kouros arte contemporanea
VITTORIO VANACORE
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VITTORIO VANACORE
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Vittorio Vanacore È’ nato ad Aversa nel 1966, risiede a Casaluce (CE). Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. E’ insegnante di discipline pittoriche al Liceo Artistico Statale di Santa Maria C. V. Nel 2003 fonda con il Genoino e Latino il gruppo "SFRATTO UNO" Mostre 1986 Maschenade 1987 collettiva S. Arpino 1989 Castello Mastrilli Cardito Napoli 1990 “ Natale dentro e fuori le mura” Napoli 1990 Sala antica fonte di Pejo Trento 1991 Maschio Angioino Napoli 1992 Isole /soli ISTITUT Francais de Naples “ Grenoble” 1993 “ Legami” Centro de Estudo Brasileiros Ambasciata del Brasile ROMA 1998 Palazzo Jonno Molinara “ Artisti in viaggio” Benevento 2004 Maschio Angioino “ sette artisti per Telethon” 2008 Galleria “ Il Labhirintho” Caserta 2009 Artesnova San Marcellino CE 2010 “Le Scarpe sono quelle delle bambole” libro serigrafico, Aradeo Lecce 2010 “ i Nuovi Angeli” Aversa 2010 “Sacra familia” Aversa 2010 “ PRINTMAKING” Aversa 2011 Solidarte Castel dell’Ovo, Napoli 2011 “Vernice Arcaica” Smalti d’autore, Kouros arte contemporanea, Aversa 2012 " Frammenti" Kouros arte contemporanea, Aversa 2012 "Regeneratione" Kouros arte contemporanea, Aversa 2012 le notti Rosa 1^ edizione Aversa
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2012 le notti Rosa 1^ edizione Aversa 2012 liceo artistico Statale 2012 cilento art 2012 sapore di Raku Dal manifesto della pittura sfrattata critiche Propone un composito scenario pittorico, nel quale capovolge continuamente la preferenze cromatiche, a testimonianza di uno spirito ribelle, teso a conoscere sempre nuove realtà, mosso da una vivace curiosità. Ha dato vita alla sua personale pittura, riuscendo a realizzare, ligio alla natura del suo temperamento, risultati di tracimante esuberanza usando particolarmente il colore giallo per dare corpo alle sue intuizioni pittoriche, contagiando con il suo irresistibile dinamismo l’osservatore delle sue tele che non può non cogliere la vitalità incontenibile di questo giovane artista che si manifesta nelle pennellate di esplosiva gioiosità dei suoi quadri e che pare tesa a sgretolare l’abulia imperante tra le ultime generazioni Andrea D’Agostino .....nel gioco delle compresenze che emergono, solo per necessità e casualità, nel tempospazio inventa colori per interpretare. novelle isole che si accendono sotto novelli soli. Egli investiga la materia che si evolve, che lievita su se stessa nell'alternanza di evidenza, come espressività, e latenza, come apparente fuga dall'esserci. Egli in un gioco di forte lirismo, tra gesto, fuga, istinto, rigore, ritmo, materia, segno, luci cromaticamente forti ed esasperate al diapason proprio dove la traccia è minima e il grumo loquace, cerca, oltre la coercizione, e chiede respiro. L'opera è lo spazio dell'accadimento, tutto può succedere, tutto si coniuga tra l'immateriale e l'intuizione degli scartia e delle esclusioni, anche apparenti, che però non si ritmano sul piano delle ordinate e delle ascisse tutte mentali, che prendono atto dall'esserci e della presenza, emersa-sommersa, proprio come isola e consapevole solo di misurarsi nel tempo del sole. ....... Angelo CALABRESE ...... Imposta le sue esplorazioni pittoriche, ponendo l'uomo al centro del suo interesse estetico, l'uomo protagonista principe della vita. "sviluppa gli interessi culturali, li integra con le altrui esperienze li sperimenta sulla tela, in un vortice cromatico che cattura l'attenzione per la variegata disposizione dei toni, apre spazi per le possibilità speculative, suggestiona per la scintillante messa a fuoco dei temi, capta gli spazi ottimali per le sue immagini. Ricorrono nella sua resa artistica, quasi sempre, figure umane, rappresentante l'ideale dell'homo faber, l'uomo artefice della realtà; tutto ciò senza arroganza, ma con determinazione e risolutezza. .... anche quando rinuncia alla figura umana, irradia le sue idee, le sue prospettive ideali con equilibrio magico dei colori, nella concezione che il consorzio umano si fondi sul rispetto della dignità dell'uomo. Andrea D'AGOSTINO
Dal Manifesto della Pittura Sfrattata Dal Manifesto della Pittura Sfrattata
estratti
L'Arte è la dimensione della coscienza attiva. L'Arte è il silenzio rispettoso ed assorto al cospetto della inconsapevole spersonalizzazione degli degli uomini, che fremono, si agitano, si affannano per cose che non risolvono i conflitti, ma li aggravano e rendono feticista il pensiero ed il desiderio. L'Arte è un movimento centripeto, simmetrico ad uno sguardo verso l'infinito: l'occhio che sfior a i margini dell'universo, vede il centro dell'io. La coscienza attiva individua punti di riferimento, ne verifica i percorsi, ne riconosce i tracciati; si sposta rapidamente su molte direttrici fino a maturare una sintesi dei luoghi ed una geografia degli affetti. Il desiderio della stasi è il naturale ripiegarsi del sentimento; il giudizio riposa dolcemente nella casa dell'io immobile; il recinto della vita è lo schermo delle fobie fluttuanti. Cosa provoca l'abbandono della regione delle malinconiche fantasie? Un congegno meccanico d'orologio sulla schiena di una rana muove inesorabilmente le coordinate di ogni essere; il tempo ed il luogo s'incrociano secondo matrici che compongono combinazioni sempre diverse. La migrazione durerà fino alla prossima illusione di stasi, fino ad una nuova sussultante sensazione d'equilibrio. Ma è troppo forte la scossa propulsiva. La volontà di andare è debole, forte è quella di restare; laa volontà di andare è forte, debole è quella di restare. Non ha importanza. Il congegno si muove di una tacca, e si ricompone il quadro delle caselle e degli ospiti assegnati; si riscrive l'elenco degli indirizzi, nessuno è rimasto dov'era. L'Arte è una porta spalancata, è un'avventura senza bussola, il ricordo di un luogo rassicurante, il sentimento del luogo che accoglie la richiesta d'asilo, è l'inevitabile distacco per nuove mete, per diversi programmi, per impreviste necessità. L'orologio scatta di un'altra tacca; cambia il concetta dell'arte. L'Arte è il muschio sulla lingua del critico, è l'ombrello dell'intelligenza antropologica, è la speranza laica non solo mitomodernistica, è un lento vagare lella terra delle fantasie fuggenti. L'Arte è lo SFRATTO che si verifica nelle interiorità e diviene viaggio verso l'io perduto.
Il 6 aprile 1520, venerdì santo un uomo si spegneva nella sua casa romana in via Giulia, in Roma, ed un dipinto veniva posto al capezzale del letto, suscitando nelle persone che intervenivano grande commozione. Raffaello, avido di delizie sessuali, aveva oltrepassato ogni prudente confine, ed una gran febbre l'aveva colto qualche giorno prima. Non aveva avuto la prudenza di raccontare ai medici l' eccesso che aveva compiuto, ed essi avevano fatto ricorso alla cura sbagliata, gli avevano cavato il sangue ritenendolo "accaldato", ed anzichè ritemprarlo delle fatiche sostenute, lo avevano dottamente debilitato, portandolo alla soglia fatale. Il quadro affiancato al grande artista esamine era l'ultimo, realizzato per il cardinale dè Medici, "La trasfigurazione", uno straordinario dipinto che tratta un tema iconografico non molto consueto fra quelli devozionali, l'assunzione del corpo di Cristo in cielo. Nella composizione compaiono ventisette figure, ma solo cinque fissano la figura leggera del Redentore, che si innalza tra Mosè ed Elia, da un'altura nella zona superiore del quadro, la più luminosa. La composizione è divisa in due registri; in quello inferiore predomina l'ombra cupa dalla quale emergono le figure esagitate degli apostoli e di qualche Isdraeliano o palestinese di quell'epoca. un ragazzo posseduto da un demone fissa con uno degli occhi sbarrati e resi strabici dalla sofferenza l'immagine sfolgorante di Gesù. Gli Apostoli ordinano all'anima immonda di lasciare lo sgraziato ragazzo (uno "sgraziato" dipinto da Raffaello: quanto dire! ) qualcosa di più urgente distoglie dall'ascensione i fedelissimi discepoli, che fissano lo stravolto sguardo del povero impossessato. IL dramma è estremo, quantunque contemporaneo al luminoso momento del distacco. La leggerezza soffusa dello spirito che annulla la gravità e l'onere della materia, contrapposta all'ansia dell'insicurezza per la
realtà dell'essere, che spinge alla realizzazione della virtù umana, per poi incappare poveramente in qualche disavventura post-umana. Un giorno di dicembre dell'anno 1999, Luca, caposcuola italiano del secolo ventesimo, scrisse nel laboratorio di Ciro Paolillo, pittore, su una parete che non potrà essere più imbiancata, la seguente frase: "LA LUCE COME PERCORSO" Questo manifesto si atterrà a tale indicazione.( continua)
Glossario arte sfrattata: Sfrattati : coscienti della precarietà e transitorietà di ogni stato dell'essere, gli sfrattati accettano e pervengono il momento traumatico del distacco, della perdita e lo trasformano in un elemento di arricchimento, in quanto le spinosità della vita temprano il carattere; la pratica positiva dello "sfratto" ( con ecumenica estensione del concetto fine-locativo) rende d isponibili alla mutazione e al libero flusso degli eventi, rispetto alla quale, flessibilità e adattabilità non escudono significative possibilità di influenza e orientamento. Spesso sono eccentrici ed imprevedibili; la loro vena bizzarra si associa ad una disponibilità trasgressiva per ogni forma di stramba vitalità. Il desiderio di libertà li allontana dalle stanze del potere. Amano il piacere disinteressato del gioco, che abbandonano se notano slealtà. Eretici : Gli eretici sono assolutamente convinti della propria interpretazione della realtà; pur di non rinnegare i principi dei quali si sentono persuasi, sono disposti (metaforicamente) al rogo; tendono ad una azione razionale ed incisiva, nell'illusione di poter predeterminare il corso degli eventi, di assoggettare il futuro ad un armonico disegno;vengono quasi sempre travolti dalla potenza dello "sfatto" , che non accettano e cercano di evitare e ricucire. Non amano il gioco spassionato, e se giocano mirano intensamente a vincere. Hanno carattere ferquentemente introverso e serioso. Rispettano le "strutture" e tendono a integrarsi, pur contestandolo, nel "sistema". Si danno un tono sfrattato per essere bene accetti. Quando le regole del gioco comianciano a non piacere si adoperano per bloccarlo. Sfrattati conseguenti: Gli sfrattati conseguenti cercano la libertà nella struttura, non sempre agevole, della realtà. Ritengono dispersiva un'azione non costruttiva ed organizzata, che non aspiri ad una formalizzazione "utile" e suscettibile di " conseguenze" . Sono indicati, da molti sfrattati, come eretici, incolpazione che ribaltano agli accusatori. (.......)
capitolo 8 Personaggi e Iconografie: (....) Il tenente Colombo - sfrattato. Cristoforo Colombo - sfrattato. Giuda Escariota eretico. Gesù di Nazaret - sfrattato. Arbitro Moreno - eretico. Luigi Castellano (LUCA) eretico. Nino Frassica - sfrattato. Ludovico da Tolosa - sfrattato. Giordano Bruno - eretico. Massimo Troisi - sfrattato. Paolo Acampa- sfrattata conseguente. Pacifisti anti global - s frattati. Alfonso Marquez - sfrattato. Achille Bonito Oliva - eretico. Fantozzi- sfrattato. La strage degli innocenti - eretica. Bin Laden - eretico. Il ratto delle sabine - sfrattato. Peppe Pappa - frattato conseguente. Il genoino - eretico. Miche Santoro - sfrattato conseguente. Mario Sardi - sfrattato. Pasquale Latino - eretico. Betty Bee - eretica. La rivoluzione napoletana del 1647 - sfrattata. Enrico Baj - sfrattato. Attilio Canale - sfrattato. Il doganiere Rosseau - sfrattato. Jean Jacques Rosseau - eretico. Mario Persico - eretico. Incoronazione
di carlo Magno, Napoleone, ecc. - eretica. Vittorio Vanacore - eretico. Artisti clandestini sfrattati. Dichiarazione dei diritti dell'uomo - sfrattata. Simon Mago - eretico.
(......) La documentazione del procedimento sfrattato di concepimento del dipinto, è essenziale per la identificazione del sentimento poetico dell'artista, che si evidenzia nella espressione pittorica e si estende ad un invisibile sfera di relazioni, che individuano un sistema di riferimenti psico-simbolici. l'artista è bene relazioni su personaggi e fatti dei quali è a conoscenza e che l'hanno in dotto a stabilire collegamenti simbolici .(........) (......) La necessità di aggiornare frequentemente le dislocazioni dei due elementi che costituiscono l'opere può risultare oneroso e fastidioso per il collezionista. Per adempiere alle incombenze di tale ufficio i collezionisti possono incaricare un critico, per esempio Hidraulicus, che manterrà costantemente contatti con tutti i soggetti interessati rilevando i dati necessari. (....)
5. - IL PITTORE SFRATTATO E LE CONSEGUENZE ANTROPOLOGICHE DEL SUO PROGETTO ARTISTICO Omissis 4. - CONDIZIONI SOCIO/CULTURALI ED INDIVIDUAZIONE DI CONSEGNATARI FAVOREVOLI AL GIOCO SFRATTATO Omissis 2. USO SIMBOLICO DELLA BANDA GABBIANA > L'estrazione della banda gabbiana dovrebbe essere effettuata con rituale sfrattato dall'autore del dipinto, alla presenza di un delegato ( antecedente o conseguente) e con la partecipazione delle figure classiche orbitanti o appartenenti al movimento "sfrattati", Hidraulicus, il Genoino, Fiore, Filosfrattorosso, O' Cocco, Galybee, ecc. E' altresì gradita la presenza di un'alta statura patafisica. - La banda gabbiana, non appena estromessa dal corpo del dipinto, ed una volta montata sul pannello standard, deve essere consegnata ad un "primo fruitore sorpreso" che ne terrà la custodia impegnandosi a varie cautele e assicurazioni. Il "primo fruitore sorpreso" è la figura individuata dal pittore sfrattato per la collocazione libera del frammento nel corpo sociale, in relazione ad un esperimento di "arte antropologica" concepito dallo stesso artista. Il "primo fruitore sorpreso" viene definito in questo modo perchè non può essere effettuato alcun accordo o comunicazione circa la consegna della banda gabbiana prima del completamento della pala eretica; potrà essere persona fisica o ente. Renderà disponibile alla fruizione di chi lo desideri il frammento di cui è consegnatario, ne eviterà lo smarrimento ed ogni forma di danneggiamento; ne renderà disponibile l'uso per mostre fra le prime cose, della banda gabbiana , potrà con sua insindacabile decisione, trasferire ad un "secondo fruitore sorpreso" , con le stesse modalità ed impegni con cui l'ha ricevuto, il pezzo d'arte sfrattata fino ad allora custodito. Le ntizie relative agli spostamenti, ai passaggi di consegnatari, alle discussioni relative all'opera, devono essere comunicate e raccolte nei registri conservati presso la predella. Nella predella l'artista rappresenta il momento della prima consegna della banda gabbiana e le
circostanze simboliche che l'hanno indotto alla scelta del consegnatario. LA BANDA GABBIANA NON POTRA' IN ALCUN CASO, DA PARTE DI CIASCUN CONSEGNATARIO, ESSERE OGGETTO DIRETTO O INDIRETTO DI MERCANTEGGIAMENTO. Il frammento potrà unicamente essere trasferito secondo una linea strettamente simbolica.
Edizione annotata a Cura dell'autore Raffaele Bonifacio Gambardella Napoli 2002 S.I.E. SFRATTATE INTERNAZIONALI EDIZIONI (estratti) dal capitolo 5 (......) 1 - STRUTTURA DEL DIPINTO> Il dipinto sfrattato va eseguito su supporto accuratamente predisposto per la " bilocazione artistica" che interesserà l'opera. la miglior soluzione al momento individuata è la tela con imprimitura, tesa su lelaio in legno opportunamente sagomato. Il bordo della " banda gabbiana" deve essere eseguito con una sagoma che coincida con il profilo della discontinuità. A questa struttura farà riscontro un corrispondente profilo nella " banda delfina" del supporto ( la zona più estesa, destinata ad un utilizzo convenzionale, collimante con le usuali regole del "sistema"). Lo spessore del telaio deve essere (di regola ) non inferiore a cm 5. Le due "bande" , con la tela accuratamente piegata e ricoprente i margini laterali, devono rimanere congiunte per tutto il periodo di elaborazione del dipinto. Dopo la documentazione della composizione nel suo transitorio stato completezza, le due parti vengono disgiunte e fissate su pannelli ( rigorosamente rettangolari) che costituiscono il fondale della struttura intelaiata; tale fondo viene serigrafato con scritte oblique, policrome, ma con toni neutri , e con sequenze ininterrotte di diciture come " pittura frattata" e simili. tale motivo serigrafato è presente anche sui bordi laterali ( in vista) del telaio e sulla cornice. Alla base della banda delfina va realizzata la predella (1), che potra essere predisposta sul pannello-fondale, oppure costituire struttura indipendente ( che va comunque accostata al di sotto della suddetta banda). Il rapporto fra le due parti, nella formulazione canonica del dipinto sfrattato, deve essere compresa fra questi valori di superficie: (.....) (bd = superficie della "banda delfina" , bg = superficie della "banda gabbiana" la forma della zona da esportare è del tutto libera, la parte più esterna è consigliabile sia rettangolare. La predella può essere utilizzata anche con tecnica pittorica diversa da quella utilizzata per le due bande. In particolare possono essere impiegate tecniche calcografiche ( in questo caso al dipinto può essere associata una cartella contenente le varie immagini); oppure possono essere realizzati DVD per brevi sequenze di video arte. La Predella deve contenere degli spazi per la custodia della documentazione in continua integrazione relativa alla storia dell'opera. L'insieme, costituito dal dipinto ancora integro e dalla predella non ancora eseguita, o solo accennata, ada esso accostata, viene definito pala eretica . della pala eretica va realizzata pregevole documentazione fotografica. ------------------------------(1) dal Longobardo pretil : assicella . Nelle pale d'altare medioevali e rinascimentali la parte basale con più scene dipinte
Rosso sangue e nero Africa acrilico e tempera su tela
Peppino Englaro
mostra internazionale d’arte Kouros arte contemporane 29 settembre 2012 100x100 con parte gabbiana centale 50x50