Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata
Sommario 22 Dicembre 2013 - Auguri da UniVerde, Legambiente Basilicata, Orme, Centro Sinistra per Rionero, Il Territorio, Unibas, Rete Cinema Basilicata, Associazione Lucana Assistenza Diabetici -Rionero. Associazione Di Volontariato “Città Partecipata” - Cascate di San Fele Bilancio attività 2013 - Csail-Indignati: Non ci accontentiamo del Regalo di Natale - Csail-Indignati: Iniziative Natalizie contro Total - Csail-Indignati: Rifiuti e Ambiente in Val D’agri - Legambinte: Aree protette e green economy - C.S. Thalia: Nuova Stagione Turismo Bianco - C.S. Thalia: Naso all’insù fino a Santo Stefano per la cometa Lovejoy VULTURE MAGAZINE
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- Rionero - Incontro con Piero Terracina - Torna 'Baby Day Befana 2014' a Rionero - Montemilone. Pericolosita’ Su alcune strade Provinciali - Potenza: con Paccoweb si va in vacanza liberi dai bagagli - SEL. Manifestazione al Ministero dello Sviluppo - SEL: Vicenda Teknosola - SEL: Mobilitazione Marmo-Melandro - Viabilita’ Ginestra-Barile - Barile. Babbo Natale Fidas a scuola per diffondere la solidarietà - Surreastrattismo oltre la soglia della realta’ - Annale (Asrl): Bonus Idrocarburi - Annale (Asrl): Proteste “Forconi” - Annale (Asrl), Ambiente e Salute prima di tutto - Pescopagano. Festeggia il 25° Anniversario di Sacerdozio di Don Giovanni - Venosa. L’orchestra Musicale “Duni” inaugura la Chiesa di San Domenico - Feneal-Uil: Direttivo Provinciale a Potenza - GAL Vulture Alto Bradano: Bandi - A Melfi il Club Alpino Italiano - Interisti Lucani al Derby di Milano - Relazioni Inaugurazione Anno accademico dell’Università della Basilicata
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www.tg7basilicata.blogspot.it www.siderurgikatv.com www.youtube.com/e20basilicata facebook – gruppo TG7 Basilicata
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Alad/Fand – Associazione Lucana Assistenza Diabetici (onlus) Ente Morale D.M. 20 settembre 1993 – Membro I.D.F. International Diabetes Federation C/o Centro Diabetologico A.O. San Carlo – Potenza- Padiglione E Piano 0 – tel-fax 0971 613123
C.F. 96038890768 - e.mail alad@ospedalesancarlo.it
BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO
“Non dobbiamo avere paura della bontà e neanche della tenerezza” Papa Francesco - cardinale Jorge Mario Bergoglio celebrazione di inaugurazione del suo ministero - 19/03/2013
_______________________________________________________________________________ Ufficio di Presidenza – Piazzale Don Uva, 4(ex Palazzo Crisci) - 85100 Potenza tel. 0971-51665
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ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO “CITTÀ PARTECIPATA”
È con grande gioia e vivo entusiasmo che vi presentiamo la neo costituita associazione di volontariato “CITTA’ PARTECIPATA”. Tante le motivazioni che hanno spinto noi soci promotori, Giuseppina Di Lucchio, Rubino Mascolo, Donato Giovanni Grieco ed altri amici a costituirci in associazione e insieme a camminare per il bene nostro e di tutta la cittadinanza Rionerese e non solo. Il desiderio di crescere umanamente e socialmente, il bisogno innato dell’uomo di essere solidale di fronte alla sofferenza altrui, la fame e la sete umana di comprendere le tante realtà esperienziali, l’urgente necessità, ormai impellente, di dare un volto nuovo alla nostra città di Rionero in Vulture e di farla crescere ed elevarla socialmente sono le nostre priorità e le ragioni alla base della nostra iniziativa. Il nostro obiettivo è quello di contribuire, insieme all’aiuto delle persone di buona volontà che vorranno unirsi a noi, alla realizzazione di una Rionero migliore e di un cambiamento radicale del nostro strato sociale e civile. La nostra città ha bisogno di socialità, ha sete di solidarietà. Lo gridano i tanti avvenimenti tragici a cui assistiamo a volte impotenti; le tante associazioni culturali e di volontariato presenti sul nostro territorio che divulgano semi di speranza. Lo gridano i giovani, i professionisti di ogni settore. Nessuno è chiamato ad adagiarsi su foglie di alloro, ma tutti siamo chiamati a rendere la nostra città, Rionero in Vulture, più vivibile e più interessante. Questa è non solo la nostra vocazione di cittadini che sentono forte il senso civico e civile delle cose, ma in modo del tutto peculiare noi soci promotori ci sentiamo chiamati, in prima persona, a preoccuparci e occuparci del benessere delle persone più svantaggiate. Noi vogliamo cercare, con il nostro impegno ed il contributo di VULTURE MAGAZINE
tutti, di sopperire, per quanto possibile, alle necessità della comunità laddove lo Stato ha una presenza lacunosa nella tutela delle fasce di popolazione meno fortunate e più emarginate. Rionero in Vulture deve rinnovarsi. Rionero deve cambiare. Rionero deve migliorarsi nei rapporti umani e sociali. Bisogna saper vivere un modo nuovo dello stare insieme in ogni ambito della vita quotidiana, nei rapporti umani, sociali, professionali, lavorativi e imprenditoriali. Aiutarsi gli uni con gli altri e fare in modo che la nostra cittadina ritorni a fasti del passato, una cittadina viva e florida, modello ed esempio per tutto il territorio lucano. Impresa ardua: ne siamo ben consapevoli. Mirare in alto per poter raccogliere quanto basta. È una promessa cha lascia un’attesa carica di speranza. Speranza che può divenire certezza grazie all’impegno di tutti. L’Associazione di volontariato “Città Partecipata” vuole inserirsi pienamente nel vissuto sociale del nostro paese volendo, in questo modo, adempiere le aspettative nascoste nel cuore di ciascuno di noi. Infatti, come sancisce l’articolo 2 del nostro Statuto: “L’Associazione ha lo scopo di stimolare e sostenere la crescita morale, spirituale, culturale e sociale dell’uomo” cercando di favorire l’integrazione interculturale ed interraziale. Tutto questo, ovviamente, attraverso ogni espressione di iniziativa realizzata con carattere di amatorialità. E ancora di promuovere la solidarietà attraverso la realizzazione di un Banco Alimentare, di una raccolta vestiario e fornendo, inoltre, un servizio di Tutela Legale, con prima consulenza GRATUITA, attraverso uno Sportello Legale convenzionato, realizzato in collaborazione con esperti avvocati, per l’assistenza alle persone meno abbienti e più sfortunate. In poche parole, la nostra associazione vuole contribuire attraverso eventi, manifestazioni, incontri, convegni, spettacoli e molteplici altre iniziative al bene e alla crescita di tutti, consapevole 9
del fatto che sono le idee e i progetti, siano essi a breve o a lunga durata, a muovere il mondo e la coscienza dell’uomo. Mi sia consentito un breve accenno alla scelta del nome che abbiamo voluto dare alla nostra associazione: Città Partecipata. Città Partecipata è sinonimo di partecipazione, di vita comune, di impegno verso il prossimo, e mi sembra la motivazione più vera; la scelta del nome sta nella radice stessa della parola, Partecipazione, Città, siamo una comunità e questo vuol dire che insieme, tutti, dobbiamo essere pronti a “riparare”, “sostenere” quello che la civiltà e il progresso, che a volte diventano indifferenza, stanno distruggendo, il saper vivere INSIEME. L’intento, quindi, è quello di divenire, non solo un punto di riferimento per coloro che seguiranno il nostro operato, ma un polo di attrazione per quanti, come noi, condividono idee e progetti, per chi ha voglia di crescere insieme a noi, per quanti vogliono dare un contributo alla rinascita culturale e sociale della città di Rionero in Vulture. E tutto questo, solo portando avanti l’ideale della carità e della solidarietà, con l’estrema e profonda convinzione di voler aiutare il prossimo, chiunque esso sia, qualunque problema abbia; senza aspettarsi niente in cambio. Valori che al giorno d’oggi sono più unici che rari. L’Associazione inizierà la propria attività di volontariato con la somministrazione di vivande alimentari alle persone più bisognose, tutti coloro che vogliono informazioni riguardo all’Associazione possono contattarci al seguente indirizzo di posta elettronica: rioneropartecipata@libero.it, oppure recarsi presso la nostra sede ogni Martedì e Venerdì dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle ore 17:30 alle 19:30 in via Matteotti Pal. Catena. ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO CITTÀ PARTECIPATA VULTURE MAGAZINE
Cascate di San Fele Bilancio attività 2013
Il bilancio dell'anno 2013 è altamente positivo, oltre le stesse previsioni iniziali immaginate, considerato che nell'intero anno 2013 circa 20.000 persone hanno visitato le cascate di San Fele di cui oltre mille nel solo giorno di ferragosto. Altri numeri: 175 soci hanno aderito all'associazione nel 2013; 1) Oltre 30 escursioni con gruppi organizzati nel corso dell'anno 2013.
Migliaia di visitatori di tutte le età con famiglie al seguito hanno invaso il territorio di San Fele. Molti di loro provenivano dalle regioni limitrofe ( Puglia e Campania in testa),dal resto d’Italia e molti anche dall'estero, con evidenti benefici per gli operatori economici e le strutture ricettive locali. Tantissime le escursioni organizzate con gruppi escursionisti professionisti e 10
non quali: Falco Naumanni di Matera, EPAV di Melfi, AlinNatura, CAI, WWF Basilicata, Legambiente, Terre del Mediterraneo di Bari, Cava dei Tirreni,Massafra,Trekking Cultura e Natura di Rofrano (sa) Boy Scout, camperisti e Federazioni Lucani a Bari e Salerno, Avis, Acli Potenza ,Lyons Club,Touring Club,Alad-Fand, numerosi CRAL aziendali, macchine storiche del gruppo Basileus e del melfese, oltre che gruppi di torrentisti professionisti ( Gruppo Grotte Grottaglie ed altri) ed esercitazione del Gruppo Soccorso Alpino Lucano. Molte escursioni si sono realizzate con alunni delle scuole elementari, medie, superiori ed anche delle materne e di tante associazioni di anziani. Di particolare significato è stata l'escursione dell’associazione non vedenti di Potenza e degli studenti Laurea in Geologia-Università Federico II° di Napoli. Varie manifestazioni si sono tenute vicino le cascate , quali il concerto della Banda Giffoni Valle Piana, sfilata di moda, concerto con piano solo e manifestazione folkloristica con il gruppo Ambasciatori Lucani. Di particolare suggestione l’illuminazione delle cascate in alcune serate estive. Di notevole importanza sono state le giornate europee del patrimonio a cura del Ministero dei Beni Culturali, dove si è partecipato nell'evidenziare i resti di numerosi mulini e la Gualchiera presenti lungo il torrente Bradano.
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CSAIL-INDIGNATI: NON CI ACCONTENTIAMO DEL REGALO DI NATALE DEI PARLAMENTARI PD
Se il “regalo di Natale” destinato al popolo del petrolio è l’ordine del giorno per impegnare il Governo a convocare la Regione Basilicata per la definizione di una nuova intesa istituzionale siamo di fronte ad un’ennesima e vergognosa elemosina caritatevole proprio come il comportamento di quei politici subdoli che solo in questi giorni di festività scoprono le condizioni di povertà della nostra gente e si scoprono più buoni. Lo sostiene Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani, sostenendo che i parlamentari del Pd Folino, Antezza e Speranza continuano a sottovalutare il significato del forte astensionismo per le elezioni regionali specie nei territori della Val d’Agri e del Sauro e ancor più il livello di malessere che sta per esplodere. Siamo ancora lontani mille miglia dal dare risposta alle continue e pressanti sollecitazioni per trasformare il greggio lucano in oro, incenso e mirra, vale a dire nei regali veri e di significato attesi dalla nostra gente per questo Natale. Al di là del tentativo populistico di recuperare distrazioni, disattenzioni ed assenza durata a lungo – dice Massaro – è bene chiarire che la classe politica e dirigente parlamentare è semplicemente impegnata a rincorrere il Governo amico per ottenere un tavolo di discussione mentre lo stesso Governo amico per ora ha solo accantonato l’idea di rastrellare denaro fresco derivante dall’estrazione del petrolio lucano e bisogna prepararsi a fronteggiare qualche altro “fraudolento” tentativo. A noi interessa poco ripristinare 11
la terza tranche della card carburanti perché anche questo è uno strumento miserevole e caritatevole. A noi interessano i “miliardi” di euro promessi con il Memorandum con sottoscrizione bipartisan da politici del centrosinistra e del centrodestra. Il nuovo anno perciò deve essere – a parere del CsailIndignati – l’anno della svolta che certamente non si può ridurre ad una chiacchierata con il Governo incapace che non rispetta gli impegni di carta scritta altrimenti si finisce per dare pienamente ragione ai forconi. Non ci resta che appellarci al saggio Governatore Pittella perché riordini le idee dei parlamentari del suo partito e mettendosi alla testa del movimento popolare del petrolio lavori per risultati anche parziali ma comunque tangibili. Filippo Massaro,Csail-Indignati Lucani
:::::::::::::::::::::::::::::::: CSAIL-INDIGNATI: INIZIATIVE NATALIZIE CONTRO TOTAL Gli Indignati Lucani sosterranno ogni iniziativa sindacale utile ad “incastrare” la Total su impegni concreti per l’occupazione locale nel Programma Tempa Rossa e per benefici diretti ed indotti all’economia de Sauro che, non va dimenticato, resta una delle aree interne più povere della Basilicata. E’ quanto sostiene Filippo Massaro che ha tenuto a Corleto Perticara un incontro del Csail-Indignati Lucani per decidere le nuove azioni di protesta da attivare già in questo periodo di festività. Dal sito istituzionale della Total è possibile verificare che a novembre per “Tempa Rossa” sono al lavoro solo 128 unità (48% lucani) per occupazione diretta a cui si aggiungono 256 (67% lucani) per l’occupazione indiretta. Dunque – commenta Massaro – ha pienamente ragione la Cgil ad essere VULTURE MAGAZINE
ampiamente insoddisfatta anche se non possiamo tacere il fatto che dopo la grandiosa manifestazione a Corleto per il primo maggio l’impegno di tutto il sindacato confederale nell’intero 2013 è andato a corrente alternata con più tempo trascorso ai tavoli di incontro. In occasione delle festività natalizie e di fine anno il Csail-Indignati Lucani lancerà la “campagna di boicottaggio” delle stazioni di carburante Total nell’area Sauro (Laurenzana, Anzi, Calvello) e riprenderà la tradizione di collocare nei Presepi a casa dei propri militanti e simpatizzanti una “trivella” (realizzata da artigiani locali insieme ad un Centro Oli Viggiano in miniatura) a simbolo dell’attesa del petrolio speranza di lavoro e benessere per tutti. Inoltre in dono al neo Governatore Pittella sarà consegnata una bottiglia di greggio doc della Val d’Agri. Non ci fidiamo delle previsioni contenute nel Piano Industriale della società petrolifera per il periodo 2013-2016 sottolinea ancora Massaro - tanto più che a metterle in discussione è proprio il sindacato che ha messo il dito nella piaga scoprendo che la Total con il pretesto di aver bisogno di figure altamente professionali (con l’avallo di qualche ex consigliere regionale e alcuni sindaci del territorio del Sauro consenzienti ) potrebbe far ricorso a giovani diplomatilaureati extraregionali e a manodopera generica lucana solo per lavori destinati a durare un anno o poco più. E poi c’è tutta la partita della manodopera edile che secondo impegni assunti solennemente dalla Total ai tavoli istituzionali dovrebbe riguardare almeno l'80% di manodopera locale per le opere edili e di costruzione del Centro Oli, contestualmente agli impegni che l'Eni ha sottoscritto nell'ottobre 2012, con più di attenzione al monitoraggio ambientale, visto che il Centro Oli doveva e deve ancora partire. E’ il caso ancora di ricordare l’”Avventura” di un centinaio di giovani lucani che hanno partecipato all’unica selezione Total e sono sempre in 12
attesa di una telefonata. I cittadini, consapevoli dell’ennesimo bluff, conoscono il copione e le vergognose strategie già adottate dall’Eni in Val d’Agri. E’ tutto il settore della formazione professionale che dimostra la sua inadeguatezza e non dà speranze ai giovani del Sauro, della Val d’Agri e della provincia di Potenza. Per il Csail-Indignati, infine, anche la recente iniziativa a Matera del cosiddetto Progetto Lucanica voluta dalla Total con l’avallo di settori industriali si è rivelata “fumo negli occhi” degli agricoltori e produttori alimentari del Sauro ai quali non restano briciole di un’azione estemporanea. Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani
:::::::::::::::::::::::::::::::: CSAIL-INDIGNATI: RIFIUTI E AMBIENTE IN VAL D’AGRI, “L’UNIONE FA LA FORZA” NON BASTA Non so se il vecchio detto popolare “l’unione fa la forza” possa bastare per i Comuni della Val d’Agri che continuano a gestire i fondi del PO Val d’Agri (vale a dire le briciole delle royalties) sotto la stretta tutela vigilata di una Giunta Regionale che dovrebbe lasciare alla nuova compiti di programmazione più ampia dell’ordinaria per realizzare concretamente quella “svolta” annunciata dal nuovo Governatore è il messaggio che il presidente del CsailIndignati Lucani Filippo Massaro indica al neo Governatore Pittella. La realtà che vivono le comunità del comprensorio petrolifero è che a fronte di tasse comunali sempre più esose i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono fortemente inadeguati soprattutto nelle aree e contrade rurali sparse sul territorio. Per non parlare dei rifiuti speciali di lavorazioni industriali o derivanti da attività petrolifere. Allo stato VULTURE MAGAZINE
dunque – continua Massaro - dobbiamo limitarci a prendere atto di un ennesimo progetto che ha l’ambizione, sulla carta, di pensare ad una “qualità ambientale a 360 gradi” – evidentemente sinora per ammissione degli stessi sindaci affrontata a 45 gradi - senza però uno straccio di autocritica sui ritardi e le responsabilità per la mancata gestione comprensoriale della frazione organica e secca e sui motivi dell’assenza di impianti tecnologicamente avanzati per l’ottimizzazione dello smaltimento. Sul piano del metodo – evidenzia Massaro ribadiamo la critica di fondo: sarebbe ora che i sindaci ragionassero con la propria testa e potendo contare su royalties che spettano ai 32 comuni beneficiari delle provvidenze assicurate dal P.O. Val d’Agri , epurate da quelle rastrellate per altri scopi (sperpero per interventi demagogici, ripiano sanità, Università, contributi a Potenza e a Matera, Vie Blu, Copes, ecc.) invece di farsi imporre proposte del tipo “prendere o lasciare” dalla Giunta, lavorassero per progetti autoctoni nell’interesse delle rispettive comunità e, perché no, dell’incremento dell’occupazione nel settore dell’ambiente. Nessuno disconosce che “l’unione fa la forza” almeno il risultato della riduzione dei costi lo dovrebbe raggiungere. Solo che si può osare di più perché l’ambiente, il territorio e con essi la salute dei cittadini in Val d’Agri sono sotto il costante e vergognoso “attacco” delle attività petrolifere e pertanto necessitano di attenzioni politiche, strumenti operativi e finanziamenti diversi rispetto ad altre aree della regione. Siamo di fronte – conclude Massaro all’ennesimo caso di inefficienza e incapacità dell’Area Programma Val d’Agri voluta per sostituire le vecchie Comunità Montane del comprensorio e rimaste a metà strada tra ente di inutile e semplice rappresentanza ed organismo di governo dei problemi del territorio. FILIPPO MASSARO, CSAIL- INDIGNATI LUCANI 13
Aree protette e green economy
Bellezza del paesaggio, tutela del suolo e valorizzazione del biologico: sono questi i tre punti chiave di una green economy che abbia per protagonista le aree protette. Le aree naturali, chiamate anche oasi o parchi naturali, sono porzioni di territorio che la legge tutela per il loro particolare interesse naturalistico, ambientale o storico-culturale. Aree che contengono ecosistemi prevalentemente o largamente intatti, ambienti e paesaggi di rilievo tale da richiedere un intervento istituzionale per garantirne la conservazione alle future generazioni. Il Summit mondiale per l'ambiente di Rio de Janeiro (1992) ha individuato proprio nei Parchi il principale strumento di conservazione della biodiversità. Minacciata nell'ultimo secolo dalle rapide trasformazioni ambientali, dalla frammentazione degli habitat e dall'inquinamento, la biodiversità trova nelle aree protette un argine decisivo alla progressiva estinzione di un numero sempre maggiore di specie animali e vegetali. Sono una delle bellezze dell’Italia, un patrimonio naturalistico di cui siamo leader in Europa interessando oltre 3 milioni di ettari di superficie protetta a terra e 2 milioni e 800 mila ettari di superficie protetta a mare. Un tesoro e una risorsa preziosa, sinonimo di bellezza e qualità, ma anche di innovazione e di spinta per l’intero Paese dato che producono il 3,2% della ricchezza della Penisola. Dunque conservazione della natura, ma anche opportunità economiche. Nel documento conclusivo del Convegno VULTURE MAGAZINE
mondiale sui Parchi (1992), gli esperti riuniti a Caracas richiamano, infatti, l’attenzione “sull'importanza delle aree protette e sui benefici sociali, economici e ambientali che da queste derivano”. Oggi i Parchi sono un fenomeno globale e l’Italia è uno dei paesi che negli ultimi dieci anni ha dato il maggior contributo in Europa allo sviluppo di un sistema di aree protette, passando dal 3% ad oltre il 10% di territorio tutelato. Un turismo sostenibile che non conosce crisi e valorizza natura e risorse locali. In questi anni i parchi e le aree protette hanno segnato un cambio di rotta rispetto alle politiche di promozione del turismo nel nostro Paese contribuendo in maniera determinante a far crescere un’offerta che punta sulla valorizzazione dell’ambiente e il contatto con la natura quale modello per un turismo nuovo. Rilanciare i parchi, significa far conoscere il contributo e le idee che possono dare per superare la crisi economica. Una green-economy basata sulle potenzialità di questi territori è una chiave straordinaria per attrarre investimenti nelle aree interne, che coincidono in gran parte con la rete delle aree protette marine e terrestri, e per rilanciare l’economia locale. Ma ciò può avvenire se nei parchi cresce la consapevolezza della reale forza e bellezza dei territori. Come? In primo luogo le leggi in materia necessitano di una manutenzione che indirizzi la burocrazia delle aree protette direttamente alle amministrazioni pubbliche, con le quali i parchi si confrontano quotidianamente; in secondo luogo è necessario mettere in campo azioni atte alla riduzione del consumo di suolo e all’agricoltura biologica. Solo con riforme concrete, questi luoghi naturali possono diventare delle effettive bellezze. È essenziale segnare una nuova stagione per le aree protette e dimostrare in collaborazione con cittadini, forze politiche e sociali che i parchi sono beni comuni e come tali devono essere valorizzati.. 14
C.S. THALIA: NUOVA STAGIONE TURISMO BIANCO SOTTO DUE “BUONE STELLE”
specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali. La crescita del fatturato sarà data da un incremento degli arrivi previsto del 6,5% e delle presenze del 2,8%. Si prevedono in particolare due settimane eccezionali, concentrate nel periodo natalizio dal 21 dicembre al 5 gennaio. Purtroppo, nessuna notizia positiva sui prezzi: le vacanze sulla neve sono sempre più care. L’incremento del costo dello skipass sarà del 2,5% e quello delle strutture ricettive del 3,2% a livello nazionale. La spesa media per trascorrere una settimana di vacanza in montagna sarà di 932,00 euro a persona, e di 2.240,00 euro per una famiglia con un bambino.
Anche se è presto per tentare una prima previsione sul “turismo bianco” in Basilicata, la nuova stagione nasce sotto due “buone stelle”: la prima neve caduta (sino a 75 cm al Sirino, 55 cm alla Sellata Pierfaone, 35 cm a Viggiano, ma ci segnala il sito www.sciareinvasilicata.in con impianti ancora in manutenzione) e l’annuncio di una nuova sciovia a Viggiano che rafforza l’impiantistica nelle sette località sciistiche della provincia di Potenza. Le premesse per fare meglio dello scorso anno in presenze – per gli operatori del Centro Studi Turistici Thalia – ci sono tutte specie facendo tesoro di piccole e grandi fattori negativi delle ultime due stagioni.
Anche per questo, probabilmente, ci sono previsioni da vero e proprio boom per sport come lo scialpinismo, che elimina il costo sempre più alto dell’utilizzo degli impianti. La disciplina, che conta ogni anno sempre più appassionati, è prevista in crescita di ben il 17%. Tra le altre discipline sportive, crescono le ciaspole (previsioni + 10,3%), il nordic walking e il freeride in tutte le sue forme. Le stazioni sciistiche hanno investito complessivamente in infrastrutture, per sistemi di ammodernamento, nuove piste, aggiornamenti e nuovi impianti, sistemi di innevamento, manutenzioni, un valore pari a 128 milioni di Euro, mentre le destinazioni hanno impegnato in attività promo-commerciale ulteriori 28,5 milioni di euro.
Se dunque gli appassionati della neve devono aspettare ancora qualche giorno per sciare in Basilicata, finalmente tra albergatori, società sciistiche, addetti ai lavori, si respira un clima di ottimismo: nel Paese, dopo due anni in negativo, per l’inverno 2013/2014 si prevede un incremento del fatturato del 1,5% per un valore di circa 9,4 miliardi: uno dei motivi è la presenza di sempre più stranieri, soprattutto russi. Tra gli italiani sarà un vero boom per gli sport più alpini e meno costosi: lo scialpinismo è previsto in crescita del 17 per cento. I dati sono stati dell’Osservatorio montano dello Skipass Panorama Turismo, il centro ricerca VULTURE MAGAZINE
Per il Centro Studi Turistici Thalia la “raccomandazione” ad operatori pubblici e privati è identica alla stagione precedente: tenere conto dei limiti oggettivi delle nostre stazioni sciistiche, alla domanda di sci low cost e comunque a buon mercato, alla necessità di abbinare l’attività sportiva sulle piste con itinerari e programmi in grado di attrarre i due target fondamentali: le famiglie e i giovani.
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“Dobbiamo principalmente fare i conti – sottolinea Giuliano Scavetta, titolare del T.O. Camartour di Bestway, con sede a Napoli ed agenzia a Potenza, che sabato prossimo in occasione del Festival di Potenza riceverà il Premio Thalia 2013 per “aver ideato e lanciato il modello di “vacanza slow” in Basilicata - con due aspetti che segnano ogni attività di “turismo bianco”: non possiamo competere con l’offerta del Nord e del centro Italia; la sempre minore disponibilità di spesa e di giornate da dedicare allo sci. Ma forse da svantaggi questi due fattori possono diventare opportunità per attrarre nuovi flussi turistici pugliesi, campani e anche laziali, in quanto i comprensori sciistici lucani sono i più vicini ed hanno costi accessibili. Il “segreto” del successo della nuova campagna di promozione è nel proporre pacchetti, anche per allungare la permanenza in Basilicata che negli anni passati è per il 90% dei casi limitata alla giornata (max due) sui campi di sci, che abbiamo già sperimentato positivamente con il Piot Montagne d’Emozioni, vale a dire offerta eno-gastronomica a tema (prodotti alimentari tipici e di stagione), visite ai centri storici e al patrimonio artistico-culturale. Per Natale – suggerisce Scavetta – è essenziale abbinare la neve - con gli impianti, che ci auguriamo saranno perfettamente funzionanti e strade perfettamente sgombre evitando le brutte figure del passato con gli autobus di pugliesi e campani rispediti a casa - al Presepe nei Sassi di Matera o sulle Dolomiti Lucane. “Per chi non scia – continua Scavetta – si devono proporre pacchetti dedicati ad assicurare il benessere fisico, mentale e spirituale e offrire l’opportunità di avvicinarsi ai principi di vita, salute e alimentazione naturale attraverso le vacanze. La “filosofia” di “vacanza slow” che va bene in Basilicata in qualsiasi periodo dell’anno. Anzi con la neve VULTURE MAGAZINE
riacquista emozioni e sensazioni uniche. Pacchetti che mirano alla rigenerazione del corpo e dello spirito, vacanze che possono insegnare a mutare nel giusto modo il rapporto con se stessi, con il cibo, con il respiro e la mente, contribuendo a migliorare la qualità della vita”.
Scheda I NUMERI Il fatturato del turismo della neve in tutti i suoi aspetti rappresenta oggi, a livello nazionale, 10,8% del turismo italiano. Per la stagione invernale 2013/2014 le previsioni di Skipass Panorama Turismo parlano di un fatturato complessivo del Circo Bianco pari a 9. 4 miliardi di euro e nel dettaglio della montagna bianca: .4 miliardi 275 milioni di Euro il fatturato delle strutture ricettive; • 4 miliardi 190 milioni di Euro è il fatturato dei servizi quali noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass ed impianti di risalita ... • 951 milioni di Euro è l’ulteriore fatturato generato da altri servizi quali ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento.
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C.S. THALIA: Naso all’insù fino a Santo Stefano a guardare la cometa Lovejoy, la cometa di Natale
Naso all’insù fino a Santo Stefano a guardare la cometa Lovejoy, la cometa di Natale: è l’invito del Centro Studi Turistici Thalia che ha “sponsorizzato” la “vacanza slow” che in questi giorni di Natale offre un’occasione irripetibile. Si tratta di una cometa a lungo periodo, che è passata nei nostri cieli circa 7mila anni fa, e fra un periodo di tempo analogo vi farà ritorno. Lovejoy (Amore-Gioia), dal nome dell’astrofilo australiano (Terry Lovejoy) sta già dando spettacolo di sè in queste notti di dicembre, mostrando una lunghissima coda che si estende per oltre 10 gradi in cielo (20 volte il diametro apparente della luna), con una chioma di color verde smeraldo. Se ci si trova in un luogo dal cielo discretamente buio – è consigliabile il cielo delle Dolomiti Lucane, del Pollino, oltre ovviamente la buona osservazione raggiungendo le due strutture scientificodidattico di cui disponiamo (Osservatorio Castelgrande ed Anzi) - la Lovejoy sarà visibile anche a occhio nudo. Chi invece abita in città, dove il cielo è rischiarato dalle luci artificiali, dovrà utilizzare un binocolo. Come si fa a trovarla in cielo? Innanzitutto bisogna mettere in conto una levataccia. Bisogna infatti andare a cercarla un'ora e mezzo, due prima dell'alba, appena prima che il cielo VULTURE MAGAZINE
cominci a schiarire. Diciamo intorno alle cinque di mattina. Ma ne vale la pena. Guardando verso nord est a un'altezza di circa 30 gradi – in pratica, tenendo il braccio teso in avanti, circa tre pugni sopra l'orizzonte – la cometa Lovejoy si trova a sinistra e un po' sotto la brillante stella rossa che è Arturo, quasi direttamente la stella Alkaid che è l'ultima del Gran Carro, figura facilmente riconoscibile in cielo. Per Giuliano Scavetta, Premio Thalia 2013, ideatore della “vacanza slow”, dietro l’invito c’è innanzitutto una motivazione romantica: attraverso la cometa sognare i propri desideri facendosi aiutare dalla propria fantasia e da un luogo dall'orizzonte sgombro. Ma vale davvero la pena: è una cometa splendida ed estremamente fotogenica e mostra una notevole attività nell'evoluzione della coda. E poi rende il Natale – di questi tempi un problema per mettere in tavola tutto ciò che serve – meno problematico e sicuramente un po’ magico. Anche la crescente passione per gli astri per gli operatori turistici è una domanda da raccogliere con itinerari didattico-naturalistici attraverso i cieli stellati che solo alcune aree montane e collinari lucane sono in grado di garantire. Una domanda sorge spontanea, perché è importante studiare una cometa? Nel nostro sistema solare le comete sono le cose più antiche che possiamo osservare, praticamente incontaminate dalla loro formazione. Possono aver portato parte della nostra acqua e altri ingredienti che hanno permesso l'inizio della complessa chimica della vita sulla Terra. Oggi sono uno strumento importante per capire la formazione del nostro Sistema e la varietà dei sistemi extra-solari. E poi – conclude Scavetta – ci ricordano la cometa della grotta di Betlemme.
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Rionero - Incontro con Piero Terracina
Si è svolto giovedì 19 dicembre 2013, presso il Liceo Classico di Rionero in Vulture, un incontro con Piero Terracina, uno dei pochi sopravvissuti ancora in vita del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, divenuto cittadino onorario del Comune di Rionero in Vulture il 24 settembre u.s. in occasione delle Celebrazioni del 70° Anniversario dell’Eccidio Nazifascista.
l’Assessore alla Pubblica Istruzione, prof.ssa Paola D'Antonio, ed il Presidente del Consiglio Comunale, Ins. Maria Michela Pinto. Terracina ha raccontato davanti ad un pubblico silenzioso, la sua memoria di Auschwitz.
Un evento che ha permesso di riflettere sulle barbarie commesse dai regimi nazifascisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale e che ha portato alla deportazione e allo sterminio di milioni di ebrei di cui Piero Terracina ne è testimone vivente. Un momento di enorme importanza culturale che ha suscitato fortissime emozioni tra gli studenti presenti di fronte alla testimonianza commovente di Terracina. GLI ALUNNI DEL LICEO CLASSICO STATALE DI RIONERO IN VULTURE
:::::::::::::::::::::::::::::::: L’appuntamento, promosso dagli stessi studenti in collaborazione con la Preside dott.ssa Antonella Ruggeri, rientra nell'ambito dell’iniziativa “Settimana di Flessibilità curriculare del Liceo Classico”. Ad accogliere Piero Terracina erano in tanti fra cui anche gli studenti del Liceo Artistico del medesimo I.I.S. "C. Levi" di Rionero in Vulture e, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, VULTURE MAGAZINE
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TORNA 'BABY DAY BEFANA 2014' A RIONERO
Nella magica atmosfera delle festività natalizie, torna l’appuntamento dedicato ai più piccoli, anche quest’anno in versione Epifania, nell'immediata vigilia e a ridosso dell’ultimo giorno di vacanze scolastiche nel periodo della ricorrenza più bella dell’anno. Dopo il successo delle precedenti edizioni, “Lucania Network” con la presentazione di Antonio Petrino non ha voluto far mancare l’atteso e tradizionale evento, in una iniziativa interamente dedicata ai giovanissimi (e non solo) che proprio nel corso dello spettacolo diventano protagonisti con le attrazioni. E così il “Baby Day BimbinFesta” andrà in scena domenica 5 gennaio con inizio alle ore 18 con ingresso libero presso l’Auditorium del Centro Sociale di Rionero, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e con la presenza di intrattenimenti e sorprese che delizieranno il pubblico presente, grazie all’animazione di giochi di prestigio e illusionismo con “Magic Man” inoltre intrattenimenti vari, giochi, trucca bimbi, baby dance in uno show con gadgets, sculture di palloncini, degustazioni, dolciumi e sorprese con la fattiva collaborazione e ringraziamento per aver contribuito di alcuni sponsor del posto e soprattutto da quello ufficiale: Eté Maxistore. Protagonista indiscussa nella circostanza VULTURE MAGAZINE
la Befana ma non solo, con ospiti simpatici e giocherelloni che coinvolgeranno con i loro numeri e regaleranno allegria, spensieratezza e doni per i bambini che diventeranno parte integrante dello spettacolo. Spazio anche alla moda bimbi con la presentazione delle nuove collezioni di abbigliamento del punto vendita di Rionero di ‘Yo Yo Fashion Kids’ di Iolanda Catenacci in via Nazario Sauro, inoltre esibizione dei piccoli della scuola di danza ‘Rosario Free Dance’ di Atella dei maestri Donato Scibelli ed Elisabetta Intaglietta. Tra le finalità degli organizzatori, quella principalmente di regalare a bimbi e famiglie della città e delle zone limitrofe un momento di sano e libero divertimento e felicità, come ormai avviene da diversi anni in una manifestazione consolidata, con un pensiero a chi è meno felice e ai bambini sfortunati che loro malgrado patiscono sofferenze, disagi e guerre.
:::::::::::::::::::::::::::::::: MONTEMILONE. IL COMITATO CIVICO “RESPONSABILITA’, TRASPARENZA…IN…FORMA” DENUNCIA LA PERICOLOSITA’ SU ALCUNE STRADE PROVINCIALI
Montemilone. Le strade provinciali che circondano Montemilone, come quelle della maggior parte del vulture-melfese le conosciamo tutti, sono pericolose e 19
piene di insidie. Quello che sta succedendo sulla strada provinciale n°47 che da Montemilone conduce a Venosa sa del paradosso. A spiegarlo, Antonio Ferrente del Comitato Civico “Responsabilità,Trasparenza”: “come se non bastassero la pericolosità delle strade provinciali, arriva una ditta che sta infilando dei cavi sotto terra lungo il ciglio stradale, si parla di fibra ottica, senza nessun controllo. Chissà se l’amministrazione comunale è al corrente. Questa impresa rompe tubi di acqua potabile delle linee rurali appartenenti al consorzio di bonifica e chissà se non hanno forato anche qualche linea delle condotte di irrigazione ora vuote e quindi non si può verificarlo. Ma il pericolo che sicuramente ci regala questa impresa sono dei tombini proprio sul bordo stradale che se qualche automobile è costretto a mantenere più del solito la sua destra rischia in questi punti, tantissimi, di scoppiare un pneumatico e di uscire fuori strada. Lavorano fino a tarda serata con mezzi pesanti ed escavatori, senza una persona che avvisi gli automobilisti che vi transitano di questi lavori, in barba alla sicurezza. Il mio primo invito va alle forze dell'ordine a prendere seri provvedimenti, come invito il consorzio di bonifica a verificare se ci sono stati danni alle condotte per non verificarle poi nel mese di maggio 2014, quando sarà un danno solo per gli agricoltori perché avranno notevoli ritardi per l irrigazione dovute alle riparazioni”. l.z.
Potenza: con Paccoweb si va in vacanza liberi dai bagagli Si possono spedire dal proprio pc a destinazione o recapitarli negli uffici postali abilitati Con Paccoweb si parte per le vacanze liberi dal peso dei bagagli. Il servizio di Poste Italiane, disponibile anche a Potenza, permette infatti di spedire pacchi, valigie e regali agli amici o ai propri cari comodamente dal proprio pc, scegliendo tra la consegna in tre oppure in un giorno lavorativo con la possibilità di fruire di servizi accessori come assicurazione, contrassegno, voluminoso e avviso di ricevimento. E per le festività natalizie c’è una novità: Poste Italiane ha fatto realizzare al giovane artista contemporaneo Giuseppe Stampone un pacco speciale da usare per l’invio di doni, un oggetto che diventa a sua volta pezzo da collezione per chi lo riceve. Per spedire con Paccoweb, è sufficiente collegarsi al sito https://paccoweb.poste.it e prenotare on line una spedizione compilando i campi dedicati alle specifiche utili per il ritiro e per la consegna, confermare la richiesta ed effettuare il relativo pagamento on line. Poste Italiane eseguirà il ritiro direttamente all’indirizzo indicato e eseguirà la consegna all’indirizzo specificato dal cliente. È possibile, tra l’altro, spedire senza costi aggiuntivi il bagaglio in uno degli uffici postali di Potenza abilitati al servizio di Fermo Posta o in Casella Postale. Consultando il servizio “dovequando” sul sito di Poste Italiane è possibile poi monitorare gratuitamente lo stato della spedizione dalla partenza fino all'arrivo a destinazione e, senza alcun costo aggiuntivo, richiedere di ricevere una email o un sms di conferma dell’avvenuta consegna dei bagagli a destinazione. Paccoweb assicura inoltre un secondo tentativo di recapito ed il reso gratuito al mittente. La formula “Soddisfatti o rimborsati” garantisce anche il diritto al rimborso se la consegna non avviene nei tempi previsti.
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SEL. Manifestazione al Ministero dello Sviluppo
Il senatore lucano di Sinistra Ecologia Libertà Giovanni Barozzino ha partecipato, nella giornata di giovedì 12 dicembre – insieme ad altre/i esponenti di SeL tra cui il deputato Giorgio Airaudo ed il coordinatore nazionale Ciccio Ferrara – alla manifestazione nazionale indetta da Fiom davanti al ministero dello sviluppo economico, per denunciare la grave crisi industriale e l’emorragia di posti di lavoro. Decine i camper della Fiom giunti da tutta Italia e che, proprio davanti alla sede del ministero, ha elevato un ‘muro di cartone’ del quale ogni scatolone rappresentava un’azienda in crisi: Selex, Electrolux, Indesit, Industrie metallurgiche, Lucchini, Abb, Pirelli. Ci sono anche la Fiat Mirafiori con 5.600 esuberi, Fiat Sata di Melfi con 5.300, Ilva di Taranto con 11.000, la Fiat di Cassino con 4.300, l'Alfa di Arese con 120. Nel pomeriggio della stessa giornata il senatore Barozzino ha presentato in aula – presente il ministro Zanonato – un question time a risposta scritta attraverso il quale il senatore è tornato a chiedere al governo quell’impegno in difesa dei posti di lavoro in crisi che finora non si è visto, chiedendo l’attivazione di contratti di solidarietà in tutte le aziende in cui vi è un reale rischio di ulteriori perdite di posti di lavoro. VULTURE MAGAZINE
SEL: Vicenda Teknosola In una epoca in cui si discute – tanto a livello globale quanto a livello nazionale e locale – della necessità di una netta inversione di tendenza nel rapporto dell’uomo con la terra e l’ambiente in cui vive, il cui paradigma di riferimento cominci finalmente ad essere caratterizzato dalla difesa del suolo, delle sue risorse e della loro tutela, e in una epoca di crisi in cui proprio la tutela e la valorizzazione ambientale, insieme all’incremento di quelle attività che maggiormente ne consentono la valorizzazione, possono rappresentare una nuova opportunità occupazionale, la realizzazione di un Impianto Solare Termodinamico con potenza nominale di 50 MW dotato di 8.640 captatori (specchi parabolici) su di un’area di oltre 225 ettari a fortissima vocazione agricola sembra più una provocazione che altro. E questo non perché votati alla causa della ‘contrarietà sempre e comunque’ con cui qualcuno vorrebbe leggere il nostro essere spesso in prima fila in difesa delle vocazioni dei territori, della tutela della salute pubblica e dell’autodeterminazione delle popolazioni. Siamo da sempre sostenitori convinti di un modello di sviluppo che faccia della sostenibilità e della rinnovabilità delle fonti energetiche la propria bussola, ed è proprio per questo che non capiamo cosa conservi di sostenibile un impianto come quello descritto sopra e che la Teknosolar Italia2 Srl vorrebbe realizzare nell’agro di Banzi. Non capiamo come sia pensabile far rientrare nella categoria di opera sostenibile un impianto che sottrarrebbe all’agricoltura 226 ettari di terreno preventivamente impermeabilizzato, così come non capiamo cosa possa avere a che fare con il principio della rinnovabilità delle fonti un impianto che abbisognerebbe di un utilizzo ingentissimo – e nemmeno calcolato per 21
intero ed in modo chiaro nello Studio di Impatto Ambientale presentato dalla società realizzatrice – di acqua che, al pari del terreno, sarebbe acqua sottratta alle attività agricole. Ci chiediamo – e chiediamo – cosa conservi di sostenibile l’utilizzo di materiali altamente pericolosi – quali i fluidi termovettori che attraverseranno l’impianto per essere riscaldati – qualora, in caso di incidenti, questi venissero riversati nei terreni e nella falda; così come continuiamo a chiederci quale sostenibilità contenga la realizzazione di una linea di alta tensione e relativa stazione elettrica di altissima tensione in territorio di Genzano di Lucania connessa all’impianto, e cosa contenga di rinnovabile quel ‘gas che verrebbe impiegato per non specificate esigenze di continuità e sicurezza dell’impianto’. Sinistra Ecologia Libertà ribadisce la propria posizione favorevole a forme di produzione energetica da fonti rinnovabili all’interno di un modello si sviluppo ecocentrato, sostenibile e volto alla sufficienza energetica, che abbia a cuore la salute dei cittadini, la salvaguardia presente e futura dei territori, la sostenibilità degli impatti. Non è accettabile che dietro il tema della sostenibilità e della rinnovabilità si nascondano mega progetti che, come cattedrali nel deserto, oggi impattano e domani lasciano desertificazione. È per questo che rimaniamo al fianco delle popolazioni e delle comunità dell’Alto Bradano affinché venga tutelata la loro salute e la vocazione di quei territori. Ed è per questo che presenteremo interrogazione al ministro. Giovanni Barozzino Senatore Sinistra Ecologia Libertà
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SEL: Mobilitazione Marmo-Melandro
Ho personalmente partecipato alla mobilitazione che ha visto i cittadini del Marmo-Melandro mobilitarsi contro la soppressione di alcune corse ferroviarie locali: soppressione che recherebbero non pochi disagi a quei cittadini che non potrebbero usufruire di altri mezzi per la propria mobilità. La soppressione delle piccole linee periferiche sono solo l'altra faccia della stessa medaglia che vuole un'opera inutile costosa e dannosa quale la Tav in val di susa: da un lato si tagliano servizi che, per quanto poco 'profittevoli', rappresentano un servizio irrinunciabile; dall'altro si guarda solo alle occasioni speculative. Ero presente alla manifestazione svoltasi nel piazzale immediatamente adiacente alla stazione ferroviaria Bella-Muro perchè convinto delle ragioni di quelle popolazioni. E partecipandovi ho potuto notare, in questi giorni, ricostruzioni che sfiorano il ridicolo. In modo particolare ho ascoltato le parole del presidente dell'Area Programma Marmo Melandro Costantino di Carlo accusare di violenza psicologica alcuni partecipanti. Un attacco grave e fuori luogo ai danni di singoli che, secondo il presidente Di Carlo, dovrebbero essere messi alla gogna perchè portatori di una idea diversa, su come condurre una vertenza che vede schierate da un lato le popolazioni dell'area interessata al taglio delle cose ferroviarie, dall'altro la Regione Basilicata e Trenitalia, ma molto 22
probabilmente una idea diversa della partecipazione in generale. Ho sempre ritenuto che i movimenti possono raggiungere il massimo degli obiettivi prefissi attraverso il mantenimento della massima unità anche tra diversi, perchè è il terreno unitario delle lotte che spesso ne determina esiti positivi: per questo motivo ritengo che il terreno della unità sia sempre da preferire. Là dove però esso non ha oggettiva praticabilità, le divisioni non possono diventare un terreno di scontro personale ed elemento di distorsione dei fatti. Il tentativo - rapidamente rientrato di bloccare il treno per Salerno è stato un tentativo condiviso, nell'immediato, da tutte/i le/i partecipanti, tant'è che dalle immagini può ricavarsi la reale partecipazione al flashmob, con alcune fasce tricolori 'immerse' sui binari al pari di quegli studenti che, per il presidente Di Carlo, sarebbero stati strumentalizzati/condizionati dalla presenza di estremisti. Immagino che una maggiore serenità ricostruttiva possa aiutare tutte e tutti. Ciccio Cirigliano Sinistra Ecologia Libertà di Basilicata
VIABILITA’ GINESTRA-BARILE 22 DICEMBRE. MACCHINE CHE ESCONO FUORI STRADA. UNA RAGAZZA DI BARILE ESCE FUORI STRADA E SUBISCE DANNI ALLA MACCHINA
Ginestra. Ci risiamo, nel primo pomeriggio di domenica scorsa, sulla strada provinciale Ginestra-Barile n° 152, una macchina di piccola cilindrata, guidata da una diciottenne di Barile, nelle curve, appena lasciato l’abitato di Ginestra, sbanda, probabilmente a causa del fondo stradale viscido ( in queste curve il sole non arriva mai!), e finisce fuori strada. Solo tanta paura per questa ragazza, che ha subito lo scoppio di un pneumatico e tanto choc. Anche lo scorso 21 dicembre, alla guida di una cinquecento rossa, un’altra signora, in una curva, è uscita fuori strada. E’ dovuto intervenire il carro attrezzi per riportare a casa la macchina. Nonostante gli interventi di miglioramento, questa strada ha bisogno ancora di interventi, rendere queste curve meno pericolose, con installazione di asfalto e striscie frenanti. La Provincia, diventata proprietaria dallo scorso 9 dicembre, ha il compito di fare questo.
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Babbo Natale Fidas a scuola per diffondere la cultura della solidarietà
Tania Lacriola a nome dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Barile ha espresso “vivo compiacimento e ringraziamento per l’impegno della Fidas Barile e la collaborazione feconda instaurata a favore dei valori del volontariato che rappresenta uno spaccato importante della società”. Come messaggio augurale, di Buon Natale e felice anno nuovo, rivolto agli alunni ed alle loro famiglie, la Fidas donatori sangue Barile si è affidata alle parole contenute nella lettera di Madre Teresa di Calcutta: “E’ Natale”, recitata durante la mattinata, per un momento di riflessione e condivisione dei valori profondi del Santo Natale.
:::::::::::::::::::::::::::::::: Consegnati agli alunni della scuola di Barile il calendario e il kit ecologico di matite BARILE – Con l’avvento del natale, sono arrivati anche i regali della Fidas donatori sangue Barile per gli alunni della scuola. E non poteva mancare il Babbo Natale in carne ed ossa a dispensare allegria e doni nelle classi dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII di Barile diretto dalla professoressa Tania Lacriola. Un consueto appuntamento annuale, svoltosi l’altra mattina, che l’associazione donatori volontari sangue Fidas Barile presieduta da Rocco Franciosa, promuove grazie al “patto d’amicizia” stretto in questi anni con l’istituzione scolastica locale per diffondere la cultura del dono del sangue e della solidarietà, proprio fra i giovani che rappresentano il futuro della comunità. Il “Babbo Natale Fidas” accompagnato dai volontari Nicola Grimolizzi, Jenny Duca, Rocco Franciosa, Luigi Cefola e Francesca Soda, quest’anno ha consegnato a tutti gli alunni della scuola di Barile un calendario e il kit ecologico (comprendente matite, righello, gomma e temperamatite). “Come associazione sin dalla nostra costituzione – sottolinea Rocco Franciosa, presidente Fidas Barile – abbiamo puntato ad una stretta collaborazione con la scuola, perché riteniamo che la consapevolezza dell’importanza della donazione di sangue e la cultura della solidarietà deve iniziare a prendere consistenza già dalle scuole elementari e medie, per far crescere una generazione solidale”. Il dirigente scolastico
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SURREASTRATTISMO OLTRE LA SOGLIA DELLA REALTA’
Quanti sono i colori a disposizione dell’individuo? Quante e quali le dimensioni per creare nuove prospettive? Con domande articolate in modo da generare ulteriori indagini avvio la mia meditazione su un movimento artistico fondato nel 1989 dall’artista lucano Angelo Ermanno “Dialkan” : il Surreastrattismo. Nel vedere le opere di Dialkan, si avverte da subito il ritrovarsi in una realtà che media tra le prospettive del tempo o di tempi trascorsi che fagocitano e spiegano in un paradossale contemporaneo ciò che avviene nel contesto interiore tra persone ed esperienze suggellate da gravi ed 24
intensi momenti in cui domina il persistere di analisi che coinvolge non solo l’aspetto individuale, ma comprende azioni, ambienti, altrui percezioni e altre figure che penetrano il mosaico della storia in evoluzione nelle sue multiformi apparizioni. L’intreccio è in apparenza incentrato sull’esclusiva immagine dinamica e sceneggiata dello scorrere del tempo. I percorsi avvengono in maniera flessibile con flash back e lampi di riflessione. Potrei definire il Surreastrattismo come cronaca romanzata che svela emozioni riconducibili a tappe esistenziali, colorate con la densità dei vari aspetti della cultura. Se le risposte appagano la curiosità di conoscere e dunque di motivare il proprio cammino, l’inesauribile viaggio è in compimento nel quale l’artista offre quadri condensativi delle prospettive culturali attuali ed emotive. La capacità di comunicare del pittore Angelo Ermanno “Dialkan” appare nella veste rinnovata delle sue opere, costruiti con elementi significativi, nella quale la coscienza attraverso le fasi della vita elabora. L’artista cavalca l’opportunità concessa all’uomo pensante di frastagliare e frantumare ambienti conoscitivi per rimescolare i connotati e assurgere con una temperata dimensione consona a sé, oltre la soglia della realtà.
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BONUS IDROCARBURI: ANNALE (ASRL), PRESENTI A “CHIAMATA ALLE ARMI” DEL GOVERNATORE PITTELLA
“La “chiamata alle armi” del Governatore Pittella per rispondere uniti alla manovra che vedrebbe la nostra Regione penalizzata per il prelievo forzoso di 10 milioni all’anno, per sette anni, dal fondo destinato al bonus carburanti per i lucani, ci vedrà presenti e partecipi”. E’ quanto afferma Antonio Annale, dirigente regionale dell’ASRL (Associazione Socialisti Riformisti Lucani) che aggiunge :“l’appello di Pittella non può trovare risposte formali che si fermino a dichiarazioni alla stampa. E’ necessario dispiegare ogni iniziativa politica ed istituzionale, ad ogni livello, mettendo da parte ogni differenzazione politica perché la campagna elettorale è finita da un pezzo, per difendere efficacemente gli interessi della nostra gente. Siamo consapevoli che la card carburante distribuita agli automobilisti lucani è poca cosa specie rispetto all’impatto dell’attività petrolifera sull’ambiente, le attività produttive e la salute, ma – continua Annale – non per questo e in attesa di una rimodulazione del provvedimento che si traduca in maggiori benefici dobbiamo rinunciare a favore di altre esigenze, pur legittime, che riguardano altri territori e che devono trovare altri canali di investimento. Finanziare le reti di gas metano al Sud con i fondi del bonus è come “regalare” l’acqua alle industrie pugliesi, vale a dire penalizzare 25
doppiamente le nostre comunità che continuano a nutrire grandi aspettative dalle risorse naturali le uniche in tempi di crisi di garantire sviluppo e nuova occupazione. Per noi – afferma il dirigente dell’ASRL – l’atteggiamento da assumere non deve essere solo ed esclusivamente in difesa di un diritto, più o meno limitato, acquisito, quanto all’attacco del Governo Letta, considerato “amico” del centrosinistra e di una parte dell’ex Pdl, perché riconsideri la scelta che è stata effettuata e rifletta sulle sue conseguenze. E’ il programma del nuovo centrosinistra che ha ottenuto i consensi degli elettori lucani a chiederci uno sforzo eccezionale perché nessuna opportunità derivante dall’estrazione di idrocarburi sia sprecata”.
:::::::::::::::::::::::::::::::: ANNALE (ASRL), PROTESTE “FORCONI” SEGNALE ESTREMO DI MALESSERE SOCIALE MA DENUNCIARE CHI SOFFIA SUL FUOCO
possono sottovalutare i forti disagi provocati ai cittadini alla circolazione stradale e, in particolare, al trasporto delle merci. E’ di oggi l’allarme lanciato dal coordinamento Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane: molti prodotti dell’agroalimentare rischiano di andare persi, con duri effetti per le aziende, già in un momento di grande difficoltà economica. Non si deve pertanto abbassare la guardia sulla legalità perché le proteste si svolgano sempre nel pieno rispetto della legalità come tutte le forme civili di manifestazioni e non dobbiamo rinunciare alla denuncia contro chi sfrutta il malessere e cerca, con atteggiamenti demagogici e strumentali, di saldarlo alla collaudata retorica anti-politica. La classe politica e dirigente della Basilicata è chiamata ad un’ ulteriore prova di responsabilità accelerando la piena governabilità della Regione e rilanciando il dialogo e il confronto con ogni movimento di protesta sforzandosi sempre di praticare la strada dell’ascolto. Antonio Annale (ASRL – Associazione Socialisti Riformisti Lucani)
:::::::::::::::::::::::::::::::: ANNALE (ASRL), AMBIENTE E SALUTE PRIMA DI TUTTO
Le proteste del cosiddetto movimento dei “forconi” che si svolgono anche in Basilicata esprimono sicuramente il malessere sociale diffuso in settori sempre più ampi, un malessere al quale bisogna, sia pure con gradualità e secondo le rispettive responsabilità, cominciare a dare risposte politiche ed istituzionali, ma è da irresponsabili soffiare sul fuoco della protesta magari alla ricerca di consensi. Intanto non si VULTURE MAGAZINE
“La situazione che si è determinata nelle ultime ore alla Siderpotenza dopo i primi parziali allarmanti dati dell’indagine 26
sull’impatto ambientale condotta da parte dell’Azienda per la Protezione Ambientale pugliese, incaricata da quella lucana, in aggiunta alle preoccupazioni riferite al cronoprogramma di interventi di bonifica delle aree industriali di Tito e Valbasento, al pari della vicenda Fenice che si trascina da troppo tempo, rinnovano la necessità di affrontare a 360 gradi le emergenze ambientali che toccano quasi tutti i nostri territori e le comunità locali, pur con differenti e specifiche problematicità”. E’ quanto sostiene Antonio Annale, dirigente regionale dell’Asrl (Associazione Socialisti Riformisti Lucani) esprimendo “viva preoccupazione per le recenti informazioni che di fatto paragonano l’area in cui insiste lo stabilimento siderurgico potentino al quartiere Tamburi di Taranto, purtroppo noto per i gravissimi problemi di inquinamento e di salute pubblica, vale a dire l’incremento di fenomeni tumorali. In tema di tutela ambientale - che è parte centrale del programma del neo Governatore Marcello Pittella – ci sono dunque troppe ferite aperte da rimarginare con urgenza per garantire innanzitutto la salute dei cittadini. Nella nuova legislatura, anche grazie alla determinazione di Pittella, sono certo si realizzeranno le condizioni per una svolta decisiva per affrontare le emergenze ambientali e la gestione della vicenda Fenice diventata simbolo delle politiche ambientali che riguardano l’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti, l’accelerazione delle bonifiche delle aree industriali dismesse (Tito, Valbasento su tutte), la tutela dei comprensori interessati dall’estrazione del petrolio ed in particolare dall’attività del Cento Oli Eni di Viggiano, la difesa del suolo da alluvioni e frane per un corretto uso del suolo. I primi passi devono riguardare la riorganizzazione del sistema Arpab, l’aggiornamento della legislazione regionale, l’individuazione di strumenti più efficaci e di risorse finanziarie maggiori”.
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PESCOPAGANO 10 DICEMBRE. CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA. LA COMUNITA’ FESTEGGIA IL 25° ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO DI DON GIOVANNI DE PALMA
La Comunità di Pescopagano, nell’Anno della Fede, rende grazie al Signore e alla Vergine Maria per il 25° anniversario di sacerdozio del parroco don Giovanni De Palma. Il 10 dicembre alle ore 17.00 presso la chiesa di San Giovanni Battista in Pescopagano S.E. mons. Gianfranco Todisco presiederà la concelebrazione eucaristica. Don Giovanni De Palma, nativo di Barile, si divide fra le preghiere, la passione per le icone sacre e quella per il tiro con l’arco, che l’ha portato nel 2007 a fondare l’associazione sportiva Arcieri di Monte Calvo, assieme a Gabriele Lotano. Appassionato di corsa e calcio (ha avuto in seminario don Giovanni Caggianese, già solido stopper del Savoia), è stato trasferito dai boschi di S. Ilario a Pescopagano otto anni fa. Con i fedeli della sua parrocchia ha un rapporto speciale: pare che abbia addirittura regalato, come Babbo Natale, degli arco in giro. «Adoro questo sport, perché non c’è l’accanimento che vedo in altri sport, in ogni gara si respirac’è un bell’ambiente. Non rinuncio mai ad una gara, anche se una domenica ho dovuto saltare una gara per un…battesimo» spiega don Giovanni. La sua passione per l’arco è così forte che ha riprodotto l’effige in una delle sue icone di San Sebastiano, protettore degli arcieri. Auguri don Giovanni. Lorenzo Zolfo
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VENOSA. 14 DICEMBRE 2013. L’ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO MUSICALE “DUNI” DI MATERA INAUGURA LA CHIESA DI SAN DOMENICO, LUOGO DI EVENTI MUSICALI E CULTURALI. APPLAUDITA LA VENOSINA ROBERTA LIOY NEL CONCERTO PER VOLINO DI TCHAIKOVSKY
Venosa. La chiesa di San Domenico, lo scorso 14 dicembre è diventato ufficialmente un culto della Musica.In occasione dei 400 anni della morte di Carlo Gesualdo da Venosa, il madrigalista più famoso del Rinascimento, nativo di Venosa, Il Consorzio "Recuperiamo San Domenico"( composto dalle seguenti associazioni: Associazione culturale e musicale “Carlo Gesualdo”, Ass. Culturale e musicale “L.Tansillo”; Ass.Culturale “Accademia dei Rinascenti”, Ass.Musicale Complesso Bandistico “G.Albergo” Città di Venosa; Cattedrale di S.Andrea, che proprio nei giorni scorsi ha firmato con la Diocesi di Melfi e Rapolla una convenzione per il recupero della Chiesa di San Domenico di Venosa, finalizzato al suo riutilizzo, per un periodo di sette anni, come importante risorsa e punto di riferimento per la realizzazione di eventi musicali e culturali.) ha inaugurato questa sede con un bel Concerto del Conservatorio VULTURE MAGAZINE
musicale di Matera, nel quale si è esibito l’Orchestra Sinfonica “E.Duni” con la partecipazione straordinaria della venosina Roberta Lioy, allieva del Conservatorio di Matera, che ha entusiasmato il numeroso pubblico presente nel Concerto per Violino di Tchaikovsky. Il presidente del Consorzio “Recuperiamo San Domenico”, prof. Giuseppe Lioy, docente di educazione musicale e direttore d’orchestra, ha detto: “la presenza del direttore del conservatorio di Matera, prof. Vizziello, di Giovanna D’Amato, dei due Vescovi, Todisco e Talucci ci onora questa sera. Un importante traguardo è stato raggiunto dalla nostra associazione, l’apertura di un contenitore culturale e musicale nel quale tutta la cittadina di Venosa potrà farne uso. Ringrazio tutta la città di Venosa ed i benefattori che hanno contribuito alla realizzazione di questo sito”.
Il direttore del conservatorio musicale “Duni” di Matera, Saverio Vizziello ha aggiunto: “ è il 3° concerto che il nostro conservatorio tiene in ricordo del madrigalista venosino, Carlo Gesualdo. Questa sera, l’orchestra sinfonica sarà diretta da quattro valenti direttori d’orchestra,Giuseppe Salatina, Maria Sasso di Bisceglie, Grazia Giusto di Matera e Tommaso Dimattia di Gravina in Puglia. I brani che saranno eseguiti sono: Grieg Suite; Tchaikovsky, concerto per violino; fantasia su Carlo Gesualdo da Venosa; Carmen di Bizet. Un'ora e mezza di musica che ha entusiasmato, 28
FENEAL-UIL: DIRETTIVO PROVINCIALE A POTENZA CON SEGRETARIO CORREALE, BILANCIO DI UN ANNO DI ATTIVITA’ SINDACALE
soprattutto l’esecuzione della solista al violino Roberta Lioy che dato prova della sua bravura con questo strumento fino al punto da conseguire, proprio quest’anno, l’ambizioso premio “Allievo 2013”. A fine concerto, il Vescovo della Diocesi di Melfi-Rapolla e Venosa, padre Gianfranco Todisco si è complimentato con gli organizzatori e protagonisti di questa serata: “ mi avete emozionato, in questa chiesa, diventata sede di assaggio musicale. Abbiamo avuto la prova di come noi possiamo elevare l’anima a Dio e toccare la bellezza della musica. Virtuosismi pefetti attraverso le note. Anche un semplice battito di tamburo emana delle belle melodie. Vi aspetto numerosi all’inaugurazione”. La violinista Roberta Lioy ha ricevuto un mazzo di fiori dalla sua compagna di scuola, Federica. Ha svelato il segreto di questa sua bravura: “ aspettavo questo momento da una vita. A 8 anni mio padre mi ha portato a Matera a vedere un concerto dell’orchestra della Magna Grecia che ha eseguito il concerto per violino di Tchaikovsky. Alla fine di quel concerto mio padre mi disse: “quando arriverai tu a suonare questo concerto?”. E io gli dissi fra poco..ma in realtà pensavo che non ce l’ avrei mai fatta..invece ce l’ho fatta! Anche se sono trascorsi 10 anni!”. Lorenzo Zolfo
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“E’ stato un anno particolarmente intenso di lavoro per fronteggiare una situazione che ha visto gli operai edili anche in provincia di Potenza come nel resto del Paese stringere la cinghia e pagare il prezzo più alto della crisi del comparto costruzione che in verità si trascina da qualche anno”. Lo ha detto il segretario regionale Feneal-Uil alla riunione del direttivo provinciale di Potenza della Feneal al quale ha partecipato il Segretario Nazionale Emilio Correale che ricopre la carica di Vice Presidente Cnce (Consiglio Nazionale Casse Edili). Nel ricordare la recente manifestazione di Napoli per lo sciopero generale a sostegno del rinnovo del contratto, Palma ha sottolineato “la vitale necessita' per il settore di riprendere a crescere ma attraverso un nuovo modello di edilizia che traini l'intera economia italiana". "Mai piu' –ha aggiunto- l'edilizia di una volta, mai piu' abusi, costruzioni in zone a rischio, sfruttamento del territorio e cementificazione senza freni. Mai piu' 300mila abitazioni all'anno di cui migliaia restano invendute". "L'edilizia ha bisogno di liquidita', lavoro, ma anche -ha proseguito - di un diverso sviluppo che punti a sostenibilita' e 29
qualita'. Se l'Ance, come continua a sostenere da tempo, vuole tutto questo, inizi a fare la sua parte garantendo un confronto vero per il rinnovo del contratto, per un lavoro sicuro e dignitoso e per un adeguato aumento salariale". "Le loro proposte -ha continuatovogliono soltanto dire un ritorno al passato, e non invece, come la crisi ha reso ancora piu' necessario, un cambio di rotta che migliori la vita di tutti, come lavoratori e come cittadini. La crisi non deve essere uno scudo dietro cui trincerarsi, nascondendo la propria incapacita' di affrontare i problemi che comporta, piuttosto cogliamo l'occasione per rialzarci e ricreare le occasioni per il lavoro a partire dalla messa in sicurezza del territorio e dalla riqualificazione dell'esistente, scuole, periferie, ospedali, patrimonio artistico". Per il segretario Nazionale Emilio Correale “i numeri che riguardano il nostro settore sono spaventosi: solo a considerare la diminuzione degli operai e delle imprese iscritte, si è prodotto un abbassamento delle ore lavorate e della massa salari da cui ne è conseguita una analoga diminuzione di oltre il 40% del gettito finanziario relativo alla contribuzione complessiva destinata alle Casse Edili: quasi un dimezzamento. Ciò spiega più di ogni altro elemento la natura profonda del nostro sistema bilaterale. C’è da dire, però, che le conseguenze di questa crisi, se, da un lato, hanno fortunatamente evidenziato quelle strutture che hanno operato talmente virtuosamente e con lungimiranza, dosando bene risorse, assetto e professionalità utilizzate, al punto di essere riuscite ad attenuarne gli effetti, dall’altro lato, hanno portato allo scoperto, in modo pressoché generalizzato, una quantità enorme di difetti mai superati, solo perché essi sono stati prodotti prima che si diffondesse, per volontà delle Parti Sociali, una politica di sistema e di messa in rete, così come poi è stata condivisa, regolamentata e attuata dalla CNCE. Si dice spesso che dalle crisi VULTURE MAGAZINE
scaturiscono sempre delle opportunità e non a caso tutte le Parti Sociali rappresentative del mondo dell’edilizia, in questa fase di rinnovo dei Contratti nazionali, stanno affrontando, pur se in modo sofferto e tra non poche contraddizioni, il nodo ineludibile di una corretta riforma del nostro sistema bilaterale, su cui, comunque, è necessario procedere con decisioni adeguate e di lunga prospettiva, prima che essa imploda al suo interno in modo rovinoso e certamente non più recuperabile. Oggi, infatti, risulta inderogabile la necessità di ripensare il nostro settore, in modo integrato ed ispirato ad una visione di insieme. Bisogna soprattutto valutare e rimuovere tutti i vincoli ostativi che lo stanno appesantendo e rendendo poco appetibile, ma si devono soprattutto trovare stimoli per rinnovarlo ed individuare nuovi percorsi per il suo sviluppo. Oggi dobbiamo più che mai difendere la” logica del cantiere” se non vogliamo che sia snaturato il lavoro edile e con esso la stessa connotazione della nostra categoria, con la sua organizzazione, con le sue regole e con i suoi strumenti a cominciare dalla bilateralità e dal suo sistema degli Enti Paritetici. E questo è un ulteriore forte motivo in più di valutazione che sta animando la discussione al tavolo contrattuale circa la necessità inderogabile di riformare radicalmente la nostra bilateralità. L’unica preoccupazione che bisogna avere è quella di guidare questi processi con una corretta visione di insieme e con il coinvolgimento di tutti i livelli interessati, senza compiere fughe in avanti e senza trascurare la necessità di una precisa corrispondenza tra la decisione di semplificare con l’opportunità di doverlo fare. L’urgenza non deve partorire mostruosità, ma bisogna riuscire a riportare questi processi, invece, nell’alveo della progettazione generale della riforma della bilateralità”.
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A Melfi il Club Alpino Italiano Il 2013 è stato per la nostra Associazione un anno pieno di cambiamenti e novità
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Il GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano, in qualità di soggetto responsabile dell’attuazione del PSL (Piano di Sviluppo Locale) “Storia, Saperi e Sapori di un Territorio”, comunica che sono stati riaperti termini per: L’ISCRIZIONE ALL’ALBO FORNITORI DI BENI E PRESTATORI DI SERVIZI ED ESECUTORI DI LAVORI; L’AFFIDAMENTO DI INCARICHI DI PROGETTAZIONE E ALTRI SERVIZI CONNESSI DI IMPORTO INFERIORE A 100.000,00 EURO. La manifestazione di interesse e le domande per l’iscrizione alla Long List Professionisti e all’Albo Fornitori dovranno essere inviate a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento o con corriere, e pervenire entro le ore 18,00 del giorno 31 gennaio 2014 al seguente indirizzo: GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano – Via G. Garibaldi, 4 - 85028 Rionero in Vulture (PZ). La documentazione e la relativa modulistica sono reperibili sul sito web del Gal www.galvulturealtobradano.it., alla pagina archivio storico bandi e avvisi, pag.4/5. Ulteriori informazioni 0972.725147.
al
numero
GAL SVILUPPO VULTURE ALTO BRADANO
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La storica associazione EP@v‘’Escursionisti P@rco del Vulture’’- ha dato vita nel mese di Febbraio ad un gruppo promotore per la costituzione di una sezione del Club Alpino Italiano a Melfi. Nel mese di Luglio, anche con un ampliamento della base sociale, l’Assemblea dei soci ha costituito l’Associazione ‘’ C.A.I. di Melfi’’, per ora sottosezione di Potenza. E’ cominciata così la nostra esperienza all’interno di un’Associazione che da 150 anni opera sull’intero territorio nazionale con una valida e strutturata organizzazione, per il raggiungimento di obiettivi rivolti alla conoscenza, salvaguardia e promozione della montagna e dell’ambiente. Per qualche mese le due associazioniEP@V e C.A.I.- hanno convissuto ma la compagine sociale identica e l’uguaglianza di obiettivi hanno, naturalmente, portato alla decisione di proseguire il percorso solo come C.A.I. L’Assemblea Straordinaria del 15 Dicembre 2013 ha, perciò, deliberato all’unanimità lo scioglimento dell’EP@V e la devoluzione alla sottosezione CAI di Melfi dell’intero patrimonio materiale e immateriale, ivi compreso i rapporti con gli Enti e la tutela e conservazione del marchio. 31
Una nuova pagina della nostra storia associativa è stata aperta. Oggi contiamo 121 associati e siamo sottosezione di Potenza ma ben presto, già nel prossimo anno, siamo sicuri di poter dare vita alla SEZIONE C.A.I. di MELFI. Per la nostra città sarà un punto di forza e motivo di vanto!
INTERISTI LUCANI AL DERBY DI MILANO
Il nostro impegno, che nel corso degli anni ha portato alla valorizzazione del nostro Vulture attraverso :
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la realizzazione del ‘’Sentiero Lucano n.101’’ realizzato con gli standard di sicurezza nazionali cai, il recupero e l’utilizzo del rifugio Monte Vulture che versava in condizioni di completo abbandono,
- l’organizzare eventi come “La notte delle stelle” e la passeggiata della Repubblica che riescono a coinvolgere centinaia di cittadini,
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la collaborazione con le scuole per educare le nuove generazioni all’amore per la natura, e con tante organizzazioni di volontariato presenti nella nostra zona,
continuerà con costanza e vigore forte anche dell’appoggio che l’Amministrazione Comunale vorrà riconfermare e soprattutto con l’adesione, entusiasta e volontaria, di tanti cittadini che con noi volessero intraprendere questo cammino. Michelarcangelo Moscaritolo
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Ottimo il riscontro e la bella giornata passata insieme poco più di un mese fa nel materano per il raduno dei club nerazzurri della Basilicata a Montescaglioso, grazie all’impegno e alla pregevole accoglienza del locale presidente Roberto Venezia e suo vice Rocco Soranno, dove si sono dati appuntamento i sostenitori lucani di fede interista per la convention regionale. In queste settimane, con il prezioso contributo organizzativo dell’infaticabile e appassionato coordinatore regionale Ludovico Iannotti, si è programmata l’operazione ‘derby’ con il coinvolgimento di tutta la ‘Basilicata nerazzurra’ per un esodo massiccio direzione Lombardia con numerose presenze e tante richieste per l’importante evento sportivo e l’indubbio richiamo e fascino della stracittadina milanese. Un viaggio che attraversa praticamente gran parte della penisola, con duemila chilometri da percorrere per i numerosi pullman e auto private in partenza per domenica con presenze stimate di circa 500 interisti lucani allo stadio ‘Meazza’ ovviamente sponda nerazzurra. Nei dettagli partiranno 2 pullman da Matera con il coinvolgimento inoltre dei sostenitori delle zone di Bernalda, Marconia, Montescaglioso e Salandra; 1 da Pignola, 1 dalla Valle del Noce, 1 da Vaglio con partecipazioni dalle zone di Campomaggiore, Castelmezzano e
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Oppido e 1 da Rionero con presenze dall’area del Vulture. Grande mobilitazione anche per l’Inter Club Vulture ‘Angelo Moratti’ di Rionero, sempre in prima fila e con larghe adesioni, grazie alla caparbia e alla disponibilità del presidente Michele Traficante che afferma: ‘E’ una fase altalenante e non certo del tutto brillante il rendimento e i risultati finora conseguiti dai calciatori allenati da Walter Mazzarri e del nuovo presidente indonesiano Thohir, ma confidiamo in un prosieguo più esaltante, non manca ad ogni modo l’entusiasmo per i numerosi aficionados nerazzurri della nostra terra, che non mancheranno di far sentire il proprio sostegno e dimostrare attaccamento anche in questa occasione’. Inoltre, continua Traficante: ‘Come già accennato, per il derby con il Milan, ci attende il gemellaggio con l’Inter Club della Brianza di Brugherio (Black & Blu Legend) in provincia di Monza, con alla guida un rionerese, Gino Libutti, per un gradito scambio di amicizia, simpatia, condivisione della medesima passione e immancabili prodotti tipici, con vino aglianico e spumante del Vulture per un auspicato brindisi sperando in una vittoria contro i cugini rossoneri’.
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È una produzione editoriale dell’Associazione Vibrazioni Lucane
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Inaugurazione del XXXI anno accademico dell’Università della Basilicata L’intervento del Direttore generale Dott. Lorenzo Bochicchio Colleghi del Personale tecnico e amministrativo, Professori e Ricercatori, Magnifici Rettori, Sig. Presidente della Giunta, Sig. Viceministro dell’Interno, Chiar.mo Prof. Nicolais, Autorità tutte, Signore e Signori, cari Studenti, a voi anzitutto il mio ringraziamento per la partecipazione all’odierna cerimonia. Ogni cerimonia di inaugurazione di un nuovo anno accademico riannoda le trame di una storia in divenire ed è, al contempo, momento di sintesi dei processi trascorsi ed incominciamento di attese e di percorsi futuri; e mai come questa giornata, che poggia sul crinale delle celebrazioni per il trentesimo anno dalla istituzione del nostro Ateneo e l’avvio di una nuova stagione accademica, segna una continuità ideale tra il nostro passato, recente e tuttavia pregno di significati, e quello che verrà. Siamo sotto l’incedere di una crisi finanziaria e di un sincrono cedimento dell’economia reale, che inducono instabilità nel governo delle istituzioni e stemperano l’efficacia delle politiche pubbliche di risanamento, astrette, come sono, dalla necessità di muovere verso percorsi angusti, in una contrapposizione ideologica che forzosamente si ricompone in scelte programmatiche convergenti in quanto obbligate dalla crescente limitatezza delle risorse pubbliche. Ed è sulla efficiente gestione di tali risorse che si gioca la partita del momento. Laddove il sistema 33
universitario è diventato componente integrante dello Stato sociale, la insostenibilità delle forme di welfare rette per il presente e fondatamente garantite per il futuro da investimenti pubblici dispiegherà riverberi significativi sulla vita degli atenei. Il timore, dinanzi alla celere rimodulazione degli assetti geopolitici, che sospinge verso una condizione di incompiutezza le democrazie occidentali e le forme di mercato ad esse presupposte, è che la sorte delle università sia segnata in quanto e nei termini in cui essa è connessa al declino del sistema degli Stati. In questo contesto appare quanto mai opportuno un richiamo alla nostra matrice identitaria. La molteplicità dei quadri assiologici di riferimento ricaccia i nostri modelli educativi verso paradigmi asseritamente migliori e tuttavia non sempre calzanti sulla complessità dei contesti nei quali si innestano. Il pensiero corre, per restare su temi di recente attualità, alla generale penalizzazione delle università meridionali. La giustapposizione tra un Nord più competitivo ed un Sud che arranca è una categoria ermeneutica e di lettura del nostro tempo che mai avremmo voluto utilizzare e, tuttavia, che si impone ex se solo che si guardi alle politiche pubbliche in materia di istruzione e ricerca. Ed allora non possiamo esimerci dal rilevare che l’innovazione del sistema universitario non può risolversi in una drastica cesura con il passato, dovendo invece tradursi nella sapiente ponderazione tra quanto deve essere perpetuato e quanto deve essere ripensato, nel rispetto di tradizioni, di culture e di atenei che tanta parte hanno avuto nella costruzione delle civiltà occidentali. E’ la funzione culturale dell’università che sta indebolendosi e non per l’accentuata divaricazione delle specializzazioni disciplinari bensì per la destrutturazione del ruolo degli atenei nell’accezione di Studium generale e dell’idea di humanitas quale architrave di ogni forma di sapere, VULTURE MAGAZINE
che riconosce nel progresso della conoscenza scientifica e nella promozione dei talenti un valore essenziale, una funzione sociale, un moltiplicatore di benessere nell’evoluzione dei popoli e delle comunità. L’implementazione di sistemi di valutazione e di accreditamento, la tensione verso atenei globali, il peso crescente della componente premiale nella ripartizione delle risorse pubbliche possono stimolare processi virtuosi nel sistema universitario ma non devono debordare nella costruzione di scenari di selezione di matrice darwiniana, a tutto detrimento dei contesti sociali meno competitivi e della funzione prima della formazione quale agente di mobilità sociale e di emancipazione umana e professionale. Don Lorenzo Milani e la sua Scuola di Barbiana ci insegnano che “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati” (Lettera ad una professoressa, 1967). Il momento non è facile. I trasferimenti statali in favore del sistema universitario negli ultimi quattro anni si sono ridotti di circa un miliardo. Nel periodo 2008-2012 il Fondo di Finanziamento Ordinario destinato all’Università degli Studi della Basilicata ha subito una decurtazione dell’8,22% (da 35.634.467,00 euro a 32.490.763,00 euro), con un ulteriore decremento per il 2013 del 5%; riduzioni tanto più rilevanti per chi ha scelto - come noi - di mantenere i livelli di tassazione studentesca bassi, seppure la normativa di settore incentivi l’integrazione di fonti di finanziamento endogene, che, in assenza di un solido tessuto imprenditoriale, dovrebbero alimentarsi in maniera preponderante di entrate contributive. In un modello di autonomia responsabile, poste le risorse disponibili, le politiche di programmazione dovrebbero essere affidate alla capacità di autodeterminazione degli atenei. Se una contrazione dei trasferimenti può avere 34
una sua dolorosa ragionevolezza in una fase di crisi strutturale del Paese, la negoziazione di ogni discrezionalità decisionale e la posizione di vincoli alla composizione della spesa non hanno motivo di essere. Ed invece la fissazione di limitazioni al c.d. turn over, l’incalzare di una produzione normativa schizofrenica e di scarsa qualità, assai stringente nelle prescrizioni ma generalmente inidonea a perseguire finalità di sistematizzazione della spesa e di contenimento di fenomeni di corruttela, sta mettendo in ginocchio il governo delle amministrazioni universitarie e inducendo un significativo depauperamento del corpo docente e delle professionalità di supporto alla didattica e alla ricerca, con ricadute immediate, tanto più evidenti negli atenei di modeste dimensioni, sulla sostenibilità e sulla qualità dell’offerta formativa. In tutto questo si innestano - esempio virtuoso di interazione tra istituzioni pubbliche - gli accordi programmatici con la Regione Basilicata. Dell’inizio di quest’anno è l’approvazione del “Piano dodicennale 2013-2024”, che impegna la Regione Basilicata in un importante progetto di sostegno finanziario in favore dell’Ateneo lucano (il Piano ha fatto seguito all’Accordo di programma sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’agosto del 2011). Nei mesi passati si è proceduto alla sottoscrizione dell’Accordo di programma triennale 2013-2015, di attuazione del predetto Piano, che traduce e condiziona l’intervento regionale al perseguimento di finalità ambiziose, nell’alveo di un più vasto programma di rimodulazione degli strumenti di governance delle istituzioni universitarie, prodromiche al miglioramento degli indicatori di attrattività di Unibas e alla riduzione dei flussi migratori ante e post lauream verso atenei e mercati del lavoro extraregionali. Credo di poter dire che oggi l’Università degli Studi della Basilicata oggi versa in VULTURE MAGAZINE
buone condizioni di salute. Non è questa la sede per elencare i risultati conseguiti, ma gli indicatori di maggior momento devo menzionarli. Nel corso del 2013 abbiamo registrato un significativo incremento del numero degli immatricolati. Ad oggi - e i termini di iscrizione non si sono ancora chiusi risulta un aumento dell’8% rispetto al dato definitivo delle immatricolazioni dell’anno passato. Disponiamo di un alto valore dell’indicatore di sostenibilità economico finanziaria, che, su una platea di 63 atenei, colloca l’Università degli Studi della Basilicata al 7° posto a livello nazionale. Abbiamo conseguito posizionamenti soddisfacenti nei rating nazionali per Qualità dell’Offerta Formativa e della Ricerca Scientifica, per indici di attrattività di ragazzi stranieri e provenienti da Regioni terze (con una percentuale di circa il 19% siamo la prima università del Sud Italia), per i livelli elevati di customer satisfaction di studenti e laureati (dati del Consorzio Alma Laurea). Il merito va a quanti hanno operato con competenza e dedizione. Consentitemi, pertanto, di indirizzare un saluto al corpo docente, ai componenti degli Organi di governo, di gestione e di controllo dell’Ateneo, al Prorettore Vicario, prof. Giancarlo Di Renzo. Un saluto ed un ringraziamento particolari li devo a Mauro Fiorentino, che oggi celebra la sua ultima inaugurazione accademica nelle vesti di Rettore, che molto ha dato al progresso e alla storia di questo Ateneo. Un pensiero va ai Colleghi tecnici e amministrativi e alle Rappresentanze sindacali, con i quali ho condiviso un’altra stagione di grandi fatiche. Lungi dal produrmi in una elencazione di quanto fatto - come si userebbe ai Direttori generali in consessi di questo tipo - non posso tuttavia esimermi dal segnalare quantomeno i processi di maggiore rilevanza, per rendere merito a coloro che hanno investito passione ed energie nella 35
costruzione degli stessi: ed allora, nel corso dell’ultima stagione accademica abbiamo completato in maniera esemplare l’imponente iter di recepimento della “Riforma Gelmini” e l’annesso processo di sistemazione dell’assetto statutario e regolamentare dell’Ateneo; provveduto alla istituzione di un sistema di valutazione della “efficienza e della sostenibilità economico - finanziaria” della didattica e della ricerca e di “assicurazione della qualità di Ateneo”; in questi giorni porteremo a compimento il defatigante percorso di implementazione della contabilità economico-patrimoniale e del c.d. “bilancio unico”, come delineato dal D.lgs. n. 18/2012; stiamo lavorando alla rimodulazione dell’asset organizzativo degli uffici centrali di amministrazione; abbiamo strutturato il primo Sistema di valutazione e di misurazione della performance del personale ed approvato il primo Piano della formazione di Ateneo, nel rispetto dei principi e delle prescrizioni di cui al D.lgs. n. 150/2009; abbiamo strutturato un nuovo modello di marketing istituzionale (su tutto, penso all’apertura dello store per la commercializzazione e la diffusione del brand di Unibas, alla costruzione di un nuovo piano della comunicazione, alla realizzazione del nuovo portale di Ateneo e dei siti web delle Strutture Primarie, in seno ad un più vasto programma di digitalizzazione e dematerializzazione dei flussi informativi); abbiamo costruito, attraverso un’opera di ingegneria giuslavoristica, un importante apparato di interventi socio-assistenziali a beneficio del personale tecnico ed amministrativo; nel quadro degli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture di servizio, segnalo l’inaugurazione della nuova Casa dello Studente a Macchia Romana, di concerto con la Regione Basilicata e con l’ARDSU; l’apertura della nuova biblioteca nel Plesso del Francioso; il considerevole potenziamento della dotazione impiantistica del Centro Universitario Sportivo e delle strutture al servizio degli VULTURE MAGAZINE
studenti diversamente abili; stiamo, altresì, completando i lavori per la realizzazione di una nuova biblioteca e di aule a Macchia Romana; abbiamo appaltato i lavori di rifunzionalizzazione energetica del campus universitario ed avviato le procedure per l’affidamento, nell’ambito dei “Piani per il Sud”, dei lavori per la costruzione di una piastra attrezzata a servizio del centro congressi dell’area “ex Enaoli”, nonché dei lavori per la costruzione di una nuova Casa dello studente in Via Cavour, etc.. Su tutto questo, tuttavia - e non possiamo non ricordarcene - incombono gli esiti di contenziosi scaturenti da accadimenti molto risalenti nel tempo, che, laddove non dovessero trovare composizione, rischierebbero di mortificare i percorsi di crescita professionale di una parte considerevole della dotazione di personale tecnico ed amministrativo, con ricadute significative sul governo dell’Ateneo. Il prof. Canfora, in occasione della recente inaugurazione dei nuovi locali della biblioteca nel Polo del Francioso, ha offerto una mirabile sintesi dell’evoluzione concettuale e semantica dell’utopia - già affetta da certa ambiguità nella primigenia formulazione di Tommaso Moro - che ha declinato nei termini di un paradigma, fors’anche inarrivabile, verso cui orientare i nostri aneliti e gli intendimenti di rinnovamento sociale; e l’attuale momento storico – che il predetto conveniva essere pervaso da un sentimento di profondo scetticismo – ci sollecita ad impregnare le nostre azioni della tensione verso idealità alte, perché siano animate da una fiducia cieca, ma non irragionevole, nella possibilità di futuro per i nostri ragazzi, perché ogni fatica sia sospinta dalla speranza, cieca anch’essa ma non irragionevole, che l’etica pubblica e il primato non condizionato del principio del merito, lungi dal risolversi in forme di vacuo eroismo, valgano ancora ad affermare istanze di
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giustizia sociale e a costruire la “felicità dei popoli”. “Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I CARE” … me ne importa, mi sta a cuore”, riferiva Don Lorenzo Milani nella Lettera ai giudici. Ed è auspicabile che la stessa amorevolezza, lo stesso sentimento di affiliazione inducano la comunità lucana tutta a fare quadrato intorno al nostro Ateneo e all’avvenire dei giovani, nella consapevolezza che è necessario ripartire dal progresso dei saperi e dall’educazione all’etica pubblica per alimentare il coraggio di sognare, per conoscere il tenue sapore della speranza e per convincersi che vale ancora la pena spendersi per costruire un tempo più giusto ed un futuro migliore. La responsabilità di edificare prospettive di vita per i nostri ragazzi e per la nostra Terra non può annacquarsi nelle difficoltà del momento, ma da queste difficoltà deve trarre nuovo slancio e nuovo ardimento; memori – secondo quanto ci ha insegnato un profeta della speranza – che “un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso” (Nelson Mandela).
Inaugurazione del XXXI anno accademico dell’Università della Basilicata La relazione del Magnifico Rettore Prof. Mauro Fiorentino Caro direttore generale Cari colleghi professori e ricercatori Magnifici rettori e loro delegati Ill.me autorità religiose, civili e militari Ill.mo e Chiar.mo Prof. Luigi Nicolais Vi rivolgo un saluto forte e caloroso e vi ringrazio tutti per essere qui in tanti, insieme a noi, a celebrare il Dies VULTURE MAGAZINE
Academicus, un rito simbolico, spero non inutile, della vita universitaria. E rivolgo un pensiero rispettoso al Presidente Emilio Colombo che ha partecipato a quasi tutte le cerimonie inaugurali dei precedenti anni accademici. L’anno che va ad iniziare è l’ultimo che ho l’onore di inaugurare in qualità di Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata. Il mio mandato, infatti, che per legge non è rinnovabile, si concluderà il 30 settembre del 2014. Ho anche per questo deciso di imperniare la mia relazione su pochi temi che ritengo essere, alla luce dell’esperienza che va a concludersi, particolarmente significativi, tralasciando resoconti annuali, pur forse importanti, che potrebbero però distogliere l’attenzione da detti temi. Così come non mi soffermo sugli eventi che per tutto l’anno abbiamo promosso per sottolineare il trentesimo anno di età della nostra Università. Abbiamo tenuto, a tal riguardo, un profilo leggero, sia per rendere più consono il senso delle celebrazioni al momento di grande attenzione sociale che il Paese ci impone, sia perché abbiamo maturato la convinzione che la grande discontinuità che sta vivendo in particolare il sistema universitario ci richiede di disegnare un futuro che è principalmente condizionato dai nuovi scenari che si vanno delineando in Italia e nel mondo, pur in presenza degli importanti insegnamenti che provengono dalla lunga strada che il nostro ateneo ha percorso nei suoi primi trent’anni. Pur con questa convinzione, riteniamo però imprescindibili i valori che il legislatore pose alla base dell’istituzione del nostro ateneo, ispirati ad accompagnare il rilancio dei territori martoriati dal terribile sisma del 1980, valori che abbiamo inserito tra i principi ispiratori del nuovo Statuto di autonomia. Qualche giorno addietro rilasciai, a valle dell’incontro voluto dalla Ministra Carrozza con i Rettori delle Università meridionali, una dichiarazione sulla quale 37
vorrei tornare per fornire maggiori elementi a supporto. Ebbi a dire, in particolare: "rimane in me viva la preoccupazione che i problemi del Mezzogiorno continuino a non trovare adeguata percezione nelle linee programmatiche del governo”. Ed ancor più in particolare che “la mia opinione personale è che oggi manchi una mediazione politica attenta che, unica, può ricondurre a una piena osservanza dei principi costituzionali di sussidiarietà e uguaglianza, e al rilancio del fondamentale ruolo di presidio culturale e della legalità che le Università svolgono nelle aree più difficili del Paese". E’ ormai evidente che l’insieme dei (tanti) decreti emanati dal Governo in ossequio all’art. 5 della legge 240/2010 (Delega in materia di interventi per la qualità e l'efficienza del sistema universitario) sta, volutamente o meno, esaltando le differenze tra la quantità di risorse messe a disposizione dei singoli atenei e sta vieppiù limitando la possibilità che gli atenei più in difficoltà possano concretamente attuare strategie idonee per migliorare i servizi resi. Tenendo conto che ciò ha un riverbero immediato e diretto sulle popolazioni e sui territori, la questione richiede, prima che sia troppo tardi, un’adeguata attenzione. Tra l’altro è anche oggettivo che in questo quadro, già preoccupante, a soffrire in maniera più marcata delle scelte del Governo, risulta il sistema universitario del Sud, proprio laddove esso stesso svolge un fondamentale ruolo aggiuntivo di presidio sociale e della legalità. Proverò a dimostrare come sia fortemente probabile che, se si continuasse su questa linea, nel giro di pochi anni sarebbe proprio questo sistema a vedere molti dei suoi elementi essere messi nell’impossibilità di continuare ad operare. Esaminiamo qualche dato. Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) alle università statali è sceso dai 7.250 milioni di euro del 2008 ai circa 6.700 del 2013 e VULTURE MAGAZINE
ai circa 6.500 (stimati) del 2014, con una perdita nel periodo pari al 14%. L’FFO è sostanzialmente composto da una quota base e da una quota premiale. La prima è ripartita in base ad un modello di calcolo preesistente alla legge 240/2010, mentre la seconda viene distribuita in base ai Decreti Ministeriali emanati ogni anno dal Governo in ottemperanza al citato art. 5 della stessa legge. Così come previsto dall’art. 60 del decreto-legge n. 69/2013 (cosiddetto decreto del fare), convertito nella L. 98/2013, la proporzione della quota premiale sul totale dell’FFO, oggi pari a circa il 14%, aumenterà al 16% nel 2014 ed al ritmo del 2% annuo fino al massimo del 30%. Le università statali che concorrono alla quota premiale sono 53 (alcune altre, infatti, beneficiano di deroghe), 21 al Sud, 15 al Centro e 17 al Nord. Nessuna di quelle in deroga si trova al Sud. In queste 53 università sono risultati iscritti, nell’a.a. 2012-2013, tralasciando i pur numerosi studenti ancora iscritti ai corsi di studio pre-riforma (ante 3+2), 1.475.786 studenti, il 33% dei quali nelle università meridionali, il 35% in quelle delle regioni centrali e il 32% nelle sedi del Nord; con una domanda di formazione, quindi, che si ripartisce più o meno uniformemente nei tre territori. Le risorse statali messe a disposizione di queste università si sono ripartite come segue. La quota base dell’FF0 2011, pari a 5.469 milioni di euro è andata per il 31,7% a quelle del Sud, per il 36,6% a quelle del Centro e per il 31,6% a quelle del Nord. Queste percentuali sono rimaste sostanzialmente immutate nel 2012. E’ da notare che il ben noto squilibrio esistente tra le singole università con riferimento al finanziamento statale per singolo studente, variabile da poco più di 2500 euro/studente ad anche più di 6000 euro studente, è sostanzialmente riassorbito al livello delle tre macroregioni; sebbene emerga una leggera penalizzazione per
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le sedi meridionali a favore di quelle del Centro. Ben diversa è la situazione per quanto riguarda la quota premiale. Prima di dedicarsi alla relativa analisi, è forse utile rimarcare che essa in effetti, più che premiare, ha finora solo punito, nel senso che, non facendo riferimento a finanziamenti aggiuntivi, ha consentito, al più, alle sedi meritevoli selezionate in base ai parametri definiti con Decreto Ministeriale, di perdere meno delle altre, essendosi l’FFO complessivo ridotto progressivamente in questi anni di prima applicazione della L. 240/2010. In ogni caso, la ripartizione della quota cosiddetta premiale ha dato luogo sin dalla sua prima applicazione ad un evidente squilibrio di carattere territoriale. Infatti mentre le università del Centro si sono attestate, in media, nel 2011 e nel 2012, su percentuali di finanziamento sostanzialmente indistinguibili da quelle della quota base, quelle meridionali hanno preso solo il 26,5% nel 2011 (contro il 31,7% sulla quota base) che è sceso al 26,1% nel 2012, mentre le università del Nord hanno “meritato” il 36,6% in entrambi gli anni, a fronte di un peso “di sistema” che, come detto, è del 31,6%. In soldi, rispetto alle condizioni vigenti prima della L. 240/2010, circa 105 milioni di euro sono stati spostati, nel biennio 2011-2012, dalle università del Sud a quelle del Nord. Se nulla cambiasse nei prossimi anni in termini di finanziamento complessivo del sistema universitario nazionale e se, come sembra ineluttabile la quota premiale continuerà a crescere in termini percentuali fino al 30%, si raggiungerebbe il bel risultato di trasferire anche più di 100 milioni di euro all’anno (progressivi e aggiuntivi) dal sistema universitario meridionale a quello del Nord. Mi chiedo e vi chiedo: ci siamo accorti che, in virtù di questo trasferimento annuo, per rispondere alla domanda di formazione degli studenti che oggi si VULTURE MAGAZINE
iscrivono al Sud, considerando invariato il finanziamento statale per unità di studente (circa 3500 euro/studente) la già alta migrazione studentesca dal Sud verso il Nord dovrà crescere, dico crescere, allo spaventoso ritmo di circa 30.000 studenti all’anno? Siamo certi che questo è ciò che il Paese vuole? O almeno che questo è ciò di cui il Paese ha realmente bisogno? Purtroppo però, anche altre scelte del Governo sembrano concorrere nella stessa direzione. La più eclatante, che ha scatenato, tra l’altro, il malcontento esploso nei mesi passati, è relativa alla modalità con la quale, con riferimento al turnover, si sono imposti alle singole Università limiti diversi (D.M. n. 713 del 9 agosto 2013). A fronte di un limite di sistema, che consente a livello nazionale di reimpiegare per il reclutamento solo il 20% delle risorse derivanti da cessazioni del 2012, il decreto, discriminando in base ad un parametro di sostenibilità economico-finanziaria (c.d. ISEF), impone ad alcune università di non andare oltre il riutilizzo di pochissime unità percentuali e ad altre di salire ben oltre il limite di sistema, fino a superare anche il 200%. Ma, ancora una volta, questo intervento conduce ad esiti molto differenziati nei territori. Per chiarire la questione occorre premettere che, in ambito di reclutamento universitario, le risorse sono parametrizzate in termini di c.d. Punti Organico, essendo il P.O. pari al costo medio annuo di un professore ordinario. Così che un professore associato vale 0,7 P.O., un ricercatore 0,5, e via via a scendere per le varie categorie di impiego del personale tecnico-amministrativo. Entrando nel merito, le università statali hanno perso, per cessazioni dal servizio nel 2012, unità di personale per un totale di 2.227 P.O. (766 al Sud, 857 al Centro, 605 al Nord). In ossequio al citato limite di sistema potranno assumere personale per un massimo di 445 P.O., ripartiti, in
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base al D.M. 713/2013 in 78 al Sud, 182 al Centro, 185 al Nord. In pratica ci si ritrova con gli stessi squilibri evidenziati con riferimento alla distribuzione delle risorse finanziarie. Infatti. in termini di P.O. riutilizzabili. il Centro si attesta intorno alla percentuale media di sistema nazionale, mentre il Sud potrà reclutare solo per la metà del limite nazionale ed il Nord per un 50% in più. Se, ad esempio, per semplicità, pensiamo che con 5 P.O. si possono assumere, 1 professore ordinario, 2 professori associati, 3 ricercatori, per un totale, quindi, di sei docenti, oltre a tre funzionari tecnico-amministrativi, con le risorse da cessazioni 2012, le università del Nord, che hanno da utilizzare circa 60 P.O. in più rispetto al limite medio di sistema, potranno assumere circa 6x60/5=72 docenti, oltre a 3x60/5=36 unità di personale tecnico-amministrativo che, con una politica di distribuzione uniforme, sarebbero andati alle università del Sud. Ancora una volta, se si continuasse con decreti analoghi anche negli anni a venire, nei quali è già sancito che il limite medio nazionale di turnover salirà, per le cessazioni 2013, al 50% e poi, dopo il 2016, progressivamente fino al 100%, la migrazione dal Sud verso il Nord, questa volta di docenti e non di studenti, si attesterebbe, nel volgere di pochi anni intorno ai 250-350 docenti all’anno, prima di cominciare a decrescere a seguito dell’incremento dell’indice di sostenibilità economico-finanziaria per effetto della significativa riduzione delle spese fisse degli stipendi non più pagati in virtù della grande riduzione di personale docente e tecnico-amministrativo. Ed anche qui le Università potranno fare ben poco per correggere il tiro. Infatti, a meno di casi eccezionali quali quello della nostra Università, nei quali contribuiscono ad aumentare l’ISEF finanziamenti esterni di lungo periodo come quello della Regione Basilicata, l’ISEF stesso può essere incrementato solo aumentando le tasse studentesche. Ed è proprio qui che VULTURE MAGAZINE
emerge un’altra enorme differenza tra Sud e Nord. Infatti, come anche evidenziato dal Sole 24Ore del 4 novembre u.s., la contribuzione media degli studenti paganti nel 2012 varia dai 1700 euro/anno del Politecnico di Milano ai 430 euro/anno della nostra Università. In questa speciale classifica, come si vede, siamo ultimi; ma ciò che più rileva a livello nazionale è che le 21 università del Sud sono tutte nelle ultime 33 posizioni. Ne discendono differenze sostanziali ai fini della sostenibilità economica. Basti mettere a confronto, ad esempio, due piccole Università con poco meno di 9.000 iscritti, la nostra e quella dell’Insubria, che incassano rispettivamente contributi studenteschi, al netto dei rimborsi, pari a circa 4 e 15 milioni di euro all’anno (rilevazione MIUR). Oppure due università di media dimensione, quella del Salento (18.000 studenti) e quella di Modena e Reggio Emilia (19.000 studenti), rispettivamente con 13 e 23 milioni di euro all’anno. La situazione non cambia per i grandi atenei, dove ad esempio Genova con 34.000 studenti incassa più di 43 milioni di euro mentre Salerno, con 37.000 studenti, ne incassa solo 26 milioni, né per i mega atenei, laddove Bari, con 56.000 studenti introita poco più di 37 milioni e Milano, con 58.500 studenti, ne ricava quasi 102 milioni. Credo che tutti condividano, tra l’altro, che il livello di tassazione sostenibile è assolutamente connesso al livello socioeconomico e che le differenze che si riscontrano a livello territoriale siano fortemente correlate con quelle che si registrano in termini di reddito procapite o di contributo fiscale, e che esse, pertanto, si possono ridurre solo operando sulle molte distanze reali che esistono, complessivamente, tra le varie aree del Paese. In definitiva tutto concorre, in maniera così coerente da sembrare voluta, a spostare numeri enormi di studenti, lavoratori e docenti dal Sud verso il Nord e a far gravare conseguentemente sul 40
Mezzogiorno quella contrazione del sistema universitario che la Ministra dice di voler scongiurare ma che, come ha ammesso nell’incontro con i Rettori del Sud, sarebbe auspicata da una parte del nostro sistema politico. Inoltre, non si può non rilevare che vanno nella stessa direzione gli effetti dovuti ad altri interventi del Governo quali la promozione delle borse di studio agli studenti meritevoli che vanno a studiare in un’altra regione. Invece, in direzione opposta, ma se vogliamo ancor più mortificante per i giovani meridionali, vanno le graduatorie uniche nazionali per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato obbligatorio che, nella loro prima applicazione, hanno oggettivamente sbarrato la strada in misura più forte agli studenti del Sud e obbligato molti settentrionali a studiare nelle Università meridionali. E mi richiedo, siamo certi che questo è ciò di cui il Paese ha realmente bisogno? Cosa pensi io in tal senso non ha reale importanza, pertanto non mi soffermo. Però sono certo del fatto che, di tutto ciò, non c’è una coscienza collettiva, e che è invece urgente, direi urgentissimo, che la si recuperi. Così come sono certo che le uniche azioni che potranno eventualmente invertire la china sono di natura politica. E’ infatti obiettivamente troppo ipocrita pensare che le Università stesse possano fare qualcosa per correggere questa tendenza. Infatti, la quota cosiddetta premiale è distribuita in base a parametri di produttività scientifica e di efficienza dei servizi didattici che sono migliorabili solo con tempi ben più lunghi della scala annuale alla quale viene applicata in maniera additiva la penalizzazione finanziaria. In altri termini, il sistema punitivo-premiale viaggia ad una velocità molto più alta di quella alla quale le Università possano adottare correttivi. Così come è assolutamente impensabile che si possa arrivare nel breve o medio VULTURE MAGAZINE
periodo ad una tassazione studentesca omogenea in ogni parte del Paese. Concordo con quanto affermato dai Rettori delle università meridionali sulla necessità che la meritoria e imprescindibile valutazione del sistema universitario adottata dall’ANVUR conduca ad introdurre efficaci sistemi di incentivazione che non si rifacciano ad una mera valutazione del passato ma che, invece, attribuiscano le risorse sulla base di risultati che gli Atenei si impegnano a raggiungere, in modo verificabile, anche con riferimento alla terza missione che svolgono nei territori. Ma non credo che il sistema universitario stesso abbia al suo interno alcuna possibilità di imporre questa strada. Infatti, come si è visto, seppure in un contesto in cui l’intero sistema universitario sta soffrendo, a dispetto dello straparlare sui valori della conoscenza e dell’innovazione, di assurde riduzioni di risorse, la maggioranza delle Università sta comunque beneficiando o almeno non sta perdendo significativamente per le scelte governative, in un sistema che potrebbe condurle a riassorbire in non molti anni, a danno di altre, le risorse sottratte negli anni passati. In definitiva è una parte del Paese, perché è di questo che si tratta, e non, come si vorrebbe far credere, una parte delle Università statali, che sta pagando molto più di altre il costo della crisi. In realtà, visto che il disegno concretizzatosi con la L. 240/2010 e con i conseguenti decreti attuativi pone le radici in una serie di riforme che iniziano alla fine degli anni ’90, vedi 3+2, requisiti necessari, etc., sorge anche il dubbio che non si stia solo pagando il costo della crisi ma che si stia assecondando una strategia che risiede concettualmente in quella cultura separatista, che non è solo leghista, che ha condizionato la scena nazionale negli ultimi venti anni. I giochi sono affidati, quindi, forse per decisione incauta del Parlamento che approvò la L. 240/2010, nelle mani dei 41
Governi, che, operando con ampia delega di legge, operano scelte che sfuggono al controllo parlamentare. La questione, pertanto, è tutta politica. I partiti che sostengono i Governi devono prendere coscienza degli squilibri, sistematicamente crescenti, che i loro Ministri stanno contribuendo a determinare, ed intervenire conseguentemente. Se non lo fanno, dovrebbero in coscienza prendere atto che stanno soccombendo, con ogni probabilità, ad un disegno trasversale e lobbistico che li ha trovati impreparati. Sia ben chiaro, tutto il sistema universitario ha accolto con favore l’avvio delle pur pesanti procedure di valutazione delle Università, alle quali tutte le unità di personale stanno dedicando grandi energie. Esse consentono di evidenziare in ogni dettaglio le criticità e le potenzialità del sistema, con riferimento sia alla ricerca che alla didattica, che alla terza missione, e potrà certamente contribuire ad innalzare il livello medio delle Università italiane. Ma, affinché ciò avvenga occorre porre maggiore attenzione alle specificità e ai ruoli che Atenei in contesti locali diversi possono svolgere per contribuire al meglio alla crescita complessiva del Paese. Uno dei modi per ripartire potrebbe essere quello di assicurare un finanziamento, anche attraverso il sistema delle Regioni, mirato alla progressiva riduzione degli squilibri territoriali, utilizzando gli Accordi di Programma previsti dai commi 2 e 6 dell’articolo 1 della L. 240/2010, tra i migliori ma tra i più dimenticati della stessa legge. Questi dovrebbero consentire maggiori livelli di autonomia, da concertare con il Ministero, agli Atenei con i conti in ordine e con una buona qualità della didattica e della ricerca, anche, come cita la legge, “per favorire la competitività delle università, migliorandone la qualità dei risultati, tenuto conto degli indicatori di contesto
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relativi alle condizioni di sviluppo regionale”. Vanno cioè messe a valore specifiche iniziative come quella legata all’innovativa legge della Regione Basilicata, che consente al nostro ateneo di avere un indice di sostenibilità economicofinanziaria tra i più alti d’Italia, e che ha già condotto alla stipula, nell’agosto del 2011, di un accordo di programma MIURUnibas-Regione ai sensi del citato comma 6. A tal proposito, nell’augurare buon lavoro al neo Presidente della Regione Basilicata, dott. Marcello Pittella, lo invito anche ad impegnarsi ad avviare un dialogo con il Ministero per un rilancio dell’Accordo, che potrebbe e dovrebbe essere aggiornato per sperimentare percorsi di maggiore autonomia concertata, che valorizzino ancor di più l’ingente finanziamento regionale. Ma anche l’ANVUR potrebbe contribuire ad evidenziare come l’efficienza e la qualità della didattica, così come quelli di terza missione, vanno correttamente correlate alle condizioni di contesto nelle quali le diverse università operano. Non si può, ad esempio, considerare come parametro prevalentemente premiante la capacità di mantenere studenti in corso senza considerare che in alcune università la stragrande maggioranza degli studenti comincia con l’obbligo di soddisfare gli obblighi formativi aggiuntivi previsti dalla legge. Con riferimento più specifico alla nostra Università, occorre ribadire che, ben consci del livello di difficoltà del sistema universitario nazionale, aggravato in particolare da quanto esposto finora, ci si è pienamente calati nella sfida competitiva che le norme ci impongono. In questo contesto, abbiamo superato la difficile fase di accreditamento ministeriale iniziale delle due sedi di Matera e di Potenza e di tutti i corsi di studio attivati nell’anno accademico 20122013, che abbiamo così potuto mantenere attivi anche quest’anno. Ci 42
siamo impegnati, con la programmazione triennale 2013-2015, che abbiamo potuto realizzare anche grazie ai finanziamenti della Regione Basilicata, a sottoporre all’accreditamento finale, che richiede per il 2016-2017 il rispetto di parametri ancor più stringenti in termini di numerosità e qualità della docenza, un’offerta formativa almeno pari a quella del 2012-2013, con una maggiore internazionalizzazione dei corsi di studio. Per raggiungere questo difficile risultato, è stato deliberato, a valere sui P.O. attribuitici per le annualità 2011-2013 del c.d. Piano Straordinario Associati, sui P.O. assegnatici per le cessazioni 2012 e su quelli minimi stimati per le cessazioni 2013, nonché sulle risorse assegnateci dalla Regione Basilicata, forse il più grande piano di reclutamento mai attuato dal nostro Ateneo, con la previsione di assumere, nel periodo 2014-2015, unità di personale dirigente e/o tecnico amministrativo per 1,9 Punti Organico, 30 ricercatori a tempo determinato di tipo A (3 anni, rinnovabili una sola volta), 3 ricercatori di tipo B (in c.d. tenure track verso il ruolo di professore associato), 3 professori ordinari con procedura valutativa, 4 professori associati provenienti da ruoli esterni all’Università della Basilicata e 12 professori associati con procedura selettiva che, nel caso che i vincitori dei relativi concorsi fossero interni meritevoli, darebbero luogo ad ulteriori 21 assunzioni di professori associati con procedura valutativa. Approfitto del richiamo al contributo regionale per ringraziare il Dott. Vito De Filippo, presidente uscente della Regione Basilicata per aver voluto, nel 2006 e nel 2010, l’emanazione delle leggi regionali di sostegno dell’Università della Basilicata e per aver favorito la redazione e la stipula dei conseguenti Accordi, tutti fortemente rispettosi del carattere di autonomia dell’Ateneo, che assicurano al nostro Ateneo 10 milioni di euro all’anno, almeno fino al 2024. A lui il mio ringraziamento più sincero e tanti auguri di buon lavoro.
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Nella competitività nazionale ci siamo calati con grande impegno anche per quanto riguarda la valutazione della ricerca e dei servizi didattici e di terza missione. La chiusura della VQR (valutazione della qualità della ricerca) da parte dell’ANVUR ci pone ad un più che soddisfacente 38o posto nazionale (su 95 istituti universitari e 12 enti) per la qualità della produzione scientifica e ci restituisce un brillante quarto posto, a livello nazionale (dopo La Sapienza, Pisa e Trieste), per la cooperazione con il contesto produttivo locale e nazionale, e per la capacità di attrarre finanziamenti da soggetti (pubblici e privati) esterni all'accademia (terza missione). Nonostante ciò, però, i parametri che complessivamente il Governo sceglie per determinare la quota premiale, laddove, in realtà come le nostre, l’efficienza didattica è fortemente limitata, come detto, da situazioni di contesto territoriale, e laddove i fattori pur valutati positivamente dall’ANVUR come quelli di terza missione non vengono proprio presi in considerazione per la distribuzione premiale, ci collocano ancora nella fascia di chi perde risorse, anche se non siamo affatto lontani dal segno positivo. Il nostro impegno è comunque fermamente rivolto a scalare con continuità posizioni nelle graduatorie di merito. In sintesi, tutte le valutazioni ministeriali, così come tutte le indagini comparative dei grandi organi di stampa (es. Repubblica, Corriere, Sole24Ore) restituiscono un’Università che centra gli obiettivi che la sua dimensione e la sua storia le impongono nel contesto di più immediato riferimento. Curiamo con continuità la rilevazione delle valutazioni dei nostri studenti. Il presidio della Qualità, istituito ai sensi del nuovo statuto, ha rinnovato la scheda di valutazione, arricchendola di elementi specifici. Due dati, quest’anno, sintetizzano meglio tutto ciò: primo, con quasi 1.400 nuovi immatricolati, ad oggi, abbiamo registrato un incremento dell’8% rispetto all’anno passato e, secondo, i 43
giudizi che il Consorzio Alma Laurea ha raccolto nel 2012 da tutti i nostri laureati indica che quasi il 90% di questi è sostanzialmente soddisfatto del corso seguito. Mi avvio alla conclusione nella speranza di aver avvalorato quanto affermato qualche giorno fa in una mia lettera aperta e cioè che la nostra è un'Università che non può fare a meno del sostegno di tutti, della classe dirigente lucana e della comunità della Basilicata. Possiamo crescere, è vero, ma stiamo impegnando il massimo dei nostri sforzi per diventare un polo accademico nodale nel Mezzogiorno, cercando di tendere sempre al livello più alto. Ma i nostri sono numeri da piccolo centro accademico, e tali possono essere, per questioni anagrafiche, logistiche e temporali. Dobbiamo imparare a sfruttare questa peculiarità, non chiedere di cambiarla a qualsiasi costo. Riserviamogli anche le giuste critiche, che non siano però sterili e strumentali. Chi rema aprioristicamente contro la nostra Università, per fini personali o propagandistici, rema contro il futuro dei lucani. L'immagine di una Basilicata senza il suo Ateneo è l'immagine dell'omicidio definitivo di questa terra: invece l'idea di una Basilicata che lo difende è l'idea di una Regione che tutela il suo domani. A tal riguardo. vorrei a questo punto ringraziare le testate giornalistiche lucane per ciò che fanno per la promozione della nostra didattica e della nostra ricerca. Quello della stampa è un potere prezioso, che può aiutare quotidianamente il nostro Ateneo, che ha bisogno di crescere e di essere valorizzato: è uno dei modi attraverso i quali l'Università della Basilicata può diventare adulta e occupare un posto di primo piano tra gli atenei italiani. Apprezziamo molto lo stimolo della critica costruttiva, perché ci serve a crescere ulteriormente. Le nostre stanze sono da sempre aperte ai giornalisti, e non abbiamo mai mancato di spalancare porte e finestre del nostro VULTURE MAGAZINE
Ateneo per dare all'esterno la massima trasparenza e limpidezza. Combattiamo ogni giorno per rimuovere angoli bui e contro l’eventuale insorgere di strane manovre. Come tutto ciò che è di questo mondo, negli anni abbiamo fatto cose buone, e commesso errori. "Solo chi non fa non sbaglia", secondo un vecchio adagio. Ma in questo senso la stampa ha anche un potere distruttivo. Quando instilla il sospetto, aiutando beceri corvi a volare senza curarsi degli elementi oggettivi e delle verità inoppugnabili, condanna senza appello quanto di buono ogni singolo studente e ogni dipendente di questo Ateneo sta facendo. In alcune occasioni, poche per fortuna, sono stati colpiti da questa filiera del fango docenti e dirigenti, anche di altre Università, con curricula di eccellenza, con storie professionali di qualità massima. Curricula affogati nel fango con grave danno (professionale e personale) per chi ha subito questo metodo. Questo non possiamo più accettarlo, e vigileremo con ogni mezzo consentito a difesa del nostro Ateneo. Ma anche degli studenti e delle loro famiglie, che fanno sacrifici enormi per far studiare i loro figli. Sono loro la nostra prima preoccupazione. Quindi, un conto è la giusta critica, che può essere feroce e puntigliosa, ma deve essere fondata su dati reali. Un conto è la maldicenza, che non si addice ad un rapporto corretto con le comunità che frequentano le stanze accademiche. Essendo questa l’ultima relazione inaugurale del mio mandato rettorale, mi corre l’obbligo di sottolineare l’enorme supporto che ho ricevuto in questi anni da una comunità universitaria vigile, attenta, motivata, dinamica e sostanzialmente collaborativa, e di ringraziare, vivamente e sinceramente, i tanti, che più di altri, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo; in primis il Prorettore Vicario, Prof. Gian Carlo di Renzo, il Direttore Generale, Dott. Lorenzo Bochicchio e la coordinatrice della mia segreteria, Sig.ra 44
Filomena Lapenna, i Prorettori delegati, i Direttori delle strutture primarie, alcuni rappresentanti degli studenti e i tanti funzionari tecnici e amministrativi con i loro collaboratori più validi. Ma mi sia consentito un grazie particolarissimo alla mia famiglia, mia moglie e i miei due figli, che tanto amorevole e imparagonabile sostegno mi danno nei momenti più difficili e che a tanto sono costretti a rinunciare per l’impegno che mi è richiesto. Come è ormai prassi, chiudo col pensiero rivolto ai nostri studenti, con i quali ogni giorno viviamo in un clima che tutti riconoscono essere di grande collaborazione. Ai loro rappresentanti nei tanti organi di governo e di gestione dell’Ateneo che, ai sensi della L. 240/2010 e del nostro Statuto, partecipano alle decisioni con un peso alto e significativo, rivolgo un sincero e caloroso invito a sentirsi sempre più parte responsabile delle scelte dell’ateneo, ricercando continuamente, senza rinunciare all’imprescindibile ruolo di vigilanza critica che sono anche chiamati a svolgere, quel necessario equilibrio tra istanza e decisione che, unitamente alla capacità di comprensione delle esigenze di tutte le componenti che operano nell’Università, con particolare riguardo a quelle del personale tecnicoamministrativo, può rendere efficace e credibile la loro azione. Anche a tal riferimento, mi preme ancora una volta rimarcare, l’alto valore del rapporto maestro-allievo, sul quale mi soffermai in chiusura di relazione l’anno passato, rilevando come ad esso mi sono ispirato nel promuovere il bel convegno che si è tenuto questa mattina, sui “percorsi complessi, tra identità e omologazione, per uscire dalla crisi”, laddove, affiancando l’altissimo spessore delle lezioni magistrali dei Professori Emeriti Aldo Masullo e Adriano Giannola alla freschezza giovanile e creativa di Gianni Schiuma, nostro professore (nonché nostro laureato), in prestito oggi alla University of Arts London per dirigere VULTURE MAGAZINE
l’Innovation Insights Hub, abbiamo voluto sottolineare con un tocco di emozionante umanità il senso alto e continuo dell’evoluzione dei saperi. Pertanto, col pensiero rivolto ai giovani e nel ringraziare tutti coloro che quotidianamente consentono a questa università di vivere e di progredire, dichiaro aperto il nostro XXXI anno accademico, XXXIII dalla fondazione dell'Università degli Studi della Basilicata.
Inaugurazione del XXXI anno accademico dell’Università della Basilicata Il saluto del personale tecnico amministrativo (Pta) Dott.ssa Donata D’Amico Magnifico Rettore, Autorità, Direttore Generale, Docenti, Colleghi, Studenti, Ospiti tutti, porto, quale componente del Consiglio del personale tecnicoamministrativo, nuovo organo statutario dell’Università degli Studi della Basilicata, il saluto del personale tecnicoamministrativo. In questo non felice momento per il nostro Paese, anche il sistema universitario italiano vive con drammaticità la crisi economica. La decrescente disponibilità di risorse incrocia la necessità di riforme strutturali, da attuarsi anche attraverso un aumento di efficienza e capacità gestionale: l’introduzione di strumenti quali il bilancio unico, la contabilità economico patrimoniale, la misurazione delle performance, la valutazione della didattica e della ricerca, la trasparenza, costituiscono cambiamenti che sottopongono tutto il sistema ad una
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tensione strutturale di cui ciascuno di noi porta il peso. In questo senso il ruolo di supporto del personale tecnico amministrativo emerge in tutta la sua importanza: il personale condivide, sostiene e supporta in maniera costante e quotidiana gli obiettivi istituzionali dell’Università, rappresentando non solo un elemento funzionale, ma strategico. Dalla consapevolezza di tale strategico ruolo derivano alcune considerazioni sulla necessità urgente di valorizzare i processi lavorativi in questo Ateneo. Occorre infatti riconoscere alle questioni tecniche ed amministrative una centralità nuova, funzionale allo sviluppo di tutta quanta la nostra organizzazione; nonché, rivolgere rinnovata attenzione alle questioni che oramai storicamente connotano le vicende specifiche, se non addirittura uniche, del personale tecnico amministrativo di questo Ateneo. In primo luogo, il sottodimensionamento del personale che, determinatosi a causa dei blocchi legislativi, non ha consentito alcun ricambio generazionale ed ha accentuato la condizione per la quale si fa fronte a molte necessità solo grazie alla buona volontà dei singoli. In secondo luogo, il sottoinquadramento che ha interessato in maniera eclatante e praticamente esclusiva il nostro Ateneo, provoca demotivazione e disincentiva l’impegno: è innegabile infatti che in questo momento il divario tra le prestazioni lavorative offerte e i riconoscimenti ricevuti sia molto ampio, soprattutto se ci si rapporta a quanto ottenuto dai colleghi degli altri Atenei italiani; di più, nel momento attuale, la motivazione necessaria per sostenere lo sforzo per il cambiamento, rischia di essere spenta dalle vicende che colpiscono il personale del nostro Ateneo a rischio di demansionamento, vicende che determinano disagi e mortificazioni anche fra tutte quelle unità di personale che sono rimaste penalizzate dai procedimenti di attuazione degli istituti contrattuali sulle progressioni. VULTURE MAGAZINE
Alla nostra Amministrazione rimproveriamo di avere disatteso le disposizioni contrattuali secondo cui bisognava attivare procedure periodiche di avanzamento di carriera. Risalgono infatti agli anni 2001/2003 le ultime progressioni orizzontali e al 2003 le ultime progressioni verticali. Va dato atto a questa Amministrazione di avere iniziato un lavoro nella direzione della formazione continua del personale, che deve proseguire attraverso una sua adeguata riqualificazione: ci attendiamo una concreta attenzione traducibile in investimenti formativi mirati e di qualità, rispondenti ad una moderna organizzazione del lavoro. Attendiamo l’applicazione di un “sistema premiante” che sia utile a migliorare i risultati generali del nostro Ateneo ed incentivi l’impegno, la professionalità e la produttività delle persone. E’ in questa ottica che vorremmo proseguisse l’azione amministrativa tesa ad attuare anche la riorganizzazione dell’amministrazione centrale, che tenga conto dell’esiguità e della insalubrità degli spazi attualmente disponibili. Una particolare attenzione va dedicata alla situazione amministrativa della sede di Matera; occorre infatti saldare maggiormente i processi amministrativi che attraversano le due sedi, aumentando la consapevolezza che si tratta di due poli della stessa università che devono offrire servizi paragonabili per quantità e qualità. Ribadiamo, in conclusione, che il personale tecnico amministrativo in questo particolare momento attende un segnale chiaro e preciso che impegni i vertici a favorire la crescita professionale. A Lei, Magnifico Rettore e a tutti gli organi di Ateneo affidiamo le nostre aspettative e le nostre preoccupazioni. Il Consiglio del personale tecnico amministrativo invita tutti i presenti a condividere la gratitudine verso i colleghi che - nonostante tutto - continuano ad 46
assicurare, con il quotidiano impegno, la puntuale gestione delle attività e dei servizi che questo Ateneo offre ai suoi studenti, ai suoi docenti e al suo territorio.
Inaugurazione del XXXI anno accademico dell’Università della Basilicata Il saluto del personale tecnico amministrativo (Pta) Sig. Michele Lavella Gentili ospiti presenti ed Amici Studenti, per me è un immenso onore portare in questa solenne cerimonia il saluto degli studenti dell'Università degli Studi della Basilicata per conto del Consiglio degli Studenti di cui ho il piacere di essere il Presidente e che ringrazio per la fiducia accordatami. Tutta la nostra Comunità Accademica esce da una stagione di importanti cambiamenti che hanno scosso dalle fondamenta il sistema stesso su cui era organizzata la nostra piccola Università. Cambiamenti che hanno investito tutti gli attori dell'Ateneo penalizzando in taluni casi il motivo stesso per cui esso esiste cioè gli studenti. E' da riconoscere alla Governance di Ateneo ed al Magnifico Rettore Prof. Fiorentino, di aver traghettato in una situazione non semplice, la nostra Università da un ordinamento legislativo, ultra permissivo, se posso permettermi, ad un altro ultra restrittivo. Stante questo, l'Ateneo lucano ancora oggi, a distanza di decenni, non ha realizzato quanto da esso la comunità regionale si aspettava, ovvero un'Università a misura di studente, con adeguati servizi ed una offerta formativa tale da arginare il fenomeno della così detta "fuga di cervelli" che, ahi noi, comporta un pesante prezzo da pagare in VULTURE MAGAZINE
termini di capitale umano sottratto alla nostra terra. L'Ateneo lucano, ancora oggi non è da considerarsi un'Università di respiro regionale, di fatti è percepita quasi totalmente come "l'Università di Potenza" piuttosto che l'Università di Basilicata. Matera, al contrario di quanto previsto dai Principi ispiratori del nuovo statuto di Ateneo e di quanto sostenuto da molti, è ritenuta una mera succursale; dunque sembra abbia come unica ragione di esistere quella di “bilanciare” l’Ateneo sul piano territoriale. Se invece si concentrassero più risorse su Matera, adeguando ulteriormente l’offerta formativa, si limiterebbe l'emigrazione studentesca di quell’area della nostra Regione. A questa triste situazione si aggiunge il fatto che pur pagando la stessa cifra in termini di tassazione, gli studenti potentini e quelli della sede materana non godono degli stessi servizi. Parliamo di CUS, di residenze universitarie, di Biblioteche, ma anche di servizi ARDSU, infatti ancora oggi il suo sportello è attivo solo due giorni a settimana, gli studenti hanno serie difficoltà e ancora immaginate voi, illustri uditori, come si possa sentire uno studente “materano” a pensare che, se fosse solo andato a qualche Km di distanza, o persino in un altro Ateneo, non sarebbe stato trattato come uno studente inferiore. Certo i lavori per il Campus sono in corso d'opera, ma spesso scherzando tra noi colleghi ci chiediamo se almeno i nostri figli ne potranno usufruire un giorno, nel frattanto sedi materane come quella di Via Lazzazera versano in uno stato di incuria ed obsolescenza costringendo gli studenti a subire addirittura all’interno della struttura universitaria le avversità del maltempo. Oltre questo, si consideri la triste storia del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria. Ex Facoltà imposta per legge e che l’ATENEO, forse proprio per via di questa imposizione, non ha mai reputato una Facoltà alla stregua delle altre, basti pensare che nella sua breve vita non ha 47
neanche avuto al suo interno una rappresentanza studentesca, rendendola così il fanalino di coda assieme alla ex Facoltà potentina di Lettere e Filosofia, entrambe afferenti all'attuale Dipartimento di Scienze Umane. Dipartimento che, comunque, presenta pesanti criticità come nei servizi resi ai suoi studenti essendo la maggior parte dei docenti a contratto e quindi disinteressati allo sviluppo ed alla ricerca nella nostra Università. Cosa che ci ha costretto a chiudere due importanti corsi di laurea come Lingue e Scienze della comunicazione. Gap che si riverbera in un deficit regionale di carattere culturale e storico-umanistico. Tutto questo a beffa degli studenti che anche in questo vengono discriminati rispetto ad altri Dipartimenti e Scuole del medesimo Ateneo ove la situazione è assai diversa. Basti considerare che la Scuola di Ingegneria, ad esempio, garantisce 7 sedute di laurea annue, di contro il Dipartimento di Scienze Umane offre 3 sedute di laurea. A questo si aggiungano orari intollerabili imposti agli studenti con sovrapposizioni che impediscono agli universitari in corso, violando la Carta dei diritti degli Studenti, l'attività fondamentale della frequenza dei corsi, costringendoli a scegliere uno, fra due o più insegnamenti previsti dal proprio piano di studi. Forse il problema sta nello studente che è privo del dono dell'ubiquità?! L'Università dovrebbe garantire ad ogni singolo studente la fruizione dei corsi, è intollerabile che per agevolare le esigenze di pochi a pagare siano in tanti. Ma a garanzia di questa triste situazione il Senato Accademico nell'andare a riformare il Regolamento Didattico di Ateneo ha approvato una modifica che, di fatto, deroga al numero minimo di giorni settimanali in cui un docente deve prestare servizio in Ateneo, termine che già prima era assai generoso, si pensi infatti che era di soli tre giorni alla settimana. Sempre nell'ambito dello stesso regolamento, una cosa a VULTURE MAGAZINE
vantaggio degli studenti era però stata approvata: la diminuzione del termine ultimo per la consegna della tesi, dando la possibilità di portarlo a sette giorni dalla seduta di laurea. Ebbene, il Senato deve essersi sbagliato. Non sia mai che si faccia qualcosa a vantaggio degli studenti. Nell'attuare la norma sono insorte le segreterie studenti che ai ragazzi che domandavano lumi a riguardo, rispondevano negando l'esistenza di tale norma. Persino il Dipartimento di Scienze Umane ha smentito la cosa tacciandola come "notizia priva di fondamento". Questo ci induce a pensare che l'Università degli Studi della Basilicata non esiste per gli studenti, ma bensì per la docenza e per il personale che ci lavora, non già un Ateneo per gli studenti, ma un centro per l'impiego ripiegato su se stesso. In questo modo si crea un ingiusta opinione verso l’Ateneo che quindi impedisce allo studente di riconoscere quella parte positiva del PTA che invece c’è e che si dimostra sempre disponibile verso noi studenti. Un Ateneo a volte distratto, che sembra ignorare le istanze persino dei suoi stessi organi collegiali, come quella del Consiglio degli Studenti che già da tempo, ormai, ha fatto presente la necessità di godere di un servizio primario come è quello della Biblioteca di Ateneo. Una biblioteca esistente si, ma difficilmente fruibile, visti gli scomodi orari. Infatti allo scoccare delle 17.30 la stessa chiude costringendo gli studenti ad abbandonarne i locali. Già da tempo si era fatta esplicita richiesta di adeguare gli orari di apertura della biblioteca a quelli delle biblioteche degli altri Atenei, ma, con la sola eccezione del Presidente della biblioteca Prof. Martirano, tale esigenza è rimasta assolutamente non considerata. Questa stessa richiesta è stata da me reiterata in occasione dell'inaugurazione del polo storicoumanistico della biblioteca, occasione in cui l'autorevole filologo Prof. Canfora, mi ha addirittura esortato a chiederne 48
l'apertura notturna, ma ci si è limitati a chiederne l'apertura sino alle 22.00. Altra situazione di rilievo è stata la vicenda del Garante degli Studenti. Tale figura, prevista dal nuovo statuto, è entrata in carica lo scorso Maggio. Ebbene da allora, nonostante le ripetute convocazioni, anche ufficiali, da parte della rappresentanza studentesca, ma anche da parte del Prof. Serra, ci sono stati ritardi che hanno impedito il naturale confronto che ci deve essere fra Garante e Studenti. Infatti un primo fruttuoso incontro vi è stato solo tre giorni fa. Ma, sempre nell’ambito delle garanzie derivanti dal nuovo statuto, alla cui redazione hanno partecipato anche gli studenti, è seguita l’istituzione del Comitato Unico di Garanzia, ma anche ad esso il Senato Accademico ha ridotto le funzioni, proprio in merito alle tutele riguardanti la popolazione studentesca, facendone un organo a garanzia di niente, se non del personale tecnico-amministrativo. Purtroppo anche questi limiti sormontabili della nostra bella Università fanno si che per molti studenti essa risulti poco attrattiva, e per le regioni circostanti, e per i lucani stessi, per cui essi decidono di fare la valigia per andare in Università da loro ritenute più prestigiose. Vi è da considerare che tale scelta è funzione anche del fatto che l'offerta formativa non è prettamente in linea con le esigenze territoriali. A tal proposito, in una terra ricca, ricca di petrolio e acqua, alla luce dei recenti smottamenti idrogeologici che riguardano il territorio lucano, come può essere una scelta vincente quella di chiudere un corso di laurea strategico come era quello della Magistrale in Geologia? In questo scenario non semplice per il nostro Ateneo arriva un importante aiuto dalla Regione Basilicata che finanzia l’Università, garantendole una sopravvivenza che altrimenti non sarebbe affatto scontata. Ma per il resto, la politica regionale o comunque locale è tesa a svalorizzare il potenziale dell’Università, VULTURE MAGAZINE
impedendo l’integrazione dell’Ateneo nel panorama territoriale lucano. Una politica, quella della Regione Basilicata, che non percepisce i disagi della comunità studentesca e soprattutto si rifiuta di ascoltarla. Mi spiego, da mesi non si riunisce il tavolo paritetico RegioneUniversità, non solo, a seguito dei patti fra Miur, Regione Basilicata ed Unibas, che fanno si che la Regione sovvenzioni l’Ateneo, si decise di affidare ad un Comitato di Valutazione il compito di monitorare e relazionare sui risultati conseguiti a seguito dei detti impegni economici. Ebbene, da quando il sottoscritto è entrato in carica nel suddetto Comitato, cioè dal Febbraio 2013, esso non si è mai riunito, nonostante l’auspicio del Magnifico Rettore che invitava il Comitato a riunirsi in tempi brevi. Nè il Miur, nè la Giunta regionale di Basilicata si sono minimamente interessati alla cosa. La domanda che pongo all’ex Presidente De Filippo, ma anche al neo Presidente Pittella, che in prima persona ha fatto parte della giunta regionale uscente è: non vi interessa dove finiscano i milioni di euro che ogni anno stanziate?! Ancora, Presidente Pittella: da ex Vicepresidente della Regione come mai, nonostante i ripetuti appelli anche della precedente rappresentanza studentesca, non ci avete mai voluto incontrare se non frettolosamente sotto inaugurazione dell’anno accademico, per provare a comprendere, attraverso un dialogo costruttivo le nostre problematiche? Eppure, una politica accurata dovrebbe riuscire ad apprezzare il peso che oggi l’Università riveste anche sotto il profilo economico nella nostra Regione, parlo di affitti per i fuori sede, trasporti, infrastrutture di cui essi necessitano, nonché del virtuoso sistema economico che gli universitari generano… Insomma, vere e proprie Attività produttive di cui proprio Lei Presidente era Assessore. Temi, e mi riferisco complessivamente alla classe politica regionale neoeletta, che prima di tutto riguardano migliaia di 49
vostri cittadini, ma forse dovrei parlare di elettori essendo che probabilmente voi politici siete molto più sensibili a questa sfaccettatura. Difatti, nell’ultima campagna elettorale un po’ tutti gli schieramenti in lizza da destra a sinistra, hanno riscoperto una improvvisa considerazione verso l’Università di Basilicata, un po’ di meno verso le esigenze reali dei suoi studenti. Francamente le critiche mosse sono sembrate piuttosto interessate e tardive, addirittura decontestualizzate e prive di fondamento, soprattutto se mosse da persone perfettamente estranee all’Ateneo, che non l’hanno vissuto. Pertanto mi rivolgo a chi di loro meglio conosce e ha avuto modo di vivere i nostri disagi affinché possa sensibilizzare una classe politica che misurerà la sua voglia di cambiamento sui fatti e non sui propositi. Fatti e provvedimenti che esigiamo, che puntualmente richiediamo e che quindi Vi rimembro: provvedimenti a favore del diritto allo studio; problemi relativi alle infrastrutture, infatti, nonostante i centri della nostra Regione fra di loro non distino tantissimo per raggiungere i capoluoghi ci vogliono tempi biblici che quindi causano, particolarmente ai pendolari, perdite di tempo non indifferenti, quindi un relativo problema di trasporti. Al riguardo vi è da considerare che all’Università nel nuovo piano di trasporto urbano della città di Potenza è stato riconosciuto il giusto ruolo che prima mancava, ottenuto grazie alle pressioni della vecchia rappresentanza studentesca. Ma, nonostante questo, proprio in merito ai trasporti si protraggono mancanze che svantaggiano i tantissimi pendolari, infatti, con una rivisitazione complessiva delle corse anche degli autobus extraurbani, da e verso i due capoluoghi, nonché dell’intero sistema dei trasporti regionali si potrebbe consentire a tutti gli studenti di poter restare il maggior tempo possibile in Università e di seguire serenamente i corsi senza rinunciarvi, come invece VULTURE MAGAZINE
troppo spesso accade. Al riguardo, ciò che manca e che sarebbe di rilevante utilità è una carta dei trasporti pubblici che favorisca l’uso degli stessi e li renda più accessibili agli universitari con sconti ed agevolazioni. Ancora, avere delle vere “Città Universitarie” e non delle mere “Città con l’Università”, in tal senso le politiche comunali di Potenza e di Matera sono da giudicarsi quantomeno insufficienti. Si consideri soltanto la scarsa illuminazione e manutenzione della strada vicino il Campus di Macchia Romana. Ed infine, dar senso alla carta dello studente convenzionando la stessa maggiormente. Ovviamente questo stato di cose è frutto di un chiaro progetto politico che si perpetra al livello nazionale, e che ha prodotto un sistema universitario frutto della instabilità politica italiana. Essa attraverso l’operato dei vari Ministri succedutisi nel corso di questi anni è andata continuamente a mettere mano al sistema universitario, servendosi di un indecente abuso del termine “riforma”. Infatti, ogni Ministro ha imposto continui cambiamenti legislativi in contraddizione fra di loro, come ad esempio l’imbarazzante vicenda del “bonus maturità”. Un esempio quest’ultimo, non solo dell’inadeguatezza della nostra classe dirigente, ma anche di quanto questa politica instabile e incoerente produca insicurezza nella popolazione studentesca e marchi una forte distanza con le istituzioni politiche. Una politica che, quindi, invece di risolvere i problemi dell’Università li va ad incancrenire, facendo dell’Università nel suo complesso un topo da laboratorio su cui sperimentare la propria visione di società del domani. Una società passiva, che subisce l’amputazione di diritti imprescindibili ottenuti col sudore di importanti battaglie sostenute dalle generazioni precedenti. Un progetto, il loro, di una società ove un élite magra sarà chiamata a governare gente ignorante e facilmente addomesticabile. Una società dove le arti e le lettere 50
sembreranno superflue nel mercato globale. In soldoni, costoro si preparano a farci sognare un futuro che non è più quello di una volta. Un futuro in cui il ruolo dell’istituzione universitaria sarà assai ridimensionato rispetto ad oggi. Un’Università che non sarà più di massa, ma che sarà ad esclusivo appannaggio dei figli degli strati più elevati della società. Propositi nefasti, che trovano attuazione in provvedimenti legislativi dei governi nazionali come quello del Decreto del fare, in cui si incentiva a non iscriversi agli Atenei presenti nella propria regione, provvedimento che inevitabilmente si riverbera sui casi di Atenei regionali come il nostro. L’obiettivo sembra, quindi, quello di martoriare i territori da cui proveniamo, tentando di privare le regioni meno progredite d’Italia di quell’avamposto per l’intelligenza collettiva, nonché ascensore sociale, rappresentato dall’Università. Illustri uditori, in questo contesto generale scoraggiante sembra toccare all’Università degli Studi della Basilicata ed ai suoi studenti l’ardua sfida di non cedere ad una società che sembra proprio non volergli riconoscere il loro valore. Perciò nell’augurare al Magnifico Rettore e tramite lui, a tutta la comunità di questa Università un buon anno accademico e rivolgendomi particolarmente a coloro che qui rappresento, faccio un ulteriore appello. Appello che innanzitutto indirizzo a chi ha il potere di cambiare le cose ma non
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vuole farlo e poi a quella parte di studenti che con entusiasmo e coraggio ha deciso, entrando a far parte della nostra splendida comunità accademica, di scommettere non solo su se stessi ma su qualcosa di ben più importante, ovvero la nostra Regione. Ebbene vi chiedo, di essere sempre partecipi, di non delegare mai a terzi scelte che coinvolgono tutti, di osare protestare e suggerire miglioramenti ove si richiedano, di non abbandonarvi mai al lassismo perché facendolo causereste dolo non solo a voi stessi ma a tutta la comunità, poiché soltanto il contributo di ogni singolo individuo può aiutare una terra aspra ma incantevole ad uscire dalle tenebre che la tengono in ostaggio e condurla alla luce della sapienza e della cultura. Questo il ruolo dell’Università degli Studi della Basilicata, madre ideale di quel progresso tanto sognato che la Lucania merita.
---Davide De Paola – Ufficio Stampa Unibas davidedepaola@gmail.com – 320.7942824
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