SOMMARIO
Consectet volorper aute exer sequis praesse quipit veriliquisi. Equat. Duisisit voloborperos eros au sed te velisim delenit velit ipit alis a con elessim vendipisi. Nissi. Del dolor senibh et prate enit facilla aut ad diam dipsustrud min v quat verate dolore mod tio ercinci ll vent iriustio erostrud elenim enis ac diat. Ut lor se minci tet iurercin ver aliquat praesendre elit er sim veleni laortis dip exero erciduis dolortis et velisi bla augue do conulla faci tat. aute vel ullan ullamet ulputat, quam
si tat, con vulla adio odo conse dunt
ugait, quatie delismolor augait nonacincin ute tat lamcor sit lamet la
t wiscip ecte diamet, sed magna vero ero od te consecte erit nissit, landit utpat nim incidui sciduissim cil iniam, susto dolorperos erate do augueri llaore vullam, se molor iam, quam dolorpe raesequat nult aciniam ing et, velit adipsuscin Faccummodit veliquipit in utat ut m augue ent prat, quat. Duisit vullan
Lets go music!
WOODSTOCK ovvero
3 GIORNI di PACE e MUSICA Il concerto che delineò il profilo di un’ epoca
re giorni di pace e musica”, promette-
organizzatori del Festival la sua enorme te-
vano i manifesti che pubblicizzavano un
nuta, situata appena più a sud-ovest di quello
festival di provincia da tenersi a Wood-
che avrebbe dovuto essere il luogo prescelto.
stock, nella contea di Ulster, stato di New
Sam, tra tanti, pensava che la tre giorni – 15,
York. Un concerto a pagamento come tan-
16 e 17 agosto del 1969 - avrebbe richiamato
ti, che però rischiò di tramontare quan-
al massimo cinquantamila persone a Bethel,
do le proteste della cittadinanza costrin-
dove si estendeva la fattoria di famiglia.
sero le autorità a negare l’autorizzazione.
Molto probabilmente, l’esperto Max dovet-
Un giovane fattore della zona, Sam Yasgur,
te pentirsi – come spesso accade – di aver
convinse allora suo padre Max ad affittare agli
dato retta al progetto strampalato del figlio:
già il 14 una marea umana cominciò a colare
delle ore, man mano che le colline partori-
dalle colline, riversandosi sulla sua tenuta.
vano giovani d’ogni origine, affluiti senza
L’intera contea, che si lasciava vivere len-
preavviso, e apparentemente senza ragione.
tamente e rifuggiva il disordine, ne rima-
Il malessere di una generazione sbattè dun-
se comunque sconvolta; ma dovette capire
que contro il rassicurante immobilismo
che “dove tuona un fatto, lì ha lampeggiato
della campagna americana, individualista
un’idea”. Inseguivano quest’idea in trecen-
e ordinata, che sembrò uscirne sconvol-
tomila, quattrocentomila, seicentomila, forse
ta. Nessuno aveva previsto uno scenario
più. Chi se ne frega delle cifre, pensavano,
del genere, nemmeno gli organizzatori, che
che continuavano a gonfiarsi col passare
confidavano nel prezzo del biglietto per po-
tersi permettere le celebrate band invitate alla kermesse, nemmeno la polizia, che attraverso gli altoparlanti degli elicotteri tentava di scoraggiare l’afflusso prospettando il raggiungimento dei limiti di capienza. La facilità con cui si poteva accedere al prato eludendo la (scarsa) sorveglianza, insufficiente per un’area così estesa e poco presidiabile, e la suddetta invasione di massa, costrinse allora i primi a rivedere l’idea di far entrare al festival solo chi aveva il biglietto: Woodstock divenne gratuito, mentre le speranze di pareggiare le spese si volsero alla produzione di un film e di un disco live. Come previsto, la stampa ed i media in genere – decisamente più vicini allo sconforto della famiglia Yasgur e della contea tutta, che all’entusiasmo della neonata comunità di Woodstock – focalizzarono dapprima l’attenzione sul caos, il disordine, l’insicurezza ed i pericoli derivanti dall’inattesa associazione spontanea concentrata sui prati della zona. Poi, col passare dei giorni, il fenomeno cominciò ad estrinsecarsi compiutamente, e divenne “un fenomeno di innocenza” al quale
i ragazzi avevano partecipato “per avere il piacere di stare insieme, liberi di godere uno stile di vita che è in sé stesso una dichiarazione d’indipendenza”, parafrasando uno degli editoriali più equilibrati dello stesso giornale. Rassicurò l’impressione che quella massa rifuggisse il conflitto e non volesse innescarlo, e venne fuori tutta l’ambivalenza di un’America che si scoprì scandalizzata e caritatevole, impaurita ma compiaciuta. Era evidente che i giovani non erano venuti per “passeggiare senza vedere grattacieli e semafori, lanciare aquiloni, abbronzarsi, respirare aria pura”, come celebravano – accentuando il carattere di ritorno alla natura, d’idillio pastorale – le pubblicità del festival, o almeno non solo. Non importava, quindi, che la strada 17B – diretta al festival – s’ingorgasse clamorosamente in un modo che avrebbe fatto impallidire Manhattan, che si impiegassero ore per percorrere metri, che le lacune organizzative emergessero in pieno, che si affogasse tra “pioggia, fango e piscio”. Importava invece il sentimento di coesione generato in una comunità che si scopriva capace di reggere il peso
delle emergenze e delle necessità, e mostrava di sapersi stringere, e di saperle affrontare. Nella zona si ammassavano tonnellate di rifiuti e sporcizia, mancava l’acqua, le condizioni igieniche apparivano compromesse, le comunicazioni si facevano difficili. Il servizio d’ordine, neanche a dirlo, era numericamente
insufficiente,
il
perso-
nale inadeguato, i servizi quasi nulli. L’assenza di qualsiasi forma d’autorità generò commoventi esperimenti di collaborazione tra i “portavoce” ed i giovani che si offrivano spontaneamente; la mancanza di qualsiasi forma d’amministrazione centralizzata, che provvedesse alle necessità individuali, li spinse a farsi carico dei problemi più disparati. Per questo fu spontaneamente prestata l’assistenza necessaria a limitare le emergenze principali; per questo – contrariamente alle previsioni – il crimine e la violenza furono ridotti quasi a zero, in quei giorni. L’autodisciplina e la cooperazione costituivano l’unica soluzione possibile, ed i “capelloni” mostrarono di averlo compreso.
er tre giorni, tra la sperimentazione
Richie Havens che, afferrato il microfono,
d’ogni tipo di droga e d’esperienza liser-
intonò con voce tremante la sua “Freedom”,
gica, tra libero amore e pioggia battente,
s’alternarono Richie Havens, Sweetwater,
si provò a costruire “la nostra cultura e la
Bert Sommer, Tim Hardin, Ravi Shankar,
nostra comunità, con la nostra musica, la
Melanie, Arlo Guthrie, Joan Baez, Quill,
nostra stampa, i nostri valori, miti e leg-
Country Joe McDonald, John Sebastian, Keef
gende”, per creare “una pazzia che sia auten-
Hartley Band, Santana e David Brown, In-
ticamente nostra!”, come scisse Jerry Rubin.
credible String Band, Canned Heat, Grateful
In questo senso vanno valutate le performan-
Dead, Creedence Clearwater Revival, Janis
ces degli artisti: dopo un emozionatissimo
Joplin, Sly and the Family Stone, The Who,
Airplane, Joe Cocker, Country Joe and the
Woodstock costituì un esperimento, ed una
Fish, Leslie West, Mountain, Ten Years Af-
brutale presa di coscienza: per questo il
ter, The Band, Johnny Winter, Blood, Sweat
suo valore supera di gran lunga il ricordo
and Tears, Crosby Stills Nash & Young, Paul
di Hendrix e della Fender Stratocaster de-
Butterfly Blues Band, Sha Na Na, Jimi Hen-
strorsa rovesciata, del grosso anello dorato
drix affabularono quella moltitudine giovane
sull’indice della mano sinistra per quanto
e determinata, che sembrava capace di su-
emozionante sia quell’immagine. Ha dato
perare le inumanità cittadine mantenendosi
ai suoi figli “un’immagine dell’interno di
pura, e di confrontarsi apertamente con i con-
quella realtà personale e sociale da cui i
cetti problematici di modernità e gerarchia.
loro genitori temono che stiano fuggendo.
l termine Happening viene coniato da Allan Kaprow per definire una forma espressiva da lui stesso creata ed adottata nell’esecuzione di un’opera, “18 Happening in 6 Parts”, esposta nel 1959 alla galleria Reuben di New York e da allora l’Happening diventerà uno dei linguaggi dell’arte più caratteristici e peculiari nel periodo degli anni ‘60-’70 in tutto il mondo. L’Happening è qualcosa che avviene, collocato in una trama strutturale a comparti, in ognuno dei quali accade un evento, o autonomo o sequenzialmente collegato con gli altri o contemporaneo ad essi, un accadimento che viene oggettivizzato fino a costituire esso stesso l’opera compiuta. Il fatto che l’Happening abbia una durata e si svolga comunque nel tempo, introduce un nuovo elemento come parte integrante ed importante dell’opera, che alla fine della rap-
presentazione resterà nella memoria o nella documetazione come tempo vissuto. L’interdisciplinarità intesa come coesistenza di vari linguaggi artistici che si mettono in correlazione, si compenetrano e si integrano, diventa un parametro importante dell’Happening e a questo proposito va ricordata l’opera di John Cage e del suo gruppo, tra cui Robert Rauschenberg, che portarono avanti un modello di compartecipazione artistica ad aggregazione paritaria, si potrebbe dire “a collage”, frutto di una mentalità tipicamente americana non gerarchizzata e burocratizzata (come ad esempio quella europea). John Cage con l’introduzione del concetto di interdiscipliarità, di complementarietà e di indeterminatezza compie un passo determinante verso la definizione di un’arte ibrida che sia strumento e veicolo di diffusione di messaggi ed informazioni, al di là del suo
specifico significato, arte come medium per
Si assiste così alla completa smaterializza-
capire la vita.
zione del concetto di arte, non più cosa ma
E’ evidente la forte componente concettuale
evento e azione, per di più esercitata in spazi
di un progetto creato dalla mente dell’arti-
non convenzionali, spesso nel tessuto urba-
sta, poi allargato al pubblico fino ad un coin-
no, entro i quali l’Happening irrompe con i
volgimento totale, attivo e diretto, nel qua-
caratteri dell’improvvisazione articolandosi
le la dicotomia artista-fruitore si annulla e lo
su un canovaccio indicativo che lascia larghi
spettatore diventa egli stesso parte dell’ope-
margini di arbitrarietà: l’artista mette in sce-
ra, che non avrebbe senso in mancanza della
na la sua inventiva , la sua capacità creativa
sua presenza: l’inter-
in fieri, lo spettato-
prete, sia esso attore o
re diventa contempo-
spettatore, ha lo stes-
raneamente artefice e
so peso degli oggetti
utilizzatore
di scena, mentre l’ar-
dotto artistico, la crea-
tista, anch’esso parte
zione, la costruzione e
integrante della scena,
la fruizione dell’ope-
dirige lo svolgimento
ra
del
pro-
d’arte coincidono,
della rappresentazione, in una forma
o
d’arte puramente comportamentale, che
l’Happening è equidistante da un ideale bari-
elimina ogni componente oggettuale.
gnuno degli elementi componenti
centro che regge l’equilibrio dell’insieme:
“Attention cette boite...” 1966 Ben Vautier
lo spettatore diventa egli stesso parte dell’opera, che non avrebbe senso in mancanza della sua presenza.
sembra così chiudersi un cerchio nel quale
ready made, ovvero l’oggetto comune che
inizio e fine coincidono, in una perfetta corri-
assurge ad opera d’arte una volta prelevato
spondenza di intenti ed azioni.
dall’artista e posto in un contesto diverso da
Il fervore e la vitalità sperimentale che carat-
quello di utilizzo.
terizzano il settore artistico negli Stati Uniti
Basandosi su questa poetica, le opere neo-
fra gli anni Cinquanta e Sessanta portano an-
dada sono realizzate con materiali usati, qua-
che all’affermazione della tendenza definita
si a voler rendere evidente il rapporto ancora
L’oggetto nel New Dada è inteso nella sua qualità oggettiva di
elemento o rifiuto della civiltà contemporanea
“Three Flags” 1958 Jasper Johns
insito tra l’oggetto e chi lo ha adoperato, oppure mirano a esprimere la relazione tra l’oggetto inserito nell’opera e il tempo che l’ha modificata. L’opera si trasforma, così, in un assemblaggio di elementi eterogenei: il piano pittorico si apre e si articola nello spazio e accoglie non solo immagini bidimensionali ma anche oggetti reali, fra i più quotidiani e comuni, dalle bottiglie di Coca-Cola ai tubi delle stufe. Il New Dada propone un intervento sulla realtà e sugli oggetti della civiltà contemporanea, dei quali muta il valore e il senso precostituiti, avendo come obiettivo di arrivare con un’azione evidente e mirata alla coscienza del fruitore cui è destinato l’effetto zdi quel mutamento. L’oggetto assunto dagli artisti New Dada non è infatti inteso in senso duchampiano, decontestualizzato e elevato a dignità estetica, ma nella sua qualità oggettiva di elemento o rifiuto della civiltà contemporanea, oggetto che accompagna la vita quotidiana prima, durante e dopo l’uso, indistruttibile e inquinante, e come tale è incluso nell’opera di artisti come Rauschenberg e Johns.
“Bed” 1955 R. Rauschenberg
Come ogni manifestazione artistica moderna,
spesso eclatanti e spettacolari di chiaro gusto
l’Happening, come già osservato per l’Instal-
provocatorio nell’ambito di manifestazioni
lazione, con la quale ha significative analogie,
collettive ed esibizioni di tipo cabarettisti-
non nasce dal nulla e può essere interessante
co , mentre il Futurismo utilizza per primo
cercarne i prodromi nelle avanguardie del
il teatro o addirittura la strada come luogo
‘900, in particolare in alcuni atteggiamenti
divulgativo delle proprie teorie moderniste:
del Dadaismo e del Futurismo .
afferma lo stesso Marinetti:”.... bisognava
Il Dadaismo è per eccellenza il primo movi-
assolutamente.... scendere nella strada, dar
mento trasgressivo che vuole portare a cono-
l’assalto ai teatri e introdurre il pugno nella
scenza del pubblico le proprie idee, con gesti
lotta artistica.” Allan Kaprow, Robert Whitman, Red Grooms, Jim Dine sono i più noti autori di Happening, che, pur nell’estrema libertà espressiva di questo tipo di linguaggio che li sottrae a qualsiasi tipo di catalogazione, hanno tutti l’obiettivo comune di rifondare radicalmente il concetto stesso di arte, non più separata dalla vita, così come l’artista non è più separato dallo spettatore, ma arte come veicolo portatore di nuovi valori sociali e culturali alternativi, una “combinazione indistinta di cultura e vita”.
Intervista ad Allan Kaprow.
Un’esperienza percettiva completa.
«Io volevo l’azione,
l’energia, separata dalla pittura. Dicevano che la mia non era arte, non era nulla.» primi happenings erano eventi comples-
poco erano arrivati ad integrarsi in un insie-
si che si svolgevano in sedi non conven-
me, a costituire un allestimento ambientale,
zionali e implicavano la partecipazione di
un environment. Ma erano forme in qualche
molte persone. Poi, attorno alla metà degli
modo ancora statiche. Allora mi sono proposto
anni ‘60, sono arrivato ad una chiarificazio-
di introdurre la dimensione temporale, di far
ne concettuale. Osservavo il gioco dei bam-
partecipare la gente, di occupare nuovi spazi.
bini, in cui l’imitazione ha una funzione di
Questo continua a fare nei suoi workshops?
esplorazione dei comportamenti. Ho iniziato
Nei miei laboratori propongo soprattutto
a lavorare su azioni semplici, cose che non
esercizi che stimolano un’attività elementare,
hanno senso al di là della loro immediatezza.
non finalizzata. Come stringersi la mano, spe
Lo scarto rispetto all’esperienza pittorica,
gnere un fiammifero con un soffio, osservare
anche d’avanguardia, era così netto?
una nuvola. Gli artisti di oggi, i postmoderni,
L’happening è nato come una specie di colla-
sono convinti che la storia sia finita, che l’arte
ge multisensoriale. Come un’esperienza che
sia finita, ridotta a clichés che si possono sol-
coinvolgeva le diverse facoltà percettive: vi-
tanto rimescolare, combinandoli in un modo
sta, udito, tatto… In precedenza avevo lavora-
o nell’altro. Invece la vita è ricchissima, flui-
to a composizioni realizzate con l’assemblag-
da, imprevedibile proprio negli eventi più
gio casuale di materiali diversi, che a poco a
semplici. Non serve l’arte, basta l’attenzione.
Twiggy is best remembered as the first international
supermodel
and
a
fashion icon of the 1960s and 70s. She was 5’6” tall (short for a model), weighed only 41 kg, and had a thin, boyish figure. Her hairdresser boyfriend, Nigel Davies, became her manager, changed his name to Justin de Villeneuve, and persuaded her to change her name into Twiggy (from n January 1966, young Lesley
“Twigs”
that’s
mean
“ramoscello”).
Hornby had her hair colored and cut short.
Twiggy was soon seen in all the leading
The hair stylist was looking for models on
fashion magazines, bringing out her own line
whom to try out his new crop haircut and he
of clothes called “Twiggy Dresses” in 1967.
styled her hair in preparation for a few test
Twiggy’s androgynous look centered on three
head shots.
A professional photographer
qualities: her stick thin figure, a boyishly
Barry Lategan took several photos,which
short haircut, and strikingly dark eyelashes.
the
salon.
Her boyishly thin image was criticized
Deidre McSharry, a fashion journalist
as, and is still blamed for, promoting an
from the Daily Express, saw the ima-
“unhealthy” body ideal for women.
ges and asked to meet the young girl.
“With that underdeveloped, boyish figu-
A few weeks later the publication fea-
re, she is an idol to the 14- and 15-year-old
tured an article and images of Hor-
kids. She makes virtue of all the terrible
nby, declaring her “The Face of ’66.”
things of gawky, miserable, adolescence.”
hairdresser
hung
in
his
Yet
Twiggy
had
her
supporters.
In recent years Twiggy has spoken out against the trend of waif-thin models, explaining that her own thin weight as a teenager was natural: “”I was very skinny, but that was just my natural build. I always ate sensibly -- being thin was in my genes.” The origin of the miniskirt in 1963 is generally credited for the work of British designer Mary Quant , who was inspired by the car Mini, and since the late ‘50s had begun to offer shortedresses. The Quant decided to launch the mini
making wear to a young 17 hairdresser: Leslie Hornby said Twiggy. This will be the beginning of success for both. Stones Rolling the , Together with the Beatles and the Who, the miniskirt became the emblem of swingin london that 60-70 years is considered the navel of the world.
One month after the Daily Express article, Twiggy posed for her first shoot for Vogue. A year later, she had appeared in 13 separate fashion shoots in international Vogue editions. Twiggy arrived in NewYork in March 1967. After four years of modelling, Twiggy retired in 1970, claiming “You can’t be a clothes hanger for your entire life!” She embarked on an award-winning acting and singing career, starring in a variety of roles on stage and screen, and recording albums. Since ped
now growing
Twiggy success
has of
never her
stopcareer.
She reect the image of her generation:
innovative, transformed, free.
A partire dal 1968, con una marcata e invasi-
tori, milioni di ragazzi in tutto il mondo; e
va politicizzazione, il movimento americano
questa certezza di una nuova era in arrivo è
aveva sperimentato nuove forme di protesta,
l’unica che può spiegare l’energia trasmessa
aveva messo in discussione i valori fondanti
da quegli eventi, come anche il contraccolpo
della società, aveva provato a realizzare zone
durissimo che seguì alla mancata realizza-
«liberate» dove poter praticare le nuove idee.
zione del sogno di realizzazione. I furori di
Circolavano germi di rivoluzione. Per dirla
questa rivoluzione mancata si consumarono
meglio, in molte parti dell’universo giova-
soprattutto nell’arco temporale racchiuso fra
nile si era sviluppata una forte consapevo-
due omicidi politici: quello di John Ken-
lezza del cambiamento, la certezza che il
nedy, appunto il 22 novembre del 1963, e
mondo dovesse e potesse cambiare: una sen-
quello Martin Luther King il 4 aprile del
sazione che contagiò scrittori, artisti, pensa-
1968.
Se l’assassinio di Kennedy aveva acceso scintille di rivolta quello di Martin Luther King suscitò per la prima volta la sensazione che non ci fosse nulla da fare, almeno lungo le strade della non violenza, che il sogno poteva essere fatto a pezzi da forze oscure decise a preservare le vecchie forme di potere, e allo stesso tempo portò ad una radicalizzazione della lotta. Sperimentare nuove libertà, nella convinzione che dovessero diventare nuove regole per il mondo intero, e poi vederle infrangersi
sistematicamente contro un muro di insensibilità, non poteva che creare delusioni e contraccolpi che, particolarmente in America, dove questa utopia era stata quasi toccata con mano, furono violentissimi. A partire dal 1964, nel movimento giovanile si erano svilppate due tendenze principali. Una fu incarnata dagli hippies, l’altra dal Free Speech Movement, dalla parte più politicizzata che prese il via dai campus californiani. In un certo senso i “politici” diffidavano e talvolta disprezzavano apertamente gli hippies perchè sembravano vivere fuori dal mondo, mentre i giovani americani venivano mandati a morire in Vietnam, ma questa
«L’identità e autonomia generazionale, in sostanza, caratterizzarono fortemente il ‘68, anche se non sono sufficienti a spiegarlo. Ne sono, in qualche modo, la cornice, entro dui gli elementi di contenuto acquistano una valenza particolare e uno spessore visibilissimo.»
Anche la protesta esigeva creatività, stupore, invenzioni spiazzanti.
netta contrapposizione rappresentava solo la
tava la Apple in pieno centro a Londra. Era
punta estrema della condizione giovanile.
l’ultima volta che si presentavano tutti in-
In realtà milioni di ragazzi, in America e poi
sieme in pubblico. Nel frattempo la protesta
in tutto il mondo, cominciarono ad appro-
dilagava in tutta Europa, e a marzo John e
priarsi di elementi tratti da ambedue le po-
Yoko organizzarono il celebre bed-in. An-
sizioni, senza mostrare alcun evidente con-
che la protesta esigeva creatività, stupore,
flitto. La galassia giovanile era molto
invenzioni spiazzanti, e da quella stravagan-
più complessa e variegata. C’erano gli
te dimostrazione pacifista emerse il nuovo
hippies e c’era il Movimento. E ambedue le tendenze erano nate dalla parte opposta degli Stati Uniti, in una terra felice e densa di promesse. Dalla protesta studentesca europea emerse invece una strategia più strettamente politica. I gruppi dell’estrema sinistra teorizzavano il rovesciamento dello Stato, utilizzando strumenti ideologici che appartenevano alla grande tradizione comunista . Il mondo viaggiava su piani diversi e simultanei. Forze diaboliche e spiriti angelici, tragici balletti di proiettili e commoventi rappresentazioni dell’utopia, meravigliosi guizzi creativi e devastanti delusioni. Il 30 Gennaio i Beatles organizzarono a sorpresa un concerto sul tetto dell’edificio che ospi-
Per non rischiare, le rivoluzioni dovevano essere stroncate sul nascere. inno: «Give Peace a Chance». Proprio
Agosto fu il mese dei rock festival. Wood-
quando il mondo, di occasioni alla pace, ne
stock, ovviamente, ma non solo. In novem-
stava dando sempre meno.
bre si venne a sapere della strage di My Lai,
Fu anche l’anno dell’evento centrale che ca-
in Vietnam, in cui i soldati americani aveva-
talizzò l’attenzione dell’intero genere uma-
no ucciso 347 civili inermi, donne, vecchi
no: lo sbarco sulla luna.
e bambini. Ciò rivelò al mondo quello che
Molti pensano si sia trattato del più clamo-
davvero succedeva in Vietnam. Il 12 dicem-
roso falso della storia moderna. Ciò non to-
bre, una bomba a Milano inaugurò la strate-
glie che lo sbarco fu vissuto come un even-
gia della tensione. Anche in Italia non ci si
to epocale, un evento che spingeva l’uomo
poteva illudere. Per non rischiare, le rivolu-
molto oltre le aspettative di un anno pur così
zioni dovevano essere stroncate sul nascere.
intenso, lo spingeva da assaporare la luce di migliaia di anni di storia. Sembrava davvero l’inizio di una nuova era.
«Meglio che ognuno
impari ad usare la propria testa e diventi non-violento, dentro siamo tutti Hitler e siamo tutti Cristo.»
la guerra e allora cercano di tenermi fuori. Ma alla fine ci entrerò, perchè loro dovranno confessare in pubblico di essere contro la pace. In qualità di giovani di Toronto cosa possiamo fare per aiutarti? Aiutate me aiutando voi stessi, chiedete ai
N
militanti di dimostrarvi che ci sia stata almeno una rivoluzione che ha raggiunto risultati el 1969 il quattordicenne Jerry Levi-
promessi. Prendiamo la Russia, la Francia,
tan armato di un registratore a cassette
ovunque ci sia una rivoluzione. Tutto quello
si introdusse dentro la camera d’alber-
che fanno è distruggere tutto, poi lo ricostrui-
go di John Lennon per una chiacchierata.
scono di nuovo, e le persone che lo ricostrui-
Andò così...
scono se lo tengono stretto e ne diventano la classe dominante, il sistema. E voi ragazzi
John ci faresti il punto della situazione
diventerete il sistema in pochi anni. Non vale
riguardo te e la tua entrata negli Stati Uniti?
la pena distruggere perchè avere gli spazi e i
Molte persone non mi vogliono, perchè pen-
mezzi, è conveniente. Si tratta di protestare,
sano che genererò una rivoluzione violenta,
ma protestare in maniera non violenta, perchè
ma non è mia intenzione. E altri invece non
la violenza genera violenza; se tu vai in giro
vogliono che proclami la pace. La guerra è un
selvaggiamente poi vieni picchiato. E’ così.
grande buisness sai, e a loro piace la guerra
Sai, è la legge dell’universo. E loro posseg-
perchè mantiene ricchi e felici. Io sono contro
gono le armi, tutti i soldi e sanno come com-
battere la violenza perchè l’hanno fatto per
risposte, e lo stesso succede con la musica.
anni, sopprimendoci. L’unica cosa di cui non
E che mi dici di Paul, Ringo e George?
sanno niente è la non violenza e lo humor. Ci
Siamo quattro persone diverse e George da
sono molti modi per promuovere la pace. Ogni
a modo suo. Lui dice che non si urla in ogni
cosa, fatela per la pace. Pisciate per la pace.
angolo della strada «Voglio la pace» e poi
Sorridete per la pace. Andate a scuola per la
vai e picchi il prossimo. Meglio che ognuno
pace. Oppure non andate a scuola per la pace.
impari ad usare la propria testa e diventi non-
Qualunque cosa facciatte, fatelo per la pace.
violento. Ed è probabilmente molto difficile,
Dipende tutto dalle persone. Non si può dar la
perchè dentro siamo tutti violenti. Dentro sia-
colpa al governo e dire che sono loro la cau-
mo tutti Hitler e siamo tutti Cristo. Si tratta
sa di tutto e che ci porteranno in guerra. Sia-
solo di lavorare su ciò che c’è di buono in noi.
mo noi che portiamo lì, che permettiamo che questo accada. Ma possiamo cambiarlo. Se davvero lo vogliamo, lo possiamo cambiare. Ho ascoltato per diverso tempo il tuo album ed ho cominciato a percepire questa sensazione, che vi fosse un messaggio. Il messaggio c’è, a tutti i livelli e in ogni tipo di musica. Ognuno lo percepisce a livello diverso e anch’io lo sento quando scrivo e canto. Io scrivo, registro e riproduco la mia musica ma non me ne rendo conto fino a quando, mesi dopo, mi rilasso e ascolto un album dei Beatles, passandolo in rassegna a posteriori e in modo obiettivo.E’ tutto lì, quello che senti. Capisci? E’ tutto lì, le cose profane e quelle profonde. E’ come un fiore che ha già in sè tutte le risposte. Devi solo osservarlo per giorni, ma se aspetti abbastanza ti mostrano le