Volume 8, numero 26
Sommario
30.06.2013
Economia
Editoriale La perdita di significato
Aspettando Godot
Lacrime amare Minipost 23.06.2013
Letta e l'elefante sott'acqua
Informazione La democrazia va rifondata - intervista a Gianroberto Casaleggio Taci, il giornalista ti ascolta! Il prezzo della dignità. Storia di un giornalista libero
Minipost Lacrime amare No agli F35 per risparmiare 53 miliardi di euro Le regole del M5S M5S Senato: Reddito di cittadinanza subito! Mio padre non c'è più Risparmiamo 6 miliardi: #StopFregate Beppe Grillo al Centro AFA Reul per i bambini sordi #5Giornia5Stelle / 2
MoVimento Ragusa 5 Stelle! #Ragusa5Stelle
Muro del pianto Chi è senza peccato scagli la prima Idem Letta, facce Tarzan!
"I ragazzi cercano lavoro. E quando lo trovano, non smettono di cercare, tanto sanno che da un giorno all’altro possono perdere quello che hanno appena trovato. E al lavoro rispondono non in base alle domande poste, ma in modo da non perdere l’impiego. Ormai diffusa, questa menzogna nuoce a tutti. I ragazzi si annoiano al lavoro. Un tempo il falegname riceveva assi grezze dalla segheria in mezzo al bosco, e dopo averle lasciate stagionare a lungo, a seconda degli ordini, da questo tesoro traeva sgabelli, tavole o porte, a seconda degli ordini. Trent’anni più tardi, riceve da una fabbrica finestre già pronte che installa in grandi complessi dalle aperture formattate. Si annoia. L’interesse dell’opera si capitalizza negli uffici-studi, in alto. Il capitale non significa soltanto concentrazione di denaro, ma anche di acqua nelle dighe, di minerali sottoterra, di intelligenza in una banca di flusso lontana da coloro che eseguono. La noia che tutti provano ha origine in questa concentrazione, in questa captazione, in questo furto dell’interesse." Michel Serres da “Non è un mondo per vecchi”
Miccoli al Quirinale
Passaparola Passaparola- Turchia. Twitter contro il Potere #occupygezi
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Manuela Serra è la prima senatrice sarda della Storia repubblicana. Mentre raccontava in Senato i drammi dei suoi concittadini isolani abbandonati dalle istituzioni si è commossa e ha versato lacrime sincere quanto amare "La situazione dello stabilimento di Vinylis di Porto Torres è drammatica: tutto è fermo da anni e gli operai da due giorni hanno abbandonato il presidio. Il 27 giugno ci sarà un commissariamento che porterà al fallimento dell'azienda. Una delegazione di 50 persone tra lavoratori e rappresentanti sindacali ha fatto presente al primo cittadino che le sostanze rimaste stoccate ormai da anni negli stabilimenti sono pericolose. Il sindaco aveva già allertato il prefetto e i vigili del fuoco e informato il governo chiedendo come si dovrà agire quando l'azienda fallirà. Gli operai non ricevono lo stipendio da febbraio, ieri i cassintegrati si sono autodenunciati in procura e hanno segnalato il disinteresse degli enti che dovrebbero garantire sicurezza. Mentre questa tragedia ambientale, sociale ed economica si consuma, i lavoratori dell'Alcoa hanno occupato simbolicamente l'assessorato del lavoro della Regione Sardegna. Centinaia di lavoratori che ricevono con mesi di ritardo l'indennità prevista dagli ammortizzatori sociali, altrettanti lavoratori rimarranno senza alcuna copertura a partire da luglio. Lo Stato ha il compito di studiare soluzioni e far sentire ai lavoratori e alle loro famiglie almeno una presa d'atto, un impegno. Intendiamo preparare un'interrogazione per il Ministro interessato." Manuela Serra, M5S Senato
Aspettando Godot Economia 23.06.2013
Mentre il Governo si trastulla aspettando Godot, l'Italia rischia il default. Bisogna agire al più presto con la ristrutturazione del debito. Gli interessi chiesti dal mercato sui nostri titoli di Stato decennali sono aumentati del 10% nelle ultime due settimane. Lo spread è tornato a circa 300 punti, ai livelli di settembre del 2012, e il suo rialzo è appena iniziato perché il mercato dovrà digerire molte brutte notizie per l’Italia. La prima notizia. E’ ormai chiaro che la "droga" monetaria fornita dalla FED negli ultimi anni ad un ritmo di 85 miliardi di dollari al mese e di acquisti di titoli di Stato stampando moneta è finita. L’annuncio di Ben Bernanke è stato una doccia fredda per i mercati. L’economia americana è ripartita a tal punto da non richiedere più il sostegno della FED che ora è preoccupata di frenare l'inflazione. I rendimenti sui titoli di Stato sono destinati ad aumentare: il decennale americano è arrivato a 2,5% di interesse: il più alto incremento di rendimento settimanale dell’ultimo decennio. Anche il Bund tedesco ha aumentato i suoi rendimenti. E allora perché si dovrebbero comprare titoli di Stato italiani se economie molto più solide offrono sempre maggiori rendimenti? L’Italia è vittima del suo ritardo perché non ha agito sul debito pubblico durante gli anni della politica monetaria favorevole degli Stati Uniti. E' scontato che i rendimenti dei titoli di Stato di molti Paesi ripartiranno rendendo di difficile collocazione i nostri titoli. La seconda notizia. Nei mercati emergenti, dal Brasile alla Cina, l’economia sta rallentando. Una doppia brutta notizia, sia per la nostra economia che vive di esportazioni verso questi Paesi, sia per la fuga di capitali dai mercati emergenti verso gli Stati Uniti che costringerà le loro banche centrali ad alzare i tassi di interesse, come ha fatto l’Indonesia. Un'ulteriore concorrenza per i nostri titoli. La terza notizia. Tutta la periferia d’Europa porta pessime nuove per l’Italia. Il rendimento dei titoli decennali portoghesi è schizzato al 6,6% contro 5,2% di inizio giugno. Stessa cosa per quello irlandese arrivato al 4%. L’Irlanda deve finanziarsi sul mercato per restituire a dicembre 2013 i 67,5 miliardi di euro di prestiti europei per il salvataggio delle sue banche. Ed è di 78 miliardi di euro il conto che il Portogallo deve rimborsare entro giugno 2014. Portogallo e Irlanda rischiano di dover presto ristrutturare il debito con l’Europa. Mentre l’Italia sta decidendo il da farsi con annunci propagandistici, gli altri Paesi non solo hanno chiesto aiuti, ma stanno già rinegoziando le condizioni di tali aiuti, in
sostanza la ristrutturazione del loro debito. Cipro ha chiesto di ridiscutere il suo salvataggio di 17,5 miliardi di euro che include la tassazione sui depositi bancari. In Grecia c'è la crisi di Governo. Se si aggiunge la probabile ristrutturazione del debito in Argentina, la parola tanto temuta in Italia: "ristrutturazione del debito" è all’ordine del giorno. Ristrutturare il debito, quindi deprezzare i nostri titoli di Stato e farlo ora, il più presto possibile, per l’Italia significa scaricare il 35% delle perdite all'estero Attendere che tutto il debito sia in mano italiana, facendolo comprare alle nostre banche, prima di ristrutturarlo vuol dire fare un enorme favore alla Germania e alla Francia che ne posseggono una gran parte, non certo agli Italiani che si troverebbero a sostenere tutte le perdite, esattamente come successo ai greci. La quarta notizia. Quando lo stanziamento di 60 miliardi di euro per ripulire i bilanci delle banche sembrava acquisito con l'Unione bancaria, i partner europei si sono arenati. La Germania pretende che prima di attingere al salvadanaio europeo ogni governo contribuisca con il 20% del costo e le banche delle singole nazioni aumentino il patrimonio con la conversione di strumenti di debito in titoli propri o la imposizione di perdite che potrebbero includere i depositi bancari. Se ipotizziamo 20 miliardi di euro per "ripulire" le banche italiane, arrivate a 140 miliardi di euro di sofferenze (ndr; crediti difficilmente o non esigibili), significa che la metà dovrà metterla l’Italia tra governo centrale e privati. La Spagna ha ottenuto sostegni europei per 100 miliardi di euro per le banche in difficoltà. L'Italia è inerte. Aspettando Godot, l'Italia avrà come unico risultato l'aumento del costo del suo salvataggio che sarà fatto interamente sulla pelle dei cittadini. Come? E’ quello che stanno decidendo. Se con una mega patrimoniale, con un'ulteriore austerity o mettendo le mani sui depositi bancari. Chi è responsabile al governo di una strategia così miope? C'è qualcuno a Palazzo Chigi? Il tempo e’ una risorsa preziosissima che si sta lasciando trascorrere senza agire. Questo atteggiamento non farà altro che aumentare il costo che la crisi presenterà agli italiani. Le stime dei conti pubblici del Governo prevedono una crescita negativa del PIL di meno 1,3% per il 2013. In realtà nella prima metà del 2013 l’Italia ha viaggiato a meno 2,4% ed è probabile che si chiuda l'anno con meno 3%. Qualcuno sano di mente può credere che l’Italia possa crescere dell'1% nella seconda metà del 2013 come prevedono Letta&Alfano? L’Italia è avviata verso una manovra di aggiustamento dei conti pubblici di almeno 20 miliardi (che potrebbero raddoppiare) dopo l’estate. Altro che permesso dell’Europa di sforare il 3% di deficit. Altro che rinvio dell’IMU. Aspettando Godot l'Italia muore.
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La democrazia va rifondata intervista a Gianroberto Casaleggio Informazione 24.06.2013
L'intervista di Serena Danna a Gianroberto Casaleggio per l'inserto letterario del Corriere della Sera: "La democrazia va rifondata" "Casaleggio, l’enciclopedia online Wikipedia definisce democrazia digitale «la forma di democrazia diretta in cui vengono utilizzate le moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle consultazioni popolari». Si ritrova in questa definizione? «No, la democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. È una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata». La democrazia diretta sostituisce il Parlamento? «È più corretto dire che ne muta la natura, gli eletti devono comportarsi da portavoce, il loro compito è sviluppare il programma elettorale e mantenere gli impegni presi con chi li ha votati. Ogni collegio elettorale dovrebbe essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ognimomento attraverso referendum locali». Lei ha sostenuto che la politica del futuro sarà fatta dai cittadini senza intermediazione dei partiti. Un sistema di democrazia diretta implica modifiche sostanziali della Costituzione, quali? «Le più immediate sono il referendum propositivo senza quorum, l’obbligatorietà della discussione parlamentare delle leggi di iniziativa popolare, l’elezione diretta del candidato che deve essere residente nel collegio dove si presenta, l’abolizione del voto segreto, l’introduzione del vincolo di mandato. È necessario rivedere l’architettura costituzionale nel suo complesso in funzione della democrazia diretta». In Italia un terzo della popolazione non è connesso a Internet. Tra i 40milioni che si connettono almeno una volta al giorno, tanti ne fanno un utilizzo non funzionale alla partecipazione politica e al dibattito costruttivo. Come si coniuga il divario digitale con una politicamediata attraverso il web? «Il digital divide in Italia è evidentemente voluto, se gran parte dei cittadini non può ancora connettersi alla Rete o non dispone della banda larga. Il MoVimento 5 Stelle ha ovviato a questo con incontri nelle piazze, attraverso banchetti presenti sul territorio e con il volantinaggio porta a porta. Si tratta in ogni caso di un periodo
transitorio, nel tempo la maggioranza assoluta degli italiani sarà collegata in Rete. Internet diventerà come l’aria, come profetizzò Nicholas Negroponte». In un sistema di democrazia digitale come avviene la selezione della leadership e della classe dirigente? «La selezione deve essere fatta “dal basso”, dai cittadini, che propongono le persone più adatte e di cui conoscono la storia e le competenze. Va considerato che il concetto di leadership è estraneo alla democrazia diretta. I movimenti di democrazia diretta rifiutano il concetto di leader. Occupy Wall Street, per esempio, ha coniato per sé stesso il neologismo leaderless, senza leader». Una politica fondata sul non-luogo del web che rapporto ha con il territorio fisico? «Il web non sostituisce il luogo fisico, ma lo integra e lo completa. Da anni si sta diffondendo la cosiddetta “realtà aumentata” che attraverso gli smartphone, i tablet e ora Google glass, consente di avere in tempo reale, mentre ci si sposta, informazioni su tutto ciò che ci circonda. In futuro sarà normale interagire con gli oggetti che ci circondano collegati in Rete. Lo stesso MoVimento 5 Stelle è nato dai cosidetti Meetup, attraverso un’applicazione di Rete di una società di New York che permette di incontrarsi in luoghi fisici sul territorio in ogni luogo del mondo e, allo stesso tempo, di condividere pensieri, documenti, filmati nel mondo digitale. Web e realtà sono destinati a fondersi». Uno dei più grandi progetti di politica partecipativa di Obama, il portale aperto ai cittadini di petizioni online «We the People», ha raccolto in 3 anni solo 36 petizioni e la più votata può contare su 101 mila voti. Probabilmente la maggior parte degli elettori non ha e non vuole avere un’opinione su tutto: i cittadini non hanno né il tempo né le risorse cognitive per occuparsi delle politiche pubbliche e per questo delegano a esperti. Cosa ne pensa? «In Rete, come nella realtà, è impossibile essere competenti su tutto. Però la Rete consente a gruppi con conoscenze e interessi simili dislocati nel mondo di mettersi in contatto e di formare una conoscenza superiore su qualunque aspetto in tempi molto brevi, condividendo esperienze e fatti». Si dice che il conflitto — il confronto tra posizioni divergenti — sia il sale della democrazia. Vale anche per la democrazia digitale? «Le discussioni e i confronti in Rete sono continui attraverso i forum, le chat, i social media in una dimensione inimmaginabile prima nel mondo reale, e ciò avviene tra persone che vivono in ogni parte del pianeta. La domanda andrebbe rovesciata: “Il livello di confronto presente su Internet esiste nel mondo reale?”». Segretezza (nelle trattative) e leaderismo sono due caratteristiche della politica. Crede che il web possa eliminarle? Perché è giusto farlo? «La trasparenza è uno dei princìpi di Internet e credo diventerà in futuro obbligatoria per qualunque governo o organizzazione. Non è corretto che qualcuno decida per i cittadini in base a logiche imperscrutabili e senza renderne conto. Il parlamentare o il presidente del Consiglio è un dipendente dei cittadini, non può sottrarsi al loro controllo, in caso contrario non si può parlare di democrazia diretta e forse neppure di democrazia». Nel video del 2009 «Gaia» viene annunciata la nascita di un nuovo ordine mondiale, dove vige un sistema di democrazia diretta basata
sulla Rete. Il nuovo governo mondiale nasce il 14 agosto 2054. Lei è nato il 14 agosto 1954. C’è una relazione tra le date? «Un gioco, come è stato un gioco la creazione del video, come è avvenuto per il video Prometeus che ipotizza il futuro dei media. Comunque che in futuro sia possibile una guerra mondiale — che non auspico — per le risorse come il gas, l’acqua e il petrolio, non sono certo l’unico a dirlo, e un governo mondiale con forti autonomie nazionali può essere nell’ordine delle cose». Crede ancora — come si vede in «Gaia» — che nel 2020 ci sarà una terza guerra mondiale tra il blocco occidentale delle democrazie dirette (via web) e il blocco composto dalle «dittature orwelliane» di Cina, Russia e Medio Oriente? «La Rete rende possibili due estremi: la democrazia diretta con la partecipazione collettiva e l’accesso a un’informazione non mediata, oppure una neo-dittatura orwelliana in cui si crede di conoscere la verità e di essere liberi, mentre si ubbidisce inconsapevolmente a regole dettate da un’organizzazione superiore. Può essere che si affermino entrambi. Certo, è molto più probabile che il controllo totale dell’informazione e l’utilizzo dei profili personali dei cittadini relativi a qualunque aspetto della loro vita avvenga nei Paesi dittatoriali o semi dittatoriali e che la democrazia diretta si sviluppi nelle democrazie occidentali e che queste aree in futuro confliggano». L’idea di «intelligenza collettiva» descritta in «Gaia» implica un futuro (ipotizzato nel 2050) in cui i cittadini possano risolvere problemi complessi attraverso la condivisione di informazioni e dati online. Si ritrova ancora in quella visione? «L’idea non è nuova e risale almeno all’inizio degli anni Ottanta, prima di internet. Nel 1983 partecipai a Stoccolma a una conferenza sui “sistemi esperti”, applicazioni che condividevano i dati a livello mondiale per migliorare l’analisi su aspetti specifici, ad esempio sulle patologie del corpo umano. Con la Rete l’aggregazione di intelligenze a livello planetario potrà aiutarci a risolvere problemi considerati senza soluzione». Lei è convinto che Internet e, in generale, le nuove tecnologie possano solo migliorare il rapporto dei cittadini con politica, economia, finanza. Gli ultimi anni hanno, in parte, smentito il tecno-ottimismo: attraverso il web si rafforzano anche gli estremismi; l’utilizzo massiccio del trading ad alta frequenza è stato tra le cause della crisi finanziaria del 2007-2008. Si sente ancora un «evangelista di Internet»? «Non sono un evangelista di Internet, ma qualcuno che cerca di prevederne gli effetti sulla società, che possono essere positivi, ma anche negativi. In complesso, comunque, credo che internet apra all’umanità per la prima volta l’era della partecipazione e della conoscenza. Se questa porta verrà aperta o meno e come non posso dirlo, ma sono fiducioso». Che idea ha di Julian Assange e dell’operazione Wikileaks? «Ho un’ottima opinione di Assange. Ha rischiato e si è posto contro poteri enormi. La trasparenza in Rete è un’arma assoluta e lui l’ha usata. Spero di incontrarlo a Londra nei prossimi mesi». Potrebbe indicarci dei punti di riferimento teorici per capire la rivoluzione digitale? «La letteratura è molto ampia e multidisciplinare. Per avere un’idea della Rete e del suo impatto, è necessario rivolgersi ad autori
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provenienti da discipline differenti tra loro, come la matematica, la fisica, l’informatica, la sociologia, la statistica, le scienze politiche e della comunicazione, la linguistica. È necessario un approccio trasversale. Tra i testi che considero di riferimento vi sono Emergence di Steven Johnson, Six Degrees di Duncan Watts, Smart Mobs di Howard Rheingold, The Tipping Point di Malcom Gladwell, Free Culture di Lawrence Lessig e Linked di Albert-Laszlo Barabasi». Nei lavori della Casaleggio Associati viene spesso messo in risalto il ruolo dei colossi del web (da Google ad Amazon) come intermediari della nuova produzione informativa e culturale. Non teme che la concentrazione di tecnica e sapere nelle mani di un oligopolio economico — come quello rappresentato dalle aziende in questione — sia una minaccia per il libero mercato e per una equa distribuzione di risorse? «Il rischio è reale. Facebook e Google e altri colossi del web conoscono di noi più dei nostri amici e in futuro sapranno ancora di più. Queste informazioni possono essere utilizzate per vari scopi, non solo per proporci dei prodotti o dei servizi, come è stato evidenziato dal cosiddetto “Datagate”. È opportuno un controllo più stretto sulla gestione dei dati personali da parte dei governi, un nuovo sistema di regole. I dati personali, a mio avviso, appartengono alla persona, non alla piattaforma che li usa o ai motori che li catturano attraverso le nostre ricerche, e dovrebbero essere sempre esterni alle applicazioni di Rete». Lei scrive che la Rete è «anti-capitalista e francescana», eppure i colossi che la dominano sembrano essere i prodotti più avanzati del capitalismo neoliberista. Cosa ne pensa? «Il capitalismo non è morto con internet ed è ovvio che lo sfrutti per ottenere il massimo di profitto, ma non credo che questa sia la tendenza nel lungo termine. In Rete le idee hanno un valore superiore al denaro. Il MoVimento 5 Stelle ne è una prova. Ha ottenuto un grande risultato politico senza soldi, grazie alla partecipazione diretta dei cittadini e alla condivisione delle proposte. Altri esempi sono il software libero, che permette a chiunque di scaricare dalla Rete gratuitamente decine di migliaia di applicazioni, o il copyleft (il contrario del copyright) su opere letterarie, video, immagini, brani musicali che ne consente l’uso senza alcun costo». Il progetto Narvalo del team tecnologico della campagna presidenziale per la rielezione di Barack Obama ha fatto un massiccio uso delle tecniche di «data-mining » (estrazione e raccolta di dati) per convincere gli elettori prima a finanziare la campagna e poi a votare per il presidente. Tanti hanno descritto l’operazione come un esempio di innovazione politica, altri come una minaccia per la privacy dei cittadini. Lei cosa ne pensa? «Con la Rete il vecchio concetto di privacy non è più realistico e lo sperimentiamo ogni giorno su noi stessi. Se i dati sono pubblici non ci sono violazioni, bisogna considerare che esistono decine di dati pubblici accessibili su di noi e che la loro aggregazione consente di ottenere un profilo molto dettagliato. Aggregatori come il sito americano Spokeo consultano in tempo reale decine di social network e di fonti pubbliche fornendo informazioni accurate in tempo reale sul profilo delle persone». Il Partito Pirata tedesco, il primo in Europa a
utilizzare la Rete come simbolo e strumento della propria battaglia politica, sta registrando nei sondaggi un fortissimo calo dei consensi. Molti attribuiscono il calo di popolarità del partito al focus su temi specifici. Ciò che è stato decisamente un punto di forza all’inizio, si sarebbe rivelato una debolezza: l’incapacità di dare risposte al cittadino su diversi temi cruciali della sua quotidianità avrebbe creato disaffezione. Qual è il suo punto di vista? «Io credo che siano necessari, oltre al cambiamento legato a obiettivi specifici come il copyright, una forte capacità organizzativa, delle persone di riferimento e un progetto complessivo. Un progetto politico di Rete deve avere un respiro più ampio che non la sola soluzione di problemi contingenti, vanno ripensate le istituzioni e la società nel medio termine. Tutto cambierà. Il cittadino deve diventare istituzione. Le regole del gioco stanno cambiando». La comunicazione via web del Movimento 5 Stelle sembra replicare un modello «broadcasting»: un blog-testata che comunica il messaggio dall’alto al basso, da uno a molti, per arrivare — effetto cassa di risonanza — su altri media: tv, radio, giornali. La presenza sui social media del M5S appare poco «social»: Beppe Grillo segue e ritwitta solo affiliati del movimento e non risponde mai su Twitter… «La presenza di Beppe Grillo e del M5S è ovunque in Rete, non solo nel blog, ma in tutti i principali social media, nella piattaforma Meetup. La comunicazione, più che da uno amolti, avviene tra coloro che li frequentano. I post di Grillo sono l’avvio di una conversazione collettiva. Le domande più frequenti poste a Grillo in Rete spesso diventano materia di nuovi post che sono una forma di risposta altrimenti impossibile per i milioni di contatti». È caduto il «divieto» per gli esponenti del Movimento di andare in televisione. Perché? «Il divieto non è mai esistito nei confronti della televisione, ma verso i talk show, contesti nei quali non è possibile esporre le proprie idee in modo puntuale e che vivono di contrapposizioni suscitate ad arte per motivi di share. Il M5S ora è in Parlamento e la sua visibilità sarà necessariamente maggiore anche nelle televisioni che vanno considerate, comunque, un media in via di estinzione, anche per motivi economici legati alla diminuzione del gettito pubblicitario. Nel 2012 le sette principali emittenti nazionali hanno perso mezzo miliardo di euro e il 2013 è tutt’altro che incoraggiante». Può dirci in che fase è la piattaforma di partecipazione politica del Movimento 5 Stelle e in cosa somiglierà e divergerà dal software LiquidFeedback utilizzato dal Partito Pirata tedesco? «Il termine esatto è applicazione, più che piattaforma. Il software utilizzato consentirà ai parlamentari di presentare in anteprima le loro proposte di legge agli iscritti che potranno integrarle, commentarle, “complementarle” entro un periodo determinato; inoltre in futuro gli iscritti avranno anche la possibilità di suggerire nuove proposte di legge ai parlamentari. Già ora i parlamentari possono porre delle domande agli iscritti al MoVimento 5 Stelle in Rete e ottenere delle risposte. L’elezione dei candidati al Parlamento è stata fatta in Rete, così come i nomi proposti alla presidenza della Repubblica e l’elezione dei capigruppo e lo stesso è avvenuto per alcune votazioni comunali
e regionali». Distinguere il vero dal falso è una delle sfide più importanti per vincere la partita del web. Lei come si orienta e che bussola di orientamento propone? «Per ogni informazione è necessario risalire alla fonte primaria e per le pubblicazioni in Rete purtroppo questo non sempre è vero. Anche per Wikipedia, che considera fonti attendibili i giornali e le riviste. Nel mio caso è stato pubblicato prima su una rivista e poi su Wikipedia che mio padre era un autista, ma, pur non avendo assolutamente nulla contro gli autisti, mio padre era un interprete di lingua russa». L’esperienza maturata in questi primi mesi in Parlamento ha modificato la sua idea di Rete? Che cosa è cambiato da quando il Movimento è entrato nel «Palazzo»? «Tutto quello che è successo, compresa la chiusura a riccio del Sistema per mantenere lo status quo e l’inesperienza dei neoparlamentari, era prevedibile, tranne l’attacco mediatico senza precedenti per l’Italia repubblicana, spaventoso, verso un nuovo movimento politico da parte dei giornali e delle televisioni. Nel medio-lungo termine sono comunque convinto che imovimenti prevarranno sui partiti, questo vale per il M5S ma anche per nuove formazioni che oggi non sono ancora visibili in Italia». Qual è il più grande errore che ha commesso? «La mia vita è piena di errori, scegliere è molto difficile». E qual è il progetto di cui è più orgoglioso? «In generale tutte le volte che attraverso il blog o il M5S siamo riusciti ad aiutare a dare voce agli emarginati o a chi era in difficoltà, come nel caso di Federico Aldrovandi (il diciottenne ucciso a Ferrara da poliziotti nel 2009, ndr). L’ultimo libro con Fo e Grillo, Il Grillo canta sempre al tramonto in cui si discute del senso del M5S, ne è un piccolo esempio attraverso la cessione dei diritti dei tre autori a un’associazione di bambini ciechi e a una di bambini sordomuti che versavano in gravi difficoltà». Che cosa l’ha spinta a interessarsi di politica e del bene comune dei cittadini? «L’indignazione per lo stato del Paese e la convinzione che un cambiamento era possibile grazie alla Rete»." Serena Danna per il"Corriere della Sera"
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Passaparola- Turchia. Twitter contro il Potere #occupygezi Passaparola 24.06.2013
"Come si sa Erdoğan ha definito Twitter: "un male della società", uno dei suoi collaboratori ha dichiarato che Twitter è peggio di una autobomba, perché se questa ha una esplosione limitata e circoscritta, un tweet che contenga delle calunnie o bugie può creare molti più danni. Di recente il ministro degli Interni ha annunciato che il Governo sta lavorando su una proposta di legge per regolamentare i social media, specificando che non si tratta di una limitazione ma di un insieme di strumenti per combattere il cyber crime. Si crede che stiano analizzando 5 milioni di tweet e che 105 siti web e 262 account Twitter siano sotto inchiesta." Simone Favaro, blogger "Un saluto agi amici del Blog di Beppe Grillo. Mi chiamo Simone Favaro, sono un blogger e dal 2011 vivo ad Izmir nella costa nord-occidentale della Turchia che si affaccia sul mar Egeo. Le origini di #OccupyGezi Gezi Parkı è un parco storico nella zona di Taksim a Istanbul, in pieno centro. La città di Istanbul aveva deciso di farlo abbattere per un centro commerciale, una nuova moschea e la ricostruzione di alcuni palazzi ottomani che fino agli anni 40, prima di essere abbattuti, trovavano lì la loro collocazione. Questo ha trovato il disaccordo di una parte della cittadinanza e di alcune associazioni ambientaliste che si sono organizzate nel comitato Solidarietà Taksim. Il 27 maggio il comitato ha bloccato gli operai che avevano iniziato ad abbattere gli alberi, occupando il parco per impedire i lavori. Il giorno successivo, altri manifestanti si sono radunati a Taksim a sostegno della protesta. Qui si registra il primo intervento della polizia con i "Toma" (mezzi dotati di cannoni ad acqua) e gas al peperoncino. Il 29 maggio il primo tentativo di sgombero, in cui la polizia ha trascinato i manifestanti fuori dalle tende ed appiccato il fuoco. Le ripetute cariche da parte delle forze dell’ordine e l’uso spropositato della forza hanno fatto crescere gradualmente le proteste in altre città della Turchia dove si sono organizzati cortei e manifestazioni ed in cui si sono registrati altri interventi di massa delle forze d’ordine. Gezi prende il via da motivazioni ambientaliste, ma è diventato presto una richiesta di maggiore libertà e si è esteso a tutto il territorio nazionale. La ricerca di una società turca evidenzia che il 99% dei tweet erano a favore delle proteste. Erdoğan e la moralizzazione dei turchi Le manifestazioni di Gezi si
inseriscono in un contesto molto sensibile. Il governo Erdoğan stava emanando norme di “moralizzazione” dei costumi che facevano dire a molti oppositori e ad una parte piccola del suo elettorato che stesse attuando una progressiva islamizzazione del Paese. Di recente è stata approvata la legge sulla limitazione dell’uso dell’alcool che impedisce la vendita di alcolici dalle 22.00 alle 6.00 ed il divieto permanente a 100 metri da moschee e scuole. Vietata qualsiasi forma di pubblicità di prodotti alcolici, compresi i festival sponsorizzati (ad eccezione delle fiere internazionali) e la trasmissione di film e programmi televisivi che incentivino l’uso di alcolici. Laddove fossero presenti dei prodotti, obbliga la “censura” del prodotto e dell’atto del bere apponendo dei filtri di sfocatura. La stessa cosa già avviene per le sigarette ed i nudi, sempre a seguito di leggi promulgate dal governo. Altre iniziative sono relative all’obbligo di prescrizione per l’acquisto della pillola del giorno dopo, le continue denunce e processi aperti contro gıornalisti, l’introduzione della formazione e della carriera religiosa nei percorsi di studi, la costruzione di opere che devastano l’ambiente (l’ultima il terzo ponte sul Bosforo). Ma più che le proposte di legge viene contestato l'autoritarismo nel portare avanti determinate proposte. Il governo si è sempre difeso dicendo: "Io ho il 50% dell’elettorato che mi appoggia e quindi sono legittimato da questa maggioranza. Se non piace l’azione di Governo, si attendano le elezioni per dimostrarlo". C’è una situazione di intolleranza all’autoritarismo del governo che si è espresso in vari modi, dall’imporre determinati tipi di leggi, all’atto fisico, di forza durante le manifestazioni, da notare che l’utilizzo dei "Toma" è una prassi nelle manifestazioni. La protesta di Gezi è arrivata in un momento in cui una parte del Paese ha detto: “Basta!”. Non è più una lotta tra laici contro religiosi, ma un confronto tra "più libertà" e autoritarismo, tanto è vero che tra i protestanti ci sono socialisti, laici, curdi, religiosi, c’è il movimento musulmano anticapitalista. I media tradizionali e le proteste nascoste dai pinguini Ho seguito per vedere se e come venisse coperto quanto succedeva e devo dire che con sorpresa ho trovata la stampa italiana molto allineata. C’è stato un piccolo problema all’inizio. Per alcuni giorni, forse anche a causa delle agenzie che non hanno trasmesso bene le notizie, si parlava principalmente delle proteste come se fossero concentrate solo a Gezi. L’informazione televisiva in Turchia è stata, a parte rarissime eccezioni, incompleta, per esempio Cnn Turk, quando sono esplosi i primi scontri non li ha neanche coperti a Istanbul, ha trasmesso un documentario sui pinguini. La carta stampata, invece, è stata molto più sul pezzo, anche perché tutti i giornalisti di carta stampata sono su Twitter, come dovrebbe essere normale in qualsiasi parte del mondo. La Rete è stata fonte di notizia della carta stampata, che prendeva, verificava la notizia e la ritrasmetteva. Questa relazione non è riuscita con la Tv. La protesta si amplifica su Twitter e il governo reprime Come si sa Erdoğan ha definito Twitter: "un male della società", uno dei suoi collaboratori ha dichiarato che Twitter è peggio di una autobomba, perché se
questa ha una esplosione limitata e circoscritta, un tweet che contenga delle calunnie o bugie può creare molti più danni. La polizia ha arrestato 24 persone a Izmir e 13 a Adana con la accusa di provocazione e incitamento alla rivolta a mezzo Twitter. Tutte persone rilasciate nel giro di poche ore o giorni, però la cosa ha creato una forte polemica. Di recente il ministro degli Interni ha annunciato che il Governo sta lavorando su una proposta di legge per regolamentare i social media, specificando che non si tratta di una limitazione ma di un insieme di strumenti per combattere il cyber crime. Ad oggi sono in corso indagini per individuare “responsabili” di “propaganda” e “istigazione” alla rivolta. Si crede che stiano analizzando 5 milioni di tweet e che siano sotto inchiesta 105 siti web e 262 account Twitter. Secondo una ricerca della New York University, Twitter è stato uno strumento fondamentale nell’organizzazione delle proteste, ma oltre al dire: "Camminiamo da Taksim a Gezipark", la funzione principale, avendo seguito i vari hashtag, è stata di richiesta e di coordinamento dei soccorsi, per l’aiuto di medici, e per gli arrestati si chiedeva il supporto degli avvocati. Medici e avvocati via Twitter davano il proprio numero mettendosi a disposizione di chi aveva bisogno. Un’altra cosa notata poco: molti usavano Twitter per calmare gli animi. Personalmente ho visto molti messaggi che dicevano: "State calmi, non fate danni, noi dobbiamo rispettare innanzitutto la nostra protesta, non cedete alle provocazioni”. Internet ha una penetrazione del 45/46 % della popolazione, principalmente sulle tre grandi città, che sono Istanbul, Ankara e Izmir, ma comunque si sta diffondendo. Il futuro della Turchia Cosa succederà è difficile dirlo. Si può tuttavia notare una evoluzione del movimento di protesta. Dopo lo sgombero di Taksim sono iniziate proteste sempre più passive. A İstanbul uno scenografo ha dato vita al #duranadam che prevede di stare fermi immobili senza parlare. Un atto che è stato subito imitato e a fronte del quale non ci sono state reazioni violente da parte della polizia, fatta eccezione per alcuni fermi. Da qualche giorno, inoltre, si sono istituite assemblee pubbliche all’aperto in cui si discutono i temi di Taksim e si formulano proposte. Sembra che si stia organizzando un nuovo movimento politico. Si sta valutando un rafforzamento dei poteri della polizia e dei servizi segreti. E` stata paventata l’ipotesi dell’impiego dell’esercito nel caso in cui la polizia e la gendarmeria non siano sufficienti. Sul piano internazionale si stanno raffreddando i rapporti con l’Unione Europea, dopo la sentenza del Parlamento a cui Erdoğan ha risposto in modo fermo che la Turchia, non essendo membro della UE, non è tenuta a seguirla e continua a paventare la possibilità di un complotto internazionale per destituire il governo in carica. Sono state cancellate alcune visite istituzionali. Nel mentre l’opposizione e alcuni giornalisti chiedono alla Merkel di non congelare il processo di adesione della Turchia. Anche se la situazione sembra rientrare (si registrano però scontri in alcune città), questi sono giorni importanti in cui si vedrà a cosa porterà la protesta di Gezi. Passate parola!" Simone Favaro, blogger
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Ragusa 5 Stelle! #Ragusa5Stelle MoVimento 24.06.2013
Federico Piccito è il nuovo sindaco di Ragusa con il 69,35% delle preferenze pari a 20.720 voti. Lo sfidante Cosentini, sostenuto da pd, udc e Crocetta si è fermato ad appena 9.165 voti, poco più del 30%. Ragusa, dopo Parma, è il secondo capoluogo di provincia con un sindaco del M5S e il primo comune a 5 Stelle della Sicilia. I sindaci del M5S sono ora sette. Oltre al neo eletto Federico Piccitto: Roberto Castiglion a Sarego (VI), Marco Fabbri a Comacchio (FE), Alvise Maniero a Mira (VE). Federico Pizzarotti a Parma, Fabio Fucci a Pomezia (RM) e Mario Puddu ad Assemini (CA). Il MoVimento 5 Stelle continua il suo lento, ma inesorabile, cammino all'interno delle istituzioni. Federico, insieme agli assessori, ai consiglieri e agli attivisti, aprirà il Comune ai cittadini. Per Ragusa è tempo di cambiare: sarà dura, ma sarà un'esperienza meravigliosa. Insieme a tutta la comunità del M5S ce la faremo.
No agli F35 per risparmiare 53 miliardi di euro
cominci a correre." M5S Camera
Le regole del M5S Minipost 25.06.2013
Minipost 24.06.2013
In merito ad alcune iniziative dei consiglieri comunali di Roma si ribadisce che: - il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze, né palesi né tantomeno mascherate, con alcun partito, ma vota le proposte presenti nel suo programma - l'unica base dati certificata coincidente con gli attivisti M5S e con potere deliberativo è quella nazionale che si è espressa durante le Parlamentarie e le Quirinarie e quindi il voto chiesto da De Vito on line non ha alcun valore
"Chi si ricorda di "Antelope Cobbler"?* Se ne parlò a iosa negli anni '70, quando tutti si chiedevano chi fosse il misterioso uomo politico italiano implicato in un giro internazionale di tangenti, per l'acquisto di aerei da guerra Hercules da una compagnia americana. La compagnia era la Lockheed, oggi Lockheed Martin. La stessa che oggi costruisce e ci vende gli F35. "Oggi" si fa per dire. Il progetto, dapprima previsto per il 2011, è stato spostato al 2018. L'F-35 fa acqua da tutte le parti, come ha certificato uno studio dello stesso Pentagono che sta seriamente mettendo in dubbio l'acquisto dei caccia bombardieri da parte degli USA. Il Giappone ha già rinunciato. D'altronde, chi vorrebbe consegnare la sicurezza nazionale ad apparecchi di scarsa manovrabilità, che non riescono a decollare o a manovrare per il troppo freddo, il troppo caldo o il troppo vento? Il Pentagono ha già contato ben 13 difetti di costruzione. Noi ne abbiamo trovato un 14mo: costano un occhio. Nel 2026 saremo fieri possessori di 90 (o 131?) aerei malfunzionanti per un ammontare di 53 miliardi manutenzione inclusa. Mentre per scuole e cultura non si trovano 8 miliardi. Gli F35 sono in realtà una mera operazione di marketing: il primo cacciabombardiere multinazionale a disposizione di chi se lo accatta. Senza comprare ovviamente né l'avionica, che resta secretata, né i ricambi. Unica convenienza: la ricaduta occupazionale sui mercati interni degli acquirenti, che possono personalizzarlo. Un piccolo conto dimostra però che costeranno, per ciascuno dei 2000 addetti italiani, ben 900 mila euro: chissà cosa ne pensano i lavoratori, che riceveranno solo le briciole. Oggi il MoVimento 5 Stelle chiederà in aula, alla Camera, lo stop del progetto. Chiederà che i "colleghi" del PD ricordino le promesse elettorali, quando ai cittadini sbandieravano "no agli F35" per raccattare voti. Chiederà che i fondi vengano spostati sul reddito di cittadinanza, o sul sostegno alle piccole imprese. Ci auguriamo che vengano ascoltati, e soprattutto che non debba ripartire in Italia una nuova caccia all'antilope. Le premesse ci sarebbero tutte, perché come nel non troppo lontano 1976 abbiamo di nuovo un governo "delle larghe intese" (allora si trattava di DC+PCI), e come ha dichiarato candidamente lo stesso Berlusconi "le tangenti sono commissioni che si devono pagare". Dopo quasi quarant'anni, esiste di nuovo un "caso Lockheed"? Esistono altri aerei militari in odor di tangente? Quando il sole sorgerà domattina, sarà meglio che l'antilope
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Chi è senza peccato scagli la prima Idem Muro del pianto 25.06.2013
"Josefa Idem sarebbe accusata di aver indicato la propria residenza in una palestra della frazione ravennate Santerno, a poca distanza dalla casa del marito che, quindi, risultava residente da un'altra parte. Questo escamotage ha permesso di non pagare l'Ici dal 2008 al 2011, fruendo dell'esenzione per la prima casa prevista dalla legge. Il 5 giugno scorso la Idem ha avuto un "ravvedimento operoso", versando all'Agenzia delle entrate quanto dovuto." da Il Sole 24 Ore Sono state chieste le dimissioni di Josefa Idem, le ha date. forse le sono state imposte. Ha commesso un errore? Ha pagato. Però, chi può scagliare la prima pietra? Chi nei partiti può giudicare la Idem? Non Capitan Findus Letta del pdmenoelle che ha incassato centinaia di milioni di euro di finanziamento pubblico contro un referendum contrario. Come si chiama questo? Scippo? Appropriazione indebita? Truffa? Non possono giudicarla i giannizzeri dello psiconano in Parlamento, nominati da un condannato in secondo grado per frode fiscale a quattro anni di carcere e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Né la Lega di Belsito e della progenie di Bossi. Chi può scagliare la prima Idem? Ci sono in questa vicenda due pesi e due misure intollerabili. La morale e l'etica ormai si pesano. Dipende dal soggetto che viene giudicato. Non voglio fare il difensore d'ufficio, anzi, della Idem, eletta per meriti sportivi come donna immagine di un partito che non ha più né immagine, né reputazione, ma infastidisce, irrita, ti fa incazzare l'ipocrisia di personaggi che hanno sequoie giganti nel fondo schiena che si chiamano Unipol e MPS e che si indignano per l'Ici della Idem. Se ha sbagliato è giusto che paghi, i partiti osservino però almeno un dignitoso silenzio per non farci vomitare.
Taci, il giornalista ti ascolta! Informazione 25.06.2013
M5S Senato: Reddito di cittadinanza subito! Minipost 26.06.2013
googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del Tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: "Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato" Dal Vangelo secondo Giovanni Il Parlamento è il luogo più sacro, di una sacralità profana, della Repubblica Italiana, ma è sconsacrato ogni secondo, ogni minuto, frequentato impunemente, spesso senza segni di riconoscimento, da folle di gossipari e pennivendoli dei quotidiani alla ricerca della parola sbagliata, del titolo scandalistico, del sussurro captato dietro a una porta chiusa. Qualche deputato li scambia talvolta per colleghi e parla, parla per ritrovare sul giornale quella che credeva una conversazione privata. Mercanti di parole rubate. Taci, il giornalista ti ascolta! Si nascondono ovunque. L'unica difesa è il silenzio, il linguaggio dei segni. I giornalisti non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento. Vanno disciplinati in spazi appositi, esterni al Palazzo. Per un'intervista chiedano un appuntamento, come si usa tra persone civili, non bracchino i parlamentari per le scale o al cesso. All'ingresso di Montecitorio e di Palazzo Madama va posto un cartello "No gossip. Il Parlamento non è un bordello." Sapessi com'è strano fare il deputato nel Parlamento romano. All'ingresso o in ascensore, anche all'urinatoio con il microfono nel taschino c'è sempre un giornalista senza tesserino. Senza fiori senza verde, senza cielo, senza niente, senza controlli, tra la gente, tanta gente. Sapessi com'è strano darsi appuntamento alla buvette con qualcuno che ti ascolta nascosto tra la gente per scrivere del niente. Eppure, in questo posto impossibile io gli ho detto 'fanculo tu gli hai detto 'fanculo tra la gente.
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>>> AGGIORNAMENTO! I partiti hanno bocciato la mozione del M5S per l'introduzione del reddito di cittadinanza: 181 contro (pd,pdl, scelta civica), 50 a favore (M5S, sel). Astenuta Lega. "Introdurre il reddito minimo garantito, predisponendo un piano che individui la platea degli aventi diritto, considerando come indicatore il numero di cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà. E' la prima proposta contenuta nella mozione d'indirizzo al Governo per contrastare la povertà che presentiamo in Senato. Primo firmatario il capogruppo Nicola Morra. La mozione verrà discussa oggi e invita il governo a procedere al riparto delle risorse del fondo nazionale per le politiche sociali concordato in sede di conferenza delle Regioni, al fine di rendere queste risorse immediatamente disponibili alle Regioni e agli enti gestori. Si impegna inoltre il governo a reperire le risorse necessarie anche attraverso la lotta all'evasione fiscale, l'incremento delle imposte sul gioco d'azzardo e attraverso specifiche disposizioni volte alla redistribuzione delle pensioni d'oro e ad attuare specifiche politiche sociali e dell’occupazione per inoccupati e disoccupati tra i 30 e i 54 anni in generale, e per la donne inattive in particolare, quali categorie a più alto rischio di povertà ed esclusione sociale." M5S Senato Leggi il testo della mozione del M5S bocciata dai partiti
Il prezzo della dignità. Storia di un giornalista libero Informazione 26.06.2013
schierato. Gli altri hanno incarichi: uffici stampa di nascosto, pubblicità alle loro testate, servizi vari senza gara, inviti a pranzi e cene. Vedo giornalisti vendersi per tutto. Un giornalista senza onore ma con un buon tariffario dalle mie parti può tirare su tra servizi (e servizietti) vari anche 30 - 35.000 euro l’anno di prebende per se e il suo gruppo. E se questo vale a livello locale, di cosa vi stupite se in Italia l’informazione è così incancrenita? Non abbiamo bisogno solo di pentiti. Abbiamo bisogno soprattutto di professionisti liberi, che diano un valore alla loro dignità." Giacomo Di Girolamo, giornalista
Letta, facce Tarzan! Muro del pianto 26.06.2013
googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Le movenze di Capitan Findus Letta, un po' legnose, e il naso affilato in crescita telegiornale dopo telegiornale, ne rivelano la vera essenza collodiana, pinocchiesca. Il suo eloquio è meno effervescente di quello dello psiconano, ma la sostanza è sempre quella della balla in prima serata. Dal milione di posti di lavoro di una volta ai 200.000 giovani occupati. Racconta il Nipote di suo Zio, sparandole più grosse del barone di Münchhausen: "È un intervento significativo, coperto in parte con fondi nazionali e in parte con fondi europei. Servirà ad assumere in 18 mesi 200 mila giovani con un’intensità maggiore nel centro Sud. Ma è un provvedimento che riguarda tutto il Paese. Vogliamo dare un colpo duro alla piaga della disoccupazione giovanile.". Un ragazzo per dire addio alla piaga della disoccupazione e dare questo "colpo duro" deve(*): - essere privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi o - essere privo di un diploma di scuola media superiore o professionale o - vivere da solo con una o più persone a carico. Quindi per accedere devi essere un disoccupato cronico (se sei a casa da cinque mesi non vale), o un semianalfabeta (se hai studiato sono cazzi tuoi) o non vivere con i genitori ma da solo (infatti un giovane senza reddito esce sempre di casa) e avere a carico la vecchia nonna o moglie e figli. Chi, in nome di Dio, possiede questi requisiti in Italia? Nel caso il disoccupato cronico, semianalfabeta o con famiglia a carico acceda "all'intervento significativo" di Letta, questo, come si legge nel decreto, verrà corrisposto all'azienda "per un periodo di 12 mesi ed entro i limiti di 650 euro mensili per lavoratore nel caso di trasformazione a tempo indeterminato". Letta, adesso facce anche Tarzan... (*): rettifica serale di Repubblica.it. Prima del post e alcune ore dopo
googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); "No, questa cosa non la scrivo. No, questo copia - incolla non lo faccio. No, adesso provo a raccontare le cose a modo mio. Ma tutto ha un prezzo. La mia storia può essere indicativa per capire cosa accade ad un giornalista che non liscia il pelo al potere. Io vivo e lavoro in una terra bella e tormentata, la Sicilia Occidentale. Sono un giornalista “a km zero”. Racconto quello che vedo. Sono direttore di un portale, Marsala.it, e di una radio, Rmc 101. Ho scritto alcune inchieste, tra cui la biografia del nuovo capo di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro (L’invisibile, Editori Riuniti, 2010) e un viaggio nella mafia che cambia (Cosa Grigia, Il Saggiatore, 2012). Il mio lavoro mi piace. E mi faccio anche un mazzo tanto. Raccontare le cose, sfuggendo alla dittatura delle veline, ha le sue controindicazioni: minacce, intimidazioni. Cose normali, dalle mie parti. Ma a me è successa anche una cosa inedita. Il Comune di Marsala, tramite il suo rappresentante legale, il Sindaco Giulia Adamo (ex Forza Italia, ex Pdl, oggi Udc, ma sostenuta dal Pd...), mi ha notificato una citazione a giudizio, in sede civile, dove mi chiede un risarcimento di 50.000 euro per la mia attività giornalistica, considerata, “lesiva del Comune di Marsala”, la mia città. Viene anche citato che il mio comportamento è ancora più grave perché agisco (sic!) “in un contesto storico di grande difficoltà per tutte le istituzioni a causa della crisi economica e della crisi di credibilità”. Credo che sia un caso unico in Italia che un Amministrazione Comunale chieda i danni ad un giornalista che fa inchieste su quello che accade in città. Per la serie: mi dai fastidio anche solo se esisti. Se volete, una specie di bullismo istituzionale. Sono convocato davanti al Tribunale di Marsala il 15 Ottobre 2013. ll Comune di Marsala ritiene che io sia lesivo per la sua immagine. Non per una cosa che ho scritto, ma per le cose che scrivo. Il Comune di Marsala si sente danneggiato da me. Il Comune di Marsala mi chiede i danni. Il Sindaco mi sta dicendo chiaramente - a nome di tutti - che io non sono cittadino marsalese gradito. 50.000 euro non è una richiesta di risarcimento danni. E’ un cazzotto nei denti. Coscienze meno pelose si sarebbero tutelate in sede penale, con un processo, delle prove, dei giudici. 50.000 euro è una richiesta è destinata a gambizzare me, il mio lavoro, 50.000 euro è il prezzo che si paga per scrivere notizie anzichè fare fusa, in questo pezzo di Sicilia. Ecco cosa succede a chi decide di non essere un giornalista
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Mio padre non c'è più
Miccoli al Quirinale
Minipost 27.06.2013
Muro del pianto 27.06.2013
"Mio padre, che non c'è più, nel 1969 ultimò dei lavori per gli IACP di Reggio Calabria. La rata di saldo certificata dello stato finale (circa 15 milioni di lire di allora) e regolarmente fatturata non è mai stata pagata. La causa è stata decisa in primo grado dal tribunale, ma non hanno pagato. Ora siamo in Corte d'Appello. Nel frattempo, qualche anno fa, feci ricorso al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo che mi diede ragione e condannò lo Stato Italiano per negata giustizia. Ma in Italia se ne sono altamente fregati e la questione oggi ancora langue in Corte d'Appello. A questo punto mi aspetto che quando avrò vinto in secondo grado, gli IACP ricorrano pure in Cassazione, per guadagnare ancora qualche annetto. Purtoppo mio padre non ha fatto in tempo ad avere soddisfazione e neppure io farò in tempo. Sto per andare in pensione e la causa la proseguirà mio figlio. Per ora sono 44 anni, ma sicuramente non finiremo prima di mezzo secolo." Paolo C.
googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Fabrizio Miccoli, l'attaccante del Palermo avrebbe fatto pesanti commenti scoperti attraverso le intercettazioni su Giovanni Falcone definito: "quel fango di Falcone". L'indignazione popolare, correttamente, si è levata contro il giocatore. Persino Buffon lo ha stigmatizzato in conferenza stampa dal Brasile. Ovunque è tutto un giusto dissociarsi da Miccoli al quale, c'è da giurarlo, nessuno passerà più il pallone in campo. Nel frattempo un signore che ha come amico il fondatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, condannato in secondo grado a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, il quale definì eroe Vittorio Mangano il mafioso condannato in primo grado all'ergastolo per duplice omicidio, assunto ad Arcore con la qualifica di stalliere. Un signore ex iscritto alla P2 con la tessera 1816, con un numero impressionante di procedimenti giudiziari, condannato in secondo grado a quattro anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per frode fiscale. Condannato in primo grado a sette anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione e prostituzione minorile. Indagato con l'accusa di aver corrotto nel 2006, con tre milioni di euro, il senatore Sergio De Gregorio per il suo passaggio nel Pdl. Questo signore che altrove sarebbe in fuga da tempo verso Paesi senza l'estradizione è stato "invitato a colloquio e ricevuto" dal presidente della Repubblica Napolitano. Dal Quirinale sottolineano che è stato Napolitano a prendere l'iniziativa dell'incontro e che Berlusconi ha assicurato "il netto orientamento di confermare il sostegno suo e del Pdl al governo e all'azione che è impegnato a svolgere". E' come se Herbert Hoover, presidente degli Stati Uniti negli anni '30, avesse invitato Al Capone per discutere del mercato degli alcoolici. Anche Miccoli, al Quirinale, a palleggiare tra due corrazzieri! Perché Berlusconi si e lui no?
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Risparmiamo 6 miliardi: #StopFregate Minipost 27.06.2013
"Il bilancio della Difesa è in aumento rispetto allo scorso anno. A dispetto di quanto dichiarato ci sarà un aumento dello 0,7%, circa 145 milioni rispetto all'ultimo bilancio deliberato. Naturalmente la maggioranza delle spese è per il personale, ma ci sono acquisti di armamenti che ci paiono sconsiderati. Non solo i famigerati caccia F35, ma anche molte fregate per la Marina: 10 fregate del programma italo-francese FREMM, per una spesa di 6 miliardi di euro, e altre 12 navi più piccole, per altri 3 miliardi. Il programma FREMM, condiviso con la Francia, presenta anche qualche dubbio: pare che queste navi - identiche - siano costate più all'Italia che al partner transalpino. Nella mozione chiediamo di bloccare gli acquisti delle navi non ancora pagate. Potremmo ancora rinunciare a 4 fregate e a altre 12 mini-fregate: un risparmio di quasi 6 miliardi di euro. Le fregate attualmente operative hanno appena raggiunto, e non tutte, l'età minima di servizio: ci pare un po' prematuro dismetterle in blocco, quando la stessa Marina lamenta scarsa formazione per il personale. Parte di quelle risorse, eventualmente, si investano nella formazione del personale, anziché in inutili armamenti. La frase di Mario Mauro "amare la pace, armare la pace" è demenziale. La pace si fa col dialogo e il rispetto. Non facciamoci fregare, Quei sei miliardi dirisorse in un momento di crisi servono per le piccole imprese e i servizi sociali" Elisa Bulgarelli, M5S Senato Partecipa alla discussion su Twitter con #StopFregate
Beppe Grillo al Centro AFA Reul per i bambini sordi Minipost 28.06.2013
L'AFA Centro REUL è un'associazione di volontariato che si occupa della riabilitazione e dell'educazione dei bambini sordi e della loro integrazione ad ogni livello sociale, per difenderne i diritti ed una migliore qualità di vita. Attualmente versa in gravi condizioni finanziarie e il rischio è quello di non poter più dare assistenza ai 400 bambini con problemi di udito che frequentano il centro. In questo momento la crisi c'è in tutti i settori, ma questo deve avere un occhio di riguardo. Sono andato a trovarli e ho assicurato loro che con il blog avremmo dato una mano nella raccolta fondi. Dobbiamo aiutarci, darci una mano l'uno con l'altro. Chi ha poco contribuisce con poco, chi ha un po' di più mette un po' di più. Se non diventiamo una comunità l'Italia scompare. Per donazioni e oblazioni: c/c postale 12534160 intestato ad AFA Associazione Famiglie Audiolesi, Banca Passadre & C. Via E.Vernazza, 27 16100 Genova - IBAN IT 67 T 03332 01400 000000 924517. Per destinare il 5 per mille: C.F. 95003080108 I diritti d'autore de "Il Grillo canta sempre al tramonto" sono devoluti ad Afa Centro Reul e all'associazione Ageranvi
Letta e l'elefante sott'acqua
#5Giornia5Stelle / 2
Economia 28.06.2013
Minipost 28.06.2013
googletag.cmd.push(function() { googletag.display('div-gpt-ad-137223905 2320-0'); }); Un'estate ero al mare quando avvertii delle mani poderose, implacabili, sulle mie spalle. Qualcuno mi spinse sott'acqua. Cercai di divincolarmi per uno, due minuti, senza riuscirci. Dopo molti inutili tentativi, preso dall'angoscia, stavo per rassegnarmi alla mia sorte ma, per incanto, chi mi voleva morto lasciò la presa. Riemerso lo vidi. Non lo conoscevo. Rideva, ma guardandomi cambiò espressione. "Scusa - mi disse - era uno scherzo, pensavo fossi il mio amico Alberto". Capitan Findus Letta è così. Quando vede una piccola media impresa la affoga, ma per scherzo, come si fa tra amici. Il problema è che lo scherzo non gli riesce mai e l'impresa muore per mancanza d'aria. L'ultima stangata del Nipote dello Zio che annegherebbe un elefante è l'anticipo di 2,6 miliardi di euro per l'aumento degli acconti di fine anno. Sale dal 99 al 100% l'acconto dell'Irpef, dal 100 al 101% quello dell'Ires e dal 100 al 110% quello dell'Irap. Una raffinata tortura dell'acqua, un waterboarding, una forma di annegamento controllato su misura per le imprese. Il problema delle PMI è la cassa, la liquidità, l'argent, i danèe. Le banche non fanno credito impegnate come sono a comprare titoli di Stato italiani. Lo Stato non rimborsa i crediti delle aziende arrivati a circa 130 miliardi. I clienti dilatano i tempi di pagamento a 120, 180 giorni, quando va bene, perché, quando va male, i clienti falliscono e il credito diventa di fatto inesigibile. Il governo però ha assoluto bisogno di soldi per rimandare l'Iva e l'Imu a data da destinarsi. Cosa di meglio allora di un salasso alle imprese invece di tagliare costi inutili? La crisi delle piccole e medie imprese sta facendo crollare il gettito fiscale, che necessita di circa 800 miliardi all'anno, su cui si regge l'Italia. Cosa vuoi di più dalla vita e da Capitan Findus? Una spinta sott'acqua?
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Secondo appuntamento con #5giornia5stelle, il resoconto settimanale dell'attività parlamentare del MoVimento 5 Stelle raccontato dai capigruppo di turno: Nicola Morra (Senato) e Riccardo Nuti (Camera). Tra gli eventi della settimana: - la battaglia contro la spesa di 53 miliardi per gli F35 - la battaglia contro la spesa di 6 miliardi per le fregate militari - la mozione per l'istituzione del reddito di cittadinanza bocciata dai partiti - il provvedimento contro i guardrail ghigliottina Guarda la puntata precedente e consulta l'archivio delle puntate. Commentate, diffondete i video e sostenete i nostri eletti a 5 stelle! A venerdì prossimo, ore 13.30!
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