POLITECNICO DI TORINO Dipartimento di Architettura e Design
TSINGHUA UNIVERSITY School of Architecture
JOINT STUDIO 2016 Il riuso delle strutture Olimpiche Area MOI The Re-use of a Winter Olympic Site The MOI Area
Tesi di Laurea Magistrale Anno Accademico 2015/2016
Master Degree Thesis Academic Year 2015/2016
Relatori
Thesis Supervisors
Correlatori
Gustavo Ambrosini
Zhang Li
Mauro Berta
Liu Jian
Michele Bonino
Thesis Advisors
Candidati
Candidates
Christine Parodi Vittoria Molinaro
INTRODUZIONE WORKSHOP 2016
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PARTE I
Indice
1.
I GIOCHI OLIMPICI INVERNALI DI TORINO 2006
1.1. Introduzione 1.2. Il Villaggio Olimpico 1.3. Il rinnovo dei Mercati Generali 1.4. Il Villaggio Atleti 1.5. Quale futuro per le strutture Olimpiche?
2.
OSPITARE LE OLIMPIADI: UN’ EREDITA’ O UN FARDELLO?
2.1. Introduzione 2.2. Impatti positivi 2.3. Impatti negativi 2.4. Verso Olimpiadi sostenibili 2.5. Torino 2006 2.5.1. Localizzazione geografica 2.5.2. Costruzione e trasformazione urbana / Riuso delle strutture Olimpiche 2.5.3. Dimensione sociale 2.5.4. Eredità post-Olimpica 2.5.5. L’occupazione del Villaggio Olimpico 2.6. Vancouver 2010 2.6.1. Localizzazione geografica 2.6.2. Costruzione e trasformazione urbana / Riuso delle strutture Olimpiche 2.6.3. Dimensione sociale 2.6.4. Eredità post-Olimpica
23 27 33 37 41
47 49 55 59 65 68 70 73 76 81 89 92 94 104 107
WORKSHOP 2016 INTRODUCTION
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PART I
Index
1.
TURIN 2006 WINTER OLYMPIC GAMES
1.1. Introduction 1.2. Turin Olympic Village 1.3. The renewal of the former Wholesale Market 1.4. Athletes’ Village 1.5. What future for the Olympic venues?
2.
STAGING THE OLYMPIC GAMES: A LEGACY OR A BURDEN?
2.1. Introduction 2.2. Positive impacts 2.3. Negative impacts 2.4. Towards sustainable Olympic Games 2.5. Turin 2006 2.5.1. Geographical location 2.5.2. Urban transformation & Construction / Renewal of the Olympic venues 2.5.3. Social dimension 2.5.4. Post-Olympic legacy 2.5.5. Occupation of the Olympic Village 2.6. Vancouver 2010 2.6.1. Geographical location 2.6.2. Urban transformation & Construction / Renewal of the Olympic venues 2.6.3. Social dimension 2.6.4. Post-Olympic legacy
23 27 33 37 41
47 49 55 59 65 68 70 73 76 81 89 92 94 104 107
2.7. Sochi 2014 2.7.1. Localizzazione geografica 2.7.2. Costruzione e trasformazione urbana / Riuso delle strutture Olimpiche 2.7.3. Costi olimpici 2.7.4. Dimensione sociale 2.7.5. Eredità post-Olimpica
117 120 122 128 134 137
PARTE II
Indice
3.
STORIA DEI MERCATI GENERALI
3.1. 3.2. 3.3. 3.4.
Le origini dei Mercati Generali La costruzione dei Nuovi Mercati Il successo Dalla II Guerra Mondiale ai giorni nostri
145 147 151 155
4. MASTERPLAN
4.1. 4.2. 4.3. 4.4.
Analisi stato di fatto Divisione gruppi e Masterplan alternativi Funzioni Masterplan Il parco lineare
5.
FUNZIONI MOI
5.1. 5.2. 5.3. 5.4.
Funzioni generali Area didattica Incubatore e caffetteria Nuovo edificio
CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA INDICE DELLE IMMAGINI
161 177 185 193
203 207 223 239 255 261 267
2.7.
Sochi 2014 2.7.1. Geographical location 2.7.2. Urban transformation & Construction / Renewal of the Olympic venues 2.7.3. Olympic costs 2.7.4. Social dimension 2.7.5. Post-Olympic legacy
117 120 122 128 134 137
PART II
Index
3.
THE HISTORY OF THE WHOLESALE MARKET
3.1. 3.2. 3.3. 3.4.
The origins of the Wholesale Market Building a new Wholesale Market The success of the new market From II World War to the present
145 147 151 155
4. MASTERPLAN
4.1. 4.2. 4.3. 4.4.
Current status analysis Group division and alternative Masterplan Masterplan functions Linear park
5.
MOI FUNCTIONS
5.1. 5.2. 5.3. 5.4.
General functions Didactic area Incubator & Cafeteria New building
CONCLUSIONS BIBLIOGRAPHY PICTURES REFERENCE LIST
161 177 185 193
203 207 223 239 255 261 267
INTRODUZIONE WORKSHOP 2016
WORKSHOP 2016 INTRODUCTION
Introduzione Workshop 2016 Workshop 2016 introduction
DALLA CINA A LEZIONI DI OLIMPIADI IN VISTA DI PECHINO 2022 Delegazione a Torino per studiare il riutilizzo degli impianti dieci anni dopo i Giochi Si intitola “From Torino 2006 to Beijing 2022” l’incontro che si terrà martedì nel Salone d’onore del Castello di Valentino, promosso dal Politecnico [...] Il momento culminante, martedì, sarà la firma dell’accordo di collaborazione sui siti olimpici tra le due università, italiana e cinese, mentre prenderà il via la VI edizione del “Joint Studio Polito – Tsinghua”, workshop internazionale attivo da anni tra le due università, affidato per la parte torinese ai docenti Gustavo Ambrosini e Mauro Berta, oltre che a Michele Bonino. “La Repubblica”_24.01.2016
Questa tesi magistrale è il risultato del Joint Studio 2016, una collaborazione accademica tra il Politecnico di Torino e la Tsinghua University di Pechino, la cui prima edizione risale al 2008. Il Joint Studio è un’esperienza di scambio culturale che si propone come obiettivo principale quello di far lavorare insieme studenti italiani e cinesi su temi che riguardano la trasformazione urbana. L’edizione del 2015 era relativa ai XXIV Giochi Olimpici Invernali che si svolgeranno a Pechino nel 2022 e l’oggetto di studio consisteva nel riuso del patrimonio olimpico di Pechino 2008, così come nella progettazione di un nuovo Masterplan per il Villaggio Olimpico. Quest’anno il tema principale riguarda sempre i Giochi Invernali, ma l’obiettivo è stato quello di analizzare lo stato attuale delle strutture olimpiche di Torino, a dieci anni dal termine dei Giochi. Inoltre, considerando che i Giochi Invernali di Pechino verranno ospitati in parte in città e in parte in montagna, così come avvenne per Torino, potrebbe essere utile comprendere la relazione tra la sede urbana This Master thesis is the result of Joint Studio 2016, an academic partnership between the Polytechnic of Turin and Tsinghua University of Beijing which started in 2008. This Joint Studio is an experience of cultural exchange, whose main purpose is to allow Italian and Chinese students to work together on tasks regarding urban transformation. The 2015 edition was about the 24th Winter Olympic Games that will be held in Beijing in 2022 and the object was the study of the reuse of 2008 Beijing Olympics venues as well as the design of a new masterplan for the Olympic Village. This year the main theme is still related to the Winter Games, but the objective is to analyse the current situation of Turin Olympic venues ten years after the event. Moreover, since Beijing Winter Games will be hosted both in the city and in the mountains as it was in Turin, it could be helpful to understand the relationship between the town and the mountain clusters in order to prevent the same mistakes
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e quella alpina, al fine di evitare gli stessi errori nella futura edizione cinese. Per questa ragione gli studenti hanno lavorato su due progetti differenti: uno localizzato in montagna e relativo al riuso della pista da bob di Cesana Torinese; l’altro situato a Torino e incentrato sulll’ipotesi di trasformazione dell’ex Villaggio Olimpico in un centro di ricerca scientifica a partire dall’accordo tra il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino. L’edizione del 2016 coinvolge dodici studenti del Politecnico e sei della Tsinghua University. Il Workshop è iniziato alla fine di febbraio con l’arrivo degli studenti cinesi a Torino e la visita delle strutture olimpiche insieme ai ragazzi italiani. Sono stati visitati alcuni siti olimpici urbani come il Villaggio Olimpico, il Palasport, l’Oval Lingotto e il Palavela, ma anche quelli situati nelle montagne vicine come il Villaggio Olimpico di Sestriere, il trampolino di salto di Pragelato e la pista da bob di Cesana. during the next Chinese edition. For this reason the students have worked on two different project areas: one located in the mountains and related to the reuse of the bobsleigh track in Cesana Torinese. The other one situated in Turin and related to the transformation of the former Olympic Village into a scientific research centre according to an agreement between the Polytechnic and the University of Turin. The 2016 edition involved twelve students from the Polytechnic and six from Tsinghua University; the workshop began at the end of February when the Chinese students came to Turin and visited the former Olympic venues with the Italian ones, both in Turin (ex Olympic Village, Palasport Olimpico, Oval Lingotto, Palavela) and in the surrounding mountains (the Olympic Village in Sestriere, the ski jumping in Pragelato and the bobsleigh track in Cesana). During the first week the students were divided into two macrogroups, one focused on the reuse of the bobsleigh track and the
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Fig.1_Bardonecchia, Torino Foto scattata nel mese di febbraio, durante il soggiorno in Italia dei ragazzi cinesi, in occasione della visita al villaggio Olimpico di Bardonecchia Fig.2_Tsinghua University, Pechino Foto scattata nel mese di giugno il giorno dell’arrivo dei ragazzi italiani alla Tsinghua University
Fig.1_Bardonecchia, Turin The Chinese students during their visit at the Olympic Village in Bardonecchia in February. Fig.2_Tsinghua University,Beijing The day of the arrival of the Italian students at Tsinghua University in June
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Durante la prima settimana gli studenti sono stati divisi in due macrogruppi, uno concentrato sul riuso della pista da bob, l’altro sulla progettazione del nuovo centro di ricerca. Nei mesi seguenti ogni macro-gruppo si è diviso in coppie o gruppi di tre per analizzare in modo più approfondito ogni caso studio ed elaborare una proposta di riuso; la collaborazione tra i diversi team, italiani e cinesi, è continuata attraverso videoconferenze a scadenza mensile. Tra giugno e luglio gli studenti italiani si sono recati a Pechino dove hanno avuto la possibilità di visitare alcuni impianti realizzati per Pechino 2008, come il Parco Olimpico, lo Stadio Nazionale (soprannominato “Nido d’uccello”) e il Centro Acquatico (conosciuto anche come “Water Cube”). Il 22 Giugno 2016 si è tenuta la presentazione intermedia alla Tsinghua University durante la quale ogni gruppo ha presentato e discusso il proprio progetto con i professori italiani e cinesi. Una volta tornati in Italia, a partire dalle suggestioni e dalle critiche other one on the designing of the new research centre. In the following months each macro-group split into smaller groups in order to analyze each case study and finally work out a reuse proposal; the cooperation between the different teams continued thanks to monthly scheduled virtual meetings. Between June and July 2016 the Italian students spent a period in China where they visited some of the 2008 Olympic Venues in Beijing, such as the Olympic Park, the National Stadium (or Bird’s Nest) and the Aquatic Centre (or Water Cube). On the 22nd of June a mid-term presentation was held at Tsinghua University and each group presented its own project to the Italian and Chinese professors. Following the suggestions and the critics made by professors Liu Jian and Zhang Li, once back to Italy the Italian students went on improving their projects by studying further specific technical details.
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Fig.3_Pragelato, Torino Foto scattata nel mese di febbraio, durante la visita agli impianti di salto con gli sci a Pragelato Fig.4_Cesana, Torino Foto scattata nel mese di febbraio presso l’ingresso della pista da bob di Cesana Torinese
Fig.3_Pragelato, Turin Visiting the ski jumping venue in Pragelato in February Fig.4_Cesana, Turin The main entrance of bobsleigh track (February)
Cesana
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Fig.5_Tsinghua University, Pechino Foto scattata il 22 giugno 2016, giorno della presentazione intermedia presso la Tsinghua University
dei professori Liu Jian e Zhang Li, gli studenti italiani hanno cercato di migliorare e approfondire il proprio progetto, studiando nello specifico alcuni dettagli tecnici per comprenderne meglio il funzionamento.
Fig.5_Tsinghua University,Beijing Mid-term presentation at Tsinghua University on 22nd June 2016
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1_ I Giochi Olimpici Invernali di Torino 1.1. Introduzione 1.2. Il Villaggio Olimpico 1.3.Il rinnovo dei Mercati Generali 1.4. Il Villaggio Atleti 1.5. Quale futuro per le strutture Olimpiche?
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1_Turin Winter Olympic Games 1.1. Introduction 1.2. Turin Olympic Village 1.3. The renewal of the former Wholesale Market 1.4. Athletes’ Village 1.5. What future for the Olympic venues?
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1.1. Introduzione 1.1. Introduction
Fig.6_Logo per la candidatura di Sion Fig.7_Logo per la candidatura di Torino Sion 2006 era il nome della candidatura del cantone Vallese (Svizzera) per i XX Giochi Olimpici invernali. Nonostante risultasse una delle città favorite, il 19 giugno 1999, presso l’hotel Shilla di Seul, il presidente del Cio annunciò la vittoria di Torino con 53 voti contro 36
Fig.6_Sion Olympic bid logo Fig.7_Turin Olympic bid logo Sion 2006 was the name of Canton Valais (Switzerland) Olympic bid for the 20th Winter Olympic Games. The city was among the favoured ones but on 19th June 1999 at Shilla hotel in Seul, the president of IOC annouced the victory of Turin with 53 votes out of 36
Nel 1999 Torino venne scelta dal Comitato Olimpico Internazionale per ospitare i Giochi Olimpici Invernali del 2006 a scapito della favorita Sion, in Svizzera. Il piano di intervento per i Giochi localizzava il fulcro del distretto Olimpico proprio nell’area mercatale. Nel 2001 i Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso caddero in disuso; il complesso divenne ben presto parte di quelle aree da riconvertire in futuro secondo il nuovo Piano Regolatore della città e soggette a restrizioni da parte della Soprintendenza per i Beni Storici. Per quanto riguarda la progettazione del Villaggio Olimpico (che In 1999 the International Olympic Committee chose Turin to be host to 2006 Winter Olympic Games defeating the favourite Swiss town of Sion in Switzerland. The plan of interventions for the Winter Games located the fulcrum of the Olympic district in the Wholesale Market area. In 2001 the Fruit and Vegetable Wholesale Market fell into disuse. The complex soon became part of those areas that should have been converted according to the new Piano Regolatore of the town. For this reason the Superintendence imposed certain restrictions. As regards the design for the Olympic Village (that would host 2.500
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Fig.8_Carta dei Siti Olimpici di Torino Dalla carta è possibile osservare come la maggior parte delle strutture urbane per TORINO 2006 fosse concentrata a sud della città, fatta eccezione per la Medals Plaza situata in pieno centro, presso piazza Castello. Essa rappresentò il più grande palco costruito in Europa fino a quel momento: oltre 700 metri quadrati di struttura con una parte centrale rotante per consentire avvicendamenti rapidi tra cerimonie e spettacoli
Fig.8_Turin Olympic Venues Map The map shows the distribution of the Olympic venues, mostly in the southern part of Turin. Only Medals Plaza was located in the centre of the city, in piazza Castello. On this occasion the biggest stage ever built in Euope was erected; it was 700 sq.ms. and was characterized by a central rotating part that allowed to perform both ceremonies and exhibitions
avrebbe ospitato circa 2.500 atleti) e il Villaggio Media, nel 2002 venne pubblicato un concorso internazionale. Cinque gruppi di progettisti presero parte alla competizione e il progetto vincitore risultò essere quello del team guidato da Benedetto Camerana. L’idea di Camerana prevedeva l’interpretazione del Villaggio come un solido recinto, chiuso verso la città ad ovest e aperto verso i binari dall’altro lato. Dal momento che il riuso post-olimpico del MOI non venne ben chiaramente definito, il progetto si basava sulla semplice addizione di tramezzi senza alcuna funzione strutturale e di soppalchi removibili. Il risultato consisteva in un progetto nel quale però la struttura originaria di Cuzzi non era sufficientemente valorizzata.
athletes) and the Media Village, an international competition was held in 2002; five groups of designers took part in the contest and in the end the team coordinated by architect Benedetto Camerana won. He interpreted the Village as a solid enclosure, closed towards the city to the west and open to the railway on the opposite side. Since the post-Olympic reuse of the MOI had not been clearly defined, the project was based on the simple addition of walls with no structural function and removable mezzanine levels. The result was a project where Cuzzi’s original structure had not been properly enhanced.
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1.2. Il Villaggio Olimpico di Torino 1.2. Turin Olympic Village
Fig.9_Gruppi di progettazione del Villaggio Olimpico Il Villaggio Olimpico è il frutto del lavoro di un team di professionisti internazionali coordinati dall’architetto Benedetto Camerana, vincitore del bando di concorso pubblicato nel 2002 Fig.9_The Olympic Village design teams
The Olympic Village was the result of the work of an international design team led by architect Benedetto Camerana, who won the competition in 2002
Il Villaggio Olimpico di Torino, la struttura principale per gli atleti e i tecnici dei Giochi del 2006, venne creata a partire dalla ristrutturazione del vecchio complesso dei Mercati Generali. Fin dall’inizio era chiaro che i lavori sarebbero stati complessi, dal momento che comprendevano la creazione di nuove residenze, la ristrutturazione dell’edificio storico dei Mercati Generali, la creazione di una passerella in acciaio di 400 m e il riassetto di strade e aree limitrofe al lotto. A causa del coinvolgimento di così tante tipologie di lavori differenti fra loro e del fatto che non era possibile pubblicare il concorso di progettazione prima del giugno 2002, si decise di dividere il progetto in varie fasi. La realizzazione dell’area del Villaggio Olimpico fu il lavoro più oneroso dal punto di vista finanziario fra quelli realizzati in occasione dei Giochi Invernali del 2006 e richiese le modifiche più sostanziali durante la fase di realizzazione dei lavori. Turin Olympic Village, the main structure for athletes and technicians at the 2006 Games, was created by the redevelopment of the old Wholesale Market complex. The task appeared immediately hard, since it involved the creation of new residences, the restoration of the historic building of the Market, the creation of a steel walkway 400 m. long and the remodelling of roads and external areas around the lot. Because of the complexity of the project and because it was not possible to publish the competition until June 2002, it was decided to divide it into different phases. The creation of the Olympic Village area was the most important work from the financial point of view and it required the most substantial modifications while work was still in progress. The Olympic Games project envisaged the transformation of the wide rationalist structures of the Wholesale Vegetable Market into a large service centre, meeting place and venue for different activities.
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Il programma dei Giochi Olimpici prevedeva la trasformazione dell’ampia struttura razionalista dei Mercati Generali in un grande centro servizi, luogo di incontro e sede di diverse attività. Inizialmente il centro servizi sarebbe dovuto sorgere tra il Villaggio degli Atleti e il Villaggio Media, ma, al termine della competizione pubblica, vennero apportate alcune importanti modifiche e quest’ultimo venne trasferito al progetto della Spina 3. Una lunga passerella pedonale, che connette il centro servizi con il Lingotto, passa sopra la linea ferroviaria esistente completando il progetto. Esso era stato concepito in quattro punti principali in relazione alla strategia urbana: il primo consisteva nel mantenere la continuità con la città esistente; le nuove strutture si sarebbero dovute integrare con l’edificio storico attraverso il disegno di nuovi isolati e la realizzazione di un fronte uniforme rivolto verso via Giordano Bruno. Inoltre, la ripresa del disegno a linee parallele delle arcate dell’ex-MOI, divenne un punto significativo per la disposizione delle tre aree residenziali. At the beginning the service centre was to be located between the Athletes’ Village and the Media Village but after the conclusion of the public competition some important modifications occurred and the latter was transferred to the Spina 3 study. A long pedestrian bridge, linking the service centre to the Lingotto complex and passing over the existing railway would complete the project. This was divided into four main points in relation to urban strategy. The first one was the preservation of the continuity of the existing city structure. The new structures would be integrated with the old buildings by setting new blocks and by a homogeneous front overlooking via Giordano Bruno. Moreover, the extension of the parallelism of the ex-MOI building became the reference point for the layout of three residential areas. The second point was the landscape design. The new buildings would be located according to an open discontinuous scheme to enhance the views towards the Lingotto and the hills behind.
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Fig.10_Masterplan “Il bando di concorso per il progetto del Villaggio Atleti, lanciato dall’Agenzia Torino 2006 solo nel maggio 2002, al termine di un lungo processo decisionale, ha come obiettivo il progetto di una nuova parte di città, che non deve “solo” ospitare gli atleti durante i Giochi, ma soprattutto accogliere diverse funzioni urbane dopo il marzo 2006” (Territori europei dell’abitare 19902010) Fig.10_Masterplan “The public competition for the masterplan of the Olympic Village, announced by Agenzia Torino 2006 in May 2002, aims to develop a new part of the city, designed to host not only the atheltes during the Games, but also to house new urban functions after March 2006” (Territori europei dell’abitare 19902010)
Il secondo punto si riferiva al disegno del paesaggio: i nuovi edifici sarebbero stati disposti secondo uno schema aperto e discontinuo per sottolineare ulteriormente la vista verso il Lingotto e le colline retrostanti. Il terzo riguardava la modularità: le unità residenziali sarebbero state divise in decine di edifici creati secondo un’unità identica e ripetibile. Il quarto punto era la sostenibilità che ha portato al riuso degli edifici storici del MOI, a un basso fattore di copertura del suolo, all’uso dell’energia solare, a un basso consumo di energia per la The third one was modularity. The residential units were divided into dozens of buildings created on identical and repeatable units. The fourth issue was sustainability, which led to the complete reuse of the historical buildings of the MOI, a low soil-coverage factor, the use of solar energy, a low level of construction energy and materials and water recovery. Another important aspect was to make this new architectural work a symbol of the event.The project proposed two of these symbols. The first one was the large supporting archway of the cable-stayed pedestrian bridge, which links the Olympic Village to the Lingotto
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Fig.11_Passerella Olimpica La Passerella Olimpica, tutt’oggi esistente, è uno dei simboli del rinnovamento urbanistico avvenuto in occasione dei Giochi Olimpici. Nata per unire due parti di città separate dalla linea ferroviaria, costituisce un’alternativa esclusivamente pedonale al cavalcavia di via Passo Buole e al sottopasso stradale di corso Giambone
costruzione e di materiali e infine al recupero dell’acqua. I Giochi Olimpici prevedevano inoltre che le principali opere architettoniche veicolassero parte della carica simbolica dell’evento. Di conseguenza il progetto propose due segni distintivi: il primo consisteva nell’ampio arco di supporto della passerella lunga 150 metri, che collega il Villaggio Olimpico con il Lingotto; esso continua ad essere tutt’oggi un forte segno, che può essere visto anche da una considerevole distanza e che riprende le arcate dell’edificio degli ex-MOI. Il secondo segno era l’idea di un Villaggio Olimpico concepito come il risultato di un’aggregazione multipla di linguaggi architettonici, proposti da una dozzina di progettisti proveniente da vari stati europei.
with a single 150 m. bay. This is still a strong sign, which can be seen from a considerable distance and reflects the arches of the ex-MOI building. The second sign was the idea of an Olympic Village as a result of a multiple aggregation of architectural languages proposed by dozens of designers from various European countries.
Fig.11_Olympic Footbridge The Olympic Footbridge is one of the main symbols of the urban renewal of Turin undertaken for the Games. It was conceived to link two parts of the town that were divided by the railway before then. It represents an alternative pedestrian path to the overpass of via Passo Buole and to the underpass of corso Giambone
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1.3. Il rinnovo degli ex-Mercati Generali 1.3. The renewal of the former Wholesale Market
Fig.12_Moi Vista esterna delle arcate rinnovate in occasione dei Giochi Olimpici Fig.12_Moi External view of the arcades renewed for the Olympic Games
Il MOI assunse un valore storico e simbolico di così tale importanza da sopravvivere nella sua funzione originale per molti anni, diventando un elemento fondamentale del patrimonio del XX secolo. Esso divenne il fulcro del Villaggio Olimpico, ospitando gli uffici amministrativi, le sale riunioni, l’area logistica e i negozi. Il programma includeva inoltre la valorizzazione della piazza centrale e dell’edificio posto al centro, il quale è caratterizzato da una copertura sospesa che è stata recuperata attraverso l’aggiunta di una struttura plissé vetrata che dà l’impressione di reggersi senza il bisogno di alcun supporto. Il progetto inoltre prevedeva la realizzazione di soppalchi removibili tra gli archi e l’apertura del sito verso via Giordano Bruno attraverso la creazione di un nuovo fronte e il recupero della torre dell’acqua. Tutti i nuovi elementi potevano essere smantellati o trasformati; il sistema di distribuzione rispettava la natura originale del sito, che rimase leggibile anche dopo che le nuove funzioni furono introdotte. The historical and symbolic value of the MOI went beyond its original function and became a fundamental element of the 20th century heritage. It was the crucial point of the Olympic Village with its administrative offices, meeting halls, the logistics area and some shops. The programme also included the enhancement of the central square and its building characterized by a suspended roof section, which was coated by the addition of a glazed plissé structure that gives the impression that it is standing without any support. In addition the project envisaged the renewal of the water tower, the creation of removable mezzanine levels below the arches and the opening of the site in via Giordano Bruno by creating a new front. All the new elements could be dismantled or transformed. The distribution system respected the original nature of the site which remained readable even after the new functions were introduced.
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Fig.13_Aeroplano Vista della struttura vetrata plissè della tettoia centrale Fig.14_Schizzo Aeroplano Fig.15_Moi Vista interna dei soppalchi removibili Fig.13_Airplane View of the glazed plissÊ structure of the central building Fig.14_Airplane Sketch Fig.15_Moi Internal view of mezzanines
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the
removable
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Fig.16_Palazzine Villaggio Atleti Prospetto verso la piazzetta interna costruita in corrispondenza del sottopassaggio di corso Giambone
La struttura del Villaggio Atleti instaura un collegamento con il tradizionale tessuto urbano della città grazie alla continuità con gli edifici tipicamente torinesi, assicurando inoltre il successo dell’integrazione del nuovo quartiere nel contesto esistente. Il gruppo di progettazione ebbe la brillante idea di invitare diversi architetti a partecipare al lavoro di progettazione; il risultato dell’operazione fu un progetto estremamente diversificato, con differenti proposte per l’uso del sito. Il tema di fondo per il Villaggio Atleti era quello del benessere, cercando di garantire le migliori condizioni di comfort ambientale attraverso l’applicazione di principi bioclimatici. L’altezza media degli edifici è di sette piani, con alcune parti che raggiungono gli otto; le strutture sono principalmente costituite da solai e pilastri in cemento armato. I rivestimenti e il disegno di finestre, balconi e logge hanno seguito la diversa composizione degli spazi interni.
Fig.16_Athletes’ Village Buildings Elevation overlooking the inner courtyard built above the underpass of corso Giambone
The structure of the Athletes’ Village represented a continuity with the city classical context and ensured a successful integration for the new neighbourhood. The project team had the brilliant idea of inviting different architects to take part in the work. The result was a hugely diversified project, with different proposals for using the site. The basic theme of the Athletes’ Village was that of wellbeing, which implied ensuring the best conditions of environmental comfort through the application of bio-climatic principles. The average height of the buildings is seven floors, with some of them reaching eight floors. The structures are composed mainly of reinforced concrete floors and pillars. The front coverings and the composition of windows, balconies and loggias followed the different composition of the inner spaces. The Olympic footbridge, designed by French architect Hugh Datton, became a symbol in a part of the town that had no significant sights
1.4. Il Villaggio Atleti 1.4. Athletes’ Village
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La passerella olimpica, progettata dall’architetto francese Hugh Datton, divenne il simbolo di una parte di città che era tradizionalmente priva di qualsiasi emblema e allo stesso tempo rappresentò un’importante connessione visiva tra il Villaggio Olimpico e il Lingotto. L’arco rosso, che è alto 70 metri, è caratterizzato da una forma parabolica, chiaramente ispirata alle arcate dei Mercati Generali; realizzata in acciaio, la struttura è leggermente inclinata sopra i binari per ottimizzare la configurazione geometrica degli stralli. Questi ultimi servono per stabilizzare e impedire la flessione nel caso di and at the same time represented an important visual link between the Olympic Village and Lingotto. The red arch, which is 70 m. high, was characterized by a parabolic shape, which was clearly inspired by the arches of the Wholesale Market; it was made of steel and was slightly tilted above the railway tracks to optimise the geometrical configuration of the stays. The stays had the role of stabilising and impeding bending under increasing load strain; in addition, the framework was equipped with a solid parapet and a security fence 2.5 m. high to prevent accidental exposure and falls.
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Fig.17_Prospetto Principale_Lotto 3 Le palazzine di 5-8 piani sono caratterizzate da linguaggi diversi, che in molti casi richiamano quelli mitteleuropei, secondo un piano dei colori che conferisce al piccolo quartiere una forte identità visiva
Fig.17_Main Elevation_Lot 3 The 5-8-storey buildings are characterized by different languages that often recall Mitteleuropean styles, following a colour plan that gives the neighborhood a strong visual identity
Fig.18_Arco e Passerella Olimpica Come ricorda Hugh Duttun, progettista dell’Arco e della Passerella Olimpica,“l’idea dell’arco fu inizialmente ispirata agli archi parabolici dei Mercati Generali di Torino e, in seguito, tradotta in una struttura di alta efficienza strutturale tramite l’uso di una serie di cavi di sospensione [...] secondo un meccanismo strutturale simile a quello di una ruota di bicicletta”
carichi crescenti; inoltre la passerella è fornita di un solido parapetto e di una ringhiera di sicurezza alta 2.5 metri per prevenire eventuali cadute accidentali.
Fig.18_Olympic Arch & Footbridge Hugh Dutton, the Olympic Arch and the Footbridge designer, writes: “the original idea for the Arch was inspired by the arcades of the former Wholesale Market and it developed into a very efficient structure by using suspension cables […] the structural mechanism reminds the one of a bicycle wheel”
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1.5. What future for the Olympic venues?
Dopo la fine dei Giochi ci si aspettava che le strutture realizzate per il Villaggio Olimpico fossero riutilizzate: sia le aree residenziali, sia quelle di servizio. Per quanto riguardava il riuso dell’area al termine delle Olimpiadi, vennero immaginate tre opzioni. La prima si basava sulla trasformazione della zona in un luogo per esposizioni temporanee; la seconda era relativa alla creazione di un centro educativo, mentre l’ultima si basava sullo sviluppo di un centro scientifico. L’idea originale di trasformare i precedenti Mercati Generali in un centro commerciale privato venne presto abbandonata a causa dell’opposizione della Soprintendenza. Dopo i Giochi le nuove strutture furono assegnate alla Fondazione 20 Marzo 2006, ente pubblico incaricato da Comune, Provincia e Regione della loro gestione. Sfortunatamente solo una parte del Villaggio Olimpico e alcuni edifici nel centro di Torino rimasero alla Fondazione mentre l’altra divenne di proprietà del Comune, che la cedette in seguito a banche e società private.
Fig.19_Gli ex-Moi oggi Ciò che resta oggi degli ex-Mercati Generali è una struttura vuota, soggetta ad atti di vandalismo e che, a dieci anni dalla fine dei Giochi, risulta ormai completamente abbandonata
All the venues of the Olympic Village were expected to be reused after the Games, both the residential and the facilities areas. Three main options were imagined. The first one was based on the transformation of the zone into a place for temporary exhibitions; the second one was related to the creation of an educational centre, the last one was based on the development of a science centre. The first idea of turning the former Wholesale Market into a private commercial centre was soon abandoned due to the opposition of the Superintendence. After the Winter Games all the structures were entrusted to the public authority “Fondazione 20 Marzo 2006” (20th March 2006 Foundation) that was in charge of their running. Unfortunately only a part of the Olympic Village and some other buildings in the centre of Turin remained at the Foundation. Another part was given to the Municipality which sold it to banks and to some private institutions. In 2006 a new expressway was built next to the railway on the south-
1.5. Quale futuro per le strutture Olimpiche?
Fig.19_The ex-Moi nowadays Ten years after the Games, the former Wholesale Market is empty, abandoned and often target of acts of vandalism
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Nel 2006 venne costruita una nuova strada a scorrimento veloce accanto ai binari, sul lato sud-est dell’area dei MOI; di conseguenza, il percorso pedonale che correva tra questa nuova strada, chiamata via Zino Zini, e la linea ferroviaria, venne caratterizzato da un senso di pericolo. Al contrario, sul lato opposto, si ha una percezione positiva dell’area, grazie alla presenza di piazza Galimberti, gremita di bambini per gran parte del giorno. Ci furono diversi tentativi di riuso di queste strutture al fine di ospitare alcuni eventi, ma con scarsi risultati e poco interesse generale. Il comune di Torino fece realizzare in questa zona un ostello della gioventù, alcune residenze universitarie, la sede del CONI e la sede della Fondazione Paralimpica di Torino. Le palazzine del Villaggio Olimpico, costruite cercando di limitarne i costi, oggi sono soggette a gravi problemi di degrado e, tra quelle rimaste invendute dopo i Giochi, quattro sono state occupate abusivamente da profughi di varie nazionalità. east side of the MOI area; as a consequence, the pedestrian path which runs between this new street, called via Zino Zini, and the railway is dangerous . On the contrary, on the opposite side there is a positive perception of the area, thanks to piazza Galimberti, which is overcrowded with children most of the day. There have been several attempts to use these structures for some kinds of events over the years, but with poor results and little general interest. Most of them have been gradually abandoned. The Municipality of Turin has installed a Youth Hostel, some university residences, the seat of CONI and the seat of Turin Paralympic Foundation in this area. The Olympic Village buildings were built at reduced costs, therefore they have serious deterioration problems. Among the units unsold after the Games four have been squatted by refugees from different nationalities.
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Fig.20_Logo Torino Olympic Park Il Torino Olympic Park (TOP) è la struttura che è stata creata appositamente per gestire tutti gli impianti utilizzati per i XX Giochi Olimpici Invernali. Il logo è stato scelto nel febbraio 2007 con un concorso pubblico, vinto dall’agenzia pubblicitaria Briefing Adv
Fig.20_Torino Oliympic Park Logo Torino Olympic Park (TOP) was created to run the Olympic venues of the 20th Winter Games. The Logo was chosen in February 2007 after a public competition won by the advertising agecy Briefing Adv
Fig.21_Paratissima Uno dei tentativi di riutilizzo dei Moi fu come sede per Paratissima, fiera d’arte contemporanea nata per sostenere e promuovere giovani artisti Fig.21_Paratissima In order to promote the reuse of the ex-MOI, the building was selected to host Paratissima, a contemporary art exhibition created to support young artists artists
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2_ Ospitare le Olimpiadi: un’eredità o un fardello? 2.1. Introduzione 2.2. Impatti positivi 2.3. Impatti negativi 2.4. Verso Olimpiadi sostenibili 2.5. Torino 2006 2.6. Vancouver 2010 2.7. Sochi 2014
2_Staging the Olimpic Games: a legacy or a burden? 2.1. Introduction 2.2. Positive impacts 2.3. Negative impacts 2.4. Towards sustainable Olympic Games 2.5. Turin 2006 2.6. Vancouver 2010 2.7. Sochi 2014
2.1. Introduzione 2.1. Introduction
Fig.22_La Bandiera Olimpica “La Bandiera Olimpica ha un fondo bianco, con cinque anelli intrecciati al centro: azzurro, giallo, nero, verde e rosso. Questo disegno è simbolico; rappresenta i cinque continenti abitati del mondo, uniti dall’Olimpismo; inoltre i sei colori sono quelli che appaiono fino ad ora in tutte le bandiere nazionali” (Pierre de Coubertin, 1931)
I Giochi Olimpici, la più prestigiosa manifestazione sportiva al mondo, si sono svolti per più di cento anni con significative conseguenze per le città ospitanti. Nonostante sia largamente riconosciuto che questi mega eventi abbiano un enorme impatto e lascino un’eredità importante sulle città ospitanti, finora non sono stati oggetto di un dibattito sulla loro sostenibilità. Questo può derivare dal fatto che ospitare i Giochi richiede un’enorme concentrazione di tempo (sono un evento di sole due settimane), di spazio (una sola città’ ospitante) e di investimenti
Fig.22_The Olympic Flag “The Olympic Flag has a white background, with five interlaced rings in the centre: blue, yellow, black, green and red. This design is symbolic in fact it represents the five continents of the world, united by Olympism. The six colours are those that appear on all the national flags of the world at the present time” (Pierre de Coubertin, 1931)
The Olympic Games, the world’s most prestigious sports event, have been held for over one hundred years with a significant impact on the host cities. Although it is widely accepted that such mega-events have a large impact and leave an important legacy, they have hardly been part of the sustainability debate so far. This may result from the fact that the Games require a huge concentration in time (a two-week event), in space (one host city only) and in investments (the works needed to stage the event cost billions). In fact during the last century the Olympics have become much
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(i lavori necessari per organizzare l’evento costano miliardi). Durante il secolo scorso le Olimpiadi sono diventate molto più che una semplice competizione sportiva. Per i paesi partecipanti sono diventate un’occasione per dimostrare il prestigio nazionale e, allo stesso tempo, per la città ospitante sono ormai sia un mezzo per rivestire un ruolo di primo piano sul palcoscenico internazionale, sia uno strumento per promuovere la rigenerazione urbana ed economica. Per i pianificatori urbani rappresentano inoltre un’opportunità per investimenti infrastrutturali e miglioramenti ambientali. Tuttavia, gli organizzatori dei Giochi hanno compiuto sforzi significativi per assicurare che alle città e alle regioni ospitanti, così come ai loro abitanti, sia lasciata un’eredità positiva anche a lungo termine.
more than a sports competition. For the main participating countries it is an opportunity for national prestige and, for the host city, it is now both a means of playing an important role on the international stage and an instrument for promoting urban and economic regeneration. They also represent a chance for infrastructural investment and environmental improvement. However, significant efforts are being made by Games organizers to ensure that host cities and regions, as well as their citizens, are left with a positive long-term legacy.
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2.2. Impatti positivi
2.2. Positive impacts
Secondo la definizione delle Nazioni Unite, lo sviluppo sostenibile si realizza attraverso l’equilibrio tra le necessità economiche e sociali della popolazione e la capacità delle risorse del pianeta di soddisfare i bisogni presenti e futuri. Ospitare i Giochi Olimpici costituisce un’enorme sfida, non solo per gli organizzatori, ma anche per le città/regioni ospitanti e per i loro cittadini, in quanto esercitano una grande pressione sullo sfruttamento del territorio, sul suo sistema di gestione dei rifiuti, sul rifornimento energetico, sul consumo idrico, sulla rete dei trasporti e sulla pubblica sicurezza. Di conseguenza ci possono essere molteplici impatti sulla città ospitante che possono essere di natura fisica, economica, sociale, culturale, psicologica e anche politica. Come detto in precedenza, le Olimpiadi rappresentano sempre più un’occasione per sottoporre la città ospite ad un rinnovo urbano. Le principali trasformazioni a lungo termine sono solitamente costituite dalla costruzione o dal rinnovo delle strutture sportive e According to the United Nations principles, sustainable development is achieved through a balance between people’s economic and social needs and the ability of the Earth’s resources to meet present and future needs. Staging the Olympic Games is a huge task not only for the organizers but also for the host city/region and its citizens, since it puts a massive pressure on city’s land use, waste management system, energy supply, water consumption, sewage system as well as on transport and security networks. Therefore the impacts on the host city can be physical, economic, social, cultural, psychological and political. As mentioned above, the Olympics represent a great possibility to undertake an urban renewal of the host city. The most significant long-term changes are usually the construction or upgrading of new sports venues as well as the modernization of infrastructure, such as the enlargement of airport capacity, the construction of new
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dall’ammodernamento delle infrastrutture, tramite l’ampliamento degli aeroporti, la costruzione di nuove strade e linee di tram o il miglioramento del sistema dei trasporti pubblici. Ad esempio a Barcellona, nel 1992, il lungomare fu completamente trasformato ed oggi offre attrazioni e strutture ricreative sia per i residenti che per i turisti. A Sidney, dove si tennero i Giochi nel 2000, il Parco Olimpico di Homebush fu costruito in un’area industriale abbandonata e piena di rifiuti tossici. Per quanto riguarda i benefici economici, l’incasso diretto dei mega eventi (vendita dei biglietti e dei diritti televisivi) non contribuisce necessariamente allo sviluppo economico della comunità ospitante, dato che solitamente copre solamente i costi sostenuti per l’organizzazione dell’evento stesso. Tra i principali risultati vi sono il conseguimento di una nuova immagine della città e il raggiungimento di un maggiore prestigio sulla scena internazionale. I Giochi rappresentano quindi un’occasione per uno sviluppo roads and tram lines, the improvement in public transport system. For instance, in 1992 in Barcelona the seafront area was completely transformed and now it offers attractive leisure and recreation opportunities for both visitors and residents. In Sydney, which held the Games in 2000, the Olympic Park in Homebush was built on a former abandoned industrial area full of toxic waste that later became the major sports and recreational center in the city. As regards the economic benefits, the direct income of megasports events (tickets sale and television copyrights) does not necessarily contribute to the economic development of the host community, since it hardly covers the costs for organizing the event itself. One of the most important advantages is the achievement of a new international image and an increased prestige. In addition, the Games also represent a chance to develop domestic and international tourism, to attract investors and visitors and to create job opportunities.
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Fig.23_L’anello Olimpico di Montjuic L’Anello Olimpico è un parco olimpico situato sul colle Montjuïc di Barcellona ed è stato la sede principale delle Olimpiadi 1992
Fig.23_The Olympic Ring of Montjuic The Olympic Ring is an Olympic Park located on the hill of Montjuïc in Barcelona, and it was the main site for the 1992 Summer Olympics
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sia locale che internazionale, attraendo investimenti e visitatori e creando nuove opportunità di lavoro. Riguardo al tema dell’impiego, i mega eventi sportivi possono generare un grande numero di posti di lavoro, non solo legati all’organizzazione dell’evento stesso, ma anche al turismo e al settore delle vendite. Tuttavia, la loro qualità e la loro durata devono essere valutate attentamente, poiché spesso si tratta solamente di impieghi temporanei, part-time o a bassa retribuzione. Per quanto riguarda i vantaggi sociali e psicologici, i Giochi rappresentano anche l’occasione per diffondere la pratica dello sport tra la popolazione ospitante e per promuovere, tra le giovani generazioni, valori olimpici quali il rispetto, la tolleranza e il fair play. Ospitare con successo questo tipo di evento può funzionare come vetrina del nuovo sviluppo della città e come strategia per permettere alle persone coinvolte di ricevere una formazione ed un’istruzione tecnica. Inoltre le Olimpiadi possono generare un As for employment, mega-sports events can generate a large number of jobs, not only those related to the organization of the event itself but also those related to tourism and retail industry. Nevertheless the quality and duration of these jobs should be carefully considered, since most of the time they are only temporary, part-time or low-payed. Regarding social and psychological advantages, the Games also represent a chance to spread the practice of sport across the host population and to promote Olympic values such as respect, tolerance and fair play among the young generations. Hosting this sort of event may function as a showcase of the new development of the town and a way to allow the people involved to receive technical and educational training. Moreover, they can create a sense of enthusiasm and pride among the host population and give a sense of unity which can go beyond social divisions. Although the Olympic Games imply new construction and pressure
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Fig.24_Parco Olimpico di Sidney Il Sydney Olympic Park misura 6,4 km2 ed è situato ad Homebush Bay, sobborgo a16 km ad ovest di Sydney. Fu costruito per i XXVII Giochi Olimpici e continua ad essere usato per eventi sportivi e culturali come il Sydney Royal Easter Show e il Sydney Festival
Fig.24_Sydney Olympic Park Sydney Olympic Park is a complex of 6,4 sq.kms. located in Homebush Bay, a suburb 16 kms far from Sydney. It was built for the 27th Olympic Games and today it is still used to host sport and cultural events such as Sydney Royal Easter Show and Sydney Festival
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senso di entusiasmo e di orgoglio tra la popolazione ospitante e creare un senso di unità che può addirittura superare le divisioni sociali. Anche se i Giochi Olimpici implicano nuove costruzioni e pressioni sull’ambiente, possono anche portare molteplici benefici ambientali, come nuovi standard nel settore delle costruzioni, l’uso di fonti di energia rinnovabili o l’utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale.
on the environment, they can also bring multiple environmental benefits, such as new standards in the building industry, use of renewable energy sources or use of environmentally friendly technologies.
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2.3. Impatti negativi
2.3. Negative impacts
Così come per gli impatti positivi generati dalle Olimpiadi, ci sono anche diversi lati negati da considerare. I mega- eventi sportivi sono più di una semplice competizione tra nazioni; nonostante durino solamente due settimane, sono estremamente costosi da ospitare, motivo per il quale è essenziale creare un’eredità lunga e durevole. Il programma Olimpico richiede sempre la costruzione di nuove strutture o il rinnovo di quelle già esistenti, ma la maggior parte delle volte il risultato è la creazione di impianti sovradimensionati, il cui obiettivo principale è di promuovere l’economia locale e le competenze ingegneristiche. Poiché le Olimpiadi ospitano una serie di competizioni sportive che raramente hanno un grande seguito in altri momenti, risulta difficile progettare tali strutture in modo che possano essere riutilizzate anche dopo i Giochi. Gli impianti che sono necessari solo per l’evento olimpico e non a lungo termine, possono essere progettati come strutture temporanee al Besides the positive effects there can be several negative sides too. Big sports events are more than a simple competition between countries. Although they last only two weeks they are extremely expensive to organize, that is why it is essential to create a long lasting legacy. The Olympic program always requires the construction or the renewal of new structures, but most of the time the result is the creation of over-sized venues and facilities, whose main purpose is to promote local economy and engineering skills. Since in the Olympics there is a wide range of sports that are not very popular, it is very difficult to design facilities that can be reused after the Games. The structures that are only needed for the event should be built as temporary ones in order to avoid a negative legacy; of course this does not mean that they should be cheap or of poor quality. Furthermore, since the new Olympic venues and infrastructures are often located in specific areas of the host city, the potential risk
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Fig.25_Grafico Costi - Ricavi Fonte dati: BOFIT - Bank of Finland, Institute for Economies in Transition
fine di evitare eredità negative; ovviamente questo non significa che debbano essere a buon mercato o di qualità inferiore. Dal momento che le nuove attrezzature olimpiche e le infrastrutture sono spesso localizzate in aree specifiche delle città ospitanti, un altro rischio potenziale che potrebbe verificarsi è la crescita dell’ineguaglianza tra i differenti strati della società o tra le diverse parti geografiche della città. Inoltre dovrebbero essere promosse uguali opportunità di accesso ai benefici generati dai Giochi, il che significa che le comunità provenienti da strati socio-economici diversi e che vivono in parti differenti della città dovrebbero avere la stessa facilità di accesso alle nuove strutture sportive e ricreative e ai nuovi posti di lavoro correlati all’evento olimpico.
Fig.25 Cost - Revenue chart Source data: BOFIT - Bank of Finland, Institute for Economies in Transition
might be the rise of inequalities between different strata of society or between different geographical parts of the town. Equal opportunities of access to the Games’ benefits should be promoted, which means that communities of different socioeconomic status and living in different parts of the city should have the same access to the new sports and leisure facilities and to new Olympic-related jobs.
Costi Costs Diritti televisivi Television rights Vendita biglietti Ticket sale Sponsor Sponsorship
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2.4. Verso Olimpiadi sostenibili
2.4. Towards sustainable Olympic Games Fig.26_VilaggioOlimpico di Pechino 2008 Il Villaggio Olimpico costruito per Pechino 2008 ha ricevuto il premio LEED gold, consegnato dal segretario Usa al tesoro Henry Paulson, che ha motivato il riconoscimento al Villaggio Olimpico “per la sua concezione rispettosa dellambiente e per i suoi sforzi nel risparmio energetico che hanno permesso di fare dei Giochi Olimpici di Pechino quelli più rispettosi dell´ambiente di tutti i tempi” Fig.26_Beijing 2008 Olympic Villagge The Olympic Village built for the 2008 Beijing Games was awarded with LEED gold certification. The US Treasury Secretary Henry Paulson honored the award and called the village “an example of US- China cooperation in energy conservation and environmental protection” and said that Beijing Games had been the most environmentally friendly in Olympic history”
Agenda 21 è un programma delle Nazioni Unite relativo allo sviluppo sostenibile, nato in seguito al Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992. Nel 1999 il Comitato Olimpico adottò l’Agenda 21 e stabilì un programma per promuovere non solo uno sviluppo ambientale sostenibile durante i Giochi, ma anche il coinvolgimento della popolazione locale, la riduzione dell’esclusione sociale e il miglioramento dei benefici socio-economici. I Giochi sono sempre più spesso usati dagli urbanisti per ridefinire l’identità della città ospite e per dimostrare la sua avanguardia nel campo dell’architettura. L’obiettivo che molti governi si sono proposti di raggiungere attraverso le Olimpiadi, è quello di lasciare un’eredità permanente, che per molti significa un emblema delle Olimpiadi che possa diventare un simbolo della città, come è stato l’Arco Olimpico per Torino. Spesso le strutture olimpiche sono state sovradimensionate poiché non si sono considerate sufficientemente le necessità Agenda 21 is an action plan of the United Nations with regard to sustainable development. It was made public after the Earth Summit held in Rio de Janeiro in 1992. In 1999 the Olympic Movement adopted Agenda 21 and established an action programme to promote not only an environmental sustainable development during the Games, but also the involvement of the local population, the decrease of social exclusion and the improvement of socio-economic benefits. The Games are more and more often used by urban planners to redefine the identity of the host city and to show its architectural modernity. The objective many governments are trying to achieve through the Olympics is to leave a permanent legacy, which for many people means a new Olympic landmark that may become the symbol of the city, as the Olympic Stadiums are. On many occasions the Olympic venues have been oversized because the post-Olympic needs were not sufficiently taken
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post-olimpiche. Un’appropriata combinazione di nuovi impianti permanenti e soluzioni temporanee potrebbe garantire un maggiore livello di sostenibilità dei Giochi, sostenibilità che non deve essere solo finanziaria, ma che significa anche che i benefici dei Giochi dovranno essere ricordati a lungo dai cittadini della città/regione ospitante. Il riutilizzo delle strutture olimpiche è una della sfide principali che le città devono affrontare, ma gli esempi del passato dimostrano che la maggior parte è stata poco sfruttata al termine dell’evento. I due obiettivi più importanti che dovrebbero essere tenuti in considerazione sono la necessità di progettare strutture che possano svolgere altre funzioni alla fine dei Giochi Olimpici e la possibilità di utilizzare costruzioni temporanee così da ridurre la pressione sulla città. Per incoraggiare il riutilizzo post-olimpico, una soluzione potrebbe essere il disegno di strutture e di spazi multi-funzionali che possano into account; therefore a combination of new Olympic venues as permanent legacies with temporary solutions may guarantee a good level of sustainability. Sustainable does not only mean financially sustainable, but also Games whose benefits will be long remembered by the host city’s residents. Reusing Olympic facilities is one of the greatest challenges for the host city’s authorities, but evidence from the past shows that many competition venues have been neglected. The two most important objectives that should be taken into consideration are the need of planning venues for other uses than the Olympic Games and the possibility of using temporary infrastructures in order to reduce the pressure on the host city. To encourage post-Games using, the design of multi-purpose structures and spaces that can be modified according to the circumstances may be a solution. In addition, locating Olympic venues and infrastructures in abandoned areas of the town and
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Fig.27_ Logo Agenda 21 Cio Nel 1995 nacque un’apposita commissione che ha permise la collaborazione tra Cio e Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, e la nascita, nel 1999, di una apposita Agenda 21 del Comitato Olimpico Internazionale. L’Agenda, come si legge dal sito del Coni, “propone le modalità con cui le attività sportive e la stessa vita degli sportivi possono contribuire allo sviluppo sostenibile”
Fig.27_Agenda 21 Cio Logo In 1995 a committee was created in order to promote the cooperation between IOC and Unep (the United Nations Environment Program) and to create “Agenda 21” of the International Olympic Committee in 1999. Agenda 21 explains how sport activities and athletes’ lives can contribute to sustainability
essere modificati a seconda delle esigenze. Inoltre, una strategia appropriata, potrebbe essere collocare gli impianti olimpici in aree abbandonate della città, considerandoli come uno strumento di sviluppo urbano e di ripresa economica. Nonostante i Giochi possano essere usati come mezzo per rivitalizzare alcune aree urbane, non devono essere considerati come un pretesto per risolvere tutti i problemi della città ospitante. Anche se ospitare i Giochi potrebbe rappresentare una strategia costosa e ad alto rischio, può anche offrire notevoli vantaggi, quindi l’organizzazione di questo tipo di evento non può essere considerata esclusivamente positiva o negativa. Lo scopo è quello di analizzare tre esempi tratti dalla storia recente delle Olimpiadi Invernali (Torino, Vancouver e Sochi) attraverso il confronto di quattro parametri, quali la posizione geografica, la trasformazione urbana, la dimensione sociale e l’eredità postolimpica. Questa analisi vuole dimostrare che non esistono Giochi considering them as a means to develop urban and economic regeneration may be a wise strategy. Even if the Games may be used to revitalize a part of the town, they should not be considered as a pretext to solve all the urban problems of the host city. Organizing the Games may be an expensive and high-risk strategy but it can also offer the host city considerable advantages. Our purpose is to analyze three examples from the recent Olympics history (Turin, Vancouver and Sochi) by comparing four parameters, such as the geographical location, the urban transformation, the social dimension and the post-Olympic legacy. This review should prove that the Olympic Games are neither successful nor losing and it should help other Olympic Game organizers avoid the same mistakes and achieve better outcomes.
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Fig.28_ Basketball Arena-Londra L’Arena era stata progettata come un impianto temporaneo che potesse essere completamente riciclabile. Il team di architetti composto da Sinclair Knight Merz, Wilkinson Eyre Architects e KSS, ha optato per una struttura d’acciaio con un rivestimento costituito da membrane tese di PVC che formano una superficie tridimensionale, permettendo di costruire l’edificio in sole sei settimane. L’impianto è stato poi smantellato nel gennaio 2013
Olimpici del tutto riusciti o totalmente fallimentari e fornire uno spunto agli organizzatori delle prossime Olimpiadi al fine di evitare gli stessi errori e ottenere risultati migliori.
Fig.28_ Basketball Arena-London The arena was designed as a totally recyclable temporary building. Sinclair Knight Merz - WilkinsonEyre Architects - KSS design team opted for a lightweight steel frame and a PVC fabric cladding that creates a 3d façade, allowing to construct this enclosure in just six weeks. The venue was dismantled in January 2013
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2.5. Torino 2006 2.5. Turin 2006
Fig.29_Cerimonia di apertura Giochi di Torino 2006
per i
Fig.30_Torino, Citta’ dei XX Giochi Olimpici Fig.29_Turin 2006 openingn ceremony Fig.30_Turin, host town of the 20th Olympic Games
I XX Giochi Olimpici Invernali si sono tenuti a Torino dal 10 al 26 febbraio 2006, coinvolgendo sette comuni che hanno ospitato gli impianti di gara (Torino, Bardonecchia, Cesana, Sauze d’Oulx, Sestriere, Pragelato e Pinerolo) e tre comuni che hanno fornito impianti di allenamento (Chiomonte, Claviere e Torre Pellice). Due elementi critici dei Giochi di Torino, che hanno avuto importanti effetti nel medio e nel lungo termine, devono essere considerati tra i rischi da evitare nell’organizzazione delle future Olimpiadi. Il primo elemento riguarda le relazioni inter-amministrative tra il The 20th Winter Olympic Games were held in Turin from 10 to 26 February 2006, involving seven municipalities as competition venues (Torino, Bardonecchia, Cesana, Sauze d’Oulx, Sestriere, Pragelato and Pinerolo) and three municipalities as training venues (Chiomonte, Claviere and Torre Pellice). Two critical aspects of Turin WOG, which had short and mediumterm effects, should be considered as risks to avoid when organizing future editions of the Olympics. The first aspect regarded the relationship between the national and the local governments. Something did not work properly, creating
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governo centrale e le autorità locali; qualcosa non ha funzionato correttamente, creando effetti negativi sul finanziamento dei Giochi e sulla promozione dell’evento. Infatti Torino 2006 non è stato presentato e vissuto dal pubblico italiano come un evento nazionale, ma piuttosto come un evento locale. Secondo il presidente del TOROC Valentino Castellani, la difficile relazione tra il TOROC e le istituzioni centrali fu causata dal fatto che i media presentarono il privilegio di ospitare i Giochi come una vittoria per Torino e non per l’intera nazione. Il secondo elemento riguarda il lascito dei Giochi, che non fu attentamente pianificato e discusso. Inoltre le Olimpiadi furono dipinte come un evento essenzialmente urbano in cui le Alpi costituivano solamente una cornice; pertanto la collaborazione tra la città e le località montane terminò quasi immediatamente alla fine delle competizioni.
negative effects on the financial support and on the promotion of the event. In fact Turin 2006 was not presented and experienced as a major national event to the Italians, but rather as a local event. According to TOROC’s President Valentino Castellani, the origin of the difficult relationship between TOROC and the central institutions was due to the fact that for the Press staging the Games was a victory for Turin and not for the Italian nation. The second element regarded a legacy that was not consciously planned out. No grassroots organizations were created to discuss the post-Olympic legacy. The Games were considered as an urban event with the Alps serving only as a frame; in fact cooperation between the city and the mountain resorts came to an end after the competition.
Fig.31_Le Mascotte Neve e Gliz Neve e Gliz sono le mascotte ufficiali dei Giochi Olimpici invernali di Torino 2006, create dal designer portoghese Pedro Pedro Albuquerque. Il progetto vincitore è stato selezionato tra 237 proposte giunte al Toroc in occasione del concorso bandito per la creazione delle mascotte Fig.32_Le Olimpiadi in numeri
Fig.31_The official mascots Neve and Gliz Neve and Gliz are the official mascots of the 2006 Winter Olympics of Turin, created by Pedro Albuquerque. For the election of these official mascots the Organizing Committee (TOROC) conducted a contest to which 237 proposals were submitted Fig.32_Olympic data
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2.5.1. Posizione Geografica Torino 2006 si distinse dalle precedenti edizioni dei Giochi Invernali per due ragioni principali. La prima è legata al fatto che i Giochi sono stati ospitati in un vasto gruppo di impianti, in parte localizzati in città e in parte in montagna. La seconda si riferisce al fatto che la città ospitante non era localizzata in una regione montana (come anche Vancouver, Sochi e Pechino nel 2022) ed era di dimensioni medio-grandi. Il Sistema Olimpico era quindi organizzato in un’ Area Metropolitana 2.5.1. Geographical location
= 1 °C nella Media massima giornaliera = 1 °C nella Media minima giornaliera = 1 °C daily average high = 1 °C daily average low
Turin 2006 was different from any other previous Winter Games edition for two main reasons. The first one was that the Games were held in a big group of venues only partially located in the mountains. The second one was that the host city was not in a mountainous region (as it happened for Vancouver and Sochi or Beijing in 2022) and was not a very big metropolis. The Olympic System was organized in a Metropolitan Area (Torino and Pinerolo), which hosted
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Fig.33_Localizzazione Torino Fig.34_Carta dei siti Olimpici Fig.33_Turin location Fig.34_Olympic venues map
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(Torino e Pinerolo), che ospitò le competizioni sul ghiaccio, le Cerimonie e i Villaggi degli Atleti e dei Media, e in un’ Area Montana, dove furono ospitate le competizioni sulla neve e vennero realizzati altri Villaggi per gli atleti. 2.5.2. Costruzione e trasformazione urbana / Riuso delle strutture olimpiche Fino agli anni ’80 Torino, nel nord-ovest d’Italia, era considerata una città industriale, con una struttura economica fondata sull’industria dell’autoveicolo. A partire dai primi anni ‘90, questo settore iniziò ad entrare in crisi e di conseguenza si registrò un aumento della disoccupazione. Nel 1995, due anni dopo l’elezione di un nuovo sindaco, la città produsse un masteplan, il primo in cinquant’anni, che fornì le basi per la riconfigurazione di Torino e la sua trasformazione da città monocentrica legata all’industria FIAT ad una metropoli
the ice sport competitions, the ceremonies and the Athletes’ and Media Villages, and a Mountain Area, which hosted snow sports competitions and an Athletes’ Village.
2.5.2. Urban Transformation & Construction / Renewal of the Olympic venues Until the late 1980s the city of Turin in north-west Italy was considered an industrial powerhouse built upon car industry. In the early 1990s the industrial production declined and unemployment rose. In 1995, two years after the election of a new Mayor, the city produced a masterplan, its first in 50 years. It envisaged that Turin would be transformed from a monocentric city focused on FIAT factories to a polycentric metropolis. The new masterplan, which was developed by the architects Gregotti and Cagnardi, involved the
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multicentrica. Il nuovo masterplan, sviluppato dagli architetti Gregotti e Cagnardi, coinvolse la creazione di un asse Nord-Sud (la Spina) che doveva servire per ospitare nuove funzioni di alto livello; l’organizzazione delle Olimpiadi accelerò la realizzazione di questi progetti. Anche il centro storico della città ricevette un impulso positivo dall’organizzazione dei Giochi, in quanto questi permisero che l’assetto urbano ed architettonico della città divenisse conosciuto, in una città che era in precedenza nota quasi esclusivamente come centro di produzione industriale e non come attrazione turistica e culturale. I Giochi Olimpici Invernali del 2006 furono un punto di svolta per Torino, svolgendo un ruolo centrale nello sviluppo di nuovi edifici e strutture e migliorando notevolmente l’accessibilità alla città. La maggior parte degli impianti e delle infrastrutture olimpiche furono localizzate nell’area sud della città, offrendo così la possibilità di creation of a new north-south axis (the “Spine”), which would allow to host new high-level functions; as a consequence the organization of a big event such the Olympics accelerated this process. Even the historical center of the city had a positive impulse from the Olympic organization, in fact the city became popular also as a cultural and tourist attraction. 2006 Winter Olympic Games were a turning point for Turin as they played an important role in the development of buildings and facilities and greatly improved accessibility to the city. Most of the Olympic venues and infrastructure were located in the southern part offering a chance to renew industrial areas and abandoned buildings, such as the Lingotto area built in 1961 for the 100th anniversary of the Italian unification. As regards the costs of the Games, Turin broke Nagano 1998 record becoming the most expensive Winter Olympic Games. Nevertheless, it is important to take into consideration that the main
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rinnovare ex zone industriali ed edifici abbandonati, come l’area del Lingotto, costruita nel 1961 per la celebrazione del Centenario dell’Unità d’Italia. Per quanto riguarda l’aspetto economico, Torino superò il record fino ad allora detenuto dai Giochi di Nagano del 1998, divenendo la più costosa edizione dei Giochi Olimpici Invernali; ciononostante, è importante sottolineare che la principale causa dei costi elevati fu dovuta al rinnovamento urbano e allo sviluppo di nuove infrastrutture.
2.5.3. Dimensione sociale Il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Torino 2006 risultò pionieristico in quanto il concetto di sostenibilità non fu limitato solo all’aspetto ambientale, ma fu esteso anche alla dimensione sociale. reason of Turin’s bid was urban regeneration and infrastructure development.
2.5.3. Social dimension Fig.35_Carta delle strutture olimpiche
Fig.35_Olympic venues map
The Organizing Committee for 2006 Olympic Winter Games in Turin appeared to be a pioneer in the sense that sustainability was not limited to environmental aspects only, but it was also extended to social dimension. TOROC had not only integrated several
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Il TOROC non soltanto integrò diversi strumenti ambientali tra le sue strategie ed i suoi progetti, ma sviluppò un nuovo tipo di indagine che includesse anche indicatori sociali. Dal 2002 al 2007 furono condotti numerosi studi sulle due principali aree che ospitarono i Giochi; il monitoraggio dell’opinione pubblica incluse informazioni ed aspettative che furono acquisite attraverso sondaggi, dando origine ad una delle più grandi ricerche mai condotte nella storia delle Olimpiadi a livello internazionale. Questo esempio non dovrebbe rimanere isolato, ma dovrebbe essere tenuto in considerazione nell’organizzazione delle future edizioni dei Giochi Olimpici, sia Estivi che Invernali. Il principale risultato di questa indagine fu relativo alle preoccupazioni della popolazione riguardo gli inconvenienti causati dai lavori sulle strutture sportive e dai lavori pubblici, oltre alle preoccupazioni per potenziali episodi di corruzione e per il costo eccessivo delle opere. Molte persone apprezzarono gli effetti positivi associati all’evento, environmental tools in its planning and strategies, but it had also developed a new type of reporting which included social indicators. From 2002 to 2007 a group of studies were carried out in the two main areas hosting the Games. Monitoring of public opinion involved information and expectations which were acquired from the population by means of various surveys, creating one of the largest research ever carried out at an international level in the history of the Olympics.This experience should be kept into account for the organization of future editions of the Games, both in summer and in winter. The most important results of this research were the concerns of the population about the inconveniences caused by working on sports structures and public works and about potential episodes of corruption and excessive costs. Most of the people appreciated the favorable effects associated with the event such as visibility and tourism, new facilities and improvement of infrastructure. As
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come la visibilità ed il turismo, i nuovi impianti e il miglioramento delle infrastrutture. Nonostante molti intervistati diedero un parere positivo sull’esperienza compleesiva dei Giochi, pochi mesi dopo il termine dell’evento, la maggior parte riconobbe che gli effetti positivi non erano destinati a durare.
regards the impression on the overall experience of Turin Games, the majority gave a positive opinion, although just a few months after the event most of them admitted that the positive effects would not last long.
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2.5.4. Eredità post-Olimpica Molte competizioni ebbero luogo nelle località di montagna, ma, una volta terminati i Giochi, queste città si trovarono a dover gestire impianti molto costosi come la pista da bob di Cesana e i trampolini per il salto di Pragelato. Queste due strutture, che costarono rispettivamente 60 e 35 milioni di euro, rimasero sostanzialmente inutilizzate dopo il 2006 perché i costi operativi erano troppo alti (2.2 milioni di euro ogni anno per il bob e 1.5 milioni per i trampolini) e inoltre perché in Italia pochi atleti praticano questi sport. Il CIO agì in modo irresponsabile nel rifiutare l’uso degli impianti già esistenti ad Albertville (che ospitò i Giochi nel 1992), nonostante questi non fossero lontani da Torino; inoltre gli organizzatori dei Giochi rifiutarono l’idea di realizzare strutture temporanee che si sarebbero potute facilmente smantellare al termine delle Olimpiadi. 2.5.4. Turin’s post-Olympic legacy Most of the competitions took place in mountain resorts but once the Games were over, they were left to deal with very expensive large-scale facilities such as the bobsleigh track in Cesana and the ski jumps in Pragelato. These facilities, which had cost 60 million and 35 million euros, remained out of use after 2006 because the operating costs were too high (2.2 million euros a year for the bob track and 1.5 million euros for the ski jumps) and because only few athletes could actually practice these sports in Italy. The IOC acted irresponsibly in refusing to allow existing facilities in Albertville (which hosted the Games in 1992) to be used, even though they were not far from Turin event centres. The Games organizers also refused the suggestion to set up temporary facilities that could be dismantled after the Games. The Olympics should have promoted the growth of tourism in the
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Fig.36_Abbandono della pista da bob_ Cesana Torinese Costruita nel 2005, dopo i Giochi Olimpici invernali ha ospitato la Coppa del Mondo di Bob 2009 e i Campionati Mondiali di Slittino 2011. Nell’ottobre 2012 la società Parcolimpico, gestore della pista di Cesana, ha deciso di svuotare l’impianto di raffreddamento Fig.37_Trampolino per il salto con gli sci_Pragelato
In occasione delle Olimpiadi vennero costruiti cinque trampolini: due per le gare olimpiche e tre per i giovani atleti, per un costo totale di 35 milioni
Fig.36_Abandoned bobsleigh track_ Cesana Torinese Built in 2005, after the Olympics this venue hosted the World Bob Championship in 2009 and the World Luge Championship in 2011. In 2012 the Parcolimpico company,, which runs the bobsleigh track, decided to close the venue Fig.37_Ski jumping hills _Pragelato Five Olympic ski jumping hills were built for Turin 2006 Games: two of them for the Olympic competitions, the others for the training of young athelets. The total cost was about 35 million eurosathelets. The total cost was about 35 million euros
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I Giochi Olimpici avrebbero dovuto promuovere la crescita del turismo nelle montagne attorno a Torino; per tale ragione si sarebbero dovuti costruire nuovi hotel nelle aree ricche di seconde case, aumentando la qualità del turismo e allungando la stagione turistica invernale. Nulla di tutto ciò accadde, dal momento che il Villaggio Olimpico venne convertito in seconde case e l’unico boom turistico si registrò verso la fine dell’anno in occasione della vacanze natalizie, mentre per il resto dell’anno non si registrò nessun tipo di miglioramento. L’Oval, che fu costruito per le gare di pattinaggio di velocità ed ebbe un costo di circa 70 milioni di euro, venne riconvertito in un’area espositiva e fieristica, mentre il Palasport Olimpico, che ospitò le competizioni di hockey su ghiaccio, è ora sede di concerti ed eventi. Per le Valli Alpine l’eredità positiva più importante fu legata al rinnovo delle attrezzature sportive (la maggior parte di esse venne costruita per i Campionati Mondiali di Sci Alpino nel 1999) e al miglioramento mountains surrounding Turin. New hotels had to be built in an area with a lot of holiday homes, quality tourism had to be promoted, and the winter season extended. Nothing of the kind happened, since the Olympic Villages were converted into holiday homes and tourists went there only during the Christmas holidays as before. The Oval, which was built for the speed skating competitions and cost around 70 million euros, was converted into a trade fair exhibition hall and the Palasport Olimpico, which hosted the ice hockey competitions, is now a venue for concerts and events. The most important positive legacies for the Alpine Valley resorts were the renewal of old sports facilities (most of them were built for the Alpine Ski World Championships in 1997) and the improvement of accessibility. As for Turin, staging the Games allowed it to get a new international image, to undertake urban renewal, to enhance its infrastructure and to develop opportunities for urban tourism.
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Fig.38_Oval Lingotto L’Oval Lingotto è uno degli esempi più virtuosi di struttura realizzata per le Olimpiadi del 2006. Al termine dei Giochi ha ospitato le Olimpiadi degli Scacchi, il Campionato del Mondo di Scherma, gli Europei di Tiro con l’Arco (2008), il Torino FuturFestival (2008), i Campionati europei di atletica leggera indoor (2008) e il Salone Internazionale del Libro (2011)
dell’accessibilità. Ospitare i Giochi consentì alla città di Torino di ottenere una nuova immagine sul piano internazionale, di intraprendere un rinnovo urbano, migliorare le infrastrutture e sviluppare nuove opportunità di turismo. Al contrario, tra i principali effetti negativi lasciati alle Valli Alpine, possiamo notare la mancanza di una visione generale per il futuro dell’area e il fatto che il modello di turismo non cambiò in modo considerevole dopo i Giochi. Per quanto riguarda Torino, al termine dell’evento la città soffrì di una
Fig.38_Oval Lingotto The Oval Lingotto is one of the best examples of venue built for the 2006 Olympics. After the Games, it hosted several events such as the Chess Olympic Games, the Fencing World Championship, the European Archery Championship (2008), Turin FuturFestival (2008), the European Indoor Athletics Championship (2008) and also the Salone Internazionale del Libro (2011)
On the other hand the main negative effects for the Alpine Valley resorts were the lack of a general vision for the future of the area and the fact that the tourism model has not changed much after the Games. After the event Turin suffered from a decrease in financing and this had a negative impact on the job market.
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diminuzione di finanziamenti,con un conseguente impatto negativo sul mercato del lavoro.
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2.5.5. L’occupazione del Villaggio Olimpico Il Centro Media e il Villaggio Olimpico, realizzato sul sito degli ex Mercati Generali al fine di ospitare gli atleti, sono ormai diventati una sorta di ghetto, dove rifugiati politici occupano illegalmente gli edifici che sono stati abbandonati e lasciati cadere in rovina. Nel 2006 il comune di Torino e il governo nazionale spesero oltre 140 milioni di euro per la costruzione del nuovo quartiere; esso venne terminato in 20 mesi e comprese una serie di moderni edifici in cemento armato dipinti di blu, arancione e grigio, allineati lungo la linea ferroviaria che separa la zona dal Lingotto. Il Villaggio fu utilizzato per circa 16 giorni durante i Giochi, per poi rimanere completamente inutilizzato al termine della manifestazione. A poco a poco, il governo regionale iniziò a vendere alcuni edifici, mentre altri vennero trasformati in alloggi per studenti e in un ostello della gioventù. Allo stesso tempo emersero gravi problemi strutturali, 2.5.5. The Olympic Village occupation
Fig.39_Occupazione delle palazzine Villaggio Atleti
del
Fig.39_Occupation of the former Olympic Village
The Media Centre and the Olympic Village that housed the athletes on the former Wholesale Market site have now become a sort of “ghetto” where asylum seekers and refugees squat illegally in dilapidated buildings. In 2006 Turin municipality and the national government spent over 140 million euros to build a new neighbourhood for the athletes. The Olympic Village was finished in 20 months and it included a series of modern concrete buildings painted in blue, orange and grey along the railway which separates the area from the Lingotto premises. The Village was used for around 16 days during the Games and then was left empty. Little by little the regional government has sold off some of the buildings, whereas some others have been converted into student housing and a youth hostel. Serious structural problems have
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Fig.40_Occupazione delle palazzine Villaggio Atleti Al termine dei Giochi il Villaggio Olimpico rimase abbandonato per sette anni fino a quando, nel 2013, arrivarono i primi rifugiati africani occupando quattro delle dodici palazzine. Stando ai dati diffusi dal “Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti” potrebbero esserci 800 profughi di 56 nazionalità diverse del
Fig.40_Occupation of the former OlympicVillage After the Games the Olympic Village has been abandoned for seven years. In 2013 some African refugees arrived there, squatting four of the twelve buildings. According to the “Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti”, there might be 800 asylum-seekers from 56 different nationalities
rivelando la scarsa qualità degli edifici; il calcestruzzo iniziò a disgregarsi, i pannelli solari non funzionarono mai, innumerevoli pannelli di isolamento e molte tubazioni non vennero mai terminate e la vernice iniziò a scrostarsi. Per tale ragione, nessuno volle mai investire in questi edifici. Tra il 2011 e il 2013, un enorme flusso di rifugiati arrivò in Italia e alcuni di quelli che arrivarono a Torino occuparono proprio gli edifici dell’ex-Villaggio Olimpico. In pochi mesi l’occupazione divenne sempre più elevata, tant’è che oggi nell’area vivono circa 1.100 persone provenienti da 30 diversi paesi africani, sopravvissuti a rivoluzioni o a guerre civili. I rifugiati occuparono illegalmente ben quattro edifici, dando origine alla più grande occupazione di abitazioni che Torino abbia mai visto. Tra i rifugiati la maggior parte è costituita da famiglie, il 15% degli abitanti è costituito da donne e più di 30 bambini sotto i 10 anni vivono in quest’area; alcuni hanno trovato un impiego, mentre altri emerged, revealing the poor quality of the buildings. Concrete broke up, their solar panels have never worked, countless minor pieces of thermal insulation and pipework were never finished and their paint started peeling off. As a consequence, no one has ever wanted to invest in them. Between 2011 and 2013 a huge flow of refugees arrived in Italy and those who came to Turin decided to occupy the ex- MOI buildings in the former Olympic Village. Nowadays the area is home to 1.100 people who escaped revolution or war from 30 different African countries. The refugees illegally squatted four buildings and this represents the largest housing occupation that has ever taken place in Turin. Many among the fugitives are families (15% of them are women and more than 30 children under 10 live there), some have found a job, some others have not been able to get one, but survive by selling metal or other materials found in rubbish bins.
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sopravvivono vendendo metallo o altri materiali trovati nei rifiuti. Gli edifici occupati sono in pessime condizioni, in quanto hanno problemi strutturali come perdite di acqua dai soffitti, mancanza di energia elettrica, acqua calda e riscaldamento. Ciononostante, l’area degli ex-MOI è molto più di un posto per dormire; infatti, all’interno dei quattro edifici occupati dai rifugiati, sono stati aperti due piccoli negozi che vendono cibo africano e italiano, un barbiere, un ristorante senegalese, e una sorta di classe in cui le persone possono socializzare e imparare l’italiano. Nel gennaio del 2015, quasi due anni dopo l’occupazione della zona, il tribunale locale di Torino ha emesso un’ordinanza per lo sgombero dei migranti che vi abitano. Nel mese di giugno dello stesso anno sono stati annunciati nuovi piani per riqualificare il mercato abbandonato e trasformarlo in un centro di ricerca e tecnologia per le università della città.
The occupied buildings are in bad conditions; several structural problems such as water pouring from ceilings, lack of electricity, hot water and heating system, make everyday life challenging. The former MOI area is far more than just a place to sleep; inside the four squatted buildings the refugees have managed to develop two small shops selling African and Italian food, a pop-up barbershop, a Senegalese restaurant, and a sort of classroom where people come to socialize and to learn Italian. In January 2015, nearly two years after the occupation of the area, the Court of Turin issued an order for the eviction of the immigrants living there. In June 2015 new plans were announced to redevelop the abandoned marketplace into a research and technology centre for the city universities.
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Fig.41_Occupazione delle palazzine del Villaggio Atleti Nel 2013 è stato creato un comitato sostenitore delle palazzine che svolge un ruolo di aiuto e di supporto nella difesa dei diritti dei rifugiati
Fig.41_Occupation of the former Olympic Village In 2013 a committee was created in order to help and support the rights of the refugees
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Fig.42_Occupazione delle palazzine Villaggio Atleti Molti sono i tentativi del “Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti” di contribuire al miglioramento della vita dei rifugiati, quali la creazione di uno spazio dedicato all’apprendimento della lingua italiana che possa diventare anche luogo di aggregazione del
Fig.43_Occupazione delle palazzine Villaggio Atleti “Humanity is not for sale” è uno degli slogan con i quali gli immigrati richiedono il riconoscimento dei diritti umani del
Fig.42_Occupation of the former Olympic Village Many efforts have been made by the “Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti” in order to promote the creation of meeting spaces where the refugees can also learn to speak Italian Fig.43_Occupation of the former Olympic Village “Humanity is not for sale” is one of the slogans of the refugees toclaim their human rights
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2.6. Vancouver 2010 2.6. Vancouver 2010
Fig.44_Cerimonia di Apertura per Vancouver 2010 Fig.45_Vancouver, Citta’ dei XXI Giochi Olimpici Fig.44_Vancouver 2010 opening ceremony
Fig.45_Vancouver, host town of 21st Olympic Games
the
I XXI Giochi Olimpici Invernali si tennero a Vancouver dal 12 al 28 Febbraio 2010, con alcuni eventi ospitati nei vicini sobborghi di Richmond, West Vancouver e nella vicina località turistica di Whistler. La selezione Olimpica cominciò nel 1998, quando il Comitato Olimpico Canadese (COC) selezionò Vancouver, al posto di Calgary e della città di Québec per ospitare i Giochi; le altre due finaliste nella rosa dei candidati erano Pyeongchang, in Sud Corea, e Salisburgo, in Austria. Pyeongchang ricevette il maggior numero The 21st Winter Olympic Games were held in Vancouver from 12 to 28 February 2010, with some events held in the surrounding suburbs of Richmond, West Vancouver and in the nearby resort town of Whistler. Vancouver’s Olympic dream began in 1998 when the Canadian Olympic Committee (COC) selected the city over Calgary and Quebec City for Canada’s bid to host the Games. The two other shortlisted finalist cities were Pyeongchang (South Korea) and Salzburg( Austria). Vancouver was the third Canadian city to host Olympic Games, after
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di voti rispetto alle altre tre città nel primo round di votazione, nel quale Salisburgo venne eliminata; a vincere fu però Vancouver, che riportò così i Giochi Olimpici in Canada per la terza volta (Montreal li ospitò nel 1976 e Calgary nel 1988). Seguendo la tradizione Olimpica, l’allora sindaco di Vancouver Sam Sullivan ricevette la bandiera Olimpica alla cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Alle Olimpiadi di Vancouver 2010 parteciparono circa 2.500 atleti provenienti da 82 nazioni, i quali presero parte a 86 competizioni in 15 discipline differenti.
Montreal (1976) and Calgary (1988). Pyeongchang had the most votes of the three cities in the first round of voting, in which Salzburg was eliminated, but Vancouver won bringing the Olympic Games to Canada for a third time. Following Olympic tradition,Vancouver mayor Sam Sullivan received the Olympic flag during the closing ceremony of the 2006 Winter Olympics in Turin, Italy. At Vancouver Olympic Games approximately 2.500 athletes from 82 nations participated in 86 events in fifteen disciplines.
Fig.46_Le Mascotte Miga, Quatchi e Sumi sono le mascotte ufficiali disegnate dallo studio canadese/americano Meomi Desig. Esse rappresentano, in stile anime, i personaggi tradizionali delle Prime Nazioni, ovvero i popoli indigeni dell’odierno Canada Fig.47_Le Olimpiadi in numeri Fig.46_Le Mascotte Miga Quatchi and Sumi were the mascots of the 2010 Winter Olympics designed by Canadian/American design studio Meomi Design. They represent people from the First Nations, that is Canadian native people Fig.47_Olympic data
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2.6.1. Posizione geografica Ciò che deve essere considerato in merito a Vancouver è il suo clima particolare, in quanto i livelli di temperatura e precipitazioni classificano la città con un clima oceanico, con inverni freddi e piovosi ed estati calde. Vancouver fu la prima città con un clima mite ad ospitare i Giochi Invernali nella storia delle Olimpiadi, ma, perchè questo potesse verificarsi, fu necessaria un’attenta pianificazione dell’evento.
= 1 °C nella Media massima giornaliera = 1 °C nella Media minima giornaliera = 1 °C daily average high = 1 °C daily average low
2.6.1 Geographical location The climate of Vancouver was a factor to be taken into consideration: rainfall and temperature patterns classify it as oceanic, with cool rainy winters and warm summers. Vancouver was the first city with a mild climate to ever host the Winter Games but it took planning and preparation to make such a feat possible. Because of the climate and the geographical location, skiing and snow-related events were held in Whistler (about 120 km away) and West Vancouver, whereas the indoor competitions took place in
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Fig.48_Localizzazione Vancouver Fig.49_Carta dei siti Olimpici Fig.48_Vancouver location Fig.49_Olympic venues map
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A causa del clima e della posizione geografica, lo sci e gli eventi di neve correlati si svolsero a Whistler (circa 120 km di distanza da Vancouver) e a West Vancouver, mentre le competizioni indoor ebbero luogo a Vancouver e Richmond. 2.6.2. Costruzione e trasformazione urbana / Riuso delle strutture olimpiche Diversamente dalla precedenti edizioni, le Olimpiadi di Vancouver non furono un evento estremamente costoso. Dal momento che molti stadi, impianti per lo sci e gran parte delle infrastrutture necessarie erano già presenti, Vancouver 2010 fu un’edizione abbastanza minimalista. Per l’occasione non vennero costruite strutture bizzarre o eccessive e la paura irrazionale del debito contratto in seguito ai Giochi di
2.6.2. Urban transformation & Construction / Renewal of the Olympic venues Unlike the previous Winter Games, these were “low-cost” Olympics. Since many indoor stadiums, ski hills, and much of the infrastructure needed were already available, Vancouver 2010 was a sort of minimalist Olympics. No extravagant facilities were built, so the irrational fear of Montreal 1976 debt was completely unfounded. Early on during the bid phase, one of the projects was to build a new $6-billion highway to Whistler. Another extravagant idea included building a new major ski resort near Port Coquitlam to host the skiing and sliding competitions, but fortunately pragmatism prevailed since Cypress Mountain Ski Area and Whistler-Blackcomb, one of the world’s largest and best ski resorts, already existed. The first one was opened in the 1970s and it is located in West Vancouver. During the Olympics it hosted all the freestyle skiing and
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Montreal del 1976 si dimostrò completamente infondata. Nella fase iniziale della candidatura, uno dei progetti contemplati riguardava la costruzione di una nuova autostrada da 6 milioni di dollari che raggiungesse la città di Whistler, mentre un’altra idea stravagante proponeva la realizzazione di una nuova stazione sciistica vicino Port Coquitlam. Fortunatamente prevalse il pragmatismo e nulla di tutto ciò venne realizzato, poichè la località di Cypress Mountain Ski e il Whistler-Blackcomb, una delle più grandi località sciistiche al mondo, esistevano già. La prima venne aperta nel 1970 ed è localizzata a West Vancouver; durante le Olimpiadi ospitò tutte le competizioni di freestyling e di snowboard, ma, poco prima dei Giochi, a causa di condizioni climatiche insolitamente miti, la stazione sciistica rimase quasi del tutto priva di neve, tanto che si dovette trasportarla appositamente con elicoterri da versanti più alti. Cypress Mountain venne inoltre presa in considerazione per ospitare snowboarding competitions but just before the Games and due to unfavourable weather conditions, the ski resort was suffering from lack of snow which had to be airlifted by helicopters and transported by trucks from higher slopes. Cypress Mountain would host the Nordic combined, cross country and ski jumping events, since the mountain had already extensive facilities and trails. In the end, however, due to major capacity and concerns with snow accumulation, these venues were located at Whistler. Whistler Blackcomb, 121 km north of Vancouver, was originally conceived as part of a bid to win the 1968 Winter Olympics. Although the Canadian Olympic Association lost the bid, construction started and the resort opened for the first time in January 1966. The ski resort then became the centrepiece of a renewed bid for the 2010 Games, which was won in July 2003. Whistler Blackcomb hosted the alpine skiing events whereas bobsleigh, luge and skeleton competitions
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la combinata nordica, lo sci di fondo e le gare di salto con gli sci, in quanto disponeva già di ampie strutture e percorsi. Alla fine però, a causa delle maggiori dimensioni e della preoccupazione relativa all’accumulo di neve, queste competizioni si svolsero a Whistler. Whistler Blackcomb, che si trova a 121 km a nord di Vancouver, nacque in seguito al tentativo di vincere la candidatura per le Olimpiadi Invernali del 1968. Anche se l’Associazione Olimpica Canadese perse la candidatura, la costruzione iniziò comunque e il resort aprì per la prima volta nel gennaio 1966; la stazione sciistica divenne in seguito il fulcro della nuova candidatura per i Giochi del 2010, vinta nel luglio del 2003. Whistler Blackcomb ospitò le gare di sci alpino mentre le competizioni di bob, slittino e skeleton si tennero al Whistler Sliding Centre, una nuova pista aperta nel 2007. Il Parco Olimpico di Whistler, aperto nel 2008, ospitò il biathlon, la combinata nordica, lo sci di fondo e il salto con gli sci. Il British Columbia Government stanziò 600 milioni di dollari per
Fig.50_Carta delle strutture olimpiche
Fig.50_Olympic venues map
were at the Whistler Sliding Centre, a new track opened in 2007. Whistler Olympic Park, opened in 2008, hosted the biathlon, the Nordic combined, cross-country skiing and ski jumping. British Columbia Government paid $600 million to upgrade the Seato-Sky Highway, a major north-south artery running through Greater Vancouver area which carried most of the visitors to the alpine sites. The Games became even more minimalist when the global financial crisis in 2008 forced VANOC to cut back on further plans like most of the $28-million that had originally been assigned for decorating the city with the Olympic colours. One of the complaints made by the foreign Press was the lack of any city decorations as symbols of the Games. Neither an architecturally impressive stadium was envisaged nor the old Pacific Coliseum was renovated as it had originally been planned. With the new UBC Thunderbird Sports Centre, an indoor arena opened in 2009 for ice hockey competitions, its seating capacity
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migliorare la Sea-to-Sky Highway, una grande arteria che attraversa da nord a sud la zona di Greater Vancouver e che permetteva ai turisti di raggiungere velocemente i siti alpini. I Giochi divennero ancora più minimalisti quando la crisi finanziaria mondiale del 2008 costrinse il VANOC a tagliare ulteriori progetti. Una delle maggiori critiche formulate dalla stampa estera fu la mancanza, a causa dei tagli al budget, di decorazioni nella città che attestassero la presenza effettiva dei Giochi. In vista dei Giochi non venne previsto nessuno stadio dalle dimensioni eccezionali, e anche il Pacific Coliseum non ricevette il rinnovo che era stato pensato inizialmente. La capienza del nuovo UBC Thunderbird Sports Centre, un’ arena coperta aperta nel 2009 per le competizioni di hockey su ghiaccio, venne sensibilmente ridotta e il design complessivo rivisto. Con la sola eccezione del Richmond Olympic Oval, gli impianti sportivi per Vancouver 2010 si rivelarono progetti meramente was reduced and its overall aesthetic design was reorganized into a functional metal and concrete beige box. During the 2010 Games it was the venue for figure skating and short track speed skating. With the exception of Richmond Olympic Oval, the sports venues for Vancouver 2010 were merely functional designs and this was no different for BC Place Stadium. Although it was meant to host the opening and closing ceremonies, neither VANOC nor the provincial government thought it would be appropriate to give it the look it deserved in time for the Games. The stadium opened in 1983 and was built as an indoor structure with an air-supported roof, the largest of its kind in the world at that time. In 2007 snow piled on the air-supported roof caused it to collapse. After the Games BC Place was closed for 16 months as part of an extensive revitalization, whose main purpose was to replace the inflatable roof with a retractable one supported by cables. Besides the venues for the events, the Olympics were also a catalyst
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Fig.51_Doug Mitchell Thunderbird Sports Centre Il Doug Mitchell Thunderbird Sports Centre è un’arena per l’hockey su ghiaccio che si trova a Greater Vancouver, all’interno del campus della University of British Columbia. L’arena possiede una pista di ghiaccio principale da 7.200 posti, e due secondarie con una capacità di 980 e 200 spettatori l’una
Fig.51_Doug Mitchell Thunderbird Sports Centre Doug Mitchell Thunderbird Sports Centre is an indoor hockey arena located in Greater Vancouver, on the campus of the University of British Columbia. The main ice rink has 7.200 seats, whereas the other rinks have aspectator capacity of 980 and 200
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funzionali, e questo non fu diverso neanche per il BC Place Stadium. Nonostate fosse stato concepito per ospitare le cerimonie di apertura e di chiusura, né il VANOC né il governo provinciale pensarono che fosse necessario un opportuno rifacimento in occasione dei Giochi. Lo stadio, inaugurato nel 1983, venne costruito come una struttura coperta con un tetto gonfiabile, il più grande del suo genere in tutto il mondo al momento della sua apertura. Nel 2007 la neve accumulata provocò una crepa che crebbe rapidamente fino a portare al crollo del tetto; dopo i Giochi il BC Place rimase chiuso per 16 mesi per poter essere restaurato, secondo quanto previsto da un programma di rinnovamento il cui obiettivo principale riguardava la sostituzione del tetto precedente con uno retrattile sostenuto da cavi. Al di là della costruzione di nuovi impianti, le Olimpiadi furono anche un catalizzatore di investimenti per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali, contribuendo a migliorare le linee di trasporto della to invest in major infrastructure projects and in fact Vancouver’s transport infrastructure was improved. TransLink, Vancouver’s transportation agency, launched an ambitious expansion plan that included 48 new SkyTrain cars, a new SeaBus and 180 diesel-electric hybrid buses. The new Canada Line, built in time for the Games, now takes travellers from Vancouver’s airport to downtown areas and improvements to the Sea-to-Sky highway have made journeys from Vancouver to Whistler safer and faster. Infrastructure was a key component of the investments for the 2010 Games. The original 1998 bid included an Olympic Village at the University of B.C. Endowment Lands that would become student housing after the Games, but the last version was the Village at Southeast False Creek, across the inlet from B.C. Place Stadium. The City Hall’s purpose was to create the most luxurious and environmentallyfriendly village in Olympic history.
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Fig.52_Richmond Olympic Oval Il Richmond Olympic Oval è lo stadio nel quale si sono svote le gare di pattinaggio di velocità ed è stato inoltre la sede del laboratorio anti-doping dei Giochi. La forma del tetto richiama quella stilizzata di un airone, tributo alle Prime Nazioni e all’uccello che abitava le sponde del fiume all’arrivo degli europei nella regione. Il tetto è stato costruito con legno danneggiato da un coleottero legato insieme in modo da formare un effetto ondulato; per questo motivo il Royal Architectural Institute of Canada ha assegnato al Richmond Olympic Oval un premio all’innovazione architettonica
Fig.52_Richmond Olympic Oval Richmond Olympic Oval is a multisports arena that hosted the speed skate competitions and the anti-doping laboratory during the Games. The main design inspiration is the heron, the official bird of Richmond. The roof is held up using fifteen glued laminated timber beams, and is designed to look like the wings of a heron. The roof uses pine beetle damaged wood; it was awarded by the Royal Architectural Institute of Canada for its architetcural innovation
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città. TransLink, l’agenzia dei trasporti di Vancouver, lanciò un ambizioso piano di espansione che includeva la realizzazione di 48 nuove vetture Skytrain, un nuovo SeaBus e 180 autobus ibridi dieselelettrici. La nuova Canada Line, costruita in tempo per i Giochi, ora permette di collegare rapidamente gli aereoporti e la città di Vancouver, mentre i miglioramenti apportati all’autostrada Sea-to-Sky permettono un collegamento tra Whistler e Vancouver più veloce e sicuro. Le infrastrutture sono state una componente chiave degli investimenti dei Giochi del 2010 e la Canada Line è oggi ampiamente riconosciuta come uno degli investimenti più vantaggiosi della manifestazione. Nonostante la candidatura originale del 1998 contemplasse l’idea di un Villaggio Olimpico presso la University of B.C. Endowment Lands, da riconvertirsi in seguito in alloggi per studenti, l’ultima versione vide invece la nascita del Villaggio a Southeast False Creek. The Millenium Water Olympic Village, a mixed-use complex costing nearly $1 billion, was completed in 2009 and was able to accommodate over 2.800 athletes, coaches, and officials. Located in a formerly industrial site that consisted mostly of parking lots, it became the catalyst for the revitalization of the surrounding False Creek neighbourhood.
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Lo scopo del comune fu quello di creare il Villaggio piÚ lussuoso ed ecologico nella storia delle Olimpiadi. Il Millenium Water Olympic Village, un complesso ad uso misto che costò quasi un miliardo di dollari e che fu completato nel 2009,venne concepito per ospitare oltre 2.800 atleti, allenatori e funzionari; situato in una zona precedentemente industriale occupata principalmente da parcheggi, divenne in seguito il catalizzatore della rivitalizzazione del quartiere circostante di False Creek.
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2.6.3. Dimensione sociale Nonostante il tragico inizio, a causa della morte di uno slittinista proveniente dalla Georgia poche ore prima della cerimonia di apertura, le Olimpiadi si ripresero velocemente e, dopo due settimane, vennero descritte dai media come un grande successo. L’orgoglio civico e il patriottismo raggiunsero livelli mai visti prima; la squadra Canadese contribuì a creare un pezzo di storia vincendo la sua prima medaglia d’oro a Giochi Olimpici ospitati su suolo canadese (nessun oro era stato vinto a Montreal nel 1976 e a Calgary nel 1988). Questa esperienza incoraggiò la popolazione ad identificarsi come parte di una comunità determinata e competitiva e, per più di due settimane, le strade della città divennero incredibilmente vivaci ed affollate. L’opinione pubblica sui Giochi non fu però sempre positiva e,
Fig.53_La Vittoria del Canada Per la prima volta nella storia il Canada vinse una medaglia d’oro negli “sport ufficiali” in una Olimpiade ospitata sul suolo nazionale, dopo il fallimento di Montreal ‘76 e Calgary ‘88. Dopo la vittoria in finale contro gli Stati Uniti, migliaia di persone si riversarono nelle strade dimostrando un grande orgoglio nazionale
2.6.3. Social dimension Despite their tragic start, due to the death of a Georgian luger few hours before the opening ceremony, these Olympics were described as a great success by the Media. Civic pride and patriotism reached levels never seen before in this city and country; Canada made history by winning its first gold medal in Vancouver (zero golds at Montreal ’76 and Calgary ’88). This experience also encouraged local residents to identify themselves as part of a determined and competitive community and for more than two weeks the streets of the town became incredibly lively and crowded. Public opinion on the Games was not always positive.The organizers were constantly oppressed by opponents who claimed the Games would burden the province with expensive “white elephants” that would be probably unused at the end of the event. In fact on
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Fig.53_Canada’s victory The native athletes made history in Vancouver by winning their first gold medal at the Olympics held in Canada (zero golds at Montreal ’76 and Calgary ’88). After Canada’s victory against the USA, thousands of people descended onto the streets showing their civic pride and patriotism
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anche se le Olimpiadi di Vancouver furono tutt’altro che stravaganti, ebbero comunque la loro quota di scetticismo. Gli organizzatori furono costantemente oppressi dagli oppositori che sostenevano che i Giochi sarebbero stati un onere per la provincia con costosi “elefanti bianchi” che probabilmente sarebbero rimasti inutilizzati al termine della manifestazione. Alla vigilia dell’evento, un sondaggio rivelò che la maggior parte dei residenti di Vancouver rimase indecisa sull’esprimere un giudizio relativo ai Giochi e che quasi il 60% degli intervistati li definì uno spreco di denaro che avrebbe potuto essere speso altrove. Prima dell’inizio dell’evento, l’immagine e la percezione delle Olimpiadi vennero spesso infangate dagli avversari politici, che sabotarono diverse manifestazioni nel periodo precedente l’apertura dei Giochi; ad esempio, la cerimonia del conto alla rovescia venne completamente rovinata, costringendo il VANOC a cancellare i piani per ulteriori celebrazioni. the eve of the Olympics, a poll revealed that most of Vancouver residents remained ambivalent about the Games and nearly 60% of respondents called them a waste of money that could have been spent better elsewhere. Before Vancouver 2010, the image and perception of the WOG were often smeared by political opponent, who disrupted countless celebrations in the lead-up to the Games. For example, they spoilt the three-year countdown public celebration, forcing VANOC to cancel plans for further public countdown festivals. The main concerns included claims about the displacement of homeless, people’s eviction from housing in Downtown Eastside in order to create tourist accommodation. Finally the main criticism regarded the financial costs of the Games.
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Le principali preoccupazioni da parte della popolazione riguardavano il trasferimento dei senzatetto, lo sfratto dei residenti delle abitazioni dell’area di Downtown Eastside per poter creare nuove strutture ricettive ed infine i costi necessari a finanziare l’evento. 2.6.4. Eredità post-Olimpica A partire dai nuovi impianti sportivi e dal miglioramento delle infrastrutture fino ad arrivare ai benefici ambientali ed economici, la città utilizzò i Giochi Invernali come catalizzatore per creare una serie di lasciti duraturi. Prima delle Olimpiadi, ci furono numerose proteste che esprimevano la preoccupazione per la quantità di denaro che sarebbe stata spesa per costruire impianti che per molti erano percepiti come strutture
2.6.4. Vancouver’s post-Olympic legacy From new sporting venues and infrastructure improvements to environmental and economic benefits, the city used the Winter Games as a catalyst to create a number of lasting legacies. Before the Olympics there were concerns about how much cash would be spent to build what many perceived to be mainly temporary facilities. Learning from mistakes made by previous host nations, the Vancouver Organizing Committee allocated a $110 million legacy fund to support the Olympic facilities after the event. As a result, many of these venues are in good shape and still in use six years later proving to be more durable than what initially predicted. Whistler Sliding Sports Centre has become a training hub for luge, bobsled and skeleton, even if the events held since 2010 have been poorly attended with only a few hundred spectators. Whistler Olympic Park, which was used to host the Nordic events,
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prevalentemente temporanee. Memore degli errori commessi dalle precedenti nazioni ospitanti, il Comitato Organizzatore di Vancouver stanziò un fondo di 110 milioni di dollari per sostenere gli impianti olimpici dopo l’evento. Di conseguenza, sei anni dopo la fine delle Olimpiadi, molti di questi impianti sono ancora in buone condizioni e in uso, dimostrando di avere una vita più lunga rispetto a quanto molti avessero previsto. Il Whistler Sliding Sports Center è diventato un centro di allenamento today offers 130 kilometres of ski and snowshoe trails, along with biathlon, ski-jumping, tobogganing and baseboarding facilities. The Pacific Coliseum, which housed the figure skating and shorttrack speedskating, today is home to the Vancouver Giants (a major junior ice hockey team) and hosts several concerts and other events each year. Richmond Olympic Oval has been transformed into a community facility that includes an indoor track, two ice rinks, badminton courts, volleyball courts and a 2.300 s.f. fitness centre. Vancouver Olympic Centre, which was built to host curling events, now serves as a community centre with ice hockey and curling rinks.
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Fig.54_Whistler Sliding Sports Centre Il Whistler Sliding Centre è la sede della più veloce pista da ghiaccio del mondo. Dopo aver ospitato i Giochi Olimpici di Vancouver 2010, ha continuato ad ospitare importanti competizioni a livello nazionale e internazionale, ed è dotato di campi di reclutamento e programmi per giovani atleti
Fig.54_Whistler Sliding Sports Centre Whistler Sliding Centre is home to the fastest ice track in the world. After the 2010 Winter Olympic Games, it has hosted important international competitions, recruiting camps and ongoing youth programs
per lo slittino, il bob e lo skeleton, anche se gli eventi che si sono svolti dal 2010 sono stati poco frequentati con solo qualche centinaia di spettaori. Il Whistler Olympic Park, che fu utilizzato per ospitare gli eventi nordici, oggi offre 130 chilometri di piste da sci insieme agli impianti per il biathlon, il salto con gli sci, lo slittino, il tobogganing e il baseboarding. Il Pacific Coliseum, che ospitò il pattinaggio artistico e lo short-track, oggi è sede dei Western Hockey League Vancouver Giants e ospita numerosi concerti e altri eventi ogni anno. Il Richmond Olympic Oval è stata trasformato in una struttura che comprende una pista coperta, due piste di pattinaggio, campi da badminton, campi da pallavolo e un centro fitness di 2.300 s.f. Il Vancouver Olympic Centre, che era stato costruito per ospitare gli eventi di curling, ora è utilizzato come centro per l’hockey su ghiaccio e per il curling. Another important legacy is the Olympic Village, which was built in an abandoned industrial area mostly covered with parking lots at the southeast corner of False Creek. The LEED-Gold certified project has 1.100 living units, of which almost one third is designated as affordable rental or ownership. The Sea Salt Processing Building was one of the last buildings still standing from the industrial era in southeast False Creek. The abandoned factory was transformed into an entertainment venue for the athletes and today this LEED-certified serves as a popular food destination with a micro-brewery, craft pub, bakery, café and restaurant. Moreover, 320 modular housing units from Whistler Olympic Village have been converted into permanent affordable apartments to provide seniors across British Columbia with affordable living accommodations. Following an agreement between the provincial Government and
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Fig.55_The Olympic Village Il Villaggio Olimpico venne costruito per i Giochi Olimpici del 2010 per ospitare gli atleti e i funzionari provenienti da tutte le parti del mondo. Dopo le Olimpiadi, gli alloggi degli atleti vennero trasformati in residenze. Ad oggi il Villaggio Olimpico è una comunità ad uso misto con circa 1.100 unità residenziali, parcheggi e un crescente numero di negozi e servizi
Fig.55_The Olympic Village The Olympic Village was built for the 2010 Winter Olympic Games to house athletes and Olympic officials coming from across the world. After the Games the Olympic Village has become residential housing and today it is a mixed- use community with approximately 1.100 residential units, park areas and an increasing number of shops and facilities
Un’altra eredità importante è il Villaggio Olimpico, che fu costruito in una ex zona industriale abbandonata occupata per lo più da parcheggi, a sud-est di False Creek. Il progetto, certificato LEEDGold, è costituito da circa 1.100 unità abitative, di cui quasi un terzo sono appartamenti ad affitti agevolati o di proprietà. Il Sea Salt Processing Building fu uno degli ultimi edifici ancora in piedi dell’ex area industriale di False Creek; la fabbrica abbandonata venne trasformata in un luogo di svago per gli atleti e oggi questo edificio, certificato LEED, è diventato un punto di riferimento per la ristorazione grazie alla presenza di un birrifico, un pub, una panetteria, una caffetteria e un ristorante. Un altro risultato delle Olimpiadi sono le 320 unità abitative modulari del Villaggio Olimpico di Whistler che sono state riconvertite in appartamenti a prezzi accessibili per fornire agli anziani di tutta la British Columbia un’adeguata sistemazione. A seguito di un accordo tra il governo provinciale e il Comitato Vancouver Organizing Committee, almost half of the total public investment for the 2010 Games had to support transit upgrade and infrastructure. Although many criticized the investment as politically motivated and said other transit projects would add more value to the money spent, in the end the Canada Line turned out to be successful. Unlike many transportation mega-projects where demand fails to meet hopeful projections, current ridership on the Canada Line is 50% higher than expected. One of the greatest advantages is the sporting legacy that the Games have left. As well as the construction of new facilities, Vancouver 2010 helped get more young people involved in sport also thanks to the successful performance of the Canadian Olympic team. After the Games there was an increased number of kids who signed up for skating, curling, skiing and ski jumping lessons. The Olympics have also been a turning point for earning profits with about CAD $300 million in economic development benefits, which resulted in
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Organizzatore di Vancouver, quasi la metà del totale degli investimenti pubblici venne utilizzato per migliorare la rete dei trasporti. Anche se molti criticarono gli investimenti come politicamente motivati, ritenendo che altri progetti avrebbero dato più valore al denaro speso, alla fine la Canada Line si rivelò un successo. A differenza di molti mega-progetti di trasporto in cui la domanda non riesce a soddisfare le aspettative, l’utenza reale della Canada Line oggi supera del 50% le previsioni attese. Uno dei beneifici più importanti dei Giochi fu l’eredità sportiva che questi fornirono. Oltre alla costruzione di nuovi impianti, Vancouver 2010 contribuì anche a coinvolgere i giovani nello sport, soprattutto grazie al successo della squadra olimpica canadese; subito dopo la fine dei Giochi, si registrò infatti un aumento del numero di bambini iscritti ai corsi di pattinaggio, curling, sci e salto con gli sci. I Giochi rappresentarono una svolta anche da un punto di vista economico, generando un profitto di 300 milioni di dollari canadesi e creando 2.500 full-time jobs. Nevertheless, the legacy of the Olympic facilities has not always been positive. For example many structures set up on Cypress Mountain were eventually taken down, with the result that nowadays nobody can go skiing or snowboarding the halfpipe because it does not exist anymore. Despite the early concerns, the Games were far from being a waste of time and money. Financial foresight, careful planning and cooperation among different levels of government made the Olympic investment successful both for an increase in tourism and land values, and for the population who still uses the legacy facilities. $6-billion were spent for these Winter Games, including the direct costs of the Olympic facilities and the indirect costs associated with supporting infrastructure. This proves that, unlike Sochi Games which are the most expensive ever held so far, even relatively small investments can be turned into lasting benefits.
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circa 2.500 nuovi posti di lavoro a tempo pieno. L’eredità delle strutture olimpiche purtroppo non è sempre stata positiva, in quanto alcune strutture realizzate a Cypress Mountain furono smantellate al termine dei Giochi, tant’è che oggi non è più possibile andare a sciare o a fare snowboard perché l’halfpipe non esiste più. Nonostante le preoccupazioni iniziali, le Olimpiadi di Vancouver furono tutt’altro che uno spreco di tempo e di denaro. La lungimiranza finanziaria, l’attenta pianificazione e la cooperazione tra i diversi livelli di governo contribuirono al successo dell’evento attraverso l’aumento del turismo, la crescita del valore dei terreni e al fatto che la popolazione ancora oggi utilizza regolarmente le strutture lasciate dai Giochi. Circa 6 miliardi di dollari furono spesi per organizzare l’evento, comprensivi di costi diretti relativi alla costruzione degli impianti olimpici e costi indiretti connessi alla realizzazione delle infrastrutture
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Fig.56_Esempio di Infrastruttura Olimpiadi
realizzata in occasione delle
Fig.56_Infrastructure built for the Olympics
di supporto. Questo permette di dimostrare che, a differenza delle Olimpiadi di Sochi che ad oggi rappresentano i Giochi piÚ costosi mai realizzati, anche investimenti decisamente inferiori possono dare origine ad un’eredità positiva e duratura.
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2.7. Sochi 2014 2.7. Sochi 2014
Fig.57_Cerimonia di apertura per Sochi 2014 Fig.58_Sochi, Citta’ dei XXII Giochi Olimpici Fig.57_Sochi 2014 Opening Ceremony Fig.58_Sochi, host town of the 22nd Olympic Games
I XXII Giochi Olimpici Invernali si sono svolti a Sochi (Russia) sulla costa del Mar Nero, dal 7 al 23 febbraio 2014. Questa edizione ha superato qualsiasi record in quanto ha avuto il maggior numero di nazioni partecipanti (88), il più grande numero di atleti (2.873), e il più elevato numero di eventi (98) rispetto a tutte le edizioni precedenti. Nonostante il preventivo iniziale fosse stato di 12 miliardi di dollari, diversi fattori causarono un aumento spropositato del budget, che arrivò fino a 50 miliardi, facendo delle Olimpiadi di Sochi le più The 22nd Winter Olympic Games held in Sochi (Russia) on the Black Sea coast from 7 to 23 February 2014 broke a series of records. They had the highest number of participating nations (88), athletes (2.873) and events (98) than any other Winter Games. While originally budgeted at US $ 12 billion, various factors caused the budget to expand to over US $ 51 billion, making Sochi the most expensive Olympics in history. Sochi was elected on 4 July 2007 defeating bids from Salzburg, Austria; and Pyeongchang, South Korea. It was the first time that the Russian Federation has hosted the Winter Olympics since the
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costose della storia. Sochi vinse la candidatura il 4 luglio 2007 battendo le altre città finaliste candidate che erano Salisburgo (in Austria) e Pyeongchang, (in Corea del Sud). Per la prima volta la Federazione Russa ospitò le Olimpiadi dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la quale aveva ospitato le Olimpiadi Estive nel 1980 a Mosca.
breakup of the Soviet Union in 1991. The Soviet Union was the host of the 1980 Summer Olympics held in Moscow.
Fig.59_Le Mascotte Per la prima volta nella storia Olimpica si tenne un voto pubblico per decidere quali dovessero essere le mascotte per i Giochi Olimpici Invernali del 2014. I dieci finalisti, insieme ai risultati, vennero rivelati durante un programma in diretta su Channel One. Le mascotte consistono in un orso polare, una lepre delle nevi e un leopardo delle nevi Fig.60_Le Olimpiadi in numeri
Fig.59_Le Mascotte For the first time in the Olympic history a public vote was held to decide the mascots for the 2014 Winter Olympics; the 10 finalists were unveiled during live specials on Channel One. They were a polar bear, a snow hare and a snow leopard Fig.60_Olympic data
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2.7.1. Posizione Geografica Sochi si differenzia dalle altre città russe perché si trova sul Mar Nero ed ha un clima subtropicale, con una temperatura media durante il giorno a gennaio di 10° C; è stata infatti, dopo Vancouver, la città più calda ad ospitare le Olimpiadi Invernali. Proprio a causa di questa caratteristica climatica, molti si domandarono come i Giochi Invernali potessero svolgersi in una città con questo clima particolare e per tale ragione vennero adottate alcune misure
= 1 °C nella Media massima giornaliera = 1 °C nella Media minima giornaliera = 1 °C daily average high = 1 °C daily average low
2.7.1. Geographical location Sochi is different from other Russian cities because it is located along the Black Sea and has a subtropical climate, with an average daytime temperature of 10 °C in January; it was the warmest city to ever host the Winter Olympics after Vancouver. Considering this climatic feature, many people were doubtful and in fact some drastic measures were taken to ensure enough snow. Like Vancouver and Turin, Sochi is not located in a mountainous region and that is the reason why the Games were held between two
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Fig.61_Localizzazione Sochi Fig.62_Carta dei siti Olimpici Fig.61_Sochi location Fig.62_Olympic venues map
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specifiche al fine di garantire un adeguato innevamento dei siti montani. Inoltre, dato che come Vancouver e Torino anche Sochi non si trova in una regione montuosa, i Giochi si svolsero tra due località, il Sochi Olympic Park (Coastal Cluster) per le gare indoor ed il Roza Khutor Alpine Resort (Mountain Cluster), situato a Krasnaya Polyana a circa 70 km da Sochi, per le competizioni nevose. 2.7.2. Costruzione e trasformazione urbana / Riuso delle strutture olimpiche Il governo russo intese i Giochi Olimpici come molto più di un evento sportivo. Nel 2007, prima di vincere la candidatura, Sochi non era una città molto conosciuta, ma, in seguito all’evento, il livello di sviluppo urbano e regionale fu esponenziale. I vasti fondi spesi e la priorità di cui la città godette in Russia, ebbero lo scopo di raggiungere un duplice obiettivo. clusters, Sochi Olympic Park for the indoor competitions (Coastal Cluster) and Roza Khutor Alpine Resort for the snow events in Krasnaya Polyana (Mountain Cluster), approximately 70 km away.
2.7.2. Urban Transformation & Construction / Renewal of the Olympic Venues The Russian Government intended the Olympic Games to be much more than a sports event. Before winning the bid for the Games in 2007 Sochi was not a well-known city but afterwards the level of urban and regional development activity has become extraordinary. The huge funds spent on it and the priority it enjoyed in Russia were meant to serve two major goals. First promoting regional development, building state-of-the-art
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In primo luogo, la promozione dello sviluppo regionale e la costruzione di infrastrutture che catapultassero Sochi in un circuito di resort di classe mondiale. Il secondo obiettivo fu quello di presentare al mondo un nuovo volto della Russia quale paese aperto e moderno. Questi obiettivi riflettevano l’aspirazione del Governo di dimostrare ai propri cittadini e al resto del mondo che il paese poteva essere un leader mondiale in settori quali la tecnologia, le infrastrutture e la qualità della vita. I Giochi furono quindi pensati per diventare il catalizzatore della trasformazione di Sochi in una località turistica invernale che, insieme alla sua fama di meta estiva, avrebbero reso l’area una destinazione turistica affollata tutto l’anno. Se l’entità della spesa richiesta per le Olimpiadi di Sochi non può essere giustificata alla luce del solo impatto economico immediato, si potrebbe comunque sostenere che le nuove strade, ferrovie, alberghi e strutture ricreative contribuirono ad attrarre più turisti. infrastructure and catapulting Sochi into a league of world-class resorts. The second goal was to present Russia as an open and modern country to the world. These targets reflected the Government’s aspiration to demonstrate that the country could be a world leader in such areas as technology, infrastructure and quality of life. The Games were meant to become a catalyst for Sochi’s development both as a winter and a summer resort, which would turn the area into a year-round destination. If the amount of money spent for the Olympics in Sochi cannot be justified by the immediate economic impact, some people could still object that the new roads, railways, hotels, and leisure facilities still help attract more tourists. In the 1990s the majority of Russians couldn’t afford holidays and when economic growth started to affect more and more people from 2000s onwards, they preferred destinations in Egypt and Turkey instead of the dull Soviet resorts. Even if Krasnaya Polyana looks
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Nel 1990, la maggior parte dei russi non poteva permettersi di andare in vacanze e, quando a partire dagli anni 2000 la crescita economica iniziò a portare sempre più benefici, molti preferirono destinazioni differenti come l’Egitto e la Turchia, al posto delle meno vivaci mete sovietiche. Anche se la nuova località di Krasnaya Polyana fu costruita per ricordare, in modo un po’ eclettico, lo stile architettonico dei “villaggi turistici europei”, l’attrattiva di Sochi rimane comunque limitata solo agli appassionati di sci. Gli impianti sciistici sono inferiori rispetto agli standard internazionali, e, per poter utilizzare efficacemente le strutture costruite in occasioni delle Olimpiadi, il territorio a disposizione per lo sci dovrebbe essere esteso e adattato per attrarre almeno 20.000 persone al giorno per tutto l’anno. Dal momento che Sochi non disponeva di alcun impianto di gara, tutto fu costruito da zero, situazione insolita per una città che ospita le Olimpiadi, in quanto solitamente esistono già alcune strutture che
Fig.63_Carta delle strutture olimpiche
Fig.63_Olympic venues map
like a “European resort” for its architectural style, the appeal of Sochi is limited to ski enthusiasts. Since its skiing areas are small for international standards, in order to effectively use and develop the facilities of the Olympic legacy the territory available should be expanded to attract 20.000 people a day, all year round. Sochi did not have any competition venues in situ, therefore everything had to be built from scratch, and that was an unusual situation for an Olympic hosting city, where at least some facilities exist or need to be upgraded at the time of the bid. Eleven new winter sports venues, several shopping malls, hotels, multi-storey car parks, apartment buildings, office buildings, medical centres, schools and even a university have been constructed. Everything has been integrated with new infrastructure and transport systems including a new offshore terminal to allow cruise ships and yachts to dock. Nevertheless the largest proportion of investment has not been in
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necessitano di essere adattate per ospitare l’evento. Nel caso di Sochi furono quindi costruiti 11 nuovi impianti sportivi, diversi centri commerciali, alberghi, parcheggi, condomini, edifici per uffici, centri medici, scuole e persino un’università. Tutto ciò fu integrato con un nuovo sistema infrastrutturale, tra cui un nuovo terminal offshore per consentire l’attracco delle navi da crociera e degli yacht, che determinò un aumento dei costi. La nuova autostrada e la ferrovia che collega i due centri costarono da soli più dei Giochi di Lillehammer, Nagano, Salt Lake City e Torino messi insieme. L’intera città fu ristrutturata; vennero costruite nuove strade e i percorsi esistenti furono adattati ed estesi, con più di 350 km di nuove strade, 200 km di linee ferroviarie, 55 nuovi ponti e 22 gallerie.
Fig.64_Iceberg Skating Palace L’Iceberg Skating Palace è una delle undici strutture costruite per ospitare i Giochi Olimpici di Sochi; nel 2014 vi si tennero le gare di pattinaggio di figura e lo short track
winter sports venues but in infrastructure. A new highway and a high capacity mountain railway corridor between the two clusters has cost more than Lillehammer, Nagano, Salt Lake City and Turin Winter Olympic Games altogether. The whole city was remodelled: new transportation routes were added and the existing ones upgraded and extended, with more than 350 km of new roads, 200 km of railway lines, 55 new bridges and 22 tunnels.
Fig.64_Iceberg Skating Palace Iceberg Skating Palace is one of the eleven venues built for the 2014 Winter Olympic Games; it hosted figure skating and short track speed skating events
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2.7.3. Costi Olimpici A causa della sua particolare posizione geografica e poiché la città non aveva impianti olimpici pre-esistenti, appare chiaro il motivo per cui questi Giochi sono ricordati come i più costosi in assoluto nella storia delle Olimpiadi. A questo proposito, la cifra a cui si fa riferimento più di frequente è di 51 miliardi di dollari, anche se in realtà questa non rappresenta il costo finale dei Giochi. Dal momento che il governo russo non ha mai presentato una relazione finale di tutte le spese, e poiché molto dipende da ciò che viene incluso nella definizione di costo, è difficile tentare una stima corretta. Solitamente i costi per l’organizzazione di tali eventi sono suddivisi in tre categorie: • Costi operativi: legati alla gestione stessa dell’evento. Questi 2.7.3. Sochi Olympics costs Because of its particular geographical location and mainly because the city had no Olympic venues before the bid, these Games are remembered as the most expensive in history. As regards money, the most frequently mentioned figure is $ 51 billion, even if it does not represent the final cost. Anyway, it is hard to make an estimate. Costs are usually divided into three categories: • Operational costs: the costs of running the event itself which generally include salaries for staff and IT equipment, transport, temporary infrastructure overlay, accommodation for delegations and ceremonies. • Sports-related capital costs: the costs of all event-related buildings, such as venues, Olympic villages, and Media Centres. • Non-sports-related capital costs: the costs related to the
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comprendono gli stipendi per il personale, i costi per le attrezzature, per i trasporti, per le sedi temporanee, per l’accoglienza delle delegazioni e per le cerimonie. • Costi di capitale, relativi agli eventi sportivi. Questi sono legati alla costruzione di tutti gli edifici che ospitano gli eventi, come gli impianti, i villaggi olimpici, i media center. • Costi di capitale, non-relativi agli eventi sportivi. Questi sono legati alle strutture non sportive, come alberghi, strade, collegamenti ferroviari, espansioni di aeroporti o di stazioni ferroviarie. Questa suddivisione permette di distinguere tra costi diretti (cioè i costi operativi e quelli legati agli eventi sportivi) e costi indiretti (cioè non legati alle manifestazioni sportive). Se si considerano insieme tutti questi elementi diversi, il costo totale dei Giochi di Sochi è stato di circa 55 miliardi di dollari; oltre il 90% sono stati costi di capitale, il che indica l’enorme quantità di denaro speso per le nuove infrastrutture. construction of hotels, new roads, railway connections, expansion of airports or new train stations. We can speak of direct costs (i.e. operational and sports-related capital costs) and indirect ones. (non-sports-related capital cost). If we consider all these different items, 2014 Sochi Olympics were about $ 55 billion: more than 90% were capital costs, indicating the large portion of construction for these Olympics. The security budget was amazing. Since the city is located near the Caucasus Mountains, a region known for contention and war, a huge part of the operational costs was destined for the security budget that was more than twice the money spent on security for the previous Games in Vancouver. Sochi became a real fortress during the Olympic Games, with several rings of security checks physically isolating it from its surroundings and with a strong presence of the Army, in addition to regular security forces. Sochi exceeded its original budget, which was set at $ 12 billion
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Ciò che colpisce relativamente ai costi fu la dimensione dei costi legati alla sicurezza; dal momento che la città si trova nei pressi del Caucaso, una regione nota per i conflitti e la guerra, gran parte dei costi operativi fu riservata alla sicurezza, che si rivelò più del doppio di quello stimato per Vancouver. Durante lo svolgimento dei Giochi, Sochi divenne una vera e propria fortezza, grazie alla creazione di molteplici anelli di controllo al fine di isolarla fisicamente dall’ambiente circostante e ad una forte presenza delle forze militari. Sochi superò quindi di gran lunga il suo budget iniziale, fissato a 12 miliardi, tant’è che l’intero progetto si rivelò circa 4,5 volte più costoso di quanto previsto; solo lo Stadio Olimpico e il Villaggio Olimpico costarono 12 volte più di quanto previsto inzialmente. Inoltre alcune strutture dovettero adeguarsi agli standard internazionali di edilizia sostenibile, requisito che fu introdotto solo dopo l’assegnazione dei Giochi alla città. Di conseguenza si verificò un aumento spropositato dei costi, ma anche l’inflazione. when Russia won its bid. The whole project was about 4.5 times more expensive than planned. The Olympic Stadium and the Main Olympic Village was 12 times more expensive than expected. Some venues also had to comply with international sustainable building standards, a requirement that was introduced after the bid. Sochi thus experienced not only cost overrun, but also inflation. Although the Government had planned everything, large private investments facilitated the transformation for the 2014 Games. According to the IOC initial capital investment projections for the entire project (2006-2014) were funded 60% by public sources and 40% by private investment.
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Fig.65_Sicurezza durante i Giochi Le Olimpiadi di Sochi sono risultate costose anche per l’elevato grado di sicurezza da garantire: quarantamila poliziotti in servizio, cinquemila telecamere in funzione e droni utilizzati per la prima volta durante i Giochi per operazioni di monitoraggio. L’impiego di tali misure venne dettato anche alla luce degli attentati a Pyatigorsk, Makhachkala e a Volgograd, avvenuti nei mesi prima dell’inizio delle competizioni
Fig.65_Safety during the Games Sochi Games were extremely expensive and had a huge security budget. 40.000 policemen, 5.000 security cameras and drones were used for the first time during an edition of the Olympic Games. These preventive measures were taken after the terrorist attacks in Pyatigorsk, Makhachkala and Volgograd some months before
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Nonostante il Governo avesse gestito il processo di pianificazione dei Giochi, vi furono ingenti investimenti anche da parte del settore privato per facilitare la trasformazione dell’area; secondo il CIO, le previsioni di investimento per l’intero progetto (2006-2014) furono per il 60% derivanti da investimenti pubblici e per il 40% da investimenti privati.
Fig.66_Grafico dei costi Il grafico mostra i costi effettivi e quelli stimati per le grandi opere realizzate per Sochi
Fig.66_Costs chart The chart shows the real and estimated costs for the venues built in Sochi
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2.7.4. Dimensione sociale Per la Russia raggiungere il prestigio internazionale era uno dei principali obiettivi di queste Olimpiadi, ma purtroppo la questione della Circassia, la corruzione e l’annessione della Crimea distrussero tutte le speranze di poter cambiare la propria immagine agli occhi del mondo. Prima delle Olimpiadi l’opinione pubblica russa si dimostrò piuttosto indifferente nei confronti di questo evento, ma per gli abitanti di Sochi la situazione fu alquanto diversa. Fino al 2006 circa l’86% della popolazione si dichiarò favorevole ai Giochi, poi la percentuale iniziò a diminuire gradualmente fino ad arrivare al 40% nel 2013 proprio prima dell’inizio della manifestazione. Tutto ciò può aver a che fare con l’intenso programma di costruzione che trasformò l’intera zona in un cantiere per diversi anni; anche prima dell’inizio dei Giochi Olimpici la popolazione rimase convinta
Fig.67_Avanzamento dei lavori A due mesi dall’inizio dei Giochi molte delle strutture erano ancora da terminare a causa dell’aumento vertiginoso dei costi, della corruzione e della paura di nuovi attentati
2.7.3. Social dimension Gaining international recognition was one of the main driving forces of Sochi 2014, but the Caucasian issue, corruption and the annexation of Crimea destroyed any ambition of changing Russia’s image abroad. Russians in general proved to be quite indifferent during the preparation period, whereas in Sochi the situation was different: in 2006, 86% of the public opinion supported the event but then it decreased to 57% in 2010 and 40% at the end of 2013, just before the Games. This result may have to do with the extensive construction program that turned the whole region into a building site for several years and even before the starting of the Games the local population was doubtful about the positive effect on the region. Nowadays the main feeling for residents and visitors is that the spread-out nature of
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Fig.67_Progress of the construction Two months before the beginning of the Games most of the venues were still incompleted due to different reasons, such as an increase in costs, corruption and fear for new attacks
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che non ci sarebbero stati effetti positivi sulla regione. Oggi la percezione principale dei residenti e dei turisti Ê che la natura degli stadi e delle arene, insieme alle innumerevoli costruzioni incomplete, diano l’impressione di una città fantasma.
stadiums and arenas and some still-unfinished construction makes the city look like a ghost town.
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2.7.5. Eredità Olimpica Dopo aver vinto la candidatura nel 2007, il presidente Vadimir Putin dichiarò che millioni di cittadini avrebbero utilizzato le strutture e le infrastrutture che erano state costruite per le Olimpiadi per molti anni dopo la fine dei Giochi. Una della maggiori speranze relative ai Giochi di Sochi era quella di migliorare la qualità della vita della popolazione, ma, a soli sei settimane dalla chiusura dei Giochi, l’eredità principale fu la presenza di impianti sovradimensionati costruiti a costi inflazionati sostenuti quasi esclusivamente dalla spesa pubblica. Un’altra preoccupazione riguardava i bassi standard di costruzione; dato che molte infrastrutture furono realizzate velocemente nei mesi precedenti l’inizio dei Giochi, spesso queste non furono in grado di soddisfare standard di qualità adeguati. Le strade, ad esempio, non furono costruite con appropriati sistemi di protezione dalle 2.7.5. Sochi’s post-Olympic legacy After winning the bid in 2007, President Vladimir Putin declared that millions of citizens would use all the venues and infrastructure built for the Olympics even many years after their end. One of the big hopes related to Sochi Games was to improve people’s quality of life but only six weeks after the event the main legacy was oversized infrastructure at inflated prices paid for almost exclusively by the population. Another concern is the poor standard of what was built. Infrastructure did not always meet the quality standards: roads, for example, were not built with adequate protection against flooding and the cargo port was not able to endure extreme weather conditions. Since the resorts and the transportation infrastructure were built for temporary visitors, now the development’s capacity far exceeds the demand the area would normally expect from tourists.
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inondazioni e l’area portuale non fu realizzata per poter resistere ad eventi climatici estremi. Poiché le strutture ricettive e le infrastrutture furono edificate per un flusso di turisti temporaneo, l’attuale capacità eccede largamente la normale domanda turistica della regione. Ad oggi la maggior parte degli impianti appare deserta ed abbandonata. Dopo la fine dei Giochi, Sochi non divenne una destinazioni turistica popolare, tant’è che solo pochi turisti si recano a visitare i siti dove sono stati spesi milioni di dollari. Rosa Khutor, il centro del Mountain Cluster, risultava completamente vuoto già sei mesi dopo la fine delle Olimpiadi. Per quanto riguarda il Coastal Cluster, il primo progetto per i sei stadi e per il Media Center fu quello di riutilizzarli per esibizioni ed eventi quali convegni, concerti e spettacoli. Nulla di tutto questo accadde e il Fisht Stadium, il Bolshoy Ice Dome, il Tulip Inn hotel e l’Adler Arena sono oggi completamente abbandonati. Nowadays most of the venues look desolate and abandoned and Sochi has not become a favourite tourist destination. Rosa Khutor, which was the centre of the Mountain Cluster, was completely empty six months after the Games. As regards the Coastal Cluster, the first project for the six stadiums and the main Media centre aimed to convert them into spaces for exhibitions, conventions, concerts, and shows. Nothing of this has happened and the Fisht Stadium, the Bolshoy Ice Dome, the Tulip Inn hotel and the Adler Arena stand unused. The Fisht Stadium was used only twice for the opening and closing ceremonies and other $ 60 million will be spent on its re-equipment for the football World Cup in 2018. The Bolshoy Ice Dome, which cost $ 300 million and hosted the ice hockey competitions, stands deserted. Apart from the cost of keeping the ice cold, the government is spending millions of roubles on having an ice hockey-team in a subtropical climate.
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Fig.68_Dopo le Olimpiadi A solo un anno e mezzo dal termine dei Giochi, molti degli impianti costruiti sono stati oggetto di atti vandalici e le infrastrutture cominciano ad avere problemi di degrado
Fig.68_After the Olympics Only one year after the Games most of the venues have been the target of acts of vandalism and have suffered from deterioration
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Il Fisht Stadium venne utilizzato solo due volte, per la cerimonia di apertura e quella di chiusura dei Giochi; altri 60 milioni di dollari saranno spesi per adegaurlo al fine di ospitarvi il Campionato Mondiale di Calcio nel 2018. Il Bolshoy Ice Dome, costato 300 milioni di dollari e sede delle gare di hockey, oggi non é piú usato; oltre ai costi necessari per mantenere il ghiaccio, lo stato sa spendendo milioni per poter mantenere una squadra di hockey in una città con un clima sub topicale. Anche il Tulip Inn hotel é completamente vuoto e l’Adler Arena, costruita per le competizioni di velocità e con una capacità di 8.000 spettatori, è stata usato raramente dalla fine dei Giochi. Dal momento che Sochi ha 300.000 abitanti, la maggior parte delle infrastrutture venne costruita da zero; vennero realizzati interi quartieri residenziali, ma molti edifici non furono completati in tempo per l’inizio dei Giochi e probaiblmente non lo saranno mai.
The Tulip Inn hotel is completely empty too and the Adler Arena, built for the speedskating competition and with a seating capacity of 8.000 spectators, has barely been used after the end of the Games. Since Sochi has a population of only 300.000 people, most of the infrastructure had to be built from scratch. Whole residential districts were constructed but many buildings were not finished in time for the Games and they will never be.
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3_ Storia dei Mercati Generali 3.1. 3.2. 3.3. 3.4.
Le origini dei Mercati Generali La costruzione dei Nuovi Mercati Il successo Dalla II Guerra Mondiale ai giorni nostri
3_The history of the Wholesale Market 3.1. 3.2. 3.3. 3.4.
The origins of the Wholesale Market Building a new Wholesale Market The success of the new market From II World War to the present
3.1. Le origini dei Mercati Generali 3.1. The origins of the Wholesale Market
Sin dal 1928 il comune di Torino aveva destinato dei fondi per costruire un nuovo mercato ortofrutticolo per la città. Prima del 1930 erano presenti tre grandi mercati a Torino che si trovavano in piazza Borgo Dora, piazza Emanuele Filiberto e piazza Madama Cristina. Nonostante questi ricoprissero un’area di 12.500 m2, non erano più sufficienti per soddisfare la crescente domanda di prodotti; inoltre la loro posizione centrale creava problemi e inconvenienti alla circolazione dell’area. Dopo la crescita della popolazione avvenuta all’inizio del XX secolo,
Fig.69_Schizzo
della corte interna e
della controfacciata verso via
Giordano
Bruno Fig.69_Sketch of the innner courtyard Giordano
and the inner façade along via
Bruno
Since 1928 the Municipality of Turin has allocated funds to build a new fruit and vegetable market for the town. Before 1930 there were three big markets in Turin situated in piazza Borgo Dora, piazza Emanuele Filiberto and piazza Madama Cristina. Although they covered and area of 12.500 sq.m., they could no longer satisfy the increasing demand for goods and their central location created some problems of circulation in the area. After the growth of the population at the beginning of the 20th century and thanks to the development of the railways, fruit and vegetables were no longer imported from the surrounding agricultural areas but
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e grazie allo sviluppo della rete ferroviaria, sia la frutta che la verdura furono importate non più solo dalle aree agricole limitrofe, ma anche da aree molto più distanti. Nel 1931 l’incarico dei lavori per la costruzione nel nuovo mercato ortofrutticolo, più semplicemente detto MOI (Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso) venne assegnato tramite un concorso il cui appalto venne vinto dalla compagnia Del Duca e Miccone, con un progetto firmato dall’architetto Umberto Cuzzi. Il sito, che aveva un’estensione di circadi 45.000 m2, si trovava in una posizione strategica per via della sua vicinanza con la stazione del Lingotto e per via dei nuovi servizi pubblici che sarebbero stati costruiti nelle vicinanze, come lo stadio Filadelfia e l’ospedale delle Molinette.
from far away places. In 1931 the contract award for the construction of the new Fruit and Vegetable Wholesale Market (MOI-Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso) was carried out through a call for bids won by the company Del Duca & Miccone, with a project by Umberto Cuzzi. The 45.000 sq.m. public area had a strategic location because it was close to the Lingotto railway station and to the new public services that were being built in the neighbourhood, such as the Filadelfia Stadium and the Molinette Hospital.
Fig.70_Schizzo di una vista interna delle arcate
L’immagine rappresenta uno degli schizzi pubblicati all’interno della rivista “Architettura Italiana” nel 1933, riportante gli esiti del concorso bandito per la realizzazione dei Mercati Generali Fig.70_Sketch of the interior of the Markets The picture shows one of the sketches published by the magazine “Architettura Italiana” in 1933, with the results of a public competition for the design of the Wholesale Market
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3.2. La costruzione dei Nuovi Mercati
3.2. Building a new Wholesale Market
La costruzione iniziò nell’agosto del 1932 e il 28 ottobre 1933 il nuovo mercato venne inaugurato nell’area settentrionale di Torino, delimitata da via Montevideo, via Giordano Bruno e Corso Giambone. Il progetto di Cuzzi era composto da due ali simmetriche formate da una serie di archi in cemento armato, speculari rispetto alla piazza interna a cui l’ingresso principale conduceva. Nella parte antistante si trovava una grande piazza di 35.000 m2 (l’attuale piazza Galimberti) che veniva utilizzata per brevi soste dai
Fig.71_Foto scattata durante i lavori Mercati
di costruzione dei
Fig.71_The Market is being built
The construction began in August 1932 and on 28th October 1933 the new market was inaugurated in the southern part of Turin, between via Montevideo, via Giordano Bruno and Corso Giambone. Cuzzi’s project consisted of two symmetrical sets of concrete-arched porticos, specular to the inner central square the main entrance led to. In front of it there was a large square 35.000 sq.m. wide (now piazza Galimberti) that was used by vehicles for short-stay. The main entrance was surmounted by a water tower, which separated the covered entry and exit of the market. In the central tower, which is
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veicoli. L’entrata principale era sormontata dalla torre dell’acqua che separava il porticato d’ingresso ed uscita del mercato. La torre, alta 22 metri, ospitava la cisterna dell’acqua e alcuni uffici ed è ancora oggi caratterizzata da un orologio posto in cima, che simboleggia il lavoro e le attività che segnano il passare del tempo, e dal toro rampante, emblema di Torino. L’ingresso era costituito da due maniche di edifici speculari con un portico verso il lato interno, le quali venivano utilizzate per ospitare spazi di servizio quali un ristorante, alcuni bar, una sala conferenze, una banca e un ufficio postale. L’ingresso conduceva nella piazza centrale che misurava circa 500 m2 ed era parzialmente ricoperta da una tettoia caratterizzata da una struttura leggera, chiamata per questo motivo “Aeroplano”. Il progetto si sviluppava per tutta la lunghezza del lotto, seguendo parallelamente la strada e componendosi di due ali simmetriche 22 m. high and topped with a clock symbolising work and activities marking the passage of time, there was a water tank and some offices. We can also see the emblem of Turin, a rampant bull. Next to the entrances there were two buildings characterized by a portico on the inner side that used to house spaces for traders such as a bar, a restaurant, a meeting room, a bank and a post office. The main entrance led to the inner central square which was 5.800 sq.m. partially covered with a concrete canopy, characterized by a light structure and called “airplane” for this reason. The project exploited the length of the lot, by placing two symmetrical sets of seven concrete parabolic-arched porticos parallel to the street, lit by vertical sheds. Each arcade is 100 m. long, 9 to 11 m. wide and 8.5 to 9.5 m. high and each wing covered an area of 8.700 sq.m. At the end of the area along the railway, there was a loading dock, a platform 20 m. wide and 250 m. long that was used to load and
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di sette archi parabolici in cemento armato, chiusi da shed verticali. Ogni arcata misura100 metri in lunghezza, dai 9 agli 11 metri in larghezza, dagli 8.5 ai 9.5 metri in altezza e ogni ala copre una superficie di 8.700 m2. Al limite dell’area, lungo la linea ferroviaria, era collocata una banchina di carico, una piattaforma larga circa 20 metri e lunga 250 che veniva usata per caricare e scaricare le merci. L’interno del mercato risultava molto differente rispetto a quello di uno spazio industriale: la luminosità delle arcate creava spazi che erano per lo più rarefatti, mostrando un nuovo fascino per la loro specifica funzione, ovvero la vendita giornaliera di frutta e verdura. In mezzo ad ogni tettoia vi era un porticato largo 2.40 m al di sotto del quale vi era lo spazio dedicato allo smistamento e allo stoccaggio dei beni. Il mercato era inoltre provvisto di cisterne di acqua per la pulizia, frigoriferi e stazioni di pesatura. Lungo via Giordano Bruno e la linea ferroviaria, erano collocati 66 magazzini per i commercianti,
Fig.72_Foto scattata durante i lavori Mercati
di costruzione dei
Fig.72_The market is being built
unload freight trains. The inside did not look as an industrial environment: the lightness of the arcade created spaces that were almost rarefied, featuring new fashion for their specific function, i.e. the daily sale of fruit and vegetables. Between each canopy there was a porch 2.40 m. wide and underneath there were spaces for sorting and warehousing the goods. The market was also provided with washing tanks, coolers and weighing stations. Along via Giordano Bruno and the railway there were 66 warehouses for traders, which covered an area of 7.400 sq. m. Each storehouse was 50 sq. m. with four windows and a door and had a parking space of the same size in front of it. The amount of money required for the construction of the market was remarkable but the works also contributed to provide a job for a lot of unemployed people. As we can read in an article in the magazine “Torino”, more than
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che coprivano un’area di 7.400 m2. Ogni deposito misurava circa 50 m2 ed era provvisto di quattro finestre, di una porta e di uno spazio per parcheggiare delle stesse dimensioni proprio di fronte. La quantità di denaro richiesta per la realizzazione dei Mercati fu degna di nota, ma, allo stesso tempo, i lavori di costruzione contribuirono a fornire lavoro ad un numero considerevole di persone. Come possiamo leggere nella rivista “Torino”, più di 300 persone furono impiegate ogni giorno nel cantiere, mentre altre 300 lavorarono nei laboratori e nelle cave.
300 people worked everyday on the site, whereas 300 worked in laboratories and quarries.
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3.3. Il successo 3.3. The success of the new market
Il MOI venne inaugurato nell’anno dei grandi “lavori del regime”, quando l’importanza data alla quantità di interventi pubblici giocava un ruolo fondamentale nel mettere in luce l’efficienza del regime fascista. I mercati rappresentarono uno dei migliori esempi di architettura razionalista a Torino, testimonianza di una cultura internazionale pubblicizzata sulle pagine della rivista “Casabella”, così come in manuali e collezioni fotografiche del tempo. Come Pagani, Aloisio, Sottsass Senior e Grassi, anche Cuzzi faceva parte di un gruppo di giovani architetti proveniente dall’Italia nord-orientale, trasferitosi a Torino durante il periodo di grande cambiamento sociale, economico e urbanistico. Insieme contribuirono a trasformare la città di Torino in un “laboratorio di architettura moderna italiana”; essi presero parte al più vivace circolo culturale ed artistico della città, trovando un prezioso sostenitore in Riccardo Gualino, industriale e collezionista, sponsor di importanti iniziative. The MOI was inaugurated in the years of the great “works of regime”, when the emphasis on the number of public interventions played a fundamental role in showing the efficiency of the fascist state. The market was one of the best examples of rationalist architecture in Turin, a witness of international culture advertised in the magazine “Casabella”, as well as in manuals and photographic collections. Like Pagano, Aloisio, Sottsass Senior and Grassi, Cuzzi was part of a group of young architects from north-eastern Italy that had moved to Turin during a period of great urbanistic, economic and social change. All of them contributed to turn Turin into a “laboratory of modern Italian architecture”: they were part of the liveliest cultural and artistic coterie of the town, and found a precious supporter in the industrialist and collector Riccardo Gualino, sponsor of important initiatives. Like Fiat Lingotto factory by Matté Trucco a few years later, the
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Preceduti di pochi anni dallo stabilimento Fiat Lingotto di Mattè Trucco, i Mercati Generali rappresentarono un archetipo nell’adozione schietta della tecnologia costruttiva del cemento armato. A differenza del rigido modello dell’industria manifatturiera costituito da una struttura in travi e pilastri, la progettazione dei Mercati esplorò il tema della nuova necessità di vasti spazi aperti. I nuovi Mercati rappresentano uno dei lavori più innovativi a livello architettonico in quegli anni a Torino, ma l’idea delle forme venne indubbiamente influenzata da quella di Lawrence Hall, progettista delle Royal Horticultural Halls di Londra, presentate nel volume “Architettura oggi”, scritto da Marcello Piacentini nel 1930. Questo edificio, realizzato tra il 1923 e il 1928, fu progettato da Easton e Robertson ed è caratterizzato da una facciata in mattoni rossi, che contrasta con la nudità degli interni, caratterizzati da alti archi parabolici.
Wholesale Market represented an archetype in the straightforward adoption of reinforced concrete construction technology. Unlike the manufacturing industry’s rigid model of a framework made of pillars and beams, the design of the market reflected the new need of vast open spaces. The new market was one of the most innovative architectural work of those years in Turin but its design was undoubtedly influenced by Lawrence Hall’s one, the newer of the two Royal Horticultural Halls in London, presented in “Architettura Oggi” written by Marcello Piacentini in 1930. This building, built between 1923 and 1928, was designed by Easton and Robertson and it featured a historicist red brick façade, that contrasted with the bareness of the interior, characterized by tall parabolic arches.
Fig.73_Vista da piazza Galimberti Fig.74_Vista da piazza Galimberti Fig.75_Vista interna della corte Fig.76_Quotidiana attività Fig.77_Vista di un’arcata interna Fig.78_Vista di un’arcata interna Fig.79_Carrozze in attesa all’ingresso Fig.80_Piazza Galimberti Fig.81_Vista aerea dei Mercati
Fig.73_View from piazza Galimberti Fig.74_View from piazza Galimberti Fig.75_Courtyard interior Fig.76_Daily activity Fig.77_Inner view of an arcade Fig.78_Inner view of an arcade Fig.79_Carriages waiting at the entrance
Fig.80_Piazza Galimberti Fig.81_Aerial view of the Markets
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Fig.82_Royal Horticultural Halls Realizzata tra il 1923 e il 1928 nel centro di Londra, è attualmente utilizzata come centro conferenze, nonostante fosse nata come sala espositiva Fig.82_Royal Horticultural Halls Although built as an exhibition hall between 1923 and 1928, Lawrence Hall is currently used for lectures
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3.4. Dalla II Guerra Mondiale ai giorni nostri
3.4. From II World War to the present
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Mercati Generali furono bombardati ripetutamente dalle forze aeree inglesi ed americane (USAAF e RAF). I bombardamenti distrussero la maggior parte dei magazzini, causando inoltre gravi danni alle tettoie: alla fine della guerra i danni furono riparati, ma il MOI non fu piÚ in grado di soddisfare i requisiti tipici di un mercato. I Mercati Generali vennero progettati quando la linea ferroviaria costituiva una delle vie di trasporto di beni piÚ comuni, ma, dopo la guerra, lo sviluppo delle strade cominciò a creare alcuni problemi
Fig.83_Aree danneggiate Censimento degli edifici danneggiati o distrutti durante i bombardamenti redatto dai Vigili del Fuoco Fig.83_Damaged areas List of the buildings that were damaged or destroyed by bombing edited by the firemen
During II World War the Wholesale Market was repeatedly bombed by the American and English Air Force (USAAF and RAF). The bombing destroyed a large number of warehouses and caused severe damage to most of the canopies; at the end of the war damages were repaired but the MOI was no longer able to satisfy a typical market requirements. The Wholesale Market was designed when the railway was the most important way to transport goods, but after the war the development of road traffic started to create some problems, because the MOI had been conceived to be reached only by train or trolley.
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Fig.84_I danni dei Mercati Foto scattata dai Vigili del Fuoco che testimonia i gravi danni subiti durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale
poichè i Mercati erano stati concepiti per essere raggiunti solo via treno o tram. Inoltre il problema maggiore era costituito dal fatto che i veicoli che trasportavano le merci non avevano spazio di manovra e di sosta sufficienti all’interno dei Mercati, problema che negli anni divenne sempre più importante, finchè nel 1986 il Comune destinò alcuni finanziamenti per costruire un nuovo mercato che sostituisse il MOI. Nel 2001, i Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso di Cuzzi caddero definitivamente in disuso.
Fig.84_Damaged Markets Picture taken by firemen showing the severe damages caused by bombing during II World War
The most significant problem was that the goods vehicles had almost no space to manoeuvre and stop inside the market. This problem became more and more important over the years and in 1986 the Municipality allocated funds to replace the MOI building with a new market. In 2001 the Fruit and Vegetable Wholesale Markets by Cuzzi definitively fell into disuse.
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4_MAsterplan 4.1. 4.2. 4.3. 4.4.
Analisi stato di fatto Divisione gruppi e Masterplan alternativi Funzioni Masterplan Il parco lineare
4_Masterplan
4.1. 4.2. 4.3. 4.4.
Current status analysis Group division and alternative Masterplan Masterplan functions Linear park
4.1. Analisi stato di fatto
4.1. Current status analysis
Fig.85_Carta di Torino Carta dei principali landmark in funzione della distanza dagli ex Mercati Generali (Pagina successiva) Fig.85_Map of Turin Map of the main landmarks and their distance from the former Wholesale Market (Following page)
L’area di intervento sorge nella parte sud della città di Torino nella IX circoscrizione, la quale comprende i quartieri Lingotto, Nizza Millefonti e Filadelfia; essa si estende su un’area di circa sette chilometri quadrati con oltre settantaseimila abitanti. Il lotto degli ex Mercati Generali è delimitato a nord-ovest da Via Giordano Bruno, a sud-est da via Zino Zini, a sud-ovest da via Carlo Bossoli e a nord-est confina con il Nucleo Regionale della Guardia di Finanza. Poco distante, a meno di un chilometro, si trova la stazione ferroviaria del Lingotto: nata inizialmente negli anni venti come semplice fermata, successivamente venne ampliata grazia al crescente sviluppo commerciale della zona e rappresenta ancora oggi uno degli scali ferroviari più importanti della città. Se da una parte la presenza della stazione permette un rapido collegamento con il territorio circostante, dall’altra diventa un elemento di rilevante impatto urbanistico, poiché i binari della linea The redevelopment area is situated in the ninth district south of Turin, which includes the neighborhoods of Lingotto, Nizza Millefonti and Filadelfia. It is an area of about 7 sq.km. with over 76.000 inhabitants. The ex-Wholesale Market is bordered by Via Giordano Bruno in the north-west, by Via Zino Zini in the south-east and by Via Carlo Bossoli in the south-west; it adjoins the Nucleo Regionale of Guardia di Finanza in the north-east. The Lingotto Railway Station is not far, less than 1 kilometre. In the 1920s it was only a train stop, then it was extended due to the commercial development of the area and nowadays it is one of the most important railway yards in the city. The station allows a fast link with the surroundings but it has a remarkable urban impact since the Turin-Genoa rail line represents a break between the ex-MOI and the Lingotto to which it is linked by the Olympic Footbridge.
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Torino-Genova creano una cesura tra l’ex-MOI e il complesso del Lingotto, i quali risultano collegati solo attraverso la Passerella Olimpica. Nonostante via Zino Zini fosse stata inizialmente concepita come strada urbana, la mancanza di un fronte edificato a sud-est rende oggi questa strada una semplice via a scorrimento veloce, contribuendo così a creare un ulteriore elemento di separazione insieme ai binari della ferrovia. La realizzazione di via Zino Zini era stata prevista dal Piano Regolatore Generale Comunale e inoltre il nuovo Piano Urbano del Via Zino Zini was originally an urban street but since there are no buildings in the south-east nowadays it is an expressway representing a further break together with the railway. Via Zino Zini renovation had already been envisaged by the General Urban Development Plan. The new Plan for Circulation approved in 2002 classified it as an “urban street”. It develops along the western boundary of the railway station for about 2 km. It is an ideal extension of Turin “Spina Centrale” and a possible alternative to Corso Unione Sovietica, one of the most important connections to the city centre. North-west of the ex-MOI, opposite the entrance, there is a big
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Fig.86_Foto degli ex Mercati Generali scattata dalla Passerella Olimpica Fig.87_Carta dell’area di progetto Fig.86_Picture of the former Wholesale Markets taken from the Olympic Footbridge Fig.87_Map of the area
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Traffico, approvato nel 2002, la classificava quale “strada urbana interquartiere”.nSviluppandosi lungo il confine ovest della sede ferroviaria per una lunghezza di circa 2 km, questa strada costituisce la prosecuzione ideale dell’asse della Spina, rappresentando quindi un’alternativa a corso Unione Sovietica, uno dei collegamenti più importanti con il centro della città. A nord-ovest degli ex MOI, di fronte all’ingresso, si trova una grande piazza oggi intitolata a Tancredi Galimberti, che venne inaugurata lo stesso anno dei Mercati e inizialmente chiamata piazza Balilla. square, Piazza Tancredi Galimberti, which was inaugurated the same year as the General Wholesale Market. It was originally called Piazza Balilla. It was completely redesigned in 1999 with recreational areas for kids, bowl courts for the elderly, tree-lined roads and a fountain built by recycling some old concrete blocks, becoming one of the main meeting places in the district. North-east of the car park, which is situated between the ex-MOI and the Guardia di Finanza barracks, there is an air-raid shelter dating back to World War II. It consists of three reinforced concrete tunnels 50 metres long, 3
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Fig.88_Via Zino Zini Fig.89_Carta della Viabilità Fig.88_Via Zino Zini Fig.89_Streets map
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Fig.90_I Mercati visti da piazza Galimberti Fig.91_Carta del verde Fig.90_View of the fomer Markets from piazza Galimberti Fig.91_Green areas map
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Nel 1999 la piazza fu completamente ridisegnata e venne dotata di aree giochi per bambini, campi da bocce per anziani, vialetti alberati e una fontana costruita riciclando i blocchi di cemento del precedente arredo urbano, diventando così uno dei fulcri vitali del quartiere. A nord-est, nell’area adibita a parcheggio tra l’ex MOI e la caserma della Guardia di Finanza, si è conservato un rifugio antiaereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale; esso è costituito da tre tunnel in cemento armato lunghi 50 metri e alti 3, collocati a circa 10-12 metri di profondità, con una capacità di circa 1.150 persone. Oltre la Guardia di Finanza si trovano gli uffici finanziari dell’Agenzia delle Dogane e un laboratorio chimico, entrambi edifici costruiti negli anni Trenta. Collocati in questa zona per la vicinanza con il Mercato Ortofrutticolo, nonostante fossero contemporanei, non risultano essere all’avanguardia come il MOI, ma ne rispecchiano comunque i canoni del gusto eclettico. metres high and about 10-12 metres deep and it could host about 1.150 people. Besides the Guardia di Finanza we can find the Customs Agency financial offices and a Chemistry laboratory, both built in the 1930s. They were constructed in this area to be close to the Vegetable and Fruit Market. In spite of being contemporary, they are not avantgarde buildings as the MOI is, but they follow its standards of eclecticism. The Wholesale Vegetable and Fruit Market fell into disuse in 2001. By 1985 this area has been included in Piano, De Rita and Guiducci’s feasibility study after transforming the Lingotto car factory into a modern multifunctional centre. A call for bids was held in 2002 on the occasion of the Olympic Games: it envisaged some historic buildings renovation by transforming them into an “international area”. The two main arches were transformed into covered roads open to
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Fig.92_Foto del bunker sotterraneo Fig.93_Ceste abbandonate nel bunker sotterraneo
Fig.92_The bomb shelter Fig.93_Abandoned baskets in the airraid shelter
Il Mercato venne dismesso definitivamente nel 2001, ma già nel 1985 l’area era compresa nello studio di fattibilità redatto da Renzo Piano, Giuseppe de Rita e Roberto Guiducci in seguito alla trasformazione del Lingotto da fabbrica di automobili a centro polifunzionale. Il concorso, bandito nel 2002 in occasione dei Giochi Olimpici, prevedeva il recupero funzionale dei fabbricati storici e la loro trasformazione in una “zona internazionale”. In particolare, le due arcate principali vennero trasformate in due strade coperte aperte al traffico al fine di assicurare l’arrivo dei rifornimenti giornalieri e la sicurezza del Villaggio, mentre le altre cinque arcate definirono il limite della costruzione stessa con una nuova facciata. I corridoi intermedi (precedentemente vie pedonali) divennero piccoli spazi privati, quali uffici, sale riunioni e depositi. Gli spazi di gestione, come la reception per gli atleti, i visitatori e la stampa furono collocati nella parte settentrionale dell’edificio, mentre gli spazi commerciali (piccoli negozi, punti informazione, traffic, in order to ensure the arrival of daily supplies and the safety of the Village, while the other five arches defined the boundary of the building itself with a new façade. The intermediate corridors (formerly pedestrian routes) became small private spaces, such as offices, meeting rooms and storage units. Management spaces, such as the reception for athletes, visitors and the press were located in the northern building, whereas the commercial spaces (small shops, information points, recreational spaces) were in the main building. As regards the spaces for the athletes (restaurant, leisure activities area, massage room, cafés and small conference hall), they were located in the southern building. Poor materials were used in order to create a sort of dialogue with the existing structures and to respect the historical value of the site, without any traces of disturbance. Steel and glass were used in the new front overlooking the city and
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spazi ricreativi) furono localizzati nell’edificio principale. Gli spazi per gli atleti (ristorante, zone di svago, stanze massaggi, caffè e piccoli auditori) si trovavano invece nella parte meridionale dell’edificio. Al fine di instaurare un dialogo con la struttura esistente, si scelse di utilizzare materiali poveri e rispettare il valore storico del sito; acciaio e vetro vennero usati per il nuovo fronte verso la città, mentre una griglia geometrica caratterizzò la facciata più protetta verso la linea ferroviaria. La pavimentazione con strisce colorate alternate venne orientata nella stessa direzione dei binari e dell’autostrada e lo spazio esterno, che era per lo più pensato per un uso pubblico, offriva un ampio spazio per il flusso del traffico pedonale e per le aree di sosta.
geometric grids in the protective façade overlooking the railway. The alternate coloured strips of tarmac were oriented in the same direction as the railway tracks and the highway. The outer space was meant mainly for public use and offered a wide space for the flow of pedestrian traffic and rest areas.
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Fig.94_Prospetti e sezioni dello stato attuale degli ex Mercati Generali Fig.95_Pianta piano terra dell stato attuale degli ex Mercati Generali (Pagina seguente) Fig.94_Elevations & sections of the current situation of the former
Markets Fig.95_Ground floor plan of the current situation of the former
Markets (Following page)
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4.2. Gruppi e Masterplan alternativi
4.2. Group division and alternative masterplan
La redazione dei due Masterplan per l’area degli ex-MOI è stata sviluppata a partire dall’accordo siglato con un protocollo dal sindaco di Torino Piero Fassino e dai rettori di Università e Politecnico, Gianmaria Ajani e Marco Gilli, insieme agli assessori comunali alle Politiche Urbanistiche Stefano Lo Russo e al Patrimonio, Gianguido Passoni. L’accordo, firmato il 14 giugno 2015, prevede che i 18.000 m2 che ospitano attualmente una struttura in stato di degrado e abbandono siano dati in concessione dalla Città in comodato d’uso gratuito per 30 anni e siano destinati ad accogliere un polo di aggregazione multidisciplinare. Lo scopo è quello di insediare attività di didattica e di ricerca avanzata, nonchè collaborazioni scientifiche e tecnologiche tra gli atenei e con istituzioni pubbliche e private. Il modello di riferimento è quello della Cittadella Politecnica di corso Castelfidardo, dove ricercatori e universitari sono a stretto contatto con le imprese del settore biomedicale e farmaceutico e con le start The creation of two Masterplan concerning the area of exMOI had its starting point from the protocol signed by the Mayor of Turin Piero Fassino and the Deans of Turin University and the Polytechnic Gianmaria Ajani and Marco Gilli, together with the City Planning and Heritage council members Stefano Lo Russo and Gianguido Passoni. The agreement was signed on 14th June 2015. In it, the 18.000 sq.m. which currently host a forlorn and dilapidated structure should be granted to the City on free loan contract for 30 years to create a multidisciplinay meeting place. Its purpose would be to implement advanced didactics and research, scientific and technological cooperation between the universities and with public and private institutions. The reference model is that of the “Cittadella Politecnica” in Corso Castelfidardo, where university students and researchers work closely with start up companies and with biomedical and
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up. Parte dell’area sarà destinata ad ospitare anche un incubatore d’impresa dedicato alle aziende all’inizio della loro attività. Sulla base di queste premesse, i due Masterplan dovevano prevedere: • un’area didattica destinata ai corsi magistrali di Ingegneria Biomedica e Biotecnologie e al dottorato interateneo in Bioingegneria e Scienze Medico-Chirurgiche • un’area per gli uffici direzionali e gli uffici dei docenti • un incubatore d’impresa • un’area commerciale destinata al Torino Olympic Park • un’area museale destinata al Politecnico La differenza sostanziale tra i due Masterplan riguarda per lo più la scelta della dislocazione delle strutture sociali inserite a completamento del progetto di riuso, il cui obiettivo è stato quello di valorizzare non solo gli edifici storici, ma l’intero contesto. Il Masterplan A prevede la collocazione delle strutture ad uso della pharmaceutical industries. A part of this area will also host a business complex incubator for new companies. In this contest the two Masteplans have had to consider: • an area for Master Degree Courses in Biomedical Engineering and Biotechnology and for PHDs in Bioengineering and Medical Surgery Science • an area for the executive offices and teaching rooms • an incubator for new companies • a commercial area for Turin Olympic Park • a museum area for Turin Polytechnic The main difference between the two Masterplan mostly regards the different relocation of the social facilities that would complete the renovation project whose purpose is adding value not only to the historic buildings but also to the whole district. Masterplan A shows the relocation of the facilities used by the community along the railway, in order to create a sort of new
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comunità lungo i binari, in modo da creare una nuova quinta su via Zino Zini, riportandola alla sua vocazione originaria di strada urbana e a scorrimento medio-lento. Il Masterplan B prevede invece la concentrazione degli spazi sociali nell’area a nord-est degli ex Mercati Generali, al posto dell’attuale parcheggio. L’obiettivo è quello di creare una grande piazza che possa diventare un nuovo polo di attrazione, contribuendo a ridurre il congestionamento di piazza Galimberti. Inoltre si prevede la separazione delle due corsie di via Zino Zini per poter creare nello spazio interno un parco lineare. Data la varietà di temi, dalla questione a scala urbana di via Zino Zini, alla rifunzionalizzazione interna delle arcate, sono stati creati tre gruppi di lavoro al fine di approfondire allo stesso livello più aspetti possibili. Un primo gruppo si è concentrato sulla progettazione del nuovo edificio sociale, della piazza annessa e della risistemazione di piazza Galimberti; il secondo team si è occupato della riprogettazione backdrop of via Zino Zini which was originally a slow-moving traffic urban street. Masterplan B shows how to concentrate those social facilities northeast of the ex-Wholesale Market replacing a car park which is bound to become a big square. It will be a new centre for social life and it will avoid congestion in Piazza Galimberti. The two lanes in via Zino Zini will be distanced and a new linear park will be created between them. Since this Masterplan involves a series of problems (inner refunctionalization of the arches, redesigning of via Zino Zini), we have created three working groups to analyze the different aspects. The first group has focused on the planning of a new social building adjoining a square and on the redevelopment of Piazza Galimberti; the second group has worked on the redesigning of via Zino Zini and on the inner development plans of the MOI; the third one has planned a different inner reorganization of the Market.
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Fig.96_Divisione dei gruppi di lavoro Masterplan B
relativi al
di via Zino Zini e della sistemazione interna del MOI, mentre l’ultimo ha proposto una variante della ristrutturazione interna dei Mercati.
Fig.97_Masterplan B (Pagina seguente) Fig.96_Group division for Masterplan B Fig.97_Masterplan B (Following page)
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4.3. Funzioni Masterplan 4.3. Masterplan functions
A partire dalle indicazioni fornite dalle due università, si è deciso di collocare all’interno degli ex MOI l’area destinata alla ricerca e alla didattica, poiché le arcate dei mercati si prestavano meglio a ospitare funzioni che necessitavano di ampi spazi aperti. Le due arcate più ampie a nord-est sono state lasciate libere per permettere una maggiore permeabilità attraverso il complesso, creando un collegamento diretto con l’edificio sociale; quest’ultimo sorge nel lotto di terreno di proprietà della GEFIM, una società operativa nel settore edilizio torinese. L’obiettivo principale di questa nuova costruzione è l’inclusione sociale; proprio da questo concetto deriva la forma dell’edificio, che si sviluppa su due dei quattro lati della piazza, quasi a volerla abbracciare nel suo complesso. Poiché la piazza è stata progettata su più livelli, la struttura risulta essere in alcune parti interrata, in altre raggiunge invece tre piani fuori terra. Molteplici funzioni sono ospitate all’interno di questo nuovo edificio a Starting from the information we were given, the whole area intended for didactics and research has been placed inside the exMOI, as the market arches are more suitable to host events which need large open spaces. The two larger north-east arches are free in order to create a direct link with the social building which stands on ground belonging to GEFIM, which is a well- known company based in Turin that develops residential and commercial properties. The main purpose of this new building is social inclusion: this explains the shape developing on two of the four sides of the square. Since the square has been planned on differnt levels, the building is partially underground; in some of its parts it has three floors above ground level. This building can be used for many purposes: dancing courses, activities for the elderly, children’s workshops, coffee bars and restaurants.
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vocazione sociale, quali corsi di danza, corsi per anziani, laboratori per bambini, bar e ristoranti. Nell’angolo a nord-est della piazza è stato inserito l’ingresso al Museo del Politecnico, collocato nel sottostante rifugio antiaereo. Piazza Galimberti invece è stata ripensata in seguito alle nuove funzioni collocate nell’edificio sociale e nel parco lineare, al fine di evitare una sorta di “competizione” tra le tre aree. La piazza, essendo la zona più protetta dal traffico veicolare, è stata destinata interamente al gioco. Le diverse attività sono state collocate il più possibile verso il centro, al fine di preservare gli alberi esistenti e la vista che inquadra l’arco dietro il MOI. Infine, grazie alla separazione delle due corsie, è stato realizzato un nuovo parco lineare in corrispondenza di via Zino Zini.
In the north-east corner of the square we can find the entrance of the Polytechnic Museum, located in a fomer undeground anti-raid shelter. Piazza Galimberti has been planned following the functions both of the social building and the linear park, in order to avoid a sort of “competition” among the different spaces. The square has been turned into an outdoor recreational area with less traffic; everything is located mostly in the centre to protect the existing trees and the view through the arch behind MOI. Finally, a new linear park has been designed for where via Zino Zini is now.
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Fig.98_Funzioni Masterplan B Fig.98_Masterplan B functions
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Fig.99_Vista a volo d’uccello Fig.100_Vista da piazza Galimberti (Pagine seguenti) Fig.101_Sezione Masterplan Fig.102_Vista del parco lineare (Pagine seguenti) Fig.99_Bird’s-eye view Fig.100_Masterplan section Fig.101_View from piazza Galimberti (Following pages) Fig.102_View of the linear park (Following pages)
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4.4. Parco lineare
4.4. Linear park
Fig.103_Vista via Zino Zini Fig.103_View of via Zino Zini
Come detto precedentemente, via Zino Zini rappresenta la continuazione ideale dell’asse della Spina Centrale e costituisce un’alternativa a corso Unione Sovietica. Nata come strada urbana, la mancanza di un fronte edificato e la cesura creata dai binari della ferrovia, la rendono una strada a scorrimento veloce, nonostante le rotatorie inserite per rallentare il traffico veicolare. La sezione stradale risulta costituita da marciapiedi di larghezza compresa tra 1.50 e 4 metri, da una pista ciclabile larga 2.5 metri lungo il lato destro e da due strade a doppia corsia per ogni senso di marcia. A partire dallo studio della struttura di via Zino Zini, sono state analizzate e confrontate altre quattro sezioni stradali ritenute significative: • l’autopista del Maresme (Barcellona), una delle più importanti strade a scorrimento veloce della Catalogna, dotata di numerose aree verdi lungo il suo sviluppo As mentioned above, via Zino Zini is an ideal extension of Turin Spina Centrale and a possible alternative to Corso Unione Sovietica. It was originally an urban street without any buildings showing a sort of break represented by the railway. Nowadays it is an expressway in spite of the roundabouts which should slow down the traffic. The road section consists of 1.5 m. to 4 m. wide pavements, a 2.5 m. wide cycling path along the right side and two double-lane roads for each direction. Three different road sections have been examined: • the Maresme Highway in Barcelona, one of the most important Catalan green expressways partially covered by parks • the Rambla de Badal in Barcelona, a typical Spanish Rambla with a pedestrian path and lively commercial activities on both sides • O’Connell Street situated in the centre of Dublin; this street was rebuilt in the early 20th century following the damage caused by the
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VIA ZINO ZINI Turin_Italy It is an idel continuation of Spina Centrale and it is an alternative to corso Unione Sovietica, one of the most important road links in the city centre
AUTOPISTA DEL MARESME Barcelona_Spain It is a primary highway in Catalonia, which runs between Montgat and Tordera. It was built in 2004 by merging three sections of the existing “autopistas”
RAMBLA DE BADAL Barcelona_Spain It is in the distric of Sants- Badal and runs above Ronda del Mig, joining Les Corts and Diagonal Avenue with “Plaza Cerdá” and Gran Via
O’CONNEL STREET Dublin_Ireland It is in the heart of Dublin and it is part of a huge thoroughfare created in the 18th Century that runs through the centre of the capital
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• la Rambla de Badal (Barcellona), che incarna i principi tipici della rambla spagnola, essendo caratterizzata da un percorso pedonale vivacizzato dalla presenza di attività commerciali su entrambi i fronti • O’ Connel Street (Dublino), che fu ricostruita agli inizi del Novecento dopo essere stata profondamente danneggiata durante la lotta per l’indipendenza irlandese e la guerra civile Confrontando le varie sezioni stradali si può notare come la caratteristica principale consista nella presenza di una vasta area pedonale, larga circa 48 metri, che separa le due corsie destinate al traffico veicolare. Di conseguenza il Masterplan ha previsto la separazione delle due corsie di via Zino Zini e l’inserimento nel mezzo di un nuovo parco lineare; quest’area permetterà di creare una nuova quinta alla struttura del MOI, proteggendola dai binari e allo stesso tempo migliorandone la qualità. Il parco, rinominato To.Move, ha l’ambizione di diventare una country’s fight for independence and during the civil war After comparing the different road sections, one of the main features seems to be a remarkable pedestrian area about 48 metres wide which separates the two lanes. Following the above mentioned “Ramblas”, we have distanced the two lanes in via Zino Zini and placed a linear park between them. This area will allow the creation of a new backdrop for MOI and it will protect it from the railway giving it a better quality. The park, renamed To.Move, aims to become a big open air gymnasium to promote sport and where people will be able to do free physical activities. In fact we have planned a series of platforms for the different types of activities: a kids’ corner, a skating park, an equipped area for sports, also combat sports, martial arts and an area for gentle physical exercises. Finally the existing Olympic Footbridge branches out into two different flight of steps leading down to the green area or descending
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Fig.104_Parco lineare To.Move (Pagina seguente) Fig.104_To.Move linear park (Following page)
palestra all’aria aperta dove sarà possibile svolgere gratuitamente una grande varietà di attività sportive. Per questo motivo nel parco è possibile trovare una serie di piattaforme destinate al gioco per i bambini, alla ginnastica dolce, alle arti marziali, agli sport da combattimento, oltre che un’area equipaggiata con attrezzature sportive e uno skate park. Inoltre sono stati aggiunti due nuovi punti di discesa dalla Passerella Olimpica costituiti da due scale che permettono di scendere al parco e raggiungere gli edifici dell’ex-MOI. Infine, per proteggere il parco dall’inquinamento acustico provocato dal passaggio dei treni, è stata creata una fascia verde di rispetto tra la seconda corsia di via Zino Zini e i binari della linea ferroviaria.
to the MOI. In order to protect the park from acoustic pollution due to trains we have planned a green area between the second lane of Via Zino Zini and the railway.
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5_Funzioni MOI 5.1. 5.2. 5.3. 5.4.
Funzioni generali Area didattica Incubatore e caffetteria Nuovo edificio
5_MOI Functions
5.1. 5.2. 5.3. 5.4.
General functions Didactic area Incubator & Cafeteria New building
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5.1. Funzioni generali
5.1. General functions
Fig.105_Funzioni Moi Fig.106_Pianta piano terra (Pagina seguente) Fig.105_Moi functions
Come detto precedentemente, il progetto per l’area dei Mercati Generali prevede la realizzazione di un polo di ricerca multidisciplinare nell’ambito dell’ingegneria biomedica. Per tale motivo si è scelto di collocare nell’ala verso l’edificio sociale le funzioni didattiche quali aule e laboratori, accomunate da alcune regole compositive dettate da questioni di sicurezza e di organizzazione, per un totale di circa 10.700 m2. L’ala opposta invece, che si trova in prossimità del confine con le palazzine dell’ex Villaggio Olimpico e che ha la medesima estensione, ospita l’incubatore per le start-up. Al centro, nell’edificio soprannominato “Aereoplano”, è stata collocata una caffetteria di circa 1.800 m2 destinata a svolgere anche funzione di mensa; grazie alla sua posizione strategica, potrà essere utilizzata sia dai fruitori dell’incubatore sia da quelli dell’area didattica. Infine, negli edifici che si affacciano su via Giordano Bruno, sono stati collocati i negozi e gli spazi che rimarranno di pertinenza del CONI. As mentioned above, the project regarding the MOI area envisages the creation of a multidisciplinary research centre in Biomedical Engineering. That’s why the didactic facilities are located in the wing close to the social building, an area covering about 10.700 sq.m. The opposite wing, which is close to the ex Olympic Village buildings, will house an incubator for the new startup companies. A cafeteria about 1.800 sq.m. wide will occupy the central building called “Aeroplane” and it will also serve as a canteen. Thanks to its strategic position it will be used both by the incubator users and by the people making use of the didactic area. Finally some shops and some CONI spaces will be situated in the buildings along via Giordano Bruno.
Fig.106_Ground floor plan (Following page)
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5.2. Area didattica
5.2. Didactic area
In mancanza di dati precisi riguardanti gli studenti e i docenti che verranno ospitati all’interno del MOI, utili per il dimensionamento delle aule e degli spazi, sono state condotte alcune ricerche basandosi sui dati degli iscritti nei precedenti anni accademici. In particolare, per quanto riguarda il Politecnico di Torino, sono stati considerati: • il Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Biomedica (3 anni): 340 iscritti nel 2014 • il Corso di laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica (2 anni): 340
Fig.107_Numero degli studenti, insegnanti e ricercatori registrati negli anni precedenti
Fig.107_The number of students, professors and researchers of previous years’ enrollments
Since there are no precise data concerning the students and the teachers who might be hosted inside the MOI, data which will be useful to size spaces and classrooms, we have based our study on the previous years’ enrollments. As regards the Polytechnic of Turin we have considered: • Bachelor of Science in Biomedical Engineering (3 years): 340 students in 2014 • Master of Science in Biomedical Engineering (2 years) : 340 in 2014. • PhD Program in Biomedical Engineering (5 positions available)
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Fig.108_Accordo Interateneo tra Politecnico e UniversitĂ degli studi Fig.109_Riferimenti considerati per la progettazione degli spazi
Fig.108_Intra-university cooperation between the Polytechnic and the University of Turin Fig.109_References used to design spaces
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iscritti nel 2014 • il Dottorato di Ricerca in Ingegneria Biomedica, con 5 posti disponibili Per l’Università degli Studi di Torino invece sono stati considerati: • il Corso di Laurea Triennale in Tecniche di Laboratorio Biomedico, che nel 2015 contava 37 iscritti al primo anno, 29 al secondo e 38 al terzo • il Corso di Laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche per un totale di 104 iscritti • il Dottorato Interateneo in collaborazione con il Politecnico, il cui obiettivo è quello di fornire un’alta formazione comune per ingegneri, biologi, medici, chirurghi e odontoiatri con 32 posti disponibili Tramite l’uso di manuali di progettazione sono state identificate quattro macro zone necessarie allo svolgimento dell’attività didattica e di ricerca: gli spazi educativi (aule, laboratori, aule studio e laboratori informatici), gli spazi amministrativi (uffici per docenti, As regards the University of Turin we have considered: • Bachelor of Science in Biomedical Laboratory Techniques: 37 students (first year), 29 students (second year), 38 students (third year) in 2015. • Master of Science in Medical Biotechnologies: 104 students in total. • PhD Intra-university in cooperation with the Polytechnic whose purpose is to provide a common high training for engineers, biologists, doctors, surgeons and dentists: 32 positions available. By using some university design handbooks we have located four macro areas necessary for all the didactic and the research activities: educational spaces (classrooms, laboratories, study halls and IT labs), administrative spaces (teachers’ rooms executive offices, school offices), additional spaces (meeting rooms, cafeterias, toilets) and finally halls, waiting rooms adn transit areas. The plans of the didactic area are in general very precise according
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Area Amministrativa Area Comune Area Didattica Laboratori Servizi Igienici Connessioni Percorsi interni
Administrative Area Common Area Teaching Area Laboratories Bathrooms Connections Internal paths
Fig.110_Funzioni e Percorsi Fig.110_ Functions and Connections
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uffici direzionali e segreterie), gli spazi addizionali (sale riunioni, caffetterie, servizi igienici) e infine gli spazi di connessione come hall di ingresso, zone di attesa e di transito. In generale le piante dell’area didattica risultano essere molto rigorose per questioni legate alle necessità delle funzioni che vi si svolgono all’interno, ma anche per questioni legate alla sicurezza e alle norme antincendio. L’ingresso principale è situato nell’arcata vuota di collegamento con l’edificio sociale, ma altri ingressi e uscite di sicurezza sono collocate sia esternamente verso la nuova piazza, sia internamente verso la corte. Da qui si ha accesso rispettivamente ad un piccolo bar, ad un’aula computer, ad una delle sale studio, a una zona amministrativa comprendente le segreterie didattiche e all’aula magna. Lungo il corridoio centrale sono state collocate le aule che hanno una forma rettangolare e sono sviluppate a gradoni per permettere una migliore visuale sia dai posti laterali che da quelli sul fondo. to its different functions and because of fire regulations and safety problems. The main entrance is the empty arch leading to the social building but there are other entrances and emergency exits both outside to the new square and inside to the yard. From here you have access to a small coffee bar, a computer room, a study hall, some school offices and an auditorium. Along the central corridor we can find rectangular shaped terrace classrooms which allow a better view both from the side seats and the ones at the back. Volume varies with size: the 6 different types of classrooms can contain from a minimum of 70 people (85 sq.m. room) to a maximum of 238 people (370 sq.m. room). As for the size of the laboratories we have referred to the current labs of the Polytechnic where a biomedical activity as LED is carried out. We have designed three types of labs: a 90 sq.m. wide room with 12 workstations, a 110 sq.m. room with 16 workstations and a
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Fig.111_Pianta piano terra Fig.112_Pianta primo piano (Pagina seguente) Fig.113_Pianta secondo piano (Pagina seguente)
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Fig.111_Ground floor plan Fig.112_First floor plan (Following page) Fig.113_Second floor plan (Following page)
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La capienza varia a seconda della dimensione: le sei tipologie di aule possono contenere da un minimo di 70 persone (l’aula da 85 m2) fino a un massimo di 238 per le aule da 370 m2. Per quanto riguarda il dimensionamento dei laboratori sono stati presi come riferimento gli attuali laboratori del Politecnico, come ad esempio il LED, in cui si svolgono attività attinenti all’ambito biomedico; sulla base di questo modello sono state progettate tre tipologie, una da 90 m2 con 12 postazioni, una da 110 m2 con 16 postazioni e infine una da 220 m2 con 44 postazioni. 220 sq.m. one with 44 workstations. As for the research labs we have referred to DISAT Bioengineering Laboratory (Applied Science and Technology Department), LISISN (Laboratory for Engineering of the Neuromuscular System) and BIOLAB (biomedical equipment design and development of algorithms in data and signals and medical image processing). The last arch is the largest and we have made the most of it. We took some classrooms of the Dutch University Tu/e as a model and created a mezzanine which allows to better organize the division of spaces: an isolated silent classroom on the upper mezzanine and
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Per i laboratori di ricerca, invece, sono stati presi come riferimento il laboratorio di bioingegneria del DISAT (Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia), il LISIN, (Laboratorio di Ingegneria del Sistema Neuromuscolare) e infine il BIOLAB, dedicato alla progettazione di strumentazione biomedica e allo sviluppo di algoritmi per dati, segnali e processi di medical image. L’ultima arcata, avendo dimensioni maggiori, è stata utilizzata sfruttando tutta la sua altezza; in particolar modo è stata realizzato, su ispirazione delle aule studio dell’Università olandese Tu/e,
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a study hall where people can speak aloud on the lower one. From this arch you can enter the new arched structure which has replaced the former metal structures where the press offices were situated during the Olympic Games. This new linear building houses both the teachers’ rooms and a coffee bar with a gallery overlooking the inner arch.
Fig.114_Sezione AA Fig.114_Section AA
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Fig.115_Sezione prospettica dell’arcata contenente gli uffici dei docenti
Fig.116_Sezione prospettica dell’arcata contenente il soppalco del bar e le aule studio
(Pagina seguente) Fig.117_Vista interna di un’arcata (Pagina seguente)
un soppalco per ospitare nella parte sottostante un’aula studio silenziosa, chiusa ed isolata, e nella parte rialzata un’aula studio aperta in cui è possibile parlare ad alta voce. Da quest’ultima arcata è possibile inoltre accedere alla nuova struttura ad arconi che ha sostituito le precedenti costruzioni metalliche che ospitavano gli uffici stampa durante le Olimpiadi. Questo nuovo edificio lineare ospita in parte gli uffici dei docenti e in parte un bar, dotato di soppalco con affaccio sull’arcata interna.
Fig.115_Perspective section of the arch with the teachers’ offices
Fig.116_Perspective section of the arch with the coffee bar gallery and the study hall
(Following page) Fig.117_Internal view of an arcade (Following page)
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5.3. Incubatore & Caffetteria 5.3. Incubator & Cafeteria
L’ala sinistra degli ex Mercati Generali è stata in parte destinata ai laboratori di ricerca e in parte ad incubatore d’impresa, ovvero un luogo in cui un’idea imprenditoriale viene supportata per essere indirizzata velocemente ad un mercato di potenziali finanziatori. Tale meccanismo permette soprattutto ai giovani imprenditori di trasformare le loro idee in realtà grazie alla collaborazione con esperti e ad una più facile reperibilità di risorse finanziarie. Dopo una prima fase di incubazione e dopo aver selezionato gli investitori, le nuove start up possono cominciare ad affacciarsi al mercato iniziando a vendere e sponsorizzare il proprio prodotto. Gli incubatori differiscono fra di loro a seconda dei servizi erogati, della struttura amministrativa e del tipo di clientela che vogliono soddisfare, ma l’inserimento di una star up all’interno di un programma di questo tipo ne aumenta le probabilità sia di lanciare il prodotto sul mercato sia di rimanere attivi e competitivi. The left wing of the ex-Vegetable and Fruit Market is intended for research labs and a business incubator, a place designed to accelerate the growth and success of entrepreneurial companies through an array of business support resources. This workplace allows the nurture of young startup companies thanks to the cooperation with experts and easier availability of financial resources. After a first period of incubation and after selecting possible investors, new startup companies can start to operate on the market by selling and promoting their product. Incubators differ radically according to the services provided, their administrative structure and their range of customers. For an early stage startup company an incubator program increases its chances of launching a product on the market and being competitive. There are two main figures in a business incubator: “Venture Capitalists”, who provide capital to startup ventures or support small companies because they can earn a massive return on their
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Due sono le figure in gioco all’interno di un incubatore: i “Venture capitalist”, cioè i soggetti che accettano di investire nel capitale di rischio di una start up poiché si aspettano un aumento del valore di quel capitale nel tempo, e i “Business angels”, investitori che dispongono di un cospicuo patrimonio e di una spiccata inclinazione all’imprenditorialità per investire nel capitale di rischio di piccole start up. Questa ala degli ex-Mercati Generali è stata progettata secondo il modello del Coworking che si presenta come uno modello lavorativo basato sulla condivisione dell’ambiente di lavoro, mantenendo allo stesso tempo un’attività indipendente. Questo modello ben si adatta a nuove piccole imprese che necessitano di mantenere contenuti i costi di affitto degli spazi e che hanno bisogno di una certa flessibilità negli spazi e negli orari di lavoro. Nato negli Stati Uniti circa dieci anni fa, il Coworking deve il suo successo ad un’economia di innovazione che sempre più si basa investments and “Business Angels”, investors who generally operate alone or in small groups and provide starting or growth capital in promising ventures. This wing of the ex-Vegetable and Fruit Market has been designed following the Coworking model, a style of work that involves a shared working environment and an independent business activity. This model is suitable for small companies that cannot afford high rental costs and need space and time flexibility. It started in the US about ten years ago and it has been successful thanks to its economy of innovation based on cooperation. Unlike the classrooms, the simple shape of the incubator aims to create as emptier a space as possible where people can easily share communication and develop their ideas. Besides shared offices there are recreational and relax areas, a gymnasium and a kitchen the employees can use whenever they want to.
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Fig.118_Il Coworking in Italia Fig.118_Coworking in Italyt
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su processi collaborativi. Diversamente da quanto è stato proposto per le aule, in quest’ala la conformazione spaziale cerca di creare il più possibile uno spazio libero in cui la comunicazione e lo sviluppo delle idee possano essere supportati da ampi spazi di condivisione. Si possono dunque trovare oltre ad uffici condivisi, aree relax (break point), spazi per il tempo libero ed una palestra; è stata prevista anche una cucina comune alla quale tutti i lavoratori possono accedere in qualsiasi momento della giornata. Come per l’area didattica, il nuovo fronte edificato lungo via Zino Zini ospita un bar e alcuni uffici. La pavimentazione colorata e l’uso di materiali alternativi contribuiscono all’idea di creare uno spazio aperto e molto permeabile, che può essere fruito liberamente in tutte le sue parti. Infine nell’edificio centrale dell’area è stata collocata una caffetteria che svolge anche funzione di mensa, posta in posizione strategica per poter fornire un servizio sia ai fruitori dell’ incubatore sai a quelli dell’area didattica. Tutti i locali di sevizio, come cucina, dispense e servizi igienici, sono stati collocati nella parte centrale per sfruttare
Area Amministrativa Area Comune Incubatore Laboratori Servizi Igienici Connessioni Percorsi interni
Administrative Area Common Area Incubator
As in the didactic area, the new buildings along via Zino Zini house a bar and some of the offices. A coloured paving and the use of some alternative materials aim to create an open space where people can easily move around.
Laboratories Bathrooms Connections Internal paths
Fig.119_Funzioni e Percorsi Fig.119_Functions and Connections
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Fig.120_Pianta Piano terra Fig.121_Pianta primo piano (Pagina seguente) Fig.122_Sezione prospettica soppalchi
(Pagina seguente) Fig.123_Sezione prospettica del break point
(Pagina seguente) Fig.124_Vista interna (Pagina seguente)
0
5
15 20 m
Fig.120_Ground Floor Plan Fig.121_First Floor Plan (Following page) Fig.122_Perspective section of the mezzanines
(Following page) Fig.123_Perspective section of the break point
(Following page) Fig.124_Internal view (Following page)
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alcuni degli impianti preesistenti, prestando inoltre attenzione a lasciare alcuni passaggi liberi per i fornitori e per lo smaltimento dei rifiuti; inoltre, l’aver collocato questi locali verso il centro, permette di avere piÚ spazio libero per i tavoli, che sono stati distribuiti in corrispondenza delle grandi vetrate della facciata.
Fig.125_Pianta piano terra della caffetteria
Fig.126_Vista interna della caffetteria (Pagina seguente) Fig.127_Vista interna della caffetteria (Pagina seguente)
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A cafeteria is situated in the central building of this area; it also serves as a canteen, in fact, thanks to its strategic position, it can be used both by the incubator users and the people making use of the didactic area. Kitchens, pantries and restrooms are in the centre in order to use pre-existing electrical and plumbing systems, leaving some free passages to suppliers and waste disposal. In this way we can have more space for the tables which should be positioned where the big glass façade panels are.
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2
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8m
Fig.125_Ground floor plan of the cafeteria
Fig.126_Internal view of the cafeteria (Following page) Fig.127_Internal view of the cafeteria (Following page)
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Fig. 128_Vista complessiva del progetto
Fig. 128_Overall view of the project
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5.4. Nuovo edificio
5.4. New building
L’approfondimento progettuale prevede la progettazione di una nuova facciata lungo via Zino Zini al fine di promuovere lo sviluppo di questo lato degli ex Mercati Generali, rimasto a lungo isolato e abbandonato a se stesso a causa del traffico e della presena della ferrovia. Ad oggi tale facciata è costituita da una serie di corpi di fabbrica continui ad un piano fuori terra, costruiti ex-novo in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Essi si sviluppano per un totale di 1.076 m2 e hanno un’altezza di 4,5 m; la loro peculiarità è quella di fungere da contrafforti agli edifici collocati a nord del MOI, grazie a portici metallici integrati nel volume della costruzione, al fine di riprendere le spinte orizzontali degli archi dovute ad alcune demolizioni. L’involucro è realizzato in blocchi di cemento armato con isolante termico sul lato interno. Il prospetto si basa su una serie di sporgenze di questi volumi creando, insieme alle strutture in cemento armato The key aim of this study is to design a new façade along via Zino Zini in order to develop this side of the former Wholesale Market which has been isolated and abandoned for many years because of the traffic and the presence of the railway. Nowadays this façade consists of a series of one-storey buildings above ground that were built from scratch for the 2006 Winter Olympic Games. They occupy 1.076 sq.m. and are 4.5 metres high and they are sort of buttresses or supports for the buildings north of the MOI thanks to a metal colonnade integrated in their volume. The building encasement is in reinforced concrete with thermal insulation layers inside; the new façade of the buildings has some ledges which create a “box” effect together with the reinforced concrete structures in the north. The façade cladding consists of an industrial metal grid placed on a metal frame made up of tubes secured to the walls which continues leaning on concrete cubes.
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Fig.129_Schizzo della struttura posta Zino Zini
lungo la facciata su via
Fig.129_Sketch of the building along the front on via Zino Zini
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poste a nord, un effetto “scatola”. Il rivestimento di facciata è costituito da una lamiera di tipo industriale posata su un’ossatura metallica in tubi ancorati ai muri e che prosegue anche in copertura poggiandosi su dei cubi di cemento. L’idea progettuale è quella di realizzare un nuovo edificio lineare che si ancori nel modo meno invasivo possibile alla struttura esistente dei Mercati Generali, tramite una serie di arconi che riprendono la scansione interna delle arcate. Questi elementi svolgono diverse funzioni: in primo luogo servono
Fig.130_Edifici lungo via Zino Zini Fig.130_Buildings along via Zino Zini
The new arches support the attic (made higher to create a covered portico) and protect the long glass façade from solar radiation. From the building, thanks to large window frames, you have a lovely view over the hills beyond the Lingotto complex. Both the wings of the Wholesale Market have the same functions: there is a bar with a mezzanine level inside the colonnade of the existing structure (the series of arches have been turned into small sitting areas). Part of this building houses the teachers’ rooms and the startup companies offices. To enter it, you can go up two flights of stairs at the end of the
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per sostenere il solaio che è stato rialzato al fine di creare un passaggio coperto porticato e allo stesso tempo hanno la funzione di proteggere dalla radiazione solare la facciata in vetro che si sviluppa per tutta la lunghezza della struttura esistente. All’interno dell’edificio, grazie all’inserimento di grandi infissi, è possibile godere di un’ottima vista su tutta la collina torinese che si sviluppa oltre il complesso commerciale del Lingotto. In entrambe le ali degli ex Mercati è collocato un bar provvisto di soppalco che si sviluppa anche all’interno delle arcate della struttura esistente; questa parte di soppalco sfrutta la scansione degli archi per creare delle piccole aree relax che garantiscono una certa privacy l’una dall’altra. Un’altra porzione dell’edificio è invece destinata agli uffici dei professori nell’ala didattica e agli uffici per le start up nell’ala opposta. L’accesso può essere effettuato dall’esterno tramite due corpi scala posti alle estremità del portico, ma anche dall’interno con un terzo colonnade or go in through a srair leading to the coffee bar. This stair can be closed so that the bar can stay open even after the reseacrh centre closing time. We have secured the new linear building to the existing structure by using metal slabs and chemical dowels. The load bearing structure is made up of a big metal arch secured to the roof of the MOI. The roof is made by HEA steel profile structure and by an insulated corrugated decking, covered by seam metal roofing panels; we have chosen the Rheinzink® coating system because it is suitable for curved surfaces. The joining process is called “double-seaming”: the slabs are placed side by side lengthways and joined together by hand or by electric seamers. This process consists of a series of slabs and tabs placed on a wooden support. They can be easily attached and taken away to allow maintenance at any time.
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vano scala che conduce direttamente al bar e che può essere chiuso permettendo di tenere aperta la caffetteria indipendentemente dall’orario di chiusura del centro di ricerca. Per quanto riguarda la struttura, si è cercato di ancorare il nuovo edificio lineare alla struttura esistente nel modo meno invasivo possibile e ciò è stato possibile attraverso l’uso di piastre metalliche e tasselli chimici. La struttura portante è formata da arconi costituiti da profili metallici HEA modellati su misura che si ancorano in corrispondenza della copertura dei MOI; il pacchetto tecnologico, costituito da un solaio in acciaio opportunamente isolato, è stato collocato nello spessore della trave e poi rivestito attraverso il sistema promosso dalla ditta Rheinzink®, scelto in quanto permette di rivestire agevolmente anche geometrie curve. Il principio di giunzione è detto “aggraffatura doppia”, in quanto le lastre sono affiancate longitudinalmente e giuntate manualmente o mediante apposite macchine aggraffatrici elettriche. The first floor is set 3 metres off the ground. It has been made higher to create a covered walkway and it is secured to the metal arches on one side and to the existing structure on the other side. The internal partitions are made by using metal frames supporting the acoustic insulation panels and properly treated on both surfaces.
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Questa tecnologia si compone di una serie di lastre e di linguette che poggiano su un elemento di supporto in legno, e risultano essere facilmente applicabili e rimovibili per garantire un’agevole manutenzione in qualsiasi momento. A tre metri da terra si trova il solaio del primo piano del nuovo edificio, rialzato appositamente per creare un passaggio pedonale coperto e ancorato da un lato agli arconi metallici e dall’altro alla struttura esistente. I tramezzi interni, opportunamente trattati su entrambe le superfici, sono realizzati tramite l’uso di orditure metalliche che fungono da sostegno per pannelli isolanti acustici.
Fig.131_Edifici lungo via Zino Zini Fig.132_Dettaglio del rivestimento metallico della facciata
Fig.133_Dettaglio 1:50 della nuova struttura
(Pagina seguente) Fig.131_Buildings along Zino Zini street
Fig.132_Detail of the metal coating system of the façade
Fig.133_Detail 1:50 of the new structure
(Following page)
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2.70 m 2.40 m
5.54 m
A
A
3.00 m
3.00 m
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A
A
SOLAIO DI COPERTURA
1_Lastra aggraffata tipo Rheinzink® sp. 2 cm 2_Elemento di supporto in legno sp.3 cm
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3_Connettore tipo Tecnaria® 4_Lamiera grecata sp. 5 cm 5_Travi secondarie in acciaio HEA 280 6_Travi principali in acciaio HEA 360 7_Isolante in lana di roccia sp. 14 cm 8_Intonaco sp. 1,5 cm 9_Profilo metallico a C per ancorare la nuova struttura a quella esistente
SOPPALCO
1_Pavimento in legno sp. 2 cm 2_Getto in c.a. sp. 7 cm 3_Connettore tipo Tecnaria® 4_Lamiera grecata sp. 5 cm 5_Travi secondarie in acciaio HEA 180 6_Travi principali in acciaio HEA 200 7_Intonaco sp. 1,5cm 8_Piastra di supporto per ancoraggio all’esistente tramite tasselli chimici 9_Struttura esistente
1
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3
4
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6 7
8
9
SOLAIO INTERPIANO
1_Pavimento in legno sp. 2 cm 2_Getto in c.a. sp. 6 cm 3_Isolante in lana di roccia sp. 10 cm 4_Getto in c.a. sp. 7 cm + Connettori 5_Lamiera grecata sp. 5 cm 6_Travi secondarie in acciaio HEA 180 7_Profilo a C di connessione 8_Intonaco sp. 1,5cm
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B
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Fig.134_Modello 3d del nuovo edificio
(Pagina precedente) Fig.135_Dettaglio 3d di un’arcata (Pagina precedente) Fig.136_Dettaglio 3d della nuova struttura (A)
A_ROOF DETAIL
Fig.134_3d model of the new
1_Seam metal roofing panels
building
(RheinzinkÂŽ) 2 cm 2_Support wood member 3 cm 3_Corrugated decking 5 cm 4_HEA 360 steel profile structure 5_HEA 280 steel profile structure 6_Rock wool insulation 14 cm 7_Plaster 1,5 cm
(Previous page) Fig.135_3d detail of an arcade (Previous page) Fig.136_3d detail of the new structure (A)
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1
1
Fig.137_Dettaglio 3d della nuova (B)
struttura
Fig.137_3d detail of the new (B)
structure
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B_MEZZANINE
B_INTERMEDIATE FLOOR
1_Wood floor 2 cm 2_Reinforced concrete 7 cm
1_Wood floor sp. 2 cm 2_Reinforced concrete 6 cm 3_Rock wool insulation10 cm 4_Reinforced concrete 7 cm + Connectors 5_Corrugated decking 5 cm 6_HEA 180 steel profile structure 7_C-shaped beam for connexion 8_Plaster 1,5 cm
3_Connector (TecnariaÂŽ) 4_Corrugated decking 5 cm 5_HEA 200 steel profile structure 6_HEA 180 steel profile structure 7_Plaster 1,5 cm 8_Anchor bolt plate 9_Existing structure
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Conclusioni
Conclusions
Conclusioni Conclusions
Questa tesi, realizzata nell’ambito del progetto Joint Studio 2016 Polito-Tsinghua, nasce in occasione dei festeggiamenti per il decennale dei Giochi Olimpici di Torino 2006 e delle future Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. L’obiettivo del tavolo tecnico-istituzionale allestito per l’occasione, era stato quello di sollecitare la collaborazione tra i due eventi olimpici, mettendone in luce i punti di forza organizzativi e al contempo evidenziando le carenze sorte a distanza di anni. Uno dei temi alla base di questa tesi è legato all’esigenza di identificare una nuova destinazione d’uso per tutto quel patrimonio olimpico che, a dieci anni dalla fine dei Giochi, ancora non ha trovato una sua identità. La pista da bob di Cesana e l’area del Villaggio Olimpico e Media di Torino sono solo alcuni degli esempi più eclatanti dei cosiddetti “elefanti bianchi”, grandi infrastrutture costruite in occasione dei Giochi Olimpici e condannate all’abbandono o al sottoutilizzo subito The idea for this master’s thesis was born in connection with Polito-Tsinghua Joint Studio Project 2016 when they celebrated the tenth anniversary of Turin Winter Olympic Games and next Winter Olympics in Beijing in 2022. The purpose of the technical-institutional committee was to call for cooperation between the two Olympic events, focusing on their real organizing strenghts and at the same time on their weaknesses. One of the main themes of this thesis is the need of revitalizing all the Olympic venues that have been abandoned or rarely used over a decade after the Games. The bobsleigh track in Cesana and the Olympic and Media Villages in Turin are only two of the most striking examples of “white elephants”, big infrastructures built for the Winter Games but then neglected and unused after the closing ceremony. As for the ex-MOI area, the Olympics were a great opportunity to make it work again after many years, allowing the people living there
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dopo la cerimonia di chiusura. Per quanto riguarda l’area degli ex-MOI, le Olimpiadi rappresentarono una grande occasione per riportala in funzione dopo anni dalla sua chiusura, permettendo così agli abitanti di riscoprire una parte di città importante dal punto di vista sia storico sia strategico. In generale, per i paesi ospitanti, i Giochi Olimpici sono diventati uno strumento per conquistare un ruolo di primo piano sulla scena internazionale e, come nel caso di Torino, promuovere la rigenerazione urbana ed economica e il turismo. Attraverso il confronto con altri casi studio quali Vancouver 2010 e Sochi 2014, è possibile comprendere come i rischi derivanti dall’organizzazione di un evento di tale portata, siano comuni a tutti e che di conseguenza sia necessaria una valutazione a priori di questi mega eventi. Le Olimpiadi di Sochi rappresentano un caso emblematico, poiché l’intera città fu completamente trasformata con l’intento di generare
Fig 138_Stato attuale dei Mercati Generali Fig.138_Current status of the former Wholesale Markets
to appreciate an important part of the city both from the historical and the strategic point of view. Many host sites have turned the Games to their advantage in order to have an international leading role. In Italy they helped make Turin a top tourist destination and promote urban regeneration and economic development. By comparing Vancouver 2010 and Sochi 2014 it was easy to understand the risks deriving from organizing such a big event. That’s why it is essential to evaluate these risks in advance. Sochi 2014 Winter Games are just typical, since the whole town was completely transformed in order to promote winter tourism in a place where it did not exist. This implied huge costs but, after the big sports event, the venues were immediately deserted and neglected. Vancouver, in spite of being a top ranked ski resort, is an example of how Olympic sites designing is complex, although there were some pre-existing structures which allowed to reduce costs. Careful
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un turismo invernale in una località che ne era completamente priva. Questo ha comportato un incremento esponenziale dei costi, che però non è riuscito a evitare, al termine dell’evento, l’abbandono immediato dei siti. Anche Vancouver, nonostante la sua vocazione come meta di turismo invernale, dimostra come la progettazione dei siti olimpici sia stata estremamente complessa, anche in presenza di strutture preesistenti che hanno permesso di contenere i costi di realizzazione. Dall’analisi comparata di questi casi studio, è evidente l’importanza di un’attenta programmazione dei Giochi Olimpici, a partire fin dalla scelta iniziale del sito, affinché la prospettiva di riuso delle strutture, al termine della manifestazione, sia valutata attentamente. Strutture flessibili, costruzioni sostenibili, restauri mirati, sono tutte possibili strategie da tenere in considerazione quando ci si accinge ad ospitare eventi di simili proporzioni.
planning is therefore crucial, starting from the choice of the venue. Then we need to take carefully into consideration the reusing of the structures once the Games are over. Flexible structures, sustainable buildings and better-focused restorations are all possible strategies which should be taken into account when hosting such great events.
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