Il bosco degli eroi

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Il bosco degli eroi Il Parco della Rimembranza di Teglio Veneto tra ‘culto dei caduti’ e ‘rito della memoria’

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MASSIMO FALCOMER

Vita mortuorum in memoria est posita vivorum (La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi) (Cicerone, Filippiche, IX, 10)

I

l culto dell’albero (dendrolatria) fu praticato fin dall’antichità da molti popoli. Dai Greci ai Longobardi, passando attraverso ‘l’albero della libertà’ giacobino, si giunse alla Prima Guerra Mondiale quando questa forma di venerazione fu utilizzata strumentalmente per mitizzare la morte dei giovani soldati attraverso gli alberi. In tutti i paesi coinvolti nel conflitto si sentì la necessità di creare delle zone di devozione e di riposo in cui poter commemorare le spoglie e il ricordo dei propri cari defunti; luoghi del silenzio, dove la natura e gli alberi concretizzavano quel bisogno. La Germania, assecondando la propria tradizione, portò avanti questa sua antichissima pratica. L’unica tipologia di celebrazione dei caduti presente in Germania poneva al centro il ‘culto della natura’; nacquero in questo contesto gli Heldenhaine (Boschi degli Eroi), cimiteri militari senza tombe, approvati per la prima volta nel 1915, che rappresentavano il sacrificio dei caduti del Secondo Reich guglielmino: Non si trattava di un monumento ai caduti sul tipo di quelli che sarebbero stati eretti dopo la guerra, ma di un cimitero militare surrogatorio (senza tombe), recintato e separato dal suo ambiente immediato1.

1 MOSSE 2002, p. 97.

Nella pagina precedente: Manifesto realizzato in occasione dell’inaugurazione del Parco della Rimembranza di Teglio Veneto, ottobre 1923.

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Il Heldenhain fu ideato dal direttore dell’Amministrazione Regia Prussiana per i Giardini, l’architetto dei paesaggi Willy Lange, il quale propose che per ciascun soldato caduto venisse piantata una quercia, considerata l’albero tedesco per eccellenza. A seguito della vittoria contro la Francia e dell’unificazione della Germania nel 1871, vennero piantate le ‘querce dell’Imperatore’ in segno di ringraziamento. In questo particolarissimo cimitero-monumento riemerge il tema della rinascita sotto forma di religiosità panteistica: gli alberi sono i caduti, il loro inverno è la morte in battaglia degli eroi, la loro fioritura primaverile è la rinascita dei martiri della nazione. Questi ‘Boschi degli Eroi’ sorsero numerosi, talvolta ciascun singolo caduto ebbe il proprio albero. Nella maggior parte dei casi gli alberi formavano un semicerchio, con al centro una ‘quercia della pace’ o un semplice monumento come una pietra o un masso, simbolo della potenza primeva (Urkraft). Queste iniziative non furono circoscritte alla Germania, anche l’Austria si adoperò fin da subito per erigere i propri ‘Boschi degli Eroi’ in memoria dei suoi morti, nel 1916 Vienna ed altre amministrazioni comunali austriache progettarono la costruzione degli Heldenhaine per i loro caduti. Un ulteriore esempio di come gli alberi potessero onorare la memoria dei combattenti morti durante il Primo Conflitto Mondiale è dato dalla Francia che, per volontà del deputato Edouard Herriot, ebbe anch’essa i suoi boschi sacri e le sue ‘selve votive’: i Jardins de Funébre. In Inghilterra i caduti furono associati non ad un albero ma a un fiore e il papavero divenne il simbolo del sacrificio bellico: L’emblema del papavero venne scelto perché questi fiori sbocciavano in alcuni dei peggiori campi di battaglia delle Fiandre. Il loro colore rosso è un simbolo appropriato per lo spargimento di sangue della guerra di trincea. Sulle tombe dei caduti dell’impero britannico venivano deposte corone di fiori, destinate a ricreare un giardino inglese che aveva lo scopo di far pensare a un tetto e a una casa, con alcuni alberi di tasso infilati qua e là in associazione ai camposanti di campagna2.

Il simbolismo del papavero era parallelo a quello dei ‘Boschi degli Eroi’, dove i caduti divenivano parte del ciclo di morte e resurrezione della natura ma, mentre in Germania tale forma di commemorazione insisteva sulla continuità storica, in Inghilterra tutto ciò rimase assente. Il simbolismo poté dispiegarsi liberamente senza l’ingombro della costante necessità di rintracciare termini di paragone in un remoto passato nazionale. Dopo tutto, il papavero fioriva sul lato tedesco non meno che su quello inglese delle trincee, ma in Germania esso fu ignorato3.

2 MOSSE 1999, p. 259. 3 MOSSE 2002, p. 123.


Il caso Italiano: Parchi e Viali della Rimembranza

Tra le iniziative di Lupi quella di maggior rilevanza fu rappresentata dall’idea di «onorare la memoria dei caduti nel simbolo vivente di una pianta», pratica antichissima che veniva ripresa dopo il dramma della Grande Guerra, «richiamata dal desiderio ansioso dei superstiti di manifestare ai morti,

4 ISNENGHI 1994, p. 306. 5 Dario Lupi (San Giovanni Valdarno, 1876 - Roma, 1932), conseguita la laurea in giurisprudenza, divenne in seguito avvocato. Nazionalista, monarchico, combattente nella Grande Guerra, era stato protagonista del fascismo aretino della prima ora, a capo della frangia più estremista e violenta. Organizzatore delle camicie nere del Valdarno, nel 1921 fu eletto deputato e dopo la marcia su Roma fece parte del primo governo Mussolini come sottosegretario alla Pubblica Istruzione, ministero che faceva capo a Giovanni Gentile. (Atti parlamentari della Camera dei Deputati Legislatura XXVIII-1° SESSIONE-DISCUSSIONI-TORNATA DEL 15.2.1933, pp. 7601-7602). 6 GENTILE 1993, p. 69. 7 FAVA 1986, p. 53.

Il sottosegretario all’Istruzione Dario Lupi.

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La scuola italiana venne chiamata ad apportare un suo specifico contributo alla costruzione di una memoria collettiva che fosse in larga misura influenzata da una lettura militare della storia patria, e numerose e varie furono a tal fine le sollecitazioni rivolte alla scuola perché si aprisse ad ospitare e custodire, commemorare e celebrare le date e i simboli, le immagini, i “nomi sacri”, legati al mito della Grande Guerra7.

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In Italia è possibile parlare di vere e proprie «piazze del silenzio»4: i Parchi e Viali della Rimembranza. Il protagonista che diede avvio a questa iniziativa, più cortese e pacata rispetto alle scenografie imponenti e scultoree dei monumenti ai caduti del passato, fu il sottosegretario all’Istruzione Dario Lupi5. A un mese appena dalla marcia su Roma e dall’insediamento del primo governo Mussolini, egli si rivelò l’iniziatore di nuova ‘liturgia’ di Stato che, come altre prese nel quadro della Riforma Gentile, «facevano parte di un disegno di politicizzazione attraverso l’introduzione di riti e simboli per educare i ragazzi nel culto della patria, esaltando soprattutto, attraverso la Grande Guerra, il fascismo»6. Dagli ultimi mesi del 1922 e per tutta la durata del Ventennio:


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La copertina del libro Parchi e Viali della Rimembranza di Dario Lupi.

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nei modi più eloquenti, la loro riconoscenza»8. Nel discorso del 26 novembre 1922 a Fiesole, in occasione della ‘Festa degli alberi’9, Lupi espose la sua idea che trovava ispirazione, come riaffermerà successivamente nel suo libro Parchi e Viali della Rimembranza (1923), dalla città canadese di Montreal - che egli probabilmente conobbe solo indirettamente, attraverso notizie pubblicate sulla stampa - dove, dopo la Grande Guerra, era stata creata una ‘Strada della Rimembranza’ fiancheggiata da alberi. Ogni albero apparisce oggetto di cure gelose: lo spazio di terra all’intorno è rimosso di fresco e ben lavorato; il tronco è protetto da una solida armatura; sul tratto orizzontale di questa, ad altezza d’uomo, è infissa una targa di ottone, dove scintillano un nome e una data: il nome è di un Caduto nella Grande Guerra, la data è quella del combattimento e della morte!10.

Lupi insisterà a più riprese sul significato pedagogico di questa proposta. Così, tra il 1922 e il 1923 promosse, con circolari molto dettagliate e già di carattere operativo a tutti i Regi Provveditori agli Studi d’Italia, una vera e propria campagna di attuazione di ‘Parchi e Viali della Rimembranza’. La circolare del 27 dicembre 1922, recitava: Questo Ministero ha stabilito che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici dell’attuazione di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella Grande Guerra, dovrà essere piantato un albero11.

In ogni località – d’intesa fra autorità e scuole – le scolaresche dovevano essere coinvolte e mobilitate nella messa a dimora delle piante:

8 GENTILE 1993, p. 68. 9 I Parchi della Rimembranza si riallacciavano alle antiche feste dell’albero legate ai temi naturalistici e di preservazione dei boschi e si inserivano nei programmi didattici della scuola del Regno, di cui l’iniziatore fu il Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli (1830-1916). La ‘Festa degli alberi’ venne introdotta in Italia nel 1899 e celebrata il 21 novembre (GIORDANO 2011, pp. 50-51). 10 LUPI 1923, p. 16. 11 Ivi, p. 25.


Il Ministero della Pubblica Istruzione stabiliva accordi anche con il Ministero dell’Agricoltura e con una serie di organi tecnici; allestì un prontuario di norme, prescrizioni e suggerimenti – dalla scelta del tipo di pianta alla circonferenza della buca da scavare, dai triplici “regoli” bianco-rosso-verde destinati a sostenere l’arbusto alla natura della scritta e alla quantità e al tipo di concime12.

La strada o il parco – continuava la circolare di Lupi – dovrà comprendere non meno di venti alberi; onde la necessità di procedere a raggruppamenti tra quelle località vicine, che, per sé stanti, non raggiungessero il numero sopra indicato14.

Circolari successive ridussero il numero delle piante, ricordavano che i militari da onorarsi con gli alberi votivi erano solo i caduti in battaglia, i morti in seguito alle ferite e i dispersi dopo fatti d’arme. Si aggiungeva a questo elenco anche i caduti «nell’aspra e amara e sanguinosa battaglia combattuta contro il bolscevismo», poiché «la fede che condusse al sacrificio i martiri del fascismo è la fede stessa che circonfuse di gloria l’olocausto santo dei

12 ISNENGHI 1994, p. 308. 13 ISNENGHI 1989, p. 347. 14 Circolare n. 67 del 30 novembre 1922 (FAVA 1986 p. 90). Si veda anche CANAL 1982, pp. 659-669.

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Due immagini del supporto degli alberi presenti nel volantino pubblicitario inviato dalla ditta Archimede al Comune nel febbraio del 1923.

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Inoltre ebbe cura di suggerire le più appropriate specie arboree a seconda dei luoghi – dato che la struttura geomorfologica italiana impedì l’imposizione di un ‘albero di Stato’ – le forme e i tempi di seminagione, le cure da prestare, e tutti gli accorgimenti tecnici da adottare. Infine «si premurò affinché venga data una cura assidua a questa sorta di cimitero simbolico, nel quale ad ogni albero deve corrispondere una targhetta con il nome di uno dei militari deceduti del posto»13. Ai Regi Provveditorati si affidò, dunque, il compito di costituire dei comitati esecutivi, che dovevano formare l’elenco dei caduti, stabilire il numero degli alberi da piantare, cercare la località adatta, accordarsi con le amministrazioni comunali.


caduti in guerra»15. Avveniva così una subdola saldatura tra i ‘caduti’ in guerra e i ‘martiri’ deceduti negli scontri di piazza del dopoguerra. Queste ‘selve votive’ costituivano dei:

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Monumenti viventi inseriti nell’ambiente della vita urbana, simboleggiando la spirituale comunione fra i vivi e i morti per la patria: erano ‘luoghi sacri’ al culto della nazione, dove i fanciulli si sarebbero educati nella ‘santa emulazione’ degli eroi16.

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Affidate alla cura di giovani e giovanissimi, le piante erano destinate a crescere all’unisono con il giovane vivo, recando impresso il nome del giovane morto: «il senso è quello della concatenazione e del passaggio delle consegne fra generazione e generazione, o tra fratelli maggiori e minori»17. Come ebbe a dire lo stesso Lupi, i 500.000 morti della «Guerra di Liberazione» dovevano rivivere in altrettanti «alberi saldi e vigorosi»18. Nel breve l’iniziativa sembra aver successo. Il 1923 e il 1924 vedranno il susseguirsi delle inaugurazioni che, con «slancio e fervore», si svolgono tutte secondo un copione fisso: ai discorsi delle autorità, degli insegnanti e dei combattenti seguono gli «inni vibranti di amor patrio» degli alunni, la benedizione del parroco o di un cappellano militare, il tutto all’interno di una scenografia fatta di bandiere, gagliardetti, divise19. Lo stesso Lupi inaugura a Firenze il primo parco e presenzierà a ben 31 cerimonie. Le cifre del sottosegretario, nel volume che a circa un anno dal suo esordio fa il punto sull’iniziativa, dichiarano che alla data del 15 ottobre 1923 risulteranno istituiti 5.735 comitati e inaugurati 1.048 parchi, che saliranno a 2.217 l’anno successivo20. Questo progetto trovò realizzazioni tuttora suggestive, specialmente nei centri minori, dove tutti i morti del paese poterono rivivere in un proprio albero e gli alberi del ricordo crescevano insieme alla generazione che li aveva piantati. Il recupero e l’appropriazione politica del simbolismo degli alberi, in Italia, si ripresenteranno almeno altre due volte in vesti fasciste: in onore di Arnaldo Mussolini, quando il fratello del Duce e direttore de «Il Popolo d’Italia» morì nel 1931, e dopo la guerra d’Etiopia, con i ‘Boschi dell’Impero’21. Questa non fu l’unica iniziativa messa in atto dal sottosegretario Lupi, ma di sicuro fu la più riuscita. Fra le altre ricordiamo: la presenza obbligatoria nelle aule scolastiche del crocifisso, del ritratto del Re e di quello del Duce, le gare di canto corale degli inni nazionali fra alunni, le gite scolastiche alla tomba del Milite Igno-

15 LUPI 1923, p. 34; ANTONELLI 2018, p. 172. La targhetta commemorativa doveva portare la dicitura: “In memoria / del fascista… / caduto per il suo amore per la patria / il… / a…”. 16 GENTILE 1993, p. 68. 17 ISNENGHI 1994, p. 308. 18 LUPI 1923, p. 16. 19 ANTONELLI 2018, p. 173. 20 LUPI 1923, pp. 215-216; ANTONELLI 2018, p. 173. 21 ISNENGHI 1989, pp. 347-348.


to e infine il culto della bandiera, un’altra iniziativa di rilevanza nazionalistica legata in un certo senso a quella dei ‘Parchi della Rimembranza’. Il 31 gennaio 1923 Dario Lupi dispose l’obbligo del saluto alla bandiera e a ogni scuola sarà consegnato il Tricolore, che verrà custodito dal capo d’istituto ed esposto durante le cerimonie patriottiche: Ogni sabato, al termine delle lezioni, e alla vigilia delle vacanze, gli scolari dovevano rendere omaggio al vessillo con il saluto romano, accompagnando il rito col canto corale di inni patriottici. Come padrini per la cerimonia, erano prescelti i mutilati e gli invalidi di guerra, “figli prediletti della stirpe”, per stabilire così un simbolico vincolo fra i testimoni dell’eroismo di guerra e le nuove generazioni22.

Ogni Guardia d’Onore è al comando di un caporale, scelto fra i suoi componenti, e nominato dall’autorità scolastica. Ad ogni componente la Guardia d’Onore verrà, a cura del Ministero dell’Istruzione, consegnato un distintivo, che dovrà essere portato in permanenza23.

Il senso della continuità generazionale è qui ribadito con indubbia efficacia simbolica e l’affidamento dei parchi alle scuole diventa un atto più stringente, più militante. Scrive a questo proposito Andrea Fava:

22 GENTILE 1993, p. 67. 23 Articoli 5, 6, 3 ,7 del Regio decreto 9 dicembre 1923, n. 2747, “Costituzione di una Guardia d’Onore in ogni Comune ove esistano pubblici Monumenti, Parchi o Viali della Rimembranza in omaggio ai caduti della guerra nazionale” (FAVA 1986, p. 68).

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Distintivo della Guardia d’Onore ai Parchi della Rimembranza, anni ‘20.

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Il rito del saluto alla bandiera verrà utilizzato nell’inaugurazione dei Parchi e Viali della Rimembranza in ogni comune italiano. In seguito, il 24 settembre dello stesso anno, il governo, con un decreto, impose l’obbligo agli uffici pubblici di province e comuni, di esporre il Tricolore in occasione di feste o di lutto e la sua precedenza su qualsiasi altro vessillo nelle funzioni pubbliche. Il 9 dicembre 1923, infine, sempre su iniziativa del sottosegretario Lupi per rendere più attiva e appassionata la partecipazione delle scuole al culto della patria, fu approvata la legge che istituisce la «Guardia d’Onore degli alunni ai monumenti dei caduti e ai Parchi della Rimembranza». Essa era costituita da picchetti simbolici di alunni, scelti dai direttori didattici e i capi d’istituto, tra i più meritevoli. Avrebbero prestato il loro servizio presso i luoghi sacri alla ricordanza dei caduti nelle ricorrenze degli anniversari dello Statuto Albertino, della dichiarazione di guerra, della Vittoria e della marcia su Roma. Alla Guardia d’Onore, inoltre, era riservato un posto di speciale distinzione nella formazione dei cortei e nella celebrazione di cerimonie e riti in onore dei caduti della Guerra Nazionale. L’istituto della Guardia d’Onore infine ricorda il modello organizzativo militare:


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L’iniziativa serve anche a rendere operativamente possibile un primo reclutamento di ‘propagandisti’ nell’universo giovanile, che nella scuola vive e lì viene adesso raggiunto con l’assegnazione di un incarico etico-politico24.

Tali Parchi e Viali, dichiarati successivamente pubblici monumenti dall’articolo unico della Legge 21 marzo 1926 n. 559, non rappresentano solo un aggiornamento rispetto ai monumenti già esistenti e dedicati alla memoria dei caduti risorgimentali, ma una svolta netta della politica governativa di quel tempo. In questo modo il fascismo elabora una nuova modalità commemorativa dei caduti della Grande Guerra, senz’altro utile per creare consenso: l’eroe non viene più rappresentato nella staticità di una lapide o di una scultura ma in qualcosa di vivo e fecondo come appunto un albero, che viene piantato e custodito dai giovani. Il tutto secondo un disegno preordinato definito dall’alto che si affiancava alla caotica spontaneità dei monumenti e delle lapidi ai caduti. Essi costituiscono un patrimonio storico e culturale unico, ma anche ambientale ancor più importante perché prossimo agli insediamenti urbani, inoltre rappresentano il mantenimento della memoria civile. Con la caduta del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale, i Parchi e i Viali della Rimembranza pagarono l’ispirazione fascista che li vide nascere. Sacrificati in alcuni casi alle esigenze urbanistiche, la maggior parte di essi fu di fatto eliminata tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta25.

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424 Il Parco della Rimembranza di Teglio Veneto La risposta all’iniziativa voluta da Dario Lupi di istituire «Parchi e Viali della Rimembranza» in ogni comune italiano in onore dei caduti della Grande Guerra coinvolse l’intera penisola. Teglio Veneto, ancora in ritardo nella costruzione di un monumento ai caduti, si adoperò fin da subito per rendere effettiva la proposta ministeriale. Il primo passo si ebbe nel gennaio 1923, in ottemperanza alla circolare del Ministero della Pubblica Istruzione per l’istituzione di «Viali e Parchi della Rimembranza», con una comunicazione inviata dall’Ispettore scolastico di Venezia Ermenegildo Ber-

24 Ivi, p. 66. 25 Dal punto di vista normativo il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (CODICE 2004) ha recepito le misure di protezione previste dalla specifica legge di tutela n. 78/2001 per cui i Parchi e i Viali sono beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela in quanto «sono vestigia individuate dalla vigente normativa in materia di tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale» (art. 11 comma 1 lett. I). Inoltre «È vietato, senza l’autorizzazione del soprintendente, disporre ed eseguire il distacco di stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni, tabernacoli nonché la rimozione di cippi e monumenti, costituenti vestigia della Prima guerra mondiale ai sensi della normativa in materia» (art. 50, comma 2). Viali e Parchi della Rimembranza sono pure soggetti alla disciplina del successivo Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 sia come beni culturali, ai sensi dell’art. 10, c. 1, c. 3 lett. d, c. 4 lett. f, sia come beni paesaggistici ai sensi dell’art. 136 c. 1 lett. a e b.


totto alla direttrice didattica delle scuole elementari Irene Gorgo, per favorire la costituzione di un Comitato locale: Sig. Direttore affinché sorga anche a Teglio il Parco, formi tosto il Comitato esecutivo, con i colleghi e a noi comunichi i nomi di esso Comitato. In seguito, poi, mi darà relazione di ciò che si è fatto, dovendo io informare il Ministero26.

Le persone interessate nella formazione del Comitato furono, oltre che Bogoncelli stesso e la ‘signorina maestra’ Gorgo, il Segretario comunale Luchino Valle, la maestra elementare Maria Grillo, l’ex sindaco del paese Antonio Fadelli, (rimasto invalido durante la guerra), il presidente del Comitato Pro monumento Gio Batta Tonin, Matteo Borghesaleo (tenente di complemento e decorato al valore), Filomena Trevisan in Fadelli (vedova del caduto Bonaventura), Giuseppe Marin (padre del caduto Luigi), Osvaldo Nicodemo (ebbe tre figli in guerra: il soldato Antonio, caduto, il soldato Marco e il caporal maggiore Massimo), il medico condotto Giuseppe Dobrowolny, già Giudice Conciliatore, il fabbriciere Antonio Orlando e i parroci di Teglio Veneto e Cintello, don Basilio Cozzarin29 e don Antonio Carnielli. Non disponiamo informazioni circa gli esiti dell’adunanza del 17 febbraio, tuttavia è certo che il Comitato si costituì ufficialmente con lo scopo di reperire i fondi

26 ACTeglio, Categorie, VIII (1923), Comitato per la costituzione del Parco della Rimembranza di Teglio Veneto. Carteggi relativi, d’ora in poi Comitato. Il Primo ispettore scolastico Ermenegildo Bertotto con una nota a parte suggeriva che fosse coinvolta anche la Croce Rossa giovanile. 27 Alessandro Bogoncelli venne nominato Commissario Prefettizio del comune il 24 gennaio del 1923 in sostituzione del cav. uff. Giuseppe Canilli, già Commissario Prefettizio di Portogruaro e contemporaneamente di Teglio Veneto dal 13 dicembre 1922. Il Comune in quegli anni versava in una condizione economica disastrosa a seguito della guerra. Essi presero in consegna il Comune dopo le dimissioni del sindaco Antonio Fadelli e dell’intero Consiglio comunale che respinsero le direttive imposte dalla Prefettura rifiutando di «accollarsi responsabilità verso i contribuenti». Ivi, Registro delle deliberazioni consigliari, commissariali e podestarili, (26 settembre 1922 - 31 dicembre 1929), seduta del 29 novembre 1922. 28 Ivi, Categorie, VIII (1923), Comitato. 29 Nei documenti d’archivio il nome del parroco viene talvolta italianizzato nella forma ‘Cozzarini’ ma si è preferito riportare nel presente studio la dizione anagrafica corretta.

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Mi pregio partecipare alla S. V. Ill:ma che è stata chiamata a far parte del Comitato per la costruzione nel Comune di un viale o parco della rimembranza. Nella certezza che Vossignoria vorrà accettare l’onorifico incarico, la invito all’adunanza indetta per il giorno di sabato 17 febbraio p.v. alle ore 3 Pomeridiane in una sala dell’Ufficio Municipale, per concretare l’azione che il costituendo Comitato dovrà svolgere28.

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Così il 7 febbraio 1923, a seguito di tale richiesta, il Commissario Prefettizio del Comune di Teglio Veneto, cav. dott. Alessandro Bogoncelli27 inviava, su indicazione della maestra elementare Irene Gorgo, delle lettere aventi oggetto «Parchi e Viali della Rimembranza» per la formazione del Comitato esecutivo a personalità del paese, alcune delle quali colpite dal lutto per aver perso dei familiari in guerra:


necessari e assicurare la buona uscita dell’iniziativa30. Esso era formato da varie componenti sociali, fra le quali emergeva quella scolastica: Gorgo Irene = direttrice didattica = presidente Fadelli File = vedova di guerra = v. presidente Cozzarini don Basilio = parroco = membro Orlando Antonio = fabbriciere = membro Valle Luchino = segretario del comune = membro Grillo Maria = insegnante = membro Di Bernardo Elettra = insegnante = membro Rizzardini Luigia ved. Gorgo = insegnante = membro N.B. il comitato suddetto è stato efficacemente coadiuvato dal sindaco del comune sig. Fadelli Antonio, invalido di guerra31.

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Il corpo insegnante collaborò con il Comune tramite il neonato Comitato esecutivo per formare l’elenco dei caduti, attingendo le notizie dal Distretto Militare. Il luogo designato per la piantumazione degli alberi fu il sagrato (allora denominato «Piazza della Chiesa»), questo a dimostrare il forte legame che esisteva tra la religione e la vita quotidiana: era questo un modo per sacralizzare il sacrificio, quasi a voler convalidare anche sul piano religioso la tragica esperienza bellica.

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La maestra Irene Gorgo, anni ‘40.

L’edificio religioso viene così ad aggiungersi come un ulteriore fondale idoneo a sancire e convalidare il sacrificio dei cittadini anche in quanto parrocchiani, davanti a Dio oltre che davanti agli uomini. È una forma di mutua convalida fra autorità ecclesiastica e laica che non aveva potuto aver corso dopo le divisioni e i radicali contrasti fra la Chiesa di Pio IX e il Risorgimento32.

Il Parco costituiva un primo elemento di quella che potremmo chiamare ‘area della rimembranza’ che vedrà il suo compimento con la realizzazione del Monumento ai caduti, inaugurato solo nel 1927, ma il cui sito era già stato individuato fin dai primi anni ‘20. La sacralizzazione e la clericalizzazione del Parco e negli anni successivi anche del Monumento ai caduti, derivano dal loro carattere eminentemente funebre, «alla morte e alla commemorazione dei defunti, in un paese di tradizioni confessionali quale l’Italia, presiede la Chiesa»33.

30 I membri del Comitato decisero di versare in egual misura Lire 25 a testa. Altre donazioni provennero dai privati, quali negozianti del paese, parenti dei caduti, combattenti. Le offerte più sostanziose vennero fatte dalla fabbricieria di Teglio Veneto con 300 Lire, da Filomena Trevisan e dall’ avv. Arturo Reis con 100 Lire a testa, dal sindaco Antonio Fadelli con 50 Lire. Per l’elenco completo dei contribuenti si veda: ACTeglio, Categorie, VIII (1923). 31 Ivi, Comitato. 32 ISNENGHI 1989, p. 344. 33 Ibid.


Il Comitato, nonostante le difficoltà economiche in cui versavano le casse comunali, chiese di fare uno sforzo economico alle autorità per la concessione di un contributo; il 19 febbraio la presidente Irene Gorgo scrisse al Commissario Prefettizio: La sottoscritta, quale Presidente del Comitato per la costruzione di un Parco della “Rimembranza”, prega la S. V. Ill:ma di volere, nella misura più larga possibile, far concorrere anche il Comune per la costruzione del Parco. Dato lo scopo altamente civile e patriottico, che questo Comitato si è prefisso, sono certa che la S. V. Ill:ma farà il possibile di aderire alla mia richiesta34.

Tra i provvedimenti che il Comitato dovette prendere in carico fu quello della scelta degli alberi da piantare, tenendo conto non solo di fattori climatici, pedologici e agronomici, ma anche del valore simbolico e celebrativo associato ad alcune specie. Inizialmente fu scelta la Bignonia Catalpa, detto anche ‘albero dei sigari’, utilizzata a scopi prevalentemente ornamentali36. Tale specie arborea compare in due documenti inviati rispettivamente dal Ministero dell’Agricoltura, che aveva il compito di procurare gratuitamente le piante ai comuni italiani che ne facevano richiesta e dall’Ispettorato Forestale di Treviso al Sindaco del Comune di Teglio Veneto. La ditta incaricata di fornire gli alberi fu

34 ACTeglio, Categorie, V (1923), Estratto del processo del verbale del Commissario Prefettizio. 35 Ivi, Registro delle deliberazioni consigliari commissariali e podestarili, (26 settembre 1922 - 31 dicembre 1929), verbale di delibera in data 21 febbraio 1923. 36 Sulla Bignonia Catalpa si veda GOLDSTEIN-SIMONETTI-WATSCHINGER 2003, pp. 233-234; PIGNATTI 1997, vol. II, p. 618.

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Il Commissario Prefettizio del Comune di Teglio Veneto vista la domanda della Signorina Irene Gorgo, Direttrice di queste Scuole e Presidente del locale Comitato per la costruzione di un Parco della Rimembranza per onorare i Caduti nella grande guerra, diretta ad ottenere un contributo dal Comune; considerato che tale iniziativa è stata vivamente raccomandata per ogni appoggio, sia morale che finanziario, da S. E. Lupi, Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione; ritenuto doveroso che anche il Comune concorra, dato lo scopo altamente civile e patriottico dell’iniziativa; tenuto conto però delle scarse disponibilità del bilancio comunale: DELIBERA di concedere, come concede, un contributo per una volta tanto, di L. 300 (trecento) al locale Comitato per la costruzione di un “Parco della Rimembranza” per onorare i Caduti del Comune, nella Grande Guerra35.

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Il Commissario Prefettizio venne subito incontro alle esigenze del Comitato e, nonostante la crisi finanziaria del Comune, stanziò un contributo una tantum di Lire 300:


quella dei Fratelli Sgaravatti37 di Saonara in provincia di Padova. Il primo documento risale al 24 febbraio 1923: Partecipo alla S.V. di avere disposto perché la ditta F.lli Sgaravatti di Saonara le spedisca per conto di questo ministero, alla stazione ferroviaria di Teglio Veneto, 60 piante di Bignonia Catalpa in sostituzione di quelle richieste per la formazione del Parco della Rimembranza. Il Ministro38

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Il secondo, del 26 febbraio, conferma quanto detto nel documento precedente:

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A mente della circolare n.4 del 10 gennaio 1923, partecipo alla S.V. che lo stesso Ministero per l’Agricoltura (Direzione Generale delle Foreste) ha disposto perché la ditta Sgaravatti di Saonara (Padova) spedisca al Comitato esecutivo per il parco della rimembranza in codesto Comune n. 60 piantine di Bignonia, bene sviluppate. Tanto comunico per opportuna notizia ed affinché voglia disporre per la preparazione di quanto necessario. L’ispettore capo forestale (L. Raffaeli)39.

I lavori sul sagrato della chiesa ebbero inizio i primi di marzo, le piante di Bignonia Catalpa giunsero a Teglio Veneto il 7 e il Comitato si occupò della loro piantumazione. Fu assunto del personale avventizio per la predisposizione del terreno.40 Nel frattempo, il 4 marzo, si tennero le elezioni amministrative e venne eletto sindaco Antonio Fadelli. Prima di lasciare l’incarico alla nuova amministrazione, nella sua ultima relazione del 21 marzo 1923 riguardante lo stato della scuola elementare del paese, il Commissario Prefettizio menzionò anche il Parco della Rimembranza: Mi consta che il funzionamento della scuola procede qui in modo regolare e soddisfacente, a merito delle insegnanti, e specialmente della egregia Direttrice didattica, signorina Irene Gorgo. D’accordo con questa fu preso il doveroso interessamento alla geniale iniziativa del Ministero dell’Istruzione pubblica e precisamente del sottosegretario S.E. on. Lupi, per la creazione del Parco della Rimembranza, di cui furono messe le basi in una apposita adunanza da me qui convocata, nella quale fu da me felicemente iniziata la sottoscrizione pubblica per la raccolta dei fondi necessari. Fra poco il Parco della Rimembranza che sorgerà nella piazza del Comune, sarà un fatto compiuto, ed avrete signori consiglieri, la compiacenza d’inaugurarlo, insieme forse a quel Monumento che sta per erigersi nella Piazza stessa, e che

37 Sull’azienda Sgaravatti si veda https://www.sgaravattiaea.it/vivaio-saonara/ (26 aprile 2020). 38 ACTeglio, Categorie, VIII (1923), Comitato. 39 Ibid. 40 La messa a dimora fu effettuata, come indicato dalle circolari del ministro Lupi, dai bambini delle classi elementari. La preziosa testimonianza di Anna Andriol (24 marzo 1914 - 4 agosto 2001) ci è pervenuta attraverso il figlio Henny Bulsing, residente in Olanda. Ringrazio l’amico Oscar Cicuto per avermi fornito la notizia.


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La rielaborazione di un particolare con i supporti degli alberi.

In ogni albero, corrispondente ad un caduto, era prevista la collocazione di una targhetta con il nome del soldato a cui la pianta era dedicata. A tale proposito furono valutate le proposte di varie ditte che operavano sul mercato della ‘memoria’. La ditta Mario Cappellini di Venezia, dopo aver fornito un centinaio di placche in ferro smaltato al comune di Fossalta di Portogruaro, comunicava che sarebbe stata onorata di poter servire anche Teglio Veneto. La ditta Cav. Giuseppe Brighenti di Bologna propose le più costose ma durature targhette in bronzo, la Società Anonima Scienza propose invece ripari completi con targa. Valutate tutte le proposte, la scelta cadde sulla ditta Archimede, indicata tra l’altro anche nelle circolari di Dario Lupi. A maggio vennero acquistati 58 ripari completi di targa, alti 1.50 metri per un costo totale di Lire 947,20. Un’ulteriore targhetta verrà acquistata per il soldato Lena Enrico nei giorni successivi l’inaugurazione del parco con un esborso aggiuntivo di Lire 5,5042.

41 ACTeglio, Registro delle deliberazioni consigliari, commissariali, podestarili, (26 settembre 1922-31 dicembre 1929), seduta del 21 marzo 1923. 42 Forse per rimediare ad una precedente dimenticanza, il Sindaco, in data 8 novembre 1923, richiedeva una nuova targa da eseguire secondo il modello da lui stesso allegato. Grazie a ciò siamo in grado di conoscere l’esatto contenuto delle targhette: «IN MEMORIA del Soldato LENA ENRICO Caduto nella grande

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attesterà la devota ammirazione e la memore riconoscenza di Teglio Veneto ai suoi gloriosi caduti per la patria41.


Ma il 4 novembre non ci fu solo l’inaugurazione del Parco della Rimembranza, ci furono anche altri due importanti avvenimenti che coinvolsero il mondo della scuola della nostra comunità: la consegna della bandiera nazionale alle scuole del capoluogo e della frazione di Cintello, in ottemperanza alle patriottiche disposizioni ministeriali: Fa presente l’alto significato della cerimonia della consegna della bandiera, nella quale le nuove generazioni devono apprendere ad amare ed onorare il simbolo Sacro d’Italia, nostra madre eterna e gloriosa43.

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L’altro importante evento fu la consegna della Medaglia d’Oro, decretata dal Ministero della pubblica Istruzione, alla maestra Luigia Rizzardini, vedova Gorgo, per meriti scolastici:

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Il Signor Presidente dice che la Giunta è venuta nella determinazione di proporre all’onorevole Consiglio la consegna a spese del Comune della medaglia d’oro, decretata dal ministero della Pubblica Istruzione, alla Maestra signora Rizzardini ved. Gorgo Luigi in riconoscimento delle sue benemerenze nel campo della scuola dove da oltre un quarantennio esplica la sua opera intelligente, attiva e premurosa, ritenendo in speciale considerazione il fatto che la signora Gorgo ha prestato tutti i suoi anni di servizio ininterrottamente in questo Comune44.

Entrambe le celebrazioni, a carico del Comune, avrebbero dovuto svolgersi con la fine dell’anno scolastico in corso ma la Giunta Municipale le posticipò al 4 novembre, giorno dell’inaugurazione del Parco, specificando le motivazioni di questo rinvio nella seduta del 27 giugno: Considerato essere impossibile effettuare senza indugio la consegna delle bandiere alle scuole del Comune e la medaglia d’oro alla maestra Rizzardini Luigia, dato il brevissimo tempo che ci separa dalla fine del corrente anno scolastico. Ritenuto inoltre che le scolaresche non potrebbero essere adeguatamente preparate alla patriottica cerimonia in questi ultimi giorni di scuola, senza pregiudizio dei prossimi esami; a voti unanimi delibera di fissare la cerimonia suddetta per il giorno 4 novembre p.v. 8° anniversario dell’armistizio, data fissata pure dall’apposito Comitato, per l’inaugurazione del Parco della Rimembranza45.

Mentre si avvicinava la data dell’inaugurazione, sorse però un serio problema: le piante di Bignonia Catalpa non avevano attecchito. In realtà, le catalpe erano

guerra l’8-7-1918». Ivi, Categorie, I (1923). 43 Ivi, Registro delle deliberazioni consigliari, commissariali, podestarili, (26 settembre 1922 - 31 dicembre 1929), seduta del 17 giugno 1923. 44 Ibid. 45 Ivi, Registro deliberazioni della giunta municipale, (18 marzo 1921 - 24 settembre 1926), seduta del 27 giugno 1923.


A pochi giorni dalla cerimonia del 4 novembre, l’Amministrazione Comunale stilò l’elenco delle personalità invitate all’evento: il sindaco di Fossalta Nöel Sidran, il sindaco di Portogruaro dott. Carlo Foligno, il sindaco di San Michele Ugo Colonna, il sindaco di Gruaro Vittorio Delle Vedove, il veterinario consorziale di Gruaro dottor Giuseppe Zoccoli, il Comandante della Tenenza dei Regi Carabinieri di Portogruaro Lucio Pavani, il Provveditore agli studi per il Veneto Gaetano Gasperoni, il Pretore di Portogruaro Umberto Zannoni, il Regio Prefetto di Venezia Angelo Pesce, il Comandante della XIX Centuria Pietro Masarin50. Di particolare rilevanza fu l’invito inoltrato al conte Camillo Valle51, al quale si chiederà di «fungere da

46 La seconda raccolta fondi partì ai primi di ottobre, le modalità erano le stesse della prima, anche qui alcuni privati cittadini del paese diedero un contributo, seppur minimo, per la buona riuscita dell’opera. Le donazioni maggiori provennero dal comm. avv. Mario Gobbo di Firenze con 100 Lire, avv. Arturo Reis con 50 Lire. Per l’elenco completo dei contribuenti si veda: Ivi, Categorie, VIII (1923). 47 Sul Celtis Australis si veda GOLDSTEIN-SIMONETTI-WATSCHINGER 2003, pp. 161-162; PIGNATTI 1997, vol. I, p. 122. 48 ACTeglio, Categorie, X (1924). 49 NICODEMO 2011, pp. 171-172. 50 Era un comando che faceva parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, 49ª sezione provinciale di Venezia (San Marco), sottosettore di Portogruaro. 51 Camillo Valle (Valdagno 1867 - Portogruaro 1931) presidente della sezione agricola e forestale del Consiglio dell’Economia Corporativa (CdEC) era inoltre membro del CdA della fabbrica cooperativa di perfosfati di Portogruaro dal 1920 al 1928, dal 1925 membro del CdA della Banca Popolare Cooperativa di Padova e dal 1925 al 1931 presidente del Consorzio di bonifica di Lugugnana (Portogruaro). Dal 5 maggio 1928 fu nomina-

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Le varie assenze arboree ubicate nei parchi della Rimembranza, venivano scelte non solo per la loro particolare bellezza e tra quelle più adatte ai parchi e viali perché facilmente modellabili secondo l’arte della topiaria; ma nel caso di Teglio Veneto la scelta del CELTIS AUSTRALIS albero ubicato nel piazzale della chiesa di San Giorgio Martire, potrebbe essere stata fatta per la longevità della pianta e dunque adatta per un luogo di “memoria” come un Parco della Rimembranza o ad un Monumento ai Caduti49.

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state interrate nella stagione meno propizia, con l’inizio della primavera anziché in autunno, periodo ideale per la loro messa a dimora. Oltre a ciò, assieme ad errati metodi di piantumazione (che non avevano seguito le direttive ministeriali presenti nelle circolari di Lupi), anche la malattia delle piante potrebbe essere stato un motivo che portò il conseguente cambiamento della specie arborea. Molte piante morirono, altre non crescevano nel modo rigoglioso che ci si augurava. Per rimediare a ciò il Comitato diede avvio ad una seconda raccolta fondi, questa volta per l’acquisto di nuove piante46. Il Comune fece arrivare a Teglio Veneto in tutta fretta, a neanche due settimane dall’inaugurazione del Parco, 52 piante di Celtis Australis47, meglio noto come ‘bagolaro’, comprate dall’allora Stabilimento Agro-Orticolo di Udine (S.A.O.)48. Tra le scelte che portarono alla piantumazione dei Celtis Australis ci fu sicuramente quella della secolarità e persistenza di questa pianta, al riguardo Lauro Nicodemo scrive che:


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Articolo pubblicato nel settimanale diocesano ‘Il Popolo’ in occasione dell’inaugurazione del Parco della Rimembranza di Teglio Veneto.

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oratore ufficiale di tale cerimonia». Egli, accettando l’invito, sentitamente ringraziò il Comitato e il Sindaco, chiedendo «i nomi, i dati e le necessarie informazioni sui Caduti tegliesi»52. L’invito fu inviato anche all’avvocato Mario Gobbo di Firenze, figlio dell’ex sindaco di Teglio Veneto Pietro, al quale nel 1926 il Comune dedicherà una via, al posto della risorgimentale via Firenze53. Il Sindaco pregava Gobbo di «essere nostro desiderato ospite, unitamente alla gentilissima sua Signora e Signorina sua figlia, la quale ultima, previo suo consenso, per unanime designazione, sarebbe onorata quale madrina delle bandiere»54. Così recitava il manifesto con cui l’allora sindaco Antonio Fadelli invitava i cittadini e le autorità suddette a partecipare alla cerimonia d’inaugurazione: Domenica 4 Novembre p.v. – anniversario della Vittoria – alle ore 8.30 antimeridiane, in questo Capoluogo alla solenne inaugurazione del Parco della Rimembranza seguirà la consegna della bandiera alle Scuole, nonché la consegna della medaglia d’oro alla benemerita Maestra Sig. Rizzardini. È desiderio del comitato e mio, anche quale interprete di questa Cittadinanza, che detta cerimonia assuma la massima austerità ed all’uopo La pregherei a voler in quel giorno essere nostro graditissimo ospite. Con la massima osservanza55.

Il Parco, dunque, assieme alla consegna delle bandiere alle scuole e alla Medaglia d’Oro per benemeriti scolastici alla maestra Luigia Rizzardini, venne inaugurato con una solenne cerimonia la domenica 4 novembre 1923, alla presenza di personalità religiose e politiche. Non tutti gli invitati intervennero alla cerimonia perché impegnati nei loro Comuni nelle concomitanti celebrazioni o per motivi personali. Il cerimoniale vedeva riunite le famiglie dei caduti, gli invalidi di guerra, i mutilati e i decorati, le autorità del paese, le associazioni e le scolaresche. Gli alberi furono benedetti dal parroco don Basilio Cozzarin, mentre il successivo discorso fu affidato a mons. Lodovico Giacomuzzi, ex cappellano militare ed insegnante nel Seminario di Portogruaro56.

to Podestà di Portogruaro, e il 26 febbraio 1929, su proposta del Ministro dei Lavori Pubblici, fu promosso Senatore del Regno. Vedi soprattutto SANDRON 2013, pp. 268-270. 52 ACTeglio, Categorie, I (1923). 53 Ivi, Registro delle deliberazioni consigliari commissariali e podestarili, (26 settembre 1922 – 31 dicembre 1929), seduta del 10 gennaio 1926. 54 Ivi, Categorie, I (1923). 55 Ivi, VIII (1923), Comitato. 56 Su Lodovico Giacomuzzi si veda TESOLAT-CADIN-VENDRAMIN 1999.


Il signor sindaco informa il consiglio che la Giunta Municipale per dovere di ospitalità in occasione dell’inaugurazione del Parco della Rimembranza, consegna delle bandiere alle scuole, nonché consegna della medaglia d’oro alla maestra signora Rizzardini Luigia ved. Gorgo benemerita della scuola, cerimonie tutte celebrate il 4 novembre u.s. – Anniversario della Vittoria – determinò di offrire a tutte le autorità intervenute, un vermut d’onore a spese del comune58.

Gli anni successivi Nonostante gli intenti, la realizzazione del Parco di Teglio Veneto non corrispose pienamente allo spirito delle celebri circolari con cui Lupi varò la «patriottica idea». Infatti, sarà direttamente il Comune a gestirne l’intervento di manutenzione negli anni futuri, senza ricorrere né a pubbliche sottoscrizioni, né al Comitato esecutivo, né al coinvolgimento delle scuole che, nei propositi ministeriali, avrebbero dovuto impegnarsi nella cura, nel controllo e nella salvaguardia delle piantumazioni. In pratica:

57 ACTeglio, Categorie, VIII (1923), Comitato. 58 Ivi, Registro deliberazioni della giunta municipale, (18 marzo 192 - 24 settembre 1926), seduta del 9 ottobre 1923. Nella seduta del 2 dicembre, la Giunta comunicò al Consiglio che per tale compito incaricò la ditta Giobatta Sguerzi di Portogruaro, che «assolse in modo encomiabile il servizio», presentando fattura per la somma di Lire 384,50, che la Giunta propose di liquidare in Lire 350. Il Consiglio deliberò di approvare l’operato della Giunta e di far fronte al pagamento. con i fondi disponibili all’art. 48 del bilancio dell’esercizio in corso «spese impreviste». Ivi, Registro delle deliberazioni consigliari, commissariali, podestarili, (26 settembre 1922 - 31 dicembre 1929), seduta del 2 dicembre 1923. Il buffet prevedeva una serie di spese: Kg. 5,4 di biscotti per un totale di Lire 108, 110 biscotti per un totale di Lire 16,50, 13 litri di vermut d’onore per un costo di Lire 156, il servizio buffetteria 40 Lire e il servizio camerieri 60 Lire più il bollo, 4 Lire

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La cerimonia si concluse con un ricco buffet offerto dal Comune la cui spesa fu deliberata nella seduta consiliare del 9 ottobre:

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Programma celebrazioni del 4 novembre 1923 8.30 Riunione in Municipio 9 Messa bassa 9.30 Benedizione del parco – giro completo del parroco 9.45 Marcia reale – Inno al Piave cantato dai fanciulli Consegna del Parco da parte della signorina Irene Ricevimento da parte del Sindaco 10.15 Discorso Valle 10.45 Benedizione bandiere, discorso di Don Giacomuzzi 11.10 Consegna bandiere da parte del guardiano alla madrina Canto Saluto alla bandiera 11.30 Corteo – musica, bandiere bambini, bandiera comune, autorità – vedove, genitori, reduci, mutilati, combattenti57.


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Viene meno quell’implicito patto generazionale secondo cui il ricordo si tramanda di padre in figlio, consegnando, ai figli, il compito di tenerlo vivo, come vive e forti dovevano appunto crescere le piante votive. Ragioni urbane e motivazioni ideologiche di altro segno sembrano dunque avere la meglio sulle finalità educative59.

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Negli anni seguenti il Parco fu dunque curato solamente da parte del Comune e dai parenti dei defunti. L’Amministrazione Comunale provvide a sostituire i bagolari che non riuscivano ad attecchire. Nel 1924 vennero acquistate 15 piante al prezzo di 15 Lire l’una, nel 1926 altre 8 (pagate 10 Lire l’una) ed infine nel 1927 un ultimo ordine di 2 Celtis Australis per 8 Lire l’una. Negli anni a seguire il Comune dette una certa importanza alla sua manutenzione e potatura e, almeno fino all’inaugurazione del Monumento ai caduti nel 1927, vennero realizzate dalle 3 alle 4 operazioni di pulizia generale in prossimità delle ricorrenze legate alla guerra (agli anniversari dell’entrata in guerra e della Vittoria) e alla sagra di San Giacomo60. Inoltre vennero acquistati filo di ferro per sistemare e legare assieme i sostegni degli alberi che si rompevano e vennero acquistati certi quantitativi di ghiaia per sistemare il terreno del Parco e il piazzale della chiesa. Dopodiché, con la realizzazione del Monumento ai caduti, alla sua cura si diede meno importanza e venne curato di più l’aspetto vegetale che circondava il Monumento: a livello di memoria e di ricordo dei caduti stessi il Monumento venne a sostituire l’immagine del Parco61. Negli anni successivi le spese per la sua manutenzione si mescolarono a quelle per il Monumento e per i cimiteri, fino a sparire completamente dalle voci di spesa singola; andranno infine a far parte delle spese più generali di «manutenzione strade» e «sfalcio erbe stradali». Nonostante ciò, da una parte l’ininterrotta pratica di commemorazione ufficiale del 4 novembre, dall’altro un rispetto verso il ‘sacro’, hanno permesso di tutelare in alcuni casi, anche la di là delle intenzioni, queste ‘selve votive’. Durante la Seconda Guerra Mondiale a seguito della rigidità degli inverni e soprattutto alla scarsità di legname per il riscaldamento delle case, il Parco è stato ‘vittima per necessità’: alcuni compaesani tagliarono i rami dei suoi alberi per ricavarne legna da ardere a causa delle privazioni della guerra, entrando per questo in conflitto con il delegato vescovile mons. Luigi Janes, sostituto del parroco del paese, che significava le sue rimostranze in una missiva inviata al Podestà di allora avv. Luigi Marenzi: Iersera venuto alla pieve, come il solito da Portogruaro, ho visto con sorpresa persone che stavano tagliando i rami degli alberi costituenti il Parco della Rimembranza sul sagrato della

59 CARRARO 2014, p. 74. 60 Sulla sagra di San Giacomo si veda MARIN 1997, p. 138. 61 Nel marzo del 1929 il comune acquisterà dalla ditta S.A.O. tre piante di Laurus Cerasus per il Monumento per un costo di Lire 23. ACTeglio, Categorie, V, (1929). Sul Lauroceraso si veda GOLDSTEIN - SIMONETTI WATSCHINGER 2003, p. 183; PIGNATTI 1997, vol. I, p. 618.


62 ACTeglio, Categorie, I (1942). 63 NICODEMO 2011, p. 175. 64 Ibid.

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Luogo per eccellenza dei tipici cerimoniali del Ventennio fascista, assieme a Piazza Plebiscito e al cortile del vecchio Municipio, come nella maggior parte dei comuni italiani, con l’abbattimento del regime il Parco della Rimembranza di Teglio Veneto pur nel rispetto dei caduti lì simbolicamente rappresentati e divenuti eroi loro malgrado, perse comprensibilmente considerazione, per assurgere a qualcosa di diverso da quella rappresentazione sacrale su cui il fascismo aveva costruito il proprio consenso. A ciò si aggiunga che il tragico epilogo della Seconda Guerra Mondiale evidentemente ha coinciso con l’inizio di una stagione di diffuso disinteresse per questi spazi, per diversi motivi associati alla retorica fascista. Il desiderio di lasciarsi alle spalle questa tragedia, quale epilogo del Ventennio, per associazione ha spinto anche a rimuovere da parte delle generazioni successive il ricordo di questi luoghi. Nel Parco continuarono ad essere celebrate comunque manifestazioni importanti anche dopo la Seconda Guerra Mondiale «dal 1927, il 4 novembre la Società Filarmonica di Teglio Veneto fino agli inizi degli anni sessanta quando ha cessato la sua attività, eseguiva un concerto per ricordare i caduti in guerra nel Parco della Rimembranza»63, mentre ogni parente, poteva andare a pregare e a ricordare il defunto, che in alcuni casi non aveva neppure una tomba in quanto disperso in guerra: «i familiari dei caduti il Primo Novembre, giorno di Tutti i Santi, collocavano un mazzo di fiori con uno spago [e a volte anche un lumino, ndr] su ogni albero per pregare in ricordo dei propri cari caduti in guerra»64. Le più giovani generazioni sono esonerate, oramai da tempo, dalle liturgie tipiche della religione civile, quando era quasi obbligo morale partecipare alle commemorazioni e all’omaggio ai monumenti dedicati ai caduti. Arrivando ai giorni nostri tra il 2009 e il 2010 il piazzale della chiesa ha subito un importante intervento di messa in sicurezza e riqualificazione ambientale, con il rifacimento del marciapiede, con l’eliminazione dell’asfalto in favore di una

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chiesa parrocchiale. Pur ammettendo che detti alberi siano stati piantati a metà spese del Comune, pure sono sempre cresciuti in territorio della Chiesa, a cui quindi spetterebbe il tenue provento. Si aggiunge inoltre che la pulizia e la manutenzione del piazzale, almeno da maggio ad oggi, è stata curata personalmente dal sottoscritto: cosa non facile, dato che non esiste un cesso o gabinetto di decenza, in mancanza del quale tutti si servono del paravento dell’abside della chiesa. Inoltre osservo che negli anni scorsi si era promesso al parroco, attualmente infermo che non ci sarebbero più tagliati i rami se non a beneficio della Chiesa. La quale, come ben sapete, è poverissima, oberata da debiti e degna della compiacente considerazione. Con osservanza Il delegato vescovile can. Janes Luigi62.


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Particolare di una cartolina del Parco negli anni’30.

pavimentazione in lastre di pietra della Lessinia e acciotolato che prosegue verso via Chiesa e via Parz. Nonostante fossero ‘protetti’ dalla vigente legislazione quali elementi di un Monumento Nazionale, a farne le spese furono anche alcuni degli alberi che componevano il Parco, infatti parte dei bagolari vennero asportati, quelli in fronte strada e quelli situati sul lato Nord della chiesa di fronte il condominio Avvenire, «al fine di consentire la visione del fronte principale dell’edifico sacro dalla strada, ricostituendo la prospettiva originaria nel sagrato così testimoniata dalle immagini di Teglio Veneto degli inizi del Novecento»65. Al loro posto sono stati piantati dei lecci, dei carpini e qualche altro bagolaro. Ad oggi degli alberi originali, ne rimangono solo 26.

65 Relazione generale e quadro economico di spesa del Progetto esecutivo per il “Recupero del centro urbano di Teglio Veneto e via Cordovado” presente nell’ufficio tecnico manutentivo del Comune di Teglio Veneto.


Il Pino ad Arnaldo Mussolini

L’albero, un Pinus Italia o pino domestico68, venne piantato di fronte al campanile del paese con una cerimonia solenne. La richiesta d’acquisto venne effettuata dal podestà cav. Alessandro Cecchinato allo Stabilimento Agro-Orticolo di Udine (S.A.O.), raccomandando che la pianta fosse bene sviluppata e con regolare ramificazione. Questa è la relazione scritta in data 12 marzo 1932 dell’impianto del pino nel

66 Arnaldo Mussolini (Dovia di Predappio 1885 - Milano 1931). Su di lui si veda http://www.treccani.it/enciclopedia/arnaldo-mussolini_(Dizionario-Biografico)/ (26 aprile 2020). La sua figura fu fortemente legata a Morsano e a San Vito al Tagliamento dove insegnò agraria all’istituto Falcon Vial a partire dal 1908. Ebbe tre figli: il primogenito lo chiamò Vito, proprio per l’affetto che aveva (ricambiato), per la cittadina. Nel 1911 ottenne il diploma magistrale a Sacile, quindi insegnò nella frazione sanvitese di Carbona. Nel 1913 il sindaco di Morsano al Tagliamento lo chiamò a insegnare alle elementari, che dalla sua morte sino agli anni Settanta furono a lui intitolate. Divenne anche amministratore dell’azienda agricola Moro e, a quanto pare, attirò a sé diverse amicizie e simpatie. A Morsano, dove nacque la figlia Rosina, fu anche Segretario comunale (come pure a Travesio): in tempo di guerra salvò l’archivio comunale e rivolse il suo impegno verso i militari feriti. Lasciata Morsano nel 1917, non interruppe mai i legami con questa località come pure con San Vito, dove tornò l’ultima volta nel 1930. https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2012/06/06/news/ un-incontro-per-ricordare-la-figura-di-arnaldo-mussolini-1.5213110 (26 aprile 2020). 67 ACTeglio, Categorie, XI (1932). 68 Venne acquistato dalla ditta S.A.O. di Udine un Pinus Italia di m. 2,50/3, probabilmente un pino domestico, per 55 Lire pagati al comune di Fossalta di Portogruaro che aveva provveduto all’acquisto anche per il comune di Teglio Veneto. Ivi, Registro deliberazioni del Podestà, (7 dicembre 1931 - 7 ottobre 1933), verbale di deliberazione del 27 agosto 1932. Sul Pino domestico si veda GOLDSTEIN-SIMONETTI-WATSCHINGER 2003, pp. 114-115; PIGNATTI 1997, vol. I, p. 80.

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Presi gli ordini da S.E. il segretario del Partito, prego la S. V. , dopo gli opportuni accordi con i Sigg. Segretari Politici dei Fasci e con i singoli Podestà, di provvedere affinché, in tutti i Comuni del Regno ed in posto appropriato (Parco della Rimembranza, Bosco del Littorio, ecc…), si esegua la piantagione di un albero alla Venerata Memoria di ARNALDO MUSSOLINI, Presidente del Comitato Nazionale Forestale. La piantagione, che sarà benedetta da un sacerdote, avverrà per i Comuni capiluogo di Provincia il giorno 24 Gennaio, prima domenica dopo il Trigesimo della Morte, ed in una delle domeniche successive negli altri Comuni. Questo atto di doveroso omaggio a CHI con tanta fede e passione si fece Apostolo della rinascita forestale italiana avverrà nella forma più degna possibile col concorso delle Autorità, Istituzioni e Scuole, che la S.V. opportunamente inviterà. A celebrazione ultimata attendo un dettagliato rapporto. Il generale comandante A. Agostini67.

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Nel pieno del periodo fascista, domenica 6 marzo 1932 nel Parco della Rimembranza di Teglio Veneto si tenne una particolare cerimonia: la piantumazione di un pino in onore di Arnaldo Mussolini66. Infatti, alla morte di suo fratello minore, il Duce stesso ordinò che venisse piantato un albero in sua memoria in ogni comune d’Italia. Il Comando delle Legioni della Milizia Nazionale Forestale prese in carico di far attuare ovunque l’ordine e le predisposizioni necessarie volute dal Duce:


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Questo episodio evidenzia un elemento nuovo portato dal fascismo: in un luogo sacro come il Parco della Rimembranza, dove vennero piantati degli alberi per tenere viva la memoria e il ricordo dei soldati caduti nella Grande Guerra, ne venne piantato un altro per ricordare un morto del regime. Vennero così portati sullo stesso piano i morti fascisti e i soldati caduti nella Prima Guerra Mondiale, «i morti del partito –afferma Isnenghi– vanno ad aggiungersi e a mescolarsi, magari in posizione relativamente defilata, a quelli dei Caduti in guerra, affermando così la tesi della stretta continuità fra i due momenti: la Guerra e la Rivoluzione Fascista»70. Secondo testimonianze orali di alcune tra le persone più anziane del paese, il pino non visse a lungo, fu una vita travagliata la sua, soprattutto dopo la caduta del fascismo. Esso veniva spesso maltrattato dai bambini che andavano a giocare sul sagrato della chiesa, preso a pallonate e spesso oggetto di atti vandalici. Venne sradicato e distrutto verso gli inizi degli anni ’5071.

69 ACTeglio, Categorie, XI (1932). 70 ISNENGHI 1989, p. 329. 71 La presenza di un pino di fronte al campanile è stata confermata da testimonianze orali rilasciatemi da Antonio Bozzato, Giuseppe Colavitti, Tito Colavitti, Caterina Maria Giuseppin, Giuseppe Grillo, Aldo Riva, Antonio Rizzetto, Enzo Rizzetto, che sentitamente ringrazio.

In basso: Veduta aerea della piazza di Teglio Veneto (2020)

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In relazione al foglio a margine distinto pregiomi significare che la cerimonia della piantagione dell’albero alla memoria di Arnaldo Mussolini è stata compiuta domenica scorsa 6 corrente mese. Alla cerimonia assistevano tutti i fascisti e gli iscritti alle organizzazioni giovanili, Avanguardisti, Balilla e Piccole Italiane. La benedizione venne impartita dal M.R. Parroco del Comune Don Basilio Cozzarini. Il Segretario Politico ha fatto una breve rievocazione spiegando il significato spirituale della cerimonia. Indi è stato fatto l’appello fascista dello Scomparso e la consegna dell’albero che ne consacra la memoria. I Balilla e le Piccole Italiane, tra la commozione del pubblico che assisteva alla celebrazione, hanno cantato gli inni della Rivoluzione69.

Nella pagina precedente: Cartolina con veduta aerea della piazza di Teglio Veneto alla fine degli anni ‘60.

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Parco della Rimembranza dal podestà di Teglio Veneto al Comando della Coorte della Milizia Forestale di Udine:



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