Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata
Sommario 14 Settembre 2011 Rionero. Convegno di Studi: "Giustino Fortunato E L'unità D'italia" Potemza. Evento live unico in Basilicata, “La Combriccola di Vasco” Barile. Conferenza-Stampa “Tumact Me Tulez” L’equivoca Interpretazione Del Verbo Pallottino E Acque Minerali Del Vulture Comunicato Federconsumatori Rionero, Grande Successo Del “Torneo Piccoli Campioni” Venosa. Richiesta Aiuto Per I Migranti Di Boreano Rionero. Convegno Europa... domani VULTURE MAGAZINE
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Il 16 e il 17 settembre 2011 si terrà a Rionero in Vulture il Convegno di Studi: "G GIUSTINO FORTUNATO E L'UNITÀ D'ITALIA". 16 settembre 2011 - ore 16.00 - Palazzo Fortunato 17 settembre 2011 - ore 9.30 - Abbazia di Monticchio La Fondazione Giustino Fortunato intende promuovere la conoscenza e la riflessione intorno alla personalità intellettuale e politica dell’insigne meridionalista di Rionero in Vulture, che diede un grande contributo alla conoscenza delle reali condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno, dall’unificazione nazionale agli anni trenta del Novecento. La Fondazione intende contribuire alla salvaguardia della memoria di una intensa azione politico-culturale, che Fortunato esercitò lungo tutta la sua vita, con totale dedizione agli ideali e alla concreta progettazione e realizzazione di una effettiva unità tra le differenti regioni italiane, rinsaldata da efficaci politiche nazionali e da valide pratiche amministrative locali, rivolte a favorire lo sviluppo economico e sociale del Sud. CONVEGNO DI STUDI "GIUSTINO FORTUNATO E L'UNITA' D'ITALIA" I^ Sessione Venerdì 16 settembre 2011, ore 16:00 Palazzo Fortunato - Rionero in Vulture Saluti Autorità: Antonio Placido - Sindaco di Rionero in Vulture Mario Bozzo - Presidente Fondazione Carical Mauro Fiorentino - Rettore Università degli Studi della Basilicata Piero Lacorazza - Presidente Giunta Provincia di Potenza Vito De Filippo - Presidente Giunta Regione Basilicata VULTURE MAGAZINE
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Presidenza: Prof. Guido Pescosolido - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Relazioni: Fortunato, l’Unità italiana ed il Mezzogiorno Prof. Francesco Barbagallo - Università degli Studi di Napoli “Federico II” Il Risorgimento di Fortunato Prof. Giampaolo D’Andrea - Università degli Studi della Basilicata Dal Regno borbonico allo Stato italiano Prof. Giuseppe Barone - Università degli Studi di Catania Il rapporto Nord-Sud prima e dopo l’Unità Prof. Adriano Giannola - Università degli Studi di Napoli “Federico II” II^ Sessione Sabato 17 settembre 2011, ore 9:30 Abbazia di Monticchio Presidenza: Prof. Francesco Barbagallo - Università degli Studi di Napoli “Federico II” Relazioni: L’ambiente e il territorio meridionale Prof.ssa Lea D’Antone - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Fortunato e il brigantaggio Prof. Luigi Compagna - LUISS Guido Carli di Roma I problemi dell’unificazione Prof. Luigi Musella - Università degli Studi di Napoli “Federico II” Le classi dirigenti meridionali Prof. Marco Paolino - Università degli Studi della Tuscia Fortunato e l’ANIMI Prof. Guido Pescosolido - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” VULTURE MAGAZINE
Evento live unico in Basilicata, Claudio ‘Gallo’ Golinelli e Clara Moroni supportati da “La Combriccola di Vasco” L’incontro con le esperienze di vita, la magia della musica che incontra i sogni, l’amore, le emozioni dei fan del grande artista Vasco Rossi. È solo una piccola parte di ciò che promette lo spettacolo, unico ed esclusivo, della ‘Combriccola di Vasco’, attesa a Potenza, domenica 18 settembre, al Teatro Don Bosco. L’ingresso è previsto per le ore 20 e l’inizio per le ore 21. Il concerto vedrà la partecipazione straordinaria di Claudio ‘Gallo’ Golinelli e di Clara Moroni, i due artisti storici che abbracciano l’energia delle canzoni di Vasco. Si tratta di una iniziativa che renderà tangibile il sogno di quanti vorrebbero vivere e avere Vasco nella propria regione. Una occasione per la gente di incontrarsi in un evento che nasce da una scia emozionale prodotta dal “Freddo che quando arriva, poi va via” e accarezza ciò che appartiene all’uomo Rossi Vasco. Un omaggio alla sua persona e la voglia di far sentire il proprio affetto all’uomo che, in questo momento, sta vivendo un periodo delicato della sua vita. La musica è creazione, sperimentazione ma anche ciò che viene vissuto grazie a ciò che il meraviglioso pubblico trasmette agli artisti sul palco. C’è sempre qualcosa che risuona di musica, che plasma una creazione e questo è accaduto a Massimiliano Ligrani direttore artistico dell'evento e responsabile d’azienda dello sponsor unico Hair Spa by Antonella, bellezza e benessere capelli al naturale. Un grande evento può essere tale solo grazie alla collaborazione di quanti credono nel progetto e contribuiscono con la voglia di vivere realmente ciò che stanno offrendo al pubblico. E’ così per i partner del Concerto “La Combriccola di Vasco”. Un ringraziamento particolare va a Hair Spa by Antonella, Chillounge by Piro, Grande Albergo di Potenza, Ls Livescreen, Il Quadrifoglio, AD Line e 3
Radio Tour. Il direttore artistico dell’evento Massimiliano Ligrani che ha realizzato il graffito davanti alla casa di Vasco Rossi, a Zocca (Modena) per augurargli una pronta guarigione, garantisce informazioni sui biglietti, sull’organizza zione dell’iniziativa ma anche sulla logistica. Per informazioni: Massimiliano Ligrani Tel. +39 349 1840908. Sito internet: www.gigarte.co m/massimiliano ligrani. Prevendite: Info&tickets (Corso XVIII Agosto, 2, Potenza 0971.274704) Edicola Edisab (via del Gallitello, Tel. 0971.479689, nei pressi del passaggio a livello) - Bar Life Caffè (incrocio Malvaccaro) - Hobby Music (via San Remo 0971.445466) - Bar Vienna (via Vienna 0971.46825). Contatto facebook: Il freddo quando arriva poi va via: Tributo a Vasco Rossi
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Addetto stampa: Annamaria Sodano Tel. +39 347 1877150 email:sodano.annamaria@gmail.com
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A BARILE CONFERENZASTAMPA “TUMACT ME TULEZ” Nell'aula magna del Convento Carmelitano , giovedì 15 Settembre 2011, ore 18:30, conferenza-stampa di presentazione dell'Evento EnoGastronomico “Tumact me Tulez” (XVI edizione) promosso ed organizzato dalla PRO LOCO BARILE/UNPLI , in programma nel prossimo week-end 17.18/9/2011. Intervengono: Alessandro PANICO , Manager PIOT “Vulture-Alto Bradano” , Giuseppe MECCA Sindaco del Comune di Barile , Daniele BRACUTO Presidente Pro Loco Barile, Donato M. MAZZEO Assessore Comunicazione -Eventi ,
L'EX CONVENTO CARMELITANO DI BARILE , PER LA XVII KERMESSE “TUMAC ME TULEZ” . Dagli annali recuperati, fra la polvere ed i calcinacci dell'imponente struttura, dieci anni fa, si evince che fu il 1714 , l'anno di avvìo della fondazione da parte di padre Mariano dei Carmelitani di Melfi .
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Tanto viene anche citato dagli storici Angelo Bozza, Enzo Cervellino e Francesco L. Pietrafesa. Ma , risalendo nel tempo, sembra che nel 1735 ( in base alla celebre Inchiesta di Rodrigo Maria Gaudioso) i lavori in corso perdurassero. Mentre nelle cronache del tempo, Flaminio Ferrone di Barile, sottolinea, siamo nel 1758, che il Convento non risulta ancora terminato . Se ne ha dettagliato riscontro nell'ormai esaurito libro “ Storia del Convento di Barile”edizioni Basilicata Arbereshe 2002: “ … la microstoria come la megastoria merita di essere ricercata non per mera curiosità, come fosse cronaca dell'effimero, bensì con sensibilità, nostalgìa di momenti e di ambienti, con simpatìa e l'effetto maieutico sulla mente, di penetrazione critica e discernimento, per riconoscerle dignità di Maestra che illumina, esorta, guida, avverte le generazioni umane ad evitare gli errori del passato per imitare le loro azioni rette,senza interruzione del processo storico” . Fu poi dedicato a Santa Cristina come ricovero di fanciulle povere ; mentre con il susseguirsi di vari ordini religiosi (dalle Povere Figlie di Sant'Antonio , le Zelatrici 5
del sacro cuore, ai Barnabiti, Francescani, ai Carmelitani) diede soccorso ai soldati feriti e sbandati dopo la sconfitta di Caporetto (Kobarid in lingua slovena) nel primo conflitto mondiale . In seguito alla tragedia bellica, le due “sentinelle” provvidenziali della carità e solidarietà umana , padre Giovanni Semeria e Padre Giovanni Minozzi , insieme, fecero costruire le note “case del soldato” (fra cui quella ancora oggi esistente in Atella). Con il celebre motto “ Di quest'umile Italia fia salute” si costituiva l'Onmi (Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia) che farà proseliti in tutto il centro-sud d'Italia e non solo (famoso il viaggio sul bastimento in America di padre Minozzi , fra le associazioni “benevolenti” degli emigrati italiani , per raccogliere risorse da destinare alle sue opere benefiche). A sollievo dell'umanità sofferente . Così sino al 1980, il sisma lo rovinò specie nel piano superiore (purtroppo non ancora sistemato) ed ospitò pure numerose classi sella scuola elementare e media di Barile , ancora senza sede propria.
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L’EQUIVOCA INTERPRETAZIONE DEL VERBO…NUMBARE Nell’ultimo accattivante romanzo del medico scrittore Michele Ributti
Non c’è che dire. Michele Libutti, stimato medico di medicina generale, ha affinato notevolmente il suo stile di scrittore. Come direbbe il famoso giallista americano Evan Hunter (alias Ed McBain), di origini lucane, ha raggiunto “la voce”, cioè quello stile inconfondibile che ogni autore deve trovare per riconoscersi prima e farsi riconoscere poi dai suoi lettori. Insomma non sappiamo se considerare Michele Libutti uno scrittore ( e che scrittore) prestato alla medicina o un medico ( valente e stimato) prestato alla scrittura. Ma Michele Libutti è certamente l’uno e l’altro. Non per niente, pur esercitando da anni ( dal 1979) la professione di buon medico secondo scienza e coscienza egli ha conseguito, nel 2001, anche la laurea in Lettere Classiche. E così il dottor Michele Libutti, quasi con cadenza annuale ha già pubblicato i seguenti volumi con un notevole successo di pubblico e di critica:”Pillole, storie in agrodolce di pazienti e … di pazienze” (2000); “Don Antonio & altre storie” ( 2002); “Il vecchio di Lagopesole” (2003); “Panta kakà” (2004); “ Chiamami quando vuoi… “ 6
(2006); “Fiale. Croce e delizie di un medico di famiglia del XXI secolo d.C.” (2007); “ Quei gigli di Sant’Antonio…” (2009); “ Cose dell’altro mondo” (2010). Non gli sono mancati pubblici riconoscimenti ed ambiti premi, come quello ricevuto nel 2006 dall’allora ministro della P.I. on.le Giuseppe Fioroni per il libro “Panta kakà “ (Va tutto male) con questa motivazione “ Per l’originalità del racconto che fa rivivere, quasi in forma di telenovela i personaggi della mitologia greca con ironico riferimento al mondo contemporaneo”. Altro riconoscimento il 2007, 2° Premio letterario internazionale conferitogli sempre a Roma alla presenza del Nobel Dario Fo per il volume “Chiamami quando vuoi” con al seguente motivazione ;” con ironia, talvolta amara, l’autore mostra i limiti e i pericoli della frenetica vita contemporanea, cercando il senso smarrito”. Ma il dott. Libutti non il tipo di montarsi la testa, non è un esibizionista, non ama la notorietà, è piuttosto riservato e si direbbe che scriva per se stesso e non tanto per gli altri. Così, il nostro medico scrittore, è giunto alla sua nona pubblicazione con l’ultimo, in ordine di tempo, accattivante romanzo dal titolo “Voce del verbo … Numbare” (Editrice Ermes, Potenza, Febbraio 2011, pagg. 171). E non sembra intenzionato a fermarsi qui. Infatti, pare che il dott. Libutti nel ruolo di scrittore si sia creato una “ vita di riserva”, nella quale sprigionare tutto il suo notevole talento di narratore, distaccandosi il più possibile dal mondo della sofferenza che il suo contatto con gli ammalati suoi pazienti lo costringono a vivere quasi quotidianamente. Non per niente nel suo laboratorio medico è ben in vista un cartello con questo testo: “Non dimenticare che la vita del Medico è adombrata da un velo di tristezza per le continue sofferenze cui è obbligato ad assistere. La gratitudine per il bene che ha cercato di farti sarà per Lui una grande ricompensa”. Ovviamente rivolto ai suoi pazienti.
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In questo romanzo l’autore giocando, si fa per dire, sul significato ambiguo del verbo “numbare” descrive con grande efficacia un mondo contrastante fra l’amore per la vita semplice di campagna a contatto con la natura, gli animali e il mondo cosiddetto della cultura. I suoi personaggi tutti ben definiti, ma con caratteristiche peculiari psicologicamente parlando, vivono le loro esperienze di vita con semplicità ma anche con inconfessate ambizioni di elevazione sociale. Giulio, il trentenne professore di scuola media protagonista del romanzo, si scontra con Silvia, giovane bella, semplice e paga del suo ruolo di ragazza di campagna a cui intende caparbiamente restare attaccato, benché la madre sogni per lei un avvenire diverso con il prosieguo degli studi e una vita in città. Giulio però nello stesso tempo ne è affascinato e conquistato. Il piccolo ambiente scolastico tuttavia non impedisce a Giulio di avere a che fare con la professoressa di matematica Vittoria, donna avvenente ma infelice, che non esita a cadere fra le braccia del giovane professore. Alla fine Giulio preferisce Silvia per la sua semplicità e il sincero affetto che gli mostra. S’innamorano e si amano ( numbano?). Le loro vite però, inevitabilmente, si dividono quando Giulio è costretto a scegliere tra Silvia e la vita agreste in un piccolo comune dell’Appennino lucano e la sua attività di docente in una città ricca di stimoli culturali. Ma come tutti i romanzi che si rispettano non manca la sorpresa finale. Dopo venti anni ritroviano Giulio il quale, dopo anni d’insegnamento e dopo aver sposato Vittoria la quale si è mostrata, seppur per una volta, infedele, lascia l’insegnamento e, rilevata una libreria, diventa un libraio nella città di Roma. Vive nella capitale una vita scialba, separato dalla moglie da sette anni. Per rompere la solitudine, la malinconia e dimenticare le delusioni della vita frequenta i fatui cosiddetti salotti buoni della città, intrattenendo realzioni del tutto
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insoddisfacenti con alcune attempate donne della borghesia romana.
Fra queste, occasionalmente, conosce Camilla, una ultraquarantenne “sofisticata” e ben acculturata insegnante universitaria di Estetica ancora attraente e “ben messa”, come la giudica Giulio. I due incominciano a familiarizzare e a frequentarsi. Camilla, da poco giunta a Roma per l’insegnamento all’Università, si sente sola e inconsapevolmente si sente attratta dal maturo amico libraio. Arriva così anche per loro “il momento della musica“, cioè, come spiega l’autore, il momento giusto per dare un calcio al passato ed iniziare una nuova vita. E qui la sorpresa! Camilla non né altra che la Silvia amata da Giulio venti anni prima, irriconoscibile per essersi fisicamente adeguata con opportuno trucco estetico, alla moda di città, la quale, quasi per una rivalsa nei confronti del professore che l’aveva lasciata preferendo la città, aveva ripreso con accanimento per anni gli studi, tanto da arrivare all’insegnamento universitario. Però non aveva mai dimenticato il professore, “suo primo amore”, a cui era rimasta fedele. Immaginarsi Giulio che, emozionatissimo dopo averla riconosciuta anche per una cicatrice su una coscia, se le tenne poi stretta stretta, felice di aver ritrovato chi VULTURE MAGAZINE
veramente l’aveva amato e gli era stata fedele per tutti quegli anni. Questa, grosso modo, la trama del romanzo nel quale Michele Libutti non manca di rivelare la sua formazione umanistica e i suoi studi classici. Infatti non mancano citazioni letterarie ( dall’oraziano “Carpe diem”( letteralemnete “cogli il giorno”), al lirico greco Alceo, a Dante, a Leopardi, a Foscolo, D’Annunzio ecc), con alcune espressioni latine, alle quali, in verità, sarebbe stato utile far seguire la traduzione in lingua italiana. Col suo stile agile, scorrevole e garbato che rende molto gradevole la lettura del romanzo, Michele Libutti scandaglia con acume le personalità dei suoi personaggi evidenziandone le caratteristiche psicologiche e trovando la giusta “voce “ a seconda di quale personaggio vuol far parlare. Evidentemente il dott. Lubutti durante le ore di footing ( marcia alternata a brevi corse veloci) lungo strade di aperta campagna, mentre rinfranca e ritempra il fisico, rimugina anche sulle trame dei suoi romanzi, elabora con notevole dose di fantasia le vicende, crea, delinea e definisce le caratteristiche peculiari dei protagonisti. Il risultato sono le sue opere di alto spessore culturale che fanno di Michele Libutti un autore di primo piano avviato a sempre più ambiti traguardi nel campo narrativo non solo regionale ma nazionale. Michele Traficante
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Farmacista, è stato più volte sindaco di Rionero e animatore del Club Alpino lucano
PALLOTTINO E ACQUE MINERALI DEL VULTURE Ha pubblicato saggi sulle acque minerali di Monticchio e della Francesca di Atella
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Francesco Pallottino, nato a Rionero il 25 aprile 1841 da Michele e Maria Cassese, chimico-farmacista, fu uno dei fondatori della Banca Popolare di quel centro, la prima in Basilicata, e tra gli animatori del Club Alpino Lucano. Sindaco del proprio paese nel periodo in cui si provvide a dividere il demanio comunale tra Atella e Rionero (1880), nel 1876 scrisse un saggio sulle acque minerali di Monticchio. In esso si soffermò su quelle che sgorgavano al varco di Gaudianello nel vallone dell’Acqua Fredda, su quelle del Varco della Creta e dell’Acqua Santa o Bagni, ricordando come la loro conoscenza e utilizzazione risalissero ad epoche remote. Nel maggio del 1873, tra l’altro, nel corso di alcuni lavori di dissodazione eseguiti dalla Società Civile di Monticchio, nell’altipiano della contrada “Le Paduli”, nel vallone in cui scorrevano le acque minerali, erano venuti alla luce alcuni ruderi che attestavano “gli avanzi di un completo ed ampio stabilimento balneare, dalle numerose vasche munite di acquedotti in parte di metallo”. Tale costruzione fu ritenuta di epoca romana “sia per un locale addetto a stufa, costruito presso a poco sul modello dei bagni pompeiani, sia pel materiale impiegato, per lo più di grossi mattoni proprio dei fabbricati di quell’epoca”. Nello stesso luogo erano state ritrovate inoltre “monete romane di età posteriori (…) e dei tempi delle ultime crociate”, che facevano supporre un uso continuato dello stabilimento “per molti secoli”. Si riteneva, inoltre, che tale fabbrica fosse dipesa dalla ricca “badia dei Benedettini di S. Angelo di Voltu o Volture”, mentre notizie ed iscrizioni riportate da autori VULTURE MAGAZINE
diversi (Ughelli, Tenore e Gussone, Troyli, Tata, Tortorella), documentavano l’utilizzo di quelle acque minerali a fini terapeutici, nei cui pressi si sostava in “malconce capanne di frasche”. In quegli anni la Società Civile di Monticchio (ancora in possesso del bosco pur tra sequestri e ingiunzioni al pagamento delle rate inevase e processi) vi aveva fatto costruire “alcune vasche di fabbrica e molti chalets di tavole”, anche se il tutto “lasciava a desiderare”, afferma il Pallottino suggerendo ulteriori migliorie. Intanto nel 1874 “diversi Rioneresi ed Atellani, riuniti in Associazione”, pensarono di formare uno “stabilimento” per lo sfruttamento delle acque minerali della Francesca, invitando con avvisi a stampa “il concorso dei paesi vicini a bagnarsi in quelle acque sperimentate tanto utili”. Vennero fatti “parecchi scavi, acquedotti e serbatoi onde raccogliere, incanalare e conservare le acque per immetterle in acconce e comode vasche e crearne delle nuove”. Si cercò, inoltre, di “abbellire il locale sotto ogni aspetto per renderlo dilettevole, ed accoppiare così il dolce all’utile ed alla comodità”. Lo stabilimento venne inaugurato nel 1876 ed in quell’occasione il Pallottino, in collaborazione con Nicola Tamburrini, pubblicò una memoria sulle acque minerali della Francesca. Le sue acque erano tenute “in grande considerazione dai viaggiatori di ogni tempo”, ricordavano gli autori, citando in tal senso una lettera del 28 giugno 1723 di tale Sebastiano Pauli ed Antonio Vallismeri, in cui era contenuta una “minuta e pittoresca descrizione dell’abbondanza e del modo veramente meraviglioso” con cui le limpide e fresche acque scorrevano “a canali ed a torrenti dalla sorgiva (…) tale da animare parecchi molini e gualcherie costruiti dalla famiglia Caracciolo, principi di Torella”. Nei pressi di questa sorgente, nella valle del Gaudo, vi erano altre risorgive di acque minerali, chiamate Acquasanta. Da queste “sorgive minerali, raccolte in fossetti incavati nel tufo” si riempivano “piccioli ed innumerevoli 9
recipienti (mummere) de’ quali per privata industria di qualche individuo si faceva lo smaltimento per i limitrofi paesi, Rionero, Atella, Barile, Ripacandida, ecc., che riconoscevano oltremodo salutare l’uso di quelle acque”. Le ricerche e l’analisi delle acque minerali del Vulture vennero estese, sempre nel 1876, dai professori Ferrero e Muzii, della scuola agraria di Caserta, anche alla qualità chimica delle rocce da cui sgorgavano. Il Pallottino, scrivendo successivamente della regione vulcanica del Vulture, ebbe modo di osservare, tra l’altro, che le acque minerali delle pendici esterne del Vulture sgorgavano tutte al contatto tra i lapilli vulcanici ed i sottostanti “terreni nettunici”, deducendo l’esistenza di tufi vulcanici anche nella valle del Basentiello, dove anticamente affluivano le acque del Vulture, fornendo in questo modo un ulteriore ed importante contributo alla individuazione di quella regione vulcanica. Soffermandosi poi sulla produzione agricola e viticola praticata nell’area vulturina, sulla idrografia montuosa e valliva delle acque minerali superficiali ne lamentava lo scarso utilizzo. Documentava inoltre che “il sig. Filonardi, ingegnere capo della Società dell’Acqua Marcia di Roma, con una grandiosa iniziativa stava elaborando uno studio per menare queste acque nella provincia di Bari”, augurandosi che gli sforzi dell’ingegnere potessero produrre il risultato di vedere esteso “in lontane regioni i benefizii che ci largisce il nostro vulcano estinto”. Francesco Pallottino morì a Rionero il 7 febbraio 1914.
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E’ stato richiesto di esaminare un modulo di adesione per la iscrizione in un Registro del marcato Nazionale da parte di artigiani locali. Dall’esame del modulo emerge la poca chiarezza nella gestione e la non conformità del registro ai sensi delle disposizioni generali, trattasi di un tentativo di truffa ai danni dei commercianti e artigiani che proviene da una società Avron s.r.o. con sede in Bratislava. Il modulo non va ASSOLUTAMENTE COMPILATO, SOTTOSCRITTO E RESTITUITO al proponente. La restituzione comporta l’automatica adesione alla proposta commerciale al costo di 1.271,00 euro all’anno per 3 anni. La Federconsumatori di Potenza attiverà ogni utile iniziativa finalizzata alla tutela di coloro che ingenuamente hanno sottoscritto e restituito il predetto modulo. Tutto ciò premesso si chiede agli organi di informazione di dare un risalto al caso per evitare che altri possano essere vittime inconsapevoli di tale truffa.
Michele Strazza
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RIONERO, GRANDE SUCCESSO DEL “TORNEO PICCOLI CAMPIONI” La manifestazione è stata promossa ed organizzata dal Milan Club”Lucio D’Angelo”.
Si è concluso alla grande la 1^ edizione del “Torneo piccoli campioni” nella città del Vulture, con grande soiddisfazione dei beby calciatori partecipanti e dei grandi ( i genitori, i parenti, amici e tanti curiosi). Una festa, dunque, nelle afose serate di fine agosto e inizio di settembre nei campetti di “Villa Catena”. Tuuto si è svolto nel migliore dei modi e per fortuna senza alcun incidente ai bambini paretecipanti. Riportare i bambini in piazza. Questo il primo progetto organizzato e realizzato del neo Milan Club "Lucio D'Angelo" di Rionero in Vulture. Così, con la prima edizione del "Trofeo piccoli campioni", il centro della cittadina si è rianimato di nuova vita. Un'iniziativa nata dai soci del Milan Club, capitanati dal presidente Virgilio Ricciardi, che pone al centro proprio i bambini. Il tutto "assolutamente senza scopo di lucro", precisano gli organizzatori, è stato possibile grazie ai pochi fondi raccolti necessari per corpire le spese vive. Il torneo di calcio a cinque per i piccoli campioni di domani ha visto il calcio d'avvio nella serata di sabato 27 agosto, e il fischio finale lunedì 5 settembre scorso quando, a partire dalle VULTURE MAGAZINE
ore 21, c’è stata la tanto attesa premiazione. Un successo, il "Trofeo piccoli campioni", testimoniato dalla grande partecipazione cittadina presente sugli spalti e dai numeri. Sono stati , infatti, 80 i bambini iscritti suddivisi in 9 squadre. Non pochi dei bambini partecipanti frequentano le scuole calcio esistenti nella città del Vulture. Le squadre a loro volta sono state divise in tre fasce d'età: 2004 - 2003, 2002-2001, 2000-1999. Per ogni fascia d'età hanno partecipato 3 squadre. A fare la parte del leone è stato l’Inter Club cittadino che ha messo in campo buona parte delle sqaudre partecipanti con mini campioni. Parole d'ordine del trofeo sono state "divertimento e stare insieme e in quest'ottica di partecipazione e condivisione le finali sono sate solo un pro forma - ha spiegato il presidente del Milan Club rionerese -, per noi tutti i bambini sono vincitori pertanto sono stati tutti premiati con la stessa medaglia". Allora, nella serata finale di lunedì, dopo l'ultima partita, tutti in fila per essere chiamati nome dopo nome a ricevere la medaglia di partecipazione e la coppa per la squadra. Una cerimonia festosa, condotta con la consueta bravura e “professionalità” da Antonio Petrino, con la presenza di Alessio Spataro, responsabile super visore tecnico dell’A.C. Milan, il quale certamente ha tenuto d’occhio alcuni dei più bravi beby calciatori distintosi nel corso delle finali. Chissà se fra essi potrà uscire qualche campioncino. Una festa con genitori e bambini, anche come occasione per salutare con il sorriso la fine dell'estate e l'inizio del nuovo anno scolastico. Un paluso alla dirigenza del Milan Club rionerese, dal dinamico presidente Virgilio Ricciardi all’ attivo Domenico Schirò il quale, con grande impegno ( e sacrifici), ha tenuto testa da par suo alla complessa organizzazione del torneo che ha visto, forse per la prima volta a Rionero, coinvolto solo bambini di diversa età. Un ringraziamento va agli amici che con il loro contributo spontaneo hanno 12
consentito la realizzazione dell’evento sportivo. E’ doveroso citarli: Ovin Company S.r.l., Officine Alfa Romeo, New Bar, Elettricista Gennaro Schirò, Impresa Paolo Traficante, Wolk On Air, Carrozzeria Romaniello, Archetti Sport, Bar Buffet Stazione, Impresa Biagio Calabrese, Termoidraulica Catena & Pruonto, Cementeria Costantinopoli, 3D D’Urso Eva e C.
Dopo questa positiva esperienza i soci del Milan Club già rilanciano e raddoppiano per l'anno prossimo con la seconda edizione del "Torneo piccoli campioni" che ha già la data d'inizio, dal 18 agosto al 20 settembre, e una durata maggiore con l'ausipcio che i bambini partecipanti siano ancora in numero maggiore. Per tale data si è pure programmato di coprire con erbetta il campetto di gioco per il miglire e più sicuro uso da parte dei bambini. "Per fare felice un bambino basta poco - ha concluso il presidente Ricciardi -, un pallone e qualcuno che si ricordi di essere stato bambino". Lucia Nardiello
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VENOSA. 5 SETTEMBRE 2011. RICHIESTA AIUTO PER I MIGRANTI DI BOREANO
Venosa. La Caritas Diocesana al centro di ascolto di Venosa presso la parrocchia del Sacro Cuore raccoglie beni di prima necessità per venire incontro ai giovani africani, presenti nei casolari di “Boreano” di Venosa per la raccolta di pomodori. Alimentari: pasta, zucchero riso, biscotti, legumi in scatola. Vestiario: felpe,scarpe (dal 42 in su), pantaloni, magliette, biancheria intima, coperte e materassi sottili. Questi giovani hanno bisogno di tutto, non costa niente fare un gesto di solidarietà. Nei giorni scorsi presso il campetto della cattedrale S.Andrea di Venosa, si è tenuta una partita di calcetto tra i migranti ed alcuni giovani, frequentanti la parrocchia-Cattedrale all’insegna dell’aggregazione e solidarietà. I responsabili della Caritas Diocesana, centro di ascolto di Venosa, provvederanno, come lo scorso anno, al recapito di tutto questo materiale. l.z. la foto ritrae un momento di aggregazione tra i migranti ed i giovani di Venosa, attraverso una partita di calcio.
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