Sentieri di Fede e Storia Arco di Trevi
Via Francigena del Nord e del Sud il Cammino di Francesco, il Cammino di Benedetto
Il
Enjoy
Tradition, History and Archaeology Open until September 25 For further information: regione.lazio.it/santasevera
Sistema dei Cammini
Turismo sostenibile e di qualità lungo i sentieri storici religiosi
Il Lazio è crocevia dei più importanti tracciati giubilari, provenienti dall’Oriente e dall’Occidente Europeo, porzioni suggestive delle direttrici verso Gerusalemme e Santiago di Compostela. Il Lazio infatti è la regione di Roma, meta ultra millenaria di pellegrinaggi e dei cammini a questi collegati. Il Lazio è uno scrigno di territori dal potenziale straordinario, tutti da scoprire, itinerari sostenibili e suggestivi, che rappresentano l’ossatura portante del segmento turistico “slow” e “outdoor”. Itinerari valorizzati in particolare in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, indetto da Papa Francesco, lungo i quali continuare a camminare anche dopo il Giubileo, immergendosi nella cultura e nelle tradizioni del Lazio. Per questo l’Agenzia regionale del Turismo è impegnata a promuovere “Il Sistema dei Cammini” e a far crescere la cultura dell’accoglienza, coniugando politiche del territorio e senso del viaggio, inteso come itinerario interiore e fonte di benessere fisico e spirituale. Questo implica: migliorare le infrastrutture sui territori e l’offerta di servizi e di attrezzature (a partire dalla messa in sicurezza dei percorsi e dalla segnaletica); incrementare le informazioni logistiche e del patrimonio culturale circostante; promuovere le attività sportive praticabili e gli eventi promossi dai territori; ed ancora, sostenere la produzione dei principali prodotti artigianali ed enogastronomici locali. La Regione Lazio ha scelto di puntare sulla rete che si dirama nei quattro percorsi più rappresentativi per il contesto internazionale: la Via Francigena del Nord, il Cammino di Francesco, la Via Francigena del Sud nelle sue due diramazioni “Appia” e “Prenestina” e il Cammino di Benedetto. Li presentiamo in questo speciale della rivista TREKKING&Outdoor e per ogni approfondimento vi invitiamo a scoprire il sito istituzionale dell’ospitalità del Lazio www.visitlazio.com, realizzato in italiano e in inglese e costantemente aggiornato, in virtù di un lavoro di collaborazione tra l’Assessorato all’Agricoltura, l’ARSIAL, l’Agenzia regionale dei Parchi, la Direzione Cultura e Politiche giovanili, la Direzione Attività Produttive e l’Agenzia regionale del Turismo e già presente sui social network Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Youtube e Google+. Massimiliano Smeriglio Vicepresidente della Regione Lazio con delega al Turismo
Testo di Serafino Ripamonti e Enrico Bottino Foto di Michele Dalla Palma e Agenzia Regionale
passi nella
Storia
LA COSTRUZIONE DELLE PRIME VIE DI COMUNICAZIONE INIZIÒ CON LE STRADE CONSOLARI, MUNICIPALI E VICINALI REALIZZATE DAI ROMANI, PICCOLE E GRANDI STRADE CHE NEL TEMPO HANNO ASSOLTO LA FUNZIONE STORICA DI SCAMBIO TRA CIVILTÀ DIVERSE E DI LUOGO D’INCONTRO. A DISTANZA DI DUEMILA ANNI, GRAZIE ALLA RETE DI CAMMINI E PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO E DELLE SUE ECCELLENZE, ANCHE AGROALIMENTARI, L’ESCURSIONISTA PUÒ SCOPRIRE PAESAGGI AFFASCINANTI E AMMIRARE ESPRESSIONI ARTISTICHE E MONUMENTALI CHE SONO FRUTTO DI ANNI DI STORIA E DI CULTURA DEL NOSTRO PAESE.
Le case di Cantalice, aggrappate alla collina, incoronano la cima dominata dalla torre del Cassero e dalla bianca chiesa settecentesca dedicata a S. Felice
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rima capitale politica del mondo antico, poi capitale spirituale della cristianità occidentale, Roma è caput mundi “la città” per antonomasia, dove si riuniscono tutte le vie. Da più di duemila anni l’Urbe è crocevia di itinerari che si irraggiano a nord verso l’Europa continentale e a sud verso il Mediterraneo. Le strade consolari, nate per gli eserciti, i commerci e la buona efficienza dell’amministrazione statale romana, sono divenute nei secoli le direttrici lungo le quali si spostavano i pellegrini, viandanti per la devozione religiosa, dal nord Europa verso Roma e da lì ancora più giù, verso i porti dove ci si imbarcava per la Terra Santa. Il Lazio è il territorio che tutte queste
direttrici viarie attraversavano prima di confluire a Roma, dipanandosi come una ragnatela che irraggia le aree della regione più ricche di fascino sotto l’aspetto naturalistico, paesaggistico, storico, artistico e culturale. Negli ultimi anni, l’amministrazione regionale si è impegnata a valorizzare in ottica turistica questa rete di storici percorsi, dando vita a un vero e proprio Sistema dei Cammini del Lazio, che oggi si presenta come uno straordinario patrimonio a disposizione degli appassionati di turismo lento, in grado di condurre alla scoperta di aree di eccezionale bellezza e interesse, rimaste sino ad oggi relegate “nell’ombra” dalla fama indiscussa della Capitale. Il lancio in grande stile del sistema dei Cammini del Lazio,
non poteva che coincidere con il Giubileo Straordinario della Misericordia, occasione perfetta per riprendere la millenaria tradizione dei pellegrini e dei viandanti, visitando, lungo le antiche direttrici, i luoghi meno conosciuti del Lazio, prima di raggiungere Roma. I principali Cammini di fede del Lazio sono 4: la Via Francigena nel nord, da Proceno (Vt) ai confini con la Toscana, a Roma; la Via Francigena nel sud, da Roma a Minturno e a Cassino, ai confini con la Campania e il Molise; il Cammino di Benedetto, che attraversa il Lazio dal territorio di Leonessa (Ri) a Montecassino e il Cammino di Francesco, alla scoperta dei luoghi dove visse e predicò il Poverello di Assisi, dall’Umbria a Roma attraverso la Valle Santa reatina.
LA BISACCIA DEL PELLEGRINO Lanciato alla ribalta internazionale in occasione di Expo 2015, “La bisaccia del pellegrino” è il marchio che identifica le specialità alimentari tradizionali che posseggono quelle caratteristiche indispensabili del cibo per chi cammina quali: produzione tipica locale, adeguatezza al consumo degli escursionisti, leggerezza, conservabilità, naturalità, alto valore energetico e ottime caratteristiche sensoriali. www.bisaccia. viefrancigene.org Sulla doppia pagina tratto in basolato dell’antica via Cassia, vicino a Montefiascone. Camminando tra i boschi sugli altipiani di Arcinazzo, improvvisa, si materializza un’imponente cinta muraria, caratterizzata dall’Arco di Trevi, che esprime tutto il fascino di una costruzione megalitica. Tipico paesaggio rurale.
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LA VIA FRANCIGENA DEL NORD E DEL SUD
La Francigena è certo il più celebre e il più antico dei grandi cammini e, dal nord della regione, raggiunge Roma attraversando magnifici paesaggi, antichi borghi e aree naturali protette, dalla Tuscia al cuore della cristianità. A Roma confluisce anche un altro percorso Francigeno, conosciuto come Via Francigena del Sud, originariamente percorso dai pellegrini in transito fra la Capitale e gli approdi pugliesi da dove salpavano le navi dirette verso la Terra Santa. Sin dall’Alto Medio Evo, il viaggio verso Roma, una delle città più sacre della cristianità occidentale, sede del soglio papale e luogo dove riposavano le spoglie dei santi Pietro e Paolo, costituiva assieme al Cammino di Santiago de Compostela e alla visita a Gerusalemme, una delle tre “peregrinationes maiores”, cioè uno dei tre più importanti pellegrinaggi devozionali per i cristiani di ogni parte d’Europa. Numerose erano le cosiddette vie romee, le direttrici lungo le quali si spostavano i viandanti e pellegrini, spesso corrispondenti con gli assi portanti dell’antica viabilità consolare romana. La Via Francigena era una delle più vitali: tracciata originariamente dai Franchi nella loro espansione militare e politica verso l’area mediterranea e poi percorsa dai pellegrini che dal nord Europa e dall’occidente valicavano le Alpi e l’Appennino Tosco-Emiliano, scendendo attraverso la Toscana e il nord del Lazio. Lungo la Francigena non camminavano solo i pellegrini, ma anche le merci e le idee. Non è un caso che proprio negli snodi fondamentali del percorso siano sorti e abbiano prosperato alcuni dei più importanti centri urbani e delle più splendide città d’arte. In qualche modo le vie francigene sono state le arterie attraverso le quali la comune identità culturale europea si è irradiata nelle diverse regioni fino ai confini del continente. Il percorso oggi riconosciuto ufficialmente dal Consiglio d’Europa come itinerario della Via Francigena, 6 · Il Sistema dei Cammini del Lazio
ricalca le tappe indicate nel memoriale lasciato da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, a ricordo del pellegrinaggio da lui compiuto alla fine del X secolo. Attraverso il Gran San Bernardo e la costa toscana, Sigerico entrò nel Lazio tra Radicofani e Proceno. La prima tappa laziale della Francigena segnalata nel “diario di viaggio” dell’Arcivescovo di Canterbury, è Acquapendente, dove si trova il sacello a imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Da lì il percorso tocca Bolsena, nota per il miracolo di santa Rosa, Capranica, Sutri, Campagnano e Formello, per giungere a Roma varcando Monte Mario, l’antico Mons Gaudii, nome che probabilmente richiamava la gioia dei pellegrini giunti ormai al cospetto della Città Eterna dopo
EST!! EST!! EST!! Percorrere i Cammini del Lazio significa anche scoprire i vini regionali. Fra i tanti ce n’è uno il cui nome è leggenda: il bianco DOC Est!! Est!! Est!! di Montefiascone. Si narra, infatti, che il vescovo Johannes Defuk, in viaggio verso Roma nel 1111, si facesse precedere da un coppiere addetto alla ricerca dei vini migliori. Ad ogni incontro con un vino degno del vescovo, il servo “griffava” la porta della cantina con quello che è forse il primo marchio di qualità della storia: “Est”, ovvero: “C’è”. Tale fu l’entusiasmo per il bianco di Montefiascone che lì il messo lasciò un triplo “Est” con tanto di punti esclamativi: Est!! Est!! Est!! Sulla doppia pagina Il tempio romano di Ercole a Cori. La tradizione vinicola risale all’epoca romana. Formello, ingresso Palazzo Orsini. Giardino di Ninfa. Norma, area archeologica.
TONDA GENTILE ROMANA Non è l’incipit di un’ode di Catullo alle grazie d’una qualche matrona, ma il poetico nome di uno dei frutti più apprezzati dei boschi che il pellegrino francigeno attraversa lungo le sponde del Lago di Vico. L’intero bacino della caldera di Vico è sito di elezione per la coltivazione della nocciola dei Monti Cimini, appartenente alla varietà “Tonda gentile romana”, recentemente riconosciuta con il marchio DOP. La nocciola dei Cimini è la base di tanti dolci tradizionali come i tozzetti viterbesi e il panpepato. Dall’alto Il chiostro dell’Abbazia di Valvisciolo, non lontano da Sermoneta. Castel Gandolfo e il Lago Albano, perle artistiche, naturalistiche e outdoor del Parco Naturale Castelli Romani.
il loro interminabile e pericoloso cammino. Non per tutti i pellegrini, però, Roma costituiva la meta finale del viaggio. Dalla capitale della cristianità occidentale molti proseguivano il cammino verso sud-est, diretti, attraverso molteplici percorsi, alle coste adriatiche e da lì, via mare, alla Terra Santa. Questo fascio di cammini che si intrecciano seguendo l’orografia del territorio e i punti deboli dei valichi appenninici, viene oggi identificato come Via Francigena del Sud, la prima parte del viaggio che, dalle tombe di San Pietro e San Paolo, conduce ai punti d’imbarco verso il Santo Sepolcro di Cristo in Terrasanta. Ancor più del tratto settentrionale, la Francigena del Sud è una “via larga” lungo la quale i pellegrini che si sono succeduti nelle varie epoche hanno camminato scegliendo e abbandonando i vari tratti, a seconda delle congiunture politiche, delle condizioni climatiche, dell’impaludamento o degli indirizzi devozionali. La Regione Lazio sin dal 2008 ha messo in atto una sinergia di interventi volti a valorizzare i cammini meridionali francigeni, investendo notevoli risorse per il recupero di diversi tracciati a sud di Roma, individuando due principali direttrici. Una è quella della Via Prenestina – Via Latina, che attraversa la Provincia di Roma e di Frosinone sino ai confini col Molise, coinvolgendo 43 Comuni e che si articola in due varianti, una che conduce verso Cassino e l’altra che si snoda lungo la Val di Comino. Nel territorio si trovano le due grandi Abbazie laziali di Casamari e Montecassino. L’altra è la direttrice Appia, che scende dai Castelli Romani nella Provincia di Latina, passa per l’antica città portuale di Terracina (dove già una parte dei pellegrini sceglievano la rotta marittima verso Gerusalemme) e giunge al fiume Garigliano, ai confini con la Campania. Il percorso, che interessa 29 Comuni, segue l’antica via consolare lungo le pendici dei Monti Lepini, Ausoni e Aurunci, è ricco di siti archeologici e incrocia le Abbazie di Fossanova e Valvisciolo.
IL PANE DEL CAMMINO Assieme alla conchiglia e al bastone, il pane è uno dei simboli del pellegrino. Nella terra dove tutti i Cammini confluiscono, il buon pane è quasi un obbligo. Fare dei nomi vuole dire far torto a qualcuno, ma ci corre l’obbligo di segnalare almeno le varietà più note (stabilire quali siano le più buone è golosa incombenza che lasciamo ai lettori!). Ecco quindi il Pane casereccio di Genzano IGP, poi le Cacchiarelle, la Ciriola Romana, il pane Falia, quello casereccio di Lariano e quello dei Monti Lepini, la ciambella sorana, il pane di Vicovaro e quello di Salisano.
GUIZZI DI SAPORE Dalle sponde del Lago di Bolsena ai litorali del Golfo di Gaeta i percorsi francigeni del nord e del sud sembrano tracciare anche un fil rouge dei sapori ittici. Dai laghi toccati dagli storici cammini provengono numerosi Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) come l’anguilla e il coregone di Bolsena, il lattarino di Bracciano, la calamita di Fondi. La costa poi regala svariate prelibatezze di mare, valorizzate anch’esse dal marcio PAT, come le alici sotto sale e la Tiella del Golfo di Gaeta.
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Abbazia di Fossanova
IL CAMMINO DI FRANCESCO
Era la notte di Natale del 1223 quando nel piccolo borgo di Greccio, affacciato sulla verdissima pianura reatina, un uomo vestito di pochi stracci, la cui fama si era già diffusa e affermata in buona parte del centro Italia, cominciò, durante la Messa, a rievocare la nascita di Gesù. La tradizione racconta che in quella notte un piccolo bambino si materializzò e fu preso tra le braccia del poveruomo: quella fu la prima rappresentazione storica del Presepe, opera di Francesco, il giovane figlio di una ricca famiglia di mercanti di Assisi che di lì a poco avrebbe cambiato la storia stessa della Chiesa, predicando nel cuore d’Italia. Ancora oggi il suo nome evoca fantasie di viaggio, cambiamento. Tutto in Francesco è movimento, trasformazione, contemplazione del mondo, della natura. Certo, il mondo amato da Francesco non è la mondanità, ma la comunità degli uomini semplici e, soprattutto, il creato. La contemplazione non semplicemente estatica del mondo circostante, l’amore infinito per tutti gli elementi che gli occhi possono cogliere, il regalo del silenzio che la natura ci offre, e che trovò la sua espressione nel celeberrimo Cantico delle Creature. Tutto questo è Francesco. Nel Cantico ogni albero, ogni fiore, ogni soffio di vento viene amato. E proprio nella Valle Reatina, nota oggi come Valle Santa, Francesco trovò gli stimoli, le sensazioni, gli orizzonti che originarono il capolavoro poetico. Il Cammino di Francesco venne inaugurato nel 2003 e si articolava originariamente in otto tappe per una lunghezza totale di circa 80 chilometri che si stendono nella Valle Reatina seguendo il peregrinare del Santo. Le tappe del Cammino di Francesco sono ben segnalate e soggette a manutenzione continua, in modo da consentire a tutti, famiglie comprese, l’immersione nella natura francescana: un “cammino di fede” che ripercorre le tappe di una vita spesa all’insegna del misticismo cristiano. Il buon pellegrino prima di avventurarsi sui passi del Santo, potrà munirsi di passaporto, proprio come nella tradizione dei grandi camminamenti: il documento 12 · Il Sistema dei Cammini del Lazio
Le case di pietra di Labro Monteleone Sabino, Santuario di Santa Vittoria
POPOLARI PECORINI E NOBILI CAPRINI… Assieme ai pellegrini, ai mercanti e agli eserciti, le antiche vie del Lazio per tanti secoli hanno ospitato anche il transito dei pastori e delle loro greggi. Un po’ tutta la regione è terra di allevatori e quindi di formaggi. Popolarissimo è il Pecorino Romano DOP, ma nelle vostre peregrinazioni sui Cammini del Lazio avrete sicuramente occasione di scoprire altre delizie da intenditori, come lo squisito Caprino Nobile, realizzato con il latte di allevamenti bio e inserito fra i prodotti identificati dal marchio “La bisaccia del pellegrino” e il “Caciofiore delle campagna romana”, formaggio molle prodotto con latte di pecora, per il caglio viene usato, fin dall’epoca dell’antica Roma, un estratto vegetale dal fiore cardo selvatico. La stagionatura dura 30-60 giorni.
certificherà il passaggio dai quattro principali santuari francescani lungo il percorso, utile alla fine per ottenere l’attestato del pellegrino. Il Cammino segue le orme storiche del Santo partendo da Rieti, dove è possibile visitare il Palazzo papale e l’oratorio dove Francesco donò il proprio mantello a una donna povera. Lasciandosi alle spalle la cittadina che i romani soprannominarono Umbelicus Italiae, per la sua posizione centrale lungo lo stivale, ci si immerge in un ambiente affascinante che segna simbolicamente una trasformazione, un passaggio: la quiete dei boschi accoglie il viaggiatore che capirà presto perché proprio da queste parti, intorno al 1225, Francesco compose il Cantico. Nel silenzio interrotto solo dallo scorrere dei ruscelli, il Santuario di Santa Maria della Foresta segna la prima tappa – e punto di appoggio – del percorso. La salita all’eremo di Poggio Bustone ci ricorda invece l’inizio della missione di pace dei francescani, segnata dal celebre “Buon giorno, buona gente” con cui il poverello salutò la semplice gente del borgo. L’incedere del cammino è un alternarsi di borghi e luoghi silenziosi, a testimoniare il percorso stesso dei francescani, per tradizione insediatasi fuori dalle città ma non troppo lontano della comunità degli uomini, differenziandosi in questo da altre comunità religiose, come quella benedettina che invece ha sempre preferito l’isolamento e la meditazione. Così, dopo il centro storico
di Poggio Bustone, si giunge all’ombra del maestoso e straordinario Faggio di Rivodutri che con la sua enorme chioma rinfresca dalla calura estiva, protegge dalle piogge, rasserena gli animi e meraviglia gli occhi. Si dice che soltanto altri due esemplari nel mondo abbiano una forma simile. Dopo il silenzio, il sentiero ci avvicina alla gente, nella già citata Greccio, luogo di arte e cultura medievale dove l’eremo, abbarbicato sulla roccia, è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Più oltre, un altro bosco secolare di lecci sul fianco del Monte Rainero ci regala il prezioso Santuario di Fonte Colombo: qui Francesco e i suoi fedeli avrebbero, nella grotta nota come il Sacro Speco, sancito la Regola definitiva dell’Ordine. Si racconta che sempre in questo luogo Francesco venne operato all’occhio con un ferro rovente. Posta, luogo di fondazione della prima comunità di Frati Minori e il reliquiario del Terminillo – fatto edificare nel cuore della grande montagna da Pio XII che proclamò Francesco Patrono d’Italia nel 1939 – concludono il Cammino di Francesco. Lasciando alle spalle la Valle Reatina, l’itinerario lungo i luoghi francescani oggi prosegue fino a Roma: un percorso a piedi che da Rieti conduce i pellegrini attraverso la Sabina, lambendo il Parco dei Monti Lucretili, e poi attraverso la campagna romana e la città di Roma, fino a San Pietro. Nerola, Castello Orsini
IL CAMMINO DI BENEDETTO
Si tratta di un lungo percorso (300 chilometri circa) che attraversa la dorsale appenninica entrando nel Lazio, per terminare a Cassino, a pochi chilometri dal Molise e dalla Campania. Da nord a sud, l’itinerario del Cammino di Benedetto tocca diverse abbazie fondate dal santo e dai suoi discepoli. Spesso sono siti che commemorano momenti fondamentali della vita di Benedetto, o rappresentano i segni della diffusione di una dottrina che non fu solo spirituale e religiosa, ma costituì il primo passo per la ricostruzione di una società civile intorno ai valori del lavoro, della cultura e della solidarietà considerati il fondamento della civiltà europea (non a caso San Benedetto è stato proclamato “Patrono d’Europa” da Papa Ratzinger). Dopo la partenza da Norcia, città natale del santo,
LE TERRE DELL’OLIO Non c’è Cammino storico nel Lazio lungo il quale non si possa gustare il prezioso oro verde del Mediterraneo. L’olio è, infatti, uno dei prodotti agroalimentari più apprezzati della regione e quasi ogni angolo del territorio custodisce le sue produzioni di qualità. Quattro sono le DOP riconosciute nel Lazio: Canino, Colline Pontine, Sabino e Tuscia. In occasione di Expo 2015 la Regione ha lanciato quattro itinerari turistici alla scoperta dei territori di produzione di queste eccellenze. Per saperne di più visitate il sito: www.lazioterredellolio.com. 14 · Il Sistema dei Cammini del Lazio
il percorso entra nel Lazio nel territorio di Leonessa e prosegue nella Valle Santa reatina, toccando alcuni dei luoghi già tappa del Cammino di Francesco: il monastero di Poggio Bustone, il borgo di Cantalice, il solitario Monastero de La Foresta e infine il centro di Rieti. Scendendo lungo la Val Turano si tocca Rocca Sinibalda e si attraversa il territorio del Parco dei Monti Lucretili. Poi si raggiunge Licenza, dove ancora si scorgono i resti della magnifica villa di campagna che fu del poeta latino Orazio e Vicovaro, dove è d’obbligo la visita a un piccolo capolavoro di arte rinascimentale: il tempietto di San Giacomo, che l’architetto Domenico di Capodistria realizzò su commissione della potente famiglia degli Orsini. Qui si trova anche il Convento di San Cosimato, accanto al quale si trovano
In basso Veroli, l’Abbazia di Casamari fu consacrata nel 1217 da Papa Onorio III. Pagina a lato Grotta di Pastena, cascatella nella sala dell’Occhialone. Collepardo, la certosa di Trisulti è monumento nazionale dal 1873.
diverse grotte abitate un tempo dai monaci eremiti. Sullo stesso percorso, una deviazione conduce al più suggestivo dei siti benedettini, il Santuario della Mentorella a Capranica Prenestina. Entrati nella Valle dell’Aniene si giunge nei luoghi dove san Benedetto peregrinò per individuare il luogo adatto al suo eremitaggio. Si arriva così a Subiaco, dove, ai piedi di una parete rocciosa che sovrasta la valle, sorge il magnifico Monastero del Sacro Speco, che sorge nei pressi della grotta che fece da eremo a Benedetto. Dopo la visita al Sacro Speco e al vicino Monastero di Santa Scolastica, l’unico rimasto dei primi tredici monasteri fondati nell’alta Valle dell’Aniene, l’itinerario abbandona la provincia di Roma per attraversare il territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini addentrandosi nella
provincia di Frosinone. Qui fa tappa dapprima alla Certosa di Trisulti, a Collepardo e, proseguendo, alla Badia di Sebastiano, nel comune di Alatri e all’Abbazia di Casamari, presso Veroli. Il Cammino di Benedetto si conclude alla grande Abbazia di Montecassino, vero e proprio centro della religiosità benedettina. Qui San Benedetto fondò il suo primo monastero e qui scrisse la sua celebre Regola, sintetizzata nella formula ora et labora che costituì per secoli uno dei principi fondatori del monachesimo occidentale. Nonostante le ripetute devastazioni, la più drammatica delle quali avvenne alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’abbazia fu sempre ricostruita e sa restituire ancora oggi intatti il fascino e le suggestioni della grande esperienza religiosa e culturale di Benedetto e dei suoi discepoli.
I FRUTTI DEL BOSCO Non è solo nelle campagne coltivate dall’uomo che nascono i buoni sapori del Lazio. Nell’ombra dei boschi incontaminati come quelli della Ciociaria, attraversati dal Cammino di Benedetto, sotto i castagneti si nascondono squisiti funghi e nei prati crescono gli asparagi selvatici ed una incredibile varietà di erbe, un tempo base della magra dieta quotidiana delle popolazioni contadine dell’entroterra e oggi elemento essenziale per la preparazione di piatti che raccontano la tradizione e la storia del territorio. In particolare qui c’è la tradizione di conservare i tanti prodotti della terra sott’olio e poterli così gustare, praticamente freschi, anche fuori stagione.
ITINERARI LA VIA FRANCIGENA DEL NORD LA VIA FRANCIGENA DEL SUD IL CAMMINO DI FRANCESCO IL CAMMINO DI BENEDETTO
Roma
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Lunga ma interessante tappa, che conduce sino alle soglie dell’area urbana di Roma. L’itinerario passa attraverso Campagnano di Roma (antico borgo di origini medievali) e tocca il belvedere di Monte Razzano per raggiungere il Santuario della Madonna del Sorbo che fa da ingresso alle Valli del Sorbo (Sito d’importanza Europea). Il tratto della Via Francigena che attraversa il territorio di Formello è anche uno
dei più adeguatamente organizzati, comodi e sicuri, che si possano percorrere grazie all’attività del Comune che, in collaborazione con la Regione Lazio, ne ha curato il recupero e la messa in sicurezza. Dopo aver attraversato la Valle del Sorbo, si passa per il centro storico di Formello, dal quale, seguendo la segnaletica, si giunge a un sentiero in salita immerso in uno splendido paesaggio naturale.
Lungo il percorso si incontra la necropoli di Monte Michele con tombe etrusche del VII e VIII secolo a.C. Proseguendo costeggiamo la rupe su cui sorgeva l’antica Veio di cui, con una piccola deviazione, si può visitare l’area archeologica. Proseguiamo attraversando Isola Farnese per raggiungere la località La Storta, ormai a una manciata di chilometri dalla meta finale della Francigena.
LA VIA FRANCIGENA DEL NORD
LA VIA FRANCIGENA DEL SUD
Le ultime tappe della Via Francigena del Nord, quelle che dai confini settentrionali del Lazio conducono a Roma, sono rese indimenticabili dal fascino straordinario delle campagne della Tuscia e dai tesori artistici dei piccoli borghi e delle città d’arte come Viterbo. Ad ogni chilometro percorso, poi, aumenta l’emozione e l’attesa per l’arrivo alla meta finale del viaggio.
Quando pensi che la meta sia stata raggiunta, ecco che si aprono nuovi orizzonti… nuove avventure e cose da scoprire. La Francigena del Sud è un po’ così. Dalla Capitale ci si rimette in cammino attraverso le dolci campagne dei Castelli Romani, poi ancora più giù, seguendo il richiamo della costa, oppure inoltrandosi fra i colli della Ciociaria.
DA MONTEFIASCONE A VITERBO LOCALITÀ DI PARTENZA Montefiascone, Rocca dei Papi LOCALITÀ DI ARRIVO Viterbo, Piazza del Plebiscito LUNGHEZZA DEL PERCORSO 17,7 km DIFFICOLTÀ E DISLIVELLO +65 -379 metri TEMPO DI PERCORRENZA 4 ore Lasciato Montefiascone con la sua imponente basilica, un tempo sede vescovile, ci si allontana dall’abitato percorrendo solo un breve tratto su asfalto, per poi seguire un percorso sterrato che ben presto approda sull’antico basolato della via Cassia, ancora in ottime condizioni. Si attraversa quindi un tratto collinare, con
bei panorami su Montefiascone e Viterbo. Scesi nella piana ci si può rilassare alle terme del Bagnaccio, una serie di pozze di acqua calda, da sempre frequentate dai pellegrini che transitavano lungo la Via Francigena. Si giunge infine a Viterbo, entrando in città dalla storica Porta Fiorentina. Assolutamente da non perdere la visita del centro storico e al quartiere di San Pellegrino che svelano i fasti di quella che è storicamente nota come “La Città dei Papi”. Nel XIII secolo Viterbo fu, infatti, sede pontificia. Da non perdere anche la visita al Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa e all’Orto Botanico della Tuscia a Viterbo. Montefiascone
DA CAMPAGNANO DI ROMA A LA STORTA
DA CASTEL GANDOLFO A VELLETRI
LOCALITÀ DI PARTENZA Campagnano di Roma, Chiesa del Gonfalone
LOCALITÀ DI PARTENZA Palazzo Pontificio, Castel Gandolfo
LOCALITÀ DI ARRIVO La Storta, Chiesa Parrocchiale
LOCALITÀ DI ARRIVO Basilica di San Clemente, Velletri
LUNGHEZZA DEL PERCORSO 30 km
LUNGHEZZA DEL PERCORSO 19,9 km
DISLIVELLO +359 -466 metri
DISLIVELLO +496 -555 metri
DIFFICOLTÀ E
DIFFICOLTÀ E
TEMPO DI PERCORENZA 10 ore
TEMPO DI PERCORENZA 5 ore
si dipana nel Parco regionale dei Castelli Romani, una vasta area protetta istituita a tutela di un territorio di grande pregio naturalistico e paesaggistico. Il percorso prosegue in salita sino ad incrociare la strada regionale 218, che si oltrepassa grazie a un sottopassaggio, per proseguire lungo un antico percorso dove ancora affiorano tratti di basolato. Comincia quindi la discesa
verso il Lago di Nemi, nascosto dalla vegetazione sino a quando non si giunge in prossimità dell’omonimo borgo. L’itinerario procede in direzione sud (attenzione alla trafficata via Nemorense), seguendo poi un dedalo di strade forestali fino a Velletri, l’antichissima città dei volsci, il cui territorio oggi rientra area tutelata dal Parco dei Castelli Romani.
Fondi, castello baronale
Paesaggi lungo la Francigena Sud Usciamo dal centro di Castel Gandolfo lungo corso della Repubblica fino al bivio con via di Ariccia, dove si prende un sentiero che s’inoltra nel bosco percorrendo l’interno della caldera del vulcano spento in cui si è formato il Lago Albano e che offre straordinari scorci panoramici sul lago e su Castel Gandolfo. L’itinerario
La piazza di Castel Gandolfo
DA ANAGNI A VEROLI LOCALITÀ DI PARTENZA Anagni LOCALITÀ DI ARRIVO Veroli LUNGHEZZA DEL PERCORSO 26,4 km DISLIVELLO +880 -509 metri DIFFICOLTÀ E TEMPO DI PERCORENZA 8 ore Si lascia Anagni in direzione sudest, immettendosi in discesa su via della Sanità e poi imboccando a destra via della Castagnola. Si
incontrano tre bivi dove occorre tenere prima la sinistra, poi la destra e infine ancora a sinistra. La strada fa due piccoli tornanti verso destra e al secondo si prosegue dritti lungo uno sterrato al termine del quale si svolta a destra. Arrivati nei pressi di un’edicola votiva si prende la via Tartaralta di Sopra che si segue sino a incrociare la SP 56. Qui si svolta a destra e, dopo poco, a sinistra, su strada vicinale Mola di Sotto. Al bivio successivo si tiene la destra e si prosegue fino a imboccare la comunale per Ronghino e poi via Fannelli. Agli incroci successivi si tiene sempre la direzione per Ferentino, che si raggiunge dopo circa tre chilometri. Da lì il percorso riprende in discesa lungo via San Rocco Montecchie
fino alla SP 220, che si segue per brevissimo tratto verso sinistra, prendendo poi il primo bivio sulla destra verso la località Casette Tecchiena e Marina di Pescia Romana. Attraversata la SS 155, si prosegue in direzione di contrada Sant’Anna. Dall’abitato si seguono le indicazioni per Veroli, imboccando, pochi metri dopo, una stradina che si dirige verso il colle di Veroli, in fondo alla quale si prende un sentiero in salita che si immette a destra su una mulattiera. In breve si esce su stradina asfaltata, continuando a salire sulla destra. Si raggiunge quindi via Madonna del Pianto, che si percorre in salita e, accanto ad una casa, si imbocca il sentiero che sale alla cappella di San Valentino e prosegue arrivando a Veroli.
IL CAMMINO DI SAN FRANCESCO Dagli eremi della Valle Reatina alle campagne romane, ogni tappa del Cammino di Francesco è un continuo rimando alla vita del Poverello di Assisi, alla sua rivoluzionaria predicazione e al suo rapporto di profonda armonia spirituale con la natura.
RIETI - SANTUARIO DI FONTE COLOMBO SANTUARIO DI GRECCIO LOCALITÀ DI PARTENZA Rieti LOCALITÀ DI ARRIVO Santuario di Greccio LUNGHEZZA DEL PERCORSO 20,8 km DIFFICOLTÀ E DISLIVELLO +470 -390 metri TEMPO DI PERCORRENZA 7 ore Partendo dal piazzale limitrofo alla Cattedrale di Santa Maria, il
percorso si snoda per 4 km all’interno della città di Rieti, abbandonando poi la strada provinciale per Tancia, in località Macelletto, per procedere verso Fonte Colombo, seguendo una strada comunale e un sentiero. Giunti così al Santuario di Fonte Colombo, dopo quasi 1 ora di cammino, si devia verso la frazione di Sant’Elia; lasciatasi alle spalle, sulla destra, la Chiesa di Sant’Elia Profeta, si punta in discesa verso l’abitato di Piani Poggio Fidoni, oltrepassato il quale si transita sulla Via Tancia dirigendosi in direzione Val Canera salendo verso Colle Posta. È questo uno dei luoghi più spettacolari dell’intero cammino, da cui è possibile dominare tutta la Valle Santa.
18 · Il Sistema dei Cammini del Lazio
Giunti, infine, a Contigliano scavalcando le colline, si imbocca, dopo aver superato la località Piano, il sentiero Onnina, giungendo lungo il percorso all’Abbazia di San Pastore, da cui si accede a Via San Pastore che si interseca con la strada provinciale per Greccio, dove è possibile visitare il celebre Santuario Francescano. Prima del parcheggio superiore del santuario, sulla destra, si stacca un altro sentiero che, con un percorso di circa due ore aggiuntive rispetto a quelle previste per la tappa, sale fino alla Cappelletta sul Monte Lacerone. Qui San Francesco rimaneva in solitudine e in contemplazione, godendo dello splendido panorama della Valle Santa Reatina.
SANTUARIO DI GRECCIO – SANTUARIO DI POGGIO BUSTONE LOCALITÀ DI PARTENZA Santuario di Greccio LOCALITÀ DI ARRIVO Santuario di Poggio Bustone LUNGHEZZA DEL PERCORSO 28,5 Km DIFFICOLTÀ E
La Foresta, il santuario
DISLIVELLO +430 -250 metri
Santuario di Greccio
TEMPO DI PERCORRENZA 9 ore Scendendo da Greccio, si procede lungo la provinciale sino all’incrocio con la strada per Reopasto, seguendo le indicazioni per Terni. Svoltando per Montisola, si va avanti sino a guadagnare il Ponte di Terria che attraversa il Fiume Velino in località Colle San Pastore. Continuando, a sinistra, verso Settecamini, si può arrivare alla Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile presso Lanserra e il fabbricato Idrovore. Il cammino prosegue in direzione Ponte Crispolti sino alla congiunzione con la strada provinciale Ternana e, imboccata la stessa sulla direttrice di Rieti, ci si innesta poi sulla provinciale di Ponte Crispolti da seguire sino a Poggio Bustone. Seguendo il percorso di una strada comunale ombreggiata dalle grandi querce che ne costeggiano la carreggiata, si raggiunge la frazione Borgo San Pietro e la località detta Bandita. Da questo punto in poi la salita si fa più ripida e impegnativa, ma giunti a Poggio Bustone alcune piccole vie interne al paese conducono subito al santuario.
OSPITALITÀ A MISURA D’UOMO
I sapori e l’ospitalità fanno parte della cultura, delle tradizioni e delle competenze professionali che sono alla base del successo delle destinazioni dei Cammini storici del Lazio. I posti di accoglienza li trovate su www.visitlazio.com/gli-sfogliabili
Il Sistema dei Cammini del Lazio · 19
IL CAMMINO DI BENEDETTO È un lungo cammino quello che da Norcia porta all’Abbazia di Montecassino. Chilometri di strade che portano avanti nello spazio e indietro nel tempo, ripercorrendo le tappe della vita del patriarca del monachesimo occidentale e immergendosi nell’anima più segreta e antica del territorio laziale, fra piccoli borghi, campagne a boschi millenari.
DA TREVI NEL LAZIO A COLLEPARDO LOCALITÀ DI PARTENZA Trevi nel Lazio LOCALITÀ DI ARRIVO Collepardo LUNGHEZZA DEL PERCORSO 23,8 km DISLIVELLO +560 -750 metri DIFFICOLTÀ E TEMPO DI PERCORENZA 7,30 ore
DA ROCCASECCA A MONTECASSINO LOCALITÀ DI PARTENZA Roccasecca LOCALITÀ DI ARRIVO Montecassino LUNGHEZZA DEL PERCORSO 19 km DISLIVELLO +450 -240 metri DIFFICOLTÀ E TEMPO DI PERCORENZA 6 ore Da Roccasecca si raggiunge il borgo di Caprile, in posizione panoramica sulla Valle del Liri e sui Monti Aurunci. Proseguiamo lungo la strada asfaltata fino a Castrocielo. Sempre in discesa proseguiamo diritto fino a
Lasciato Trevi, a circa 100 metri dall’albergo Il Parco, si imbocca una sterrata sulla destra, in discesa, che conduce al ponte San Teodoro. Attraversiamo l’Aniene e imbocchiamo il sentiero sulla destra che costeggia il fiume e poi comincia a salire nel bosco fino a raggiungere la cappelletta di Santa Maria della Portella. Da lì fino alla fonte di Capodacqua il sentiero prosegue panoramico in leggera discesa. Giunti alla fonte-abbeveratoio guadiamo il fosso e imbocchiamo un sentiero sulla sinistra che sale ripido nel bosco fino a raggiungere l’arco di Trevi, di epoca romana. Proseguendo ci
si immette su una carrareccia e poi sulla strada asfaltata che si segue sulla sinistra raggiungendo il borgo di Guarcino. Scendiamo ora alla base del paese seguendo la strada per Alatri. Là dove la strada compie una curva a gomito teniamo la sinistra imboccando la piccola via Castagnola che percorriamo in lieve discesa, fino a un bivio. Lì svoltiamo a sinistra seguendo l’indicazione per Fonte Italia. Giunti allo stabilimento delle acque minerali, proseguiamo diritto imboccando uno sterrato. La carrareccia in salita conduce sino Vico nel Lazio. Da lì, seguendo la carrozzabile giungiamo a Collepardo.
raggiungere la chiesa e il laghetto di Capodacqua, dove si svolta a sinistra su strada Cavallara, percorrendo poi le viuzze che conducono fino all’abitato di Piedimonte Alta e da lì a Villa Santa Lucia, da dove le indicazioni ci portano rapidamente alla Madonna delle Grazie. Oltrepassato il santuario, imbocchiamo una sterrata, che seguiamo fino a una netta curva a sinistra dove si imbocca un sentierino che sale sulla sinistra. Dopo aver costeggiato una recinzione si imbocca un altro sentiero sulla destra che si mantiene in quota fino a una curva dove si
mostra finalmente l’Abbazia di Montecassino. Proseguiamo ancora sino ad incrociare un sentiero CAI che seguiamo sulla destra fino alla masseria dell’Albaneta. Qui svoltiamo a destra, immettendoci su una stradina solo a tratti asfaltata. Proseguiamo imboccando un viale costeggiato di cipressi. In fondo alla discesa la strada termina con un cancello chiuso, che si aggira sulla destra, costeggiando la recinzione. A destra ci si immette sulla strada che sale da Cassino e, dopo una curva si trova davanti all’entrata dell’Abbazia di Montecassino.
Abbazia di Montecassino
Cammini a 360 gradi
Luoghi storici e religiosi, natura e cultura, l’elevata qualità della tavola e le attività outdoor rimangono tra le prime motivazioni di viaggio lungo i Cammini storici. Con la Francigena del Nord, dai confini con la Toscana si va incontro alla Tuscia e alla vicina Maremma laziale, un paesaggio rurale dove è facile incontrare butteri e mucche al pascolo; aziende agrituristiche, maneggi, scuderie e centri ippici che consentono lezioni di equitazione e piacevoli passeggiate a cavallo. Percorrendo la Via Cassia si può osservare dall’alto il Lago di Bolsena dove si pratica pesca, vela e windsurf; costeggiandone, invece, le rive si può pedalare da Montefiascone fino alle rovine di Bisentium. Più a sud, nella Valle del Liri, tra il verde delle colline e gli affascinati borghi storici inondati di sole, si segnalano altri interessanti giri in bicicletta: l’itinerario nei borghi di S. Oliva e Monticelli, l’itinerario colle della Menola - torretta della forestale, quello più impegnativo che dalla magnifica Abbazia di Montecassino procede verso la linea Gustav. Restiamo sulla Francigena del Sud: in località prossime all’antica via si possono praticare attività più ardimentose del semplice camminare. Mani forti, ferme, afferrano le più effimere sporgenze della roccia: non sono grandi pareti e montagne famose, ma brevi ascensioni tecniche, come la falesia di Grotti nella Valle del Salto, le 296 vie di arrampicata di Sperlonga e le pareti alle spalle della spiaggia dell’Arenauta (Gaeta). L’ebrezza
del vuoto fanno del free climbing e del parapendio due degli sport più spettacolari del nostro tempo: Norma, sui Lepini, Roccasecca dei Volsci sugli Ausoni e Sperlonga nell’area degli Aurunci, sono punti di decollo ideali per gli appassionati di deltaplano e di parapendio. In Ciociaria i siti migliori per praticare il volo libero sono Monte Scalambra presso Serrone, Tre Ponti Superiori di San Donato Val di Comino e Monte Cairo vicino a Terelle. A nord-est del Lazio, in provincia di Rieti, invece, la scuola di volo di Poggio Bustone propone anche voli turistici in biposto. Nei luoghi della natura e della pace, quasi al confine dell’ascesi religiosa, il torrentismo e il rafting sui fiumi Nera e Velino sono sport che consentono di avvicinarsi a luoghi davvero incontaminati. Contigliano, borgo che sorge lungo il Cammino di Francesco, rappresenta il punto di riferimento per questi sport acquatici estremi. Sempre nella Valle Santa, a Rivodutri, Cammino di Benedetto, vengono organizzate escursioni in mountain bike, voli turistici e lanci con parapendio biposto. Dai laghi Lungo e Ripasottile partono Sentieri Natura intervallati da capanni per l’osservazione dell’avifauna. I rilievi del Terminillo e la Leonessa sono invece un punto di richiamo importante nella vita dei vacanzieri della neve. La regione è ricca di spunti, idee e suggerimenti per assaporare l’outdoor tutto l’anno, troverete sicuramente l’attività a voi più congeniale consultando il sito www.visitlazio.com
1,00 euro Prodotto da Verde Network Srl - Genova in collaborazione con l’Agenzia regionale del Turismo del Lazio info@verdenetwork.it - www.verdenetwork.it www.trekking.it Testi: S. Ripamonti, E. Bottino, M. Clementi, M. Carlone, C. Rocca, M. Farina. Grafica: Chiara Orzo - Stampa: TI.BE.R. Spa - Brescia
Il Lazio è crocevia dei più importanti itinerari religiosi e di pellegrinaggio provenienti dall’Oriente e dall’Occidente europeo. Sono percorsi giubilari storici, ma principalmente “cammini” a misura d’uomo, esperienze di turismo lento, per riscoprire la vera dimensione del tempo e dello spazio.
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foto di Steve McCurry
Via Francigena del Nord e del Sud, Cammino di Francesco, Cammino di Benedetto