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Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it
Anno 2 Numero 206 del 22/10/2012
Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155
Maggiori possibilità per giovani e donne
“No all’aumento delle ore di lezione”
“Investire nelle energie alternative”
La consigliera di parità Anna Maria Fanelli presenta il decreto del ministero per favorire l’occupazione
L’assessore Viti ha invitato il ministro Profumo a fare un passo indietro, poi effettuato, sul provvedimento
Il presidente De Filippo alla riunione scientifica promossa dalla Società italiana degli Economisti
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Con la firma dal notaio dei soci fondatori nasce in Basilicata l’ente che si occuperà della decima musa
Film Commission: primo ciak Con la fondazione e il suo statuto si conclude il percorso che ha visto coinvolto l’ufficio di gabinetto, gli esperti e il mondo dei creativi lucani
Nominato il cda (senza compensi)
E oggi l’avviso per il direttore
Quando è la cultura che può fare impresa
Il collegio dei tre revisori dei conti invece costerà meno di un singolo professionista
In contemporanea sui siti internet della Regione, delle province e dei due comuni capoluogo
De Filippo: “Il territorio ha ancora tanto da raccontare” Commenti di Lacorazza, Stella, Santarsiero e Adduce
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Una settimana dopo l’inaugurazione i potentini iniziano a vivere la nuova piazza Mario Pagano
Picchiava i genitori per ottenere i soldi da giocare ai videopoker A Lavello in manette un quarantenne
I cittadini hanno incominciato a scoprire e ad apprezzare il rinnovato spazio cittadino
L’uomo maltrattava gli anziani genitori per ricevere denaro e oggetti da rivendere
La nuova piazza Prefettura continua a essere uno degli argomenti di discussione preferiti dei potentini. Dopo le forti critiche, soprattutto per alcune mancanze dal punto di vista estetico, i cittadini di Potenza iniziano a convi-
Oziare al bar e giocare alle macchinette del videopoker tutto il giorno. Era questo l’unico obiettivo di un pregiudicato di 42 anni di Lavello, disoccupato, che riusciva a ottenere i soldi da spendere nel gioco d’azzardo minacciando e maltrat-
vere, giorno dopo giorno, con la nuova piazza e ad apprezzarne la struttura e l’area. La critica ai pali dell’illuminazione, con polemiche quasi unanimi, resta ancora forte ma il nuovo volto di Potenza inizia a integrarsi con la città.
La Gazzetta del Mezzogiorno
tando gli anziani genitori pensionati. L’uomo è stato arrestato dai militari della compagnia di Venosa. Per il pregiudicato, visti gli elementi emersi dall’indagine, è stata chiesta e ottenuta la custodia cautelare in carcere.
Il Quotidiano della Basilicata
22.10.2012 N. 206
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Basilicata Mezzogiorno
E’ stato siglato l’atto costitutivo della fondazione da parte dei soci fondatori: Regioni, Province e Comuni
La Film commission è realtà
Il fondo di dotazione originario equivale a centomila euro, suddivisi fra i diversi enti La Film Commission in Basilicata non è più un film: adesso è una realtà. L’organismo nasce con lo scopo di accreditare la Basilicata nei circuiti cinematografici nazionali e internazionali. L’atto costitutivo è stato firmato dai soci fondatori della fondazione denominata “Lucana Film Commission”, alla presenza del notaio Vito Pace. Sono cinque i soci fondatori: la Regione Basilicata (per l’ente ha firmato il presidente della giunta Vito De Filippo), la Provincia di Potenza (c’era il presidente Piero Lacorazza), la Provincia di Matera (presente l’assessore Angelo Garbellano, in rappresentanza del presidente Franco Stella), il Comune di Potenza (la firma
Tutte le attività relative al settore cinematografico/ televisivo saranno materia per la Film Commission
Un importante strumento operativo per promuovere e sostenere le produzioni di opere cinematografiche nella regione era del vice sindaco Pietro Campagna, in rappresentanza del sindaco Vito Santarsiero) e il Comune di Matera (la sigla in calce al documento era quella del sindaco Salvatore Adduce). Lo statuto - che regolerà l’attività della fondazione - è stato elaborato al termine di un approfondito studio condotto dall’ufficio di gabinetto del presidente e coordinato dallo
Il consiglio generale della fondazione si è riunito, appena firmato l’atto costitutivo, per procedere ai primi adempimenti necessari per dare operatività alla Film Commission, in primis ovviamente la nomina del consiglio di amministrazione. Eccolo: presidente Franco Rina (designato dal “governatore”), componenti saranno Giovanna D’Amato (designata d’intesa tra presidente della Provincia e sindaco di Potenza) e Caterina D’Amico (designata d’intesa tra presidente della Provincia e sindaco di Matera). La partecipazione al cda è “a titolo onorifico”, non prevede cioè alcuna forma di compenso e i com-
stesso capo di gabinetto Angelo Raffaele Rinaldi. Uno statuto che si compone di 18 articoli disciplinanti le finalità, le competenze e i ruoli degli organi costitutivi, il patrimonio e l’esercizio finanziario. La squadra di esperti non ha operato in solitudine: è stato fecondo il confronto con il variegato mondo apportato dai creativi lucani, coinvolti attraverso un avviso pubblico. La
fondazione Lucana Film Commission, i cui soci fondatori sono come detto la Regione Basilicata, i capoluoghi e le Province di Potenza e Matera, avrà la sede legale e operativa a Matera, set cinematografico a cielo aperto e città candidata a diventare capitale europea della cultura nel 2019. La Fondazione ha carattere no profit e ispira la sua attività a criteri di trasparenza, imparzialità, economicità, di eccellenza, di efficienza e di efficacia, nel rispetto della corretta gestione finanziaria e del pareggio di bilancio. La sottoscrizione dell’atto
costitutivo, decretando la nascita istituzionale della fondazione, mette a punto un modello che possa contribuire a dotare la Basilicata di uno strumento operativo importante per promuovere e sostenere le produzioni di opere
attività per la promozione e la diffusione della cultura cinematografica, nonché di realizzare lo sviluppo e incremento della necessaria rete di relazioni nazionali ed internazionali di supporto alla fondazione stessa.
Prevista la facoltà di organizzare corsi di formazione nel settore delle professioni legate all’industria del grande e del piccolo schermo. cinematografiche nella regione, a carattere televisivo, audiovisivo e pubblicitario, italiane ed estere. Suo il compito di avviare
Tra i suoi obiettivi statutari, potrà realizzare un’attività di marketing tesa allo sviluppo dell’industria cinetelevisiva e multime-
Tutti gli uomini del cda Un bando per il direttore
Oggi l’avviso pubblico in contemporanea sui 5 siti istituzionali ponenti hanno diritto solo al rimborso spese per la sola partecipazione alle sedute. Successivamente, il consiglio generale - composto da rappresentanti dei soci fondatori ai quali non è corrisposto alcun compenso o rimborso - ha provveduto anche alla nomina del collegio dei revisori dei conti. La scelta è stata di dar vita a un organismo previsto da tre professionisti, per offrire maggiori garanzie
di vigilanza contabile, ma di limitare i compensi al minimo, in modo che l’intero organismo costasse meno che un singolo pro-
fessionista. Del collegio sono stati chiamati a far parte Marcello Ciliento, in qualità di presidente, Annalisa Ala e Francesco
Catapano in qualità di componenti. Il presidente riceverà una retribuzione lorda annua di 4.500 euro, i componenti di 3.500. Da ultimo, il consiglio generale ha proceduto all’approvazione dell’avviso pubblico per la nomina del direttore della Lucana Film Commission e alla determinazione del relativo compenso. L’avviso sarà pubblicato lunedì simultaneamente sui siti di Regione, Province e Comuni.
diale, fornendo assistenza e consulenza a progetti sia cinematografici che televisivi. Avrà inoltre la facoltà di organizzare corsi di formazione e di aggiornamento nel settore delle professioni legate all’industria sul grande e sul piccolo schermo. Ha infatti anche lo scopo di creare un canale per formare e orientare tutti quei giovani creativi lucani che vorranno misurarsi con le professioni legate all’industria cinematografica. Il patrimonio della Fondazione è costituito dal fondo di dotazione originario di 100.000 euro (50.000 a titolo di contributo da parte della Regione, 15.000 da ognuna delle Province e 10.000 da ciascuno dei Comuni), ma anche da eventuali erogazioni, elargizioni o contributi attribuiti dall’Unione europea, dallo Stato, da Enti territoriali e da altri Enti pubblici e privati. Gli organi della fondazione sono: il consiglio generale, il consiglio di amministrazione, il presidente, il direttore, l’assemblea di partecipazione e il collegio dei revisori. (bm3)
La decisione è stata quella di parametrare il compenso del direttore alla media di quelli previsti in altre Regioni Italiane che hanno lo stesso tipo di struttura e agganciandone il costo al livello più basso di retribuzione della dirigenza regionale. In conseguenza di questi parametri, la retribuzione lorda annua del direttore della Lucana Film Commission sarà di 75.000 euro oltre iva. Non sarà dipendente e presterà la sua opera in favore dell’organismo con vincolo di esclusiva. Il suo mandato cesserà unitamente a quello del consiglio di amministrazione e sarà rinnovabile una sola volta. (bm3)
22.10.2012 N. 206 Grandi location Incastonare opere da grande e piccolo schermo nelle splendide location lucane: è l’obiettivo primo della fondazione Lucana Film Commission. La ratio per cui è stata istituita comprende la promozione e la valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale, la memoria storica e le tradizioni delle comunità della Basilicata, le risorse professionali e tecniche attive sul territorio regionale: mettendo in campo questo tipo di attività si creano le condizioni per attrarre nella nostra regione cineasti da tutta Italia. E da tutto il mondo. Il “Film Fund” La produzione e la distri-
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Diversi obiettivi: facilitare, attrarre e salvare il passato L’ente contro la burocrazia e a favore degli investimenti buzione delle opere cinematografiche e audiovisive realizzate in Regione riceveranno un sostegno particolare attraverso contributi e agevolazioni erogati attraverso l’istituzione di un fondo specifico (il “Film Fund”, appunto). A loro saranno rivolti servizi, informazioni, facilitazioni logistiche ed organizzative. Accompagnare le produzioni lucane nei festival e partecipare e mercati cinematografici
specializzati, nazionali e internazionali per valorizzare le diversità culturali espresse dal territorio è attività precipua della fondazione. Per la Film Commission c’è anche l’ambizione di favorire coproduzioni internazionali o interregionali. Ecco perché promuoverà attività di coordinamento con altre Film Commission italiane. Attrarre investimenti La Film Commission si at-
tiverà per attrarre investimenti e favorire l’accesso alle risorse previste nei programmi regionali, statali ed europei. L’obiettivo è quello di promuovere in Basilicata iniziative nel settore della produzione cinematografica e televisiva, anche digitale. Insieme ad altri soggetti (sia pubblici che privati), la Fondazione si dedicherà alla formazione delle competenze, alla ricerca, allo studio e alla speri-
mentazione nel settore cinematografico. Stop alla burocrazia La Fondazione, interagendo con le istituzioni e le amministrazioni competenti, si farà promotrice di accordi al fine di facilitare e accelerare le procedure di rilascio di autorizzazioni, permessi, concessioni e quant’altro si renda necessario alla realizzazione delle produzioni cinematografiche, televisive e pubblicitarie. Dunque, un
compito da facilitatore di procedimenti che spesso nella burocrazia rallentano la realizzazione di progetti e iniziative. Riprese sul passato Ma, tra gli obiettivi della Lucana Film Commission, ce n’è uno che riguarda il passato, remoto e prossimo. E dunque la salvaguardia e la valorizzazione, anche a fini espositivi, del patrimonio storico-culturale, nonché del materiale audiovisivo e filmico d’archivio e di cineteche, circoli cinematografici, associazioni, collezionisti e archivi familiari presenti in Basilicata. Saranno valorizzate le attrezzatture tecniche di pregio storico. (bm3)
I commenti a caldo del “governatore”, dei presidenti delle Province e dei sindaci dei due comuni capoluogo
Un’opportunità per i lucani
“Il nostro territorio ha ancora tanto da raccontare e il suo fascino è tutto da scoprire” Positivi ed entusiasti i commenti dei rappresentanti dei cinque soggetti pubblici divenuti soci fondatori della Lucana Film Commission. Vito De Filippo - Presidente della Regione Basilicata: “Esperti di alto profilo hanno lavorato allo statuto contribuendo con idee ed esperienze a mettere a punto un modello che possa contribuire a dotare la Basilicata di uno strumento operativo importante per la promozione turistica e culturale e, al contempo, per incentivare lo sviluppo economico ed imprenditoriale del territorio lucano. Con la costituzione della Fondazione la Basilicata si dota di uno strumento che eviterà il Far West delle produzioni audiovisive a vantaggio di un’industria cinematografica di che innalzerà la Basilicata al livello di visibilità che merita. Le bellezze naturali della nostra terra – ha continuato il presidente - sono sempre più apprezzate da registi e attori anche a livello internazionale. Per questo il binomio cinema e turismo è sempre più un’opportunità non solo per promuovere il nostro territorio, ma anche per implementare un circuito economico virtuoso, creando occasioni di lavoro per le tante figure professionali che con le loro conoscenze contribuiranno a confezionare prodotti di
qualità. Siamo chiamati a incrementare e disciplinare le occasioni di visibilità per il paesaggio lucano nella convinzione che il territorio lucano abbia ancora tanto da raccontare e che il suo fascino sia tutto da scoprire”. Piero Lacorazza - Presidente della Provincia di Potenza: “La Film Commission offrirà la possibilità concreta alla Basilicata di raccontare e di raccontarsi. La Fondazione non si limiterà ad incentivare, promuovere e diffondere solo l’aspetto creativo degli operatori cinematografici e le bellezze paesaggistiche del territorio ma sarà un modo per fare impresa e per accrescere l’economia del territorio. Nuove opportunità per attori, produttori e registi, dunque, ma anche reali occasioni di crescita economica e occupazionale. Si tratta di uno strumento importante anche per la formazione dei nostri giovani, che possono trovare nell’industria del cinema e della tv un’importante oc-
Da sinistra, in alto, e in senso orario: De Filippo, Lacorazza, Stella, Adduce e Santarsiero
licata entrerà a far parte di diritto di quei circuiti nazionali ed internazionali che ne valorizzeranno visibilità, energie creative e occasioni per fare impresa”. Franco Stella - Presidente della Provincia di Matera:
Il binomio cinema-turismo è sempre più l’occasione anche per implementare un circuito economico virtuoso casione di lavoro; Integrare percorsi di formazione e di alternanza scuola lavoro. Attraverso l’attività della Fondazione la Basi-
stupenda regione. Riteniamo la Fondazione una grande occasione anche per la Città di Potenza che potrà mettere in evidenza tutte le sue potenzialità, opere d’architettura moderna ed edifici storici, tra gli altri, tutti aspetti dei quali siamo fieri e lo saremo sempre più. Molto opportunamente quale sede di questa Commissione è stata scelta la città di Matera della quale sposiamo in pieno la vocazione culturale e turistica”.
“Per un territorio, che oltre a essere meta ambita di set cinematografici esprime una vocazione anche in termini di produ-
zione, la istituzione della fondazione significa dare sostanza a prospettive di sviluppo importanti. Il Materano, la cui naturale predisposizione a fare cinema lo ha eletto location d’eccezione nella storia, fin da quando Carlo Lizzani in Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato del 1949 propose Matera quale luogo autentico, è un laboratorio creativo che da tempo esprime significativi talenti. Valorizzare competenze, professionalità e scenari attraverso questo autorevole strumento consentirà di rafforzare una notorietà della Basilicata chiaramente produttiva sul fronte del turismo.
La promozione turistica tramite il cinema, come è noto, è decisamente più efficace, le produzioni cine-televisive promuovono infatti sia un indotto legato all’ospitalità e alla ristorazione che un indotto di lungo periodo legato al turismo vero e proprio”. Vito Santarsiero - Sindaco di Potenza: “La Lucana Film Commission rappresenta una grossa opportunità per la Basilicata non soltanto per una adeguata promozione del territorio attraverso tutte le peculiarità che le appartengono ma anche per la valorizzazione culturale ed artistica della nostra
Salvatore Adduce - Sindaco di Matera: “Se i Sassi di Matera sono oggi conosciuti in tutto il mondo è anche grazie all’industria cinematografica che ha saputo con intelligenza utilizzare questo straordinario scenario come set dei propri film. Negli ultimi 60 anni sono stati una quarantina i film girati a Matera con un grande ritorno turistico e di immagine del nostro territorio. Da Pier Paolo Pasolini a Mel Gibson a Giuseppe Tornatore, solo per citarne alcuni, i registi hanno scelto Matera sia per le caratteristiche originali del paesaggio sia per la qualità dell’accoglienza che hanno trovato durante i sopralluoghi. Abbiamo, pertanto, toccato con mano quanto importante sia la presenza dell’industria cinematografica anche per dare ossigeno al sistema economico”. (bm3)
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L’Australia visita la Basilicata
Basilicata Mezzogiorno
Incentivi all’occupazione le misure del ministero
Il presidente De Filippo ha incontrato il segretario della Cciaa di Melbourne
La consigliera effettiva di parità, Fanelli, presenta i finanziamenti destinati alla stabilizzazione dei contratti delle donne e dei giovani
L’Australia e la Basilicata insieme all’insegna della promozione delle eccellenze agroalimentari presenti sul territorio. La collaborazione tra la Regione Basilicata e l’Australia mira a portare le produzioni di uno specifico territorio lucano, la Val d’Agri, fino a Melbourne, per promuovere tutti i prodotti di alta qualità ma di nicchia con il marchio made in Basilicata. E’ questa l’idea progettuale presentata al presidente della giunta regionale, Vito De Filippo, dal segretario generale della Camera di commercio di Melbourne, Luca Bottallo, dal sindaco di Marsicovetere, Claudio Cantiani, e dal responsabile ufficio Internazionalizzazione della giunta regionale, Rocco Messina. Operatori ed enti locali, tra cui i Gal e i Comuni, hanno preso parte all’avvio di un progetto pilota che entrerà nel vivo già dal prossimo maggio con la visita di compratori australiani in Basilicata. Il presidente De Filippo ha utilizzato parole di apprezzamento per il percorso intrapreso, che va nella direzione di rafforzare la relazione positiva del sistema camerale con le Regioni per promuovere le aziende sui mercati internazionali.
Incentivare l’assunzione di giovani fino a 29 anni e di donne, senza limiti d’età, con contributi alle aziende. Questa la misura varata dal ministero del Lavoro per promuovere l’occupazione di queste due fasce di lavoratori, tramite il finanziamento di interventi per incrementare in termini quantitativi e qualitativi i posti di lavoro. Lo rende noto la consigliera regionale di parità, Maria Anna Fanelli, insieme alla consigliera nazionale di parità, Alessandra Servidori, sottolineando le opportunità offerte dal decreto del 5 ottobre 2012 del ministero del Lavoro e delle politiche sociali pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 17 ottobre 2012. Con il fondo, che ammonta a 230 milioni di euro, saranno realizzati incentivi da destinare alle aziende per trasformare contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato e per assumere a tempo determinato giovani e donne con contratti a tempo determinato.
Un gruppo di giovani al lavoro
L’Inps provvederà a corrispondere un incentivo di 12.000 euro per ogni trasformazione o stabilizzazione avvenuta a partire dalla data di pubblicazione del decreto e fino al 31 marzo 2013. Gli incentivi sono cumulabili fino ad un massimo di dieci contratti per ciascun datore di lavoro. Un incentivo di 3.000 euro è riconosciuto per ogni assunzione
Viti: “Serve scelta unanime sulla Provincia”
per l’incremento e l’occupazione femminile per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete”, riprenderà anche gli aspetti relativi all’incentivo straordinario per la creazione di rapporti di lavoro stabili o di durata ampia, in favore di uomini under 30 e di donne di qualunque età. (bm8)
Ore di lezione No all’aumento Viti ha richiesto il ritiro del decreto che fa crescere le ore di didattica a scuola
L’invito a decidere secondo coscienza collettiva e non per interesse personale La riduzione dei costi della politica, e in particolare l’eliminazione di molte Province considerate minori per estensione e numero di abitanti, continua a muovere e agitare l’attività di molti consigli regionali, provinciali e comunali. Anche la Basilicata non è immune alle polemiche, in vista della creazione di una singola grande Provincia lucana. Sul dibattito ancora oggi in corso è intervenuto l’assessore regionale alla Formazione, cultura e lavoro, Vincenzo Viti, con parole che invitano a contenere le polemiche, chiedendo di indirizzare il dibattito e le decisioni a principi di “ragione e intelligenza collettiva” e non a sentimenti legati all’interesse personale. “La città di Potenza - ha dichiarato Viti nel suo intervento - proprio perché trae le energie, la legittimità storica e politica e il rilievo istituzionale dal suo ruolo di capoluogo regionale e di sede di tutte le funzioni di governo del territorio non potrebbe non farsi carico del dovere di concorrere a una scelta equilibrata che difenda le ragioni dell’unità della Basilicata. Il consiglio regionale ha realizzato uno straordinario sforzo di composizione di interessi, pur variamente declinati, ma alla fine interpretati dentro una sinte-
a tempo determinato di durata non inferiore a 12 mesi. Il premio cresce fino a 4.000 euro quando la durata del contratto a tempo determinato supera i 18 mesi e a 6mila euro quando supera i 24 mesi. Il prossimo 25 ottobre la consigliera Fanelli, in occasione del seminario tematico formativo di presentazione del “Programma Obiettivo 2012
L’assessore regionale alla Formazione, cultura e lavoro, Vincenzo Viti
si realistica”. L’assessore ha voluto inoltre precisare che “immaginare che un dibattito così responsabile e attento possa concludersi nel segno di contrapposizioni irragionevoli e ingiuste o trasferendo a Matera funzioni meramente simboliche costituirebbe un’offesa ai tantissimi che ritengono l’unità della Regione un valore da consolidare e da difendere contro i tentativi ricorrenti di disarticolare ciò che storia, intelligenza collettiva, ragioni politiche e interessi civili hanno finora costruito. La stragrande maggioranza dei lucani, sono certo, attende che prevalgano quella superiore capacità di sguardo, quel realismo dell’intelligenza e quella generosità che sono la condizione per costruire un’autentica prospettiva di rinascita”. (bm8)
Tornare indietro sul provvedimento che aumenta il numero di ore di insegnamento per i docenti per evitare un peggioramento della situazion di crisi che sta attraversando la scuola italiana. L’assessore regionale alla Formazione, alla cultura e al lavoro, Vincenzo Viti, ha inviato una lettera al ministro della Pubblica istruzione, Francesco Profumo, per chiedere di ritirare un provvedimento giudicato dannoso soprattutto per il futuro occupazionale dei giovani che intendono insegnare, così come poi è stato fatto dal ministro, viste le tante critiche e le opposizioni sollevati dalla politica e dai sindaci al provvedimento. “Al ministro Profumo ho indirizzato - ha dichiarato il componente della giunta regionale - concordandola con i colleghi di altre Regioni italiane, la sollecitazione molto ferma a ritirare il provvedimento che incrementa le ore di lezione settimanali ai docenti delle scuole medie di primo e secondo grado, penalizzando in tal modo sia la qualità della didattica, sia il livello delle già inadeguate retribuzioni, sia le speranze che la platea degli insegnanti precari coltiva verso un reclutamento nella docenza”. In particolare l’assessore invita il governo a intervenire sul problema della stabilizzazione dei giovani e dei precari, optando per scelte lungimiranti e indirizzate a favorire nuove assunzioni e non a prolungare le ore degli insegnanti, sottraendo possibilità ai nuovi docenti. “Si tratta di un provvedimento - ha sottolineando Viti - che non tiene in alcun conto gli interessi della scuola italiana e della centralità che essa dovrebbe assumere nelle scelte di un governo che intenda operare per il futuro delle nuove generazioni”. (bm8)
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Traumi cranici encefalici La prevenzione si basa sui corretti stili di vita Martorano apprezza l’associazione “Vivi con Gianluca onlus” e rimarca l’incidenza sociale e sanitaria degli eventi traumatici
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Si punta sull’utilizzo di metodologie per la salvaguardia e il recupero dell’ambiente
De Filippo: “Le fonti alternative sono una scelta inderogabile” Il presidente della Regione è intervenuto sabato alla 53esima riunione scientifica annuale promossa dalla Società italiana degli Economisti
Favorire lo sviluppo sostenibile conservando le risorse e l’equa distribuzione di costi e benefici fra le generazioni
I traumi cranici - encefalici sono la prima causa di morte nelle persone al di sotto dei 45 anni. “ E’ senz’altro importante per limitare il più possibile questi episodi la prevenzione assumendo comportamenti corretti e adeguati stili di vita.” E’ quanto ha affermato l’assessore alla Salute, Attilio Martorano, in occasione della presentazione dell’associazione “Vivi con Gianluca onlus”, che prende il nome dal giovane potentino colpito dal 2008 da un aneurisma. Nel rivolgere parole di apprezzamento all’associazione, i cui soci fondatori, la moglie Ivana Papapietro in prima persona, hanno saputo trasformare una tragedia nell’espressione di un volontariato attento e generoso, l’assessore ha rimarcato la valenza sociale e sanitaria degli eventi traumatici. “E’ fondamentale mettere in atto un percorso dalla diagnosi ai primi soccorsi fino al recupero precoce e riabilitativo e all’assistenza da fornire ai pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza. La Regione Basilicata, recependo le Linee Guida nazionali, sta definendo il completamento del percorso per la presa in carico del paziente e dei familiari dalla fase acuta al reinserimento domiciliare, dove è possibile, tenendo come riferimento costante la centralità del paziente”.
“La decisione da parte dei governi e delle amministrazioni di investire nelle risorse alternative non è più una scelta: è un dovere necessario, tassativo e inderogabile”. Lo ha affermato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, intervenendo alla Tavola rotonda “Le fonti di energia per uno sviluppo economico sostenibile”, nella sede Unibas di Matera, nell’ambito della 53esima riunione scientifica annuale promossa dalla Società italiana degli Economisti. “Investire in forme energetiche alternative – ha aggiunto il presidente – significa favorire lo sviluppo sostenibile, una forma intelligente di investimento che implica non soltanto la creazione di ricchezza ma anche la conservazione delle risorse e l’equa distribuzione
Convegno a Matera
Viti a “Le vie dei Parchi” “Il lavoro realizzato dagli allievi dell’intervento integrato, nell’ambito del programma “Cultura in Formazione”, è molto prezioso per la sua certosina qualità, frutto di un’attività sviluppatasi per 10 mesi e culminata nella redazione del Piano di Comunicazione per i Parchi Regionali della Basilicata che è stato illustrato oggi”. Lo ha dichiarato l’assessore alla Formazione Cultura, Vincenzo Viti, nel suo intervento conclusivo al convegno che si è svolto venerdì scorso a Matera nel Convento di Santa Lucia. “Il coinvolgimento sinergico del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e del Parco della Murgia Materana – ha sottolineato - hanno prodotto una approfondita analisi dei territori”. di costi e benefici fra le generazioni. E’ necessario puntare ad uno sviluppo che garantisca i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che quelle future riescano a soddisfare i propri.
E oggi questa scelta sembra non più rinviabile. Nella politica complessiva dell’Unione Europea che verte in questa direzione – ha continuato De Filippo - le politiche regionali hanno acquisito una considerevole importanza. La
dimensione locale rappresenta il punto focale per canalizzare le energie verso l’innovazione ed è su questa linea che il governo regionale della Basilicata ha adottato il Piano di indirizzo energetico ambientale. Il Piear mira infatti alla ricerca di forme energetiche pulite e sicure, attraverso l’utilizzo di metodologie e tecnologie per la salvaguardia e il recupero dell’ambiente, per la tutela della nostra salute e che non compromettano gli equilibri dell’ecosistema. Sostenibilità e sviluppo devono procedere insieme – ha concluso il presidente della giunta regionale – una consapevolezza a cui ogni individuo dovrebbe pervenire, trovandosi nell’indilazionabile necessità di riconciliarsi con la natura”.
Dal Consiglio Politica Rosa (Pdl)
Beniculturali Benedetto (Idv)
Film Commission Santochirico (Pd)
Chi ha realmente voglia di salvare il centro destra italiano deve uscire immediatamente fuori dagli indugi o il Pdl è destinato a morire. Si rischia di buttare via tanto lavoro, di perdere la fiducia di chi in Italia non si riconosce nella sinistra. Chiediamo ad Alfano di battere un colpo. Noi che lottiamo contro un ‘Sistema Basilicata’ che massacra i suoi avversari non abbiamo nessuna volontà di appiattirci su ‘posizioni romane’ che non hanno una visione del futuro ed una strategia per superare questo momento difficile.
La Svimez prevede entro il 2013 oltre 250mila nuovi posti di lavoro al Sud, nel settore dell’industria culturale a condizione che si realizzino interventi di politica industriale misti a strumenti di valorizzazione del patrimonio. Quanti posti potrebbero essere creati nel Metapontino, nell’area del Parco Archeologico e delle Tavole Palatine? E’ l’interrogativo di Benedetto che dice di condividere la ricetta del vice direttore della Svimez secondo cui i beni culturali delle regioni meridionali sono poco valorizzati nonostante la presenza di giovani qualificati e per colmare il gap occorrono investimenti finanziati con risorse nazionali e comunitarie.
La costituzione della Film Commission è finalmente avvenuta. Non si possono che fare gli auguri al Cda, nel quale accanto alla preannunciata presenza dell’attivo Franco Rina, merita un apprezzamento particolare Caterina D’Amico che richiama in Basilicata una figura di prestigio nel settore. Finora, nel percorso della Film Commission, ci sono state luci e ombre. Presteremo attenzione perché le prime scaccino le seconde.
Lavoro Romaniello (Sel) La Conferenza sulla Valbasento, annunciata per il 9 novembre prossimo, è un primo banco di prova della nuova politica industriale che coinvolge direttamente il livello regionale. I ritardi nei processi di reindustrializzazione hanno prodotto un’emergenza sociale nell’area materana che è una ferita da rimarginare con idee, proposte, progetti, programmi chiari e soprattutto fattibili. Ci aspettiamo, pertanto, insieme ad analisi e riflessioni le proposte di lavoro e di impegno istituzionale
Province Mazzeo (Idv) I lucani si trovano sulle loro spalle problemi causati da una Governo nazionale più attento al dato economico che alle esigenze sociali e storiche della comunità regionale. Voglio ribadire che, personalmente, non intendo assimilarmi ad una delle due ‘curve’, contribuendo ad alimentare lacerazioni e dualismi anacronistici, pur di inseguire un facile quanto effimero consenso.
Ponte per l’occupazione Venezia (Pdl) In un’interrogazione all’assessore alla Formazione in merito al progetto formativo ‘Un Ponte per l’occupazione’ ha chiesto se è vero che su Potenza e provincia siano stati attivati progetti fantasma da parte di improvvisati enti di formazione che raccolgono firme di frequenza per corsi inesistenti. Ha chiesto inoltre se sia possibile esentare i partecipanti dalle detrazioni Irpef, a fronte di un guadagno mensile di 400 euro e se sia possibile monitorare l’indice di gradimento dei partecipanti prima della fine del programma prevista nel mese di luglio 2013.
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Agricoltura è futuro
La nostra tradizione è la principale fonte di crescita
r Bandi a sostegno dell’insediamento di giovani imprenditori agricoli, ma anche dell’ammodernamento di aziende preesistenti
Interventi a favore del biologico e ricerche scientifiche che puntino ad un offerta altamente qualificata e a sistemi di reti informatiche
a cura dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale
Crediamo nell’agricoltura come fattore primario per lo sviluppo della nostra economia. Investiamo energie a sostegno di progetti per qualificare il settore e renderlo più competitivo sui mercati
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 20.10.2012
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Sabato 20 ottobre 2012
Politica lucana Mentre il dibattito si infiamma cosa dicono i quattro titolari della pratica
Provincia unica L’ira da Potenza Scaglione (Popolari) sul vertice col ministro: «Una questione di partito» E il Pdl prova a serrare le fila, Pagliuca : «Battaglia depotenziata» di SARA LORUSSO SCOPRIRLO sul giornale non è stato piacevole. Provare a indovinare che cosa si siano detti in delegazione dal ministro Patroni Griffi, invece, sembra cosa facile. «Non ci vuole la zingara», ironizza il capogruppo dei Popolari uniti in Regione, Luigi Scaglione. Il consigliere, unico in maggioranza ad aver bocciato la proposta della Provincia unica di Lucania con sede a Matera (con annessa battaglia per tutelare la presenza delle articolazioni dello Stato a Potenza), si dice stupito - e un po’ arrabbiato - per aver scoperto sul Quotidiano che qualche tempo fa, a parlare con il ministro della Funzione pubblica, insieme a De Filippo, c’erano pure due consiglieri regionali del Pd, il capogruppo Luca Braia e Vincenzo Santochirico, presidente della commissione che ha elaborato la proposta. Ora, «non avendo avuto contezza né in riunioni informali, né tantomeno in atti ufficiali, e soprattutto non avendo il consiglio regionale mai costituito e autorizzato una pur siffatta autorevole delegazione a trattare in eventuali consultazioni, speriamo che almeno il gruppo consiliare e l’intero Pd abbiano avuto contezza di intese», dice Scaglione. Se «l‘ironia è d’obbligo, la considerazione sulla delicatezza e la irritualità di tale atto non può non essere rilevata». Quella riunione è «uno schiaffo all’intera assemblea - dice - perché non ha fatto altro che ridurre la vicenda a un fatto di partito. Ancor più perché a guidare l’incontro, se in effetti c’è stato, c’era il presidente di tutta la Basilicata e non solo di una parte, politica o territoriale che dir si voglia». Con l’ennesima nota critica, Scaglione continua a ribadire una posizione molto severa sulla scelta che a viale Verrastroè stata fatta. E in qualche modo i Popolari uniti anche nella componente cittadina si stanno connotando con forza nella posizione di difesa della Provincia di Potenza, quale città di servizi e ruolo istituzionale. Perchè - è quello che Scaglione ha ripetuto in questi giorni - la proposta del consiglio regionale non fa che scaricare la tensione e la responsabilità della scelta sulle due città, in parti-
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IL RETTORE
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Sede unica dell’università a Matera?
«La sfida è adeguarci alle vocazioni locali» LA sede unica dell’università a Matera? «E’ complicato, davvero complicato». Il rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, Mauro Fiorentino, prova a ragionare sulla proposta lanciata dal direttore del Quotidiano della Basilicata. Viale Verrastro suggerisce di istituire la Provincia unica di Lucania a Matera, pur annunciando battaglie forti per tutelare il ruolo di capoluogo di Regione di Potenza. In questa scelta «poco salomonica», così come aveva fatto notare Leporace, una soluzione diversa, ma forse più adagiata sulle caratteristiche naturali dei due territori, avrebbe potuto mantenere il nucleo politico e istituzionale a Potenza, riconoscendo a Matera il ruolo di casa della cultura lucana: perchè non istituire nella città dei Sassi la sede unica dell’Unibas? «E’ difficile, anche perchè l’università è un qualcosa che va oltre persino il territorio regionale, vista come diramazione dello Stato. Lo sforzo che stiamo facendo è farla sentire come università della Basilicata, vorrei che l’intera regione la sentisse propria». Certo, è giusto tentare di far aderire l’istituzione alle vocazioni dei territori. L’università, da trent’anni a Potenza e da una ventina anche a Matera, «ci prova ogni giorno. E le ultime scelte, in fondo, vanno in questa direzione. Una spinta alla cultura più tecnica nel capoluogo, con facoltà come agraria o ingegneria, pur con la permanenza del dipartimento di scienze umane. Un indirizzo diverso per l’offerta nella città dei Sassi», dove si incrociano architettura e tutela del paesaggio. Il nodo, almeno per l’università, è quello dell’identità. «Vorremmo fosse unica e solida, lavoriamo per questo. Nella consapevolezza che i processi vanno avanti tarandosi sulle esigenze dei territori. Ecco, io mi sento piuttosto un elemento di un sistema aperto». sa.lo.
colare sul capoluogo di regione, aprendo così davvero a scontri di campanile. Nel frattempo, altre sigle cercano di mediare, di trovare una posizione unica. E non è facile. Il tormento maggiore, è evidente, è in casa Pd. A livello comunale, a Potenza, tra i democratici, già in molti hanno fatto sapere che la «sintesi» raggiunta in Regione non è la migliore possibile. La Provincia unica? «Non può che essere a Potenza», diceva ieri il consigliere Rocco Fiore (Pd). Il sindaco Santarsiero ha, in queste ore, un ruolo complesso: come difendere la città, senza aprire alla polemica con Matera?
Mauro Fiorentino
Anche nel Pdl, seppur con meno difficoltà, la posizione non è così univoca. A livello regionale il partito continua a difendere la resistenza di entrambe le Province. A livello cittadino, però, più di qualche rappresentante istituzionale ha, invece, sottolineato il bisogno di tutelare Potenza. Nicola Pagliuca, capogruppo in Regione, ha provato ieri a tirare le fila. «Può darsi che in questo clima di caccia alle streghe più di qualcuno possa credere che la Regione come istituzione forse sarebbe meglio che sparisse, ma io non credo proprio che questa possa essere la strada migliore».
Juve-Napoli Oggi alle 18 lo scrittore Andrea di Consoli presenta il suo libro a Venosa. Alla stessa ora il presidente De Filippo presenta il suo a Sant'Arcangelo. I due almeno una cosa in comune dimostrano di averla, non s'intendono di calcio
Al Governo, dice Pagliuca, poco importa che la regione Basilicata abbia un territorio in grado di “ospitare” ben 4 province. Dopo il taglio «noi avremmo poco da riordinare visto che ci resterebbe un’unica provincia, potremmo solo disquisire su comedividerci i pochi resti. Il Pdl - dice - si è opposto a questo disegno minimalista che senza elevare alcuna resistenza si limita adaccettare il dettatodel Governo incomprensibile». Il peggio? «E’ assurdo non comprendere che l’introduzione della cosiddetta “subordinata” nel deliberato consiliare significa togliere qualsiasi valoreallaparte incuisidice divolerdi-
fendere la sussistenza delle due province». La vicenda non si esaurisce nel profilo istituzionale del confronto. C’è in gioco anche lo scenario sociale ed economico delineato dai tagli alla spesa pubblica. «Molti interlocutori, a partire dal presidente della Provincia», ha detto sul punto il segretario generale della Cgil, Alessandro Genovesi, hanno già dato la loro disponibilità al tavolo sulla «spending review» proposta dal sindacato per «affrontare i tagli e la perdita di posti di lavoro. Ma colpisce il silenzio del presidente della Regione a cui rinnoviamo la richiesta di confronto urgente».
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 22.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno
6 Primo piano
Lunedì 22 ottobre 2012
Politica lucana
L’unica provincia lucana a Matera Atteso oggi il no decisivo da Potenza
Viti e Adduce in pressing Appello all’«intelligenza», il capogruppo Pd Luca Braia incontra il sindaco in extremis POTENZA - Ha chiesto di incontrare a quattr’occhi il sindaco di Potenza poche ore prima della seduta del consiglio comunale che dovrebbe ratificare il «no» ampiamente annunciato alla “donazione” dell’unica provincia lucana ai cugini della città dei Sassi. Che cosa avrà da dire a Vito Santarsiero un materano doc come Luca Braia, capogruppo del Pd in consiglio regionale, non è difficile da immaginare, almeno per grandi linee. Basterebbero due righe e la firma del primo cittadino perconvalidare l’intesa raggiunta nel parlamentino di via Verrastro: l’ente a Matera; e una mediazione per tenere conservare gli uffici statali nel capoluogo. Ma intanto andrebbe evitata una votazione che in serata potrebbe mettere fine alla discussione e alle speranze di chi ci crede. Si comincia oggi pomeriggio alle 16 in vai Nazario Sauro: che l’orientamento sia quello di difendere la città e il suo ruolo istituzionale è piuttosto chiaro. «La riunione della conferenza dei capigruppo di Potenza e Matera ieri pomeriggio (sabato per chi legge ndr) dice Adduce in una nota - non è stata inutile. Abbiamo registrato innanzitutto un clima positivo nonostante le tensioni, che si vanno accumulando». A Potenza davvero l’aria è difficile. Spetta al sindaco Santarsiero il ruolo più difficile: come sostenere le ragioni della città senza aprire il fronte di polemica con Matera? Il punto, infatti, è portare il dibattito sulle ragioni sociali, economiche, di rappresentanza, senza lasciare che a livello popolare e politico prevalgano ragioni di campanile. Potenza, infatti, ha in gioco molto più che la semplice sede dell’ente. Deve fare i conti con la forza di un ruolo, quello di capoluogo, che già oggi appare meno solido che in passato. A tirare le somme dovrà essere soprattutto il Pd: il partito di maggioranza relativa, in Comune, si pone - se domani in aula confermerà la volontà di rifiutare l’accordo varato a viale Verrastro - in contrasto con la posizione adottata dal Pd della Regione, con la sola astensione del consigliere regionale Gennaro Straziuso. Analoga discordanza, però, si dovrebbe verificare anche con l’Mpa: il consigliere regionale Roberto Falotico ha votato sì alla proposta della provincia unica a Matera e, probabilmente, alcuni consiglieri comunali, quelli del gruppo Dec che a lui fanno riferimento si atterrano a questa indicazione. Ma è il consigliere comunale Salvatore Lacerra, a Palazzo di città con la sigla Mpa, che si opporrà alla scelta. «La questione continua Adduce- ètroppo importanteper farla diventare esclusivamente uno scontro tra campanili. Certo, pesa e non poco l'antico riflesso condizionato del contrasto tra Potenza e Matera (la stessa cosa sta succedendo in altre regioni). Ma sbaglieremmo se non comprendessimo che, in questa occasione, la questione riguarda l'equilibrio politico prima ancora che quello istituzionale,e coinvolge tutta la regione che con i suoi 10.000 chilometri quadrati, le sue risorse energetiche, il suo paesaggio ed il suo
Da sinistra il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e la conferenza dei capigruppo di Potenza
immenso patrimonio culturale non è affatto una piccola regione». Potenza, capoluogo della Basilicata, deve continuare a svolgere la sua funzione primaria di città regione: «A Potenza noi riconosciamo questo ruolo e chiediamo che essa sia sempre piu all'altezza di questa funzione». Insomma, fa notare il sindaco di Matera, «sbagliato sarebbe scambiare tutto questo con la concentrazione di tutte le sedi istituzionali. Non è sbagliato e squilibrato solo nei confronti di Matera. Il problema si pone per Matera come per l'area nord est, per Melfi come per Lauria e Policoro. Tocca oggi ai due consigli comunali esprimere a nome di tutta la regione una opzione che impedisca spinte centrifughe che trovano terrenofertile oggi a Matera, domani lo troveranno a Melfi piuttosto che a Lagonegro o nel Metapontino». Poi, l’appello: «Al sindaco di Potenza, ai consiglieri comunali della città capoluogo della Basilicata dico: non chiudetevi entrole muradella città. Potreste ottenere solo una apparente vittoria; la decisione che vi e ci tocca prendere - conclude Adduce - è storica e non riguarda solo la sede di un capoluogo di provincia, ma il contributo rilevantissimo al mantenimento e allo sviluppo dell'unità della regione». Un ultimo commento arriva dalla giunta lucana. E’ l’assessore Vincenzo Viti (Formazione e lavoro) ad affidarsi a una nota. «La città di Potenza, proprio perché trae le energie, la legittimità storica e politica e il rilievo istituzionale dal suo ruolo di capoluogo regionale e di sede di tutte le funzioni di governo del territorio, non potrebbe non farsi carico del dovere di concorrere ad una scelta equilibrata che difenda le ragioni dell’unità della Basilicata». Viti richiama così all’ordine la città ricordando che il consiglio regionale «ha realizzato uno straordinario sforzo di composizione di interessi, pur variamente declinati ma alla fine interpretati dentro una sintesi realistica. Immaginare che un dibattito così responsabile e attento possa concludersi nel segno di contrapposizioni irragionevoli e ingiuste o trasferendo a Matera funzioni meramente simboliche costituirebbe un’offesa ai tantissimi che ritengono l’unità della Regione un valore da difendere».
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LA PROPOSTA DEL NOME “LUCANIA”
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Allargamento sfumato dei confini «Torni la regola dell’alternanza» di SARA LORUSSO «Forse è il caso di ripristinare un po’ di verità storica». Lui, da deputato dei Popolari, di spopolamento e nuovi confini si era già occupato. E la vicenda del riequilibrio territoriale, ora che c’è da tagliare una Provincia, non arriva solo adesso nel dibattito politico e sociale. «Ma credo che all’epoca certi temi siano stati sottovalutati». Giuseppe Molinari, consigliere comunale del capoluogo, dovrà tornare su questi argomenti ancora una volta oggi pomeriggio, quando, con gli altri colleghi, sarà impegnato nel dibattito cittadino, in aula, sulla Provincia unica di Lucania con sede a Matera. «Il problema dello spopolamento dei territori, con tutte le conseguenze di spoliazione istituzionale, comincia nel 1995, prima con un primo trasferimento del distretto militare, persino i documenti - ricorda Molinari - Poi toccò all’Enel, ancora al compartimento postale». Nel 1997, appena eletto, pose il problema del cambio del nome da Basilicata in Lucania. «Non era una questione di forma, ragionavamo anche dell’allargamento dei confini. Sapevo che con quei numeri noi saremmo andati incontro a un destino di spoliazione e scomparsa, saremmo stati destinati allo scenario che pochi anni prima aveva lanciato la fondazione Agnelli, con l’accorpamento delle Regioni». Così, con il collega Gianni Pittella, all’epoca deputato laburista, hanno presentato l’emendamento che oggi, per esempio, ha permesso a Piacenza di chiedere il referendum per l’annessione alla Lombardia. «Prima, in casi del genere, doveva votare tutta la regione di appartenenza del Comune che chiedeva di andare via e tutta la Regione che avrebbe dovuto riceverlo. È chiaro che così non si raggiungeva mai il quorum, con troppi interessi che si incastravano». Poi, sul finire della legislatura, passò in commissione Affari istituzionali della Camera, l’emendamento studiato da Tonio Boccia (parlamentare dei Popolari) e da Molinari per cambiare in Lucania il nome del-
Giuseppe Molinari
“Era una questione ideologica, oggi ha valenza economica: cambiare il nome ci costerebbe circa 15 milioni di euro» la Regione. «Era il percorso della riforma del Titolo V, ma siccome eravamo sul finire della legislatura, una volta in aula, fu stralciata proprio la parte che riguardava il nome delle Regioni». Perché quella proposta? «Perché ragionavamo di allargare i confini territoriali al Cilento, immaginando una terza Provincia con capoluogo a Sala Consilina o a Vallo della Lucania». Eppure, racconta, il percorso fu accidentato. «Una strada simile andava condivisa, ma devo essere sincero. Mi sono imbattuto in una
forte freddezza istituzionale. Ci fu anche una forte opposizione di ambienti della Provincia di Matera e della sinistra sia sull’allargamento dei confini che sul cambio del nome. Si riprendeva, per motivare la contrarietà, soprattutto la ragione ideologica: era stato Mussolini, nella sua visita in regione, a ripristinare il nome Lucania». C’era poi, però, anche una ragione pratica. «Fu Pietro Simonetti a far notare che il cambio del nome della Regione avrebbe comportato anche dei costi elevati: carte di identità, carta intestata, ma anche targhe, indicazioni stradali. La stima del costo dell’operazione era di 60 miliardi di lire. Oggi, allora, si riproporrebbe lo stesso problema, con una spesa calcolata in 15 milioni di euro. Altro che risparmio». A qualche anno di distanza le considerazioni di Molinari hanno un sapore amaro. Credo che ci sia stata una forte sottovalutazione del tema, una classe politica deve saper anche prevedere i problemi, non solo risolverli o gestire l'esistente. Quello che mi colpisce, oggi, è l’assenza della politica. Non si possono lasciare certe responsabilità addosso a poche decine di amministratori locali». Quanto al tema del riequilibro tra Potenza e Matera in fatto di rappresentanza e gestione del potere, non sembra una questione così nuova. «Questo tema, sul tavolo, c’è sempre stato, inutile negarlo. Anni fa il partito che aveva responsabilità di governo, la Dc, trovò l’intesa sull’alternanza territoriale della presidenza della giunta regionale, da Nino Michetti in poi. Anche la stessa presidenza di Filippo Bubbico, se non ricordo male, rientrò in questa alternanza della province, oltre che in quella tra Ds e Popolari. Ecco, io credo che oggi andrebbe trovata una soluzione di questo tipo. Ma, dice, «se dopo quarant’anni dalla nascita delle Regioni, usiamo come unica motivazione al confronto il tema dell’unità e della coesione della Regione, che vuol dire? Che non ci siamo riusciti? L’unità si costruisce su un percorso condiviso di sviluppo. Se è ancora in pericolo, allora vuol di che la classe dirigente deve prendere atto del proprio fallimento». s.lorusso@luedi.it
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 20.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno
II I BASILICATA PRIMO PIANO
PROVINCE
LA QUERELLE POTENZA- MATERA
Sabato 20 ottobre 2012
IL RIORDINO Per legge Potenza si sarebbe salvata comunque. Per Matera, invece, mancavano solo 150mila abitanti
«Trasferendo» i Comuni rimanevano 2 Province? Nell’articolo 17 l’escamotage che avrebbe potuto risolvere il caso ANTONELLA INCISO l I giorni passano e la polemica sul riordino delle Province monta. Soprattutto in Basilicata dove la «querelle» tra Potenza e Matera sta toccando toni sempre più accesi. La Regione proporrà al Governo il mantenimento delle due Province, ma considerato l’obiettivo alla base del provvedimento ossia il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei, è evidente che le obiezioni non troveranno terreno facile. Ed allora la possibilità che la Basilicata sia costretta ad avere una sola provincia assume sempre maggiore concretezza. Ma le due Province si potevano salvare? La Basilicata poteva avere due Province invece di una sola? Probabilmente sì se si legge nelle pieghe dell’articolo 17 del decreto sulla spending review emesso dal Governo Monti. Proprio in quel provvedimento è, infatti, contenuta la possibilità di riordino delle circoscrizioni provinciali lasciando anche ai comuni la possibilità di «trasferirsi» di Provincia. E se - nella stessa legge - si dice che le Province dei capoluogo di regione sono «salve» in ogni caso è evidente che spostando qualche comune del Potentino nel Materano si sarebbero raggiunti i criteri minimi legati al numero degli abitanti che avrebbero permesso il mantenimento della seconda provincia (anche se ovviamente il condiziona è d’obbligo). Un ‘escamotage certo, un provvedimento che sarebbe stato possibile solo con il consenso dei singoli comuni, ma che forse avrebbe rappresentato una «carta da giocare» per evitare l’ennesima spoliazione in un territorio giù duramente colpito dalla mannaia di tagli e razionalizzazioni. Ma per capire meglio la questione andiamo con ordine. La legge prevede due criteri per l’individuazione delle province da salvare: la popolazione e la dimensione territoriale. In particolare, ogni provincia deve estendersi su 2500 chilometri quadrati ed avere un numero minimo di abitanti di 350mila persone. In base al criterio di estensione territoriale la Basilicata potrebbe avere ben 4 province (grazie ad un territorio di 10mila abitanti). A crearle problemi, invece, è il numero degli abitanti. Troppo pochi per due province, considerato che Potenza ne ha 400mila, mentre Matera ne ha 200mila. Nella stessa legge, però, viene anche messo nero su bianco che «sono fatte salve le province nel cui territorio si trova il comune capoluogo di regione». Senza aggiungere nulla sul numero di abitanti e il territorio. Il che di fatto renderebbe «salva» Potenza, senza alcuna necessità di para-
MATERA La provincia metri. Ma non solo. Sempre nell’articolo 17 viene specificato che «le ipotesi e le proposte di riordino tengono conto delle eventuali iniziative comunali volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data di adozione della deliberazione». E quindi appare chiaro che se i comuni hanno chiesto di essere trasferiti da una provincia all’altro, bisogna tenerne conto. Per questo se Potenza era già salva per salvare anche l’altra provincia sarebbe stato sufficien-
te spostare una parte dei comuni del Potentino nel Materano? Magari una parte dei comuni del Vulture ed una parte dei comuni del Lagonegrese? In tutto 150mila persone. Un numero sufficiente a far raggiungere i 350mila abitanti a Matera (che attualmente ne ha 200mila) lasciandone 150mila a Potenza (che ne ha ora 400mila). E per farlo, ancora, sarebbe stato sufficiente una semplice delibera dei singoli consigli comunali in modo da ratificare il tra-
sferimento? Ora, questo, passaggio non è più possibile. I tempi non ci sono, la legge di riordino delle Province è alle porte. Forse, bisognava muoversi per tempo, non appena il provvedimento con i criteri per l’istituzione delle Province era stata messo nero su bianco dal Governo Monti. Ora, la Provincia di Lucania, quella che verrà, sarà l’unico ente intermedio lucano. Allocato a Potenza o a Matera non è chiaro, ma di fatto l’unico. Un ente che avrà diverse competenza: dalla pianificazione territoriale provinciale di coordinamento nonchè di tutela dell’ambiente alla pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, alla gestione delle strade provinciali, alla programmazione provinciale della rete scolastica, compresa la gestione dell’edilizia scolastica per la scuola secondaria superiore. Molte materie, come in passato, ma questa volta estese non più su una parte della Basilicata ma su tutti i 10mila chilometri quadrati del territorio.
I TEMPI Dal decreto alla proposta della Regione tutti i tempi del provvedimento
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Sono diversi i passaggi che portano al riordino delle province lucane. E questo di fatto provoca diversi atti per arrivare alla definizione della questione. In particolare, dall’entrata in vigore del decreto, il Consiglio dei Ministri aveva dieci giorni per determinare l’apposita deliberazione sulla dimensione territoriale e sulla popolazione residente in ciascuna provincia. Poi, la parola doveva passare ai Consigli delle autonomie locali entro 70 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale approva l’ipotesi di riordino e la invia alle Regioni, che, a loro volta, entro venti giorni, devono trasmettere al Governo la loro proposta di riordino. Infine, dopo sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto con atto legislativo le Province sono riordinate sulla base delle proposte regionali.
[a.i.]
Lo «spostamento di cittadini» divide i parlamentari della Basilicata C’è chi ritiene necessario un referendum e chi dice la norma va interpretata letteralmente l Si poteva salvare o meno? Trasferendo i comuni dal Potentino al Materano si potevano mantenere due Amministrazioni provinciali? L’interrogativo lo abbiamo rivolto ad alcuni parlamentari lucani che l’intero riordino delle Province italiane dovranno votarlo in aula. «La questione del trasferimento dei comuni l’abbiamo affrontata - sottolinea il senatore Egidio Digilio (Fli) - ma non basta la delibera del consiglio comunale. C’è bisogno di un referendum. Il problema è che ci siamo trovati in ritardo, potevamo correre ai ripari adottando questo tipo di sistema ipotizzando di far confluire qualche comune da noi come quelli della vallo di Diana o la valle dauna- Ora è anche possibile ma la procedura è lunga e su questo dobbiamo interrogarci. Abbiamo perso un’occasione come al solito, ma fosse solo questa». A parlare di opzione che si poteva analizzare è anche l’onorevole Vincenzo Taddei (Pdl). «Riteniamo che sia stato un errore gravissimo da parte del presidente della Regione e di tutto il Centrosinistra aver individuato due ipotesi di lavoro - dice Taddei - La difesa delle due province e procedere anche con la provincia unica lucana. Tutto questo rappresenta il presupposto per la definitiva chiusura della Regione Basilicata. Riteniamo che la classe dirigente lucana sia miope e poco attenta alle dinamiche. Non difendono realmente i territorio - precisa - Entro fine ottobre il Governo dovrà decidere
LA CAMERA Nella foto d’archivio una foto della Camera dei deputati
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cosa proporre al Parlamento sull’ipotesi di riordino. Il percorso è da svilupparsi in tutte le sue parti, ma sul piano della tattica politica che senso ha far approvare un’ipotesi A e un’ipotesi B. Tra l’altro mi sarei aspettato che il presidente della giunta avesse fatto fronte con i parlamentari. Quella dei comunu è un’opzione che si poteva analizzare, è prevista nella norma. Anche questa opzione poteva essere presa in esame». A ritenere l’ipotesi impossibile è, invece, il senatore Carlo Chiurazzi (Pd) «Come facevamo - dice - Questo è il tentativo fatto in Umbria dove si superavano 150mila abitanti. La norma va interpretata e l’ indicazione è legata al fatto che se non si raggiungono altre intese il criterio è questo. Se non ci sono diverse determinazioni prevale questo criterio. In Toscana, ad esempio, cosa si deve
fare tra Lucca e Livorno se non decidono. Io aggrego e se la questione riguarda un capoluogo indico un criterio. Se fosse stato così noi non avremmo fatto una guerra in aula, L’Umbria ha tentato ma sovrintende a questo meccanismo il fatto che deve mantenere i requisiti» Per il senatore Filippo Bubbico (Pd) l’ipotesi era passibile di eccezione «Assumiamo l’ ipotesi che il capoluogo fosse stato Matera e la Provincia Potenza. La provincia di Matera avrebbe mantenuto la sua funzione di provincia e Potenza sarebbe rimasta tale e quale. Ma nei parametri è Matera che non rientra sostiene - Con il trasferimento dei comuni non ce l’avremmo fatta, perchè il requisito della popolazione si sarebbe dovuto mantenere nelle due realtà. È una cosa discutibile il trasferimento dei comuni. Una cosa fatta successivamente ad emanazione
della legge e non considerata pacifica come soluzione. Essa, infatti, si sarebbe potuto eccepire». Per il senatore Cosimo Latronico (Pdl), invece, quella dei comuni trasferiti era una strada da seguire. «È una valutazione che ho sempre avuto. Secondo il mio punto di vista sì poteva fare se il capoluogo di regione è salvo, facendo un’interpretazione letterale precisa - Questo è un tema di assoluta rilevanza che ha a che fare con la rappresentanza dei territori e c’è un tema che viene trascinato che è quello dell’ organizzazione periferica dello Stato. Se cediamo all’idea di un solo ambito provinciale, avremo articolazioni dello Stato in un solo ambito. Non è automatismo ma è molto probabile. In ogni caso bisogna fare fronte comune per non degradare la Regione in una provincia» Di parere contrario è la senatrice Maria Antezza (Pd). «È un’ipotesi non possibile. Nel rapporto numerico non ce la fai - precisa - Il riordino delle province, comunque, mette in discussione tutto, chiama tutti noi a svolgere un compito di responsabilità ma noi non dobbiamo perdere di vista la forza e i valori della solidarietà dei nostri territori, che è la forza del territorio regionale. Non servono spinte centrifughe. credo che sia importante insistere con emendamenti per avere le due province, ma in sub ordine l’ equilibrio è quello che si è costituto in Consiglio regionale con la sede a Matera. Bisogna mantenere la coesione e l’ unità della Basi[a.i.] licata»
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 22.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno
II I POTENZA CITTÀ
BASENTANA
Lunedì 22 ottobre 2012
MANUTENZIONE SOTTO ACCUSA
CONSOLIDAMENTO A lanciare l’Sos un ex imprenditore che ha lavorato per anni nella zona. «Gli attuali lavori sono controproducenti»
Lettera all’Anas «Viadotto a rischio»
CROLLO La carreggiata di sinistra è crollata dopo il nubifragio tra febbraio e marzo 2011
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Il ponte Calciano 2 non reggerebbe ad un altro nubifragio MASSIMO BRANCATI l Ha lavorato fino al 2008 con la sua azienda prelevando inerti dal Basento nei pressi del viadotto Calciano 2, sulla Basentana. Ne conosce vita, morte e miracoli. Ecco perché lancia l’allarme: a distanza di un anno dal crollo della carreggiata di sinistra, determinata dagli effetti dei nubifragi di febbraio-marzo 2011, ora sarebbe a rischio il pilone che sostiene quella di destra. «Qui scrive l’imprenditore in pensione Nicola Bonelli di Tricarico in una lettera inviata, tra gli altri, al prefetto, all’Anas e all’Ordine professionale degli ingegneri - la corrente ha scavato il fondo alveo, abbassandolo di oltre 4 metri sotto il piano di spiccato: il plinto di fondazione è totalmente scoperto. I pali sottostanti - prosegue Bonelli - sono fuori terra per circa 2 metri d’altezza, e
POTENZA VERSO LE PRIMARIE
quindi sottoposti ad un imprevisto carico di punta; sono attraversati dalla corrente ed esposti al suo effetto demolitore in caso di piena». In pratica sono le stesse condizioni in cui si trovava (prima del nubifragio) il pilone crollato a marzo 2011: «La causa che provoca tutto questo - aggiunge Bonelli - è quella che ho più volte denunciato negli anni scorsi: incisione del fondo alveo causato dalla corrente e conseguente scalzamento delle fondazioni. È un fenomeno erosivo naturale, causato da morfodinamica fluviale e ricorrente nei fiumi a fondo mobile come il Basento». Secondo Bonelli i lavori di consolidamento portati avanti in questi mesi sono inadeguati e controproducenti: «Il tipo di regimazione della corrente, in corso di esecuzione - spiega incrementerà il fenomeno erosivo al piede delle pile». Un errore di valuta-
zione, dunque. Ma non sarebbe l’unico: «Assistiamo da 16 anni a questa parte – sotto i viadotti di Calciano 1 e Calciano 2 – ad una sequenza di interventi cervellotici. Con gabbioni, macigni, micropali e tanta improvvisazione - tuona Bonelli - hanno fatto e rifatto interventi, senza mai venire a capo del problema. Interventi che la corrente scombussola, travolge, distrugge e spazza via, e che nel loro insieme si sono rivelati un inutile spreco di pubbliche risorse». In pratica, a parere di Bonelli in tutti questi anni i tecnici hanno rincorso il problema senza mai risolverlo: «Per fronteggiare l’erosione sotto una campata - prosegue - deviano la corrente sotto un’altra. Ma non fanno in tempo a riparare lo sfascio sotto la prima, ch’è già pronto uno sfascio maggiore sotto la seconda. E così via all’infinito: da un viadotto all’altro. Siccome di campate
ce ne sono 36, non riescono a star dietro al fenomeno da loro stessi ingenerato». Dalle critiche ai consigli. Bonelli ricorda che «i pali di fondazione sono fatti per rimanere assolutamente interrati. Quando vengono allo scoperto e sono sottoposti all’azione erosiva dell’acqua e del materiale che essa trasporta, finiscono prima o poi per essere demoliti. In casi del genere, oltre una doverosa manutenzione del corso d’acqua - dice gli interventi utili sono le soglie di fondo (briglie trasversali) studiate in modo che la quota del fondo alveo non scenda sotto una certa soglia, appunto. In alternativa si adotta l’anello autoaffondante: struttura circolare in cemento armato intorno ad ogni plinto. In caso di abbassamento del fondo alveo, l’anello si adatta alla nuova quota e tiene i pali di fondazione sempre al riparo dalla corrente».
LAVELLO I CARABINIERI HANNO ARRESTATO UN UOMO DI 42 ANNI CON L’ACCUSA DI RAPINA ED ESTORSIONE
Picchiava i genitori per farsi dare i soldi
I giovani del Pd lucano battezzano in piazza il «comitato per Bersani» Un inferno in famiglia: anni di maltrattamenti. Prelevava anche oggetti d’oro
Ieri, a Potenza, si è presentato il comitato «Giovani Lucani x Bersani» [foto E. Bianchi]
l La famiglia può diventare talvolta un vero inferno. Come è accaduto a Lavello dove un uomo di 42 anni è stato arrestato con l’accusa di rapina impropria ed estorsione continuata a danno dei propri genitori. A fargli scattare le manette i Carabinieri della Compagnia di Venosa, coordinati dal capitano Vincenzo Varriale, nell’ambito di servizi tesi al contrasto dei reati contro la persona e il patrimonio. L’uomo, in base a quanto emerso dalle indagini dei militari, hanno scoperto questa triste vicenda di prepotenza e violenza nei confronti degli anziani genitori. I carabinieri hanno scoperto che, da tem-
po, l’uomo costringeva con brutalità e maltrattamenti, gli anziani genitori - con i quali conviveva - a elargigli consistenti somme di denaro sottraendo loro, inoltre, oggetti preziosi per rivenderli nei «compro oro» della zona. Alla luce del ripetersi di queste situazioni, la Procura della Repubblica di Melfi, rilevata la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nonchè il pericolo di reiterazione di analoghe condotte delittuose emetteva, nei confronti dell’individuo, un’ordinanza di custodia cautelare personale. Di qui l’arresto. L’uomo è stato associato al carcere di Melfi.
le altre notizie RICONOSCIMENTI
Premio «Donne in campo» oggi la consegna n Torna oggi, alle 16 nella sede della Camera di Commercio di Potenza, l’appuntamento con il premio «Donne in campo», promosso dalla Cia di Basilicata. L’obiettivo è quello di promuovere l’immagine positiva delle imprenditrici agricole e delle donne che operano nel settore. RICORRENZE
Anzi in videoconferenza per la festa dell’Uncem n Sarà il Comune di Anzi ad ospitare oggi il collegamento in videoconferenza della manifestazione celebrativa dei 60 anni di attività dell’Uncem, che avrà luogo a Firenze, dove nel lontano 1952 per la prima volta si riunì il comitato promotore. Da lì prese le mosse quel processo costitutivo che portò alla nascita di Uncem, Unione Nazionale Comuni Enti Montani. Sessanta anni dopo, dalle 15 alle 17,30 circa, si celebrerà quella storica data grazie a un evento, che avrà il suo punto centrale nella sede di Uncem Toscana, in via Cavour 15, a Firenze, con collegamenti da tutta Italia. Quello per la Basilicata avrà luogo presso l’auditorium Comunale e registrerà la presenza, tra gli altri, del presidente della delegazione regionale Uncem di Basilicata, Michele Petruzzi.
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 22.10.2012
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POTENZA CITTÀ I III
Lunedì 22 ottobre 2012
LA CITTÀ CHE VERRÀ OPERE PUBBLICHE A POTENZA
CONTINUI RITARDI L’opera doveva essere pronta per l’inizio dell’anno scolastico ma tra patto di stabilità e intoppi la data è slittata
FUNZIONANTE A METÀ Sarà pronto solo il piano terra per gli autobus di linea regionali e provinciali. Quello rialzato, riservato alle vetture, resta in apnea
Il mega-parcheggio «aprirà a fine mese»
GIOVANNA LAGUARDIA l POTENZA. Autobus in città, traffico e terminal: sta per sbloccarsi la situazione del grande parcheggio situato a metà della fondovalle dell'Unicef. Quello che dà accesso diretto al ponte attrezzato e, quindi, al centro storico di Potenza. L'opera, da vari mesi ormai praticamente completa, come possono notare automobilisti e pedoni in transito da quelle parti, non viene tuttavia aperta al pubblico. La Gazzetta si è già occupata dello stato dell'opera lo scorso mese di maggio, chiedendo lumi sui motivi della mancata apertura all'assessore comunale alle Opere Pubbliche Clementina La Sala, che all'epoca spiegò che i lavori erano sostanzialmente terminati e che l'opera aveva anche già passato il collaudo ma che c'erano «dei problemi dovuti alla necessità di rispettare il patto di stabilità, che hanno comportato dei ritardi nei pagamenti da parte nostra e quindi il rallentamento dei lavori. Devo dire, comunque, che la ditta sta facendo il suo dovere fino in fondo e sta continuando a lavorare. Al momento mancano alcune rifiniture, come le ringhiere. Contiamo di aprire la struttura prima dell’inizio del prossimo anno scolastico». Quella data è passata da circa un mesetto, ma adesso sembra che l'ora dell'inaugurazione sia davvero vicina. Almeno per una parte del parcheggio. L'assessore La Sala, nuovamente interpellata dalla Gazzetta, ha assicurato che ora «il parcheggio è pronto, manca solo la segnaletica orizzontale, e quindi la prtaica è
Basilicata Mezzogiorno
Fondovalle dell’Unicef: le assicurazioni dell’ass. Ginefra SCHELETRO Il parcheggio a ridosso delle scale mobili «Santa Lucia» a Potenza [foto Tony Vece] .
passata al settore Mobilità». La Gazzetta ha perciò contattato l'assessore al ramo, Giuseppe Ginefra, che ha fatto sapere che il parcheggio «aprirà per fine mese, almeno per quanto riguarda la parte di sotto, quella riservata agli autobus urbani ed extraurbani provinciali e regionali». Dopo il nuovo terminal di viale del Basento, che riguarda gli autobus extraurbani che fanno linee extraregionali, dunque, ora anche gli autobus di linea regionali e provinciali avranno stalli nuovi di zecca. Niente da fare ancora, invece, per quanto riguarda il piano di sopra, quello che dovrebbe essere riservato alle autovetture: ancora non è stata fissata una data certa per la sua
inaugurazione, anche se Ginefrra assicura che avverrà presto. I lavori per il parcheggio (per un importo di oltre quattro milioni e 300mila euro) sono stati consegnati a novembre del 2009. Tra i due piani sono previsti di 150 posti auto e 45 posti di interscambio per i pullman. Il termine dei lavori era fissato per il 18 aprile del 2011. Da quella data è passato ormai più di un anno e ora finalmente la vicenda sembra vicina alla conclusione, con l'apertura di una struttura che ha fatto molto discutere per il grosso impatto visivo ma che sivuramente servirà a migliorare la fruibilità del ponte attrezzato, soprattutto una volta aperta in tutte le sue parti.
POLITICA
SPENDING REVIEW
Rosa attacca «Così il Pdl si suicida»
Verso la Provincia unica Oggi il verdetto del Comune Viti: «Salvate l’unità»
l Più che «rottamatore» lo si potrebbe chiamare «demolitore». O, per usare una definizione di cossighiana memoria, «picconatore». Il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa, traduce in una sorta di ultimatum la sua insofferenza di fronte al percorso nazionale del suo partito tra scandali e «fantapolitiche enunciazioni di principio» di parlamentari: «Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Io e i tanti amici del centrodestra della Basilicata chiediamo ad Alfano di battere un colpo. Non è possibile restare ancora fermi. Non siamo disponibili ad omologarci a posizioni romane, non siamo disponibili a morire politicamente perché nella capitale la paura ha prevalso sull’idea e sui valori».
l Oggi pomeriggio si riuniranno i consigli comunali di Potenza e di Matera per approvare una linea da seguire sulla vicenda della Provincia unica. Il dibattito si è impantanato: in linea teorica si spinge perché il Governo confermi entrambi gli enti territoriali, ma ormai è noto a tutti che Roma non intende fare passi indietro. Matera, in nome della salvaguardia dell’unità regionale, rivendica la sede, ma Potenza non ci sta. E ora? Il conflitto di campanili è servito e rischia di degenerare. È quanto teme l’assessore regionale Vincenzo Viti che lancia un appello: «Potenza trae le energie, la legittimità storica e politica e il rilievo istituzionale dal suo ruolo di capoluogo regionale e di sede di tutte le funzioni di governo del territorio. Non potrebbe non farsi carico del dovere di concorrere ad una scelta equilibrata che difenda le ragioni dell’unità della Basilicata». Traduzione: il capoluogo accetti l’operazione trasloco. Che non sia, precisa Viti, solo di funzioni meramente simboliche: «Costituirebbe - conclude l’assessore - un’offesa ai tantissimi che ritengono l’unità della regione un valore da consolidare e da difendere contro i tentativi ricorrenti di disarticolare ciò che storia, intelligenza collettiva, ragioni politiche e interessi civili hanno finora costruito».
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 22.10.2012
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Lunedì 22 ottobre 2012
24 ore in Basilicata
Lavello: i carabinieri arrestano Giuseppe Mazzarella, 42anni pregiudicato
Estorsione a mamma e papà Maltrattava i genitori conviventi per avere i soldi da giocare al videopoker Una pattuglia di carabinieri di Lavello
POTENZA - Sembra che in paese, a Lavello, la cosa fosse nota. Lui, 42anni pregiudicato per reati violenti e senza lavoro, viveva ancora a casa con i suoi, ma i soldi per oziare ore intere nei bar davanti alle macchinette del videopoker li aveva sempre. Chiaro che a darglieli erano gli anziani genitori pensionati. Ma quanto poco volentieri c’è voluto un po’perché venisse a galla. Dopodiché sono scattate le manette, per evitare che la situazione potesse degenerare. E’ in carcere da sabato pomeriggio Giuseppe Mazzarella. Per lui le accuse sono di rapina impropria ed estorsione continuata. Ad arrestarlo sono stati imilitari della compagnia di Venosa, coordinati dal capitano Vincenzo varriale, nell’ambito di una serie di servizi mirati tesi al contrasto dei reaticontro la persona ed il patrimonio, anche a se-
guito dell’allarme scatenato dai casi di quest’estate, in cui tra Genzano e Oppido Lucano hanno perso la vita due anziani (per l’omicidio di Rocco Massaro proseguono gli accertamenti per identificare i responsabili, ndr). Le indagini hanno fatto emergere che, da tempo, Mazzarella costringeva con brutalità e maltrattamenti gli anziani genitori conviventi a elargirgli consistenti somme di denaro sottraendo loro, inoltre, oggetti preziosi per rivenderli nei “compro oro” della zona. L’ammontare del maltolto è stato stimato in oltre una decina di migliaia di euro. Vagliati gli elementi raccolti dai militari la procura di Melfi ha quindi chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere. Anche in considerazione dell’impossibilità di concere una misura meno afflittiva come i domiciliari.
IL DISTRIBUTORE DELLA DISCORDIA DI LAGONEGRO La maggioranza per la decadenza di Di Lascio IL Gruppo consiliare “Per Lagonegro” ha indetto per oggi una conferenza dal titolo «educarne uno per colpirne cento» alla vigilia della seduta nel quale sarà discussa la presunta incompatibilità del capogruppo dell’opposizione in consiglio Maria Di Lascio. Al centro una causa tra l’amministrazione e un distributore di benzina di cui Di Lascio era socia e amministratrice prima di cedere incarico e quote. Non abbastanza per la maggioranza che punta a dichiarare lo stesso la sua decadenza.
I Gd a sostegno di Bersani Nasce il comitato per le primarie
Guerra nell’Idv: Cantisani lancia un monito
LORO sono quelli che riescono an- dall’hinterland del capoluogo. che a sorriderci su. Perché giocan- Con la presidente dell’assemblea do con le battute del segretario di- del Pd lucano, Lucia Sileo, hanno ventate un tormentone si può par- spiegato le ragioni della scelta. tire per approdare a un discorso se- «Stiamo con Bersani perché é la rio. «Che è quello sul futuro del scelta migliore per il Paese, perché Paese». Per questo il gruppo di ra- se avessimo voluto fare tatticismi, gazzi arrivati un po' da tutta la Re- ci sarebbe convenuto indirizzarci altrove. Bisogna gione spiega che essere chiari- ha «qui si tratta di scedetto Tauro gliere il candidato questo Paese è premier». stato messo sotIeri mattina, in to scacco da piazza Prefettura, a vent’anni di goPotenza, i Giovani verno delle dedemocratici hanno stre, dall’aginaugurato il comigressività della tato di sostegno a Lega, da politiPierluigi Bersani che che del Sud nella corsa alle prinon hanno commarie per la scelta preso valore e radel candidato pregione, dal berlumier del centrosinisconismo. Cerstra. E la scelta del Una parte del gruppo dei Gd del to, i due anni di luogo per presencomitato pro Bersani governo del centarsi alla comunità trosinistra pure non è stata casuale. si portano die«Siamo venuti in piazza, nella piazza simbolo della tro la consapevolezza che bisognacittà - spiega il segretario regiona- va fare di più. Molto del poco di buole dei Gd, Felice Tauro - anche per no fatto, però, lo ha fatto Bersani da seguire l’indirizzo che Bersani ha ministro». Ora si mettono al lavocercato di dare all’intero partito: in ro, in Basilicata, per farlo diventamezzo alla gente, a parlare e ad re il candidato premier. Come? Atascoltare». Tra volantini e cartello- traversando il territorio, in mezzo ni (compresi quelli con i tormento- alle persone, per provare «a riconni da «oh, ragassi..») c’erano un po’ nettere il tessuto sociale, ragiotutti: dal Materano, dall’area Sud, nando in una logica collettiva». dal Metapontino, dal Vulture, sa.lo.
«UN TENTATIVO di “spodestare” dal suo ruolo il segretario regionale Rosa Mastrosimonenel timorecheil risultatoelettorale del 2013 palesi le criticità reali dell’IdV lucana storica, scarsamente attrattrice di consensi elettorali, ed oggi in affanno per le magre figure che potrebbe conseguire». Bolla così lo scontro esploso all’interno del partito dipietrista in Basilicata Gaetano Cantisani, dirigente regionale dell’IdV, intervenendo per la seconda volta a difesa del segretario Mastrosimone, dopo le parole del responsabile lucano per “lavoro e welfare”del partito Antonio Vitucci. «La leggerezza degli attacchi portati con malanimo a chi nel partito ha portato con i numeri anche l’operatività - ragiona Cantisani - se da un lato mirano a far traballare un ruolo rappresentativo conseguito sul campo dalla Mastrosimone con i voti degli elettori, dall’altra parte con l’avvicinarsi delle elezioni politiche, ha avuto il merito di far venire allo scoperto i “rimpiazzisti”, quelli per intenderci senza voti che, attraverso scappatoiehanno maturatoprivilegi e posti al sole. La vicenda, così come appare, ingenera il dubbio se coloro che hanno brandito l’arma del discredito gridando “al lupo al lupo” non si stiano agitando oltremisura nel timore di perdere qualche privilegio. Questo significherebbe che la Mastrosimone, senza volerlo, ha toccato il nervo scoperto dell’Idv di Basilicata». La difesa del segretario regionale si inserisce in una guerra interna al partito ormai diventata quasi prassi quotidiana, a suon di note, repliche e smentite. Tutto era partito con un duro attacco sferrato all’assessore lucano da parte del deputato dipietrista, Francesco Barbato che ne aveva contestato l’adeguatezza nel ruolo di coordinatrice del partito. Barbato, tra ‘altro, aveva chiesto il commissariamento dell’Idv lucano. Da quella posizione, lo scontro interno tra aree della sigla è uscito allo scoperto. «Questi dirigenti hanno dato di sé uno spettacolo molto discutibile che ha confermato il sospetto circa le esternazioni dell’onorevole Barbato il quale fa bene a non amare il titolo di onorevole, convinto di non meritarlo per essere stato nominato e non eletto. Ai “bagarristi” va ricordato che non si può stare un pò di quà dalla linea della trincea quando si amministra e un pò di là dalla barricata - dice Cantisani - Questa osservazione viene da chi gli è stato vicino e non è di Matera e non si sente coinvolto nelle vicende di “appartenenza” c’è da meditare. Il tiro al piccione architettato per colpire il segretario regionale Idv, nella speranza di ridimensionarne il ruolo, la dice lunga nella prospettiva più o meno reale di un voto con le preferenze. Quando queste mosse tattiche di demolizione si saranno quietate per stanchezza, sarà necessario far seguire azioni e sforzi finalizzati al consenso elettorale per il partito. Chi era abituato solo a predicare, da domani faccia l’apostolo e porti consensi al partito. L’elettore saprà apprezzare e scegliere». Poi, l’appello: «Cominciamo a dimostrare alla gente che siamo dalla loro parte e non dalla nostra. Ma, nella malaugurata ipotesi di ulteriori tentativi di scuotere il partito per riportarlo a percentuali irrisorie, per scopi che appaiono ogni giorno più chiari, richiamiamo i responsabili al buon senso e alla prudenza». Ecco, allora, «il monito per i signornò: se non ha timori il presidente Di Pietro ad affrontare le sfide sul proprio territorio, non si comprende perché i miei autorevoli colleghi, dirigenti di partito, debbano arrogarsi il diritto di far desistere dalla competizione il segretario Mastrosimone nel timore che sappia dimostrare di affrontare con successo (temuto) il giudizio degli elettori senza scorciatoie discutibili».
La scuola sullo sviluppo sostenibile a Viggiano dal 25 al 28 ottobre
Albina Colella:«La salute dell’acqua, risorsa più preziosa del petrolio» «STIMOLARE confronti tra istituzioni e associazioni che promuovono l’internazionalizzazione dell’economia nell’area euro-mediterranea per approfondire le questioni concernenti lo sviluppo sostenibile in territori caratterizzati dalla presenza di risorse naturali, acqua e petrolio con problemi di tutela ambientale». E’ questa la mission della Scuola sullo sviluppo sostenibile organizzata dal Centro studi Basilicata Mediterraneo che si terrà dal 25al 28 ottobre a Viggiano. Cinque i focus, presieduti da cinque tutor docenti dell’Unibas, a cui prenderanno parte 45 dottorandi lucani, italiani, europei e della sponda sud del Mediterraneo. A tenere il focus “Ambiente e tutela delle risorse” Albina Colella, docente di geologia del Dipartimento di scienze, che continua a dirsi preoccupata in particolare per «lo stato di salute dell’acqua in Basilicata, una risorsa molto più preziosa del petrolio, in considerazione dell’inquinamento delle falde acquifere in aree interessate da attività industriali ed in previsione del raddoppio delle estrazioni petrolifere in aree ricche di acquiferi come la Val d’Agri». Quanto al passaggio da un modello di crescita illimitata e sull’uso incondizionato delle risorse naturali, «che non sarà sostenibile ancora a lungo» a una nuova economia, prevalentemente alimentata da fonti energetiche rinnovabili, dotata di un sistema di trasporti differenziato e che riusi e ricicli i propri scarti in maniera efficiente, Colella evidenzia che in Basilicata è da migliorare il settore dei trasporti e soprattutto quello dei rifiuti. Servirebbe bonificare alcune aree e un piano di indirizzodell'agricoltura regionale verso una coltivazione biologica spinta oltre «a una moratoria sul petrolio che vietidi estrarrenelle areevulnerabili estrategiche, comequelle dovesi coltiva il vino aglianico». Ma per questo occorrerebbero «leader politici che comprendano la relazione tra l’economia e i suoi meccanismi di conservazione ambientale e di economisti in grado di pensare come ecologisti». Conclude Colella citando Lester Brown, fondatore del Worldwatch Institute e dell’Earth Policy Institute. Figure che a suo avviso specialmente in Basilicata sarebbero «a tutt’oggi ancora rare».
la docente Albina Colella
«Contro Mastrosimone è una bagarre pilotata»
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 21.10.2012
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Domenica 21 ottobre 2012
Femminicidio
Aveva partecipato all’ultima edizione del Certamen di Venosa la ragazza uccisa a Palermo
Venosa piange Carmela Gli studenti del Liceo classico Flacco la ricordano così: «Dolce e riservata» | UN BARBARO MASSACRO | di LORENZO ZOLFO
VENOSA - La tragica notizia diffusa dai telegiornali nazionali, sulla tragica fine di Carmela Petrucci, una studentessa del Liceo Classico “Umberto I” di Palermo, uccisa per difendere la sorella dopo un alterco col fidanzato, nella cittadina oraziana è stata accolta con tanto dispiacere, soprattutto dagli studenti del Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” che hanno avuto modo di conoscere questa ragazza sicialiana lo scorso mese di maggio durante la prova di Latino in occasione del Certamen Horatianum. Da quest'anno alcuni studenti sono stati accolti dalle famiglie degli alunni che frequentano la scuola di Venosa e la famiglia De Bonis-Dicorato ha accolto proprio questa ragazza siciliana dal 3 al 6 maggio scorso. «E’ una esperienza di perfetta accoglienza ed integrazione culturale e territoriale. E' un Certamen ad ampio raggio quello di quest'anno. Oltre ad esperienze di studio, nascono amicizie che si protraggono nel tempo». E così è stato per questa famiglia, che alla notizia del tragico assassinio di Carmela, ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia siciliana. Claudia De Bonis, che attualmente frequenta la 2 A del Liceo Classico di Venosa è molto scossa: «Aver conosciuto una ragazza, assai dolce ed introversa, cinque mesi fa ed apprendere la notizia dai telegiornali nazionali della sua uccisione barbara da parte di un balordo, fa venire i brividi. Voleva continuare gli studi, frequentare la facoltà di Medicina. Aveva la media del nove. Anche dopo il ritorno a Palermo abbiamo mantenuto i contatti». Antonio Abbruzzese della terza A, l'aveva conosciuta mentre visitava Venosa: «Arrivare ad uccidere è una cosa raccapricciante, certe persone non sanno apprezzare il dono della vita». Chiara Ferrenti della stessa classe ha aggiunto: «Sono stata colpita dalla sua educazione e gentilezza. Insieme ad altri amici, le abbiamo mostrato la nostra cittadina ed è rimasta positivamente impressionata per i suoi importanti siti archeologici e monumentali. Prima di rientrare a Palermo si è complimentata per la nostra ospitalità». Antonio Dinapoli di seconda B l'ha conosciuta il giorno del suo arrivo a Venosa, era il 3 maggio. Giandomenico Talucci di 1 A, di Carmela ha un ricordo molto positivo: «Una ragazza affettuosa, di compagnia, alla mano, per niente schizzinosa. L'abbiamo invitata - continua il racconto - insieme agli altri ospiti delle famiglie, alla casa di campagna della nostra amica Teresa, dove abbiamo mangiato tutti assieme. Sono rimasto impressionato - conclude - dalla sua compostezza». Un'altra ragazza del Liceo Classico ricorda che ha preso parte alle iniziative organizzate dagli stessi studenti del Liceo in occasione del Certamen, facendosi notare per il suo comportamento dolce e riservato.
L’ex fidanzato della sorella l’ha colpita con due coltellate alla gola. Aveva solo 17 anni
Morta sgozzata, il pm: «Non è stato raptus» Lucia è rimasta sfregiata da 9 colpi. Ancora non sa la verità sull’omicidio
Carmela Petrucci con gli amici del Certamen a Venosa. Nella foto a sinistra è la ragazza cerchiata.
Nella foto in alto è la seconda ragazza con gli occhiali a partire dalla destra
di ALFREDO PECORARO PALERMO – Due coltellate alla gola che le hanno tranciato la carotide. Carmela Petrucci, 17 anni, è morta così: sgozzata. Lo ha appurato l’autopsia svolta questo pomeriggio. Mentre stramazzava per le scale, in una pozza di sangue, la sorella Lucia,18 anni, è stata colpita da una ventina di fendenti sul collo, sull'addome, sull'inguine, sulle labbra e sulla lingua. Colpi «lineari», quasi fossero stati provocati da un bisturi. In realtà l’arma usata da Samuele Caruso, 23 anni, che ha confessato il delitto dopo tre ore di interrogatorio, è un coltello «butterfly», una lama estremamente tagliente, ritrovata dalla polizia nel motorino dell’assassino, catturato mentre tentava la fuga su un treno. Carmela è morta sul colpo, Lucia, che si è salvata, rimarrà sfregiata: è viva per miracolo, solo perchè una delle coltellate inferte dal suo ex fidanzato non ha reciso per pochi centimetri l’arteria succlavia. Un delitto atroce. Compiuto, secondo gli inquirenti con “lucidità”. Nessun raptus di follia, dunque. Ma un’azione premeditata. Samuele sarebbe sceso dacasa conl’intento diuccidere, portandosi dietro il coltello. Lucia lo aveva lasciato dopo una relazione di sei mesi, nata su Facebook e finita prima dell’estate. Samuele è accusato di omicidio volontario premeditato e ten-
tativo di omicidio. Al pm Caterina Malagoli che lo ha interrogato ha confessato l’aggressione alle due sorelle, sostenendo però di avere ucciso Carmela «per sbaglio», perchè «Lucia si è riparata con le mani» e la sorella si è frapposta tra i due nel tentativo di difenderla. Ma l’autopsia fa supporre uno scenario differente. Il movente passionale dunque è racchiuso nel rifiuto della ragazza di riallacciare il rapporto. Samuele, secondo la ricostruzione degli investigatori guidati dal capo della squadra omicidi Carmine Mosca, avrebbe perseguitato la ragazza per giorni con sms e introducendosi sulla sua pagina Facebook. «Pensavo avesse un altro» ha detto durante l’interrogatorio. Dopo avere lasciato le due ragazze in pozza di sangue, Samuele è fuggito col motorino. Non è ancora chiaro se qualcuno lo abbia aiutato nel tentativo di fuga; il ragazzo quando è stato fermato dagli agenti, che lo hanno rintracciato agganciando le celle del suo cellulare, avrebbe indossato abiti diversi da quelli che aveva quando ha sorpreso le ragazze davanti la loro abitazione, un edificio in via Uditore a una ventina di metri da una caserma dei carabinieri. Sarà interrogato lunedì dal gip, che dovrà decidere sulla convalida dell’arresto. La famiglia Petrucci è sconvolta. Lucia, sottoposta a un intervento chirurgico, non sa ancora che Carmela è morta. «Come sta mia sorella?» ha
chiesto ai genitori e al fratello Antonio che le hanno fatto visita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cervello dove è tenuta sotto osservazione dai medici. «Tua sorella è più grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale», hanno risposto i familiari rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella. «Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare più vicina in queste ore – dice Giuseppe Termine, primario del reparto di Chirurgia del Cervello – Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già della morte della sorella». Samuele ha inferto a Lucia una ventina di coltellate su tutto il corpo. Quella piùgrave l’hacolpitaallaregione lombare,sopra l’osso sacro: una ferita lunga circa 13 centimetri che sanguinava moltissimo. Se il colpo vicino alla clavicola avesse raggiunto l’arteria succlavia, la ragazza sarebbe morta dissanguata. «Mi ha colpito il fatto che fosse una ferita lineare, proprio come se fosse stato usato un bisturi – ha spiegato il primario che domani comunicherà il secondo bollettino sulle condizioni della giovane – Lo stesso è accaduto alla lingua, ha anche una ferita al labbro di almeno 4 centimetri, un’altra all’inguine sinistro di 78 centimetri e una nella guancia».
Il profilo dell’assassino
Allattava i gattini con il micro biberon ma aveva un coltello Butterfly di RUGGERO FARKAS
Samuele Caruso, portato via dalla Squadra mobile
PALERMO –Samuele Caruso, 23 anni, il “tigrotto» per gli amici di Facebook allattava i gattini teneramente, col micro biberon. Ma aveva anche un coltello “Butterfly” uno di quelli che si apre con un movimento del polso, come sivede nei film sullegang americane, taglientissimo, letale, e lo ha usato come una tigre cieca di rabbia, cercando di uccidere la ex fidanzata di una storia fatta più di sms che di baci, Lucia Petrucci, 18 anni, ferendola in tutte le parti del corpo con oltre 20 coltellate, e per uccidere la sorella della ragazza, Carmela, 17 anni, che ha tentato di difenderela «siamese».Lesorelle Petrucci,infatti, anche se si toglievano un anno di vita erano sempre insieme, a casa, dietro il banco della stessa classe di liceo classico, con la
nonna, col padre e la madre, col fratello, con le loro amiche. Samuele, figlio di un muratore e di una casalinga, con tre fratelli (uno è morto) appartiene a una famiglia che sopravvive arrangiandosi una delle decine di migliaia a Palermo. La sua abita nella zona di via Oreto, alla periferia della città tra la stazione ferroviaria e gli innesti per le autostrade. Tra questi palazzi dove il casco per guidare il motorino non è neanche un optional e dove chi ha sei o sette anni non è più un bambino, trascorreva le sue giornate di sfaccendato che, dice qualcuno, aveva lavorato in qualche bar, ma che stava più che altro in strada col motorino o davanti lo schermo del pc per chattare con quella ragazzina molto bella, figlia di una famiglia «normale» e che abitava dal'altra parte della città conosciuta attraverso il web perchè amica di amici.
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 21.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno
POTENZA CITTÀ I V
Domenica 21 ottobre 2012
ELETTROSMOG
UNA GIUNGLA SENZA REGOLE
INDAGINI APPROFONDITE La Cassazione ha riconosciuto il legame tra tumore e uso del telefonino. Il Ministero aveva scritto a un avvocato potentino
Cellulari e antennoni è l’incubo del cancro Da Potenza a Brescia, vicende parallele che lanciano l’allarme MASSIMO BRANCATI l Il caso dell’avvocato potentino, Giuseppe D’Addario, colpito da tumore al cervello, a cui il Ministero della Salute ha inviato una lettera ammettendo una relazione tra cancro e uso eccessivo del telefonino (si veda la Gazzetta dell’8 ottobre scorso) ha riacceso i riflettori sulla questione dell’elettrosmog. E con perfetto tempismo, da Brescia è arrivata la notizia di una storica sentenza: la Cassazione ha riconosciuto un legame direttotra l’abuso di telefoni cordless e cellulari e il cancro al cervello. I giudici hanno imposto all’Inail di riconoscere l’invalidità professionale a Innocente Marcolini, manager bresciano, che ha contratto un tumore dopo anni passati al telefonino per lavoro (lo utilizzava cinque o sei ore al giorno). Ed è stata ri-
LA STORIA Nel riquadro la Gazzetta pubblicata l’8 ottobre scorso con la storia dell’avv. D’Addario [servizio fotografico di Tony Vece]
SOS AMBIENTE
STAZIONE La centrale Enel di Gallitello [foto Tony Vece]
L’Arpab rassicura sugli effetti ma ora preoccupa anche il wi-max l Il proliferare delle stazioni radio base in Basilicata assume sempre più i connotati di un’emergenza senza fine: a Potenza esistono almeno 3 impianti fuori norma (si tratta di ripetitori tv) ed è letteralmente invaso da antennoni per la telefonia mobile. Il tutto a ridosso delle case, degli uffici, delle scuole. Se a ciò aggiungiamo la presenza di una centrale Enel nel «cuore» della città (in via del Gallitello) ecco che viene fuori un quadro generale a dir poco allarmante. Non sono sufficienti le rassicurazioni dell’Arpab (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) sulle emissioni che risulterebbero al di sotto della soglia massima consentita: i cittadini chiedono di allontanare, così come impone la legge, gli impianti dal centro abitato. Un appello che diventa più pressante sulla scia dello sviluppo delle antenne del wi-max (internet veloce): «In pratica - sostiene la Ola, l’organizzazione lucana ambientalista - i cittadini verranno bombardati da una quantità incontrollata di emissioni elettromagnetiche. Nessuno vuol fermare il progresso - sottolinea l’associazione - ma bisogna una volta per tutte dar retta a quella parte di studi scientifici che raccomandano cautela».
conosciuta anche la«maggiore attendibilità» degli studi epidemiologici indipendenti rispetto a quelli «cofinanziati dalle stesse ditte produttrici di cellulari». Dai telefonini ai ripetitori il passo è breve. Occorre trovare immediatamente un nuovo equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia della salute: ogni giorno siamo «bombardati» da onde elettromagnetiche e spuntano antennoni ovunque, nei pressi di scuole, di asili, di ospedali. Sulla scia del caso Marcolini e della lettera choc inviata ad un avvocato potentino, è giunta l’ora di porre fine alla «deregulation»: viene completamente disattesa una legge regionale, la n. 30 del 5 aprile 2000 che prevede piani di localizzazione e un catasto degli impianti. Si dirà: non si deve fermare il progresso, occorre offrire ai cittadini una gamma di servizi
Televisione Il caso D’Addario domani su Raiuno a «Uno mattina» In una lettera aveva chiesto al Ministero della Salute un parere sulla possibile relazione tra il cancro che l’aveva colpito e l’utilizzo del telefonino cellulare. La risposta, per quanto ambigua, conferma che un legame c’è. La vicenda dell’avvocato potentino Giuseppe D’Addario, pubblicata dalla Gazzetta lo scorso 8 ottobre, ha calamitato l’interesse anche dei media nazionali. Domani, nel corso della trasmissione di Raiuno «Uno mattina» (intorno alle 9), il legale sarà intervistato e racconterà la sua storia. Il caso sarà inserito in un contesto in cui si parlerà di elettrosmog e, in particolare, dei riflessi sulla salute dell’uso del telefonino e dei cordless.
RIPETITORE Antennoni sul tetto di un edificio a Santa Maria a valore aggiunto come la telefonia mobile, la ricezione dei programmi radio televisivi, la fornitura dell’energia elettrica. È vero, ma si deve tutelare, in via prioritaria, la salute della popolazione e questo lo si fa adottando tutte le precauzioni necessarie. Nella comunità scientifica si dibatte da tempo circa la pericolosità delle onde elettromagnetiche. Molti studi sono stati fatti, molti altri sono in corso, un verdetto definitivo non è stato ancora emesso, forse ci vorranno ancora molti anni prima che il mondo scientifico si pronunci in maniera chiara e definitiva. Qualche esperto esclude problemi sulla salute umana, ma altri ricercatori indipendenti insistono sul fatto che i Cem (Cam-
pi elettromagnetici) hanno un alto rischio cancerogeno e producono discontinue alterazioni del Dna e delle membrane cellulari. In attesa di capire chi ha ragione è opportuno cautelarci. Come? Fissando delle regole, stabilendo dove e come sistemare i vari tralicci (tra antennoni e impianti di trasmissione radiotelevisiva). Regole che sono già state scritte, come dicevamo, dalla Regione ben 12 anni fa, ma in Basilicata nessun Comune si è dotato di un piano di localizzazione. Un segnale in controtendenza giunge da Matera dove il consiglio comunale ha appena approvato all’unanimità una mozione unificata sul «Piano delle antenne di telefonia mobile e dati». Per il resto è silenzio tombale.
LA PROPOSTA GIOVANNI MUSSUTO, DEI VERDI EUROPEI ECOLOGISTI, CHIEDE AL MUNICIPIO DI ACQUISIRE DOCUMENTI E AUTORIZZAZIONI
«Ogni Comune renda pubblica la mappa di antenne e tralicci» l La Cassazione riconosce per la prima volta in Italia un legame direttotra l’abuso di telefoni cordless e cellulari e il cancro al cervello. Il caso Marcolini, insomma, diventa un precedente a cui guardare con attenzione, anche perché prima di questa vicenda non c’erano state sentenze. E neppure studi scientifici adeguati atti a stabilire con certezza e, soprattutto, quantificare con esattezza la pericolosità per la salute umana delle emissioni di onde elettromagnetiche da parte degli impianti di telefonia. «Nonostante tutto - tuona Giovanni Mussuto, componente del consiglio nazionale dei Verdi Europei Ecologisti e Reti Civiche - si è continuato a dare autorizzazioni a iosa. Oggi è stata acclarata anche dal ministero il legame fra uso del telefonino e il tumore al cervello: in base agli studi epidemiologici, la pericolosità sulla base delle esperienze fin qui maturate e degli studi effettuati risulta che l’uso per un’ora al giorno aumenta il rischio del 30%di contrarre malattie cancerogene». Sulla scia di questo allarme, Mussuto ritiene necessario adottare le procedure di salvaguardia della salute della collettività: «Per noi ecologisti-Verdi - sottolinea ricordando la sentenza relativa al manager bresciano - si tratta di un verdetto che stabilisce un rapporto diretto tra uso del telefonino e insorgenze dei tumori: ed avvertiamo che, se ci sono consumatori che usano per
BAMBINI Paura per gli effetti sui più giovani
molte ore al giorno il telefonino e ritengono che ci possa essere un collegamento con la malattia contratta, ora hanno la possibilità di intraprendere un’azione legale». Mussuto ritiene improcrastinabile «il monitoraggio continuo sul territorio regionale e «Il Piano delle antenne» in modo da far sì che, se gli impianti dovessero essere effettivamente pericolosi per la salute umana, per lo meno siano adottate tutte le cautele del caso, applicando delle severissime sanzione ad ogni singola sorgente di emissione che, anche temporaneamente, superi i limiti immessi nell’ambiente in difformità di quanto previsto dalla normativa vigente in materia. Pertanto senza indugi denunciando alle autorità competenti l’omesso controllo da parte degli enti preposti, sarebbe auspicabile - conclude Mussuto - che ogni singolo Comune rendesse pubblica anche sul sito istituzionale la mappatura delle antenne e contestualmente si rendessero pubbliche i risultati dei controlli effettuati». Nei prossimi giorni gli Ecologisti e Verdi europei della Basilicata chiederanno al Comune di Potenza una serie di documenti: l’elenco delle sorgenti; la valutazione preventiva; elenco degli impianti Srb (Stazione Radio Base) esistenti; l’ubicazione degli impianti nel territorio comunale; l’individuazione delle aree sensibili; la valutazione di impiatto ambientale rilasciata o da rilasciare.
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 21.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno
IV I POTENZA CITTÀ
Domenica 21 ottobre 2012
PIAZZA PREFETTURA
ASPETTANDO PIAZZA BONAVENTURA
SETTE GIORNI FA L’INAUGURAZIONE
-97
AREA Piazza Prefettura come una discoteca all’aperto: ieri sera alle 20 un gruppo di giovani si è «appropriato» dell’area per ballare al ritmo dance. Intorno alla piazza una cornice di pubblico [servizio fotografico di Tony Vece] .
CANTIERE La realizzazione di box auto interrati [foto Tony Vece]
Bella o brutta ora «viviamola» Resta il «no» ai pali, ma l’effetto è suggestivo EMANUELA FERRARA l Sono passati sette giorni dal taglio dei nastri rossoblu. La nuovissima piazza Mario Pagano ha compiuto già una settimana dal giorno della sua inaugurazione e le discussioni sul mi piace o non mi piace tengono ancora banco tra la popolazione. Certo è che pian piano i giudizi si stanno ammorbidendo. Tolta la recinzione che delimitava l’area lavori, la gente ha iniziato a vivere e convivere con il nuovo volto di via Pretoria e sta imparando ad accettarne qualità e difetti. Perché, di qualità su cui discutere la gente ne trova, nonostante i pali dell’illuminazione che proprio nessuno riesce a digerire. Piazza Prefettura inizia a piacere e gli occhi emozionati di una sposa confermano questo parere. Ha scelto di attraversarla tutta prima di raggiungere il futuro marito. Francesca Napolitano aveva paura che i lavori non ter-
minassero per il giorno del suo matrimonio, invece, eccola raggiante attraversarla per raggiungere il plesso del Teatro Stabile dove si celebrerà il rito. «Ho seguito i lavori giorno per giorno tenendomi informata anche online – dice raggiante Francesca – Sono di Margherita di Savoia e sono onorata di poter effettuare
LA SPOSA
«Sono di Margherita di Savoia e sono onorata di entrare da sposa in piazza» questa camminata in questa nuovissima piazza». Saranno i suoi occhi da quasi sposa a vederla bella o davvero la piazza inizia a piacere? «Da un punto di vista tecnico nulla da eccepire – afferma Alfonso Danza – ma da un punto di
vista estetico doveva esser fatto qualcosa in più. Sono proprio curioso di sapere se il progetto posto in essere, così come lo vediamo oggi, sia stato firmato da Gae Aulenti». Fa riferimento a vari aspetti che lasciano perplessi. I colori scelti per la pavimentazione, i basamenti delle piante fatti di pietroline che potrebbero essere spazzate via alla prima pioggia battente, gli scarichi dell’acqua modesti e che dire degli alberi e delle panchine? Resisteranno le magnolie al rigido inverno potentino? Usare il marmo, materiale freddo, per le panchine forse non è stata la scelta migliore. Ma soprattutto ad essere tirati in ballo sono quelli che qualcuno ha definito i pali di Auschwitz. Con il tempo forse la gente imparerà ad accettarli, ma al momento ancora non piacciono. «I pali sono eccessivamente impattanti – affermano Alfonso Casaletto e Mariateresa Agostino –
SPOSA Francesca Napolitano
PANCHINA Anziani si siedono in piazza [servizio fotografico di T. Vece] ma la sera, a quanto pare, l’effetto è suggestivo. Probabilmente avremmo scelto dei marmi diversi, ma tutto sommato ci sembra un buon lavoro. Finalmente non è più un parcheggio anche se, va sottolineato, i dissuasori potevano essere anche installati nella vecchia piazza ed il problema si sarebbe risolto comunque». Aleg-
IMPRESSIONI
«Finalmente è funzionale e di bimbi che corrono felici se ne vedono tanti» giano quindi i primi commenti positivi di chi, nonostante riconosca qualche difetto, vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. «Diciamoci la verità – afferma Antonio Riviello – da un punto di vista architettonico è gradevole. Rispetto al posticcio di prima ora
abbiamo una piazza vera e propria. Non sono d’accordo con chi afferma che si sia “rubata la storia” della città con questi lavori. Siamo sicuri che i pali prodotti in serie della vecchia piazza fossero storia? Che poi possa piacere o meno non si discute, ma che si voglia far passare come una distruzione di storia proprio non va bene». «È il colore dei lampioni a lasciarmi perplessa – dice Elisabetta Lomuti – ed i paraspigoli. Per il resto, è un bello spazio. Una domanda però vorrei porla ugualmente: che fine ha fatto la vecchia pavimentazione? Perché non usarla per sistemare altri spazi?». Bella o brutta. È questa dunque la domanda che si pone chi entra ad usufruire dell’ampio spazio creato di fronte al palazzo della Prefettura perché, come dice Carmine Martinelli, «finalmente è funzionale» e di bimbi che corrono felici se ne vedono tanti.
FAMIGLIA Antonio Riviello
COPPIA Alfonso Casaletto e Maria Teresa Agostino
OPERE PUBBLICHE I RAPPRESENTANTI CITTADINI E IL CAPOGRUPPO DEL PD IN CONSIGLIO CARRETTA FANNO IL PUNTO SUI LAVORI
La riqualificazione urbana si sposta dai rioni al centro storico LUIGIA IERACE l Lavori in corso, opere da realizzare e incompiute. Nel quadro economico nazio nale segnato dai «tagli profondi» ai Comuni e aggravato dalla rata annuale di mutuo di circa 12 milioni di euro, anche se l’obiettivo principale «resta il risanamento dei conti del Comune», l’amministrazione ha condotto «un programma di risanamento dei quartieri» che ha il suo fulcro proprio nel centro storico. Lo hanno ribadito i rappresentanti del Partito Democratico e il capogruppo del Pd in consiglio comunale Gianpaolo Carretta, in un incontro con i giornalisti nel quale hanno illustrato il bilancio delle cose fatte, di quelle da fare (in linea con in programma elettorale), senza comunque trascurare le «incompiute». L’approccio con la riqualificazione del centro storico è stato caratterizzato da una «forma ampia di democrazia partecipata» e da un «profondo dibattito con confronti so-
prattutto sulla riqualificazione di piazza Mario Pagano». Per questa, ha ribadito Carretta sarà necessario «un assestamento visivo e di gusto», ma anche la predisposizione di «un regolamento che ne disciplini l’uso in modo che non sia affidata all’estemporaneità del momento». Entro Natale saranno conclusi i lavori per Palazzo D’Errico e a breve, probabilmente entro la fine dell’anno, comincerà il progetto di riqualificazione di piazza Matteotti. Quanto alla viabilità e mobilità, a novembre sarà «fruibile il parcheggio in viale dell’Unicef, in collegamento con il Ponte attrezzato». Ma il Pd ha ribadito anche la sua posizione sulla Ztl nel centro storico, confermando «bontà dell’idea e della sua applicazione a livello sperimentale per testare ogni criticità connessa anche alla stagionalità. Entro i prossimi mesi si completerà la fase di sperimentazione dando il via a un modello definitivo». Ma il capogruppo del Pd si è soffermato anche
sulle incompiute, come il progetto di via Bonaventura che è «un’iniziativa privata e ha avuto un iter molto lento e problemi soprattutto nei sottoservizi». La scadenza della convenzione con il Comune è nel 2013, ma «vigileremo sui tempi», ha detto, anche se si intravvede già la possibilità di una richiesta di proroga dei lavori». Tra le incompiute più significative anche il cinema Ariston «di proprietà di privati, per il quale c’è il progetto di un parcheggio al posto della struttura che riteniamo utilissimo». Trattative sono in corso anche per l’ex Cinema Fiamma, sempre di privati. Mentre per palazzo Palermo i finanziamenti non ci sono. Come non ci sono per la riqualificazione dei vicoli del Centro storico, mentre c’è un progetto per rifare i marciapiedi e la pavimentazione con sanpietrini di via Vescovado. Ma la riflessione sul centro storico coinvolge anche la Provincia di Potenza alla quale, ha detto Carretta, chiederemo di ac-
DOCENTE Alfonso Danza
NUOVA C’è chi si ferma a guardarla GIOVANE Carmine Martinelli celerare i lavori per la villa del Prefetto e discuteremo anche di scuole: della «Torraca» che potrebbe essere sede dell’Istituto comprensivo di via del Popolo e del «Da Vinci» (di proprietà della Provincia) che il Comune vorrebbe demolire per realizzare il parco intorno alla Torre Guevara. Sicurezza e pulizia del Centro storico sono altri temi importanti. «È necessario un controllo sinergico da parte delle forze dell’ordine sul centro e un potenziamento del sistema di racconta dei rifiuti, che tiene in considerazione anche il prossimo avvio del sistema porta a porta in città».
DONNA Elisabetta Lomuti
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 21.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno Domenica 21 ottobre 2012
29 Senise Di Noia e Riccardi, dell’Ente irrigazione, hanno la meglio su quelli del fronte del «No»
Sì al raddoppio della condotta Sarà realizzata la seconda canna che da Montecotugno porta l’acqua a Ginosa SENISE - Il potenziamento della condotta del Sinni si dovrà fare. E’ quanto stabilito alla fine (con l'approvazione del progetto preliminare) di una apposita conferenza di Servizi tenutasi a Roma e convocata presso il parlamentino del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, dal Gabinetto del ministro delle Infrastrutture e trasporti, Corrado Passera. Conferenza richiesta dal capogabinetto dell'Ente irrigazione, autentico deus ex machina , Adriano Di Noia e fortemente voluta dal commissario, Saverio Riccardi che ha relazionato al ministro e agli altri partecipanti sulla validità e urgenza tecnica e sociale dell'opera. Si chiude così una inutile querelle alla quale hanno partecipato in tanti, molti dei quali, con preoccupante superficialità non comprendendo, probabilmente, la portata della posta in ballo. C'erano stati, nei mesi scorsi, tantissimi rumors provenienti da politici ed amministratori della nostra regione e il capogabinetto dell'Ente irrigazione, Di Noia, che da sempre cerca di partecipare le iniziative a supporto dell'economia di Puglia e Basilicata, aveva chiesto massima partecipazione. Erano stati invitati: sindaci lucani, esperti docenti delle università pugliesi e lucane ol-
Saverio Riccardi. A sinistra Andrea Di Noia
tre a quelli ministeriali, tecnici e responsabili a vario titolo della regioni Puglia e Basilicata. Insomma onde fugare ogni residuo dubbio, il ministro Passera aveva voluto ascoltare tutte le ragioni. Era passata, tra gli addetti ai lavori e non solo sindaci e amministratori, sic et sempliciter, l'idea che l'obiettivo di chi proponeva il progetto era la realizzazione di una seconda canna, che dal Sinni (diga di Motecotugno) porta l'acqua a Ginosa in Puglia. Ed alcuni, come consiglieri regionali, deputati e senatori, il sindaco di Senise, Giuseppe Castronuovo e quello di Montalbano De Vincenzis (che in questi mesi si è spre-
cato in esternazioni) sono stati pronti al “dagli all'untore”, sposando una tesi piuttosto singolare: seconda canna uguale a raddoppio del trasferimento dell'acqua in Puglia. Niente di più falso e più impossibile da realizzarsi. La portata dell'acqua che parte dalle dighe lucane è stabilita dalla concertazione: autorità di governo, servizio nazionale Dighe per il Meridione è competente la sezione di Napoli ,conferenza dei presidenti delle Regioni Puglia e Basilicata e dai Prefetti delle Province interessate. Dunque nessuno, a nessun titolo, può o potrà mai prelevare anche una sola
goccia d'acqua ,senza questa preliminare intesa. L'Ente irrigazione, che gestisce i bacini e le condotte, altro non fa che eseguire gli ordini ,tassativi, che arrivano da questa concertazione. I “contrari” all'opera, chissà perché, non hanno considerato (o considerata secondaria) la ricaduta sulla occupazione che ne deriverà dall'avvio dei lavori oggetto di discussione. In una fa-scia di territorio ferma dagli anni Ottanta, da quando cioè tolsero le tende, manco a dirlo, ancora e sempre i vecchi cantieri ancora sul Sinni e ancora e sempre dell'Ente irrigazione. Centinaia di maestranze
e tecnici che videro negli anni a cavallo tra Settanta ed Ottanta un lampo di luce sul quale in molti hanno vissuto fino a soli pochi anni orsono. Non a caso, e a giusta ragione, i rappresentanti delle due Regioni, non hanno opposto alcuna resistenza, e anzi, sembra che i funzionari della regione Basilicata abbiano colto l'occasione della trattativa con il ministro, per inserire nel contesto anche il potenziamento della condotta idrica potabile del Frida. Una occasione ben sfruttata. Così come ha relazionato il commissario Riccardi e poi asserito a supporto anche da Di Noia, con questa
opera, che servirà anzitutto a mettere in sicurezza la condotta, ad avere una valida alternativa in caso di cataclisma ovvero di terremoto, un guasto qualunque che potrebbe compromettere il trasferimento dell'acqua (così come accaduto tante volte in passato) che prima di andare in Puglia si ferma nel Metapontino soprattutto nei mesi estivi ma non solo, e con il completamento già avviato della traversa sul Sarmento e quella sull'Agri che porteranno tantissima acqua da rendere stabile la massima piena del serbatoio di Montecotugno, si conclude un progetto, quello di uno schema autonomo e impeccabile tecnicamente, avviato oltre quarantanni or sono dal compianto senatore Decio Scardaccione, che ha avuto il merito di avviare la più grande rivoluzione economica dell'intero Mezzogiorno, con ricadute occupazionali presenti. Questo nuovo progetto, lo ricordiamo, di oltre centottanta milioni di euro, prevede il potenziamento dello schema idrico del Sinni «ed entrerà di diritto -ha assicurato Passera - che parlava anche a nome del premier Mario Monti nel piano nazionale delle opere pubbliche strategiche che il Governo si appresta a varare. Gianni Costantino
Viggiano Dal 25 al 28 la “Sustainable development school”
Sviluppo sostenibile Laterza: «Basilicata terra fertile» VIGGIANO - Dal 25 al 28 ottobre prossimo si terrà a Viggiano la “Sustainable development school”, una scuola voluta fortemente dal Comune di Viggiano, lo Sportello sviluppo di Viggiano e il centro studi Cebasmed. Confluiranno cervelli e intelligenze di tutto il mondo, con il reimpegno di quelli lucani che operano all’estero, che lavorano nelle Università, junior e senior, chiamati a collaborare con docenti dell’Unibas che fungeranno anche da tutors (Petraglia, Romano, Masi, Laterza, Colella ) nei cinque gruppi di lavoro e di approfondimento. Di seguito l'intervista al docente dell'Università degli Studi della Basilicata Michelangelo Laterza tutor del focus: “Valorizzazione e sviluppo del patrimonio storico, culturale e sociale”. La Basilicata, secondo lei, ha le potenzialità per assumere modelli di sustanaible development? «La nostra è una regione di dimensioni, soprattutto demografiche, talmente ridotte da non permettere di affrontare in modo usuale le problematiche di sviluppo economico tipiche di territori e società ad alto indice demografico e di antropizzazione. La nostra Basilicata è soprattutto “terra” e, in quanto tale, rappresenta una precisa fotografia della natura. Gli insediamenti umani sono limitati e di per sé tradizionalmente legati alla stessa natura del particolare territorio che occupiamo. In altre parole la Basilicata appare immediatamente e naturalmente una terra con una forte potenzialità ad assumere il ruolo “sperimentale”
La brochure, in basso il logo della “scuola” e a destra il professore Michelangelo Laterza
di incubatore di modelli di sviluppo sostenibile. A mio avviso però non abbiamo ancora sufficientemente inglobato nel nostro Dna il coraggio dell’investimento, l’abitudine alla concertazione ed alla cooperazione e la leggerezza calviniana delle decisioni, per incidere significativamente su tale proble-
matica. Parlando di nuove professioni, le energie rinnovabili hanno già creato fino a 5 volte posti di lavoro in più rispetto a quelle tradizionali. Questo è estremamente positivo, se pensiamo alla forte crisi occupazionale che stiamo vivendo.
Le energie rinnovabili hanno prodotto sì numerosi posti di lavoro, ma evidentemente non stabili e soprattutto avulsi dal nostro naturale e potenziale contesto socioeconomico. Noi abbiamo bisogno di fare quadrato sullo sviluppo di attività che a partire dalle nostre risorse, e non solo quelle tradizionali, valorizzino le qualità e le specificità di questa terra particolare, nel segno, appunto, della sostenibilità e del recupero di valori, di beni materiali e immateriali e di relazioni sociali sinergiche e compatibili con il territorio. Occorre però non trascurare una precisa opportunità che ci deriva sia da una natura comune, sia da una posizione geografica naturale di Hub, che consiste nel fare squadra, relativamente alla genesi di modelli di sviluppo sostenibili, con gli altri paesi del Mediterraneo (a tal proposito mi piace ricordare che nella nostra Università da poco ha preso corpo il Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni, di cui io stesso faccio parte, con sede a Matera, e che tale Dipartimento ha appunto tra le principali finalità quella di tessere forti rapporti con le realtà culturali pre-
senti soprattutto nell’area del Mediterraneo). In altri termini occorre non chiudersi in sé stessi nella logica del “sostenibile nichilista” che spesso prende forza ed attecchisce a partire dalla necessità di evitare “la crescita a tutti i costi”». Il focus che lei terrà alla scuola sulla valorizzazione e conservazione delle patrimonio storico, culturale e sociale come si spiega con lo sviluppo sostenibile? «La conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e sociale, la consapevolezza identitaria delle comunità locali e la capacità di fare rete giocano un ruolo importante e centrale nello sviluppo economico sostenibile della Regione se appunto non inseriti nella logica della "crescita a tutti i costi", come accennato prima. Spero che le idee progettuali che produrranno i ricercatori coinvolti nelle attività della scuola di sviluppo sostenibile di Viggiano, che quest’anno parte con una prima sperimentazione, possano costituire, “nel loro piccolo” e con il nostro aiuto di “tutors facilitatori”, un utile esercizio per una rinnovata e incisiva futura progettualità in tal senso».
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 22.10.2012
VI I
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Basilicata Mezzogiorno Lunedì 22 ottobre 2012
VIVILAREGIONE
Riconoscimenti anche a Loi, Toscano, Villari, Verrastro, Prinzi e Russo e Vecchi
L’EVENTO IL RICONOSCIMENTO AL QUINTO DECENNIO DI VITA. IL CLOU LA SEZIONE NARRATIVA
Assegnato a Zaccuri il premio Basilicata Ieri la suggestiva cerimonia di premiazione
di LORENZA COLICIGNO
I
l Premio Letterario Basilicata ha iniziato il suo quinto decennio di vita. Ieri sera nell’Auditorium del conservatorio «Gesualdo da Venosa», a Potenza, affollato come tutti gli anni dal 1971, la serata di premiazione, ormai attesa come un evento irrinunciabile dalla città di Potenza, che vi riconosce un’occasione di crescita del territorio e insieme di elegante vita sociale. La Giuria della sezione narrativa del Premio Letterario Basilicata, composta da Antonietta Acierno, Gino Agnese, Santino Bonsera, Gaetano Cappelli, Luciano Luisi, Giuseppe Lupo, Raffaele Nigro, Sandra Petrignani, Roberto Righetto, Mirella Serri, Mario Trufelli e Silvia Zoppi Garampi, presidente Leone Piccioni, riunita a Roma il 4 ottobre, ha decretato i vincitori della XLI edizione. «Come sempre vivace il dibattito, - ha detto il presidente Santino Bonsera alla presenza del senatore Emilio Colombo – in seguito al quale si è individuata la terna composta
EVENTO Conservatorio gremito. In alto alcuni vincitori [foto Enzo Bianchi]
da: Mauro Mazza, «L’albero della vita», Fazi Editore; Ginevra Bompiani, «La stazione termale», Sellerio; Alessandro Zaccuri, «Dopo il miracolo», Mondadori. A quest’ultimo è stato assegnato il «Premio Basilicata 2012» per la sezione narrativa nazionale. Un seminario nei primi anni del pontificato di Giovanni Paolo II, è l’ambiente in cui si svolge il singolare giallo, che si fonde con un’indagine sulla Fede, nelle sue dimensioni storica e interiore. Un coraggioso romanzo cattolico contemporaneo, che vanta solidità narrativa e profondità teologica». Alessandro Zaccuri, nato a La Spezia nel 1963, lavora per l’«Avvenire». È stato finalista nel 2007 al Premio Campiello con «Il signor figlio». Per la letteratura spirituale e poesia religiosa il premio è stato assegnato a Franco Loi per l’Opera Omnia. Per il premio della «Giunta regionale della Basilicata», riservato ad autori lucani, ha vinto il romanzo «In quell'Epoca meridione», di Mario Aldo Toscano, Le Lettere, tra i
Bonsera, Colombo e Fonseca selezionati «Il nipote di Monsignore», di Maria Rocco, «Nell’anno della sindrome di Rhee», di Massimo Pallottino, «Cannocchiale e grandangolo», di Dora Celeste Amato, «H», di Paolo Cioffi. Per la sezione Saggistica Storica Nazionale, Premio «Vincenzo Verrastro», ha vinto Rosario Villari con l’opera «Un sogno di libertà», Mondadori editore. Per la sezione Saggistica Sto-
rica e Cultura lucana, intitolata a Tommaso Pedio, premiato Donato Verrastro con il saggio «La terra inespugnabile», Il Mulino; il Premio speciale «Città di Viggiano» è stato attribuito al saggio di Vittorio Prinzi e Tommaso Russo «La massoneria in Basilicata», Francoangeli, mentre una menzione è stata conferita all’opera edita dalla Regione Basilicata in occasione dei 150 anni dell’Unità nazionale, «Basilicata. I luoghi della narrazione». Per la sezione Economia Politica e Diritto dell’Economia, ha vinto il premio Alberto Quadrio Curzio con «Economia oltre la crisi», La Scuola. Premio speciale all’opera di Giovanni Vecchi «In ricchezza e in povertà. Il benessere degli italiani dall’Unità a oggi», Il Mulino, pubblicato per i 150 anni dell’Unità nazionale. Menzione speciale alla pubblicazione della Camera di Commercio di Potenza, «Territorio, Risorgimento, Sviluppo», per i suoi 150 anni. Hanno condotto la serata i giornalisti Rocco Brancati ed Eva Bonitatibus.
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 22.10.2012
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Basilicata Mezzogiorno
19
SERIE D
Lunedì 22 ottobre 2012
8ª
Risultati e classifica 4-2
Brindisi-Ischia
0-3
18’ pt Odierna (Ba), 34’ pt Desario (Bi); 43’ pt Moscelli (Bi); 18’ st Genchi (Bi), 36’ st Carotenuto (Ba), 38’ st Russo (Bi)
Marcatori Promossa
Bisceglie-Battipagliese
3
1
1
0
0
3
0
1
1
0
0
3
0
0
0
0
0
0
0
3
0
MONOPOLI
3
1
1
0
0
3
0
1
1
0
0
3
0
0
0
0
0
0
0
3
0
Grottaglie-Pomigliano
0-2
CTL CAMPANIA
3
1
1
0
0
3
1
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
3
1
2 +2
MATERA-Gladiator
0-1
MATERA
3
1
1
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
1
1
0
0
2
0
2 +2
FRANCAVILLA
3
1
1
0
0
2
1
1
1
0
0
2
1
0
0
0
0
0
0
1
0
Nardò-Monopoli
1-0
POMIGLIANO
3
1
1
0
0
2
1
1
1
0
0
2
1
0
0
0
0
0
0
1
0
FOGGIA
1
1
0
1
0
3
3
0
0
0
0
0
0
1
0
1
0
3
3
0
0
GLADIATOR
1
1
0
1
0
3
3
1
0
1
0
3
3
0
0
0
0
0
0
0
-2
BISCEGLIE
1
1
0
1
0
2
2
0
0
0
0
0
0
1
0
1
0
2
2
0
0
BRINDISI
1
1
0
1
0
2
2
1
0
1
0
2
2
0
0
0
0
0
0
0
-2
TARANTO
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
TRANI
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
BATTIPAGLIESE
0
1
0
0
1
1
2
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
1
2
-1 -1
POTENZA
0
1
0
0
1
1
2
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
1
2
-1 -1
GROTTAGLIE
0
1
0
0
1
1
3
1
0
0
1
1
3
0
0
0
0
0
0
-2 -3
NARDÒ
0
1
0
0
1
0
2
1
0
0
1
0
2
0
0
0
0
0
0
-2 -3
PUTEOLANA
0
1
0
0
1
0
3
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
0
3
-3 -1
S. ANTONIO A.
0
1
0
0
1
0
3
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
0
3
-3 -1
3’ pt La Cava; 33’ st Sasso 36’ pt Manzo 8’ pt Majella
POTENZA-Taranto
11’ st Cataruozzolo, 16’ st Tortora
Puteolana-Trani
ai PLAYOFF
ISCHIA
Campania-FRANCAVILLA 0-0
9’ pt Mattera, 37’ pt Masini; 42’ st Longo
2-0 1-2
5’ pt (FT) Santaniello, 22’ pt Riccio (P), 29’ pt De Rosa (FT)
S. Antonio A.-Foggia
0-0
9ª giornata 28/10/12 ore 14.30
Battipagliese-Ischia Bisceglie-Trani Ctl Campania-Brindisi Foggia-FRANCAVILLA MATERA-Grottaglie POTENZA-Monopoli Puteolana-Nardò S. Antonio A.-Pomigliano Taranto-Gladiator
RETROCESSE PLAYOUT
Prossimo turno
giornata
6 reti: Di Rito (1) (Bisceglie); Del Prete (2) (Francavilla); Cunzi (1) (Ischia); La Cava (1) (Pomigliano) 5 reti: Sorrentino (1) (Battipagliese); Giglio (Foggia); Santaniello (F. Trani); Longo (Ischia); Caputo (Matera); Majella (1) (Nardò) 4 reti: Albano (Brindisi); Varriale (Francavilla); Del Sorbo (Gladiator); Masini (Ischia); Oliveira (1) (Matera); Pereyra (Monopoli); Letizia (2) (Puteolana) 3 reti: Di Pietro (Gladiator); Cruciani (Matera); De Tommaso (Monopoli); Famiano (2) (Potenza) 2 reti: Di Matera, Genchi, Moscelli (Bisceglie); Narciso, Pellini (Campania); Quinto, La Porta (2) (Foggia); Vicentin (F. Trani); Izzo, Longo, Manzo (Gladiator); Montaldi (Monopoli); Tortora (Potenza); Riccio (Puteolana); Corsale (1), Martone (S.A. Abate); Prosperi (Taranto)
S.ANTONIO ABATE (-1)
Oggi l’annuncio ufficiale. Trova una squadra distesa ma da rinforzare
Agovino allenatore del Potenza GIOCATA SABATO POTENZA TARANTO
2 0
POTENZA (3-4-2-1): Della Luna 6.5; Vaccaro 6 D’Angelo 6.5 Itri 6; Ripoli 6 (42’ st Lancellotti sv)Viscido 6 Acampora 5.5 (14’ st Tancredi 6.5) Raspaolo 6; Cataruozzolo 7 Famiano 6.5; Tortora 6.5 (31’ st Marra sv). A disp. Cece, Sabato, Caruso, Trerotola. All. Volini 7 TARANTO (3-4-3): Maraglino 6,5; Brancato 5, Occhipinti 4.5, Prosperi 4.5; Del Bergiolo 5.5 (20’ st Papa 6), Vicedomini 5, Cordua 5.5 (18’ st Sarli 6), Stigliano 5.5; Noviello 5.5 Bongermino 5 (10’ st Catalano 6) Fumai 6. A disp. De Deo, Musto, Biondo, Curri. All. Pettinicchio 5 ARBITRO: Proietti di Terni. Assistenti: Di Carlo di Teramo e Cesetti di Fermo RETI: 11’st Cataruozzolo (P), 16’ st Tortora (P) NOTE: spettatori 1000 circa con buona rappresentanza ospite. Espulso al 47’ st Vicedomini (T) per fallo su Cataruozzolo. Ammoniti: Acampora (P), Del Bergiolo (T), Cataruozzolo (P), Brancato (P) Angoli 6-3, rec. 2’ pt 5’st
MASSIMO AGOVINO è il nuovo allenatore del Potenza. Sarà ufficializzato nella giornata odierna, ha già assistito alla partita di sabato al Viviani contro il Taranto, sa quindi dove mettere ma non avrà elementi nuovi in squadra. Dovrà attendere a novembre, quando si aprirà il mercato perchè il Potenza ha la necessita di acquisire uomini importanti e non certo atleti non ancora pronti, presi di tutta fretta. Nella sua carriera Agovinoha allenatoin Campaniaa Sorrento Savoia e Sapri, ma negli ultimi anni si è diviso tra due acerrime nemiche del calcio molisano, l’Agnonese e l’Atletico Trivento. Specie nel primo caso si è reso protagonista di un campionato assai buono, con pochissimi mezzi a disposizione. E’ un cultore del 4-3-3, ma probabilmente a Potenza potrà anche rivedere qualcosa, visto che questo modulo, almeno stando alle caratteristiche dei calciatori in organico non è proprio il massimo. Con il tempo si vedrà, ma
adesso è lecito credere che sarà più il nuovo allenatore ad adattarsi al materiale umano che non il contrario. Il nome di Agovino è uscito un po’ a sorpresa rispetto a quanto aveva prodotto il lavoro di Gerardo Passarella, la cui ricerca si era circoscritta ad altri nomi. Ma il fatto che sabato, al Viviani Passarella era a stretto contatto con Cocchino D’Eboli, uomo di mercato conosciuto in zona ed amico del direttore dell’area tecnica, e proprio assieme allo stesso Agovino sembra essere un indizio chiaro anche della volontà di Passarella di puntare su Agovino, dietro consiglio dell’amico D’Eboli. La fortuna di Agovino sarà quella di insediarsi proprio immediatamente dopo una vittoria che farà certamente respirare il Potenza che si metterà a sua disposizione da martedì (c’è da preparare il primo spareggio di S. Antonio Abate). Contro il Taranto i rossoblù hanno giocato la migliore partita stagionale e, complice anche la prestazione irriverente
Il Foggia resta in piedi
Il Pomigliano passa a Grottaglie
SANT'ANTONIO ABATE (4-4-2): Apuzzo 6; Giordano 5.5, D’Aniello 6, Lagnena 6.5, Punziano 6; Morella 6.5, Corsale 7.5, Cirillo 6, Zambardino 6.5 (12'st Romano 6); Martone 5.5 (18'st Tedesco 6), Schettino 6.5 (34'st Buonocore sv). In panchina: Grenni, Carnicelli, Volpicelli, Salvatore. Allenatore: Carannante. FOGGIA (3-4-2-1): Mormile 6.5; Basta 5.5, Loiacono 6, Esposito 6.5; Coccia 6.5 (37'st Quinto sv), Niang 6.5, Agnelli 6.5, Villani 6 (32'st Cassandro sv); Agostinone 6.5, Palazzo 6 (20'st Ferrante 6); Giglio 6.5. In panchina: Leo, Tommaselli, La Torre, Maimone. Allenatore: Padalino. ARBITRO: Massimi di Termoli. NOTE: spettatori 1000 circa. Ammoniti: D’Aniello, Cirillo, Giordano. Angoli: 3-3. Recupero: 2' pt; 4' st
GROTTAGLIE: Laghezza 5; Magliano 6, Camassa 6, Barbato 5 (1' st Mitrotti 5.5), Danese 6; Pastano 6, Lenti 5.5 (26' st Morleo sv), Pinto 6, Pisano 6; Scrimieri 5 (1' st Radicchio 5.5), Formuso 5.5. In panchina: Anastasia, Schiavone, Presicci, Zuccaro. Allenatore: Pellegrino. POMIGLIANO (4-4-2): Piccolo 6; Moccia 6, Schioppa 6.5, Follera 6.5, Moscarino 6.5; Chianese 5.5 (16' st Micalizzi 6.5), Caiazzo 6, De Rosa 6 (26' st Sasso 6.5), Loreto 6; Cariello 6 (23' st Irace 6.5), La Cava 6.5. In panchina: Loffredo, Iodice, Cantone, Romano. Allenatore: Russo. ARBITRO: Nicoletti di Catanzaro. RETI: 3' pt Lacava; 33' st Sasso. NOTE: spettatori 500. Al 14' st Formuso ha sbagliato un rigore. Ammoniti: Schioppa, Caiazzo, Moscarino, Pastano, Formuso, Lenti, Radicchio. Angoli: 7-4 per il Grottaglie. Recupero: pt 4'; st 4'.
S'ANTONIO FOGGIA
L’esultanza del Potenza dopo il gol del vantaggio di Raspaolo contro il Taranto (Mattiacci). In alto Massimo Agovino
dei pugliesi, hanno dato una svolta a questo avvio tormentato di campionato. Sarà stata anche una questione di modulo, ma il Potenza è piaciuto e il nuovo allenatore deve anche prendere in considerazione questa inidicazione arrivata dai 90’ col Taranto. La difesa a tre è praticabile e forse si adatta bene a que-
sto organico. Poi, da novembre, si vedrà, e questo perchè sembra abbastanza scontato che il Potenza abbia bisogno di rinforzi mirati per giocarsi la sua salvezza. Non certo di calciatori non pronti, svincolati, e quindi senza preparazione. Da novembre il quadro sarà più chiaro. Alfonso Pecoraro
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GROTTAGLIE POMIGLIANO
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