Seven theses generating new development

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SEVEN THESIS GENERATING NEW DEVELOPMENT Sette tesi per generare nuovo sviluppo VoD Group

Image source: VoD Group

ABSTRACT

Urban planning has also the purpose of generating new development, and not only the one of increasing the livability and quality of a place. This argument is supported by seven thesis, that you can find below, presented during the academic defenses at IUAV University of Venice last school terms. Alessio Barollo relies on the “crowd design” as engine of urban regeneration, by proposing its application to Veneto Region. Four jobs relate to the issue of design as connective structure between different cultures, respectively proposing a cultural and urban regeneration of the ex-industrial site of Marghera port (Gloria Pezzutto, Lucia Speri), a platform dedicated to the East to be carried out at Marghera-Venice (Alice Braggion, Alessandro Carabini), the construction of a road, as integrated structure, to be held in Istanbul (Lucia Miotti), the connection between the Fiera and the city of Verona (Linda Comerlati, Chiara D’Agostin). Anna Brambilla e Marta Michieli suggest, thanks to the application of parametric models in Amsterdam, the transition from the city of sedentary citizens to the nomads one. Finally, Marco Caorlini e Alvise Lucchetta entrust the requalification of natural resources the task of the regeneration of Mestre-Venice.

La progettazione urbana ha lo scopo di generare nuovo sviluppo, e non solo di aumentare la vivibilità e le qualità di un luogo. Questa tesi viene sostenuta nei sette lavori che seguono, discussi allo IUAV di Venezia nelle ultime sessioni di laurea. Alessio Barollo affida al “crowd design” il ruolo di motore della rigenerazione urbana, proponendo una sua applicazione al Veneto. Quattro lavori pongono il problema del progetto come struttura connettiva fra culture diverse, rispettivamente grazie ad una rigenerazione culturale e urbana dell’ex area industriale di Porto Merghera (Gloria Pezzutto, Lucia Speri), ad una piattaforma dedicata all’Oriente da realizzarsi a Marghera – Venezia (Alice Braggion, Alessandro Carabini), alla realizzazione di una strada come struttura integrata, da realizzarsi a Istanbul (Lucia Miotti), alla connessione tra la Fiera e la città a Verona (Linda Comerlati, Chiara D’Agostin). Anna Brambilla e Marta Michieli propongono, grazie l’applicazione di modelli parametrici ad Amsterdam, il passaggio dalla città dei sedentari a quella dei nomadi. Infine, Marco Caorlini e Alvise Lucchetta affidano alla riqualificazione delle risorse naturali il ruolo di rigenerazione di Mestre-Venezia.

Giuseppe Longhi

Giuseppe Longhi

Venezia, aprile 2012


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CROWD VILLAGE Crowdsourcing as method for sustainable design CROWDVILLAGE Crowdsourcing come metodo per la progettazione sostenibile 67.8% of Italian people know at least one of the most used social networks, drawing up a ranking based on popularity, Facebook (65.3%) appears to be the most popular with YouTube (53%), follone by Messenger (41% ), Skype (37.4%) and Twitter 21.3%).Facebook, besides being the most popular social network, is also one of the most used (from

Il 67,8% degli italiani conosce almeno un social network tra quelli più usati. Stilando una classifica in base alla popolarità, Facebook (65,3%) risulta essere il più conosciuto insieme a YouTube (53%), seguono Messenger (41%), Skype (37,4%) e Twitter (21,3%). Facebook, oltre a essere il social network più conosciuto, è anche tra quelli più utilizzati (dal 49% degli italiani che

49% of Italians who access the Internet, 88, 1% among young people), along with YouTube (54.5%, l ‘ 86.5% among the young). The added value of network is that, on the one hand, it lends itself to deliver into the hands of institutions and political organizations a formidable means of vehicular nformation to citizens and, second, it allows the activation of the reverse process, ie the participation of citizens in political debate and addresses the training and guidance both in institutions and in political parties. Moreover, not being filtered, the Internet is perceived by users as more credible and reliable as other means of communication. If the network, using the social network, becomes the means and the citizen the user, crowdsourcing is between urban and social policies: from a certain point of view, the community is the expert designated to provide guidance to designers to develop solutions total more

accedono a Internet, l’88,1% tra i giovani), insieme a YouTube (54,5%, l’86,5% tra i giovani). Il valore aggiunto della rete è che, da una parte, si presta a fornire nelle mani delle istituzioni e delle associazioni politiche un formidabile mezzo per veicolare informazioni verso i cittadini e, dall’altra, permette l’attivazione del processo inverso, ovvero la partecipazione dei cittadini al dibattito politico ed alla formazione degli indirizzi e degli orientamenti sia nelle istituzioni che nei partiti. Inoltre, non essendo filtrata, internet è percepita dagli utilizzatori come più credibile e più attendibile degli altri mezzi di comunicazione. Se la rete, tramite il social network, diventa il mezzo ed il cittadino l’utilizzatore, il crowdsourcing si colloca tra urbanistica e politiche sociali: da un certo punto di vista la comunità è l’esperto designato a fornire indicazioni ai progettisti per sviluppare soluzioni complessivamente più rispondenti ai bisogni reali, dall’altro il consolidamento della comunità in quanto tale è uno degli scopi del processo


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responsive to real needs, on the other hand the consolidation of the community is one of the aims of the planning process based on the principle that “no one knows everything but everybody knows something.” In this context, participatory planning, that is the interdisciplinary cultural process able to express itself through retraining and regeneration of urban rational and shared with end users, is configured as a planning tool of great importance which is appearing, in recent times, to have new and meaningful consideration. Crowdsourcing is presented as a method to guide the horizontal processes at the base of shared planning, placing as its strength the ability to use the surplus of people’s ideas to solve various problems. This potential, implemented by the new technologies of Web 2.0, means that currently use this methodology in the following primarily for design, urban redevelopment, the development of open source programs, information gathering, sharing of multimedia files and the collection of funds. Crowd Village wants to present itself today as the operational interface of crowdsourcing, which aims to give the designer and the government a fixed service to the various phases of the project or to different urban policies in order to decrease the marginal cost of design giving it added value. It wants to be an invitation to connect to the Europe 2020 program, which sets the guidelines for the knowledge development through continuous and interactive learning, encouraging the Life Long Learning. The 2020 strategy is articulated through: a Job Agenda, encouraging the youth movement within the European Community, innovating technology infrastructure, a Digital Agenda. Everything is turned to a growth model that is based on collaboration and cooperation between the world of education, culture, labor, social affairs and youth.

di piano basandosi sul principio che “nessuno sa tutto, ma tutti sanno qualcosa”. In questo contesto la progettazione partecipata, processo culturale interdisciplinare capace di esprimersi attraverso azioni di riqualificazione e rigenerazione urbana condivisa e ragionata con gli utenti finali, si configura come uno strumento di pianificazione territoriale di grande importanza la cui applicazione, in tempi recenti, sembra aver assunto nuova e significativa considerazione. Il crowdsourcing si presenta come metodo per guidare i processi orizzontali alla base della progettazione partecipata, ponendo come proprio punto di forza la possibilità di utilizzare il surplus di idee provenienti dalla persone per risolvere problematiche di vario genere. Questo potenziale, implementato dalle nuove tecnologie del web 2.0, fa si che attualmente si usi questa metodologia principalmente per il design, la riqualificazione urbanistica, lo sviluppo di programmi open source, raccolta di informazioni, la condivisione di file multimediale e la raccolta di fondi. Il Crowd Village vuole presentarsi oggi come l’interfaccia operativo del crowdsourcing che punta a dare al progettista e alla pubblica amministrazione un servizio fisso alle diverse fasi del progetto o alle diverse politiche urbane con lo scopo di diminuire il costo della progettazione dandole valore aggiunto. Ma non solo, vuole anche essere un invito a connettersi al programma Europa 2020, che pone le linee guida per lo sviluppo della conoscenza attraverso l’apprendimento continuo e interattivo, favorendo il Long Life Learning, articolato attraverso: un’Agenda per il lavoro, incentivando il movimento dei giovani all’interno della Comunità Europea, innovando le infrastrutture tecnologiche, un’Agenda digitale Tutto rivolto a un modello di crescita che si basi sulla collaborazione e sulla cooperazione fra il mondo della scuola, della cultura, del lavoro, degli affari sociali e dei giovani.

Alessio Barollo

Alessio Barollo


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PORTO MARGHERA A new Fondaco for Japan & South East Asia PORTO MARGHERA Un nuovo fondaco per Giappone e South East Asia This proposal is born inside an IP about the New Silk Road. The topic was the design of a system of Fondaci for Asia people, multifunctional spaces localized in the ex industrial platforms of Marghera Port, to attract culture and eastern experiences in order to trigger a new shared development cycle in the European urban system, based on:

L’idea di questo progetto nasce da un IP sulla Via della Seta. Lo scopo del progetto era di concepire un sistema di fondaci asiatici, ossia di spazi multifunzionali nell’ex-zona industriale di Porto Marghera, per attrarre sapere ed esperienze e lanciare un nuovo ciclo di sviluppo condiviso per la città e per l’Europa, basato su: più relazioni, più coesione sociale, più biodiversità e

more relationships with eastern, social cohesion, biodiversity and technology. Our project, for the development of a Fondaco for Japan and South East Asia, was inside this experience. This project is based on a 2050 scenario considering a new morphology due to climate change, in particular from increase of the average sea level. In the our Fondaco we propose three technopoles:

tecnologia. Il nostro progetto propone due fondaci: per il Giappone e South East Asia. La tesi è uno scenario al 2050 e considera una nuova morfologia provocata dal cambiamento climatico, in particolare dall’aumento del livello del mare. Nel Fondaco proponiamo la nascita di tre poli specializzati nelle biotecnologie, nanotecnologie e TLC. Nei poli, italiani e orientali possono instaurare un dialogo e


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for biotechnology, nanotechnology and TLC. In this poles Italian and Asia people can start a dialog and involve all over the word to develop new content for research and teaching. The new urban space is walkable and divided in circular morphologies with a radius of 250 m. The main building is on the centre of the circle and all public activities are concentrated here. Around this building there are some pavilion (for exhibition and meeting), some public services (like hospital and sport facilities) and residences for people working here. We propose to use PRT and LRT for public transport net, pneumatic waste collection, photovoltaic energy and basins to contain water. The urban plan design was also verified in terms of impact on natural resources through CFD and Solar Analysis. The fondaco representative building is composed by two elements: a central trunk which contains and distributes all the utilities (the connection for water, energy, waste collection) and some “box”, which have specific functions (reflection, production or change). The connection between the trunk and the boxes follow the basic concept of the USB system: to be connected to increase capacity on demand. The project complies with the standard of main international conventions and is committed to protecting the environment while minimizing the footprint, thank to development of the dematerialization. Gloria Pezzutto and Lucia Speri

coinvolgere anche tutto il mondo per dare un nuovo impulso alla ricerca e all’insegnamento. Lo spazio urbano dei nuovi tecnopoli è pedonale e diviso in aree circolari con raggio 250m. L’edificio simbolo è al centro del cerchio e ospita le maggiori attività pubbliche. Attorno a questo edificio ci sono alcuni padiglioni (per esposizioni e meeting), e servizi pubblici (come l’ospedale e le attività sportive). Il progetto assume i principi metabolici sul trattamento delle risorse: propone l’uso del Personal Rapid Transport and LRT per il traporto pubblico, raccolta pneumatica dei rifiuti, energia fotovoltaica. Il piano urbano è verificato in termini d’impatto sulle risorse naturali con la CFD and Solar Analysis. L’edificio è composto da due elementi: un tronco centrale che contiene e distribuisce i servizi (connessioni dell’acqua, energia, rifiuti) e alcune “scatole” aventi funzioni specifiche (spazi della riflessione, spazi della produzione, spazi dello scambio). La relazione tra il tronco e le scatole si basa sul concetto della USB: si connette per aumentare la capacità in base alla necessità. Il progetto rispetta gli standard delle principali convenzioni internazionali e si preoccupa di preservare l’ambiente minimizzandone l’impronta ecologica, grazie allo sviluppo della dematerializzazione. Gloria Pezzutto e Lucia Speri


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MARGERA MULTI.FACES Towards a relational and inclusive future MARGHERA MULTI.FACES Un futuro relazionale ed inclusivo per Porto Marghera Marghera Multi.Faces is the design of a relational infrastructural network designed to increase social inclusion, where diversity of people, of cultures and traditions are multiplied amplifying the richness of the social fabric. A project to provide accommodation to the new, transforming an historically exclusive place to a platform,

Marghera Multi.Faces è il progetto di un network infrastrutturale relazionale pensato per aumentare l’inclusione sociale, in cui le diversitĂ delle genti, delle culture e delle tradizioni si moltiplicano, amplificando la ricchezza del tessuto sociale. Un progetto per dare accoglienza ai nuovi, trasformando un luogo storicamente esclusivo in una piattaforma


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model of integration and social cohesion through densification, and continuous re-contamination of different uses, activities, community spaces of sharing and collaboration. An open and dynam ic program to regenerate an abandoned area related to a strong industrial past, to reconnect it to a contemporary production logic, based on the centrality of human resources, knowledge a nd widespread creativity, hyper-connected and socially networked. The project corresponds to an hyper-relational concept of city built on shared community spaces, similar in density to the fabric of historic city centers, where it reaches its maximum concentration of exchanges and crossings in the presence of a dense but passable fabric. The power of new technologies must correspond to a strengthening of networks of relationships in the direction of their opening. The web and social platforms have shown us the incredible creative and innovative potential value of collaboration and participation. Now, knowing the experiences of these virtual places, it is necessary to rethink the physical places, the materialnfrastructure of our city, starting from those physical spaces, collective and public, within the cognitive surplus is realized and creativity and productivity increase. For this reason the concept of the project is to generate highly relational spaces capable of allowing a greater degree of inclusion, integration and social cohesion. Our attention is then focused on those types of spaces which have this social potential intrinsic, hybrids places generally limited and compressed by the private spaces. Dynamic and fluid spaces, informal, integrated and open, unexpected places, unstable and chaotic, places of a weak and diffuse modernity as a counterbalance to enclosed, rigid, linear spaces of the past. Alice Braggion and Alessandro Carabini

modello di integrazione e coesione sociale, attraverso la densificazione, contaminazione e continua ricombinazione dei differenti usi, attività, spazi collettivi di condivisione e collaborazione. Un programma aperto e dinamico per rigenerare un’area in dismissione legata ad un forte passato industriale per riallacciarla a logiche contemporanee di produzione, fondate sulla centralità delle risorse umane, sulla conoscenza e sulla creatività diffusa e socialmente iper-connessa in rete. Il progetto corrisponde a un’idea di città iper-relazionale costruita sugli spazi collettivi condivisi, simile per densità al tessuto dei centri storici, dove si realizza la massima concentrazione degli scambi e degli “incroci” in presenza di un tessuto denso ma attraversabile. Alla potenza delle nuove reti tecnologiche deve corrispondere un rafforzamento delle reti di relazione nella direzione della loro apertura. Il web e i social network ci hanno mostrato l’incredibile potenziale creativo e innovativo del valore collaborativo e partecipativo. Ora, consapevoli dalle esperienze di questi luoghi virtuali, è necessario tornare a ripensare i luoghi fisici, le infrastrutture materiali delle nostre città partendo da quegli spazi fisici, collettivi e pubblici, in cui si realizza il surplus cognitivo ed in cui aumenta la creatività e la produttività. Per questo motivo il concept ideativo del progetto è quello di generare spazi ad alta intensità di relazione in grado di permettere un maggior grado di inclusione, integrazione e coesione sociale. La nostra attenzione si è quindi focalizzata su quelle tipologie di spazi che hanno insito questo potenziale sociale, luoghi ibridi generalmente subordinati e limitati dagli spazi chiusi privati dell’individualità. Spazi fluidi e dinamici, informali, integrati ed aperti, luoghi dell’inaspettato, dell’instabile e caotico, luoghi di una modernità debole e diffusa come contraltare agli spazi chiusi, rigidi, lineari del passato. Alece Braggion e Alessandro Carabini


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EX_CHANGING IS’TANBUL 2050 Creative and sustainable city EX_CHANGING IS’TANBUL 2050 Citta’ creativa e sostenibile The future of cities is becoming more and more influenced by the creativity, that is the capacity to produce ideas, knowledge, innovation. The creativity is becoming the new paradigm of sustainability because it permits a socio-economic reconversion, that is a shift from an economy based on the waste of resources to an economy

Il futuro delle città è sempre più influenzato dalla creatività, ossia la capacità di produrre idee, conoscenza, innovazione. La creatività sta diventando il nuovo paradigma della sostenibilità, perché permette una riconversione economico-sociale, ossia il passaggio da un’economia incentrata sullo spreco di risorse ad un’economia che valorizza l’intelligenza umana.

that ehnances the human intelligence. Istanbul has always been a big incubator of human capital, in 2010 it had more than 13 milion people, hosting different ethnies and minorities. Today they don’t have many opportunities of interaction. The exchange is the key-word to start a creative process that will involve the entire city. In the past, when the city was part of the Silk Road, it was characterized by the commerce, which still sustains a large part of the economy. Today the exchange should be read again with a sustainable point of view: the exchange of material resources should be substituted with the exchange of ideas, that will accelerate the evolution of human species. It is requested to Istanbul to

Richard Florida e Charles Landry sono coloro che per primi hanno introdotto i concetti di Classe Creativa e Città Creativa. Istanbul è da sempre un grande incubatore di capitale umano, nel 2010 ospitava più di 13 milioni di persone, raccogliendo varie etnie e minoranze al suo interno. Queste oggi incontrano poche opportunità di interazione. Lo scambio è la parola chiave per avviare un processo creativo che coinvolga l’intera città. In antichità, quando la città faceva parte della Via della Seta, fu caratterizzato dal commercio, il quale sostiene tutt’ora buona parte dell’economia. Oggi questo scambio va riletto in chiave sostenibile: lo scambio di beni materiali lascerà il posto allo scambio di idee, che accelereranno l’evoluzione


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equip itself with the infrastructures necessary to be, in 2 050, a highly creative city: a loop will surround the urbanized part, controlling its expansion and linking the different creative clusters through an efficient transportation network. This will be composed of a high-speed railway system (magnetic levitation train). It will be possible to reach faraway places in a relatively short time, increasing the intensity of exchanges in the time unit. The ring will be linked vertically with four minor axes, along which will run a BRT line (Bus Rapid Transit). Along these fibers will develop new development nodes, facilitated by the direct access to the mobility. The most important of these is the axis linking the cultural pole (Beyoglu) with the innovative pole (Maslak). Twelve “buildingslanterns” will be distributed along the3,5 km, enabling the access to the elevated mobility and specializing in the development of the knowledge program: attraction, production and exportation. The lowest floors will work as a vertical link between the city and the transportation infrastructure (reachable only through the buildings), while the uppest floors will be dedicated to the knowledge program. In this way the mobility will allow the capture and the involvement of the commuters in the knowledge program. The street will be biocompatible (metabolic): the soil now occupied by the infrastructure will become a huge urban park, with some areas dedicated to cultivation, phytodepuration and to wooded land. It will be autonomous energetically.Still, the street will be high tech: the lanterns will have interactive screens on the external walls, through which i twill be possible to consult public transportation timetables and the activities of the lanterns and from which it will be possible to watch in real time what’s going on inside the buildings (conferences, meeting, workshops, etc). Lucia Miotti

della specie umana. E’ necessario quindi che Istanbul si attrezzi con le infrastrutture che le permetteranno nel 2050 di essere una città altamente creativa: un loop circonderà la parte urbanizzata, frenandone l’espansione e mettendo in collegamento i vari centri creativi, attraverso un’efficiente rete di trasporti. Questa sarà composta da un sistema ferroviario ad alta velocità (treno a levitazione magnetica). Sarà possibile raggiungere punti molto lontani in tempi molto brevi, aumentando l’intensità degli scambi nell’unità di tempo. L’anello sarà collegato verticalmente da quattro assi minori, lungo i quali, oltre al treno a levitazione magnetica, correrà una linea di BRT (Bus Rapid Transit). Lungo queste fibre cresceranno nuovi nodi di sviluppo, facilitati dall’accesso diretto alla mobilità. Il più importante di questi è l’asse che collega il polo culturale (Beyoglu) con il polo innovativo (Maslak). Dodici “edifici-lanterna” si distribuiranno lungo i 3,5 km di questo asse, permettendo l’accesso alla mobilità sopraelevata, e specializzandosi nello sviluppo del programma del sapere: attrazione, produzione, ed esportazione . I piani più bassi fungeranno da collegamento verticale tra la città e l’infrastruttura dei trasporti (raggiungibile solo attraverso gli edificilanterna), mentre i piani più alti saranno dedicati al programma del sapere. In questo modo la mobilità permetterà la cattura e il coinvolgimento dei pendolari nel programma del sapere. La strada sarà bio-compatibile (metabolica): il suolo ora occupato dall’infrastruttura diventerà un grande parco urbano, con alcune aree dedicate alla coltivazione, alla fitodepurazione e a superficie boschiva. Sarà autosufficiente energeticamente. La strada sarà inoltre high-tech: le lanterne avranno sulle pareti esterne dei schermi interattivi, attraverso i quali sarà possibile consultare gli orari dei mezzi pubblici e le attività delle lanterne e da i quali sarà possibile assistere a ciò che sta avvenendo all’interno degli edifici in tempo reale (conferenze, meeting, workshop, etc.). Luci aMiotti


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VERONA LAB 2050 A vision for urban creativity VERONA LAB 2050 A vision for urban creativity The vision for Verona 2050 starts from the idea that cities are complex systems of relations. Every changing in the urban scenario is led by many causes linked to the global flows net (finance,

La considerazione della città contemporanea come un sistema complesso di relazioni è il punto di partenza per la costruzione di uno scenario per Verona 2050. Tutti i mutamenti fisici dell’evoluzione urbana hanno delle

social movements, climate change, etc). They have unexpected global effects that can’t be easily detected. Creativity is the main resource for the development of future citizens welfare, that is the ability of people to be proactive, to enter the market using its ability to invent, rather than following

cause multiple che si legano alla rete dei flussi globali (scambi finanziari, movimenti sociali, cambiamento climatico, ecc); allo stesso tempo hanno degli effetti non prevedibili e di portata planetaria che spesso sfuggono a una prima valutazione. La risorsa su cui puntare per il benessere dei cittadini futuri sarà la creatività, cioè la


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existing patterns. The project for the smart city starts from people. In agreement with the European strategy for 2020 (http://ec.europa.eu/europe2020/ index_it.htm), it aims to a creative, inclusive and sustainable growth. Inclusion in necessary cause only an equally developed society can take the maximum out of its human potential. Sustainable growth is the passage from a carbon based to a zero carbon economy and the environmental and human health protection of the future generations. Creative growth is the creation of a knowledge economy based on interaction between people and governors. Capturing the minds circulating in the Po Valley, Verona has the chance to develop its economy and to join the network of national and European exchanges. Cities are a sort of very well equipped magnets that can highlight the individual potentials. The opportunity is the connection with the exhibition fair and the creation of new research labs, suitable to accommodate students and workers in transition. These new working spaces will be based on cooperation and serendipity, they will have a mixed configuration and a constant connection to the immaterial cloud of knowledge. The random encounters and the diversification of cultural backgrounds exponentially increase labor productivity. The railway station is a focal issue to increase the attractiveness of a small town. Linda Comerlati and Chiara D’Agostin

capacità delle persone di essere propositive, di introdursi nel mercato sfruttando la propria capacità di inventare, piuttosto che di seguire modelli già consolidati. Il progetto per la città smart parte quindi dalle persone e, in accordo con la strategia “Europa 2020” (http:// ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm), punta sulla crescita creativa, inclusiva e sostenibile. L’inclusione è necessaria perché una società asimmetrica è in grado di generare solo caos, mentre una società equa può mirare a realizzare al massimo il suo potenziale umano. La crescita sostenibile richiede la capacità di passare da un’industria carbon based ad una zero carbon per salvaguardare il proprio ecosistema, e quindi la salute delle future generazioni di europei. La crescita creativa comporta un aumento del sapere e dell’innovazione e quindi la creazione di mercati più competitivi. Catturando le menti circolanti nella Valle del Po, Verona ha la possibilità di sviluppare la propria economia e di inserirsi nella rete degli scambi nazionali ed europei. Le città sono calamite in grado di amplificare le potenzialità dei singoli grazie alla presenza di attrezzature e spazi molto specializzati. L’opportunità è la connessione con la fiera espositiva e la creazione di nuovi laboratori di ricerca, adatti ad ospitare studenti e lavoratori di passaggio. Questi nuovi spazi per il lavoro saranno fondati sulla cooperazione e la serendipità attraverso configurazioni miste e una connessione costante alla cloud immateriale della conoscenza. Gli incontri casuali e la diversificazione delle provenienze culturali aumentano esponenzialmente la produttività del lavoro. La stazione ferroviaria è un tema nodale per aumentare l’attrattività di una piccola città. Linda Comerlati e Chiara DìAgostin


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THE GROWING SCENARIO A generative ecosystem for a bioactive city THE GROWING SCENARIO Un ecosistema generativo per una citta’ bioattiva The thesis “The growing scenario: a generative ecosystem for a bioactive city” explores the potential of biologically inspired digital design at the urban scale. Making architecture today means to work with atoms as homogeneous raw material and to look into natural processes of generation, growth and adaptation, in order to grasp their way of

La tesi “The growing scenario: a generative ecosystem for a bioactive city” esplora le potenzialità del digital design, biologicamente ispirato, alla scala urbana. Fare architettura oggi significa lavorare con la materia omogenea degli atomi e guardare ai processi naturali di generazione, crescita e adattamento, per coglierne il funzionamento. Tradurre questi processi nella

operating. The translation of these processes into city planning through a new design approach, leads us to a paradigm shift: from the mechanics age to the biological one, in which, applying the method of parametric design, we end up defining a real generative architecture. The project parameters aim at raising the inclusiveness, at reaching a smart urban management and a more sustainable future. To meet the objectives we have to invest in human resources, technology, and protection of natural ecosystems. The best way of expressing the morphology of this type of sustainable future is what we call BIOPLAN. How can we contribute

pianificazione della città attraverso un nuovo approccio progettuale, ci porta a un cambio di paradigma: dall’età della meccanica all’età biologica, dove applicando il metodo di progettazione parametrica arriviamo a definire una vera architettura generativa. I parametri di progetto puntano all’innalzamento dell’inclusività, al raggiungimento di una gestione urbana smart e, in generale, a un futuro più sostenibile. Per soddisfare gli obiettivi agiamo investendo in risorse umane, tecnologia e tutela degli ecosistemi naturali. Il modo migliore di esprimere la morfologia di questo tipo di futuro sostenibile è quello che noi definiamo BIOPLAN. Come possiamo contribuire al benessere dell’uomo e


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to human and environmental good by learning about material and design from nature? Thesis aims at enhancing the relationship between the human, the built and the natural environments by employing design principles inspired by nature and implementing them in the invention of digital design technologies. To reach this target it tests digital morph at architectural scale, favouring the investment into human and natural resources, taking the opportunity brought by high technology and processes with zero waste, at a very low cost. Anna Brambilla and Marta Michieli

dell’ambiente imparando dai materiali e dal modo di operare della natura? La tesi si propone di migliorare il rapporto tra l’uomo, l’ambiente costruito e naturale utilizzando principi di design ispirati alla natura e implementando gli stessi con l’invenzione di tecnologie di progettazione digitale. Per raggiungere questi scopi sperimenta il morphing digitale a scala architettonica, privilegiando l’investimento in risorse umane e naturali, sfruttando le opportunità dell’alta tecnologia e dei processi con zero rifiuti, a basso costo. Anna Brambilla e Marta Michieli


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AGENDA FOR RESILIENCE MESTRE Scenarios 2050 AGENDA PER MESTRE RESILIENTE Scenari al 2050 Thinking about a resilient city not only means to give some physical answers to the urban environment, but above all it means to give a start to a series of processes of development in a longterm perspective, supported by flexible resources, able to answer to the complexity of changes, to the cultures and to the environmental development,

Pensare ad una città resiliente significa non solo dare delle risposte fisiche, ma soprattutto avviare una serie di processi di sviluppo a lungo termine, supportati da risorse flessibili, che sappiano rispondere alla complessità dei cambiamenti, alle culture e allo sviluppo ambientale, gestendo e preservando il capitale naturale per ricollegare ad esso la nostra società.

managing and preserving the natural capital in order to reconnect it to our society. To realize these assumptions, for the Venetian mainland and, in particular, for the city of Mestre, we suggest a new 2050 management program to drive the city toward the urban resiliency and, more specifically, toward the control of the risk produced by the climatic changes, toward the increase of biodiversity inside the urban environment and toward a new cycle of water resources. These innovative and synergistic interventions for the Italian context, besides bringing safety and amenity inside the urban environment, they can on one hand sensitize public awareness of the environmental culture, and on the other one activate new economic processes for the city, respecting in the meantime the future of next generations.

Per realizzare questi presupposti, per la terraferma veneziana, e nello specifico per la città di Mestre, si propone un nuovo programma di gestione con orizzonte al 2050, che indirizzi la città verso la resilienza urbana, ma più nello specifico verso il controllo del rischio generato dai cambiamenti climatici, verso l’aumento della biodiversità all’interno del tessuto urbano, e verso il disegno di un nuovo ciclo delle risorse idriche. Questi interventi sinergici, innovativi per il contesto italiano, oltre a portare sicurezza ed amenità all’interno del tessuto urbano, potranno sensibilizzare i cittadini verso la cultura ambientale, ma anche attivare nuovi processi economici per la città, rispettando al contempo il futuro delle prossime generazioni.

Marco Caorlini and Alvise Luchetta

Marco Caorlini e Alvise Luchetta


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