4 minute read
ALBER'ARTE
Lo scorso 24 settembre ad Aosta, durante una breve passeggiata fra le vie storiche dell’antica città romana con i suoi affascinati angoli medievali abbiamo incontrato Bobo Pernettaz. Inaspettatamente dopo l’imponente Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, il teatro romano, l’antico Tiglio plurisecolare di Sant’Orso con il campanile romanico di Sant’Orso, l'antica città di Augusta Praetoria della Valle d'Aosta ci ha regalato anche il Chiosco romanico della collegiata di Sant'Orso, con i suoi quaranta capitelli di marmo istoriati realizzati nel XII secolo, dove abbiamo incontrato il cantastorie di nome Bobo Pernettaz, un artista che ama il legno e opera per addizione, unendo, incollando, aggiungendo legni poveri e vilipesi, un cantastorie che si definisce “sarto di legni esausti”.
IL SARTO DEI LEGNI ESAUSTI
ABBIAMO INCONTRATO BOBO PERNETTAZ LO SCORSO 24 SETTEMBRE AD AOSTA, FRA LE VIE STORICHE DELL’ANTICA CITTÀ ROMANA CON I SUOI AFFASCINATI ANGOLI MEDIEVALI. INASPETTATAMENTE DOPO IL TEATRO ROMANO, L’ANTICO TIGLIO DI SANT’ORSO, L'ANTICA CITTÀ DI AUGUSTA PRAETORIA DELLA VALLE D'AOSTA CI HA REGALATO ANCHE IL CHIOSCO ROMANICO DELLA COLLEGIATA DI SANT'ORSO DOVE ABBIAMO CONOSCIUTO QUESTO CANTASTORIE, UN ARTISTA CHE AMA IL LEGNO AL PUNTO DA NON TOGLIERE MATERIALE NÉ USARE SCALPELLI MA OPERANDO PER ADDIZIONE, UNENDO, SPOSANDO, INCOLLANDO, AGGIUNGENDO LEGNI POVERI E VILIPESI, DEFINENDOSI UN “SARTO DI LEGNI ESAUSTI”.
«Il legno è un materiale vivo − ci racconta Bobo Pernettaz dopo averci trattenuto con alcune sue storielle − . Ci fa palpitare quando lo accarezziamo ed è sempre caldo. Ebbene io vado a razzolare nelle discariche, nelle isole ecologiche, pietisco gli amici perché me ne portino e il magazzino ridonda di pezzi, pezzettini e pezzetti. Tutti buttati alla rinfusa». Constatiamo che valorizza gli scarti senza scegliere specie legnose specifiche per le sue opere. «Io sono uno scultore sui generis: non tolgo legno dal pezzo che devo modellare ma aggrego, assemblo pezzi di legno di essenze diverse e che durante il loro utilizzo avevano impieghi disparati. A fronte di precisi disegni e utilizzando attrezzi meccanici e non più che modellare si potrebbe dire che io compongo». Come inizia questo percorso? «Nasco come disegnatore iperrealista e realizzo la prima mostra nel 1976 nella galleria La Defense in piazza Chanoux ad Aosta, ma poi mi converto al legno e al suo profumo. Nascono opere ibride in cui la grafite si sposa alle trame e alle imperfezioni del legno».
THE “TAILOR OF EXHAUSTED WOODS"
We met Bobo Pernettaz last September 24 in Aosta, among the historic streets of the ancient Roman city with its fascinating medieval corners. Unexpectedly after the Roman theater, the ancient Tiglio di Sant'Orso, the ancient city of Augusta Praetoria of the Aosta Valley also gave us the Romanesque kiosk of the collegiate church of Sant'Orso where we met this storyteller, an artist who loves wood to the point of not removing material or using chisels but working by addition, joining, marrying, gluing, adding poor and vilified woods, defining himself as a "tailor of exhausted woods".
Identikit BOBO PERNETTAZ
Bobo (Roberto) Pernettaz è nato ad Aosta il 26 giugno 1952 ed è cresciuto dividendosi tra Brusson, paese d’origine del padre, e Verrès dove ha frequentato le scuole dell’obbligo. Alle Scuole Medie eccelleva nel disegno, tecnica che coltiverà e lo farà approdare alla sua prima personale nella Galleria La Defense di Franco Balan nell’autunno del 1976 con una mostra di disegni iperrealisti dall’esecuzione minuziosa e particolareggiata. Poi s’innamora del legno ma non riesce a staccarsi dalla grafite, nascono così delle opere innovative. Lui non toglie e non usa scalpelli ma unisce, sposa, incolla legni poveri e vilipesi, definendosi “sarto di legni esausti”. Il processo creativo nasce da rigorosi disegni di base. Nel suo percorso artistico s’imbratta di colore dando vita a composizioni frutto dell’ibridazione tra legni, matite e acrilici. Lavora anche l’acciaio corten producendo diverse sculture di grosse dimensioni, fra cui la più nota e visibile è quella del contrabbassista che campeggia davanti l’Istituto Musicale di Aosta. Da qualche anno si esibisce, con valenti musicisti, come cantastorie raccontando della sua terra supportato nella narrazione dalle immagini dei suoi lavori. Negli anni ha esposto al Forte di Bard (2012), a Parigi Maison du Val d’Aoste (2017), alla Biblioteca di Gressan, al Palazzo del Michelerio di Asti e ha realizzato mostre col gruppo RE-TOUR (Maison Gérard Dainé - Castello di Bosses - ‘L Castel Pont Saint Martin museo frontaliero di Courmayeur, etc).
IL TIGLIO PLURISECOLARE
Il Tiglio plurisecolare è un albero dalla venerabile età di quasi mezzo millennio, essendo stato piantato tra il 1530 e il 1550, in sostituzione di un antichissimo Olmo abbattuto da un forte vento. La leggenda narra che sia stato piantato dallo stesso Sant’orso (VII secolo). Nel 1951 un violento temporale lo sventrò e ancora oggi è ben visibile la cavità prodotta dall’incidente. Malgrado le vicissitudini, l’albero fiorisce ogni anno e, dal 1924, è stato dichiarato monumento nazionale.