Portfolio di laurea

Page 1



Portfolio di Laurea Università IUAV di Venezia Corso di laurea in Scienze dell’ Architettura Sessione Autunnale

Vincenzo Bellizzi



INDICE

Una porta per Venezia

3

Dialettica Veneziana

15

Un serpente sul Gran Canale

27

Fondamentali - raccolta di schizzi

39

Recycle Energy

55

The Large scale, a collection

75

Bab to Bab

85

Sul diafano

91

Concretezza in divenire - raccolta di fotografie

2, 14, 26, 38, 54, 84




2


Una porta per Venezia

L’edificio trattato in questo laboratorio di restauro è l’ex Casa del Portuale del Tronchetto, sita lungo la rampa del Tronchetto che porta a Venezia. Progettato e costruito da architetti e studi tecnici del veneziano intorno al 1968, quest’edificio nasce per ospitare sia il dopolavoro sia gli uffici per i lavoratori del porto del Tronchetto. In quel periodo l’Isola del Tronchetto ospitava soprattutto zone di carico-scarico merci e un grande parcheggio per i lavoratori del porto. Nel corso degli anni poi, si può notare come l’area sia mutata dal punto di vista infrastrutturale, con la nascita di uffici e un maggiore sviluppo verso il settore turistico, attraverso l’espansione del Terminal Crociere, la creazione del People Mover, la prossima realizzazione di un garage multipiano e un hotel di lusso. Analizzata l’area in cui si colloca l’edificio, però si nota subito come l’area del Tronchetto sia un luogo di passaggio e non vi sia alcun luogo accessibile da parte di tutti dove le persone possano fermarsi, mangiare, parlare, o fare acquisti di qualsiasi tipo. Da qui l’idea di riprendere l’ identità originaria dell’edificio, quella di luogo di svago, o comunque di aggregazione, con un’ identità sociale, ma adattata comunque alle nuove necessità dei nuovi soggetti che vivono e fanno vivere l’Isola del Tronchetto.

Laboratorio di restauro A.A. 2014-2015

Prof. Eugenio Vassallo

3


4


Edificio 280

Punti di accesso turistici

Aree a funzione commerciale/ lavorativa

People mover

Inquadramento

Percorso pedonale

Percorso stradale

5


Piano copertura

Piano II

Piano III

Piano I

Piano II

Piano terra

Piano I

Sezione AA’

Prospetto Ovest Piano terra

Prospetto Sud

6

Stato di fatto


Ceramiche

MC1 - Grés Tessere di grès porcellanato 2x7 cm di colore grigio, porcellanato La porosità del grès preso in esame è bassa. Le piastrelle sono state posate in opera mediante una resina

PT – Patina Biologica

Patina biologica di colore scuro dovuta alla presenza di umidità nelle tessere di sotto del coronamento, sulla testa delle tessere di grès esposte agli agenti atmo-

MC - Macchia

Degrado causato dall’ ossidazione di elementi metallici sovrastanti la cui

MC - Macchia

Degrado antropico causato dallo spruzzo di vernice spray acrilica sulle tessere di grès

la parete

FS - Fessurazione Degrado probabilmente causato da un’adeguata messa in posa delle tessere e da cicli di gelo e disgelo che nel tempo hanno portato alla rottura delle stesse

MC2 – Laterizio pieno Malte

MT1 – Intonaco Armato

LC- Lacuna

Caduta e perdita di parti del grès porcellanato. Si ipotizza come causa del degrado un’inadeguata messa in posa delle tessere che di conseguenza si sono trovate più soggette all’azione disgregante degli agenti atmosferici, e si sono fessurate, quindi staccate

MC - Macchia

Il distacco dei pannelli in PVC ha lasciato una macchia scura sulla

Laterizio pieno di dimensioni 6x12x24 utilizzato come tamponamento

inserto di griglia metallica

proliferazione di microrganismi In certi punti la griglia metallica si presenta ossidata, questo avviene perché è OS - Ossidazione esposta agli agenti atmosferici e soprattutto all’umidità. FS - Fessurazione Degrado avvenuto probabilmente per esposizione dell’intonaco armato alla umidità e ai cicli termici (gelo e disgelo) e ad un’ errata messa in opera

MT2 Malta di cemento

Strato di malta a base di cemento, acqua e inerti. Si presenta con un grado di porosità medio e di colore grigio. E’ posto in opera in cantiere per l’attacco delle tessere di grès

LC - Lacuna

Caduta e perdita di parti. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che in questo punto, dove vi sono due pilastri che sostengono rispettivamente due travi, la separazione non è stata trattata adeguatamente ed il degrado è visibile in facciata

LC - Lacuna

Caduta e perdita di parti. Ciò avviene perchè il grès è caduto, quindi l’ intonaco è esposto ai fenomeni atmosferici, in particolare all’acqua

ER - Erosione

MT3 Intonaco di malta cementizia Vetri

Materiali Lapidei

mt

1

5

Malta cementizia aerea utilizzata come rivestimento per gli elementi strutturali in calcestruzzo armato

VT1 – Vetro U-glass

come tamponamento

VT2 – Vetro singolo

aperture

ML – Pietra d’Istria

diversa. Ciò avviene per i medesimi motivi scritti qui sopra.

FS - Fessurazione Formazione di fessure verticali, causate da minimi spostamenti dei due pilastri ravvicinati retrostanti

Materiale calcareo -presumibilmente pietra d’Istria impiegato come rivestimento dei davanzali delle

DS - Deposito

Accumulo di polvere e terriccio lungo il telaio dell’ U Glass, dovuto al passaggio delle automobili, al vento e alla mancanza di manutenzione e pulizia.

FS - Fessurazione

Degrado causato probabilmente da sforzi di tipo meccanico e cicli di gelo e disgelo hanno creato delle fessure sulla pietra d’Istria.

SC- Scagliatura

Il degrado che si manifesta con il distacco totale o parziale di parti (scaglie). E’ una causa della fessurazione e in un punto dell’ inserimento di

LC - Lacuna

Caduta e perdita di parti. E’ un’ altra conseguenza della fessurazione della pietra

MC - Macchia

Come è avvenuto nel grès, pioggia e forza di gravità han fatto scendere la ruggine lungo la parete

Il degrado avviene poiché la vernice protettiva, staccandosi, lascia scoperto il materiale metallico il quale, esposto agli agenti atmosferici, si ossida

Conglomerato

CA Calcestruzzo (con armatura d’acciaio interna non Calcestruz- visibile) impiegato come elemento strutturale dello zo -

Metalli

ME1 Tubi in metallo verniciato utilizzati per il gas Tubo in metallo verniciato Alluminio anodizzato utilizzato come materiale per ME2 Alluminio l’inifsso anodizzato

OS - Ossidazione

ME3Grate metalliche

OS - Ossidazione

L’ esposizione prolungata delle grate alla pioggia e all’aria e la mancanza di una protezione ha causato l’ ossidazione del materiale metallico

DS – Deposito

L’ accumulo di polvere e terriccio tra i pannelli di U Glass è dovuto al passaggio delle automobili, al vento e alla mancanza di manutenzione e pulizia.

ME5- Scos- Scossalina in alluminio preverniciata salina

DS – Deposito

Degrado causato da pioggia, polvere e guano

ME6 Chiodo in rame

OS - Ossidazione

Ossidazione causata dalla mancata protezione del chiodo all’ esposizione agli agenti atmosferici

FS - Fessurazione

Degrado causato probabilmente da agenti atmosferici, invecchiamento e incuria

DI - Distacco

Distacco dei listelli per incuria, invecchiamento, agenti atmosferici e, nel caso dei due pilastri appaiati, errori progettuali: i listelli in questo punto non sono stati posti in opera in modo corretto

LC - Lacuna

Il degrado è una conseguenza di fessurazione e distacco, causata da agenti atmosferici, invecchiamento, incuria ed errori progettuali

un’ armatura composta da barre ad aderenza migliorata con un tipo di ancoraggio ad uncino

ME4 – Alluminio

piano terra per proteggere da possbili intrusioni Telaio in alluminio dei pannelli in U-GLASS agganciato alla struttura mediante viti inserite nei pilastri in calcestruzzo

Chiodo utilizzato per agganciare i listelli in PVC alla facciata

ME7 - Rete Rete da recinzione romboidale plasticata a metallica terra come protezione anti intrusione zincata Plastiche

PL1 – Listelli di PVC

PL2 Materiale termoplastico PL3 – Pellicola protettiva in PVC Isolante

Listelli di aggancio delle tavole composte da tessere in grès, agganciate alla struttura mediante viti inserite nell’intonaco di malta

Rivestimento della rete metallica in materiale termoplastico di colore verde ottenuto mediante estrusione DI - Distacco

vetro singolo per protezione solare

ISO – Lana Lana di roccia utilizzata come isolante termico tra i di roccia due pilastri appaiati in calcestruzzo armato

LC - Lacuna

DS – Deposito

Silicone

SI – Gomma siliconica

FS - Fessurazione

SI – Gomma siliconica utlilizzata tra i pannelli U Glass e il loro telaio come isolante per sigillare

invecchiamento, esposizione ad agenti atmosferici ed incuria

Nella separazione delle due colonne è presente dell’isolante esposto ad agenti atmosferici. Probabilmente la mancanza di malta cementizia come sostegno dei listelli in PVC ha permesso agli agenti atmosferici di penetrare tra le colonne e di conseguenza di danneggiare il materiale materiale hanno reso possibile in esso l’accumulo di sporcizia e polvere Probabilmente le proprietà del silicone utilizzato non erano adatte indebolito la struttura dello stesso e si son venute a creare delle crepe

ER - Erosione

Questo tipo di erosione è avvenuto per corrosione causata dai raggi UV, i quali hanno sgretolato il silicone

LC - Lacuna

Il silicone, indebolito dai raggi UV e fessuratosi, in certi punti si è staccato dalla parete ed è caduto

AC - Alterazione Cromatica Mescola bituminosa

BI - Bitume dità di risalita

-

FS - Fessurazione

Degrado causato dall’invecchiamento della struttura bituminosa,

ER - Erosione

Degrado causato dall’invecchiamento della struttura bituminosa,

LC - Lacuna

Degrado causato dall’invecchiamento della struttura bituminosa, fessurazione

DP – Deposito Su-

La guaina bituminosa si è deformata a seguito di invecchiamento della conca dove si accumulano microrganismi, polvere, sporcizia

PV - Presenza di vegetazione Vernici

VE1 – Vernice acrilica

Vernice acrilica applicata tramite bombolette spray

VE2 – Vernice di protezione

Vernice di protezione bianca per le tubazioni del gas esterne

Analisi dei materiali e degradi

DI - Distacco

nascita di piante

Probabilmente il distacco è causato dall’ esposizione del condotto agli agenti atmosferici, i quali hanno indebolito alcuni punti della vernice protettiva che quindi è caduta

7


Piano II

Copertura

Piano III

Piano I

Piano terra

Sezione BB’

Percorsi verticali (scale, ascensore) Percorsi attraverso spazi serventi

Percorsi verticali (scale, ascensore) Percorsi attraverso spazi serventi

Prospetto Sud

8

Intervento


Materiale

Degrado

MC1 Grés porcellanato

Patina Biologica

APB - Applicazione di impacchi biocidi ed energica spazzolatura; RA - Risciacquo con getto d’acqua deionizzata per eliminare ogni residuo di prodotto e materiale biologico e successiva asciugatura.

Fessurazione

PRS - Preconsolidamento per mezzo di iniezioni di silicato di etile; PAQ - Successiva pulitura ad acqua per la rimozione di eventuali componenti esterni al materiale d’ origine; CR - Consolidamento delle tessere fessurate con resine acriliche poco concentrate.

Lacuna

SOS - Lì dove le tessere sono mancanti verranno sostituite in facciata da pannelli metallici; CS - Consolidamento delle tessere adiacenti ai punti dove esse mancano attraverso silicato di etile steso a pennello.

Macchia

LC - Preconsolidamento per mezzo di latte di calce steso a pennello; PIA - Pulitura con impacchi di argilla per eliminare le sostanze estranee al materiale originario.

Ossidazione

RMR - Rimozione delle incrostazioni di ruggine non aderenti con una spazzola di ferro o con carta abrasiva; PA - Pultura ad aria compressa per eliminare eventuali residui di ruggine

MT1 Intonaco armato

Foto

Retino

Interventi

ST - Stuccatura per mezzo di malte simili.

MT2 Malta di cemento

Fessurazione

LC - Preconsolidamento per mezzo di latte di calce steso a pennello; PAQ - Successiva pulitura ad acqua per la rimozione di eventuali componenti estranei al materiale originario; CB - Consolidamento per mezzo di iniezioni di boiacca cementizia.

Lacuna

LC - Preconsolidamento per mezzo di latte di calce steso a pennello PAQ - Successiva pulitura ad acqua per la rimozione di eventuali componenti estranei al materiale originario RE - Reintegrazione degli elementi degradati con malta di cemento

Lacuna

RE - Reintegrazione degli elementi degradati con malta di cemento

Erosione

RM - Rimozione della malta degradata; PA - Pulitura ad acqua nebulizzata per eliminare il materiale pulverulento RE - Reintegrazione degli elementi degradati con malta di cemento.

MT3 Intonaco di malta cementizia

Fessurazione

PA - Pultura ad aria compressa per eliminare la sporcizia presente

VT1 Vetro U-Glass

ML Pietra d’Istria

LC - Preconsolidamento per mezzo di latte di calce steso a pennello PAQ - Successiva pulitura ad acqua per la rimozione di eventuali componenti estranei al materiale originario CB - Consolidamento per mezzo di iniezioni di boiacca cementizia

Fessurazione

CS - Consolidamento per mezzo di iniezioni di silicato di etile

Scagliatura

Lacuna

pietra e sostanze estranee al materiale RE - Consolidamento e reintegrazione della pietra attraverso un impasto di pietra d’ Istria macinata e grassello di calce. a pennello di silicone

ME1 Tubo in acciaio verniciato

Ossidazione

RMR - Accurata rimozione con una spazzola di ferro o con carta abrasiva di tutte le incrostazioni di ruggine non aderenti TRV - Trattamento con vernici convertitrici di ruggine come prepazazione per la successiva verniciatura

Ossidazione

RM - Accurata rimozione delle grate metalliche RE - Ricomposizione della malta degradata durante il processo di eliminazione delle grate

ME2 Alluminio anodizzato ME3 Grate metalliche

SI Fessurazione Gomma siliconica Erosione

RM - Accurata rimozione di tutta la gomma siliconica RE - Reintegrazione con nuova gomma siliconica

ME4 Telaio U-Glass

PA - Pultura ad aria compressa per eliminare la sporcizia presente sulla

ME5 Scossalina

PA - Pultura ad aria compressa per eliminare la sporcizia presente sulla prepazazione per la successiva verniciatura

Lacuna

ME6 Chiodo metallico BI Mescola bituminosa

Ossidazione

Fessurazione

ME7 Rete metallica zincata

Erosione

Lacuna

PL1 Listelli di PVC

RM - Accurata rimozione della rete metallica

Fessurazione

RM - Accurata rimozione della guaina bituminosa visibile all’ esterno Distacco

Presenza di vegetazione

VE1 Vernice acrilica

VE2 Vernice di protezione

RM - Accurata rimozione dei chiodi ossidati RE - Reintegrazione con nuovi chiodi delle medesime dimensioni trattati con procedimenti anti ossidazione

Lacuna

PS - Pulitura attraverso spruzzatura di un prodotto solvente per eliminare la

Distacco

ISO Isolante

RM - Rimozione degli elementi degradati RE - Reintegrazione degli elementi mancanti o degradati con nuovi elementi che hanno medesimo materiale e funzione

RE - Reintegrazione degli elementi mancanti o degradati con nuovi elementi che hanno medesimo materiale e funzione

Lacuna

RM - Accurata rimozione degli elementi di vernice ancora aderenti ai tubi metallici con una spazzola di ferro o carta abrasiva RE - Verniciatura in polvere di poliestere

Interventi sui degradi

RM - Accurata rimozione dell’ isolante degradato PSS - Pulizia accurata dello spazio tra i due pilastri con una spazzola con setole di saggina SOS - Sostituzione dell’ isolante degradato con poliuretano espanso in schiuma

9


10

Dettaglio pareti post-intervento


1 2

3

4

7 8

9

5 6

10 11

16

15 12

13

14

1. Terriccio 2. Vaso in acciaio inox 3. Pareti in calcestruzzo preesistenti 4. Strato di argilla espansa 5. Griglia di contenimento 6. Griglia di fondo 7. Pavimento in cemento spatolato 8. Malta di allettamento 9. Sottofondo in Leca 10. n° 2 guaine bituminose 11. Solaio in calcestruzzo armato 12. Pignatte 13. Bocchettone 14. Scarico in neoprene 15. Tubo in PVC a delimitazione foro solaio 16. Piletta sifoide

Dettaglio vani doccia post-intervento

11


12

Viste e principi conservativi


TECU Brass (ottone) TECU Classic (rame) Acciaio COR-TEN

Pre-intervento

Post-intervento

50 anni dopo l’ intervento

13


14


Dialettica Veneziana

L’area di progetto è sita a Venezia, in zona Arsenale, precisamente all’interno del lotto oggi occupato dal Palazzetto dello Sport, inaugurato nel 1979, posto in un’area già occupata da manufatti ottocenteschi a servizio dell’ Arsenale. Il progetto è principalmente composto da due volumi principali di cui uno inclinato rispetto all’altro in accordo con la conformazione del lotto. Queste parti vanno a connettersi tra loro grazie ad un terzo volume, in cui è posto il vano scale. Il posizionamento dell’edificio in adiacenza del lato est rivolto sul canale, consente di avere un’illuminazione tendenzialmente omogenea su tutti i lati, e dà inoltre una forma continua allo spazio non edificato. In questo senso si è deciso di porre un limite tra calle S. Biagio e l’area di progetto con un muro denso e continuo che riprende la rete di isolati paralleli serviti da calli e corti prerpendicolari ai tracciati principali, che ritroviamo in generale in tutta la città di Venezia ed in particolare nei pressi dell’area, tra Fondamenta della Tana e Rio Terà Garibaldi, in cui lo schema di urbanizzazione gotico è rimasto sostanzialmente inalterato. L’unica interruzione del muro pieno avviene di fronte all’apertura (ormai murata) tra gli edifici posti sul fianco ovest di calle S. Biagio. Da questo varco si accede, tramite un dispositivo di smistamento dei percorsi, all’area pubblica o privata. L’edificio di progetto presenta nel blocco Ovest gli appartamenti da 85 mq e 65 mq nei primi due piani e la zona giorno dell’appartamento di lusso negli ultimi due. Il blocco est contiene al piano terra un appartamento da 45 mq, al primo e al secondo piano due appartamenti da 110 mq e all’ultimo piano la zona notte dell’appartamento di lusso. Il secondo appartamento da 45 mq è invece contenuto al primo piano tra i due blocchi sul lato nord. Al piano terra vengono ricavati inoltre un locale tecnico comune, due magazzini e un ufficio per il custode. La distribuzione dell’alloggio di lusso riprende il progetto della casa al Parco di Ignazio Gardella nella netta separazione tra zona giorno e zona notte con un blocco formato da una stanza matrimoniale ed una cucina/ pranzo che può essere adibito alla colf o all’alloggio degli ospiti. Il volume complessivo dell’edificio e i distributivi degli alloggi sono ispirati al progetto residenziale di Alvar Aalto a Tapiola, con le sole eccezioni delle falde in copertura dei blocchi principali, che meglio si addicono al contesto veneziano rispetto al tetto piano. Per quanto riguarda i prospetti si sono voluti utilizzare due tipi di aperture principali, una verticale per i prospetti lunghi (est/ovest), ed una orizzontale per i prospetti corti (nord/sud). Il primo tipo di finestrature riprende quelle del prospetto di Casa alle Zattere di Ignazio Gardella, mentre il secondo riprende le aperture utilizzate nel progetto di Aalto preso come riferimento.

Laboratorio Integrato 2 A.A. 2013 - 2014 Prof. Stefano Rocchetto, Prof. Luigi Latini

15


1

mt

0

10

25

50

Area pubblica

Area privata

16

Principi regolatori e compositivi


2 2

m m

10 10

25 25

50 50

Strategia della collocazione e delle relazioni

17


18


m

0

1

5

10

piano terra

piano I

prospetto Nord

prospetto Est

Programma e soluzione architettonica

19


copertura

m

0

1

5

10

piano II

piano III

prospetto Sud

20


A

A’

B

B’ B

A

A

A B

B

A B

prospetto Ovest

21


A

B’

B

A’

A

A’

B’

B

22

Alloggio di lusso - zona giorno


23


Ghiaia di protezione 15 cm Isolante EPS-HD in polistirene espanso 10 cm Massetto di pendenza 4/2 cm Solaio in laterocemento 28+5 cm Intonaco a soffitto 1 cm

Lastre di copertura in rame KME Tecu Classic 100x50x0.1 cm Sistema di aggancio a doghe KME per lastre di copertura Isolante EPS-HD in polistirene espanso 12 cm Guaina bituminosa Solaio laterocemento 28+5 cm Intonaco a soffitto 1 cm

Intonaco a parete in grassello di calce 2 cm Isolante EPS-HD in polistirene espanso 12 cm Blocchi in laterizio forato 25x25x25 cm Intonaco a parete 1 cm

Assi in legno per parquet 100x15x0,17 cm Collante atossico per pavimenti 0,3 cm Massetto di calce e cemento 6 cm Sottofondo isolante in Leca + impianti 8 cm Solaio in laterocemento 28+5 cm Intonaco a soffitto 1 cm

Intonaco a parete 1 cm Setto non portante in laterizi forati14x25x25 cm Intonaco a parete 1 cm

Intonaco a parete 1 cm Setto non portante in laterizi forati 8x12x25 cm Intonaco a parete 1 cm

Pavimento in legno per parquet 100x15x0,17 Collante atossico per pavimenti 0,3 cm Strato di massetto 6 cm Sottofondo in Leca+impianti 8 cm Isolante EPS-HD in polistirene espanso 10 cm Soletta in cls armato 60 cm Vespaio areato con Igluu 50 cm Strato di magrone 20 Strato di ghiaia 90 cm

Finestra in legno con vetrocamera Scuro in legno Davanzale in pietra serena 5-4 cm Sottodavanzale in legno mineralizzato 4 cm

Plinto di fondazione in cls armato con protezione di guaina impermeabilizzante Doppio tavolato di fondazione in assi di legno 5 cm Micropali di fondazione di diametro 16 cm e lunghezza 200 cm

24

Sezione costruttiva


25


26


Un serpente sul Gran Canale

Preso atto della composizione storica, funzionale e strutturale dei vari edifici che formano il complesso della fondazione Peggy Guggenheim, il percorso progettuale si è svolto attraverso tre fasi. In primo luogo si è proceduto svuotando la parte ottocentesca della funzione museale, riadattandola in parte a funzione abitativa come previsto in origine. Un procedimento analogo si è utilizzato per ripensare il palazzo Venier come «Casa di Peggy», ricollocando il mobilio e le opere al suo interno in modo da rievocare il periodo forse più intenso della sua storia. Di conseguenza il nuovo progetto arriva a farsi carico della funzione più prettamente museale adattandosi in modo migliore rispetto alle preesistenze, in quanto non pensate fin da principio per una destinazione simile. L’ingresso alla Fondazione viene rinnovato demolendo i muri posti lungo calle della Chiesa, creando così uno spazio pubblico di accoglienza e di sosta a ricreare il sistema di Campi veneziano procedendo nel senso della rivalorizzazione degli spazi, non solo alla scala del singolo manufatto, ma anche considerando un rapporto con i punti di interesse prossimi al museo. Tutti luoghi che hanno in comune tra loro l’importanza turistica e uno spazio pubblico antistante di sosta o di raccolta. Passato questo punto si ha il vero e proprio ingresso al museo, da cui il visitatore, una volta entrato, puo’ scegliere se accedere al giardino, a Palazzo Venier, o al museo vero e proprio. Quest’ultimo è stato pensato come un volume perimetrale rispetto al lotto su cui è posto, facendo fronte alla necessità di ricollegare gli edifici sorti separatamente l’uno dall’altro e in modo tale da riprendere il concetto di corte centrale prevista nel progetto originale. In questo senso, la nuova area espositiva che si viene a creare sottende a logiche di linearità e fluidità, con due punti di tensione : l’inizio e la fine, in cui vengono posti i punti di servizio, con la biglietteria, il vano scale e ascensore e i servizi igienici ; mentre nel punto finale insistono i servizi commerciali con l’accesso al bookshop della Fondazione.

Corso di Laboratorio Integrato 3 A.A. 2014-2015

Prof. Armando Dal Fabbro, Prof. Aldo Norsa

27


8 1

3

6

7

2

4 5

0

50

100

1

2

3

4

5

6

7

8

28

Analisi dei punti strategici in Dorsoduro Est

200

N


Inserimento nel contesto urbano

29


30


INGRESSO

MAGAZZINI

ACCESSI

BIGLIETTERIA

NEGOZIO

ENTRATA

SERIVIZI

OFFICINE

ESPOSIZIONI

SPAZI COMUNI

PRIVATO

DEPOSITO

ALLOGGI

PUBBLICO

N

Accessibilità - Schema funzionale

31


6.25

-0.83

+0.18

+1.40

+1.46

+2.26 +1.46

Pianta +2.50

Pianta +0.50

1:200

32

GRUPPO 23

Sviluppo planimetrie - sezioni Vincenzo Bellizi 276315 Irène Desmarais 282015 Federico Tomasoni 276409


-0.83

COLLEZIONE SCHULHOF

C COLLEZIONE MATTIOLI

COLLEZIONE TEMPORANEA

OLLEZIONE

ANEA

Copertura

Pianta +5.50

1:200

4

GRUPPO 23 Vincenzo Bellizzi 276315 Irène Desmarais 282015 Federico Tomasoni 276409

1:200

5

GRUPPO 23 Vincenzo Bellizzi 276315 Irène Desmarais 282015 Federico Tomasoni 276409

33

6


Travetto secondario in acciaio tipo HEB 260 Trave principale in acciaio tipo HEB 800

Scossalina in acciaio con gocciolatoio membrana bituminosa impermeabilizzante Struttura in acciaio composta da travetto secondario tipo HEB200

Controsoffitto in cartongesso appeso tramite struttura rigida, con impianto di illuminazione con faretti di diametro 12cm

Parete non portante insonorizzata di spessore 15cm.

Parete tipo Secco sistemi, sorretta da struttura in acciaio autoportante con isolante e rivestimento di lamiera in acciaio

Finestra scorrevole a doppia anta. 210x360cm

Isolante interno continuo di spessore 10mm Intonaco interno di spessore 1mm

Pavimento flottante insonorizzato comprenSolaio in lamiera sivo di impianti grecata con massetto allegerito armato con rete metallica elettrosal- Tubo di scolo acque data di maglia 1cm bianche in PVC di diametro 8mm e diametro 1mm

34

Pilastro principale della struttura portante esterna, in acciaio tipo HEB300

Dettaglio costruttivo


L’ entrata - La tomba - L’ incontro

35


36


37


38


Fontamentali

Corso di Storia Dell’ Architettura I - manuale di schizzi A.A. 2012-2013 Prof. Andrea Guerra

39


Vista del Partenone dai Propilei

Particolare del capitello delle colonne dei Propilei

40

Acropoli di Atene


Eretteo

Particolare colonna ionico-attica

41


42

Mausoleo di Santa Costanza


Cappella di Germigny de Pres

43


44

Abbazia di Saint Savin sur Gartempe


Abbazia di Conques-Sainte Fois

45


46

Basilica di Saint Servin à Toulouse


Basilica di Saint Denis

47


48

Notre dame de Laon


Cattedrale di Durham

Notre Dame de Chartres

Cattedrale di Amiens

49


50

Duomo di Firenze


Chiesa di Santa Maria Novella

51


52

Chiesa di San Sebastiano - Mantova


Porta Pia - Roma

53


54


Riclare energia

Il progetto nasce dalla volontà di rendere autosufficente dal punto di vista energetico il comune di Santa Giustina in Colle per proporre una strategia adottabile dai comuni limitrofi. Inizialmente, a seguito di un’ analisi approfondita del territorio e una indagine sulla qualità urbana dell’area, il progetto proponeva degli interventi a vantaggio di una produzione energetica attraverso fonti rinnovabili adattabili al contesto. La prima proposta agiva attraverso una serie di oggetti puntuali e non connessi. Per dare maggiore unità a questi interventi si è iniziato a pensare agli argini del fiume Tergola come sito del progetto per giustificare la serie di azioni lineari chesno stati proposti. Una valorizzazione degli argini e delle aree adiacenti al fiume che accolga anche funzioni utili da un punto di vista di risparmio e di incremento della produzione energetica.

Corso di progettazione urbanistica A.A. 2014-2015 Prof. ssa Paola Viganò

55


1

10 km

Santa Giustina in Colle, comune in provincia di Padova Coordinate: 45° 34’ 00” N, 11° 54’ 00” E Altitudine: 24 m s.l.m. Superficie: 17,97 km² Abitanti: 7232 Densità: 402,5 ab/ km²

56

Inquadramento


1

10 km

Elementi idrici

Isoipse

Fiume Tergola

Aree a rischio idrogeologico

L’ area di progetto presenta un elevato numero di zone a rischio idrogeologico, localizzate in prevalenza lungo il percorso fluviale del tergola, in coerenza con depressioni altimetriche denotate dalle isoipse.

Morfologia del territorio

57


1

10 km

Placche industrali

Fiume Tergola

L’area presa in analisi presenta caratteristiche proprie della cittĂ diffusa, in cui vi è una dispersione degli agglomerati urbani e un dislocamento dagli stessi delle rispettive zone industriali.

58

Zone residenziali e placche industriali

Zone urbane


1

Fiume Tergola

10 km

Mais

Soia

Orti

Cereali

Arboricoltura da legno

Il mais è la coltura più diffusa in questo territorio, per questo motivo può rappresentare la fonte di materia organica primaria per la produzione di energia rinnovabile dell’area.

Paesaggio agricolo

59


1

10 km

Aree di interesse progettuale

Fiume Tergola

I lotti agricoli a ridotta produzione che presentano una maggiore vicinanza al fiume Tergola sono stati presi come punto di partenza per l’intervento.

60

Aree di interesse progettuale e criteri d’intervento

Aree a bassa produzione


Sistema sinergico che comprendente diversi elementi che insistono nell'area del fiume Tergola posta tra il polo industriale e il centro abitato di Santa Giustina in Colle, valorizzandola attraverso le seguenti linee d'azione:

-

+

RIDUZIONE

+ -+ + -

VANTAGGIO

FONTI RINNOVABILI Riduzione costi di trasporto dell’energia Minor impatto ambientale / Sfruttamento aree a bassa produzione

FITODEPURAZIONE e FITORIMEDIAZIONE Minor consumo d’energia rispetto ad un depuratore tradizionale/ Abbattimento inquinanti Zone umide artificiali, ecosistemi un tempo diffusi nel territorio/ Biodiversità/ Oasi di tranquillità

VASCHE ACCUMULO ACQUA PIOVANA Riduzione consumo acqua destinata a irrigazione

BIKE SHARING E PISTA CICLABILE LUNGO GLI ARGINI Minor consumo d’energia (valida alternativa ai mezzi di trasporto a motore) Parco lineare diffuso

ORTI URBANI Riduzione trasporti dei prodotti coltivati

Il progetto, essendo volto a migliorare i processi di produzione, riciclo e riduzione dell’ energia, si deve affiancare logicamente ad un una politica che promuovi ed incentivi una serie di interventi che si muovino in questa direzione: - Isolamento termico a cappotto delle pareti delle abitazioni (specie se esposte a nord); - Coibentazione dei tetti degli edifici; - Installazione di un secondo vetro o sostituzione con un serramento termoisolante; - Applicazione di riduttori di flusso ai rubinetti; - Sostituzione di tutte le lampadine ad incandescenza con lampadine fluorescenti/led a basso consumo; - Sostituzione delle caldaie tradizionali con caldaie a condensazione.

Temi progettuali

61


VILLA DEL CONTE

Fiume Tergola

CAMPOSAMPIERO SANTA GIUSTINA IN COLLE

Muson dei sassi

SAN GIORGIO DELLE PERTICHE

CAMPODARSEGO

1

Fiume Tergola

62

VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO

5 km

Strade

Pista Ciclabile

Idrografia

Intervento - Large Scale

Edificato

Aree destinate a intervento


100

500

1000 m

Aree a produzione biomassa

Aree a orti urbani

Aziende agricole

Pioppi per biomassa a ciclo biennale

Impianto di biogas

Depositi di biomassa

Pista ciclabile

Alberi a valenza paesaggistica

Corsi d’acqua

Fiume Tergola

Aree di fitodepurazione

Intervento - Medium Scale

63


64

A


A

B

65


10

10

66

100 m

100 m

Intervento - Small Scale


10

10

100 m

100 m

67


0

8.100.250 kw/h anno

Energia ricavabile da impianti fotovoltaici

3.000.000 kw/h anno

Energia ricavabile da impianti a biomassa

300.000 kw/h anno

1

2.800.250 kw/h anno

1

5.000.000 kw/h anno

4

2000000 4000000 6000000 8000000 10000000

m

68

Fabbisogno energetico domestico S. Giustina

100

500

1000

Scenario di autosufficienza energetica


Consumo energetico domestico nel comune di S. Giustina in Colle (elaborazione da dati ISTAT)

o

o

8 impianti fotovoltaici da 200 kw installati sulle coperture di parte della zona industriale per sopperire ad eventuali deficit di energia degli impianti a biomassa

12.800 m 2 100.000 m 2 45 ton/ha

o

15 ha

o

4.200.000 m 2

m

100

3 kw/h m 2

Piantagioni di colture energetiche annuali quali colza o mais

4.200 kw/h ton

Boschi planiziali di pioppi a taglio biennale

40% (3 kw/h m 2)

Biomassa da scarti di produzioni agricole a prevalenza mais e allevamenti

500

1000

Portata depositi biomasse

69


.1

.2 0,1

70

1km

Intervento - Sistema delle acque


.3

Come possiamo notare dalla planimetria n.1, il suolo su cui insiste il comune di Santa Giustina, e in particolar modo la placca industriale, è caratterizzato da una depressione significativa rispetto alle zone circostanti. Questa particolarità incide sulla possibilità di alluvioni ed esondazioni del fiume Tergola, le quali possono causare seri danni al comparto produttivo e agricolo della zona. Il primo intervento significativo consiste quindi nell’assicurare le aree a rischio idrogeologico consentendo attraverso dei bacini di espansione, il deflusso dell’acqua in eccesso in caso di forti precipitazioni [fig.2]. Infine è stata presa in esame l’area della zona industriale, che a causa della natura stessa delle fondazioni non consente un deflusso regolare delle acque e degli scoli non industriali provenienti dagli almbienti di lavoro. In questo caso il flusso idrico è stato regolarizzato attraverso canali di scolo che in parte versano le proprie acque in bacini di raccolta destinati all’irrigazione agricola [fig.3]. Inoltre le stesse acque vengono riversate a fiume, in seguito al passaggio attraverso vasche di fitodepurazione, a ridurre ogni possibile impatto ambientale.

71


m

100

500

1000

Superficie utilizzata per la fitodepurazione Fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale con substrato calpestabile

20.000m^2 di superficie per un risparmio del 50% rispetto ai sistemi di depurazione attualmete utilizzati

Piante utilizzate: Phragmites Australis, Salix Purpurea, Miscanthus Sinensis, Iris levigata, Zante Deschia

72

Intervento - fitodepurazione


73


74


The Large Scale - A Collection

W.A.Ve. 2014 A.A. 2013 - 2014 Estudio Barozzi - Veiga

75


A CONSTELLATION OF MONUMENTAL AND MYSTERIOUS INDUSTRIAL ARTEFACTS, NOW IN RUINS, DRAWS THE AREA OF PORTO MARGHERA.

CAN THEY BE CONVERTED INTO NEW LARGE URBAN FACTORIES? CAN THEY BE TRANSFORMED TO ACCOMMODATE NEW COMMUNITIES?

THE WORKSHOP WILL WORK TO TRANSFORM THESE LARGE AND SILENT APPEARANCES IN THE NEW CENTERS FOR SOCIAL LIFE BY GIVING SHAPE TO A NEW HYPOTHETICAL CITY-CONSTELLATION.

THE WORK TOPICS WILL FOCUS ON THE ISSUES OF LARGESCALE URBAN AND ARCHITECTURAL TRANSFORMATION AND URBAN REGENERATION

76

Introduction


The constellation

77


78


79


80


Pianta piano terra

Pianta piano tipo

Intervento

81


Sezione AA’

Prospetto Sud

Prospetto Nord

82


83


84


Bab to Bab

A Fès culmina il viaggio alla ricerca di una nuova visione per la città africana di un gruppo di studenti guidato dalla Prof.ssa De Maio. In Place Lalla Yeddouna un cantiere testimonia la possibilità di un progetto per Fès e il suo fiume, oggi. Stretto tra le concerie di Chouara, emananti un intenso e mal sopportabile odore, e la moschea-università Karaouine, lo slargo della Lalla Yeddouna che prospetta sul fiume ha l’ambizione di trasformarsi in un nuovo spazio di relazione, al passo con gli standard di vivibilità occidentale senza dimenticare la densa e porosa urbanità africana.

W.A.Ve. 2015 A.A. 2014 - 2015 Prof.ssa Fernanda De Maio

85


86


Prospetto sud

87


Prospetto nord

88


89


90


Sul diafano

Semiotica delle arti e dell’ immagine - Tesi A.A. 2013 - 2014 Prof.ssa Angela Mengoni

91


Il concetto di diafano nella tecnica del montaggio .Introduzione Il termine “diafano” appare per la prima volta nell’ esposizione della teoria timeana della visione per qualificare, per mezzo dei particolari emanati dai corpi e che pervengono alla ragione visuale, quelli che sono definiti trasparenti. Secondo Platone l’oggetto della visione non è altro che un’imitazione, una mimesi, della forma dell’oggetto reale; è dunque una sua rappresentazione. Estrapolando dal concetto di diafano la concezione propria di “milieu" interposto tra un oggetto percepito ed un soggetto percepente, ci si può accordare senza forzature alla tecnica del montaggio. Quest’ultimo può essere considerato come semplice “concatenazione di pezzi”, o, in termini più profondi, come poietica collisione di dati producenti un “senso altro” diverso dai dati di partenza. La tecnica del montaggio affonda le sue origini nella scrittura geroglifica, nel momento in cui si pose la questione su come rappresentare azioni o emozioni non rappresentabili graficamente. Venne perciò ideata una soluzione per mezzo dell’ unione di più elementi grafici che messi in combinazione tra loro corrispondessero ad un concetto, e non più solamente ad un oggetto. Questo testo vuole porre in analogia i due concetti, quello di diafano e quello di montaggio, per evidenziare come il primo si condensi nell’utilizzo e reiterazione del secondo, a sua volta usato come mezzo nella produzione di “terzi” oggetti di senso a scapito dei due oggetti/soggetti di partenza.

.Il montaggio in Cartier-Bresson come disorientamento Con Cartier-Bresson si ha una nuova idea di fotografia, non più semplicistica rappresentazione della realtà incatenata alle circostanze attraverso le quali prende vita; bensì una composizione olistica di elementi che la mente del fotografo ha voluto porre in atto come “enunciato plastico analizzabile”. Non siamo più di fronte ad una fotografia che si fa carico di una umile rappresentazione del reale, ma è la realtà stessa ad essere messa a disposizione del fotografo, confacendosi a schemi geometrici che egli utilizza come statuti semiotici. In “L’arena di Valencia” è la geometria della composizione a colpire lo spettatore, la chiave di lettura si palesa al punto tale da disorientarlo. Tralasciando in questa esposizione lo studio degli schemi particolari utilizzati dal fotografo, desta particolare interesse il lavoro di decostruzione della prospettiva tradizionale, che accosta figure di dimensioni diverse senza considerare la differenza di scala. L’apparente bidimensionalità del piano fotografico si porta in contrasto con l’evidente montaggio di elementi tridimensionali, che mettono in scena il “flagrante reato” ripreso dall’autore. Il montaggio si compone attraverso diversi piani paralleli tra loro, ognuno dei quali si diversifica per mezzo della maggiore o minore messa a fuoco che lo contraddistingue. La distanza del soggetto dal punto focale e la conseguente sfocatura che ne deriva, caratterizza l’elemento diafano della composizione, ed è il discriminante plastico che permette di dar senso alla scena. In questo modo l’autore, grazie all’utilizzo del montaggio, riesce a condensare una scena tridimensionale sul piano fotografico, la cui geometria fornisce una chiave di lettura per la comprensione della stessa.

92


.Utilizzo del montaggio in Richter a partire dall’ analisi delle tavole 124-125

Tavole: 124-125

Sfogliando l’Atlas di Richter si è subito presi dalla sensazione che qualcosa in quel corpus di opere stia cercando di comunicare con noi, in un linguaggio non troppo complesso per essere compreso. In particolare delle tavole 124 e 125, colpisce la totale bicromia delle immagini, che fa da legante alle due composizioni. La seconda tavola è invece formata da vedute di complessi montuosi, ripresi da angolazioni frontali o da una quota più elevata. Dunque è già possibile fare dei paralleli tra le due tavole: entrambe conservano bicromia rativo ci troviamo di fronte a una tavola formata da vedute urbane e a un’altra formata da vedute montuose, la connessione plastica tra le due tavole ci permette però di porre le stesse in comunicazione. Cerchiamo di entrare più nei dettagli. Da una parte il contesto urbano moderno visto dalla quota aerea, quasi nente abitativa che la contraddistingue. Nella seconda tavola è evidente un acceso contrasto con la precedente, urbana, ripresa da quote più eterogenee rispetto alle immagini della prima tavola. Questo particolare rende evidente la superiorità concettuale dell’ambiente montuoso rispetto a quello urbano, e i punti di vista sono molteplici, non univoci: la montagna può sovrastare, il contesto urbano puo’ essere sovrastato. cui si possono evocare da una parte i limiti della forma razionale, riscontrabili dal punto di vista dell’industria (oggetto della prima tavola), e i limiti della forma organica (oggetto della tavola seguente). Di conseguenza la ra e razionalità, che dà vita all’ arte. [Ejzenstejn, 1986: 20] In altri termini ci troviamo quindi di fronte ad un montaggio: l’evocazione dell’industria collima con l’espres-

93


.Utilizzo del montaggio in Onkel Rudi e conclusione In Onkel Rudi di Richter ci si confronta con l’elemento diafano reso grazie ad interventi pittorici sviluppati famigliare, elemento riscontrabile dal titolo dell’opera, attraverso la tecnica pittorica. non si articola come mera somma delle forme dei diversi media, ma come loro prodotto. Perciò Onkel Rudi pur evocando forme comuni ai due media, si esprime come dotato di senso proprio, avulso da connotati mardium-pittura; ma abbiamo la certezza che a questo punto il montaggio sia terminato?

-

Sull’ idea iniziale dell’autore possiamo convenire riguardo una compiuta conclusione, ma in questo caso il innumerevoli ulteriori montaggi, ognuno dei quali contribuisce alla formazione di un’ opera diversa dalle precedenti. Ad esempio la stessa opera di Richter non si conclude nel suo laboratorio, ma passa in rassegna libri, fotocopie, supporti digitali, per poi riapparire simile all’opera di partenza, ma mai uguale: ogni passaggio da un medium all’altro comporta un prodotto di forme proprie del medium utilizzato. Ma neanche qui si puo’ prima giungere ai fotorecettori della retina di un qualunque essere umano, per poi attraversare la rete sinaptica e formalizzarsi in visione vera e propria. E da qui è possibile porre un’ulteriore questione, come riconobbe Platone sviluppando la sua teoria della visione: ciò che dell’oggetto ci perviene come vista, non è che una imitazione, una mimesi della forma, una rappresentazione dell’oggetto subordinata alla nostra sensibilità. almeno pari importanza ai media seguenti. Come è logico notare, non sta nè all’artista, nè all’osservatore decidere il punto conclusivo del montaggio to”. [Ejzenstejn, 1986: 10]

-

come era in principio, nè possiamo giungere ad una conclusione. Ci troviamo di fronte ad una continua messa in atto, un’ evoluzione che non è possibile fermare, che ci trova impreparati : poichè l’opera non è più racchiu-

94


95


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.