Guida fuerteventura

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… e vivi la tua vacanza….

Guida Fuerteventura


Ajuntamiento Antigua


Caleta de Fuste

Caleta de Fuste fu fondata da un gruppo di pescatori in una baia a ferro di cavallo riparata dalla forza dell’oceano, da cui trae origine il nome. (Caleta significa ‘baia’ mentre Fuste era il nome di un’antica barca da pesca). La località sorge nella parte centrale dell’isola, sulla costa est, a circa 5 km di distanza dall’aeroporto e a circa 12 km dalla capitale Puerto del Rosario e non dispone di un centro storico. Negli ultimi anni si è sviluppata quasi esclusivamente come luogo di villeggiatura, diventando una delle principali mete di viaggio nelle isole Canarie. La grande presenza di hotel, appartamenti e bungalow ne ha fatto il più grande complesso turistico del comune di Antigua, grazie anche alla posizione strategica che permette di visitare comodamente l’isola da nord a sud.

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La baia, a forma di ferro di cavallo, è ancora munita di un vecchio e suggestivo porto e costeggiata da una grande spiaggia di sabbia dorata, ottima per rilassarsi ed eccezionalmente attrezzata per le esigenze dei turisti; la sabbia è stata trasportata artificialmente dall’uomo e deposta sull’originale formazione in pietra, così da creare un accogliente lido protetto da onde e correnti che la rende adatta a grandi e piccini.

La spiaggia di Caleta de Fuste – conosciuta anche con i nomi di El Castillo e Costa Caleta – è sicuramente la più frequentata del litorale orientale di Fuerteventura, e grazie alla sua vicinanza all’omonimo centro garantisce un facile accesso a ristoranti, bar, negozi e strutture turistiche di ogni genere.

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Lo sport è molto praticato e non solo quello acquatico come la vela, il windsurf, il diving, la pesca subacquea o la semplice osservazione di delfini e tartarughe che vivono numerosi nelle acque circostanti, ma anche il golf, sport sviluppatosi nei due meravigliosi campi presenti sul territorio.

Nella zona potrete trovare numerose attivitĂ commerciali, un gran numero di ristoranti vi offriranno cibo di cucine internazionali e locali: messicana, italiana, portoghese, indĂš, cinese, etc. Nei diversi centri commerciali presenti a Caleta de Fuste potrete trovare ogni tipo di negozio. Nel Centro Commerciale Atlantico, uno dei piĂš nuovi e moderni, avrete a disposizione un grosso supermercato, negozi di moda, ristoranti, cinema, bowling e comodi parcheggi.

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Caleta de Fuste – Da vedere

Torre di San Buenaventura

La fortezza chiamata Torre di San Buenaventura o Castillo de Caleta de Fuste, fu progettata dall'ingegnere Claudio de L'Isle e venne costruita nel secolo XVIII. E’ localizzata nella zona del molo turistico, all’interno dell’ hotel Barceló Club El Castillo. Fu costruita per proteggere questa zona della costa che, come il suo nome indica, è una baia di acque tranquille e di facile accesso per le barche e con una rilevante importanza per la navigazione e il commercio in questa area.

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La torre è circolare, costruita con pietra e molto robusta. L'accesso alla fortificazione si effettua attraverso una scala di bugnato dove si appoggia il ponte levatoio che una volta alzato , chiude l'ingresso lasciando la torre isolata. Vi è una ricostruzione di questa torre all’entrata del “castillo”, (nella prima rotonda venendo dal Nord)

Mercato artigianale Il mercato di Caleta de Fuste, formato da circa 200 espositori, può essere visitato ogni martedì e sabato dalle ore 10 alle ore 14. In questo mercato il turista potrà trovare oggetti di artigianato, moda, tessile, bigiotteria…

Safari con cammelli Divertiti a girare in sella ad un cammello e a fare una nuova esperienza... Per i più piccoli sarà un'emozione affascinante e da non perdere, per conoscere più a fondo questi animali e la natura di Fuerteventura nel modo più simpatico e alternativo. Potete organizzare la vostra escursione in una delle agenzie specializzate oppure chiedere alla reception dell'hotel se risiedete in una struttura alberghiera.

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Montaña Blanca

La piccola collina chiamata Montaña Blanca è alta solamente 192mt ma dalla sua cima potrete godere di una stupenda vista di tutta la zona di Caleta de Fuste

Mini treno Presso il molo turistico si trova la fermata principale del Mini Treno che dalle 9:30 am fino alle 6:30 pm approssimativamente, percorre le strade principali di caleta arrivando fino alla metà della montagna, con numerose fermate intermedie. Può considerarsi un'opzione interessante per fare una visita alla zona ad un prezzo molto economico.

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Il molo turistico

La visita al molo turistico è quasi obbligatoria. Fate una passeggiata, sia di giorno come di notte in questa gradevole zona dove potrete ammirare delle stupende viste e trovare una grande offerta di divertimenti, sport acquatici di ogni tipo, tours guidati e ristoranti.

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Paseo

Non perdete la passeggiata lunga circa 5 km che vi porterà da Costa Antigua, Nuovo Orizzonte, fino al Hotel Elba Sara. Una passeggiata perfetta sia a piedi che in bicicletta dove potrete godere bellissimi paesaggi, monumenti, spiagge‌

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Caleta de Fuste

La Virgen de La Peña del Mar

Le origini di questa vergine ed il suo peculiare santuario sotto il mare, risalgono al 1966, quando Jaime Gil Mallol insieme ad un gruppo di devoti e con la benedizione del sacerdote Leonilo Molina, lavorarono nel progetto per realizzare e depositare una copia di Nostra Sig.ra della Roccia in fondo delle acque di Caleta de Fuste. La prima immersione e benedizione della Vergine si realizzò l’8 ottobre dell'anno1967. Nel giornale L'Eco delle Canarie del 10 di novembre di 1967 Juan del Rio Ayala scrive: "La Vergine della Roccia, "Regina e Sovrana", come dice il detto popolare, ha voluto immergersi nelle acque marine di Fuerteventura qua a Caleta de Fuste. (…) (…) Una riproduzione esatta, fusa in piombo, della madonnina alabastrina e minuscola di Rio Palma che esercita il suo patronato dall'una all'altra punta dell’allungata l'isola di San Buenaventura è stata, collocata in fondo al mare ad otto metri di profondità e a venticinque metri al largo. Don José Lavandera la fuse, Don José Melián l'intagliò ed il sacerdote Don Leonilo Molina la benedisse: quindi fu portata in solenne processione, sulle spalle degli abitanti dell’isola, coi suoi 450 chili di peso, da Porto del Rosario fino a Caleta de Fuste, scese dalla superficie al fondo tra le alghe ed i riflettori per adagiarsi su un blocco di cemento al quale è stata fissata con tre dadi di rame.(…)

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(…) E la Madre di Dio, ha ora una riproduzione sottomarina nelle trasparenti acque verdi di Caleta de Fuste. L'immagine sommersa della Vergine della Roccia del mare si trasformò in santuario per molti anni, tanto per sommozzatori come pescatori. Fino a che probabilmente rimase seppellita sotto il frangiflutti del molo turistico di Caleta de Fuste nelle prime ristrutturazioni realizzate a principio degli anni80. Nel giornale l'Eco delle Canarie di agosto 1981 la Vergine della Roccia si dà già per persa: "Da quando sono iniziate le opere di costruzione del porto turistico di Caleta de Fuste, nessuno è riuscito a localizzare l'immagine di piombo della Vergine della Roccia, Patrona di Fuerteventura” La credenza generale è che sia rimasta seppellita sotto le opere del molo turistico, ma esiste anche la possibilità più remota, che sia stata trascinata da qualche barca, da un’altra parte dell’isola anche se non sarebbe stato facile dato che il peso dell'immagine e piedistallo è di circa 600 chili. Vari, sono stati i subacquei che hanno cercato per ore di localizzare l'immagine nel suo posto di ubicazione e zone limitrofe, ma tutti gli sforzi sono stati vani. Leonilo Molina negli anni 90 iniziò una colletta economica e di piombo per rifare una nuova immagine e ricollocarla nel suo “santuario sommerso”. 46 anni dopo la prima immersione, la Vergine della Roccia del Mare, la patrona di Fuerteventura, viene ricollocata nel suo santuario nell’oceano, con una copia dell'immagine creata dall’artigiano José Melián. Ogni anno, nel mese di ottobre viene celebrata una messa in onore della Vergine della Roccia del Mare vicino al porto turistico di Caleta de Fuste, seguita di una processione marittima con l’immagine e lungo la baia.

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Caleta de Fuste – in pillole

L'isola di Fuerteventura fa parte della Spagna, perciò la lingua ufficiale è lo spagnolo, ma molte guide turistiche e molti abitanti del posto, soprattutto nelle località turistiche, parlano anche l'inglese. I servizi e gli edifici sono piuttosto moderni, poiché da queste parti il turismo si è sviluppato negli ultimi 30 anni.

Visitate la Torre di San Buenaventura, progettata dall'architetto Claudio de l'Isle nel XVIII secolo, una massiccia struttura circolare in pietra completa di ponte levatoio e di un'imponente scalinata.

Non dimenticate di godere anche dello splendore della sua spiaggia, divisa in una zona settentrionale e in una meridionale. La parte a sud è stata creata dall'uomo ed è disseminata di pittoresche isolette collegate tra loro da graziose passerelle, una notevole opera di ingegneria che merita certamente una visita.

Sulla spiaggia avrete l'imbarazzo della scelta, tra le molte attività acquatiche e la possibilità di fare immersioni con le bombole o con pinne e boccaglio.

Se desiderate conoscere la zona osservandola da un punto di vista molto particolare, fate un giro in cammello, proseguendo poi con una passeggiata sul lungomare proprio all'ora del tramonto. Verso sera, è possibile avvicinare gli scoiattoli che vivono sull'isola dagli anni '60.

Salendo nella zona residenziale Montaña Blanca godrete di una vista panoramica sulla spiaggia e sui resort con lo sfondo romantico del sole che volge al tramonto.

Il sabato mattina si svolge il coloratissimo mercato locale, dove potrete immergervi nell'atmosfera del posto, tra le bancarelle che vendono prodotti di artigianato, capi di abbigliamento, generi alimentari e molto altro.

Visitate il museo de la Sal a soli due chilometri a sud di Caleta de Fuste

Riscoprite la vergine negli abissi

Visitate il museo privato di collezionismo Dreams House Museum

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Casillas de Morales

Il piccolo villaggio di Casillas de Morales è situato nel centro di Fuerteventura e appartiene, con i suoi quasi 300 abitanti al comune di Antigua.

Nel passato, gli abitanti di Casillas de Morales hanno vissuto di agricoltura ma a causa della siccità, molte persone si trasferirono a Gran Canaria o Tenerife o migrarono in America centrale e meridionale. Oggi, la maggior parte degli abitanti di Casillas de Morales vivono, direttamente o indirettamente di turismo. Tuttavia, negli ultimi anni, al margine orientale di Casillas de Morales, è sorta la più grande coltivazione di Aloe vera di Fuerteventura. Questa pianta grassa è coltivata sull’isola in diversi luoghi per produrre creme, shampoo e altri prodotti cosmetici. I prodotti sono venduti con il marchio Aloexir e sono disponibili a Fuerteventura in molti supermercati e negozi.

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Vicino a Casillas de Morales viene coltivata su larga scala l’Aloe vera

Casillas de Morales è separato dal vicino villaggio di Valles de Ortega, solo da una stretta striscia di ex terreni agricoli su cui sorge la Ermita San Roque . La chiesa risale al 1732 ed è dedicata a San Rocco.

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Casillas de Morales

Ermita de San Roque (Casillas de Morales – Valles de Ortega)

Nel centro di Fuerteventura, nel municipio di Antigua, tra i paesi di Casillas de Morales e Valles de Ortega, si erge l'eremo di San Rocco, costruito a metà del secolo XVIII. L'Eremo di San Rocco fu finanziato dagli abitanti dei due paesi che contribuirono sia con il lavoro, che con denaro alla sua edificazione. Durante il secolo XVIII il numero degli eremi costruiti a Fuerteventura si incrementò in maniera considerevole dovuto al fatto che, nonostante i periodi carenziali, vi fu un periodo di prosperità economica che portò un aumento della popolazione, un incremento del numero di coltivazioni e come conseguenza la nascita e il consolidamento di nuovi casali.

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È uno dei tre eremi, insieme a quello di Nuestra Señora de la Merced nel Time e quello di San Agustín in Tefía che vennero eretti a Fuerteventura durante il secolo XVIII e che senza essere sedi parrocchiali, possedevano una cappella avente maggiore volume rispetto alla navata della chiesa. Nell'anno 1792, ben 60 anni dopo la scrittura notarile, iniziò la costruzione dell’eremo così come ora lo conosciamo; tra gli anni 1792 e 1800 venne ampliato e rimodernato. E’ più tardi tra il1804 e 1812 che si lavorò per il campanile. Nel 1818 l'eremo non era stato ancora terminato, il falegname Juan Melián, lavorò 10 giorni, costruendo battenti, finestre e coro.

Nel 1831, si rafforzò esteriormente l'arco della cappella maggiore.

Descrizione: Il soffitto è coperto internamente in legno. La porta laterale ad arco a tutto sesto, è incorniciata in bugnato chiaro, mentre quella della facciata principale era rifinita in pietra scura, come il campanile.

Nella facciata principale, si trova una apertura circolare sopra la porta principale. Sul cornicione della facciata principale sono posizionate le campane. In entrambi i lati dell'eremo, nel punto di intersezione tra la navata ed il presbiterio, sono presenti due staffe per rinforzare il grande arco sviluppato nella cappella maggiore del tempio dopo l'ampliamento dell'eremo portato a termine alla fine del XVIII e principi del XIX secolo. La sacrestia appare addossata alla testata del tempio e comunica con l'interno dell'eremo tramite una porta che si apre nel muro maestro della stesso nella parte bassa della pala. La prima cappella forse fuori la sacrestia che è oggi addossata al presbiterio, fu soggetta ad ampliamenti. Questo eremo come altri nelle vicinanze, subirono l'espogliazione di pale ed immagini che vennero trasferite nella parrocchia di Antigua.

Nel primo inventario, datato 24 maggio 1743, viene riportata l'esistenza dell'immagine di San Rocco con un Angelo ed il suo cane ai piedi, una tela di San Giovanni Battista e sei quadri, Sant’ Agostino, Santa Barbara, San Domenico, Ntra. Sig.ra. del Rosario, Ntra. Sig.ra. della Solitudine e dei Rimedi.

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All’interno: Nell'Altare Maggiore si trova la pala realizzata in muro di pietra composta da due corpi divisi in tre nicchie.

Nel primo corpo le nicchie sono separate da colonne con capitello corinzio e fusto policromo che imita il marmo. Nel secondo corpo, più piccolo, le nicchie sono separate da lesene. Nell'altare maggiore si trovano varie sculture: L'Immacolata Concezione che si trova nella nicchia a destra della pala, è un'immagine della madonna su un trono di nuvole mentre sta calpestando il serpente. San Giovanni Battista. San Juan, nella nicchia di destra della pala, è rappresentato con tunica di pelle e indica con la mano destra l'Agnello che sta ai suoi piedi; nella sinistra sostiene una croce.

Bambino Gesù. L’immagine è realizzata in legno policromo, nel cornicione inferiore della pala, all'altezza della nicchia centrale.

Cristo Crocifisso. Intaglio in legno posizionato nella nicchia del secondo corpo della pala.

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San Rocco, scultura intagliata in legno policromo. Ai suoi piedi si trova un bambino alato ed un cane.

Sul muro destro del presbiterio si può ammirare un’opera su tela che Rappresenta un Cristo Giacente con la Magdalena ai piedi. Questo quadro venne donato dalla Signora Dominga Acosta Hernández. Alla fine di 2010 si restaurano la barella processionale dell'eremo di San Rocco, la barella è destinata a trasportare l'immagine del santo nelle processioni ed altre celebrazioni. Il 13 dicembre di 1990, il governo canario dichiarò l’eremo Bene di Interesse Culturale. Da più di 100 anni si realizza un pellegrinaggio dall'Eremo di Nostra Sig.ra del Soccorso nella Matilla fino all' Eremo di San Rocco. Questo pellegrinaggio risale al 1915 e ha le sue origini nel dramma che soffrì la famiglia Capraia Fuentes, quando per causa del Vaiolo morì Pedro, il figlio più piccolo della casa. L'epidemia non si estese ad altre famiglie e l'avvenimento si attribuì all'intercessione di San Rocco, per questo, da più di 100 anni gli abitanti di La Matilla compiono la promessa di andare in pellegrinaggio all'Eremo del Santo.

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Las Pocetas

ERMITA DE SAN FRANCISCO JAVIER – LAS POCETAS

L'eremo di San Francisco Javier venne eretto nei pressi del villaggio di Las Pocetas in 1771, sul confine del municipio di Antigua. L'eremo fu fondato vicino ai paesi, nella piana centrale di Fuerteventura, in una pianura che permetteva di scorgerlo senza difficoltà da lontano. È l'unico eremo di Fuerteventura che conserva intatto parte dell'ambiente nel quale venne fondato. Si incontra incorniciato dai barrancos di las Pocetas e il Barranco di Antigua, circondato da alcune abitazioni isolate e terreni coltivati. Per la costruzione di questo eremo si seguirono le norme dell'architettura tradizionale majorera, edificandolo in muratura, pietra e bugnato. L'eremo di San Francisco Javier è a navata unica con pianta rettangolare, la sacrestia si trova addossata al tempio nel lato dell'epistola. Nel lato nord la navata è rinforzata con due staffe nel muro di pietra. La copertura dell’edificio è a tre strati, con tegole all'esterno e legno nell'interno. Possiede un campanile di forma rettangolare, sul lato destro, con un unico alloggiamento per la

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campana ad arco a tutto sesto e tre pinnacoli. Sono presenti due accessi, uno principale orientato verso ovest e altro laterale nel muro dell'epistola, entrambi in bugnato scuro ed arco a tutto sesto. Ha un piedistallo circolare a doppio gradino, posto davanti alla porta principale, realizzato in muro di pietra e dipinto di bianco che accoglie una croce lignea. Il tempio venne consacrato il 2 di dicembre di1775, prima di essere terminato. Nel 1818, si realizzò la falegnameria, opera del maestro Juan Melián, incaricato anche dei lavori dell'Eremo di San Rocco in Valles de Ortega. L'eremo possiede un piccolo coro situato sopra la porta principale, realizzato in legno e costruito prima del 1800. Si accede al coro per una scala a due rampe situata nell'interno, dietro la porta principale. La pala sull’altare risale al secolo XVIII, è realizzata in legno policromo con motivi vegetali su fondo chiaro, dove predominano i toni azzurri, rossi e gialli e contiene una nicchia con l'Immagine da San Francisco Javier. Questa scultura è di sagoma tonda del secolo XVIII, intagliata in legno policromo. E’ della stessa epoca il pulpito di legno che si addossa al muro, in prossimità dell’altare maggiore. L'Eremo di San Francisco fu dichiarato Bene di Interesse Culturale nel1985. Durante le feste patronali di Las Pocetas, l'ultima settimana di Agosto si celebra un'emotiva processione notturna, momento ideale per avvicinarsi a conoscere questo bel sito.

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Salinas del Carmen Museo de la sal e Salinas del Carmen

A circa 2 km da caleta, in direzione sud, possiamo trovare il Museo del Sale, uno dei più visitati nell'isola di Fuerteventura. Qui il visitatore potrà vedere il processo di formazione del sale e scoprire la sua importanza commerciale nell'antica economia dell'isola. Ammireremo alcune saline restaurate all’interno di un villaggio marinaro immerso nel suono delle onde dell’oceano. Nei tempi antichi, il sale era raro e ricercato, al punto da essere utilizzato come moneta: i soldati romani erano pagati in grano di sale: da qui l'origine della parola «salario». La presentazione nel museo interno mostra, attraverso testi e fotografie, l'importanza del sale nel mondo e in particolare nelle Isole Canarie. Le diverse sezioni presentano i luoghi di produzione del sale nel mondo, la formazione del sale, la storia (dalla Cina del 6000 aC al pesce salato scoperto nelle tombe egizie), gli ecosistemi saline, il sale nella cultura ( credenze, usi e costumi, medicinali), il sale nelle applicazioni (conservazione degli alimenti …), il sale delle isole Canarie e il sale delle saline El Carmen. Durante il percorso potrai scoprire il personaggio Don Francisco Bautista di Lugo e Saavedra che ordinò di costruire alcune saline a Fuerteventura nel secolo XVIII. Conoscerai il funzionamento delle saline, un'industria che permise il lavoro a centinaia di persone durante il secolo XIX e parte del XX nelle isole orientali. Vedrai come il mare entra nei saltatoi e ininterrottamente passa nello scaldabagno dove i raggi del sole e la forza del vento si incaricheranno di scaldare la temperatura dell'acqua. Di lì attraverso diversi canali con l’aiuto del sole e dell'uomo, si realizzerà l’evaporazione dell'acqua ed il processo di estrazione del sale fino al taglio.

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Terminata la visita interna del Museo del Sale, si passa a visitare la salina; vedremo in pratica che il processo per ottenere il sale dura diverse settimane. Questo processo inizia quando l'acqua di mare entra nel serbatoio di aspirazione (saltadero). Da lì l’acqua, viene condotta alle vasche di evaporazione (calentadores), dove il sole e il vento le consentirà di raggiungere la temperatura corretta per la concentrazione di sale. Poi, l'acqua salata concentrata viene incanalata attraverso i canali negli occhielli (tajos), dove la luce del sole, evapora l'acqua. Infine, il sale viene raccolto e accatastato. In questa fase avviene la sgocciolatura. A questo punto il sale è pronto per essere stoccato nel magazzino (almacén). Anticamente vi era un piccolo molo a fianco delle saline. La passeggiata continua con il giro degli edifici accessori, come la fornace di calce (horno de cal), dove viene preparata la calce per costruire le vasche che conterranno la soluzione salina, e la cisterna (aljïbe), utilizzati per raccogliere l'acqua. La salina El Carmen ha una superficie totale di 26100 mq e una superficie di riscaldamento di 11.250 mq; in grado di produrre da 300 a 400 tonnellate di sale all'anno. Questa bassa produzione è consumata localmente a Fuerteventura, o venduta come souvenir ai visitatori del museo. Nel negozio potrai acquistare il sale prodotto nelle saline del Carmen anche in simpatiche confezioni regalo. Non perdere l’occasione per portare a casa un utile e simpatico ricordo delle tue vacanze.

Informazioni pratiche Las Salinas del Carmen è il capolinea della linea bus 3 da Puerto del Rosario. Orario di visita Museo de la Sal Indirizzo: Carretera general Salinas, FV2.Las Salinas del Carmen. Antigua. Orario: dal martedì al sabato, dalle 10 ore alle 18 ore. Telefono: 00 34 928 174 926 Ingresso: 5 €.

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Salinas del Carmen

Visita guidata alla salina – la storia del sale La storia delle saline di Isole Canarie L'estrazione del sale ha svolto in passato un ruolo molto importante nelle isole Canarie. Lo sviluppo delle saline canarie è stato storicamente legato alla «conquista da parte dell’India» dell’arcipelago (Pesca en Berbería) nei primi anni del XVII secolo e la crescita dell'industria conserviera a Lanzarote dopo la guerra civile. Nelle Isole Canarie sono concentrate numerose saline con un business di successo e redditizio. Ciò ha permesso all'industria del sale delle isole orientali di dare lavoro a centinaia di persone in tutto il XIX secolo e buona parte del XX.

La storia delle saline di Fuerteventura Sulla costa di Fuerteventura esistono diverse riserve naturali dove nel passato si raccoglieva il sale. Secondo la cronaca della conquista, gli aborigeni già utilizzavano questa risorsa o hanno usato l'acqua di mare per conservare la carne facendola poi essiccare. I cronisti scrivono che l'isola aveva «… grandi quantità di sale, sulla costa dell'Oceano, e nello stesso tempo, bei siti per creare saline …» Il sale naturale apparteneva al Signore territoriale, anche se i residenti avevano il diritto di raccogliere liberamente il sale di cui avevano bisogno per il loro consumo. Il Consiglio dell’isola dettò norme che proteggevano questo diritto « il sale non può essere venduto tra gli abitanti, nessuno può trarre vantaggio dal sale raccolto in pozzanghere … perché è la proprietà di tutti … »(1641). «… Nessuno può rimanere per più giorni sulla costa per raccogliere il sale, è possibile tenere solo quello raccolto in un giorno e che ha bisogno per se stesso, …»(1700). Nel 1677, il signore dell'isola, Don Fernando Matias Arias y Saavedra, ottenne il permesso dal re per costruire le saline. Si cominciò la costruzione dell'impianto nel 1681, nelle paludi del Gran Tajal, ma a quanto pare i lavori non vennero completati, in quanto nel 1700 la Commissione li bloccò. Successivamente, il Signore Territoriale Don Francisco Bautista de Lugo y Saavedra, esercitando l'autorizzazione reale che era stata concessa al suo antenato, aprì una salina in La Hondurilla, a sud di Caleta de Fustes. Nel XX secolo, vennero costruite nuove saline: quella di El Carmen nel 1910; di El Matorral (Jandia) e di El Marrajo (a sud dell’ isola de Lobos) verso il 1935; e quella di El Charco ( Puerto del Rosario) nel 1940.

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L’unica arrivata fino ad oggi sono le saline di El Carmen, che ha dato il nome alla frazione in cui sono ubicate.

Nel 1995, il Comune di Fuerteventura ha acquisito le saline di El Carmen, che appartenevano agli eredi del signor Manuel Velázquez Cabrera, con l’obiettivo di conservarle, ripristinarle e riqualificarle, in ambito culturale. Il patrimonio storico, etnografico, ecologico e paesaggistico che rappresentano le saline di El Carmen, ha permesso di inserirle in un «Piano di protezione speciale» nel 1995 e dichiararle «di interesse culturale» nel 2002.

Il bacino di ingresso (Saltadero)

Nella maggior parte delle saline, si utilizzano i mulini a vento per pompare l’acqua nei serbatoi di aspirazione; a Salinas del Carmen non c'è mulino: il bacino di ingresso si riempie con la marea; il vento spinge le onde contro le rocce e l'impatto forma la schiuma, dove la concentrazione di sale è più alta. L'acqua “spruzzata” entra nel saltadero e viene poi convogliata attraverso un canale di bacini di evaporazione (cocederos).

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Vasche di evaporazione (Cocederos)

L'acqua raccolta nel bacino di ingresso (saltadero) cade, da un canale denominato tajea nelle tre vasche di evaporazione. L'acqua passa in successione da una vasca all’altra, riscaldandosi grazie all'azione della luce solare. Quando raggiunge la giusta temperatura, l'acqua viene trasferita nelle “vasche di cristallizzazione� o tajos.

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Le vasche di cristallizzazione (Tajos)

Quando l'acqua raggiunge la giusta densità salina, è pronta all’ultima fase di evaporazione e ad iniziare la cristallizzazione del sale. Il sottile strato di sale che si forma sulla sua superficie viene rotto due volte al giorno, in modo che il sale si depositi sul fondo. Una volta che la maggior parte dell'acqua è evaporata, si passa ad estrarre il sale, facendo cumuli di sale sul bordo delle vasche di cristallizzazione in modo da sgocciolare. Infine lo si raccoglie e si porta in magazzino.

Il lavoro del salinaio Il salinaio utilizza diversi strumenti, spesso fatti in casa, che possono avere molte varianti regionali a seconda dei materiali disponibili. Gli strumenti sono spesso versatili e possono essere utilizzati sia durante la fase di costruzione della cinta per la raccolta del sale o per lavori di manutenzione. Gli attrezzi devono essere adatti all’utilizzo con i materiali con cui sono state costruite le saline, come l'argilla, calce o pietra. Molti di questi attrezzi hanno assunto un grande valore etnografico. La costruzione dei cocederos e tajos è fatta d'argilla, calce e pietra, materiali introdotti nelle Canarie nel XV secolo.

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Il magazzino (Almacén) Il sale pulito e asciutto viene confezionato e stoccato nel magazzino. Il magazzino è utilizzato anche per ricoverare gli strumenti del salinaio. Anticamente fuori dal magazzino c’erano le rotaie che venivano utilizzate per facilitare l’ imbarco del sale sulle barche attraccate al piccolo molo.

La cisterna (Aljibe) Situata in una piccola gola, il serbatoio (aljibe) raccoglie l’acqua fungendo da serbatoio generale, costruito in muratura e pietra.

La fornace di calce (Horno de Cal) La calce prodotta nella fornace è necessaria per la costruzione e la manutenzione delle saline. Il suo funzionamento è tra ottobre e marzo, quando non si produce sale. Il forno di pietra costruito a pianta circolare ha uno spioncino e ha due piccole aree di stoccaggio per le pietre calcaree e la calce prodotta.

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Un scheletro di balena (Esqueleto de rorcual común) Vicino al deposito di sale è esposto lo scheletro di una balenottera comune (Balaenoptera physalus) che si era arenata il 18 aprile 2000 a Majanicho, vicino a Corralejo, sul comune di La Oliva a Fuerteventura.

La balenottera comune è il secondo più grande animale vivente sulla Terra, dopo la balenottera azzurra e può raggiungere 27 m. La balena femmina esposta a Las Salinas del Carmen è lunga 19,5 m. Il muso è stretto, a forma di V. Il Governo delle Canarie ha preso l'iniziativa di esporre gli scheletri di cetacei arenati in tutto l'arcipelago, al fine di fare conoscere questi mammiferi marini. Questo progetto, chiamato «percorso» Cetacei (Senda de los Cetàceos) ha altri esemplari in Jandia, per esempio.

La fauna delle saline del Carmelo Le Isole Canarie si trovano sulla rotta di migrazione degli uccelli tra l'Africa e l'Europa del Nord e sono utilizzate dai volatili come aree di svernamento. I periodi più propizi per l'osservazione degli uccelli sono la primavera e l'autunno (periodi dell’amore) e in inverno, quando vengono a nutrirsi e a riposarsi.

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Gli uccelli che si possono avvistare nelle saline sono suddivisi in tre gruppi: trampolieri, pescatori e nuotatori subacquei. Gli uccelli limicoli si nutrono di invertebrati che vivono nel fango o in acque poco profonde. Fenicotteri, avocette e cicogne sono i più adatti ad ambienti salini. Altre specie sono la Pettegola macchiata, la Limosa limosa, il piviere, il corriere piccolo e il voltapietre.

Tre specie rimangono più a lungo nelle isole Canarie: il fratino (Charadrius alexandrinus) e il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), che nidificano lì, e il piropiro, che sverna lì.

Tra gli uccelli pescatori si trovano soprattutto l'airone cenerino, il falco pescatore e gabbiani.

L'airone è alto 90 cm, con gambe e un collo lungo. Il falco pescatore vola a velocità molto elevata vicino alla superficie dell'acqua e quando rileva la preda piomba su di esso, la cattura con il suo becco e artigli. I gabbiani volano sopra le zone costiere. Gli uccelli nuotatori subacquei si nutrono in acqua, nelle zone più profonde; nelle saline si possono avvistare anatre e svassi.

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Il villaggio di Pozo Negro Pozo Negro è un piccolo villaggio portuale formato da poche case, situato sulla costa orientale di Fuerteventura . Il porto di Pozo Negro divenne nel passato e rimase a lungo il principale porto della città di Antigua in quanto permetteva facilmente l'ancoraggio delle navi, prima di essere sostituito in questo ruolo da Caleta de Fuste . Il villaggio aveva inoltre una fonte di acqua dolce in un pozzo che nel 1606 chiamavano “Rocha Roxa” e oggi “Fuente di Rocha” o “Rico Roque” benchè il suo nome lo prenda da un pozzo situato nel territorio di Malpey. La popolazione della città è principalmente impegnata nella pesca costiera e all’allevamento di capre.

Pozo Negro è l'insieme costiero più grande di Antigua ; la valle, larga vicino alla costa diventa un burrone verso l’interno dell’isola. Il fondovalle è coperto da una colata lavica che arriva fino a pochi metri dalla riva. Nella valle, le acque hanno scavato la loro strada lungo la colata lavica, formando il Barranco de Pozo Negro . La strada per Pozo Negro attraversa alcuni dei paesaggi più aridi dell'isola, ma nella valle, i prati si alternano a boschi; sulla destra si vede un enorme colata di lava nera che si butta nel mare a Pozo Negro . Pozo Negro si trova sul bordo settentrionale del Paesaggio Protetto Malpaís Grande . Nel paesino si trovano anche due apprezzati ristoranti che servono pesce fresco e poco altro. Entrambi sono specializzati nella preparazione della paella e hanno dehors affacciati sulla spiaggia di ciotoli. Pozo negro è uno dei luoghi preferiti dagli amanti del windsurf anche se non sono presenti centri dove poter noleggiare l’attrezzatura.

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Playa el Muellito e Pozo Negro

Tra le spiagge della zona orientale di Fuerteventura, meritano menzione quelle di El Muellito e di Pozo Negro. Entrambe si estendono pochi chilometri a sud di Caleta de Fuste. Il lido di El Muellito è di piccole dimensioni – circa 180 metri di lunghezza – ed è costituito da una stupenda sabbia dorata che si apre su un bellissimo mare quasi privo di correnti; questa spiaggia è conosciuta anche con il nome di Las Salinas, proprio per la sua grande vicinanza alla zona delle saline.

La spiaggia di Pozo Negro è situata appena più a sud della precedente è una delle spiagge più interessanti e particolari di Fuerteventura, una delle ultime calette ancora non toccate dal turismo. Il suo nome deriva dal piccolo villaggio di pescatori che la ospita. Pozo Negro è un sito suggestivo, tranquillo, di chiara origine vulcanica, particolarmente amato da chi è attratto dalla natura incontaminata e dai luoghi cari alla tradizione locale.

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La playa di Pozo Negro è lunga circa 300 mt e larga 12 ed è composta da sabbia scura e sassi, è riparata dai forti venti che spirano sull'isola di Fuerteventura anche se la balneazione a volte risulta scomoda a causa delle onde. Una delle ultime colate laviche avvenute sull'isola di Fuerteventura milioni di anni fa ha creato questa spiaggia di colore nero che contrasta fortemente con il rosso delle montagne circostanti. Ancora ben visibile è appunto la lingua di magma solidificato che si getta in mare. La spiaggia è di ghiaia scura con alcuni tratti di sabbia. Caratteristici sono i due ristoranti in cui si può pranzare con pesce fresco pescato sul posto in giornata con gli spruzzi delle onde che vi bagnano il viso. La spiaggia non è attrezzata

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