Brochure "Al Camin"

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Il ristorante Al Camin reinterpreta i suoi spazi.



It’s dinner time... Voglio esprimere un ringraziamento a Fabio e Lorena Pompanin, gestori del ristorante Al Camin in Cortina d’Ampezzo, rinomata località dove il contatto diretto con la natura, lo sport, il benessere ed il romanticismo sono protagonisti del soggiorno di montagna. Ristoratori lungimiranti e intraprendenti, Fabio e Lorena, mi hanno consentito di realizzare l’interior design del loro ristorante condividendo con me una visione estremamente raffinata degli arredi e un’originale suddivisione degli ambienti interni ispirati al nuovo concetto di living, di ospitalità e di ricevimento, in una rivisitazione degli spazi divertente nella sua apparente complessità. Abbiamo realizzato un contesto caldo di abete antico, dove far accadere incontri o farsi stuzzicare dalle prelibatezze culinarie. I materiali naturali, i dettagli d’atmosfera, la creatività degli ambienti, il balenio delle scenografie luminose che guizzano, nascoste, dagli anfratti delle pareti, materializzano una dimensione davvero unica, permettendo un’esperienza di “dolce benessere”, da regalarsi e da regalare. by Ambra Piccin Architetto I would like to thank Fabio and Lorena Pompanin, owners of Al Camin restaurant in Cortina d’Ampezzo, a well known location where direct contact with nature, sports, wellness and romanticism are protagonists of living in the mountains. Forward-looking and enterprising managers, Fabio and Lorena allowed me to realize their restaurant’s interior design. They shared with me an extremely refined vision of the furnishings and an original subdivision of the interiors inspired by the new concept of living, hospitality and reception, in a funny, in its apparent complex, review of spaces. We have created a warm context of ancient fir, which lets meetings happen or teases you with culinary delights. Natural materials, details of atmosphere and the creativity of the interiors materialize a unique reality, leading to an experience of “sweet comfort”. by Ambra Piccin Architetto


Ristorante Al Camin Il momento della creatività culinaria di Fabio Pompanin Innanzitutto vorrei ringraziare Lorena, mia moglie, che condivide con me la sua vita, il suo lavoro e da sette anni anche la gestione del ristorante Al Camin di Cortina d’Ampezzo, Località Alverà, 99. Durante questo periodo è cresciuta in noi la voglia di rendere più funzionale e accogliente l’ambiente fisico nel quale lavoriamo quotidianamente. Ringraziamo, quindi, la Famiglia Alberti che non solo ha condiviso la nostra voglia di nuovo, ma ha anche contribuito alla sua realizzazione. The moment of culinary creativity of Fabio Pompanin First I would like to thank my wife Lorena, who shares with me her life, her work and since 2005 the management of Al Camin restaurant in Cortina d’Ampezzo, located in Località Alverà, 99. During this period, the desire to make more functional and welcoming the place in which we work every day is born in us. So we thank the Alberti family that shared our desire for something new, and it has also contributed to its realization.



Per l’attuazione dell’interior design ci siamo rivolti all’architetto Ambra Piccin con la quale abbiamo trovato da subito un prezioso feeling collaborativo. La nostra scelta si è orientata verso uno stile lineare e pulito e verso materiali caldi, come il legno di abete antico, così morbido e accogliente, poco invadente e raffinato, che è risultato essere lo sfondo ideale per i piatti della nostra cucina.

For the implementation of the interior design, we turned to the architect Ambra Piccin; with her we immediately found a precious cooperative feeling. Our choice is oriented towards a clean, linear style and to warm materials, such as antique fir wood, soft and cozy, stylish and unobtrusive, which proved to be the perfect backdrop for the serving dishes of our cuisine.

La nostra filosofia del cucinare.

Our cooking philosophy

La società attuale tende a considerare l’atto del mangiare per lo più un atto sociale, ma appagare la fame è uno dei nostri desideri più elementari. Azione necessaria come il respirare. Uno degli istinti più radicati. In realtà il cibo permette anche di provare emozioni nel luogo del corpo

Today’s society considers the act of eating mostly a social act, but one of our most basic desires is to satisfy the hunger. Necessary Action as breathing. One of the most deeply instincts. The food also allows you to feel emotions in the place of the body that perceives them more intensely: the stomach.


che le percepisce con maggiore intensità: lo stomaco. E il gusto si fa esperienza, piacere e cultura. L’obiettivo che con passione perseguiamo è quello, quindi, di non fermarci alle caratteristiche gastronomiche o nutritive superficiali degli alimenti ma di andare oltre per raggiungere l’essenza degli ingredienti, della loro qualità, peculiarità e certificazione. L’inizio del XXI secolo ha visto aumentare la tendenza alla globalizzazione degli scambi che ha caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso. Questo processo d’integrazione del mercato a livello planetario è sembrato per lungo tempo un fenomeno inarrestabile con la conseguenza di diffondere ovunque prodotti alimentari provenienti dai Paesi più disparati e con la conseguenza di far scomparire la stagionalità dei consumi. Un aspetto particolare del nostro controllo di qualità consiste nel riscontro della filiera, vale a dire la verifica del processo a monte, dall’acquisizione delle materie prime alla confezione del prodotto, attraverso certificazione e prove strumentali.

And the taste is experienced, with pleasure and culture. The goal that we pursue with passion is to not stop us at the superficial gastronomic or nutritive characteristics of the food, but to go further to get to the essence of the ingredients, their quality, their peculiarities and certification. The beginning of the twenty-first century has seen an increase in the trend of globalization of trade that has characterized the last decades of the last century. This process of market integration at the global level for a long time has seemed an unstoppable phenomenon with the result of spread everywhere food from many different countries and with the result of getting rid of the seasonality of consumption. A particular aspect of our quality control is the finding of the chain, namely verification of the upstream process, from raw material acquisition to the packaging of the product, through certification and concrete tests.


La nostra scelta degli ingredienti viene operata con accurata attenzione e frequentemente aggiornata, prediligendo sempre la certificazione d’origine italiana controllata (Dop, Igp Doc). Per esempio le uova fresche da allevamenti sicuri, riconosciuti e certificati e quella del latte e burro da malghe di zona, preferibilmente a chilometri zero. Lo stesso per le carni, la cacciagione e gli affettati. Agli ingredienti base si affiancano poi gli aromatici, selezionati con altrettanta cura e con creatività. Ricerche e verifiche vengono rigorosamente estese anche alla scelta di alimenti di origine più esotica. Per fare alcuni esempi tra i più conosciuti i capperi di Pantelleria, i fagioli di Lamon, la cipolla di Tropea... Ne consegue che questi ingredienti naturali, di qualità così elevata e vagliata, non possono essere alterati dal processo di lavorazione; per questo non utilizziamo assolutamente additivi o sostanze che ne modifichino le proprietà o il sapore. In ogni boccone deve essere percepito sia il singolo ingrediente nella sua unicità sia la fusione unica dei vari ingredienti. I menù che proponiamo si sviluppano principalmente in due direzioni: quella di chiara impronta locale, atta ad interpretare i sapori della tradizione e quella, più internazionale, detta della cucina fusion. La cucina fusion è quel tipo di cucina che combina, consapevolmente, elementi associati a differenti tradizioni culinarie per produrre menù o piatti complessi non riconducibili ad alcuna tradizione culinaria precisa.


Our choice of ingredients is made with careful attention and it’s frequently updated, always preferring the certification of Italian subsidiary origin (PDO, PGI Doc). For example, fresh eggs from safe farms, approved and certified, and milk and butter from local shelters, preferably zero kilometers. The same goes for meat, game and sliced meats. The basic ingredients are used together with the aromatics, selected with equal care and creativity. Research and testing are rigorously extended to the choice of more exotic food. Among the best-known examples there are the Pantelleria capers, beans from Lamon, the red onion of Tropea ... These natural ingredients, of such high quality, can not be altered by the process, which is why we do not use absolutely additives or substances that modify the properties or the taste. In every mouthful the individual ingredient in its uniqueness and the unique fusion of various ingredients must be perceived.

The menu we offer are developed in two main directions: the first one is distinctly local and it’s able to interpret the traditional flavors. The other one is more international, called fusion cuisine. Fusion cuisine is the cuisine that consciously combines associated elements with different culinary traditions, to produce menu or complex dishes which are not attributable to any specific culinary tradition.


Il termine cucina fusion è oggi utilizzato, in Italia, sia in riferimento all’offerta di menù con piatti appartenenti a differenti tradizioni culinarie considerate vicine, sia per designare la somma delle cucine etniche. La nostra personale interpretazione prevede innovazione e creatività, spaziando tra i gusti e i sapori della cucina mediterranea perché il cibo deve soddisfare anche il desiderio, atavico, di curiosità nel provare ad ingerire qualcosa di nuovo.

The term fusion cuisine is used today, in Italy, referring to the offer of menu with dishes from different culinary traditions considered neighbors. It is also used to designate the combination of ethnic cuisines. Our personal interpretation requires innovation and creativity, ranging from the tastes and the flavors of the Mediterranean cuisine, because the food must satisfy the desire of curiosity to sample something new.


La Pasticceria L’arte della pasticceria consiste per noi nel creare dolci conservando le materie prime integre, rispettando qualità e profumi che solo la natura può fornire e che solo la lavorazione artigianale può preservare: dai profumati vini italiani come il Prosecco di Valdobbiadene, ai canditi delle arance di Sicilia o del Cedro di Diamante in Calabria, fino a quelli stranieri come la morbida uvetta sultanina dalla Turchia o il più pregiato cacao dal Sud America. Ci piace l’idea che la nostra pasticceria, generalmente l’ultima portata, abbia la capacità non solo di emozionare ma anche di creare memoria.

The pastry making The art of pastry consists in creating sweets keeping intact the raw materials, observing quality and fragrances that only nature can provide and that only the craftsmanship can preserve: the perfumed Italian wines like Prosecco di Valdobbiadene, the candied of the oranges from Sicily or the Diamante cedar in Calabria, and foreigners as the soft raisins from Turkey or the finest cocoa from South America. We like the idea that our pastry, which is usually the last course, has the ability not only to touch but also to create memory.


I Vini Personalmente sono anche un appassionato di vini e, dal 2011, sommelier. La nostra carta dei vini offre quindi prodotti tipici sia del Veneto che delle regioni limitrofe: Trentino e Friuli. Lascia, però, spazio ad un’ottima rappresentanza di tutt’Italia e ad una piccola escursione in Francia ed Austria. Seguendo questa passione e attraverso un’accurata ricerca, la nostra cantina ora può vantare parecchie etichette e presentare interessanti proposte di abbinamento per i menù di degustazione. Wines Personally, I am a wine lover and, since 2011, I’m a sommelier. Our wine list offers typical products of the Veneto region and of the neighboring regions: Trentino and Friuli. But it leave space for a good representation of the whole Italy and a small excursion in France and Austria. Following this passion and after careful research, our winery now has several labels with interesting dishes to serve with for the tasting menu.



Nella sua totalità una selezione di 150 etichette, tutte personalmente scelte da me per la loro qualità e propensione all’accostamento con i nostri piatti. Tra la rosa dei maggiormente proposti rientrano vini come lo Spumante Giulio Ferrari Riserva, Chardonnay in purezza, affascinante, appagante, suggestivo, capace di vincere la sfida contro il tempo, ottenuto da selezionatissime uve Chardonnay raccolte a metà settembre nel vigneto di Maso Pianizza; dal colore paglierino brillante con riflessi dorati; dal profumo etereo di rara intensità e fragranza, nel quale il fruttato di origine varietale e i sentori di miele abbinati ad una leggera nota di vaniglia e di cioccolato bianco sono in perfetta armonia; dal gusto elegante ed armonico, il corpo vellutato e composito con fragranze di vaniglia, miele di acacia, fieno maturo che ben si accostano a note floreali;

The winery includes a wide selection of 150 labels, all personally selected by me for their quality and the matching propensity with our dishes. Among the wines mostly proposed there are wines as Spumante Giulio Ferrari Riserva, a pure fascinating, satisfying, suggestive Chardonnay which is able to win the race against the time. It’s made with carefully selected Chardonnay grapes harvested in mid-September in the vineyard of Maso Pianizza. At first sight it has bright straw yellow color with golden reflections. The bouquet is of rare intensity and fragrance, in which the fruity varietal origin and hints of honey are combined with a hint of vanilla and white chocolate in perfect harmony. The taste is elegant and harmonious, the body is velvety and made by fragrances of vanilla, acacia honey, ripe hay that match with floral notes.


tutte componenti che conferiscono un impatto nobile e di notevole persistenza.

All these components give a noble impact and a remarkable persistence.

O come il Pinot Grigio 2010 – Livio Felluga dal colore giallo paglierino con lievi riflessi dorati a colori; dal profumo estremamente elegante, penetrante, fragrante e complesso, con evidenti note di gelsomino e magnolia, di pesca bianca, albicocca, buccia d’arancia, pera, mela golden, melone, rosa selvatica e menta; componenti minerali e spezie ben integrati; dal sapore elegante, intenso, vibrante, con buon equilibrio e sentore di aromi importanti e persistenti. Si accosta particolarmente bene al pesce, agli antipasti di molluschi, ai risotti e agli sformati di verdure.

Or wines as Pinot Grigio 2010- Livio Felluga with its straw yellow and light golden hues in color. The perfume is extremely elegant, penetrating, crispy and complex, with evident notes of jasmine, and magnolia; hints of white peach, apricot, orange peel, pear, golden apple, cantaloupe, wild rose and mint; mineral and spice components well integrated. The flavors are elegant, tense, vibrant, with good balance; great and persistent aromatics. It’s a particularly good match for fish, mollusc appetizers, risotto and baked vegetables.


Il Tema

Presentazione del progetto.

Cortina d’Ampezzo, di per sé Eccellenza, contesto naturalistico e naturale di pregio, terra di equilibri zonali e culturali delicati, tessuto di complessità architettoniche di grande rilievo, ora compresa nelle aree dolomitiche dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO è l’ambiente dove si posiziona il ristorante Al Camin e l’ambiente dove concretizziamo le nostre idee. Lo scenario dove sono sfidata spesso a fornire innovazione senza infrangere la tradizione. La rivisitazione, quindi, degli ambienti e il nuovo interior design del Ristorante Al Camin si pongono come un’importante segnale di rinnovamento e di crescita per uno dei locali più rinomati della conca. The theme. Presenting the project The environment where Al Camin restaurant is located and the environment where my ideas came to fruition is Cortina d’Ampezzo, excellence in itself, a prestigious naturalistic context, the land of sensitive zonal and cultural balance, with architectural complexity of great importance. Cortina d’Ampezzo is now included in the Dolomites areas declared a World Heritage Site by UNESCO. This is the background where I’m often challenged to deliver innovation without breaking the tradition. The review of the environment and the new interior design of Al Camin restaurant are presented as an important sign of renewal and growth for one of the most renowned places of the valley.



Mi hanno colpito il rispetto per la tradizione, la professionalità e la competenza enogastronomica di Fabio e Lorena che mi hanno anche spinta ad una riflessione: “L’uomo non riesce a governare il tempo, né ad acquistarlo. Può però acquistare spazio e imparare a governarlo in modo da ricavarne l’illusione di aver dilatato il tempo. Lo spazio, quindi, gestito con cura, ordine e sapienza può fornire l’illusione della dilatazione temporale. Soprattutto nelle strutture dove si svolgono episodi di convivialità e, tra questi, soprattutto in quelli preposti alla ristorazione dove, in questo scorcio di storia, estrema rilevanza assume non solo l’ambiente riservato all’intrattenimento del cliente, ma anche quello legato ai tempi di preparazione di nutrimenti sempre più rigorosamente naturalistici e salutari, perché il cibo non deve più solo appagare il palato, ma assolvere alla necessità dell’uomo di vivere al meglio per il maggior tempo possibile”.

I was impressed by the respect for tradition, the professionalism and the culinary expertise of Fabio and Lorena, wich led me to a reflection: “Man can not control the time and not even buy it. But he can buy some space and learn how to govern it to obtain the illusion of having dilated the time. The space managed with care, order and wisdom can provide the illusion of time dilation, especially in structures where episodes of conviviality take place and, among these, especially those responsible for catering where, in this part of history, the environment has great importance not only the one reserved for the custumer entertainment, but also the environment related to the time needed to prepare natural and healthy food. Food should not only satisfy the palate but it has to fulfill human needs to live well for as long as possible”.

Ho quindi immaginato questo luogo come uno spazio sereno dove vivere emozioni e percepire sensazioni. Così in un contesto che riprende la modernità e la contemporaneità delle linee e delle proporzioni dell’interior design, viene sublimato il materiale che parla delle origini, della natura e del benessere: il legno antico lavorato con grande cura ed attenzione, secondo le più ferree regole dettate dagli insegnamenti dei maestri d’arte in falegnameria ampezzani. Il progetto ha previsto quindi il “contenitore” principale, che ben si evidenzia già nell’ingresso e che è un omaggio ai principi dell’architettura alpina di Gio Ponti, ed il “contenuto” rappresentato dall’interno del Ristorante Al Camin, che è un omaggio alle arti e all’artigianato di Cortina d’Ampezzo forgiate e tramandate nei secoli dall’autorevole Istituto Statale d’Arte (fondato nel 1846), ora Liceo Artistico.

So I imagined this place as a peaceful space where you can live emotions and perceive sensations. In a context that incorporates the modern lines and proportions of the interior design, the material that talks about the origins, the nature and the wellness is sublimated: ancient wood worked with great care and attention, according to the most strict rules laid down by the teachings of the carpentry masters of art in Cortina d’Ampezzo. The project included the main “container”, which is well highlighted in the hallway and which is a homage to the alpine architecture of Gio Ponti, and it included the “content” represented by the interior of Al Camin restaurant, which is a tribute to the arts and crafts of Cortina d’Ampezzo, forged and passed down through the centuries by the authoritative State Art Institute (founded in 1846), now Art School.




Il Contenitore. Il “contenitore” principale, che ben si evidenzia già nell’ingresso, è un omaggio ai princìpi dell’architettura alpina di Gio Ponti (18911979), il grande architetto e designer italiano che potremmo definire “eclettico” per gli svariati ambiti in cui ha applicato i suoi studi e le sue progettazioni: dalle scenografie teatrali agli oggetti di produzione industriale, dagli interni dei transatlantici fino ai bellissimi edifici del razionalismo italiano, ai primi grattacieli nonché alla costituzione del Movimento Moderno in Italia. Negli anni della sua maturità professionale ha creato un’opera di straordinaria bellezza, una struttura alpina affascinante, oggi purtroppo abbandonata, che riproponiamo attraverso alcune immagini accattivanti del fotografo Henry Gottardi: lo Sport Hotel al Paradiso del Cevedale a quota 2160 metri in fondo alla Val Martello, diramazione laterale della Val Venosta. Pur molto degradato l’hotel, oggi, mostra ancora chiaramente la sua alterità rispetto alla tradizione dell’architettura alpina tipica. Ponti infatti travalica le soluzioni locali tramandate, proponendo un “nuovo schema” per abitare la montagna, che si sviluppa dalla sua ricerca contrapposta da un lato allo stile tradizionale delle case montane e protesa dall’altro a rinnovare parallelamente la tradizione degli ambienti urbani, evidenziando la continuità di alcuni aspetti compositivi di linee, colori, spazi e superfici e la loro inter-relazione e percezione.

The Container. The main “container” is a tribute to Gio Ponti (18911979), the great Italian architect and designer which could be called “eclectic” for the several areas in which he applied his studies and his designs: from theater sets to industrial production objects, from the interior of the transatlantic to the beautiful buildings of Italian rationalism, from the first skyscrapers to the establishment of the Modern Movement in Italy. During the years of his professional growth he has created a work of extraordinary beauty, a charming alpine structure, now abandoned, which we review through some attractive pictures of photographer Henry Gottardi: Sport Hotel in Paradiso del Cevedale at an altitude of 2160 meters at the bottom of Val Martello, lateral branch of Val Venosta. Although very degraded the hotel today still shows clearly its difference from the tradition of typical alpine architecture. In fact, he overcomes the passed local solutions, and he proposes a “new scheme” to live the mountain, which is developed from his research involving on one side the traditional style of mountain houses and on the other side it’s stretched to renew the tradition of urban environments, emphasizing the continuity of some composition aspects of lines, colors, spaces and surfaces and their inter-relationship and perception.



La ricerca che Gio Ponti stava sviluppando in quegli anni sul tema dell’abitazione moderna e su come rivisitare quella più tipicamente montana, trova forti riscontri anche nella storia dell’architettura di Cortina d’Ampezzo. In quegli anni, infatti, il Comune candidò Cortina alle Olimpiadi del 1956 che le vennero assegnate nel 1949. Questo innescò un processo che mutò e sradicò irrevocabilmente l’Ampezzo dal suo contesto agro-pastorale e slegò per sempre le scelte urbanistico-architettoniche sia da quelle adottate per soddisfare le esigenze della vita rurale, sia da quelle legate alle iniziali esigenze dell’economia turistica. Furono costruiti: lo stadio del ghiaccio, il trampolino a Zuel, la clinica Crignes (inaugurata nel 1956). Furono potenziate le attrezzature sportive: sciovie, seggiovie, cabinovie e la pista di bob fu adattata con l’aggiunta di alcuni tratti e curve. Ciò che maggiormente venne modificato fu, comunque, il centro storico ampezzano, intervento che si colloca in un periodo storico quasi pionieristico dal punto di vista urbanistico.

The research that Gio Ponti was developing in those years was on the theme of the modern home and about how revisit the one most typical mountain. The research also finds strong evidence in the history of Cortina d’Ampezzo architecture: in those years, the City Hall nominated Cortina at the Olympics in 1956 that were awarded in 1949. This triggered a process that uprooted Cortina from its agricultural and pastoral context and that untied the urban architectural choices from those adopted to meet the needs of rural life, and those related to the initial needs of the tourist economy. The ice rink, the trampoline in Zuel, the clinic Crignes (opened in 1956) were built. Sports facilities were upgraded: ski lifts, chair lifts and the bobsled track was arranged with the addition of some sections and curves. The most modified was, however, the historical center of Cortina, an intervention that is part of a historical period almost pioneering of the urban point of view.

Fino a questo momento, infatti, non esistevano studi di urbanizzazione intesi nella moderna accezione, non esistevano testi urbanistici e metodologici della materia e solo allora nasceva la rivista “Urbanistica”, unico testo di riferimento per gli interventi innovativi e di riqualificazione dei centri storici.

Until now there were no studies of urbanization in the modern sense, there were no urban and methodological texts on it, and only then the “Urbanistica” magazine was coming out, the only reference text for innovative interventions and rehabilitation of historic centers.


Il progetto con piano particolareggiato del centro, firmato dall’architetto Gellner negli anni 19511953, poté assumere come riferimenti solamente pochi casi di esperienze di pianificazione urbanistica comunale quali per esempio gli studi per il piano regolatore della Valle d’Aosta dei grandi professionisti Figini e Pollini, BPR e Belgiojoso, sostenuti da Adriano Olivetti nel 1943. L’opera urbanistica di Gellner per Cortina prevedeva la creazione di un grande spazio sopraelevato a terrazze digradanti disposte verso sud, che collegasse la zona della stazione con il centro vero e proprio, nell’area delimitata dal grande albergo Alaska, dal Residence Palace e dal palazzo delle Poste e Telecomunicazioni. L’evento olimpiadi accese potenti fari su Cortina anche perché, per la prima volta, la televisione trasmise in diretta le gare e le varie manifestazioni facendo conoscere la conca ampezzana al mondo intero, segnali inconfondibili di contemporaneità e soprattutto di apertura al mondo e di condivisione dei fenomeni antropomorfici, culturali artistici ed architettonici, che dalla grande sfera urbanistica trovarono poi il loro riscontro naturale e concettuale anche all’interno delle abitazioni e dei locali pubblici. La realizzazione del progetto per il ristorante Al Camin è stato per me un’esperienza divertente ma anche introspettiva, nella quale ho riconosciuto il filo sottile che lega le profonde spinte progressiste di uno dei più grandi maestri dell’architettura italiana, Gio Ponti, con le potenzialità del territorio di Cortina d’Ampezzo espresse in un periodo storico ben preciso, rimaste poi insondate.


The project, with a detailed plan of the center, has been designed by Gellner from 1951 to 1953, and it was able to take as references only a few cases of municipal urban planning experiences such as studies for the master plan of Valle d’Aosta by great professionals Figini and Pollini, BPR and Belgiojoso, supported by Adriano Olivetti in 1943. Gellner work planning for Cortina involved the creation of a large space overhead with sloping terraces placed to the south, which was supposed to connect the station area with the center itself, in the area bounded by the great Alaska hotel, the Residence Palace and the Palace of Post and Telecommunications. The Olympics event turned on powerful headlights on Cortina also because, for the first time, television transmitted live the competitions and the various events. This led to meet the Ampezzo valley to the whole world, unmistakable signs of modernity, openness to the world and sharing of anthropomorphic, cultural, artistic and architecture phenomena. From the great urban sphere they found their natural and conceptual feedback, even inside homes and public places.

The realization of the project for Al Camin restaurant was an enjoyable experience for me but it was also introspective. I recognized the thin thread that ties the deep progressive forces of one of the greatest masters of Italian architecture, Gio Ponti, with the area’s potential of Cortina d’Ampezzo expressed in a specific historic period, which are still unplumbed.


“L’architettura di oggi a Cortina d’Ampezzo è ineffabile, presenta sempre carattere di eccezionalità e parla il linguaggio delicato e complesso del recupero edilizio e del restauro, adotta i criteri di adattabilità. Non conosce l’innovazione, ragiona sulla base dell’adeguamento. Eppure muoversi in questo contesto è affascinante... L’esercizio primo è “sentire” questi luoghi, rimanere fermi a guardare e ad ascoltare, calarsi nella percezione delle loro caratteristiche e potenzialità. Sicuramente l’esercizio risulta più facile per chi è stanziale. Solo successivamente a questa fase avviene “l’evocazione” che è l’immagine, il sogno architettonico, in un luogo come Cortina che non sempre è pronto a ricevere.” Nel Ristorante Al Camin di Cortina d’Ampezzo ho voluto sottolineare l’importanza del linguaggio percepibile dell’interior design nell’insieme dei segnali visivi e linguistici di cui si avvale l’uomo nel trasferimento e diffusione di informazioni ed immagini: l’atmosfera. Queste immagini sono fortemente emozionanti, parlano dei materiali che utilizzo nelle mie realizzazioni, conferendogli quasi una sensazione tattile, raccontano del lavoro dell’uomo, grandioso, che può far diventare ogni lavorazione una vera opera d’arte.

“The architecture of today in Cortina d’Ampezzo is ineffable, it has always exceptional nature and it speaks the delicate and complex language of building renovation and restoration, it adopts the criteria of adaptability. It doesn’t know the innovation, thinking on the adaptation basis. And yet move us in this context is fascinating … The first exercise is to “feel” these places, watching and listening them without moving, to immerse ourselves in the perception of their characteristics and potential. Certainly the exercise becomes easier for those who are sedentary. Only after this step there is the “evocation”, which is the image, the architectural dream, in a place like Cortina which is not always ready to receive”.

In Al Camin restaurant in Cortina d’Ampezzo I wanted to emphasize the importance of perceptible language of the interior design in all the visual and linguistic signs that man uses in the transfer and dissemination of information and images: the atmosphere. These images are very exciting, they speak about the materials I use in my creations, giving them an almost tactile sensation. They tell about the work of man, great, which can transform each process to a true piece of art.



Il Contenuto Il “contenuto” rappresentato dall’interno del Ristorante Al Camin è un omaggio alle arti e all’artigianato di Cortina d’Ampezzo forgiate e tramandate nei secoli dall’autorevole Istituto Statale d’Arte (fondato nel 1846), ora Liceo Artistico. Rifacendosi all’antica tradizione culturale della valle d’Ampezzo, che si fonde con il calore dell’ospitalità nell’esclusiva tipicità delle genti di montagna, viene suggerito all’ospite del Ristorante Al Camin un percorso sensoriale: alle pareti, quasi come una “sorpresa”, compaiono le rappresentazioni pittoriche delle grandi arti dell’artigianato ampezzano:

The content

- La Tessitura, gli arazzi, il ricamo e la stampa. - L’ebanisteria e Tarsia. - La forgiatura del ferro. - I manufatti in pizzo. - La filigrana d’Argento.

- Weaving, tapestry, embroidery and printing. -The cabinetry and Tarsia. -The iron forging. -The artifacts in lace. - The silver filigree.

The “content” is represented by the interior of Al Camin restaurant and it’s a tribute to the arts and crafts of Cortina d’Ampezzo forged and passed down through the centuries, by the authoritative Art Institute (founded in 1846), now Art School. Al Camin guests are encouraged to experience a sensory journey, referring to the ancient cultural tradition of the Ampezzo valley, which joins the typical warm hospitality of the mountain people: on the walls, almost like a “surprise”, the pictorial representations of the great arts of Cortina appear:


La Tessitura, gli arazzi, il ricamo e la stampa. La tessitura fa parte dei mestieri artigianali più antichi dell’umanità. I primi telai per la realizzazione dei tessuti risalgono al neolitico e servivano per lavorare la lana, il lino o la rafia. Inizialmente si trattò di un’attività sussidiaria a quella agricola; una operosità domestica che, con il passare del tempo, divenne artigianato di elevatissimo pregio, non solo in relazione ai più comuni elementi d’arredo, ma anche per il tessuto applicato in tensione alle pareti. All’Istituto Statale d’Arte dalla fine degli anni ‘70 nella sezione di tessitura, si aggiunse alla tradizionale lavorazione locale il fascino per il nordico e ci si ispirò alla cultura finlandese attualizzando modelli e utilizzando materiali anche di recupero o inserendo nelle tessiture flessibili e sottilissimi rami di faggio e betulla.

Weaving, tapestry, embroidery and printing. The weaving is one of the oldest artisan crafts of mankind. The first looms for textiles production are dating back to the Neolithic period and they were used to work the wool, the linen or the raffia. Initially it was a subsidiary activity of agricultural activity; a domestic industriousness that became highest quality craftsmanship, not only in relation to the most common pieces of furniture, but also for the fabric applied to the walls. At the end of the 70s in the weaving section of the State Institute of Art, the fascination for the nordic style was added to the traditional local processing. People were inspired by the Finnish culture and they realized models using recycled materials or including in the flexible weaving thin branches of birch and beech.


L’ebanisteria e Tarsia (tar-kashi, intarsio e mosaico). L’arte dell’intaglio del legno nacque sul finire del XVI secolo come passatempo prettamente maschile nel periodo invernale. Gli oggetti d’uso comune prodotti durante la lunga stagione nevosa, venivano venduti o scambiati. Dato il successo ottenuto, si trasformò in fretta da riempitivo a mestiere vero e proprio, raggiungendo vette artistiche ragguardevoli. Cortina ha sempre preservato la sua tradizione artigianale, nonostante l’avanzare delle tecnologie industriali e ha conservato pezzi storici di ebanisteria presso il Museo Etnografico “Regole d’Ampezzo”. Riconoscimenti vennero dati alla scuola ampezzana in occasione della sua partecipazione all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 e di quell’epoca sono rimasti molti esempi di mosaico del legno: piccoli mobili e oggetti decorati con legni pregiati, ma anche con metalli, avorio e madreperla. L’evolversi del gusto venne seguito da una costante volontà di affinare le tecniche di ebanisteria e di tarsia fino all’introduzione nella scuola dell’intarsio in metallo, tecnica definita appunto TAR-KASHI. The cabinetry and Tarsia (tar-kashi, inlay and mosaic). The art of wood carving was born in the late sixteenth century as a predominantly male hobby during the winter. The everyday objects produced during the long snowy season were sold or exchanged. It was successful so from hobby it became quickly a real job, reaching important artistic heights. Cortina has always preserved its traditional craftsmanship, despite the advance of industrial technology and it has preserved historical pieces of cabinetry at the Ethnographic Museum “Regole d’Ampezzo”. Awards were given to the school of Ampezzo during its participation at the Universal Exhibition in Paris in 1889 and there are many examples of mosaic wood of that era: small furniture and objects decorated with fine woods, but also with metals, ivory and mother of pearl. The evolution of taste was followed by a constant desire to refine the techniques of cabinetmaking and marquetry until the introduction in the school of the metal inlay, a technique called TAR-KASHI.


La forgiatura del ferro. Se l’artigianato artistico legato al legno trova la sua massima fioritura verso la fine del Rinascimento, quello del ferro trovò origine già in epoca medievale in tutto l’arco dolomitico. Ricco di minerali ferrosi grazie alla particolare composizione rocciosa delle sue montagne, si prestò infatti facilmente all’attività estrattiva, tanto che questa attività mutò gli assetti territoriali preesistenti, favorì la nascita di insediamenti urbani e variò l’economia. A Cortina e in tutta la Valle d’Ampezzo la lavorazione assunse caratteristiche peculiari perché il ferro venne arricciato, ritorto, legato, modellato, cesellato e rifinito con particolare inventiva e cura, anche inserendovi applicazioni di ottone per ottenere tra l’altro splendide composizioni floreali, filigrane, lampadari, applique, cancelli, inferriate, maniglie e diversi soprammobili, esportati in tutto il mondo. Il Museo Etnografico “Regole d’Ampezzo” mostra svariati esempi di lavorazioni del ferro per illustrare il percorso evolutivo compiuto dalla tecnica. The iron forging. If the artistic craftsmanship related to wood had its highest expression at the end of the Renaissance, iron crafts found its origin in the Middle Ages in the whole Dolomites. Rich in ferrous minerals due to the particular rocky composition of the mountains, it lent itself easily to the mining activity, so that this activity changed the existing territorial organizations. It favored the birth of urban settlements and it changed the economy. In Cortina and in the Ampezzo valley the processing assumed particular characteristics because the iron was curled, twisted, tied, shaped, chiseled and refined with special creativity and care, even inserting in it brass application to get beautiful floral arrangements, filigree, chandeliers, wall lights, gates, railings, handles and other ornaments, which are exported all over the world. The Ethnographic Museum “Regole d’Ampezzo” shows several examples of the iron working to illustrate the evolutionary path taken by the technique.


I manufatti in pizzo. Quest’arte, come quella dell’incisione del legno, nasce da un passatempo tutto femminile dedicato al periodo invernale. A Cortina assai presto però la produzione fu caratterizzata da disegni e forme originali e piccole opere d’arte iniziarono ad ornare le camicette degli abiti tradizionali. L’arte del pizzo nella tradizione dell’Istituto Statale d’Arte è antica e testimoniata da un prezioso merletto su tombolo nel 1898 e da un pizzo eseguito a fusello nell’anno successivo, la cui perizia di esecuzione è il risultato di una lunga e paziente dedizione al lavoro. Le tecniche per la creazione di merletti e pizzi sembrano aver seguito la storia della scuola e vengono riproposte anche oggi perché testimonianze irrinunciabili di un valore culturale in divenire. Alle esperienze formali e tipologiche tradizionali legate ancor oggi a questa specifica arte si associano ricerche progettuali che indagano possibilità interpretative diverse, attualizzando le tecniche e rendendole più vicine alle esperienze formali del nostro tempo.

The artifacts in lace. This art, like the art of wood engraving, was born by an allfemale hobby dedicated to the winter period. But very soon in Cortina the production was characterized by drawings and original shapes; small artworks began to adorn the shirts of traditional clothes. The lace art in the tradition of the State Institute of Art is ancient and witnessed by a precious pillow lace in 1898 and by a bobbin lace made in the following year, whose skill execution is the result of a long and patient dedication to work. The techniques for lace and embroidery creation seem to have followed the history of the school and they are proposed today because essential evidence of the becoming of a cultural value. The formal and traditional experiences related to this specific art are associated with design research which investigates different interpretative possibilities, updating the techniques and making them closer to the formal experiences of our time.


La filigrana d’Argento. La lavorazione della filigrana a Cortina d’Ampezzo viene fatta risalire al XVIII secolo, quando la produzione orafa locale cominciò ad essere influenzata dalla nuova tecnica sviluppata prevalentemente dagli orefici nelle botteghe d’arte di Venezia. Nella località montana iniziò così una copiosa produzione di monili fatti con fili d’argento. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, iniziò a diffondersi anche il turismo d’élite, che richiese un assortimento di oggetti ricordo sempre maggiore. Nel 1874 l’Istituto Statale d’Arte istituì un corso specifico per la lavorazione della filigrana. Oggetto di particolare studio fu la fedele imitazione di fiori delle Alpi ampezzane, soprattutto stelle alpine, mughetti e anemoni delle Dolomiti. La lavorazione della filigrana nella zona di Cortina continuò comunque con intensità fino alla prima guerra mondiale, per poi cadere lentamente in disuso. Va ricordato che indispensabili per le donne ampezzane in abiti tradizionali sono gli spilloni in filigrana, ornamenti immancabili per il tipico chignon che occhieggia dal cappello.

The silver filigree. The filigree work in Cortina d’Ampezzo can be traced back to the eighteenth century, when the local gold production began to be affected by the new technique developed mainly by goldsmiths in workshops art in Venice. In the mountains a copious production of jewelry made with silver threads began. From the second half of the nineteenth century, elite tourism began to spread, so there was increasing demand for a variety of souvenirs. In 1874 the State Institute of Art instituted a specific course for the filigree work. A subject of particular study was the faithful imitation of Alps’ flowers in Cortina, especially edelweiss, anemones and lilies of the valley of the Dolomites. The filigree work in the area of Cortina continued with intensity until the First World War, and then slowly fell into disuse. It should be noted that for women in traditional clothes of Cortina brooches filigree are indispensable, they are inevitable adornments for the typical chignon which peeps from the hat.


F a l e g n a m e r i a S t e f a n o

G h e z z e

Loc. Pian da Lago, 29 32043 Cornita d’Ampezzo (BL) Tel: 0436-867922 Fax: 0436-3499 Cel: 333-8615559 E-mail: stefano.ghezze@tin.it www.falegnameriaghezze.it





Ringraziamento Un ringraziamento anche alle Aziende di Cortina che hanno collaborato alla riuscita dell’opera: E’ un modo bellissimo di fare architettura d’interni a Cortina, che coniuga la tradizione dei materiali con l’innovazione delle forme, attraverso l’inserimento della tecnologia più avanzata in un contesto estetico locale, ricercato ed elegante. Il tutto, nella ricerca continua di quella “sinergia” che mi è molto cara, tra il mondo della progettazione e quello della realizzazione, tra architetto e artigiano, che mai dimenticano la sapienza antica del luogo. A special thanks to the companies of Cortina that have contributed to the success of the work: it’s a wonderful way to do interior design in Cortina, which combines the tradition of the materials with the innovation of forms through the incorporation of the latest technology in a local aesthetic context, sophisticated and elegant. All this, in the constant research for the “synergy” that is very dear to me between the world of design and the world of creation, between the architect and the craftsman, who never forget the ancient wisdom of the place. Falegnameria Stefano Ghezze Tessuti e tappezzeria: Lacedelli & C. s.n.c. Decorazioni pittoriche: El Marangon di Paola e Claudia Bernardi Impianto Elettrico: Elettricità Cortina Impianto Idraulico: Sandro Bellodis Impianto Audio: Gianmarco Dorigo Fabbro: Marco Pompanin Vetri: Vetreria Cortina Pannelli Plexi: Vetreria VierRe Progetto e realizzazione by Studio Arch. Ambra Piccin Collaboratore Sergio Buzzo Fotografie: Diego Gaspari Bandion / www.dgbandion.com Henry Gottardi / www.facebook.com/henry.gottardi Monica Burba / www.m-webmaster.it Archivio Istituto statale d’Arte di Cortina d’Ampezzo Testi e foto tratti da Archivio fotografico Studio Arch. Ambra Piccin

Testi: Gemma Piccin, Ambra Piccin Traduzione testi: Chiara Cabazzino Progetto Grafico: Mattia Maragno Coordinamento progetto: Arch. Pierpaolo Tabacchi e Alex DeZolt


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Località Alverà, 99 / 32043 Cortina d’Ampezzo (BL) Telefono: 0436 862010 e-mail: info@ristorantealcamin.it / www.ristorantealcamin.it

e-mail: info@ambrapiccin.it / www.ambrapiccin.it


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