ESPRIT3

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Ti racconto la mia storia Racconti di vita per un percorso di valutazione dei progetti finanziati dalla Sovvenzione Globale “Esprit3�

FSE Investiamo nel vostro futuro


La presente ricerca è stata realizzata nell’ambito della Sovvenzione Globale “Esprit3”, gestita dall’ATI composta da Esprit (capofila), Cooperfidi e Confictur, finanziata con il contributo dell’Unione Europea – FSE POR Toscana “Competitività regionale e occupazione” 2007-2013, DDR n. 282 del 03/02/2009. L’opera è il frutto del lavoro di più autori: Coordinamento scientifico: Andrea Valzania

Introduzione

Coordinamento organizzativo: Viviana Viviani, Elisa Mancinelli Ricercatori: Andrea Bilotti, Andrea Ruberti, Matteo Ignesti Si ringrazia chi ha contribuito alla realizzazione delle interviste: · · · · · · · · · · · · · · ·

Arké Coop. soc. e Manusa Coop. soc. Arcidiocesi di Lucca - Ufficio Pastorale Caritas e Le Belle di Niente Coop. soc. CEIS Livorno Coop22 Fondazione Il Sole e Raggio di Sole Coop. soc. Gemma Coop. soc. e Integra Coop. soc. I Ragazzi di Sipario Coop. soc. Il Girasole Coop. Soc. Parrocchia Maria SS. Addolorata, Diocesi di Grosseto - Caritas Diocesana e Il Timone Coop. soc. Istituto Privato di Riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” Associazione Intesa e La Tela di Penelope Coop. soc. La Tenda di Elia Coop. Soc. Liberamente Coop. soc. Lo Spigolo Coop. soc. Socialeinrete Coop. soc.

In questi anni di veloci e tumultuosi cambiamenti, la Sovvenzione Globale “Esprit3” ha rappresentato, e rappresenta, uno strumento flessibile ed efficace del Fondo Sociale Europeo (POR Regione Toscana, Obiettivo 2 del 2007 – 2013), per contrastare la vulnerabilità, la marginalità e l’esclusione sociale. La visione della Sovvenzione Globale, concretizzata nelle azioni dei progetti finanziati, si fonda sull’idea che i percorsi di inclusione possano trovare nel lavoro sostenibile e dignitoso la chiave di volta per facilitare i percorsi di inclusione sociale, oltre che professionale. Questa pubblicazione, e l’evento a cui si accompagna, ci permettono di ritagliare un momento per comprendere il valore dei progetti finanziati dalla Sovvenzione Globale “Esprit3”. Queste esperienze, che meritano una riflessione approfondita volta a evidenziarne il significato sociale e il potenziale di inclusione, si realizzano grazie ad interventi personalizzati di accompagnamento, apprendimento formale e non formale, che favoriscono non solo l’acquisizione di competenze tecniche ma anche il rafforzamento degli aspetti legati alla socialità ed al benessere individuale. Per raccontare queste esperienze è stato scelto un approccio biografico, che arricchisce e contestualizza i dati quantitativi che descrivono in modo neutro la perfomance operativa e finanziaria dei progetti. Il racconto biografico, di grande potenza espressiva e comunicativa, ci aiuta a capire le transizioni verso l’inclusione, attraverso lo sguardo - a volte ancora incantato - dei beneficiari e degli operatori che li accompagnano quotidianamente nel percorso verso l’autonomia e la costruzione di un senso profondo di cittadinanza. Ringrazio, per questo lavoro di analisi e narrazione, l’équipe di ricerca coordinata da Andrea Valzania, composta da Andrea Bilotti, Andrea Ruberti e Matteo Ignesti. Alessandro Agostini, Presidente di Esprit

Realizzazione grafica Philia Design Studio

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P e r c h é

Perché ascoltare i racconti di vita di ragazze, ragazzi, donne e uomini che dal 2009 ad oggi hanno partecipato ad interventi sostenuti da Esprit attraverso la gestione della Sovvenzione Globale? Perché ci interessano le persone e volevamo provare a valutare cosa è accaduto nelle loro vite anche grazie alle esperienze vissute per i finanziamenti della Sovvenzione Globale. Quello che accade nelle persone che, partendo da una situazione di svantaggio, vengono coinvolte in un percorso di inserimento lavorativo o di costituzione di una cooperativa, è difficilmente confinabile in nudi numeri e statistiche. Gli esiti di un percorso di questo tipo, spesso una faticosa ripartenza dopo tante sconfitte e sul quale perciò si investe molto a livello di aspettative, sono molto di più dei posti di lavoro creati. Per questo non siamo andati a cercare solo i numeri (quante nuove imprese, quanti soggetti coinvolti, quanti contratti ancora in essere, cosa ne è di queste imprese tre anni dopo il finanziamento...), ma le storie dei protagonisti. Ci interessava valutare non l’immediato riscontro lavorativo e il suo successo, ma cosa è accaduto nelle loro vite, cosa ha messo in movimento il progetto attuato, le risorse personali riattivate, i cambiamenti più significativi occorsi, i momenti di passaggio attraversati, i punti di svolta, le speranze accese, l’autostima e la dignità riconquistata, lo sbocciare della fiducia, dell’autonomia e della cura di sé. In un tempo nel quale il lavoro si è fatto leggero, liquido, precarizzato, le storie che abbiamo ascoltato e raccolto testimoniano invece come per le persone che vivono o attraversano una condizione di disabilità fisica, mentale o esistenziale questo continui ad essere un’essenziale luogo generatore di senso e di identità. La Sovvenzione Globale gestita da Esprit3 prevede interventi finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate, favorendone l’inclusione sociale. Ci sembra che le narrazioni di cui è tessuta questa ricerca aiutino a riconoscere e documentare gli esiti positivi di questa buona prassi.

Il disegno della ricerca valutativa qui presentata attraverso i suoi primi risultati, è stato costruito con l’intenzione di affiancare l’approfondimento quantitativo già effettuato da Esprit per fotografare i progetti finanziati attraverso la Sovvenzione Globale Europea. Il pensiero di fondo è che accanto alla misura quantitativa esistano interstizi di senso che i numeri non riescono a raccontare. Questi spazi spesso dimenticati nei monitoraggi e nelle valutazioni ex post, divengono centrali quando si tratta di raccontare gli esiti di percorsi che vedono la Persona al centro di un progetto di inserimento lavorativo. Per questi motivi, nell’alveo dei metodi qualitativi di valutazione e ricerca, sono stati utilizzati racconti di vita e interviste semistrutturate a testimoni privilegiati tra la compagine dei soggetti protagonisti delle progettualità finanziate da Esprit. Per raccontare i passi di un percorso di ricerca valutativa che ha coinvolto 19 organizzazioni del Terzo Settore e 40 testimoni privilegiati tra destinatari diretti dei progetti di inserimento lavorativo e operatori delle associazioni e delle cooperative sociali coinvolte, abbiamo deciso di seguire un filo rosso che si dipana attraverso undici parole chiave: Identità, Autonomia, Fiducia, Dignità, Cura di sé, Autostima, Integrazione, Partecipazione attiva, Responsabilità, Formarsi e conoscere, Accompagnamento. A queste abbiamo affidato la funzione evocativa delle voci delle persone che hanno consegnato all’equipe di ricercatori i propri racconti di vita, narrazioni che ci hanno consentito di superare la concezione dell’individuo come atomo sociale, consentendo invece di cogliere la storia della persona nel suo continuo mediare tra dimensione sociale, nella quale è immerso, e la dimensione più strettamente individuale. Racconti ed immagini che rimandano a modi diversi di guardare ed abitare la realtà, modi che qui vogliamo condividere nell’idea che per rendere conto di progettualità sia necessario andare a cogliere le transizioni biografiche, i punti di svolta delle persone con svantaggio che hanno beneficiato di inserimenti lavorativi o di voucher per lo start-up di impresa.

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C o m e 5

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Il lavoro produttore

di senso te dove lavori? …in sala …in sala, ma dove? Al ristorante… e come si chiama questo ristorante? ...che domande…che domande banali... hai ragione!...(risate)

Edoardo


I d e n t i t à

Guarda io ho l’agenda che mi porto in borsa e quando mi capita che mi chiedono ma che lavoro fai, allora la tiro fuori, spiego un attimo perchè è un po’ complicato, poi tiro fuori l’agenda, dico: vedi ad esempio questa...e tutti rimangono...no, bella...è una soddisfazione...

Sonia

Prima non facevo nulla, ora mi trovo a lavorare che ne so? la mattina 3 ore, il pomeriggio qualche oretta…impiego le giornate senza andare in giro… e ai tuoi amici cosa gli dici? lavoro in una cooperativa di tessitura…e mi trovo anche molto bene…faccio le foto, mostro loro le foto su facebook…sono innamoratissima di questo lavoro…ma proprio pazza…

Silvia

…io non ho mai visto la vita di donna come una casalinga, certo una si occupa dei figli, è molto importante soprattutto nella fase iniziale, la crescita, la formazione, poi ad un certo punto, [i figli] cominciano a camminare…c’è la possibilità anche di realizzarti, per me era un desiderio forte…il lavoro...realizzarti con il lavoro…è stata per me la realizzazione di qualcosa che desideravo.

Nicoletta 8

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I d e n t i t à


A u t o n o m i a

che cosa ha portato il lavoro nella tua vita? queste soddisfazioni che ti ho detto... diciamo che sono un pò più autonomo, diciamo così, autonomo nel senso che prendo l’autobus, vengo qui...così faccio tutti i giorni... mi racconti un pò come fai? la mattina quando mi sono preparato a casa, scendo, mi prendo il caffè al bar alle 7, poi aspetto la corriera e vado al centro di Arezzo, al centro di Arezzo prendo un’altra corriera per venire qua, mi fermo ai semafori, scendo...e vengo qui a lavorare...

Donato

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A u t o n o m i a


F i d u c i a

tu insieme a tutti i ragazzi che lavorano con te ti trovi bene? si, perché… perché … sono cose da aiutare … da dare un consiglio… sennò da soli, io non ce la faccio… ognuno da una mano…

Davide

I primi mesi avevo paura di non essere all’altezza... quando invece ho visto che sono rimasta più tranquilla su questa cosa senza ansia da prestazione... mi ha dato parecchia soddisfazione... perchè [erano] dieci anni che io non sentivo avere fiducia da nessuno, quindi immagini anche te che può essere importante...no?

Simonetta

...se andasse...se va avanti come va ora...un futuro...io per me lo vedo migliore... in altre aziende non ce l’hanno la produzione come ci s’aveva noi di pomodori…

Simone

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F i d u c i a


D i g n i t à

…mi chiamavano: Nanni mi pigli la canna, mi fai la pallina con il vetro? Nanni mi fai questo, Nanni mi fai quest’altro?… e questo mi dava una gioia immensa.

Giovanni

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D i g n i t à


Cura di sé

Cura di sé mi tengo di più e poi che so? Alzarsi la mattina, sapere che c’ho un impegno, insomma, devo stare a contatto con il pubblico…insomma, devo…ho questo impegno lavorativo…

Katia

[il lavoro in coperativa] è stato molto importante nella mia vita perchè veramente ho cambiato il mio stile di vita in maniera radicale e la cosa bella è che sono riuscita a vivere molto più felicemente di prima, molto più serena, molto più tranquilla con un decimo delle cose che avevo prima e con un decimo delle attività che facevo prima. Perchè c’è anche un aspetto consumistico nel fare...devo andare a vedere quella cosa, al cinema a vedere quel film, a partecipare a quell’evento... è un po’ tutto un “doverci essere” che in realtà non serve...per essere felici.

Cristina

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A u t o s t i m a

a me [il lavoro] mi toglie dalla condizione di essere una malata mentale. Perché c’è anche quella condizione lì, te ad un certo punto ti senti...una malata mentale... invece no, non è vero perché vedi che poi se uno ti da gli sproni puoi fare, ecco, quindi per me il lavoro è importantissimo. È importantissimo in questo momento più di qualsiasi altra cosa e spero di riuscirmi a realizzare nel lavoro perché per me è una forza...

Simonetta

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A u t o s t i m a


Integrazione Integrazione Noi l’altra sera siamo andati in giro, un amico mi ha fermato per strada, ha saputo… te dove lavori? Io lavoro, sto facendo... sto facendo, stiamo svolgendo un tipo di lavoro una cooperativa con 7 ragazzi…una cooperativa di tipo B... poi si sta facendo tirocinio, si è fatto tutti i corsi, teoria per aiutare il lavoro in un pastificio... mi hanno chiesto, dove avete un pastificio? E io gli ho spiegato la via, la via dove si trova…allora si viene, si viene!

Simone

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Partecipazione Partecipazione

a t t i v a

ero in comunità [...] dove ci sono anche altri ragazzi che vengono a fare... e in più vengono a lavorare la terra… e… diciamo che tutto nasce anche da una [mia] volontà, perché, lo dicevo spesso agli operatori... ai ragazzi… proviamo a lavorare con le api?

Nicola

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a t t i v a


Responsabilità

Responsabilità

quando è scattata la molla che ti ha fatto innamorare di questo progetto? Quando abbiamo firmato per la cooperativa… sì dal notaio… prima si veniva, non sapevamo come… le altre donne [ci dicevano] per noi non c’è futuro qui, non si può andare avanti… poi alla fine quando abbiamo fatto questa [cooperativa]… lì ho visto qualcosa.

Sophie

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I m p a r a r e

Cosimo dove ha imparato ad apparecchiare? al ristorante

Cosimo

all’Asl mi chiamò un dottore che mi disse che per inserirmi nel mondo del lavoro c’era questa possibilità di conoscere, di imparare a tessere... mi misi un giorno, mi piacque e da allora non smisi…

Silvia

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I m p a r a r e


Accompagnamento

Accompagnamento Perché io sono una persona ansiosa, i miei problemi son questi, riuscire a gestire l’ansia... io non avrei mai pensato di uscire da questo negozio mentre invece [gli operatori della cooperativa] mi hanno dato dei punti d’appoggio e ci sono andata. Ci sono andata e ho scoperto che non è successo nulla, capito? Questo mi ha dato parecchia sicurezza, mi ha rifatto capire, come già sapevo, però l’ho proprio palpato con la mia pelle che il lavoro l’è il baricentro della vita... ..da quando sono qui [nella cooperativa], ho più relazioni con le persone... prima invece ero più chiuso… da quando sono entrato qui invece ho visto che sono cambiato... e poi grazie ai colloqui con lo psicologo... ora va bene, se c’è qualcosa vado laggiù e si risolve... ora vedo anche la prospettiva di un lavoro a lungo termine...

Roberto

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Simonetta


P Q e r u a n l o e n innovazione? concludere... Il percorso di inserimento lavorativo rappresenta per tutti i destinatari un vero e proprio “punto di svolta” nella loro vita. Quella intrapresa è infatti una forma di partecipazione attiva che riesce a sprigionare un percorso di reale integrazione sociale, sicuramente diverso rispetto a quello delle cosiddette “categorie protette”.

Due aspetti sono tuttavia fondamentali per la sua riuscita: la formazione e l’accompagnamento. Entrambi questi elementi rientrano nella dimensione proattiva che il lavoratore vive all’interno del percorso: la formazione è orientata a costituire un vero e proprio volano per l’inserimento; l’accompagnamento supporta questo processo, offrendo alla persona in difficoltà la possibilità di essere aiutata e guidata nei momenti di maggiore difficoltà.

La persona ritrova così nel luogo di lavoro non solo un posto nel quale svolgere un’attività dotata di senso ma anche uno spazio di socializzazione nel quale formare la propria personalità e confrontarsi al di fuori del guscio protettivo più strettamente familiare. Il percorso attiva spesso una esperienza diretta nella costruzione del soggetto cooperativo, nel quale poi si svolge il lavoro. Intraprendere in questo caso significa anche andare dal notaio, firmare lo statuto, sentirsi responsabili di una scelta fin dall’inizio. L’innovazione sociale è pertanto legata non tanto ad una “felice intuizione” quanto ad un percorso collettivo capace di formalizzarsi nelle prassi attorno ad una buona idea, attorno ad un bisogno concreto, attorno e con la Persona.

La storia, o meglio, le storie di inclusione sono appena iniziate. I percorsi di inserimento lavorativo e le esperienze di creazione di impresa sostenuti dalla Sovvenzione Globale sono ancora “giovani”, si stanno maturando e consolidando. Lo sviluppo personale dei singoli beneficiari procede in parallelo alla crescita del contesto sociale, occupazionale ed imprenditoriale, al perfezionamento delle politiche e delle misure istituzionali.

Le storie raccolte e raccontate in questa pubblicazione evidenziano l’importanza di interventi sociali disegnati tenendo presenti le caratteristiche delle singole persone “beneficiarie”, che ne valorizzino le conoscenze, le competenze e i talenti ancora inespressi. I servizi “tagliati” sulle persone si sono dimostrati efficaci, efficienti e sostenibili. Il match - raggiunto nella maggior parte dei percorsi realizzati - tra domanda e offerta di lavoro è sicuramente un indicatore significativo. La motivazione e la soddisfazione delle persone che hanno trovato un lavoro grazie ai progetti della Sovvenzione Globale sono dati ancor più interessanti e pieni di significato. Un elemento che merita particolare attenzione è l’attivazione di servizi ad hoc, anche di accompagnamento, svolti da operatori specializzati quali tutor, orientatori e mentor. Queste figure contribuiscono alla costruzione di un contesto facilitante che, come un’impalcatura, sostiene le persone nelle fasi di maggior vulnerabilità per poi essere progressivamente smantellata nel momento in cui ci si riappropria della sicurezza in sé, della capacità di gestire il proprio tempo e le proprie risorse, di immaginare una progettualità per il proprio futuro.

Il lavoro per contrastare la marginalità e l’esclusione sociale non finisce con la fine di un progetto. Gli enti che hanno operato nei progetti finanziati danno prova ogni giorno del loro impegno nella comunità per realizzare una visione di coesione e inclusione. La Sovvenzione Globale “Esprit3” ha permesso, e permette tuttora, di creare i presupposti per il cambiamento, realizzando un “punto di svolta” nella vita di una persona in difficoltà, mettendola nella condizione di ripartire con nuovi stimoli e motivazioni. Questo trova conferma nelle parole delle persone riportate in questo libro, che dimostrano quanto il sostegno ricevuto abbia influito nella loro vita ed anche nella comunità in cui essi vivono. Tutto questo è per noi ispirazione e impegno nel lavoro quotidiano e motivazione per il futuro.

Viviana Viviani, Direttrice di Esprit

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Esprit aderisce alle iniziative dell’Anno Internazionale delle Cooperative

Progetto realizzato con il contributo dell’UE – FSE P.O.R. Toscana “Competitività regionale e occupazione” 2007-2013 DDR n.282 del 03/02/2009


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