro di spostarsi nella 301 (quasi quasi me la compro sta camera) onde evitare nuovi andirivieni, loro mi fanno entrare e... non succede niente! Ma sono simpatiche e tutti ridiamo parlando in codice di “camera migliore per voi” e “problemi con la banca”. In effetti sono talmente piene di vestiti e oggetti vari che mi sa quando faranno il check out (penso mai) la polizia doganale farà la ola. Qui siamo ancora a livello di semiprofessionismo! Comunque una mail per un controllino antifrode riguardo la prenotazione della 305 l’ho mandata. Ed io continuo a parlare con gli insetti ed a confidarmi con le zanzare chiedendo scusa quando lavo lo specchio dell’ascensore. Nella 112 personaggi inquietanti, Allah akbar...

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Di spiriti e patate Direi che sto lavorando troppo: ho riconosciuto un cliente perché si ruba i choco pops. Sta nella 604 e settimana scorsa gli avevo tolto la scatola di mano, stavolta ce l’ha fatta: recidivo! Ci credo che gli piace sto albergo, ci fa la spesa... La tipina ungherese della 301 (quella che fu bannata), si è fatta le foto birichine in camera e le ha messe on line; aggiunta al volo su Facebook in quanto troppo tenera (poi prontamente cancellata in quanto troppo bimbaminkia). Mi ha aggiunto ma dal vivo mica mi riconosce, l’età media delle bimbeminkia è in aumento. Ho scoperto che un altro albergo della mia catena ospita un fantasma, il mio invece solo gli zombie al sabato notte... Non è lontano, ormai sono entrato in fissazione e penso chiederò di farci qualche notte. Il posto dista circa un’ora e l’albergo è costruito su di un cimitero. Mi dicono esserci rumori di porte che si aprono e si chiudono da sole, soffi d’aria fredda, ecc... Mi sono talmente autosuggestionato mentre ero in turno di notte da solo che ho contato più fantasmi nel mio albergo che falsi invalidi in Italia. Voglio vedere la faccia della manager quando le faccio la richiesta! Per il resto ormai sono felicemente un lavoratore spesso con turno domenica – giovedì , il che mi mette al riparo dai deliri del weekend ma lascia anche pagine bianche nei miei racconti. In via eccezionale ultimamente ho lavorato sabato pomeriggio e ho imparato alcune regole base, come diffidare di chi si presenta al check in chiedendo se in camera c’è il frigo o se si può avere del ghiaccio. Sono preoccupato per il cliente della 311, ha posteggiato dove c’è il mercato. Dice che alle sette e mezza va a spostare la macchina, ma qui stanno martellando e piazzando bancarelle dalle tre. Io gli ho detto che iniziavano presto, probabilmente a Birmingham, da dove arriva lui, hanno una vita più rilassata. La capa di tutte le prostitute è andata in vacanza fino a settembre, è ora di ripensare al senso della mia vita. E la mia capa è sclerata ma sa far ruotare le pupille e mi fa ridere.... Strana la vita!

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E luce fu Questa settimana ho lavorato di giorno, e lavorare di giorno significa capire in che baratro di sfruttamento si è finiti. Davvero troppo per lo stipendio che prendo, tuttavia non posso dire che le avventure siano mancate, eccone qualcuna: La mia capa mi ha reso partecipe di un trucchetto del quale sto ovviamente abusando. Se dal computer dell’ufficio vado sul sito dell’albergo e prenoto delle camere senza completare il pagamento di fatto le tengo impegnate. Questo è utilissimo quando sono rimaste poche camere ed evitare che ci siano più prenotazioni di quante camere sono effettivamente disponibili, il temuto overbooking. Ne ho prenotate a botte di otto alla volta! Ragazza da divano e gelato che arriva con un numero elevato di bagagli chiedendo una stanza. A me ne sono rimaste due, col piffero che gliene lascio una, quindi niet! Disperazione... Lei allora chiama quello che presumo essere il tipo che era venuta a trovare e parte un pianto a dirotto che il Tamigi ha alzato il livello di guardia, ma sospetto il motivo di tale pianto a dirotto non sia la mancaza di un nido d’amore. Io continuo i check in tra un via vai di clienti con lei sempre ad imitare statue di miracolose Madonne piangenti. Dopo quaranta minuti di sigh and sob mi muovo a compassione per il vitello al macello, e le dico: “se vuoi qualcuno rinuncia e una camera la troviamo”. Lei tira fuori tutta la sua cultura letteraria che nasconde con cura (dato che nel vile mondo essere grassotella e intelligente significa vincere una vacanza premio a Guantanamo) e mi risponde “Ormai non serve piu!”. Ah, l’amore ai tempi delle chat... Coppia di tossichelli freschi freschi di spada (trattasi di accezione gergale) che chiede una camera. Mi spiace ma i clienti in questione non rientrano nel nostro target di mercato. La giornata degli scassaggeggioriproduttore. Bello bello e dolorante, dato che mi devo essere un pochino strappato i muscoli addominali, sono sommerso dal lavoro quando arrivano due clienti da antologia. Il primo è la signora della 215 che si presenta richiedendo doppio tutto: coperte, cuscini, figli no che sono già quattro. E mentre mi chiede lumi sul parcheggio mi passa il marito al telefono. Una coppia di geni, lui si è perso davanti al parcheggio e con lei si svolge la seguente conversazione (inizia lei): -posso chiedere una cosa delicata? -certo -siamo musulmani -e? -dobbiamo pregare -bene -da che parte è l’est? -per la Mecca? -si -devi pregare verso il bar -sicuro? -penso di si ma non voglio la responsabilità di farti pregare dalla parte sbagliata, poi mi arriva una fatwa -una che? -niente, niente 25


La giornata chiude col botto, la terribile cliente della 317! Arriva con la sua bella carrozzella a motore accompagnata dalla figlia non particolarmente baciata dalla fortuna e presumo da nessuno. Subito le due si presentano come lievemente fastidiose quando richiedo il pagamento della camera, per fortuna nei pressi (per forza, dato che continuava a chiedere qualunque cosa) c’era la musulmana della domenica di cui sopra (mi sa però che nei paesi islamici per il detto popolare usano un altro giorno) che spiega all’allegro duo come sia normale che le camere prenotate al telefono vengano poi pagate di persona. Grazie Allah misericordioso che mi aiuti tramite i tuoi svampiti discepoli! La 317 fa su e giù per i piani con la motoretta che manco fosse a Misano Adriatico, e si lamenta perché vuole quattro (e dico quattro, come i figli della cliente della 215) coperte, me lo segno. Quando torna per lamentarsi che non le ho ancora portato le coperte le faccio GENTILMENTE notare che sono da solo e che la sto aiutando ma lei deve stare buona zitta e possibilmente giù dai miei zebedei. Che va bene capisco la situazione sua e pure della figlia, una vita di disabilità e tutto il resto ma ribadisco che usare uno svantaggio per avere privilegi mi fa alquanto incazzare. Le porto le coperte (e per questo i muscoli mi regaleranno poi una notte d’inferno, anzi di paradiso che mi sa all’inferno almeno hanno il bar con la birra fredda) ed in camera ricevo i seguenti reclami: letti troppo piccoli e mancanza di cuscini che sono anche troppo sottili (questi da parte della figlia con pigiamino rosa ben piegato sul letto) e mancanza di sedia per disabile sotto la doccia (questo la madre motorizzata). Mi girano e spiego alle due signore che se vogliono reclamare lo possono fare via mail e che le sto aiutando su ciò che posso fare (non mi chiamo Geppetto) e che il rifornimento cuscini, coperte e lenzuola al momento non è possibile nelle notevoli quantità da loro desiderate (in albergo sono finite davvero le scorte). Concludendo le recupero una sedia (l’unico reclamo davvero fondato) ed un altro cuscino; dopo la cazziata la signora è diventata gentile e ringrazia sentitamente. Tocco di classe: nonostante sono rimasto con tre camere libere ne metto una off line (cioè non vendibile) prendo i cuscini (questi sono nuovi) e ne porto uno alla 317. Busso (dall’interno voci da film dell’orrore, la figlia mi sa soffre di regressione infantile) apre la signora e le dico: “questo è un buon cuscino per vostra figlia”. Dalla vita non avrà forse mai una rosa, almeno un cuscino diamoglielo...

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Pietà l’è morta Mi sa che mi sto davvero un attimo indurendo. Il ragazzetto della 213 era disteso sulle scale di fianco ad una mini pozza di vomito. La mia reazione è stata porre domande secche e ripetute: “hai una camera?” e “adesso chi pulisce?” Mi sono fermato a stento dal tirargli anche un paio di calci a scopo pedagogico. Ma ha detto che pulisce lui. L’ho spedito in camera e quando è arrivato il socio (che sembrava a posto) gli ho comunicato che al primo rumore loro erano fuori dall’albergo. Pietà provata: pari alla possibilità di avere un rimborso da Equitalia, ossia zero! Poi è arrivato pure il terzo socio, mamma mia che gruppo di ragazzini sfigati... Il terzo si è messo quindi a raccontarmi non so cosa di una sua sbronza ad un non so quale bancone, spero per il suo portafoglio non quello dell’albergo. Da quando lavoro qui è stato il primo che arriva ubriaco e senza una ragazza. Ciò depone a suo favore. La cliente della 504 mi ha scassato la minchia, giusto per usare un francesismo, che essendo a Londra ci sta bene. Voleva un asciugacapelli a tutti i costi. Le ho detto che lasciavo detto al collega del mattino ma non promettevo nulla. Alla quinta soluzione lei proposta per risolvere il problema ho avuto un istinto di cannibalismo. La cliente della 606 era al telefono nel momento sbagliato, mentre passavo davanti alla camera busso e le ho dico di fare più piano, lei mi risponde che sta solo parlando al telefono. Rinuncio a spiegarle che non serve parlare forte per essere sentiti da chi sta lontano. La 509 mi suscita odio. Bianchi idioti, la categoria peggiore. Il quinto piano è uno schifo, io se trovo uno che butta gli avanzi di cibo per terra lo prendo a craniate. Proprio dal quinto piano una tipa che avevo visto arrivare con dei ragazzotti sbronzi mi viene a chiedere un cerotto. Quando torno a controllare più tardi il quinto piano è assolutamente silenzioso. Saranno morti tutti dissanguati. L’Inghilterra è un luogo di barbari civilizzati. Come tutto l’occidente, solo che a differenza dei barbari ufficiali questi hanno più strumenti per fare danni. Il fantasma è morto e lotta insieme a noi! Di colpo il toner ormai esaurito della stampante ha ripreso vita. Lunga vita al morto!

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Niente è gratis Che la notte appena trascorsa sarebbe stata impegnativa lo sapevo fin dal mattino prima, visto che l’albergo aveva già quattro prenotazioni in più rispetto alle camere disponibili (non fate quella faccia, l’overbooking è pratica comune alle catene alberghiere di tutto il mondo). E come sempre, quando vado al lavoro con una buona Super Tennents di troppo in corpo succedono i guai. Forse la birra attira i seccatori! Arrivo e la collega mi lascia sbalordito, ha pulito da sola una stanza per darla a qualche cliente. Decidiamo che mettiamo a disposizione pure quelle rotte (ancora quella faccia??? BASTA!) e inizio a lavorare. Con tutte le camere rimasuglio affibbiate ho solo due clienti da spedire chissà dove, e sono pure colleghi da un altro albergo, si faranno una gita di lavoro. Mi destreggio tra gli ultimi arrivi cambiando prenotazioni e stanze nemmeno fosse il gioco delle tre carte, ed ecco che arriva il seccatore di turno. Un “minchia” di classe media indiana con pelata e camicia aperta più collana, arriva nella reception per dirmi di chiamare la polizia. Cominciamo bene! Provo a parlarci ma questo vuole fare il cliente che ha sempre ragione, ma nel momento sbagliato. Dalle mezze parole miste ad evidenti baggianate capisco che, citando qualcuno, “è venuto per fottere ed è rimasto fottuto”. Una ragazza l’ha ripulito, solo che ovviamente lui non la mette giù proprio in questi termini; finge di essere un cliente ma non sa dirmi nulla riguardo alla sua camera, dove gli avrebbero rubato i soldi, ecc... Io questo non lo reggo. E diventa pure un po’ aggressivo, quindi mi rompo e la polizia la chiamo sì, ma per portarsi via lui. E la Tennents macina i suoi effetti, parlare con la polizia da diversamente sobri è sempre come la prima volta, emozionante! Mi chiedono se so quale ragazza può essere stata, in risposta li guardo stile “vuoi vincere alla lotteria?” e tento di fare l’ingenuo ma mi scappano i termini tecnici. Poi il macellaro di borgata indiano nemmeno dice il piano, non se ne parla che io faccia dei nomi e dei numeri (di camera). Per farla breve neanche la polizia (che in Inghilterra è sulle prime davvero friendly, vigendovi la regola della linea da non varcare) lo sopporta, di conseguenza se lo portano via di peso fuori dall’albergo. Seguo la scena dalle telecamere di sicurezza e alla fine vedo che lo mandano via a meditare sulle sue minchiate. Nel frattempo scopro che qualcuno ha cambiato la password per riportare sui sistemi dell’albergo i problemi accaduti, ne consegue che classe media Bombay non avrà nemmeno l’onore delle cronache interne! Il senso di tutto ciò è chiaro: cambiare birra.

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Clienti fissi e fantasmi Sta avvenendo l’incredibile: tutti vogliono restare, e continuano a prenotare camere giorno dopo giorno. L’albergo è pieno ogni notte ma nessuno fa casino. Quelli che mi preoccupano (a giudicare da ciò che vedo nelle telecamere all’ingresso) semplicemente spariscono. Il pc mi si è spento da solo dopo che ho fatto andare per la quarta volta lo stesso cd dei Marlene Kuntz, spero non sia caduto in depressione, ma d’altronde non ho nulla da fare, essendo tutto tranquillo. La norvegese della 409 una sera si è presentata chiedendomi se poteva partire due giorni prima e avere un rimborso, da quel momento ha fatto altre due prenotazioni per una settimana ognuna e non se ne va più. Avrà scoperto i salmoni nel Tamigi... Secondo me c’entra il fantasma con questa situazione surreale, io voto lui! Per il resto passo le notti a programmare le ferie (e non ditemi che andare a fare trekking in Scozia a novembre è un’idea balorda!) e leggere giornali on line italiani (compresa la cronaca locale di Roma e Bari su Repubblica). Nel corso di queste notti indaffaratissime ho scoperto che in Italia esiste il reato di “interferenza nella vita privata”, io a questo punto denuncio tutto e tutti, dal Governo agli acquazzoni! Sarà il caso di informarsi anche per una possibile class action contro l’imbecillità umana... Spero non sia la quiete prima della tempesta.

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Notte di riflessione Gli screzi con la capa sono sempre più frequenti, fa troppa tenerezza quando si difende dalla mia risposta pronta barricandosi dietro alla frase "è così perché sono il capo". Generalmente quando una donna risponde in questo modo le lacrime sono in vista. Io proprio la gerarchia non la riesco a digerire, poi con un tocco di classe lei ha chiuso la discussione utilizzando una frecciatina che le avevo fatto ieri. Dopo il lavoro mi ha chiamato per chiedermi robe dell'albergo nonostante fosse arrabbiata, ma non la vuole capire che mi deve fare vice. Tenera fanciulla testadura. La camera 613 mi ha fatto riflettere. Solito gruppo di clienti reduci dal club con solita tipa (s)vestita. Questa, in particolare, arriva spesso con uno o più amichetti - diversi ogni volta inguainata in vestiti che forse nessuno le ha spiegato come l'infanzia sia passata e le taglie vadano di conseguenza riviste. Li ho sorpresi a fumare in camera, con rumore annesso, benissimo. Polizia as usual, scendo per telefonare e arriva "Miss Abbondanza" chiedendomi di non farlo. Nel giro di due mie risposte nemmeno troppo cattive, si mette a piangere come una fontana. A quel punto non ho saputo che dirle "Vai a dormire e stai buona", visto che comunque sotto la maschera (neppure troppo maschera) di troiaggine c'era una ragazzina. Io spero vivamente mi stesse prendendo per il culo perché davvero, se le ragazze che qui si conciano a quel modo (la stragrande maggioranza) hanno quel livello di pelo sullo stomaco, questo paese è davvero destinato ad essere triturato dalla macina della Storia. Notte senza sosta, non mi sono fermato un secondo. E senza chiamare la polizia. Io e i miei clienti stiamo entrando in una sintonia surreale, non penso occhi di estranei possano capire. Qualche evento in ordine sparso: -i ragazzini della 401 sono ancora in albergo. E ogni notte si concedono una bottiglia di sidro, io spero vivamente per le loro finanze che spaccino (ma non mi sembra ne abbiano il fisico). -la coppia della 508 sta entrando nella leggenda: l’ultima volta che sono venuti hanno sbagliato prenotando per il mese dopo, stavolta solo per il giorno dopo. Fanno progressi, ma ieri gli ho detto chiaramente che non sono Babbo Natale e la prossima volta col cazzo (i francesismi si sprecano) che sposto la prenotazione, ma sono teneri. Tonti ma teneri. -Nota di dolore. Avevo già parlato della signora che usava il suo cancro per chiedere sconti e favori (no, io NON sono politically correct). Ieri è arrivata con un uomo che, a giudicare dagli occhi, era appena uscito dal SERT inglese, e per di più dalla porta sbagliata... Un collega mi aveva appena raccontato dei numeri da circo che la “cliente” in questione aveva fatto il giorno precedente (rotture di scatole varie e urla). A questo punto ho detto chiaramente alla persona in questione che non era la benvenuta e che le rifiutavo la camera. In realtà le ho anche urlato contro 20 minuti per quello che rispondeva, ma alla fine le ho dato la camera e avvisata che una sola parola proferita a danno della mia pace interiore ed era bannata dall’intera catena dell’albergo. Come ha provato a dire mezza parola ulteriore è stata spedita nella camera 417.

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-Il cliente di periferia della 618 è un vero mito. Si presenta chiedendomi se ho preservativi (io inizio a venderli, mi sa ci faccio i soldi da quanto me li chiedono). Poi gli busso in camera per rispondere ad una domanda che mi aveva fatto in precedenza; mi apre che stava trombando (per aprirmi però ha smesso) e avviene il seguente scambio di battute: Cliente mito: “la tv non va”. Io: “ok controllo”. Lui: “grazie”. Sempre io, ma con sopracciglio alzato: “La tua ragazza è nuda?” Risponde il mito: “si”. Io, ma meno saldo: “quindi?” Mito, che afferra: “controlli la tv tra cinque minuti?” Io, professionale: “avvisami te”. Lui, con fare periferico: “ok”. Arriva in reception dopo ore e mi dice: “per la tv fa niente”; gli rispondo: “ci sono cose migliori”. -nuova famiglia infestante, la famiglia Wasantha. Oscillano misteriosamente tra le 12 e le 2 camere occupate, non voglio sapere cosa ne fanno dei cadaveri. Ieri ho preso con me i capi famiglia e con fare deciso (come detto in precedenza in Italia sarei già morto tre volte) ho fatto ordine nel caos delle loro prenotazioni, visto che sabato hanno ribaltato l’albergo con una biblica migrazione interna causa prenotazioni sbagliate. Ufficialmente sono tennisti, una scuola tennistica in zona per un non meglio precisato evento in una vicina altra accademia di tennis, ma hanno un sacco di bambini; magari in arabo tennis significa “arma di proliferazione di massa” -il cliente della 606 mi ha fatto paura. Nero e segaligno, dimesso, non il solito pappone jamaicano. Secondo me nello specchio non lo vedevo riflesso... Arriva con altri tizi tra cui uno bianco che si presenta dicendo “compro tutto l’alcool”. Ok, avevo già in mente che sarebbe finita con la polizia. Se ne vanno con mille bottiglie e sento una risatina femminile del tipo abbiamo capito quale... GIURO che ho girato i piani tre volte e non c’era rumore di party. Sono sicuro di essere stato vittima di un incantesimo voodo!

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Dio esiste, e mi vuole bene A volte bisogna ammettere di essere fortunati, probabilmente tutte le mie lodi ad Allah onnipotente mi stanno ricompensando. Non avere lavorato sabato notte ha decisamente allungato la mia aspettativa di vita. Ieri la collega mi ha fatto una narrazione, che passerò pari pari alla Troma Video come proposta di sceneggiatura. I fatti: intorno alle quattro e mezza di sabato notte qualcuno fa partire un allarme anticendio, e si deve evacuare l'albergo. Dalla 208 salta fuori una tipa ubriaca e totalmente nuda, come se non bastasse decide di scendere in strada dalle scale di sicurezza esterne, che sono totalmente immerse nell'oscurità . La fanciulla, non sapremo mai se avvenente o meno, si fa prendere dal panico e rompe TUTTI gli allarmi antincendio che incontra sul suo cammino... Arriva quindi in strada oltrechÊ nuda ora anche sanguinante, la polizia la prende in consegna e la carica su di un'ambulanza. Per rilassare gli animi cosa di meglio poi della rottura del boiler nel pomeriggio? Inutile dire della valanga di reclami, che peccato aver passato la giornata a letto...

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E sabato venne Simpatici personaggi ed eventi mirabolanti della nottata: -Due tizi che si fiondano in camera ma nell'albergo sbagliato, non trovano la 113 semplicemente perchè nell’albergo dove lavoro quella camera non c'è. In compenso gli vendo da bere, quando mi chiedono se possono tornare a bere più tardi faccio gentilmente capire di non allargarsi. -Due tipe tirate a lucido secondo canoni inglesi (in Italia i vestiti che usano qui sarebbero usati dalla difesa per richiedere le attenuanti) che volevano un taxi per andare nel club a 100 metri dall'albergo. Me le porto in cucina e gli mostro il succitato club dalla finestra, queste sono, come si usa dire, “arrivate con la piena”; che neanche le bovine di New Orleans durante l’uragano. -Il cliente della 509 (sembrerebbe essere francese) mi pone di fronte a scelte drammatiche. Ha un cane e tiene sempre il televisore altissimo, anche quando non è in camera (lui, non il cane). Una sera ho provato a bussare per chiedere di abbassare, il cane ha fatto un casino che sembrava avessero riaperto la caccia alla volpe. Alla fine è in albergo da un mese (cane compreso) e se nessuno l'ha ucciso va bene così. Non capisco perché si trucca pur avendo una ragazza, sarà un attore (ma preferisco non indagare). -In tema di V.I.P., ieri notte ho dato la camera 412 a Stephen King, lui e la ragazza sono arrivati con la faccia truccata un po’nstile carnevale di Venezia. Anche la sua compagna è rimasta sorpresa dal nome (segno indubbio di profonda conoscenza reciproca), chissà quanti giochini poi in camera (uno fa l'ombra e l'altro lo scorpione!). -Ho sperimentato un nuovo modo per filtrare i clienti, il rifiuto a tempo. Rimbalzando tutti per la prima ora dopo la chiusura dei club si ottengono buoni risultati. Praticamente è come pescare allo strascico, poi se nella rete finisce qualche ignaro turista (anche se alle 3 di notte la parola ignaro non ha diritto di cittadinanza nel vocabolario) si sa, è un mondo difficile. -Nonostante i filtri la 501 è finita in mano ad una coppia non da poco. Lui greco con faccia da testimonial per la campagna di lotta al narcotraffico, lei portoghese con giacca leopardata, jeans di pelle aderenti (e non che ci fosse poco a cui aderire) ed una faccia tra il lifting e l'eroina. Due paesi in crisi, chissà perché... Io sono italiano, se arrivava uno spagnolo facevamo lo spread! -Ed infine un nuovo acquisto. Il cinese che settimana scorsa è arrivato alle sette del mattino! Stavolta si è fatto furbo, e con fare di volpe (cinese ovvio) è arrivato presto (alle quattro) con compagna. Lei storditissima e lui con un portafoglio talmente pieno che se lo vedeva la Merkel faceva scattare il piano di salvataggio per l'eurozona. Si è preso la 302 e mi ha dato la mancia. Ma con standard cinesi, ho avuto di meglio da operai e protettori. Adesso il primo che solo pensa dovrei lavorare più spesso di sabato, sappia che sarà oggetto di odio a prescindere! 33


E sabato venne, di nuovo ...altrimenti che vi racconto? Pur senza spargimenti di sangue (o quasi), la nottata si è rivelata proficua di aneddoti. Sono un po’ malinconico, ma tanto oggi è domenica e che si può fare in una domenica senza campionato se non diventare poveri e vecchi? Arrivo e come al solito trovo un collega in difficoltà, ma a differenza della polacca questo è pure odioso. Come dicevano i latini: mors tua, mors tua! L'uomo dal cappello di lana: suona il citofono, e un uomo (con cappello di lana, appunto) costruisce a fatica una frase contenente le seguenti parole: due ragazzi stranieri, due macchine della polizia e qualcuno (non due) che non parla inglese. In sostanza non ci capisco una fava, scendo. Arrivo e lo trovo seduto sulla panchina ma non si sta strappando le vesti, non sta chiamando Riina e nessun Colle è intervenuto. Risalgo e che la giustizia faccia il suo corso, poi è sparito. La psycho della 506: piccolina occhialuta e gigantemente scassaminchia. Si presenta farfugliando di parcheggi, penso sia sotto effetto di droghe chimiche quando mi chiede se l'accompagno a parcheggiare... La spedisco in strada dando indicazioni a caso. Più tardi arriva dalla sua camera con una coperta sporca di sangue vecchio. Praticamente ha tolto la federa per controllare se la coperta era pulita. Ok, te ne dò un altra. Mi vuol seguire a tutti i costi fino a dove viene tenuta la biancheria, e non smette di parlare. La nuova coperta non le piace, le dico che sono tutte così e prendere o lasciare. Inizia a infastidirmi a livelli cosmici, tanto che in confronto i Maya hanno predetto giusto il ritardo del 53 barrato; lei parla di bambini e molto altro ma tutto compresso come un file zip. Capisce che da dove la sto mandando serve almeno un anno per tornare. Alla fine siccome sono buono (e pirla) controllo tutti i piumoni e ne trovo uno meno peggio degli altri e glielo porto in camera, qui la cugina della psycho, che mi dice fosse per lei dormirebbe anche sui chiodi arruginiti (pur non essendo indiana), se lo prende. Piccola parentesi di confronto tra le ragazze secche e quelle tonde: le secche sono sempre quelle che se la vivono peggio (tanto da tirare scemo anche il capitano Kirk), le tonde sanno stare al mondo. Ma poi, miracolo, che presumo essere indotto da sostanze diverse dalla fede! La psycho diventa un agnellino, si dice mia amica e mi vuole abbracciare. Io le inglesi non le reggo, quando devono dimostrare di essere contente ti abbracciano! I quarantenni ubriachi, che poi sono i 20enni cresciuti, sono altrettanto insopportabili. Le coppie quarantenni ubriache sono il peggio del peggio. Per chiudere in bellezza c'è la camera 517, con dentro due americane. Una disabile e colei che l'accompagna. Ecco, colei... Quando è venuta a pagare l'ho guardata talmente intensamente che lo scontrino è uscito con i cuoricini...

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L’importante è finire Si lavora di nuovo il weekend. Ma è andata bene: niente camere in fiamme, niente alieni che chiedono extra di tutto, niente donne nude sparse per i piani (anche se qui ci starebbe un quasi), ma comunque non mi sono fermato un attimo. La nottata ha comunque riservato discrete soddisfazioni: -Arrivo e la collega polacca è in panico per via di procedure non seguite dall'albergo vicino (ce ne sono due della stessa catena a pochissma distanza l’uno dall’altro), rispettando il suo essere polacca risolvo con un "amen!" e mi avvio a iniziare il mio turno. -Mi leggo la procedura aggiornata relativa ad incendi e atti terroristici. Con il terrorismo sono fissati, comunque è di fondamentale importanza sapere che in caso di attacco armato all'albergo, tra i miei compiti c'è il rimanere nascosto ma anche il notare che armi vengano usate (canna lunga o corta) per poi riferire alla polizia. Sono stato tentato di lasciare un biglietto alla manager informandola che la procedura non dettaglia cosa fare in caso vengano usati carri armati. -Causa noia ho inventato la lotteria delle stanze, a chi citofona rispondo che l'albergo è pieno o meno a seconda del momento (di notte non ho l’obbligo di dare stanze a chiunque le chieda). Mi sa che ho fatto una strage. -Coppia di quaranta e passa anni, lui ubriaco e lei leopardata. Ho dovuto chiedere scusa a nome dell'Italia intera per avere preso un gol dall'Armenia, lui non se ne capacitava. -Nella 301 colpo di genio: due ragazze arrivano a chiedere se c'è una stanza per quattro persone (non c'è), e vegono due volte (metti che nel frattempo ne hanno costruito una, ma i muratori inglesi non sono abituati all'edilizia abusiva, quindi continua a non esserci). Dopo un tot arriva una terza amica e chiede una stanza per due, io glielo chiedo tre volte se è per due davvero, lei elogia i miei tatuaggi (trattasi di chiaro intento diversivo). Stanza data. Dopo un po’ di tempo busso perché c'è casino. Non aprono, entro. E trovo delle sagome nascoste sotto le coperte. Con grande gesto teatrale gli dico che so loro essere quattro (numero sparato a caso) e che devono lasciare l'albergo. LORO UBBIDISCONO!!! Chiedono cinque minuti per vestirsi e andarsene. Non ce la posso fare ad essere così cattivo, una di loro possiede addirittura un libro! Le faccio rimanere avvisandole che se fanno il minimo rumore le sbatto fuori, mi sa che sono morte trattenendo il respiro... -Le clienti della 613 sono rimaste chiuse fuori dalla stanza (batterie della porta scariche). Apro con il mio passerpatout e le dico di non uscire dalla stanza fino al check out (spero restino solo una notte o bisognerà portare dei viveri). Domani è un altro giorno.

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Le forze del disordine Ci mancava solo la polizia che espropria la camera di un cliente per farci un party... La settimana stava procedendo magnificamente, notti tranquille e dedicate alla lettura di un libro ambientato in una casa di punk musulmani, quando dalle telecamere di sicurezza vedo arrivare un gruppetto di poliziotti (tre uomini e una donna) che invece di suonare aprono la porta. Mi viene il dubbio che la porta d'ingresso non sia chiusa e mi accingo al ricevimento dei tutori della legge. Arrivano e chiedo se posso aiutarli, risposta: "c'è un bagno?" Benissimo! Polizia in modalità cliente rompiballe. C'è pure la poliziotta che si lamenta del freddo (avrà fatto l'accademia nelle colonie). Per farla breve avevano la chiave della 214 e, una volta recuperati i colleghi incontinenti, vanno in tale camera (a fare chissà che segreto di stato). A pianterreno due figure sospette si aggirano furtivamente, mi fiondo da loro e mi dicono di stare aspettando la polizia: trattasi dei clienti espropriati. La polizia se ne va dopo mezz'ora senza nemmeno salutare. Compare una ragazza e scopro che trattasi di lite tra fratello e sorella, con terzo non identificato. I tre vanno nella stanza, tornano e si lamentano del disordine! Giuro che se qualcuno mi spiega come si fa una perquisizione ordinata lo stimo assai. Vabbè... Zittisco il gruppetto litigioso, chiedo se la polizia deve tornare (mica voglio alterare la scena del reato) e li sistemo in un'altra stanza. Per il resto solo ordinaria amministrazione e tre di Manchester usciti dritti dritti da Trainspotting (il primo a sottolineare che il film è stato girato in quel di Edinburgo perde il mio saluto, anche se non lo conosco). Devo lavorare 8 giorni filati, weekend compreso, causa riposi accorpati alle ferie, per il mio funerale vorrei gentilmente una bandiera nera e l'Internazionale.

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Un rientro karmico Sono tornato a Londra. Come scendo dall’aereo mi ricordo di avere un lavoro e tento di rientrare senza successo nel velivolo. Mezz’ora prima di tornare al lavoro, mentre mi preparo accade l’imprevedibile: mi salta un dente! Il primo pensiero è stato chiamare in albergo per dire che andavo in ospedale. Peccato che poi l’ospedale non aveva il dentista. Mi sono fatto una ragione del mio scontro con la sanità albionica e, con il mio dentino in tasca, mi reco al lavoro, arrivando pure in orario. Ma porc... La notte si presenta tranquilla, albergo pieno, solita collega lungagnona polacca in solita crisi perchè una stanza non si apre e non ci sono altre stanze da dare al cliente; ma la novità è l’arrivo di un nuovo collega da istruire: quaranta e passa anni, un fare british che di più non si può ed un cognome russo. Praticamente passo otto ore guardando tale collega e stupendomi di qualunque cosa faccia: dal raddrizzare le puntine con le pinze, al dire che secondo lui la 302 non è utilizzabile per un leggerissimo odore di stantio dovuto alla moquette. Ma soprattutto rischio di non credere ai miei occhi quando allarmato mi dice che un cliente non ha voluto il resto. Già il porre tale problema denota la provenienza da un’altra dimensione, ma ancora più grave è il suo essere stupito quando gli dico che tale eccedenza monetaria si trasforma nella sua mancia, che non prende! Il russo finto inglese rischia di essere futura carne da macello: voleva chiedere il documento ad un cliente prima di dargli una seconda chiave e stava vendendo delle bottiglie invece di altre (l’offerta prevedeva due bottiglie di sidro, fategli capire voi che devono essere della stessa marca). Ormai la mia politica nel controllo stanze è assolutamente ispirata al fatalismo orientale: ciò che deve accadere accade... E quella che arriva è la notte di halloween!

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Poteva andare decisamente peggio Halloween, e questo dice molto. Ero pronto al peggio. Esco di casa e noto che le strade non sono addobbate come prevedevo, i bus sono vuoti (di solito l’affollamento della corriera che mi porta al lavoro è indice delle rotture di palle che avrò nella nottata) e in giro non c’è quasi nessuno (anche qui, quando scendo dal bus la densità media di ragazze seminude è termometro del mio benessere lavorativo). Quindi inizio il lavoro con un sospiro di sollievo, io mi attendevo orde di barbari travestiti da sa un Dio a scelta cosa; perdipiù i clienti sono tutti già arrivati, insomma una pacchia... e invece no! Il tempo di aiutare due siciliani con la prenotazione di una camera (che mi ricorda come italiani e conoscenza delle lingue siano parole che non si conoscono) e accade IL fatto saliente della nottata. Arrivano tre ceffi a chiedere una stanza, ma stavolta ceffi proprio, neanche vent’ anni e la faccia che sembra una maschera (di halloween, essendo in tema) da quanto è sfregiata. Mentre se ne vanno non faccio in tempo a pensare che questi sono davvero “white trash” che il cliente della 101 va in crisi mistica e si trasforma in Savonarola, avendone per giunta il fisico: mi profetizza che fare entrare quei tre è pericoloso... Non l’avesse mai detto, nemmeno il tempo di finire la frase che scatta l’allarme antincendio! Penso di avere quindi stabilito un record mondiale. Infatti chiamo i pompieri dicendogli che se vogliono possono non venire tanto è un falso allarme (avevo già controllato quale sensore era scattato), e quando arrivano sto già sistemando il tutto. L’hotel è pieno, i clienti sono tutti in strada e nemmeno mi sforzo troppo per radunarli. Mi guardo intorno e per un attimo mi sembra di essere in un’altra dimensione: una marea di facce assurde che sembrano uscite da S. Vittore (il carcere di Milano) mischiate a clienti in viaggio per lavoro; il mondo è bello perché vario. Mi aspetto la ragazza nuda che corra giù dalle scale ma niente... Giusto una coppia che stava evidentemente facendo attività fisica (ma sono arrivati in strada vestiti), non mi spiego il motivo per cui ad essere sporca di rossetto fosse lei. Recupero un portafoglio perso e rimando a dormire un vecchietto con le stampelle che sta ancora per le scale. Allarme finito. Dopo mezz’ora viene giù il diluvio, ma i clienti sono tutti nelle loro stanzette a sognare di alberghi veri. Per il resto niente di che: dal nulla è spuntata una colonia di clienti di Gibilterra, che fa il paio con la colonia est europea ormai residente in pianta stabile; ed una vecchia conoscenza (il ragazzino della 301) che arriva sbronzissimo cercando una stanza e seminando soldi, forse non ha ben chiaro il concetto di investire nel mattone. Durante la notte negli schermi delle telecamere di sicurezza compare un uomo nero in una zona proibita ai clienti, ma poi vado a controllare e non c’è nessuno. Penso sia il solito fantasma che per halloween si è travestito da Mike Tyson, ma alla fine scopro che la porta che conduce al parcheggio esterno è aperta. La chiudo e sono felice che nessuno l’abbia scoperto prima. Il potenziale distruttivo di tale scoperta sarebbe stato equivalente al dare alle Guardie Padane la formula della bomba atomica, o della Coca Cola. Tutto sembra concludersi bene quando, a dieci minuti dalla fine del mio turno, un cliente arriva a reclamare che non c’è acqua calda; non si può avere tutto dalla vita... 38


L’esercito delle dodici birre Prima di iniziare a leggere siete pregati di fare un minuto di silenzio, è mancata all’affetto dei suoi cari la mia dignità. Di fronte alla norvegese acqua e sapone della 102 ho miseramente balbettato qualcosa che sta tra il sumero antico e la demenza. Ho anche sorvolato sul fatto che la madre mi ha fatto portare un materasso in camera per poi guardarlo e dire “non ci serve”, quella ragazza aveva uno sguardo come un tatuaggio, indelebile. Parlando di Norvegia va segnalata la comparsa di una frode con Carta di credito norvegese, c’è sempre una prima volta! Per il resto poco da segnalare se non un tipo sbronzo facente parte di un gruppo di quarantenni sbronzi, appunto, e ben vestiti. Mi chiede dodici birre, il tempo di andare a prenderle - smadonnando per trovare un contenitore dove metterle - e quello mi sparisce, sarà diventato astemio di colpo! La cliente della 103 alle tre di notte si mette a usare internet dal computer pubblico per “chattare” su Skype con un tipo che sta a Kuala Lumpur. Quando mi chiede se può usare il telefono dell’albergo la mando a Kuala Lumpur più veloce del teletrasporto dell’Enterprise, non l’ha chiesto una seconda volta... Tenerezza e periferia nella 401, diventata la camera peggiore della storia della ricezione alberghiera. La 401 è di fianco alla porta d’ingresso del quarto piano, e dato che era un po’ rumorosa ho fatto chiamare qualcuno per aggiustarla. Ora la porta è stata aggiustata col risultato che è molto più rumorosa di prima. Dunque, nella 401 solito gruppo di ragazzini teppisti. Ma sono simpatici quindi la soglia di tolleranza aumenta. Uno di loro arriva e mi chiede del vino, anzi mi chiede quale vino va bene per una ragazza! A volte nella vita non sai cosa rispondere, ma la tipa della 103 alza la testa da Skype e urla “Biancoooo”. Questa fanciulla con il cuore in Malesia avrà attaccato bottone con almeno tre clienti diversi ieri notte. In ogni caso il ragazzino della 401 chiede il prezzo del vino, si spaventa e conta i soldi, non ci arriva per pochissimo; un po’ come perdere le presidenziali americane per un pugno di voti. Mi dice che ritorna e io gli metto il vino in frigo. Torna dopo un’ora e gli riprendo la bottiglia, ma adesso vuole una birra facendo anche il grande dicendo “tieni il resto” (consistente in cinque centesimi). Rimetto la bottiglia in frigo e, di nuovo, mi sa sono finito sulla lista nera del Vaticano. La notte la finisco studiando le prossime vacanze in Scozia (vale sempre la regola che il primo che commenta il fatto di andare in Scozia a Novembre verrà eliminato dalle mie amicizie e conoscenze), e poi colazione con la capa! Ebbene si: ieri mi ha chiesto i turni di lavoro dicendo che tra i suoi compiti c’è quello di vedere regolarmente i dipendenti! Siamo finiti a parlare delle sue vacanze...

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Una piacevole notte ed un piccione mannaro La notte inizia con la fine del pomeriggio (niente commenti), nel senso che essendo la bonfire night (la celebrazione della Congiura delle polveri) mi aspettavo di dover allertare pure la protezione civile inglese per l'assedio petardesco all'albergo, e invece no! Scopro inoltre diverse cose: che si festeggia nel pomeriggi0, che i fuochi d'artificio qui costano talmente tanto che una miccetta è un bene di lusso e che gli inglesi festeggiano qualcosa che non c'è stato. Infatti si celebra il fallimento del piano per far saltare in aria il re, un po’ come se in Italia si festeggiasse ogni volta che si è rischiato di prenderle scampandola, praticamente da noi sarebbe sempre festa. Per contro, gli -anti festeggiano per commemorare Guy Fawkes che era tra i congiurati; insomma festeggiano tutti, ma solo nel pomeriggio. Io da parte mia celebro commemorando me stesso con un paio di birre e vado al lavoro! La birra antitimidezza funziona alla grande e finisce che: organizzo una giornata di compleanno per un cliente consigliando ristoranti e aree da visitare, intraprendo una piacevolissima conversazione letteraria (ma temo di avere peccato di monologhismo) dopo la quale mi ritrovo interessato al Rinascimento (comunque è vero, Virgilio merita schiaffoni), ed infine con il cliente abituale della 303 parliamo di viaggi e culture nel mondo, scoprendo che ad Inverness di notte si è ostaggi dei pub: a mezzanotte infatti i pub chiudono, ma con i clienti dentro! Nel senso che vendono da bere fino al mattino ma non fanno più entrare nessuno, quindi a mezzanotte se si è ad Inverness bisogna ricordarsi di non uscire dal pub per fumare una sigaretta. La notte prosegue con la pianificazione delle mie ferie. Tutto è perfetto fino a quando non guardo i miei futuri turni: mi hanno messo due giorni in più di ferie. Mando subito sms alla capa ma dopo cinque minuti rifletto e faccio marcia indetro: lavorerò lo stesso numero di ore ma con un weekend in meno. Odio il mio essere impulsivo e il non sapere contare fino a millecinquecentottantasette, e pure due volte per sicurezza! Esco e vado a comprarmi la colazione, arrivo e vedo un piccione in vetrina e tre commessi (uno armato di scopa) che guardano il volatile con disperazione. Nemmeno fosse un'aquila reale assetata di sangue... Sembra (in realtà non sembra solo) non sappiano cosa fare, io entro li guardo, guardo il piccione, il piccione mi guarda ed esce dal negozio, io divento una star ma resto perplesso su questo paese!

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L’importanza di chiamarsi Ohio Notte assolutamente dedicata alle elezioni americane, dal lato clienti assolutamente tranquilla, a parte la 411 che sembrava una fumeria afghana (ma erano slavi, se non è multiculturalismo questo...); sono sicuro che il casino che facevano era dovuto al loro intenso seguire la diretta della BBC, ed alle varie "chiamate". Questa cosa delle chiamate mi ha sconvolto, in USA praticamente eleggono il Presidentissimo senza quasi contare i voti, dato che alcuni stati vengono ritenuti acquisiti appena chiusi i seggi e i grandi elettori assegnati a democratici o repubblicani. Addirittura in alcuni stati non si fa campagna elettorale! E poi la questione dei grandi elettori... In pratica il Presidente viene eletto da questi, non dai cittadini americani. Immagino se dovesse accadere in Italia: partirebbe l'asta pubblica per assicurarsi il voto del grande elettore di turno, con la Marta Flavi di turno a dirigere. Abbiamo davvero una mentalitĂ diversa da quella anglosassone. Se poi consideriamo che stati con diversi fusi orari chiudono i seggi alla stessa ora e quindi non tutti insieme, abbiamo abbastanza elementi per il suicidio di un giurista costituzionalista italiano. Il sito di Repubblica nel frattempo assegnava ad Obama tutto quanto era in bilico, pure il posto da custode nel mio stabile; mentre l'home page di BBC News dava Obama - Romney 0 a 0, per Repubblica erano 101 a 95! Eh si, diversa mentalitĂ ... E come chiudere la nottata se non con una brillante idea di un capo dei capi? Una conferenza al telefono. Alle cinque del mattino si decidono le sorti del mondo ed io compongo un numero di telefono, inserisco un PIN e mi trovo connesso con tutti gli alberghi della catena presenti a Londra Ovest, parte quindi un delirio con gente che si presenta, parla, non capisce una sega e ascolta un grande capo. Cosa abbiano detto mica lo so, io aspettavo la chiamata della Virginia

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Una sola notte ...e sono in ferie. In questo 7 novembre che vide due eventi epocali come la Rivoluzione d'Ottobre e la nascita di Giggirriva, vado al lavoro con animo sardamente bolscevico. Arrivo e la solita polacca mi fa capire perché il suo paese si sia storicamente fatto spartire da chiunque, e più volte. Il cliente della 303 (uno dei clienti fissi dell'albergo) è stato spostato, causa guasto tubature, nella 304, solo che non lo sa. Arriva e candidamente mi dice "la chiave non funziona", "e te credo" aggiungo io! Meno male che è il cliente viaggiatore dell'altra notte, lo accompagno a prendere le sue cose e problema risolto. La polacca si inventa anche l'”hotel floor tourist tour”. Il cliente della 506 si lamenta che la stanza è troppo vicina all'ascensore, lei lo porta alla 503 ma il cliente si lamenta che puzza di fumo, e viene portato nella 516. Peccato che quella stanza era riservata per uno dei migliori clienti e gliel'avevo assegnata a vita. Lo dico alla collega che fa "ohhhhhhhhh" e va nella 516 a spostare il cliente nella 504 (e mettendo un po’ in ordine la 516). La prossima volta voglio farlo io di guidare i clienti, e con un ombrellino in mano. Poi il cliente della 516 non è arrivato ma alla collega non lo dico o essendo polacca inizia a invocare Gesù, Giuseppe e tutti i santi in colonna (tanto lei è polacca e può farlo). Nella notte mi viene il sospetto che la direzione generale stia battendo subdolamente cassa: sono infatti aumentate le multe per il fumare in camera (mai viste così tante), ma ad essere sinceri è anche aumentato il numero di chi fuma (a giudicare dagli aromi). Secondo me c'è qualche collega a me sconosciuto che si infiltra tra i clienti e fa il pusher sponsorizzato dell'albergo. Chiudendo posso solo citare i tre tizi che non hanno retto al darwinismo alberghiero. Citofonano che vogliono una camera, bene, gli apro. Arrivano e li vedo che fissano l'ascensore ma non ci salgono, ricitofonano, gli dico di salire al primo piano e stavolta li vedo fissare le scale ma tornano indietro dopo otto secondi, ricitofonano nuovamente e dicono che non trovano la strada, al che gli dico ASCENSORE - BOTTONE - SALIRE RECEPTION e, incredibile, arrivano! Li guardo in faccia e li accolgo con "mi spiace, albergo pieno". In realtà c'era posto per Annibale con tutti gli elefanti, ma erano in tre e volevano una doppia. Buon gulag a tutti!

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Ritorno con sorpresa Partire è un po’ morire? Ma nemmeno per sogno, morire è il tornare. E con la morte nel cuore mi reco al lavoro dopo la mia vacanza scozzese (le cui tre pagine di racconto potete trovare altrove). Al mio arrivo noto subito due cose: la prima è che l'albergo è praticamente vuoto, la seconda è che la capa mi ha ridotto le ore di lavoro, il che rende tutto molto complicato. Meno male che ho deciso di andarmene; io sono un romantico e se sto tenendo duro è per dare il finale a questo libro. Pur con albergo vuoto ecco un paio di cosette interessanti: una voce al citofono che alla mia richiesta di qualificarsi risponde "ambulanza". Bhoooooo... Arrivano in due, e sembrano usciti dalla serie TV Scrubs: lei giovane e sorridente lui di mezza età e arcigno. Sono armati di tutto punto, manco stessero partendo per la Somalia. Mi chiedono di accompagnarli nella 107. Una volta sul piano busso ma ho il sospetto la camera sia vuota, li guardo in faccia ed il dubbio li assale; che abbiano sbagliato albergo? Bingo! Sono arrivati nell'albergo sbagliato, che ha un ascensore rotto, e per lasciare l'albergo sbagliato ci hanno messo un sacco di tempo: spero fossero stati chiamati giusto per un mal di denti. La seconda nota di rilievo di questa nottata, dedicata alla programmazione del prossimo viaggetto si palesa in un cliente dall'accento assurdo e che non capisce il mio inglese. Un buon inizio. Mentre inserisco i dati leggo un cognome incomprensibile, peggio di un boero sudafricano... Mi chiede una bottiglia di vino e sei birre, e già sento odore di party per quarantenni scoppiati. Poi le birre non le vuole, poi le vuole, poi le rimetto in frigo, e mi chiede anche perché. Poi paga e per le birre non bastano i soldi, si scopre che non aveva idea del prezzo, glielo dico e fa una faccia che nemmeno un alieno alle primarie del PDL (o del PD, a scelta) sarebbe più stupito. Quindi niente birra ma seconda bottiglia di vino e se ne va, finalmente. Ed ecco il problema: mi ha talmente tirato scemo con la roba da bere che la pagina del sistema dove stavo inserendo i dati è scaduta, devo rifare tutto di nuovo. Per la Carta di credito nessun problema, ho lo scontrino che riporta il numero, l'indirizzo glielo avevo fatto scrivere, ma il nome??? Ed era pure difficile! Vabbé, per farla breve mi sono trasformato in San Giovanni Battista e l'ho ribattezzato! Speriamo non decida di chiedere la ricevuta...

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Ho forse la faccia da cuoco? La nottata lavorativa si presenta bene già dalla serata. Uno scambio di sms, in cui chiedevo alla capa la spiegazione riguardo la mia riduzione di orario, mi fa rivalutare le capacità pedagogiche di Pol Pot: lei non fa altro che ripetere che è solo per una settimana (siamo alla quarta). Non sto contando le ore per andarmene, sto contando i minuti... Arrivato in albergo trovo che la collega pazza è guarita, adesso non è più pazza ma si è solo rincoglionita (questa è una licenza poetica). Si è lasciata col tipo (quello che mi voleva fare brutto) e si è messa con uno racimolato in una chat, passando dal lamentarsi con un ritmo da catena di montaggio al cantare e saltare che nemmeno “‘na bimbaminkia sotto anfe” (altra licenza poetica, questa neoclassica). Quasi quasi la convinco a rimettersi col turco! Con la prima cliente della serata, numero di matricola 504, mi scatta l’istinto paterno: doveva arrivare ieri ma è arrivata solo oggi. Le dico che ero preoccupato e che le ho dato una buona camera anche per il futuro, tanto è una cliente abituale. Ma se la prossima volta non avvisa che tarda niente colazione. Un cliente arriva ubriaco e vuole da mangiare, dice che la policy della catena è servire cibo ventiquattro ore su ventiquattro. Si, ma la policy mia è che o mi insegnano a fare qualcosa o non la faccio. Io la gerarchia a senso unico sul posto di lavoro non l’ho mai amata. Se questi mettono nella policy che il cliente può fare il giro della città in elefante ce lo devo portare io che gli elefanti li ho visti solo in cartolina? Quello insiste, ma io sono sindacalista dentro: il cliente avrà sempre ragione ma non per questo il lavoratore deve farsi la scorta di vaselina (e a spese proprie). Cliente con “fame chimica”, raus! Arriva un cinese strafatto di coca ma fuori taglia (di solito i cinesi strafatti sono enormi e con faccia brutta, questo sembra uscito adesso dalla centrifuga). Vuole una camera, chiede se è per due e se c’è il bagno dentro, no comment. Paga e poi va a parcheggiare, tutto di frettissima. Torna e dice che la ragazza non vuole venire in albergo (dove voglia venire non indago) e chiede il rimborso. Mica ho scritto ONLUS sul bicipite! Caso girato per la manager domani e cliente spedito tra i pericoli della notte londinese, mamma mia come lo vedo male questo... Coppietta di ragazzetti. Arrivano e chiedono la camera, dico il prezzo e che se pagano in contanti serve il documento. Si ricordano che devono parcheggiare e corrono via dicendo di tenere la camera (si, certo. Alle due di notte di mercoledì 21 novembre c’è la coda fuori dalla porta). Si fanno tutti i piani in ascensore verso l’alto e tornano disperati, chiedendo come si scende. Presumo premendo l’unico tasto che non hanno schiacciato. Vanno, tornano. E si dimenticano il portafoglio in macchina, via di nuovo (stavolta premono lo zero con fierezza). Tornano di nuovo e finalmente possono andare a guardare i cartoni animati nella 201. Vedo male pure questi, ma almeno si divertono, il cinese invece sarà già finito in qualche pilone della tangenziale. Al sesto piano nel corridoio c'è una sedia a rotelle elettrica, attaccata alla prese della corrente per ricaricarsi; al prossimo giro di controllo mi aspetto di trovare una scuderia di Formula Uno pronto per il pit stop. Al momento del check out ho scoperto che nella 614 c'era Mr Bean, era identico. E mi ha fatto pure la domanda da Mr. Bean: "per uscire mi serve la chiave?" Avrei dovuto rispondergli "Si. Ma poi devi rientrare a riportarmela". 44


Essere sé stessi, questo il problema. (Divagazione personale) Con la capa siamo arrivati ad una sorta di resa dei conti, e come ogni volta quando discuto con un integrato ne esco con le ossa rotte. Siamo due persone per niente pazienti e pronte all'attacco più che alla riflessione (il che non aiuta), ma lei dalla sua ha il sistema! Proprio non mi entra in testa il fatto che la funzione cancella la persona. Lei parlava da manager, io da umano. Mi ha dimostrato che la riduzione di ore era dovuta ai giorni di vacanza, non sono riuscito a farle capire che hanno segnato come vacanza pure i riposi sfalsando il tutto. E non ho risposto alla sua affermazione che i piani sono "spazi pubblici" e quindi li devo pulire io (le avevo fatto notare che erano sporchi). La prossima notte ci passo l'aspirapolvere alle quattro, vediamo cosa succede. Si è incazzata come una iena. Sarà che le ho rinfacciato di essermi fidato, a torto. Inizio a pensare di avere sbagliato a non fare il legionario, ho una mentalità da gruppo dove tutti danno il massimo ed il capo è indiscutibile, ma anche primus inter pares. Altro che l'ipocrisia del team! Mi è scappato anche di dirle che per quello che prendo di stipendio faccio pure troppo, alla fine lei ha ammesso che quell’albergo è un posto di CENSORED, aggiungendo che se voglio posso andarmene, cosa peraltro che ho già deciso di fare a breve. Come costa cara la libertà... E che triste pensare sempre di essere in torto perché si vede tutto da un’altra prospettiva.

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La fine di un amore Ma la fine vera. Non la litigata, l’insulto come sfogo di rabbia e frustrazione, ultimo tentativo di raddrizzare un rapporto ormai incrinato. La fine vera, quando ti ritrovi solo e malinconico, tranquillo ma svuotato, quando pensi che in fondo hai torto e che ora devi rimboccarti le maniche e accettare le conseguenze dei tuoi errori. Stasera in albergo mi sento così, i sistemi sono giù ed anche io non sono molto allegro. Arrivo e trovo il collega russo che a me inquieta sempre un po’, dato che parla come il conte Dracula. I sistemi sono in aggiornamento quindi non ho un tubo da fare tutta la notte, ma dopo dieci minuti arriva il primo problema: un cliente vuole prenotare una camera. All’inizio gli dico che siamo pieni poi divento buono e gli dico di prenotare on line, dato che io non avendo i sistemi non so quanto costa la camera (il prezzo varia ogni giorno). Ma il sito non funziona essendo in aggiornamento pure lui. Chiamo il russo, che dice di essere nato a Pietrogrado (dico sul serio), ma che secondo me è nato in Transilvania, non risponde (e difatti non ho mai visto un pipistrello parlare al telefonino). Altro giro altro regalo, chiamo la capa che non risponde nemmeno lei (starà sclerando con qualcuno: è il tipo di donna che se non la randelli di mazzate nei primi cinque minuti poi diventa insopportabile), quindi mando il cliente all’altro albergo (che non risponde nemmeno lui). Poi ho avuto l’idea geniale per scoprire il prezzo, ma ormai è tardi, come cantava quel francescano di Vasco Rossi. La notte passa, leggo tutto quello che c’è da leggere sulle primarie del PD attendendo inutilmente la chiamata di Tabacci all’insurrezione rivoluzionaria e, tanto per fare qualcosa, busso alla 204 per dire di abbassare la radio. Solita scenetta di gente che si chiude in bagno e porta aperta dopo mezz’ora, manco fosse la suite regale dello Sheraton di Dubai, che dal letto alla porta c’è di mezzo un campo da minigolf. Faccio la ramanzina di rito ma dopo cinque minuti è ancora noia, noia, noia, maledetta noia; ma va bene così. Per il resto la nottata scorre tranquilla, nulla da segnalare se non la capa che alle due di notte passate mi messaggia per sapere se l’ho chiamata (avevo visto giusto, stava sclerando con qualcuno), ed un cliente che mi spunta dall’ascensore in bici. D’altra parte settimana scorsa si era parlato di Formula Uno, oggi quindi si parla di ciclismo: mi sembra un’equa programmazione. Alle cinque i sistemi ripartono: correggo i danni del russo che aveva fatto il lavoro per bene stampando tutti i report dovuti (arrivi, partenze, ecc) e organizzando la giornata a venire; peccato non abbia assegnato le camere! E già che ci sono alle prenotazioni dei clienti abituali abbino camere fino a tutto il 2013, almeno sono a posto anche quando me ne andrò (sempre che i geni del male dei miei colleghi non rovinino tutto, ovviamente).

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Una notte fordista Neanche a farlo apposta la notte che ho deciso di scrivere qualcosa per il mio blog, i clienti decidono che la mia reception è un buon posto per creare code e intasamenti peggio del traffico sull’ A1 il 14 agosto, quando tutti decidono di fare la partenza intelligente intelligentemente nello stesso momento. Si inizia con la collega lungagnona (ormai la conoscete) che mi chiama alle otto di sera chiedendo se posso arrivare al lavoro alle nove, si come no, gli amici mi chiamano flash... Le concedo il lusso di andarsene alle dieci e mezza e fingo di ascoltare la sequela di scuse improbabili, dove ovviamente la causa di tutto è il marito, ma ho innestato la funzione memoria selettiva, se parlasse un dialetto stretto di Kabul Est dimenticato da secoli avrebbe su di me lo stesso effetto. Quando se ne va io bello soddisfatto apro il mio pc e mi metto a leggere un po’ di articoli sulla geopolitica del Mar Caspio, ma ci pensa il collega dell’albergo vicino a farmi sentire meno solo: prima mi chiama per chiedere se ho una stanza per dei clienti molto carini (se sono così carini perché non gli affitta casa sua?). Sistemo i clienti carini nella 618, dopo cinque minuti lo stesso richiama per controllare una prenotazione (cliente della 403), nel frattempo arrivano madre e figlia che iniziano a fare domande sul parcheggio (nemmeno le avessi accolte con “A signò ppè diqqua”), le stesse poi tornano dalla 510 perché in camera non trovano l’apribottiglie (se non sai aprire la birra con un accendino godi solo a metà). Come se non bastasse ci sono pure i clienti in differita: arriva l’ex cliente della 512 per segnalare di avere perso ieri il caricabatterie del telefono, quindi l’ex della 212 che chiede una stanza per la notte (ma stavolta finisce nella 508), sono buono e lo faccio prenotare dal bar (chiuso) dove il wi-fi è gratis, subito nel bar si infila uno armato di portatile, penso avesse il radar. Sistemo tutti e arriva la chiamata di un collega da un altro albergo, che secondo me di notte si diletta in chimica. Mi chiede se ho stanze dopodiché non capisco assolutamente un tubo se non il fatto che mi ringrazia duecento volte, dicendomi il suo nome e che posso contare su di lui se avrò bisogno in futuro. Io preparo l’elmetto da battaglia, nel caso mi avesse mandato dei kamikaze con la scusa che il suo albergo era pieno; spero almeno si presentino prima di esplodere. Poi sono arrivate le “signorine” nuove, ma mi sa ci sono i saldi... Ormai ho rinunciato al mio progetto di creare un piano a luci rosse e quindi le spargo per l’albergo, una nella 412 (domani il dodici me lo gioco al lotto) e una nella 506, andate e riproducetevi solo quando lascerete mance (ma queste stanno messe peggio di me). La serata procede a passo spedito: arriva una sciura, vestita bene ma uscita cinque minuti prima dallo zoo di Berlino, raccontandomi qualcosa che contiene le parole “rubato” e “polizia”; sinceramente non penso stia facendo denuncia sociale, e quando tenta di pagare con degli assegni di rimborso delle tasse la rimbalzo. Torna con un amico dal nome arabo e dal fare alla McGiver (si presenta con un “dobbiamo aiutarla”). Ha tutta la mia solidarietà ed infatti la mia risposta più o meno è stata: “caccia i soldi”. Il suo eroismo si smorza quando gli chiedo un documento: ritira i contanti e paga con la Carta di credito (con questa 47


forma di pagamento il documento non serve). Nel frattempo la tipa esce dal suo viaggio interiore per dire che ha vissuto sette anni ad Ortona lavorando per il Ministero dell’agricoltura italiano! Mentre lei se ne va, alla moviola, verso la 604 penso che in Abruzzo deve girare roba pesante. Il fantasma colpisce ancora: chiamo l’ascensore fermo al sesto piano e quando si apre ne esce il cliente “tanto carino” della 618. Si era dimenticato il numero della stanza (con la fidanzata dentro). E chiudiamo con il tecnico che arriva alle sei per fare il giro dei piani e controllare tutti gli estintori, contento lui contenti tutti (ma tuttavia non mi sembrava molto contento). Alla fine mica l’ho scritto il mio articolo sul Caspio...

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Tora, tora, tora! Si, sono un kamikaze. Decisamente! Nel pre-partita scambio di sms con la capa, in cui lei commette l’errore di confidarmi non essere ritenuta da me abbastanza brava come manager, mai errore fu più fatale! Parte un fuoco di fila in cui le spiego che come capa “non mi convince appieno” ma come donna... Uguale! Chiudo la conversazione, iniziata per un suo non molto gentile invito a firmare un qualcosa in albergo (dello stile “ma lo vedi il foglio o te lo devo portare?”), con una proposta di partecipare ad un corso di yoga con lei, misteri della mente umana. Non contento arrivo al lavoro e vedo il foglio (che avevo sì già visto ma non firmato in quanto dal tono polemico ed anche un po’ offensivo). Firmo, ma in calce correggo tutte le inesattezze, vediamo domani cosa succede. E per non farmi mancare niente le mando pure un altro paio di sms, facendole capire che di alcuni presunti mancati pagamenti, per i quali ha allarmato tutti i colleghi non ci ha capito una mazza. La collega prima di me ha lasciato aperto internet su Ebay, stava cercando un corpetto sexy! Si, ma conoscendola deve comprarne due per starci e soprattutto farsi spiegare come funziona (non tutti i neuroni nel mondo sono distribuiti in parti eguali). Poi ho controllato bene, anche pagine con giarrettiere hard e roba sadomaso, magari le ricerche se le è fatte la capa. Domani glielo chiedo. Per il resto il fantasma si manifesta nella 604, con il cliente che sente rumore di mobili trascinati ma sta all’ultimo piano e le camere vicine sono tutte vuote. Alla fine dice di non essere pazzo, eh bravo lo dicono tutti. Alle due e mezza di notte ho dovuto spostarlo in un altra camera, il fantasma ci stava dando dentro, sarà stressato anche lui. Poi parlando con il cliente è venuto fuori che sentiva l’ascensore dall’altra parte del piano, di cognome forse fa Echelon... Nel mio albergo c’è il november fest! O meglio, le prime tre ore sono andate via facendo la spola tra la reception ed il bar, meno male erano i clienti regolari, almeno sono simpatici. Decisamente stanotte si corre, qui tra poco si bevono anche il sapone liquido. Poi all’alba delle due di notte spunta un gruppo di spagnoli desiderosi delle loro 602, 603 e 606, più altri personaggi che arrivano in cerca di camere (in effetti fuori fa un freddo boissimo), ma visto come sono messi magari anche di autore. Ah si, dimenticavo. Si è bloccato l’ascensore con me dentro, e non avevo (come invece da regolamento) telefono e sistema d’allarme, meno male che dopo qualche secondo ha deciso di ripartire. In teoria essendo solo non potevo nemmeno essere nell’ascensore, mi mancava una birra in mano e facevo tombola! Mamma che notte, mi è pure toccato lavorare. Cose da pazzi!

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A Stalingrado non si passa! Vittoria! La capa ha ceduto. Si è arresa alle mie osservazioni in calce al foglio che mi ha fatto firmare; niente urla, niente sms incazzosi, è andata in vacanza lasciando il foglio appeso alla parete, con scritto sopra da lei a mano qualcosa del tipo: "potresti gentilmente tenere per te le tue considerazioni e non scriverle per di piÚ su fogli che andaranno archiviati ufficialmente?" Direi che è amore vero... Per il resto niente da segnalare, se non una notte tranquilla passata addestrando un nuovo collega romeno, che mi ha parlato tutta notte di macchine e orologi. Qualche check out fatto al volo in ascensore ed una tipa, evidentemente buttata fuori dalla camera dal cavaliere di turno, che alle quattro di notte chiede di chiamarle un taxi. In sostanza niente di strano da segnalare, tutto procede.

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Fino all’ultimo nessuna tregua Anche l'ultima notte prima della vacanza non mi faccio mancare niente. Arrivo e le colleghe hanno comprato una radio, notevole. La collega polacca dimostra di essere sempre più la prova vivente della ragionevolezza della Storia. Disperata, mi dice che non c'è una calcolatrice in tutto l'albergo, peccato non abbia guardato nel cassetto! Arriva poi, per la seconda sera consecutiva, un ceffo che in Italia lo metterebbero dentro per un paio d'anni, sulla fiducia; è fierissimo di avere studiato a Verona e per la duecentesima volta mi intrattiene su Romeo, ma si dimentica sempre di Giulietta. Ma il clou è il cliente della 609, arriva o sbronzo o scemo, dato che vaga barcollando e con sguardo perso. Alle due di notte suona l'allarme della sua camera, mi precpito e busso ma non vuole aprire, con scuse ridicole del tipo "non capisco" , "non vedo problemi" e altre amenità che nemmeno un profugo appena sbarcato avrebbe il coraggio di inventarsi. Lo minaccio di chiamare la polizia ma niente, allora entro nonostante una timida resistenza dietro la porta. In poche parole ha smontato l'allarme antifumo per apprestarsi a fumare con la sua amichetta che trovo in camera, ma vestita. Ha una faccia talmente da scemo che riesco giusto a fare la ramanzina. L'amica si dimostra degna di lui quando più tardi mi arriva disperata nella reception cercando la porta per uscire. Comunque più tardi arriva una seconda amica. Ma dalla facce presumo che qualche pappone abbia aperto un discount, oppure c'è qualcosa sotto... Altro cliente spostato per via di rumori sospetti e strani: il fantasma è in piena forma, non vuole me ne vada in ferie. Se invece i rumori sono dovuti all'unico ascensore funzionante che “saluta il pubbico ed esce di scena” sono felice di andare in vacanza. Arriva mattina, esco felice dal lavoro pensando solo al mio volo e... nevica che Dio, o chi per lui, la manda!

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Rientro in albergo Appena tornato dalle ferie telefono in albergo e mi dicono che ho due giorni di riposo in più e già mi preoccupo per i soldi, arrivo al lavoro e scopro che in compenso dal 22 dicembre al 2 gennaio avrò solo un giorno di riposo! Il primo giorno è sabato e mi aspetto calamità naturali e innaturali ma, incredibile, tutto tranquillo. Quindi per movimentare la situazione mi dimentico la password di accesso ai sistemi. Per il resto niente da rimarcare se non una ragazza che arriva a notte fonda in compagnia di un brasiliano e, nel solito siparietto sulla mia italianità, mi dice di essere stata a Bari. Mi fermo, alzo gli occhi, la guardo e le chiedo: "famiglia o business? A Bari non ci sono turisti". Il suo sguardo è stato altamente eloquente. Da segnalare solo la mia quasi perdita di controllo verso un tipo che stava per finire molto male. Rumore in una stanza, entro e sono in sette. Uno fa il brillante ma faccio finta di niente. Torno dopo cinque minuti e disperdo il fastidioso gruppetto per le strade della notte londinese. In stanza rimangono il brillante, uno anonimo e una tizia. Il brillante non smette di brillare mentre l'amichetta ride, al che fisso lo sguardo sulla faccia dell’aspirante comico, muso contro muso, e gli dico semplicemente "you idiot, shut up!" L'amichetta cambia faccia, arriva e mi chiede cosa ho detto, risposta: "ho detto che il tuo amico è un fottuto idiota", e me ne vado. Più tardi la tipetta arriva docile come un agnellino a chiedere se può avere un cuscino, gliene dò due! Continuo a stupirmi delle reazioni degli inglesi, sono davvero dei bambini. In Italia mi sarei trovato in un pilone di cemento. E comunque io stesso per ripicca avrei almeno fatto partire l'allarme antincendio. Tra meno di due settimane basta albergo, io tendenzialmente felice.

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Anche i portieri nel loro piccolo si incazzano Continua il periodo nervoso, spero che questi ultimi dieci giorni passino in fretta o qualche cliente lo accoppo sul serio. Arrivano due ragazzini a chiedere una stanza, dico ok. E quello scemo (era la tipica coppia scemo e pesce pilota) parlando al telefono per i fatti suoi mi chiede il numero della stanza; e santa madonna lasciami finire, no? Quello continua con la storia del numero della stanza e se ne esce dalla reception, a questo punto avviso il socio che da lì a cinque minuti la stanza se la sarebbero sognata. Torna lo scemo e ancora vuole sapere il numero della stanza. Chiedo per quante persone vuole tale stanza e mi risponde tre... ahi ahi ahi. Stanze da tre col piffero che le vendo di notte, che poi mi tocca correre a recuperare tutto il "bedding", e di sicuro non le vendo a due che promettono casini. Quindi niente, mi spiace ma le stanze da tre sono finite. Lo scemo si pensa furbo e adesso la vuole da due. Siccome non ho scritto pirla in faccia, spiego che lui la prende da due poi arrivano gli amici e quindi a me tocca controllare, chiamare la polizia e mandarli via. Molto meglio che se ne vadano subito. Lo scemo allora si crede furbissimo e chiede alla collega di fianco a me una stanza da due. Mi girano leggermente le palle, e gli dico semplicemente "please leave the hotel", al quale segue un meno gentile "man, go out!". Lo scemo non demorde e insiste nel siparietto che vuole la stanza per due, in più inizia a fare battute sul mio inglese facendo finta di non capirmi. DETTO FATTO: passo dall'altra parte del bancone, gli punto gli occhi negli occhi e gli ribadisco il concetto che deve andarsene. Il pesce pilota capisce l'antifona e si porta via lo scemo ancora intero. Tempo cinque secondi e partiva una craniata (questo era anche alto giusto, quello di ieri non ci arrivavo). Poi magari avevano ragione loro e la mia scelta "selettiva" di clientela non è molto british, ma oggi il fumo gira così ed io devo sopravvivere. Meno male che a risollevare la nottata arriva la donna mito. Coppia con lui che fa le battute e lei che ride ma comanda. Lui fa il saputello ma simpatico, mica come quello di ieri della 511, gli dò la chiave della 508 e siccome uno dei due accenna alla visuale della città chiedo alla ragazza se vuole una camera lato città o lato parcheggio, a questo punto lei dà una risposta che farebbe innamorare chiunque: " voglio un letto!". Poi vogliono da bere, e ne nasce il seguente dialogo: -io: il frigo qui è vuoto ma c'è altra roba al bar -lui: ma il bar è chiuso -io: ed io lo apro -lui: cosa succede se lo apri? -lei: succede che è aperto! c'è sempre un buon motivo per non suicidarsi...

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Un Natale da ricordare Quale posto migliore dove passare la notte di Natale se non l'albergo dove si lavora? Io aspettavo Santa Claus ma invece è arrivata una coppia di cinesi dalla 304, lamentandosi che il wi-fi non funzionava, qualcosa vorrà pur dire. Mi hanno talmente centrifugato le palle (figura retorica alquanto sofisticata) nella loro gentilezza ottusa e insistente che ho rimpianto la buon'anima di Mao, lui avrebbe saputo cosa fare. Probabilmente piazza Tiennamen è stata la risoluzione di una class action. Comunque quando sono arrivato al lavoro la collega nera era sclerata perché ha dovuto sorbirsi i reclami generati dalla collega bianca, alla faccia della convivenza interrazziale; si sa a Natale sono tutti più buoni. Nella notte arriva una coppietta che finisce dritta nella 612, dopo un avvio promettente lei nel cuore della notte parte con una crisi di pianto; più tardi trovo lui sul piano che vaga alla ricerca dell'ascensore, ogni crisi di pianto ha una ragione. In confronto la coppia di geni della 502, che la sera prima mi ha smontato l'allarme antifumo perché lampeggiava e dava fastidio può ambire ad un nobel a caso, direi quello per la sicurezza sul luogo di lavoro, il mio... Ma il tocco di classe arriva con la 204. Citofona uno che deve andare in quella stanza, bene. Dopo un istante esce dall'albergo, ricitofona e mi dice che per arrivare alla 204 c'è una porta, ottimo. La notte dei geni, Babbo Natale deve avere distribuito neuroni direttamente dalla slitta. Il problema è che il tizio non conosce il nome della cliente della 204, perfetto. La chiama e nemmeno lei conosce il suo stesso nome. Penso sia il peggior contatto clienteprostituta degli ultimi cinquecento anni. Quindi lei deve venire a recuperarsi il giovinotto, passa un tot di tempo, lui la chiama tre volte e lei non arriva. Scene surreali con lui che al telefono chiede a lei: "dove sei?", lei che risponde: "al secondo piano"; lui felice come una Pasqua (a Natale): "arrivo", ma subito torna giù, e richiama: "ma in quale albergo sei?". Dopo circa un'ora (e la distanza di un piano) finalmente la tipa arriva e si raccatta il cliente, che quando più tardi se ne va è pure contento. Al mattino tragedia, arriva la capa che dall'alto della sua inflessibilità ha concesso le ferie a tutti finendo per lavorare lei. Io mi dimentico che a Natale NON ci sono mezzi pubblici e mi ritrovo alla fermata del bus, sotto la pioggia, con la prostituta della 204! Parliamo un po’ dopodiché lei “svolta”, dato che le suona il telefono; quindi cliente, quindi si fa portare a casa. Io torno in albergo e per fortuna la manager ha diviso il suo turno con un’ altra collega. Devo aspettare solo quattro ore poi posso avere un passaggio a casa. Fuori piove ma l'ultima ora di attesa la passo in strada a fare un giro, non c'è nemmeno mezzo negozio aperto. L'unico lo trovo davanti al commissariato, chissà perché i poliziotti li trovi sempre dove si mangia e si beve. Arriva la collega che mi deve dare un passaggio presentandosi su di una Mercedes modello Kompressor, che dice essere del suo ragazzo bulgaro. Adesso mi chiedo: o chi arriva dall'est a Londra ha sconti per acquistare macchinoni oppure il business è fiorente. Sta di fatto che come mi ha detto doveva trovare un benzinaio mi sono fatto scaricare, facendo l'ultimo chilometro a piedi. La benzina ad una con quella macchina non la pago nemmeno morto. Ed adesso altra nottata, il che significa andare al lavoro a piedi, in sole due ore al buio e con la pioggia. Ho sempre amato il Natale! 54


L’uomo è una bestia, ma la donna pure Ultimo venerdì notte senza particolari sussulti, ma con una scena triste e antropologicamente interessante che fa riflettere alquanto, in realtà le scene su cui riflettere sono più numerose dei flirt di una consigliera regionale del PDL. Arriva una coppia e chiede una camera, lei bruttina tirata a lucido ma consapevole dei propri limiti, insomma il tipo di ragazza non brutta ma non bella, che punta sulla simpatia e qualche dote nascosta (sempre a pensare male voi, magari la dote nascosta è un record mondiale di velocità in taglio del laminato); lui tremendo col suo look finto alternativo, che se ti porto dove so io i tuoi braccialettini con i teschietti scappano da soli, capelli copiati da qualche boyband finto punk e guantini di lana. Diamogli sta camera, ma... il pagamento sulla Carta di credito non va a buon fine, lui riprova e di nuovo fa cilecca, oh my god! Lei non fa un gesto per tirare fuori il portafoglio, lui guarda ebete al che suggerisco un bancomat, lui parte in quarta e lei resta con me. Si siede su una sedia e inizia a sbuffare dicendo “al massimo aspetto cinque minuti”, che poi diventa “al massimo ne aspetto dieci”, alla mia risposta “una ragazza non deve aspettare” lei mi fa uno sguardo e capisco vorrebbe la situazione fosse diversa. Di minuti ne passano quindici, e nella telecamera a circuito chiuso un ubriaco cerca l’allineamento dei pianeti per infilare la chiave magnetica nella porta d’ingresso. L’ubriaco e l’uomo inutile arrivano insieme e quest’ultimo tira fuori cinquanta sterline, ma la camera ne costa cinquantadue; qui inizia ciò che nessun uomo di buon senso vorrebbe vedere: il finto punk inizia ad estrarre monetine dal portafoglio per arrivare a due sterline mentre io e l’ubriaco lo guardiamo provando pena, io in più guardo la tipa come a dire “ma chi minchia ti porti in albergo”, al che lei risponde con uno sguardo che dice “lo so, hai ragione ma non dire niente”. Intanto il disperato alternativo con lentezza esasperante estrae una monetina alla volta finché... le finisce! Si gira verso la tipa e fa: “non hai mica settantacinque centesimi?”, lei inorridisce ma subito entra in campo l’ubriaco, che da vero signore estrae una sterlina e la getta sul bancone (applausi). L’uomo inutile ringrazia, la tipa si vergogna giusto per otto secondi netti e poi si fiondano nella 510, alla faccia della dignità. Ed a me resta l’ubriaco! Che non si ricorda né numero della stanza né nome della prenotazione. La chiave non viene letta dal sistema identificativo, allora provo a fargli scrivere qualche nome al quale potrebbe essere intestata la prenotazione stessa, ma niente, suggerisco allora che potrebbe essere un cliente dell’albergo vicino, lui farfuglia qualcosa e parte nella notte. Lasciandomi col dubbio che le chiavi dei due alberghi aprano entrambe le porte di ingresso, mentre l’ubriaco, per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere arrivato a Liverpool a piedi. Poco dopo accade qualcosa che mi lascia perplesso. Mentre sono impegnato con un cliente suona il citofono, e una voce maschile mi dice che la chiave non funziona. Essendo preso non sto troppo a controllare e apro. Dopo qualche minuto nei monitor vedo due che corrono fuori dall’albergo; porca pupazza questi avranno fatto disastri immani. Vado a 55


controllare già temendo di tutto. Controllo ovunque possano essere arrivati: le scale, l’atrio e pure i magazzini. Niente, l’unico danno che hanno fatto è stato lanciare contro il muro il cartello che indica di stare attenti al pavimento bagnato (rompendolo, si certo), non ho parole! Non hanno nemmeno fatto la pipì in giro, e men che meno fatto scattare l’allarme antincendio (che poi è l’unica davvero mi interessi non accada). E questi sarebbero teppisti? I ragazzi della 105 mi hanno imposto una nottata zen, giusto per evitare di sporcare di sangue i pavimenti, visto come vanno le cose qui prima di arrestarmi me li avrebbero fatti pulire. Arrivano in due con un sacchetto di bottiglie e chiedono una stanza. Non ho nemmeno fatto finta di credere che era per loro due, nulla contro gli omosessuali alcolisti ma non erano credibili, e siccome uno dei due lo conoscevo di vista - e mi ricordavo che era un casinista tranquillo - gli trovo una stanza in una zona dell’albergo dove possano non fare troppi danni. Dopo due minuti becco nel corridoio gli altri due soci che mi dicono “stiamo solo due minuti, onestamente”, ecco quell’”onestamente” mi ha davvero fatto girare le palle ad elica (ormai nemmeno più sottolineo che si tratta di francesismi), tanto da rovinarmi la nottata e pure il giorno dopo. Li guardo con moderata commiserazione e fingo di crederci. La notte scorre con la 105 non troppo molesta fino al mattino, quando a fine turno esco e becco uno della seconda coppia di amici che piscia sull’uscita di emergenza dell’albergo. Mi girano alquanto (di nuovo) e prendo quello che conosco e gliene dico una sfilza, dato che gli ho pemesso di stare in camera in quattro (e l’unica ragazza mi sa si è divertita) pretendo conoscano cosa significhi la parola rispetto. Quello chiede scusa più volte e io me ne vado con una faccia che era chiaro fosse meglio starmi lontano.

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La febbre del sabato sera Ma forse sarebbe meglio dire l’idiozia del sabato sera. Ultimo sabato di lavoro e come voi tutti speravate (io meno) non è stato avaro di “imprevisti”. Innanzitutto va sottolineata la novità introdotta dal management (stavolta la capa non c’entra, si tratta di capi più capi): il venerdì ed il sabato il bar dell’albergo rimane aperto fino alle tre di notte. Due secondi per riflettere sulla genialata, uno... due... ok, ve lo dico io. Significa che chiudendo i club alle due e mezza, tutti quelli che escono sbronzi possono diventare ancora più sbronzi, conoscendo nuovi amici sbronzi, disperdendosi poi tra i piani dell’albergo tutti assieme e sbronzissimi. Che bel quadretto idilliaco, vero? Ed infatti è ciò che è successo nella notte appena conclusa. Ma partiamo dall’inizio. Il cliente della 208 arriva a lamentarsi cordialmente di un party nella 206, camera alla quale tra l’altro avevo appena detto di smettere di fare casino. Vado nella 206 e trovo due coppie costituite da due bionde tipicamente inglesi e intelligenti come un paracarro (chiedo scusa all’arredo stradale), più maschio medio inglese sbronzo e dall’aria intelligente quanto i soldi fatti vendendo ghiaccioli agli orsi polari, il quarto per fortuna sembra essere il boss del gruppo, meno inglese e meno stupido. Dialogo: Io: “Siete in quattro e la camera è per due”, Loro, geniali: “si ma abbiamo due stanze”, Io, puntualizzante: “benissimo, due e due, non quattro in una” Loro, il cliente ha sempre ragione: “ma noi abbiamo pagato” Io, buddhista: “si ma fate casino e se non andate in due nell’altra stanza chiamo la polizia” Loro, impunemente: “ma noi non stiamo facendo casino” Io, versione SS: “tra dieci minuti torno e controllo, poi vi caccio” Di minuti ne faccio passare quindici, torno alla 206 e sembra di essere a Ibiza, busso e apro. Io, un killer: “ok, scegliete, o lasciate in due la stanza o lasciate in quattro l’albergo” Loro, iniziando a capire: “ma noi...” Io, e tutti i diavoli dell’inferno: “adesso!” Il tipo stupido chiama la fidanzata bionda, era quella più bionda, e se la porta nella 204. Dopo dieci minuti sono tutti e quattro al bar a continuare il loro party e fare un casino assurdo, ma il bar non è mia giurisdizione. Va detto che mentre “conversavo” con i quattro candidati al nobel ho bussato, già che ero in zona, pure alla 201; prevenire è meglio che 57


curare. Da quest’ultima camera spunta la testa di una vecchia conoscenza est europea. Infatti è un fidanzato, protettore, sa il cielo d’Irlanda cosa, appartenente al giro rumeno. Saluti, stretta di mano, poi mi fa: “hai sbagliato, è l’altra stanza che fa casino”, gli rispondo: “loro sono già sistemati, buona notte”, e lui: “buona notte”. Nel frattempo l’altro albergo è in mano ad un collega che continua a mandarmi clienti perché quell’albergo non ha più camere libere, e per giunta sbagliando ogni procedura possibile (a fine nottata saranno cinque check in in più fatti per questo motivo); ovvi i miei insulti telefonici, nonché la promessa di un rapporto alla mia capa. Io di mio accetto chiunque suoni alla porta (e sono altri sei check in), compresa una coppia di vecchietti arrivata da non so dove che chiedono una stanza familiare, e dicono qualcosa a proposito di un ospedale. Siccome miracolosamente ho ancora una stanza per tre libera la coppia lievemente fuori contesto è alloggiata. Ma la notte è ancora giovane, ed infatti dal bar il collega mi chiama disperato. Deve chiudere ed uno che dalla faccia è nato per essere carne da cannone in Afghanistan o Iraq, a scelta di sua maestà, si è piazzato “lievemente” ubriaco in mezzo al locale e non vuole andarsene. Arrivo e trovo questo torello dai capelli rossi a spazzola, tatuato sul collo e con una faccia ebete, come ne ho viste poche, circondato dai due della 204/206 e dalla bionda più bionda, mentre la bionda meno bionda sta in un angolo. Per farla breve il colosso rossiccio è la tipica vittima da accoltellamento nel bar sbagliato. Rifiuto di capire cosa sia successo in precedenza ed aiutato dal meno scemo dei quattro (quello meno inglese) convinciamo il troglodita ad uscire dal bar in un modo che mi fa sentire molto mandriano, ma... vanno tutti sull’ascensore tranne la bionda più bionda che si rifiuta sostenendo che ha paura. Nel frattempo nel metro quadrato dell’ascensore il troglodita e lo scemo più scemo iniziano a discutere (si prevede rissa), mentre il meno scemo blocca l’ascensore per aspettare la bionda più bionda che non vuole entrare. Come se non bastasse scoprono di essere tutti sullo stesso piano (si prevede un macello). Devo intervenire: schiaccio il pulsante dell’ascensore, ed avverto che la bionda più bionda sale sull’altro, così il gruppetto è spedito via. Chiamo l’altro ascensore, arriva e ci infilo dentro la tipa. Poi mando me al secondo piano in ottica di peacekeeping (ma prima indosso il sistema di allarme che del “target per proiettili ambulante” mica mi fido). Arrivo e sono tutti in piedi in mezzo al piano, adesso amicissimi, a fare un casino infernale. Mi piazzo tra loro e, letteralmente, pronuncio le seguenti parole: “voi nella vostra stanza”, indicando la 204 “voi nella vostra”, indicando la 206 “e tu nella tua”, indicando nel vuoto Adesso sono pure vigile urbano, ma resta il fatto che stanotte gli altri clienti del secondo piano spero siano baciati da qualcuno perché dalla fortuna non lo sono di certo. Sono sconvolto, il mio intervento funziona, ed il tipo meno scemo mi fa pure i complimenti e mi vuole stringere la mano. A questo punto mi rendo conto di avere detto alla sua ragazza la 58


stessa frase di sei mesi prima, e lei mi ha risposto allo stesso modo! Un paio di secondi di sbigottimento e torno alla reception; anche questa è andata. Finita? Nooooooooo. Perché il rosso e lo scemo più scemo, ormai amici per il neurone, tornano alla carica e vogliono entrare nel bar ormai chiuso dicendo che devono andare a trovare Alex (il collega barista). Qui siamo a livello di Asilo Mariuccia (espressione tipicamente milanese), ed infatti la risposta è allo stesso livello: “Il bar è chiuso e Alex deve andare a casa”, se ne vanno... Aggiungiamo che la bionda più bionda arriva un tot di volte in reception con un pigiama monopezzo leopardato, prima a chiedere una chiave essendo rimasta chiusa fuori, e poi cercando i suoi amici. Sono paziente e le dico solo di stare all’occhio dato che avrei ucciso il suo ragazzo. Vi piacerebbe la nottata fosse finita? Invece ci sono ancora un paio di cosucce carine. Tra cui un tipo che sembra la pubblcità progresso inneggiante alla sbronza felice. Cerca la fidanzata (che non risponde al telefono) ma non sa in che stanza sia, né quale sia il nome della prenotazione (come sempre). Sostiene fermissimamente che lei si trovi al secondo piano. Per scrivere il nome della fidanzata chiede poi consiglio a me sullo spelling! È commovente come cerca in tutti i modi di ricordare (anche con ampia mimica) l’ordine in cui le lettere si mischiano componendo il cognome della sua amata. Poi cerca su Facebook e scopre come si chiama; ci tiene moltissimo a mostrarmi la foto di due ragazze, dicendomi continuamente che la sua fidanzata è quella con i capelli neri, non la bionda. Purtroppo i potenti sistemi del mio albergo non permettono ancora di avere una foto segnaletica associata alla prenotazione, quindi niente. Lui capisce, si scusa per la voce roca (dello stile “ho venduto due polmoni”) e prende un caffè alla macchinetta, quasi tornando lucido quando vede il prezzo. Se ne va poi sorridente, facendomi gli auguri di buon anno un numero di volte che mi copre per le prossime due reincarnazioni. Passano cinque minuti e noto l’ascensore ancora fermo, apro le porte e trovo il socio che fa una faccia assurda e mi dice qualcosa del tipo “bloody hell, wasn’t I going?” e io, “No”, schiaccio il tasto del piano terra e aggiungo “adesso si”. Infine da segnalare i clienti della 515 che mi piazzano nella hall una quantità di valigie che meriterebbe lo status giuridico di campo profughi (bambino in carrozzina compreso), proprio mentre devo lavare i pavimenti. Non mi spiego come abbiano tra l’altro fatto a darmi le chiavi per il check out e tornare poi sul piano, avranno scardinato la porta. Ultimo ma non ultimo, un tedesco che arriva con la ragazza alle quattro del mattino, vuole la camera. Benissimo! La Carta di credito non prende il pagamento, meno benissimo. Riprova, niente da fare. Interviene la tipa e mette dei soldi sul tavolo, proviamo la carta per la parte rimanente. Funziona! A loro la 506, a me le dieci sterline di troppo, piovute sul bancone in una danza infernale di Carte di credito, scontrini e contanti. Mancia dovuta e buonanotte!

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Tattica e strategia Notte tranquilla ma è quella prima di Capodanno. La situazione rischia domani di essere drammatica (per me). Albergo già quasi pieno e non oso pensare a cosa mi possa accadere nel caso in cui metta, alle undici di sera, un cliente su un taxi per spedirlo in un altro albergo chissà dove. Nel caso ricordo di avere già indicato quali sono le mie disposizioni testamentarie. Fitto scambio di messaggi con la capa (che saggiamente si è messa oggi di riposo mentre la vicecapa è direttamente in ferie) per pianificare le misure di controguerriglia; perché i clienti sono subdoli e si infilano dappertutto, come Vietcong! Nella notte ampie letture interrotte solo da un francese con la faccia da francese che cerca degli amici, sapendo solo che l'albergo dove alloggiano è vicino al supermercato. Gli faccio caricare l'I-Phone, così almeno chiama l'amichetto. Mi dice poi che l'amico è in stazione e sta arrivando con tutti i dettagli, quindi esce. Francese mai più visto, pace all'anima sua... Al mattino istruisco i colleghi lasciando sul muro il piano di battaglia, illustro alla collega del mattino trucchi e trucchetti per uscire indenni (si spera) dalla campale giornata, e vado a farmi una colazione come si deve: bacon, salsiccia, fagioli, uova e patatine. Potrebbe essere l'ultimo desiderio del condannato. Anzi no, se possibile l'ultimo sarebbe di fare un tuffo nel passato e rivedere un attimo l'Operazione Leone marino, giusto quel tanto per renderla efficace!

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Capodanno col botto, il mio Ma poteva andare molto peggio. Con il passare delle ore sale la tensione in vista della nottata. Sono una persona sensibile, quindi rifletto se dotarmi di arma da fuoco ma prevalgono considerazioni economiche. Il bus che mi porta al lavoro non è per niente rassicurante: ad ogni fermata salgono orde di ragazzetti ubriachi; il quadro è drammatico con tipi che cantano a squarciagola, gente già collassata e ragazzine, che probabilmente non vedranno mai il nuovo anno, attaccate a bottiglie più grosse di loro. Ed ogni fermata fornisce nuova linfa a questa melma, ma in fondo sono ragazzi, devono divertirsi... L’arrivo in albergo non va certo meglio, dato che la hall (sia dentro che fuori) sembra un documentario sui bassifondi di New York, ma con accento più british. Per quello detto sopra mi stupisce alquanto il sorrisone con cui la collega dotata di abbronzatura naturale mi accoglie, sembra quasi contenta come Fiona May ai tempi d’oro, solo più bassa e meno italiana. Incredibile, per una volta tutti hanno fatto la loro parte e le cose sono andate come dovevano: il piano di guerra ha funzionato e mi sento un po’ generale Rommel, ma meno nazista. Il primo passo è fatto: non ci sono clienti in eccesso da spedire altrove, e questo mi risolleva dato che, come già detto, il pensiero di spedire chissà dove un cliente la sera di capodanno - facendolo festeggiare col tassista - un po’ mi inquietava. L’ora che trascorre dalle undici a mezzanotte è un’oasi di pace e tranquillità, l’albergo è silenziosamente vuoto ed io posso tranquillamente dedicarmi alla compulsività, dato che fino a mezzanotte devo tenere bloccate le prenotazioni fatte sul sito, visto che di camere me ne sono rimaste due. Tra un refresh e l’altro arriva il 2013 e lo scoccare del nuovo anno mi vede guardare i fuochi d’artificio (pochi) dal buio del bar chiuso, mentre la gente è ancora in coda per entrare nel famigerato club. Come scatta l’ora x (ma potrebbe anche essere y, tanto loro non ci fanno caso) scattano tutti come tarantolati felici sul loro marciapiede, mentre i lampeggianti di polizia o ambulanza illuminano la paradisiaca scena. Io per conto mio entro in fase riflessiva pesante del tipo: “cosa stiamo andando? dove stiamo facendo?”; se poi si aggiunge che sulla scrivania i miei due libri sono uno sulla Corea del Nord e l’altro sulla Cambogia di Pol Pot, direi che l’anno vecchio muore con le mie ultime speranze di integrazione sociale. Ma il tempo per i sentimentalismi dura poco dato che, complice la pioggia, e pure tanta, a mezzanotte e mezza cominciano i rientri in albergo; nonostante nei giorni scorsi avessi sperato in una tormenta di neve che paralizzasse Londra. Il primo giro di controllo va incredibilmente bene, nessuno fa casino (la maggior parte delle stanze sono vuote) e l’unico problema, ma non mio, è il quarto piano che vede sul pavimento una quantità di rifiuti degna di uno sciopero nazionale dei netturbini. Ho già capito che la nottata vedrà questo piano come protagonista, ed infatti... La notte prende vita! Come ho scritto alla capa che faceva gli auguri e mi chiedeva come andasse: “all fine but maybe later a better nightlife”, in realtà ho anche tentato di convincerla a scrivermi quando era sbronza con 61


l’intento di farmi portare qualche bottiglia di alcolici a scelta (sua, pur temendo i suoi gusti), ma questa è un’altra storia... Le prime scenette di vita dell’anno nuovo sono regalate dalle telecamere, e vedono protagoniste due ragazze, delle quali una scalza, sbronza al punto da cercare un centro di gravità permanente oscillando come un derviscio e inzuppata d’acqua; insomma una sorta di mocio Vileda, ma meno sexy. Le due salutano due tizi ed entrano in albergo, poi escono dall’albergo e parlano con i due tizi, poi salutano i due tizi ed entrano in albergo, poi escono dall’albergo... il loop è interrotto da uno dei due che si avventa verso una delle due, quella meno Vileda, ma con mio sommo stupore si ferma sulla soglia della porta come se fosse all’opera un sortilegio vodoo, e prende a pugni la porta, povera proletaria incompresa. Le tipe si dirigono al quarto piano, tutto torna e l’entropia regna sovrana. Il quarto piano, in particolare con le stanze 415 e 411, diventa di diritto membro dell’asse del male sovrastando anche l’Iraq di Saddam Hussein, e probabilmente, dato il numero di persone che nella notte fa su e giù da scale e ascensore, viene aperto un minimarket i cui gestori potrebbero inaugurare a Scampia una laurea breve in management. Qui devo ammettere le mie responsabilità e fare mea culpa, o lo spirito di Savonarola perseguiterà i miei sogni in questa vita e pure in quella che ho già prenotato dopo. Sono arrivato all’ultima notte dell’anno con la certezza che sarebbero accaduti fatti mitologici, probabilmente conosciuti solo da pochi mistici, e con addosso una stanchezza ormai devastante. Questo ha fatto sì che la mia soglia di tolleranza fosse molto alta, forse pure troppo, predisponendomi ad intervenire chiamando la polizia giusto in caso di episodi violenti come risse o messe nere con sacrifici umani. A conti fatti, e visti i reclami del giorno dopo, forse avrei potuto gestire meglio quelle due stanze ma non si piange sulla frittata versata... C’è comunque da dire che a me fa un po’ incavolare la gente che non protesta e reclama dopo, magari via mail. Generalmente la scusa è che hanno paura ad uscire dalla camera, io la trovo una “spersonalizzazione del reclamo” che la dice lunga sui tempi in cui viviamo. Se io fossi stato il cliente della 413, strategicamente posta tra la 411 e la 415 penso avrei vinto un paio di condanne per strage. Ma tant’è, resta il fatto che in quelle due camere erano talmente tanti che penso per una notte di essere stato un funzionario anche del consolato giamaicano, a breve mi informerò a fini previdenziali e pensionistici. La notte procede con la comparsa di svariati personaggi, tutti in qualche modo gravitanti intorno al quarto piano. Ci sono due gemelle ciccione tirate a lucido, dando dimostrazione che anche l’insaccato ha un suo marketing, che finiscono poi con l’organizzare un party fuori dalla porta dell’albergo, giuro che ad un certo punto guardo nelle telecamere e vedo una massa di gente, ma fuori! Poi il tipo della 609, una sorta di Flash Gordon tossico, che ad un certo punto arriva sparato e apre la porta dell’albergo spalancandola con le mani invece di usare la chiave, questo è molto male e vado in camera sua a minacciarlo che se accade di nuovo chiamo la polizia, il rischio è infatti creare un precedente che se dovesse diffondere quest’usanza farebbe diventare tutto un pochino problematico. Già un altro l’ha

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infatti imitato dopo cinque minuti, ma per fortuna il gesto non si è fatto tradizione popolare. Curioso episodio con una coppia che arriva dicendo che un amico gli ha prenotato una camera. Controllo e la camera mi risulta con già il check in fatto, questi non sanno l’indirizzo della prenotazione e se si tratta di un omonimo finisce male, per me. Quindi vado nella 111, busso ed entro. Praticamente l’amico è arrivato, ha usato il bagno e se ne è andato. A loro interessa solo che il letto sia intatto, quindi gli porgo la chiave e gli auguro buona procreazione. Come se non bastasse il telefono non tace, è il collega dall’altro albergo al quale, come ogni volta, devo fare il cazziatone. Praticamente il simpatico collega mi sta mandando clienti vedendo sui sistemi che ho tre camere libere, rinuncio a spiegare che quelle camere non esistono e sono frutto di magheggi grazie ai quali tutti i clienti riescono a stare nell’albergo, secondo una logica non cartesiana. Quindi gli dico che i sistemi sono sbagliati e lo saluto. Breve pausa di riflessione su quanta gente è completamente strafatta di droga (il primo che fa dei distinguo sulla cocaina lo meno, avvisati); dei mostri che neanche Tim Burton riuscirebbe a immaginarseli. Ma mi rituffo subito nelle danze. Questa volta il piano “vivace” è il terzo, ma con danni limitati. Infatti la notte prima ho sistemato un gruppo di amici, con tre stanze prenotate, in un angolo del piano. La scelta è risultata vincente dato che le tre camere pur essendo rumorosissime si disturbano a vicenda, coinvolgendo anche un paio di camere vicine ma era previsto; nel fare delle scelte a volte bisogna essere cinicamente darwinisti. Vado dalla 302 per dirgli di tenere la porta chiusa e trovo uno che mi dice che la camera rumorosa è quella davanti, la 304, mentre una tipa in bagno presa da improvviso attacco di affetto abbraccia la tazza del bagno. C’è anche uno “lievemente” ubriaco che mi fa gli auguri di buon anno. Va detto che TUTTI gli ubriachi fanno gli auguri, che sia Natale o Capodanno; alla fine si sbronzano quasi come fosse una missione, non per frustrazione, il che è preoccupante dato che l’assenza di disagio nel bere significa, secondo me, che il sistema ha vinto. Ma lasciamo stare... Mando l’ubriaco della 302 nella 304 promuovendolo a messaggero, e lui per fare bene il suo compito entra nella 304 urlando di fare silenzio! Col passare del tempo ho un’idea geniale: creare una sorta di campo profughi per clienti silenziosi. Radunarli, metterli tutti su un pullman e deportarli in un altro albergo, sono un genio incompreso. Accade poi un imbarazzante qui pro quo con la 204: c’è una donna che urla, ma urla, proprio urla. Dato che poi fare i report per la scientifica è noioso decido di assicurarmi sia tutto a posto. Busso, ribusso, e mentre io urlo “posso entrare?” lei urla “si” (forse con qualche i in più). Entro e non ve lo dico neanche, peccato che lo spettacolo non valesse il prezzo del biglietto, e fosse di qualità abbastanza bassa dato che la ragazza non era nemmeno completamente nuda (chi tromba col reggiseno andrebbe scomunicato). Chiudo la porta e li lascio alla loro battaglia demografica. Voto: cinque, di incoraggiamento. Più tardi arriva il lui e ci spieghiamo, il tizio parte facendo l’incazzato e dicendo che lei è spaventata perché qualcuno può entrare in camera, ma quando io

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astutamente sottolineo come urlava lei compare un sorriso vanitoso da maschio medio. Caso chiuso. In conclusione di nottata diventa protagonista la 104, che decide di fare casino al mattino sui titoli di coda. Dentro ci sono tre ragazzini stupidelli, quando in realtà dovrebbero essere due, che si sono fatti la serata al quarto. Uno dei tre, quello meno bianco e più giallo, mentre lavo i pavimenti della hall viene a lamentarsi che in ascensore un nero e un indiano (che sembra la versione povera di Mr-T) gli avevano dato del pakistano. I tre hanno provato a coivolgermi ma è bastato guardarli per bloccare sul nascere questo insano proposito. Ad un certo punto il colpo di scena: i tre giovincelli escono dall’ascensore con la regina della lesa maestà, ossia la tipa della 510 dell’altra sera, e se la portano in camera. Qui inizia una sceneggiata degna della recita di fine anno di una scuola elementare. I maliziosi potrebbero pensare che la tipa si sia data alla pazza e multipla gioia, invece no. Al ritmo dello stereo e del mio bussare per far spegnere lo stereo, la tipa voleva pure fare le sue scelte col risultato che lei e il finto pakistano me li vedo passare venti volte davanti alla reception. Prima vanno in un ascensore e stanno fermi, apro e gli chiedo che vogliono fare, se stare al piano o meno. Loro fanno i finti tonti e vanno nell’altro ascensore, stessa scena, riapro. Si scusano e gli dico se vogliono stare tutta la notte nell’ascensore, allora mi dicono che lei vuole andare a casa e si avviano per le scale. Dato che non reggo più le espressioni che fa la reginetta low budget, ossia guardare me e poi il tipo come a dire “con chi mi tocca accoppiarmi, forse”, e tantomeno mi piace la complicità di sguardi che tenta di instaurare, nemmeno fosse la protagonista, quasi sempre bionda, della canzone di Ruggeri, tiro la stoccata mentre i due sono di spalle: “oh ma volete una camera per cinque minuti?”; lui si gira e mi guarda tipo bambino a Natale ma non osa rispondere, lei si gira e spara la prima cazzata dell’anno che probabilmente rimarrà nella top ten per tutto il secolo: “lui è un parente”. Alla fine notizie giuntemi dalla 204 parlano di un due di picche triplo, e brava la reginetta senza dignità... La notte finisce con gente che telefona cercando stanze alle sei e mezza del mattino, questi sono i disperati del “devo trombare a tutti i costi” che hanno appena recuperato un compagno di marea, durante la famosa “ora del giaguaro”, ma non mi riguarda. Arriva la collega, alla quale faccio confessare che era lei a guardarsi le robine sexy su Ebay e me ne vado a casa. Buon 2013 a me!

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Conclusione edificante ad uso di chi vuole partire Ed eccoci alla fine, l’albergo è ancora a Londra, io no. Se siete arrivati fino a qui alla ricerca di “sesso, sesso, tanto sesso” vi porgo il benvenuto nel mondo del marketing. Per quanto riguarda me sono tornato in Italia, e non ho intenzione (almeno al momento) di tornare in terra inglese. Ma Londra è un richiamo per moltissimi italiani, che nella capitale britannica sono al momento quattrocentomila, e mi sembra quindi giusto rimediare alla “distruzione” del mito che può apparire da queste pagine. Londra è una città dove vivere è molto facile, il problema sta nel il tipo di vita che vi si vuole fare; io personalmente ho scoperto di essere lontanissimo dallo stile di vita inglese fatto di poche preoccupazioni: sbronze, donne e calcio. Nel mio lasciare Londra hanno influito diversi fattori, primo tra tutti il lavoro in albergo. Infatti la stanchezza mi ha portato a dire “basta”, e la mia sempre crescente passione per l’Asia a dire “non qui”. Ora sono in Italia e studio cinese, coltivando la mia passione per la geopolitica e le relazioni internazionali. Vivendo all’estero un confronto con l’Italia viene spontaneo, e proprio facendo questo confronto ho rivalutato l’Italia e l’essere italiano. Quello che davvero noi italiani abbiamo a differenza di altri popoli è, usando uno stereotipo, il “genio”; io stesso mi sono reso conto di come persone quali gli inglesi manchino di inventiva, e trovino spiazzante tutto quello che esce dai binari del consueto e dell’ordinario. Il nostro problema è che in Italia la mancanza di unità e senso civico spesso trasforma questa preziosa risorsa in egoismo e prevaricazione. Il mondo anglosassone è un mondo con strutture sociali molto semplici, dove la burocrazia è assente ma tuttavia molto accessibile, per contro è un mondo molto “quadrato” e l’omologazione, funzionale al sistema stesso, la fa da padrona. E proprio questo aspetto della mentalità inglese mi è piaciuto di meno, mi sono spesso trovato a pensare ad una “dittatura democratica”, ma devo ammettere che trovare lavoro è estremamente più semplice che in Italia e le assunzioni sono (generalmente) fatte davvero sulle competenze. Va comunque detto che Londra è cambiata molto negli anni e non è più quel paradiso che molti pensano ancora sia. Il conflitto sociale è in aumento, le retribuzioni sono in calo e l’accesso al lavoro sempre meno facile. L’importante è partire consapevoli, senza troppe illusioni, sapendo che sarà dura e che nessuno, ovviamente, regala nulla, ma in ogni caso sarà un’esperienza estremamente importante e formativa. Pensando di poter essere di aiuto ho deciso di inserire un’intervista a Stefano, un caro amico, a Londra da molto tempo e che può aiutarci a capire le trasformazioni di questa città e quello che aspetta coloro che decideranno di cercare la loro strada lontano dall’Italia. In ogni caso non abbiate timore, ed inseguite i vostri sogni ovunque siano. Il primo passo è sempre il più difficile, il consiglio che posso darvi è solo uno: buttatevi, e senza paura! -Ciao, chi sei e da quanto sei a Londra, ma soprattutto perché? Sono a londra da 10 anni. Arrivato a fine 1999, tornato in Italia nel 2003 e ritornato qui di nuvo nel 2006. Le motivazioni iniziali erano quelle di volere un'esperienza all'estero e del fatto che molti atteggiamenti italiani mi sono sempre andati stretti (arroganza sullo stile "lei non sa chi sono io", il fatto di non sapere stare in coda e di voler essere sempre lì per fare il furbo e passarti davanti "perché io sono furbo e tu un coglione che si fa fregare"). Quello della coda secondo me è un esempio di come certe cose funzionino qui e non in Italia, se tutti rispettassero le code e avessero rispetto per il prossimo si eviterebbe tanto 65


stress. Una volta arrivato ho trovato un posto in cui tutti possono essere ciò che vogliono, senza paura di essere giudicati, e tutti possono trovare il loro mondo. -A me ha colpito molto il fatto che gli inglesi siano inquadrati, cosa pensi a proposito? Da un lato c’è stima, dall'altro c'è il fatto che loro sono più aperti all'autocritica. Secondo me in Italia a volte l'ignoranza viene mascherata dalla furbizia, che qui manca e che forse è la carta in più che se giocata bene (e non in maniera ingiusta nei confronti degli altri) fa la differenza per gli italiani, che comunque sono più svegli. Anche se secondo me per alcune cose molti (ma non tutti) hanno la stessa chiusura mentale delle persone di qui. Però qui secondo me sono molto più aperti ad altre culture, dove in Italia cose differenti da come le fa un italiano non vengono accettate. -Cosa pensi dello stile di vita inglese? Io l'ho trovato terrificante, soprattutto per quanto riguarda le ragazze. Qui secondo me c'è molta contraddizione. Da un lato è vero che le ragazze si spaccano di alcool e c'è tutto il problema delle nonne a 32 anni e i ragazzi che non si ricordano come arrivano a casa. L'alcool è un problema grosso di cui però son coscienti; ma dall'altro vedi l'attenzione per l'alimentazione, l'incoraggiare a mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, l'attività fisica (la quantità incredibile di gente che vedi andare a correre o altro). -Come è cambiata Londra negli anni? Molto, a parte come il centro sia cambiato dato il numero di palazzi e quartieri che han buttato giù e rifatto. La chiusura di tante catene storiche (Borders, Hmv, Jessop, Blockbuster) ha cambiato la faccia delle high street, inoltre la città che ho conosciuto io era quella del boom economico. Nel 2000 inciampavi davanti ad una porta e ti offrivano un lavoro, adesso non è più così facile ma in ogni caso le opportunità ci sono ancora, credo. Certe cose non le so anche perché ho cambiato vita totalmente quindi ovviamente certe cose non so come funzionano ora. Quando ero appena arrivato andavo a 50 concerti l'anno, cinema spesso, feste, etc. Adesso ho ridotto un po’ tutto e non torno più a casa alle 4 del mattino il sabato sera. -Cosa consigli a chi vuole trasferirsi a Londra? Ne vale ancora la pena? Che ci dici degli italiani a Londra? Londra è una città che se la prendi nel modo sbagliato ti schiaccia. Ho visto gente andarsene dopo 3-6 mesi perché non la reggevano, perché non reggevano gli inglesi ubriachi il venerdì e il sabato, perché le case son sporche, perché c'è la moquette in bagno, perché non c'è il bidet, perché il cibo fa cagare (e questo non è assolutamente vero. È vero che loro non hanno il gusto del cibo, ma al supermercato trovi tutto quel che vuoi a prezzi ragionevoli e soprattutto trovi tutte le cucine del mondo, ed è una cosa che in Italia non potrà mai esserci per varie ragioni). Ma se presa nel modo giusto la città secondo me ha da offrire tantissimo e dà tante possibilità: ho visto gente arrivare dall'Italia, dove facevano lavoretti per tirare a campare, e qui dimostrando di saper fare hanno fatto carriera, si sono iscritti a corsi universitari e tanto altro che in Italia non avrebbero potuto fare per il nepotismo onnipresente, per il fatto che in Italia si va avanti per questioni anagrafiche e 66


non per merito; in questo paese se uno è bravo in quel che fa viene premiato. Nella mia azienda ci sono sviluppatori che prendono più dei manager perché sono bravi, vogliono continuare a fare ciò che fanno e non vogliono diventare manager per avanzare di carriera, quindi vengono premiati. In Italia la gente diventa manager dopo due o tre anni perché altrimenti non gli aumentano lo stipendio, o perché non hanno esperienza e fan solo casino (questo almeno è ciò che ho visto nel campo dell’ Information Technology). Quindi secondo me è una città che offre tantissime possibilità ma te le devi voler prendere, e se lo fai sarai di sicuro premiato. Una cosa da tenere presente, che secondo me potrebbe diventare più rilevante negli anni a venire, è il fatto che l'apertura nei confronti degli stranieri potrebbe ridursi se la situazione economica non migliora, dato che ovviamente un po’ anche loro temono la concorrenza di stranieri più preparati che arrivano e gli portano via lavori.

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Ringraziamenti: -A Simona e Stefano: senza di loro non sarei durato 15 mesi, probabilmente sarei durato 15 minuti -A tutte le mie... Silvia che mi sopporta, ed il fatto che non mi abbia ancora lasciato mi lascia perplesso -Ad Ale che si è preso un sacco di accidenti, spesso a torto -A Cri e Ste: gli amici sono gli amici e quando non ci sono mancano -A Mauro perché c’è -A Patti, qualcuno con cui condividere il peggio ed il meglio -A Gianni, una promessa mantenuta -A Claudia, che è venuta a trovarmi sul serio -Al mercatino russo di Milano, tornare in Italia ha un senso -Ad Enrico Ruggeri che ha scritto una canzone pensandomi -Agli scoiattoli di James Park che assaltano i turisti facendomi ridere -Ai clienti simpatici, ho amato un lavoro terribile -Agli inglesi tutti: coraggio, anche senza libretto di istruzioni ce la potete fare! -A me stesso, per non essere finito nelle patrie galere di sua maestà

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