IL LAZIO PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA LUOGHI DI DEVOZIONE, CAMMINI DI FEDE, BORGHI, CIBO E VINI PER VIVERE APPIENO IL GIUBILEO DIFFUSO
IVERE l'Anno Santo seguendo l'antica tradizione del Cammino per raggiungere la Porta Santa, questo l'invito che la Regione Lazio raccoglie rendendo finalmente fruibili antichi percorsi che fanno parte di itinerari religiosi e di pellegrinaggio. Così, in occasione dell'Anno Giubilare, la Regione Lazio ha scelto di puntare sui quattro cammini più rappresentativi per l'importanza che rivestono come percorsi di spiritualità: la Via Francigena del nord, la Via Francigena del sud, il Cammino di Benedetto e il Cammino di Francesco. Il primo Giubileo, indetto nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, individuava come chiese giubilari solo le Chiese
di Roma di San Pietro e di San Paolo Fuori le Mura. Il percorso delle Chiese Giubilari a Roma si allungò con il passare dei secoli, arrivando all’attuale che ne comprende sette. Oggi, in tutto il Lazio, le chiese tradizionalmente giubilari, cioè dove si ottiene l’indulgenza anche in assenza della Porta Santa, sono 54, mentre altre 32 sono Chiese Giubilari coincidenti con Porte Sante. Altri luoghi d’indulgenza e meta di pellegrinaggio sono le Scale Sante e nel Lazio ne contiamo quattro: la più celebre, che tradizione vuole essere stata trasportata a Roma da Sant’Elena Imperatrice, madre di Costantino I nel 326 d.C., è quella del Santuario della Scala Santa vicino alla Basilica di San Giovanni in Laterano.
Nel Lazio sono 40 le Porte Sante aperte su tutto il territorio della regione, alcune di esse sono particolarmente significative, situate nei luoghi di accoglienza o di sofferenza, come quella nella Cappella dell’Ospedale Bambino Gesù di Palidoro in provincia di Roma ed ancora la “Porta Santa della Carità” nelll’Ostello “Don Luigi Di Liegro” e Mensa “Giovanni Paolo II” presso la Stazione Termini, ma anche nei luoghi di grande transito come quella che si trova nell’Aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci a Fiumicino, e nelle Cappelle delle carceri dove anche la porta della propria cella diventa luogo di indulgenza per i detenuti.
LE PORTE SANTE DI ROMA BASILICA DI SAN PIETRO ---------------------------------------------------E’ una delle icone della città di Roma, sintesi del genio artistico dal Rinascimento al Barocco e luogo simbolo del cattolicesimo, perchè costruita sulla tomba dove l'Apostolo Pietro fu sepolto, la cui tomba è situata nelle Grotte Vaticane, in corrispondenza dell'altare della Basilica di San Pietro. L'edificio visibile oggi è la riedificazione avvenuta tra il 1506 e il 1626 sulla originale chiesa voluta dall'Imperatore Costantino nel IV secolo. Al suo interno opere di pregio assoluto come la Pietà di Michelangelo, diverse opere di Bernini, tra cui il baldacchino (fuso con il bronzo del Pantheon), e la statua bronzea di San Pietro attribuita ad Arnolfo di Cambio. A Gian Lorenzo Bernini si deve lo splendido colonnato della piazza, pensato per costituire un abbraccio per tutti i pellegrini. La cupola, progettata dal Michelangelo, ha un diametro di circa 42 metri (di poco inferiore a quella del Pantheon) e per questo soprannominata a Roma “il Cupolone”. I Musei Vaticani sono a poca distanza e rappresentano una visita irrinunciabile.
Nel Lazio sono 40 le Porte Sante dislocate e aperte su tutto il territorio regionale (vedi la Mappa nella pagina centrale). A Roma, invece, alle tradizionali quattro Basiliche - San Pietro in Vaticano, Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura - si annoverano anche quelle del Santuario del Divino
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE ---------------------------------------------------Una delle basiliche maggiori di Roma, Santa Maria Maggiore sorse nel 440 sulle fondamenta di un'altra chiesa realizzata da Papa Liberio e dal patrizio Giovanni, ai quali la Madonna stessa apparve per indicare loro il luogo dove erigere una chiesa in suo onore. Il segno sarebbe stata una nevicata, che avvenne il 5 agosto, proprio sul Colle Esquilino e che viene commemorata ogni anno. La basilica fu oggetto di importanti interventi in occasione del primo giubileo dell'anno 1300, ma numerosi furono gli interventi nei secoli successivi. Nel Quattrocento la navata centrale fu decorata da un soffitto a cassettoni dove, secondo la tradizione, la doratura a foglia d'oro venne realizzata con il primo oro giunto dalle Americhe e donato dal sovrano spagnolo alla Chiesa. Tra le opere conservate al suo interno, la più significative sono i cicli di mosaici e affreschi della navata centrale e dell'abside e della facciata esterna, alcune cappelle e il rifacimento della facciata principale che fu l’ultimo grande intervento.
Amore, dell’Aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci di Fiumicino, dell’Ostello “Don Luigi Di Liegro” e Mensa Caritas “Giovanni Paolo II” alla Stazione Termini e dell’Ospedale Bambino Gesù di Palidoro, dal particolare significato poiché situate nei luoghi di accoglienza.
BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO ---------------------------------------------------San Giovanni in Laterano è la più antica e importante basilica d'Occidente, ed è anche la sede vescovile di Roma. Fu costruita nel IV secolo dall'Imperatore Costantino, innalzata sul luogo in cui sorgevano le caserme dei soldati che avevano combattuto per il suo rivale, Massenzio, sconfitto nella battaglia di Ponte Milvio. Danneggiata e più volte restaurata e ampliata. Nel 1650 Papa Innocenzo X commissionò a Borromini la risistemazione della chiesa, assumendo l’aspetto attuale. L’interno trabocca di opere d’arte che dal 1300 sono state realizzate per questa basilica, tra cui un frammento dell’affresco realizzato da Giotto. All'interno del ciborio che protegge l'altare maggiore sono conservate le reliquie delle teste di San Pietro e San Paolo. Accanto alla Basilica è situato il Palazzo del Laterano, eretto sul finire del cinquecento da papa Sisto V al posto dell'antico palazzo patriarcale dei Papi. Le nicchie realizze da Borromini e rimaste vuote per decenni, vennero nei primi anni del settecento riempite da 12 monumentali sculture degli Apostoli degli scultori più in vista nella tardo-barocca a Roma.
BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA ---------------------------------------------------La Basilica di San Paolo fuori le Mura è la seconda più grande dopo San Pietro. All'inizio del IV secolo, l'imperatore Costantino fece eseguire degli scavi sui luoghi della cella memoriae, ove i Cristiani veneravano la memoria dell'Apostolo San Paolo di Tarso, decapitato sotto l’imperatore Nerone. È su questa tomba che l'imperatore edificò una piccola basilica, consacrata da Papa Silvestro nel 324. Fu ristrutturata ed ingrandita più volte e nuovamente inaugurata nel 395 dall'imperatore Onorio. Nel corso dei secoli fu abbellita e costantemente restaurata da parte dei Papi, fino a diventare una inestimabile testimonianza dell'arte bizantina, romanica e gotica. Milletrecento anni fa, la gestione della basilica e dell'annessa abbazia venne affidata ai monaci benedettini che ancora vi risiedono. Nella biblioteca dell'abbazia è conservata la "Bibbia carolingia", redatta a Reims negli anni 866-875, su ordine dell'imperatore Carlo il Calvo, ed utilizzata per tutto il Medioevo per i giuramenti di fedeltà al Pontefice di Roma. Nel 1823 un grande incendio distrusse in parte la Basilica che venne ricostruita così come si può ammirare oggi.
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL DIVINO AMORE ---------------------------------------------------A sud di Roma sulla Via Ardeatina si trova il Santuario del Divino Amore che, come pochi, racconta la storia della religiosità popolare connessa ai fatti della vita quotidiana. La devozione nasce, infatti, dalla metà del Settecento quando iniziò a circolare la voce di un viandante diretto alla basilica di San Pietro che si smarrì nella campagna romana e assalito dai cani fu salvato miracolosamente dall'icona di una Madonna con Bambino collocata su una torre del vicino Castel di Leva. Nel 1745 l'icona della Madonna venne trasferita nel santuario costruito non lontano dalla torre del miracolo. Verso la fine della II guerra mondiale i romani, guidati da Papa Pio XII, si rivolsero alla Madonna del Divino Amore per chiedere aiuto e protezione in occasione della liberazione di Roma. In cambio promisero di erigere un nuovo santuario, impegno che è stato portato a termine nel 1999.
OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” MENSA CARITAS “GIOVANNI PAOLO II”
CAPPELLA AEROPORTO INTERNAZIONALE LEONARDO DA VINCI
---------------------------------------------------La Caritas diocesana di Roma è un organismo pastorale fondato nel 1979 da monsignor Luigi Di Liegro. Da 28 anni attività di ascolto, accoglienza, accompagnamento e reinserimento sociale di persone emarginate anche presso l’Ostello “Don Luigi Di Liegro” ed offre loro ospitalità notturna e un pasto caldo nell’attigua Mensa serale “Giovanni Paolo II”. La struttura è stata inaugurata nel 1987, grazie all’impegno congiunto del Comune di Roma e della Caritas, nei locali resi disponibili dalle Ferrovie dello Stato, in Via Marsala, alla Stazione Termini. Il 18 dicembre 2015 papa Francesco vi ha aperto la Porta Santa della Carità. Per la prima volta, nella storia della Chiesa, la Porta Santa non è la porta di una Cattedrale.
---------------------------------------------------La Cappella cattolica presente all’interno dell’Aeroporto Internazionale di Fiumicino dispone di una sala multiconfessionale di preghiera. In questo spazio religioso, in occasione del Giubileo della Misericordia, è stata aperta una la Porta Santa. E’ il primo luogo giubilare che i pellegrini incontrano arrivando a Roma in aereo. Questa Porta Santa è un vero e proprio "hub" della Misericordia per passeggeri e personale di volo e di terra, un luogo giubilare speciale che offre uno spazio di silenzio, di preghiera e di accoglienza aperte a tutte le confessioni religiose.
STAZIONE TERMINI, ROMA
FIUMICINO
OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ PALIDORO
---------------------------------------------------Dal dono di Paolo VI del 1987 nasceva l'Ospedale di Palidoro. Furono istituiti prima un reparto di ortopedia e una divisione per il trattamento del diabete, successivamente i reparti di chirurgia, otorinolaringoiatria e oculistica. L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Palidoro accoglie oggi un bacino di utenza molto vasto e per alte specialità, garantendo 7.200 ricoveri ordinari, circa 360.000 prestazioni ambulatoriali e 21.200 accessi in Pronto Soccorso all'anno. Il 24% dei bambini assistiti a Palidoro proviene da fuori regione. In occasione del Giubileo della Misericordia, la cappella dell'ospedale pediatrico bambino Gesù del litorale è stata designata Porta Santa.
LE SCALE SANTE DEL LAZIO SCALA SANTA A SAN GIOVANNI IN LATERANO ROMA
------------------------------------------------------------------------------Tra le quattro scale Sante presenti nel Lazio, è la più conosciuta. Nel Santuario Pontificio che la custodisce vi è anche la preziosa cappella dei Papi detta Sancta Sanctorum, ove si venera l'immagine del SS. Salvatore detta anche Acheropìta (non dipinta da mano d'uomo). Dipinta su legno, essa rappresenta il Salvatore seduto in trono con la
SCALA SANTA DELLA BASILICA CONCATTEDRALE DI SANTA MARIA SALOME VEROLI (FR)
------------------------------------------------------------------------------Venne eretta nel luogo in cui furono ritrovati, nel 1209, i resti della Santa testimone del martirio di Cristo e madre degli Apostoli Giacomo il Maggiore e Giovanni l'Evangelista. Lorenzo Tartagni,
vescovo di Veroli agli inizi del Settecento, fece realizzare la "Scala Santa", composta da dodici gradini di marmo. All'undicesimo gradino è custodita una reliquia della Croce del Calvario. Per concessione di Papa Benedetto XIV, salendo genuflessi questa Scala, si riceve l'indulgenza quotidiana di cento giorni. La Basilica, ricostruita dopo il terremoto del 1350 conserva numerosi affreschi di pregio tra cui possiamo ammirare innanzitutto nell’abside centrale la cinquecentesca tela di Santa Salome, del Cavaliere d’Arpino.
SCALA SANTA AL SANTUARIO DEL SACRO SPECO SUBIACO (RM)
------------------------------------------------------------------------------Il monastero, com’è attualmente visibile, fu costruito nella seconda metà del Duecento. La Scala fu fatta realizzare dall’abate Giovanni V (1060-1121) per sostituire lo stretto sentiero, lungo il pendio del monte Taleo, sul quale fu costruito il “Sacro Speco”. Il Santuario domina la Valle del fiume
SCALA SANTA NELLA ROCCA FARNESE VALENTANO (VT)
------------------------------------------------------------------------------Si trova nel castello della Famiglia Farnese, dal 1354 al 1649 conosciuto come Rocca Farnese. Il castello subì nei secoli varie trasformazioni. Nel 1488 venne realizzato il cortile d'amore per le nozze di Angelo Farnese con Lella Orsini di Pitigliano. Altre trasformazioni avvennero al tempo del matrimonio di Pier Luigi Farnese con Gerolama Orsini nel 1519, ad opera di
mano destra benedicente e con il rotolo del Vangelo nella sinistra. La Scala Santa deve il suo nome ai 28 gradini che conducono al Sancta Sanctorum (dove sono conservati preziosi reliquiari d'oro, d'argento, d'avorio, di legno pregiato) e che si salgono in ginocchio per venerazione alla Passione di Gesù. Secondo un’antica tradizione cristiana, questa è la Scala più volte salita da Gesù per raggiungere l'aula dove avrebbe subìto l'interrogatorio di Ponzio Pilato, fatta trasportare da Gerusalemme a Roma dall'imperatrice S. Elena, madre di Costantino I, nel 326.
Antonio da Sangallo il Giovane. Nel 1730 il Castello venne trasformato in Monastero di clausura, filiazione di quello di Santa Caterina a Viterbo. Furono le stesse suore a trasformare la Scalea cinquecentesca del cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, in una Scala Santa, rimuovendo gli affreschi di sapore profano e sostituendoli con scene della Via Crucis e della Passione. La scala ricorda in maniera sorprendente la Scala Santa di Roma e anche essa si compone di 28 gradini. Oggi il castello ospita il Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese.
Aniene e custodisce anche la grotta, lasciata al naturale, dove S. Benedetto visse come eremita per qualche anno. Alla base della scala c’è la Cappella della Madonna, decorata con affreschi del Trecento secolo sulla vita di Maria. La Scala presenta una copertura a crociera e le pareti, tutte affrescate, hanno come tema la morte. Confinante al monastero c’è il Roseto di San Benedetto, dove il Santo si gettò per superare la tentazione, e dove successivamente San Francesco, durante la visita al Sacro Speco nel 1224, innestò delle rose.
CHIESE GIUBILARI Il numero delle Chiese Giubilari, quelle chiese dove si può ottenere l’indulgenza, è variato nel corso dei secoli. Le prime due furono indicate con la Bolla di indizione del primo Giubileo del 1300 di Papa Bonifacio VIII. Ad oggi, in tutto il Lazio, si contano 86 Chiese tradizionalmente giubilari tra Cattedrali e Santuari, 32 delle quali coincidono con le Porte Sante. A queste si aggiunge la Chiesa di San Pietro Ispano a Boville Ernica (Fr) nella quale è conservata la prima Croce Giubilare.
CHIESA DI S. PIETRO ISPANO BOVILE ERNICA (FR)
-------------------------------------------------------------------------La chiesa patronale di S. Pietro Ispano fu edificata sulla grotta dove, nel X secolo, il santo penitente scelse di dimorare. La chiesa a croce latina ha origini antiche, ne troviamo per la prima volta la citazione nella bolla di Papa Onorio II del 28 novembre 1125, al suo interno sono conservate preziose opere d'arte salvate dalla demolizione dell'antica Basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. Entrando dalla porta interna a sinistra si può ammirare la Croce in porfido intarsiata su marmo, che veniva un tempo esposta all'adorazione dei fedeli, davanti l'atrio della basilica vaticana, per aprire il Giubileo e che venne baciata da re, pontefici e imperatori.
CATTEDRALE DI S. MARIA ASSUNTA IN VESCOVÌO TORRI IN SABINA (RI)
----------------------------------------------------------------------------Nei pressi di Torri in Sabina, è situata Vescovìo, che custodisce le rovine dell'antico municipio romano di Forum Novum. Sui resti nacque la chiesa di Santa Maria, che costituì la Cattedrale di Sabina fino al 1495. La chiesa fu distrutta nel IX secolo dai Saraceni, quindi ricostruita e restaurata più volte. E’ uno dei monumenti più celebri della Sabina e conserva intatte le caratteristiche romaniche del XII secolo. Tra le fasi della sua costruzione la più antica risale all'VIII secolo, testimoniata da alcuni affreschi.
Tutte le altre chiese tradizionalmente giubilari del Lazio potete trovarle sul sito www.visitlazio.com
SANTUARIO SS.MA TRINITÀ ALLA MONTAGNA SPACCATA
SANTUARIO MADONNA DELLA MENTORELLA
SANTUARIO MARIA SANTISSIMA DI CANNETO
-------------------------------------------------------------------------Il Santuario della Santissima Trinità, anche detto della Montagna Spaccata, è situato sulla fiancata occidentale del Monte Orlando, oggi Parco naturale urbano, prospiciente la spiaggia di Serapo. Sorge su una fenditura nella roccia che giunge fin nella grotta del Turco creatasi, secondo la leggenda, al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme. Sulla parete di destra si può scorgere un distico latino con a fianco la cosiddetta “mano del Turco”, impronta rimasta impressa allorché un marinaio turco si appoggiò alla roccia, improvvisamente divenuta morbida sotto la pressione delle sue dita. Numerosi pontefici, sovrani, vescovi e santi (Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo) hanno visitato questo luogo di raccoglimento spirituale.
-------------------------------------------------------------------------Situato in uno scenario unico, su di una roccia a strapiombo sulla valle del Giovenzano, è uno dei più antichi Santuari dedicati alla Madonna in Italia. Secondo la leggenda, la chiesa sarebbe sorta nel IV secolo, per volontà dell’imperatore Costantino nel luogo in cui si convertì Sant’Eustachio, uno dei primi martiri cristiani. Consacrata da Papa Silvestro I, nel VI secolo la piccola chiesa venne donata ai Benedettini e rimase proprietà dei monaci dell’Abbazia di Subiaco per oltre dieci secoli. Nel retro della chiesa si trova la grotta naturale dove avrebbe abitato San Benedetto per due anni, prima di recarsi a Subiaco.
-------------------------------------------------------------------------Il Santuario sorge nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, 1020 metri di altezza, alle falde dei monti della Meta, dove sgorgano le acque del Melfa, nella valle Di Canneto. Alle sorgenti del fiume, a circa 12 metri nel sottosuolo, ricoperto da detriti alluvionali giace un tempio dedicato ad una divinità del IV secolo a.C., prova della preesistenza di un culto pagano. Secondo la tradizione il Santuario ebbe origine da un'apparizione della Madonna ad una pastorella a cui chiese di far costruire una chiesa. La celeste Signora lasciò quindi la propria statua e fece scaturire la sorgente che alimenta il fiume Melfa, nel quale disperse una minutissima polvere d'oro. Il primo documento che fa esplicita menzione della chiesa nella valle di Canneto risale all'anno 819.
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del Giubileo, diventa un modo privilegiato per far conoscere le identità di questi territori. Attraverso il “Sistema dei Cammini del Lazio”, nome con il quale si stanno promuovendo queste realtà nel loro complesso, si vuole inoltre aiutare la crescita di una rete di servizi per i viaggiatori e con essi la cultura dell’accoglienza, coniugando le politiche del territorio con il senso del viaggio come itinerario interiore, fonte di benessere fisico e spirituale per chi viene a visitare il Lazio.
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valorizzare, in occasione di questo Giubileo della Misericordia, la rete dei percorsi che attraversano il Lazio e che raggiungono Roma, da sempre grande meta dei Cammini della fede, per la presenza delle tombe di San Paolo e San Pietro. Lungo il cammino, gli occhi dei viandanti possono ammirare e scoprire gli splendidi paesaggi e i caratteristici borghi della Tuscia, della Sabina, della Valle dell’Aniene e del Tevere, dei Castelli Romani, della Ciociaria e della Riviera di Ulisse. La rete dei Cammini è uno strumento di promozione turistica che, in occasione
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Il Lazio è crocevia dei più importanti itinerari religiosi provenienti dall’Oriente e dall’Occidente Europeo, porzioni suggestive delle lunghe direttrici della viandanza verso Gerusalemme e Santiago di Compostela. Percorsi giubilari storici che sono, per prima cosa, “Cammini” lungo i quali riscoprire la vera dimensione del tempo e dello spazio e la funzione di un turismo lento. Strade che attraversano i territori, consentendo la scoperta del loro patrimonio artistico, storico, culturale e paesaggistico. Ecco perché si vuole
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IL SISTEMA DEI CAMMINI DEL LAZIO
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LA VIA FRANCIGENA DEL NORD -----------------------------------------------------
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Il cammino più conosciuto va dai confini della Toscana, attraverso la Tuscia Viterbese, sino a Roma con un percorso che ricalca il diario di viaggio dell’arcivescovo di Canterbury, Sigerico. La via Francigena infatti da Canterbury, attraversando l’intera Francia, conduceva in Italia tramite il passo del San Bernardo ed era in realtà l’antica via di penetrazione e di conquista dei Franchi. Successivamente, col movimento di merci, genti, arti, spiritualità e conoscenze, divenne una importantissima via di pellegrinaggio verso Roma ed oltre, verso il Santuario di Monte Sant’Angelo e i porti pugliesi dai quali imbarcarsi per Gerusalemme. In territorio laziale, lungo questo Cammino, si incontrano 18 Comuni.
La Via Francigena del sud, è la via che porta da Roma all’imbarco per la Terra Santa dai porti pugliesi, e si sviluppa lungo due direttrici viarie: la prima è l’Appia che scende dai Castelli Romani e, attraversando la Riviera di Ulisse, giunge a Minturno e al Garigliano, ai confini con la Campania; La seconda è la direttrice Prenestina – Casilina, che attraversa la Ciociaria per proseguire poi nel Molise, e che per lungo tempo fu preferita perché ritenuta più sicura. Infatti dopo la caduta di Roma, la mancanza di manutenzione del territorio rese la pianura pontina pericolosa, sia per la presenza di briganti, sia perché infestata dalla malaria. In territorio laziale, lungo questo Cammino si incontrano 44 Comuni sulla direttrice Prenestina-Casilina e 29 sulla direttrice Appia.
Montefiascone - (Vt)
Abbazia di Priverno Fossanova (Lt)
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IL CAMMINO DI BENEDETTO -----------------------------------------------------
IL CAMMINO DI FRANCESCO -----------------------------------------------------
Unisce luoghi importanti per la storia e la vita del Santo nel Lazio, mettendo in collegamento i bei paesaggi naturalistici dei Monti Lucretili – la Valle Santa nel reatino - con le grandi abbazie benedettine laziali fino a Montecassino. La storia della vita del Santo di Norcia, nato nel 480 d.C., è legata alla nascita del monachesimo occidentale. La sua Regola, dettata a Montecassino intorno al 540 e sintetizzata nel motto Ora et Labora, ha rappresentato per secoli il riferimento per i monaci di tutto il mondo cristiano occidentale. Il Cammino di Benedetto non ricalca un percorso storico preciso, ma collega tra loro i luoghi cardine della storia benedettina nell’arco di 300 chilometri. In territorio laziale, lungo questo Cammino, si incontrano 44 Comuni.
Un itinerario alla scoperta dei luoghi francescani, che dall’Umbria attraversa nel Lazio le provincie di Rieti e di Roma. Il Cammino, lungo complessivamente 500 chilometri, inizia il suo tratto laziale nell’area del Lago di Piediluco. In un’area naturale dell’Italia centrale che abbandona l’alternarsi delle foreste e il bianco delle rocce calcaree delle colline umbre per entrare in un paesaggio decisamente appenninico, ricco di sentieri e di mulattiere tipiche della Valle Santa reatina. Questo percorso pedonale, quasi sempre ben segnalato, consente di raggiungere i monasteri francescani più celebri e di riscoprire un territorio laziale ancora poco conosciuto. Lungo questo Cammino si incontrano 25 Comuni prima di raggiungere Roma.
Ferentino (Fr)
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BORGHI LUNGO I CAMMINI Orte - (Vt)
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Montefiascone, sulla via Francigena, domina il Lago di Bolsena. Ha ancora tutto il sapore del borgo antico nell’impianto urbanistico, nelle strade e negli edifici civili e religiosi. Tra i tanti la Rocca dei Papi, ricostruita nel 1207 da Innocenzo III e residenza di papa Martino IV, centro della politica pontificia durante la cattività avignonese dei Papi - tra il 1309 e il 1377 - ospita il Museo dell'Architettura di Antonio da Sangallo il Giovane ed è un ottimo punto di partenza per escursioni alle opere dell'architetto dei Farnese, in gran parte nelle immediate vicinanze della cittadina. Tra le chiese, il Duomo con la sua cupola imponente e San Flaviano, incredibile chiesa a due piani. San Francesco giunse a Greccio nel 1209 e il borgo è noto per essere il luogo dove il santo rappresentò il primo presepe vivente della cristianità, nella notte di Natale del 1223. Sul Cammino di Francesco, Greccio è un borgo medievale che conserva
Il Lazio vanta 14 borghi certificati come Borghi più belli d’Italia: Torre Alfina, Civita di Bagnoregio, Caprarola, Amatrice, Castel di Tora, Collalto Sabino, Orvinio, Canterano, Subiaco, Castel Gandolfo, Boville Ernica, Monte San Giovanni Campano, Campodimele, Sperlonga, ai quali si aggiungono i borghi individuati da Bandiera arancione del Touring (T.C.I), borghi autentici AssoBAI, gioielli d’Italia del Mibact-ANCI per un totale di 34 borghi.
Sperlonga- (Lt)
Greccio (Ri)
intatta la struttura tipica del castrum fortificato, con resti del castello dell’XI secolo e la torre campanaria costruita su una delle sei torri della cinta muraria medievale. Una bella passeggiata su sentieri di montagna conduce alla Fonte Lupetta di ottima acqua minerale a alla Cappelletta, il primo luogo ove soggiornò Francesco nella Valle reatina; ma le tracce del santo si vivono soprattutto a Natale, dal 24 dicembre al 6 gennaio, con la rappresentazione in costume medievale del presepe vivente del 1209. Religione, natura e storia sono in perfetta armonia a Castel Gandolfo, borgo affacciato sull’omonimo Lago e prima tappa della Via Appia-Francigena. Dal Seicento è residenza estiva dei papi, nel bel Palazzo Apostolico, con i vasti giardini e l’osservatorio astronomico, la Specola Vaticana. Da non perdere la Collegiata Pontificia di San Tommaso da Villanova, opera del genio del Bernini, che disegnò forse anche la fonta-
na, sulla stessa piazza e la discesa per scalette tortuose alla riva del Lago. Veroli è un antichissimo borgo del Cammino di Benedetto e della variante Prenestina della Via Francigena del Sud. La sua storia si legge sulle mura poligonali, nel percorrere il lungo ed emozionante corridoio sotterraneo che sosteneva il Foro Romano, nell’atmosfera medievale e nella religiosità. Il Duomo conserva preziose reliquie e una croce del 1200, tutta d’oro e pietre preziose; la Basilica di Santa Maria Salome vanta una delle poche scale sante al mondo. A 9 km da Veroli è Casamari, tra le più belle abbazie cistercensi in Italia, famosa per la farmacia e anche per i liquori prodotti dai monaci. Sulla costa laziale, tra i tanti luoghi da visitare, Sperlonga merita una menzione speciale. Costruita su un’alta rupe sul mare, oltre a una bellissima spiaggia, si può visitare il Museo Archeologico dove sono esposte le statue che decoravano la villa di Tiberio, che si trovava proprio lì accanto.
IL CIBO IN CAMMINO Nessuno più del viaggiatore itinerante, che procede a piedi lungo una via di pellegrinaggio, sa quanto sia importante la sana alimentazione del viator. Per godersi il cammino, per fare un’esperienza spirituale e di conoscenza, è fondamentale dotarsi di un bilanciato apporto nutrizionale e calorico, necessario a fortificare il corpo e l’animo. Un camminatore, entrando nel Lazio, trova una terra dai tanti conventi e abbazie con numerose tradizioni alimentari monastiche. Il viator giubilare,
poi, ha alle spalle una ricca tradizione relativa al contenuto della bisaccia del pellegrino: dal Medioevo, con il primo giubileo di Papa Bonifacio VIII nel 1300, si sviluppa una lunga storia di erbe e cereali, carne secca e frutti boschivi, bacche, uova e legumi, frutto di raccolta, elemosina, ospitalità monastica e antiche tabernae. La sacca di un pellegrino dell’epoca infatti doveva contenere cibi a lunga conservazione ed è per questo che il pane, asciutto, scuro e di cereali poveri, da
bagnare in acqua o vino, è il suo imprescindibile viatico, laddove il viaggiatore agiato poteva permettersi il pane di frumento. Da bere, un po' d'acqua ma soprattutto vino, la bevanda universale del Medioevo, da preferire all’acqua per questioni di potabilità. I prodotti della terra la facevano da padroni: il pellegrino si cibava di erbe, frutti e carni provenienti dai luoghi “km 0” ante litteram: i territori del Lazio erano e sono ricchi di prodotti diversificati, collinari, marina-
ri, campagnoli, lacustri e questo ci riporta al camminatore contemporaneo, che non dovrebbe portare sulle spalle uno zaino pesante e che può trovare lungo i percorsi della nostra regione tantissimi prodotti legati alle specificità territoriali, ricchi di gusto, genuinità e ad alto livello nutrizionale. Le nocciole dei Monti Cimini sulla Via Francigena del nord, la porchetta di Poggio Bustone sul Cammino di Francesco, le patate di Leonessa sul cammino benedettino, la ciambella di Veroli e i fagioli di Atina sulle vie del sud, sono solo alcuni esempi della tipicità agroalimentare locale che apporta ai camminatori un equilibrio nutrizionale di qualità.
I VINI DEL PELLEGRINO Il Lazio ha un territorio ad alta vocazione vitivinicola. Nella nostra regione il pellegrino di oggi e di ieri gode del silenzio dei luoghi e si ristora con i prodotti della terra e della vite. Lungo il Cammino di Benedetto e della Francigena del Sud si possono degustare, tra gli altri, il Cesanese di Affile e del Piglio o il Cabernet di Atina, accompagnati da un primo piatto ricco di carne, da selvaggina o salumi, mentre il bianco,
la Passerina del Frusinate, si abbina con il pesce fresco o con il baccalà. Noto vino e vitigno della tradizione è il Moscato di Terracina, ottimo anche nella declinazione di vino da fine pasto, con i dolcetti tipici del Lazio meridionale. Passando ai cammini del nord, ricordiamo il famoso vino bianco del viterbese EST! EST!! EST!!!, vino leggendario e baciato dai raggi del sole riflesso nel Lago di Bolsena,
caro al palato del pellegrino con i tozzetti dei monti Cimini. Sul Cammino di Francesco nella provincia di Rieti, si produce un vino di eccellente qualità in una zona dove la vite è coltivata da tempi memorabili. Qui il tempo sembra essersi fermato al passaggio del Santo: ogni operazione viene fatta a mano e dà al vino un sapore unico, da gustare in cammino con i dolcetti Terzetti reatini.
SCOPRIRE IL LAZIO CON “DIVERTIMAPPE” Il “Divertimappe”, è la guida pensata per bambini e ragazzi, che arricchisce di giochi e curiosità i 4 itinerari del “Sistema dei Cammini” e li trasforma in un’esperienza indimenticabile per i giovani viaggiatori. Nei pressi di Leonessa, a Fontenova, prima tappa nel Lazio del Cammino di Benedetto, sulla strada del Terminillo, si trova il Fagus Park Valle della Aquile, un parco acrobatico immerso nel bosco. Vuoi provare a camminare su un ponte sospeso? O arrampicarti a nove metri di altezza? Indossa il casco e l’imbragatura e vai! Gerano, adagiato sul colle, circondato da boschi di castagno ed oliveti ospita, unico in Italia, il Museo delle scatole di latta per biscotti, caramelle, pasticcini, che ricorda un vecchio negozio degli inizi del ‘900. Vicino a Rivodutri, sul Cammino di Francesco, troverai un albero millenario. E’ un faggio dai rami contorti e dalle chiome rivoltate all’ingiù come un salice piangente. Si racconta che un temporale sorprese Francesco lungo il cammino, si riparò sotto questo faggio e ci passò la notte. Per proteggerlo dal freddo e dalle intemperie l’albero piegò i suoi rami fino a terra assumendo la forma di una capanna. Ssst, tutti zitti! Siamo nel Museo del
Silenzio, nel Monastero delle Clarisse Eremite di Fara Sabina. In un percorso, a tratti buio, vengono proiettate immagini e suoni che ci svelano il misterioso mondo di queste monache che hanno fatto il voto del silenzio. In questo Monastero puoi visitare anche una stanza con 17 mummie. Ed eccoci sul percorso più famoso: la Via Francigena, che si divide tra nord e sud di Roma. Quella a Nord fu descritta per la prima volta da
Sigerico, Vescovo di Canterbury, nel viaggio di ritorno da Roma. Poco distante da Viterbo ti aspetta un giardino stupefacente, pieno di mostruose figure di pietra. Il Parco dei Mostri di Bomarzo è un luogo emozionante e avventuroso, ideale per trascorrere una giornata speciale alla scoperta delle sue enormi sculture inattese. A Caprarola, puoi ammirare i continenti disegnati sulle pareti della Sala del Mappamondo di Palazzo
UNA APP PER I CAMMINI DEL LAZIO Il Lazio è un crocevia tra i più importanti itinerari religiosi d'Europa. Questi antichi percorsi sono veri e propri sentieri dove si può sperimentare un turismo lento, esplorando la dimensione reale del tempo e dello spazio. L'Anno Santo è l'occasione per visitare posti meno conosciuti del Lazio seguendo l'antica tradizione del Cammino per raggiungere la Porta Santa, attraverso gli itinerari che i pellegrini percorrevano
dall’Oriente e dall'Occidente Europeo. Proprio per questo la Regione Lazio ha realizzato l’app, “I Cammini del Lazio”, che guiderà pellegrini e viaggiatori, lungo i principali percorsi di fede del Lazio. L’app è stata sviluppata sia per dispositivi iOS che Android e il suo punto di forza è la possibilità d’interazione in tempo reale con gli altri camminatori tramite una chat interna.
Con questa applicazione, ogni camminatore potrà costruire un percorso personalizzato arricchito da informazioni supplementari riguardanti strutture ricettive, attrattori culturali ed eventi presenti sul territorio nel raggio di 5 km, essendo stata integrata con il portale www.visitlazio.com. Lungo il Cammino si potranno effettuare eventuali segnalazioni direttamente alla Regione Lazio, ulteriore supporto per i viaggiatori.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI POTETE CONSULTARE: www.visitlazio.com www.francigenalazio.it | www.camminodifrancesco.it | www.viabenedicti.it | www.arsialweb.it www.iubilantes.it | www.iubilaeummisericordiae.va | www.vatimecum.com
Farnese, una sorta di atlante geografico del mondo conosciuto alla metà del Cinquecento, quindi manca ancora l’Australia. Però ci sono i navigatori più famosi del tempo: Vespucci, Colombo, Magellano e Marco Polo. Sul soffitto un affresco rappresenta ben 50 costellazioni. Cerca il tuo segno zodiacale. Sulla Via Francigena del Sud, lungo la direttrice Prenestina, nel Museo archeologico di Palestrina, è conservato un mosaico romano, una carta geografica ante litteram, che rappresenta il fiume Nilo durante un’inondazione. Gli antichi Romani non avevano le idee chiare sull’Egitto e si erano immaginati una strana terra, abitata da animali bizzarri. Sulla direttrice Appia, itinerario solcato da cavalieri, mercanti e pellegrini verso Gerusalemme, a Nemi, si può fare un altro tuffo al tempo dei Romani, visitando il Museo delle Navi Romane. Vi sono modelli e resti delle navi fatte costruire dall’Imperatore Caligola, ripescati dal fondo del lago di Nemi. E chiudiamo con una golosità: il Museo del Cioccolato a Norma, dove è spiegata la storia della lavorazione del cacao dall’epoca dei Maya ai tempi nostri e poi vi attende una ricca degustazione finale!