Hollande in crisi va in tv e accusa la Ue: “L’austerità significa condannare l’Europa all’esplosionee ai populismi”. E poi: “Visto che è successo in Italia?”
Venerdì 29 marzo 2013 – Anno 5 – n° 87
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BERSANI ACCANTONATO NAPOLITANO ASPETTA GRILLO “Le consultazioni non sono state risolutive”: il capo dello Stato riprende in mano il timone della crisi e oggi incontra al Quirinale i maggiori partiti. Il premier preincaricato avversato da 5 Stelle e ricattato dal Pdl non vuole ancora farsi da parte. Pronta una rosa di nomi del M5S dc
NON DELUDERE LO TSUNAMI di Paolo
Flores d’Arcais
econdo la logica della democrazia parlamentare, ora tocca al M5S. La coalizione S che ha ottenuto più parlamentari ha potuto
svolgere il suo tentativo, analogo tentativo spetta ora al partito che per la Camera, singolarmente preso, ha ricevuto più voti dopo il Pd. Il M5S, appunto. Che ha già avanzato una sua proposta per il governo, ma monca. Ha infatti indicato la “formula” (un governo senza ministri di partito) e il programma (i venti punti) ma non ancora il nome di chi tale governo dovrebbe guidare. Senza quel nome la proposta resta virtuale, addirittura impalpabile, poiché è il presidente del Consiglio che indica i ministri, e le personalità non di partito possono essere le più diverse per orientamento ideale, qualità professionale, credibilità morale. Ed è sempre il premier che stabilisce intensità e priorità programmatiche anche all’interno di una identica “ricetta”. Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e gli eletti del M5S quel nome farebbero bene a deciderlo a tambur battente, dando così corpo alla loro proposta di “governo a 5 stelle” e mettendo le altre forze politiche (e in primo luogo il Pd) di fronte alla responsabilità di rifiutare una personalità di alto profilo e di adamantina passione per i valori di giustizia e libertà che informano la nostra Costituzione. Anziché aspettare che un altro nome, probabilmente assai diverso e di establishment, venga avanzato da Napolitano, che magari lo ha già in mente. Solo diventando protagonisti, cioè proponendo subito una soluzione alla crisi, Grillo renderebbe stringente la sua proposta (sacrosanta) che intanto il Parlamento lavori, e realizzi le misure (altrettanto sacrosante) che ancora ieri ha riproposto nel suo blog: “l’ineleggibilità di Berlusconi, l’approvazione di una legge sul conflitto di interessi della cui assenza si gloriò Violante alla Camera, l’abolizione della legge Gasparri, la rinegoziazione delle frequenze nazionali generosamente concesse a Berlusconi da D’Alema nel 1999” (e anche sulla legge elettorale, il M5S inchiodi gli altri con la proposta del doppio turno, come per i sindaci). Altrimenti anche questo apparirà a un numero crescente di cittadini come un escamotage con cui il M5S si limita a guardare, anziché agire, in una deprimente passività (che la propensione al turpiloquio non riscatta, anzi sottolinea) e autoreferenzialità che è l’opposto di quello “tsunami” costruttivo che quasi nove milioni di italiani gli hanno affidato come mandato. Mantengano le promesse, siano protagonisti, propongano un nome. La loro credibilità nel paese farà un balzo in avanti. Oppure...
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In alto mare: il nuovo inquilino di Palazzo Chigi non ha un volto. Il segretario democratico “non ha rinunciato” ma il suo tentativo sembra ormai destinato al fallimento. Il Pdl che gli ha “posto condizioni inaccettabili” lo accusa di far perdere tempo al Paese Di Blasi, Marra e Zanca » pag. 2 - 5
U di Antonello Caporale
LA GENTE NON CAPISCE, LO SPREAD INVECE SÌ » pag. 2
» LACRIME & SANGUE » Dalla Tares all’Iva, dall’Ivie alla benzina
L’unica certezza: una valanga di tasse Le manovre correttive di Berlusconi e Monti non hanno ancora dispiegato tutti i loro effetti sulle famiglie, sta per cominciare una raffica di batoste di Marco
Palombi
e tasse? Aumenteranno anche nel 2013. Si tratta di una sorta di effetto a rallenL tatore delle manovre di “salvataggio” di Mario Monti.
ALDROVANDI
La mamma di Federico: “Questi 7 anni di offese e minacce”
SERVIZIO PUBBLICO
Santoro: “Grasso e il Pd ci demonizzano come B.”
» pag. 7
» pag. 8
L‘APPELLO
» OPERAZIONI SPERICOLATE
Da Fo a Nove: “Battiato escluso, Crocetta adesso ripensaci”
embra non si sia ancora S toccato il fondo nella vicenda Aldrovandi dopo che
Franco Maccari, segretario del Coisp – sigla sindacale della Polizia di Stato – ha dichiarato che la foto del viso martoriato di Federico è un fotomontaggio. Reguitti » pag. 11
Monte dei Paschi, in un anno buco da 3 miliardi Franchi » pag. 6
LA CATTIVERIA Berlusconi cita Gandhi. Adesso i marò sono davvero fottuti » pag. 8
» www.spinoza.it
Italiano Celentano di Marco
Travaglio
aturalmente Celentano è liberissimo di pensare – e di scrivere su Repubblica – che N un giornalista deve “fermare la lingua”, “azzerare il passato” e “soprassedere”, rinunciando a dire ciò che sa del nuovo presidente del Senato, perché siamo in un “momento così delicato”. Se invece non lo fa, anzi insiste a raccontare in perfetta solitudine la biografia della seconda carica dello Stato, non è perché il mestiere di giornalista consiste appunto nel dare notizie vere e documentate; ma “per sminuire l’ascesa di Grasso alla presidenza del Senato” e per “appesantire l’aria”. A suo dire, “Travaglio deve aver pensato: perché lasciare intatta la credibilità del nuovo presidente del Senato, che potrebbe fare qualcosa di buono e dopo noi ci intristiamo?”. Ora, se queste scemenze appartenessero solo al nostro amico Adriano, che purtroppo s’informa poco e nulla sa di Grasso né del perché è arrivato fin lì, anche se potrebbe con poco sforzo informarsi, pazienza. In fondo dev’essere dura per un grande artista nazionalpopolare restare confinato troppo a lungo nel campetto degli outsider: due anni all’opposizione, con le battaglie per i referendum del 2011, poi per i nuovi sindaci, poi per 5Stelle, sono forse troppi per lui. È ora di tirare i remi in barca, rientrare nei ranghi e tornare all’ovile. All’insegna dello scurdammoce ‘o passato “in tutti i settori, anche nel campo della giustizia” (ma sì, regaliamo a B. una bella amnistia o un bel salvacondotto e non parliamo più della sua ineleggibilità, come fanno Flores d’Arcais e centinaia di migliaia di cittadini, perché “è una stronzata”, “una cazzata”, “una scorrettezza elettorale”, bisognava pensarci prima; e pazienza se Flores ci aveva pensato fin dal ‘94, quando Celentano votava B.). Ma Italiano Celentano dà voce alla pancia di molti cittadini che, complici il suicidio di Bersani e certe mattane autistiche di Grillo e dei 5Stelle, si sono già spaventati del cambiamento che un mese fa hanno innescato nelle urne. E ora vivono le stesse paure che li attanagliarono a fine 2011 quando, esaurita rapidamente l’euforia per le dimissioni di Berlusconi, si aggrapparono acriticamente alla zattera dei tecnici. E tremavano se qualcuno, in perfetta solitudine, scriveva che era meglio andare a votare subito, che forse SuperMario Monti e i suoi supertecnici non erano quei geniali salvatori della patria che stampa e tv unificate accreditavano, anche perché la maggioranza l’aveva sempre il centrodestra, almeno in Parlamento, non certo nel Paese. Per qualche mese restammo soli a scrivere queste cose, beccandoci le letteracce di molti lettori. Oggi sparare su SuperMario e i supertecnici che non han salvato niente e nessuno è come picchiare un bambino che fa la cacca sul vasetto: troppo facile, anche perché lo fanno tutti. Anzi i supertecnici si sparano fra loro sul caso dei marò che sparavano ai pescatori scambiandoli per pirati: un po’ come molti soloni della politica e dell’informazione che speravano nei tecnici scambiandoli per Cavour, De Gasperi ed Einaudi. Gira e rigira, si torna sempre all’Abc di questo oggetto misterioso (per molti) che si chiama democrazia: gli elettori votano, chi vince governa, chi perde si oppone, la stampa e la magistratura controllano, i cittadini vigilano, gli intellettuali pensano e aiutano gli altri a pensare. E non c’è emergenza che possa indurre un giornale o un programma libero a “fermare la lingua”, “azzerare il passato” e “soprassedere”. Sarebbe un tradimento del nostro mestiere e dei nostri lettori, oltreché un piccolo ulteriore arretramento dalla nostra democrazia. E poi lo fanno già in troppi. Chi vuole giornalisti cantori che suonano la viola del pensiero sotto il balcone dei potenti può cambiare giornale, e canale. Noi continueremo a raccontare e a criticare chi lo merita. E, se è il caso, a disturbare i manovratori.
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Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it
Anno 3 Numero 314 del 29/03/2013
Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155
Reddito ponte
Presto le risorse per i giovani coinvolti A seguito delle numerose sollecitazioni ai diversi soggetti interessati al progetto velocizzate le procedure per lo stanziamento
La giunta ha stanziato altri 4 milioni di euro per finanziare altre domande
Scorre l’elenco degli svantaggiati Intercettato l’interesse del vasto tessuto imprenditoriale
Il provvedimento vuole dare risposte alle tante persone senza lavoro o che vivono sole e con figli a carico, agli extracomunitari e alle donne in difficoltà Il governo regionale, assieme al direttore generale della Presidenza della giunta, Angelo Nardozza, e alla dirigente dell’ufficio Autorità di gestione del Po Fesr Basilicata 2007/2013, Patrizia Minardi, stanno accelerando le procedure per lo sblocco delle risorse destinate ai giovani del progetto Reddito ponte, che prevede corsi retribuiti, tirocini e voucer occupazionale.
Al fine di scorrere l’elenco delle domande ammissibili ma non finanziabili per mancanza di fondi della seconda tranche dell’avviso
pubblico “Incentivi fiscali per l’assunzione di lavoratori svantaggiati in Basilicata”, su proposta dell’assessore Vincenzo Viti la giunta
regionale ha stanziato altri 4 milioni di euro, che si aggiungono alle risorse impegnate lo scorso anno (4.150.000 euro).
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Cultura
Infrastrutture
Consiglio
Università e Conservatori tra i promotori
Alla Provincia di Potenza vanno 308 mila euro
II Commissione “Bilancio e Programmazione”
Anno Gesualdiano nuovi componenti Viti: “Una decisione lodevole”
Campomaggiore fondi per la Sp 13
Ardsu, si a delibera del Comitato
Anticipazione della Regione
Approvati diversi provvedimenti
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Si riaccende la questione tra Firenze e Lagonegro sulla tomba della Gioconda
Ricorre oggi il decennale della morte di “Zio Decio” Scardaccione il padre della “Riforma agraria”
La contesa anche dopo la recente inaugurazione del “Monnalisa Museum”
Fu senatore della Repubblica, economista agronomo e anche professore universitario
I resti di Lisa Gheradini, la probabile modella di Leonardo da Vinci nota come Monnalisa, sono contesi da due regioni: la Basilicata e la Toscana. Dopo l’inaugurazione a Lagonegro del Monnalisa Museum, la questione
Moriva esattamente dieci anni fa ad ottantasei anni, il senatore Scardaccione, meglio conosciuto e ricordato come “Zio Decio” era un politico di primo piano militante nell’allora Democrazia cristiana. Il suo amico-nemico di sempre
è calda perché nel frattempo si attendono anche i risultati sugli scavi condotti a Firenze dall’ex monastero Sant’Orsola sui resti della Gioconda. A Lagonegro intanto, non si vuol rinunciare all’appellativo di città di Monnalisa
La Gazzetta del Mezzogiorno
era il presidente attuale senatorea vita, Emilio Colombo. E’ ritenuto unanimemente il padre della Riforma agraria. Lo conoscevano tutti come l’uomo che si vestiva dei colori della sua terra.
Il Quotidiano della Basilicata
29.03.2013 N. 314
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Risorse per soddisfare altre domande dell’avviso non finanziabili per insufficienza di fondi
Lavoratori svantaggiati, stanziati altri 4 milioni
L’iniziativa ha intercettato l’interesse del tessuto imprenditoriale
Continua il reperimento di ulteriori risorse da utilizzare fra i fondi non impiegati nell’ambito degli assi del Fse soprattutto in vista della riprogrammazione del nuovo settennio a sostegno delle altre domande
Un ulteriore finanziamento di 4 milioni di euro al fine di scorrere l’elenco delle domande ritenute ammissibili ma non finanziabili per indisponibilità di risorse della seconda tranche dell’avviso pubblico “Incentivi fiscali per l’assunzione di lavoratori svantaggiati in Basilicata”. Lo ha deciso la giunta regionale su proposta dell’assessore alla Cultura, Formazione e Lavoro, Vincenzo Viti.
“Un provvedimento importante - ha spiegato Viti - per dare risposte alla platea di lavoratori maggiormente svantaggiati tra cui persone senza lavoro da 6 o 24 mesi, quelle che vivono sole e con figli a carico, le donne, gli extracomunitari, nonché coloro che hanno superato i 50 anni di età. Le risorse aggiuntive si sono rese necessarie in quanto fino al 15 marzo di quest’anno è pervenuto
un numero consistente di domande che non poteva essere evaso a valere sulla seconda tranche in quanto l’importo superava i 2.150.000 euro stanziati con la delibera dello scorso giugno. Segno - ha continuato l’assessore che è stato efficacemente intercettato l’interesse del tessuto imprenditoriale lucano che grazie all’avviso pubblico ha potuto incentivare nuove assunzioni. Infatti, ai datori
di lavoro per ogni nuovo lavoratore svantaggiato assunto in Basilicata, è corrisposto un credito di imposta nella misura del 50 per cento dei costi salariali sostenuti nei 12 mesi successivi all’assunzione (o nei 24 mesi successivi in caso di lavoratore molto svantaggiato). Tra le risorse dell’anno scorso e quelle aggiuntive, la posta finanziaria complessiva ammonta a 8.150.000 euro”. (bm9)
Basilicata Mezzogiorno
REDDITO PONTE
In arrivo le risorse per i giovani La giunta accelera sui tempi “La fitta interlocuzione intercorsa negli ultimi giorni con il presidente della giunta regionale Vito De Filippo, unitamente con il direttore generale della Presidenza della giunta, Angelo Nardozza e la dirigente dell’ufficio Autorità di gestione del Po Fesr Basilicata 2007/2013, Patrizia Minardi, dovrebbe consentire lo sblocco, nelle prossime ore, delle risorse destinate ai giovani impiegati nel progetto del reddito ponte”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Formazione, Cultura e Lavoro, Vincenzo Viti. “Com’è noto - ha aggiunto il componente dell’esecutivo - la situazione stava diventando critica e numerose erano le sollecitazioni pervenute sia al sottoscritto che al presidente De Filippo perché si accelerassero le procedure finalizzate a destinare i fondi a sostegno del progetto. Nel sottolineare l’impegno del presidente e dei responsabili dell’amministrazione - ha continuato intendo rimarcare l’esigenza che in occasione della imminente definizione del Piano pluriennale del lavoro, si dia luogo ad una valutazione complessiva dell’efficacia delle politiche attive del lavoro, anche in riferimento alle work experience e al reddito ponte, così da selezionare e concentrare sul più efficace degli obiettivi le risorse che perverranno nell’ambito del nuovo Fondo sociale europeo, sia sull’asse della coesione che su quello della occupabilità. Non a caso - ha concluso Viti - in un recente intervento in Consiglio regionale ho dichiarato la disponibilità del governo regionale ad un confronto e ad una valutazione intorno ai risultati delle politiche finora impostate e realizzate”. Una buona notizia, dunque, per i tanti ragazzi lucani coinvolti nell’ambito del programma “Reddito ponte”, che prevede corsi retribuiti, tirocini in azienda e un voucer occupazionale. (bm9)
Il Gal “Vulture - Alto Bradano” pubblica dieci nuovi bandi
Una riflessione su Rete Natura
I nuovi avvisi si inseriscono appieno e con coerenza nell’ambito del Piano di sviluppo rurale
La prima settimana di aprile ad Aliano
“Storia saperi e sapori di un territorio” che già in passato ha avviato iniziative interessanti
un convegno su biodiversità e sviluppo
Sono stati pubblicati il 15 marzo scorso dal Gruppo di azione locale “Vulture - Alto Bradano” 10 nuovi bandi pubblici inseriti nel Piano di sviluppo locale “Storia saperi e sapori di un territorio”, programma Asse 4 Leader PSR Regione Basilicata 2007-2013. Gli ambiti di intervento riguardano la valorizzazione dei castagneti del Vulture (bosco da frutta), del grano duro Cappelli (filera della biodiversità), del sistema podolico (informazione e comunicazione, creazione marchio), azioni per la messa in rete delle strutture res-
idenziali per anziani, azioni per la realizzazione delle fattorie del gusto e la preparazione dei suoi operatori agricoli, di percorsi educativi ed attività didattiche con gli alunni delle scuole dell’infanzia e della scuola secondaria, azioni per la promozione e realizzazione della rete delle fattorie didattiche. Tutta la documentazione è consultabile e scaricabile sul sito web www.galvulturealtobradano.it. Le domande di aiuto, complete delle informazioni richieste nei rispettivi bandi, dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13,00 del
15 aprile 2013. “Con questi nuovi bandi - ha dichiarato il presidente del Gal, Francesco Perillo (nella foto) - continua l’implementazione del Piano di sviluppo locale il cui obiettivo dichiarato è dare non solo continuità allo sviluppo rurale già avviato sul territorio, ma anche creare nuove opportunità nelle aree rurali dell’area Vulture Alto Bradano. L’entità dei finanziamenti è considerevole: la disponibilità di circa un milione di euro di contributi potrà far fronte ad investimenti complessivi che si aggirano intorno al milione e settecentomila euro. Sono numeri importanti - ha continuato Perillo - che riguardano una serie di investimenti e servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale, e le opportunità a disposizione sono molteplici”. Per illustrare opportunità e tipologie di interventi contemplati nei bandi, il Gal ha indetto per martedì 2 aprile, alle ore 16,30, una conferenza stampa nella Sala convegni della Biblioteca “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture. (bm9)
La Regione Basilicata, in collaborazione con Enea e Forum Plinianum, organizza il convegno “Natura 2000 in Basilicata: percorsi di contaminazione tra natura, scienza, arte e cultura dei luoghi”. L’evento si propone come occasione privilegiata di incontro e di “contaminazione” tra punti di vista e competenze differenti. Uno spazio per riflettere sull’opportunità rappresentata da Rete Natura 2000 per intraprendere possibili alternative di sviluppo in territori di grande pregio naturalistico e culturale. Nel convegno saranno presentati i risultati dell’esperienza avviata dalla Regione Basilicata nel 2008 con il programma Rete Natura 2000, un progetto olistico che mira a coniugare la tutela della natura e del paesaggio con le istanze di sviluppo e benessere delle popolazioni locali. Il progetto ha coinvolto 150 professionisti (botanici, zoologi, forestali, agronomi, ingegneri ambientali, geologi, architetti), 14 Gruppi di lavoro, una cabina di regia costituita da 15 enti di ricerca. Tanti gli ingredienti che hanno permesso di mettere in luce gli elementi di rilievo in termini di biodiversità, rappresentati dall’elevato numero di habitat e specie animali e vegetali protette a vario titolo e distribuite in una rete costituita da 50 Siti di importanza comunitaria (Sic) e 17 Zone di protezione speciale (Zps), equivalenti al 17,1 per cento della superficie regionale. Il Convegno si svolgerà nei giorni 4, 5 e 6 aprile 2013 ad Aliano nell’Auditorium comunale. La giornata del 6 aprile sarà dedicata alle scuole.
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Basilicata Mezzogiorno
Anno Gesualdiano con più promotori
Anche il Comitato tecnico
L’Università e i Conservatori lucani nel comitato per le celebrazioni del madrigalista venosino
scientifico
Il comitato promotore dell’Anno Gesualdiano si arricchisce di nuovi componenti: entrano a farne parte il Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, il direttore del Conservatorio di musica “Gesualdo da Venosa” di Potenza e il direttore del Conservatorio “Duni” di Matera. La decisione è stata presa all’interno dello stesso Comitato che si è riunito ieri, sotto la guida del consigliere Francesco Mollica, all’interno del Dipartimento Formazione e Lavoro della Regione Basilicata. Per l’assessore al ramo Vincenzo Viti, che “sin dal primo momento
il numero dei
ha proposto l’integrazione condividendo il profilo e il valore dell’apporto che l’Università e i due Conservatori possono conferire alla programmazione dell’Anno Gesualdiano”, si tratta di una decisione “opportuna e lodevole che garantisce una più ampia ricchezza di contributi per una adeguata celebrazione del quarto centenario della morte del famoso madrigalista Gesualdo da Venosa”. Per l’assessore Viti “la presenza del mondo scientifico, insieme alle competenze istituzionali, consentirà al comitato di mettere a punto un palinsesto di ini-
ziative di qualità per onorare al meglio la figura del grande madrigalista lucano, sia a livello nazionale che internazionale”. Oltre al Comitato promotore, anche il Comitato tecnicoscientifico ha ampliato il numero dei suoi componenti, accogliendo al suo interno altre quattro unità: un rappresentante dell’Università, un rappresentante per ciascuno dei due Conservatori e del Liceo musicale di Potenza. “Vogliamo che l’ideazione e la pianificazione delle manifestazioni – ha detto il consigliere Mollica – siano realizzate nel più completo spirito collaborativo,
ha ampliato suoi componenti di 4 unità partecipato e democratico, per offrire il giusto riconoscimento al musicista e compositore di Venosa”. La professoressa e violoncellista Giovanna D’Amato, componente del Comitato, ha poi illustrato lo stato di attuazione del programma. “Offriremo ogni utile sforzo – ha concluso Viti – perché Gesualdo da Venosa sia celebrato nel miglior modo possibile”.
Anticipati i fondi Cipe per la Sp 13 Campomaggiore Trasferiti dalla Regione alla Provincia di Potenza 308 mila euro per i lavori di rispristino e consolidamento della strada La giunta regionale della Basilicata trasferirà all’amministrazione Provinciale di Potenza 308 mila euro per consentirle di effettuare lavori di ripristino e di consolidamento lungo la strada provinciale n. 13 in agro di Campomaggiore. Si tratta di un’anticipazione su quanto già richiesto e ottenuto dalla Provincia di Potenza con la delibe-
razione Cipe n. 8 dello scorso 3 agosto 2012, per poter avviare la procedura di affidamento dei lavori per la messa in sicurezza della strada. “Siamo intervenuti – ha spiegato il presidente della Regione, Vito De Filippo - per ‘disincagliare’ una vicenda che in via teorica era già stata risolta dal finanziamento deliberato del Cipe ma che in realtà
Chiusura dei Cup domani 30 marzo Il provvedimento riguarda soltanto gli uffici di Lauria e Lagonegro Gli uffici Cup (Centro unico di prenotazione telefonica) resteranno chiusi al pubblico nella giornata di domani, sabato 30 marzo, negli ospedali civili di Lauria e Lagonegro. A renderlo noto è il responsabile dei Cup per l’area del Lagonegrese, il dottor Luigi Garambone. Cionostante, gli utenti che hanno prenotato gli esami di radiologia e laboratorio analisi, potranno regolarmente effettuare le prestazioni e regolarizzare successivamente il ticket sanitario nel giorno indicato dal personale medico e paramedico per il ritiro dei referti. Resta invece attivo il Centro Unico di Prenotazioni regionale,
a cominciare dalle ore 8 e fino alle ore 20. Per chi dovesse avere necessità si potrà prenotare le eventuali prestazioni medicosanitarie da un telefono di rete fissa, componendo il numero 848/821821. Se invece l’utente intende avavlersi di un apparecchio telefonico cellulare, il numero da comporre è lo 0971/471373. Il Call Center Sanitario della Regione Basilicata nasce con l’obiettivo di stabilire un rapporto più semplice e diretto fra i cittadini e la sanità. Il servizio, attivo da marzo 2004, è un progetto finalizzato a migliorare l’accesso e la fruibilità delle prestazioni sanitarie da parte dell’utenza.
continuava ad essere fonte di disagio per i cittadini a causa della mancata erogazione dello stesso finanziamento e dell’impossibilità della Provincia di Potenza di effettuare un’anticipazione. E dato che spesso teoria e burocrazia inficiano ogni buona intenzione, abbiamo messo in campo un provvedimento concreto che anticipa le somme ne-
cessarie a venire incontro alle legittime esigenze dei cittadini di Campomaggiore”. I lavori consentiranno infatti di superare l’isolamento dell’intera comunità, costretta a utilizzare la vecchia strada comunale per recarsi a Potenza, con un notevole aumento dei tempi di percorrenza e in condizioni di minor agiatezza.
Parco Appennino in visita dagli Usa
A Marsico Nuovo durante un tour da Palermo a Roma
Il presidente Domenico Totaro riceve un gruppo di circa novanta turisti
Gli utenti potranno mettersi in regola al ritiro del referto
Un folto gruppo di turisti americani, circa novanta, provenienti da New York, ha fatto tappa a Marsico Nuovo, sede dell’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri lagonegrese, durante un tour in Italia che li ha portati da Palermo a Roma alla scoperta delle innumerevoli peculiarità naturalistiche, paesaggistiche, storico – artistiche ed enogastronomiche. Nella mattinata di mercoledì scorso, i turisti, alcuni dei quali di origine lucana, hanno raggiunto la sede dell’Ente Parco e, dopo una breve visita della suggestiva location, sono stati ricevuti, presso la sala conferenze,
dal presidente Totaro per un saluto di benvenuto. Quest’ultimo ha sottolineato alcune differenze esistenti tra la gestione dei Parchi americani e quella dei Parchi italiani, mettendo in risalto la componente antropica che caratterizza questi ultimi. Dopo ha focalizzato l’attenzione sull’importanza del coinvolgimento delle comunità locali e della definizione, condivisa e partecipata, di strategie programmatiche in merito alla salvaguardia ambientale, al risparmio energetico ed alla crescita economico – sociale del contesto territoriale di riferimento.
28.03.2013 N.314
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Basilicata Mezzogiorno
Ardsu e Parco Gallipoli Cognato in II Commissione Ieri sono stati approvati diversi provvedimenti Si è riunita nella giornata di ieri la Commissione “Bilancio e programmazione” presieduta da Antonio Autilio L’organismo ha espresso parere favorevole, a maggioranza, sul provvedimento di giunta regionale riguardante la “Delibera del comitato pa-
universitario della Basilicata (Ardsu) sulla accensione di un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti”. Favorevoli i consiglieri Autilio (Idv), Restaino e Dalessandro (Pd), Scaglione (Pu), Romaniello (Sel), Singetta (Gm), Mollica (Udc) e Vita (Psi). Voto contrario del consigliere Rosa
Votata a maggioranza L’organismo si è espresso sull’iniziativa della giunta per l’accensione di un mutuo presso Cassa depositi e prestiti ritetico di amministrazione dell’azienda regionale per il Diritto allo studio
(Gm). In merito al disegno di legge sulla “approvazione
del Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2013 e Bilancio pluriennale per il triennio 2013/2015 del Parco regionale Gallipoli Cognato piccole Dolomiti lucane”, ancora parere favorevole a maggioranza, con il voto contrario del consigliere Rosa. Per quanto riguarda il disegno di legge collegato alla finanziaria su “Disposizioni nei vari settori di intervento della Regione Basilicata”, la Commissione ha deciso, dopo aver iniziato l’esame degli emendamenti presentati, di trasmettere gli stessi alla Giunta per conoscerne il parere. Inoltre, ha deciso di trasmettere un emendamento in
Sopra, studenti in aula. Sotto, Pietrapertosa nel cuore delle dolomiti lucane
materia di Sanità alla IV Commissione, “Politica sociale”, per esaminarlo nel merito, il provvedimento riguardante l’abolizione del ticket per l’assistenza ambulatoriale. Hanno partecipato alla seduta, il presidente Autilio (Idv) e i consiglieri Restaino e Dalessandro (Pd), Rosa e Singetta (Gm), Mollica (Udc), Scaglione (Pu), Romaniello (Sel), Vita (Psi) e Navazio (Ial).
Archeologia in mostra
La Basilicata piace sempre più Cresciuto il numero dei turisti
Appuntamento nel Palazzo Montano di Guardia Perticara fino al 2 giugno
Nel 2012 secondo le stime dell’Apt i visitatori in regione sono aumentati rispetto all’anno precedente del 1,2%. Risultato importante nonostante la crisi economica
Martedì scorso a Guardia Perticara nel Palazzo Montano, è stata inaugurata la mostra archeologica “Guardia Perticara, archeologia di un centro Enotrio”, organizzata dall’amministrazione municipale in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Basilicata e l’Apt Basilicata. Una testimonianza del patrimonio lasciato in eredità da una popolazione che ha abitato la Basilicata prima dell’arrivo dei Greci, gli Enotri, che può essere ricostruita unicamente
“Cresce il numero dei turisti censiti che nel 2012 hanno scelto la Basilicata: sono 517.901 contro i 511.667 del 2011”. A renderlo noto l’Apt Basilicata. “Gli arrivi segnano un ulteriore incremento, pari all’1,2 per cento, anche in un anno fortemente segnato dalla crisi economica nazionale. L’appeal della Basilicata e la crescita di notorietà è evidenziato , oltre che dal maggior numero di visitatori, dall’incremento di turisti provenienti dall’estero e dalle altre regioni italiane. Un risultato importante, se si tiene conto del trend negativo nazionale, frutto peraltro anche della spinta derivante dall’ingresso sul mercato di nuovi operatori nel settore della
sulla base delle notizie fornite dei dati della toponomastica e dell’archeologia, che a Guardia ha lasciato tracce di inestimabile valore, rinvenute nella ricchissima necropoli ai piedi del borgo. Un’occasione per conoscere la storia e la cultura di Guardia Perticara, tra i borghi più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club”. La mostra resterà aperta a Palazzo Montano fino al prossimo 2 giugno, tutti i giorni. Gli orari di visita dalle 8.00 alle 20.00.
ricettività (+5,2%). Questi dati evidentemente confortano circa l’efficacia delle politiche pubbliche di promozione poste in essere in questi anni. Non mancano le ombre: l’aumento del numero dei turisti non è stato sufficiente a colmare le perdite derivanti da un minor numero di pernottamenti pari a 81.660 (-4,2%). Le presenze infatti si attestano nel 2012 a circa 1 milione ed 881mila. La sensibile riduzione del numero delle giornate di vacanze è un fenomeno già rilevato in questi ultimi anni. Mentre prima si parlava della preferenza per più vacanze brevi durante l’anno, oggi il numero di vacanze si va riducendo sino a risolversi, in molti casi, ad una sola vacanza l’anno
(per quanti possono permetterselo). Diversi fattori hanno inciso sull’andamento turistico 2012: positivamente il fattore climatico; in negativo invece il diffondersi delle notizie relative allo sciame sismico che ha interessato parte del Parco del Pollino. Ad incidere negativamente sulle presenze è il calo del movimento clienti legato a motivi di lavoro (Vulture-melfese e la Val d’Agri). Solo una politica molto aggressiva in termini di prezzi e di servizi da parte dei nostri operatori e uno sforzo straordinario dell’insieme degli attori pubblici e privati su base territoriale, e non solo, può far fronte alle sfide poste dal tempo presente.
Dal Consiglio Danni alluvione Interrogazione Giordano (Pdl)
nuti anche al pagamento dell’aumento del canone irriguo.
duzione delle spese della politica che il Pdl sostiene con atti concreti”.
Il consigliere regionale del Pdl Giordano, ha chiesto in un’interrogazione alla giunta quali provvedimenti intende adottare per affrontare la situazione determinata dall’alluvione del 2011 nella zona dei giardini di Grassano segnalando altresì che per questi coltivatori al danno rischia di aggiungersi la beffa perché saranno te-
Riduzione assessori Mattia (Pdl)
Scaglione (Pu) “Una furia iconoclastica ed una sorta di populismo, ha portato ad approvare in fretta e furia una modifica allo Statuto nelle more di una più generale modifica che invece merita ancora approfondimenti seppur abbia gia preso le mosse nella sede consiliare. Non si è compreso che più che il
“La riduzione, da subito e non dalla prossima Legislatura, del numero di assessori da sei a quattro che noi continuiamo a sollecitare, siano interni e non esterni al Consiglio, è un ulteriore segnale in direzione della forte richiesta dei cittadini di ri-
numero degli assessori, il problema vero è la riorganizzazione della struttura amministrativa e dipartimentale; non si è deciso di mettere mano al vero contenimento dei costi”. II Commissione Il presidente Autilio La protesta dei sindaci dei Comuni di Aliano, Armento, Castelsaraceno, Corleto Perticara, Gallicchio, Guardia Perticara, Missanello, San Chiri-
co Raparo, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo e Roccanova contro la pratica scelta dall’Eni per assunzioni di manodopera, che non tiene conto dei disoccupati di quei Comuni, ripropone il problema del passaggio delle assunzioni per attività petrolifere attraverso i Centri per l’Impiego dell’intero comprensorio ad oggi ancora bypassati”. Lo ha detto il presidente della Seconda Commissione (BilancioProgrammazione) Anto-
nio Autilio. Interrogazione attività estrattiva Mazzeo (Gm) Mazzeo ha presentato un’interrogazione per sollecitare misure per l’eliminazione dei fenomeni lamentati dai cittadini di Marsico Nuovo, chiedendoi dati dei sistemi di monitoraggio nell’area in località Camporeale e lungo la condotta di collegamento con il centro olii.
29.03.2013 N. 314
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Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 29.03.2013
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LA CARRIERA
Basilicata Mezzogiorno
Venerdì 29 marzo 2013
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Il padre della “Riforma agraria”
Il decennale Il 29 marzo del 2003 moriva il senatore Scardaccione, per tutti “zio Decio”
Quell’UOMO Scardaccione nel 1965 con il Rettore dell’Università di Bari Del Prete all’inaugurazione dell’Anno accademico
POTENZA - Decio Scardaccione è stato un economista, un politico, un agronomo e un professore universitario tra i maggiori esponenti della Democrazia Cristiana e fondatore nel 1970 della “Sinistra di base” lucana. Dopo aver frequentato la “Scuola pratica di agricoltura”di Eboli si diplomò all'Istituto tecnico agrario di Lecce. Laureatosi nel 1943 in Agraria all'Università degli Studi di Bari, dove poi insegnò Economia e politica agraria, si dedicò alla ricerca, nel mondo contadino, di quelle che erano le capacità umane, in particolare dedicandosi allo studio di tutto il fenomeno della capitalizzazione del lavoro nell’agro di Alberobello, nella Costiera Amalfitana e nella Costiera calabra. Fu un sostenitore del concetto che non doveva essere l'uomo al servizio della nuova struttura economica, cioé passare dal servaggio del padre al servaggio dell'apparato economico moderno, per cui si pensava di preparare tutto in funzione di un'azienda dove il contadino era uno dei fattori della produzione ossia il mero fornitore del lavoro, bensì bisognava rendere l'uomo artefice dell'azienda creata a sua misura nel contesto economico politico e storico in cui questo si trovava. Mentre era docente di “Estimo rurale” ed “Economia e politica agraria” all'Università di Bari, fu invitato da giovani esponenti della Democrazia cristiana a svolgere dei corsi di formazione teorico-pratici di un anno ai contadini assegnatari della Riforma agraria. Negli anni sessanta, in qualità di segretario generale della Confederazione nazionale del mondo rurale e dell'agricoltura, diede prova della sua professionalità e della sua competenza, tanto unanimemente apprezzate da meritare la nomina a presidente dell'Ente di sviluppo di Puglia, Lucania, Molise ed Irpinia, ove operò con generale approvazione del mondo contadino verso il quale fu intellettualmente onesto; spese tutte le sue energie a favore del mondo rurale che, del Mezzogiorno, per molti anni fu significativa ma non sempre gratificante espressione; si impegnò con la sua rocciosa intransigenza a favore degli strati meno abbienti. Fu, pertanto, tra i più equi realizzatori della riforma agraria e ricoprì tale carica di presidente dell'Ente di Riforma Agraria fino al 1968, quando, al termine delle elezioni politiche dello stesso anno, venne eletto al Senato nel collegio di Corleto Perticara. Nominato presidente del Primo Comitato di Programmazione Economica-Regionale, dal dicembre del 1974 all’estate del 1976 fu sottosegretario al ministero dell'Interno e membro dell’Assemblea unica della Comunità europea, l’antesignana del Parlamento europeo. Nominato presidente dell'Esab, negli anni Ottanta svolse con grande serietà questo incarico pubblico, con impegno trasversalmente apprezzato, tanto da subire un attentato con 5 colpi di pistola, organizzato da parte della locale criminalità organizzata. La sua vasta produzione scientifica e politica è conservata presso l’Università degli Studi di Bari e presso l’Università della Basilicata, da lui fortemente voluta.
che si vestiva con i colori della terra di ALESSIA GIAMMARIA
POTENZA - Da dove cominciare? Dall'inizio, come prassi vorrebbe, o dalla fine? Dieci anni sono passati da quando quello che per tutti era, è e sarà sempre e soltanto “zio Decio”, è stato “tradito” dal suo cuore. Quel cuore che in 86 anni di vita ha messo in tutto quello che faceva. Solo 24 ore prima - Decio Scardaccione era nato a Sant'Arcangelo il 28 marzo del 1917 - aveva compiuto, nell'ospedale San Giacomo di Roma dove era ricoverato da circa una settimana, 86 anni. A stroncarlo una crisi cardiorespiratoria. Se ne è andato così il “padre della Riforma agraria”. L’uomo che da solo o insieme ai suoi contadini, con cui si sedeva a tavola e con cui mangiava pane e formaggio e con cui parlava sempre, amava sporcarsi le mani con la terra . Mai e poi mai si è fatto negare. Sempre presente. Sempre pronto a parlare con chiunque “bussasse” alla sua porta o lo contattasse per telefono. Il fatto che fosse stato anche Senatore della Repubblica e Sottosegretario agli Interni - all'epoca il ministro era Francesco Cossiga - era solo un dettaglio. Oggi “zio Decio” è nella sua Sant'Arcangelo sepolto nella cappella di famiglia. Una cappella come tante altre. Senza orpelli. Come senza orpelli era lui. Lui che guai a chiamarlo Senatore. Lo sapevano bene anche i commessi di Palazzo Madama che si erano abituati, dopo i primi amorevoli rimbrotti, a rivolgersi a lui come facevano tutti: “zio Decio”. E proprio i commessi del Senato, insieme all'amico-nemico di sempre il senatore a vita Emilio Colombo - in quel giorno di fine marzo di dieci anni fa, sono stati i primi a recarsi all'ospedale San Giacomo per rendere omaggio non al politico ma all'uomo. Tutti con gli occhi arrossati e con le lacrime a rigare i loro volti. Quei commessi abituati a fare i conti con le bizzarie, fuori dai protocolli di un palazzo ingessato, dove Decio Scardaccione si aggirava con la cravatta nel taschino della giacca e la indossava, annodata alla bene e meglio, solo prima di entrare in aula. Ché lui la cravatta non la metteva quasi mai. A differenza del cappotto e del cappello che, invece, indossava anche quando le temperature erano miti. Eh sì perché lui il freddo lo sentiva sempre. Anche in estate. Anche quando viaggiava in macchina con i finestrini rigorosamente chiusi e all’improvviso diceva: «Mi arriva uno spiffero. Accendiamo un po’ il riscaldamento». Con grande sconcerto di chi, trovandosi in auto con lui, avrebbe anelato abbassare un finestrino perché il caldo si faceva sentire. Era fatto così. A chi, all'inizio della sua carriera politica, non lo conosceva ancora quel nome, Decio Scardaccione, incuteva timore. In molti immaginavano che si sarebbero trovati davanti un uomo alto, di corporatura imponente e, perché no, anche spocchioso. Come spocchiosi sembravano la maggior parte dei politici dell'epoca. Poi lui appariva. E ti trovavi davanti un uomo di statura normale. E nella mente di molti la domanda era: ma è proprio lui Decio Scardaccione? Sì, era proprio lui. Poi stringeva la mano
L’onorevole Bonomi, segretario generale della “Coltivatori diretti” stringe la mano a Scardaccione. Accanto a lui anche l’onorevole Pucci. In basso, nel 1970, con il genero Romualdo Coviello, durante la cerimonia di fondazione della Sinistra di Base
a quelli che aveva di fronte e si apriva in un sorriso immenso. E subito si percepiva che avevi davanti un uomo fuori dal comune. Non il politico ma una persona normale. Normale come i vestiti che indossava. Nessun completo blu o gessato. Giacche a quadrettoni o a tinta unita che richiamavano i toni del marrone o del nocciola. Insomma i colori della terra. Lo stesso per i pantaloni o le scarpe. Scarpe mai tirate a lucido a significare che i suoi piedi, quasi fossero radici, erano ben saldi a terra. Quella terra da cui non poteva stare lontano e a cui tornava sempre. Nel bel mezzo di un viaggio, soprattutto se tra i paesi della sua amata Valle dell'Agri, all'improvviso faceva accostare l'auto - pur avendo la patente preferiva far guidare gli altri piuttosto che mettersi al volante - scendeva e si avventurava nei frutteti. Si avvicinava ai mandorli, ai pe-
schi o agli aranci. Toccava il fusto della pianta. Guardava le gemme o i frutti se erano già sui rami. E poi, dopo avere colto un frutto e avertelo porto ti diceva: assaggia quanto è buono. Era fatto così. Lui, ordinario di Economia agraria all'Università degli studi di Bari, presidente dell'Ente di riforma agraria, dell'Ente irrigazione, del Comitato regionale per la programmazione economica, è sempre stato un politico anomalo. Un po' perché politico lo è diventato “per caso”con grande stupore di quanti specialmente la prima volta in cui , nel 1968, fu candidato ed eletto al Senato nel collegio (all'epoca esistevano ancora i collegi) non facile, anzi difficile, come era quello di Corleto Perticara (raccolse talmente tante preferenze da risultare alla fine il primo eletto in tutta la Basilicata e lo sarà per cinque legi-
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 29.03.2013
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Basilicata Mezzogiorno
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Venerdì 29 marzo 2013
Una “lezione” di agricoltura in uno dei “suoi” amati poderi
Un giovanissimo Decio Scardaccione (nel profilo) insieme all’onorevole Antonio Segni che poi divenne Presidente della Repubblica
Scardaccione con un giovane Emilio Colombo
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Decio Scardaccione e ben visibile, nel taschino della giacca, la cravatta che difficilmente indossava
IL RICORDO DI NICOLA MANCINO
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«Vedo la sua anima salire sulle vette del Pollino di cui fu difensore accanito»
“Zio Decio” nell’estate del 1982 in un momento di relax. A destra il ministro Luigi Granelli, della Sinistra di base, e Decio Scardaccione durante un convegno della Dc nel 1975
slature tranne che nel 1976 e nel 1979) - un po' - e la parola po' è un eufemismo - perché lui era proprio fatto così. Attivo, dinamico, sempre in movimento - farlo stare seduto per più di cinque minuti poteva essere un'impresa titanica - ha sempre avuto a cuore i problemi del Mezzogiorno. Non a caso è stato il protagonista della Riforma agraria. A lui, figlio del barone Giuseppe Scardaccione di Donna Maria Latronico discendente di un'antica e nobile famiglia di proprietari terrieri di Tursi - l'idea che la terra fosse di proprietà dei latifondisti e non dei contadini che la lavoravano dalle prime luci dell'alba fino a sera, proprio non andava giù. Da qui l'abolizione del latifondo e l'assegnazione delle terre a chi le lavorava. Non fu facile. Grazie al Piano generale dell'irrigazione arrivò l'acqua e il Metapontino divenne la “California del Sud”.
Quella “California del Sud” che non molti anni or sono qualcuno voleva trasformare in deposito nazionale delle scorie nucleari. Ma questa è un'altra storia. Sempre sorridente. Non si arrabbiava mai e mai ha alzato il tono della sua voce anche quando una bella urlata ci poteva stare tutta. Il segreto di zio Decio? L'umanità. Mai che abbia pronunciato la parola “senatore” prima del nome e cognome. Sempre e solo: “Sono Decio Scardaccione” a cui seguiva l'invito a chiamarlo: “Zio Decio”. E a dieci anni dalla sua morte sarebbe bello potere rivedere quel cartello stradale apposto a un bivio. A destra l'indicazione “Corleto Perticara” e a sinistra un semplice cartello con su scritto “Zio Decio”. Un punto fermo da cui ripartire e a cui ritornare. a.giammaria@luedi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
DESIDERO ricordare nell'aula che l'ha visto protagonista per tante legislature il professor Decio Scardaccione, i cui funerali sono in corso in questa stessa ora a Sant’Arcangelo di Potenza. Scompare con Decio Scardaccione un politico di tempra forte, un intellettuale rigoroso e coerente, un militante onesto e di grandi passioni civili, che ha servito, ovunque chiamato, lo Stato e la causa del Mezzogiorno. Negli anni Sessanta, come segretario generale della Confederazione nazionale del mondo rurale e dell'agricoltura, diede prova della sua professionalità e della sua competenza, tanto unanimemente apprezzate da meritare la nomina a presidente dell'Ente di sviluppo di Puglia, Lucania, Molise ed Irpinia, ove operò con generale approvazione del mondo contadino. Fu più volte senatore e sottosegretario di Stato e una sola volta anche parlamentare europeo. Chi come me ha avuto modo di conoscere e apprezzare “zio Decio” desidera ricordarlo ai colleghi. Egli fu intellettualmente onesto; spese tutte le sue energie a favore del mondo rurale, di cui il Mezzogiorno fu per molti anni significativa ma non sempre gratificante espressione; si impegnò con la sua rocciosa intransigenza a favore degli strati meno abbienti. Si è spenta una voce libera, che non lesinò critiche a un sistema politico che già ai suoi tempi si rivelava inadeguato. Vedo la sua anima salire lassù, sulle vette del Pollino, di cui fu difensore accanito, per la cui valorizzazione si battè con un'oratoria asciutta ma appassionata. Roma - 1 aprile 2003 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 29.03.2013
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Basilicata Mezzogiorno
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
LA DISPUTA
LA MUSA DI LEONARDO DA VINCI
Venerdì 29 marzo 2013
BASILICATA-TOSCANA L’inaugurazione del Monnalisa Museum a Lagonegro diventa lo spunto per rispolverare un antico dilemma
L’APPELLATIVO Le teorie a confronto. Lagonegro non vuole rinunciare all’appellativo di città di Monnalisa. Nonostante l’ira di Firenze
«Monnalisa è sepolta a Lagonegro» Si riaccende il «duello» con Firenze sul destino dei resti di Lisa de’ Gherardini PINO PERCIANTE l «Duello» tra due regioni per una tomba: quella di Monnalisa. I resti di Lisa Gherardini, la donna che si pensa abbia fatto da modella per il celebre dipinto di Leonardo da Vinci, si trovano in Basilicata o in Toscana? L’interrogativo continua ad intrigare e torna d’attualità dopo l’inaugurazione a Lagonegro del Monnalisa Museum quando a Firenze restano in attesa dei risultati sugli scavi condotti nell’ex monastero di Sant’Orsola alla ricerca dei resti della «Gioconda». Difficile stabilire da che parte stia la verità, dal momento che esiste qualche dubbio – se non sull’esistenza di Lisa de’ Gherardini – sulla sua effettiva relazione col dipinto di Leonardo. Tuttavia, lo scontro culturale tra le due città continua. Il museo inaugurato pochi giorni fa a Lagonegro è il
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PERPLESSITÀ
Esistono dubbi anche sulla relazione tra Lisa de’ Gherardini e il dipinto
LA «CHIAVE»
però, fu informato di tutto (Leonardo, ndr): durante il viaggio di ritorno dalla Calabria, dove Messer Francesco aveva concluso con grande suo vantaggio alcuni affari, tra gli altri uno per l’importazione di pelli di montone a Firenze, Monnalisa era deceduta a Lagonegro, una piccolissima città sperduta, chi diceva di malaria e chi di una malattia infettiva alla gola». A quei tempi per andare in Calabria unica via era l’antica Popilia che passava per Lagonegro. Dal canto suo, invece, Firenze si basa sul ritrovamento avvenuto nel 2007 nella città dell’Arno: Lisa Gherardini, «donna fu di Francesco Del Giocondo, morì addì 15 di luglio 1542, sotterrossi in Sant’Orsola», si legge in un documento che riporta altri atti di morte di cittadini fiorentini. Il documento venne ritrovato da Giuseppe Pallanti, docente appassionato di ri-
LA MORTE
Il romanzo di uno scrittore russo su Leonardo Da Vinci
Sarebbe deceduta per una malattia infettiva alla gola o per malaria
segno evidente della volontà della cittadina lucana di non voler rinunciare all’appellativo di città di Monnalisa, nonostante a Firenze siano convinti che i resti della modella di Leonardo si trovino nell’ex convento di Sant’Orsola. Ma su quali elementi si basano le ragioni delle due contendenti?. Lagonegro ha dalla sua il racconto contenuto nel libro dello scrittore russo Dmitrij Sergeevic Merezkowskij, autore nel 1901 del romanzo su Leonardo da Vinci. A pagina 229 Merezkowskij scrive: «Quella sera stessa,
cerche storiche, spulciando le carte di un archivio parrocchiale che si trova nel centro storico di Firenze. Monnalisa, nata in via Maggio nel 1479, seconda moglie del ricco mercante Francesco del Giocondo, madre di 5 figli più uno adottivo, morta a 63 anni, sarebbe stata sepolta nel convento di Sant’Orsola, a pochi passi dalla basilica di San Lorenzo. Questo attesta la minuta scrittura a penna su carta gialla capitata tra le mani di Pallanti. E da qui i recenti scavi condotti nell’ex convento.
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VIAGGIO
DIPINTO Il famoso quadro della Monnalisa
Per andare in Calabria a quei tempi l’unica via era l’antica Popilia
A LAGONEGRO INSISTONO NEL RIVENDICARE LE SPOGLIE DELLA MONNALISA
La scheda Il mistero dell’autoritratto
La teoria «lucana» di Merezkowskij l «Quanto scritto da Merezkowskij è una cosa che si può sostenere». A Lagonegro non hanno dubbi: «La tomba della Monnalisa è qui, come dice Merezkowskij». «Invece no replicano a Firenze -. Noi la stiamo cercando qui». Monnalisa a Lagonegro la si trova dappertutto. Nelle cartoline illustrate che tappezzano le edicole dei giornali e le tabaccherie, nelle insegne di bar e trattorie, sui cartelloni stradali che indicano al turista «la tomba della Gioconda» tra i ruderi del vecchio castello. E ora le viene dedicato anche un museo multimediale che l’amministrazione comunale punta a sfruttare per il rilancio turistico della città. «Alla luce degli interventi di critici letterari di fama internazionale – dichiara il sindaco Domenico Mitidieri – l’attività culturale collegata alla storia di Monnalisa può risultare importante per la crescita e lo sviluppo occupazionale della nostra cittadina». A Lagonegro, quindi, tutto é dato per certo, e se per caso qualcuno si azzarda a smentire la leggenda è destinato ad essere guardato male. Senza dubbio il fatto è curioso: come giustamente fa rilevare qualcuno, la tradizione popolare può anche essere considerata leggenda, ma appare improbabile che la gente del posto secoli e secoli orsono si sia potuta
inventare un fatto così eclatante. Il dibattito continua ma ci vorrebbe uno studio per capire da dove lo scrittore russo abbia attinto la notizia della morte della Monnalisa a Lagonegro. Non è mancato chi negli anni si è posto domande, ha consultato registri parrocchiali e documenti dell’epoca in biblioteche pubbliche e private, fra Toscana e Basilicata. C’è anche chi riferisce di alcuni studiosi che agli inizi degli anni cinquanta avrebbero effettuato sopralluoghi simili a vere e proprie campagne di ricerca nella chiesa di San Nicola al Castello alla ricerca dei resti della Monnalisa. Insomma, a Lagonegro si è sviluppato un mito di tutto rispetto a cui anche il cantautore locale Mango ha voluto ricollegarsi, alcuni anni fa, con una canzone dedicata proprio alla Monnalisa. A Firenze, però, sono tutti convinti che sia la città dell’Arno ad ospitare la tomba della modella più chiacchierata del mondo che continua ad intrigare con il suo sorriso. Tutto torna, secondo i toscani, con le notizie già note della biografia di Lisa Gherardini che aveva il palazzo di famiglia vicino alla chiesa di San
Lorenzo, a pochi passi dal convento di Sant’ Orsola. A Firenze parlano anche di altri documenti che avvalorerebbero la tesi secondo cui la tomba della Monnalisa si trova nel capoluogo toscano. La sepoltura della Gioconda continua di conseguenza ad essere al centro di tesi contrastanti che attendono comunque, almeno si spera, la loro verità. Anche se sono in tanti ad essere convinti che l’enigma che ruota attorno al capolavoro di Leonardo da Vinci sia destinato a durare ancora, dal momento che non è neppure certo che dietro il sorriso della Gioconda si nascondesse Lisa Gherardini. [p. per.]
SCRITTO Un passaggio del romanzo scritto nel 1901 dal russo Merezkowskij su Leonardo da Vinci .
Ma chi è davvero la Gioconda? C’è chi dice che sia l’autoritratto al femminile dello stesso Leonardo, altri sono convinti che sia Lisa Gherardini, detta la «Gioconda» perché moglie del facoltoso mercante Francesco del Giocondo. Altri ancora sostengono che il sorriso più famoso al mondo non appartiene a Lisa Gherardini ma a Gian Giacomo Caprotti, assistente (e forse amante) di Leonardo, i cui tratti somatici compaiono anche in altre opere del genio di Vinci. Infine, c’è chi, invece, è convinto che la Gioconda era la sconosciuta amante di Giuliano de’ Medici, vero committente del ritratto esposto al Louvre, come si leggerebbe in un documento di Leonardo al cardinale di Aragona nel 1517. Chissà se il mistero, uno dei più grandi del mondo dell’arte, potrà mai essere svelato. Durante gli scavi condotti nell’ex convento di Sant’Orsola un gruppo di ricercatori ha esumato un teschio e delle ossa che si ritiene appartenessero a Lisa Gherardini. Se così fosse, alcuni esperti sostengono che si può ricostruire il suo viso e finalmente rispondere alla domanda cui fino ad ora gli studiosi dell’arte non hanno potuto fornire una risposta precisa: chi era la [p. per.] modella di Leonardo?
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 29.03.2013
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Basilicata Mezzogiorno
VI I POTENZA CITTÀ
Venerdì 29 marzo 2013
IL PERSONAGGIO
OGGI LA VIA CRUCIS DI BARILE
DA POTENZA A BARILE Le tradizionali calzature prendono forma a Potenza nella bottega di un artigiano, figlio del primo «scarparo» di Rionero
MISURA E TRADIZIONE Continua la tradizione tra suole, scarpe, stivali e attrezzi vecchi e nuovi. Scarpe su misura per la figurante che interpreta la zingara
Le ambite scarpette rosse della zingara nascono qui Alfredo Castelletto, uno degli storici «scarpari» lucani La scheda Sacro e profano nella figura «È la lussuria»
LUIGIA IERACE l Scarpette rosse con le borchie dorate e quel po’ di tacco, tanto quanto basta per sentirsi grande. La magia di un abito variopinto e incastonato di oro e poi quel fare sinuoso, ostentando forme e bellezza. Il sogno di tante bambine di Barile: essere la Zingarella e affiancare la Zingara, colei che, secondo la tradizione, avrebbe forgiato i chiodi per la crocifissione di Cristo. Due figure che spiccano in quel mesto e struggente corteo del Venerdì Santo per le vie di Barile, intorno alle quali aleggiano miti e ritualità antiche. E se l’oro è la caratteristica più evidente, anche le scarpe rosse, quello stivaletto impreziosito di elementi dorati, ha una sua tradizione. Come l’abito che di solito non si tramanda di anno in anno, da Zingara a Zingara, ma viene realizzato ogni volta su misura e poi conservato gelosamente dalla ragazza e dalla bambina, anche le scarpe ogni anno vengono fatte a mano per questi due straordinari protagonisti chiamati ad ostentare bellezza e ricchezza. E così, anche per questa Pasqua, secondo una tradizione che si ripete da una quindicina di anni, le scarpe rosse delle Zingare hanno preso forma a Potenza nella bottega di un artigiano, Alfredo Castelletto, classe 1937, figlio di Pasquale, il primo «scarparo» di Rionero in Vulture. Tra suole, scarpe, stivali, attrezzi vecchi e nuovi, Alfredo continua la tradizione del padre, con la moglie Assuntina e i figli Antonio
e Aldo, nell’impresa familiare Castelpelle di via Mantova, nel capoluogo. E qui, proprio sulla vecchia Singer di papà Pasquale, che «risale ai primi del Novecento, ma non perde un punto», Alfredo ha cucito lo stivaletto in pelle di vitello rossa per la Zingarella: Rossella Pia, il cui nome come da tradizione è impresso sulla tomaia. «Quest’anno ho realizzato le scarpe della Zingarella, lo scorso anno, invece, le ho fatte alla zingara», ripete Alfredo, mostrando con un pizzico di orgoglio, la foto della Pasqua 2012. «Ci ho lavorato tanto perché la ragazza ci teneva tanto ai dettagli e alla fine erano davvero belle». Guarda la fotografia, accarezza la scarpetta rossa della Zingarella che sta prenden-
do forma e il pensiero va a Milano, alla prima bottega nella Galleria, frequentata da attori e attrici. «Quante scarpe su misura ho fatto: da quelle per il direttore d’orchestra Gorni Kramer, a quelle di Maria Callas. Se mio padre mi ha insegnato a realizzare solide scarpe per il lavoro nei campi, a Roma e Milano ho imparato a fare la scarpa raffinata, quella da donna». Peccato che ora sono in pochi a farsele fare su misura: qualche vecchio cliente, la Zingara o la Zingarella. Ma mastro Alfredo non si ferma mai e quando chiude bottega, torna a casa e continua a realizzare scarpe, piccole scarpe da collezione: dalla Mini Timberland alla maxi modello «derby» di quasi un metro.
POTENZA OGGI SU INIZIATIVA DEL GRUPPO SCOUT AGESCI LA PASSIONE E LA SOFFERENZA DEL MONDO
ARTIGIANO A sinistra Alfredo Castelletto, classe 1937, figlio di Pasquale, primo «scarparo» di Rionero. È nel suo laboratorio di Potenza dove realizza le scarpe rosse per la zingara di Barile [foto Tony Vece]
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Oggi è il giorno della processione di Barile, la più importante della Basilicata nel quadro dei riti della settimana santa. Qui si intrecciano sacro e profano. Tra le figure che suscitano curiosità ci sono la Zingara, il Moro e il Malco. Secondo la tradizione paesana, la Zingara fornì i chiodi forgiati per la crocifissione di Cristo. Accompagnata dalla «Zingarella», sfila ancheggiando e distribuendo ceci e confetti alla folla. Petto e mani sono completamente ricoperti d’oro, a simboleggiare la lussuria. Un sentimento di simpatia suscitano il Moro ed il Moretto, riempiti come sono di coralli, e tutti intenti a scambiarsi una palla multicolore. Insieme alla Zingara, sono fra i pochi personaggi che si muovono nel corso della processione; la loro apparente indifferenza contrasta con la tensione drammatica dell’evento. Anche il Malco è un personaggio particolare: calza scarponi messi al contrario e si muove in continuazione, senza mai trovare pace, poiché fu colui che schiaffeggiò Gesù.
CASTRONUOVO S. ANDREA ORIGINALE RAPPRESENTAZIONE CON I DIPINTI DI FAUSTO MELOTTI
Il Calvario dei poveri cristi Quando la Via Crucis occhi puntati sulle carceri diventa un’opera d’arte l In occasione del Venerdì Santo, il gruppo Scout Agesci Potenza 2 realizza la VI edizione di «Sul Calvario dei poveri cristi», un cammino di riflessione che approccia la passione di Cristo attraverso la sofferenza dei suoi «fratelli più piccoli». Gli scout offriranno un’opportunità di in-
CORTEO Il Calvario dei poveri cristi formazione e approfondimento sull'attuale realtà carceraria. Sarà l’occasione per regalare a se stesso e al quartiere nel quale è inserito, e di cui vuole essere animatore, un momento di meditazione spirituale e politica sul significato della pena e sulla vita dei de-
tenuti in Italia dove «il sovraffollamento degli istituti, le condizioni di vita degradanti, i numerosi episodi di violenza e autolesionismo, le condotte di inquieta insofferenza e di triste indifferenza sempre più diffuse tra i reclusi, confermano la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'articolo 27 della Costituzione» (Giorgio Napolitano). La Costituzione precisa, infatti, che lo scopo della pena è rieducare il detenuto nel rispetto della dignità umana. Siamo rimasti fedeli ai costituenti, che aprirono la strada ad una vera e propria rivoluzione? Il carcere è davvero inteso come servizio a persone che sono state private della libertà e che tuttavia rimangono integre nei loro diritti fondamentali? Non è ancora solo luogo di controllo dei corpi? È invece un luogo da dove si può ricominciare e si è accompagnati verso la libertà? Il carcere è un «dentro» che guarda costantemente «fuori» producendo realmente libertà individuale e sicurezza collettiva? In definitiva, «stiamo combattendo tenendo conto di quell'ideale di giustizia che deriva dalla tradizione cristiana autentica e che alla lunga è capace di creare un nuovo e più coerente modello di società?» (Card. Carlo Maria Martini). L’appuntamento è per oggi, alle 16.30, nel piazzale sottostante il tribunale di Potenza.
l Stasera, alle 18.30 e alle 23, nelle antiche strade di Castronuovo Sant’Andrea, per iniziativa della Pro Loco e con la collaborazione del Mig Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale «Alessandro Appella», si rinnova l’incontro arte-fede: un artista contemporaneo interpreta gli episodi della storia
PITTURA Uno dei dipinti che saranno esposti degli ultimi giorni di Gesù e scandisce con il suo lavoro la processione che da centinaia di anni attraversa il paese e ha il suo momento più emozionante nell’incontro del Figlio morto con la Madre rappresentati da due statue in cartapesta del XVIII secolo conservate nella Chie-
sa Madre. La processione notturna, invece, si caratterizza per il fatto di essere riservata solo agli uomini. Castronuovo, entrata fin dal 1981 nel giro delle città che fissano l’appuntamento pasquale con l’arte attraverso una particolare via Crucis, dimostra quanto sia importante confermare questa tradizione di una esperienza così esaltante come quella di porsi di fronte al mistero della Passione. Dopo Fazzini, Strazza, Dal Molin Ferenzona, Masi, Ricci, Lorenzetti, Cerone, Santoro, Janich, Pirozzi, Scorcelletti, Pulsoni, Guida, Masini, Masi, Timossi e tanti altri, le quattordici stazioni della passione, quest’anno, sono del grande scultore Fausto Melotti ((Rovereto 1901 – Milano 1986). Dipinte su cartone tra il 1957 e il 1967, rinnovano l’incontro arte-fede e scandiscono il percorso di un grande mistero. È la seconda volta che vengono esposti in Italia. Melotti ha raccontato da par suo gli anni del dopoguerra che segnano, con la personale alla Galleria L’Annunciata presentata da Alfonso Gatto, il suo ritorno alla pittura: «Durante una guerra lunga e crudele e un dopoguerra sconvolto e senza pace mi trovai alla deriva su strade non mie. Giustifico queste lunghe pause pensando che l’artista partecipi con lo spirito, anche e soprattutto inconsciamente, alle vicende della società in cui vive».
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 29.03.2013
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Basilicata Mezzogiorno Venerdì 29 marzo 2013
28 Successo di pubblico anche nell’edizione di ieri. La manifestazione si rinnova dal 1967
Alla sequela del Cristo scalzo La Sacra rappresentazione di Atella ha aperto i riti popolari del Vulture-Melfese
ATELLA - L'aspetto scenografico, forse, più “drammatico” della Via Crucis di Atella (o come da queste parti, anche, si definisce la “sacra rappresentazione atellana”, di Vitalba) è il camminare… scalzo del Cristo, la pesantezza della Croce in pic pine e la pesantissima catena legata al piede destro del Nazzareno di Atella. Tutti elementi che accompagnano i passi del Cristo atellano lungo i selciati di Palestina del Centro storico di Atella. Eppure, la tradizione storica di questa gemma del teatro quaresimale della Lucania non ha mai registrato negli attori locali di ogni età anche un solo raffreddore. Come scotto a posteriori di una interpretazione “sacra”, iniziata nel lontanissimo 1967 e sciorinatosi in una lunga teoria di giovani, adulti ed anzianiatellani, fino a quella di ieri, giovedì 28 marzo, quarantasettesima edizione. E così, ieri è toccato di interpretare il Cristo e la Madonna, rispettivamente, a Mario Liccione ed a Carmela Petillo che, con un'umiltà ispirata agli ultimi Pontefici di Santa Madre Chiesa, prima si sono confessati (come tutti gli altri oltre cento figuranti atellani) nella giornata del Lunedì santo e poi hanno prestato tutta la loro gioventù a rappresentare i “Fatti di Palestina”. Certi di non aver offerto nient'altro che una testimonianza della vera ancestrale tradizione cattolica delle famiglie vitalbane di Atella. Il bisogno spirituale di mondarsi l'anima, mano a mano che i decenni si susseguivano ai decenni, è aumentato sempre di più per la sollecitazione dei parroci atellani ma, anche, per l'atmosfera spirituale creata sapientemente dalla signora sessantaseienne Rosetta Valluzzi, coordinatrice dei numerosi personaggi femminili della Via crucis di Atella. Naturalmente, di quest'accortezza e sensibilità spirituale e religiosa, oggi che è parroco di Atella don Gilberto Cignarale, si propone come un aspetto ancor più significativo. E la stessa Madonna, compunta ed umile, che esce dal Duomo Trecentesco per raggiungere nel dolore incommensurabile ad “incontrare” Gesùaggiunge pennellateartistiche ad una sacra rappresentazione di alto valore popolare e spirituale. Indelebile
LA PIÙ ANTICA
A Barile 116 figuranti e 25 scene rappresentate
La via crucis dello scorso anno
Alcune immagini del processo a Gesù. Si può notare dalle foto la cura che gli organizzatori hanno messo nel preparare i vestiti
A Maschito si parte alle 15.30 MASCHITO - Maschito, piccolo centro arbereshe lucano la tradizione vuole che il martirio del Signore si rievochi il Venerdì Santo, che quest'anno ricade il 29 marzo, per le viuzze delpaese ancora in partelastricate dall'antica pietra bianca. Scenari naturali come il piazzale della Chiesa del Caroseno e la fontana Skanderberg diventano le location in cui si celebrano la cattura e il processo a Gesù, mentre la crocifissione avviene quando le luci della sera avvolgono la grande croce in ferro sulla collinetta “Calvario”. I figuranti, circa ottanta, tra sacro e profano ricordano figure citate nei vangeli e quelle provenienti dalla tradizione popolare che affondano le radici nelle origini del popolo albanese. Accanto alla Madonna e alle Pie Donne, alla Maddalena e nelle suesfaccettature disempre molteplici di impegno teatrale atellano. Si può ben dire - parlando della sacra rappresentazione atellana - che è l'intero spirito
VENOSA - Fede, tradizione, partecipazione, emozione. Questi alcuni dei principali ingredienti che caratterizzanola Settimana Santa venosina. La comunità locale vive infatti un periodo dell’anno molto particolare, in cui sacro e profano si amalgamano e creano riti, manifestazioni e rappresentazioni in grado di stimolare riflessioni sul significato della Pasqua. Il culmine della partecipazione si registra il Venerdì Santo con la sacra rappresentazione della Via Crucis, e si conclude sabato mattina con la processione di Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La via Crucis vivente è una manifestazione tra le più suggestive e commoventi della tradizione venosina. Nata negli anni ‘70, per iniziativa dell’Associazione “Regina degli Apostoli”, quest’anno è giunta alla XXIXedizione.E sarannooltre60i
San Giovanni, agli Apostoli e San Pietro sfilano il Cireneo che si accolla il peso della croce quando Gesùcade ela Veronicache gliasciuga il volto. Figure emblematiche sono le zingare: la zingara “ricca”con la sua bambina ricoperte entrambe dall'oro prestato dalle famiglie del Paese, si aggirano nel corteo incuranti del dolore e della tragicità del momento e mostrano tutto il loro disprezzo gettando sul volto di Gesù ceci e caramelle quando è sopraffatto dal peso della croce. Completano il quadro le zingare “povere”, altere e sprezzanti, rappresentano tutta la negatività dell'uomo. L'appuntamento con una delle rappresentazioni più emozionanti dell'Alto Bradano è per Venerdì 29 Marzo alle ore 15.30. lo. zo.
lucano a scendere in piazza e per gli acciottolati di Atella, per parlare, con il teatro sacro, locale di Atella, della Valle di Vitalba e dell'intera Regione lucana di un Cristo che sof-
fre, accanto ai nostri paesi in quarantena, per la prima volta così amaramente, dopo la seconda Guerra Mondiale. Benedetto Carlucci
BARILE - La Sacra rappresentazione con personaggi viventi del Venerdì Santo di Barile è una delle più antiche della Basilicata e del Sud Italia. Le sue origini risalgono al 1600. In questo giorno, fede, tradizione e storia si tengono per mano. E' una giornata in cui il paese rivive la sua vicenda umana con orgoglio e passione, conservando una tradizione che custodisce la storia naturale di questo popolo, custode geloso della propria civiltà. Le vie strette del centro storico attraverso le quali si snoda il corteo dei personaggi, divisi in 25 gruppi, perun totale di 116 figuranti di ogni età, rendono suggestiva la Sacra Rappresentazione e trasformano Barile in una "Gerusalemme". Il centro "arbereshe" entra nel clima del Venerdì Santo dal 19 marzo di ogni anno, giorno di San Giuseppe, quando i giovani che si vestiranno da "Centurioni a cavallo" iniziano a girare per le strade in cui si snoderà la processione ma sopratutto per i quartieri del paese dove si accendono i falò di San Giuseppe, ad opera dei giovani degli stessi quartieri. Uno dei "Centurioni" è munito di tromba e la suona stazionando sotto le abitazioni di chi impersonerà il
"Cristo con la croce" e la "Madonna". Il suono della tromba, i falò, i canti popolari e le preghiere indicano chiaramente che lo staff della Via Crucis di Barile (presieduto da Angela D'Andrea) è già al lavoro. Sono presenti nel corteo tre figure del Cristo: quella con la croce e due con la canna e la colonna. Queste ultime due ricordano i momenti in cui a Gesù fu data una canna ("Ecce homo") come scettro e quando fu legato ad una colonna per essere fustigato. In origine le tre figure del Cristo sfilavano coperte da un sudario bianco che impediva il riconoscimento degli interpreti. Dagli anni '40, il "Cristo con la Croce" sfila scoperto: cammina scalzo per l'intero percorso (circa 5km), trasporta una pesante croce e trascina, legata al piede, una catena di ferro. Sono tuttora incappucciati il "Cristo con la canna" e quello con la "Colonna". Anche la rivista nazionale di Famiglia Cristiana dello scorso 24 marzo ha dedicato una pagina alla Basilicata con le rappresentazioni del sacro nel Vulture. Sono giunte prenotazioni per arrivi di camper perfino dalla Sicilia. Lorenzo Zolfo ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venosa. La Via Crucis è organizzata dall’associazione “Regina degli Apostoli”
Dall’Ultima Cena alla Risurrezione
figuranti in costumi d’epoca, che riporteranno gli spettatori all’indietro nel tempo facendo vivere in “presa diretta”il dramma della passione e della resurrezione di Cristo: l’ultima cena, il processo dinanzi a Ponzio Pilato, le cadutelungo la salita, il commovente incontro con la Madre e con la Veronica., con Simone di Cirène e con le donne del popolo. Il rito ha il suo culmine in Piazza Castello. Qui la Croce sul cruento palcoscenico del Calvario farà da sfondo ad un affresco vivente particolarmente significativo: il corpo di Cristo tra le braccia della Madre, che la storia dell’arte ci ha fatto co-
noscere nelle varie rappresentazioni della Pietà, sarà riproposto come momento culminate della rievocazione del sacrificio del figlio di Dio. Da qualche anno la Via Crucis si conclude con la suggestiva rappresentazione del Resurrezione di Cristo. Questi alcuni dei personaggi che sfileranno per le strade della cittadina oraziana: Gesù (Luigi Briscese), Madonna (Lina Marolda), Apostolo Giovanni (Pierluigi Di Fazio), Caifa (Nino Lioy), Pilato (Antonio Fattorini),Veronica (Cinzia Rago), Maddalena (Nicla Briscese). “La nostra iniziativa è seguita non solo dai venosini ma anche dai
comuni vicini- ci dice Giovanni Adorno, Presidente l’Associazione Regina degli Apostoli- Lascia sicuramente una traccia indelebile a livello emotivo e fornisce stimoli per una profonda riflessione sul mistero della morte e della resurrezione di Cristo”. Collaborano con il Presidente Adorno, Michele Marzano Vice Presidente, Giuseppe Bruno Tesoriere, Giuseppe Lopez, Rino DeMusso, Costantino Tamburriello responsabili della scenografia.La Via Crucis partirà alle ore 16.30 di Venerdi 29 da Piazza De Matha. Giuseppe Orlando ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Cristo porta la croce davanti al castello di Venosa
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 29.03.2013
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Basilicata Mezzogiorno
POTENZA CITTÀ I V
Venerdì 29 marzo 2013
LA CITTÀ CHE VERRÀ SOSTA DAVANTI ALL’OSPEDALE
RIUNIONE Incontro tra la direzione del San Carlo e i sindacati dei pensionati per trovare un punto d’incontro sulle richieste
Parcheggi al S. Carlo gratis per malati gravi
UTENZA Sono disponibili 300 parcheggi per i soli visitatori nell’area di ingresso, 300 lungo le strade di accesso [foto Tony Vece]
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È l’ipotesi su cui c’è l’impegno del direttore Maruggi l Recarsi all’ospedale per problemi di salute e vedersi appioppare pure un conto salato del parcheggio. Non è certo il massimo della vita. Da tempo si rivendica una «corsia preferenziale» almeno per quanti, a causa delle loro precarie condizioni di salute, si recano al San Carlo quasi ogni giorno. Il tema è finito sul tavolo del direttore generale dell’azienda ospedaliera, Giampiero Maruggi che, sulla scia di sollecitazioni inviate qualche settimana fa in merito alla riorganizzazione dei parcheggi e alla opportunità di riservare delle postazioni gratuite e vicine agli ingressi principali per pazienti che si sottopongono a chemioterapia o che hanno altre gravi patologie, ha incontrato i rappresentanti dei sindacati dei pensionati di Basilicata alla presenza del dirigente Spera e di Gerardo Motta, del Tribunale per i Diritti del Malato. L’incontro, che dà seguito al nuovo corso di concertazione intrapreso dai vertici ospedalieri, si è svolto in un clima di cordialità e collaborazione. «Il direttore si è mostrato sensibile e comprensivo rispetto alla nostra sollecitazione – hanno dichiarato Vincenzo Pardi e Beatrice Galasso, ri-
L’ANALISI DAL ‘99 SI DISCUTE SUL TEMA. UNA LEGGE POCO CHIARA
Ma è giusto far pagare la sosta a chi va in ospedale? AUTO Una delle aree di parcheggio nei pressi dell’ospedale [foto Tony Vece] spettivamente in rappresentanza della Fnp Cisl e dello Spi Cgil -. Ci ha detto che i lavori di riorganizzazione dei parcheggi sono ancora complessi ma che c’è il suo personale impegno, fin da ora, nel voler creare delle aree riservate e gratuite, quanto più possibile vicino all’ingresso dei padiglio-
ni, per i pazienti con patologie molto gravi». Maruggi ha anche preannunciato la volontà di convocare riunioni periodiche con i sindacati per discutere su temi e criticità legate ad anziani, pensionati e fasce deboli della popolazione.
Mercatino dell’usato Bonsai di solidarietà ecco le nuove date in piazza a Potenza l Si terrà a Largo Pignatari, Largo Isabelli, via San Luca, via Serrao e Largo Duomo il «Mercatino delle cose usate e d’altri tempi» per l’edizione 2013 e si svolgerà nella seconda domenica, invece della penultima, dei mesi da maggio ad ottobre dell’anno. Le date: 12 maggio, 9 giugno, 14 luglio, 11 agosto, 8 settembre, 13 ottobre. Una soluzione suggerita dagli operatori che tradizionalmente frequentano la manifestazione del centro storico. Le modifiche sono state approvate dalla Giunta comunale.
l L'associazione di promozione sociale ZER0971, in collaborazione con Anlaids associazione nazionale lotta contro l’Aids, sarà in piazza Mario Pagano oggi per la raccolta fondi denominata Bonsai Aid Aids. L’obiettivo: sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità della prevenzione e sulla solidarietà con le persone che vivono con il virus dell'Aids. I soci volontari dell'associazione saranno nella piazza principale della città di Potenza dalle 11 alle 13.30 e dalle 17 alle 20.30.
l Torna l’interrogativo «principe»: ma è giusto far pagare il parcheggio a chi si reca in ospedale? L’area adiacente il San Carlo cominciò ad essere a pagamento nel 1999. All’epoca Gianfranco Gallo era componente del Tribunale per i Diritti del Malato al San Carlo e fu delegato ad occuparsi della questione. «Le trattative - ricorda Gallo - portarono all'accordo sull'utilizzo di eventuali utili derivanti dall'attività per investimenti a favore dell'ospedale, come la gestione del verde e degli stessi parcheggi. Ma anche all'esonero del pagamento del ticket di una serie di categorie non previste dai gestori, come gli stessi volontari, chi faceva chemioterapia o dialisi, i parenti di chi assisteva malati allettati e altre categorie che in ospedale non si recavano certo per volontà o per fare shopping. Il costo era molto basso e aumentava man mano che ci si avvicinava agli ingressi». Gallo evidenzia come all’epoca fu chiesto, sulla scia di una normativa, di lasciare una fetta di posti gratuiti, opzione a cui si oppose il Comune di Potenza secondo il quale il codice della strada prevedeva che per zone di par. ticolare interesse - e per loro
l’ospedale lo era - tutti i posti auto potevano essere istituiti a pagamento. «Ma - dice Gallo - era una cattiva interpretazione del codice della strada se si tiene conto di sentenze del Tar Lazio-Roma e della Cassazione Civile secondo cui è nullo il verbale di accertamento e contestazione per sosta vietata in un’area di parcheggio a pagamento se nella zona non è presente anche un’area di parcheggio libera. E in un caso riferito a Roma hanno addirittura ritenuto che i provvedimenti sulla istituzione dei parcheggi tutti a pagamento erano viziati da eccesso di potere per carenza istruttoria e difetto di motivazione». E quindi - rileva Gallo - è possibile istituire parcheggi esclusivamente a pagamento solo nelle zone definite «A» dall’articolo 2 del Decreto Ministeriale 1444/68: «Le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi». La legge, insomma, non contempla gli ospedali. Al Madonna delle Grazie di Matera se ne sono accorti.
Pagamenti alle imprese «Quando arriva il decreto?»
Senza stipendio Anche la Telecom Italia i lavoratori dell’Eipli se ne va da Potenza «vittime del sistema» «Istituzioni in silenzio»
l «Sul decreto che il governo ha annunciato per sbloccare i pagamenti alle imprese, purtroppo, si continua a perdere tempo. Cominciamo ad avere la sensazione di essere stati clamorosamente presi in giro. Non ci si rende conto che «mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata»: lo ha detto il delegato Anci per il Mezzogiorno, Vito Santarsiero che ha sottolineato «la situazione di crisi che vivono tutte le amministrazioni comunali, specialmente del Mezzogiorno. Il combinato disposto dei vincoli del patto di stabilità e l’annullamento del fondo sperimentale di riequilibrio, l’incasso della prima rata Imu a luglio, il caos connesso alla Tares, vecchie disposizioni come la tesoreria unica ed il fondo svalutazione crediti, stanno determinando un vero e proprio blocco dei nostri bilanci e l’azzeramento della cassa». Il delegato dell’Anci per il Sud ha chiesto «l'immediata approvazione del provvedimento annunciato dal governo che attende il via parlamentare sui nuovi obiettivi di finanza pubblica. La situazione è drammatica, i Comuni non sono in grado di
l Rimasti senza stipendio dal mese di ottobre e senza tredicesima i lavoratori dell’Ente Irrigazione di Puglia, Basilicata e Irpinia si preparano anche a ricevere la sorpresa dentro l’uovo con il mancato pagamento degli stipendi di gennaio, febbraio e marzo 2013. «Il grave ritardo con cui vengono pagati gli stipendi - sottolineano Pasquale Paolino, Nicola Pica e Gennaro Rosa in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil sta diventando ormai cronico assumendo le dimensioni di un dramma per quei lavoratori che vivono con un solo reddito e per i quali non è più possibile fare ricorso ai propri risparmi o aiuti di famiglia. Non è concepibile che un ente pubblico non sia in grado di garantire i diritti essenziali dei lavoratori come quello di ricevere la retribuzione già erosa dall’inflazione e dal blocco dei contratti pubblici fermi al 2008. La situazione di grave deficit dell’ente causata dalla mancata riscossione dei crediti vantati nei confronti dell’Acquedotto Pugliese, dell’Acquedotto Lucano, dell’Ilva di Taranto e dei vari Consorzi di Bonifica non può essere fatta ricadere sui lavoratori».
fornire servizi, alimentano contenziosi e bloccano le economie reali, bisogna fare presto». Insomma, Santarsiero ribadisce l'urgenza assoluta di approvare un decreto secondo le linee e le intese definite nei vari incontri Anci-Governo e lamenta il fatto che «purtroppo ad oggi non ci sono risposte, i Comuni si trovano in una situazione di blocco della cassa e non possono approvare i bilanci. Occorre fare con urgenza, non c'è consapevolezza di ciò che accade nelle Amministrazioni». In tutto questo quadro negativo «consideriamo un segnale importante l'aver avviato l'attività della Commissione Speciale del Senato che tratterà i temi della Finanza Pubblica con la nomina del presidente Filippo Bubbico. Conoscendo personalmente Bubbico, le sue sensibilità e la sua lunga esperienza di amministratore locale - conclude Santarsiero considero tale scelta una grande opportunità per il sistema degli Enti Locali potendo contare su un interlocutore attento e sensibile ai problemi veri dei Comuni e dei Territori».
l Telecom Italia chiuderà circa 40 call center in altrettante città italiane tra cui quello di Potenza. I dipendenti, almeno in questa prima fase, saranno costretti al telelavoro. «Una soluzione offensiva dice il consigliere comunale Rocco Fiore - della dignità dei lavoratori già interessati da tempo da contratto di solidarietà e che rappresenta solo l'ultimo passaggio propedeutico alla definitiva chiusura del call center nel capoluogo regionale». La chiusura del presidio Telecom 187 di Potenza «avviene nell’assordante silenzio delle istituzioni e dei sindacati». Lo sottolinea il comitato 13 ottobre del capoluogo. «Tra ipotesi di telelavoro, che è l’anticamere del licenziamento, contratti di solidarietà e trasferimento a Bari, si sta assistendo ad un’operazione che in altre regioni non è stata consentita. Viene permesso in Basilicata e a Potenza nel silenzio colpevole e complice di Istituzioni come la Regione, la Provincia e se vogliamo anche del Comune capoluogo».