GETTY IMAGES
AVERE UNA
SIGNIFICA
UALCOSA
A VOLTE DI
CI CHE ESSE
occhio
ENTI DA Q
ÒULTIMOÓ PERCHƒ U NA SCRITT E LO DICE RI IN UN LIBR O LUCIDO CE é RIEMERSA DAL NEON GLA , AMBIENT L CIALI E VE ATO IN STA A DIPENDENZA . NATO DI P METTERSI NZE AUR SA E SCOPRIR LOPETTE DI JEANS, C E STRANE. COME Q TRISTI DAI U E CHE IL C ORPO DEL APIRE DI NON ESSER ELLA DI LE DONNE E LINDSAY NON DIME NTICA di Vio LOHAN letta Bell
RE DIPEND
LA FR A
SE USA TA PER
IL CON
TORNO DEL BIC CHIER
E é TRATT A DALLA
PRIMA PAG INA DE IL C ORPO NON D IMENTICA DI VIO LETTA
CON TE ST
A VOLTE DI CI CHE ESSE RE DIPENDEN TI DA QUALC OSA SIGNIFIC A AVERE UN A STORIA DÕ AMORE EP ICA CON TE STESSO
SORSO
STORIA DÕAM ORE EPICA
A VOLTE DI CI CHE ESSE RE
FINO ALLÕU LTIMO
ESSO
stato liquido
BELLOCCHIO.
mc 253
stato liquido
RIA DÕAM
ORE EPICA
HE ESSERE DIP
ON TE STE L E EPICA C A QUA IA DÕAMOR ENTI D E UNA STOR R E D V A N A C I E F I IP SIGN EAD DA QUALCOSA VOLTE DICI CHE ESSERE DIPENDENTI
LT SSO A VO
E ES E DICI CH
A VOLTE D
N TE STESSO
ICI CHE ES
EPICA CO
SER
COSA S
ALCOSA SIGNIFICA AVERE UNA OSA UALC TI DA Q N E D N E SERE DIP
ENDENTI DA QU
DÕAMORE
UNA STO
OLTE DICI C
STORIA
AVERE IGNIFICA
SSO A V CON TE STE
«Era comE vivErE dEntro un film». Questa è una frase che ho sentito spesso, detta da donne che, come me, vole-
IC A
vano prendere le distanze dalla loro vita passata, e quindi avevano deciso di disintossicarsi. Non era facilissimo, però non era nemmeno l’incubo che ci avevano raccontato libri, dischi e fiction tv: ci si poteva provare. La prima volta che ho sentito quella frase da un’altra donna, a una riunione di Alcolisti Anonimi a New York, io ero già pulita da diversi anni. Quattro o cinque, mi sembra. Avevo un nuovo lavoro, nuovi amici, ero uscita con qualche uomo. Tutto normale. Lo stesso, ho annuito e ho pensato: so esattamente cosa intendi. La dipendenza cambia il tuo senso del tempo, perché fa di te l’attrice, la regista e la scenografa di un interminabile drama personale. La tua vita è una soap opera senza un inizio preciso, dove sei tu a premiarti, a punirti, a illuderti. Sei sempre in scena, in qualche modo. Per quanto riguarda la mia storia, i punti fermi sono tre. uno: sono diventata alcolista perché, a differenza della cocaina e della metanfetamina in cristalli, l’alcol in Italia è legale, economico e venduto ovunque. duE: sono diventata alcolista perché non so cantare. E non so recitare. Però, di base, io volevo essere una cantante/attrice disadattata. Volevo una vita di grandi alti e bassi. Come una nuova Elizabeth Taylor, solo senza talento. trE: sono diventata una ex alcolista perché, dopo anni di collassi, ricoveri in ospedale, lavori persi, traslochi falliti e uomini che mi facevano schifo, il ruolo dell’attricetta problematica cominciava a starmi stretto. Avevo 28 anni, e ho smesso di bere. Negli ultimi mesi di quella vita - la mia ex vita, diciamo - ho cominciato a sognare Malibu. a malibu si va pEr darE un taglio allE bruttE abitudini. È lì che stanno le cliniche rehab più famose del mondo, in una striscia di terra accanto al mare, con il cielo azzurro sempre sopra di te. Ce ne sono trentacinque, di cliniche, a Malibu, tutte private. Alcune dicono di poterti raddrizzare la schiena in 28 giorni, soddisfatto o rimborsato. Alcune somigliano a grandi alberghi: pubblicizzano la bellezza del paesaggio naturale, le camere singole sempre disponibili, il grado di comfort offerto ai pazienti. Altre possono vantare un paio di “storie a lieto fine” tra i loro ex clienti. Ma la sostanza non cambia. Malibu County: la Liguria dei tossicodipendenti. di malibu parlava courtnEy lovE, in una canzone che si chiamava (appunto) Malibu, e credevo ci fosse passata anche lei. Invece pare di no. Malibu era il secondo singolo estratto da un album delle Hole, Celebrity Skin, che per Courtney Love doveva segnare “l’inizio della rinascita” dopo la morte di Kurt Cobain. Una che da Malibu c’è passata davvero è Lindsay Lohan, per due dei sei ricoveri al suo attivo, nel momento in cui scrivo. Credevo che le donne famose fossero resistenti alla disintossicazione perché avevano amici mediamente orribili che le aspettavano al varco, pronti a indurle in tentazione, il minuto spaccato in cui mettevano piede fuori dalle cliniche. Ora mi sembra che il problema sia la struttura della dipendenza femminile. Una questione di corpo, insomma. Il corpo di una donna è fatto per trattenere le cose: porta i segni e le tracce del passato, anche quando il cervello vuole dimenticare, guardare avanti. Il mio corpo non ha dimenticato niente. soprattutto, io non sono mai stata a malibu; ho cominciato la disintossicazione nel retrobottega di una parrocchia milanese, in una stanza gelida in pieno inverno, con la Coca-Cola del discount nei bicchieri di plastica e i neon bianchi attaccati al soffitto. Provateci voi, a sembrare attrici carine e fragili, con i neon che buttano addosso a tutti la stessa luce da pronto soccorso est-europeo. Davvero, è impossibile. È già un risultato se sembri viva. Certo, poi ti spiegano che Alcolisti Anonimi è un’associazione senza fini di lucro, e questo significa che non ci sono i soldi per nulla. Mai. Italia, Francia, Stati Uniti, dovunque vai, lo stesso problema. Il denaro raccolto tramite donazioni serve a pagare gli affitti delle sale per le riunioni, la bolletta della luce, e si arriva sempre col collo tirato alla fine del mese. Di dare una mano di bianco non se ne parla. Per lo meno, negli Stati Uniti, coprono le macchie di umidità con qualche poster motivazionale. A New York ho passato due ore fissando un cartello che recitava, a caratteri cubitali, “non esiste il modo sbagliato per disintossicarsi”. Grazie, cartello. Ho apprezzato molto. Non l’ho IF GN detto a nessuno, ma sospetto che la bruttezza fisica dei luoghi di cura serva a non A SI LCOS A U Q DA NDENTI farti dimenticare mai dove ti trovi, e perché sei arrivata lì. RE DIPE HE ESSE AV
TE OL
CON TE ORE EPICA ORIA DÕAM VERE UNA ST A DIC A IC IF N G SI I CHE ESSERE DIPENDENTI DA QUALCOSA
254 mc
STESSO A
ICI C VOLTE D
stato liquido
A VOLTE DICI
A VOLTE DI CI CHE ES SERE DIPEND ENTI
CHE ESSERE DIPENDENTI DA QUALCO SA SI
NIFICA AVERE UNA STORIA DÕAMORE GA EPICA CON T VOLT E STESSO A V E DIC OLTE DICI C I CHE HE ESSERE ESSERE DIPENDEN DIPEND TI DA QUA ENTI DA LCOSA SI QUALCO GNIFICA SA SIGNI AVERE U NA STOR FICA AVE RE UNA S IA DÕAM TORIA DÕA ORE EP MORE EPIC ICA C A CON TE S ON TE TESSO A VO STES LTE DICI CHE SO ESSERE DIPENDEN TI DA QUALCOSA
A
La mia prima voLta da aLcoListi anonimi piangevo e parlavo di binge drinking, bulimia legata al consumo di alcol, parlavo davanti a una parata di facce gentili, cortesi, le facce normali di altri uomini e donne come me, che sapevano cosa intendevo ma stavano meglio, e pensavo a Britney Spears, che si sarebbe rasata la testa un anno dopo, pensavo alla Valle delle bambole, che in Italia non ha letto nessuno, pensavo a Courtney Love con il mascara colato, pensavo che non mi sarei mai sposata, ma non aveva senso parlare di certe cose lì dentro. Non eravamo in California. A volte penso che se fossi andata a Malibu mi sarei sposata subito. Di più: avrei trovato l’amore. Magari mi mettevo con Colin Farrell. Sarebbe piaciuto ai miei genitori. Loro vanno al cinema insieme ogni domenica pomeriggio. mia madre mi vuoLe bene. Anche mio padre, se è per quello. Tutti e due si preoccupano che mangi abbastanza, che io abbia un buon cappotto per l’inverno, e non hanno nessuna, nessuna, nessuna responsabilità in quello che mi è successo. Non è colpa loro, se la loro unica figlia è nata col bisogno di farsi del male: nessun genitore spera di mettere al mondo una ragazza disturbata. Ma non è facile, “lasciarsi tutto alle spalle”, per le donne che, come me, hanno conosciuto una forma di dipendenza. Perché interrompere una dipendenza significa rinunciare a una forma di amore incondizionato. Significa lasciare per sempre la casa di un uomo che ti picchiava tutte le notti, ma ti amava così tanto. Avrebbe dichiarato guerra a un paese intero solo perché tu potessi diventare la sua regina. io ho dovuto sbattere La testa aL muro prima di provare a cambiare. Ho dovuto cercare Alcolisti Anonimi su internet, per scoprire che loro avevano anche un numero verde a cui rispondevano i volontari dell’associazione. (E lì, altri fiumi di lacrime. Che vergogna). L’alcol non è mai stato una dipendenza a cui l’Italia abbia reagito, non dico con prontezza, ma con una soluzione, un’idea di cura a lungo termine. Sono stata bambina negli anni anni ’80, e l’unica cosa che mi è rimasta dell’infanzia è il terrore sacro per l’eroina, perché quella era la droga che ti faceva finire in comunità. L’unica cosa che non dovevi fare mai. Del resto non si parlava, quindi non esisteva. Guardavo Vincenzo Muccioli ai tg, sembrava Mangiafuoco di Pinocchio, e io tremavo di paura. Ma la realtà di una dipendenza era già molto vicina a me, non c’era bisogno di cercarla in tv. La dipendenza era il divieto di giocare nei giardini di piazza Vetra, a Milano, perché lì dentro spuntavano più siringhe che margherite; la dipendenza era una giovane babysitter durata a stento un mese, sparita nel nulla, non prima di avermi convinto a tagliare i capelli alle mie Barbie, promettendomi che sarebbero ricresciuti. Poi è scomparsa. L’hanno presa in una comunità, forse. Se eri un tossico, l’unica speranza era andare a vivere e lavorare in una comunità. Ci restavi Il co rpo cinque, dieci anni. E anche se in certi posti non ti facevano passare le crisi d’astinenza a cinghiate, pas- (Mondadnoorni,dimentica e 17 savi comunque dieci anni della tua vita con addosso una salopette di jeans, a zappare la terra e pianta- Violetta Bellocchio,) d•i la confessi one du ra re peonie. Anche oggi, le salopette di jeans mi spaventano più dei manicomi. d i unÕex alco ta. Una che posso dire. Nel profondo del mio cuore sono sempre rimasta un’attricetta disadattata. storia di umlis iliazioni, an gosce ma an Stando ai pettegolezzi, Faye Dunaway non si è mai lasciata alle spalle il suo ruolo nel film Mamche di seconde po ssibilitˆ. mina cara, non perché abbia trasportato le pessime abitudini di un personaggio nella sua vita privata, ma perché interpretare quel personaggio l’ha costretta a prendere contatto con tutta la rabbia e la cattiveria che aveva già dentro di sé. E così il film si è mangiato l’attrice. (In compenso il frutto è Mammina cara, una gran fonte di buonumore, se vi piacciono le scene isteriche). Ecco, accettando di ricordare la mia ex vita, e poi di scriverci un libro, sapevo che stavo firmando un contratto per “il ruolo di una vita”: l’ex alcolista, l’ex giovane donna disordinata. Non l’ho fatto per alVO truismo, né per interesse, ma perché ho capito che da certe scene non ti separi mai, e cerLTE DICI CHE ESS ti personaggi te li porti dietro per sempre. L’importante è ERE DIP ENDENT I DA QU ALCOSA imparare a a conviverci. o SIGNIFIC A SA
AVERE UN A STORIA DÕAMORE EPICA CON TE STESSO A V OLTE DICI CHE E SSERE DIPENDENTI DA QUALCO
256 mc