Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata
Sommario 17 Dicembre 2011 Via Anzio Rionero. Natale Inaugurazione Spazio Espositivo “Una Piazza Italiana”: A Gennaio L’inizio Dei Lavori Una Grande Giornata Arbereshe A Matera Il postino atellano non bussa mai Un Antifascista Lucano Venosa. Un Successo La Rappresentazione Teatrale “O Miedeco D’e Pazze” “I Napoletani” di Francesco Durante Atella. Karate Si, Pallavolo No. 150 anni Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità Dalla Basilicata alla citta’ VULTURE MAGAZINE
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RIONERO. NATALE INAUGURAZIONE SPAZIO ESPOSITIVO
Lunedì 19 dicembre alle ore 18:00 sarà inaugurato uno spazio espositivo presso Fontana Grande a Rionero in Vulture, con una installazione natalizia curata dal Liceo Artistico “C. Levi” grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale. L’installazione rappresenta la natività come speranza di salvezza dal male che imprigiona il mondo. I materiali usati, il ferro che imprigiona ma dà anche forza e l’argilla che crea, insieme alla luce che esalta le immagini, sottolineano il messaggio di speranza offerto dal Natale. Siamo lieti di invitarLa all’inaugurazione e cogliamo l’occasione per porgerLe i migliori auguri di un sereno Natale.
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“UNA PIAZZA ITALIANA”: A GENNAIO L’INIZIO DEI LAVORI.
Rionero, tra due mesi l’apertura del cantiere ma le polemiche non si placano.
Tra i progetti più interessanti in via di attuazione a Rionero in Vulture c’è sicuramente quello della riqualificazione di due piazze storiche come Piazza Giustino Fortunato e Piazza XX Settembre e del comparto 102 abbandonato dopo il terremoto del 23 novembre 1980. Ma è stato grazie all’opportunità offerta dall’Accordo di Programma Quadro Multiregionale promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Ministero dello Sviluppo Economico e firmato dalla Regione Basilicata che Rionero ha potuto bandire nel 2009 un concorso internazionale di progettazione “Una piazza italiana” vinto dall’Architetto Efisio Pitzalis. Il progetto vincitore prevede, oltre alla valorizzazione delle due piazze, la realizzazione di un edificio polifunzionale di circa 500mq dove, al piano terra e sotto la copertura a forma di arco, sarà ospitata una sala conferenze o teatro con 300 posti che riprenderà la funzione dell’abbattuto cine-teatro Combattenti, più altre aree espositive per mostre e convegni con annesso bar-caffetteria e deposito nel piano sotterraneo. L’intera area di lavoro, che prevede un investimento totale di 6.200.000 di euro di 4.200.000 euro per lavori e 2.000.000 di 3
euro per somme a disposizione dell’amministrazione comunale, è stata divisa in 3 lotti realizzabili indipendentemente così da non pregiudicare la funzionalità generale dell’area stessa. Per il primo lotto era previsto l’appalto dei lavori entro Giugno 2010 e l’ultimazione degli stessi entro Luglio 2011. Ma dopo oltre un anno i lavori non sono ancora cominciati. Sul perché ce lo spiega il responsabile del procedimento l’Arch. Lorenzo Di Lucchio dell’Ufficio Tecnico del comune di Rionero: “Il bando di gara- chiarisce il tecnico comunale - prevedeva il criterio del massimo ribasso. Essendo il valore dell’appalto al di sopra del milione di euro bisognava accettare tutte le offerte ricevute, in totale 35 di cui ammesse 33, procedere alla verifica delle stesse e quindi individuare quella ritenuta non anomala dalle giustificazioni apportate dall’impresa. L’esclusione di alcune offerte ritenute anomale ha comportato quindi un rallentamento nell’aggiudicazione della gara d’appalto”. Quindi possiamo tranquillizzare chi paventava dei problemi di finanziamento al progetto? “Per il primo lotto il Comune è destinatario della somma di 2.100.000 euro e abbiamo chiesto già una prima tranche di finanziamento che la Regione Basilicata ci erogherà in questi giorni”. Ci può dare una data presunta d’inizio lavori? “Noi abbiamo programmato a brevissimo una riunione con l’impresa vincitrice per stabilire quando iniziare. E’ improbabile che si cominci nel periodo natalizio quindi credo che a Gennaio, il tempo che l’impresa aggiudicatrice completi l’approvvigionamento del materiale, cominceremo”. Però c’è chi esprime alcune perplessità sul progetto, come Carmelo, titolare di una tabaccheria in Piazza Fortunato (coinvolta direttamente nei lavori del 1° Lotto), che lamenta un mancato
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coinvolgimento dei cittadini e delle attività commerciali in merito ai lavori definendo il progetto una “svista totale perché non pone attenzione all’aspetto storico, morfologico e idrogeologico della piazza e che porterà alla chiusura dell’unica strada intermedia che esiste nel paese dirottando quindi tutto il traffico sull’anello stradale che la circonda. Con la chiusura al traffico del Centro Storico le 62 attività commerciali presenti avranno sicuramente delle perdite di introiti e molte di loro saranno costrette a chiudere”.
Per il signor Giovanni, titolare di un negozio di abbigliamento, “sembra che in questo paese si punti a far diventare zone commerciali le zone adibite al verde e che si voglia far diventare zone adibite al verde le zone votate al commercio. La piazza ha una storia, Rionero nasce commercialmente dalla piazza. Il progetto è interessante, però vogliamo che la piazza venga adeguatamente attrezzata con quelle infrastrutture che un domani possano consentire la riapertura al traffico”. Dello stesso avviso anche Maurizio commerciante-promotore di una raccolta firme in cui si chiede una modifica al progetto affinché la piazza non diventi esclusivamente pedonale ma che “venga prevista una strada laterale che giri intorno alla piazza per le macchine e che consenta la sosta momentanea dell’utenza di almeno 15 minuti. Chi ha stilato il progetto non conosce la realtà rionerese e non ha tenuto conto delle 4
attività presenti anche perché a noi non hanno mai chiesto un parere. E se i nostri timori saranno fondati sicuramente numerose attività chiuderanno e ci sarà la perdita di molti posti di lavoro”. L’Architetto Di Lucchio però tiene a chiarire che “qualsiasi decisione si prenda su un’area del centro storico comporta dei rischi. Esperienze recenti di pedonalizzazione hanno solo portato un incremento di fruizione dei centri storici e del commercio. Il progetto si può adattare a qualsiasi utilizzo quindi anche se oggi non è prevista una viabilità vera e propria, comunque la struttura della piazza e la sua sottostruttura è una sottostruttura che può essere, da qui ad un anno quando ci accorgeremo magari che il progetto è sbagliato perché non pedonalizzabile, tranquillamente utilizzabile dal traffico automobilistico”.
Nonostante le perplessità di alcuni cittadini l’avviso relativo all’aggiudicazione dell’appalto del primo lotto del valore di 1.500.000 euro è stato pubblicato. I lavori di riqualificazione delle due piazze, la cui durata prevista è di circa un anno, partiranno dal prossimo Gennaio. Il completamento dell’intera opera inizialmente era previsto per Settembre 2014. Probabilmente slitterà anche questa data. Andrea Gerardi
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I COMUNI DI GINESTRA e MASCHITO, CON GONFALONI MUNICIPALI e PROLOCO BARILE: UNA GRANDE GIORNATA ARBERESHE A MATERA
Matera. Nell’Auditorium comunale di Matera , presso il Conservatorio Musicale “Duni”, si sono svolte – all’insegna dell’Albanesità storica – due sessioni di studi sulla lingua, il folklore, le tradizioni popolari (Legge Regionale 40/2000). Fra gli interventi, quello di base del Professore Ferdinando Mirizzi , antropologo dell’Università degli Studi della Basilicata, il saluto di benvenuto da parte dell’Assessore alla Cultura e Turismo Cornelio Bergantino, dei v.sindaci di Ginestra ,Fiorella Pompa, e Maschito Vincenzo Pianoforte , di Donato M. Mazzeo direttore responsabilefondatore della rivista webzine “Basilicata Arbereshe” che festeggia a breve il 30ennale di edizioni. 5
Nel pomeriggio , dopo la sfilata del folto e qualificato Corteo Storico “Rethnes” (dall’Auditorium agli ipogei di Piazza Vittorio Veneto) , indirizzo di saluto di Rosa Mastrosimone, Assessore alla Cultura, Formazione, Lavoro della Regione Basilicata che ha espresso vive congratulazioni ai giovani figuranti, per l’entusiasmo ed il vivace orgoglio d’appartenenza etnica . In conclusione, un’apprezzata degustazione di piatti tipici Arbereshe e prodotti locali da forno offerti a tutti gli intervenuti (fra cui docenti ed allievi del Liceo artistico della città dei “Sassi”) dall’amministrazione comunale, sportello linguistico arbereshe di Ginestra (NderZhure) . La Pro Loco Barile presente , con una delegazione a nome del Presidente Daniele Bracuto, ha messo in bella mostra “le bambole di San Giovanni” costruite in casa, con prodotti semplicissimi, secondo la tradizione demologica in atto nel paese da secoli e diffuso brochure e materiali turistici del Vulture. Lorenzo Zolfo La foto ritrae il prof. Mirizzi ed il prof. Donato Mazzeo direttore basilicatarbereshe
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Il postino atellano non bussa mai: lettere ammassate a Rionero ATELLA – Piano piano, sul paese angioino capoluogo di Vitalba è piombato un caso eclatante di cattiva amministrazione (postale). Questi i fatti. Una postina in servizio ad Atella fino a poche settimane fa – nel clima di deprecata nuova organizzazione postale che vede i postini di Rionero in Vulture e paesi circostanti fare capo alla cittadina fortunatiana – è passata al servizio di sportello nell’Ufficio rionerese. Una massa considerevole di corrispondenza, anche raccomandata ed assicurata, finisce così per giacere ammassata VULTURE MAGAZINE
nell’ufficio di Rionero. Con gli utenti atellani invitati senza mezzi termini dal personale dell’ufficio rionerese a ritirare direttamente nell’Ufficio postale di via Umberto I.
Questo accidente provoca un disservizio tale nelle famiglie atellane. Alle prese con il mancato recapito di bollette da evadere assolutamente in queste ultime settimane dell’anno. Una situazione aggravata dalle nuove tasse governative deliberate in queste settimane dal Governo Monti. All’ufficio postale di Atella – negli ultimi tempi “declassato” per la privazione del servizio di recapito postale – rispondono con un secco: “No comment!”. Che non esclude una fraterna comprensione del disagio delle famiglie atellane. Il sindaco di Atella, Roberto Telesca, interessato da decine di famiglie colpite dal disservizio postale, dichiara che il Comune angioino si appresta ad assumere formali e vibranti atti di protesta. Ancora più incisivi per la sofferenza della cittadinanza in questi giorni di festività natalizie e di fine d’anno. Il Comune di Atella chiede pressantemente alla Direzione potentina di distaccare a Rionero un altro portalettere stabile per la cittadina atellana. l.z. La foto ritrae l’ufficio postale di Atella.
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UN ANTIFASCISTA LUCANO La storia del contadino senatore Michele Mancino
Nato a Genzano di Lucania l’8 settembre 1896 da Giuseppe Antonio e Angela Giordano, Michele Mancino era figlio di un povero bracciante socialista. Autodidatta e bracciante egli stesso, ricostituì la sezione socialista di Genzano fondata dal padre, cominciando giovanissimo ad interessarsi dei problemi sociali della sua gente e battendosi per l’emancipazione del proletariato, dei contadini e di tutti gli sfruttati. Tornato a casa dopo la fine della guerra, nel 1920 si impegnò, dunque, per organizzare braccianti, fittavoli e mezzadri. In estate frequentò la federazione socialista di Potenza dove, però, notò un influsso troppo borghese e la mancanza di una adeguata sensibilità verso le tematiche del mondo dei campi. Arrestato a novembre e condannato a due anni di reclusione per avere organizzato uno sciopero di braccianti, fu scarcerato per decorrenza dei termini nel febbraio dell’anno successivo. Nel luglio del 1921 venne incaricato da Vincenzo Torrio di dirigere la Camera del Lavoro di Potenza. Qui cercò di collegarsi con la componente massimalista del VULTURE MAGAZINE
partito socialista. Nel 1924 prese contatto a Napoli con Michele Bianco che lo presentò a Bordiga. Insieme decisero la costituzione della Federazione Comunista lucana che nasceva con soli 13 iscritti. Il 12 settembre del 1926 partecipò a Bari alla Conferenza meridionale clandestina del Partito Comunista. Arrestato l’11 marzo 1927 dalla polizia fascista, il 3 maggio 1928 venne condannato dal Tribunale Speciale a 8 anni di reclusione e 2 anni di sorveglianza speciale, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per “incitamento all’insurrezione armata contro i poteri dello Stato” e per altri reati politici. La maggior parte della pena la scontò nel carcere di Viterbo dove conobbe Emilio Sereni, Velio Spano e Umberto Fiore. Qui studiò i testi sacri del comunismo, da Marx agli altri pensatori. Soprattutto lesse i testi e i bollettini di scienza e politica agraria che a Sereni arrivavano dall’Università californiana di Davis. Come egli stesso ricordò, quegli studi gli consentirono di “superare e vincere lo stato di ignoranza” in cui la classe dominante aveva cercato di relegarlo, permettendogli “di conoscere il complicato intreccio naturale e sociale dei problemi umani” e consentendogli “di sostenere consapevolmente le lotte per abbattere la società ingiusta e inumana, per costruire, sulle sue rovine, una nuova: la società socialista”. Uscito di prigione l’11 novembre 1932 per amnistia, si trasferì ad Acerenza dove si sposò. Continuò la lotta clandestina fino al tramonto del fascismo. Caduto Mussolini, tra il 1943 e il 1944 si adoperò per la riorganizzazione del Partito Comunista e per la ripresa dell’attività sindacale nel settore agricolo prendendo contatti con contadini e artigiani, percorrendo, spesso a piedi, chilometri e chilometri per raggiungere anche i paesi più impervi. Fu lui che convinse Palmiro Togliatti a recarsi a Potenza in occasione del I Congresso dei comunisti lucani il 21 maggio 1944. 7
Segretario della Federazione Comunista, dirigente della Federterra, si prodigò per migliorare le condizioni salariali dei braccianti e per organizzare le leghe dei contadini, avendo così un ruolo chiave nelle rivendicazioni delle terre nel dopoguerra. Fece anche parte della Consulta Nazionale dove fu componente della VII Commissione (Agricoltura e Alimentazione). Dal 1947 al 1955 fu segretario della Camera del lavoro provinciale di Potenza. Nel 1952 entrò nel Consiglio comunale di Potenza.. Fu eletto senatore per il PCI nel 1953 e 1958 in rappresentanza del collegio di Melfi. Fece parte della X Commissione (Lavoro ed Emigrazione-Previdenza Sociale). Dal 1956 al 1960 fu sindaco di Genzano di Lucania. Trasferitosi a Borgo Sabotino, in provincia di Latina, si dedicò a scrivere le sue memorie e al lavoro della terra. Morì a Latina il 25 settembre 1995. Tratto da Strazza M., Lucani in Parlamento. Repertorio di deputati e senatori lucani (1861-1961), EdiMaior, Venosa 2010. Michele Strazza
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napoletano Edoardo Scarpetta, portato in scena dalla compagnia officina teatrale di Candela (Fg). Ad organizzare questo evento è stata l’associazione culturale La Lente su Venosa presieduta da Leonardo Miranda. Tanta gente presente sicuramente spinta anche dall’evento benefico della serata, il ricavato della serata è stato devoluto all’ospedale di Rionero, fortemente impegnato nella ricerca sul cancro. L’ Associazione officina teatrale di Candela nasce come una semplice idea, un’idea partorita quasi per gioco da un gruppo di amanti del Teatro frequentanti la Parrocchia di Candela. Grazie all’aiuto del Parroco, Don Gerardo, hanno iniziato questo percorso insieme, raggiungendo ottimi risultati e portando le rappresentazioni nei migliori teatri della provincia di Foggia. Ovviamente l’associazione ha dovuto affrontare molte peripezie ma grazie alla coesione e alla voglia di fare sono riusciti ad andare sempre avanti. Oggi l’associazione è composta da ragazzi entusiasti e volenterosi, continua a divertirsi e a far divertire con il teatro. Ovviamente oltre agli attori , la compagnia vanta un ottimo staff che con impegno e dedizione si occupa dell’organizzazione delle commedie, curando, in particolar modo, le scenografie, i costumi, il service audioluci e la logistica.
VENOSA. UN SUCCESSO LA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE, ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE CULTURALE LA LENTE SU VENOSA, “O MIEDECO D’E PAZZE”. PORTATO IN SCENA DALL’OFFICINA TEATRALE DI CANDELA. IL RICAVATO E’ STATO DEVOLUTO ALLA RICERCA SUL CANCRO. Un successo ha riscosso lo spettacolo teatrale “O Miedeco d’e pazze-Il medico dei Pazzi” dell’indimenticabile artista VULTURE MAGAZINE
Stasera l’officina teatrale di Candela ha aggiunto al suo percorso un altro traguardo importante, quello di recitare 8
per uno scopo benefico. “Per noi è una grande soddisfazione essere qui per rappresentare questa affascinante commedia-hanno riferito alcuni rappresentanti- …e si..una spensierata commedia degli equivoci in cui non c’è nessun personaggio che giochi il ruolo effettivo di “pazzo”, come insinua il titolo, ma che ingegnosamente assegna a questa categoria l’intera squadra di bizzarri protagonisti, impegnata in esilaranti sketches clowneschi. Elogio alla follia, quindi, quale valido antidoto alla quotidianità, spesso suggestionata dall’annoso dubbio amletico: ”Ma il pazzo, chi è?!”. La rappresentazione teatrale è durata circa tre ore. Il direttivo dell’associazione La Lente su Venosa(che si è lamentata per l’assenza degli amministratori locali) era presente con tutto il direttivo Leonardo Miranda,Antonio Teora, Saverio Malizia e Giuseppe Catale insieme ai tanti soci:Giuseppe Malizia, Franco Mezzela, Michele Briscese,Giovanni Basso,Franco Biancofiore,Savino Camerino,Mauro Mnganiello e Vincenzo Spada. A portare il proprio sostegno e contributo anche il parroco della Cattedrale, don Vincenzo D’Amato, il quale ha assicurato che anche Venosa avrà presto l’associazione ANSPI. Anche il dott.Giovanni Battista Bochicchio, direttore sanitario dell’IRCCS-CROB di Rionero, ha ringraziato: “la ricerca ha bisogno di fondi, fino ad oggi gli sforzi della ricerca sono fruibili per pochi, dobbiamo far si che la ricerca diventi sostenibile per tutti”. Ecco i personaggi che hanno interpretato il medico dei Pazzi:Felisca Sciosciammocca (Pasquale Spatuzza), Ciccillo (Gerardo Turchiarelli), Michelino (Celestino Petrillo), Raffaele (Rosaria Favatà), Don Carlo (Antonio Capobianco), Enrico (Donato Mezzancella), Luigi (Pietro Solazzo), Peppino (Benito Quaglia), Concetta (Gaetana Gatta), Amalia ( Rosaria Favatà), Margherita (Antonella Tucci), Rosaria (Oriana Marrese), Bettina (Carmen El Hawi), Il piccolo Gennarino VULTURE MAGAZINE
(Leoluca Favatà), Ruberto). Lorenzo Zolfo
Carmela
(Laura
Le foto riprendono un momento dello spettacolo.
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: “I Napoletani” di Francesco Durante Già dalla copertina il libro non preannuncia nulla di infervorante: è un particolare tratto da “Les Enfers” di Francois de Nomé. Eppure non è un viaggio (o soltanto questo) negli Inferi o nelle anomalie di una città difficilissima e violenta qual è Napoli; è un’analisi calata fin nelle viscere antropologiche di una città tormentata certo, ma che rimane fra le più affascinanti ed uniche al mondo. “Un paradiso abitato da diavoli”. Francesco Durante ha di recente dato alle stampe (per Neri Pozza, pagg.333, 2011) un corposo ed intrigante volume dal titolo alquanto esplicativo: “I Napoletani”. L’autore aveva già pubblicato nel 2008 un testo emblematico sulla città, “Scuorno” ossia vergogna, a seguito delle umilianti condizioni (e conseguenze mediatiche) in cui versava la città invasa e devastata dall’immondizia, e non soltanto. Napoli, dunque, lungi da rappresentazioni siano esse oleografiche, siano esse “terribiliste”, come scrive l’autore nelle 9
conclusioni. Una via altra (per così dire) nella quale la narrazione del costume e dei vizi della comunità ai piedi del Vesuvio fosse al cospetto di una storia straordinaria e senza pari, in un contesto scenografico decantato nei secoli da viaggiatori e cultori della bellezza. La visione di una baia sospesa fra l’esaltazione del creato e la minaccia di un vulcano (e i contigui Campi Flegrei) in costante fermento geologico. Un territorio su cui vive una comunità che concentra fervore e rassegnazione, inquietudine e passività. E poi le migrazioni: i napoletani che possono trovarsi in ogni angolo del mondo e restare identici, sebbene si sia persa nel tempo quell’antica identità (che tuttavia rimane clamorosa). I napoletani non esistono o, meglio, essere napoletano ha significato sempre (da Basile a Croce, da Cuoco a Rea, da Viviani ad Anna Maria Ortese), colui che ha nostalgia della propria identità perduta. Ma c’è una canzone “nonnapoletana” (suggerisce Durante) che forse al meglio risalta lo spirito di un popolo: è “Naufragio a Milano” che Paolo Conte incide nel ’75. “Io comme puozzo raggiunà…si raggiono l’uocchie chiagne fora milleciento lagreme”. Si comprenderà il senso che viene letto da un poeta che stima con mirabile tenerezza il cuore di questa città. Durante racconta quel significato non consueto di questo luogo che mediante altri autori della canzone italiana (da Lucio Dalla con “Caruso” a Fabrizio De André con “Don Raffaé”), plasmati come sono da secoli di canzoni e di versi scaturiti da quella sorgente di creatività che sgorga alle falde del Vesuvio. Dalla musica al teatro al cinema, da Totò ad Eduardo, e via via il teatro innovativo di Martone, Moscato, la toccante narrativa di Erri De Luca, la musica di Pino Daniele, degli Osanna, di James Senese e della Nuova Compagnia di Canto Popolare di Roberto De Simone, quella di Edoardo Bennato e del fratello Eugenio. Sono solo gli ultimi cantori di una cultura antichissima, che viene da Boccaccio e VULTURE MAGAZINE
tocca epoche e tracce mai estinte del tutto. Carnalità, eros e solidarietà. Il cinema di autori non napoletani si rilegge in De Sica e Rossellini, in Scola (“Maccheroni”) e Wertmuller: una passione ineludibile.
Sarà sempre difficile circoscrivere in un ambito “comune” la napoletanità, dunque. Chi saranno mai i napoletani, quei “diavoli che abitano un paradiso” di cui scrivevano i primi viaggiatori toscani del Quattrocento. Sono galantuomini e sono guappi di quartiere. Sono volgari lazzaroni in antitesi ad eleganti esteti, in entrambi i casi dotati di quel raro senso dell’ironia (ed autoironia) difficile da riscontrarsi altrove. Tra fermenti e contraddizioni più forti che in altre parti, il libro di Durante ci accompagna in un viaggio utile anche a chi napoletano non è, a quanti hanno guardato quella realtà con sospetto, paura e maldicenza. Una città “laboratorio” dove finanche le rivoluzioni si sono consumate in maniera ambigua ed irrazionale, come quelle che scaturiscono improvvise e altrettanto 10
improvvisamente si diradano. Durante non entra nel labirinto criminale (che certamente non è un episodio a caso nella sua storia millenaria), non intende possedere (come Saviano) la sonda della cronaca, la sua è prosa pura. Percorre un sentiero che si snoda nei rischi dell’analisi antropologica, non prende parte, ma se ne ricava un affetto ineguagliabile. E’ Napoli, tanto basta. Armando Lostaglio
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: ATELLA. 14 DICEMBRE 2011. KARATE SI, PALLAVOLO NO. NEGATA ALLA SOCIETA’ PALLANDIA VOLLEY DI MELFI NONOSTANTE LE STRUTTURE COMUNALI ATTREZZATE
Atella Sembra che nella cittadina vulturina non si possa praticare la pallavolo. Una società sportiva di pallavolo, la Pallandia Melfi è da due anni che ha fatto richiesta all’amministrazione comunale di voler attivare un corso di volley giovanile, senza ottenere fino ad oggi nessuna risposta. “Per vie traverseriferisce la prof.ssa Rosa Pascente, docente di educazione fisica e collaboratrice della Pallandia Melfi-sono venuto a conoscenza che che la palestra non può essere usata perché manca di collaudo. Intanto la palestra è utilizzata da una società di Karate! La richiesta di VULTURE MAGAZINE
due anni fa, è stata rifatta nel settembre scorso. Interpellato personalmente, più volte sollecitato telefonicamente , il Sindaco a rilasciare l’autorizzazione, fino ad oggi ha sempre promesso che avrebbe dato l’ok a questa società, sono trascorsi più di due mesi, ma nulla è accaduto. Verbalmente mi è stato comunicato che la convocazione(fino ad oggi non pervenuta) per la Pallandia Melfi erano già pronte a partire. L’amministrazione comunale è stata invece molto celere ad autorizzare una società di karate di Rapolla ad usufruire di questa palestra subito dopo la procedura di formalizzazione della richiesta. Tengo a precisare che la società di volley di Melfi, del prof. Urbino, qualificato istruttore di Pallavolo, ha ottenuto riconoscimenti nazionali e da oltre 30 anni è in attività”. Interpellato il prof. Enzo Urbino, abbastanza amareggiato, ha aggiunto: “ sembra che nella citta' di Atella lo sport non si puo' fare e soprattutto la pallavolo, sport di squadra e di facile coinvolgimento e di socializzazione.Circa due anni ho presentato una normale richiesta di utilizzo della palestra comunale di Atella per disputare allenamenti e partite di pallavolo riservati ad alunni della scuola materna, elementare e media. Fino ad oggi nessuna risposta,ne' da parte del sindaco ne' dell'assessore allo sport di Atella. Abbiamo ricevuto diverse richieste da parte di genitori ma non possiamo iniziare se il Comune e non ci convoca per stilare un programma di orari o una convenzione per iniziare l'attività sportiva. Il Sindaco di Atella o se esiste un' assessore allo sport sanno che le attivita' sportive iniziano tutte a settembre per poi terminare a giugno? Sono a conoscenza che le affiliazioni o eventuali iscrizioni a campionati hanno una scadenza? Non e' possibile che una societa' sportiva dopo circa due anni che presenta una richiesta ad un ente,lo stesso ente non risponde per niente? La cosa strana e' che attualmente una societa' di Rapolla che fa' karate sta' utilizzando la palestra 11
di Atella con una quindicina di persone che pagano il mensile,quindi facendo anche lucro! Chi ha autorizzato questa societa' e con quale criterio? Siamo al punto che ad atella la pallavolo non si puo' fare o qualcuno non vuole che si praticchi questo sport, da sempre considerato uno sport sociale e di rispetto delle regole e allontana i giovani da quelle che sono le devianze giovanili per preparare i cittadini del futuro! Tutto questo ad Atella non si puo' fare! Faccio un appello alla cittadinanza di Atella: cari genitori quando i vostri politici vi vengono a chiedere il voto mandateli a.......fare pallavolo!”. l.z. la foto ritrae Atella
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: 150 anni
Siamo alla tivù,noi, a casa, coi termocamini, riscaldati, non più migranti (una volta!), in questi giorni d’anniversario,nuovi sbarchi al notiziario, non giubbe rosse,ardite, garibaldine ma consunti abiti disperati. 150 ! e, 150 ancora! viva l’Italia! S’intonino i cori,squillino le fanfare, al cielo sale,nei borghi lontani,nella capitale, l’inno agli altari di chi diede la vita alla Patria confusa nel sapere di questi dal mare. Non vogliono marciare,e non vogliamo, né battaglioni dell’elmo di Scipio, o conquiste di spada nelle vicine contrade ma un attracco,ciglio di paglia, sosta, riposo e un telo a riparo. Ricca terra d’Europa,in Mediterraneo, con l’Italia per ponte,tendi le braccia, presta uno scoglio,sporgi un appiglio a gente muta, non saluta né grida allo sbarco, ma china procede con scorno a un perdono spersa per un segreto timore d’ esser messa alla porta. Del mondo. Gabriele De Masi
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Trema la notte,quanto più preme la tempesta in queste onde di deriva, batte lo scafo l’increspatura,sale in gola la paura che i flutti facciano tomba del guscio dall’Africa alle coste d’Italia;sbarco di speranza, dove la vita sorride al sole e profumato, baciato è il pane. Strade di mare, il vento taglia i profili con spruzzi di salsedine negli occhi fissi oltre il canale, intravedere luce di salvezza, la costa,l’approdo, gl’ Italiani che fanno d’accoglienza dono e di pietà pronti,perché così fu lor dato il dono, il tozzo, il sorso e il mantello a coprire le spalle fredde nel cammino, a saziare fame e sete nei santuari di terra promessa e d’esultanza. VULTURE MAGAZINE
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SFIDA Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità Sede Provinciale di Messina Via VERDI, 9 – 98060 – FALCONE www.sindacatosfida.it e-mail: infosfidamessina@tiscali.it tel. 338-2447502 fax 094134505
celermente la nomina dei tre docenti al fine di evitare ulteriori disagi alle famiglie consentendo agli alunni e alle classi di recuperare la serenità indispensabile per raggiungere in tal modo adeguati risultati. Il Segretario Provinciale Maria VITALE MERLO Il Segretario Nazionale Dino Mauro DI TULLIO
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Messina 13/12/2011 Il Tar di Catania (Seconda Sezione) con “Sentenza breve” (giuridicamente è una Sentenza definitiva) ha reintegrato le ore di sostegno scolastico a tre alunni con “grave” disabilità di Messina assistiti dall’avv. Nuccia TORRE. I Giudici, richiamando la Sentenza n. 80 della Corte Costituzionale, hanno motivato la loro decisione sostenendo che l’ Amministrazione scolastica non ha “..tenuto conto dell’esigenza di garantire opportune ed adeguate misure di sostegno volte ad assicurare l’effettività dell’inserimento nel percorso scolastico frequentato, avendo assegnato un numero di ore settimanali inferiore a quello necessario come per altro richiesto originariamente dalla stessa istituzione scolastica”. In controtendenza però con le pronunce di altre Sezioni dei Tar, non hanno ritenuto opportuno accogliere la richiesta per il risarcimento dei danni, avanzata dall’avv. TORRE, motivando che a loro giudizio non sussiste “ per assenza di qualsiasi principio di prova in ordine all’effettivo prodursi di alcun danno”, comunque hanno condannato l’Amministrazione scolastica al pagamento delle spese di giudizio, per un ammontare complessivo di 4.500,00 Euro. SFIDA auspica che l’Ufficio Scolastico Provinciale di Messina con la responsabilità dovuta autorizzi VULTURE MAGAZINE
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