Dalle paleo-monete delle società arcaiche alla moneta elettronica delle società contemporanee.

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Dipartimento di Studi umanistici

Corso di Laurea triennale in Scienze della Comunicazione

Dalle paleo-monete delle societĂ arcaiche alla moneta elettronica delle societĂ contemporanee. Viaggio attraverso il denaro fino alla nuova valuta digitale Bitcoin analizzando i suoi aspetti tecnici, economici e sociali.

Relatore: Prof. Dario Padovan

Presentata da: Vittorio Daniele Bittarello

Anno Accademico 2017 – 2018


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Introduzione Nella prima parte della tesi si narra di un’isola incontaminata della Micronesia agli inizi dell’800, un luogo costeggiato da palme e pietre muschiate, un sito importante per la nascita del credito nelle società future grazie “alla scoperta” da parte di un giovane viaggiatore inglese di grosse pietre verticali con un buco nel centro appoggiate lungo i sentieri. Si prosegue nei capitoli successivi introducendo lo scambio di beni tra uomini, “il baratto”, la sua nascita che darà inizio agli scambi commerciali, utilizzando prima i prodotti della natura poi successivamente i metalli preziosi. Saranno introdotte le teorie sul denaro dei grandi pensatori, proseguendo con un’analisi del denaro in letteratura e nei sistemi economici, nella società e nella vita quotidiana degli individui, nel tempo e nella comunicazione fino alla nascita della critto valuta Bitcoin, una delle tante monete digitali nate in questi ultimi anni, decentralizzata e parzialmente anonima, scambiata da un software open sourse, crittografata per garantire le transazioni veloci e anonime nell’inviare denaro. La tesi nella globalità si propone di analizzarne il fenomeno denaro dalla nascita alle evoluzioni passate a quelle future. In particolare il secondo capitolo è dedicato alla moneta digitale Bitcoin, vengono introdotte le basi per comprenderne i concetti ed i meccanismi di funzionamento. Viene analizzata l’implementazione del software e vengono discussi i principali vantaggi e criticità, fino ad esplorare le possibili conseguenze di una sua adozione dal punto di vista economico e politico futuro.


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Chi crede che con il denaro si possa fare di tutto è indubbiamente pronto a fare di tutto per il denaro. (H. Beauchesne)


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Sommario Capitolo 1 .................................................................................................................. 6 La moneta: origini, evoluzioni, teorie. ........................................................................ 6 1.1

Origini: una storia vera in una terra sconosciuta. ......................................... 6

1.2

Sulle tracce del denaro: genesi che anticipa i metalli preziosi. ...................... 8

1.3

Banconote e monete. .................................................................................... 10

1.4

Il denaro nella letteratura: Marx, Shakespeare, Goethe e Verga. ................ 12

1.5

Il denaro e il tempo. ..................................................................................... 15

1.6 Il denaro e la comunicazione. ....................................................................... 18 1.7 Cards and Electronic Wallets. ...................................................................... 20 1.8 Punti moderni di riflessione sul sistema economico. .................................... 23 Capitolo 2 ................................................................................................................ 24 La critto-valuta Bitcoin. ........................................................................................... 24 2.1

L’inizio e la fine. .......................................................................................... 24

2.2

Struttura e architettura dei Bitcoin. ............................................................. 25

2.3

Caratteristiche e self implementations. ........................................................ 26

2.4

Brevi cenni sulla crittografia. ...................................................................... 28

2.5

Un’autostrada peer to peer genera energia e Bitcoin per la rete. ................ 30

2.6

La creazione dei Bitcoin. ............................................................................. 32

2.7 La funzione dei minier. ................................................................................. 33 2.8 Fare mining oggi nel 2018. .......................................................................... 34 2.9 Blockchain la garanzia solo dopo il backup dei dati. ................................... 38


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2.10 Semplice spiegazione dei Bitcoin e dell’importanza del protocollo. ............ 40 2.11 Accenno al timestamp. ................................................................................. 41 2.12 Creazione, transazioni ed estrazione............................................................ 43 Creazione / transazione. .................................................................................... 43 L’estrazione........................................................................................................ 44 Come si calcolano e quanto valgono i Bitcoin. ................................................... 45 Perché sono aumentati di valore. ...................................................................... 45 Conclusioni .............................................................................................................. 47 Bibliografia .............................................................................................................. 48 Ringraziamenti ......................................................................................................... 50


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Capitolo 1 La moneta: origini, evoluzioni, teorie. 1.1

Origini: una storia vera in una terra sconosciuta.

È sempre dove difficilmente si crede che succeda qualcosa il posto in cui tutto ha inizio. Un’isola nel pacifico di nome Yap, uno dei luoghi più remoti e inaccessibili della terra a 9 gradi dall’equatore e a 500 km da Palau in Micronesia tra liane secche, piccoli sentieri erbosi ricoperti da muschio, ostie di luce tra le palme, cocchi, pietre e un gruppo di missionari cattolici insediati di fortuna alla metà dell’800 fino all’arrivo di una compagnia tedesca e la nascita di una prima stazione commerciale. Dopo varie dispute per il possesso politico dell’isola si arrivò alla conclusione che la gestione politica era in mani spagnole e lo sfruttamento commerciale in mani tedesche, il Papa aveva deciso per tutti. Una mattina un giovane americano brillante di nome William Herny Furness III figlio di ricchi inglesi approdò nell’isola sotto un sole cilestrino anice e vi rimase due mesi per analizzarne i tratti geografici e sociali dell’isola. Immerso nella completa solitudine del luogo e dalla compagnia rumorosa della moltitudine di uccelli che l’abitavano e dal lento riflusso delle onde del mare. Poi lentamente giorno dopo giorno percorrendo l’isola scoprì gl’indigeni del posto: un gruppo di caste, di guerrieri, di pescatori, di schiavi e di lottatori. Tutto annotato nel diario, pagina dopo pagina. Nel frattempo si nutriva di pesce, di cocchi e del cetriolo di mare unico prodotto esotico del posto per le grandi quantità di cui se ne poteva usufruire. Sul diario dopo qualche giorno annotò di trovarsi in presenza di una semplice economia e di molti molluschi che viaggiavano tra i tronchi che galleggiavano solitari in riva all’isola trasportati dal mare. Furness pensava che l’unico modo di interagire fra gli abitanti del luogo era quello di utilizzare il baratto ma sicuramente fornito di non molti prodotti visto lo scarso catalogo di cui era provvista l’isola. Poi scartò anche il baratto dato che i vestiti e ciò che serviva agli abitanti dell’isola era già tutto posizionato sugli alberi e chiunque poteva servirsene e tirò una riga su una decina di frasi del diario. Anche a Furness come nella lettera rubata di Edgar Allan Poe la soluzione era fin troppo vicina per essere vista: la lettera rubata era sulla scrivania del ministro sentenziò Dupin e il nostro Furness? solo passeggiando per settimane davanti le grosse pietre con il buco al centro fissate ai bordi dei


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sentieri dell’isola incominciò ad intuire che quello di Yap era un sistema monetario altamente sviluppato. Queste monete di pietra con un buco nel centro forse per essere infilzate da un tronco e portate a zonzo per l’isola erano state originariamente cavate a Babelthuap e trasportate su navi fino a dove in quel momento seduto con il suo diario in mano le stava osservando. Le analisi di Furness sulle pietre e sul luogo si confusero nella mente prima di essere riportate sui diari. Le pietre erano ferme e fissate al loro posto e non si vedeva nessuno spostarle, la grandezza o la piccolezza non ne decretavano il valore. Frequentando la gente del luogo scoprì che le transazioni fra abitanti avvenivano numerose, ma i debiti corrispondenti in genere venivano detratti reciprocamente, e il saldo scoperto riportato in vista di scambi futuri. E anche quando si esigeva il saldo di rado si spostavano le pietre chiamate dagli abitanti Rai o Fei. Scoprì in seguito che il valore della pietra era dovuto alla finezza del materiale calcare con cui era stata costruita, dal lavoro degli uomini per costruirla, delle vite perse per darne alla luce e dalla fatica dei lunghi tragitti percorsi per trasportarle sull’isola. Sul diario Furness scriveva: “è incredibile come il proprietario della pietra non abbisogni di possederla, dopo aver concluso un affare al prezzo di un Fei o di un Rai troppo grosso per poterlo dislocare il nuovo proprietario si accontenta del riconoscimento della proprietà della pietra da parte di tutti gli altri abitanti senza segnare lo scambio e senza spostare la pietra. la moneta rimane indisturbata nella dimora del proprietario precedente”. Alla sua pubblicazione nel 1910, sembrava improbabile che l’eccentrico diario di viaggio di Furness ricevesse mai l’attenzione dei professionisti dell’economia e delle scienze. Ma una copia finì per arrivare ai direttori dell’“Economic-Journal” della Royal Economic Society, che assegnarono il libro a un giovane economista di Cambridge, da poco distaccato alla Tesoreria britannica per il servizio militare: tale John Maynard Keynes. L’uomo che nei vent’anni successivi avrebbe rivoluzionato la concezione globale del denaro e della finanza. (Martin, 2013).


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1.2

Sulle tracce del denaro: genesi che anticipa i metalli preziosi.

In un’epoca lontana due uomini in piedi uno di fronte all’altro scalzi si fissavano negli occhi, il primo alto teneva nella mano un cocco e l’altro più basso una pietra levigata a punta. Le mani dell’uno e dell’altro lentamente dopo essersi guardati a lungo dentro gl’infiniti pixel della pupilla si scambiarono gli oggetti diventando così uno proprietario del cocco, l’altro dell’ascia. Era nato il baratto. Naturalmente lo svantaggio di questo sistema di scambio è che era molto inefficiente. Bisognava trovare qualcuno che avesse esattamente quel che volevi, e che a sua volta volesse esattamente quel che avevi tu. Poi si sa la gente con il tempo diventa sempre più esigente. Il baratto continuò per molti anni poi progredì, cambiò forma. Era meglio considerare come fedeli amici i metalli, oro e argento si potevano fondere, potevano essere accorciati allungati, trasportati e per la quantità minore nel suolo terrestre mantenevano sempre una buona quantità di valore al loro interno. In ogni caso, quale che fosse la scelta, da quel momento in poi quel qualcosa sarebbe stato desiderabile non solo in quanto tale, ma perché si poteva usare per comprare altre cose e per accumulare ricchezza per il futuro. Nacquero le forme di denaro. Poi furono scritte le prime teorie, da quella scritta sulla versione “sulla politica di Aristotele” alla teoria sviluppata da John Locke nel suo “secondo trattato sul governo”. E poi un po’ modificata ma strutturalmente in linea anche quella che sviluppò Adam Smith nel capitolo “Dell’origine e dell’uso della moneta” del suo fondamentale testo dell’economia moderna: “La ricchezza delle nazioni”, tutto così fino alla divisione del lavoro. In tutti i periodi della società ogni uomo ha amministrato i suoi interessi in maniera di avere oltre al prodotto particolare della sua industria, una certa quantità di qualche altra merce. Così per molte epoche il bestiame è stato uno strumento comune di commercio così come le conchiglie in qualche parte dell’India, il merluzzo secco a Terranova, il tabacco in virginia, lo zucchero, il sale e le pelli. Poi con il tempo gli uomini hanno condiviso un’idea per gli scambi: l’utilizzo dei metalli preziosi, l’oro, l’argento: sono rari, non sono deperibili e possono essere il controvalore a qualsiasi merce. Si è arrivati alla teoria del denaro, ai flussi e alla macroeconomia. La teoria convenzionale sostiene che il denaro è una “cosa”, una merce scelta all’interno dell’universo di merci per fungere da mezzo di scambio. Ma le pietre di Yap erano ferme sopra le loro ombre e non venivano mai scambiate, quindi le pietre erano solo un sistema che serviva a tenere traccia del credito. Le monete e la valuta, in altre parole, sono oggetti simbolici utili a documentare il sistema sottostante di credito a espletare il processo di compensazione. Sicuramente gli abitanti di Yap erano stati intuitivi sulla comprensione della natura del denaro.


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Yap in pratica era sfuggita alla convenzionale e generalmente malsana ossessione della moneta merce e che dalla sua indifferenza al denaro come oggetto fisico lasciasse trasparire chiaramente che esso non è una merce, ma un sistema di credito e di compensazione. Dunque la storia di Yap smontava un preconcetto centrale e fuorviante circa la natura del denaro che confondeva gli economisti da secoli: l’idea che l’essenziale fosse la valuta, la moneta merce, che fungeva da “mezzo di scambio”. Dimostrava che in un’economia primitiva come quella di Yap, proprio come nel sistema odierno, la valuta è effimera e cosmetica: l’essenza del denaro è nel meccanismo sotteso di conti e compensazione. Ci lasciava con un quadro della natura e delle origini del denaro molto diverso da quello offerto dalla teoria convenzionale. Al centro di questa visione alternativa del denaro, il suo concetto primitivo, per così dire, è il credito. Il denaro non è una merce di scambio, ma una tecnologia sociale composta da tre elementi fondamentali. Il primo è un’unità di valore astratta con cui si designa il denaro. Il secondo è un sistema di conti, che traccia i saldi attivi e passivi di privati o istituzioni che commerciano fra loro. Il terzo è la possibilità che il creditore originale in un rapporto trasferisca l’obbligo del debitore ad un terzo per estinguere un debito diverso. Questo terzo elemento è vitale. Se tutto il denaro è credito, non tutto il credito è denaro: ed è la possibilità del trasferimento a fare la differenza. Una cambiale che rimane per sempre un contratto fra due parti non è altro che un prestito. È credito, ma non è denaro. È solo quando la cambiale si può passare a un terzo, quando è possibile “girarla” o “trasferirla”, in gergo finanziario, che il credito prende vita e può iniziare a fungere da denaro. Il denaro, in altre parole, non è solo credito, ma credito trasferibile. (Martin, 2013).

A Maori bartering a crayfish with an English naval officer, from a series of drawings illustrative.


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1.3

Banconote e monete.

Banconote. Il termine deriva dall'espressione nota di banco, e risale al XIV secolo; in origine essa riconosceva il diritto del possessore della nota di ritirare il metallo prezioso (solitamente oro o argento) depositato presso un banchiere (si trattava cioè di moneta cartacea rappresentativa). Il primo a introdurre l'uso di banconote di carta fu l'Imperatore cinese Hien Tsung nell'806 d.C. Chi possedeva metallo prezioso aveva interesse a depositarlo presso operatori specializzati nella sua conservazione e protezione dai ladri. Inoltre aveva interesse a rivolgersi ai banchieri per trasferire i metalli preziosi senza doversi sobbarcare il costoso e rischioso trasporto. Bastava trasferire il documento e incassare il metallo presso un secondo orafo-banchiere, collegato al primo da legami di affari. Tali documenti, già impiegati in Cina ai tempi di Marco Polo, erano piÚ facili da trasportare del metallo prezioso e inoltre potevano essere emessi anche per valori nominali superiori al valore del metallo prezioso custodito dai banchieri. Ciò era possibile perchÊ le esigenze di cassa dei banchieri consentivano loro di tenere sotto forma di riserva solo una parte del metallo prezioso depositato, usando la restante parte per concedere prestiti o effettuare pagamenti per conto di terzi; inoltre le effettive richieste di conversione delle riserve metalliche depositate divennero sempre minori, dato che la fiducia degli operatori aveva determinato l'affermazione delle banconote stesse come circolante; infine l'emissione di moneta sotto forma di banconote, costituendo una forma di credito, aveva effetti espansivi sull'economia (oltre che sui profitti dei banchieri), che pertanto era beneficiata dalla scelta di detenere solo una parte del metallo prezioso sotto forma di riserve. (https://www.focus.it/cultura/storia/quando-e-stata-inventatala-moneta).

Banconota Jiaozi della dinastia Song, la prima banconota conosciuta del mondo.


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Le monete. La prima moneta metallica realizzata in Elettro (lega di argento e oro) ha una datazione di realizzazione intorno il 685 a.C. in Lidia, l'antica regione dell'Asia Minore. Ad inventare la moneta ovale, invece, fu Fidone, re di Argo e signore dell'isola di Egina, nel VII secolo a.C. La moneta ovale raffigurava una tartaruga, tramite la quale si poteva riconoscere provenienza e valore. Si suppone che le monete d'oro furono diffuse poi dai persiani. Tra le più importanti vi è il dorico risalente al V secolo a.C., ovvero una moneta coniata dallo stesso re persiano Dario. Bisogna però precisare che, se usare il denaro per pagare gli scambi commerciali è una pratica che oggi si considera scontata, nell'antichità non era l'unico metodo alla base della classica compra-vendita: si usavano infatti gli animali addomesticati per pagarsi le merci, o il sale molto utilizzato dai Romani. La moneta diventa indispensabile quando le rotte commerciali si ampliano e diventa scomodo e pericoloso portarsi appresso animali o altro che si può anche danneggiare o distruggere. Con certezza si conosce il periodo del primo conio, tutti concordano sul VI secolo a.C., meno certa è l’appartenenza, anche se l’area circoscritta è quella tra Grecia, Asia Minore e in seguito Roma. (Sito internet: sapere.it) - (Sito: wikipedia.it).

Prima moneta della storia: Elektron.


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1.4

Il denaro nella letteratura: Marx, Shakespeare, Goethe e Verga.

Nel 1844, durante il soggiorno a Parigi, Marx comincia a interessarsi intensamente all’economia politica. Redige quaderni di estratti delle opere dei principali economisti e altri di appunti. Da questi quaderni sarà pubblicata nel 1932, a Berlino l’opera con il titolo: “manoscritti economico-filosofici” del 1844, suddivisa in tre manoscritti. Nel terzo manoscritto c’è una breve sezione dedicata al denaro, che di seguito viene esposta, alla quale Marx sviluppa un tema che aveva già toccato nello scritto del 1843. La questione ebraica e che resterà al centro della sua elaborazione successiva: il denaro è il grande mediatore, la potenza che regola il rapporto che l’uomo ha con sè stesso e con gli altri. Secondo Marx, nella società borghese gli uomini non vengono valutati – ed essi stessi non si valutano – per quello che sono o per quello che sanno fare, ma per il denaro che posseggono, in quanto il denaro è in grado di fare essere gli individui quello che non sono, con un effetto quasi magico, che priva i rapporti di ogni autenticità. Stando a una espressione che Marx usa in un manoscritto del 1851, nella società borghese, il potere del denaro è diventato l’universale «nexus rerum et hominum», il nesso tra le cose e gli uomini. Da questo punto di vista, il dominio del denaro nella vita degli uomini è l’altra faccia del fenomeno dell’alienazione della perdita di sé. “Il denaro, possedendo la caratteristica di “comprare tutto”, di appropriarsi di tutti gli oggetti, è dunque l’oggetto in senso eminente. L’universalità di questa sua caratteristica costituisce l’onnipotenza del suo essere; è tenuto per ciò come l’essere onnipotente... il denaro fa da mezzano tra il bisogno e l’oggetto, tra la vita e i mezzi di sussistenza dell’uomo. Ma ciò che media a me la mia vita, mi media pure l’esistenza degli altri uomini per me: “Questo è per me l’altro uomo”. Shakespeare non di meno descrive l’essenza del denaro in modo veramente incisivo, infatti in un passaggio della tragedia “Timone di Atene”, si legge un passo: “Oro? Oro giallo, fiammeggiante, prezioso? No, o dei, non sono un vostro vano adoratore. Radici, chiedo ai limpidi cieli. Ce n’è abbastanza per far nero il bianco, brutto il bello, ingiusto il giusto, volgare il nobile, vecchio il giovane, codardo il coraggioso...” e poi continua: “Tu parli in ogni lingua, per ogni intento; o tu pietra di paragone di tutti i cuori pensa, l’uomo, il tuo schiavo si ribella; e col tuo valore gettalo in una discordia che tutto confonda in modo che le bestie abbiano l’impero del mondo”. Ecco che Shakespeare delinea chiaramente il denaro come “divinità visibile” che trasforma le caratteristiche umane plasmandole al loro contrario, rovesciando universalmente le cose unendo insieme entità a prima vista impossibili, una forza che possiede il denaro che emana stillando la


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propria essenza capace di espropriare e alienare l’uomo come essere generico. Nei minimi termini si può parlare del “tocco del denaro” che consiste nel modellare ciò che non ha forma, quello che l’uomo non può raggiungere con le proprie forze, lo raggiunge mediante il denaro. Il denaro trasforma le forze che non sono in qualcosa di efficace, in pratica ne costruisce il suo contrario. Se sono pigro per andare a comprare, il denaro mi aiuta a farmi servire a casa il cibo, traduce i miei desideri nella realtà staccandoli dall’originaria rappresentazione figurata. Mentre l’individuo che non possiede il denaro rimane appeso alla raffigurazione del bisogno, in quanto l’idea proposta dal desiderio, rimane un mero pensiero senza la possibilità di concretizzarne l’immagine dello stesso bisogno. Rimane una domanda senza la possibilità di risposta fuori da lui. Di conseguenza se non possiedo denaro i bisogni spariscono, se non ho denaro non penso di comprare un’auto, non penso di iscrivermi all’università, non sento il bisogno di fare un viaggio o di uscire con gli amici la sera. Se ho l’attitudine per lo studio ma non ho il denaro la stessa attitudine perde efficacia, si annienta, oltremodo se ho il denaro e l’impegno, la mia attitudine generata dai due elementi diventa efficace. Il denaro è una forza esteriore all’essere, un’entità, una forza che porta in scena le nostre rappresentazioni nel reale e viceversa fa del reale una rappresentazione, focalizzando sulle diverse individualità. Il tutto non sottrae il denaro ad essere la forza che differenzia l’individuo dagli altri individui, capace con la sua potenza di trasformare i sentimenti capovolgendoli: così l’amore in odio, la stupidità in intelligenza, la disponibilità in riservatezza, modifica i ruoli sociali, permette di uccidere trasformando e confondendo le qualità umane. Nel poema drammatico del “Faust” Goethe fa dire a Mefistofele: “Mio buon signore, voi vedete le cose come tutti le vedono; dobbiamo prenderle con più disinvoltura, o la gioia di vivere ci sfugge. Mondo boia! Di certo mani e piedi, testa e chiappe sono tue; ma tutto ciò che mi godo in allegria è per questo meno mio? Se mi posso pagare sei stalloni, le loro forze non sono le mie? Corro via di galoppo e sono un uomo in gamba, come se avessi ventiquattro zampe. Perciò allegro! Basta coi pensieri, e via con me a tuffarti nel mondo!”. Quindi si deduce che ciò che posseggo nelle mani come forza del denaro, riflette quello che sono identificandomi alla stessa potenza, mi arricchisco delle stesse caratteristiche del denaro che posseggo, se il denaro può comprare il desiderio di una bella donna nei miei confronti, io brutto e stupido avrò l’attenzione di quella bella donna, la mia bruttezza si modificherà, si attenuerà alleggerendo la sua forza repulsiva perché quella del denaro è maggiore su di me e sulla mia interlocutrice. Chi possiede il denaro acquisisce anche la qualità di essere generalmente buono


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eliminando su di lui per i più, qualsiasi idea di disonestà o di malvagità. Possedendo il denaro come un ologramma le mie qualità non possedute si mostrano agli occhi degli altri e superano quelle reali di altri individui che non posseggono questo bene supremo. (Marx - Manoscritti filosofici). In Verga il denaro diventa ‘roba’, con il denaro e con l’insistenza sul suo valore nel mondo contadino di una Sicilia di fine XIX secolo si apre Mastro don Gesualdo. Che sia il barone Méndola o la baronessa Rubiera o Gesualdo Motta a parlare o ad agire, sono sempre i tarì il punto centrale degli interessi di questi personaggi. È grazie alla ricchezza nella sua forma di monete e nella sua forma di roba che Gesualdo riesce a salire la scala sociale che lo eleva a “don” dopo il matrimonio con Bianca Trao, pur se le sue origini contadine non lo abbandonano in tutta la sua vita. La mentalità frugale lo assimila agli altri personaggi verghiani, che dai Malavoglia e dalle Novelle ci parlano di una Sicilia assolata e desolata, di una Sicilia che non sa e non può vedere una trasformazione positiva e un miglioramento nemmeno dopo l’avvenuta unità del Paese. Poveri sono sempre stati, poveri sono e poveri saranno quegli uomini che per sopravvivere possono contare solo su pochi spiccioli e tanto, duro, faticoso lavoro. Non ci sono prospettive per loro. I denari, la vita agiata o comunque non morsa dalle ristrettezze e dalle rinunce in cui sono costretti a vivere, il lusso poi, non lo possono immaginare, e nemmeno possono pensare che anche loro ne potrebbero godere. Sono pensieri estranei ad una realtà agraria desolata come la terra che coltivano. (Sito: Griseldaonline).

Quentin Metsys: “Cambiavalute con la moglie”.


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1.5

Il denaro e il tempo.

Alla radice delle idee del credito monetario c’'è l’idea di poter traslare nel tempo la possibilità di procurarsi cose utili nell'immediato. Il denaro aiuta questo tipo di traslazione sbriciolata nel tempo e l’agevola perché possa avvenire facilmente. In secondo luogo agevola la traslazione anche nello spazio per consentirlo. Quindi il denaro o il sistema denaro hanno insegnato all'uomo, fin dall’inizio della sua storia, a pensare in parallelo al divenire del tempo: se ho un sovrappiù di cacciagione o di pelli rispetto alle esigenze del presente lo uso, prestandolo, per predispormi un vantaggio futuro; osservo le intemperie di oggi e penso che potranno ripetersi in futuro, quindi mi attrezzo a fronteggiarle assicurandomi presso qualcuno che sia disposto a farlo guadagnandoci; condivido con tutti un segno monetario che mi consente di scegliere meglio, oggi e in futuro, ciò che voglio e vorrò, facilitando la gestione nel tempo del mio potere d'acquisto senza legarlo ai beni che io stesso posseggo oggi. In questo modo l'uomo esce dalla barbarie del suo tempo, dagli istinti primordiali di una vita regolata dal consumo di sopravvivenza, che si esaurisce nell'attimo presente. Il trascorrere del tempo, i cambiamenti che esso può portare vengono appresi e interiorizzati mediante la leva psicologica più potente ed efficace: quella dei desideri e dei bisogni. Imparare a proiettare un desiderio nel futuro, o a prevedere un bisogno, è un salto evolutivo fondamentale. Se delineo nella mente un possibile desiderio o bisogno futuro, devo mettermi nelle condizioni di soddisfarlo. Il denaro è il mezzo di trasmissione che ha consentito di allargare a dismisura il circuito risparmiocredito-investimento facendone il motore dell'evoluzione umana. Il denaro sicuramente creato molte volte, (duplicato) e in tanti luoghi non ha richiesto uno sviluppo originato proveniente da qualche innovazione tecnologica, fu una rivoluzione puramente mentale". Esiste una variabile temporale, che distorce i comportamenti, perché “tempo” vuol dire incertezza. Il denaro è un bene terzo, neutro, che tutti in linea di principio accettano in cambio dei propri beni, purché il rapporto di scambio sia ritenuto congruo. Se nella comunità è presente qualcosa che funga da denaro, allorché io, disponendo di pere, desidero delle mele, dovrò assoggettarmi a due sole transazioni, una di vendita, contro denaro, delle mie pere a chiunque le voglia, una di acquisto di mele, contro denaro, da chiunque le detenga. Questa immensa semplificazione degli scambi libera energie e tempo per il procacciamento dei beni, accelerando lo sviluppo economico della comunità. Soprattutto, accorcia il tempo necessario allo scambio pere-mele, rendendolo di nuovo, rassicurantemente, simultaneo o quasi. Non tutti credono nella nascita spontanea del denaro nelle varie comunità umane e ritengono che esso sia nato per imposizioni dall'alto, quindi non spontaneamente dal basso, per opera di un "potente" che intendeva


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in tal modo contemperare la sua autorità con la necessità sociale di superare l'angustia dell'autoconsumo da parte dei suoi sudditi e far nascere fra loro degli scambi. Abate Ferdinando Galiani, economista napoletano, in un libro pubblicato nel 1751 ipotizzò una società comunistica, somigliante a quella di un monastero, in cui ciascuno consegnasse il frutto del proprio lavoro a un magazzino generale e ne prelevasse invece i beni occorrenti o desiderati, supposti diversi da quelli da lui stesso prodotti. Per evitare free riding, cioè la facile furberia di chi prende più di quel che dà, Galiani immaginò che il monarca di quella comunità fungesse da arbitro e regolatore, fissando, a suo giudizio, rapporti di scambio fra i diversi beni e facendo sì che i magazzini generali consegnassero a ciascuno dei "buoni" proporzionali, secondo i dati rapporti di scambio, al valore dei beni ceduti. (F. Galliani – 1870). Questa fu una grande intuizione: il denaro è concepito come un registro del dare e dell'avere sociale, e ci fa subito pensare ai distributed ledgers ("registri distribuiti"), cioè alla tecnologia blockchain sottostante agli esperimenti di moneta virtuale come i Bitcoin. La differenza sta tutta nel gestore del registro: nell'idea di Galiani era un monarca illuminato, i distributed ledgers non sarebbero invece gestiti da nessun essere umano, solo da un grappolo di algoritmi definiti una volta per tutte. Almeno nelle illuministiche intenzioni degli “ideatori”. Il denaro ha acquisito nel tempo una carica emotiva fortissima, ben superiore a quella degli altri due elementi costitutivi della sfera finanziaria (il credito e l'assicurazione). Non sono mancati sentimenti o ragionamenti assai negativi nei confronti del denaro. Il filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel, agli albori del secolo scorso, si interrogò sulla natura dello scambio economico e sul ruolo che vi gioca il denaro. Egli prese poi a riflettere sul denaro in sé, sul suo significato nella vita dell'uomo moderno. Constatò la riduzione della vita stessa a denaro, del valore dell'uomo a valore monetario. (F. Martin – 2013). Sullo sfondo del suo pensiero si intravede il concetto marxiano di alienazione; più in generale, l'angoscia dell'umanista che si sforza di dare un senso logico-storico a quello che percepisce essere un inarrestabile inaridimento della vicenda umana. Ma già in un passato più remoto, nella immaginazione popolare il denaro, come il “prestare a interesse”, è stato spesso colorato di nero, rivestito di significati demoniaci, associato a sentimenti riprovevoli come l'avidità, l'avarizia, l'egoismo. Pregiudizi religiosi e moralismi laicali si sono spalleggiati l'un l'altro nel denigrare il denaro, negandone la natura di mero strumento, attribuendogli un'essenza autonoma, corruttrice. In realtà il denaro citando Yuval Noah Harari, "è il più universale e il più efficiente sistema di fiducia reciproca mai ideato". È una fiducia interessata, certo, e limitata al mezzo, non al suo portatore: io


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accetto denaro in pagamento per le mie merci o per i miei servizi, anche da un nemico, perché ho fiducia che verrà accettato in cambio di ciò che desidero, anche da un nemico. Il nemico resta nemico, ad esempio perché aderisce a una religione diversa dalla mia, ma intanto scambio con lui. Non foss'altro che per questo, il denaro spinge alla tolleranza, alimentando nell'animo umano il sentimento del bisogno/desiderio, anziché quello dell'odio ideologico. Tutto ciò non è etico, romantico e neanche spirituale. Certamente sì ma espandendo e infoltendo la cognizione del tempo, fulcro del circuito risparmio-credito-investimento, ha determinato e determina l'avanzamento del genere umano, dalla preistoria al presente e forse al futuro. (G. Simmel - 2013).

Vang Gogh: “Seminatore al tramonto”.


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1.6 Il denaro e la comunicazione. Il denaro per le sue caratteristiche e per il ruolo che svolge ha un forte significato di natura sociale, la sua essenza e la fiducia che i membri le affidano lo evidenziano come un forte elemento sociale, e nello stesso tempo il denaro può vivere solo all’interno di una comunità che lo riconosce, lo condivide, lo accetta e lo scambia tra i membri permettendogli la primaria caratteristica della circolazione. Instaura fra i membri delle relazioni prevedibili proprio perché sono il risultato di azioni codificate omogenee e ripetute in riferimento alla caratteristica della transazione mettendo in comunicazione tutte le sfere sociali: psicologiche, economiche, politiche e normative. Nelle società evolute, industrializzate i cittadini differenziano i diversi metodi di pagamento: le monete o i biglietti di piccolo taglio sono utilizzati esclusivamente nel quotidiano per le piccole spese, lentamente sostituiti dai borsellini elettronici, mentre altre forme di pagamento come carte di credito e assegni sono riservati ad esporsi più impegnativi. Il denaro continua così ad essere un vettore di messaggi. Il denaro comunica in diversi livelli, attraverso la duplicità della sua natura, come natura garantita dalle autorità e come forma astratta di relazione, cioè come strumento funzionale. Quindi si avranno dei messaggi molto espliciti evidenziati dai simboli espressi e contenuti nell’oggetto monetabanconota nella loro fisicità oggettiva. (D. Mancinelli, conferenza - 2011). Questa è una comunicazione voluta, mirata e intenzionale. Con questi messaggi però circolano anche una parte di messaggi latenti insiti nella natura delle diverse tipologie monetarie che rispecchiano la cultura di cui esse stesse sono espressione, in particolare gli strumenti messi a disposizione dallo sviluppo tecnologico di una determinata società anziché un’altra, nel dettaglio i processi secondo i quali questi scambi vengono effettuati. Dall’altra parte ci sono le comunicazioni, le relazioni, e le relative trasformazioni che vengono generate dal denaro, in quanto processi mentali condivisi, costruiti su metodologie riflessive e astratte e da specifici stili di azione necessari per il suo utilizzo. Tutti gli aspetti comunicativi del denaro convergono fra loro, si sovrappongono, si contrastano, si contestano, hanno bisogno di una reciproca simbiosi. Tra le più importanti trasformazioni generate dal denaro c’è una progressiva corticalizzazione del pensiero e delle rappresentazioni e la distanza che gli scambi monetari creano tra i soggetti. Il denaro ha un linguaggio versatile, sempre utile in tutte le circostanze, un elemento efficace ad attivare energie sociali, per mettere in movimento situazioni, gruppi di persone, individui, ma anche per sciogliere i legami e per destabilizzare società o singoli individui. Il denaro come ha acquisito un linguaggio universale all’interno della società globalizzata, come la musica, la pittura e la letteratura, elemento importante che crea forti vibrazioni


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e di accendere gli istinti primordiali del tessuto scoiale. Il denaro oltre ad avere è anche essere per cui nelle nostre società non sempre le persone affrontano l’argomento con distacco e serenità. Il denaro conserva ancora un certo tabù emozionale, un certo imbarazzo e sicuramente un valido indicatore delle realtà psichiche più profonde. Quando il suo utilizzo è macchiato da dinamiche di tipo nevrotiche viene anch’esso permeato da quelle stesse dinamiche psicologiche o addirittura rischia di perdere la comunicazione. Per Simmel lo scambio di moneta, di denaro, riduce al minimo il valore dell’oggetto scambiato o della prestazione fornita con esso e origina di conseguenza un annullamento della partecipazione soggettiva degli attori presenti. Per questo si parla di “sordità emotiva del denaro” una forma che svincola dal denaro proiettandoci in un ambiente di assoluta indifferenza, senza sentimenti e senza emozioni. Questa sordità produce un allentamento dei legami sociali e spesso un abbassamento della tensione etica in ognuno di noi. I rapporti si caratterizzano di oggettività senza che gli individui possono trarre insegnamenti in riferimento alla propria esistenza e soprattutto uno scopo un ideale per il loro agire. (L. M. Maniscalco - 2002). Quando le persone parlano fra loro attraverso il linguaggio del denaro, attraverso i codici di mercato, gli atteggiamenti abituali del sistema moneta, distaccato dalle questioni sociali e culturali, si crea un potente filtro, si frena, si raffredda il rapporto con l’altro, vengono congelate le emozioni e si tende ad acquisire una natura ambivalente. L’attrazione o la repulsione rimangono al di fuori del campo occupato dal denaro, in pratica è lo stesso denaro che s’incarica di procedere nell’acquisire per noi le cose, gli oggetti, i servizi posti in essere all’interno della transazione. Di attribuirgli valore e misura. Se il denaro da una parte priva la realtà di molti suoi specifici aspetti, dall’altra agevolando e diffondendo relazioni sociali fondate solo su azioni oggettive, crea delle linee, delle ragnatele di comprensioni immediate ma anche discutibili tra i membri della società. Quindi si può configurar e l’idea che l’azione del denaro è mossa da un codice formale la cui efficacia è quella di trasmettere informazioni che a loro volta chiariscono pesi e rapporti sociali. Una realtà standardizzata che ha rafforzato l’interscambiabilità degli oggetti e la condivisione dei codici di comunicazione tra i membri all’interno delle società. (G. Simmel - 2013).


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1.7 Cards and Electronic Wallets. Oggi il potere affascinante della banconota generato dalla sua vista è stato camuffato e incanalato in sistemi che hanno caratteristiche della modernità e delle sue innovazioni tecnologiche. Ecco così che sempre più spesso i pagamenti avvengono sovrapponendo una card sopra un dispositivo, un leggero battito, questione di pochi secondi e abbiamo pagato la spesa al supermercato. La carta rimane per chi la possiede un prolungamento della sua persona, con le capacità di acquisto permeante verso il futuro. Ogni carta è in relazione con le caratteristiche della singola persona, e danno l’effettiva disponibilità nel tempo e nello spazio di una certa unità di conto monetario che può essere spendibile in beni o servizi grazie ad un semplice passaggio di messaggi d’informazioni. Come le banconote davano prestigio a chi le possedeva plasmandone la personalità agli occhi degli altri e ai propri, così le carte di credito privilegiano il proprietario fornendole tutti i possibili servizi per poterle utilizzare. Il proprietario della card ha con il suo denaro un rapporto personalizzato, può gestirle a proprio piacimento, condividerne il codice comunicativo, universale, planetario. Quindi si uniscono due fattori da parte del possessore, il carattere originario di appartenenza e l’universalità che la diluisce nel tempo. La card inoltre fornisce al possessore oltre la sicurezza della spendibilità anche la protezione nel tempo. Proteggersi contro gli imprevisti: assistenza medica, protezioni sui fatti accidentali della vita, una genesi moderna che assume nuove forme di suggestioni. Con la credit-card scompare la materia e il contatto fisico con il denaro, muta la relazione che si aveva con esso. Di conseguenza, muta anche la relazione psicologica con esso, siamo in presenza di denaro formato da impulsi elettronici, da bit e da byte che si allungano dentro la rete, che trasformano i rapporti sociali, i modi di approcciare con la realtà, dell’esprimere i desideri e il fine ultimo per poterli realizzare. Quindi il messaggio che attraversa il linguaggio verbale e non verbale è quello di essere sempre costantemente connessi. Bisogna sempre restare in vita per poter scambiare denaro quando desideri e bisogni lo impongono. Negli ultimi decenni la velocità di trasferimento del denaro ha avuto una spinta propulsiva inimmaginabile prima dell’avvento tecnologico di computer e telefonini, di conseguenza ad una maggiore ottimizzazione di trasferimento si è avvalso un minor controllo della realtà da parte degli utilizzatori: razionalità e economica e intelligenza tecnologica hanno reso più automatizzato il sistema rendendolo sempre più autoreferenziale. Sono moltiplicati i luoghi in cui può essere massaggiato il denaro ma di conseguenza si è sempre più slegato da qualsiasi produzione sociale, da mezzo è diventato messaggio che comunica a sé stesso acquisendo caratteristiche autoreferenziali. Il semplice gioco di scritture, messaggi e trasferimenti della sua sostanza ha fatto


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entrare il denaro in un grande luogo astratto, in un luogo di speculazione illimitato e di conseguenza tutti i sistemi che lo sorreggono e le permettono questa caratteristica, lo privano di stabilità. Il denaro a via via perso la connotazione concreta, è sempre meno presente nel reale, non ha più freni alla sua diffusione, sono venuti meno i limiti. L’ipermoneta accelera i propri processi e svolge funzioni diverse di quelle abitudinariamente attribuite al denaro, abbattendo le barriere del tempo e dello spazio. Il denaro è diventato informazione e modifica sempre più l’ambiente circostante, provocando il passaggio da luogo a non luogo. Quest’ultimo alternandosi all’ambiente vissuto acquisisce le caratteristiche di ambiente testuale, non è abitato socialmente. Deve essere solo conosciuto da chi vi accede ed essere gestito. Il non luogo diminuisce le tensioni sociali in uno spazio universalmente noto ma di conseguenza annulla i rapporti umani. Il denaro semiotico parla il linguaggio di una realtà onirica. Queste nuove forme di pagamento mettono a tavola in una zona neutra di passaggio coloro che usufruiscono dello scambio d’informazione, un linguaggio codificato tra coloro che sono protagonisti della transazione: operatore macchina, utente- utente per le nuove forme di electronic-wallet. Queste ultime tecnologie alternative hanno aggiunto la caratteristica dell’intimità. Un’ applicazione sul cellulare elimina la platic-card, la comunicazione avviene tra telefono e Pos o tra telefono e telefono. I borsellini elettronici hanno forma di gratuità e quindi avvantaggiano economicamente rispetto alle card prepagate o ricaricate, la velocità di trasferimento è aumentata, non si ha più bisogno di contanti. I portafogli virtuali costudiscono i soldi traferiti, ti agevolano indicandoti i servizi con i quali puoi avere maggiori informazioni per poter effettuare pagamenti, convenzioni, sconti, pagare bollettini, Mav, Rav, parcheggi, abbonamenti. Certi wallets sono collegati al conto corrente altri sono indipendenti. L’obiettivo specifico è agevolare il trasferimento immediato di denaro, sia per pagare qualcuno che per ricevere soldi. Funzionano se dall’altra parte si trova un soggetto che ha la stessa app ed è quindi in grado di ricevere o inviare il denaro che viene trasferito. Tra le più note: Paypal sinonimo di velocità e garanzia, Jiffy per inviare piccole somme di denaro, Satispay, in cui puoi inviare e ricevere denaro tra i tuoi contatti e puoi pagare in molti negozi fisici che aderiscono al circuito. La vera novità che ha introdotto Satispay è l’interessante servizio di CashBack, ovvero la possibilità di recuperare una % di quanto speso per un acquisto. In pratica, se spendi 100 € in un negozio che ha una convenzione di CashBack con Satispay del 10%, dopo aver inviato il denaro, ti verranno restituiti 10 € sul tuo conto corrente (appunto il 10% della spesa iniziale). Wow di che banca in cui puoi collegare il conto corrente o la Paypal o integrare il sistema Jiffy, con Azimo trasferisci denaro anche all’estero


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in tempi rapidissimi. Tinaba fa più cose, è un wallet digitale, è un sistema di pagamento presso i negozi fisici, è un modo per trasferire denaro tra amici e parenti, è un modo per fare delle collette. Circle è il modo di inviare denaro esattamente come quando mandi un messaggio in una chat, ed infine Hype cha va oltre un semplice sistema di pagamento. Si tratta di una vera e propria Bancamobile. In pochi minuti apri il conto corrente grazie ad un selfie e ti viene spedita a casa una carta di pagamento. Si tratta di una vera e propria Banca-mobile. In pochi minuti apri il conto corrente grazie ad un selfie e ti viene spedita a casa una carta di pagamento. Puoi trasferire denaro ai tuoi contatti in tempo reale e se vuoi hai a disposizione la versione Wallet per registrare le carte di pagamento di altri istituti. Inoltre ti permette di pianificare gli obiettivi di spesa e ti propone delle offerte collegate. Sito: mypecunia.it).


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1.8 Punti moderni di riflessione sul sistema economico. Problema: oggi il denaro è creato da privati che erogando credito creano debito pubblico che aumenta e fa salire gli interessi a cui tutti siamo soggetti perché debitori di interessi che possono solo crescere. Soluzione: riportare in mano pubblica l’emissione del denaro, rifarlo diventare strumento (e non fine) che tutti noi usiamo e metterlo al servizio per attività produttive (costruzione strade, riarginare i litorali) e non speculative. L’attuale sistema economico basato sulla competizione a tutti i livelli non è sostenibile nel lungo periodo. In questo caso nel primo periodo avremo un aumento del benessere. Durante il picco massimo gli attributi negativi incominciano ad essere massimizzati creando una curva discendente. Non è sostenibile lo sfruttamento delle risorse naturali. Il nostro è un pianeta finito non infinito. Apertura su lavori dal poco sfruttamento di energia, poco sfruttamento delle risorse naturali, che sia richiesto dal mercato che non sia automatizzabile. Il sistema capitalistico ha delle regole semplici: tu fai qualcosa per me io ti ripago con una ricompensa, è un sistema che funziona bene in società strutturate su più livelli culturali come nel 1600 ma anche oggi con una stratificazione minore. Sistema a crescita esponenziale che ha prodotto molti benefici: crescita dell’educazione, abolizione della schiavitù, parità almeno teorica tra uomini e donne, abolito parzialmente il lavoro minorile, è aumentata maggiormente la qualità della vita. Un sistema che funziona se un euro produce altri soldi, quando ciò non avviene per sostenere i costi, l’investimento incomincia a pesare sui singoli cittadini che dovranno sostenerlo con le tasse. Negli ultimi anni abbiamo sentito i governi effettuare tagli alla scuola, alla ricerca, sembra che investire non produca più alcun profitto. Servono ancora ingegneri, dottori?? Sebbene questo gli studenti si iscrivono all’università come un rituale a cui non ci si può’ sottrarre. Si va verso una nuova società di sharing-group, gruppi solidali, diminuzione culturale, sviluppo di lavori open source. (E. Caldari, simposio - 2015).


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Capitolo 2 La critto-valuta Bitcoin. 2.1

L’inizio e la fine.

Oggi il nome di Satoshi Nakamoto l’emblematico nome su cui si celava lo start up della moneta digitale chiamata Bitcoin nata nel 2009 sembra avere un nome: Craig Whright Claims un’imprenditore canadese che con tutta calma, forse troppa, in un’intervista alla BBC nel 2016 ha dichiarato di essere il padre fondatore della moneta assicurando di portare come testimonianza la chiave primaria usata per generare il primo blocco dei Bitcoin chiamato [1] genesis block però mai presentata da parte di Whright. Un coming-out demolito dalla testimonianza di alcuni ricercatori di sicurezza informatica che hanno avvertito, che la chiave primaria può addirittura essere trovata su un motore di ricerca. Così nulla di fatto, sembrava essere arrivati ad una svolta nel sapere chi si celasse dietro l’invenzione di questa moneta digitale e invece l’ossessione per molti continua, noi aspettiamo... La comparsa dei Bitcoin accarezza uno dei periodi più difficili della crisi economico-finanziaria che ha coinvolto l’intero pianeta, proprio quando la fiducia nelle banche e nelle istituzioni era a livelli minimi. La critto-valuta sviluppata da alias Satoshi Nakamoto venne creata utilizzando un software open-source rilasciato nel 2009 e scaricabile da chiunque sul proprio pc di casa. Per intenderci queste monete sono una rappresentazione digitale di un valore non emesso da autorità centrali o pubbliche, infatti non c'è attualmente alcuna autorità centrale che le controlla. Esse non sono necessariamente collegate ad una moneta in corso legale, ma possono essere usate come mezzo di scambio, trasferite, immagazzinate o commercializzate elettronicamente. Le monete virtuali, e il Bitcoin in particolare, hanno una natura del tutto differente, e per certi versi opposta rispetto alle monete alternative. Se queste ultime mirano a “rilocalizzare” l’economia, il Bitcoin si propone come uno strumento per “globalizzare la moneta”, abolendo la problematica dicotomia tra un sistema di scambi globalizzato e il carattere ancora nazionale dei mezzi di pagamento. [1] Contiene, tra i primi 50 BTC generati la stringa: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”. Questa frase e il titolo della prima pagina del giornale inglese “The Times” che permette di postdatare la creazione del primo blocco, e alcuni vi vedono una velata critica alle istituzioni bancarie tradizionali.


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2.2

Struttura e architettura dei Bitcoin.

Bitcoin (codice BTC o XBT) utilizza un database: [2] blockchain distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia di tutte le transazioni, e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali, ossia la generazione di nuova moneta e l’attribuzione della proprietà dei Bitcoin. La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete, ed infatti i dati necessari per usufruire dei propri Bitcoin sono salvati in uno o più personal computer sotto forma di digital wallet. I Bitcoin sono trasferiti tramite Internet a chiunque disponga di un indirizzo Bitcoin. La struttura peer-to-peer della rete e l’assenza di un ente centrale rende impossibile a qualsiasi autorità il blocco dei trasferimenti, il sequestro dei Bitcoin senza il possesso delle relative chiavi o la svalutazione dovuta all’immissione di nuova moneta. Un fattore importante e determinante per il trasferimento, l’immagazzinamento e la commercializzazione delle valute è l’utilizzo dello schema proof-of-work come salvaguardia alla contraffazione digitale; esso è una misura economica per scoraggiare attacchi denial of service, letteralmente diniego di servizio, e altri abusi di servizio, come spam sulla rete. Un proof-of-work è una parte di dati che è difficile da produrre, in quanto richiede un costo elevato in termini di tempo, ma è molto facile per gli altri verificare che soddisfi certi requisiti. Produrre un proof-of work può essere un processo casuale con una bassa probabilità di riuscita, quindi, in media, sono richieste molte prove ed errori prima che sia generato un valido proof-of-work. I Bitcoin usano Hashcash come sistema di proof-of-work. Una caratteristica chiave di questi schemi è la loro asimmetria: il lavoro deve essere moderatamente complesso ma fattibile dal lato richiedente, ma facile da controllare per il fornitore del servizio, o service provider.

[2] la Blockchain incorpora l’intero archivio storico di tutte le transazioni in Bitcoin, associando le transazioni ai rispettivi utenti che le hanno eseguite.


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2.3

Caratteristiche e self implementations.

Le caratteristiche fondamentali della moneta sono riportate di seguito. Veloce ed economica: in un’ora e possibile trasferire qualsiasi quantità di Bitcoin a chiunque nel mondo a prezzi nell’ordine del centesimo di euro. Pseudo-anonima: chiunque può scaricare il software ed effettuare transazioni, senza registrarsi, senza comunicare dati personali e senza svelare la propria identità. Lo definiamo pseudo-anonimo in quanto se non si prendono determinati accorgimenti e possibile che le transazioni vengano comunque ricondotte all’identità dell’utente. Nessuna autorità centrale: non dipende da nessuna organizzazione privata o ente governativo e il valore dei Bitcoin e liberamente contrattato sul mercato. Irreversibile non falsificabile e trasparente: una volta che una transazione e stata effettuata ed e inclusa nella blockchain, non può più essere annullata, neanche dal mittente, inoltre tutte le transazioni registrate nella blockchain, possono essere visualizzate ed esplorate da ognuno e sapere di quanti Bitcoin dispone un determinato indirizzo in un preciso istante temporale, potendo inoltre risalire agli indirizzi che glieli hanno forniti. Impossibile da confiscare: soltanto l’utente ha la possibilità di muovere i propri BTC, nessuna autorità esterna può bloccarli o confiscarli senza il suo permesso. Pensata per internet: i sistemi di pagamento tradizionali sono nati prima di Internet, e soffrono di difetti e problemi di sicurezza difficilmente risolvibili mantenendo la retro-compatibilità. Inflazione determinata a priori: l’emissione di nuovi Bitcoin e determinata dall’algoritmo stesso del programma, e non può essere modificata. Funzione Peer-to-peer (rete paritaria o paritetica): modello di architettura logica di rete informatica in cui i nodi non sono gerarchizzati unicamente sotto forma di client o server fissi (clienti e serventi), bensì tutti i nodi sono equivalenti e paritari, cioè possono fungere sia da cliente sia da servente rispetto agli altri nodi della rete; inoltre gli utenti comunicano direttamente e qualsiasi nodo è in grado di avviare e completare una transazione. È una Valuta Crittografica: si appoggia alla scienza crittografica per occultare le sue informazioni e preservarne la riservatezza insieme alla propria autenticazione, l’integrità e la non ripudiabilità.


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1

Autenticazione: chi riceve il messaggio e sicuro dell’identità del mittente

2

Integrità: chi riceve il messaggio e sicuro che questo non sia stato alterato.

3

Non ripudiabilità: chi invia il messaggio non può in seguito negare di averlo inviato.

Un algoritmo di firma digitale permette di ottenere le proprietà sopra descritte. Funzione di Hash: accetta in ingresso un valore di lunghezza variabile e restituisce un valore di lunghezza fissa, di solito minore, chiamato valore di hash. questo valore non dipende in maniera esplicita dall’ingresso, ma deve apparire come se fosse un valore casuale. A questo scopo vengono utilizzati vari algoritmi, come MD5 e SHA. Ad esempio possiamo calcolare il valore di hash di una stringa utilizzando l’algoritmo SHA-1: SHA1 (” Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”) Valore restituito: 794728aef7c861ccbaac37daac8d6d1803d3fb39 anche solo cambiando un carattere qualsiasi della stringa in ingresso (in questo caso la “o” di cammino), il valore di hash calcolato e completamente diverso: SHA1 (“Nel mezzo del cammino di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”) Valore restituito: 8856025b48a9badb287d947b78ef4e189767e771 Se due file corrispondono bit a bit, avremo lo stesso valore di hash. Esiste la possibilità che due file diversi abbiano il medesimo valore di hash. (M. Amato – 2009).


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2.4

Brevi cenni sulla crittografia.

Due tipi fondamentali di crittografia: Crittografia simmetrica. La crittografia simmetrica, anche detta a chiave privata, e stata la prima forma di crittografia sviluppata dall’uomo. Per occultare un messaggio, in modo che sia leggibile solo dal destinatario, il mittente deve prima cifrarlo. Esistono vari algoritmi di cifratura, chiamati cifrari. Dato in ingresso all’algoritmo il messaggio in chiaro ed un’informazione segreta (di seguito chiamata chiave), l’algoritmo restituisce il messaggio cifrato. La chiave e l’unica informazione essenziale per decifrare il documento. Per sviluppare un algoritmo sicuro, bisogna assumere che prima o poi diventi di pubblico dominio, e progettarlo in maniera tale che anche conoscendolo, i messaggi cifrati con tale algoritmo non siano decifrabili senza conoscere la chiave. Il destinatario, anch’esso a conoscenza della chiave utilizzata, e quindi l’unico che può decifrarlo. Questo meccanismo prende il nome di crittografia a chiave simmetrica perché prevede che mittente e destinatario posseggano la medesima chiave, necessaria sia per cifrare che per decifrare. Esempi di algoritmi sono DES e AES. È facile accorgersi che la crittografia simmetrica comporta un problema non di poco conto nel campo della comunicazione a distanza: come fa il mittente a comunicare la chiave al destinatario, senza essere intercettato dall’attaccante. L’unico modo e quello di utilizzare un canale sicuro, a prova di intercettazione. Ma se questo canale non esistesse? Tralasciando gli algoritmi di negoziazione della chiave, esiste un genere di crittografia ideato appositamente per risolvere questo problema. Crittografia a chiave pubblica. La crittografia a chiave pubblica, anche chiamata crittografia asimmetrica, permette di pensare in modo completamente diverso il problema. Viene creata una coppia di chiavi (keypair), una delle quali viene definita chiave privata, e l’altra chiave pubblica. La chiave privata viene generata casualmente, e da questa si ricava la chiave pubblica tramite una funzione unidirezionale, in modo che non sia possibile derivare la chiave privata da quella pubblica. Gli algoritmi di crittografia a chiave pubblica funzionano in maniera particolare: richiedono una delle due chiavi per cifrare il messaggio, e l’altra per decifrarlo. In questo modo, se vogliamo inviare un messaggio cifrato, basta conoscere la chiave pubblica del destinatario. Solo questi potrà decifrare quindi il messaggio con la sua chiave privata. La crittografia a chiave pubblica viene usata, oltre che per scambi di messaggi cifrati, anche per implementare algoritmi di firma digitale. Un metodo e quello di calcolare il valore hash del


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documento e cifrarlo con la propria chiave privata. A questo punto e necessario allegare questo nuovo valore, che chiameremo firma, al documento. Per verificare la validità della firma e sufficiente decifrarla con la chiave pubblica e confrontarla con l’hash del documento. Se corrispondono la firma e valida. Tra i vari algoritmi di firma a chiave pubblica, il più diffuso e RSA. Un altro metodo e denominato ECC (Elliptic Curve Cryptography) ed e basato sulle proprietà delle curve ellittiche. Stesso metodo è utilizzato per garantire l’autenticità della firma digitale nelle transazioni sui documenti. (Sito: Techeconomy - 2007).


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2.5

Un’autostrada peer to peer genera energia e Bitcoin per la rete.

Le critto monete utilizzano tecnologie di tipo peer-to-peer (p2p) per essere generate o rete paritaria o paritetica che in informatica, è un'espressione che indica un'architettura logica di rete informatica in cui i nodi non sono gerarchizzati unicamente sotto forma di client o server fissi (clienti e serventi), ma sotto forma di nodi equivalenti o paritari, in inglese peer, che possono cioè fungere sia da cliente che da servente verso gli altri nodi terminali, ovvero gli host della rete. Essa dunque è un caso particolare dell'architettura logica di rete Client-Server sempre attivi a generare dati. Mediante questa configurazione qualsiasi nodo è in grado di avviare o completare una transazione. I nodi equivalenti possono differire nella configurazione locale, nella velocità di elaborazione, nella ampiezza di banda e nella quantità di dati memorizzati. L'esempio classico di P2P è la rete per la condivisione di file, il cosiddetto file sharing. Nel caso delle critto monete, i nodi sono computer di utenti disseminati in tutto il globo; su questi computer vengono eseguiti appositi programmi che svolgono funzioni di portamonete. Le transazioni e il rilascio delle critto monete avvengono collettivamente in rete, pertanto non c'è una gestione di tipo “centralizzato”. Queste proprietà uniche nel loro genere, non possono essere esplicate dai sistemi di pagamento tradizionale. La maggior parte delle critto valute sono progettate per introdurre gradualmente nuove unità di valuta, ponendo un tetto massimo alla quantità di moneta che è in circolazione; ciò viene fatto sia per imitare la scarsità ed il valore dei metalli preziosi, sia per evitare l'iperinflazione. Comparate con le valute ordinarie gestite dagli istituti finanziari o tenute come contante, le critto valute sono meno suscettibili a confische da parte delle forze dell'ordine. Infine, le critto-valute esistenti sono tutte pseudonimi che consentirebbero l'anonimato. Il modello p2p è comunemente associato ai programmi di condivisione dei file, ma non è l’unica applicazione a cui può essere destinato. Una di queste può essere il calcolo distribuito, che consiste nella risoluzione di problemi computazionali di elevata complessità sfruttando la capacità di calcolo fornita nel complesso da un insieme di calcolatori autonomi interconnessi da una rete, come appunto la rete p2p. Il termine distribuito ha un’accezione ampia, e vuole indicare sia la disposizione fisica in diverse aree geografiche dei calcolatori, sia l’autonomia dei processi che eseguono.


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Per questo motivo Bitcoin è di fatto un sistema distribuito, un insieme di calcolatori autonomi collegati attraverso la rete Internet da un’architettura di tipo peer-to-peer, che permette la sincronizzazione e il controllo del registro delle transazioni attraverso la sua condivisione tra i nodi. Tale controllo è decentralizzato e distribuito, in quanto realizzato attraverso la risoluzione di complessi calcoli crittografici da parte di una rete di calcolatori autonomi tra loro, che forniscono la forza computazionale necessaria a questo scopo. (Rivista “Il sole 24 ore” - 04-02-2016).

Crittografia peer to peer.


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2.6

La creazione dei Bitcoin.

Protocollo, funzionamento e processo della moneta. 1.

Le nuove transazioni create online continuamente da calcoli matematici vengono inviate a tutti i nodi (broadcast).

2.

Ogni minatore controlla che le transazioni siano valide e le raccoglie in un blocco insieme all’hash del blocco precedente.

3.

Ogni minatore lavora per trovare un proof-of-work valido per il proprio blocco.

4.

Quando un minatore trova un proof-of-work valido, lo invia insieme al blocco a tutti gli altri nodi.

5.

I nodi accettano il nuovo blocco solo se contiene transazioni valide e non incluse in altri blocchi precedentemente.

6.

I minatori dimostrano di accettare il nuovo blocco come valido utilizzandone l’hash nel calcolo del proof-of-work del blocco successivo della catena.

I nuovi minatori considerano sempre la blockchain più lunga come quella valida, e lavorano per estenderla. Nel caso due nodi trovino due differenti versioni dello stesso blocco contemporaneamente, ognuno trasmetterà la propria versione al resto dei nodi. Ogni nodo lavora sul blocco che ha ricevuto per primo, ma conserva l’altro nel caso diventi parte del ramo più lungo. Ovviamente i minatori non svolgono gratis questa attività. Ogni blocco presenta una transazione aggiuntiva verso un indirizzo stabilito arbitrariamente dal minatore, contenente un numero di BTC definito dal protocollo. In pratica ad ogni blocco trovato dal minatore corrisponde una ricompensa in BTC. In questo modo non solo si garantisce un incentivo ai minatori proporzionale al lavoro svolto, ma si trova anche un criterio per l’emissione di nuovi BTC. Vengono così premiati i nodi della rete che maggiormente contribuiscono alla sicurezza del protocollo. Vista la competizione tra i nodi nel cercare di ottenere una maggior ricompensa possibile, e naturale un incremento nel tempo della capacita di calcolo della rete (hashrate1), con un parallelo aumento della difficolta richiesta risolvere un proof-of-work. La quantità di BTC emessa da un blocco e predeterminata e si riduce geometricamente col passare del tempo, dimezzandosi ogni 210,000 blocchi (circa ogni 4 anni). La prima riduzione e avvenuta il 28 novembre 2012. (Rivista Internazionale - 2014-02-14).


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2.7 La funzione dei minier. Qualsiasi minatore che crea un blocco valido viene premiato per il suo sforzo con i Bitcoin appena creati. Il protocollo regola la velocità con cui si creano i Bitcoin. Attualmente, la ricompensa è fissata a 25 Bitcoin per blocco e viene pianificata per essere dimezzata ogni quattro anni, fino a quando il numero totale di Bitcoin creato raggiungerà 21 milioni. Con la progressiva riduzione della ricompensa di generazione nel tempo, la fonte del guadagno per i minatori passerà dalla generazione della moneta alle commissioni di transazione incluse nei blocchi, fino al giorno in cui la ricompensa cesserà di essere elargita: da allora l'elaborazione delle transazioni verrà ricompensata unicamente dalle commissioni sulle transazioni stesse. Tutti i nodi della rete competono per essere i primi a trovare una soluzione ad un problema crittografico che riguarda il blocco candidato, un problema che non può essere risolto in altri modi che tramite bruteforce15 e che quindi richiede sostanzialmente un enorme numero di tentativi. Quando un nodo trova una soluzione valida l'annuncia al resto della rete attribuendosi contemporaneamente i Bitcoin in premio previsti dal protocollo, i nodi che ricevono il nuovo blocco lo verificano e lo aggiungono alla loro catena, ricominciando il lavoro di mining al di sopra del blocco appena ricevuto. (R. Meggiato - 2014). Dal punto di vista tecnico il processo di mining non è altro che un'operazione di hashing16 inverso: determinare un numero (nonce) tale per cui l'hash SHA-25617 di un insieme di dati rappresentante il blocco sia inferiore ad una soglia data. Questa soglia, chiamata per l'appunto difficoltà, è ciò che determina la natura concorrenziale del mining di Bitcoin: più potenza di calcolo viene aggiunta alla rete Bitcoin e più questo parametro aumenta, aumentando di conseguenza il numero di calcoli mediamente necessari a creare un nuovo blocco e aumentando quindi il costo di creazione dello stesso, spingendo così i nodi a migliorare l'efficienza dei loro sistemi di mining per mantenere un bilancio economico positivo. L'aggiornamento di questo parametro avviene ogni 14 giorni circa, dimensionandosi in modo che un nuovo blocco venga generato in media ogni 10 minuti.


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2.8 Fare mining oggi nel 2018. Accaparrarsi il contributo di Bitcoin potrebbe apparire come un’attività piuttosto semplice: di fatto, tutto ciò che serve è un computer e un client che ci inserisca all’interno della “rete” per la creazione della moneta online. Il client si occupa di scaricare dalla Rete dei pacchetti dati contenente calcoli crittografici di enorme complessità: una volta risolti, l’utente sarà “ricompensato” con un Bitcoin o una frazione della moneta virtuale. Questi calcoli, com’è semplice immaginare, richiedono dei computer particolarmente performanti: saranno necessari un processore e una scheda grafica molto potenti per riuscire a risolvere gli “enigmi” crittografici e guadagnare Bitcoin. Un’attività poco redditizia, se svolta con un solo computer. (Sito: tecnologia, libero). Per questo motivo i miner più aggressivi utilizzano server e botnet in grado di risolvere i quesiti e accaparrarsi Bitcoin più in fretta. Così facendo si è in grado di accumulare una maggior quantità di moneta virtuale, ma aumentano anche le spese: la creazione di macchine da “mining Bitcoin” può superare facilmente i 5.000 euro e la loro gestione ha costi superiori rispetto a quelli di un PC casalingo. Come guadagnare con i Bitcoin? Se si esclude l’uso dei computer di casa e la creazione di server farm nel garage, non resta che affidarsi alla collaborazione e alla Rete. Negli ultimi anni, infatti, sono nate delle strutture – chiamate “mining pool” – dove tutti i partecipanti mettono a disposizione le proprie risorse informatiche, dividendosi poi i guadagni in base al proprio contributo. Ma anche qui vale lo stesso discorso di prima: il vostro contributo, con un computer casalingo, equivale a una goccia in mezzo al mare. Ma se avete risorse economiche per dotarvi di una rete con grande potenza di calcolo, un tentativo potrebbe valerne la pena. (D. Capoti, E. Colacchi, M. Maggioni - 2015). I Bitcoin si possono ottenere in due modi: il primo è, banalmente, offrendo qualcosa in cambio. Si possono infatti “vendere” prodotti, oggetti, siti internet o altri servizi online chiedendo in cambio moneta crittografata al posto di una normale valuta. L’altra via invece, quella forse più semplice, è acquistare direttamente queste monete scambiandole con una valuta reale. Si possono ovviamente acquistare anche frazioni di un Bitcoin visto che, al momento in cui scrivo, un Bitcoin è valutato più di 500€.


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Si possono comprare incontrando persone disposte a vendere dei Bitcoin anche attraverso Bitcoin.meetup.com, social network che riunisce gruppi di persone per aree di interessi, tra cui appunto i Bitcoin. Acquistarli presso gli Exchange online: sul web esistono molti siti che consentono la compravendita di Bitcoin in cambio di moneta legale o di altre critto-valute. Tali piattaforme svolgono il ruolo di market makers fissando i tassi di cambio a cui l’Exchange compra o vende Bitcoin in cambio delle principali valute tradizionali o di altre valute virtuali. A seconda del sito prescelto, le procedure di iscrizione e certificazione dell’identità dell’utente possono richiedere del tempo prima di poter procedere alla compravendita di Bitcoin. Però ci guadagna anche chi fornisce i mezzi per poterseli accaparrare come che vende processori avanzati per aumentare le attività di calcolo con apparecchi come

Bitmain Antminer L3+ 504Mh, tutta la serie degli Antiminer da s1 a s9 passando dagli Asicminer Bitmain Antminer L3+ 504Mh, tutta la serie degli Antiminer da s1 a s9 passando dagli Asicminer agli Avalon ai BFL ai Bitmine ai BTC Garden, ai Rockminer che garantiscono guadagni elevati ma che costano dai 2000 euro in su ma non ne basta solo uno ce ne vogliono molti, infatti qualche società

Apparecchiature in uno stabilimento cinese.

si è attrezzata e sicuramente il singolo utente da casa con il suo computer domestico di alta qualità può farvi guadagnare solamente circa 0,00001000 BTC al giorno, ovvero nemmeno 0,00400000 BTC all’anno (meno di 2€ l’anno). Attualmente l’unita di misura più piccola e 0,00000001 BTC,


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denominata sa-toshi, ma modificando il protocollo e possibile aumentare indefinitamente la divisibilità dei BTC. (sito: Gianlucacomandini.it). In questi anni sono nati altri metodi alternativi rispetto al mining per ottenere Bitcoin, i cosiddetti “faucets” (o “rubinetti”), ovvero siti web che per diffondere l’universo Bitcoin e guadagnare dai banner pubblicitari ti regalano piccolissime quantità di Bitcoin ogni volta che accedi al sito, risolvi un semplice captcha, giri una ruota, spingi un pulsante o tutti sistemi comunque similari. Vi è ovviamente differenza tra i faucets che fanno perdere ore e ore per guadagnare microscopiche quantità di Bitcoin e quelli che invece in pochi minuti al giorno ti danno proporzionalmente quantità molto più elevate ed appaganti di Btc. I migliori e più convenienti attualmente online sono i seguenti: 1) FreeBitco. Ti permette di tentare la fortuna gratuitamente ogni ora e vincere un importo in base al numero uscito che va da 0,00000500 BTC a 0,50000000 BTC. Inoltre puoi anche scommettere i tuoi stessi Bitcoin per moltiplicarli. Mediamente garantisce circa 0,00015000 BTC al giorno. 2) QoinPro. Questo sito è molto consigliato per chi intende affacciarsi non solo al mondo dei Bitcoin ma anche a quello di altre critto-valute. Qui avrai la possibilità di guadagnare non solo BTC ma oltre una decina di altre critto-valute diverse che fa sempre comodo tenere da parte… (non si sa mai qualcuna delle altre monete elettroniche dovesse fare nei prossimi anni lo stesso “salto” del BTC). Parte con una base notevolmente bassa di BTC giornalieri ma aumenta esponenzialmente per ogni amico a cui suggerisci il sito e che si iscrive tramite il tuo link. Le altre monete offerte in questo sito oltre al Bitcoin in ordine di importanza sono: LiteCoin, DogeCoin, FeatherCoin, FedoraCoin, InfiniteCoin, VirtaCoin, DigitalCoin, EarthCoin, WorldCoin. 3) MoonBit. Questo sito ti dà la possibilità di non dover stare presente necessariamente ogni ora sul sito ma di scegliere in qualsiasi istante di ritirare tutti i BTC che si continuano ad accumulare automaticamente fino al momento in cui decidete di prelevarli. Il guadagno è circa 300 satoshi al minuto (1 satoshi equivale a 0,00000001 Bitcoin). Dunque 0,00008000 BTC al giorno.


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4) Spin and Win. Forse il migliore in assoluto! Grafica molto carina, si deve girare una ruota ogni 15 minuti e si vince un numero di BTC pari al numero uscito sulla ruota. In media si riescono ad ottenere anche 0,00020000 BTC al giorno. 5) 777bitco. Identico nello stile, nella grafica e nelle procedure a FreeBitcoin, l’unica differenza è il bonus per ogni amico iscritto che è leggermente più alto rispetto a FreeBitcoin. 6) CryptoCombo. Con questo sito basta cliccare un pulsante ogni ora per ottenere circa 900 satoshi all’ora. In media in un giorno si riescono ad ottenere circa 0,00010000 BTC. 7) BitcoinGet. Molto carino e totalmente diverso rispetto agli altri siti. Per chi vuole diversificare un po’ le attività, in questa piattaforma verranno proposti continuamente piccoli “lavori” da fare, come ad esempio visitare un sito, leggere articoli o visualizzare un video, ed in cambio si viene pagati con una quantità di BTC. 8) FairyFaucet. Sito particolarmente buono per i bonus. Infatti in base ad un conto alla rovescia si possono vincere BTC anche ogni 5 minuti. In tutti questi 8 siti, per moltiplicare notevolmente i vostri Bitcoin guadagnati ovviamente è consigliato munirvi dei link referreal che troverete nei siti dopo esservi iscritti ed utilizzarli per far iscrivere a vostra volta tutti i vostri amici. Più amici si iscriveranno utilizzando i vostri link e più aumenteranno le vostre percentuali di Bitcoin guadagnati, fino a permettervi una vera e propria rendita senza fare pressoché nulla. (Sito: Cointelegraph.it).


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2.9 Blockchain la garanzia solo dopo il backup dei dati. Le transazioni di Bitcoin sono effettuate in rete grazie all'affidabilità del sistema Blockchain: anche facendo acquisti con criminali e aventi come oggetto beni o servizi illegali, venditore e acquirente possono essere sicuri che il trasferimento di denaro sarà effettuato. Con le monete aventi corso legale, invece, dobbiamo inevitabilmente fare affidamento su strutture governative come sistema giudiziario e forze dell'ordine. In questo caso la blockchain è un database che viene installato da ogni singolo utente sul pc e svolge la funzione di un enorme libro mastro virtuale dove, grazie alla procedura di mining da parte degli utenti, viene registrata ogni singola transazione effettuata nella storia della critto valuta, garantendo la sicurezza e la certezza di ogni pagamento: nessuno può spendere due volte lo stesso Bitcoin. Le varie transazioni, sempre grazie al contributo dei miners, vengono inserite in "blocchi", che automaticamente vengono aggiunti alla blockchain ogni 10 minuti. Una volta che il pagamento è stato inserito nella blockchain, nessuno può modificare la registrazione: agli occhi del sistema BTC la transazione è definitivamente conclusa. É stato questo sistema, secondo molti sostenitori, a garantire il successo di Bitcoin e a differenziarlo radicalmente dai vari progetti di moneta virtuale allora presenti. (Sito: tecnologie-emergenti). Ad ogni utente del sistema BTC viene attribuito un codice alfanumerico che lo identifica agli occhi degli altri utenti, senza bisogno di fornire alcun dato personale. In questo modo, anche se ogni transazione può essere letta sulla blockchain, è possibile soltanto vedere i codici dei vari utenti, non nomi o luoghi di provenienza; la possibilità di rimanere anonimi grazie alla blockchain è stata fin da subito una delle caratteristiche che hanno attirato maggiormente l'attenzione dell'opinione pubblica e, naturalmente, dei criminali. Il sistema Bitcoin, ricorrendo alla blockchain, si propone di ridurre drasticamente non solo i costi legati al trasferimento del denaro, ma anche le commissioni relative al cambio di valuta. Allo stesso tempo, vengono annullati i rischi legati alla contraffazione o al furto durante la transazione, senza che l'utente debba sostenere costi aggiuntivi per la protezione delle proprie transazioni, indipendentemente dall'entità delle cifre trasferite. Di fatto, però, la maggior parte dei pagamenti presso le attività commerciali che accettano i Bitcoin prevede comunque una commissione, anche se in genere inferiore a quella prevista da altri intermediari finanziari per operazioni della stessa entità.


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Come affermato in precedenza, le transazioni di Bitcoin avvengono tra indirizzi creati appositamente per questo scopo. Un Bitcoin di fatto non esiste come unità a sé stante, come può esserlo una stringa di bit nel mondo digitale. Esistono solo transazioni tra indirizzi, con i rispettivi bilanci che aumentano o diminuiscono. Possedere dei Bitcoin significa possedere la chiave privata associata ad almeno uno di questi indirizzi tale per cui, all’interno di un qualsiasi blocco “risolto" dal lavoro dei minatori, è stata in precedenza registrata una transazione a favore di quello specifico indirizzo. Ogni transazione di Bitcoin è perfettamente tracciabile, in quanto ad ogni istante in cui si visualizzi la blockchain è possibile sapere quanti Bitcoin appartengono ad un determinato indirizzo, ed inoltre è possibile risalire a quale indirizzo glieli abbia forniti, e da chi quest’ultimo li abbia a sua volta ricevuti. (R. Meggiato - 2011).

Una blockchain è una base di dati distribuita che è in grado di mantenere una crescente lista di record (conservando quindi le informazioni "sul passato") e che è resistente ad eventuali tentativi di manomissione.


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2.10 Semplice spiegazione dei Bitcoin e dell’importanza del protocollo. Una volta generata una mela con il tempo necessario del sole che la fa maturare, un nonno al parco da una mela in mano al nipote. Ora il nonno non ha più la mela e il nipote che prima non ce l’aveva, ora la possiede. Non c’è stato il bisogno di una terza presenza per far avvenire questo semplice gesto. La mela ora è del bambino e il nonno non gliene può più dare perchè soltanto una ne possedeva. Ora il bambino può decidere di tenerla, mangiarla o darla ad un'altra persona. Lo scambio poteva essere fatto con qualsiasi altro oggetto che non era una mela, un libro, un orologio ecc. Se però la mela fosse stata una mela gif digitale, una foto per intenderci che si trovava nel computer, il nonno oltre che inviarla al nipote avrebbe potuto mandarla ad altre cento, mille …persone. Alcuni ricercatori hanno dato un nome a questo problema: double-spending problem, c’hanno ragionato per molti mesi ma il problema si è risolto quando si è pensato ad un registro generale che avesse al suo interno registrata quella mela gif animata in maniera da poterne tenere traccia ad ogni suo movimento. (D. Capoti, E. Colacchi, M. Maggioni - 2015). Rimane comunque il problema che chi controlla il registro può creare duplicati di quella mela e distribuirle ad altrettante persone facendosele pagare. Ma la soluzione è che tutti i possibili acquirenti posseggono quel registro e riescono a visualizzare quella determinata mela dove all’interno ci sono tutti i vari passaggi (transazioni avvenute) di mano per quella mela. Questo registro pubblico è il Bitcoin protocol che ha delle sue regole al suo interno e chi ne fa parte le deve rispettare. È open source: il numero totale di mele digitali è stato definito nel registro pubblico sin dall'inizio. “Io conosco esattamente la quantità che esiste all'interno del sistema, e quella che verrà creata” (è una quantità finita e limitata, pertanto scarsa). In altre parole, la mela digitale all'interno del sistema si comporta come un oggetto fisico. La cosa interessante è che la mela è ancora digitale, per questo motivo posso decidere di inviarti 1 mela digitale, oppure 1 milione di mele digitali, o ancora 0,0001 mele digitali. Lo posso fare con il click di un pulsante, e posso inviarla nel tuo portafoglio digitale blockchain anche se io sono in Nicaragua e tu sei a New York. Posso addirittura fare in modo di includere altre informazioni digitali in queste mele digitali. D'altra parte è tutto digitale. Magari posso allegare un testo, oppure cose più importanti come un contratto, certificati o documenti di identità. (sito: cryptovalute.it).


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2.11

Accenno al timestamp.

Bitcoin risolve il problema di datare le transazioni utilizzando un server di timestamp distribuito. Un server di timestamp calcola il valore hash dell’oggetto che vuole datare e lo pubblica su di una media affidabile, ad esempio su di un giornale. Il timestamp e la prova che l’oggetto esisteva prima che ne venisse calcolato l’hash. È così possibile stabilire una datazione anteriore a quella di uscita del giornale in edicola. Ogni timestamp include, oltre all’oggetto che deve datare, anche il valore hash del timestamp immediatamente precedente, creando così una catena. L’ordine dei timestamp, e quindi quello della creazione degli oggetti, non può a questo punto essere modificato, a meno di non ricreare dall’inizio tutta la catena. Per realizzare un sistema distribuito di timestamp, formato da tanti nodi in configurazione peer-to-peer, Bitcoin utilizza un sistema proof-ofwork simile a Hashcash, che rende superflua la pubblicazione sul giornale. All’insieme di oggetti da datare viene aggiunto un numero, chiamato “nonce” [3] e se ne calcola l’hash tramite l’algoritmo SHA-256. Questa operazione viene ripetuta cambiando “nonce” finché non si ottiene un valore hash che inizia con un determinato numero di zeri. Aumentando il numero degli zeri richiesti si aumenta esponenzialmente il lavoro medio richiesto per trovare un hash valido. Regolando la difficoltà in maniera proporzionale alla potenza dei nodi collegati alla rete, si può fare in modo che l’intervallo con cui vengono generati i timestamp da parte della rete sia grossomodo regolare. Se la potenza della rete aumenta o diminuisce e sufficiente aumentare o diminuire la difficoltà. Se qualcuno volesse cambiare la datazione di un oggetto, rimuovendolo da un timestamp e inserendolo in un altro, dovrebbe rifare il lavoro necessario a generare un timestamp valido senza il tale oggetto e tutti quelli successivi nella catena. L’unico modo per riuscirci e avere una potenza di calcolo maggiore della rete nel suo complesso. (A. Conti - 2017).


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All’interno di una transazione in Bitcoin è possibile inserire un identificativo univoco, l’"Hash Value”, che caratterizza inequivocabilmente un certo insieme di dati (impronta digitale). Foto in basso.

[3] Il "nonce" in un blocco Bitcoin è un campo a 32 bit (4 byte) il cui valore viene regolato dai minatori in modo che l'hash del blocco sia inferiore o uguale al target corrente della rete. Il resto dei campi non può essere modificato, in quanto hanno un significato definito. Qualsiasi modifica ai dati del blocco (come il nonce) renderà l'hash del blocco completamente diverso. Poiché si ritiene impossibile prevedere quale combinazione di bit risulterà nell'hash corretto, vengono provati molti valori nonce diversi e l'hash viene ricalcolato per ciascun valore fino a quando viene trovato un hash inferiore o uguale al target corrente della rete. Il bersaglio richiesto è rappresentato anche come difficoltà, dove una difficoltà più alta rappresenta un bersaglio inferiore. Poiché questo calcolo iterativo richiede tempo e risorse, la presentazione del blocco con il valore nonce corretto costituisce una prova di lavoro.


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2.12

Creazione, transazioni ed estrazione.

Creazione / transazione. I Bitcoin funzionano sulla base di un protocollo peer-to-peer, simile quindi ai sistemi utilizzati per esempio per scaricare e condividere i file online, quelli in cui ogni computer diventa un nodo della rete alla pari con gli altri senza nodi centrali. Ogni utente di Bitcoin è connesso con tutti gli altri e detiene una copia di una sorta di libro mastro – cioè un documento in cui sono contenuti tutti i conti di un sistema contabile – chiamato blockchain (catena di blocchi). Nel blockchain sono registrate tutte le transazioni di tutti gli utenti di sempre, da quando sono nati i Bitcoin.

La Blockchain di Bitcoin (in blu) che ha origine dal blocco genesi (verde). I blocchi in grigio rappresentano i blocchi orfani frutto di biforcazioni. (Fonte: paymentobserver.com).

Questo meccanismo è alla base della soluzione di Nakamoto al problema di verificare che le transazioni economiche online, senza autorità centrali a controllarle, siano regolari: e quindi che i destinatari dei pagamenti non imbroglino i mittenti, o che gli utenti non paghino con soldi che in realtà non possiedono. È la blockchain a fare quello che normalmente fa una banca: rimuovere dal conto dell’utente che spende i soldi la quantità giusta di denaro, e assicurarsi che non possa spendere più soldi di quanti ne possiede. Nel sistema Bitcoin, tutti gli utenti verificano tutte le transazioni: quando c’è un trasferimento di Bitcoin, a tutti i dispositivi collegati viene sottoposto un problema crittografico che richiede un enorme numero di prove per essere risolto. Non serve che tutti i computer lo confermino: quello che per primo trova una soluzione al problema emette un avviso per gli altri. (Sito: Interlogica.it). Più o meno sei volte all’ora viene creato un nuovo “blocco” di transazioni confermate, che viene aggiunto alla blockchain generale. Una transazione su Bitcoin, quindi, è registrata soltanto quando è effettivamente avvenuta, ed è registrata nell’unico posto che tiene il conto di quanti Bitcoin esistono e a chi appartengono. In questo modo si impedisce che gli utenti possano spendere più volte gli stessi Bitcoin, perché il fatto che siano già stati spesi è registrato sulla blockchain in possesso di chiunque


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usi Bitcoin. Imbrogliare questo sistema falsificando Bitcoin è molto complicato, praticamente impossibile. Tutte queste operazioni avvengono “all’oscuro” delle persone davanti al computer: è un calcolo che il programma fa autonomamente seguendo input casuali generati dal protocollo. I proprietari di Bitcoin sono anonimi, e identificati soltanto da un codice. Ogni transazione è identificata da una chiave pubblica, che identifica il ricevente e che è usata da tutti i dispositivi del sistema per verificare l’operazione, e da una chiave privata, che serve agli utenti coinvolti ad autorizzare la transazione. Se si perde la chiave privata, si perdono i soldi: è successo, anche con somme da milioni di dollari. Se non è praticamente possibile falsificare Bitcoin, è possibile rubarli: è capitato in passato, ma ora sembra sia tutto molto più sicuro. L’estrazione. Il sistema Bitcoin distribuisce nuova valuta – nuovi Bitcoin – tra gli utenti che con i loro dispositivi contribuiscono ai calcoli necessari a confermare le transazioni, e quindi a mantenere la valuta attiva e sicura. Quando c’è una nuova transazione, questi utenti – detti miners, estrattori – provano a risolvere il problema crittografico, trovando quell’unico numero in grado di confermarlo e di aggiungere la transazione alla blockchain. Il primo che risolve il problema invia la soluzione agli altri nodi della rete, che la confermano: a quel punto riceve il premio in Bitcoin. Più un utente contribuisce al sistema in termini di potenza di calcolo, più è probabile che riceva in cambio Bitcoin. L’evoluzione e l’ingrandimento del sistema Bitcoin ha fatto sì che oggi partecipare attivamente alle operazioni che confermano le transazioni richieda una grandissima potenza di calcolo, che non può essere fornita da normali computer, come succedeva all’inizio della valuta. Per questo, esistono centri specializzati: sono grandi capannoni in cui ci sono migliaia di computer, raffreddati da imponenti impianti di ventilazione. Questo processo è chiamato estrazione, o mining, e recentemente si è iniziato a discutere del suo impatto ambientale. Questi centri infatti consumano una grande quantità di energia: in totale attualmente i processi di estrazione consumano annualmente più energia di interi stati di piccole dimensioni, tipo l’Irlanda, e circa lo 0,8 per cento dell’energia consumata negli Stati Uniti.


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Come si calcolano e quanto valgono i Bitcoin. Il valore dei Bitcoin è dettato dalla domanda e dall’offerta: e cioè da quanto sono disposte le persone a pagarli. Il prezzo di un Bitcoin è calcolato sulla base del valore al quale è scambiato con le normali valute: in pratica, un Bitcoin ha un valore soltanto perché gli utenti del sistema sono d’accordo che ce l’abbia. Una particolarità del sistema Bitcoin è che il numero totale delle unità prodotte è prestabilito: ne verranno emesse fino ad avvicinarsi alla quantità totale di 21 milioni, presumibilmente nel 2030, senza mai raggiungerla. Questo è permesso dal fatto che ogni quattro anni il numero di Bitcoin emessi viene dimezzato, così come la quantità di moneta distribuita a chi scopre i nuovi blocchi da aggiungere alla blockchain. Il pericolo d’inflazione della valuta “cioè della sua perdita di valore” è quindi minimo, perché non è previsto che possano essere effettuate nuove iniezioni di denaro da un ente come una Banca centrale, che del resto nel sistema non esiste. Anzi, man mano che si avvicinerà quella data, se continuerà ad aumentare la richiesta, ci sarà un processo di deflazione, per via della sempre minore disponibilità della valuta. Un tempo i Bitcoin erano associati a transazioni al limite della legalità, quando non del tutto illegali, e in particolare al sito Silk Road, dove si poteva acquistare di tutto, dalla droga a servizi sessuali alle armi. Con il tempo Bitcoin è riuscito a scrollarsi di dosso questa fama: questo, unito al fatto che i Bitcoin sono un numero finito, ha generato una “corsa” degli investitori che hanno cercato di accaparrarseli nel timore di rimanere esclusi da questo mercato. Perché sono aumentati di valore. La risposta breve è che non c’è un’unica spiegazione. E la premessa da fare è che i Bitcoin rimangono un investimento molto rischioso, perché il loro valore è da sempre volatile: come ha dimostrato il crollo più recente. Era già successo due volte in passato che i Bitcoin aumentassero molto di valore – mai nemmeno lontanamente come è successo nelle ultime settimane – e questi picchi erano sempre stati seguiti da cali molto repentini. È dai primi mesi del 2017 che gli analisti avvertono che è solo questione di tempo prima che ricapiti: fino a questa settimana non era ancora successo, e anche dopo il crollo il loro valore è rimasto altissimo, rispetto a un anno fa. In molti si sono pentiti di non averci investito tempo fa.


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L’aumento di valore di quest’anno è dovuto, tra le altre cose, al fatto che la borsa di Chicago ha iniziato a permettere di scambiare titoli futures – contratti che permettono agli investitori di “scommettere” sul valore di qualcosa – basati sui Bitcoin, una decisione interpretata come un importante “sdoganamento” della valuta, fino ad allora molto osteggiata dall’establishment finanziario. L’annuncio della borsa di Chicago si è unito a un miglioramento della reputazione dei Bitcoin che già era in corso, e che aveva provocato sempre maggiori interessamenti da parte degli investitori, rassicurati anche dalla sempre maggiore sicurezza del sistema. (Sito: ilpost.it).


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Conclusioni In questo elaborato attraversando la nascita della moneta e i suoi risvolti nella società, si è voluto fornire un quadro sulla situazione attuale di uno dei fenomeni che probabilmente influenzeranno in misura maggiore il futuro sistema dei pagamenti: i Bitcoin. in particolare, nei primi paragrafi del secondo capitolo si è analizzato il fenomeno da un punto di vista tecnico, spiegando le basi del funzionamento di una normale transazione in critto-valuta. L’aspetto più rilevante è l’assoluta autonomia da qualsiasi istituzione o ente centrale: il sistema Bitcoin, nelle intenzioni di chi l’ha progettato, e per questa sua caratteristica, sembra rendere possibile un libero mercato, indipendente dal controllo dello Stato sulle riserve monetarie. Tuttavia, è necessario considerare il fatto che il volume scambiato delle transazioni Bitcoin è di modeste dimensioni e, pertanto, non rappresenta minimamente una minaccia né per le Banche Centrali, né per la permanenza sul mercato degli intermediari che gestiscono i sistemi di pagamento tradizionali. Ad un’attenta analisi dal punto di vista economico, inoltre, emerge, in tutte le sue sfaccettature, l’inadeguatezza del Bitcoin circa il suo utilizzo come moneta, in quanto, come si è visto, non assolve le tre funzioni caratteristiche. Infatti, l’unica funzione che attualmente soddisfa pienamente è quella di mezzo di scambio, ma il numero di punti vendita disposti ad accettarli è ancora troppo esiguo per permetterne una facilità di utilizzo. Inoltre, la sua eccessiva volatilità non le permette di possedere le caratteristiche né di unità di conto né di riserva di valore. Ma è soprattutto la mancanza di una disciplina che ne regoli gli aspetti di circolazione e funzionamento che costituisce la maggiore criticità di utilizzo, tanto da rendere le sorti del Bitcoin nella realtà effettiva, e non virtuale, incerte, e che, di conseguenza, dipenderanno dalle future scelte dei vari legislatori. L’obbiettivo che si è cercato di perseguire in questa trattazione non era di stabilire - in seguito alle dovute premesse di definizione, funzionamento, caratteri generali - un giudizio assoluto e definitivo della critto-valuta, come rischio od opportunità tout court, bensì di fornire, in un’ottica che è e che non può non essere comunque critica, le conoscenze di base necessarie per poter formulare un autonomo giudizio su questo fenomeno nuovo, in evoluzione ed, in parte, ancora in via di sviluppo. Proprio per questo, sarà necessario comunque tenersi sempre aggiornati, non lasciandosi condizionare dall’entusiasmo e dalle speculazioni che sempre accompagnano questi fenomeni innovativi, al fine di cogliere appieno tutte le opportunità e i benefici che i Bitcoin possono dare alla società, e, allo stesso tempo, facendo particolare attenzione ai rischi e ai punti deboli che questo sistema comporta.


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Bibliografia A. Conti “Bitcoin Funzionamento delle Critto-valute e trading” Edizioni Wlad Winkler, 2017 - Roma. Bitcoin - La moneta virtuale – Quotidiano, Il Sole24Ore - 04-02-2016. D. Capoti, E. Colacchi, M. Maggioni “Bitcoin Revolution la moneta digitale alla conquista del mondo” Hoepli, Milano, 2015. D. Mancinelli "Società Sostenibile, Pro e contro del sistema sociale competitivo" Movimento Zeitgeist conferenza, Milano - 2011. E. Caldari - Fonte Simposio, “Cos'è il denaro nella società sostenibile", vol. XXII, n. 2, pp. 131-146 – 2015. F. Martin “La storia vera. Quello che il capitalismo non ha capito” Utet - Torino - 2013. F. Galliani “Della moneta” Stamperia Simoniana Napoli - 1780. G. Simmel “Filosofia del denaro”, Utet Torino - 2013. K. Marx “Manoscritti economico-filosofici” del 1844, a cura di N. Bobbio, Einaudi Torino, 1973. M. L. Maniscalco “Sociologia del denaro” Laterza, Bari - 2002. M. Amato & L. Fantacci “Per un pugno di Bitcoin, Università Bocconi Editore - 2009. Rivista Internazionale n°1038 “Bitcoin la moneta del futuro”, pag. 21- 35 - 2014-02-14. R. Meggiato “Il Lato Oscuro della Rete, alla scoperta del deep web e del Bitcoin” - Apogeo Roma 2014. Sito: http://gianlucacomandini.it/cose-il-Bitcoin-mining-conviene-farlo/ Sito: https://it.cointelegraph.com/bitcoin-for-beginners/what-is-mining#cos-il-mining

Sito: https://www.cwi.it/tecnologie-emergenti/blockchain Sito: http://www.cryptovalute.info/Bitcoin-spiegato-a-un-bambino)

Sito: https://www.interlogica.it/insight/il-consenso-di-nakamoto/ Sito: https://www.ilpost.it/2017/12/23/guida-Bitcoin/ Sito: http://www.sapere.it/sapere/strumenti/domande-risposte/economia-societa/prima-moneta-metallica.html Sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Banconota Sito: http://www.griseldaonline.it/temi/denaro/la-letteratura-e-il-denaro-4.html


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Sito: https://www.techeconomy.it/2017/03/07/blockchain-la-crittografia-alla-base-delle-valute-elettroniche/ Sito: https://tecnologia.libero.it/come-generare-Bitcoin-e-diventare-ricchi-11041 Sito: https://www.mypecunia.com/le-10-migliori-app-trasferire-denaro/


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Ringraziamenti Ringrazio il professor Dario Padovan per la pazienza e la disponibilità . L’amico Luciano Giordano esperto in comunicazione per i preziosi suggerimenti relativi ai borsellini elettronici e alle relative applicazioni. A Laura Nitti per la collaborazione di rilettura del testo. Al tempo e agli imprevisti della vita che mi hanno permesso di perseguire questo prezioso traguardo.


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