Serenissimi Vini dicembre 2013

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SerenissimiVini

ANNO 2 - NUMERO 3 - Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% NE/TV - Contiene IP

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IL GIORNALE DEL CONSORZIO VINI VENEZIA

Il Leone di Vetro

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Sostenibilità, carbonio sotto osservazione

pag. 18

I vini del Consorzio Vini Venezia indossano la fascetta

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Iniziativa realizzata con il contributo di:

DICEMBRE 2013 - N° 3


L’editoriale del Presidente

La Venezia enoica, un tesoro da riscoprire

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iunti oramai verso la fine dell’anno è tempo di fare qualche valutazione sul lavoro svolto. Il Consorzio Vini Venezia si appresta a chiudere il 2013 con la certezza d’avere compiuto ogni sforzo possibile per dare alle proprie cinque Denominazioni, la tutela, la promozione e la visibilità che il ruolo istituzionale e lo statuto impongono. Viviamo in un periodo di grave difficoltà per l’agricoltura tutta, compreso il nostro settore vitivinicolo, a causa delle sfide globali che i nuovi mercati richiedono. Ci conforta però la disponibilità manifestata concretamente dai nostri interlocutori istituzionali, ma non solo, per le attività da svolgere l’anno venturo. Noi siamo il Consorzio Vini Venezia che insiste ed opera nelle provincie di Treviso e Venezia, e sulla città di San Marco stiamo producendo un lavoro dall’enorme valenza culturale e tecnica. Il vigneto a Torcello, l’altro presso il convento degli Scalzi sempre in città, ma soprattutto il libro sulla Venezia enoica, quella “Grande Venezia” che produceva, comprava, commercializzava e consumava vini di grande qualità provenienti dalla “Venessia da mar” e da quella “da tera” della grande famiglia delle “malvagie” sino

al Raboso o “rabioso” di antica dizione. È un grandissimo ed impegnativo lavoro, cui vanno dedicati impegno e risorse in grande quantità. Necessitiamo perciò di amici e compagni di viaggio di valore e spessore culturale. Pare però che non sarà un esercizio molto difficile, lo speriamo, infatti c’è già chi a Venezia produce, su Mazzorbo e su Sant’Erasmo, e con essi vorremmo collaborare. C’è anche poi chi sulla stampa specializzata ha rivoluzionarie idee su Venezia in merito al ruolo che la Serenissima potrebbe assumere per tutta la vitienologia del Triveneto, ponendola sotto l’ala famosa del leone di San Marco. Bene, benissimo anzi complicato, complicatissimo! Credo sia necessario semplificare approccio e percorso, magari partendo dalle realtà già esistenti che operano istituzionalmente nel territorio. Ad esempio il nostro Consorzio Vini Venezia con le sue cinque Denominazioni, con in disciplinare, non solo vitigni cosiddetti internazionali, ma anche vitigni autoctoni di enorme valore sia qualitativo che identitario come il Lison classico ed il Malanotte da uve Raboso. Noi saremo ben felici di compiere percorsi comuni così innovativi per la vitienologia triveneta, perché no? Buon Natale e buone festività a tutti i soci.

Il Presidente Giorgio Piazza

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L’editoriale del Direttore

Contrassegno di Stato, prestigio del prodotto e garanzia per il consumatore

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i siamo, dal primo di gennaio tutti i vini DOC Lison-Pramaggiore, Piave e Venezia saranno imbottigliati con uno speciale contrassegno stampato dall’Istituto Poligrafico - Zecca dello Stato, ai viticoltori e consumatori più nota come “fascetta”. Il contrassegno di Stato identifica un prodotto DOC o DOCG che è stato sottoposto ad una serie di controlli e certificazioni chimiche ed organolettiche precise, proviene da territori più limitati e prodotto in base a disciplinari con regole molto più severe rispetto a qualsiasi altro vino. La Comunità Europea, i Paesi produttori, le regioni, i Consorzi di tutela e tutti gli enti ed organismi che in qualche modo si occupano di promozione di vini, da sempre investono importanti risorse sul concetto chiaro e preciso della piramide della qualità. Piramide che vede in alto i vini DOCG e DOC, a scendere i vini ad Indicazione Geografica Tipica ed alla base i vini varietali. È vero, ci sono vini di

qualità molto elevata non appartenenti a Denominazioni di Origine, sono vini che per numeri e tipologie rappresentano solamente una ristretta nicchia di produzione. Il consumatore, è evidente, riconosce i prodotti muniti di contrassegno di Stato come vini di qualità che hanno superato livelli importanti di certificazione e portatori di alto livello di garanzia. Allargare l’utilizzo del contrassegno di Stato per tipologie di vini diversi da DOC e DOCG ci sembra estremamente sbagliato anche se mosso da motivazioni assolutamente condivisibili. I vini ad Indicazione Geografica Tipica non offrono le stesse garanzie dei vini a Denominazione di Origine e non hanno qualità “certificate” dalle apposite commissioni. Tenere sotto controllo certe tipologie di vini è assolutamente necessario, riteniamo però che si debbano trovare altri sistemi. In questo campo la tecnologia ci viene in aiuto con sistemi altrettanto efficaci, a costi inferiori senza per questo creare ulteriori confusioni nei confronti del consumatore.

Il Direttore Carlo Favero

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SerenissimiVini

Iniziativa realizzata con il contributo di:

in questo numero

Hemingway e le Terre del Piave I Vini Venezia a Shangai Tra i “7 saperi” di Bruxelles Premio Mazzotti edizione 2013

I Vini Venezia alla Mostra del Cinema di Venezia

Prontuario Agronomico I nostri vini

Sostenibilità Ombre cinesi Valoritalia informa È tempo di Malanotte Contrassegno di Stato Strada facendo Verba volant, Scripta manent Buone nuove Dove saremo

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Sostenibilità, carbonio sotto osservazione

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I vini del Consorzio Vini Venezia indossano la fascetta

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Iniziativa realizzata con il contributo di:

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Il Leone di Vetro

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Lison Pramaggiore, il biologico nel vino Incontro con il diamante nero del Piave, il Malanotte del Piave Docg

Consorzio Vini Venezia Sede legale Sestiere San Marco, 2032 - Venezia Tel. 0421 799256 consorzio@consorziovinivenezia.it www.consorziovinivenezia.it Sede redazione Via Toniolo, 12 - Treviso

Il Leone di Vetro

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Il Leone di Vetro

Proprietario, Editore e Redazione

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ANNO 2 - NUMERO 3 - Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% NE/TV - Contiene IP

Editoriale del Presidente Editoriale del Direttore Sommario Dove siamo stati

IL GIORNALE DEL CONSORZIO VINI VENEZIA

Direttore Responsabile

Elisa Giraud

Legale Rappresentante

Giorgio Piazza

Stampa Marca Print snc Via Arma di Cavalleria, 4 Quinto di Treviso

I GRANDI VINI NASCONO DA BARBATELLE E CLONI DI QUALITÀ

STUDIO FABBRO 11-2013

Sommario

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Ombre Cinesi

Gondola Shopper di Carlo Queruli

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ggi i Vini Venezia hanno un loro packaging caratteristico dedicato al pubblico cinese. Tutto è iniziato con la presa d’atto che in paesi dove la cultura del vino è ancora scarsa, si da parecchia importanza alla confezione. Grazie all’impegno del Consorzio in collaborazione con l’ufficio di Xi’an e la società Orizzonti, è stato creato l packaging Gondola Shopper. Qui la gondola non è stata disegnata su un cartone convenzionale bensì è divenuta essa stessa il packaging. La Gondola Shopper è una riproduzione fedele della gondola veneziana munita della felza, plastificata all’esterno e laminata in oro nei bordi. È dotata di un manico per la presa e può contenere bottiglie da 0,75 lt. di forme variabili.

Anno II - Numero 3 - Dicembre 2013

Periodico quadrimestrale Registrazione Tribunale di Treviso n.192/2012 del 08-5-2012 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – 70% NE/TV

All’esterno vi è il disegno di tre bicchieri, bianco-rosso-verde come segno di italianità. Importante è l’applicazione del logo italiano-cinese “Vini Venezia” perché rende la Gondola Shopper un’esclusiva dei Vini Venezia. È stato aggiunto un sottotitolo in inglese per dare un tono di internazionalità. Il valore della Gondola Shopper è stato ulteriormente accentuato con la sua registrazione e patentatura. La sua originalità è già stata notata dagli addetti del settore che l’hanno proposta per il Carton Award 2014, concorso internazionale del packaging. Tutte (e solo!) le Aziende associate al Consorzio Vini Venezia possono utilizzare la Gondola Shopper che rappresenta un ulteriore biglietto da visita per ogni produttore che vuole comunicare la proprio Denominazione in un semplice gesto.

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Per i grandi vini, i Vivai Cooperativi Rauscedo producono ogni anno oltre 60 milioni di barbatelle innestate utilizzando ben 295 varietà, 625 cloni e 18 diversi portinnesti per un totale di oltre 4.000 combinazioni. Un patrimonio unico per i viticoltori di tutto il mondo. Vivai Cooperativi Rauscedo: il numero 1 al mondo del vivaismo viticolo.

Rauscedo (PN) Tel. 0427.948811 www.vivairauscedo.com


Dove siamo stati Hemingway e le Terre del Piave La mostra “Hemingway + Piave: le origini di una poetica”, inaugurata il 13 settembre 2013 presso il Park Hotel Villa Fiorita a Monastier (Tv), racconta di persone, luoghi e gusti che hanno affascinato Ernest Hemingway e ne hanno ispirato la sua poetica, attraverso un percorso fotografico. Il Consorzio Vini Venezia è partner della mostra che resterà aperta fino al 24 maggio 2015. Ai Vini Venezia è stato dedicato un angolo sensoriale dove è possibili degustarli.

I Vini Venezia a Shangai Dal 7 all’ 11 ottobre, i Vini Venezia sono sbarcati a Shangai, in Cina. Nell’ambito del progetto “Italian wine for China and Taiwan 2013” è stata organizzata una missione operativa a Shanghai. Qui, i rappresentanti del Consorzio Vini Venezia e UVIVE hanno avuto l’opportunità di incontrare personalmente alcuni operatori del settore ristorazione e hotel ai quali hanno presentato i propri vini, attraverso incontri con degustazioni dei vini, workshop ed eventi.

Tra i “7 saperi” di Bruxelles C’era anche il Raboso del Piave Doc tra i “7 saperi” della Marca trevigiana presentati dall’on. Giancarlo Scottà al Parlamento Europeo di Bruxelles il 16 e 17 ottobre 2013. «I sette sapori non sono altro che sette autorevoli testimonianze della cittadinanza europea della Marca trevigiana – ha detto l’europarlamentare Scottà - sette espressioni dell’ identità del nostro territorio, che contribuiscono alla ricchezza culturale dell’Europa».

Premio Mazzotti edizione 2013 “Delle Terre del Piave: uve, vini e paesaggi” il libro scritto da Diego Tomasi, Patrik Marcuzzo e Federica Gaiotti è stato segnalato dalla giuria del Premio Mazzotti 2013 nella sezione ‘Finestra sulle Venezie’. Motivazione della Giuria:“Il volume tratta il tema del vino e del paesaggio con un approccio tecnico e scientifico ricco di immagini fotografiche con funzione estetica e didattica. Inedita è anche la finalità di accompagnare i lettori ad una conoscenza approfondita sui processi di coltivazione e di produzione del vino”.

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Oderzo “Città Archeologica” e “Città d’arte” Una mostra documentata e significativa sulle esperienze umane e di guerra compiute dal premio Nobel americano nel territorio di Monastier e del Piave

Park Hotel Villa Fiorita Via Giovanni XXIII, 1 - Monastier di Treviso Informazioni: tel. 0422 898008 - info@villafiorita.it

Con il patrocinio di:

Comune di Monastier

Iniziativa finanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007 – 2013, Asse 4 - Leader Organismo responsabile dell’informazione: Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso Autorità di Gestione designata per l’esecuzione: Regione Veneto - Direzione Piani e Programmi Settore Primario

Il nome della città deriva dal latino Opitergium che a sua volta deriva dal venetico Opterg, ovvero “Piazza del mercato”. Oderzo è la seconda città veneta, dopo Verona, per importanza di reperti archeologici di età romana, raccolti e visibili nel Museo Civico e conservati in interessanti itinerari nella città. Da visitare l’antica loggia comunale, il Torresin, e Palazzo Ottoboni, affrescato sull’esterno. La cittadina si estende attraverso un originale tessuto urbano, con strade sormontate da portici e palazzi, che costeggiano i corsi d’acqua, con affascinanti

vicoli, detti Contrade, come la Contrada Rossa e la Contrada del Cristo. La più importante arteria è il Corso Umberto I, su cui si affacciano case e palazzetti del ‘400 - ‘500. Importante Palazzo Foscolo, sede della civica Pinacoteca. Altri resti di edificazioni romana vanno a costituire un itinerario archeologico che conduce al Foro romano tra via Roma e via Mazzini con resti di una basilica e botteghe; alle fondamenta di mura, palazzi e ville pavimentate con altri mirabili mosaici. Si possono inoltre ammirare le terme del I secolo d.C. in via Savonarola e in via Spinè le necropoli.

Marcadoc vi suggerisce alcune occasioni per visitare la provincia di Treviso Mostra “Le Grazie di Antonio Canova”, dal 7 dicembre fino al 4 maggio 2014 Le Tre Grazie di Canova risorgono dalla Grande Guerra e tornano al loro antico splendore nella Gipsoteca di Possagno, paese natale di Antonio Canova. Dal 7 dicembre fino al 4 maggio 2014, si apre una mostra dedicata al famoso gruppo scultoreo le Tre Grazie, in cui i due studi in gesso dell’artista verranno restituiti al pubblico dopo un delicato restauro. 8^ edizione di “Fiori d’Inverno”, fino al 30 marzo 2014 Dieci grandi eventi dedicati al Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP nelle province di Treviso, Venezia e

Padova. Le prossime date: Mogliano Veneto (Tv) - 21 e 22 dicembre 2013; Zero Branco (Tv) dal 10 al 19 gennaio 2014; Mirano (Ve) 12 gennaio; Preganziol (Tv) 18 e 19 gennaio; Dosson di Casier (Tv) dal 24 gennaio al 2 febbraio; Quinto di Treviso (Tv) dal 27 al 30 marzo 2014. A Conegliano, mostra “Un Cinquecento inquieto. Da Cima da Conegliano al rogo di Riccardo Perucolo” Dal 1 marzo all’ 8 giugno 2014, palazzo Sarcinelli a Conegliano torna sede di una grande mostra dedicata ai maestri del Cinquecento, a cura di Giandomenico Romanelli e Giorgio Fossaluzza, organizza Civita Tre Venezie.

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Il Leone di Vetro

Il Leone di Vetro

I Vini Venezia hanno sfilato sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia

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L Consorzio Vini Venezia è partner del film ‘Il Leone di vetro’, lungometraggio storico ambientato tra Venezia e le terre del Piave. Prodotto da Venice Film, in coproduzione con Cultur Active, la regia è stata affidata a Salvatore Chiosi. Buona parte delle scene del film, le cui riprese sono iniziate ad ottobre, sono state girate tra le province di Treviso e Venezia, nei luoghi di produzione del Raboso del Piave Doc e del Malanotte del Piave Docg. “Il Leone di vetro” si svolge nel 1866, nei giorni precedenti al referendum del 22 ottobre che

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sancirà l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, e ripercorre le vicende di una famiglia veneta, i Biasin - che da generazioni producono e commerciano vino Raboso in tutta Europa – il cui destino si intreccia con quello di una famiglia di nobili veneziani in decadenza, i Querini. Entrando e uscendo tra la dimensione narrativa delle vicende che legano i Biasin ai Querini, i fenomeni macrostorici, ed i riferimenti all’oggi (le tasse, la crisi economica, la nuova ondata migratoria appena iniziata), si vuole narrare con un tono avvincente e cinematografico CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3| 2013

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Il Leone di Vetro

il periodo tra la caduta di Venezia e la sua annessione all’Italia. Il tutto sarà condensato in brevi flashback, da inserire nei due momenti principali della narrazione: le due situazioni in cui la famiglia Biasin si incontra al completo, svela i suoi rapporti con la famiglia Querini, e assiste al definitivo passaggio di Venezia e del Veneto all’Italia. Si tratta quindi di un’operazione culturale di alto profilo, con lo scopo di raccontare una storia avvincente ma anche di contribuire al branding del Veneto a livello internazionale, sottolineando l’origine e la tradizione veneta nella produzione di vino, in particolare. La parte storica sarà costantemente sullo sfondo, mentre le memorie private e le vicende che coinvolgono i nostri personaggi di finzione verranno sviluppate inserendovi il sale di ogni racconto cinematografico: conflitti, rivelazioni e intrec-

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ci amorosi. Nel cast: Claudio De Davide, Christian Iansante, Maximiliano Hernando Bruno, Sara Ricci, Andrea Pergolesi, Carla Stella, Stefano Scandaletti, Eleonora Panizzo, Alvaro Gradella.Il film è stato presentato il 6 settembre a Venezia nell’ambito della 70^ Mostra del Cinema presso l’hotel Excelsior al Lido di Venezia. CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3| 2013

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Prontuario agronomico

Prontuario agronomico

Le due facce dell’annata meteo viticola 2013 a cura di Fiorello Terzariol

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’annata viticola 2013 è stata caratterizzata dalle due facce meteorologiche che si sono succedute dall’inizio vegetativo della vite alla maturazione del grappolo. La prima parte dell’anno meteo-viticolo ha visto la predominanza dell’ombrello, ad evidenziare una frequente piovosità, molte volte allarmante, in particolare tra marzo e la prima metà di giugno, con numeri impressionanti: circa 600 mm d’acqua e 60 giorni di pioggia. Successivamente due mesi di siccità che sono stati interrotti dalle piovosità dell’ultima decade di agosto, in particolare di domenica 25 (40 mm di media). La fenologia della vite ha seguito, come è naturale, l’andamento meteorologico, iniziando la fase vegetativa in netto ritardo rispetto alla media, a causa delle continue piovosità e basse temperature. Il permanere di tali condizioni ha influito anche nella fase fiorale, che si è manifestata tardivamente attorno alla fine della prima decade di giugno proiettando, come poi si è puntualmente verificato, l’inizio della vendemmia, con il Pinot grigio, nella prima settimana di settembre, per concludere attorno alla metà di ottobre con la raccolta del Raboso. La difesa fitosanitaria è risultata di grande difficoltà nella prima parte dell’annata vegetativa, per fronteggiare la pressione dei

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funghi parassiti, in particolare Peronospora e Botrite, stimolati dall’andamento meteo sopradescritto. Inoltre, la difficoltà di trovare il momento idoneo (non piovoso) per intervenire con i dovuti trattamenti fitosanitari, i frequenti dilavamenti delle sostanze irrorate ed il pericolo di impiegare l’atomizzatore su superfici bagnate e scivolose in collina, hanno determinato e favorito il propagarsi di tali funghi, già per loro stessi di elevata virulenza e potenzialità infettiva, a causa anche delle piovosità del primo trimestre 2013. Il cambio meteorologico che si è evidenziato da metà giugno ha favorito la possibilità di effettuare gli interventi fitoiatrici nel migliore dei modi, senza dilavamenti e con un’ottimale attività delle sostanze attive impiegate, contrastando quindi al meglio le varie patologie, in particolare quelle fungine. La Peronospora si è presentata con le classiche macchie d’olio già nella prima settimana di maggio, causate dalle infezioni primarie nate con le piogge del 22 e del 27 aprile. Sul grappolino le prime manifestazioni del fungo si sono avute a partire dalla fine della prima decade di maggio ed il permanere di condizioni piovose sul territorio determinava un generale riscontro della malattia (foglia e grappolo) già dal 20 di maggio. La prima forma larvata del fungo si è presentata a cavallo di fine giugno e i primi

giorni di luglio. Tra le altre ampelopatie fungine l’Oidio si è riscontrato sul grappolo verso la fine del mese di giugno, anche se in maniera piuttosto marginale rispetto alla norma. La Botrite, favorita dall’andamento piovoso della prima parte della stagione, ha puntualmente manifestato a partire dalla metà del mese di maggio, sia su foglia che su grappolo. Nello stesso periodo, ma solo su foglia si è evidenziato anche il Black rot, mentre su grappolo si sono avuti successivamente riscontri solo marginali. Anche le manifestazioni da Escoriosi si sono presentate attorno alla metà di maggio, favorite ovviamente dal perdurare delle condizioni piovose che avevano interessato l’ambiente viticolo già dal mese di marzo. Restano preoccupanti le manifestazioni sul territorio di piante sintomatiche da Mal dell’esca e della Flavescenza dorata/ Legno nero che puntualmente si evidenziano in particolare nelle annate con andamenti meteo estremi: piovosi/siccitosi, come in questa stagione. Tra le popolazioni degli insetti merita sottolineare le numerose presenze quest’anno delle Tignole e Tignolette, in tutte e tre le generazioni: la terza soprattutto, con voli molto lunghi (da fine luglio a gran parte di agosto). Tra le curiosità, si riportano le manifestazioni molto particolari e accentuate

della Phyllocnistis vitegenella, un lepidottero minatore della foglia già da alcuni anni presente nel nostro areale viticolo, ma che quest’anno ha invaso gran parte dell’apparato fogliare della vite. Infine una grande attenzione: il riscontro, dopo Trentino e Friuli, anche nel Veneto orientale (Treviso e Venezia) della nuova virosi della vite conosciuta attualmente come “ Virosi del Pinot grigio“, ma che interessa anche altre varietà viticole, come il Traminer, il Tocai e la Glera. La vendemmia quest’anno si è presentata nella sua normale genesi temporale e non in ritardo con iInizio raccolta del Pinot grigio nella prima settimana di settembre e via via tutte le altre, per concludersi con la vendemmia del Raboso attorno alla metà di ottobre. Le uve si sono trovate alla vendemmia in ambienti con notti più lunghe, fresche e umide rispetto agli ultimi anni, ma le condizioni caratterizzate dalla mancanza di importanti precipitazioni ed il permanere del bel tempo con ottimali escursioni termiche tra il giorno e la notte, hanno favorito una buona maturazione del grappolo e permesso una vendemmia che si è svolta durante tutto il mese di settembre con l’ottenimento di un prodotto finale commercialmente di pregio.

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I nostri Vini

I nostri Vini

Lison Pramaggiore, il biologico nel vino A cura di Paolo Chinellato – Ais Venezia

Incontro con il diamante nero del Piave, il Malanotte del Piave Docg A cura di Paolo Chinellato – Ais Venezia

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rotetto dalle montagne che poi digradano nelle pianure ed accarezzato dal mar Adriatico che ne mitiga ulteriormente il clima regalando sensazioni di sapidità e mineralità quasi salmastra, il territorio del Lison-Pramaggiore sviluppa la sua vocazione vitivinicola sempre con timbri di assoluta originalità. Non ultima, a partire dalla fine degli anni ’80, la scelta dell’agricoltura biologica non solo come tecnica, ma anche e soprattutto come stile di vita. Oggi le Aziende che producono adottando tali metodi di coltivazione sono numerose e la superficie complessiva del vigneto coltivata biologicamente supera i 350 ettari. Gli agricoltori che hanno deciso di operare questa scelta, coniugando qualità e rispetto dell’ambiente, oggi rappresentano la maggior realtà nazionale per quanto riguarda la viticoltura biologica. Tutto il processo deve essere certificato da un Ente di controllo che, con i propri ispettori, verifica che tutte le fasi produttive avvengano nel rispetto della vigente normativa. Una volta verificato che il tutto sia avvenuto correttamente, viene rilasciato l’attestato di certificazione, non-

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ché l’autorizzazione alla stampa delle etichette il cui numero deve essere compatibile con la quantità di prodotto per cui viene rilasciata la certificazione stessa. Al di là della scelta e dei controlli, cosa può dare il biologico nel vino? La risposta non è semplice, bisogna superare da una parte la considerazione che solo perché biologico il prodotto sia valido, anche se percepiamo note sensoriali non di assoluto gradimento o addirittura negative. Il primo parametro deve essere senza dubbio la qualità non l’originalità o le considerazioni solo etiche, che comunque rimangono sempre importanti. Dall’altra parte eliminare l’omologazione del gusto, per cui alla fine i vini sono quasi sempre inquadrati in schemi standard, spesso soggetti a mode discutibili, con valutazioni sensoriali molto simili, rilegate in cliché. La ricerca allora diventa una sfida al raggiungimento di una qualità nella quale il biologico diventa un valore aggiunto ad una qualità del prodotto decisamente importante e si avvera quanto dice il saggio adagio “la tua medicina sia il tuo cibo, ma soprattutto il tuo cibo sia la tua medicina”.

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ncontro con il Raboso: rivivere un’esperienza di luoghi, di tradizioni, di cultura, ma soprattutto di storia, tutti aspetti che poi ci fanno rivedere e sentire momenti intimamente legati a Venezia ed alle sue peculiarità. Vino di antiche origini e dal grande fascino, in grado di resistere alle tempeste del mare senza bisogno di essere “fortificato” con alcool e raggiungere con successo mete lontane, mantenendo integro il proprio patrimonio organolettico e la potenza della sua struttura. Apprezzato anche in terre da noi lontane non solo per distanza, ma anche per cultura e trazioni come l’Inghilterra, dove l’embargo di prodotti spagnoli e portoghesi durante le sanguinose guerre di secoli fa obbligava a scegliere prodotti diversi dallo Sherry o dal Porto o Madera. L’alternativa di un vino che superasse i lunghi e pericolosi viaggi in mare non poteva che essere il Raboso, prodotto poi apprezzato sempre più anche per la sua personalità. Oggi il Raboso vive una seconda giovinezza con la riconosciuta Docg e la “nuova “ (ma siamo sicuri che non sia un procedimento già ampiamente

sperimentato?) versione con percentuale di appassimento: il Raboso Malanotte. La percentuale di questa aggiunta (che si aggira dal 15 al 30%) dona note sensoriali davvero intriganti: morbidezza in primo luogo, ma soprattutto eleganza e persistenza, sensazioni di amarene in confettura, parzialmente sotto spirito, speziatura di cannella e chiodi di garofano che affiancano ricordi di noce moscata e tabacco, un tocco di rabarbaro ed un finale dolce/amaricante decisamente piacevole. Una strada aperta da un progenitore illustre, l’Amarone della Valpolicella, ma che nel Raboso Malanotte (da Borgo Malanotte, antico e suggestivo borgo medievale) assume connotati ancora più caratteristici e piacevoli, anche perché associati ad una struttura ed a una trama tannica potente e setosa al contempo, delicato equilibrio che solo raramente si raggiunge. Bella la prospettiva di un abbinamento con sella di camoscio marinata al vino rosso e ginepro o l’idea di affiancarlo a formaggi particolarmente stagionati come un Piave (per restare nel territorio) ovviamente stravecchi.

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Sostenibilità

Sostenibilità

La stazione di monitoraggio dei flussi di energia e materia su vigneto di Lison A cura di Andrea Pitacco, Università degli Studi di Padova

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’accelerazione dello sviluppo industriale avvenuta negli ultimi decenni ha causato modificazioni importanti dell’ambiente, ormai riscontrabili a scala planetaria. In particolare, l’uso massiccio di combustibili fossili e la conversione di vaste superfici forestali in terreni coltivati hanno portato al progressivo aumento della concentrazione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera. La dimensione globale del problema ha sollecitato da tempo una risposta coordinata, sia nelle attività di ricerca che nell’organizzazione di possibili strategie di mitigazione, ma le difficoltà sono notevoli, visto il legame strettissimo e difficilmente risolvibile tra emissioni e sviluppo economico, almeno come esso è attualmente inteso e praticato. In questo contesto, il ciclo del carbonio ha ricevuto un’attenzione particolare, poiché pesantemente alterato dalle attività antropiche. La quantificazione del ruolo di assorbimento (sink) della vegetazione è stato particolarmente problematico, poiché è enorme la quantità di anidride carbonica emessa annualmente per respirazione e dello stesso ordine di grandezza quella fissata dalla fotosintesi: la determinazione della differenza tra quantità così grandi ha richiesto lo sviluppo di tecniche innovative, sufficientemente precise e soprattutto

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Sostenibilità

adeguate alle scale di indagine necessarie (regionale, continentale, planetaria). Le metodologie biometriche ed ecofisiologiche tradizionali, infatti, presentavano limitazioni che ne impedivano l’applicazione per lo studio sistematico degli scambi tra vegetazione e atmosfera, mentre hanno assunto importanza crescente in questo settore le tecniche micrometeorologiche, mediante le quali si possono misurare in continuazione i flussi di materia ed energia sui diversi ecosisemi. Oggi, in particolare, la tecnica più diffusa è quella dell’eddy covariance, che misura direttamente il trasporto di anidride carbonica e vapor d’acqua al di sopra della vegetazione, consentendo un vero e proprio monitoraggio continuo dei bilanci di carbonio e acqua delle comunità vegetali. Grazie ad essa, è stato possibile chiarire il ruolo della vegetazione nell’assorbimento globale dell’anidride carbonica, attribuendo ad ogni cenosi una caratteristica capacità di sequestro annuale. Dopo una fase strettamente sperimentale, l’affidabillità di queste misure ha portato alla costituzione di veri e propri network, i cui risultati sono alla base di importanti

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Sostenibilità

considerazioni sul bilancio passato e futuro dei gas-serra, che hanno anche effetti economico-politici, rientrando negli accordi internazionali. Se, come è logico, è la vegetazione forestale a rappresentare il sink biologico di carbonio quantitativamente più importante, anche la vegetazione agraria è coinvolta in un flusso notevole di carbonio, ma tuttavia, complessivamente, essa è una sorgente (source) di anidride carbonica, più che un sink. Infatti, le lavorazioni frequenti del terreno, la gestione poco oculata dei residui colturali, l’immissione di fattori produttivi ad alto costo energetico (fertilizzanti, antiparassitari, meccanizzazione, ecc.) oltre che – evidentemente – l’asporto periodico di quote significative di biomassa con i raccolti fanno sì che le perdite di carbonio per ossidazione siano normalmente elevate e molto superiori al carbonio immobilizzato. Nelle iniziative internazionali di monitoraggio le stazioni su vegetazione agraria sono in numero decisamente inferiore, rispetto a quelle localizzate su vegetazione forestale o spontanea, e ciò rende elevata l’incertezza con cui sono determinati i bilanci dei

gas-serra per questo importante comparto. Questo è un aspetto critico, perché, se è vero che comunque il “sequestro” di carbonio da parte della vegetazione agraria è decisamente temporaneo, una gestione corretta dell’agricoltura potrebbe contribuire a riempire nuovamente quell’immenso serbatoio di carbonio che la messa a coltivazione ha, in genere, svuotato quasi completamente: il terreno. Il terreno, infatti, è il comparto dove tuttora è stoccata, in forme più o meno stabili, la quantità maggiore di carbonio. Sulla base di queste considerazioni, nell’estate 2013 è stata installata a Lison (VE), nel vigneto dell’Azienda Agricola Bosco del Merlo di Carlo Paladin & C., una stazione avanzata di monitoraggio dei flussi di energia, vapor d’acqua e anidride carbonica, per accertare i bilanci caratteristici di una coltura agraria importante, quale il vigneto. Realizzata dal Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente (DAFNAE) dell’Università di Padova con fondi del Ministero dell’Università e della Ricerca, essa è tuttora l’unica stazione del genere realizzata nel Veneto. La scelta della collocazione non è avvenuta casualmen-

te, il Consorzio Vini Venezia infatti è molto sensibile alle tematiche che riguardano la sostenibilità ambientale ed intende estendere, in tutta la sua area di competenza, un grande studio sulla sostenibilità delle proprie imprese. La stazione utilizza la tecnica dell’eddy covariance per misurare in continuo quanta anidride carbonica –ora dopo ora – è incorporata in nuova sostanza secca durante la giornata e quanta ne viene rilasciata di notte e trasmette quotidianamente i risultati a Legnaro. L’iniziativa consente di accertare con precisione la quantità di carbonio scambiata dal vigneto e, insieme ad una accurata quantificazione delle emissioni relative all’uso dei diversi fattori produttivi consumati in vigneto e in cantina, permetterà di determinare la carbon footprint di una Azienda vitivinicola rappresentativa della realtà produttiva regionale. In questo contesto, WINEZERO, un progetto finanziato dalla Regione del Veneto nell’ambito del Piano di Sviluppo Regionale, consentirà di utilizzare questi risultati per estendere gradualmente, ma in modo oggettivo, queste misurazioni ad altre Aziende della Regione.

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Ombre Cinesi

Ombre Cinesi

Vite di Venezia, versione cinese

di Carlo Queruli

Gondola Shopper di Carlo Queruli

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a (breve) storia della viticoltura veneziana realizzata a fumetti è stata tradotta in cinese. Il fumetto “Vite di Venezia” ripercorre in maniera simpatica, ma accurata la storia della viti-enologia veneziana. L’autore, Matteo Corazza, ha anellato tutti i passaggi storici con la presentazione immaginaria da parte del leggendario Leone di Venezia. Nella ela-

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borazione del fumettto per il pubblico cinese sono state ricomposte le 12 tavole in un formato pratico e piacevole da leggere. La facilità di comprensione dei testi, la simpatia del vecchio leone, la finezza grafica e stilistica fanno di questo strumento un agevole aiuto per presentare la cultura che si cela dietro alle nostre denominazioni.

ggi i Vini Venezia hanno un loro packaging caratteristico dedicato al pubblico cinese. Tutto è iniziato con la presa d’atto che in paesi dove la cultura del vino è ancora scarsa, si da parecchia importanza alla confezione. Grazie all’impegno del Consorzio in collaborazione con l’ufficio di Xi’an e la società Orizzonti, è stato creato l packaging Gondola Shopper. Qui la gondola non è stata disegnata su un cartone convenzionale bensì è divenuta essa stessa il packaging. La Gondola Shopper è una riproduzione fedele della gondola veneziana munita della felza, plastificata all’esterno e laminata in oro nei bordi. È dotata di un manico per la presa e può contenere bottiglie da 0,75 lt. di forme variabili.

All’esterno vi è il disegno di tre bicchieri, bianco-rosso-verde come segno di italianità. Importante è l’applicazione del logo italiano-cinese “Vini Venezia” perché rende la Gondola Shopper un’esclusiva dei Vini Venezia. È stato aggiunto un sottotitolo in inglese per dare un tono di internazionalità. Il valore della Gondola Shopper è stato ulteriormente accentuato con la sua registrazione e patentatura. La sua originalità è già stata notata dagli addetti del settore che l’hanno proposta per il Carton Award 2014, concorso internazionale del packaging. Tutte (e solo!) le Aziende associate al Consorzio Vini Venezia possono utilizzare la Gondola Shopper che rappresenta un ulteriore biglietto da visita per ogni produttore che vuole comunicare la proprio Denominazione in un semplice gesto.

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Valoritalia informa

Valoritalia informa

VALORITALIA REGOLAMENTATO L’APPLICAZIONE DEI CONTRASSEGNI DI STATO AI VINI D.O.C. VENEZIA, LISON-PRAMAGGIORE E PIAVE

b) L’imbottigliamento del vino certificato e l’apposizione delle fascette avvengono nello stesso momento (per non fare due passaggi sull’impianto di imbottigliamento). In questo caso le fascette vengono richieste per il quantitativo che l’azienda intende imbottigliare (tutta la partita certificata o una parte). Non serve poi comunicare l’imbottigliamento perché la comunicazione è implicita nella richiesta di contrassegni.

Il Consorzio Vini Venezia, con comunicazione del 2 Luglio 2013, ha fatto richiesta al MIPAAF di applicare i contrassegni di stato su tutte le tipologie delle tre D.O.C. Venezia, Lison Pramaggiore, Piave. Dopo l’iter che ha visto l’approvazione del MIPAAF il 9 luglio 2013, il successivo parere favorevole delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, la modifica dei Piano di Controllo da parte di Valoritalia e la conseguente approvazione il 12 settembre 2013 dal parte del MIPAAF, dal 1° gennaio 2014 tutte le Denominazioni del Consorzio Vini Venezia avranno come sistema di tracciabilità il contrassegno di stato prodotto dal Poligrafico dello Stato.

c) L’azienda Imbottiglia la partita di vino atto e comunica l’imbottigliamento a Valoritalia tramite la richiesta di prelievo. Non è necessario inviare la comunicazione entro i 7 giorni perché comunque non è possibile vendere le bottiglie prima della certificazione. In questo caso in fase di richiesta di prelievo vengono richiesti tutti gli elementi dell’imbottigliamento: data, volume, numero bottiglie, lotto. Con la richiesta di prelievo possono essere richieste anche i contrassegni necessari.

LNEE GUIDA PER L’UTILIZZO E LA RICHIESTA DEI CONTRASSEGNI DI STATO (in applicazione del D.M. 19-04-2011 e dei nuovi Piani di Controllo)

N.B. Si precisa che ai fini della tracciabilità i contrassegni che vengono richiesti e rilasciati per una determinata idoneità dovranno obbligatoriamente essere applicati a tale prodotto.

AMbITO DI APPLICAZIONE

Il confezionamento dei vini a D.O.C.G. (Lison e Malanotte) destinati all’immissione al consumo comporta l’obbligo dell’uso della «fascetta» tipo

La fascetta è utilizzata, a partire dal 1° gennaio 2014, anche per il confezionamento dei vini D.O.C. Venezia, Lison-Pramaggiore e Piave. La fascetta sarà del tipo

APPLICAZIONE DEI CONTRASSEGNI DI STATO

CONFEZIONAMENTO VINI D.O.C. VENEZIA D.O.C. LISON PRAMAGGIORE D.O.C. PIAVE

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a) Richiesta dei contrassegni svincolata dalla richiesta di prelievo I contrassegni possono essere ritirati presso il magazzino di Valoritalia il giorno seguente alla richiesta oppure vengono consegnati a domicilio entro il terzo giorno successivo alla richiesta. b) Richiesta dei contrassegni contestuale alla richiesta di prelievo I contrassegni possono essere ritirati presso il magazzino di Valoritalia al pomeriggio stesso in cui si è svolta la degustazione (con esito positivo) oppure vengono consegnati a domicilio entro il terzo giorno successivo alla richiesta.

RIChIESTA CONTRASSEGNI PER VENDITA ALL’ESTERO

I contrassegni sono richiesti direttamente dall’azienda estera (destinatario), ma la spedizione è curata dall’esportatore (mittente). In questo caso si utilizza il trasportatore convenzionato con Valoritalia, spese a carico del destinatario. La spedizione deve essere accompagnata dalla seguente documentazione: a) documento di trasporto con destinazione estera di consegna; b) fattura dei contrassegni (Non Imponibile art. 8/A D.P.R. 633/72); c) fattura pro-forma (FATTuRA PRO-FORMA) compilata inserendo numero, data e importo analoghi alla fattura emessa; d) dichiarazione di libera esportazione (DIChIARAZIONE LIbERA ESPORTAZIONE).

La fascetta è applicata sui sistemi di chiusura dei recipienti in modo tale da impedirne la riutilizzazione. Le indicazioni riportate nelle fascette devono essere interamente leggibili una volta che la fascetta sia stata applicata sui recipienti. Adempimenti delle ditte imbottigliatrici: • le aziende devono fare richiesta all’organismo di controllo specificando i quantitativi e il riferimento al certificato di idoneità • i contrassegni utilizzati vanno annotati sul registro di imbottigliamento

RITIRO DIRETTO DEI CONTRASSEGNI PRESSO SEDE DI VALORITALIA I contrassegni sono richiesti direttamente dall’azienda estera e ritirati dalla medesima presso la sede di Valoritalia. In tal caso sulla bolla viene indicato che il trasporto è a carico del destinatario con riportata l’indicazione “porto assegnato”. Contestualmente al ritiro della merce dovrà essere controfirmato e consegnato in copia MODC_V.

Per la DOC VENEZIA non ci sono limiti relativi ai recipienti mentre la D.O.C. Lison Pramaggiore e la D.O.C. Piave prevedono le seguenti restrizioni: LISON PRAMAGGIORE: i vini a Denominazione di Origine Controllata «Lison Pramaggiore» devono essere immessi al consumo unicamente nelle tradizionali bottiglie di vetro, fino a una capacità massima di litri 9, chiuse con tappo raso bocca, mentre per le bottiglie fino a 0,375 litri è consentito l’uso del tappo a vite. È tuttavia consentito per le bottiglie fino a litri 1,500, con esclusione della versione riserva, l’uso del tappo capsula a vite. PIAVE: i vini a Denominazione di Origine Controllata «Piave» devono essere immessi al consumo unicamente nelle tradizionali bottiglie di vetro, fino a una capacità massima di litri 9, chiuse con tappo raso bocca, mentre per le bottiglie fino a 0,375 litri è consentito l’uso del tappo a vite. È tuttavia consentito per le bottiglie fino a litri 1.500, con esclusione della versione riserva, l’uso del tappo capsula a vite. Per entrambe le D.O.C.: no Bag in Box - No fusti Sui fusti e sui bag in box (D.O.C. Venezia) si applicano i contrassegni adesivi sulle bocchette di spillatura.

MODALITà DI RIChIESTA DEI CONTRASSEGNI DI STATO A VALORITALIA A SEGuITO DELLA CERTIFICAZIONE

CONSEGNA E DISTRIbuZIONE DEI CONTRASSEGNI

L’iter certificativo può variare: a) l’azienda certifica la partita di vino (richiesta di prelievo, analisi chimico fisica, analisi organolettica, emissione certificato d’idoneità), imbottiglia (e ne dà comunicazione a Valoritalia), richiede le fascette a Valoritalia e le applica facendo l’annotazione sui registri di cantina;

VENDITA IN SVIZZERA DI PRODOTTO SFuSO CERTIFICATO Nel caso di vendita in Svizzera di prodotto sfuso certificato, come previsto da Accordo Italo Svizzero n.470 del 28 settembre 1994, paragrafo III, “I contrassegni saranno inviati a destinazione a cura dell’esportatore e a spese dell’importatore”. VENDITA IN ITALIA E ALL’INTERNO DELL’u.E. Si ricorda che le vendite all’interno dell’u.E., seguendo le disposizioni di libera circolazione delle merci, E si applicano le procedure nazionali. Pertanto, i contrassegni dovranno essere accompagnati con documento di trasporto e ritirati direttamente dall’imbottigliatore, o suo delegato presso la sede di competenza, oppure inviati al destinatario, a sue spese, tramite DhL.

PROCEDuRE RESO CONTRASSEGNI PER CAMbIO CAPACITà O SFRIDO

Le aziende, per esigenze commerciali, possono chiedere il cambio capacità dei contrassegni di Stato, restituendo i contrassegni inutilizzati con regolare documento di trasporto riportando sul medesimo serie alfa numerica dei resi. L’azienda comunicherà la capacità in sostituzione. È possibile, inoltre, per le aziende richiedere, a seguito di sfridi di confezionamento, per un massimo dell’1,5% di ciascuna partita a D.O. certificata, contrassegni in sostituzione di quelli rovinati. CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3| 2013

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Malanotte day

Contrasegno di Stato

Malanotte Docg, brand delle Terre del Piave

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on solo le bollicine dorate caratterizzano il territorio tra le province di Treviso e Venezia. C’è una giovane denominazione che sta dando grandi soddisfazioni dal punto di vista della qualità. La sfida dei produttori e del Consorzio Vini Venezia è quella di riuscire a valorizzare il Malanotte del Piave Docg che ha una storia da raccontare. L’incontro che si è tenuto sabato 26 ottobre 2013 in Borgo Malanotte a Tezze di Piave – Vazzola (TV) è stato l’occasione per fare il punto sulla valorizzazione del Malanotte del Piave Docg, diamante nero delle Terre del Piave. Attraverso il contributo di relatori autorevoli si è cercato di tracciare delle linee di indirizzo sulle strategie di promozione di un vino che è brand del territorio. Ad aprire il talk show ponendo l’accento sull’importanza di puntare sulle eccellenze del territorio è stato l’europarlamentare Giancarlo Scottà che una settimana prima, a Bruxelles, aveva promosso l’evento “7 saperi” per presentare ai colleghi alcuni prodotti tipici veneti e friulani tra i quali il Raboso del Piave Doc ed il Malanotte del Piave Docg. Attilio Scienza, professore dell’Università di Milano, ha evidenziato l’importanza di creare il marchio ‘ombrello’ sotto l’egida di un nome importante e universalmente riconosciuto. Operazione che è stata fatta con la creazione del Consorzio Vini Venezia e della Doc Venezia. Occorre rivalutare, secondo il prof. Scienza «aspetti come antropologia, cultura, storia del territorio. La Bellussera,

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metodo antico di allevamento della vite di Raboso tipico di questo territorio, può distinguere, essere elemento di cultura». Scienza si è detto «fiducioso nel futuro del vino, ma è necessario andare all’estero con la filiera, perché è il modello viticolo che vince». Franco Malenotti, ex patron di Belstaff, titolare di Matchless London, discendente della nobile famiglia Malenotti che diede il nome al Borgo, esperto internazionale di brand management, ha detto un parola chiave «moda». «Quello del vino è un settore fatto di tecnici, di alte professionalità, quello che manca, da sviluppare è l’aspetto legato ai veicoli di promozione soprattutto non tradizionali». Per Luca Cuzziol, titolare di Cuzziol spa, distributore di bevande e vino a livello internazionale, «il legame con il territorio è determinante, il legame con Venezia è strategico». Cuzziol ha inoltre sottolineato che «quello del vino è un settore tradizionale e tradizionalista nel quale occorre trovare nuovi modelli di promozione». Fabio Piccoli, giornalista e titolare dell’agenzia di comunicazione e marketing Ethica, ha sottolineato una parola chiave che è «trasparenza, ciò che raccontiamo deve essere vero». Piccoli ha detto anche che «un territorio produttivo diventa remunerativo se è già profeta in patria». Un chiaro messaggio ai produttori affinché sappiano fare squadra, massa critica e che prima di tutto ‘convincano’ ristoratori e titolari di enoteche ad avere nei loro locali i vini del territorio.

I Vini del Consorzio indossano la prestigiosa fascetta

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ossi intriganti, bianchi aromatici e vivaci rosè: garantiti dalla vigna alla bottiglia, tutti i Vini a Denominazione di Origine Controllata “Venezia”, “Piave” e “Lison-Pramaggiore” vestiranno la prestigiosa fascetta, massima garanzia di qualità. Il percorso di valorizzazione delle Denominazioni prodotte nel Veneto nord orientale è iniziato nel 2010 quando il Lison e il Malanotte del Piave hanno ottenuto il massimo riconoscimento con la D.O.C.G., la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Il passo successivo è stato segnato dalla scelta lungimirante dei produttori dell’area trevigiana e di quella veneziana di unire le loro forze in un unico consorzio, nato a settembre del 2011. Nel 2012 il Consorzio Vini Venezia ha ottenuto dal Mipaaf l’autorizzazione a svolgere le attività di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura degli interessi relativi alle Denominazioni in “erga omnes”. Con la

vendemmia 2013, tracciabilità e qualità delle produzioni saranno garantite dal rigoroso sistema del contrassegno di Stato per tutti i vini D.O.C. Un processo di trasparenza e di tutela che parte dalla vigna e arriva alla bottiglia a tutela dei produttori e dei consumatori. «Questa è la precisa volontà dei produttori della denominazione – afferma Giorgio Piazza, presidente del Consorzio Vini Venezia - espressa unanimemente in consiglio del Consorzio, a conferma dei percorsi di qualità, sicurezza, origine e serietà intrapresi da molti anni sia in vigna che in cantina ed anche nel mercato, da tutti i vitivinicoltori». Anche le Denominazioni tutelate dal Consorzio Vini Venezia si affiancheranno dunque alle più rinomate D.O.C. italiane che lasciano il lotto e approdano al contrassegno di Stato, stampato dalla Zecca di Stato secondo le più moderne tecniche anti contraffazione.

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Strada facendo

Enoturismo, obiettivo per il 2014: sfruttare al meglio le potenzialità

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ph. - W. Heiber Fotostudio - Fotolia

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nche il 2013 è volato: ci siamo lasciati poco prima della vendemmia (confrontandomi con molti di voi, mi pare che questa sia stata una buona annata per la qualità dei vini prodotti) e ci ritroviamo a tirare le somme su quanto fatto quest’anno, con un occhio al prossimo.Prima di passare alle valutazioni per il futuro, mi preme ricordare che, prima del Natale, saremo ancora presenti sul territorio: ci troverete a Portogruaro dove, in occasione della Fiera di S. Andrea, abbiamo organizzato l’annuale degustazione ufficiale dell’AIS Veneto, per selezionare i vini delle aziende delle Doc Lison Pramaggiore, Piave e Venezia, da presentare all’edizione 2014 del “300x100”, la kermesse delle etichette venete di qualità, prevista per la prossima primavera. Inoltre potremo salutarci e farci gli auguri per le feste, magari bevendo un buon calice di Lison Docg, a San Stino di Livenza, dove, nel corso del mese di dicembre saremo partner dell’Amministrazione Comunale nell’organizzazione di una serie di eventi promozionali legati al Natale (per approfondimenti: www.sanstino.it e www.stradavini.it). Venendo ai bilanci, l’anno che si sta chiudendo ha alternato momenti di difficoltà a passaggi che ci hanno dato molta soddisfazione, primo fra tutti il bel convegno orga-

Strada facendo nizzato a marzo, ad Annone Veneto, dedicato all’enoturismo, il cui successo in termini di pubblico mi fa capire che c’è la consapevolezza delle potenzialità, in parte non adeguatamente sfruttate, di una zona come la nostra (un grazie particolare alla BCC Pordenonese, che anche quest’anno ha creduto in noi, a partire da questa iniziativa). Avverto, però, un generale senso di stanchezza tra gli associati ed i produttori in generale: mi rendo conto, in prima persona, che fare vino (e farlo di qualità) non è un problema per le nostre aziende, il problema nasce quando ci sono troppi vincoli nel fare bene il proprio mestiere. Anche nell’ambito associativo ci sono alcuni problemi, primo fa tutti la difficoltà di poter accedere ai finanziamenti per il numero limitato di bandi ancora disponibili, per cui fare promozione del territorio e nel territorio è sempre più difficile. Peraltro, siamo tutti d’accordo che l’anno venturo non sarà certamente più semplice di questo, forse le difficoltà, nel contesto generale, aumenteranno, ma non dobbiamo farci prendere dallo scoramento proprio adesso, dopo tanti sacrifici, invece possiamo solo rimboccarci le maniche (come sempre!) per non sprecare quanto fatto fin qui. È per questo che mi sento moderatamente fiducioso e ottimista, perché con la collaborazione di tutti gli attori del territorio, ossia aziende, enti pubblici, sponsor, associazioni di promozione, consorzio vini, possiamo fare ancora molto per valorizzare i nostri vini, le nostre aziende e le nostre terre e la Strada Vini di Lison Pramaggiore quando verrà chiamata o coinvolta sarà sempre presente per fare il massimo delle proprie possibilità. Con questa prospettiva, a nome del Comitato di Gestione e della Segreteria della Strada Vini Lison Pramaggiore porgo ai lettori di “Serenissimi Vini” i migliori Auguri per un Sereno Natale ed un Felice Nuovo Anno. Enol. Stefano Collovini Presidente della Strada Vini Doc Lison Pramaggiore

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Buone nuove Il Gambero Rosso premia il Merlot di Astoria “Il Puro” Merlot Doc Venezia 2012 di Astoria ha conquistato il prestigioso Oscar Berebene del Gambero Rosso. Un attestato importante della bontà di questo vino: il Puro conquista con un colore rubino molto intenso con sfumature violacee, l’odore intenso, con ricordo di frutta a bacca rossa e spezie e un sapore pieno, corposo, morbido, di grande intensità e struttura. Qualità che ne hanno decretato il successo non solo tra i giudici del concorso, ma anche tra sempre più numerosi appassionati che cercano vini che raccontino al meglio il territorio.

Il Lison 2012 dell’azienda Casere premiato alla Mostra dei vini di Pramaggiore L’azienda agricola Casere, nel mese di maggio, ha partecipato al concorso dei vini Lison-Pramaggiore, svoltosi alla Mostra dei Vini a Pramaggiore. È stato un appuntamento importante per conoscere diverse aziende agricole del territorio, per scambiare opinioni e idee sul settore del vino. Alla Mostra dei vini, dopo un’attenta selezione tra tante cantine presenti al concorso, l’ azienda Casere ha avuto l’onore e la soddisfazione di portare a casa a pieno titolo il premio per il miglior vino con il Lison della vendemmia 2012. Il Lison dell’azienda Casere è un vino di colore giallo paglierino, in cui giocano eleganti riflessi citrini, di profumo delicato, gradevole, intenso e caratteristico. Il sapore è asciutto, lievemente aromatico, su fondo amarognolo che ricorda il mandorlo.

La Frassinella L’azienda agricola La Frassinella ha partecipato al 15° concorso regionale EnoConegliano, promosso dall’associazione Dama Castellana di Conegliano, ottenendo buoni risultati. Il Lison Classico Docg 2012 si è aggiudicato il Diploma di Merito. Sigillo di Bronzo invece per il Lison Pramaggiore Refosco dal Peduncolo Rosso 2011 che prevede l’affinamento di tre mesi in barriques di rovere. La Frassinella si trova proprio nel cuore della Doc Lison Pramaggiore e della Docg Lison; ha sede infatti nel borgo di Lison che ha dato il nome alle denominazioni.

Dogale passito e Lison Docg, i due volti del Natale 2013 dell’azienda Le Carline Per Natale all’azienda Le Carline si potrà trovare come sempre una vasta scelta di confezioni natalizie, come bottiglie di bollicine in formato Magnum nel suo elegante astuccio, l’ideale per un brindisi durante le feste natalizie, senza dimenticare i bauletti in legno...e molto altro ancora! Quest’anno si può scegliete di offrire agli ospiti, durante il pranzo di Natale, due vini che hanno regalato all’azienda grandi soddisfazioni: il Dogale vino passito, che racchiude un profumo intenso ed un sapore avvolgente, premiato con la Medaglia d’Oro al Concorso Biodivino, ed il Lison Docg Classico, vino simbolo del nostro territorio, “Oscar” nella guida Berebene 2014 di Gambero Rosso.

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Buone nuove Sauvignon Terra Musa, un’eccellenza bio Luca Maroni (Annuario 2014) con un giudizio di 89 punti così scrive del Sauvignon 2012 di Terra Musa: “Complimenti a Terra Musa per l’eccezionale fittezza che diffusamente svela la sua uva. Non un vino di consistenza meno che eccellente, sia esso bianco o rosso..” e “..un’ottima viticoltura, una distintiva, nitida enologica esecuzione”. Il Sauvignon Terra Musa fa parte della linea Bio. Moreno Musaragno ha infatti scelto il rispetto della natura adottando i rigidi regolamenti dell’agricoltura biologica.

Un anno di Malanotte Il Malanotte 2008 Rechsteiner in meno di un anno di vita ha già ottenuto due importanti riconoscimenti: dopo esser stato apprezzato dai sommelier dell’AIS Veneto, ha ricevuto una lusinghiera menzione anche da parte della redazione della rivista specializzata Merum, che l’ha inoltre inserito nella lista dei vini selezionati per i propri clienti. Il Malanotte 2008, disponibile anche in versione Magnum, è un ottima idea regalo per Natale. Per celebrate le Festività, Rechsteiner Wine and Agriturismo: www. rechsteiner.it

La community del Consorzio Sito internet, facebook, twitter: anche attraverso questi strumenti, particolarmente efficaci negli ultimi anni, il Consorzio Vini Venezia promuove le Denominazioni e offre visibilità alle aziende associate. L’ultima novità riguarda la sezione del sito dedicata agli eventi che ha aperto le porte alle iniziative organizzate e promosse dai soci. Le cantine associate al Consorzio che desiderano promuovere gli eventi organizzati possono inviare una mail con tutte le informazioni a ufficiostampa@consorziovinivenezia.it Per le aziende che lo desiderano, il Consorzio offre la possibilità di avere uno spazio dedicato all’interno del sito internet dove inserire tutte le informazioni alle quali l’azienda desidera dare visibilità. Per maggiori informazioni in merito, si può contattare l’ufficio operativo del Consorzio (consorzio@consorziovinivenezia.it oppure 0421 799256) CONSORZIO VINI VENEZIA ˙ 3| 2013

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Verba volant, scripta manent

Dove saremo

I nostri prossimi appuntamenti ProWein edizione 2014 Dal 23 al 25 marzo 2014, il Consorzio Vini Venezia sarà a Düsseldorf (Germania) in occasione dell’edizione 2014 di ProWein che taglierà il traguardo dei 20 anni.

Vinitaly 2014 Dal 6 al 9 aprile 2014, il Consorzio Vini Venezia sarà a Verona in occasione della 48^ edizione di Vinitaly. Le Aziende associate al Consorzio, interessate a presentare i loro prodotti nell’ambito dello spazio espositivo allestito dal Consorzio, possono contattare l’ufficio consortile di Pramaggiore per qualsiasi informazione (tel. 0421 799256 consorzio@consorziovinivenezia.it)

ilma le espongono, inesorab aggiore, Piave e Venezia o le nostre eccellenze, per le D.O. Lison-Pram rafforzano e consolidan e abbia sempre più do, ator mon sum con nel il e Contrassegni di stato che opa sì Eur fa in ne oalimentare italiano, del comparto. Tale situazio sima garanzia viene data I continui successi dell’agr danno a tutta l’economia settore vitivinicolo, la mas ne causando un ingente te sulla sua tavola. Nel siglio di amministrazione met Con che Il . otti ane prod itali dei mente, alla contraffazio Doc nza nti sulla qualità e provenie sa anche alle più importa este berato di “vestire” con la ora deli g, ha Doc e, e dell ator va bisogno di essere garantito sum con in esclusi io le nuove esigenze del to, una fascetta, prima rocc Sta app di afferma Giorgio Piazza, to – no e gius seg il ntal tras con ame con e fond dal gio affrontar naio 2014. «Un passag , consapevole di dover gen ezia 1° Ven dal il nostro Pinot Grigio. e is Vini Piav io prim e in sorz iore ive, Con del ramagg resentat e Doc Venezia, Lison-P ente le tipologie più rapp dell riorm iglie ri le azioni annunciate, ulte bott utto re le he prod arda i anc agu tutti fascetta e con rà di salv tri vini». Per approfondir Venezia - che permette nos i Vini io tanti di Valoritalia per o sorz sen iunt Con pre agg del rap re i te no un valo presiden lta non sia un limite ma ro nel quale interverran sce ont sta inc que un 18 che ore ione Nella convinz novembre alle to passaggio. organizza per lunedì 25 arie per questo delica il Consorzio Vini Venezia e le procedure necess tutt e trar illus per e dell’ ICQRF

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Per essere sempre aggiornati sugli appuntamenti del Consorzio, visitate il sito:

www.consorziovinivenezia.it

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TMG Impianti S.p.A. Fondata nel 1976, TMG Impianti S.p.A. ha saputo imporsi nei mercati mondiali attraverso la continua applicazione delle esperienze maturate sul campo, riuscendo così a sviluppare una qualificata conoscenza tecnologica, grazie ad innumerevoli installazioni di proprie linee in tutto il mondo. La linea di prodotti comprende formatori di cartoni, incartonatrici, chiudi cartoni, palettizzatori, depalettizzatori e robot. Queste macchine sono poi combinate assieme in modo da fornire complete soluzioni chiavi in mano di impianti di confezionamento nel fine linea. Negli anni TMG ha realizzato molteplici impianti per la palettizzazione e confezionamento di svariati prodotti soprattutto nel settore Beverage dove si è assicurata la fiducia di prestigiose organizzazioni multinazionali. In prospettiva annuale, TMG realizza circa 200 linee di incartonamento e di palettizzazione e in quasi 40 anni di attività, ha installato circa 7000 macchine in tutto il mondo, raggiungendo un traguardo prestigioso che rispecchia l’elevata professionalità dell’azienda.

GAMMA DI PRODOTTI • Palettizzatori • Formatori di cartoni • Incartonatrici / incassettatrici • Chiudi cartoni • Robots • Avvolgitori • Trasporti e dispositivi • Sistemi di movimentazione pallet

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SETTORI DI MERCATO TMG Impianti è specializzata nella movimentazione di bottiglie e contenitori, di vetro e di plastica (come PVC e PET), nei settori del food, beverage (vino, succhi, birra ecc), chimico e dei prodotti di cura personale e di casa (shampoo, detergenti, detersivi ecc) e alcune applicazioni specifiche come gli olii alimentari. TMG è una delle realtà leader in Europa nel settore del winery, offrendo soluzioni personalizzate per l’incartonamento, la palettizzazione e la movimentazione interna dei prodotti. *nella foto: Vega60 Depalettizzatore automatico a spinta per strati interi di prodotti, composto da paratie laterali di sostegno prodotto, doppio sistema meccanico per la movimentazione verticale della paletta e del piano motorizzato di traslazione.


ipsofactory.it

Laboratorio Polo, Bioenologia 2.0 e Atecnos, tre realtà sorte come evoluzione di un concetto cardine che sta alla base della nostra cultura professionale e scientifica: niente può essere migliore di quanto esista già in natura. Per questa ragione orientiamo i nostri sforzi verso il perfezionamento continuo di metodi e strumenti che ci consentano di replicare i processi naturali, offrendo la più completa competenza enologica: analisi accurate ed uniche, consulenza enologica ed agronomica, prodotti naturali e lieviti attivi in crema. Esiste un nuovo modo di fare enologia? Naturalmente sì e solo naturalmente.

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