Centoanni Indivisi (bimestrale n. 1 - 2011)

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www.coopera vacasepopolarimancasalecoviolo.it - sede sociale via selo, 3 (42124) reggio emilia - circoscrizione nordest - bimestrale di espressione e libera informazione

CENTOANNI INDIVISI

Numero Num N umer um ero er o 1 maggio 2011

annoo 2 ann

LA COOPERATIVA CASE POPOLARI MANCASALE E COVIOLO

… le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo, dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile dis nguere fra i due". Da La fa oria degli animali, George Orwell - 1945 In questo numero intervengono:

23 aprile 2011, giorno della Memoria alle Case Operaie di Mancasale. Che cos’è un uomo in rivolta? E’ un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tu avia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi. Insomma, questo no afferma l’esistenza di una fron!era. La coscienza viene alla luce con la rivolta. (da L’uomo in rivolta, Albert Camus) Oggi 23 aprile 2011 i Cooperatori di Mancasale e Coviolo rammemorano il sacrificio del giovane garibaldino Angelo Masini (Tonino) 27-28 novembre 2010 St-Claude e la cooperazione globale

Antonio Canovi Maurizio Salami Gaetano Borciani Roberto Nasi Alessandro Arden

ucciso in comba"mento l’8 gennaio 1945 al ponte della Ga a la dignità violata di Aldo Boni Emerenzio Borciani “Ribello” (Bobi) Lina Cavazzoni (Mirka) Mario Masoni (Buli) Marta Bedogni Vivaldo Bertani (Rudi) Walter Bedogni (Teo)

Cia Te o o!

Centoanni indivisi al suo secondo appuntamento vuole ribadire gli ideali che hanno portato, tra tanto altro, alla sua nascita. Per questo apriamo con il testo della nuova stele, che il "vento an!fascista" muoverà, a moto perpetuo, qui tra le case e speriamo molto oltre esse. Aspe ando il ritorno dei Writers, a se embre, che altri segni lasceranno sui nostri muri, ci!amo Migliori per il quale i muri vivono ormai di vita propria, con un proprio "alto" passato fa o di mani che li hanno vissu! e di occhi che li hanno guarda!. Lo sguardo si estende poi al resto dell'Area Nord a raverso le considerazioni di taglio urbanis!co elaborate dal Laboratorio Oltreluogo. In collaborazione con la Circoscrizione Nordest, Oltreluogo ha presentato l'intervento da noi qui riproposto, al Tavolo di Progetto voluto dall'Amministrazione di Reggio in preparazione del prossimo Piano Opera!vo Comunale. Infine, con solidale senso di partecipazione, si cercherà a raverso le parole e i vol! raccol! dire amente dai nostri luoghi, di avvicinare ulteriormente la tragica a ualità giapponese ai nostri soci. Vida Borciani

imprigiona! nel carcere fascista dei “Servi” e a Villa Cucchi, qui tortura! donne e uomini resisten! che hanno fa o la vita della nostra Coopera!va. • Le ul me da Takashi, cooperatore d'Oriente di Maurizio Salami e Antonio Canovi Da Tokio il 26 marzo è pervenuta a Maurizio Salami, socio della Coopera!va Case Popolari di Mancasale e Coviolo, una le era (giunta in lingua francese, trado a dall’Associazione Eutopia) di Takashi Suzuki, ricercatore alla Robert Owen Associa!on di Tokio (sostenuta dal movimento coopera!vo giapponese). La conoscenza con Takashi rimonta al seminario coopera!vo internazionale di Saint-Claude dell’o obre 2008, ove a nome di una delegazione reggiana guidata da Roberta Pavarini (Circoscrizione Se"ma) relazionarono Renzo Tes! (Legacoop) e Antonio Canovi (Centro Documentazione Storica di Villa Cougnet). La sua le era tes!monia di una situazione par!colarmente seria. Prima i mor! per lo tsunami, poi la contaminazione nucleare che pare oggi inarrestabile, in un contesto informa!vo gravagennaio 2011 compleanni in cooperativa

to dalle re!cenze di natura poli!ca. Tu o ciò, ci viene ricordato, produrrà pesan! conseguenze per il movimento coopera!vo di quel paese (forte di 20 milioni di soci, con tan! microprodu ori e una rete coopera!va di consumo fondata su di uno schema distribu!vo porta a porta molto simile ai nostrani Gruppi di Acquisto Solidale). Grande sisma e nostra situazione. L’11 marzo ero nell’is!tuto di ricerca di Tokio con i miei compagni, al quinto piano. Per una durata di tre minu!, la stanza ha ballato intensamente a causa di un terremoto. E’ stata la prima esperienza così terribile per noi. Alcuni grandi mobili sono cadu!. L’ele ricità corrente non ha avuto problemi, ma tu e le ferrovie erano completamente ferme (mol! operai della regione metropolitana u!lizzano una via ferrata). Abbiamo passato una no e in questa stanza. Felicemente tu" stavano bene. Alcune riunioni sono state annullate, ma noi abbiamo terminato i nostri compi!. Apparentemente, sembrava che la vita della gente a Tokio ritornasse quella di prima. Ma il problema di un così grande numero di vi"me è molto serio. Inoltre, i rea ori nucleari di Fukushima sono sempre più cri!ci. La cosa seria è che il governo giapponese, la televisione e i giornali dicono la verità con molta fa!ca. Mol! giapponesi credevano nell’informazione dei media, ma recentemente la popolazione che giudica in modo cri!co la tela dell’informazione aumenta gradualmente. In ogni caso, la contaminazione dell’ambiente, del cibo e dell’acqua diventeranno sempre più seri. La radioa"vità con!nua a diffondersi, gran parte della provincia di Fukushima è in una situazione molto cri!ca, anche a Tokyo risulta ora 6-8 volte superiore a quanto era prima (cioè più del doppio del margine di tolleranza). Tu o questo avrà una grande influenza sui prodo" Coop. Takashi Suzuki 20 gennaio 2011 prima serata di convivio


Si sa che il viaggiatore occidentale che appro da in Giappone non riesce proprio a dormire, almeno i primi giorni… Ques one di jet lag, si dice! Il mercato del pesce di Tsukiji a Tokyo è il più grande mercato i#co del mondo ed apre alle 4.30 del ma#no. Ci lavorano più di 60.000 persone in vari turni, ma se ci si arriva dopo le 8 si rischia di assistere alle operazioni di chiusura.

Il Giappone tra noi Due chiacchiere con la Socia Emiko Rinaldi.

Tra l’operare vor coso e perfe!amente sincronizzato si riconoscono gestualità e rituali, dove sacralità e crudeltà si legano indissolubilmente... Una tappa obbligata... Per chi soffre d’insonnia!

Dopo gli even che hanno scosso il Giappone e il mondo intero, mi sono chiesto come in ef- Roberto Nasi archite o di Oltreluogo fe# i giapponesi riescano a convivere così bene con gli even sismici e le calamità e, apparentemente, senza mai perdere la calma. Già l’amico cooperatore di Tokio Takasci ci dà uno spaccato interessante: nonostante la scossa sono rimas al lavoro, preoccupa ma consapevoli che altro non sarebbe servito. Ho allora chiesto alla nostra Socia Emiko, da poco più di un anno residente in via Selo col marito e il figliole!o, originaria di Tokio quale impressioni avesse raccolto dai paren . Ci ha raccontato che subito ha chiamato i genitori e gli amici. La sua mamma, che ha sessanto!o anni, di terremo ne ha vissu tan ssimi, quasi da non riuscire a contarne il numero esa!o ma, l’undici Marzo per la prima volta ha pensato che sarebbe potuta morire. Lo spavento è stato sopra!u!o dato dalla lunghezza del sisma, ci dice infa# che le scosse di ven , ven cinque secondi lasciano indifferen i più, ma questa sembrava non finire mai. Tu!o questo e sopra!u!o il grave incidente nucleare di Fukuscima, sembra non aver scalfito la loro fiducia nella tecnologia nucleare e infa# anche Emiko dice che la colpa del disastro è da ricercare nelle ca#ve condizioni di quella centrale in par colare e non nell’uso del nucleare che, ci dice, in Giappone è l’unica possibilità di approvvigionamento energe co. Chiedo poi come si trova in Italia e con gli Italiani. Dice che tra i due popoli ci sono numerose somiglianze, entrambi popoli di lavoratori e, dice, nonostante le apparenze, anche i giapponesi sono persone allegre, gioviali e che amano diver rsi. Anche la geografia dei due popoli li accomuna, entrambi sono circonda dal mare. Gaetano Borciani

(Emiko Rinaldi)

27 gennaio 2011 Giorno della Memoria ↳

31 gennaio 2011 seminario sulla sicurezza domestica ↳

Ri-generazioni territoriali di Alessandro Arden archite o di Oltreluogo Relazione presentata il 29 marzo 2011 al tavolo di lavoro sull'area nord organizzato dalla Amministrazione comunale di Reggio Emilia.

Oltreluogo lavora a nord della ci!à da più cinque anni, direi per scelta, perché anche noi, come tu!o l’Ente Circoscrizionale Nordest (dalle scuole agli operatori di strada, dagli assisten sociali agli anziani volontari e più in generale dagli operatori dei centri socio assistenziali), riconosciamo un forte senso di appaesamento nei luoghi a nord della ci!à. Lo strenuo lavoro che la Circoscrizione effe!ua sul territorio ogni giorno è fa!o di giuste mescolanze. La capacità che ha questo “pezzo” del Comune di catalizzare le voci delle persone si traduce dire!amente nel con nuo servizio-azione dell’ascolto, direi non soltanto rivolto alle molteplici richieste portate dalla “strada”, ma sopra!u!o da quel par colare potere crea vo che deriva dire!amente da quelle stesse istanze. Dal “basso” credo debba provenire quel contributo fondamentale che serve ad umanizzare il fa!o tecnico. Analizzare, prima “crea vamente” (quindi in modo a#vo e al tempo stesso espressivo) poi norma vamente, la tes monianza portata dal territorio credo s a alla base di un qualsiasi processo rigenera vo sia in termini urbanis ci che più in generale culturali. Infa#, la convinzione è che lo spazio fisico sia da pra care e da a!raversare con il corpo, perche il movimento crea i nerari e costruisce luoghi mentali. Ecco, allora, mi dico: è u le esplorare, andare a vedere, osservare, ascoltare, raccogliere descrizioni e informazioni sul territorio, me!endo sullo stesso piano edifici, cose, storie an che e nuove, non solo con l’occhio di chi vuole conservare ogge# che ci sembrano più belli o appartenen ad una memoria colle#va, ma anche costruendo mappe, collegando storie e luoghi, lasciando che emerga in modo disaggregato e contraddi!orio lo stato a!uale delle cose, in evoluzione, cosa che riserva un sacco di sorprese. Lasciare che l’immagine della ci!à emerga in tu!a la sua dinamicità e confli!ualità. Voglio dire: più povera, più semplificata, è l’immagine del territorio in cui ci muoviamo meno opportunità riusciamo a cogliere: non sme!ere mai, insomma, di leggere lo stato effe#vo e mutevole dei servizi. Penso che, da questo punto di vista la presenza di un museo-a#vatore o centro di documentazione sia u lissimo nel diffondere descrizioni e memorie grezze, non epurate e normalizzate, con la consapevolezza dell’impossibilità di “esaurire” la ricchezza delle storie nel territorio. Ritengo, pertanto, che l’enorme ques one tecnica legata al processo rigenera vo dell’area nord di Reggio Emilia, possa rappresentare l’occasione per fare meglio. Questa volta c’è più tempo e più consapevolezza dei problemi, ci sono più strumen di analisi e conoscenza, non c’è la febbraio 2011 presentazione del corso di improvvisazione teatrale - cabaret


fre a, l’emergenza sociale che l’Italia si trovava di fronte sessanta anni fa. I problemi di oggi, in buona parte eredita da quella stessa stagione, sono in trasformazione con nua; la velocità di cer paesaggi in perenne movimento risulta nei fa troppo spesso inafferrabile, dimostrandoci con una certa pervicacia che non può esistere un disegno dominante facilmente controllabile. La mutevolezza dei paesaggi è connaturata alla complessità iden taria della società che li abita. C’è un senso di appartenenza che va rispe ato. Le Reggiane, come più volte ci è stato de o, rappresentano la ragione nodale della recente avventura industriale della ci à realizzando in un lungo arco temporale un forte valore anche simbolico oltre che iden tario per ques luoghi. Dalle storie d’avanguardia industriale pre-belliche fino alle lo e operaie degli anni ’50, le Reggiane hanno contraddis nto il fulcro primordiale dell’industria reggiana, contribuendo in modo fondamentale alla nascita dei distre industriali della piccola e media industria che oggi sono il fiore all’occhiello dell’industria reggiana in Italia e nel mondo. Da ques stabilimen sono usci migliaia di operai specializza che, grazie al loro prezioso lavoro altamente professionale, hanno dato slancio all’innovazione nel se ore della meccanica industriale italiana. Le Reggiane rappresentano molto di quello che siamo, l’archite ura popolare di Santa Croce ascolta, ancora oggi, dall’interiorità dei suoi quar eri, il Genius Loci del suo “midollo” storico. Lì, a Santa Croce, si abita e si vive senza avere una vera percezione di degrado; anzi, la qualità, crediamo, di questo pezzo di ci à, sta proprio nelle molteplici difficoltà quo diane sul fare comunità. Da quel midollo nasce, forse, il sano orgoglio di auto referenziarsi e al contempo cos tuire una delle principali referenze ancora insediate della realtà urbana reggiana. Santa Croce come la Rosta non cos tuisce più da tempo un’en tà periferica, infa , chiede a pieno diri o di legarsi defini vamente alla città. Al tempo stesso, però, chiede di poter essere parte a va di questo processo, per non finire vi ma di strane astrazioni conce uali che a volte lo svolgimento dei piani produce anche inconsapevolmente. Passando alla tecnica, è probabilmente giusto, come già sosteneva il professore Campos Venu nel 2006 proprio in occasione del convegno sulle Reggiane voluto dalla nostra Amministrazione, influenzando conseguentemente la successiva proge azione del master plan, “assicurare all’area delle Reggiane una sostenibilità ecologica e sociale mescolando il terziario con la residenza, i servizi con il verde, in modo da garan re un paesaggio urbano assai variato, un tessuto sociale plurale e vivo in tu e le ore del giorno e della sera, scongiurando, pertanto, la possibilità di trasformare l’area in un ghe o monofunzionale”. Andrebbe però parallelamente sostenuta, ribadendo e completando con le sue stesse parole la riflessione di Campos Venu , una flessibilità 28 marzo 2011 partecipazione al bando le regionale di edilizia sociale

regolata dei sistemi urbanis ci e pianificatori, garantendo perciò una capacità di ada amento dei sudde parametri alla mutevolezza delle condizioni interne ed esterne dell’intervento. Ciò che facilmente registriamo dalle esperienze dire e che svolgiamo “lentamente” sul territorio, è che la scala di cui s amo parlando è sicuramente quella in cui l’archite ura si iden fica nel paesaggio. Va de o che, come si evince dai livelli strategici sul modello di proge azione integrata descri dal PTCP, il Paesaggio rappresenta l’espressione della iden tà culturale e dei valori storicotes moniali, naturali, morfologici ed este ci del territorio; pertanto e per quanto de o finora, ci sembra sempre più necessario, riprendendo peraltro una delle proposte di ricerca avanzata nel 2007 dallo stesso Sindaco Graziano Del Rio, trovare lo spazio nonché la giusta dimensione per un parco-museo geostorico sulla scienza ma anche sulla ci à, capace sopra u o di promuovere il patrimonio archivis co delle Officine, attualmente solo depositato, senza aver ancora di fa o ado ato sufficien misure di salvaguardia, all’interno dei piani seminterra della palazzina di via Agos . Come valutava giustamente già nel 2006 l’Assessore Ugo Ferrari, vige ancora oggi la necessità di mantenere una presenza di po museale (noi aggiungeremmo di natura diffusa, quindi capillarmente inserita ed a vamente coinvolta nelle trame urbane dei quar eri), sui fenomeni che qui hanno avuto le loro origini: Al ssima qualità della tecnologia meccanica reggiana; La storia e l’evoluzione del movimento operaio e sindacale; Lo straordinario sviluppo, dopo lo smantellamento post-bellico, della piccola e media impresa meccanica. Tu o questo da affiancare ad una sezione moderna – il futuro Tecnopolo - che sappia guardare al futuro e sia, al contempo, luogo di incontro e promozione dei pun di eccellenza del sistema economico e produ vo della provincia. Renè Magri e sosteneva che la realtà non è quella della vita ma quella della mente. Salvaguardare, quindi, le diversità o favorirne la dinamica sopra u o in termini relazionali, non dipende da esper ma da una coscienza colle va in con nua trasformazione. Per chi volesse corrispondere con Alessandro Arden : laboratorio@oltreluogo.it • Il 14 aprile 20 11 si è conclusa l'esperenza del Convivio Civico Coopera!vo a cura dell'associazione culturale Eutopia

Giovedì 14 aprile si è concluso “Fare Narrare Camminare”, il ciclo di o o incontri conviviali scelto dall’Associazione Eutopia - Rigenerazioni Territoriali. Eutopia significa buon luogo, e dove – se non in Coopera va – poteva trovare dimora presso la neonata Associazione? Il luogo prescelto, Saletta Civica Coopera va in via Selo n. 4, ha rivelato una rara du lità, un po’ come le “case di gomma” della memoria, affollate all’inverosimile e pure sempre ospitali a gente nuova. Per chi ancora non la conosca, è una sale a al piano terreno dello stabile di via Selo 4 (“Il Cremlino”), delimitata sul fronte stradale interno da ampie vetrate. Qui vi è stato ricavato un accesso diretto. Per l’appunto, un luogo “rigenerato”. Suddividendo per o o incontri, ci si è a esta sulla media di una 50 di persone a serata. Nella top-eight, la serata sul camminare condo a da Carlo Possa: oltre 80 presenze! Ma ad ogni serata, in verità, si sono succedute non poche persone nuove. E in tan hanno pure trovato la voglia di scambiare una parola con gli altri partecipan , di lasciare un contributo. Diciamolo: quanto è raro, oggi, frequentare luoghi che sappiano confondano la socialità con la libertà personale. Abbiamo toccato con mano che cosa voglia dire rigenerazione, di questo dobbiamo essere gra al Laboratorio di archite ura Oltreluogo. Venendo al programma culturale: senza le opere e la disponibilità di Nico Guide , va de o, non avremmo potuto concepire il format qui proposto, tenendo nel medesimo filo Parola, Gusto, Immagine. Ma nulla si sarebbe mangiato, vogliamo ricordarlo, senza il volontariato assolutamente gratuito del pluricooperatore (nel senso che appar ene a molte coopera ve, senza mai confondersi) Maurizio Salami. Per ritrovare i comunica stampa e futuri commen : www.villacougnet.it Il format scelto Ogni incontro si è svolto nella fascia oraria compresa tra le 19 e le 23 ed è stato pensato seguendo una par tura in tre movimen , per rendere gradevole la partecipazione a quan arrivano da una giornata di lavoro e intendono riappaesarsi la sera in un luogo conviviale: la Parola: l’apertura su di un argomento culturale che, incrociando il profilo geostorico di Reggio Emilia, tocca da vicino la nostra vita contemporanea (a par re da qua ro rassegne: sguardi di ci à; muoversi; andar per paesaggi; lavorare); il Gusto: la condivisione di un pasto “dedicato”, in sintonia con l’argomento culturale proposto; l’Immagine: la proiezione di una sequenza fotografica o di un docufilm, per res tuirci in argomento un punto di vista narra vo.

di Antonio Canovi Geostorico del tempo presente 14 APRILE 2011 ricordando in saletta il sette luglio 1960 ↳

23 APRILE 2011 rammemorazione delle dignità violate ↳


GIOVANI SOCIALISTI IN GITA (1920)

COOPERATORI VIRTUOSI Il territorio a nord del centro storico, l’an ca Se ma Circoscrizione, è stato il pilota per la raccolta differenziata dei rifiu col sistema del porta a porta, ormai quasi cinque anni fa. Chiediamo a Roberta Pavarini, Presidente della Circoscrizione Nordest, un bilancio: alla luce degli ul mi da , e considerando le difficoltà dei primi tempi, può ritenersi soddisfa a dei risulta o enu ?

Nella splendida fotografia, parte dei ricordi e cimeli della famiglia Bo azzi, che Lauro ha portato alla luce e che qui riproduciamo, vediamo un folto gruppo di giovani socialis che posano per avere una foto ricordo, come ogni bell’incontro, oggi come allora. E’ stata sca ata nel 1920 qui tra le case popolari. Si riconoscono Angelo Ferrari, in piedi nella quarta fila dal basso e Abramo Bo azzi, papà del nostro Lauro, in terza fila, con un bel colle o bianco giusto so o ad Angelo; Abramo del Par to Socialista reggiano era il tesoriere. Giovani socialis che con Prampolini la domenica, a piedi, andavano ad inaugurare le coopera ve di consumo che con nuavano a nascere in quei primi decenni del Novecento.

“I risulta sono incoraggian e denotano una crescita culturale diffusa sui temi della sostenibilità ambientale. A Santa Croce siamo sempre sta con una media superiore al 65% di differenziata. Abbiamo installato tre oasi ecologiche (via Acqui, via Zacche , via Jacopo da Mandra) per incontrare le esigenze degli isola a maggior densità abita va. In media qua rocento ci adini al mese si rivolgono al nostro eco-sportello circoscrizionale per ri rare i materiali di consumo, quali sacche ecologici e mastelli per differenziare, o per fare segnalazioni (che si sono diradate mol ssimo avendo cercato di risolvere puntualmente tu i problemi che venivano presenta ). Insomma, possiamo dire che il sistema, allargato da circa un anno a tu e le zone del forese dell'intero Comune, sia arrivato veramente a regime. Permangono solo in alcune zone certe difficoltà puntuali, sulle quali s amo cercando di intervenire, eventualmente anche predisponendo una ulteriore oasi ecologica”. E per chi avesse necessità di svuotar can!ne e solai ma senza bu"ar nulla, diamo appuntamento all’AGORA’ EUTOPICO tra le case popolari e il circolo Pigal un merca!no-labirinto senza soluzione di con!nuità per proseguire la rammemorazione colle#va, a Se"embre nell’ambito dell’evento “Murales”.

Centoanni Indivisi Bimestrale della Coopera va Case Popolari di Mancasale e Coviolo Numero 1 - Maggio 2011 - Anno 2 Redazione*: Vida Borciani Disegni, proge"o grafico, impaginazione: Oltreluogo Laboratorio di archite ura - laboratorio@oltreluogo. it - www.oltreluogo.it

L'uffcio della Cooperativa di via candelù 3 è aperto il lunedì e il giovedì dalle 18.00 alle 19.00

Fotografie e immagini: Alessandro Arden , Roberto Nasi, Roberta Pavarini, Cesare Prandi. --* Per partecipare alla redazione dei prossimi numeri conta are i seguen indirizzi di posta ele ronica: vida.borciani@!scali.it laboratorio@oltreluogo.it


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