Radio Corriere Tv, 3 Maggio 2013 by Vibrazioni Lucane

Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

TV RADIOCORRIERE SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 18 - anno 82

3 maggio 2013

ANTONELLA CLERICI

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i ll e n r fo i e d a in g e r a ll e Il talent d

Weekend con TIBERIO TIMPERI

BARBARA DE ROSSI

Storie di donne...e di violenza TORNA IL GIRO D'ITALIA - 96a EDIZIONE

in questo numero

Vita da strada Fabrizio Casinelli

Care amiche e cari amici

VERONICA

PIVETTI

Sommario numero 18

GULP

CINEMA

04. BARBARA DE ROSSI 07. ANTONELLA CLERICI 18. MEDITERRANEO 20. tIBERIO TIMPERI 24. GIRO D'ITALIA

RENZO

28. COME ERAVAMO

ARBORE

32. dvb - t2 IN VALLE D'AOSTA 38. cinema in tv 44. la settimana di raisport 45. top 5 46. agenda

1 MAGGIO

48. palinsesti settimanali

DIETRO LE QUINTE TV RADIOCORRIERE SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 18 - Anno 82 3 maggio 2013

A cura dell'Ufficio Stampa Rai

Direttore responsabile FABRIZIO CASINELLI

Coordinamento Desk Marina Cocozza (c.s.)

Redazione - Rai, Viale Mazzini, 14 00195 Roma Tel. 06 36864313 - fax 06 3242420 www.ufficiostampa.rai.it ufficiostampa@rai.it

Anna Fraschetti (c.r.), Serena Iannicelli (c.r.), Dante Fabiani (vc.r.), Carlo Casoli (c.s.), Mauro Scaramuzzo (c.s.)

In redazione Silvia Battazza, Antonio Caggiano, Stefano Corradino, Rossella Ferruzza, Emilio Fuccillo, Lucilla Perelli Rizzo, Rita Pernarella, Scina Santacatterina Segreteria Gian Marco Fabretti, Marina Matteucci Rita Burghi, Valentina Dragani.

Realizzazione grafica, impaginazione e sito internet Valerio Rosati, Cinzia Geromino, Luca Romanelli ,Claudia Tore Fotografico Barbara Pellegrino, Fabiola Sanesi Palinsesti Michele Trobbiani, Filippo Blandino, Anna Penta

non voglio fare pubblicità, ma vi consiglio un libro da leggere scritto da Patrick Fogli: La puntualità del destino. é una storia semplice, ma che vi porterà a riflettere su fatti che ormai riempiono le nostre giornate. Ecco, il destino appunto. Chissà quante volte avete detto “era destino…era destinato a quella fine”. Adesso vi chiedo: esiste secondo voi il destino? Riflettete un attimo prima di dare una risposta e continuare nella lettura… Secondo alcuni il destino esiste e tutto accade perché è già “scritto”. Altri ritengono che il destino non esista perchè non vi è nessuno "lassù" che detta ciò che deve accadere e tutto è regolato dal caso. Per me le due risposte sono lontane dalla verità. Mi spiego meglio. Prendiamo il “destino” di un uomo che esce di casa per andare a lavorare. Un lavoro difficile, pagato male, ma è sempre il suo lavoro. Un uomo che saluta sua figlia, tutto quello che gli resta di una vita già segnata dalla sofferenza e ricca solo di sacrifici. Poche ore, uno sparo e quell’uomo lo ritrovi sul letto di un ospedale che lotta tra la vita e la morte. Era destino? Volete farmi credere che qualcuno “lassù” aveva deciso che si consumasse un nuovo dramma? Oppure si è trattato soltanto di un caso? E se esistesse una terza risposta? Magari, quella più semplice, quella più immediata: stiamo vivendo in un clima reso difficile da chi ha perso qualsiasi tipo di sensibilità. Dove qualche tribuno, che si sente talmente tanto perfetto, usa il suo potere per dare lezioni a tutti. E se non la pensi come lui, allora sei in malafede, sei brutto, sporco e cattivo, come il famoso film di Nino Manfredi. E allora possiamo dare la colpa soltanto al destino? Al caso? Oppure dobbiamo riprendere il motto di Appio Claudio il Cieco “Faber est suae quisque fortunae”, che in italiano suona all’incirca “ciascuno è artefice del proprio destino”. Vogliamo forse far credere a tutti che la sofferenza di quell’uomo sia solo colpa sua? A voi la risposta. Buona settimana a tutti.

BARBARA DE ROSSI

Storie di donne e di violenza. Barbara De Rossi racconta il nuovo ciclo di "Amore criminale".«L'iter – spiega - è sempre lo stesso: l'uomo che tende a sottomettere e demolire la donna, a farle vivere una situazione di totale dipendenza. E, nel momento in cui lei si ribella, la uccide. Raccoglieremo anche le testimonianze di quelle sopravvissute. Un dolore che non si cancella». è convinta che ci dovrebbe essere più tutela per le donne: «Le leggi ci sono, il problema è che non sempre vengono applicate» di Stefano Corradino

UN BOLLETTINO DI GUERRA CHE Si CHIAMA FEMMINICIDIO

ntonella, 23 anni, vive a Solofra in provincia di Avellino, e cerca di proteggere la madre da un compagno geloso e possessivo. Ma lui una mattina d'inverno la uccide sparandole sei colpi al viso. Giuseppina, moglie e madre di Carpi (Modena), viene uccisa a coltellate dal marito follemente geloso che aveva riempito casa di telecamere per controllarla. Maria Rosaria, splendida ragazza di 29 anni, voleva realizzare il sogno di diventare giornalista. Invece incontra l'uomo sbagliato che, una sera, in macchina, la ucciderà con quattordici coltellate. Sono solo alcune delle tragiche storie di violenza sulle donne raccontate nella nuova edizione di "Amore criminale" in onda dal 3 maggio, ogni venerdì in prima serata su Rai3. Dopo Luisa Ranieri, è Barbara De Rossi la nuova narratrice del programma, pronta a intervistare tutte quelle donne che sono riuscite a spezzare la catena della violenza e a salvarsi. Perché ha scelto di condurre Amore criminale? Quando mi è stata proposta questa opportunità ne sono stata molto felice. è un programma che seguo con interesse da anni. I temi purtroppo sono di grande attualità. Una conduzione un po' particolare, in realtà accompagno il pubblico nel racconto di storie drammatiche di donne. Cosa porta della sua esperienza professionale nella trasmissione? Porto la mia sensibilità, la misura, la delicatezza. Perché per entrare in un argomento del genere ci

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vuole grande tatto e attenzione. Ci sono anche molte donne sopravvissute. Con le loro famiglie. Il dolore che resta. E di sé? Della sua storia personale cosa porta? Donne a me molto vicine hanno vissuto situazioni drammatiche. E, proprio in ragione delle vicende di cui sono stata testimone, cerco nelle interviste all'interno del programma di andare dritta al problema, tenendo conto dello stato d'animo delle donne che in molti casi, purtroppo, pensano che tollerare sia giusto. Una mia amica per molti anni ha sopportato una situazione del genere. Perché sopportano e non denunciano? Pensano sia amore e invece non lo è. Sono amori sbagliati e molte donne non se ne rendono conto e subiscono maltrattamenti senza ribellarsi. E quindi non denunciano abbastanza. Perché hanno paura. Il termine "femminicidio" descrive adeguatamente il fenomeno? Come altro chiamare questo bollettino di guerra quotidiano? 123 donne ammazzate solo nel 2012, praticamente una ogni tre giorni… Maschi che ammazzano femmine, ex mariti, ex compagni, ex fidanzati rifiutati. L'iter è sempre lo stesso: l'uomo che tende a sottomettere e demolire la donna, a farle vivere una situazione di totale dipendenza. E, nel momento in cui lei si ribella, la uccide. Come si fronteggia questa strage quotidiana? Il presidente della Camera Laura Boldrini, in una

lettera al Corriere della Sera, ha auspicato che il Parlamento vari nuove norme contro la violenza di genere. Potrebbe servire? Senza dubbio. Servirebbero manovre molto più incisive. E in ogni caso le leggi ci sono, il problema è che non vengono applicate. Fosse per me, istituirei dei veri e propri "corpi speciali" a difesa delle donne. Di recente una donna ha denunciato il fatto che il suo compagno possedeva una pistola e la minacciava ripetutamente. Si è sentita rispondere dalle forze dell'ordine che non si poteva fare più di tanto. Mi domando: si deve aspettare il sangue per intervenire? Oltre alla politica e alle associazioni antiviolenza, quali

altri soggetti devono essere coinvolti? I mezzi di informazione, ad esempio, che ruolo hanno o dovrebbero avere? C'è un eccesso di gossip in tv e troppa "tv del dolore". Su temi come questi il compito dei media, a cominciare dal servizio pubblico, deve essere quello di informare, non di far piangere. Serve una nuova forma di alfabetizzazione, come ai tempi del maestro Manzi, che insegnava ai telespettatori a parlare in italiano corretto. Evidentemente, il gossip fa più ascolti… Ma non si può vivere di solo share. E, in ogni caso, penso ci sia una richiesta crescente di informazione anche sul tema della violenza sulle donne. Allora, cosa impedisce ai media di occuparsene nel modo giusto? C'è un sostanziale impoverimento del linguaggio e dei contenuti. Abbiamo molti più canali e strumenti rispetto a trent'anni fa,

da venerdì 3 maggio in prima serata

UN GIORNO IN PRETURA TORNA CON IL PROCESSO DI AVETRANA

gni sabato, fino al 1° giugno, il nuovo ciclo di "Un giorno in pretura”, condotto da Roberta Petrelluzzi in onda su Rai3 alle 23.50, si occuperà del processo di Avetrana per la morte di Sarah Scazzi. Il processo si è chiuso il 20 aprile scorso presso la corte di Assise di Taranto, con la sentenza di condanna per tutti gli imputati: 120 testi, 52 udienze, quasi 400 ore tra dibattimento, arringhe e requisitorie e cinque giorni di camera di consiglio. Tutto comincia il 26 agosto del 2010 ad Avetrana, quando la quindicenne Sarah Scazzi scompare. Le ricerche coinvolgono

ma siamo sempre schiavi dell'immagine e dei prodotti da consumare. Una tv che guarda dal buco della serratura ed entra troppo nella vita privata degli altri. Se voglio parlare in tv di come ho arredato la mia, casa uno spazio si trova. Se due genitori, che conosco personalmente, hanno una bambina affetta da una malattia rara non riescono a trovare una trasmissione che li ospiti. Per questo sono felice di condurre una trasmissione come "Amore criminale" che affronta in modo serio e attento questo tema tragico. è vero che coltiva da un po' l'idea di dirigere un lavoro teatrale o televisivo sul tema della violenza? Sì, sto scrivendo una storia su una donna maltrattata. Mi piacerebbe debuttare in regia. Ci penso e ci lavoro da un po', prima ancora di ricevere la proposta di condurre "Amore criminale". 

l'intero paese. Il 6 ottobre lo zio, Michele Misseri, alla fine di un drammatico interrogatorio confessa di aver ucciso la nipote e conduce gli inquirenti sul luogo in cui ha nascosto il corpo. Ma le confessioni contraddittorie di Misseri non convincono gli inquirenti e ulteriori indagini portano in carcere la figlia, Sabrina. Per quale motivo Sabrina avrebbe ucciso la cugina prediletta? A questa domanda l'accusa risponde sostenendo che la gelosia ha indotto la ragazza a un gesto così estremo. Ma quali erano i rapporti tra le due ragazze? Qualcuno, tra amici e conoscenti, aveva sospettato che negli ultimi

tempi, questo rapporto si fosse incrinato? Verranno analizzate dettagliatamente le prove a carico di Sabrina e il movente. Un'intera puntata sarà dedicata alle tante verità di Michele Misseri. Ampio spazio sarà dato alla requisitoria e alle arringhe degli avvocati. 

il sabato alle 23.50 www.ufficiostampa.rai.it

faccio verifiche sui contenuti perché si parla anche questa volta di cucina, ma mi metto alla prova con una "ritualità" a cui non sono avvezza. Ritualità? Io sono abituata ai grandi show e il pubblico mi conosce per il mio modo di fare un po'giocherellone. Ma questa volta la posta in gioco è alta: è una gara che mette in palio un premio finale di centoventi mila euro in gettoni d'oro, che equivale per il vincitore alla possibilità di trasformare la passione in una vera e propria professione, magari mettendo su un'attività gastronomica. Per me sarà un po' faticoso non divagare troppo, scherzando. Chi sono gli sfidanti? Otto persone che nella vita fanno tutt'altro, ma accomunate dalla grande passione per la cucina: alcuni sono veramente bravi, altri sono convinti di esserlo. Una sfida in cui ciascuno di loro potrebbe diventare un futuro chef. Staremo a vedere… Il programma prevede anche la

ANTONELLA CLERICI

IL VENERDì TUTTI A CENA CON

ANTONELLA La "regina dei fornelli" Antonella Clerici è la padrona di casa de "La terra dei cuochi", il nuovo talent culinario di Rai1: «è un programma innovativo. Nuovi il linguaggio, le riprese e il montaggio: è arrivato anche per noi conduttori "di lungo corso" il momento di sperimentare». Otto concorrenti, giudicati "al buio" dai loro stessi parenti e dallo chef Davide Scabin, si contenderanno un premio utile per aprire un'attività gastronomica. «Il talento – afferma la conduttrice – non ha bisogno di esprimersi con piatti troppo elaborati. Basta una bella pasta al pomodoro, purché abbia un perfetto bilanciamento di ingredienti» di Marina Cocozza

lle dieci del mattino Antonella Clerici è fresca e pimpante, pronta ad affrontare, con il sorriso e l'entusiasmo di sempre, la preparazione di una nuova puntata de "La prova del cuoco". Un programma che non potrebbe che essere suo, consacrato dai consensi quotidiani del pubblico negli ultimi dodici anni. Un successo che ha spinto ora la conduttrice a fissare un

secondo appuntamento con la cucina, sempre su Rai1, nella prima serata del venerdì, per invitare, fino alla fine di maggio, i telespettatori a "cena" con lei ne "La terra dei cuochi". Un talent culinario in sei puntate. Di cosa si tratta? Lo considero un programma innovativo. è un prodotto italiano e non d'importazione, completamente inventato da noi, come tutti i miei programmi. è

nostro, come "Ti lascio una canzone", che è stato poi venduto all'estero regalandoci una bella soddisfazione. Torniamo al termine innovativo. "La terra dei cuochi" porta una ventata di novità nella Tv generalista: nuovo il linguaggio, nuove le riprese e il montaggio. è arrivato anche per noi conduttori "di lungo corso" il momento di sperimentare. Per quanto mi riguarda, non TV RADIOCORRIERE

presenza di alcuni personaggi famosi. Che ruolo hanno? Devono fare squadra con il concorrente a cui sono affiancati, per aiutarlo a vincere le sfide: li vedremo anche tagliare cipolle e patate… Passiamo ai giudici. Come viene garantita l'imparzialità? Si giudica in base al palato, assaggiando il cibo da piatti colorati completamente anonimi, non riconducibili agli autori delle creazioni gastronomiche. La cosa particolare sta nel fatto che i giurati sono tutti parenti degli sfidanti e, nell'esprimere il loro parere, capiterà che per "ignara cattiveria" escludano proprio i loro consanguinei. Dimenticavo che in caso di ex aequo, il giudizio del nostro chef Davide Scabin sarà determinante. Che caratteristiche deve avere la cucina "talentuosa"? Evitare piatti estremamente elaborati e favorire quelli della tradizione, introducendo magari un tocco di personalità. Io non amo la cucina sperimentale o la

il venerdì alle 21.10 gastronomia molecolare. E non mi piacciono gli assaggini infiniti, li trovo stomachevoli. Preferisco un piatto semplice, anche una bella pasta al pomodoro fresco, purché abbia un perfetto bilanciamento di ingredienti. Se avesse dovuto presentarsi lei, in veste di concorrente, su quale piatto avrebbe puntato? Non ho dubbi: proporrei il mio vitel toné, davvero insuperabile. Ormai la televisione pullula di programmi di cucina, da MasterChef in giù. Si preoccupa? Nient'affatto perché sono stata la prima a portare piatti e padelle in tv: tutti gli altri sono semplicemente i figli de "La prova del cuoco". Per quanto riguarda Master Chef, è uguale dappertutto e dura un'ora. Il nostro talent è invece diverso da qualunque altro: facciamo anche intrattenimento, in due ore e mezzo inedite. Al cibo si associa quasi sempre il discorso delle calorie. Ha mai pensato a un programma dietetico? Non ci penso affatto, sarebbe contrario alla mia filosofia di vita! No, dietetico assolutamente no, ma sul benessere sì.  9

spero tanto di invecchiare con

Camilla

Il Tv Radiocorriere ha incontrato Veronica Pivetti al termine delle riprese della quinta stagione della fortunata serie di Rai1 “Provaci ancora prof”. “Camilla è sornionamente rivoluzionaria - afferma -, una figura femminile che piace soprattutto alle donne. La sua leggerezza non è mai superficialità e poi è ironica e spericolata, trasgredisce spesso le regole. Mi piace la disobbedienza sana”. Per il futuro l’attrice pensa anche a un personaggio drammatico: “Non intendo però un ruolo tutte lacrime”. In un libro ha raccontato il periodo in cui ha sofferto di depressione: “Mi hanno salvato il forte senso del dovere e un’amica straordinaria”. Non la spaventa la solitudine: “Sono sempre stata molto sola, lo dico con serenità perché amo la solitudine” di Silvia Battazza 10

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ono appena terminate le riprese della quinta stagione di “Provaci ancora prof”, la serie diventata un vero e proprio classico della detection rosa targata Rai, che tornerà sugli schermi nella prossima stagione autunnale con tantissime novità. Dopo una lunga separazione, i coniugi Baudino sono tornati insieme e, in questa nuova serie, si trasferiscono a Torino. Ritroveremo Camilla alle prese con il trasloco e con le intemperanze dei nuovi alunni, nella classe multietnica di un istituto tra i meno raccomandabili della città. Una nuova esilarante carrellata di avventure, tra mille contrattempi e altrettanti colpi di scena, attendono la finora nota insegnate “in giallo”, destinata a diventare anche una prof di frontiera. “In questa nuova serie – racconta la protagonista Veronica Pivetti – Camilla si trasferisce al nord per seguire il marito e si ritrova catapultata in una realtà a lei sconosciuta: ha sempre insegnato in una scuola relativamente tranquilla, mentre ora dovrà vedersela con le problematiche di un istituto che definirei al limite, dove gli studenti sono tutti abbastanza disastrati. E la maggior parte dei gialli, in queste nuove sei puntate, saranno proprio legati agli studenti”. Quindi spiega che la professoressa non avrà più solo un intenso legame con gli allievi in classe, come da sua abitudine, ma continuerà a mantenere questo forte rapporto con loro anche fuori dalla scuola. Parlando del successo del suo personaggio, la Pivetti traccia i contorni di una figura femminile che piace soprattutto alle donne e nella quale – dice - è facile identificarsi: “Camilla è sornionamente rivoluzionaria. Ha un marito, una figlia, una famiglia alla quale tiene molto, poi però ha anche un corteggiatore da cinque serie tv, quindi è una donna che si prende le sue libertà. È soprattutto una che coltiva la grande passione delle investigazioni, e non c’è nulla o nessuno che glielo possa impedire. Fa il suo lavoro e la sua giornata dovrebbe essere di duecentocinquanta ore per poterle permette di fare tutte le cose che fa. È quello che capita spesso a noi donne. È profondamente corretta e onesta, ma non rinuncia a ciò che le piace. Se ne frega di fare sempre e solo le cose che sono giuste e non per questo si sente una donna o una madre snaturata”. Lei ha interpretato tante fiction di grande successo. A quale personaggio è legata di più? La domanda è insidiosissima perché sono alla quinta edizione di “Provaci ancora prof” e Camilla Baudino è un personaggio al quale devo tantissimo. Anzi, stramolto. Mi ha dato un’identità di attrice ed è stato soprattutto il mio primo ruolo da protagonista assoluta. È molto amata anche dal pubblico. Per me Camilla è stato un grandissimo regalo e spero di invecchiare con lei. Nel mio cuore comunque porto anche tanti altri lavori che ho interpretato, a cominciare da “Commesse”, una serie bellissima che ha cambiato la storia della fiction in questo Paese. Poi ho fatto alcuni esperimenti dei quali sono molto orgogliosa. La miniserie per bambini “La Befana” è piaciuta tanto anche ai grandi, per non parlare de “La ladra”, una serie molto coraggiosa che mi piacerebbe continuasse con una seconda stagione, perché secondo me è un prodotto geniale e divertente. Spero si possa replicare. C’è un ruolo con il quale vorrebbe misurarsi o cimentarsi in futuro? Ha mai pensato di interpretare una vera cattiva? No… Anzi sì. Ora che ci penso potrebbe essere molto divertente fare una cattiva “seria”, anche se non è proprio quello che cerco in questo momento. In realtà stiamo

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ragionando con la Rai su un personaggio drammatico. Attenzione però, non intendo un ruolo tutte lacrime, ma semplicemente di maggiore peso drammatico. Penso ad un personaggio forte, con sfumature complesse. È un esperimento che mi piacerebbe fare su di me, come attrice, per vedere come reagisce il pubblico ormai abituato a legarmi alla commedia e alle risate. I suoi personaggi più amati sono donne frizzanti, allegre, riflessive e magari pasticcione, ma sempre di grande spessore umano e mai superficiali. Ne ha mai incontrate nella vita reale di persone così? Credo ce ne siano tante, ma molte non sono visibili. Le donne purtroppo sono ancora trattate un po’ male dalla società. Sono profondamente convinta di questo ed è il motivo per cui mi piace interpretare la prof, una donna intelligente e leggera. La leggerezza non è mai superficialità, è una grande dote. Poi è ironica, spericolata, trasgredisce spesso le regole. E anche questa è una cosa importantissima: mi piace la disobbedienza sana, anzi molto sana. Credo che di persone che abbiano queste potenzialità ce ne siano tante, il problema è che le donne culturalmente hanno un giogo sulle spalle molto pesante da portare. Spero quindi che il mio piccolo contributo, l’esempio della prof per intenderci, possa contribuire a svegliare qualcuno. Ha detto più volte che la prima cosa è conoscere se stessi. Lei ci è riuscita? Io mi sto conoscendo molto, questo sicuramente. Dopo i trent’anni ho cominciato a raggiungere un’adeguata conoscenza di me stessa. Più cose so e più sono contenta. Intendo anche le cose spiacevoli, non importa. Non sono di quelle persone che preferiscono girarsi dall’altra parte, non sapere. Se conosci i tuoi limiti e i tuoi problemi, puoi fronteggiarli. Puoi trovare il modo per ridurre i danni. Oggi certamente mi conosco molto di più rispetto al passato e sono convinta che andrò avanti. A quarantotto anni suonati, compiuti a febbraio, non ho paura di mettermi in discussione… È una delle poche donne che rivela la sua età senza troppi problemi… (Ride – ndr) Non me ne importa niente. Anzi, penso proprio di portali bene. E poi, se anche non fosse così, l’importante è che io per prima me li senta bene addosso… Per il resto chi se ne frega! Ha raccontato in un libro gli anni difficili in cui ha sofferto di una malattia tanto comune quanto terribile: la depressione. “Quando ha smesso di piangere”? Ho smesso nel 2008. Prima si parlava di conoscenza di se stessi, ecco la mia consapevolezza arriva molto dall’esperienza della depressione. Questa malattia, subdola e devastante, paradossalmente mi è servita tanto per capire chi sono, come sono fatta e comprendere molte cose, ahimè anche non bellissime. Non siamo scrigni di sole cose meravigliose, c’è sempre qualcosa che non va. L’importante è affrontare le difficoltà e tentare, ovviamente, di risolvere i problemi il più possibile. E’ stata un’esperienza determinate nella mia vita e sono contenta sia finita in un libro, perché vedere le cose nero su bianco fa sempre un effetto diverso, quasi strano. Io l’ho vissuta e quindi la conosco bene la mia vicenda, ma quando l’ho scritta e poi riletta e riletta ancora, a un certo punto mi sono domandata: “Mannaggia, ma a me è successo davvero tutto questo?”. Poi capisci che è andata bene, che sei molto fortunata. E’ stata una mazzata devastante, ma è 12

anche uno degli avvenimenti della mia vita che mi ha permesso di conoscermi in profondità. Sembra quasi incredibile che proprio in quel periodo lei abbia continuato a lavorare e a far divertire la gente con i suoi personaggi. Come ci è riuscita? Ora che è finita me lo domando anch’io. Sinceramente non lo so. Ci sono stati momenti molto drammatici. Dove ha trovato la forza? Intanto ho un forte senso del dovere. Per me il lavoro è veramente la vita. Se devo fare una cosa, cascasse il mondo, io la faccio. Dovrei essere ricoverata in ospedale tutta ingessata o paralizzata per non andare al lavoro. Avevo firmato un contratto e oggi posso dire: meno male! Mi sentivo addosso l’obbligo di sottrarmi dalla mia malattia. Se non ci fosse stato il set sarebbe stata una tragedia, non sarei più uscita di casa e probabilmente mi sarei persa. Certo, non è stato facile. Avevo in mente tutto, fuorché interpretare una commedia e far ridere. Ma mi sono presentata sempre, e pare che nessuno si sia accorto della mia malattia. È andata bene! È una donna molto coraggiosa… Non so se sia coraggio, oggi penso però di essere una donna forte. Ce n’è voluta per arrivarci! Da bambina ero molto pigra, ma ho vinto anche questa battaglia. Con gli anni mi sono trasformata in una che non si ferma mai, sono assatanata di lavoro. Mi piace da pazzi: il nostro è il lavoro più bello che ci sia. Si dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno. I suoi le sono stati vicini? Ho un’amica straordinaria, che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita e che mi ha aiutato tantissimo. Mi è stata vicina sempre, non mi ha lasciato mai sola, neanche nei momenti più bui. È una donna semplicemente fuori dal comune, molto sapiente, che oggi è anche la mia socia di lavoro. La sua è stata una presenza molto intelligente e forte. Se ce l’ho fatta è soprattutto grazie a lei. Della sua amicizia penso tutto il bene possibile. Poi, in generale, sono una persona molto solitaria, non ho mai avuto un gruppo di amici, non ho mai avuto la cosiddetta “compagnia”. Sono sempre stata molto, molto sola. E lo sono anche adesso. Lo dico con grande serenità perché io amo la solitudine, mi piace. Cosa la rende felice, oltre al lavoro? Quando posso andare in giro con i miei due cani, mi sento davvero bene. Mi distende, mi rende appagata e soddisfatta. Come vede ora il suo futuro? Sono purtroppo ottusamente e stupidamente ottimista. Sempre. Penso continuamente che le cose andranno bene. Poi non è detto che vada così, perché la vita è pronta a metterti alla prova con delle belle sorpresine, ma se devo pensare a cosa farò domani con le mie forze, sono certa che ce la farò. Cosa non lo so, ma sono certa che ci riuscirò. Ho un’incrollabile e inspiegabile fiducia in me stessa…■

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IL GRIGIO PER ME è UN COLORE CHE NON ESISTE SEGNALIBRO

Renzo Arbore commenta il libro di Gianni Garrucciu di cui è protagonista.«Le persone intervistate dall'autore - dice lo showman - mi attribuiscono più pregi che difetti. Sono state individuate parecchie cose di me, anche cose alle quali non avevo mai pensato o non credevo di avere fatto». Arbore ha iniziato una nuova tournée, dove ripropone le canzoni napoletane: «Sono le più melodiose, hanno i versi che sono poesie. Prima o poi arriverà un intellettuale serio e le farà studiare a scuola. E si dovrebbero studiare anche i versi di Jannacci, De Andrè, Battisti e De Gregori»

di Lucilla Perelli Rizzo

enzo Arbore è il protagonista del libro di Gianni Garrucciu "Arbore, vita, opere e (soprattutto) miracoli", una "biografia" piena di elogi. Quando lo incontriamo gli chiediamo subito se l'autore è un amico. «Assolutamente no – risponde -, è un mio grande ammiratore. Ogni volta che andavo in Sardegna, m'intervistava per il suo giornale e sapeva molte cose di me. è un "collezionista" dei fatti miei, un bravo giornalista. L'ho incontrato alcune volte in occasione delle interviste, una delle quali per stendere la seconda parte del libro. Parla bene di me "è o vero!», ma non è un mio amico, nel senso stretto del termine". Quanto c'è del vero in questo libro? La prima parte è piuttosto imbarazzante… In che senso? Dico imbarazzante perché i pregi sono molti e i difetti pochissimi, rilevati da tutte le persone intervistate dall'autore. Oltretutto mi ci ritrovo perché amici e non hanno individuato parecchie cose di me, anche cose alle quali non avevo mai pensato o non credevo di avere fatto. Per esempio la lingua: ogni tanto "cacciavo" dei termini inusuali, dialettali. Una volta mi chiamò Beniamino Placido e mi chiese il significato della parola "accossato". Risposi che lui avrebbe dovuto saperlo, visto che è nato in provincia di Matera e la parola significa esercizio già in corso. Il bello arrivò quando in una trasmissione usai la parola "colonnetta". Quella volta fu Umberto Eco che voleva sapere il significato del temine. Al Sud lo hanno riconosciuto, o meglio lo sanno tutti: è quella mezza colonna bianca, vicino al letto, che conteneva il pitale.

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Insomma, il comodino. L'essere artista l'ha portata a dar vita a molte pimogeniture. Sì, è vero. Dovevo trovare delle cose, dei casi, che non c'erano prima, non erano stati effettuati. Per esempio il primo quiz telefonico. Non ci aveva pensato nessuno, anche perché c'era Mike Bongiorno. Oppure l'orchestra che era formata da un duo, o il primo gruppo "en travesti", cosa davvero inconsueta per l'epoca, con le Sorelle Bandiera, per finire col pubblico cantante di "Indietro tutta". Anche "Cari amici vicini e lontani" aveva le sue innovazioni, lì si partiva da un' idea centrale: era concepita come una festa per l'anniversario della radio con camerieri che andavano e venivano. Una festa di tutti, una specie di format dove tutti si conoscono e si divertono a ricordare un cosa bella come la radio. A proposito di radio, non le manca? E la televisione? Per la verità, la mia radio e la mia televisione improvvisata non solo non sono state superate, ma non sono state più realizzate perché non ci sono più artisti, almeno temporaneamente, che sappiano improvvisare come faceva Nino Frassica. Non parlo di Benigni e Troisi con i quali abbiamo inventato e improvvisato cose che rimangono preziose. Con Frassica abbiamo dato l'imprimatur: dopo il successo di "Quelli della notte" siamo riusciti ad improvvisare ben sessantacinque puntate di "Indietro tutta" e ci vedevamo già truccati e vestiti, pronti per andare in onda. Se devo andare avanti, mi devo divertire con la rete. Sto sperimentando molto timidamente un channel dove ci sono cose mie, ma anche di altri. Pezzi che TV RADIOCORRIERE

sono pilastri perché non si può fare umorismo senza aver visto "Totò nel vagone letto", tratto da "Totò a colori", quella è Bibbia… Non si può ignorare la magnifica improvvisazione di Valter Chiari nel "Sarchiapone" e ancora Totò che sulla terrazza spiega come aprire una cassaforte nel film "I soliti ignoti". è come nella musica: ci sono pezzi straordinari che devi sapere per forza, se vuoi diventare come Paolo Conte. Il prossimo anno per la radio sarà un nuovo anniversario. Pensa di fare qualcosa? Boncompagni ed io siamo stati i primi dj nella storia della radio italiana, abbiamo fatto l'esame assieme. Facevo il maestro programmatore di musica leggera e un giorno arrivò dagli USA il maestro Gatti e ci disse che in America i maestri programmatori presentavano e proponevano i dischi. Noi lo sapevamo ma ci voleva un permesso, che poi arrivò… Così cominciai a fare le scalette di"Bandiera Gialla e a proporre i dischi che mi arrivavano dagli Usa e dall'Inghilterra. Mi sento ancora dj e faccio compilation, nel mio privato, nei momenti di nostalgia. Un ritorno alla radio, no. è strettamente attualità, è la diretta. è più moderna della Tv, ha fatto scelte tematiche che la televisione non ha ancora fatto. Confido nelle nuove reti digitali, anche se non sono state ancora lanciate al meglio. Esclusa Rai Storia, che almeno ha un'identità, per il resto non sai quello che vedi. Dovrebbero avere personalità più spiccata. Alcuni la definiscono "un goliarda a colori". Che ne pensa? Sono stato spesso criticato perché

sono troppo colorato, variopinto. Il grigio per me non esiste e nemmeno il nero se non abbinato col bianco. I colori sono sinonimo della fantasia. Casa mia è lo specchio della fantasia e la fantasia è ispirazione. Quanto al goliarda è stato spesso definito un imbecillone, invece non è così. Come leggiamo nel libro di Pupi Avati, appena pubblicato, il goliarda è un intellettuale, uno studioso, quello che per divertirsi punta verso il basso. In me poi c'è un influsso giovanile, eravamo sempre avanti. All'Ugi, unione goliardi italiani, erano iscritti personaggi come Scalfari, Craxi, Pannella, Tortora… Hanno fatto tutti una specie di gavetta nell'unione goliardica italiana. Di nuovo in tournée con la canzone napoletana. Primogenitura anche in questo. è da parecchio che non vado in America, ma tra un po' ci torniamo. Ora sto girando l'Italia: vedi gli umori del paese, e l'accoglienza del Nord è una sorpresa per la canzone napoletana. Un patrimonio straordinario che gli stessi artisti napoletani sottovalutano. Eppure come per gli americani è Cole Porter, per i brasiliani Vinicius de Moraes, la canzone napoletana lo è per noi. Sono le melodie più melodiose, hanno i versi che sono poesie, più belle delle canzoni americane. Prima o poi arriverà un intellettuale serio e le farà studiare a scuola. Si devono studiare a scuola anche i versi di Jannacci, De Andrè, Battisti e De Gregori, assieme ai versi delle canzoni napoletane perché alcuni sono più belli delle poesie di Carducci e Pascoli. Sia chiaro, dal mio punto di vista.  15

GIANNI GARRUCCIU

INTELLETTUALE O ANTI INTELLETTUALE: QUESTO IL DILEMMA

l giornalista Rai Gianni Garrucciu, nel libro edito da Rai Eri "Arbore, vita, opere e (soprattutto) miracoli", traccia attraverso le testimonianze di artisti, intellettuali ed amici, il ritratto del grande artista pugliese. L'opera à anche uno spaccato dell'Italia dagli anni Settanta ai giorni nostri. Uscito da poco più di due settimane, è già alla seconda ristampa. Presentato il 23 di aprile all'Auditorium Parco della musica di Roma, il RaiocorriereTv ha incontrato l'autore e l'artista. Perché un libro su Renzo Arbore? Siete amici? No, non siamo amici. Ma… comincio da lontano. Quanto lontano? Un bel po'. Ho iniziato a fare la radio all'età di dodici anni. A diciannove conducevo, con un collega ora scomparso, un programma dal titolo "Fateli entrare" per una radio locale "Radio Sardegna libera", la prima a dare la notizia dell'Italia liberata. A un certo punto, e di anni ne avevo circa ventiquattro, Corrado Guerzoni storico dirigente Rai, cercava dei giovani autori per rinnovare il varietà radiofonico che accusava stanchezza. Fu allora che incontrai per la prima volta Arbore e Boncompagni. Inutile dire che erano i nostri modelli. Poi? Nell 1985 fui assunto in Rai: il contatto con Arbore era rimasto, ma limitato al mio lavoro di giornalista. Nelò 2004, in occasione dell'anniversario della radio, decisi di scrivere un libro sull'argomento e fu proprio Arbore, che intervistai per l'occasione a suggerirmi il titolo: lui stava potando in video "Cari amici…" e mi consigliò come titolo il resto della frase "Buonasera ovunque voi siate". Insomma per me era un cosa da fare, raccontare di Renzo era inevitabile. Da dove ha cominciato? Non è cosa semplice: lui è uno che ci ha fatto ridere, ma non in modo scontato. E la domanda che mi sono posto è stata di non facile soluzione. Che domanda? Arbore è un intellettuale o un anti intellettuale? Questo il dilemma. Uno che ha cambiato il gusto, il modo di pensare e di gradire lo spettacolo. Che c'è dietro? Mi sono chiesto. E cosa ha scoperto? Ho incontrato e intervistato un sacco di gente. Non solo amici suoi, ma anche persone che ne facevano una lettura critica. Personaggi come Zavoli, Eco... Eppure ciascuno ne ha parlato con grande rispetto. Credo che non ci sia altro personaggio che, come lui, sia riuscito a cambiare i gusti degli italiani. Alla fine qual è il risultato? è un intellettuale o no? Per dirla con Gigi Proietti non è un intellettuale, è un raffinato intellettuale che ti fa sorridere e pensare. Il rapporto con lui come è andato? Come ha reagito? All'inizio era scettico. Poi, siamo partiti. Di lui Franciscu Sedda, assistente d Umberto Eco, ha detto che è un personaggio global e local. Ovvero? Parte dall'essere locale, dal provincialismo, poi diventa globale, si apre a tutta la società. Ma, alla fine, siete diventati amici? E' stato per me un bell'incontro: mi ha aperto la sua casa con estrema disponibilità, amicizia e dico empatia. Mi è sembrato di parlare con un amico. Penso che lui sia come il vino, il buon vino. Col passare del tempo migliora. Cosa ha in cantiere? Un libro sui due Papi: Benedetto e Francesco. 

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IL CROCEVIA DOVE LE CULTURE SI INCONTRANO Il cuore della produzione è Palermo, ma "Mediterraneo" è un esempio unico di giornalismo che nasce dalla uncooperazione internazionale: italiani, francesi, spagnoli, greci, svizzeri e algerini negli oltre vent'anni di trasmissioni hanno realizzato più di tremila reportage originali in tutti i Paesi del bacino. Settecento le puntate finora in onda con la coproduzione Rai-France 3. Un traguardo importante che il magazine della TGR festeggia con una mostra ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, al Centro Sperimentale di Cinematografia.

di Laura Pasquini TGR Mediterraneo

n bambino siriano che impugna un'arma; la caduta del regime del colonnello Gheddafi; la rivoluzione delle donne nel mondo arabo; i disastri ambientali e la modifica di flora e fauna del Mediterraneo. è dalla Sicilia che la Rai racconta storie e personaggi dei Paesi del bacino del Mediterraneo. Settecento le puntate finora in onda con la coproduzione Rai-France 3. Un traguardo importante che il magazine della TGR "Mediterraneo" festeggia con una mostra ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, al Centro Sperimentale di Cinematografia. Per sopraggiunti impegni istituzionali, la Presidente della Camera Laura Boldrini, più volte coinvolta nella trasmissione

nel suo precedente ruolo di portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, non è potuta intervenire all'inaugurazione. Il programma è diventato promotore per il dialogo e gli scambi fra le due sponde del Bacino, esaltando le diversità, rendendo le differenze risorsa e arricchimento. Ecco perché "Mediterraneo" è diventato un osservatorio permanente del crocevia geopolitico. Spesso i servizi del magazine riescono a leggere e raccontare in anticipo gli eventi e le svolte sociali. Questo grazie anche alla cooperazione giornalistica internazionale: italiani, francesi, spagnoli, greci, svizzeri e algerini negli oltre vent'anni di trasmissioni

hanno realizzato più di tremila reportage originali in tutti i Paesi del bacino. Il cuore della produzione è a Palermo, in quella terra di Sicilia che naturalmente è al centro del Mare Nostrum, primo approdo dei disperati che fuggono dalla fame e dalle guerre con le carrette del mare, persone sfruttate dai mercanti di vite umane. Essendo terra d'accoglienza, l'isola è un osservatorio particolare dei mutamenti di tutta l'area mediterranea. Il nostro è un magazine che va oltre la notizia, considera le immagini con gli effetti, un elemento determinate per la buona riuscita di un reportage. Poi ci sono i protagonisti del programma: l'edizione è curata da anni da

Daniele Randazzo con la scrupolosa regista Gabriella Guarnera, pure una delle "voci" del programma. Quest'anno alla conduzione in esterno della collega Lucilla Alcamisi si affianca l'impegno della regista Leonarda La Placa. Fra le novità c'è l'appuntamento con gli"speciali" curati da Roberto Alajmo e da me. Un altro percorso che guarda alle eccellenze nel bacino, alle tradizioni, alle crisi in atto, letture che partono dal passato per affrontare i temi del presente e che tracciano una via d'espansione anche per l'economia italiana. Dal 2006 la televisione pubblica algerina (Entv) realizza l'edizione araba di"Mediterraneo" che viene diffusa dal circuito di televisioni arabe aderenti all'Asbu (Arab States Broadcasting Union), che sono presenti in tre diversi continenti, Europa esclusa, dove invece arriva il satellite italiano. Responsabile del magazine per la Rai è Giancarlo Licata e per France 3 Thierry Pardi. "Mediterraneo" si avvale anche di due assistenti ai programmi, Adelaide Costa e Lino Agrò, e si può considerare un prodotto giornalistico unico nel suo genere all'interno del variegato mondo informativo della Rai. Tra l'altro è l'unica coproduzione "effettiva" presente nel vecchio continente. Il settimanale televisivo fa parte della più grande testata europea, la TGR, il cui direttore è Alessandro Casarin, che ha la responsabilità delle Redazioni Regionali e di rubriche nazionali che raccontano il nostro Paese guardando all'Europa nel suo insieme. Inoltre la TGR da anni ha redazioni di lingua slovena, tedesca, ladina, in parte francese che mostrano come sia presente nel Dna della TGR la cosiddetta politica di vicinato, seguendo o anticipando in questo l'esperienza francese, più forte nelle struttura regionali delle macroaree. "Mediterraneo" è un prodotto"unico" soprattutto per il suo profilo di coproduzione, per la redazione mista di Palermo, per il bacino al quale si rivolge, per la scelta dei reportage, per il suo modello giornalistico che si distacca sia dai reportage di cronaca sia dal documentario. La sua scelta editoriale è netta: punta sulle persone"anonime" facendo

emergere nuovi protagonisti dei grandi e piccoli fatti. Proprio in Sicilia tre secoli di dominazione araba hanno dato forti impulsi alla crescita del popolo siciliano e hanno lasciato memorie che è difficile trovare in altre parti del mondo. Come sono state importanti le presenze greca e albanese, culture che sono riuscite a lasciare un'impronta indelebile di un passato straordinario fatto di architettura, scienza, letteratura, tradizioni,

straordinar io terr itor io. Dell'importanza e del ruolo della Rai nei Paesi del bacino ne ha parlato recentemente il direttore generale, Luigi Gubitosi, dal quale ci aspettiamo un sostegno concreto come la prosecuzione del programma in estate (anche se in forma diversa, vicino al modello degli "speciali"; nessun investimento aggiuntivo sarebbe previsto) e la conferma di un gruppo di lavoro che dimostra capacità e coesione, qualità esaltate

commerci. Quel "rinascimento" che stava alla base della società siciliana è rimasto tale nonostante la presenza della mafia e della corruzione che hanno messo in ginocchio, hanno soffocato, questo

proprio da questa gestione aziendale. "Mediterraneo" va in onda ogni domenica su Rai3 alle 11.00 e per chi volesse approfondire, il sito è www. mediterraneo.rai.it . 

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TIBERIO TIMPERI

RISPETTO per la

GENTE e la NOTIZIA «Nel nostro mestiere non si invecchia. è tutta esperienza». Tiberio Timperi conduce su Rai1 insieme a Miriam Leone "Uno Mattina in famiglia", tra attualità e cultura. Spiega così lo spirito della trasmissione: «Non vogliamo sensazionalismi, cerchiamo di rimanere il più possibile aderenti alla cronaca. Lasciamo che sia la gente a formarsi un'opinione. Noi diamo i fatti così come sono, poi ognuno è libero di farsi una sua idea»

el fine settimana il buongiorno lo danno loro: Miriam Leone e Tiberio Timperi, i padroni di casa del programma di Rai1 "Uno Mattina in famiglia". Ospiti, approfondimenti anche della lingua italiana e della musica "colta", rubriche e attualità. Lunga attività di giornalista e conduttore alle spalle, Timperi ha nel suo curriculum radio e televisione, ha

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di Rita Pernarella scritto libri, interpretato e doppiato film. Qual è la dimensione che più ti si addice? Mi sono trovato sempre e comunque a mio agio, in qualunque campo mi sia dilettato. In assoluto però sto meglio quando ho un microfono davanti. Anche se, ormai prossimo ai trent'anni di televisione, devo dire che in uno "studio" mi sento a casa mia.

Tra radio e televisione, dove hai individuato il minimo comune multiplo? Sicuramente nel comunicare con la gente. Radioascoltatori o telespettatori che siano, nel contatto che ti lega a loro. A proposito di Tv, dal 1996 conduci il programma del week end, nel quale si racconta la quotidianità. In questi anni come è cambiato il modo di 21

raccontare al pubblico la vita degli altri? Per quanto riguarda noi, non perdiamo di vista il ruolo di servizio pubblico che l' Azienda svolge, il rispetto per la gente e per la notizia. Non vogliamo sensazionalismi, cerchiamo di rimanere il più possibile aderenti alla cronaca. Usiamo pochi aggettivi. Lasciamo che sia la gente a formarsi un'opinione. Noi diamo i fatti così come sono, poi ognuno è libero di farsi una sua idea. Ti sei mai sentito sottovalutato professionalmente? Direi di sì. Ho fatto molta radio, ma purtroppo sono fuori da Radio Rai. Visto che il nostro è un mestiere dove non si invecchia, ma si acquisisce esperienza, mi farebbe piacere capire perché. E per quanto riguarda la televisione? Considerando i risultati lusinghieri di "Unomattina in Famiglia", ci piacerebbe poter ricevere altre proposte visto che il nostro è un gruppo di lavoro che funziona molto bene. Fare bene una cosa, non vuol dire non essere in grado 22

di fare dell'altro. Ecco, diciamo che sarebbe interessante mettersi alla prova per dimostrarlo non solo a se stessi. Ad esempio con "Verdetto Finale", in cui sostituivi Veronica Maya in maternità, hai fatto un'esperienza estremamente positiva. è andata benissimo, con ascolti record. Nonostante fossi salito su un treno in corsa, e nonostante altre reti martellassero quotidianamente con il naufragio della Costa Concordia, il fatto di cronaca di quel momento. La rete, internet, Facebook, la velocità di connessione favorisce i rapporti? No, li falsa. Li rende troppo immediati e, in quanto tali, soggetti anche alle variazioni della "pressione atmosferica". Nel senso che, se uno è vagamente ciclotimico o umorale, la rete lo segue come un branco di pesci impazziti. Facebook ha la sua utilità, ma entro certi limiti. Va considerato per quello che è: uno strumento dove c'è poco controllo, e questo secondo me non va bene. Cosa manca al tuo curriculum,

oggi? La direzione di una radio e la direzione di un programma di motori. Tuo padre è stato un dipendente Rai. Qual è il valore che hai ereditato da lui e che vorresti trasmettere a tuo figlio? L'onestà, la coerenza e lo spirito di sacrificio.  www.ufficiostampa.rai.it

La Rai racconta

LA CORSA ROSA Per il sedicesimo anno consecutivo, dal 4 al 16 maggio, la Rai ha l'onere e l'onore della produzione televisiva del Giro d'Italia, che per la prima volta nella storia sarà trasmesso in Alta Definizione. Telecamere e trasporto del segnale regaleranno al pubblico di tutto il mondo immagini all'insegna della nitidezza e dell'emozione. Team leader della spedizione giornalistica di Raisport è Auro Bulbarelli, telecronista ufficiale Francesco Pancani con il commento tecnico di Davide Cassani, cronista dalla motocicletta Andrea De Luca. Interviste e servizi realizzati da Arianna Secondini e Enrico Cattaneo

artenza da Napoli il 4 maggio, arrivo a Brescia il 26 maggio. Due tappe a cronometro individuale, una tappa a cronometro a squadre, sette tappe per velocisti, cinque di media montagna, una tappa di media montagna con arrivo in salita, cinque tappe di alta montagna con arrivo in salita. In tutto 3.454,8 km (media 164,5 km). La corsa rosa è ai nastri di partenza. Per il sedicesimo anno consecutivo, per tre settimane, la Rai ha l'onere e l'onore della produzione televisiva del Giro d'Italia. Per la prima volta nella storia, sarà trasmesso in Alta Definizione: telecamere e trasporto del segnale regaleranno al pubblico di tutto il mondo immagini all'insegna della nitidezza e dell'emozione. La Rai avrà dunque il ruolo di Host Broadcaster e la trasmissione sarà distribuita in ogni continente dall'agenzia americana IMG. La corsa verrà ripresa da cinque telecamere sulle moto e due telecamere girostabilizzate montate sugli elicotteri. In caso di maltempo l'aereo ponte garantirà comunque la visione della tappa in diretta. All'arrivo saranno presenti tredici telecamere (di cui due dotate di super slow motion) in grado di offrire ben nove replay da angolazioni differenti. Il capo progetto di questo grande impegno televisivo è Enrico Motta, ormai un veterano dei "grandi eventi" targati Rai. Il vicedirettore Auro Bulbarelli avrà il ruolo di Team Leader della spedizione giornalistica di Raisport nonché la supervisione editoriale del prodotto internazionale. Il telecronista ufficiale del Giro sarà Francesco Pancani con il commento tecnico di Davide Cassani. Cronista dalla motocicletta sarà Andrea De Luca. Le interviste e i servizi verranno realizzati da Arianna Secondini e Enrico Cattaneo Ogni giorno alle 14.00 su Raisport 1 si alzerà il sipario su "Anteprima Giro" curata da Armando Palanza e di lì a pochi minuti arriveranno le prime immagini in diretta della corsa. Rai3 comincerà invece la diretta alle 15.10 e, alla stessa ora, sul canale digitale Rai 501 sarà possibile godere delle immagini del Giro in Alta Definizione. Tre tappe del Giro 2013 saranno seguite integralmente in diretta: Col du Galibier (18 maggio) , Val Martello (24 maggio) e Tre Cime di Lavaredo (25 maggio). Al timone della storica trasmissione il "Processo alla Tappa" (17.15 - 18.05 Raisport 1 e Rai3) è stata confermata Alessandra De Stefano, coadiuvata da Beppe Conti e Silvio Martinello. La redazione internet www.raisport.rai.it darà l'opportunità di seguire tutta la gara in streaming con facoltà di scegliere sorgenti di immagini personalizzate, interviste e commenti esclusivi. La trasmissione "TGiro", in onda ogni giorno alle 19.30 su Raisport 1 sarà condotta da Andrea De Luca e Davide Cassani, con la cura di Alessandro Fabretti. La giornata sulle reti Rai comincerà con spazi dedicati all'interno del programma "Mattina sport". Questo programma sarà gestito da Ivana Vaccari dallo studio centrale di Roma e da Arianna Secondini, collegata dal villaggio di partenza. Il via di quasi tutte le tappe sarà proposto in diretta. Quanto accade in carovana e in corsa sarà raccontato da Piergiorgio Severini e Gigi Sgarbozza in trenta minuti nella rubrica "Giro Notte", in onda su Raisport 1 a mezzanotte in punto. Su Raisport 2 "Il Processo alla tappa" verrà replicato alle 00.30, a beneficio di tutti coloro che non avessero potuto seguire la trasmissione pomeridiana. Sempre su Raisport 2, ogni mattina alle 10.00, verranno riproposte le fasi salienti della tappa del giorno precedente. Nazzareno Balani, con l'apporto di Stefano Brunozzi, firmerà la regia internazionale, mentre la regia Italia sarà di Antonella Rossi. 

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Attraversando l'Italia

TRA TAPPE E COSTUME Radio1 propone uno spaccato della nostra penisola non solo dal punto di vista sportivo. Ogni giorno appuntamento con "Baobab" e nel week end all'interno di "Sabato Sport" e "Domenica Sport". La nche quest'anno Radio1 squadra giornalistica, coordinata da Riccardo Cucchi, è formata da riproporrà la formula che da Emanuele Dotto (team leader dal traguardo), Giovanni Scaramuzzino due anni appassiona gli (dal traguardo), Tarcisio Mazzeo (moto) e dall'ex ciclista Massimo ascoltatori. Il Giro d'Italia è Ghirotto (esperto tecnico). In questa edizione, inoltre, uno degli una grande occasione per vivere le inviati vivrà e racconterà la corsa a bordo di un'ammiraglia emozioni della corsa ciclistica, ma anche per conoscere il nostromeraviglioso Paese. Le biciclette percorreranno migliaia di chilometri, costeggeranno il mare, scavalcheranno montagne, attraverseranno borghi millenari. Un'occasione per raccontare il Giro e l'Italia. Appuntamentoall'interno di "Baobab al Giro d'Italia" dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 17.30. Quindi cronaca sportiva e "reportage" di colore e costume, storie e personaggi. La squadra giornalistica, coordinata da Riccardo Cucchi, comprende: Emanuele Dotto (team leader - dal traguardo), Giovanni Scaramuzzino (dal traguardo), Tarcisio Mazzeo (moto), Massimo Ghirotto (ex ciclista - esperto tecnico). La novità di questa edizione del Giro di Radio1 è che uno degli inviati vivrà e racconterà la corsa a bordo di un'ammiraglia. Verrà proposta un'originale e innovativalettura della tappa: quella dei direttori sportivi delle squadre. In studio si alterneranno gli abituali conduttori di "Baobab" Tiziana Ribichesu e Francesco Graziani, coordinati da Maria Teresa Torcia. Inviati e studio interagiranno per integrare gli aspetti tecnici e di costume. E naturalmente "Bobab" non trascurerà l'attualità, come il "format" del programma prevede. Cronaca diretta e continuativa degli ultimi 20 minuti di ogni tappa. Dal lunedì al giovedì sono previsti ampi ritorni con interviste e commenti degli inviati all'interno di Zona Cesarini, a partire dalle 21.10. Il Giro sarà seguito all'interno di "Sabato Sport" dalle 14.00 e diventerà campo stabile di "Tutto il calcio dedicato alla serie B". Analogo programma in "Domenica Sport", a partire dalle 12.25 in caso di anticipo delle partite del campionato di serie A, dove il Giro diventerà campo stabile di "Tutto il calcio". Il sabato e la domenica sono previsti anche ampi speciali ci circa otto minuti al termine della tappa, tra le 19.30 e le 20.15, con le interviste ai protagonisti della corsa. Il Giro avrà una finestra dedicata anche il sabato mattina, all'interno di "Sportlandia", tra le 7.30 e le 8.00. Servizi dedicati alla Corsa Rosa in tutte le edizioni del Gr1 (8.00-13.00-18.00-19.00-24.00) e Gr2 (7.30 - 12.30- 19.30). Insomma un Giro senza segreti per gli ascoltatori di Radio1. Nel solco della tradizione che ha visto la radio sempre presente con le sue storiche voci, da Mario Ferretti a Claudio Ferretti, da Enrico Ameri a Sandro Ciotti ed Alfredo Provenzali. Ma con uno sguardo attento all'innovazione, perché la cronaca sarà anche sul siti internet della rete radiofonica ammiraglia, e alla modernità del racconto. 

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COME ERAVAMO

volete vivere meglio?

SIATE FUTILI

Umorista, scrittore, autore, sceneggiatore, regista, giornalista, uomo di spiccata cultura, l'indimenticabile Marcello Marchesi viene intervistato l'11 maggio del 1963 dal Radiocorriere Tv in occasione della partenza del uo programma "Il signore di mezza età". "Mi sono accorto di essere diventato questo famoso signore - spiega - una bella mattina di primavera adatta a tutt'altre considerazioni, in cui, per giunta, sentendomi in gran forma, avevo preferito prendere il tram, che sferragliava allegramente, piuttosto che il quotidiano taxi" di Carlo Casoli 28

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inquant'anni fa il debutto televisivo di un grande autore del Novecento. Battuta fulminante. Sorriso pieno di ironia. Il racconto del Radiocorriere Tv per la partenza de "Il signore di mezza età". Era l'11 maggio 1963. Basta la parola. Basta dire Marchesi, come Marchesi Marcello da Milano. E aggiungere altro è difficile, davanti a un intellettuale a trecentosessanta gradi, umorista, scrittore, autore, sceneggiatore, regista, giornalista che segna profondamente la cultura italiana del Novecento, da quando comincia a scrivere sul Bertoldo, nel 1939, in compagnia di personaggi come Mosca, Guareschi, Manzoni, Metz. Basta la parola, per ricordare uno dei suoi slogan di Carosello, uno dei quattromila dei quali è autore: battute fulminanti e indelebili. Basta dire "47 morto che parla" per ricordare uno dei tanti film di Totò da lui sceneggiati. Per non parlare dei personaggi con i quali lavora, da Dapporto a Sordi, da Tognazzi a Walter Chiari, o di quelli "lanciati" da lui: Sofia Loren, Sandra Mondaini, Gianni Morandi, Cochi e Renato, fino a Paolo Villaggio. Marcello Marchesi - morto nel 1978 in un incidente nel mare della Sardegna - ha anche un rapporto stretto con la Tv e la radio, spesso dietro le quinte, come "mente" dei programmi (Ti conosco mascherina, La prova del nove, Questo sì questo no, Lui e lei, Lei, lui e gli altri, Valentina, L'amico del giaguaro, Canzonissima, solo per citarne alcuni) . Ma l'11 maggio del 1963 debutta anche sul piccolo schermo: in prima serata sul Canale Nazionale arriva "Il signore di mezza età" Osservazioni, divagazioni e commenti musicali sulla vita di ieri, di oggi e di domani. A firmare il programma, oltre al Marchesi "conduttore", ci sono anche Camilla Cederna e Gianfranco Bettetini. Nel cast Lina Volonghi e Sandra Mondaini e una sfilata di ospiti illustri: Raimondo Vianello, Walter Chiari, Gino Bramieri, Carlo Dapporto, Delia Scala, Monica Vitti, le gemelle Kessler. E l'elenco potrebbe continuare. Come nasce il Marchesi "di mezza età"? Lo spiega lui stesso al Radiocorriere Tv che anticipa il nuovo programma nel gennaio del 1963: «Mi sono accorto di essere diventato questo famoso signore di mezza età una bella mattina di primavera, adatta a tutt'altre considerazioni, in cui, per giunta, sentendomi in gran forma, avevo preferito prendere il tram, che sferragliava allegramente, piuttosto che il quotidiano taxi che mi porta al mio sotterraneo. Agli angoli delle strade, fioraie e cesti di violette e tulipani, dai finestrini della vettura entravano bracci di sole. Mi accorsi, persino, di una bella ragazza, seduta proprio di fronte a me che mi guardava. Le ricambiai lo sguardo sorridendo felice. Pensare che avrebbe potuto essere mia figlia! Infatti, dopo una leggera esitazione, lei si alzò e mi cedette il posto. Era il 4 aprile di due anni fa, compivo cinquant'anni. Fu allora che cominciai a pensare alla mia età, anzi alla mia mezza età e, come è destino di ogni scrittore, sia pure comico, creai il mio nuovo personaggio dalla mia nuova esperienza». è un articolo molto divertente, anche per la sorpresa che coglie l'autrice, Delfina Metz (figlia di Vittorio, inseparabile amico di Marchesi): «Io sono romana e, si sa, non amo troppo l'alba, ma sfido chiunque, nativo o «immigrato» a Milano, ad accettare senza battere ciglio, un appuntamento, sia pur di

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lavoro, alle cinque di mattina! Eppure... - Venga... L'aspetto domattina alle cinque, cinque e mezza! Questa la laconica, inesorabile risposta che Marcello Marchesi, il noto umorista, mi ha rimandato con estrema naturalezza attraverso il telefono, due sere fa mentre gli stavo chiedendo questa intervista, dopo aver precisato (mea culpa!) di avere una certa urgenza…». è un programma che fa ridere, ma che dietro il sorriso nasconde il riflettere sui tempi "moderni", un invito a non prendersi troppo sul serio. Che è un problema senza tempo né età. Sentite Marchesi: «Attenzione: il messaggio del Signore di Mezza Età ai suoi coetanei, ma specialmente ai giovani che ancora nulla sanno, è: Siate futili, futili. FU-TI-LI!!! La futilità, oggi, è una delle nostre maggiori ancore di salvezza. è forse la più valida arma contro la mitizzazione che caratterizza la nostra epoca (divismo, mito della poten-za industriale, progresso tecnico a tutti i costi ecc.). Sembra uno scherzo, ma se la gente fosse soltanto un po' più futile, meno togata e, molti valori della vita riacquisterebbe-ro la loro giusta dimensione, si vivrebbe molto meglio, forse non sarei più costretto a pensare (l'ho messo persino in rima!) Bella la vita di

adesso - Si vive più a lungo - Si muore più spesso... La futilità è la mia seconda natura, ecco un'altra importante scoperta che ho fatto come Signore di Mezza Età. Infatti, secondo Freud, cosa rappresenterebbe questo Signore da me creato, se non il mio e transfert... fu-tile? lo stesso, lo ammetto,sono nato in un periodo fortunatamente futile: alla fine della Belle Epoque, nell'anno in cui nacque il fox-trot e tutti impazzivano per la canzone Tripoli, bel suol d'amore che, in fondo in fondo se andiamo a vedere, non faceva che futilizzare la guerra di Libia...». Il signore sì che se ne intende… verrebbe da dire, per citare ancora lui, Marchesi Marcello da Milano. E, per fortuna, il suo "lascito" non è andato perso. Oltre le pagine del Radiocorriere e le immagini custodite dagli archivi delle Teche Rai, dal 2011 è nata un'associazione culturale che porta il suo nome, curata dai suoi eredi.  30

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IL FUTURO PASSA PER LA VALLE D'AOSTA In queste settimane la Rai sta sperimentando il digitale terrestre di nuova generazione. Si chiama DVB-T2. Il direttore delle strategie tecnologiche Luigi Rocchi spiega: «Il vertice Rai ha impresso grande impulso all'innovazione e alla ricerca, con la digitalizzazione del Tg2 e, quest'anno, di tutte le testate news. Con il Centro Ricerche da cinque anni ha avviato sperimentazioni sull'ultra alta definizione 4K e 8K»

B-T2, e poi 5.1, l'audio, e 4 o magari 8K per i contenuti: numeri e sigle che possono apparire al limite dell'incomprensibile e persino prive di significato. ma che in realtà rappresentano il futuro. Il futuro dell'immagine, dell'audio e delle trasmissioni. In altre parole il futuro della televisione, quello che Rai sta testando già in queste settimane. A sette anni dall'inizio della sperimentazione del primo digitale terrestre, torna la Valle d'Aosta ad essere terreno di prova e prima spettatrice delle nuove tecnologie Rai. Luigi Rocchi, direttore strategie tecnologiche

di Emilio Fuccillo di viale Mazzini, spiega: «è in corso una prova del sistema digitale terrestre di seconda generazione DVB-T2 con diverse tipologie di contenuti per ricezione fissa e mobile 3D e HD, sia 2K che 4K, codificati anche con il nuovo standard HEVC (high efficiency video coding) e con audio 5.1». E se molti teleutenti che con il digitale terrestre non sono mai riusciti "a far pace" potranno malignamente pensare "passiamo alla seconda generazione che la prima non c'è piaciuta", dimostra con questa ancora una volta la nostra azienda, come lo stesso Contratto di Servizio prevede, di essere all'avanguardia nell'innovazione

tecnologica. L'occasione per fare il punto sull'universo di sigle che per i più poco o nulla significano, ma che tradotte in immagini rappresentano il domani dell'intrattenimento, è l'Hd Forum Conference, in programma il 9 e 10 maggio proprio in Val d'Aosta. Rocchi, che è anche vicepresidente di HD Forum Italia, aggiunge: «Il vertice Rai ha impresso grande impulso all'innovazione e alla ricerca, con la digitalizzazione del Tg2 e, quest'anno, di tutte le testate news. Strategie tecnologiche con il Centro Ricerche da cinque anni ha avviato sperimentazioni sull'ultra alta definizione 4K e 8K. Nel www.ufficiostampa.rai.it

2008 con la BBC e la giapponese NHK abbiamo vinto l'Innovation Award all'IBC di Amsterdam con la prima dimostrazione di una catena di produzionetrasmissione-ricezione in standard 8K. Nel 2009 la direzione strategie tecnologiche con il centro ricerche e il centro di produzione di Torino ha realizzato "Torino 4K", prima trasmissione televisiva in standar 4K tutta prodotta e postprodotta internamente. Infine, negli ultimi anni, ci siamo impegnati anche nella sperimentazione delle tecniche di ripresa, produzione e trasmissione stereoscopica, in 3D, tema, tra l'altro, che l'HD Forum Italia sta promuovendo a livello di sistema attraverso una specifica task-force coordinata da Rai». Una "vocazione" che viene però da lontano, almeno per la nostra azienda. Così da lontano che può vantare la Rai due "record mondiali": la prima produzione in HD del mondo, "L'Arlecchino" di Giuliano Montaldo prodotto trent'anni fa, nel lontanissimo 1983, e la prima trasmissione digitale sempre in HD via satellite, datata questa 1990. Quasi la preistoria della tv e soprattutto della tecnologia visti i ritmi con cui questa avanza e progredisce. Per questo, per questa sua vocazione e per l'indicazione stessa esplicita nel Contratto di Servizio, la Rai partecipa a gruppi di studio internazionali - Rocchi cita UIT, UER, ETSI, CEPT -, e collabora per la sperimentazione delle nuove tecnologie con enti, istituti di ricerca ed università. Primati e vocazioni che quasi quotidianamente si traducono in prodotti finiti. Nel 2012 ad esempio, sul canale 501 del digitale terrestre e sul canale 201 di tivùsat, sono state trasmesse due produzione Rai in 3D: "Un Gigante…" su Papa Giovanni Paolo II e sulla cerimonia della sua beatificazione e "Le non persone" di Roberto Olla, entrambi nell'ambito del programma Speciale Tg1. Produzioni che hanno ottenuto sino al 15% di share, riduttivo quindi definirle "esperimenti". Questo è il futuro.  TV RADIOCORRIERE

LA TV DEI RAGAZZI

vuoi mettere il fascino di

TITANIC?

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Elena Ballerini e Romina Pierdomenico sono i volti di "Gulp Cinema", il nuovo magazine dedicato al grande schermo in programma il venerdì pomeriggio.«Parliamo degli idoli dei ragazzi - dicono -, del loro stili, dei loro look e anche un po' di gossip». E aggiungono: «Gli attori che abbiamo intervistato ci hanno raccontato il proprio percorso e i sacrifici che hanno dovuto affrontare prima di diventare famosi. Ascoltandoli, siamo certe che riusciranno a trasmettere anche ai giovani telespettatori la loro grande passione» di Scina Santacatterina

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rotagonisti del grande schermo, maestranze, confessioni dietro le quinte, adrenalina da red carpet e incontri ravvicinati con star del cinema nazionale e internazionale vengono raccontati con un linguaggio giovane e fuori dal rigore dello studio televisivo. "Gulp Cinema" è il nuovo magazine, in dieci puntate sul mondo della settima arte dedicato agli adolescenti. Una produzione Rai Ragazzi, in onda dal 26 aprile ogni venerdì alle 15.50 su Rai Gulp. Il tutto in diretta da set, tappeti rossi, anteprime e raccontato, da due volti femminili: Elena Ballerini (già inviata della Tv Ribelle) e Romina Pierdomenico (seconda a Miss Italia 2012). Elena Ballerini con l'intervista "XGulp" propone un incontro quasi sempre in rosa, in cui le grandi interpreti del nostro cinema si raccontano. Romina Pierdomenico in "C&C: il Cinema del Cuore", si confronta con una stella del cinema italiano che svela il suo film preferito, quello che gli ha segnato la vita. Ogni puntata prevede, inoltre, molte altre rubriche come "Gulp che anteprima", che, attraverso trailer, anticipa un film atteso nelle sale o "Web Carpet" per rivelare le mode e le tendenze di Hollywood e, infine, "Backstage", una lente d'ingrandimento sui divi del cinema internazionale. Il programma è firmato da Monica Setta e Nicole Bianchi. Il Tv Radiocorriere ha incontrato Elena Ballerini e Romina Pierdomenico. Mi parlate di Gulp Cinema? Elena Ballerini è un settimanale che verte tutto su questo affascinante mondo, ma visto dal punto di vista più avvincente per i ragazzi. Si rivolge a un target di età tra i nove e i quattordici anni. Parliamo dei loro idoli, del loro stili, dei loro look e anche un po' di gossip, che non guasta mai. Andiamo alle premiere, intervistiamo gli attori, i registi, tutti gli addetti ai lavori. Ci sono anche tante rubriche. Il tutto per aiutare i ragazzi ad ampliare la loro cultura in campo cinematografico. Romina Pierdomenico è un programma sul cinema che si rivolge soprattutto ad un pubblico giovane. Il nostro ruolo, quello mio

e di Elena, possiamo definirlo da "inviate". Una piccola conduzione: all'interno del programma intervistiamo gli attori, lanciamo i servizi. Occupiamo diversi spazi. In che modo cercate di attrarre i giovani ? Elena Ballerini Attraverso l'individuazione dei loro attori preferiti. Noi cerchiamo di intervistare quelli che piacciono in particolare ai ragazzi, che seguono di più sui giornali. Quelli più indicati alla loro età. Romina Pierdomenico Io personalmente cerco di rendere piacevole la conversazione, il dialogo che si crea con gli attori, scherzando e facendo delle battute. Cercando in tutti i modi di coinvolgere i giovani telespettatori che ci guardano da casa. Qual è il vostro ruolo ? Elena Ballerini Nella prima rubrica,"Il cinema del cuore", Romina intervista un attore che ci parla della sua vita e ci svela il suo film preferito. La seconda, "XGulp", che presento io ed ha come autrice Monica Setta, è uno spazio più confidenziale. è incentrato sulla vita privata degli attori, vediamo un loro lato più riservato. Faccio domande sulla loro famiglia, sulla loro situazione sentimentale, sulla loro capacità di gestire il tempo. E poi anche tanti consigli utili e curiosità per i ragazzi: dalla possibilità di emergere in questo mondo senza scendere a compromessi, ai film

considerati da loro imperdibili. In ogni puntata, poi, si parla di stile, si vedono i red carpet, le premiere. Giudichiamo gli attori meglio o peggio vestiti. Romina Pierdomenico Per quanto mi riguarda, vado sul posto in cui so che si trova l'attore: può essere una casa, un teatro o un ristorante. Comincia quindi questo lungo dialogo caratterizzato da un clima cordiale e tranquillo. Io lo intervisto sul suo film del cuore. Mi faccio raccontare un po' la trama, le scene , i protagonisti, cosa lo ha colpito e il personaggio che avrebbe voluto interpretare. Qualche nome che avete intervistato? Elena Ballerini Carlotta Natoli e Donatella Finocchiaro: due bravissime attrici. Romina Pierdomenico Due uomini, uno più grande e l'altro più giovane: Francesco Pannofino e Nicolas Vaporidis, ma ugualmente dei grandi professionisti. Il vostro film del cuore? Elena Ballerini La saga de"Il signore degli anelli", in particolare il terzo capitolo il"Ritorno del re". E poi per il mio lato romantico sono anche una fan di Titanic. Romina Pierdomenico Io seguo prevalentemente il cinema italiano, ma sono una passionale e quindi anch'io adoro Titanic. Il messaggio che lancia questo film è che a volte bisogna seguire il cuore piuttosto che gli interessi. Il vostro attore e la vostra attrice www.ufficiostampa.rai.it

preferiti ? Elena Ballerini Kate Winslet e Dustin Hoffman, ma ho un debole anche per Leonardo Di Caprio. Romina Pierdomenico L'attrice di origine di ucraina Anna Safroncik e Raoul Bova, anche per la simpatia. Cosa vi piace di questo programma ? Elena Ballerini Io amo molto il cinema, scr ivo anche sceneggiature, guardo tantissimi film e quindi mi piace parlarne. Questo programma mi permette di affrontarlo anche a livello più tecnico, essere più preparata sugli argomenti. Seguo il cinema italiano, ma questa trasmissione riesce a farmi uscire anche un po' fuori dai confini del nostro Paese, parlare di film hollywoodiani. Romina Pierdomenico Di questo programma la prima cosa che mi ha colpito è che è rivolto

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ad un pubblico giovane. Credo che sia nelle mia corde. è la mia prima vera esperienza lavorativa e mi sento pronta a condurlo. Quanto è importante il cinema? Elena Ballerini Oggi come oggi siamo tutti molto stressati, a tutte le età. Chi per la scuola, chi per il lavoro, che per altro. Con il cinema puoi prenderti due ore di pausa, ti puoi immergere in un'altra storia, distrarti. Romina Pierdomenico Sto imparando piano piano l'importanza del cinema. Gli attori che ho intervistato mi hanno raccontato tutto il percorso, il cammino, i sacrifici che hanno dovuto affrontare pr ima di diventare dei professionisti af fermati. E ascoltandoli mi hanno trasmesso, spero anche ai giovani telespettatori, la loro grande passione. 

ogni venerdì alle 15.50 su Rai Gulp

CINEMA IN TV

UN TARANTINO CHE ACCONTENTA PUBBLICO E CRITICA "Jackie Brown" è il terzo film di Quentin Tarantino: un noir tratto dall'omonimo romanzo di Elmore Leonard. Al centro de "Il nome della rosa", un giallo medioevale che si consuma tra le mura solenni di un monastero. In "Fuori controllo", Mel Gibson veste i panni di un poliziotto, che dovrà indagare sulla morte della giovane figlia. L'arrogante Albino di "Caro papà", interpretato da Vittorio Gassman, dovrà fare i conti con una realtà drammatica che vede il figlio implicato in una vicenda di terrorismo

Jackie Brown martedì 7 maggio alle 21.10

Il nome della rosa mercoledì 8 maggio alle 21.15

Fuori controllo giovedì 9 maggio alle 21.05

Caro papà venerdì 10 maggio alle 21.05

Anno1997 Regia di Quentin Tarantino

Anno 1986 Regia di Jean-Jacques Annaud

Anno 2010 Regia di Martin Campbell

Anno 1979 Regia di Dino Risi

di Mauro Scaramuzzo

"Jackie Brown" è ambientato a Los Angeles. Ordell è un mercante d'armi e vuole ritirarsi dagli affari, ma non prima di venire in possesso di un'ingente somma depositata in Messico. Dovrebbero aiutarlo l'amico Louis Gara, appena uscito di prigione, l'amante Melanie e la ex socia, arrestata per colpa sua. Max Cherry che la fa uscire di prigione, pagando una grossa cauzione a nome di Ordell, s'innamora di lei e l'aiuta a impossessarsi del malloppo ingannando tutti. Al suo terzo film, Quentin Tarantino spiazza tutti, gli entusiasti e i detrattori diffidenti, con un film lineare, tradizionale, prudente e maturo, scaltro nell'evitare lo scoglio del déjà vu. Prigioniero della sua cautela nel tenere a distanza l'umorismo cruento, lo stravolgimento dei generi, il sensazionale in una parola. Dal romanzo Rum Punch di Elmore Leonard, sceneggiato con poche e significative libertà, ha tratto un film molto riuscito: puntiglio nel disegno dei personaggi, inquadrature equilibrate, pochi movimenti di macchina e sempre funzionali, nessun effetto speciale, nessun esibizionismo. Tarantino va controcorrente, ma a modo suo.

In "Fuori controllo", Mel Gibson torna nel ruolo che gli è più congeniale, quello dell'action hero. Nei panni del detective della squadra omicidi di Boston è a caccia degli assassini della figlia ventiquattrenne, uccisa davanti ai suoi occhi. Thomas Craven è un veterano detective della squadra omicidi al Dipartimento di polizia della città americana e un padre single. Quando la sua unica figlia, la ventiquattrenne Emma, viene uccisa sulla porta di casa, tutti pensano che il vero bersaglio fosse lui. Ma presto l'uomo inizia ad avere dei sospetti e si imbarca in una rischiosa missione per scoprire che la figlia aveva una doppia vita. L'indagine lo porta in un mondo pericoloso fatto di intrighi industriali, spionaggio, collusioni governative e omicidi. Ed inevitabilmente la sua strada si incrocia con quella di Darius Jedburgh, personaggio misterioso, inviato sulle sue tracce. L'indagine solitaria di Craven per scoprire chi e perché ha ucciso sua figlia si trasforma in un'odissea, fatta di colpi di scena.

è l'autunno del 1327 quando tra stupende montagne innevate del nord Italia arrivano in un monastero Guglielmo Da Baskerville, francescano ex inquisitore, teologo affascinato dalla cultura e dalla filosofia e il novizio Adso da Melk, che segue il maestro dovunque egli vada. Nel monastero deve svolgersi un incontro tra francescani, domenicani e delegati papali. Il perspicace Guglielmo però si rende conto che fra i monaci c'è tensione e paura: l'abate è costretto a riferirgli che un giovane monaco, Adelmo da Otranto, è stato trovato morto ai piedi della torre del monastero. Su questo giallo si snoda "Il nome della rosa". Presto il protagonista si rende conto che alcuni monaci fanno di tutto per ostacolarlo nell'impresa di capire la verità dei fatti. Tra loro, il vecchio, mistico francescano Ubertino da Casale, il venerabile Jorge di Burgos, il bibliotecario Malachia e il suo vice, Berengario, entrambi feroci custodi dei segreti del ricco patrimonio librario, gelosamente celato a chiunque. Nel frattempo viene trovato un altro giovane monaco morto, Venanzio, amico di Adelmo. Guglielmo è sempre più attratto dal mistero di queste morti e si convince che la soluzione del giallo si trova nella natura sibillina di alcuni testi molto antichi.

Ritratto di industriale, affarista intrallazzatore con moglie sull'orlo del suicidio, amante senza scrupoli, figlia drogata e figlio nella lotta armata."Caro papà" propone un buon Gassman e una satira anticapitalistica dal sapore umoristico. Vittorio Gassman è Albino, raccontato da Dino Risi come un prototipo italiano arrogante e un po' cialtrone dalle mille contraddizioni e dalle scarse virtù. Stavolta reincarnato in un uomo che dagli ideali giovanili della Resistenza è passato al business e agli affarismi più loschi e si è fatto ricco senza troppi scrupoli. Si divide tra una moglie nevrotica e un'amante. Il figlio Marco è inquieto e abissalmente lontano da lui, come se volesse ripudiare quel padre ingombrante. Albino scoprirà che il rampollo è implicato in un'organizzazione terroristica e nella preparazione di un attentato. Il film va in onda nell'austera cornice di Rai Storia che, alla maniera di certo vecchio cineforum, utilizza le pellicole per riproporre all'attenzione temi e fatti del passato e alimentare riflessioni e, ovviamente, dibattiti.

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PAROLE, EMOZIONI E

TANTA BUONA MUSICA

Il Tv Radiocorriere ha partecipato al Primo Maggio di piazza San Giovanni a Roma e ha raccolto tante situazioni inedite sopra, sotto e soprattutto dietro il palco. Un racconto anche per immagini dei dietro le quinte che le telecamere non hanno potuto catturare Testo e foto di Antonio Caggiano

re 23.57: con le note, la voce e la simpatia di Vinicio Capossela e della "sua" Banda della Posta, formata da anziani musicisti dell'Alta Irpinia, si chiude il Concertone del Primo Maggio, trasmesso su Rai3 in diretta da piazza San Giovanni a Roma. Nove ore di musica, parole, emozioni, condivisione, riflessione, terminano nel momento in cui la linea passa al Tg3 Lineanotte. E restano i ricordi, i flash che fisseranno per sempre momenti che hanno reso unico e irripetibile, come avviene ogni anno, il grande concerto dedicato da Cgil, Cisl e Uil ai lavoratori e al Lavoro. Sul mega palco allestito alla sinistra della maestosa facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano, si sono alternati centinaia di musicisti. Come i 100 violoncellisti guidati da Giovanni Sollima che hanno regalato brividi a non finire ai tantissimi giovani, forse settecentomila, accorsi da tutta Italia, che hanno cantato a squarciagola l'Inno di Mameli suonato nella versione per soli violoncelli. Emozioni anche per la Mega Rock Band, tutta made in Italy, composta con il meglio dei musicisti italiani e diretta da Vittorio Cosma, che per l'occasione indossava una maglietta dell'indimenticata band progressive-rock italiana "Area". Il primo impatto con la mega

orchestra Ă¨ stato spettacolare, grazie all'esecuzione del "Concerto grosso numero 1" dei New Trolls. Brividi, anche qui. E poi i sei gruppi di giovani alla ricerca di un posto nella musica che conta, tutti originali e pronti a offrire una propria visione della vita. Le testimonianze di lavoratori, di chi Ă¨ ancora precario, di chi un posto di lavoro non lo ha piĂš, di chi ha scommesso sulla sua vita e sulle sue idee. E la musica, ancora, sempre avvolgente, sempre raccontata dalle splendide immagini "orchestrate" da Stefano Vicario, il regista di una squadra Rai che ha lavorato ancora una volta con maestria. Musica popolare con Enzo Avitabile e i Bottari, reggae con gli Africa Unite, rock con Marta sui Tubi, I Ministri, e i tantissimi altri musicisti che TV RADIOCORRIERE

hanno colto l'occasione per dare il meglio di sé sul palco. Ospite d'onore Nicola Piovani che, accompagnato dalla voce di Tosca, ha contribuito a rendere indimenticabile la serata. E poi Elio e le Storie Tese, il "Prisencolinensinaiciusal" di Adriano Celentano cantato e suonato da tutti gli artisti, la voce di Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso. Senza dimenticare la verve e la simpatia di Geppi Cucciari. Un puzzle di emozioni da tenere tutte assieme, per ricordare che il Primo Maggio è tutto questo. 

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TOP5

i più visti della settimana IL COMMISSARIO MONTALBANO

Sfiora i 10 milioni di spettatori anche il secondo appuntamento con Luca Zingaretti che torna a vestire i panni del commissario più amato della tv, nato dalla penna di Andrea Camilleri. Lunedì 22 aprile su Rai1 ha realizzato 9 milioni 948 mila e uno share del 35.18. Il sorriso di Angelica, Il gioco degli specchi, Una voce di notte, Una lama di luce: una collana di quattro nuovi film, sempre con la regia di Alberto Sironi. UN MEDICO IN FAMIGLIA 8

CICLISMO E NON SOLO GLI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA DI RAISPORT di Gianluigi Zamponi VENERDì 3 MAGGIO News, rubriche, talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport 17.00 Raisport 1 Novanta Minuti Calcio a 5 19.00 Raisport 1 Pescara-Asti Ciclismo 16.00 Rai3 Giro d'Italia - presentazione squadre Pallavolo femminile Serie A2 Raisport 1 Molfetta-Padova 20.30 Pattinaggio Artistico 16.00 Raisport 2 Campionati Europei SABATO 4 MAGGIO Calcio 13.30 Rai2 rubrica "Dribbling" 13.55 Raisport 2 Serie D Monospolis-Battipagliese Rai2 90o Minuto B 18.00 22.35 Rai2 Stadio Sprint 23.30 Raisport 1 C.to Paulista Ciclismo Giro d'Italia 14.55 Raisport 1 e Rai3 1a tappa 17.15 Raisport 1 e Rai3 Processo alla tappa 19.00 Raisport 1 TGiro 24.00 Raisport 1 Giro Notte Rugby 16.00 Raisport 2 Crociati Parma-L'Aquila Pattinaggio Artistico 18.00 Raisport 2 C.ti Europei Pallanuoto 19.00 Raisport 2 Serie A1 m.le: Brescia-Florentia Calcio a 5 20.30 Raisport 2 Acqua e sapone - Lazio DOMENICA 5 MAGGIO Calcio 15.00 Raisport 2 Lega Pro: Alto Adige-Legge 17.10 Rai2 Stadio Sprint 18.00 Rai2 90o Minuto 23.30 Raisport 1 C.to Paulista 22.35 Rai2 La Domenica Sportiva Ciclismo Giro d'Italia 14.55 Raisport 1 e Rai3 1a tappa 17.15 Raisport 1 e Rai3 Processo alla tappa 19.00 Raisport 1 TGiro 24.00 Raisport 1 Giro Notte Pallavolo 15.00 Raisport 2 Serie A1 f.le - Finale gara 1 17.30 Raisport 2 Serie A1 m.le - Finale gara 4 Piacenza-Trentino Basket Serie A 20.00 Raisport 1 Siena-Sassari LUNEDì 6 MAGGIO

News,rubriche,talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport 18.15 Raisport 1 Novanta Minuti Ciclismo Giro d'Italia 14.55 Raisport 1 e Rai3 1a tappa Raisport 1 e Rai3 Processo alla tappa 17.15 19.00 Raisport 1 TGiro Raisport 1 Giro Notte 24.00

Ancora un grandissimo risultato per la fiction che domenica 28 aprile su Rai1 ha raggiunto 6 milioni 489 mila spettatori e uno share del 22.60. E’ ritornata la famiglia Martini con le sue appassionanti avventure, tra nuovi arrivi e grandi ritorni. Mentre in casa ci si prepara allegramente alle prossime nascite, perché Bianca, Melina e Tracy sono in dolce attesa, dall’America è tornato anche nonno Libero che aiuterà Lele a districarsi tra i tanti problemi di lavoro e famiglia. ROSSO SAN VALENTINO

MARTEDì 7 APRILE News,rubriche,talk show Raisport 1 Mattina Sport 08.00 Raisport 1 Novanta Minuti 18.15 Raisport 1 Serata Cinema 21.45 Ciclismo Giro d'Italia 14.55 Raisport 1 e Rai3 1a tappa Raisport 1 e Rai3 Processo alla tappa 17.15 19.00 Raisport 1 TGiro 24.00 Raisport 1 Giro Notte Pallavolo femminile 20.30 Raisport 2 Finale gara 2 Pallanuoto maschile 19.00 Raisport 2 Acquachiara-Pro Recco

Entra in classifica il terzo episodio della fiction che martedì 30 aprile su Rai1 ha raggiunto 4 milioni 939 mila spettatori e uno share del 17.96. Una serie in sei puntate, interpretata da Alexandra Dinu e Luca Bastianello, e diretta da Fabrizio Costa. Ambientata in Liguria, racconta una grande storia d’amore contemporanea e, per la prima volta, porta il pubblico televisivo a scoprire la magia dei profumi, della cosmesi e il fascino della loro realizzazione. CHE DIO CI AIUTI

MERCOLEDì 8 MAGGIO News, rubriche,talk show Raisport 1 Mattina Sport 08.00 Raisport 1 Novanta Minuti 17.00 23.05 Rai 2 Speciale Novantesimo Minuto Ciclismo Giro d'Italia 14.55 Raisport 1 e Rai3 1a tappa Raisport 1 e Rai3 Processo alla tappa 17.15 19.00 Raisport 1 TGiro 24.00 Raisport 1 Giro Notte Calcio a 5 20.30 Raisport 21 Luparense - Kaos Calcio 15.00 Raisport 2 Italia u18 - Montenegro u18 Hockey in line 21.00 Raisport 2 Milano-Diavoli Vicenza

Grande ascolto anche per la replica della prima serie della fiction che giovedì 25 aprile su Rai1 ha ottenuto 4 milioni 511 mila spettatori e uno share del 17.23. Tante avventure ricche di colpi di scena per la grande famiglia del convento degli Angeli Custodi di Modena. Anche la prima serie ha proposto un mix di dramma, commedia, storie sentimentali, grande attenzione alle problematiche sociali con un tocco “giallo” in più. DOMENICA IN L’ARENA

GIOVEDì 9 MAGGIO News, rubriche,talk show 08.00 Raisport 1 Mattina Sport 18.15 Raisport 1 Novanta Minuti Ciclismo Giro d'Italia 14.55 Raisport 1 e Rai3 1a tappa 17.15 Raisport 1 e Rai3 Processo alla tappa 19.00 Raisport 1 TGiro 24.00 Raisport 1 Giro Notte Pallavolo Femminile 20.30 Raisport 1 Finale Serie A1 gara 3 Basket Serie A 21.00 Raisport 2 Quarti di finale gara 1

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Ancora un ottimo ascolto per il programma di Massimo Giletti che domenica 28 aprile su Rai1 ha segnato 4 milioni 457 mila spettatori e uno share del 23.60. Il programma giunto alla sua nona edizione si occupa sempre di temi di stretta attualità, di politica e di costume. Con il supporto dei contributi filmati e delle inchieste, il conduttore affronta gli argomenti più scottanti della settimana appena trascorsa.

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MAGGIO 2013

03 08:00

venerdì 1.10

12:00

16:00 erra

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20:00

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Rai3 ore 21.05

uo dei c

Rai Gulp ore 13.45

16:00

Rai Storia ore 17.50

20:00

Rai Movie ore 22.45

24:00

sabato

Rai1 ore 21.30

08:00

12:00