Il presidente del Consiglio annuncia che i ministri-parlamentari rinunceranno allo stipendio aggiuntivo all’indennità. Gesto che va apprezzato
Martedì 30 aprile 2013 – Anno 5 – n° 118
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
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LETTA: STOP ALLA RATA IMU MA DOVE TROVA I 10 MILIARDI? “Musica per le nostre orecchie”: il Pdl esulta per l’annuncio in linea con la campagna elettorale di Berlusconi. È l’unico impegno concreto del premier, che ieri ha incassato la fiducia della Camera. Poi il libro dei sogni (via i fondi ai partiti) e un’omissione: il conflitto di interessi d’Esposito e Marra » pag. 2 Oggi va in Europa a chiedere aiuto per mantenere le promesse dc
U di Maurizio Viroli
LA PRIMA CAMBIALE PAGATA AL CAIMANO
PD-PDL: BRUTTA STAGIONE DELL’AMORE A CIELO APERTO
di Stefano Feltri
a politica è l’arte di scegliere come distribuire L risorse scarse sapendo che non si possono accontentare tutti. Che qualcuno protesterà, ma non sempre chi urla più forte ha anche ragione. Il governo di Enrico Letta nasce invece promettendo tutto a tutti. Il primo risultato concreto lo incassano Silvio Berlusconi e il suo Pdl che avevano vincolato la fiducia alla cancellazione dell’Imu. L’odiata imposta sugli immobili viene sospesa, a giugno non si pagherà in attesa di una riforma complessiva. Eppure Letta impronta il suo discorso di insediamento su un’altra linea: la priorità del Paese è il lavoro, la coesione sociale dipende dalla capacità del governo di arginare il numero dei disoccupati. Non c’è razionalità economica nel cominciare invece dall’Imu. Secondo i calcoli del centro studi Nens, bastano 400 milioni di euro per esentare dall’Imu il 20 per cento degli italiani più poveri, restituendo loro anche quanto pagato nel 2012. Per ragioni elettorali Berlusconi impone invece un’operazione da almeno 2 miliardi (4 se si arriva alla abolizione completa, 8 restituendo le quote 2012). Il Pd subisce, incapace perfino di ricordare che aveva proposto più o meno la stessa cosa prima del voto. Non c’è un solo economista in buona fede che veda nell’Imu l’origine dei mali italiani. Anche il Berlusconi di una volta chiedeva di spostare le tasse dalle persone alle cose, meglio penalizzare la ricchezza improduttiva piuttosto che imprenditori e lavoratori. Ma il problema è che le larghe intese sono in realtà uno stretto cappio al collo di Letta. Il nuovo premier dimostra di avere la caratura per il compito che è chiamato a svolgere: ha una solida convinzione europeista, rinnega l’approccio da ragioniere che ha caratterizzato spesso il governo Monti, con stangate a ogni zero virgola di deficit in più, capisce l’esigenza di rinnovamento, nel Palazzo e fuori. Ma l’ampiezza della coalizione gli impone di aprire un libro dei sogni in cui non ci sono cifre ma soltanto suggestioni. I soli interventi quantificabili valgono almeno 10 miliardi, che diventeranno molti di più se ai tanti annunci seguiranno provvedimenti concreti. Dove si trovano i soldi? Letta non chiede sacrifici, non annuncia patrimoniali o liberalizzazioni che potrebbero preoccupare le lobby, ma promette: ai giovani, ai pensionati, agli assunti, ai disoccupati, agli esodati, ai precari, ai produttori di energia rinnovabile. I “saggi” riuniti da Napolitano avevano un altro approccio: i soldi disponibili devono andare ai redditi da lavoro più bassi, inutile disperdere le poche risorse tra mille voci. Ma ora sono tornati i politici che amano l’effetto annuncio. Enrico Letta prende impegni che sa di non poter mantenere. Ma d’altra parte, il Pd aveva anche promesso che non si sarebbe mai alleato con Berlusconi. E gli elettori ormai hanno capito quanto possono fidarsi.
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obbiamo essere tutti riconoscenti al governo Letta e D a coloro che l’hanno generosamente auspicato.
» pag. 18
U di Antonio Ingroia
CORVI, HACKER E QUEL BUCO NERO CONTRO LA VERITÀ ose meschine accadono sotto il cielo d’Italia negli ultimi C tempi. Lutti e tragedie disegnaEnrico Letta riceve i complimenti festanti di Renato Brunetta Ansa
no un’Italia malata.
» pag. 18
» LO STATISTA » Vuole la guida della Convenzione per le riforme
B. padre ri-costituente: “Guido io la Bicamerale” Da quella poltrona il Cavaliere è sicuro di porre un argine ai suoi problemi giudiziari. E quel riferimento del premier alla situazione delle carceri può voler dire: amnistia in arrivo Caporale, Lillo e Mascali » pag. 3 - 4
PAROLE E PALLOTTOLE
Il Cinquestelle e il virus replicante della “scemenza in agguato” Scanzi » pag. 5
» PAURA A "LA STAMPA"
» IL FILM
Quirico scomparso in Siria: nessuna notizia da 20 giorni
Valeria Golino e il “Miele” spietato della dolce morte
Citati » pag. 12
LA CATTIVERIA
Pagani » pag. 14
“La violenza ha padri noti”, ha dichiarato Gasparri con una punta di invidia » www.spinoza.it
Saliva & olio di ricino di Marco
Travaglio
a primavera romana è segnata quest’anno da un tasso inusitato di umidità. Pare che L i meteorologi facciano risalire l’inedito fenomeno a una sovrapproduzione di saliva e olio di ricino da parte di una particolare specie animale: quella dei giornalisti. Alla tradizionale cupidigia di servilismo della categoria, si assomma la concentrazione di lingue, un tempo attive a corrente alternata (una volta quelle di sinistra, una volta quelle di destra) e oggi invece mobilitate in uno sforzo simultaneo e unidirezionale, affinché alle larghe intese corrispondano larghe leccate. I signorini grandi firme però si dividono i compiti. Alla saliva provvedono soprattutto i giornali di sinistra e “indipendenti”. Mentre alla fornitura di olio di ricino per sistemare le sempre più sparute voci stonate dal coro degli Osanna ed Exultet a Scendiletta si incaricano i mazzieri berlusconiani, con ecumenico spirito di abnegazione. In prima fila c’è ovviamente il Cavaliere, giustamente indignato contro chi alimenta l’odio contro la Casta. Tipo quel tale che il 19-2-2004 disse: “Basta con i politici che non hanno mai messo piede in una vera azienda, nel mondo del lavoro, persone che hanno soltanto chiacchierato nella loro vita, che non hanno combinato nient’altro che prendere i soldi dei cittadini. Ci sono tanti signori che hanno la casa al mare, la casa in città, la casa ai monti, la barca... Guardando a quel che guadagnano questi signori e quello che a volte devono anche dare ai loro partiti, mi chiedo: ma come hanno fatto a farsi tutte queste proprietà? Sono soldi rubati ai cittadini”. Grillo? No, Berlusconi. Un uomo che mai, in vita sua, ha evocato la violenza. Mica come quel tale che accusò Prodi di “dire stronzate”, di fare “come il governo Mussolini che chiese pieni poteri e fu dittatura per 20 anni”, e concluse: “Io tornare a Palazzo Chigi? Magari! Ma non è facile, c’è Prodi... Ci vorrebbe un regicidio... Ma basta solo aspettare, arriverà di sicuro il momento giusto”. Un black bloc? No, sempre Berlusconi. Al suo seguito, pancia in dentro e petto in fuori, si schierano due gentiluomini di campagna come Maurizio Belpietro e Alessandro Sallusti, che in fatto di toni bassi e dolce stil novo hanno molto da insegnare. Belpietro, su Libero, spara agli “Scemi di piombo” che “alimentano il clima di violenza”. Dove? Ma naturalmente “sul blog di Grillo”. Chissà se ha chiesto una consulenza al suo collaboratore culturale Franco Freda, quello di piazza Fontana. Sallusti, il Lord Brummel del Giornale, è ancor più dettagliato. Titolo: “Il Grilletto”. Sommario: “Dopo mesi di irresponsabile campagna d’odio da parte di Grillo & C. arrivano le pallottole”. All’interno, una pagina di Maurizio Caverzan che fa invidia alle collezioni di Lotta Continua, con tanto di foto segnaletiche dei nemici da colpire. Occhiello: “Clima d’odio. I cattivi maestri”. Titolo: “I guru del disprezzo armano i disperati”. Catenaccio: “Da Grillo a Travaglio ecco chi alimenta l’ostilità verso la politica. E il qualunquismo è terreno fertile per la violenza”. Seguono – accanto al disegno che ricostruisce la sparatoria a Palazzo Chigi e alla foto di Berlusconi insanguinato dopo l’attentato del souvenir in piazza Duomo – le fotosegnalazioni di alcuni pericolosi ricercati: Grillo, Travaglio, Fo, Vendola e Di Pietro. Wanted, vivi o sperabilmente morti. I pulpiti di Libero e Il Giornale sono naturalmente i più credibili per insegnare le buone maniere. Sallusti infatti è una sorta di Lord Brummel e Belpietro una reincarnazione di Baldassarre Castiglione. Da anni, purtroppo inascoltati, profondono sforzi quotidiani per placare gli animi, svelenire il clima, estinguere ogni principio d’incendio. A maggior gloria dei due maestri di serenità, riportiamo alcuni dei loro titoli più irenici e delicati. Segue a pag. 8
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Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it
Anno 3 Numero 334 del 30/04/2013
Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155
Lavori istituzionali
L’assessore Pittella: “Più dialogo per far crescere territorio e occupazione”
Rimandata la riunione del Consiglio Decisione assunta per “rispetto delle attività giudiziarie in corso a seguito degli sviluppi dell’inchiesta sui rimborsi”
Tempa Rossa, uniti per lo sviluppo In Regione un primo incontro informativo con la Total
Una raffineria petrolifera. Dai sindacati pressante richiesta sulle future assunzioni da riservare in gran parte ai giovani lucani
E’ stata rinviata la riunione del Consiglio in programma per oggi a Potenza. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo, che si è riunita ieri alla presenza del presidente della Regione De Filippo e dei presidenti delle Commissioni consiliari. La Conferenza tornerà a riunirsi lunedì 6 maggio per ridefinire il calendario dei lavori.
Occupazione di giovani lucani, salvaguardia della salute e tutela ambientale. Primo incontro “informativo” in Regione sul proget-
to Tempa Rossa. Presenti i vertici di Total, del mondo imprenditoriale, dei sindacati e l’assessore al Lavoro Pittella. Che auspica unità
d’intenti per far crescere il territorio. Le Confederazioni hanno, invece, chiesto garanzie sulle future assunzioni dei ragazzi.
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Ambiente
Biodiversità
Lavoro
C’è tempo da domani fino al 15 giugno
La coppia storica arrivò nell’anno 2000
Le nuove frontiere del telerilevamento
Tartufo estivo raccolta posticipata
La cicogna nera vola sull’Appennino
In affari con la Terra “Meet-Eo” a Matera
Desisione della giunta regionale
La specie protetta sul Parco lucano
Stage di Basilicata Innovazione
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Consiglieri, nei primi interrogatori prove di difesa. Tanti i documenti In arrivo faldoni di intercettazioni
Tanti anni di sangue a Potenza L’ultimo omicidio nel giorno dell’assassinio dei coniugi Gianfredi
S’è cercato di smontare l’impianto accusatorio Il presidente De Filippo conferma le dimissioni
Molti morti ammazzati senza colpevoli Abruzzese trucidato sotto casa, come un boss
Interrogatori di garanzia per i due ex assessori, Rosa Mastrosimone e Vincenzo Viti e per l’ex capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca. I tre hanno provato a smontare l’impianto accusatorio. Ma la lista dei documenti contestati
Una lunga scia di sangue macchia Potenza. Tanti morti ammazzati che ancora oggi non hanno un colpevole. Tanti i misteri che il capoluogo custodisce. L’ultimo omicidio proprio ieri, 29 aprile. Sedici anni fa furono assassinato
è assai lunga. Intanto, in arrivo 25 faldoni di intercettazioni con possibili sviluppi sui gruppi. Sul fronte politico De Filippo conferma la dimissioni, ma resta alla guida del governo. Salta la seduta del Consiglio regionale.
La Gazzetta del Mezzogiorno
i coniugi Gianfredi. Una strana, inquietante coincidenza. Donato Abruzzese è stato trucidato sotto casa. Dell’assassino per ora nessuna traccia. Potrebbe essere in fuga, armato e forse ferito a sua volta.
Il Quotidiano della Basilicata
30.04.2013 N.334
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Basilicata Mezzogiorno
L’assessore Pittella: “Irrobustire il dialogo a vantaggio della crescita economica e dei sistemi produttivi”
Concordia su Tempa Rossa
Primo incontro in Regione con la Total, i sindacati e i rappresentanti delle imprese Crescita per le imprese e occupazione per i giovani in tempo di crisi. Ieri in Regione prima riunione di informazione sul progetto “Tempa Rossa”. L’incontro è stato coordinato dal vicepresidente della giunta e assessore alla Attività produttive e Lavoro, Marcello Pittella. Al tavolo rappresentanti sindacali, esponenti di Confindustria Basilicata, Rete impresa Itali, Alleanza delle cooperative e una delegazione della Total E&P Italia composta da Giuseppe Cobianchi (direttore dell’ufficio di rappresentanza di Potenza), Roberto Pasolini (direzione commerciale) e Massimo Falletta (finanze e risorse umane). L’incontro, convocato dal massimo ente lucano, è
buri, un centro di stoccaggio Gpl e il collegamento all’oleodotto Val d’Agri– Taranto che trasporterà il greggio fino alla raffineria del centro pugliese da dove sarà caricato su navi. Le installazioni avranno una capacità di produzione giornaliera di 50.000 barili di petrolio, 230.000 m3 di gas naturale, 240 tonnellate di gpl e 80 tonnellate di zolfo. Il greggio sarà prodotto tramite 8 chiesto alla compagnia petrolifera un’attenzione maggiore verso le maestranze locali che si traduca in un impegno concreto ad assumere, tra i lucani, l’80 per cento delle risorse necessarie. Di intesa col mondo datoriale, è stata sottolineata la necessità di dar corso a tutti gli impegni assunti
In alto un centro petrolifero e in basso un addetto alla manutenzione
collaborazione tra istituzioni e mondo del lavoro. Le società Total e Shell, lo ricordiamo sono contitolari della concessione Gorgoglione (rispettivamente per il 75 e il 25 per cento). Già tempo fa le due multinazionali, avendo ottenuto le necessarie autorizzazioni a livello regionale e nazionale, hanno preso la decisione finale d’investimento per il progetto
“Recuperare lo spirito dell’intesa di qualche tempo fa con l’Eni Massima collaborazione tra le istituzioni e mondo del lavoro” servito a mettere le basi per un percorso condiviso in vista delle prossime attività estrattive della Total nel Centro Oli “Tempa Rossa”, giacimento petrolifero ricadente tra i comuni di Guardia Perticara, Corleto e Gorgoglione. Nel corso della riunione la delegazione della Total ha illustrato le attività realizzate ad oggi e le proiezioni fino al 2016. I sindacati, in particolar modo, hanno
Affari e cooperazione nel settore dell’osservazione della Terra e del telerilevamento. L’ultima frontiera sul fronte occupazionale. Basilicata Innovazione organizza il suo primo brokerage event: “Meet-Eo”. Un’occasione per entrare in contatto con attori prestigiosi e di livello internazionale del settore Ot, offrendo e condividendo tecnologie innovative e know-how in materia. I partecipanti possono inoltre fissare degli incontri con le aziende e i ricercatori. L’appuntamento è a Matera per il prossimo 7 giugno. Imprese, centri di ricerca, dipartimenti universitari, consulenti e Pubblica amministrazione avranno
per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute dei residenti. L’assessore Pittella ha evidenziato come, con la riunione di ieri, si sia inaugurato un modello di interlocuzione e di confronto che, tenendo conto di tutte le istanze espresse, potrà irrobustire una capacità di dialogo a vantaggio della crescita economica e dei sistemi
Dalle Confederazioni il pressante invito a tener conto delle maestranze locali. “La compagnia si impegni ad assumere giovani lucani per l’80%”
produttivi del territorio. Per l’assessore al Lavoro, inoltre, sarebbe un errore, in questa interlocuzione, non tener conto dei risultati ottenuti attraverso il contratto di settore siglato con Eni. Per Pittella sarebbe quindi opportuno recuperare lo spirito di quell’accordo per avviare con i migliori propositi il
percorso con Total. L’esponente della giunta ha infine evidenziato come l’interlocuzione avviata, recependo le riflessioni e i suggerimenti emersi nell’incontro di ieri e sulla scia di quanto già conquistato in passato, potrà offrire un’occasione di crescita economica per il territorio, in uno spirito di
Sicurezza, salvaguardia della salute dei residenti e tutela dell’ambiente punti non negoziabili. Confermare i doveri già assunti dalla società Tempa Rossa, di cui Total è operatore. L’iniziativa comprende la costruzione di un centro di produzione e trattamento d’idrocar-
Business scrutando la Terra A giugno meeting a Matera Al “Meet-Eo” di Basilicata Innovazione noti centri di ricerca l’opportunità di scambiare offerte e/o richieste di tecnologie innovative e know-how in materia. L’evento si svolgerà nell’ambito del 33° Simposio EarSeL, prestigioso appuntamento dell’Associazione europea dei laboratori di remote sensing, che riunisce annualmente la comunità scientifica internazionale per presentare le ultime tendenze ed innovazioni tecnologiche provenienti dal mondo della ricerca.
L’esterno della sede di Basilicata Innovazione
Quest’anno l’incontro è dedicato a “Verso Horizon 2020: Osservazione della Terra e Prospettive Sociali” e approfondirà le
applicazioni pratiche del telerilevamento per la società in ambiti quali i rischi naturali e antropici, il monitoraggio dell’ambiente,
pozzi di cui 6 già perforati. L’avvio della produzione è previsto per l’inizio del 2016. Il petrolio in Basilicata può essere uno dei principali asset per dare rilancio allo sviluppo e alla crescita del Paese. Le quantità di greggio estraibili sono quelle stabilite nel 1998, e cioè 104 barili al giorno in Val d’Agri e 50 mila nel giacimento Camastra-Tempa
archeologia e beni culturali, gestione aree urbane e costiere e i cambiamenti climatici Saranno main sponsor dell’iniziativa e presenti anche con propri stand, importanti colossi internazionali nel campo della ricerca scientifica quali l’Agenzia spaziale italiana, dell’European space agency), la Belgian science policy office, la Nasa e le aziende Planetek, Exelis e Sit. Dopo essersi registrati e
Rossa, ma ad oggi questi limiti non sono stati raggiunti non essendo entrato in funzione Tempa Rossa. (bm2)
aver pubblicato il proprio profilo, i partecipanti potranno selezionare dal catalogo gli interlocutori d’interesse da incontrare. I meeting tra azienda e azienda) e quelli tra impresa e ricercatore) avranno la durata di venti minuti. “Meet-Eo” è quindi un’occasione per entrare in contatto con i protagonisti del settore e individuare ricercatori, partner, clienti, sponsor e potenziali investitori per promuovere e sviluppare i propri servizi, prodotti e progetti in ambito Ot. Prevista, inoltre, per il 6 giugno una company visit davvero interessante presso il Centro spaziale di geodesia. (bm2)
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Basilicata Mezzogiorno
Nell’ambito del progetto di censimento dell’avifauna, è stato confermato il ritorno anche quest’anno
La Cicogna nera nel Parco
La specie protetta è giunta nell’Appennino lucano con largo anticipo Anche quest’anno, nell’ambito del progetto di censimento dell’avifauna del Parco condotto dallo Studio Naturalistico Milvus, è stato confermato il ritorno della Cicogna nera all’interno del Parco. La coppia storica infatti, segnalata fin dall’anno 2000, è tornata ad occupare il sito di nidificazione utilizzato con regolarità anno dopo anno, posizionato sopra una inaccessibile parete di roccia. Rispetto alle stagioni precedenti l’arrivo nel Parco dell’Appennino lucano, è avvenuto con largo anticipo, con un adulto osservato sul sito di nidificazione già a partire dal 7 febbraio, praticamente quasi in pieno inverno. Come molte altre specie anche la Cicogna nera è un migratore a lungo raggio, che trascorre i mesi freddi in Africa per fare successivamente ritorno in Europa nel periodo della primavera. E’ probabile, tuttavia, che i soggetti più anziani, la cui presenza sul territorio è ormai consolidata ne-
Da domani e fino al 15 giugno apre il periodo di raccolta del tartufo Delibera della giunta regionale per la salvaguardia dell’ecosistema
gli anni, si trattengano in aree più vicine a quelle utilizzate per la nidificazione, in modo da dare inizio, nella maniera più rapidamente possibile alla stagione riproduttiva. Negli ultimi giorni è stato raggiunto anche dall’altro membro della coppia che ha subito occupato il sito storico di nidificazione. Nei prossimi giorni avverranno le rituali parate
nuziali, necessarie per rinsaldare il legame di coppia e creare l’affiatamento necessario per il difficile compito che li vedrà impegnati nell’allevamento dei piccoli. I monitoraggi nelle prossime settimane consentiranno di seguire i singoli eventi che accompagneranno la coppia nella delicata fase riproduttiva. Questa specie nidifica in
Italia con una esigua popolazione stimata in circa dodici - quindici coppie, ben sette - otto delle quali sono concentrate in Basilicata. Per il Parco questo evento naturale assume un significato importante, a favore del quale occorre tenere sempre alta l’attenzione, e svolgere appropriate azioni di osservazione della specie.
Il tartufo estivo detto volgarmente “scorzone”
La giunta regionale ha deliberato lo scorso 14 febbraio il posticipo dell’apertura del periodo di raccolta da domani, primo maggio, e fino al prossimo 15 giugno per il “Tuber aestivum, Vittadini”, detto volgarmente tartufo d’estate o scorzone. Il provvedimento si intende a partire dal corrente anno e per la durata di un triennio. La giunta ha ritenuto di dover salvaguardare e valorizzare l’ecosistema tartufo e di evitare gravi danni al patrimonio tartufigieno regionale. Le amministrazioni comunali, provinciali e le Aree programma sono state invitate a procedere all’affissione all’albo pretorio del manifestino.
Alsia, oggi a San Paolo Albanese “Il tratturo dei frutti ritrovati”
Primo maggio, resteranno aperte le aree archeologiche e i musei
Si parla della tutela della biodiversità agricola nel Parco nazionale del Pollino
La Soprintendenza per i Beni Architettonici della Basilicata promuove il patrimonio con l’incremento della fruizione dei luoghi della cultura
L’appuntamento è per oggi a San Paolo Albanese, presso il giardino botanico in contrada Fontanelle ove si concludono le attività annuali nell’ambito della manifestazione “Il tratturo dei frutti ritrovati” dell’Alsia sulla tutela e conservazione della biodiversità agricola nel Parco Nazionale del Pollino. Nei primi mesi del 2013, l’Alsia, Azienda Sperimentale “Pollino” di Rotonda in collaborazione con il Parco Nazionale del Pollino, ha completato il sito degli antichi fruttiferi, localizzato nei terreni di pertinenza aziendale, innestando 32 varietà di pero e 30 di melo. Inoltre ha realizzato ulteriori siti di conservazione in ambienti di “seminaturalità” nel comune di Viggianello e San Paolo Albanese di melo, pero, ciliegio e mandorlo. Questa nuova modalità di conservazione, collaudata dall’Alsia, lungo tratturi o itinerari religiosi, a ridosso del bosco, consiste nell’utilizzare i numerosi semenzali spontanei presenti, come portinnesti per i fruttiferi rari ed a rischio di estinzione del Parco del Pollino. Nell’ambito della giornata, è prevista attività formativa sugli innesti per i futuri tecnici, oggi alunni degli istituti agrari, e per gli agricoltori.
Nella giornata di domani, Primo maggio i musei statali della Basilicata saranno aperti dalle ore 9 alle ore 20. Le aree archeologiche, invece, dalle ore 9 fino ad un’ora prima del tramonto. Si tratta del Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu” di Potenza, del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata e del Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera, del Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino” di Melfi, del Museo Archeologico Nazionale di Venosa e Area Archeologica della città romana, del Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano (orario 14-20 con ingresso gratuito), del Museo Archeologico Nazionale
Palazzo Loffredo di Potenza, sede del Museo “Adamesteanu”
dell’alta Val d’Agri e Area archeologica di Grumentum, della Sede espositiva di Palazzo De Lieto (orario 8-14 con ingresso gratuito) di Maratea, della Sede espositiva di Palazzo Ducale (orario 14-20 con ingresso gratuito) di Tricarico, del Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e Area archeologica
e del Museo Archeologico Nazionale della Siritide e Area archeologica di SirisHerakleia di Policoro. La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, sempre in occasione della festività del Primo Maggio, al fine di offrire sempre nuove occasioni per promuovere la conoscenza e
la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso l’incremento della fruizione dei luoghi della cultura su tutto il territorio nazionale, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha programmato aperture straordinarie di siti interessati tradizionalmente da un’alta richiesta dell’utenza.
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Basilicata Mezzogiorno
Era previsto l’esame di un provvedimento di giunta sulla riorganizzazione della filiera di istruzione lucana
Il “Parlamentino” si aggiorna
La riunione del Consiglio era programmata per oggi. La decisione è stata assunta dalla Conferenza dei capigruppo alla presenza del residente Vito De Filippo La riunione del Consiglio regionale in programma per oggi è stata rinviata. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo, che si è riunita oggi a Potenza alla presenza del presidente della Regione De Filippo e dei presidenti delle Commissioni consiliari. Il doveroso rispetto delle attività giudiziarie in corso a seguito degli sviluppi dell’inchiesta sui rimborsi ai consiglieri ed agli assessori, insieme alla necessità di dover rivedere l’ordine del giorno, anche a seguito delle dimissioni del presidente della Regione
Riorganizzazione della filiera di istruzione e formazione in Basilicata. Era previsto anche l’esame di due proposte di modifica del Regolamento Interno del Consiglio regionale ed una serie di proposte di legge non esaminate dalle competenti Commissioni nei tempi previsti. Si tratta di proposte di legge riguardanti il Consorzio di bonifica e irrigazione della Basilicata, attività edilizia senza titolo abilitati-
dei capigruppo tornerà a riunirsi lunedì 6 maggio per ridefinire il calendario dei lavori dell’Assemblea alla luce di queste novi-
Lunedì 6 maggio, nuovo incontro dei vertici dei gruppi consiliari per ridefinire il calendario dei lavori
Il rinvio è stato voluto per rispetto delle attività giudiziarie in corso sui rimborsi a consiglieri e assessori e del consigliere Viti, hanno consigliato il rinvio della seduta. La Conferenza
gliere regionale Vincenzo Folino che si è dimesso dalla carica di consigliere regionale optando per il Parlamento. All’ordine del giorno anche l’esame del provvedimento della Giunta riguardante la
tà. Il Consiglio regionale avrebbe dovuto discutere della surroga del consi-
vo, modifiche alla legge regionale sugli Interventi a favore della famiglia, disposizioni per prevenire e contrastare il fenomeno della scomparsa dei minori nonché il sostegno alle loro famiglie.
Il consigliere del Gruppo respinge la delega all’assessorato Ambiente e Territorio
Enrico Mazzeo Cicchetti: le ragioni del mio no Per il consigliere “la crisi è innazitutto etico - comportamentale, di una politica ormai lontana dai valori fondamentali“ Normalmente la nomina ad Assessore rappresenta, per un Consigliere o per un comune cittadino, motivo di onore e di orgoglio. Pur tuttavia non possono essere ignorati contesti, tempi, modalità e possibilità concrete di adottare provvedimenti utili alle esigenze dei cittadini. Assessore a tutti i costi, o malgrado tutto, rappresenta uno scadimento della dignità della carica e della persona che la assume. Purtroppo ho dovuto apprendere solo attraverso Basilicatanet la mia nomina ad Assessore Regionale all’Am-
biente. Mi sarei aspettato una comunicazione preliminare e diretta del Presidente della Giunta De Filippo, all’atto della formazione della nuova Giunta; non come atto formale, ma soprattutto come espressione di un civile rapporto che non deve mancare, anche nelle relazioni politiche ed istituzionali. Con l’investitura andrebbero trasmessi, ad ogni interessato, ruoli e compiti che gli vengono affidati nell’ambito di un programma, magari condiviso dalla maggioranza di governo. Ci siamo trovati tutti, maggioranza compresa, difronte ad una decisione adottate e mai concordate. La crisi è innanzitutto etico-comportamentale, di una politica che si è allontanata dai valori fondamentali ed ha smesso di essere servizio alla comunità, diventan-
do, invece, strumento di interessi, di singoli, di gruppi e di partito. In questo contesto si è indebolita l’efficacia dell’azione politica. Molti annunci e pochi i fatti. La mia rinuncia riguarda quindi un metodo, poco rispettoso delle persone, ma anche la coscienza di un mandato tanto limitato da potersi ritenere “inefficace”. Per il rispetto che meritano i cittadini lucani e per la mia stessa dignità non mi presto a questi rituali che hanno solo il sapore di una copertura (finale), rispetto ad una crisi che viene da lontano.
Dal Consiglio Politica Navazio (Ial) “È terminata una stagione. Dobbiamo aprire una nuova fase. Superare una politica mediocre, perché figlia di un pensiero mediocre. Nessuno può tirarsi fuori o percorrere scorciatoie. Non è tempo di demoni. Ma tempo di ricostruzione”. Le vicende di questi ultimi giorni hanno impressionato non poco.
Grande risalto alle notizie, con il suo carico voyeuristico. Si continuerà ancora per giorni. Crescerà l’indignazione, portandosi dietro odio. Comodamente seduti, con lo sguardo pruriginoso. La mente altrove. Sentendosi estranei e non colpevoli per quello che è accaduto davanti ai nostri occhi. Perché il sistema non si è formato oggi; si è alimentato, anche, della latitanza della
partecipazione di stare dentro le cose. E sulle cose. Di non avere buone regole. La crisi che stiamo attraversando è il frutto della supponenza di una classe politica. Quella classe politica che ha nutrito la frammentazione della propria rappresentanza perché ognuno potesse sedersi al tavolo. Una politica che non ha dato risposte credibili alla gente”.
Partiti Rosa e Venezia (Fdi) “Fratelli d’Italia Basilicata va avanti nella costruzione del partito partendo solo e soltanto dalle Comunità, comprese le più periferiche dato che siamo convinti che la vera ossatura di un’organizzazione sono i militanti ed i simpatizzanti. Così, anche nella Val d’Agri, Fratelli d’Italia mette un primo
tassello a Viggiano, comunità importante per la storia e l’economia lucana. Una realtà da considerare anche per le battaglie a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, questioni che da sempre ci vedono impegnati su tutti i fronti nel coniugare rispetto dell’ambiente e produttività al contrario della scarsa sensibilità del centrosinistra lucano che queste tematiche le tratta
solo negli slogan”. Diamo gli auguri a Antonietta Laurita (portavoce) e a Giovanni De Blasiss, Ninni Damiano, Francesco Pisani e Paolo Varalla membri della costituente. Un bocca al lupo per il lavoro che svolgeranno con dedizione e passione e soprattutto su base volontaria, requisiti sempre importanti ma che in questo periodo assumono sempre di più un alto valore simbolico”.
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Basilicata Mezzogiorno
Turismo è vitalità
La nostra forza è il fascino dei nostri paesaggi
I Piot per dare voce alle potenzialità del nostro territorio con le bellezze dei suoi borghi e l’impiego di fondi comunitari per realizzare strutture dal forte impatto turistico
Dal Volo dell’Angelo ai Sassi di Matera, dal mare alla montagna, dagli invasi di Monte Cotugno e del Pertusillo alla Rabatana e ai luoghi di Federico II
a cura dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale
Crediamo nella valorizzazione delle nostre risorse come opportunità di crescita. Dai beni architettonici a quelli naturali sosteniamo progetti per raccogliere le sfide di un panorama turistico sempre più esigente
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 30.04.2013
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Basilicata Mezzogiorno
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
BUFERA SULLA REGIONE L’INCHIESTA SUI RIMBORSI
Martedì 30 aprile 2013
DOMANDE SCOMODE I due ex assessori di centrosinistra e l’ex capogruppo del Pdl hanno risposto alle domande sui rimborsi «illegalmente percepiti»
I consiglieri si difendono «Abbiamo chiarito tutto» Domande dei giudici sulle ricevute falsificate. Il gip deciderà nei prossimi giorni l Nessuna «linea Maginot» da contrapporre alle accuse di peculato e false attestazioni mosse dai pm ai due ex assessori regionali della Basilicata e al capogruppo del Pdl finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi illeciti. Ma «il chiarimento pieno e trasparente» di tutte le circostanze. E quindi, sintetizzando le parole degli avvocati, del perché di quelle fatture contraffatte, scontrini per pranzi con il dono dell’ubiquità (emessi cioè nello stesso momento in diversi ristoranti d’Italia) e ricevute false. Con un preciso «paletto» difensivo dei legali: non c’è alcuna appropriazione indebita. Tutti e tre gli indagati ai domiciliari (i due ex assessori di Idv e Pd, Rosa Mastrosimone e Vincenzo Viti, e l’ex capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca, arrestati lo scorso 24 aprile) sono stati ascoltati ieri mattina, a Potenza, dai magistrati. Lunghi interrogatori di garanzia, in media due ore a testa. Com’è lunga, per tutti, la lista di documenti contestati. Altro particolare in comune: il viso
dei tre, indiscutibilmente segnato dagli eventi degli ultimi giorni, e dalla bufera mediatica su spese «facili» e scontrini per acquisti al limite del paradossale. Mastrosimone è stata la prima a presentarsi in tribunale. Al suo passaggio nei corridoi in tanti hanno commentato i retroscena dell’inchiesta. Anche tra gli avvocati «fioccavano» le battutine. In alcuni momenti il «botta e risposta» con il gip è stato anche concitato. Viti ha invece affidato ai suoi difensori (gli avvocati Emilio Nicola Buccico, che difende anche Mastrosimone, e Franco Viti) un concetto preciso: «Non si cancellano in questo modo 50 anni di politica trasparente, con importi banali o errori che verificheremo, perché c’è fiducia nei collaboratori ma dobbiamo capire chi ha sbagliato». Il perché di pranzi «multipli» e spese consistenti? L’ex assessore lo ha detto in modo chiaro ai magistrati: «Non avevo bisogno di soldi, e non avevo quindi bisogno di trovare questi trucchetti». Tutti i pasti sono stati consumati, «e i ristoratori lo
hanno confermato», hanno aggiunto gli avvocati. E Viti, che ha anche ricoperto il ruolo di capogruppo del Pd nel Consiglio regionale, contrappone un dato: «I fondi del gruppo – riferiscono gli avvocati – non erano molti e la quasi totalità veniva utilizzata per i compensi dei collaboratori: le spese per cancelleria, telefonia e rappresentanza non riuscivano a essere coperte interamente, e quindi Viti se ne caricava una parte». Pagliuca è stato l’ultimo a lasciare il palazzo di giustizia, nel pomeriggio: an-
IDV Rosa Mastrosimone
che in questo caso, è stato uno degli avvocati, Tuccino Pace (Pagliuca è difeso anche dall’avvocato Dino Di Ciommo), a chiarire la linea difensiva: «Abbiamo spiegato ogni cosa – ha detto – e se Pagliuca avesse voluto appropriarsi dei soldi, avrebbe potuto rendicontare tutto quello che è stato pagato con le sue carte di credito, mentre i rendiconti sono più bassi delle spese e lo abbiamo dimostrato». Per tutti e tre c’è una richiesta di remissione in libertà. Il gip deciderà nei prossimi giorni.
PD Vincenzo Viti
INCHIESTA Il pm Sergio Marotta, titolare dell’inchiesta insieme al collega Francesco Basentini, in compagnia del gip del Tribunale di Potenza Luigi Spina [servizio fotografico di Tony Vece ] .
PDL Nicola Pagliuca
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 30.04.2013
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BASILICATA PRIMO PIANO I V
Martedì 30 aprile 2013
GLI SVILUPPI Le valutazioni dei pm: «Gli accertamenti sui contributi ai gruppi aggraveranno la posizione di tutti i consiglieri»
BROGLIACCI E TRASCRIZIONI C’è attesa per il deposito di brogliacci e trascrizioni delle telefonate. Probabilmente arriveranno al Riesame
Inchiesta sui gruppi In arrivo i 25 faldoni di intercettazioni FABIO AMENDOLARA
CARTEGGIO La nota inviata dalla cancelleria al pm
l Neanche le inchieste del pm Henry John Woodcock comprendevano tutte quelle intercettazioni. I faldoni dell’indagine sui rimborsi «a go go» della Regione Basilicata sono ben 25. In un documento - di cui la Gazzetta è in possesso - la cancelleria del pm antimafia Francesco Basentini, che con il collega Sergio Marotta coordina la «rimborsopoli» della casta lucana, comunica al magistrato che è in corso la sistemazione dei «25 faldoni» contenenti anche le intercettazioni telefoniche. Con molta probabilità la Procura depositerà quegli atti al Riesame. Nel carteggio interno la cancelleria fa sapere al pm che «il fascicolo, composto da 25 faldoni, ha un ordine molto approssimativo che non permette di assemblare le informative con tutta la documentazione allegata, inoltre - si legge nel documento - a una prima analisi mancherebbero del tutto gli atti relativi alle intercettazioni avendo rinvenuto solo sette faldoni contenenti i brogliacci e i provvedimenti di ritardato de-
posito». La data: 15 marzo del 2013. Tra gli allegati alla richiesta di custodia cautelare eseguita qualche giorno fa, infatti, non c’è traccia di intercettazioni. I magistrati non hanno fatto in tempo a inoltrarle? Oppure le telefonate dei consiglieri fanno parte delle indagini sui gruppi consiliari? Perché è lì che in realtà si è concentrata l’attività investigativa. Ecco le valutazioni dei magistrati: «L’integrazione probatoria - si legge in un atto giudiziario che la Gazzetta ha potuto consultare - che verrà offerta dagli accertamenti sui contributi ai gruppi consiliari molto verosimilmente aggraverà la posizione di tutti i consiglieri, in quanto le verifiche sinora espletate sul conto dei consiglieri hanno dimostrato che la principale fonte di approvvigionamento è stata ottenuta attraverso i finanziamenti ai gruppi». E il numero di procedimento «2263/2012 modello 21» - indicato dalla cancelleria nella comunicazione al pm coincide proprio con quello dell’inchiesta sui conti dei gruppi consiliari.
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 30.04.2013
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Matera Martedì 30 aprile 2013
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REDAZIONE: Piazza Mulino, 15 - 75100 Matera - Tel. 0835.256440
Bankitalia indica una riduzione del 3% dei prestiti alle aziende? In città calano del doppio
«Imprese alla canna del gas»
Sos del presidente dei commercialisti: «Le Pmi muoiono, nessuno fa loro credito» NON è soltanto la naturale selezione che elimina dal mercato le aziende meno forti. E’ un fenomeno che il presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperi contabili di Matera, Eustachio Quintano, spiega come problema creditizio e non debitorio che conduce al fallimento. I bilanci delle aziende sono appena stati chiusi e la mappa che emerge non lascia sperare in nulla di buono. Il polso della situazione viene proprio dalla categoria, che a Matera conta circa 440 iscritti che si muovono nel contesto imprenditoriale locale su diversi livelli. «Peggio che alla canna del gas - conferma Quintano - la situazione attuale, purtroppo è questa. Il grido d’allarme che lanciamo, riguarda una situazione drammatica. Se negli anni precedenti prosegue - avevamo registrato pareggi o lievi utili, quest’anno ci sono solo segnali peggiorativi». Il numero di aziende che “muoiono”, secondo Quintano, non può che portare ad una assoluta stasi dell’economia. Nessuna possibilità di uscita? «Ci sono aziende atavicamente sottocapitalizzate che si escludono da sole e che per certi versi erano destinate a questo risultato. Ci sono altri, però, che hanno attività che possono essere gestite ma che sono costrette a ridurre il loro campo d’azione per motivi diversi. Uno è la riduzione sempre crescente degli affidamenti bancari. Le banche, in questo momento negativo, stanno avendo il loro peso. Il 2012, se guardiamo ai dati nazionali, ha chiuso per crediti formalmente erogati a piccole e medie imprese, con un minor importo di 37 miliardi di euro. Va chiarito - prosegue Quintano - che il sistema bancario già dall’anno precedente aveva cominciato a chiudere i rubinetti. Nel primo trimestre del 2013, secondo Bankitalia, si è registrata una ulteriore riduzione del 3%». Con un triste effetto-domino, la Basilicata e il territorio materano non si allontanano da quelle cifre, anzi, secondo Eustachio Quintano i numeri vanno raddoppiati. «Non conosco i dati precisi ma mi sono accorto che diverse aziende che attraverso i rapporti bancari riuscivano ad ottenere anticipazioni per stipendi, materiali ed altro, si sono viste improvvisamente ridurre quella disponibilità dalla banca. Il settore più colpito è quello industriale che si vede costretto a ridurre il fatturato, pur avendo la possibilità di aumentarlo. Molte imprese, ad esempio, hanno cominciato a rivolgersi ai mercati esteri dove gli incassi sono puntuali. «Le piccole e medie imprese molte volte dipendono da aziende che, a loro volta, sono collegate agli enti pub-
A gennaio segni positivi tra i Sassi
Dati in chiaroscuro addio ottimismo ora dilaga la paura
Eustachio Quintano, presidente dell’Ordine dei commercialisti e esperti contabili lancia l’allarme sulla crisi delle imprese. E’ stato anche assessore al Bilancio nella giunta guidata da Emilio Nicola Buccico
«Dalle banche nel 2012 37 miliardi di euro in meno»
«Speriamo che il nuovo Governo metta in campo misure veloci»
L’ex assessore commenta la sospensione dei revisori dei conti
«Il Comune risolva l’impasse» IL caso della sospensione della nomina del collegio dei revisori dei conti, da parte del Tar richiede un commento di Eustachio Quintano che, all’epoca della giunta guidata da Emilio Nicola Buccico fu assessore al Bilancio. «E’ un impasse che il Comune deve risolvere prima possibile - dice - non entro nel merito della vicenda politica, della dialettica di questi giorni. Al di là di altre valutazioni, l’amministrazione comunale ha passaggi contingenti immediati da affrontare come il rendiconto del 2012 e soprattutto un momento focale e fondamentale, la previsione del 2013 con i grossi problemi che il Comune ha per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato. In questa situazione, quella del revisori dei conti, è una figura fondamentale. Senza il loro parere, d’altronde, il bilancio non può essere portato al vaglio del consiglio comunale. Da qualche parte va individuata una soluzione che non li veda sguarniti dell’organo di controllo». matera@luedi.it blici». Un territorio che sta per morire? «Se non ci sarà un’inversione di tendenza, che sento di escludere, siamo oltre l’agonìa. Speriamo che il nuovo Governo possa mettere azioni utili in campo al più pre-
Il Comune di Matera
sto». Le difficoltà portano, sempre più spesso, le imprese a ricorrere agli strumenti di procedure concorsuali. «Fino a un po’ di tempo fa al concordato piuttosto che al fallimento arrivavano le aziende che non erano più
in grado di avere vie d’uscita; non si trattava di uno strumento che consentiva di ribaltare vicende difficili per re-incanalare l’azienda su altri assi. Siamo ancora lontani dal giusto approccio a questa ipotesi». matera@luedi.it
La Camera di Commercio di Matera
L’ALLARME lanciato da del 2012 sulla aziende Eustachio Quintano indi- materane che avevano seca elementi contrastanti gnato un saldo positivo (+ rispetto alle speranze che 0,44%) con 97 nuove nel gennaio di quest’anno aziende aperte. Tra i setil presidentori che te di Unionall’epoca secamere, Pagnalavano squale Laindici di morte, avepreoccupava lasciato zione, c’era emergere. l’artigianaC’è una to: il saldo regione in di natachiaroscumortalità ro che cerca con 240 imdi uscire prese in medalla crisi no in tutta ma che deve la Basilicafare i conti ta, pari a con un Pae2,03%. se in note«Si tratta vole diffidel tasso coltà. più negatiMovimvo del sud prese indiaveva detto cava un il presidenPaese in te Lamorte. grave diffi«In quecoltà con ste condi100 impre- Pasquale Lamorte zioni - aveva se che chiudevano ogni giorno con aggiunto in conclusione Potenza che aveva accu- le imprese lucane non posato una flessione gravis- tranno più reggere a lunsima pari al -0,48% (con go questa prolungata crisi, senza un piano strate191 imprese in meno). A far ben sperare gico». all’epoca, erano stati i dati matera@luedi.it
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 30.04.2013
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Basilicata Mezzogiorno
VI I POTENZA CITTÀ
OMICIDIO IN VIA PARIGI FREDDATO DA COLPI DI PISTOLA
Martedì 30 aprile 2013
LA VITTIMA Donato Abruzzese, 45 anni, ucciso mentre tornava a casa. Testimoni indirizzano la polizia verso Stefanutti
LE INDAGINI Un debito non saldato, estorsioni, amicizie pericolose: gli investigatori pensano di aver individuato la pista giusta
Di notte l’agguato mortale sotto casa Una faida interna al clan Martorano. Sospettato l’amico Dorino Stefanutti MASSIMO BRANCATI l Regolamento di conti all’interno di una faida nel clan Martorano. Dietro all’omicidio potrebbero esserci questioni legate al mondo «melmoso» delle slot machine, delle macchinette mangiasoldi, il business di Donato Abruzzese, 45 anni, ucciso domenica scorsa, intorno all’una di notte, mentre tornava nella sua casa di via Parigi, a Potenza. L’uomo è stato raggiunto da diversi colpi (una decina) esplosi a distanza ravvicinata da due pistole. Lo testimoniano i bossoli, raccolti dalla polizia scientifica, di diverso calibro (7,65 e 9,21). Sulla dinamica dell’accaduto ci sono versioni contrastanti, ma si propende per il conflitto a fuoco durante il quale oltre ad Abruzzese - armato anch’egli e colpito a morte - sarebbe stato ferito uno dei due attentatori. Chi sono? Su un nome gli inquirenti, indirizzati, a quanto pare, dalla segnalazione dei familiari della vittima, vanno decisi: Dorino Stefanutti. L’esponente di spicco del clan Martorano, più volte coinvolto in vicende giudiziarie, è da ieri irreperibile. Lo stanno cercando. E la polizia è sulle tracce anche del complice che, come dicevamo, sarebbe stato ferito da un proiettile. Abruzzese avrebbe trascorso la serata proprio in compagnia di Stefanutti in un bar della città. Qui ci sarebbe stato un diverbio sfociato poi nell’agguato notturno. Lo hanno aspettato acquattati a ridosso del muretto della palazzina che ospita, oltre all’abitazione di Abruzzese, anche il tabacchino e il bar di sua proprietà. Nessuno dei condomini dice di aver sentito gli spari: i familiari della vittima, invece, sono scesi in strada qualche secondo dopo l’agguato, allarmati dal fragore dei
PARTICOLARI
Un complice sarebbe rimasto ferito durante lo scontro a fuoco colpi. Sono stati proprio loro a chiamare l’ambulanza del 118 nel disperato tentativo di salvare la vita dell’uomo che versava in una pozza di sangue e due passi dal portone d’ingresso. INCHIESTA - Le indagini della polizia - coordinate dal Pm della Procura della Repubblica di Potenza, Gerardo Salvia - si sono subito indirizzate verso una pista, quella che porta alle frequentazioni di Abruzzese e ai suoi affari. Proprietario o socio di bar e sale giochi in diversi punti della città (ha aperto, tra gli altri, il bar Mediterraneo in via Nazario Sauro e il bar Birba in via Tirreno, dalla cui gestione è uscito da tempo), Abruzzese aveva avuto in passato guai con la giustizia per questioni legate al gioco d’azzardo e soprattutto per essere stato accusato di tentato omicidio preterintenzionale. Reato per il quale fu assolto dalla Corte d’Assise di Potenza. SOCIETÀ - La sua attività era soprattutto concentrata sul settore dei videogiochi: con lo scomparso Raffaele Marino (ex pre-
nato». Parallelamente Abruzzese spesso accompagnato da «amicizie pericolose» e pregiudicati, così come si evince da relazioni dei carabinieri - ha ottimizzato altri affari entrando e uscendo, in rapida sequenza, da società di gestione di locali caratterizzati dalla presenza di slot machine e videopoker. In più di qualche caso si sospetta che abbia svolto un ruolo di «prestanome».
SOSPETTATO Dorino Stefanutti VITTIMA Nel riquadro Donato Abruzzese. I rilievi della polizia [foto Tony Vece]
COINCIDENZA
Il 29 aprile 1997 l’omicidio dei coniugi Gianfredi colsero gli investigatori, decise di togliersi la vita perché stritolato dal gioco d’azzardo (era un assiduo frequentatore di uno dei locali gestiti da Abruzzese) e dalle continue minacce a cui sarebbe stato sottoposto. Preferì, insomma, suicidarsi prima che qualcuno intervenisse per porre fine ai suoi giorni. Com’è accaduto ad Abruzzese. Intanto spunta una sinistra coincidenza: il 29 aprile del 1997 l’omicidio dei coniugi Gianfredi a Parco Aurora. Oggi come allora ci si orienta sul mondo della malavita. La speranza è che l’epilogo sia diverso e che per il delitto di via Parigi si individuino i colpevoli.
sidente del Potenza calcio) aveva messo su una società di distribuzione di macchinette. Alla morte di Marino, metà delle quote societarie sono state acquisite dalla famiglia Tancredi, punto di riferimento del comparto a Potenza e provincia, il grossista più «getto-
LA STORIA
Nel ‘90 il ferimento di un direttore di banca. L’intercessione di Matilde del Sagrado
IL GIALLO - Si scava nella vita di Abruzzese e s’intercettano vicende che potrebbero in qualche modo avere un collegamento con quanto è accaduto. Riemerge dal passato il caso di un suicidio a Potenza, un uomo che s’impiccò sul «braccio» di un escavatore nei pressi delle case popolari di fronte al distributore di benzina di Poggio Tre Galli. Secondo quanto rac-
Crivellato ma salvo «Fu un miracolo»
l Quando è arrivato in ospedale le sue Matilde del Sagrado Corazon Tellez Rocondizioni erano già gravissime. Non bles, fondatrice della Congregazione c’è stato nulla da fare. Troppi colpi lo delle Figlie di Maria Madre della Chiehanno raggiunto in varie parti del corpo sa, beatificata da Papa Wojtyla. La vie l’ambulanza del 118 è giunta sul posto cenda - raccontata in uno speciale delmentre Donato Abruzzese era agoniz- l'Osservatore Romano - cominciò nell' zante. ufficio di Blasi, che allora aveva 35 anni Al San Carlo gli infermieri più at- e dirigeva l'agenzia di Potenza della tempati hanno accoBanca nazionale del lastato la vicenda ad un voro, in una zona cenaltro grave fatto di santrale della città. Il fungue che ormai risale a zionario aveva ricevupiù di trent’anni fa. Il to alcune minacce, le ricordo è ancora forte aveva denunciate e non solo perché a Pol'ufficio era presidiato tenza, per fortuna, agda due agenti della Poguati mortali non sono lizia in abiti civili: all’ordine del giorno, quel 10 agosto entrò in ma anche perché banca un imprenditoall’epoca l’epilogo fu re edile, titolare di diverso. Miracolosa- BEATA Matilde del Sagrado un'impresa di costrumente diverso. Era il zioni di Venosa, al qua10 agosto del 1990 quando Pier Luigi le Blasi aveva bloccato in precedenza un Blasi, allora direttore dell’agenzia di Po- assegno. Apparentemente, tutto era nortenza della Bnl, fu raggiunto da quattro male: all'improvviso, l'imprenditore, encolpi di pistola. Subì varie operazioni, trato nell'ufficio di Blasi forse per diera senza speranze, ma alla fine riuscì a scutere della sua posizione e di altri sopravvivere. Si parlò di miracolo che assegni, sparò alcuni colpi con una piqualche anno dopo venne attribuito a stola calibro 38, gli agenti reagirono e
l'imprenditore fu ucciso. Il direttore della banca fu raggiunto da quattro colpi di pistola al petto, all'addome e alle braccia. Fu operato nell'ospedale San Carlo, dove gli furono estratte le pallottole dal torace; otto giorni dopo nuova operazione, ma le condizioni dell'uomo peggiorano e sopraggiunsero un collasso cardiocircolatorio e l'insufficienza renale. Terzo intervento: fu necessario arrestare emorragie interne vicine al pancreas e al diaframma. Non è finita: il 26 agosto, il funzionario venne operato per la quarta volta, per frenare l'emorragia dell'arteria addominale sinistra. Si decise di trasferire il paziente a Roma, nella clinica «Mater Dei», il 13 settembre 1990, ma per Blasi non si nutrivano molte speranze. Nella clinica romana, suor Rosario, superiora delle Figlie di Maria Madre della Chiesa (istituto fondato dalla beata il 19 marzo 1875), and. da Blasi, pregò con lui, gli fece baciare l'immaginetta di Madre Matilde Tellez. Quattro giorni dopo, il 17 settembre, i medici constatarono che l'emorragia si era ridotta con una velocità inspiegabile, sancendo una guarigione inspiegabile da un punto di vista strettamente medico.
Il sindaco «Potenziare le forze dell’ordine» «È «centrale» il tema del contrasto alla criminalità: oltre ad una rivoluzione culturale delle coscienze, serve un potenziamento sul territorio delle Forze dell’Ordine». Lo ha detto il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, riferendosi all’omicidio avvenuto domenica notte: «Un fatto gravissimo - ha spiegato – con il rischio di coinvolgere persone innocenti». Esprimendo «lo sconcerto e la preoccupazione della città per l’omicidio avvenuto la scorsa notte in un popoloso rione della città», Santarsiero ha reso noto «di aver sentito il comandante della Polizia locale ed il questore al quale ha espresso tutto il ringraziamento per l’intensa attività in corso per chiarire ogni aspetto dell’inquietante vicenda evidenzia che quanto accaduto è la riprova che bisogna mantenere sempre altissima l’attenzione nei riguardi di ogni forma di violenza e di criminalità». «Il gesto della notte scorsa, anche se circoscritto ed isolato – ha aggiunto Santarsiero – fa male alla città ed è comunque il sintomo della presenza nella nostra comunità di forme pericolose di malavita e di zone d’ombra in cui spesso si agisce».
le altre notizie SCUOLA
«Fantavventure» a tavola a lezione di alimentazione n Torna nelle scuole di Potenza e provincia, fino alla fine dell'anno scolastico, Fantavventure a tavola, il progetto ludico-didattico su cibo e alimentazione promosso dal Pastificio Rana e dedicato gratuitamente alle prime tre classi delle scuole elementari. Il tema della corretta alimentazione sta assumendo un ruolo sempre più centrale nell’educazione dei più piccoli. Per poter insegnare loro il valore della nutrizione equilibrata, diventa fondamentale accompagnarli alla scoperta del mondo che si nasconde dietro ai cibi. Il progetto prevede anche un concorso: in palio 1000 euro per la scuola. TEMPO LIBERO
Cecchini a Piani del Mattino per la gara di tiro a palla n Si svolgerà domani a Potenza nel campo di tiro La Valle di Piani del Mattino, la gara di tiro a palla su sagoma fissa di cinghiale, organizzata dall’omonima società sportiva, che nonostante la giovane età ha già maturato in neanche due anni di attività numerosi eventi sportivi, anche in altre discipline tra cui il tiro a volo. La gara comincerà alle 9.
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 30.04.2013
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Basilicata Mezzogiorno
16 Primo piano
Omicidio a Potenza Una strana coincidenza: il 29 aprile del 1997 l’omicidio Gianfredi
Ventisei anni e una lunga scia di sangue
Martedì 30 aprile 2013
Contrada Dragonara Il 18 novembre del 1996 agguato a Michele Danese per lo “sgarro” a Cosentino Via Parigi 29 aprile del 2013 Donato Abruzzese freddato sotto la sua abitazione Via Tirreno L’11 luglio 1996 viene ucciso l’agente di polizia Francesco Tammone
di ALESSIA GIAMMARIA POTENZA - Una città incastrata tra le montagne - quasi fossero un cordone di protezione verso l’esterno - dove l’eco degli spari difficilmente si espande al di fuori dei confini regionali. Spari che se confrontati con altre realtà e con altre epoche fanno “poco rumore”. Ma sempre di morti ammazzati si parla. Morti ammazzati che a oggi ancora non hanno un colpevole, tranne qualche eccezione. Filo conduttore sono i nomi, come quello del boss Renato Martorano - oggi detenuto nel carcere di Cuneo in regime di 41 bis - e di Dorino Stefanutti, considerato dagli inquirenUna veduta della città di ti il braccio destro di quello che in città hanno Potenza con l’indicazione dei sempre chiamato il “bel Renato”. Così come luoghi dove sono avvenuti era successoper Vallanzasca. O dipentiti cogli omicidi che hanno me Cossidente o Cosentino che oggi si è “pencostellato questi 26 anni tito” di essersi “pentito”. Dicevamo i nomi. E sì perché dietro i morti ammazzati - delitti di mafia o omicidi che nessuno vuole scoprire quei nomi sono semprecircolati per questioni di appartenenza allo stesso clan o per con- La Bmw di Gianfredi, i bossoli sull’asfalto e le forze dell’ordine intervenute sul posto dopo l’agguato. trapposizioni. E’ il 29 aprile - coincidenza o segnale - del 1997 quando nel corso di un agguato, proprio come quello consumatosi intorno all’una di notte quando il 28 aprile aveva già fatto posto al 29, una fucilata in bocca - forse perfarlotacere -mettevafinealla vitadiGiuseppe, per tutti Pinuccio, Gianfredi. Pioveva quella sera. Pinuccio Gianfredi e sua moglie, Patrizia Santarsiero, stavano tornando a casa. In macchina con loro c’erano due dei Morti ammazzati loro figli, un’altra, la che a oggi ancora più grande, li aspettava a casa. Un appartanon hanno mento a Parco Aurora un colpevole in cui Patrizia e Giuseppe non entreranno tranne qualche più. Perché la morte li attende sotto il portoeccezione. ne. Come la morte ha atFilo conduttore teso sotto il portone Donato Abruzzese. Coinsono i nomi cidenza o segnale? dei boss Quando Gianfredi parcheggia la sua auto e dei pentiti due persone si avvici- Pinuccio Gianfredi e la moglie Patrizia Santarsiero. A destra Francesco Tammone Troppi ancora nano al finestrino. I kilAccade anche questo nella città dove nien- re. Sanua, infatti, aveva infastidito una raleresplodono unaserie fredi sia Gino Cosentino , l’ex capo dei basilii misteri che di colpi da un fucile a schi, che in quel periodo, però, era detenuto. te è mai quello che sembra. E dove tutto e il gazza e il fidanzato, dopo una lite tra i due, arla città canne mozze e da una Il movente? «Dare un segnale al clan di Rena- contrario di tutto appare possibile. mato di pistola entra in un pub di via Mazzini I “cold case” però non cominciano con e esplode alcuni colpi di pistola. A fare da aupistola. Si accaniscono to Martorano», a cui, secondo gli investigacustodisce l’omicidio dei coniugi Gianfredi. su Pinuccio. Il suo cor- tori, apparteneva Gianfredi. tista a Sanua, prima che quest’ultimo morisE’ il 22 maggio del 1989 quando a via se, proprio Renato Martorano. Gli esecutori? Alessandro D’Amato e Claupo viene crivellato di colpi. E infine uno dei due sicari gli punta la dio Lisanti. Alessandro D’Amato, anche lui Adriatico due pallottole colpiscono e uccidoNel 1996 l’omicidio dell’agente di polizia, canna del fucile in bocca e preme ancora il pentito, a sua volta ha confessato di essere il no Tiziano Fusilli, un ragazzo di 28 anni Francesco Tammone,e l’agguato aidanni di grilletto. L'ultimo proiettile rimbalza e colpi- killer che ha ucciso Gianfredi. Dice che quel con qualche precedente per droga anche se Michele Danese. Il primo in luglio e il seconsce a morte la moglie, Patrizia, che era stata giorno era in compagnia di Lisanti che, inve- aveva cambiato vita. Fino a oggi anche que- do in novembre. ce, imbracciava il fucile a canne mozze. So- sto omicidio è rimasto avvolto nel mistero. già ferita. E’unacalda sera di luglioquando l’agente I due figli si sono accucciati dietro i sedili. stiene che il mandante è Cossidente. E che Sa- Poi nel 2012 il ritrovamento di una moto che muore. Per i loro genitori, però, non c'è nulla da fare. verio Riviezzi, che per gli investigatori è il ca- per gli investigatori sarebbe quella utilizzaFrancesco Tammone, 26 anni sposato e Si parla da subito di un omicidio di stampo po dei basilischi a Pignola, avrebbe dovuto ta dai killer di Tiziano. L’aver abbandonato padre di un bimbo di un mese, con un collega, mafioso. Un regolamento diconti. Sedici an- pagargli il disturbo. Poi c’è Gino Cosentino. quella moto senza distruggerla potrebbe es- Mario Panico rimasto ferito, interviene per ni dopo, però, l’omicidio Gianfredi è ancora Anche lui ha raccontato quello che sapeva sere stata una leggerezza che, però, potrebbe sedare una rissa tra due gruppi di pregiudidell'omicidio di Parco Aurora. E anche per consentire agli investigatori di incastrare cati al “Serpentone”, tra via Tirreno e via Joirrisolto. Nel corso degli anni questo “cold case” è lui l’organizzatore dell’omicidio è Cossiden- gli assassini e sbrogliare l'intricato giallo di nio. Responsabile dell’omicidio Francesco via Adriatico. Pare che il ritrovamento della Pontiero rimasto ferito alla gola, con un colstato al centro dei racconti raccontato di al- te. Cosentino, che non si fida affatto del suo ex moto sia stato fortuito, nonostante le rivela- po di pistola, nel corso della sparatoria. La cuni pentiti. Ognuno di loro, però, ha fornito una diversa versione dei fatti. Pentiti che sodale e di quello che gli ha raccontato una zioni del solito Cossidente che, di recente, ha tragedia si consuma intorno alle 20. In Quehanno accusato o addirittura si sono autoac- volta uscito dal carcere, sostiene che Cossi- indicato agli investigatori quello che per lui stura era giunta una telefonata che avvisava cusati. Le loro dichiarazioni hanno reso più dente abbia ricevuto dei soldi da qualcuno era il luogo in cui era stata occultata la moto che alcuni delinquenti si stavano picchianoscuro il movente, incerto il mandante. E an- per compiere l'omicidio e abbia nascosto la usata per l'agguato: «Mi dissero che l'aveva- do davanti al circolo del Serpentone. Per che sugli esecutori materiali hanno fornito cosa ai suoi collaboratori. Anche per Donato no posata dietro all'Enel al Gallitello». Tammone e Panico doveva essere un interSolo due anni prima, il 13 marzo del 1987, ventoquasidiroutine, diquellichevengono più versioni. Antonio Cossidente, già confi- Caggiano il mandante è Cosentino. I killer? dente del Sisde, il vecchio servizio segreto ci- Caggiano cerca di accreditare una pista cala- in un pub di via Mazzini viene freddato Fran- richiesti sempre piu’ spesso data l’espansiovile, è l’ultimo in ordine di pentimento. So- brese.Cossidente, perCaggiano, avrebbeco- cesco Sanua. Nessun regolamento di conti ne della criminalità organizzata in Basilicain questo caso ma una sorta di delitto d’ono- ta. Sono giunti davanti all’ingresso del circostiene che il mandante dell’omicidio Gian- munque partecipato all’agguato. Un caos.
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 30.04.2013
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Basilicata Mezzogiorno
Primo piano 17
Martedì 30 aprile 2013
L’ESCALATION CRIMINALE Via Mazzini Il 13 marzo del 1987 in un pub di via Mazzini viene freddato Francesco Sanua Via Adriatico Il 22 maggio del 1989 due pallottole colpiscono e uccidono Tiziano Fusilli Parco Aurora Il 29 aprile del 1997 vengono trucidati i coniugi Gianfredi
Tiziano Fusillo. In basso Michele Danese
lo ricreativo, frequentato da criminali del posto. La discussione e la rissa tra i due gruppi di pregiudicati si stava consumando poco più in là , lungo via Tirreno: i poliziotti si sono frapposti tra i contendenti cercando di ristabilire la calma. Alla richiesta di documenti fatta dall’ ispettore Panico, Pontiero, con diversi precedenti penali, tenta di allontanarsi. Raggiunto dall’ispettore, il pregiudicato reagisce colpendolo alla nuca e disarmandolo. L’agente Tammone interviene per difendere il collega. Cominciata la sparatoria e il pregiudicato utilizza l’arma sottratta all’ ispettore. Tammone viene colpito mortalmente, mentre il pregiudicato viene ferito alla gola con un colpodi pistola esploso dallo stesso agente pochi attimi prima di cadere vicino all’automobile di servizio. Tammone muore sull’autoambulanza che lo stava portando all’ospedale San Carlo. Più che una lite, questo si scoprirà poi, Tammone e Panico incapparono in un incontro al rione Serpentone tra alcuni maggiorenti della nascente famiglia lucana, come Pontiero, Santarsiero, Danese, Troia e Mancino. La fuga di Danese e Troia a Policoro consentì di scoprire l'asse esistente, mentre le intercettazioni in carcere portarono elementi sia sullo spaccio di droga che sui pro-
getti di andare “oltre”. Nel giro di qualche mese infatti la nuova “famiglia” tutta lucana, nata per imporre il “buon ordine” nelle carceri dove spadroneggiava il crimine di fuori regione avrebbe cominciato a farsi sentire compiendo altri gesti eclatanti come il tentato omicidio di Danese che si era rifiutato di sfregiare la sorella colpevole di aver tradito il boss «Organizzai io l’agguato per fare un piacere a Gino Cosentino». Così Antonio Cossidente nel suo racconto alla Procura distrettuale antimafia. Cosentino,che intrattenevaunarelazione con la sorella di Danese, gli ordinò di sfregiarla in volto («Mi mandò una lettera - confermòDanese agliinvestigatori- nellaquale mi indicava anche la zona esatta del viso da sfregiare»). Era la punizione che il capobastone dei vecchi basilischi riteneva più giusta per quel tradimento con un altro uomo mentre lui era detenuto in carcere. Ma Danese si rifiutò di farlo. Cosentino ha sempre negato di aver ordinato l’agguato per punire il suo ex cognato. Il 13 marzo «Il mio ordine per l’avvertimento a del 1987 in un pub Danese non è mai partito», ha ripedi via Mazzini tuto più volte agli investigatori. Cossidente, invece, racconta al viene freddato sostituto procuratore antimafia di Potenza Francesco Basentini di Francesco Sanua aver agito per compiacere il vecchio Due anni dopo boss: «Quando sono uscito dal carcere ho dovuto far fede alla parola sparano data, perché io gli dissi di non preoc- a Tiziano Fusillo cuparsi. Una punizione gliela darò io e ti darò la soddisfazione che meri- Colpi contro ti, ma tua moglie lasciala perdere, Danese che si era perché io non mi accosto, non è nel mio costume toccare una donna». rifiutato di sfregiare Niente sfregio. Ma organizzò l’ag- la sorella colpevole guato per Danese. Dice Cossidente: «Chiamai Clau- di aver tradito dio Lisanti e gli dissi di fare un so- il boss pralluogo. Poi dissi a Carmine Campanella di accompagnare Claudio». L’ordine: «Gli dissi - racconta il pentito - dategli una lezione ma cercate di sparare solo alle gambe, giusto per dagli un segnale». La descrizione dell’agguato: «Erano le sei o le sette di sera. Andarono incappucciati e si portarono dietro una pistola e un fucile a pompa». E infatti erano le 19 del 18 novembre del 1996. Il rapporto giudiziario dell’epoca così descriveva i fatti: «Danese è stato attinto al torace da colpi di arma da fuoco sparati da uno sconosciuto con il volto coperto da passamontagna e armato di fucile a canne mozze». Rimase vivo per miracolo. Appena uscito dall’ospedale varcò la porta della Procura e raccontò quello che sapeva della “Quinta mafia”. Fu il primo a farlo. L’ultimo in ordine di pentimento, invece, è Cossidente. Di mezzo 26 anni di colpi inferti e di sangue versato. a.giammaria@luedi.it ©RIPRODUZIONE RISERVATA
I segnali d’allarme lanciati in questi anni
Dai mezzi bruciati a Gallitello agli spari contro l’auto di Santoro di LEO AMATO
POTENZA - A settembre ci sono stati i colpi esplosi in pieno giorno a Macchia Romana contro la spider Mercedes di un costruttore. Era parcheggiata di fronte al cantiere dove sta realizzando un complesso di palazzine, sui terreni appartenuti a uno degli “insospettabili”a processo per aver finanziato i giri d’usura del boss Renato Martorano da 5 anni al 41 bis. Due mesi dopo a piazza Bologna è arrivato l’incendio di una piattaforma “volante”intestata alla moglie di un imprenditore, che è accusato a sua volta di aver fatto parte del vecchio clan. Ieri infine in via Parigi c’è scappato il morto. Chi per tutto questo tempo ha temuto l’inizio di una nuova seriediattentatiegesti intimidatori,comequellicheanniorsono in periodi particolari hanno colpito aziende e imprenditori del capoluogo e dintorni, non c’aveva visto male. Ma ha sottovalutato quanto stava per accadere. E’infattidalla finedella scorsaestate cheinquirenti einvestigatori raccolgono segnali di un certo sommovimento negli ambienti “border line” di Potenza e dintorni, dove i pochi storici pregiudicati ancora a piede libero incontrano imprenditori, commercianti, liberi professionisti e potenziali nuove leve del crimine organizzato. Le scosse che hanno sovvertito gli equilibri all’apparenza consolidati degli anni scorsi sono state due, anzi tre, come le sentenze pronunciate tra la fine di aprile e luglio, col rigetto del ricorso in Cassazione contro la condanna del boss Renato Martorano e la stangata per i reduci della diaspora dei basilischi. Confermati i 14 anni di reclusione per il primo, accusato di usura ed estorsione aggravata ai danni dell'ex signore di asfalto e affini del capoluogo (Carmine Guarino, ndr), per i secondi il Tribunale di Potenza ha comminato pene per più di 120 anni di prigione. Mafia, armi, droga e ancora estorsione i principali capi d'imputazione. Così si è infranta la speranza di chi contava di tornare in libertà due anni e mezzo dopo l'ultimo blitz contro la “famiglia tutta lucana”, in particolare l’ex pugile pignolese Saverio Riviezzi, indicato dal suo ex rivale Antonio Cossidente (oggi collaboratore di giustizia) come l’unico padrino rimasto in zona riconosciuto dalla ‘ndrangheta calabrese. E sisa cheil carceree gliavvocati significanospese anche di non poco conto. Di racket nel processo contro i pignolesi non ce n’è traccia, ma a giugno dell'anno scorso era arrivata comunque una condanna a 9 anni di reclusione per un singolo esponente del clan, Carlo Troia, accusato di aver provato a estorcere denaro al titolare del distributore sopra la cittadella della Regione per aiutare gli amici incappati nel blitz. A ottobre invece è stato arrestato un altro basilisco della prima ora, Franco Mancino, sempre con l'accusa di aver cercato soldi per i detenuti (Troia incluso, ndr) ma a un imprenditore edile e al titolare di una sala scommesse. In più, tornando indietro nel tempo, ci sono le informative redatte dagli investigatori che nei mesi successivi a un’altra storica sentenza, quella di dicembre del 2007 nel maxiprocesso basilischi con cui sono stati inflitte pene per 262 anni a 37 imputati, descrivono qualcosa che oggi come allora sembra tutt'altro che casuale. «Moltiplicati a dismisura il numero di attentati, di incendi e in generale di condotte violente e minatorie - ma non solo - ai danni di gestori e di titolari di attività economiche e commerciali». Spiegavano gli agenti della sezione anticrimine della polizia prendendo in considerazione solo il paese stretto tra il Pantano e la montagna di Pierfaone. Tanto per capirsi: a febbraio prima l’incendio di un prefabbricato, e poi quello di una baracca in lamierato all’interno di un cantiere di una ditta che stava realizzando 18 appartamenti e tre locali a destinazione commerciale. A marzo il ritrovamento di due molotov vicino a due escavatori in un altro cantiere per un grosso complesso residenziale, e poi l’incendio di un prefabbricato del Comune in un’area interessata da un progetto di riqualificazione urbana che prevedeva la costruzione di 30 alloggi, affidato a un imprenditore che avrebbe denunciato ancheilrinvenimento diunabottigliaincendiariae diunatanica in plastica contenente del liquido infiammabile all’interno di un secondo cantiere. A settembre due incendi d’auto in una notte. Infine a novembre l’assalto (quasi una fotocopia di quello dello scorso settembre a Potenza) in contrada Molino del Capo con due persone col viso coperto che sparano cinque colpi di pistola all’indirizzo di un furgone Mercedes di proprietà di un’impresa edile impegnata nella costruzione di alcune abitazioni, e il ritrovamento dei resti di un suino ancora in un altro cantiere. Quindi all'improvviso più nulla. Ecco perchè passati tre anni e mezzo tra gli investigatori c’è chi ha pensato all’avvio di una sequenza simile dopo gli spari sull’Slk 200 di Salvatore Santoro, titolare del Santoro Group di Pietragalla, “socio” dell'ingegnere Nicola Giordano (prosciolto nel processo Iena2 e alla sbarra per usura sempre ai danni di Carmine Guarino) e zio di un altro imprenditore vittima di un caso di danneggiamento rimasto avvolto nel mistero, a gennaio dell’anno scorso, quando due automezzi sono andati in fumo nel suo impianti di calcestruzzi in zona Gallitello. A maggior ragione se n’è quasi convinto a novembre quando le fiamme hanno avvolto un mezzo della Ecologia e Servizi srl, dove tra i dipendenti figura anche Rocco Lapelosa (imputato di associazione mafiosa nel processo Iena2). Nessuno però poteva immaginare un’escalation fino all’omicidio di Donato Abruzzese, proprio il giorno del sedicesimi anniversario dell'ultimo fatto di sangue nel capoluogo maturato in ambienti criminali. Così nessuno adesso si spinge a fare previsioni su cosa possa accadere di qui in avanti. l.amato@luedi.it
Equilibri sovvertiti all’interno di un sistema che sembrava consolidato
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