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12 Oltre il Ponte ... in cammino nella storia Bardonecchia 18/20 ottobre 2013 26a Assemblea Nazionale M O V I M E N T O A D U LT I S C O U T C AT T O L I C I I TA L I A N I
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Benvenuti a Bardonecchia Mauro Mellano
Carissimi, un caloroso benvenuto dagli Adulti scout del Piemonte! “Ecco siam giunti”... dopo un lungo periodo di grande impegno, ora è arrivato il momento di realizzare questo importante evento: siamo a vostra completa disposizione per qualsiasi necessità , vogliamo che il vostro soggiorno sia il più gradevole possibile. Bardonecchia ci accoglie con i suoi monti e la sua stupenda natura che concorreranno certamente a rendere ancor più indimenticabile questo nostro incontro. Spero che la serenità e la pace che Bardonecchia ci offre concorrano a rendere tutti noi ben disposti per gli importanti lavori che andremo a svolgere. Da qui inizia il cammino sull’altra sponda del Ponte , da qui parte il grande impegno per chi verrà eletto ai ruoli di servizio nel Movimento. Voglio stringere tutte le vostre mani , ringraziarvi per aver deciso di essere qui e augurare buon lavoro a tutti voi. Mauro Mellano
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Relazione del Presidente Riccardo Della Rocca Presidente Nazionale
PREMESSA Questa relazione si pone in totale continuità con la relazione svolta a Principina, ne riprende l’ispirazione e il senso perché siamo all’interno di quello stesso cammino che è stato intrapreso da tanto tempo: dagli anni in cui Littorio era Presidente Nazionale e Giacinto Segretario Nazionale e che è stato confermato dalle Assemblee di Montesilvano e di Principina. Una storia che viene da molto più lontano: l’anno prossimo il MASCI festeggerà i suoi 60 anni di vita; storia ricca e complessa, ricca di scelte importanti e di qualche delusione. Celebreremo quest’anniversario per “fare memoria”, non con l’atteggiamento della nostalgia che è un sentimento che evoca l’approssimarsi della fine, ma per utilizzare la memoria per leggere il presente e predisporci ad affrontare il futuro. Sarà anche l’occasione per ricordare tutti quelli che ci hanno preceduto in quest’avventura, e al cui impegno dobbiamo il patrimonio di riflessioni e di esperienze che abbiamo accumulato in questi 60 anni di storia. Questa relazione tuttavia intende concentrarsi su quanto avvenuto e realizzato in questi ultimi tre anni, con consapevolezza e responsabilità, senza fare velo alla verità. E’ una relazione costruita utilizzando i documenti ufficiali prodotti, innanzitutto i verbali del Consiglio Nazionale, i contenuti degli eventi nazionali che insieme abbiamo vissuto, le esperienze realizzate e i documenti prodotti dal Comitato Esecutivo, le più significative esperienze realizzate nelle diverse regioni, le Note del Presidente che sono state il mio “Taccuino di strada” in questi sei anni. Una storia che viene da molto lontano: il prossimo anno il MASCI festeggerà i suoi 60 anni di vita; una storia ricca e complessa, ricca di scelte importanti e di qualche delusione. 1 - MASCI “RISORSA DISPONIBILE” Il filo conduttore di questo triennio è rappresentato da quell’indicazione forte e impegnativa alla quale ci vincolava la Premessa degli Indirizzi Programmatici di Principina: “Se non ora quando!” La società, il mondo ed anche la Chiesa vivono momenti di grande difficoltà e sofferenza. Le nostre Linee Programmatiche vogliono assumere in pieno la responsabilità della no-
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oltre il ponte ... stra missione confrontandosi sempre, nella loro realizzazione, con una realtà in continua evoluzione sia al nostro interno sia nel contesto che ci circonda. Occorre, perciò, il coinvolgimento di tutto il Movimento, non solo delle strutture di servizio al livello nazionale, ma soprattutto delle comunità e delle regioni adeguatamente incoraggiate e coinvolte a seguire questo cammino. L’impegno di questo nuovo triennio sarà quindi quello di fornire a tutte le Comunità e a tutti gli A.S., nonchè a tutti gli adulti che guardano alla nostra esperienza e alla Chiesa italiana delle Tracce sulle quali camminare e sulle quali confrontarsi, aprendoci alle risorse esterne per diventare noi stessi “risorsa”disponibile. 1. Il MASCI ha una missione fondamentale: L’educazione degli adulti che occorre declinare secondo tre filoni: • Un metodo per l’Educazione degli adulti. Percorsi “Entra nella Storia”: • Tracce di Spiritualità e catechesi per adulti: • Con questi filoni si intende rimarcare con più forza l’educazione degli Adulti Scout come missione nazionale e mondiale, perché possa aiutare a riflettere su alcuni temi dell’umanità.” “Tracce”, “risorsa disponibile”, “missione” sono state le parole chiave che hanno guidato l’azione delle “strutture di servizio” al livello nazionale e della maggior parte delle regioni. Tracce perché ciò che eravamo chiamati a costruire non erano “tavole della legge” ma indicazioni per orientare il cammino, costruite partendo dal patrimonio accumulato e consolidato in tanti anni di storia dello scautismo degli adulti. Risorsa disponibile perché siamo convinti che il MASCI non esiste “per se” ma per offrire ambienti, esperienze e occasioni di crescita per tutte le donne e gli uomini del nostro tempo e per essere definitivamente al servizio della società e della chiesa. Missione perché siamo convinti che lo “scautismo per tutta la vita” è oggi sfida e opportunità profetica, per dare un senso alla vita, per costruire speranza e futuro. Le “parole chiave” Tracce Risorsa disponibile Missione 2 - IL NOSTRO TEMPO Non è possibile tuttavia dare concretezza a queste tre “parole chiave” in termini astratti e al di fuori della storia reale, senza cogliere le sfide, le opportunità, le speranze e i drammi del nostro tempo. Abbiamo condiviso con le donne e gli uomini del nostro tempo anni estremamente difficili. 2.1 Il mondo Dal 2007 si è abbattuta sul mondo, soprattutto occidentale, una crisi economica e finanziaria che sta cambiando radicalmente il nostro modello di sviluppo. In Italia ha portato povertà, disoccupazione, scandalose disuguaglianze a livelli inimmaginabili fino a poco tempo fa e una situazione drammatica avvertita in modo particolare dalla gente del Sud e dalle giovani generazioni. Il mondo è cambiato: si sono aperte, grazie allo sviluppo scientifico e tecnologico, eccezionali opportunità, ma anche sono nate tante difficoltà piene di dolori e iniquità provoca-
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12 te dall’egemonia del profitto individuale e del mercato. Ci aiutato in questa riflessione il forte il discorso che Papa Francesco ha rivolto il 16 maggio ad alcuni ambasciatori dove ha descritto con chiarezza le strutture di peccato del nostro tempo fondate sul primato del denaro e della finanza, ma ha anche indicato il mondo nuovo e più giusto che siamo chiamati a costruire. Oggi di fronte al peso e alla gravità della crisi ci confrontiamo con la difficoltà di capire e di trovare la strada per affrontare le drammatiche emergenze che sono sicuramente economiche ma forse soprattutto culturali e morali. La società è chiamata ad affrontare la rottura di vecchi equilibri, l’esigenza di diversi modelli di sviluppo, il dramma della povertà e delle scandalose e inaccettabili disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni, disuguaglianze che colpiscono soprattutto le fasce più svantaggiate, lo scandalo del lavoro nuovamente ridotto a merce. Per questo, ma non solo, da alcuni anni ci sembra che la condizione degli adulti sia caratterizzata dalla precarietà, dall’insicurezza, dal disorientamento. Oggi nel pieno di questa gravissima crisi di tutto l’occidente si aggiungono sentimenti profondi di fragilità , di solitudine, di sfiducia nel futuro e nelle istituzioni; prevale la dimensione difensiva del branco piuttosto che quella propositiva della comunità e del popolo. Mentre scrivo questa relazione viviamo ancora con la grande preoccupazione che si possa aprire un nuovo conflitto in Siria, destinato ad allargarsi a tutto il Medio Oriente e forse oltre. Non sappiamo come andrà a finire, come ci troveremo quando questa relazione verrà letta; in ogni caso vogliamo gridare con tutte le nostre forze che noi “ripudiamo la guerra come strumento di soluzione dei conflitti” (art.11 della Costituzione) e facciamo nostro il grido accorato di Papa Francesco “mai più la guerra”. Per parlare di educazione occorre partire da qui: dalla condizione storica, antropologica ed esistenziale delle persone, dalle gioie, le sofferenze e le speranze della loro condizione umana. 2.2 L’Italia In Italia, oltre al peso della crisi economica si sono aggiunte difficoltà politiche, culturali ed etiche. Si sono affermate sottoculture orientate dall’individualismo, dall’edonismo e dal consumismo esasperato. Si è affermata una mentalità col¬lettiva che è diventata senso comune e codice di com-portamento, segnata dalla caduta del senso della legalità. C’è chi sostiene che questo è “il tempo delle passioni tristi” ” (Benasayag-Schmit) perchè l’orizzonte temporale e sociale di questi ultimi decenni da futuro-promessa si è trasformato sempre più in futuro-minaccia Oggi il Paese si ritrova stremato e disfatto in questo periodo privo di un’etica pubblica, indebolito nel suo senso di appartenenza, fiaccato nelle ra¬gioni della convivenza civile; un Paese che sembra aver smarrito l’insegnamento alto della nostra Costituzione e che si presenta più pove¬ro e insicuro, allo sbando, senza un orizzonte e un futuro da offrire alle giovani generazioni. Eppure sulla nostra strada incontriamo ogni giorno donne e uomini che testimoniano con la loro vita, la loro parola, il loro impegno che un mondo migliore e diverso è possibile; ma non fanno notizia, faticano molto a creare una cultura pubblica condivisa. Il mondo politico e i “mondi vitali” della società sono stati incapaci di ricostruire quel circuito virtuoso, come dicevamo al Sinodo dei Magister di Alghero, tra chi coltiva la
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oltre il ponte ... politica e chi esercita la politica. Tutto questo ha condotto, nell’incapacità di indicare una prospettiva e un futuro, alla fine anticipata della legislatura, a un risultato elettorale incerto, alla drammatica elezione del Presidente della Repubblica, a un instabile e fragile governo di emergenza. L’urgenza e la complessità della sfida che è davanti a noi richiede a tutti uno sforzo e un impegno nuovo ed eccezionale. Anche questo vuol dire andare “..oltre il ponte..in cammino nella storia”. Quindi una sfida profetica: è il tempo non più rinviabile del coraggio, della radicalità, del rigore morale, della restituzione della speranza. Il tempo della “restituzione della speranza”. 2.3 La Chiesa Questo triennio è stato anche segnato da passaggi importanti nella vita della nostra Chiesa, soprattutto della chiesa universale ma con conseguenze che già si avvertono nella chiesa italiana. Mentre Papa Benedetto ci offriva perle di sapienza teologica e pastorale, soprattutto con le sue mirabili encicliche, l’immagine della Chiesa è stata deturpata da tante macchie: i vergognosi comportamenti di religiosi ed ecclesiastici ma anche di tanti laici, le opache pratiche con il mondo della finanza e degli affari, gli intrighi all’interno della realtà vaticana, il poco ascolto dato agli appelli che venivano da tanta parte del mondo per il ritorno allo spirito e agli insegnamenti del Concilio. In questa situazione sono giunte improvvise, come un gesto profetico e di straordinaria novità le dimissioni di Papa Benedetto. Abbiamo guardato con speranza e apprensione al Conclave che si apriva; i cardinali hanno saputo cogliere questa domanda forte che veniva dal popolo di Dio e hanno eletto Papa Francesco. La sera del 13 marzo avevamo gli occhi fissi al balcone di San Pietro quando abbiamo udito parole dal suono nuovo, abbiamo visto gesti inattesi, e il cuore si è aperto alla speranza. Abbiamo avuto la certezza che veramente la cenere stava scomparendo e la brace del Concilio tornava ad ardere. Ritroviamo così il nostro desiderio di una Chiesa in grado di affermare e testimoniare che il mondo e la storia non sono considerati dai discepoli di Gesù di Nazareth come il “luogo del male”, ma, nonostante le tante tragedie e i tanti dolori presenti, il mondo e la storia sono il “luogo della salvezza” . Torniamo ad affermare e praticare che la Chiesa è Chiesa di tutti ma in primo luogo chiesa dei poveri, e non solamente chiesa per i poveri. Riscopriamo la vocazione propria di noi laici, la nostra autonomia e la nostra piena responsabilità nella costruzione della “città dell’uomo”. La Chiesa tutta riprende il cammino ecumenico, il cammino per il dialogo interreligioso, per il dialogo con i non credenti e con gli atei. Se la brace torna ad ardere, siamo chiamati a una nuova responsabilità e a un rinnovato impegno. L’urgenza e la complessità della sfida che è davanti a noi richiede a tutti noi uno sforzo e un impegno nuovo ed eccezionale. 3 - IL TEMPO DELLA MISSIONE È in questo tempo e in questa storia che dobbiamo collocare la nostra missione della “educazione degli adulti”.
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12 L’educazione ha senso solo se incarnata, se sa coniugare valori e storia ed è capace di tradurli in metodo, in proposta di esperienze. Solo così si comprende il senso dell’educazione degli adulti. Dobbiamo, tutti noi adulti, riprendere a camminare sulle nostre gambe, a rialzare la testa, a spezzare le catene, a infrangere gli idoli che ci illudono e, per noi credenti, a proclamare che solo Dio è il Signore. E’ proprio questo cambiamento così rapido e profondo che interpella tutto lo scautismo per questa nuova e più impegnativa sfida. A noi pare che la sfida che attende oggi tutto lo scautismo sia rappresentata dallo “scautismo per tutta la vita”. Le grandi trasformazioni non si possono affrontare “da soli” ma solo con una comunità di riferimento inserita in una dimensione di movimento. Lo scoutismo mantiene tutta la sua attualità solo se resta fedele alla “missione educativa”, se mantiene tutta la sua originalità, se si rivolge ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ma oggi soprattutto agli adulti del nostro tempo per aiutarli a costruire se stessi, a diventare persone autonome, critiche, capaci di scelte impegnative, persone che si commuovono davanti al dolore presente nel mondo, persone capaci di indignarsi di fronte alle ingiustizie e di impegnarsi concretamente per combatterle, persone capaci di scelte talvolta impopolari e controcorrente e di restarvi fedeli anche quando è più difficile. Le tracce che abbiamo costruito vogliono rispondere a questa sfida, con la consapevolezza che sono il patrimonio consolidato del MASCI ma sono anche in continuo divenire come dice la seconda parte del tema di questa nostra Assemblea “..in cammino con la storia” E’ proprio questo cambiamento così rapido e profondo che chiama in causa lo scautismo per questa nuova e più impegnativa sfida rappresentata da: “lo scautismo per tutta la vita”. Queste nostre “tracce” non sono solo testi scritti ma anche proposte metodologiche, esperienze concretamente realizzate a livello nazionale e a livello regionale e di comunità. 3.1 - Quale metodo per lo scautismo degli adulti Ci siamo dedicati con grande impegno su questa “traccia” che è descritta nel libro “Una avventura che continua”; un lavoro collegiale condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale, che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI, che è stato coordinato dalla Commissione Antonacci con la collaborazione diretta del Direttore della Rivista. Una traccia fondamentale perché non c’è educazione senza un metodo e il MASCI ha scelto lo scautismo come metodo per l’educazione degli adulti. Questa traccia è divenuta immediatamente operativa ispirando i Taccuini delle Isole della Scoperta e della Responsabilità realizzati dall’Incaricato alla Formazione del Comitato Esecutivo ed ha anche ispirato tante iniziative al livello regionale e di comunità. Questa traccia è stato oggetto di presentazioni pubbliche in tante regioni d’Italia raccogliendo un grande consenso all’interno del movimento, e ricevendo importanti apprezzamenti da realtà esterne. 3.2 - Percorsi di Spiritualità e Catechesi per adulti Con analogo impegno è stata costruita la seconda “traccia” raccolta nel libro “ Con noi sulla strada”. Anche qui c’è stato un lavoro collegiale e condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale, che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI. E’ stato coordinato dalla Commissione Ceschi con la collaborazione diretta
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oltre il ponte ... dell’Incaricato al metodo e alla catechesi del Comitato Esecutivo. Con questa traccia abbiamo voluto partecipare al cammino della Chiesa italiana secondo gli orientamenti pastorali del prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”. Così questa traccia è stata fonte d’ispirazione per i Campi di Spiritualità organizzati dal Comitato Esecutivo ed ha anche ispirato la nostra presenza al Convegno degli Assistenti Ecclesiastici di AGESCI, FSE e MASCI ad Assisi. Desidero segnalare che da questa “traccia” è stata anche tratta l’ispirazione per un incontro di spiritualità realizzato congiuntamente dall’AGESCI e dal MASCI del Lazio. Tuttavia non ci possiamo nascondere che questo libro si presenta impegnativo, talvolta difficile, per i contenuti e per le indicazioni che fornisce a chi si pone alla Sequela di Gesù di Nazareth: sarà necessario che comunità e regioni ci lavorino sopra con molta attenzione. Sono belle le parole con le quali il cardinale di Palermo S.Em. Paolo Romeo introduce questo testo: “ …..gli scout che hanno scritto questi testi si sono ispirati alle Beatitudini e al Padre nostro, nella speranza di essere testimoni credibili non tanto attraverso belle ed appropriate parole, quanto piuttosto attraverso la loro esperienza di credenti e di cittadini impegnati…” 3.3 - Entra nella storia – abitare la frontiera Questa traccia era già stata realizzata nel precedente triennio anche qui con un lavoro collegiale e condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI e che è stato coordinato dalla Commissione Mira . E’ incentrata sull’idea di “abitare la frontiera”. Frontiera, non “confine” che separa le terre, gli uomini, le culture, ma “frontiera” che indica orizzonti inesplorati ed affascinanti verso i quali muoversi. Questa Traccia è centrata anche sulla convinzione che si può lavorare a un mondo migliore solo se si “abitano le periferie”, solo se ci si sforza di osservare la storia “dal basso”, con gli occhi dei poveri, dei deboli, degli ultimi. Partire da una traccia già impostata ha consentito di dare concretezza a questo cammino a fondamento del quale c’è l’idea del “Servizio come scelta di vita”, scelta che è innanzitutto personale ma anche comunitaria. Dovrebbero essere maggiormente diffuse, conosciute e valorizzate le esperienze realizzate in tante regioni e da tante comunità. Ne cito solo alcune realizzate al livello nazionale : • Abbiamo portato a compimento alcune realizzazioni nelle zone colpite dal terremoto: finalmente sono concluse le pratiche amministrative ed è stata avviata la realizzazione del centro polifunzionale di Camarda nell’area del terremoto dell’Aquila al quale il MASCI partecipa concretamente. Sono operative le due casette di legno che il MASCI ha messo a disposizione di due paesi colpiti dal terremoto in Emilia. Prosegue il nostro impegno a favore della legalità, innanzitutto con l’impegno • di alcune regioni, ma anche con l’adesione del movimento a Libera che vede particolarmente impegnate alcune regioni, ed anche con la realizzazione di un “Campo della legalità e della cittadinanza responsabile” organizzato in Calabria dall’Incaricato al metodo e alla catechesi del Comitato Esecutivo. • Seguendo l’ispirazione di “Entra nella storia” abbiamo dato voce alla Campagna “Italia sono anch’io” per un più ampio diritto di cittadinanza. • Abbiamo aderito con convinzione alla Campagna a favore dell’“Acqua pubblica”, contribuendo così, nel nostro piccolo, alla vittoria nel referendum. Due realizzazioni meritano in particolare di essere ricordate all’interno di questa traccia
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12 3.3.1 - Quaderno sulla Famiglia Rispondendo a un mandato assegnato dall’Assemblea Nazionale di Principina il Consiglio Nazionale ha riflettuto sul tema della Famiglia e ha impostato, affidandone la realizzazione alla Commissione Mira, il Quaderno n°10 “Avrò cura di te e saprò custodire la mia famiglia”. Questo Quaderno rappresenta anche il nostro contributo per le Settimane Sociali dei Cattolici italiani. Abbiamo ricevuto importanti apprezzamenti per questo nostro Quaderno e ha rappresentato anche il nostro contributo per la costruzione della testimonianza che insieme AGESCI, FSE, MASCI hanno portato congiuntamente alle ultime Settimane Sociali dei Cattolici italiani. 3.3.2 – Incontro degli Adulti Scout impegnati in politica e nelle istituzioni Questo incontro è nato quasi per caso: mentre scrivevamo le nostre “tracce” nelle quali abbiamo raccolto le nostre esperienze e le nostre riflessioni per consolidare il nostro patrimonio comune, sempre in divenire, ci sono state proposte suggestioni di grande rilievo e abbiamo deciso di mettere mano a un terzo libro che ci aiutasse a rileggere i valori della Legge e della Promessa nella nostra esperienza personale e di movimento collocandoli nel contesto sociale e politico di questo nostro tempo. Per scrivere questo libro abbiamo pensato che avevamo anche bisogno del contributo di chi è più direttamente coinvolto oggi, o lo è stato di recente, nella vicenda sociale e politica del nostro paese. E’ stato un incontro di grande intensità e gli Adulti Scout impegnati nelle istituzioni, in politica, nell’impegno sociale l’hanno vissuto come un “evento atteso”. Il MASCI dovrà riflettere su come dare continuità a questo tipo di esperienza 3.4 – Mondialità e salvaguardia del creato L’ultima traccia è stata rappresentata dal Quaderno n°8 sulla “Mondialità”; anche qui un lavoro collegiale e condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI e che è stato coordinato dalla Commissione Denti con la collaborazione diretta del Segretario Internazionale. Questo Quaderno va letto insieme al Quaderno n°1 “Fare Strada nel Creato” realizzato nello scorso triennio coordinato dalla Commissione Mira. Questi due quaderni vanno letti insieme perché il tema delle disuguaglianze e la questione ambientale (come insegna il Polo d’Eccellenza della Sicilia) non sono due sfide separate e indipendenti. Esiste un legame indissolubile tra disuguaglianze e salvaguardia del creato: non è vero che le risorse sono insufficienti per tutti soprattutto se il loro utilizzo è accompagnato da un uso intelligente del progresso scientifico. La ricchezza complessiva del mondo continua a crescere, nonostante le varie crisi economiche e finanziarie, e contemporaneamente crescono in modo inaccettabile le disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni. Il problema vero è quindi quello della centralità dell’uomo, di ogni uomo e quindi la sfida è nella distribuzione più giusta della ricchezza e in un uso più equilibrato e saggio delle risorse. Questi due Quaderni letti insieme rappresentano il nostro contributo specifico all’Educazione alla Pace e alla solidarietà tra i popoli. Analogamente un contributo all’educazione alla Pace è costituito dalla Luce di Betlemme, esperienza nata a Trieste e oggi esperienza viva in tutte le realtà italiane. Nell’ambito di questa “traccia” non possiamo trascurare i tre elementi che da sempre costituiscono gli assi del nostro impegno per la mondialità e di quanto realizzato: 3.4.1 Fraternità Internazionale dello scautismo e del guidismo. Certamente l’evento più rilevante è stata la Conferenza Mondiale dell’ISGF che abbiamo ospitato a Como. Forse l’evento che ci ha maggiormente impegnato in questo triennio,
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oltre il ponte ... non solo per la complessità di ospitare un evento internazionale, ma per le scelte coraggiose che abbiamo voluto proporre: di ambiente, di programma e di stile. E’ stato un grande successo grazie soprattutto all’eccezionale e competente impegno profuso dal MASCI della Lombardia e della Comunità di Como, ed anche per il forte coinvolgimento di tutto il movimento: dal Segretario Nazionale, dal Segretario Internazionale, dall’Amministratore, dall’Incaricato all’Organizzazione, dagli Incaricati alla Comunicazione; ma anche per la partecipazione attenta e competente di tanti Adulti Scout provenienti da tante parti d’Italia. Il successo può essere sintetizzato dalle parole di un ex Presidente dell’ISGF che partendo ha detto: “nessuno è in grado di proporre eventi internazionali di grande qualità come il MASCI; dovremmo affidare sempre a voi l’organizzazione delle Conferenze Mondiali”. Questo successo non può tuttavia farci trascurare le gravi difficoltà in cui versa il movimento mondiale degli Adulti Scout: le gravissime difficoltà finanziarie, il ridotto numero di aderenti, ma soprattutto la debolezza della proposta e della chiarezza della visione: troppo turismo e poca profezia. Soprattutto dopo l’Incontro del Mediterraneo in Spagna, il Consiglio Nazionale del MASCI si è interrogato responsabilmente su questa situazione ed ha dato mandato al nostro membro del Comitato Mondiale, al Segretario Internazionale, all’altro delegato alla Conferenza Europea di fare presenti queste nostre preoccupazioni. E’ necessario che l’ISGF trovi una nuova strada, individui percorsi coraggiosi: è a rischio la sopravvivenza stessa di questa importante esperienza che il MASCI, il 25 ottobre di 60 anni fa, ha contribuito con convinzione a far nascere e sviluppare. Tra le iniziative di Fraternità internazionale dello scautismo il Consiglio Nazionale ha inserito l’esperienza dell’Alpe Adria Scout come iniziativa internazionale del MASCI. 3.4.2 - Solidarietà e cooperazione internazionale Non c’è dubbio che la massima attenzione è stata rivolta allo sviluppo e al potenziamento della onlus ECCOMI. Vi partecipiamo responsabilmente con i nostri membri di diritto, con i membri del Comitato Esecutivo che fanno parte del Consiglio Direttivo e con la partecipazione sempre più coinvolta dei Segretari Regionali del MASCI all’Assemblea annuale dell’associazione. È certamente utile l’azione svolta da ECCOMI per progetti italiani di Sala, Camarda ed Emilia ma la sua missione è soprattutto rivolta all’impegno di solidarietà e cooperazione internazionale. E’ importante che l’azione si sia allargata oltre al Burundi ad altre realtà come il Togo, lo Zambia, il Burkina Faso. Resta tuttavia la speranza che ECCOMI rappresenti il polo di aggregazione di tutta la rete di esperienze di solidarietà che vengono realizzate dagli Adulti Scout in Italia: ricostruire un legame forte con Harambee e la Fondazione Brownsea che è la più antica esperienza italiana e che vede coinvolte tante comunità soprattutto in Lombardia e in Calabria, coinvolgere le tantissime esperienze che le comunità realizzano in collaborazione con le diocesi, le parrocchie, le caritas locali, i missionari presenti in tante parti del mondo. Questa speranza non muove da ambizioni egemoniche ma dal desiderio di alimentare una cultura comune, di confrontare esperienze, di creare massa critica per l’efficacia del nostro impegno. Una menzione particolare merita l’esperienza del Burkina Faso che ha anche dato vita ad un “Protocollo d’intesa” con l’AGESCI e con le associazioni scout giovanili ed adulte di quel paese per lo sviluppo dello scautismo locale. Dovremo valutare con molta serietà i risultati di questa iniziativa e certamente tutte le forme di collaborazione vanno favorite a condizione che siano chiare le finalità e le specifiche competenze.
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12 3.4.3 - Accoglienza Da tempo siamo convinti che la prima mondialità si realizza nel nostro paese con un atteggiamento di condivisione e di dialogo. In questo triennio questo tema ha assunto un aspetto più “politico” che è quello del “diritto di cittadinanza”. Il nostro primo gesto è stato nel dar voce alla Campagna “L’Italia sono anch’io”; ma dobbiamo soprattutto mettere in evidenza l’esperienza promossa dal MASCI del Lazio “Ramazza Arcobaleno” che non solo ha visto la condivisione di tante realtà associative del Lazio (dall’Azione Cattolica, alle ACLI, all’ARCI,…) ma soprattutto ha visto la partecipazione attiva delle comunità straniere presenti (marocchina, filippina, colombiana,..); un’esperienza che si è conclusa con una giornata di servizio, di canti e di festa. Questa esperienza ha ricevuto il riconoscimento ufficiale del Presidente della Repubblica e il suo appello finale, per il riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti i bambini nati in Italia qualunque sia la loro provenienza, è ora all’esame della Commissione competente del Senato della Repubblica. Una “buona pratica”, un esempio che potrebbe essere replicato in tante regioni e intorno alla quale costruire una rete a favore dell’accoglienza e di una nuova cittadinanza. 3.5 - Piazze Trivi e Quadrivi - “abitare la città dell’uomo” Ha rappresentato l’evento con il quale volevamo condividere le nostre “tracce”: tra di noi, con le realtà che ci sono più vicine e con la città. Per questo il sottotitolo era “abitare la città”. Volevamo dare un segno concreto che queste tracce erano state costruite per essere “risorsa disponibile”. Un progetto ambizioso e sicuramente difficile da realizzare ma le difficoltà sono state in parte superate grazie alla luminosa bellezza del luogo, all’accoglienza generosa della città, dell’amministrazione comunale, della diocesi di Salerno, ma grazie soprattutto all’impegno eccezionale e generoso del MASCI della Campania e della Comunità di Battipaglia con il coinvolgimento del Comitato Esecutivo. Abbiamo dovuto affrontare difficoltà logistiche, organizzative e ambientali. Per questo forse è venuto meno quel confronto nella città che desideravamo, non siamo riusciti a presentare compiutamente il grande lavoro fatto in questi anni dalle regioni con i Poli d’Eccellenza e non abbiamo valorizzato in pieno l’esperienza degli amici che avevamo invitato. Tuttavia un risultato è stato evidente: la condivisione ampia della comune “missione”. Questo è stato reso evidente dal clima di fraternità e di condivisione che ha caratterizzato questo evento. Questo è stato reso ancor più evidente nel Messaggio all’Italia, alla Chiesa e al mondo, che riassumeva le riflessioni delle Piazze e che abbiamo lanciato in cielo dal chiostro del Duomo di Salerno. 3.6 - Libro sulla Legge e sulla Promessa. mentre scrivevamo le nostre “tracce” nelle quali abbiamo raccolto le nostre esperienze e le nostre riflessioni per consolidare il nostro patrimonio comune, sempre in divenire, ci sono state proposte suggestioni di grande rilievo e che facevano tutte riferimento al valore della Promessa e della Legge nella nostra esperienza personale e di movimento. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale che ci ha colti impreparati: come possono aiutarci la Promessa e la Legge a comprendere questi tempi nuovi, come possono aiutarci ad orientarci verso il futuro. Qualcuno chiede: perché continuare a fare riferimento alla Legge e la Promessa? La Legge e la Promessa scout non sono, una cosa per i bambini e per i giovani, per giocare il gioco dello scautismo? Avvertiamo in queste domande il rischio di perdere il senso di valori universali scivolan-
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oltre il ponte ... do in una sorta di “relativismo etico” senza speranza. Vogliamo invece rileggere la Legge e la Promessa come bussola, mappa e binocolo, strumenti fondamentali delle donne e degli uomini della “strada”. Siamo chiamati a confrontarci con sfide ed opportunità che potranno essere colte solamente con questi adeguati strumenti. Di qui è nata l’idea del terzo libro della nostra collana “Foulard azzurro”, e così riscopriremo la Promessa e la Legge degli scout e delle Guide come bussola, mappa e binocolo per contribuire a costruire un mondo diverso e migliore, per essere attrezzati a “andare oltre il ponte”, perché siamo convinti che è il tempo di una nuova responsabilità e di una nuova etica civile condivisa contribuire a costruire un mondo diverso e migliore, per essere attrezzati ad “andare oltre il ponte”, perché siamo convinti che è il tempo di una nuova responsabilità e di una nuova etica civile condivisa 3.7 - Il lavoro Nei miei numerosi incontri nelle regioni, soprattutto in quelle del nostro Mezzogiorno mi sono reso conto che c’è l’urgenza per noi di riflettere su un altro tema fondamentale: il lavoro, il lavoro che non c’è, soprattutto per le giovani generazioni. Il MASCI non potrà rispondere a questa emergenza trasformandosi in un’Agenzia per il Lavoro o un Incubatore di Impresa; non ne abbiamo le forze e soprattutto non è la nostra missione. A noi compete dare un contributo culturale e educativo. Tuttavia forse, nell’ottica di servizio, potremo partecipare sul territorio a progetti di “impresa sociale” e a iniziative di “welfare comunitario e di prossimità”, ed esistono già alcune esperienze significative in alcune realtà del Sud.. Il nostro compito fondamentale è di aiutare a far crescere tra noi e intorno a noi la consapevolezza che il lavoro non è solo fonte di reddito, anche se questa è oggi per molti una realtà drammatica. Esso è fonte di dignità, di occasione di scambio interpersonale e sociale, è senso di cittadinanza e di appartenenza e perciò anche ambito di costruzione di senso per sé e per/con gli altri. Per questo, se il lavoro non c’è, occorre condividere quello che c’è. Una riflessione da avviare e condividere; non sappiamo quale potrà essere il suo esito: un quarto libro, un nuovo Quaderno? L’importante è essere consapevoli che occorre fare di più, non ci possiamo rassegnare. 4 - VITA DEL MOVIMENTO Sulla base della “missione” che abbiamo assunto, la vita ordinaria del movimento è proseguita con regolarità ma tenendo sempre presente lo spirito di questa missione. 4.1 - Le strutture di servizio In primo luogo questo compito è stato assunto dalle “strutture di servizio” al livello nazionale che il movimento si è democraticamente dato. 4.1.1 - Consiglio Nazionale Ancora una volta, pur con le inevitabili debolezze e inadempienze, il Consiglio Nazionale è stato “il motore” del movimento, al livello nazionale: definendo indirizzi, proposte, decisioni, talvolta anche impopolari, sulla base delle indicazioni provenienti dall’Assemblea Nazionale e in assoluta fedeltà allo Statuto e al Regolamento Nazionale. Il Consiglio Nazionale nel corso del triennio si è riunito dieci volte (di cui tre congiuntamente con il Comitato Esecutivo e sempre con una ampia partecipazione di membri del
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12 Comitato Esecutivo) e con la partecipazione pressoché totale di tutti i suoi componenti. Si è delineato con sempre maggiore chiarezza il ruolo ampio e propositivo dei Consiglieri nazionali eletti e quello insostituibile dei Segretari Regionali. Aldilà del lavoro svolto e delle decisioni assunte, occorre sottolineare il clima di amicizia e di fiducia reciproca che ha caratterizzato la vita del Consiglio anche in questo triennio, anche nei momenti delicati e perfino controversi. C’è un elemento che deve essere sottolineato nell’azione del Consiglio Nazionale: la trasparenza. Ogni atto, ogni decisione è stata diffusa tempestivamente non solo ai membri del Consiglio Nazionale ma a tutti i magister in modo che ogni comunità potesse essere consapevole del procedere dei lavori, delle modalità utilizzate, dei risultati raggiunti; per questo il Portale ha svolto un ruolo fondamentale. Il Consiglio Nazionale è una risorsa preziosa del movimento, un esempio anche per le realtà regionali e per le comunità. 4.1.2 - Comitato Esecutivo Il Comitato Esecutivo ha dato seguito con puntualità e completezza agli orientamenti scaturiti dal Consiglio Nazionale, sia attraverso l’opera dei suoi membri responsabili dei diversi ambiti, sia attraverso la sua azione collegiale. Il Segretario Nazionale si è sforzato di realizzare il massimo della collegialità, non solo negli incontri previsti, ma anche con un uso straordinario degli strumenti che le nuove tecnologie mettono a disposizione, e attraverso un intenso rapporto interpersonale. Non c’è dubbio che questo principio della collegialità è ormai un valore assimilato; forse occorre saper coniugare meglio la collegialità con l’autonomia e la responsabilità personale degli incaricati ai diversi ambiti, ed anche definire con più precisione i compiti e le responsabilità di ciascuno. Non possiamo tuttavia nasconderci che negli ultimi tempi da parte del Comitato, o almeno da una parte di esso, è andato crescendo un sentimento di disagio, la sensazione di essere poco coinvolti e partecipi delle decisioni e degli orientamenti del Consiglio Nazionale. Non è importante se ciò sia vero; so bene che la realtà percepita è sempre vissuta come più vera della realtà stessa. Almeno in due occasioni il Consiglio Nazionale ha affrontato questo argomento che dovrà però essere affidato all’Assemblea Nazionale Straordinaria per apportare, se necessario e opportuno, i necessari correttivi. Oggi, e fino al 2016, siamo vincolati a un modello istituzionale che il Consiglio Nazionale ha così sintetizzato sulla base dello Statuto (artt. 13-18): “Il nostro è un modello di democrazia collegiale, o in termini diversi un modello di democrazia sinodale. In base a questo modello, (nel triennio tra due Assemblee), tutta la sovranità è nel Consiglio Nazionale. E proprio perché la sovranità è nel Consiglio Nazionale, il Consiglio Nazionale ha questa composizione: una parte è composta dai Segretari Regionali che sono eletti nelle assemblee regionali e una parte da coloro che sono eletti direttamente dall’Assemblea Nazionale. Da questo punto di vista l’Assemblea Nazionale e lo Statuto non affidano al Presidente Nazionale nessun potere. Il Presidente Nazionale, in base allo Statuto, ha solo tre compiti: 1 – Rappresentare il Movimento, all’interno e all’esterno, ed è una responsabilità che condivide con i Segretari Regionali a livello territoriale.
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oltre il ponte ... 2 – Presiedere e organizzare i lavori del Consiglio Nazionale. 3 – Verificare la corretta e piena attuazione delle indicazioni dello Statuto e del Regolamento Nazionale, delle decisioni dell’Assemblea Nazionale e del Consiglio Nazionale. Ecco perché un articolo dice che il Presidente Nazionale partecipa, senza diritto di voto, ai lavori del Comitato Esecutivo. Contestualmente, lo Statuto affida al Segretario Nazionale, che è membro a pieno titolo del Consiglio Nazionale, un unico compito: dare attuazione, fedele e completa, alle decisioni del Consiglio Nazionale. E per dare attuazione piena e completa delle decisioni del Consiglio Nazionale, il Segretario Nazionale si avvale del Comitato Esecutivo.” 4.2 - L’Assemblea Nazionale Straordinaria E’ in questo contesto che si colloca la decisione del Consiglio Nazionale di convocare un’Assemblea Nazionale Straordinaria per le modifiche allo Statuto da tenersi entro il 2015. Questa decisione è stata assunta nel rispetto dello Statuto, perchè le modifiche oggi proposte affrontavano aspetti troppo impegnativi per essere affrontati adeguatamente nell’ Assemblea di Bardonecchia già affollata di temi importanti all’ordine del giorno. I temi proposti vertono essenzialmente su due aspetti • La Diarchia La “il sistema di compiti e responsabilità” al livello nazionale • 4.2.1 - La Diarchia Dopo la mozione approvata nell’Assemblea di Montesilvano e la norma transitoria inserita nel nostro Regolamento Nazionale è opportuno che questo tema sia approfondito per dargli eventualmente una dignità statutaria. Affidare la rappresentanza del movimento unitariamente a una donna e un uomo potrebbe assumere, al di là del problema organizzativo, un valore simbolico, proprio nel momento in cui il valore della differenza è vissuto come inutile o superato, per non dire fastidioso o molesto. Possiamo discutere e affrontare questa scelta nella libertà delle nostre opinioni che spesso diventa un sapere largamente condiviso. Per questo esistono ragioni perché questa soluzione sia presa in considerazione per il livello di Presidenza Nazionale del movimento. Per quanto riguarda i livelli regionali e di comunità, attualmente questa modalità è sperimentata solo da 3 regioni e da circa 50 comunità. Forse la soluzione migliore è nel dare dignità statutaria a quanto previsto dal Regolamento Nazionale, lasciando che maturi questa scelta nella autonoma decisione delle regioni e delle comunità. 4.2.2 - “Il sistema di compiti e responsabilità” delle strutture di servizio al livello nazionale Dopo 10 anni dall’approvazione dell’attuale Statuto è forse necessario apportare alcuni correttivi che rendano più chiari e più coerenti i rapporti tra le diverse strutture di servizio. Alcune difficoltà ed alcuni disagi avvertiti nell’ultimo triennio ne sono forse la prova più evidente. Quello che tuttavia andrebbe conservato è l’idea guida di una centralità collegiale. Ma l’Assemblea Straordinaria non può limitarsi ad affrontare solo questi temi: esistono altre urgenze che meritano di essere esaminate se vogliamo realmente essere coerenti con la nostra “missione” e con il tema di questa Assemblea. 4.2.3- La responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità. Da tempo stiamo ragionando intorno all’ idea della Rivoluzione Copernicana di cui abbiamo parlato a Principina “Se abbiamo ravvivato la brace occorre che ora il fuoco arda.
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12 Se… abbiamo piegato il ferro, ora occorre modellarlo. Per questo l’unica risposta possibile è una “rivoluzione copernicana”: è necessario che ogni “periferia” (comunità o regione”) si faccia “centro. Per questo l’unica risposta possibile è che il “motore del movimento” sia rappresentato da ogni comunità e ogni regione o meglio dalla “rete delle comunità e delle regioni” e che Consiglio Nazionale e Comitato Esecutivo svolgano in pieno il compito, certamente più difficile, che lo Statuto assegna loro di essere “strutture di servizio”. Essere centro in una rete vuol dire assumere in ogni luogo la responsabilità complessiva dell’intero movimento; non una superata idea di federazione di realtà autonome e separatiste ma Centro diffuso capace di proposte, di idee e di esperienze da affidare a una riflessione comune. Questa idea richiede sicuramente anche norme che abbiano dignità statutaria. 4.2.4- Lo sviluppo del movimento Un altro tema che dovrebbe trovare spazio nell’Assemblea Straordinaria è quello dello sviluppo del movimento. Abbiamo più volte detto che la dimensione fisiologica del movimento dovrebbe essere molto più ampia. C’è chi sostiene, sulla base di attente analisi, che dovrebbe contare qualche decina di migliaia di membri e più di mille comunità. Aldilà degli strumenti e dei programmi che il Consiglio Nazionale potrà individuare e che il Comitato Esecutivo potrà realizzare, questo richiede alcune riflessioni di carattere strutturale: forse potremo pensare a una molteplicità di modelli di comunità, tutti comunque rispettosi della nostra identità e della nostra missione; forse è necessario pensare a diversi livelli di adesione individuale al movimento; forse sarà opportuno aprirci anche a forme di adesione collettiva di tante realtà di adulti scout oggi presenti nel nostro paese. I temi principali dell’Assemblea Straordinaria potranno quindi essere: • La Diarchia La “il sistema di compiti e responsabilità” al livello nazionale • • La responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità Lo sviluppo • Non si può escludere che dopo questa revisione dello Statuto si possa ritenere opportuno nel futuro procedere ad un nuovo esame del Patto Comunitario. 4.3 - Rapporti con il mondo esterno Non c’è dubbio che una funzione permanente è quella di “essere in rete”: abbiamo cercato di farlo nel miglior modo possibile, consapevoli comunque della limitatezza delle nostre forze e della realtà totalmente volontaria della nostra organizzazione. Abbiamo cercato comunque di portare in ogni situazione nella quale ci siamo trovati inseriti responsabilità e consapevolezza, cercando sempre di parlare il linguaggio della verità. Questo ha condotto il MASCI a essere una realtà conosciuta, riconosciuta e apprezzata come forse mai avvenuto nel passato. 4.3.1 - Rapporti con lo scautismo giovanile Molto è cambiato in questi anni nei rapporti con le associazioni dello scautismo giovanile: da una fase di cortese buon vicinato, si è passati a momenti di vera collaborazione in progetti ed esperienze comuni ma oggi si è aperta una nuova e forse più difficile fase. Recentemente un autorevole capo dell’AGESCI ha detto : “oggi il MASCI non è più solo un movimento di adulti ma è diventato una realtà adulta”. Questo è vero, ma questa adultità può generare, accanto ad una stima sincera, anche sentimenti di preoccupazione e perplessità, soprattutto nelle relazioni all’interno delle realtà territoriali. Ciò è positivo e fa parte della normalità di tutte le fasi di crescita perché adul-
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oltre il ponte ... tità significa identità, autonomia, indipendenza, dignità e richiesta di rispetto pur riconoscendosi nella stessa storia e nella stessa famiglia: è un dialogo più difficile perché più esigente. Dicevo al recente Consiglio Generale dell’AGESCI : “Il MASCI non sarà mai più quello della “cambusa”, anche se sarà sempre disponibile anche ai servizi più umili.” Per motivi a tutti comprensibili i rapporti più stretti e frequenti sono stati con l’AGESCI per radici, storia e condivisione. Non più solo il saluto di cortesia del Presidente del MASCI al Consiglio Generale dell’AGESCI, o la visita dei Presidenti dell’AGESCI al nostro Consiglio Nazionale e la partecipazione reciproca agli eventi nazionali. Anche se questi sono stati sempre momenti veri di dialogo, di confronto. Ma quello che più conta sono state le iniziative condivise: la partecipazione di una nostra pattuglia al Jamboree in Svezia, dopo quella al Jamboree del Centenario, la condivisione di esperienze internazionali, a partire dal progetto Burkina Faso, e la nostra partecipazione ai loro momenti di Agorà e di Mondo in Tenda. I momenti più significativi sono tuttavia quelli che abbiamo progettato insieme: penso in particolare al Convegno degli Assistenti Ecclesiastici dell’AGESCI, FSE e MASCI ad Assisi, un evento storico, sicuramente per i contenuti che sono emersi ma soprattutto perché dopo tanti anni le tre realtà associative dello scautismo cattolico hanno realizzato insieme questo incontro ; analogamente c’è stato lo sforzo di queste tre associazioni per presentarsi in modo consapevolmente unito alle Settimane Sociali di Torino, tradottasi nella elaborazione di un documento comune sul tema della famiglia. Infine, ed è notizia recente, l’invito a partecipare, portando il nostro servizio, alla Route Nazionale RS che si svolgerà il prossimo anno nella tenuta di San Rossore, dal tema impegnativo “Strade di coraggio... diritti al futuro!”. La cosa più importante è che abbiamo visto crescere in questi anni, come mai avvenuto nel passato, la collaborazione e il dialogo a livello regionale; questo è il segno vero di una stagione nuova che potrà condurre alla presenza congiunta dello scautismo giovanile e dello scautismo adulto nelle realtà territoriali. Il dialogo non si è però limitato all’AGESCI: sono diventate frequenti le occasioni d’incontro con la FSE e il CNGEI, e con altre realtà che fanno riferimento allo scautismo, e siamo stati invitati ai loro momenti più significativi: la celebrazione del centenario del guidismo della FSE, l’Assemblea Nazionale della FSE, la celebrazione dei cento anni di vita del CNGEI, la presenza delle maggiori organizzazioni e dei vertici dello scautismo italiano alla Conferenza Mondiale dell’ISGF a Como. Abbiamo avviato i contatti con il nascente scautismo musulmano in Italia ASMI. Tutto questo potrà condurre a formule anche istituzionali più strette. Noi continuiamo a lavorare per la ricostituzione della FIAS, come recita il nostro Statuto, ma forse è venuto il momento di osare di più: forse è possibile pensare a una FIS (Federazione Italiana dello Scautismo) che esca da un “bipolarismo perfetto” per aprirsi a tutte le principali esperienze dello scautismo italiano giovanile e adulto. Quella è la sede in cui potrebbe prendere forma e vita quello “scautismo per tutta la vita” che noi pensiamo essere la profezia dello scautismo in questo tempo. Accanto alle realtà maggiori abbiamo mantenuto rapporti fraterni con tutte le realtà di servizio dello scautismo italiano, in primo luogo con la Redazione di SERVIRE, con il Centro Studi Baden Powell, con la Fondazione Baden, con la Compagnia di San Giorgio. Risorse preziose dello scautismo italiano. Forse è venuto il momento di osare di più; forse è possibile pensare ad una FIS (Federa-
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oltre il ponte ... anche vetrina verso l’esterno continua la pubblicazione dei Quaderni monografici (anche in questo triennio • ne saranno pubblicati sei) che affrontano i temi sui quali con maggiore impegno stiamo lavorando e riportano il lavoro svolto negli eventi nazionali. • La bella e importante novità è rappresentata dalla nascita della collana “Foulard Azzurro” nella quale abbiamo pubblicato i tre libri “Un’avventura che continua”, “Con noi sulla strada” e “Noi, la società e il mondo”. Questi libri rappresentano la sintesi delle “tracce” che eravamo impegnati a costruire e che sono stati realizzati con un impegno collegiale di tanti seguendo le indicazioni del Consiglio Nazionale. Essi hanno ricevuto un ampio apprezzamento non solo all’interno del nostro movimento, ma anche dal mondo dello scautismo giovanile e da persone esterne alla realtà scout. • Il nostro Portale www.masci.it è sempre più bello e apprezzato: ne è prova l’alto numero di accessi ed esprime il diario quotidiano della vita del movimento rappresentando la nostra “gazzetta ufficiale”. E’ lo strumento per facilitare tutti gli adempimenti associativi ed il collegamento con tutte le realtà a noi vicine. • Abbiamo creato la nostra rivista on-line www.stradeaperteonline.it. Pensavamo che potesse essere il luogo di presentazione di tutte le attività che si realizzano nelle comunità e nelle regioni, che potesse essere il luogo del confronto di idee. Forse dovremo ripensarne l’impostazione, anche accogliendo suggerimenti provenienti da più parti, perchè non sembra rispondere attualmente alle aspettative. Partecipiamo a Facebook e Twitter con pagine ed account dedicati. E’ un tema • molto delicato, sono luoghi dai quali forse non si può essere assenti, ma forse vanno seguiti con maggiore attenzione per evitare quelle che il sociologo Aldo Bonomi chiama le “patologie dell’ignobile”. Occorre evitare che sotto il nostro logo prezioso si avventurino dibattiti estranei alla nostra identità, nelle forme e nei contenuti. • Le liste di posta elettronica con il suffisso …@masci.it rappresentano oggi il più semplice e rapido strumento di comunicazione tra le diverse realtà del MASCI. • Il Consiglio Nazionale ha infine reso operativa la procedura, prevista da una mozione approvata all’Assemblea di Principina, per la comunicazione tra i diversi livelli del movimento, relativamente a tematiche di grande attualità, a idee progettuali, a gesti collettivi, anche simbolici, di grande valore testimoniale. A tutto questo si deve aggiungere la grande quantità di strumenti di comunicazione, alcuni di notevole qualità, realizzati al livello regionale ed anche da molte comunità. Anche se continuiamo a sentire la necessità di una più ampia e significativa presenza verso il mondo esterno, poco comunichiamo di noi e delle nostre realizzazioni; abbiamo sperimentato la creazione di un Incaricato alle Relazioni esterne, è stata un’esperienza di breve durata che va riproposta. Siamo infatti in presenza di una rete che se riuscisse a essere coordinata rappresenterebbe una forza formidabile di comunicazione verso l’interno e l’esterno de movimento. Tuttavia io resto convinto che il primato della comunicazione vada assegnato alla comunicazione “faccia a faccia”: la conversazione, il dialogo, il rapporto educativo, la comunicazione nel piccolo gruppo, ma anche quella in gruppi più numerosi: le lezioni, i seminari, i convegni che consentono una relazione diretta ed una interazione vera. Una società atomizzata, una società di soli individui, una società che si affida totalmente e acriticamente alla tecnologia, rischia di perdere questa funzione fondamentale. Perché lavorare per un mondo diverso e migliore richiede “pensiero critico” e “intelligenza collettiva” fatta di
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12 responsabilità, di cultura, di competenza. Promuovere questo “pensiero critico”, questa “intelligenza collettiva” è primaria responsabilità del MASCI, e in questo la comunicazione svolge un ruolo fondamentale. lavorare per un mondo diverso e migliore richiede “pensiero critico” e “intelligenza collettiva” fatta di responsabilità, di cultura, di competenza; promuovere questo “pensiero critico”, questa “intelligenza collettiva” è primaria responsabilità del MASCI, ed in questo la comunicazione svolge un ruolo fondamentale 4.4.2 - Sviluppo Per riflettere seriamente sullo sviluppo quantitativo del movimento occorre prima esaminare i dati, anche se sarebbe necessaria una analisi più approfondita
Adulti Scout
Abruzzo
Comunità
2007
2010 2013
20132007
153
132
14
Abruzzo
9
8
9
0
2
4
4
2
167
2007 2010 2013 20132007
Basilicata
44
74
81
37
Basilicata
Calabria
289
333
374
85
Calabria
14
15
17
3
Campania
412
446
479
67
Campania
22
24
27
5
Emilia R.
704
654
648
-56
Emilia R.
39
37
38
-1
Friuli
175
188
-16
Friuli
10
10
9
-1
Lazio
440
473
33
Lazio
28
32
33
5
Liguria
339
529
159
340
304
-35
Liguria
16
16
16
0
Lombardia
472
537
486
14
Lombardia
30
34
33
3
Marche
319
283
270
-49
Marche
14
14
15
1
3
3
3
0
Molise
41
40
26
-15
Molise
Piemonte
216
275
276
60
Piemonte
12
17
18
6
Puglia
370
345
370
0
Puglia
18
17
18
0
Sardegna
78
105
114
36
Sardegna
6
7
7
1
Sicilia
394
439
528
134
Sicilia
20
22
26
6
9
9
11
2
Toscana
203
197
181
-22
Toscana
Trentino
182
144
126
-56
Trentino
10
9
8
-2
Umbria
100
108
96
-4
Umbria
5
5
5
0
Valle d’Aosta
23
26
-1
Valle d’Aosta
2
2
2
0
914
873
931
Veneto
48
50
58
10
5872
6065 6115
317
335
357
40
Veneto
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oltre il ponte ... Possiamo osservare una lieve crescita del numero dei soci che si assesta ormai stabilmente sopra le 6100 unità e una maggiore ma ancora limitata crescita del numero delle comunità . Questi numeri indicano una sostanziale stabilità in questo momento di grande difficoltà. Alcuni segnali ci dicono che diverse comunità censiscono un numero minore rispetto alle persone che partecipano effettivamente alla vita della comunità perché anche la quota di censimento in determinate situazioni può rappresentare un problema. Il Consiglio Nazionale, anche per questo, ha voluto dare un segno concreto di sensibilità istituendo un piccolo “Fondo di solidarietà” da destinare a chi realmente fa più fatica, perché nessuno sia escluso da questo “gesto di appartenenza”. Un esempio che dovrebbe essere assunto anche, e forse soprattutto, dalle comunità e dalle regioni. Tuttavia questi numeri non ci soddisfano. Siamo convinti che sia molto più ampio il bacino di quanti possono essere interessati a una proposta di “scautismo per tutta la vita”. In questa direzione si è mosso L’Incaricato allo Sviluppo del Comitato Esecutivo con la Pattuglia Sviluppo e con le indicazioni e la collaborazione della Commissione Antonacci inizialmente con gli Incontri Nazionali di Fara Sabina poi con le Botteghe Artigiane per lo Sviluppo realizzate in forma decentrata. Ne è nato un progetto chiamato “Missionari e Piloti” che ha individuato una strategia operativa, che riguarda soprattutto le regioni, ed ha avviato la creazione di coerenti strumenti di supporto. Alcune regioni si sono già avviate su questo percorso ma sarà nel prossimo futuro che potremo vedere dispiegarsi l’efficacia di quanto sin qui progettato. Abbiamo realizzato, con l’impegno congiunto della Commissione Ceschi e degli Incaricati alla Comunicazione del Comitato Esecutivo, il “Supporto multimediale per lo sviluppo” chiesto a Principina e che il Comitato Esecutivo presenta in via definitiva a Bardonecchia. Sono convinto che con l’impegno di tutti, strutture nazionali, regioni e comunità, riusciremo a raggiungere quell’obiettivo che sogniamo da tempo: una comunità in ogni paese di almeno 5000 abitanti, una comunità in ogni parrocchia delle grandi città, una comunità di Adulti Scout accanto ad ogni gruppo dello scautismo giovanile AGESCI ed FSE con l’impegno di tutti, riusciremo a raggiungere quell’obiettivo che sogniamo da tempo: una comunità in ogni paese di almeno 5000 abitanti, una comunità in ogni parrocchia delle grandi città, una comunità di Adulti Scout accanto ad ogni gruppo dello scautismo giovanile 4.4.3 - Formazione Nel 2005 nacque l’intuizione dell’Arcipelago delle Opportunità che, recuperando la preziosa esperienza dei Seminari di Animazione, li superava nella convinzione di meglio rispondere ai bisogni degli Adulti Scout e delle comunità. Il triennio 2007-2010 fu il periodo dell’elaborazione e della sperimentazione delle Isole della Scoperta, della Responsabilità e della Competenza grazie alla stretta sinergia della Commissione Mira con l’Incaricato alla Formazione del Comitato Esecutivo. Il triennio che si sta concludendo è stato il periodo della piena attuazione di questa nuova architettura formativa ed ha visto il grande impegno dell’Incaricato alla Formazione, ma è stato forse l’ambito che ha visto maggiormente impegnato tutto il Comitato Esecutivo. La Commissione Mira e tutto il Consiglio Nazionale si sono correttamente limitati a svolgere un compito di verifica. Questa fase di attuazione ha visto non solamente la realizzazione delle diverse Isole ma :
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12 • Sono state introdotte nell’Arcipelago le Rotte, con le quali si è inteso fornire a esperienze nate nelle regioni e consolidate nel tempo, un contesto formativo rivolto personalmente a tutti gli Adulti Scout. Pensiamo al Campo Bibbia nato a Trieste ma che interessa Adulti Scout di tante regioni, al treno di Lourdes che nasce in Calabria ma che lungo il suo percorso raccoglie pellegrini verso Lourdes da tutta Italia, alle Vie Francigene nate in Lombardia e Piemonte e oggi impresa nazionale che si avvia a giungere nel 2015 a Gerusalemme. • Sono stati realizzati i Taccuini della Scoperta e della Responsabilità: strumenti solidi, coerenti con le tracce che abbiamo prodotto, e soprattutto utili per fornire un valido supporto a coloro che sono chiamati a svolgere un ruolo formativo. Sono stati realizzati gli Incontri dei Formatori a Casamari e Foligno nei quali si • è verificato il cammino percorso e sono emerse indicazioni per dare maggiore efficacia a questo cammino. Non possiamo tuttavia nasconderci una criticità: salvo forse quest’anno, il numero dei partecipanti nel triennio alle diverse Isole (le Rotte hanno tutt’altra dinamica) è stato nettamente inferiore alle attese e forse alle necessità; un elevato numero di Isole programmate sono state cancellata per mancanza di partecipanti. Il problema esiste e deve essere affrontato. Occorre superare l’idea di una “formazione per eventi” (tra l’altro troppo brevi e che spesso incidono solo al livello emotivo) per passare a una “formazione come processo” dove si arricchiscono con continuità conoscenze, competenze, abilità. Questo presuppone un grande decentramento delle responsabilità. Occorre superare l’idea di una “formazione per eventi” per passare a una “formazione come processo” dove si arricchiscono con continuità conoscenze, competenze, abilità. E’ forse il momento di definire con maggiore chiarezza i ruoli: • la responsabilità della realizzazione delle Opportunità, di tutte le Opportunità, delle Isole e delle Rotte probabilmente va affidata completamente alle regioni, compresa l’individuazione delle staff dei formatori. Sarà invece compito delle strutture di servizio al livello nazionale limitarsi a • fornire alle regioni mezzi, strumenti, supporti (penso ai Taccuini) per garantire coerenza d’impostazione e qualità agli interventi proposti. Occorre però che questo rappresenti veramente un “cambiamento di modello”, che non risponde solo a esigenze organizzative ma a una svolta strategica che ridefinisce il ruolo delle regioni e delle “strutture di servizio” al livello nazionale. Chiede alle regioni una più ampia assunzione di responsabilità ma allo stesso tempo è necessario promuovere al livello nazionale incontri di tutti coloro che si occupano di formazione, con la presenza di tutti i responsabili, a vario titolo, delle “Opportunità” dell’Arcipelago al livello regionale . Questi incontri saranno la fucina ed il crogiuolo di tutte le diverse esperienze: il luogo dove s’incontrano le esperienze delle Isole della Responsabilità e della Scoperta che, nate e definite al livello nazionale, trovano concreta applicazione nelle regioni, e il luogo dove si incontrano le esperienze delle Isole della Competenza e le Rotte che, nascendo nelle regioni soprattutto dall’esperienza dei Poli dell’Eccellenza, diventano patrimonio comune di tutto il movimento. Per essere realmente crogiuolo e fucina queste esperienze dovranno essere ripetute più di una volta l’anno e forse articolate per le diverse aree regionali. la responsabilità della realizzazione delle opportunità, di tutte le opportunità, delle Isole e delle Rotte va affidata alle regioni, è compito invece delle strutture di servizio al livello
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oltre il ponte ... nazionale fornire alle regioni mezzi, strumenti, supporti per garantire coerenza di impostazione e qualità agli interventi proposti. 4.5 - Funzioni operative Abbiamo dedicato particolare attenzione a quei servizi che garantiscono solidità e autonomia alla nostra vita associativa. 4.5.1 – Economia e Finanza Mi riferisco in particolare all’azione svolta dall’Amministratore, con la collaborazione dei Revisori dei Conti e del Tesoriere, nella gestione dei bilanci e delle nostre risorse finanziarie. Essa ha consentito, nonostante il peso della crisi economica, di contenere le nostre quote che, dall’introduzione dell’Euro a oggi, hanno subito solo lievi variazioni e da sette anni sono rimaste invariate a 40 Euro. Se solo avessimo applicato il tasso annuo di inflazione, come avviene in modo automatico nella maggior parte delle organizzazioni, oggi la nostra quota individuale avrebbe superato i 60 Euro. Quest’attenta gestione, non solo ha consentito questo contenimento reale delle quote, ma non abbiamo dovuto rinunciare a nessuna iniziativa e a nessun progetto. Addirittura il bilancio di quest’anno ci ha consentito di istituire quel piccolo “Fondo di Solidarietà” a favore delle situazioni in maggiore difficoltà. In quest’opera di saggezza gestionale va associata la Cooperativa Strade Aperte che ci ha affiancato in ogni momento con i suoi servizi e con la sua intelligenza imprenditoriale. 4.5.2 – Organizzazione Analogamente un particolare ringraziamento va all’Incaricato all’Organizzazione che ha curato tutti gli aspetti ordinari della vita delle strutture di servizio e la realizzazione logistica di tutti gli eventi nazionali. Un’azione silenziosa e nascosta ma insostituibile perché “l’organizzazione quando c’è non se ne accorge nessuno, ma quando non c’è se ne accorgono tutti”. C’è un problema che stiamo affrontando ma che ancora non ha trovato una soluzione: spostare la Segreteria Nazionale in una sede più adeguata e più rispondente alle nostre necessità; stiamo esplorando alcune possibilità ma è un percorso difficile perché deve essere compatibile con le nostre risorse e le nostre disponibilità. Per questo abbiamo nominato un Direttore della Sede Nazionale che dovrà curare in particolare quest’aspetto, senza trascurare la funzionalità e l’operatività della sede attuale. 4.5.3 - Progetti e Imprese Occorre ricordare i nostri progetti e le imprese nazionali seguite con una certa fatica dall’Incaricato Progetti e Imprese del Comitato Esecutivo perché queste realtà, orgogliose della propria identità, preferiscono rapportarsi direttamente al Presidente o al Segretario Nazionale. Per brevità mi limiterò a ricordarli 4.5.3.1 – Il Centro Studi Mario Mazza in condivisione con l’AGESCI e il CNGEI, è la nostra più antica impresa nazionale che, dopo alcuni anni di difficoltà, sembra aver ripreso nuovo vigore e svolge un servizio fondamentale per “la memoria” dello scautismo italiano 4.5.3.2 – la Comunità Nazionale Foulard Blanc rappresenta a oggi l’unico settore congiunto tra AGESCI e MASCI, un luogo d’incontro e un’esperienza che testimonia con continuità la particolare esperienza di servizio al mondo della sofferenza. Abbiamo da tempo condiviso con la Comunità Nazionale Foulard Blanc un’esperienza di formazione, una Rotta, che si avvale del Treno per Lourdes organizzato
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12 dall’Opera Pellegrinaggi Foulard Blanc. Tuttavia la cosa più rilevante è stata la modifica al Regolamento della Comunità Nazionale FB approvata dalla loro Assemblea che rende più stretto il rapporto della Comunità FB con le realtà associative di appartenenza e che richiede da parte di tutti noi una maggiore responsabilità e capacità di coinvolgimento nei confronti di questa particolare esperienza 4.5.3.3 - Vie Francigene e di Gerusalemme Si è conclusa lo scorso anno con l’arrivo a Roma il cammino sulla Via Francigena che ha portato due gruppi di pellegrini scout dal Gran San Bernardo a Roma, percorrendo più di 1200 Km. Quest’anno è partita da Roma la Via di Gerusalemme che condurrà i pellegrini nel 2015 a Gerusalemme in occasione della conclusione delle celebrazioni del centenario dello scautismo cattolico. Questa grande impresa e testimonianza concreta ha avuto il riconoscimento della CEI e ci vede partecipi a pieno titolo della associazione “Ad Limina Petri”. Abbiamo recentemente proposto all’ISGF Europa di creare una “rete europea dei cammini di spiritualità” Nella realizzazione delle Vie Francigene e di Gerusalemme va ricordato il fondamentale e insostituibile contributo organizzativo e il servizio di assistenza delle regioni del MASCI attraversate dai pellegrini, penso quest’anno al servizio del Lazio e della Campania e in particolare di alcune comunità. 4.5.3.4 - Centro Scout Sala Il Centro Scout di Sala è oggi una realtà pienamente operativa grazie al contributo di tutte le comunità italiane ma operativamente in primo luogo del Lazio e delle Marche. Il nostro sogno resta che Sala possa, in un giorno non troppo lontano, rappresentare la Kandersteg italiana, il polo di riferimento della Rete delle Basi Scout, soprattutto quelle promosse dal MASCI che stanno crescendo in tutta Italia, per uno “scouting d’eccellenza” dei giovani e degli adulti. 5 – VITA DELLE REGIONI Dedichiamo quest’ultima riflessione alla dimensione regionale del MASCI. In questi sei anni sono stato invitato in quasi tutte le regioni per Incontri, Assemblee e Convegni. Ho potuto osservare una ricchezza e una vitalità eccezionale che non sono state adeguatamente valorizzate ma rappresentano il futuro del nostro movimento. Facciamo fatica a leggerle nella rilevazione condotta annualmente con grande cura dalla Commissione Denti in collaborazione con l’Incaricata alle Nuove Tecnologie. Probabilmente è uno strumento da rivedere. Questa ricchezza e questa vitalità diverranno patrimonio di tutti se si fondano su un principio di responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità, evitando così il rischio sempre presente di un “policentrismo anarchico”, una responsabilità nazionale per la quale ogni comunità e ogni regione, partendo dal proprio territorio, pensa e opera localmente in una dimensione nazionale e mette ogni passo compiuto a disposizione del confronto e della sintesi da condividere tra tutti; una responsabilità nazionale che deve essere “guidata dalla generosità di proporre e condividere e non dalla pretesa di imporre”. Questo è il senso che abbiamo dato fin dall’inizio all’idea della Rivoluzione Copernicana. Tutto questo pone al centro il ruolo dei Segretari regionali. Spesso si dice che il problema del MASCI è costituito dai Segretari Regionali poco rispettosi e coerenti con i compiti e le indicazioni provenienti dal livello nazionale.
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oltre il ponte ... Ho maturato la convinzione che quest’affermazione sia profondamente sbagliata. I Segretari Regionali, non solamente le punte di eccellenza, ma anche i più fragili e i meno dotati, rappresentano la vera “spina dorsale”, il vero “collante” del movimento. Svolgono il compito fondamentale di coinvolgere e armonizzare esperienze e realtà diverse e trasformarle in un patrimonio comune. Si dice anche che “è necessaria una formazione specifica dei Segretari Regionali”. Se siamo convinti che la formazione è un processo continuo e di lunga durata, e non un insieme di eventi, allora l’azione quotidiana che i SR realizzano con le loro esperienze, le loro proposte, i loro contatti quotidiani, con le loro visite regolari alle comunità, con la loro partecipazione attiva e responsabile al Consiglio Nazionale, è un reale processo di formazione. Per questo mi sembra sbagliato, quando in nome dell’efficienza, le strutture nazionali privilegiano i contatti diretti con gli Adulti Scout più brillanti, con le comunità più attive, scavalcando i Segretari Regionali. Il luogo privilegiato della formazione dei Segretari Regionali è la loro azione quotidiana in regione che trova un momento di condivisione nel Consiglio Nazionale. Così il Consiglio Nazionale diventa il luogo della sintesi e della restituzione. Questo è il “learning by doing” che ci suggeriva B-P
Il luogo privilegiato della formazione dei Segretari Regionali è la loro azione quotidiana in regione e che trova un momento di condivisione all’interno del Consiglio Nazionale. Così il Consiglio Nazionale diventa il luogo della sintesi e della restituzione. Il “learning by doing” che ci suggeriva B-P 6 . PASSI DI DOMANI Sono arrivato alla fine. Ora, rileggendo questa relazione, mi rendo conto, e mi stupisco, della grande quantità di lavoro che tutti insieme abbiamo realizzato, in questi tre anni: dalla comunità ultima nata al Consiglio Nazionale. Alla fine di questo cammino, seguendo le tracce che abbiamo insieme individuato, siamo arrivati sulla riva del fiume. E ora, che siamo arrivati sulla riva del fiume, quest’Assemblea Nazionale è chiamata, con grande responsabilità, a rispondere a due interrogativi: 1. Vogliamo scegliere definitivamente di “andare oltre il ponte” così come ci indicano le nostre tracce? Oppure pensiamo di dover andare alla ricerca di un più agevole guado? O addirittura pensiamo di doverci fermare su questa riva? 2. Se decidiamo di “andare oltre il ponte”, seguendo le tracce individuate, come riusciremo a camminare tutti insieme? di quale attrezzatura dovremo dotarci in modo che nessuno resti indietro, che nessuno si smarrisca? Abbiamo individuato le tracce, ma ora occorre che tutti insieme ci avviamo sul cammino comune. Abbiamo sparso i semi sul prato, ma ora occorre che fiorisca il giardino dove ognuno di noi possa trovare un luogo di conforto e da dove ripartire, per andare avanti con fiducia insieme con tutti coloro che sono disponibili a camminare con noi Abbiamo cotto il pane, ma ora questo pane deve essere spezzato e condiviso , anche con coloro che incontriamo sulla nostra strada, pane cotto per il nutrimento di tutti.
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12 Fuori di metafora l’interrogativo fondamentale è: queste tracce, questi semi, questi pani sono realmente penetrati nel vissuto e nell’esperienza di tutti gli Adulti Scout e di tutte le Comunità? Si sono tradotti in strumenti ed esperienze di metodo? Forse è il momento di dedicare un maggiore impegno alla profondità della vita delle comunità e alla condivisione tra tutti. Allo stesso tempo non possiamo però fermarci perché “..siamo in cammino nella storia..” e la storia non si ferma ad aspettare. è il momento di dedicare un maggiore impegno alla profondità della vita delle comunità, alla condivisione tra tutti, agli strumenti e al metodo. Allo stesso tempo non possiamo però fermarci perché “..siamo in cammino nella storia..” e la storia non si ferma ad aspettare. Queste sono le sfide alle quali quest’Assemblea dovrà dare risposte incarnate nel nostro tempo, mantenendo la nostra identità e la nostra missione, sfide fondate sull’educazione per tutta la vita, fondate su un “essere” operoso e responsabile che rifiuta il “fare” frenetico e soprattutto il vuoto “apparire”. La nostra sfida è fondata sull’educazione per tutta la vita e su un “essere” operoso e responsabile che rifiuta il “fare” frenetico e soprattutto il vuoto “apparire” Rileggendo con attenzione questa relazione diventa evidente che in questi anni abbiamo scelto una strada esigente ed impegnativa, una strada che oggi ci chiede di assumere personalmente e come movimento decisioni non facili e meditate, perché scegliere la strada dello “scautismo per tutta la vita” è una sfida vera, perché qui è il senso di andare “oltre il ponte”. Educare è, infatti, come dice l’Enciclica dei due Papi, “ Trasformare il mondo, illuminare il tempo” Sono così giunto al termine di questa lunga ma doverosa relazione; è il momento di dire a tutti voi grazie per tutto quanto mi avete donato e per avermi aiutato a scoprire che, come dice Papa Francesco nella sua ultima Enciclica, “..in ogni uomo c’è una benedizione per me..”. Buona Strada Riccardo Della Rocca Presidente Nazionale Condivisa con il Consiglio Nazionale-Casale Sant’Anna di Sala il 20 settembre 2013 “..in ogni uomo c’è una benedizione per me..”.
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Relazione dell’Assistente Ecclesiastico Nazionale p. Francesco Compagnoni
1. La mia breve relazione triennale come AEN va letta in concomitanza con quella del Presidente. Abbiamo infatti avuta la fortuna di un Presidente che si è dedicato a tempo pieno al movimento e che lo ha fatto con l’esperienza scout e politica di decenni di militanza. Dico anche politica nel senso non ‘partitico’ ma nel senso dell’arte di saper guidare i gruppi di persone verso il bene comune, non di esserne guidati o di strumentalizzarli per fini impropri. Lo posso dire dopo quasi due mandati di AEN dove io ho imparato molto - e non solo dal Presidente, evidentemente. Ho imparato essenzialmente come funziona un intero movimento nazionale di adulti numeroso e eterogeneo, ma unito in un progetto di vita ispirato a BP e all’umanesimo cristiano. Infatti prima di questo incarico, sia nell’ASCI che nell’AGESCI che nel MASCI stesso, io non mi sono mai occupato direttamente delle ‘strutture superiori’, bensì sono sempre stato operativo a livello delle comunità locali e quindi ho avuto una una esperienza limitata. Ed ora leggendo la relazione di Riccardo Della Rocca mi sento confermato in questo mio giudizio. Non va dimenticato però, a livello di strutture nazionali, la figura del Segretario Nazionale che nella persona di Alberto Albertini ha dato al movimento un’impronta dinamica e concreta. Delle sue numerose attività quella organizzata per anni in Burkina Faso mi sembra la più straordinaria ed esemplare. 2. Un dubbio mi è rimasto in tutti questi anni, un dubbio leggero e nascosto, quasi subliminare. Quanto di questo elaborato e proposto a livello di Consiglio Nazionale arriva alle singole comunità locali ? Per quanto io ho potuto constatare, anche in questa funzione di trasmissione (nei due sensi) tra nazionale e locale il ruolo principale spetta alle regioni. A secondo del dinamismo di queste ultime e del loro impegno reale si sono avuti risultati diversi.
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3. L’AEN deve specificatamente interessarsi dell’indirizzo religioso - inteso in senso alto - del movimento. Ebbene a questo livello - e detto senza alcuna enfasi - la mia esperienza è stata molto positiva. L’aspetto religioso esplicito - preghiera, celebrazioni eucaristiche, riflessioni comunitarie… – è chiaramente presente e vivo nel MASCI. Sia a livello degli organi nazionali che delle regioni, almeno in quelle con le quali sono venuto in contatto diretto.
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12 Forse questo dipende dal fatto che abbiamo tutti una certa età e la maggioranza delle generazioni iscritte sono ancora ‘religiose’. Non è che le più giovani non lo siano, ma lo sono in un modo più personali e – speriamo – intimo, meno legato alle forme esterne, che pur hanno la loro importanza. Vivono in una società molto secolarizzata, a differenza di noi più anziani che abbiamo avuto, almeno da giovani, esperienze più comunitarie e pubbliche di religiosità. Forse non abbiamo loro insegnato a sufficienza come legare i loro problemi esistenziali alla prospettiva del Dio Vivo di Gesù Cristo. 4. Se scendiamo al concreto il Presidente mette ben in rilievo nella sua relazione che abbiamo prodotto – in un lavoro estesamente collettivo – delle pubblicazioni importanti come i Percorsi di spiritualità e catechesi, sulla Mondialità, sulla Famiglia, sullo Scautismo per Adulti. Io professionalmente insegno etica e sono abituato ad incontrare pubblicazione e persone che possono dire molto per impegnarsi poco. Posso tranquillamente affermare che invece queste nostre proposte sono estremamente corpose e vitali. Penso che i nostri iscritti che le hanno almeno sfogliate, o ne abbiamo letto pezzetti qua e là, hanno ricevuto del cibo solido ed un incoraggiamento a non vivere seduti, senza progetti per sé e per gli altri. Il Consiglio Nazionale ha, in questo senso, adempiuto al suo compito di indirizzare e favorire la crescita umana e cristiana degli iscritti, e non si è certo limitato a soli problemi organizzativi. Il quaderno sulla Famiglia è stato anche offerto come nostro contributo associativo alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani del settembre 2013 a Torino sullo stesso tema. E vi assicuro che non abbiamo fatto brutta figura ! 5. Abbiamo anche realizzato il 2° Convegno Nazionale dei nostri Assistenti Ecclesiastici (a Roma) e quello unitario degli AE dell’AGESCI, MASCI e FSE (ad Assisi) che sono stati utili per dare slancio (ed idee) ai nostri sacerdoti. Questi sono quasi tutti avanti in età, come i preti in genere in Italia, ma ho incontrato in queste occasioni belle figure che da decenni portano avanti il nostro ideale e che lo hanno saputo e lo sanno ancora trasmettere con entusiasmo. Senza voler essere clericale, la quantità e la qualità dello scautismo nel nostro Paese dipende non poco dall’appoggio (materiale e ideale) del clero. Per questo gli AE sono preziosi per il nostro movimento e ringrazio il Presidente che mi ha incaricato ad organizzare questi due eventi. I preti hanno bisogno di essere incoraggiati e confortati – come ogni altra persona – e se noi non facciamo noi con i nostri, che lo dovrebbe fare ? 6. Il questi ultimi anni si è riorganizzato e sviluppato il nostro impegno di mondialità attraverso la Onlus ECCOMI. E’ ancora una piccola cosa, ma come dice il Vangelo: è un piccolo seme ma alla fine sarà il più grande di tutti gli alberi! Personalmente lavoro con molti studenti del III mondo e per questo mi sento molto toccato da quello che il MASCI fa per loro. Noi in fondo siamo un movimento di benestanti (in comparazione al livello di povertà mondiale) e quindi abbiamo l’obbligo morale di muoverci e di far muovere il nostro ambiente per aiutare non tanto a dar da mangiare agli affamati quanto ad aiutarli a realizzarsi, a svilupparsi ad avere le possibilità di base per una vita decentemente umana. Imprese come quelle nel Burundi e nel Burkina Faso sono quindi un buon segno non solo per ‘loro’, ma anche per ‘noi’. Segno della nostra salute di ‘persone umane vere’. 7. Come MASCI siamo stati presenti in questi anni a tutte le iniziative promosse dalla CONSULTA NAZIONALE DELLE AGGREGAZIONI LAICALI presso la Conferenza Episcopale Italiana (la cui segretaria generale è una ‘vecchia’ scout: Paola Dal Toso) che è incaricata di coordinare
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oltre il ponte ... l’opera dei movimenti ecclesiali del nostro Paese. Siamo anche entrati a far parte di RETINOPERA che è una organizzazione di incontro dei movimenti cattolici interessati alla vita sociale e politica del nostro Paese. Queste due partecipazioni, oltre evidentemente a quelle scautistici ai vari livelli, ci permette di non isolarci e di non sviluppare una mentalità di vecchi soci della Bocciofila di Stradella (mia città di origine) 8. In tutti i movimenti esistono tensioni, sia ideali che personali. In questo ultimo triennio ho avuto l’impressione che, a livello nazionale, quelli di di secondo tipo siano aumentati. Non me ne meraviglio, però, perché io vivo stabilmente da decenni in una comunità di circa 60/70 fratelli religiosi di ogni parte del mondo. Questo mi permette di fare esperienze relazionali notevoli - anche delle mie proprie debolezze o fortezze – e di imparare a convivere, senza diventare cinico. Nel MASCI non ci sono stati forti scontri in questo senso, anche se non sono mancati. Direi che la ‘concordia fratrum’ si è mantenuta ad un buon livello, come risultato di una sforzo collettivo. 9. Io nel settembre 2014 cesserò dall’incarico di AEN avendo fatto allora due trienni di servizio. Mi sto quindi guardando intorno per trovare una serie di candidati alla mia successione in modo che gli organi statutari possano scegliere con vera libertà (e non coartati dal numero ridotto di candidati disponibili all’ultimo momento). Fra Giacomo Grasso e P. Federico Lombardi sono stati miei immediati predecessori notevoli – lo dico con piena convinzione. Anche chi verrà dopo di me deve essere una persona disponibile al servizio, ed a un servizio di qualità.
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REGOLAMENTO PER LO SVOLGIMENTO DELLA ASSEMBLEA NAZIONALE
TITOLO PRIMO Operazioni preliminari e di apertura dell’Assemblea – Organi assembleari Art. 1- Commissione per la verifica delle credenziali Il Consiglio Nazionale nell’ultima sua riunione anteriore all’Assemblea Nazionale nomina la Commissione per la Verifica delle Credenziali (art. 11 del Regolamento). La Commissione è costituita da un Presidente, due Vice Presidenti e altri tre componenti scelti tra gli iscritti al MASCI e si insedia sul luogo dell’Assemblea almeno un’ora prima dell’ora fissata dal Consiglio Nazionale per l’apertura della accoglienza dei delegati. Prima del suo insediamento la Commissione riceverà dalla Segreteria nazionale elenchi in triplice copia dei delegati e degli altri aventi diritto a partecipare all’Assemblea, suddivisi per regioni. Art. 2 - Verifica delle credenziali I delegati delle Comunità sono tenuti a presentarsi alla Commissione, mostrando le proprie credenziali, che verranno siglate ed immediatamente loro restituite. La presenza verrà segnata sugli appositi elenchi. Ove un delegato regolarmente iscritto, impossibilitato a partecipare, sia stato sostituito dalla propria Comunità (art.11 del Regolamento), la Commissione ne depenna il nome dagli elenchi e vi aggiunge le generalità del sostituto, anche di altra Comunità. La sostituzione è comunicata dal Segretario Regionale su indicazione del Magister o suo delegato. Al momento dell’apertura dell’Assemblea, la Commissione comunica al Presidente Nazionale il numero dei presenti. Successivamente fornirà lo stesso dato aggiornato al Presidente dell’Assemblea ogni volta che questi lo richiederà. Art. 3 - Operazioni di apertura dell’Assemblea Constatata la presenza del numero legale per la validità dell’Assemblea Nazionale, il Presidente Nazionale, dichiaratala aperta, propone la nomina: a) del Presidente e del Vice Presidente; b) di due Segretari; c) del Comitato Mozioni d) del Collegio degli scrutatori in aula composto da un presidente e quattro scrutatori; e) del seggio elettorale composto da un Presidente e due componenti. Art. 4 - Ordine del giorno Sulla base dello Statuto (art. 15.6.e) l’ordine del giorno dell’Assemblea Nazionale è deciso dal Consiglio Nazionale. In casi eccezionali di necessità ed urgenza il Presidente Nazionale ed il Segretario Nazionale congiuntamente possono chiedere in qualunque momento, con apposita mozione d’ordine, l’inserimento all’ordine del giorno di nuovi argomenti. In nessun caso questa procedura può essere
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oltre il ponte ... utilizzata per modificare lo Statuto, il Regolamento e il Patto Comunitario.1 Art. 5 - Presidente e Vice Presidente dell’Assemblea Il Presidente dell’Assemblea ne dirige i lavori curando la regolarità dello svolgimento2. Pone ai voti proposte e mozioni e proclama i risultati delle votazioni. Cura che dei lavori svolti sia redatto il relativo verbale, che poi sottoscrive unitamente al Vice presidente e ai segretari. Il Vice Presidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di temporanea assenza3. Art. 6 - Segretari I Segretari curano la redazione del verbale dell’Assemblea, contenente il resoconto dei lavori svolti e delle deliberazioni assunte e, in allegato, il relativo materiale (mozioni o interventi scritti). Art. 7 - Collegio degli scrutatori Il Collegio degli scrutatori attende a tutte le operazioni di voto a scrutinio palese e segreto ad eccezione delle elezioni ad incarichi di persone, comunicandone i risultati al Presidente dell’Assemblea. Art. 8 - Seggio elettorale Il Seggio elettorale viene costituito per l’elezione a scrutinio segreto di incarichi di persone ai vari ruoli (Presidente, Segretario Nazionale, Consiglieri Nazionali, Revisori dei conti.): presiede a tutte le operazioni di voto, verifica le credenziali siglate degli elettori, garantisce la riservatezza del voto, comunica al presidente dell’Assemblea i risultati del voto e consegna la relativa documentazione ai Segretari. Per tutelare la riservatezza del voto, nella sede del seggio devono essere predisposte due o più postazioni di voto. Art. 9 - Documenti sottoposti all’Assemblea I documenti e mozioni sottoposti all’Assemblea dal Consiglio Nazionale e dalle Assemblee Regionali sono inviati alle Regioni e alle Comunità almeno venti giorni prima della data di apertura dell’Assemblea. Emendamenti a tali documenti e mozioni possono essere proposti nel corso dell’Assemblea entro le ore 18 del giorno di apertura della stessa. Solo in caso di assoluta necessità ed urgenza, mozioni specifiche e circostanziate possono essere proposte a firma congiunta del Presidente Nazionale e del Segretario Nazionale, ovvero da almeno due terzi dei membri del Consiglio Nazionale, che ne depositeranno il testo presso la Presidenza dell’Assemblea entro le ore 18 del giorno di apertura della stessa. Emendamenti a tali mozioni possono essere presentate fino al momento della discussione4. In nessun caso tali mozioni possono essere usate per modificare lo Statuto, il Regolamento e il Patto Comunitario. Art. 10 - Comitato Mozioni Per l’esame preliminare dei documenti e mozioni proposti, a norma del precedente articolo, dal Consiglio Nazionale e dalle Assemblee Regionali, delle mozioni di necessità e urgenza presen-
1 È opportuno il richiamo allo Statuto nel caso che a qualcuno venisse in mente di discutere o votare l’ordine del giorno. Il nuovo articolo comprende una parte dell’art. 10 del precedente Regolamento per le Assemblee. 2
La frase tolta è stata fusa nell’attuale art. 11
3
Nuovo.
4 Questa clausola (“Emendamenti…” ecc.), nuova, è inserita nell’ipotesi che anche le mozioni “di assoluta necessità ed urgenza” siano emendabili.
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12 tate in Assemblea, nonché degli emendamenti depositati relativi a tali documenti, è costituito un Comitato Mozioni nominato dal Consiglio Nazionale tra i membri dell’Assemblea e composto da un Presidente e due componenti. Il Comitato Mozioni esamina i testi apportandovi, d’intesa coi presentatori, modifiche formali o destinate a chiarire il senso, ovvero, in caso di testi concernenti argomenti analoghi, promuovendo un coordinamento e un’armonizzazione degli stessi. Ugualmente, qualora l’Assemblea costituisca delle Commissioni, il Comitato Mozioni provvederà, in accordo con i Presidenti delle medesime, ad armonizzare e coordinare i loro documenti che concernano argomenti analoghi. Il Comitato Mozioni agisce anche come organo consultivo a disposizione del Presidente dell’Assemblea sulle questioni relative alla discussione di mozioni ed emendamenti55. TITOLO SECONDO Svolgimento dell’assemblea Art. 11 - Ordine dei lavori e facoltà di intervento Il Presidente dell’Assemblea cura che gli argomenti inseriti all’ordine del giorno vengano trattati senza spostamenti e nel tempo previsto. Il Presidente, tenendo conto del tempo a disposizione e del numero delle richieste di intervento, fissa preventivamente la durata massima degli interventi e, allo scadere del tempo, toglie irrevocabilmente la parola. Il Presidente per garantire il rispetto dei tempi dell’Assemblea può fissare il numero massimo di interventi su un determinato punto in discussione. Nella discussione nessuno può prendere la parola senza averla ottenuta dal Presidente. Il Presidente può revocare la facoltà di parlare quando l’intervento non sia pertinente all’argomento in discussione. Coloro che chiedono di parlare hanno la parola nell’ordine di iscrizione, salvo diverso avviso del Presidente. Coloro che intervengono nelle discussioni e nelle votazioni esprimono una volontà propria in forza del potere che loro deriva dallo “status” di membri dell’Assemblea. Il Presidente indica le persone che faranno parte della Commissione deputata all’elaborazione finale delle Linee programmatiche 2013/16, tenuto conto del lavoro fatto in precedenza. Art. 12 - Mozione d’ordine Coloro che intendono avanzare una proposta procedurale volta a dare un diverso corso ai lavori tramite mozione d’ordine, riconosciuta tale dal Presidente dell’Assemblea6, hanno diritto di parlare alla fine dell’intervento in corso. Il dibattito sulla mozione d’ordine è limitato ad un intervento a favore e uno contrario e la mozione viene quindi messa ai voti. Se approvata essa entra immediatamente in vigore7. Art. 13 - Commissioni Con delibera dell’Assemblea possono essere costituite delle Commissioni incaricate di approfondire temi specifici. Il Presidente della Commissione, eletto con voto palese, provvede a stilare il documento finale dei lavori della Commissione sotto forma di mozione da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea. Il Presidente della Commissione per interventi di particolare interesse può dare la parola a soci non delegati nel corso dei lavori della Commissione. 5 Clausola nuova, che codifica la prassi e raccoglie un elemento dell’art. 10 del precedente Regolamento per le Assemblee 6
Concetto inserito in via generale nella clausola finale dell’art. 10
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Clausola ora inserita nel nuovo articolo 4.
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Art. 14 - Mozioni, emendamenti e votazioni Il Presidente, di ufficio o su proposta di uno o più partecipanti all’Assemblea, può mettere ai voti una mozione per punti separati. Qualora sul medesimo argomento siano presentate più mozioni, esse vengono messe ai voti iniziando da quella che, se approvata, modificherebbe più radicalmente la situazione esistente. Il relativo giudizio è rimesso al Presidente. Qualora su una mozione siano presentati uno o più emendamenti essa viene messa ai voti prima nella forma emendata, iniziando ove occorra dall’emendamento che a giudizio del Presidente appare il più radicale. Se tutti gli emendamenti sono respinti la mozione viene messa ai voti nel testo originario. Nessuno può parlare due volte su una mozione - eccetto che per domande di chiarimento e mozioni d’ordine - salvo il proponente per la replica al termine del dibattito Art. 15 - Linee di indirizzo programmatico L’Assemblea Nazionale approva le linee di indirizzo programmatico del Movimento per il successivo triennio. Esse sono coerenti con il Patto Comunitario e con lo Statuto e discendono dalle esperienze e dalle riflessioni realizzate nel Movimento e dalle sollecitazioni che esso accoglie dalla realtà sociale ed ecclesiale. Le linee di indirizzo programmatico, approvate nel corso dell’Assemblea, entrano in vigore solo dopo la chiusura dell’Assemblea in cui sono state approvate. Il Consiglio Nazionale e conseguentemente il Comitato Esecutivo traducono le linee programmatiche in progetti ed attività, che offrono agli Adulti Scout occasioni di crescita permanente e di testimonianza. Le proposte di indirizzo programmatico vengono elaborate, discusse e sottoposte ad approvazione dell’Assemblea sulla scorta delle indicazioni pervenute dalle Regioni ed elaborate dal Consiglio Nazionale (art. 24 del Regolamento). Per l’esame delle proposte di indirizzo programmatico il Presidente dell’Assemblea può proporre la costituzione di gruppi di lavoro. In tal caso le varie parti delle proposte stesse sono distribuite tra i gruppi di lavoro, ciascuno coordinato da membri del C.N. e/o del C.E., che provvedono ad una sintesi delle indicazioni emerse e le trasmettono all’apposita Commissione. La Commissione provvede, sulla scorta delle sintesi ricevute, ad elaborare ove possibile, una proposta organica - ovvero due proposte alternative - di indirizzo programmatico in punti ben definiti, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea. Art. 16 - Relazioni del Presidente Nazionale e dell’Assistente Ecclesiastico Nazionale In apertura dei lavori dell’Assemblea il Presidente Nazionale e l’Assistente Ecclesiastico Nazionale svolgono la propria relazione (o una sintesi di quanto inviato nei tempi previsti) sul triennio trascorso. Tali relazioni sono sottoposte all’approvazione dell’Assemblea. Il Comitato Mozioni provvede alla formulazione di una mozione di approvazione evidenziando gli elementi che possono rappresentare indicazioni per il lavoro futuro. Art. 17 - Maggioranze La mozione di approvazione della relazione del Presidente Nazionale, le mozioni su argomenti di interesse generale del movimento, la proposta di indirizzo programmatico ed ogni altra mozione sono approvate con la maggioranza assoluta dei voti espressi, considerando voti espressi anche le astensioni (art.12.6 dello Statuto). Art. 18 - Modifiche allo Statuto ed al Patto Comunitario Entro l’ora fissata dal Consiglio Nazionale nel programma dell’Assemblea Nazionale possono essere presentati al Comitato Mozioni emendamenti alle proposte di modifica presentate a norma di Statuto; gli emendamenti dovranno indicare con precisione articolo e proposta alla quale fanno riferimento. Le proposte di modifica ed i relativi emendamenti dovranno esser corredati da una nota esplicativa. Non sono previsti altri momenti di presentazione di emendamenti.
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12 Il Comitato Mozioni potrà, con l’accordo dei proponenti, armonizzare più emendamenti di analogo contenuto che si riferiscono alla stessa proposta di modifica. Nel corso del dibattito e delle votazioni su modifiche allo Statuto ed al Patto Comunitario non è possibile la presentazione di mozioni d’ordine. Nel tempo stabilito ogni presentatore ha diritto di illustrare, nei tempi fissati dalla Presidenza: - le proposte di modifica - gli emendamenti. Ogni presentatore ha diritto di parlare una sola volta in fase di presentazione; modifiche ed emendamenti proposti da più persone sono presentati un’unica volta. A conclusione della fase di presentazione e di dibattito generale da contenere nei tempi previsti dall’o.d.g. si procede alla fase di votazione. Si procede in ordine di articolato. Per ogni articolo vengono messe in votazioni le singole proposte di modifica, salvo esplicita rinunzia da parte del proponente. Per ogni proposta vengono prima messi in votazione gli emendamenti, iniziando ove occorra dall’emendamento che a giudizio del Presidente appare più radicale; al termine viene messa in votazione la proposta di modifica eventualmente emendata. Nel caso di più proposte di modifica relative allo stesso articolo, l’esame inizia dalla proposta che a giudizio del Presidente appare più radicale. Al termine dell’esame delle modifiche l’articolo viene messo in votazione nel suo complesso senza altri interventi. Prima di ogni votazione si può avere un solo intervento a favore ed uno contro. Conclusa l’approvazione dei singoli articoli il nuovo Statuto viene messo in votazione nel suo complesso. In fase di votazione dello Statuto nel suo complesso si possono avere tre interventi a favore e tre contro nei tempi fissati dalla Presidenza. Gli emendamenti vengono approvati con la maggioranza assoluta dei votanti. Gli articoli modificati e lo Statuto nel suo complesso vengono approvati a norma di Statuto, con la maggioranza dei 2/3 dei votanti. Procedura analoga viene seguita per le modifiche al Patto Comunitario. Art. 19 - Delibere comportanti oneri economici Nel corso della discussione di delibere comportanti oneri economici deve essere necessariamente sentito il parere dell’Amministratore o, in sua assenza, del Presidente Nazionale o del Segretario Nazionale del Movimento. In siffatte delibere deve essere comunque indicato il limite di spesa e i criteri di reperimento dei fondi (capitoli di bilancio e/o eventuali nuove entrate). Art. 20 - Elezioni a scrutinio segreto Nel ritirare le schede elettorali i delegati votanti debbono consegnare al seggio elettorale la loro credenziale: in difetto non sono ammessi al voto. Art. 21 - Norme finali Eventuali modifiche allo Statuto, approvate nel corso dell’Assemblea, entrano in vigore solo dopo la chiusura dell’Assemblea in cui sono state approvate. Ove occorra possono essere messe in discussione mozioni che prevedano norme transitorie al fine di rendere possibile una corretta ed agevole applicazione delle modifiche approvate. Testo approvato dal C.N. del 24-26 maggio 2013
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Linee programmatiche
1 - PREMESSA Questi indirizzi Programmatici per il triennio 2013-2016 impegnano in primo luogo tutte le comunità, le regioni e di conseguenza il Consiglio Nazionale e tutte le altre strutture di servizio del Movimento, nell’ambito dei ruoli e dei compiti previsti dallo Statuto. “Noi, donne e uomini, che sperimentiamo lo smarrimento e l’inquietudine dell’oggi e che, tuttavia, crediamo possibile operare scelte capaci di segnare in modo decisivo il quotidiano di tutti e orientare la società intera alla condivisione dei beni comuni, a cominciare dal lavoro, dalla conoscenza e dalla pace, siamo pronti a mettere a disposizione il nostro impegno, il nostro vissuto, le nostre speranze …” Queste le parole con le quali inizia il messaggio che abbiamo condiviso a Salerno e con questa speranza, determinazione e tenacia, sorretti dai valori della Legge e dalla Promessa, vogliamo valorizzare e rendere disponibili le nostre Tracce: scautismo per adulti; spiritualità e catechesi; entra nella storia; mondialità e salvaguardia del creato. Il Consiglio Nazionale, nel raccogliere le indicazioni delle Regioni che fanno sintesi delle esigenze delle Comunità, saprà sollecitare e motivare gli Adulti Scout proponendo percorsi e obiettivi per tutto il Movimento secondo il tema “…oltre il ponte..in cammino nella storia”. 2 - SCAUTISMO PER ADULTI 2.1 – Ci impegniamo a essere testimoni credibili e visibili dello Scautismo Adulto vissuto e connotato dalla gioia, dal sorriso, dalla serenità, dall’accoglienza, dallo spirito di servizio. 2.1.1 -Riteniamo perciò che il Movimento debba farsi promotore di un nuovo rapporto tra le generazioni, per contribuire in modo significativo alla sfida educativa di cui tanto si parla. 2.1.2 – In nome di un positivo e rispettoso rapporto donna-uomo è necessario contrastare ogni cultura di prevaricazione e di violenza. 2.2 - L’Assemblea Nazionale impegna il Movimento a promuovere relazioni tra le varie realtà associative scout e non:
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12 - per condividere opportunità di formazione e strumenti operativi - per giungere a organizzare incontri regionali e, in prospettiva, un incontro nazionale sui temi dell’Educazione degli Adulti, coinvolgendo nel cammino di preparazione anche le realtà locali (ad esempio: legalità, giustizia, integrazione, accoglienza a partire dalle nuove culture, essenzialità, solidarietà, condivisione, bene comune, fedeltà democratica alle istituzioni). 3 - SPIRITUALITÀ E CATECHESI 3.1 Ci impegniamo a ravvivare il rapporto con Dio presente nella Sua Parola, nel volto di ogni uomo e nel Creato, affinché si rafforzi la consapevolezza del nostro ruolo nella Chiesa e nella Società, secondo uno stile sobrio, essenziale, capace di tessere relazioni profonde con gli altri e di aprirci alla fiducia e alla speranza. In questa dimensione si costruisce pazientemente la “spiritualità della strada” per fornire all’uomo e alla donna gli strumenti per saper meglio leggere e “respirare” il mondo, affinché ci si possa impegnare nel servizio alla Chiesa ed al mondo. 3.2 La Parola, sempre più e meglio conosciuta da noi Adulti Scout con percorsi anche specifici di approfondimento e d’interiorizzazione, ci spingerà ad agire sul territorio, assieme a tante altre realtà ecclesiali, religiose o di volontariato in un cammino di crescita permanente a servizio dei più fragili, dei più deboli e dei più lontani, facendoci prossimo, come buoni samaritani capaci di cogliere, condividere e prevenire le necessità altrui. 4 – ENTRA NELLA STORIA 4.1 Il MASCI vuole caratterizzarsi per la sua intrinseca e irrinunciabile ricerca e affermazione del “ bene comune ” : - promuovendo e tutelando con vigore e convinzione la cultura della pace, della parità di genere, della non violenza, della legalità, dell’esercizio delle virtù morali per l’affermazione dei diritti umani e civili per tutte le donne e per tutti gli uomini - vivendo le sfide dell’oggi, entrando nella Storia, essendo testimoni credibili ed efficaci dello scoutismo nella realtà di oggi, con la nostra precisa identità, con le nostre competenze e capacità, senza timore di esporci e di sbagliare - essendo consapevole che la democrazia è partecipazione attiva e conoscenza diffusa, si impegna a vivere la Legalità in ogni caso. La comunità ha, nel concreto, la responsabilità di rendere accessibile il principio della sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione, attraverso tutti gli strumenti di partecipazione, in collaborazione con le altre realtà associative, di fare rete e condividere progetti e attività. 4.2 Ci impegniamo a operare come Comunità insieme alle famiglie, con progetti mirati al recupero della cultura della essenzialità, dell’accoglienza, della solidarietà e della condivisione. Le Regioni e il Consiglio Nazionale avranno cura di raccogliere buone pratiche, metterle a confronto e in rete e di elaborare indicazioni e suggerimenti.
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oltre il ponte ... 5 - MONDIALITA’ E SALVAGUARDIA DEL CREATO 5.1 La questione ecologica non può essere disgiunta dalla questione sociale. Lo scoutismo adulto richiede il ritorno all’essenzialità, è attento allo stile di vita e non segue le regole del mercato. La sobrietà è indispensabile per la custodia del creato, per una nuova economia della felicità e per una modalità di relazione interpersonale improntata all’accoglienza, alla condivisione, alla solidarietà. L’impegno del MASCI nei confronti dell’ambiente e della mondialità deve essere definito e irrinunciabile; le strutture di servizio del movimento promuoveranno incontri e percorsi educativi a livello regionale e nazionale. 5.2 Il MASCI si impegna a dare testimonianze quanto più visibili dei valori scout a livello globale, anche tramite l’azione della nostra onlus ECCOMI e sollecitando l’ ISGF per un’azione sempre più incisiva ed efficace per: - contrastare le disuguaglianze e le discriminazioni - tutelare il patrimonio ambientale e culturale - operare per l’uguaglianza dei diritti della donna e dell’uomo in ogni angolo della terra e per la piena attuazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - essere accogliente nei confronti dei diversi, degli emarginati, dei migranti, servire incondizionatamente i più lontani e i più poveri. 6 FORMAZIONE Al fine di continuare e valorizzare il lavoro svolto negli ultimi anni con l’Arcipelago delle Opportunità si impegnano le Regioni e il Consiglio Nazionale a: - privilegiare la conoscenza e la fruizione da parte delle Comunità di tutti gli strumenti attualmente disponibili, partendo da quanto prodotto e realizzato dal Movimento e concretizzato nei Libri, nei Quaderni e nell’Arcipelago. - sollecitare le Comunità alla formazione, alla crescita e al confronto utilizzando gli strumenti succitati e avvalendosi di riflessioni, questionari, schede… da pubblicarsi sul Portale e su Strade Aperte perseguendo la coerenza degli obiettivi e delle modalità operative - realizzare e diffondere adeguati strumenti facilmente utilizzabili - riconoscere e valorizzare le risorse umane presenti all’interno del Movimento, impegnandole nelle iniziative locali. 7 SVILUPPO 7.1 In continuità con il percorso di Sviluppo intrapreso nell’ultimo triennio, il Consiglio Nazionale metterà a disposizione di “piloti e missionari” un’adeguata “cassetta degli attrezzi per lo sviluppo” relativamente alle seguenti dimensioni: - formazione continua/permanente per ogni Adulto Scout - scelta fondamentale del Servizio
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12 - dimensione comunitaria dello Scoutismo adulto - dimensione familiare come ambito primario di testimonianza e di condivisione della gioia delle relazioni interpersonali - concretezza delle scelte e dei valori scout (crescita qualitativa) - comunicazione come strumento di conoscenza e condivisione. 7.2 – Le strutture di servizio del movimento, a cominciare dalle Comunità, si impegnano a favorire la partecipazione di ogni Adulto Scout agli eventi Nazionali, Regionali ed Interregionali, rendendo noto il calendario e gli argomenti con congruo anticipo, coinvolgendo nella progettazione e realizzazione dei succitati eventi tutte le Comunità. 8 - LA COMUNICAZIONE 8.1 Facilitare e rafforzare la comunicazione tra le diverse strutture del Movimento attraverso: - l’istituzione di forum tematici - l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche - la rivista “Strade Aperte” come strumento privilegiato per l’approfondimento di particolari temi, per la condivisione di idee e proposte realizzabili provenienti anche dalle diverse Comunità come frutto di un cammino di fede e di educazione per adulti. 8.2 Aiutare le singole Comunità nello svolgimento delle loro attività, producendo ‘ schede sussidio ’ su argomenti riguardanti l’Educazione degli Adulti pubblicate su Strade Aperte (cartaceo e online) 8.3 Realizzare adeguate iniziative per la promozione, la divulgazione e la conoscenza della stampa associativa (Rivista, Quaderni di SA, Libri). 8.4 Pubblicizzare le opportunità offerte dai vari Centri Studi Scout. 9 - VITA DEL MOVIMENTO La vita del movimento non è solo animazione ma modo di vivere l’esperienza di Adulto Scout. Il MASCI si riconosce nella tradizione scout, nello spirito del fondatore, nelle esperienze vissute dal movimento sin dalla nascita. La nostra storia, le nostre esperienze passate rappresentano le radici per sostenere le azioni future. 9.1 – Nello spirito della rivoluzione copernicana le Comunità sono confermate protagoniste della vita del MASCI. Esse sono l’asse portante attorno al quale si sviluppa la vita del movimento a livello nazionale e a livello locale. Le Comunità collaborano con il livello nazionale e regionale, attraverso la partecipazione a eventi formativi e di comunicazione, organizzati con sobrietà ed essenzialità anche per macroregioni. 9.2 Il Consiglio Nazionale sostiene la creazione di una rete di opportunità e relazioni attraverso la quale ogni comunità potrà attingere e fornire suggerimenti, idee, esperienze. In particolare le strutture di servizio del Movimento promuoveranno le relazioni tra le realtà che si occupano di educazione “ per tutta la vita “.
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Mozioni e documenti
Mozione presentata dalla Regione Friuli Venezia Giulia Premessa. Nel corso dell’ultimo lustro, il settore della formazione è stato soggetto a mutamenti tanto nell’offerta formativa quanto nei suoi responsabili. Non sempre ciò è avvenuto con chiarezza. Tra i fatti che ci interpellano maggiormente citiamo: 1) l’avvicendamento alla guida del settore, avvenuta in pieno corso d’avviamento del “Sistema Arcipelago”; 2) la poca trasparenza circa la costituzione del così detto “Albo dei formatori” (c’è? da quali documenti prende origine? che scopo ha? è consultabile? chi lo compone? chi decide chi lo compone?); 3) il recente apparente disinteresse per il settore in quanto, nonostante l’efficienza nell’organizzazione degli eventi, non ha saputo produrre e proporre un ripensamento collegiale condiviso dell’esperienza formativa. Mozione approvato nel L’assemblea regionale F.V.G. chiede che il Presidente, il Segretario e il C.N., per le parti di rispettiva competenza, promuovano azioni per una riorganizzazione del settore, allo scopo di costituire un “luogo” di aggregazione degli addetti alla formazione che, con piena trasparenza, collegialità e apertura ad apporti dalle regioni, assuma, sulla scorta delle esperienze maturate, la delega a pensare la formazione degli adulti oggi.
Mozione presentata dalla Regione Lazio IL NOSTRO MASCI E’ DIFFERENTE Considerato che: 1) il MASCI dispone di un patrimonio inestimabile di valori che non esistono in astratto ma trovano significato nel concreto delle situazioni che le Comunità si trovano ad affrontare giorno per giorno nei loro territori; 2) in un mondo caratterizzato da un crescente conformismo alle mode transitorie è necessario mostrare le nostre differenze, il nostro modo di “entrare nella Storia” con la nostra identità e la nostra competenza, per raccogliere le sfide proposte da una società in continuo cambiamento, senza timori di esporsi o di sbagliare. Chiediamo all’AN di approvare la seguente mozione: 1) attuare, entro 6 mesi da questa AN, un percorso di riflessione da parte di tutte le strutture e di
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12 tutte le Comunità italiane sulla situazione attuale e sulle prospettive future del Movimento. Questo percorso richiederà il coinvolgimento che coinvolga tutti gli Adulti Scout. Ogni Adulto Scout dovrà esprimere il proprio punto di vista sullo stato del Movimento e sulle proprie esigenze ed aspettative, per la ricerca di una nuova identità del MASCI che, pur salvaguardando la storia e la tradizione, tenga conto dei segni dei tempi. L’iniziativa di riflessione dovrà avere carattere di attività e avrà la durata di un anno. Al termine di questo percorso, della durata di circa un anno, dovrà essere pubblicato un documento che sintetizzi le esperienze realizzate e le proposte pervenute. Il coinvolgimento degli Adulti Scout potrà essere richiesto attraverso questionari individuali proposti da una commissione a livello nazionale e gestiti dai Magister, anche utilizzando strumenti informatici, come la rete informatica nazionale approvata nella precedente AN ed in via di costruzione, che mirerebbero a individuare le esigenze le aspirazioni e le proposte di ciascun Adulto Scout oppure attraverso forum elettronici o assemblee in presenza; 2) realizzare, con l’occasione del percorso di riflessione, un Osservatorio sulle attività, sulle principali esperienze passate, sui progetti in corso, sulle modalità di riunione e di incontro di tutte le Comunità. 3) che le riflessioni scaturite da questo percorso e la sintesi dei risultati dell’Osservatorio, siano resi pubblici e accessibili in modo da portare alla realizzazione, da parte delle strutture regionali e nazionali, di linee guida operative per la formazione di nuove Comunità e per lo sviluppo di quelle attuali. Mozione INIZIATIVA COMUNE NEL MASCI SETTORI di riferimento: Vita del Movimento, Entrare nella Storia Premesso che Il Masci può, e forse deve, dare segni e testimonianze dei valori di legalità, solidarietà, contrasto alle disuguaglianze e alle discriminazioni, tutela del patrimonio ambientale e culturale, fedeltà alle istituzioni, insomma dei valori che trovano piena accoglienza nel Patto Comunitario e nell’impegno di ogni Comunità. Questi segni e testimonianze saranno tanto più efficaci quanto più riusciranno ad essere corali. PERTANTO SI CHIEDE ALL’A.N. 2013 DEL MASCI DI APPROVARE LA SEGUENTE MOZIONE: “Il CN avvii entro 6 mesi una grande consultazione interna al Masci per individuare almeno un’iniziativa di importante senso civico da realizzare attraverso tutte le Comunità sull’intero territorio nazionale, sotto il coordinamento delle organizzazioni regionali del Masci. Questa comune iniziativa dovrà esprimersi in forma di progetto, manifestazione, gesto simbolico, una festa di particolare significato e comunque una qualche azione sociale da realizzare con le stesse modalità e nello stesso periodo da tutte le Comunità, possibilmente in collaborazione con i soggetti sul territorio (come associazioni, forze sindacali, enti di promozione umana) che esprimano interesse e impegno su temi e valori cari al Masci”.
Mozione presentata dalla Regione Lombardia Il Consiglio M.A.S.C.I regionale della Regione Lombardia, preso atto di quanto esposto nelle linee programmatiche già inviate, a seguito dell’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale del 5 maggio 2013, e a supporto delle attività previste nelle stesse, sottopone all’approvazione dell’Assemblea Nazionale la proposta di Costituire una Fondazione ONLUS autonoma del M.A.S.C.I. nella quale possano confluire, con le esperienze fino ad oggi maturate, beni immobili e mobili
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oltre il ponte ... nonché donazioni in denaro nelle forme previste dalla Legge, per sostenere, con sedi e mezzi propri, un programma di approfondimento delle tematiche concernenti l’educazione degli adulti secondo il metodo scout, in particolare nella sua specificità della “vita all’aperto”, ma disponibile al confronto e all’apporto di altre Associazioni interessate all’argomento. In subordine propone la costituzione di una apposita Commissione di studio per realizzare la proposta Fondazione, formata dal Presidente Nazionale, da Consiglieri Nazionali e da rappresentanti dei Centri Documentazione e Studi del M.A.S.C.I. delle varie Regioni.
Mozione presentata dalla Regione Piemonte Mozione 1 – Istituzione del Bilancio Sociale Il Bilancio Sociale rappresenta uno strumento per rendicontare l’operato svolto. Attraverso questo documento un’organizzazione informa tutti i portatori di interessi circa le proprie finalità istituzionali, le strategie ed i comportamenti concretamente adottati per raggiungere gli obiettivi preposti, e i risultati raggiunti, con riferimento sia ai destinatari finali sia agli altri soggetti in qualche modo coinvolti . Si richiede che il MASCI, oltre al bilancio economico, presenti, a partire dal 2014, il proprio bilancio sociale dandone ampia comunicazione in primo luogo alle comunità ed a tutti i soggetti interessati attraverso i mezzi di comunicazione più opportuni (cartacei ed elettronici) . Mozione 2 - Regole Assemblea Nazionale L’Assemblea Nazionale MASCI, riunita a Bardonecchia i giorni 18 – 19 -20 ottobre 2013, richiede che il CN non attui modifiche al regolamento dell’Assemblea Ordinaria Nazionale nei 12 mesi precedenti allo svolgimento dell’Assemblea stessa. Motivazioni: Le regole assembleari influenzano l’andamento dell’assemblea. Nei 12 mesi precedenti l’Assemblea appare logico che le Comunità, i Consigli Regionali e le strutture di servizio concentrino la loro attenzione all’evento democratico più importante del Movimento. Come tale esso va vissuto e preparato sulla base di regole certe. Mozione 3 In considerazione del particolare momento storico, che come tutti sappiamo crea non poche difficoltà anche di ordine economico, L’Assemblea Nazionale impegna il Consiglio Nazionale ad una forte riflessione circa la composizione della “quota censimenti” al fine di agevolare tutti gli A.S. a sostenere i costi del censimento ed evitare che alcuni soci non rinnovino o non si iscrivano per problemi economici. A tal proposito si suggerisce di limitare al minimo possibile le quote “familiari” ovvero se sono presenti più iscritti dello stesso nucleo; ridurre la quota se viene scelto di ricevere la rivista online; modulare la quota di comunità con più aderenza al numero degli iscritti onde non penalizzare le comunità di piccole dimensioni. Documento del Piemonte Essere ponte verso un futuro Essere ponte vuol dire, per chi ha scelto di vivere in modo pieno la propria vita testimoniando da adulto, nel quotidiano, i valori di solidarietà, essenzialità, capacità di impegnarsi in prima persona, tipici dello scoutismo, riconoscere che il nostro posto è sulla frontiera della testimonianza, dell’accoglienza ed integrazione. Vuol dire che ogni giorno ci riconosciamo bisognosi di crescere (la valenza educativa) per essere testimoni competenti verso le nuove generazioni (patto generazionale) e verso le nuove realtà che si affacciano alla nostra attenzione (scoutismo come proposta
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aperta a tutti). La valenza educativa L’emergenza educativa è una situazione ormai riconosciuta a tutti i livelli. In particolare gli adulti sembrano, oggi più che mai, investiti da questa emergenza. Il MASCI rappresenta una risposta significativa all’esigenza di un percorso di educazione permanente e continua degli adulti in virtù di alcune proprie peculiarità: - i valori educativi tipici dello scoutismo; - il confronto generazionale e di esperienza vissuto nelle comunità; - la capillarità sul territorio e l’autonomia delle comunità che ne fanno un luogo educativo unico; E’ importante rimettere al centro del progetto del Movimento l’educazione permanente degli adulti per rendere gli AS persone competenti ad essere protagonisti e testimoni nelle specifiche realtà attraverso un percorso educativo che, riconoscendo i valori educativi dello scoutismo, colga le peculiarità del singolo per fornirgli gli strumenti di crescita personale. L’educazione, per altro è un processo continuo che richiede una capacità di analisi del singolo e, nel confronto con la comunità, si individuano i reali bisogni educativi dando ad essi una priorità ed una temporizzazione. Gli eventi formativi proposti dal Movimento, con la loro forte dinamica esperienziale, rappresentano un importante anche se non unico momento di formazione che non può essere però separato da un consapevole inserimento in un percorso formativo personale e personalizzato. È necessario, quindi riflettere sulla necessità di fornire anche agli AS e alle Comunità idonei strumenti che permettano di definire un progetto educativo individualizzato (percorso educativo dell’adulto scout); esso ha come riferimenti i valori dello scoutismo, il Movimento, attraverso il suo Patto comunitario, e la Carta di Comunità; nasce dall’esperienza vissuta all’interno della comunità e, conducendo ad un’analisi individuale sui propri bisogni, diventa patrimonio condiviso e stimolo dell’intera comunità di appartenenza. Un patto generazionale In una situazione in cui i valori sembrano essere sempre più relativizzati, la testimonianza di adulti impegnati, competenti e consapevoli che l’educazione non finisce mai, può divenire un elemento di forte stimolo per le nuove generazioni. Sebbene si ritenga che la ricchezza, all’interno delle singole comunità sia rappresentata dalla presenza di una verticalità, anche forte, in età ed esperienze, perché questo è il disegno della vita quotidiana, non possiamo nasconderci che questo progetto presenta problemi di forte impatto (figli piccoli, ricerca del primo lavoro, stabilità iniziale della coppia). E’ quindi opportuno riflettere sulla grande potenzialità che le comunità regionali (o zonali) possono rappresentare per offrire a giovani interessati alla proposta del Movimento un luogo di confronto a in cui vivere una prima esperienza di scoutismo adulto, finalizzato all’inserimento successivo in comunità possibilmente verticali per un costruttivo confronto tra generazioni, professionalità, culture, provenienze, attitudini diverse. Ci pare riduttivo pensare che la proposta di uno scoutismo adulto possa essere rivolta solo a giovani di provenienza scout. Le potenzialità di una proposta di scoutismo adulto , basata su momenti aggregativi (le comunità), esperienziali (impegno e servizio) e formativi (crescita personale continua) può interessare e coinvolgere giovani – adulti, genitori di scout ma anche altre realtà sociali e parrocchiali.
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oltre il ponte ... Uno scoutismo adulto aperto a tutti L’Italia e’ sempre più una società multiculturale, multietnica e multireligiosa. Lo scoutismo, in particolare quello adulto, non può rimanere indifferente a tale situazione ma deve essere capace di dare adeguate risposte riconoscendo nei valori dello scoutismo strumenti adeguati per l’accoglienza, l’integrazione e la formazione alla cittadinanza. L’articolo 1 comma 4 dello Statuto del Movimento indica come obiettivo la formazione di una federazione di adulti scout italiani. Tale federazione ha ragione di essere solo in presenza di altri Movimenti o Associazioni. È, quindi, opportuno aprire una forte riflessione sullo stimolo ed il supporto che il MASCI, sia a livello centrale ma soprattutto a livello locale (Regioni e Comunità) può dare a adulti di provenienza religiosa, etnica e culturale diversa per realizzare aggregazioni, movimenti, associazioni che si richiamino, nel rispetto delle loro identità, ai valori dello scoutismo adulto. DOCUMENTO In relazione all’iniziativa che in sintesi propone: “noi crediamo che la dignità sempre egualmente grande di ogni essere umano sia il fondamento della giustizia, della libertà, della democrazia e della pace. Noi crediamo, perciò, che tale dignità, con i diritti che ne derivano, debba essere riconosciuta senza alcuna discriminazione dal primo inizio della vita umana nel concepimento fino alla morte naturale.” “In piena sintonia con quanto affermato ultimamente da Papa Francesco circa il rispetto della vita umana”. Proponiamo che un argomento di tale portata debba trovare spazio all’interno dei nostri programmi a partire dalle riflessioni nelle nostre comunità sino a giungere ai livelli nazionali. Riteniamo ancora che un primo segnale di attenzione sia l’aderire all’iniziativa popolare di raccolta firme denominata “uno di noi” entro il primo novembre prossimo. https://ec.europa.eu/citizens-initiative/ECI-2012- 000005/public/signup.do
Mozione presentata dalla Regione Calabria 1) MOZIONE SULLE COMMISSIONI CONSILIARI Preso atto che il CN utilizza per il suo funzionamento commissioni tematiche, non previste dalla Statuto, l’Assemblea Nazionale di Bardonecchia chiede che il Consiglio Nazionale, alla prima riunione, si determini sull’utilizzo o meno dello strumento delle Commissioni nel triennio di competenza e, qualora confermasse tale validità, si statuisce che: 1. Le risultanze del lavoro delle Commissioni devono essere ampiamente discusso in Consiglio Nazionale che rimane l’unico organo decisionale. 2. In ogni Commissione deve essere presente almeno un membro del CE con il compito di relazionare al CE stesso le eventuali determinazioni. 3. Nella composizione delle Commissioni si deve tener conto delle competenze ed attitudini dei singoli consiglieri rispetto al compito da svolgere. 4. Con particolare riferimento alla Commissione che dovrà elaborare il nuovo Statuto, la stessa dovrà prevedere la partecipazione del PN, del SN e di un rappresentante designato da ogni Regione, ciò al fine di assicurare la massima condivisione delle proposte da sottoporre all’approvazione dell’ AN Straordinaria. 2) MOZIONE SUL REGOLAMENTO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE 1. Il CN può introdurre modifiche al Regolamento dell’AN solo previa acquisizione del parere consultivo dei Consigli Regionali, ottenuto anche tramite l’utilizzo degli strumenti tecnologici a
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12 disposizione. 2. In ogni caso, nei dodici mesi precedenti la data di svolgimento dell’Assemblea Nazionale Ordinaria, non si possono modificare o introdurre norme regolamentari che possano incidere sullo svolgimento sostanziale dell’Assemblea stessa. 3) MOZIONE SUL LUOGO DI SVOLGIMENTO DELL’ ASSEMBLEA NAZIONALE Al fine di facilitare la partecipazione sia numerica che qualitativa e ridurre i costi dei delegati, l’Assemblea Nazionale di Bardonecchia chiede che le località prescelte per le Assemblee Nazionali, sia straordinarie che ordinarie, siano ubicate in luoghi centrali e in strutture che permettano la piena partecipazione in forma assembleare. 4) MOZIONE SULL’ISTITUZIONE DEL BILANCIO SOCIALE Sempre più, anche in ambiente profit, si ravvisa l’esigenza, tipica delle associazioni non a scopo di lucro, di far sì che il bilancio assuma un ruolo comunicativo, rispetto alle scelte di fondo e alle strategie che stanno dietro i meri numeri e il risultato economico dello stesso, al fine di valutare, anche con altri criteri, la positività del bilancio e quindi delle attività finanziariamente supportate dallo stesso. Il bilancio sociale rappresenta la gestione della responsabilità sociale di un movimento o associazione, sotto tre aspetti principali: economico, ambientale ed etico sociale, e che si basano a loro volta sulla sostanziale e consapevole adesione ai principi dello sviluppo sostenibile. Si richiede che il Masci, a livello nazionale, rediga anche il “Bilancio Sociale”, e che dello stesso sia data adeguata comunicazione alle comunità. 5) MOZIONE SULLA CITTADINANZA RESPONSABILE Nel messaggio finale di PTQ a Salerno, abbiamo condiviso che il Masci ha già scelto la strada della partecipazione attiva alla vita delle istituzioni, sociale e politica del paese con l’invito a “operare scelte capaci di segnare in modo decisivo il quotidiano di tutti e orientare la società intera alla condivisione dei beni comuni” a “mettere a disposizione il nostro impegno, il nostro vissuto, le nostre speranze”. Per tali fini si propone, di chiedere al CN di costruire percorsi concreti per l’Educazione alla Cittadinanza Responsabile ed alla Legalità perseguendo fra l’altro i seguenti obiettivi: Incrementare la comunicazione tra le comunità nazionali facendo rete per condividere idee, problematiche, interrogativi Unire le forze affinché ogni comunità, ogni fratello scout, metta a disposizione le sue competenze in modo da condividere le esperienze già fatte, mettendo in comune buone prassi e metodologie Lavorare su obiettivi comuni: elaborare proposte a livello nazionale (anche proposte di legge), far sentire la pressione su istituzioni per difendere diritti, per chiedere l’osservanza di leggi, per avere risposte. Sostenere piccoli gruppi, piccole comunità in lotte e battaglie per l’affermazione dei diritti. STARE AI MARGINI Documento di interesse del Movimento I giorni che stiamo vivendo ci consegnano, ormai da tempo, cronache di Paesi, vicini e lontani, in cui conflitti sociali e civili, spesso dimenticati o oscurati dai potenti del mondo, producano morte, disperazione, genocidi di interi popoli. Dal nord al sud dell’Italia, precari gommoni, quando non disperdono il carico umano in mare, si schiantano nelle nostre spiagge e rilasciano esseri umani alla ricerca, senza conoscere probabilmente il senso e il luogo dell’approdo.
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oltre il ponte ... Le strade delle nostre città e le fredde pareti di molte case, sono abitate da stranieri e italiani, in lotta quotidiana per un pasto, per le cure mediche, per un giaciglio dove dormire. Il nostro movimento di adulti scout, ha certamente nell’impegno sulla “città” uno dei fondamenti della propria azione e vocazione; in particolare, le numerose attività di tante Comunità nel proprio contesto sono esempi di accoglienza e attenzione all’altro, così come le significative esperienze di cooperazione internazionale allo sviluppo intraprese. Riteniamo però sia tempo, per entrare nella storia, proprio ora, che il MASCI orienti l’attività del movimento tutto ad abitare le città “stando ai margini”. Con il Cardinale Martini, “per superare le maledizioni e le fatiche della città e per leggere dentro di essa la presenza di non poche benedizioni come pure di non poche gioie sincere, occorre avere davanti agli occhi non necessariamente una città ideale, ma almeno un ideale di città. Una città fatta di relazioni umane responsabili e reciproche, che ci stanno davanti come un impegno etico. Allora la città diventa un’occasione, anzi una miniera inesauribile di possibilità di intessere relazioni autentiche, sia con lo strumento del gesto costruttivo o propositivo sia – e forse ancor più – con lo strumento del gesto dell’accettazione, dell’ospitalità, della riconciliazione e persino del perdono”. E quindi, da cosa il Masci dovrà essere riconosciuto? Dalla sua attenzione alla marginalità sociale, dalla sua capacità di intercedere, di stare nel mezzo. Di fare un passo in modo da mettersi nel mezzo di una situazione. Intercessione vuol dire allora mettersi là dove il conflitto ha luogo, mettersi tra le due parti in conflitto. Non si tratta quindi solo di articolare un bisogno davanti a Dio (Signore, dacci la pace!), stando al riparo. Si tratta di mettersi in mezzo. Non è neppure semplicemente assumere la funzione di arbitro o di mediatore, cercando di convincere uno dei due che lui ha torto e che deve cedere, oppure invitando tutti e due a farsi qualche concessione reciproca. A giungere a un compromesso. Così facendo, saremmo ancora nel campo della politica e delle sue poche risorse. Chi si comporta in questo modo rimane estraneo al conflitto, se ne può andare in qualunque momento, magari lamentando di non essere stato ascoltato. Intercedere è un atteggiamento molto più serio, grave e coinvolgente, è qualcosa di molto più pericoloso. Intercedere è stare là, senza muoversi, senza scampo, cercando di mettere la mano sulla spalla di entrambi e accettando il rischio di questa posizione. Concretamente, gli adulti scout, in una estensione concettuale della rivoluzione copernicana, devono lasciarsi educare dagli ultimi. Non esiste altro cammino se non la pratica di una pedagogia umanizzante, in cui noi, invece di sovrapporci agli oppressi e contribuire al loro mantenimento della condizione di quasi-cose, stabiliamo con loro un permanente rapporto di dialogo, sostiamo con loro ai margini.
Mozione presentata dalla Regione Puglia Il Consiglio Regionale del Masci-Puglia, riunitosi a Triggiano presso la sede della locale Comunità, dopo ampia e approfondita discussione, ha approvato all’unanimità dei presenti, il seguente documento del quale ne chiede la presentazione (mozione) da far votare all’Assemblea Nazionale che si terrà a Bardonecchia. A partire dai convegni nazionali per le celebrazioni del centenario (Genova, Locri, Assisi), il nostro Movimento ha vissuto una intensa fase di ricerca e di riflessione sui temi che caratterizzano il Masci: la responsabilità del fedele laico nella Chiesa, la responsabilità del “buon cittadino” nella società, la solidarietà e il servizio in un orizzonte più ampio dei confini nazionali, i percorsi e i metodi educativi per gli adulti, solo per elencare, in sintesi, alcuni dei temi trattati in tutti questi anni e che hanno trovato nei Quaderni di Strade Aperte, non solo la sintesi documentale, ma anche lo strumento concreto per il coinvolgimento, in una sorta di riflessione collettiva, dei singoli adulti scout e delle comunità.
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12 Si ha la sensazione, però, che la periferia del Movimento non abbia raccolto questi fermenti, questi stimoli. Si ha la sensazione, in alcuni casi, di una sorta di sostanziale indifferenza del corpo del Movimento rispetto alle straordinarie occasioni di dibattito, confronto, riflessione che il Consiglio Nazionale andava offrendo nel tempo. Le cause di tale fenomeno sono molteplici, alcune delle quali travalicano l’esperienza specifica del Masci perché presenti in tutte le organizzazioni diffuse sul territorio. Alcune di queste cause, però, sono dipendenti dall’assetto organizzativo sancito dagli atti costitutivi oppure di prassi consolidatasi nel tempo. Sulla base di queste brevi considerazioni, si ritiene molto importante la fase che si aprirà nei prossimi mesi con l’avvio dei lavori per la revisione dello Statuto e del Regolamento che si concluderanno con l’Assemblea Nazionale Straordinaria da celebrarsi entro il 2015. In questa prospettiva riteniamo utilissimo strumento di riferimento il documento “La rivoluzione copernicana”, allegato agli atti del Consiglio Nazionale del 4 e 5 dicembre 2010, le cui intuizioni e suggestioni, che hanno trovato nel Movimento ampio consenso e adesioni, devono ora passare da mere affermazioni di principio in una vera, organica e armonica riorganizzazione del movimento ispirata alla ratio, alla visione organizzativa della “Rivoluzione Copernicana”. “E’ necessario che ogni periferia (comunità o regione) si faccia centro”, che il motore del Movimento sia rappresentato da ogni regione e che il Consiglio Nazionale e il Comitato Esecutivo, svolgano compiti di strutture di servizio per le regioni e per le comunità. Bisogna promuovere, attraverso le modifiche statutarie e regolamentari, una cultura capace di superare convinzioni e prassi di tipo federalista, per giungere a far si che ogni regione, ogni comunità, si senta frammento di un insieme in una sorta di responsabilità nazionale diffusa e condivisa. Non si tratta di ridurre, o annullare, il ruolo e le competenze del CN e del CE, ma di rendere effettivo il principio della responsabilità condivisa fra le strutture di servizio ai vari livelli territoriali. Quanto sopra anche in considerazione della natura di “Movimento” e non di “Associazione” del MASCI. In coerenza con quanto premesso, l’Assemblea Nazionale D E L I B E R A a) di costituire una Commissione per l’elaborazione di una proposta di modifiche statutarie composta dal PN, dal SN e da un rappresentante per ciascuna regione, eletto secondo modalità regionalmente definite; b) di avviare i lavori della Commissione il prima possibile al fine di poter realmente coinvolgere le Comunità nel cammino di preparazione verso l’Assemblea Nazionale Straordinaria; c) di provvedere alla copertura delle spese della commissione ponendo a carico del bilancio del Masci Nazionale 1/3 della spesa complessiva e a carico dei bilanci regionali la restante parte, preferibilmente in parti uguali (tener conto delle regioni piccole); d) di affidare alla riflessione e alla discussione della Commissione, anche le proposte qui di seguito elencate: 1. composizione del Consiglio Nazionale – Si propone i sostituire la figura dei 10 consiglieri nazionali eletti su base nazionale, con 20 consiglieri nazionali regionalmente eletti nel rapporto di un consigliere per Regione. (Si può prevedere una situazione particolare per le piccole regioni). Del CN fanno parte, senza diritto di voto, anche i componenti del Comitato Esecutivo. 2. modalità di lavoro del Consiglio Nazionale – Il CN è organo di programmazione, indirizzo e verifica, con riferimento, in particolare, ai deliberati dell’Assemblea Nazionale. Si ritiene che queste funzioni possano essere svolte prevedendo, salvo situazioni particolari, due riunioni annuali. Il CN può affidare, al proprio interno, l’istruttoria di alcune questioni o materie a gruppi di lavoro che possono assumere anche la forma di commissioni permanenti. I lavori preparatori di questi gruppi o commissioni si concludono con documenti da sottoporre a dibattito e votazione del CN. I gruppi di lavoro o le commissioni, anche quando esprimono unanimemente la sintesi dell’istruttoria o degli atti preparatori di argomenti all’ordine del giorno del CN, non assorbono l’approfondimento
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oltre il ponte ... e il necessario confronto dell’intero CN. 3. composizione del Comitato Esecutivo – I componenti scelti dal SN potrebbero passare da sei a quattro. In questo caso il CE dovrebbe avere la possibilità, anche senza ratifica da parte del CN, di affidare uno specifico compito-progetto, limitato nel tempo, ad altri a.s. che, se necessario, potrebbero eventualmente partecipare ai lavori del CN su invito del PN. Al PN va riconosciuto il diritto di voto nelle deliberazioni del CE. Il CE relaziona sulla propria attività al CN almeno due volte l’anno. 4. comunicazione. Sarebbe opportuno prevedere, ai fini statutari (partecipazione al CN e CE), la figura di un unico “responsabile della comunicazione” che coordini l’attività del direttore della rivista, del responsabile del sito internet e della comunicazione informatica, e del responsabile della stampa non periodica. 5. Durata dei servizi nelle strutture di servizio. Si propone di portare a 4/5 anni la durata degli incarichi ai servizi di PN e SN. Il mandato non è rinnovabile. Nonostante la coerenza logicoconcettuale e temporale fra approvazione delle linee programmatiche e durata dei mandati, tre anni sono del tutto insufficienti a garantire il conseguimento di quanto deliberato dall’AN, tanto che, di fatto, il mandato, attraverso il meccanismo del rinnovo, dura sei anni. 6. Presentazione delle candidature. Lo Statuto ed il regolamento nazionale devono prevedere un meccanismo di proposte di candidature al servizio nelle strutture nazionali finalizzata ad individuare, nel contesto dato, tutti gli adulti scout disponibili a servire il Movimento. L’AN è l’unica sede nella quale, democraticamente, si affidano i mandati. In questa prospettiva si colloca la proposta di valutare l’opportunità di ampliare le sedi deputate alla presentazione di candidature ai CR, alle zone, ad un numero minimo di comunità.
Mozione presentata dalla Regione Veneto Mozione n°1 art. 12, comma 2 lett. c) dello Statuto OGGETTO: Modifiche ai regolamenti nell’anno di svolgimento dell’Assemblea Nazionale. Il Consiglio Regionale del Veneto Premesso che il Consiglio Nazionale ha modificato, a fine gennaio 2013, il Regolamento MASCI negli articoli riguardanti: - le modalità di rappresentanza delle Comunità all’Assemblea; - il numero delle preferenze esprimibili per i Consiglieri; - le modalità di elaborazione delle linee programmatiche del movimento; e questo in funzione dell’Assemblea Nazionale di ottobre 2013; Rilevato che questi cambiamenti sono stati vissuti dalle Comunità come una limitazione alla democrazia del movimento in quanto decisi a livello di vertice nel corso dello stesso anno e quindi a breve distanza dall’Assemblea ed in assenza di qualsiasi iniziativa di consultazione della base o di coinvolgimento sulle loro motivazioni; Ritenuto che nell’ottica della “rivoluzione copernicana” auspicata a tutti i livelli per una condivisione delle comunità dei contenuti delle scelte ed una cultura di consapevolezza e partecipazione, è fondamentale che la base debba essere coinvolta e possa esprimersi in merito alle decisioni importanti relative alle regole del movimento; propone all’Assemblea Nazionale l’approvazione della seguente mozione: “L’Assemblea Nazionale riunitasi a Bardonecchia nei giorni 18-20 ottobre 2013, impegna il Consiglio Nazionale a non introdurre modifiche ai Regolamenti riguardanti la democrazia del Movimento nel corso dell’anno di convocazione dell’Assemblea medesima. In ogni caso eventuali variazioni ed adeguamenti ai regolamenti dovranno essere introdotti dopo
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12 aver consultato la base del movimento per tramite delle strutture Regionali.” Mozione n°2 art. 12, comma 2 lett. c) dello Statuto OGGETTO: Modifiche allo Statuto. Il Consiglio Regionale del Veneto Tenuto conto che sono state presentate delle proposte di modifica allo Statuto del movimento per le quali il Consiglio Nazionale ha deciso di effettuare un’Assemblea Nazionale straordinaria come previsto, di norma, all’art. 26, punto 2), dello Statuto; Tenuto conto che per quanto all’art. 26, comma 2 lett. b) dello Statuto spetta al Consiglio Nazionale operare per giungere, in accordo con i proponenti, ad un testo unificato o a poche alternative da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Nazionale; Considerato che le variazioni allo Statuto incidono nella vita e nel futuro del movimento per cui è indispensabile che rispondano a valori e contenuti condivisi dalle Comunità e che, pertanto, siano oggetto di un ampio confronto tra gli Adulti Scout anche nella fase propedeutica al testo da sottoporre all’Assemblea evitando che invece quest’ultimo rappresenti le posizioni personali di una ristretta Commissione; propone all’Assemblea Nazionale l’approvazione della seguente mozione: “L’Assemblea Nazionale, riunitasi a Bardonecchia nei giorni 18-20 ottobre 2013, impegna il Consiglio Nazionale a coinvolgere le comunità in un ampio confronto sui contenuti delle variazioni allo Statuto proposte affinché la decisione da parte dell’Assemblea straordinaria sia il più possibile consapevole e condivisa. Il gruppo di lavoro che sarà chiamato ad elaborare le modifiche sarà nominato al primo Consiglio Nazionale utile dopo l’assemblea del 2013, prevedendo la rappresentanza di ogni Regione.”
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Bruno Magatti Ho creduto : • di poter legare la mia vita a quella di un’unica persona, per sempre, avendone in dono una famiglia “grande” e ricca di bene • alla possibilità di tentare la coerenza e la fedeltà agli ideali coltivati negli anni della maturazione; ciò mi ha permesso di saper perdere e lasciare, senza rimpianti, opportunità o convenienze per continuare ad avere rispetto di me stesso e conservare la fiducia di chi me l’aveva accordata. nel servizio umile e fedele là dove la vita quotidiana• mente mi ha chiamato, a cominciare dal mio lavoro • nell’impegno civile e politico come restituzione dei doni ricevuti senza merito. • nella competenza che si fa servizio e nell’impegno che si concretizza in fatti • nella cultura che alimenta pensieri e idee • nelle persone, cui ho dedicato il meglio di me, competenze, tempo e passione: nel lavoro, svolto con e per i giovani, e nell’impegno pubblico • nella straordinarietà di ogni esistenza e nelle cose grandi che stanno nell’infinitamente piccolo • nella Parola che illumina ogni giorno. La mia promessa da lupetto è del 1961. La mia famiglia è tutta scout. Capogruppo AGESCI, avendo chiaro il diritto dei miei figli a vivere lo scautismo senza la presenza del padre, fondai una comunità Masci. Fu una grande opportunità: comunità di resistenza a tante derive, di relazione e amicizia, di esperienza, di approfondimento, di fede e di proposta di senso, di esercizio della complessità dell’incontro e delle differenze, della partecipazione, dell’ascolto, del cammino, delle buone pratiche e del fare strada con chiunque ambisce a cose alte. Se oggi il lavoro non è per tutti, il creare una famiglia esige coraggio e speranza, la precarietà mina il futuro, assumiamoci la responsabilità di valorizzare il meglio del Masci perché sia riconosciuto e desiderato dai giovani come luogo nel quale ancora si coltivano idealità grandi, ci si aiuta a tenere insieme fatica quotidiana e desiderio di essere persone al servizio e ci si prende cura della propria persona.
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Sonia Mondin 50 anni Cavaso TV Sposata con Giorgio Madre di Ivan e David Dirigente Finanziaria-Amm.va Assessore Pol. Sociali-Att.Prod.-Commercio dal 2009 Abbiamo chiesto a Sonia di candidarsi a Presidente ritenendola la persona giusta a guidare il MASCI “Oltre il ponte” in quanto: - condivide un’idea di movimento che dà voce alle comunità; - mai il MASCI ha avuto una Presidente donna: se non ora quando? - è persona di grandi qualità e stile scout: gioiosa, socievole, simpatica, preparata, di “mente aperta”, MADRE e DONNA; - di notevole esperienza associativa ha svolto molteplici incarichi prima in AGESCI poi nel MASCI; - affronta tutto con autentico spirito di servizio; - rappresenta la novità nella continuità e sappiamo tutti che il MASCI ha bisogno di rinnovarsi. Chiara e Maurizio SR Veneto Non è stato facile dire ”SI” alla proposta di candidatura della mia e poi di altre Regioni. Ho accettato grazie all’incoraggiamento di molte persone e della mia famiglia. Mi metto a disposizione con umiltà pensando ad un MASCI: - pieno di entusiasmo, consapevole che il futuro è anche legato alla capacità di rinnovamento; - che mette al centro del movimento le comunità fatte da AS che sanno prendersi cura della “persona”, dell’”ambiente” e della “polis”; - che crede nella forza della relazione e sa tessere rapporti con TUTTI, in particolare con le altre presenze scout; - che vive il rapporto tra uomo e donna come fatto necessario anche nella sua missione di educazione continua dell’adulto; - che, aperto allo Spirito, testimonia con gioia la speranza cristiana contagiando il mondo che lo circonda; - che vive i valori di: “Legge e Promessa” come crescita umana e cristiana, attraverso linguaggi semplici e gesti concreti sull’esempio di papa Francesco. SOGNO un movimento che, attraverso le Linee Programmatiche votate dall’Assemblea, renda concreti questi desideri “oltre il ponte” Sono disponibile a partire con voi per inseguire questo SOGNO e solo un SOGNO voluto insieme, può diventare realtà! Sonia
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Carmelo Casano 55 anni, Comunità Messina “Il Faro”, Regione Sicilia. Sposato con Daniela, 3 figli: Giorgio, Roberta e Mariaclaudia. Titolo di studio: Diploma di laurea in Statistica presso la Scuola Statistica dell’Università di Messina. Occupazione: Istruttore di laboratorio presso il Dipartimento Ambiente della Provincia Regionale di Messina. E’ entrato a far parte del Movimento nel 2003, non avendo avuto esperienza di scautismo giovanile. Subito apprezzato per l’atteggiamento fraterno nei riguardi di tutti, per la particolare attenzione verso i più deboli, per la concretezza della sua azione e per l’efficacia delle soluzioni proposte, fu subito eletto Magister della Comunità Messina “Il Faro” dal 2005 al 2008; Segretario Regionale dal 2008 alla data odierna. Svolge le funzioni di segretario del Consiglio nazionale dal 2008 alla data odierna. Credendo molto nella formazione, ha attivamente partecipato ai Seminari di animazione, al campo sperimentale per la formazione al ruolo di magister di Jesi (giugno 2006), al campo sperimentale della Scoperta di Lamezia Terme come formatore (giugno 2008), all’incontro Formatori di Lamezia Terme (gennaio 2009). Ha inoltre partecipato alle prime edizioni degli incontri nazionali Assistenti Ecclesiastici a Roma, dello Sviluppo a Fara Sabina e della Comunicazione a Roma. Nel 2007 ha collaborato all’organizzazione dell’Incontro del Mediterraneo di Acireale. Nel 2008 è stato a Lourdes col Treno dell’Opera Pellegrinaggi Foulard Bianchi. Nel 2009 ha partecipato alla II Route Agesci-Masci in Burkina-Faso. Il suo obiettivo principale, sin da quando iniziò il mandato di SR, è stato lo Sviluppo, inteso nel suo più ampio significato (quantità e qualità). Altra meta perseguita è stata la radicalizzazione delle strutture sul territorio, per diffondere agevolmente il messaggio di fede, di speranza e di amicizia praticato dagli scout di ogni età, affidando alle cinque Zone della Sicilia compiti ben precisi ed obiettivi ben
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12 delineati, che hanno prodotto insperati risultati. Ha inoltre curato molto in questi anni i rapporti con le associazioni di scautismo giovanile, con le Diocesi della Regione e con le varie realtà locali. Persona sensibile e contemporaneamente dinamica (ama la lettura, la musica e ... l’apnea subacquea), vorrebbe attualizzare l’esortazione di Giovanni Paolo II° “... Duc in altum, Masci!” mediante un’azione che riesca a coinvolgere tutte le componenti del movimento, affinché le Comunità possano, con la loro testimonianza, trasformarsi in cassa di risonanza sul territorio per diffondere e per far conoscere la bellezza e la ricchezza degli ideali scoutistici. Maria Arcidiacono e Vincenzo Baldacchino, Vice Segretari Regionali MASCI Sicilia
Luigi Cioffi Gli adulti scout del Masci Puglia presentano Luigi Cioffi motivazioni di ordine oggettivo Nel più recente cammino del Masci, dai convegni del centenario a Salerno, si è rilevata una positiva accelerazione nel processo di ridefinizione e rafforzamento di alcuni punti cardine: identità, appartenenza e metodo. Noi crediamo che nel prossimo triennio si debba portare a compimento questo lungo e fecondo cammino, favorendo una sedimentazione, nelle comunità, della ricca e appassio-nante riflessione sviluppatasi su questi temi, per evitare il rischio che tutto questo ricchissimo lavo-ro si fermi sull’uscio delle comunità. Noi che conosciamo molto bene le caratteristiche umane di Luigi, la sua capacità di portare tutti al passo di ciascuno, l’attenzione a mantenere alto l’obiettivo pur nella concretezza dell’agire, la pazienza nell’attendere i tempi della maturazione collettiva, il contributo che ha dato al cammino compiuto dal Movimento e alla passione che mette in tutte le sue cose, riteniamo che, per raggiungere questo fondamentale obiettivo (la sedimentazione nelle comunità del ricco patrimonio di idee costruito in questi anni) la presenza di Luigi nelle strutture di servizio nazionali sia una ricchezza per il Masci. motivazioni di ordine soggettivo mite e cortese nel comportamento e nelle relazioni, saldo nei convincimenti che persegue con pazienza e delicatezza, mantiene, i singoli e le comunità, sempre in attenta e critica riflessione. La sua lunga attività nel campo della formazione degli adulti (è stato formatore di quadri e dirigenti della pubblica amministrazione, ma anche sindacali) l’ha messa a disposizione sia dell’Agesci che del Masci, dove ha rimodulato lo schema di formazione (l’arcipelago delle opportunità). E’ scout di vecchia data, e ha svolto servizio educativo in tutte le branche. E’ stato lungamente consigliere generale, componente la pattuglia nazionale di formazione, e collaboratore nell’organizzazione di eventi nazionali. E’ stato incaricato regionale alla formazione e capo campo CFM e CFA. Nel Masci ha svolto il servizio di segretario regionale. E’ stato componente del CE, svolgendo pure il servizio di vice-segretario nazionale, incaricato alla formazione.
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Lorena Giuliana Accollettati il cui nome vero è Giuliana, ha 53 anni, sposata con Pippo, due figlie (scout a riposo per il momento) ed un nipotino piccolo, piccolo. Responsabile sito web e nuove tecnologie durante l’ultimo triennio. Incaricata al sito web del Masci già dal 2005, ha avuto anche l’incarico allo sviluppo nel triennio 2007/2010. Ha ridisegnato l’intero sito del Masci, trasformandolo da sito statico in Portale con numerose sezioni e costantemente aggiornato con le ultime novità. Ha realizzato anche stradeaperteonline.it, il sito del Masci relativo alle notizie provenienti dal mondo delle comunità e non solo. Entrata nello scautismo da adulta, in questi anni si è molto dedicata a comunicare il Masci con vari strumenti, come video, fotografie, facebook, twitter, rendendo il Masci e lo scautismo adulto più visibile e conosciuto, attraverso una comunicazione indirizzata anche verso coloro che sono portati alle nuove tecnologie, aperti ai social network. e alle nuove frontiere comunicative. Lavora all’ISTAT da sempre e un suo divertimento è rendere le statistiche non solo numeri asettici ma anche colorati e divertenti. Sua è stata la realizzazione e progettazione, per chi era presente al Sinodo di Alghero, della presentazione della Lente e del Telescopio scaturito dai questionari sottoposti a tutti i partecipanti. Suoi sono quasi tutti i video che in questi ultimi sei anni sono stati utilizzati durante gli eventi nazionali e che si possono reperire su Youtube. Appartiene alla Comunità di Bari 2, di cui è una dei soci fondatori, è disponibile al servizio, è attiva nelle proposte di formazione del MASCI partecipando attivamente alla realizzazione di molti campi. Continua ad occuparsi anche di sviluppo supportando
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12 ove necessario la pattuglia nazionale sviluppo per la quale ha realizzato e coordinato gli ultimi Workshop sia nazionali che di area. È uno dei punti di riferimento per il progetto intrapreso dal 2008, in condivisione con l’Agesci, di campi in Burkina Faso (Africa) dove ha accompagnato e continua a farlo, clan di formazione Agesci insieme ad alcuni adulti scout. Ha un carattere molto vivace e le piace buttarsi in avventure nuove e qualche volta impossibili. E’ un po’ pignola ed impulsiva, anche lei, come tutti gli esseri umani, ha qualche difetto ma, se si accorge o le fanno capire di aver sbagliato sa chinare il capo e chiedere scusa.
La sua frase e canzone preferita è “Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo”.
Ernesto Albanello Nasce 63 anni fa a Teramo, città in cui vive. Ha frequentato sia l’A.S.C.I. che l’AGESCI dove ha svolto l’attività di capo acquisendo il primo tempo per la branca E, ma poi per necessità di gruppo, si è particolarmente impegnato nella Branca Lupetti come Akela. Dal 2000 è nel MASCI dove ha ricoperto il ruolo di Magister della Comunità Teramo 1° per oltre quattro anni, per poi assumere le funzioni di Segretario Regionale per l’Abruzzo, servizio che ha esercitato dal 2008 fino ad un mese fa, quando ha deciso di passare il testimone a Paride Massari. Psicologo e psicoterapeuta, si è particolarmente dedicato alla formazione ed all’orientamento. Ha diretto Centri di Orientamento Scolastico e Professionale, ha operato in Centri di Formazione Professionale, ha insegnato e curato l’orientamento nelle Università degli Studi di Teramo e nella Università de L’Aquila dove è stato docente di Psicologia dell’Orientamento Professionale e di Psicologia Scolastica. Esercita l’attività di psicoterapeuta in studio, ha pubblicazioni al suo attivo ed ha scritto anche sulla stampa associativa con articoli e monografie nel settore della famiglia e della crescita adolescenziale. E’ particolarmente attivo anche nella educazione e nella formazione degli adulti e conduce gruppi di ascolto. In questo ambito, essere responsabile di un Centro di Psicosintesi, lo ha fatto molto crescere grazie al principio caro a questa disciplina, di “conoscere, possedere, trasformate noi stessi”: una rotta di navigazione che ha molte consonanze con lo scoutismo al punto di ritenere che Baden Powell e Roberto Assagioli (fondatore della Psicosintesi) avrebbero potuto benissimo incontrarsi per condividere molti loro principi, assolutamente equivalenti. Si candida al Consiglio Nazionale del MASCI come Consigliere, perché ritiene di aver dato molto come Segretario nella sua regione, soprattutto dedicandosi alla delicata fase del terremoto de L’Aquila del 2009, drammatico evento che lungi dall’essere risolto, forse merita di essere riaffrontato per aprire una fase nuova di aiuto a quelle popolazioni: un aiuto che significa supportarle per far loro riconquistare la gioia di vivere e la progettualità in modo da ritrovare un sorriso che consenta di sperare per un domani migliore. Ritiene che il MASCI che ci accingiamo a promuovere, possa essere interprete di molti sogni che il candidato ha e che vuole realizzare per dare l’avvio ad un reale cambiamento che non ci sarà mai, se non parte dalla trasformazione etica delle
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oltre il ponte ... donne e degli uomini di questo Paese. E’ convinto e consapevole che il Signore questo vuole e per questo ci ha dato in dono un Papa fantastico che è il faro per il vero cambiamento nei valori dell’accoglienza e della comprensione fra i popoli.
Giuseppe Maria Angelone 54 anni, coniugato con Maria Laura Tortorella, tre figli (scout!). Incaricato Comitato Esecutivo Nazionale Masci per il metodo e la catechesi, nei tre anni trascorsi ha riavviato i Campi di Spiritualità Nazionali e ideato e promosso il primo Campo Nazionale sulla Legalità e Cittadinanza Attiva. Appartiene alla comunità Masci RC 4 “Mons. Giovanni Ferro” di Reggio Calabria di cui è stato fondatore e 1° magister. Già scout nell’ ASCI e poi nell’ AGESCI, dove ha ricoperto vari incarichi, sia come capo educatore all’interno della Comunità Capi che come formatore e quadro/componente pattuglie varie, a livello regionale e nazionale. E’ vice-direttore del Centro di Prima Accoglienza/Comunità ministeriale struttura della Giustizia Minorile di Reggio Calabria. E’ laureato in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico. Ha insegnato Religione presso il liceo scientifico “L. Da Vinci” di Reggio Calabria; è stato educatore penitenziario presso la Casa circondariale di Trieste. E’ stato Responsabile della Consulta diocesana per la pastorale giovanile. Nel gennaio del 2010 è tra i fondatori del Movimento Civico REGGIONONTACE, di cui continua a essere membro attivo del coordinamento e uno dei portavoce. Fin dall’inizio della sua adesione al movimento si è impegnato per un Masci sempre più capace di formulare proposte e contenuti interessanti per le donne e gli uomini del nostro tempo, condividendo lo spirito di quella che Riccardo Della Rocca ha chiamato “rivoluzione copernicana”. Un nuovo modo di vivere il Masci introducendolo sempre più nella realtà dei problemi con cui si confrontano ogni giorno gli adulti. Ha contribuito alla stesura del quaderno per la Word Conference, ed ai manuali sullo scoutismo per adulti e sulle tracce di spiritualità. Ha realizzato per conto del CE 3 campi di spiritualità (2 sulla fede, 1 sulla speranza) ed il 1° campo sull’educazione alla legalità ed alla cittadinanza responsabile. La sua idea è che il Masci non abbia ancora espresso tutta la sua potenzialità ed abbia bisogno di una forte spinta anche di comunicazione per diventare una forza trainante della società con il contributo unitario di tutti i suoi membri, dai più giovani ai più anziani. Tra le sue qualità quella di coniugare efficacemente la teoria con la pratica; capace di efficaci sintesi teoriche e di coinvolgenti realizzazioni pratiche, crede fermamente nel lavoro di gruppo e nell’efficacia del dialogo e del confronto.
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Claudio Bissi Consigliere Nazionale nell’ultimo triennio, già Magister, incaricato regionale Cuore e Città e Segretario regionale. Sposato con Fiammetta ha due figlie ed è medico del lavoro presso l’ASL di Cesena. Da sempre impegnato a Cesena nel mondo ecclesiale parrocchiale e diocesano e nel mondo del volontariato, in special modo negli ambiti dell’Ecumenismo e Dialogo interreligioso e nella pastorale sociale e del lavoro. Ascoltatore sin dalla gioventù della Parola assieme a tanti altri amici, per meglio poterla incarnare nel quotidiano. Ama la lettura, la poesia ed il canto, specie corale. Ha partecipato in questi ultimi anni a molte iniziative dell’Arcipelago delle Opportunità, ritenendo importante prendere contatto “sul campo” di quanto si è elaborato a livello centrale (CN e CE). Ha fatto parte della staff dei tre campi di Spiritualità, ad Assisi (fede) e Crevalcore (speranza). Crede fermamente nell’incontro e nel dialogo con qualsiasi persona e realtà, per conoscere e comprendere ciò che non è conosciuto e poi meglio collaborare e servire. Se eletto continuerà ad impegnarsi per un MASCI sempre più preparato a rispondere efficacemente alle sfide del nostro tempo, per passare dall’indifferenza alla convivialità delle differenze, un movimento di adulti capaci di esprimere i valori scout nella ragionevole concretezza della fede, nella fiduciosa coltivazione della speranza e nell’operosa tenerezza della carità.
FRANCESCO BOSTICARDO Il S.R. del Piemonte, Mauro Mellano, dice di lui: Francesco è nel Masci dal 1998 anno nel quale ha contribuito in qualità di “socio fondatore” alla nascita della Comunità Rivoli 2 “Stella Polare”. E’ una vocazione adulta ovvero non ha mai fatto scoutismo in gioventù e questo lo esime dal “vivere di ricordi” situazione che a volte colpisce gli ex capi e coloro che hanno vissuto per anni l’esperienza di scoutismo giovanile. Vive la scelta dello scoutismo adulto condividendola con la moglie Rosalba, “contagiati” dai 3 figli: Roberto, Cecilia ed Elisa, ma ora inizia il trapasso di nozioni ai 4 nipoti, Andrea è nel Branco Rocce Bianche del Rivoli 2. Crede in un Masci che presenti un respiro sovracomunitario e ritiene il livello regionale e nazionale del Movimento come tappe essenziali per permettere alle comunità di crescere , essere attive sul territorio e testimoniare sempre le scelte del patto comunitario.
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oltre il ponte ... La sua scelta di servizio che deriva dall’essere scout è espressa da Francesco anche e soprattutto al di fuori del Movimento aderendo a diverse forme di volontariato. La sua determinazione e l’attenzione alle varie situazioni che si prospettano lo rendono un candidato sicuramente affidabile e prezioso all’interno di un Consiglio Nazionale sovraccarico di impegni che deve occuparsi del Movimento ma deve anche crescere come una Comunità al suo interno.
Giovanni Callegari 55 anni, sposato con tre figli. Primo incontro con lo scoutismo in ASCI, percorso in Agesci con prevalente presenza in branca EG e tardivamente in branca RS, brevettato EG. Ho sempre apprezzato Lupetti e Coccinelle ma non ho mai incontrato un capo LC che si potesse definire “normale”, quindi ho sempre evitato. Vivo tra la laguna veneta e le colline del prosecco, lungo il fiume Piave. A causa della collocazione geografica mi occupo (anche professionalmente) di storia del primo conflitto mondiale. L’attività lavorativa principale è nel campo della comunicazione e della formazione aziendale. Frequento il Maghreb per alcune iniziative formative legate all’ambiente eremico. Sono stato coinvolto nel MASCI in occasione della costituzione di una nuova Comunità, l’Anaxo1. Poco interessato ai club e alle aggregazioni elitarie, grazie a dure esperienze fisiche personali sento forte l’importanza di due parole: tempo e significato. Pur avendo una sufficiente attitudine relazionale, fatico a riconoscere valore a chi lo pretende per ruolo e non per testimonianza. Sono un cattolico cresciuto nei cespugli di rovi ed ho imparato a riconoscere le spine dalle more mature. Mi candido perché mi è stato chiesto da alcuni amici antichi e recenti, con loro sprezzo del pericolo e con una enorme fiducia, di cui sono grato davvero.
Rosaria Leonardi Cenerelli ex docente di Lettere Classiche, si è iscritta nella Comunità Masci Senigallia l nel ‘92 svolgendo quindi servizio come magistra dal 1997 al2003, successivamente come Segretaria regionale Marche dal 2004 al 2010.
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12 La Regione Masci Marche, sotto la sua coordinazione, ha operato per il Polo d’Eccellenza “Educazione alla Pace e alla Solidarietà Internazionale” attraverso iniziative relazionali e di sostegno ai profughi croati portando la Luce di Betlemme in Erzegovina e Bosnia e contattando lo scoutismo locale. Nel territorio regionale è stato organizzato un Seminario dedicato alla donna. Ha svolto servizio, presso la Scuola di Pace del Comune di Senigallia, divenendone Presidente per il biennio 20112013. Come socia fondante per il Masci coordina il Tavolo “Diritti umani” dell’Università per la Pace, Associazione reg.le deliberata dall’Assemblea legislativa delle Marche. Partecipa al Tavolo del dialogo interreligioso. Ha promosso campagne per il disarmo in appoggio all’azione dell’Anci; per la pace in Medio Oriente ha partecipato alle missioni in Palestina con Flavio Lotti nel 2009 e nel 2012. E’ socia fondante e presidente dell’Associazione di promozione sociale: “Cerchio interculturale Donne per la Pace”, orientato ad un’etica corale affinché la convivialità delle differenze diventi costume e l’etica del volto diventi motivo ispiratore di ogni rapporto umano fondato su una speranza nuova.
Liliana Concetta Guarino E’ nata il 16 maggio del 1952 a Potenza dove risiede e lavora presso la P.A. con compiti di addetta alle relazioni interne ed esterne, rapporti con i media , gestisce rapporti con Enti ed Istituzioni Territoriali. Responsabile regionale del coordinamento femminile sindacale del settore del pubblico impiego sino al 1993, e componente del coordinamento nazionale donne cisl sino al 2008. Ha realizzato esperienze collegate alla formazione gestione del mercato del lavoro rapporti con istituzioni preposte a livello nazionale e regionale Dal febbraio 2008 è componente dell’AICCRE- Sezione italiana del consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa - in rappresentanza della Regione Basilicata. Liliana è nel Masci sin dal 1983, data della sua costituzione in Basilicata, sposata con il compianto Attilio Torre, Magister della Comunità Potenza 1 e in seguito segretario regionale e componente del C.N., è madre di due figli e nonna di due nipotini. Fa parte del direttivo dell’Associazione Lucana per la Lotta alla Fibrosi Cistica.. E’ attualmente Magister della Comunità Attilio Torre – Potenza 1-
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oltre il ponte ...
Francesco Marchetti Ho 68 anni, sono nato, da genitori originari di Ferrara, a Cervia in Romagna. Attualmente risiedo in Calabria a Lamezia T. Dal punto di vista professionale, mi sono laureato in Medicina e specializzato in Dermatologia presso la facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma) e insegno nella stessa facoltà nel corso di specializzazione in Dermatologia. Dal 1974 sono sposato con Rosalba, anche lei nel MASCI, non abbiamo figli. La mia avventura scout inizia a 15 anni, nel 1960, anno in cui nasce il primo gruppo scout di Lamezia T. Ho partecipato all’11 World Jamboree tenutosi in Grecia, svolgendo servizio presso il Presidio Sanitario del contingente Italiano. Nel 1968 ho preso la Partenza e nello stesso anno, insieme ad altri amici, ho fondato a Lamezia T. la prima Comunità MASCI della città. Sono stato Magister della mia comunità, quindi ho svolto servizio in regione come incaricato stampa, dando vita al giornale regionale Brutium@e.mail ed al sito Web regionale. Dal 2002 al 2004 ho svolto servizio come Redattore di Strade Aperte per la sezione “città”e successivamente dal 2005 al 2010 sono stato chiamato a svolgere il compito di direttore editoriale della rivista associativa. Nell’ultimo triennio (2010-2013) ho svolto l’incarico di Consigliere Nazionale e Presidente della Commissione del Consiglio Nazionale “Carlo Ceschi”. Commissione competente per Spiritualità, Comunicazione e Progetti. In questa veste ho coordinato “Con noi sulla Strada – Tracce di spiritualità e catechesi per adulti” uno dei primi due libri editi dalla Fiordaliso per la collana MASCI “Foulard Azzurro”.
Paolo Modotti Nato a Pradamano (UD) nel 1948, coniugato con Graziella, ho un figlio sposato (che mi ha dato la gioia di due fantastici nipotini) e altre due figlie gemelle (tutti e tre impegnati in AGESCI). Promessa scout nel 1959. Nel MASCI dal 1986, ho svolto più volte il servizio di Magister e Segretario Regionale del Friuli Venezia Giulia (dal 1994 al 1996, dal 1998 al 2001 e dal 2002 al 2004). Nel 2002 assieme ai Segretari del Veneto e del Trentino AA ho contribuito alla nascita della Fraternità Alpe Adria Scout a cui aderiscono spontaneamente Adulti Scout Austriaci,
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12 Croati, Sloveni e naturalmente Italiani. Comunità di appartenenza Cormòns (GO)
Liliana Mustaro Ho accettato la candidatura a Consigliere Nazionale per un altro mandato perché significa che posso ancora servire. Nelle linee programmatiche, un presupposto irrinunciabile di ogni proposta è l’essenzialità e la sobrietà nelle nostre scelte e nei nostri comportamenti: i tre anni di mandato che finiranno a Bardonecchia sono stati impegnativi e laboriosi. Ecco, il lavoro mio e della Commissione Denti che ho avuto la gioia di presiedere (mondialità, vita delle regioni, regolamenti) è stato, a tratti “ matto e disperatissimo “ ma sempre sorretto dall’entusiasmo, dalla serietà e dall’onestà intellettuale. Questi gli elementi che hanno, molto semplicemente, connotato il mio incarico.
Gianluigi Oppizio Mi chiamo Gianluigi Oppizio (detto Gianni) e sono nato a Lodi il 31-12-1950. Sono sposato con Renza (A.S. MASCI) e padre di due figli, Alessia ed Andrea, entrambi cresciuti nell’AGESCI. Sono geometra professionista ancora in attività lavorativa. Il mio percorso scout inizia nel 1959, con Promessa lupetto del 1960, nel Branco ASCI Seeonee del Gruppo Azimut di Cinisello Balsamo. Quindi la Promessa Scout, nel 1963 nel riparto Mafeking del Balsamo Primo, Gruppo Azimut di Cinisello BalsamoSesto San Giovanni. All’inizio del noviziato (1966) passo al servizio presso la Parrocchia San Giuseppe, del quartiere Borgo Misto in Cinisello Balsamo, e locale sezione ACLI. In età adulta, assumo l’impegno socio politico presso l’Amministrazione Comunale (Commissione Edilizia) e nella Scuola con Comunità Educante ed AGE: Lavoro nei “Decreti Delegati” fino ad assumere la presidenza del Distretto Scolastico Nord Milano per due legislature. Sono tra i fondatori della “Comunità MASCI Adulti Azimut” con sede in Cinisello Balsamo facente riferimento al vecchio Gruppo AZIMUT di Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Cormano. La Comunità inizia le attività nel 2002 con la stesura della Carta di Comunità e nel 2005
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oltre il ponte ... ci censiamo al Nazionale. In Regione partecipo al Consiglio quale referente della “Pattuglia Natura” che da 15 anni si occupa ed organizza routes a contatto del Creato, trattando argomenti sociali ed economici afferenti l’ecologia, proposti agli A.S. con metodologia scout.
Aldo Riggio Nato nel 1950 a Roma, dove vivo. Sposato con Giovanna, due figli Guido e Maddalena entrambi capi AGESCI, un cane e tre gatti. I miei hobbies preferiti sono la chitarra, la fotografia ed il bricolage. Laureato in Ingegneria civile, attualmente sono il coordinatore nazionale per l’Educazione al Patrimonio culturale e ambientale nell’Ass. Italia Nostra onlus. Ho insegnato Topografia dal 1981 al 1999 presso un Istituto per Geometri; in quel periodo ho partecipato a diversi progetti educativi europei (apprendimento autonomo, didattica ludica, educazione ambientale, educazione alla cittadinanza). Dal 2000 al 2010 sono stato docente a contratto per Tecnica Urbanistica presso l’Università di Tor Vergata. Come ingegnere ho lavorato per molti Enti locali alla redazione di piani urbanistici e di sviluppo, per l’Agenzia Habitat dell’ONU, per il Gruppo Nazionale Difesa Terremoti, per il Magistrato del Po, con il privato e il pubblico nel campo topografico e cartografico. Sono entrato nello scoutismo a 18 anni, nel primo fuoco misto dell’AGI a Roma ed ho preso la partenza come scolta viandante. Per 25 anni sono stato capo in tutte le tre branche prima in ASCI e poi in AGESCI, dove ho ricoperto anche incarichi associativi (responsabile di zona, consigliere nazionale, membro delle pattuglie Pace ed Ambiente, capo nei campi di formazione di branca LC ed EG). Nel 1992 ho aderito al MASCI, nella Comunità Roma 16. La vita familiare, lo scoutismo e l’attività lavorativa mi hanno permesso di confermare il valore della testimonianza personale e del lavoro di squadra, dell’importanza del dialogo e della sintesi, del “pensiero divergente” e della ricerca – azione, del dialogo inter-generazionale. Per il MASCI Lazio ho collaborato alla preparazione del Giubileo del 2004 e sono stato Segretario Regionale dal 2005 al 2010. Dal 1996 sono impegnato nel progetto Sala, prima come progettista e poi per la sua realizzazione nella pattuglia degli “Scoiattoli”. Sono tra i soci fondatori di Eccomi onlus. Ho curato la redazione del primo quaderno di Strade Aperte “Fare strada nel Creato” e partecipato alla redazione del quaderno “Entra nella Storia”. Sono incaricato nazionale per la formazione dal 2010, proseguendo nella definizione dell’Arcipelago delle Opportunità e curando la redazione dei Taccuini della Scoperta e della Responsabilità; in questi anni sono stato formatore in diverse Isole dell’Arcipelago. Credo che la proposta del MASCI alle donne ed agli uomini di oggi abbia una validità ancora non del tutto espressa sia nella Chiesa che nella società civile. Sono convinto
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che solo una forte, fiduciosa e creativa collaborazione tra tutti i livelli del Movimento possa sviluppare lo spirito e di contenuti della “rivoluzione copernicana” riconfermando il ruolo centrale delle Comunità, che operino insieme in rete e sappiano fare sinergia. Ritengo che il MASCI debba cooperare sempre più attivamente con le Associazioni (ad iniziare da quelle dello scautismo giovanile), gli organismi ed anche gli Enti locali per riflettere, progettare e cercare di realizzare un “mondo migliore di come lo abbiamo trovato” (e, ahimè, di come l’abbiamo ridotto) proseguendo nel cammino iniziato con “piazze, trivi e quadrivi”. Credo che il MASCI abbia oggi bisogno di un periodo per “interiorizzare”, sperimentare e adeguare le innovazioni introdotte in questi anni dalle Assemblee e dal C.N. e ritengo quindi che nel prossimo triennio tutto il MASCI debba destinare un impegno particolare per la comunicazione sia interna che verso l’esterno e per lo sviluppo, che si debba proseguire nell’esperienza dell’Arcipelago come opportunità “forte” del percorso educativo di ogni A.S. e che in questo periodo vadano tradotte in pratica le intuizioni della “rivoluzione copernicana” e di “piazze, trivi e quadrivi”.
PINO ROMEO Sono nato nel dicembre 1956 e nel dicembre del ’71 ho pronunciato la mia Promessa scout nell’ASCI Riparto San Giorgio del Battipaglia I°. Sposato da 28 anni con Maria Assunta, due figli Domenico e Maria. Dal punto di vista professionale, sono impiegato in una Società che opera nel terziario e nel 1993 ho conseguito l’abilitazione di Ragioniere Commercialista. Ho prestato servizio, durante il servizio militare, come aiuto Capo Reparto dell’Aquila Rossa del Gruppo La Spezia 2 Sviluppo (1978-1979). Nel 1979 ho partecipo al campo scuola di 1° tempo a Vara (SV) e, rientrato a Battipaglia, partecipo nell’autunno dello stesso anno al campo scuola di 2° tempo a Bracciano per le Branche E/G. Nel 1980 Capo Reparto del Reparto San Giorgio; nel 1984 incaricato del Comitato di Zona della Zona Salerno; nel 1985 Capo Reparto del Reparto Andromeda; nel 1986 Animatore di Co.Ca.. Nel 2008 sono uno dei fautori della nascita della Comunità MASCI Battipaglia 2. Nello stesso anno ho dato vita al notiziario di Comunità “SEMEL”. Ho partecipato agli incontri sulla comunicazione tenutesi a Cesena, Loreto e Roma. Eletto al C.N. nel 2010 ho partecipato ai lavori della Commissione Ceschi. Nell’evento nazionale di Salerno: “Piazze, trivi e quadrivi: Abitare la città dell’Uomo” ho dato il mio contributo nel Comitato Organizzatore. Con l’aiuto di Dio, farò del mio meglio per contribuire, per e con il MASCI, nel “camminare” …. Oltre il ponte.
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Maria Grazia Ruta Ho 59 anni, sono nata a Modica ( Sicilia) dove risiedo tuttora; sposata con due figlie che vivono a Roma.Entrata nello scoutismo nel 1991, dal 1993 al 1999 sono stata segretaria regionale. Nel 2001sono stata eletta consigliere nazionale e mi sono occupata del settore ”Fede”.Ho conosciuto la “grande ma umile “ figura di Padre Federico Lombardi che mi ha dato tanto nella crescita della mia vita spirituale,insieme ad un altro grande sacerdote, don Paolo Ruta. Pubblicato oltre l’itinerario di fede nella rivista di Strade Aperte, un quaderno “ preghiere e celebrazioni” .Cerco sempre di spendermi per il movimento anche senza incarichi.
LAURA TERRENI è nata a Livorno cinquantasei anni fa e là risiede tutt’ora. Si occupa di aste giudiziarie in una rinomata organizzazione del settore. Aveva 12 anni quando ha fatto il suo ingresso nello scoutismo giovanile percorrendone tutto l’iter e ricoprendo di volta in volta i vari incarichi. Una volta nella Comunità Capi, ha svolto il suo ruolo presso varie realtà AGESCI della Toscana. Nel 1990 è entrata nel MASCI nella comunità di Livorno, nella quale ha ricoperto per vari anni il ruolo di magister. Per vario tempo si è anche occupata nella Regione dello sviluppo, incarico che tutt’ora le è affidato. Dal 2006 al 2012 è stata Segretario Regionale della Toscana, ove ha saputo creare un forte spirito di unione fra le varie comunità. Attualmente è stata di nuovo scelta come proprio magister dalla comunità di Livorno. Si propone alla candidatura di Consigliere Nazionale avvalendosi della sua lunga esperienza di scout sia nello scoutismo giovanile sia nel MASCI.
Giovanni Tritto Nato a Molfetta nel 1944, felicemente sposato con Rita Mastropasqua, padre di tre figli e nonno di tre nipotini. Promessa scout nel 1957 capo clan Gilwell e consigliere generale ASCI nel 1974, data di nascita AGESCI. Tornato in Puglia per aver svolto le funzioni di Segretario Comunale in Umbria (Valnerina) ha fondato una comunità Masci a Molfetta nel 1982 in coincidenza dell’arrivo quale Vescovo, di don Tonino Bello.
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12 Il Servo di Dio rivolgeva all’Assemblea Regionale Puglia del 1991 “un metodo per crescere insieme” un monito: “Se non si vive profondamente l’avverbio, (insieme) difficilmente i verbi che l’accompagnano giungeranno a compimento” Nel 2003 nominato componente nella Commissione per la risoluzione di controversie interne al Masci ha partecipato in varie occasioni all’attuazione dello Statuto attuale approvato all’Assemblea di Rimini. Subentrato nell’attuale C.N. nella commissione Denti, è stato ricandidato dalla Regione Puglia, accettando comunque di continuare a servire.
ROBERTO URSINO Ho 62 anni, e sono sposato da 35 con Annamaria, ci siamo conosciuti grazie allo scautismo tanti anni fa, insieme abbiamo fondato il gruppo scaut che ci ha visti impegnati nel servizio di capi unità. Abbiamo due figlie, Valentina e Carola, anche loro dopo essere state per lungo tempo nel gruppo di noi genitori , oggi ricoprono incarichi regionali in Agesci come capi formati. Terminato il servizio attivo in Agesci e diventati genitori di due ragazze che frequentavano il gruppo scaut, capimmo essere arrivato per noi il tempo di impegnarci nel Masci, non avendo comunità vicine alla zona dove abitiamo non ci rimaneva altro che fondarne una nuova. In questa comunità ho fatto il magister ma nello stesso tempo la mia regione mi chiese di prestare servizio come Segretario Regionale incarico che ho assolto per due mandati.Finito il mio impegno come S.R. pensavo di tornare alla vita della mia comunità come tanti altri ma tra i tanti amici conosciuti in Consiglio Nazionale alcuni mi candidarono come Consigliere Nazionale e all’ assemblea di Principina del 2010 venni eletto.Oggi ancora una volta mi si chiede di servire il movimento incarico che accetto rispondendo alla mia morale all’interno della quale trovo il motivo del mio Estote Parati.
ANGELO VAVASSORI Mi presento : chi sono, il mio percorso scout e perché la candidatura a Consigliere Nazionale Masci. Chi sono : Vivo a Como e sono sposato con Daniela che condivide con me l’esperienza Masci; abbiamo tre figli Davide, Giulia e Caterina. Lavoro come professionista agronomo e paesaggista, ovvero mi occupo di paesaggio, parchi pubblici e privati, alberi, forestazione, ambiente naturale ed educazione ambientale. Amo divulgare quello che conosco ed ho imparato per cui ho scritto una dozzina
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oltre il ponte ... di libri ed un centinaio di articoli tecnici della disciplina di cui mi occupo. Ho 55 anni, di cui quasi tutti spesi, oltre al lavoro, in associazioni di volontariato di tipo ecclesiale, educativo, ambientale e di cittadinanza attiva. Il mio percorso scout : entrato da adolescente nello scoutismo in reparto non ne sono più uscito. Dopo l’esperienza giovanile del gruppo scout sono stato, in più città a causa della mia migrazione, capo reparto, Maestro del Noviziato, capo Clan, quadro associativo Agesci in regione Lombardia in R/S e Volontariato sociale ed eletto per tre mandati come consigliere nazionale Agesci. Membro della Pattuglia nazionale RS, Capo campo nei campi di formazione metodologica prima R/S e poi Interbranca. Con grande soddisfazione, e con non poche riflessioni, sono passato al Masci per continuare la strada dello scoutismo in un ambito consono alla mia età adulta e forse “matura “, dove ho svolto anche il ruolo di Magister della mia comunità di Como. Perché la candidatura a Consigliere Nazionale Masci : per offrire un Servizio al movimento frutto della mie esperienze svolte in ambito associativo e nella chiesa locale; per costruire e sviluppare un movimento che sappia parlare agli adulti del nostro tempo con un esempio ed un linguaggio di sincerità, responsabilità ed impegno, nello stile di chi non si prende troppo sul serio e sappia essere solidale e sensibile alla dignità di ogni situazione e persona. Insomma , …. per lasciare il movimento ed il mondo meglio di come lo abbiamo ricevuto.
LUISA ZANELLI Ho 57 anni, vivo a Verona . Sono sposata con Marco ed abbiamo 3 figli, oramai grandi. Sono laureata in Scienze Statistiche ed ho lavorato per più di 30 anni come programmatrice presso una grande banca. Dal 1° maggio di quest’anno sono una ….. felice pensionata! Non ho esperienza diretta di scautismo giovanile, ma ho seguito con attenzione ed entusiasmo i miei tre figli durante il loro percorso scout. Ed è proprio dalla condivisione dei valori e dei metodi che abbiamo conosciuto tramite i nostri figli, che nel 2001 è nata da un bel gruppo di noi genitori la Comunità MASCI VERONA 20 di cui ancora oggi io e Marco facciamo parte. Sono stata Magister della mia Comunità per 3 anni. Ho sempre seguito con interesse anche la vita del Movimento, cercando di partecipare il più possibile agli eventi proposti. Nel Movimento ho cercato ed ho trovato molteplici occasioni di crescita personale. Ne cito solo alcune a titolo di esempio : la settimana di servizio in Abruzzo nell’agosto del 2009, la partecipazione al Sinodo dei Magister ad Alghero nell’ottobre dello stesso anno, i campi di servizio a Lourdes nel 2010 e nel 2012. Ho accettato la candidatura a consigliere nazionale con spirito di servizio, per vivere un’avventura in cui credo e in cui intendo impegnarmi quanto meglio posso. Grazie e buona strada a tutti Luisa
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candidati al ruolo di revisore dei conti
MAURIZIO CIPOLLONI
nato a Terni il14.12.1949 iscritto al MASCI dal 2004 nel Foligno2. Nel Movimento sono tra i formatori, incaricato del portale regionale e della mia Comunità; Catechista per gli adulti e iscritto al quarto anno della Scuola Teologica di Assisi-Foligno. Dirigente del Comune di Perugia. Laureato presso la Facoltà di Giurisprudenza di Siena, Consulente del Lavoro e da tre anni Conciliatore Professionista. Sposato con Rosalba anche lei nel MASCI, ho due figli, Carlo di trenta anni non più in servizio da pochi mesi di Capo dell’AGESCI e Chiara di venticinque, Capo Clan all’AGESCI Foligno3 ancora in servizio. Non ho una formazione giovanile nello scautismo ma sono ventidue anni che vivo lo spirito scout partecipando prima con i miei figli in tutti i ruoli di supporto alla attività in LC, EG, RS, in un’associazione di genitori scout fino all’incontro con il MASCI. Perché votarmi? Perché ognuno di noi deve rendersi disponibile a un servizio dove potrà fare del suo meglio.
CLAUDIO CURSI Nato a Casaprota (RI) il 31/01/1951, risiede da oltre 50 anni a Monterotondo, dove si è inserito nell’ambiente sociale e lavorativo distinguendosi per il suo impegno in ambito politico e nelle attività di volontariato. E’ sposato con Luisa Valle, ed ha tre figli i quali hanno vissuto tutti l’esperienza dello Scoutismo. Ha lavorato fino al 2011 in banca come Quadro direttivo, e in quella sede è stato conosciuto e stimato per la sua competenza professionale.
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oltre il ponte ... E’ stato impegnato nello Scoutismo fin dal 1963: prima come scout, poi come Aiuto Capo Branco, Capo Riparto e Maestro dei Novizi. Da vari anni ha intrapreso il cammino degli Adulti Scout e attualmente è membro della comunità MASCI di Monterotondo. Dal 2005 al 2008 è stato Vicesegretario Regionale del Lazio e dal 2012 ad oggi ha avuto rinnovato questo incarico. Attualmente è Responsabile Regionale del Progetto Sala. Ha collaborato per 15 anni con il mondo del volontariato nel “Centro Betania”, punto di ascolto e prima accoglienza per extra-comunitari e persone bisognose. Ha ricoperto vari incarichi amministrativi locali: Presidente Assemblea ASL, Vice Presidente Comitato di Gestione USL, Consigliere Comunale. Ha seguito dal 2000 al 2009 le problematiche della scuola in quanto Presidente del Consiglio d’Istituto del Liceo Scientifico “G.Peano”di Monterotondo. Fa parte del Consiglio Pastorale ed Economico della sua Parrocchia.
Dino Di Cicco nato a Genova, studi e università a Napoli, sposato con Patrizia, dirigente industriale in pensione con una pluriennale esperienza in campo amministrativo e contabile, componente della Comunità piemontese Rivoli 1, Segretario Regionale del Piemonte dal 2005 al 2008, partecipante alle route sulla via Francigena dal 2008 ad oggi (e domani) , pronto a mettere la sua competenza al servizio del Movimento.
Francesco Santacroce Sono nato a Scilla (RC) nel 1948, sono sposato con due figli. Sono scout dal 1961 e rimasto sempre a disposizione dello scautismo ricoprendo quasi vari e numerosi incarichi: da capo squadriglia (aquile) a capo gruppo, capo clan, capo reparto, sia in ASCI che in AGESCI, con ruoli anche di responsabile provinciale ASCI e responsabile di zona AGESCI. Da Adulto Scout sono Magister e fondatore della Comunità MASCI di Scilla. Sono laureato in Economia e Commercio, sono un dottore commercialista, consulente del lavoro e revisore dei conti . Le mie esperienze lavorative e professionali sono: docente in corsi di formazione per
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12 praticanti consulenti, collaboratore docente in diritto bancario Università di Messina, funzionario di banca, consigliere comunale e di altri enti pubblici, sindaco di società private e revisore comunale, commissario ad acacta per enti pubblici, ecc. Le mie esperienze sociali: responsabile consiglio affari economici presso la parrocchia di scilla, consigliere diocesano consiglio affari economici e sostentamento clero, socio di varie associazioni di volontariato in qualità di promotore, di responsabile, di animatore o semplicemente di aderente.
Franco Valerii Franco vive a Teramo in Abruzzo, dove svolge la sua professione di bancario da circa 31 anni. È sposato con Silvia, insegnante di scuola elementare ed ha 2 figlie di 29 e 26 anni. Si è avvicinato allo scautismo da circa cinque anni inserendosi nella Comunità Masci di Teramo 2, partecipando attivamente alle attività proposte dalla sua stessa Comunità e anche al Consiglio Regionale. La sua promessa scout risale al dicembre del 2009. Proprio per la sua professionalità, svolge l’incarico di tesoriere nella sua Comunità di appartenenza. Franco è persona mite e cortese, con chiare caratteristiche di attenzione e disponibilità, e le sue competenze professionali lo portano ad essere “la persona giusta, al posto giusto”, per ricoprire il ruolo di revisore dei conti, in collaborazione con il Tesoriere e l’Amministratore Naz.li. La candidatura di Franco è stata fortemente voluta e sostenuta dalla Regione Abruzzo che ripone in lui l’assoluta fiducia al ruolo per il quale è candidato.
VINCENZO VITALE Ho 54 anni e risiedo a Casagiove(CE) dove sono nato. Sono laureato in Economia e Commercio ed attualmente svolgo la professione di Dottore Commercialista. Non sono sposato e vivo con mamma, sorella, cognato e nipoti. La prima esperienza scout è stata nel 1963 quando a Casagiove nacque il gruppo ASCI Casagiove 1°, quindi tutta la trafila ovvero lupetto, esploratore ecc. Nel 1988 in occasione del 25° anniversario del gruppo scout nacque la comunità MASCI a cui ho aderito e di cui sono stato anche MAGISTER. Attualmente sono Revisore dei Conti sino alla prossima Assemblea Nazionale.
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Il bilancio sociale del masci Renato Di Francesco
PREMESSA Il Bilancio Sociale di un Ente ha lo scopo di portare a conoscenza dei vari Gruppi di portatori di interessi ( Stakeholders ) non solo gli aspetti contabili, economici e finanziari, ma soprattutto gli aspetti “ extranumerici “ della gestione dello stesso Ente, al fine di dimostrare la coerenza tra la “ Mission “ e i risultati raggiunti e le azioni poste per raggiurgerli ; in definitiva è un importante e fondamentale documento di comunicazione attraverso il quale si intende esprimere i risultati del proprio operato, quantitativo e qualitativo, e gli obiettivi che l’Ente intende perseguire. Punto centrale di riferimento del Bilancio Sociale di un Ente è principalmente la “ Mission “ dell’ Ente stesso con i suoi aspetti qualitativi quali l’assetto istituzionale,organizzativo le linee guida,la sua identità e provenienza, i servizi, gli stakeholders,le composizioni statistiche degli associati ecc. Il C.N. del Maggio 2013 ha deliberato di elaborare un primo Bilancio Sociale del MASCI che si presenta alquanto complesso e che comporterebbe un processo di assemblaggio molto difficile ed articolato non compatibile con i tempi stretti in un periodo pre – assembleare. Ciò nonostante abbiamo voluto presentare, per l’Assemblea di Bardonecchia, una prima parziale stesura del Bilancio Sociale del MASCI limitandoci principalmente agli aspetti economici e finanziari, ma integrati con elaborazioni di prospetti, tabelle, documenti, grafici che favoriscono la compresione dei vari fenomeni gestionali anche ai meno addetti ai lavori. E’ da sottolineare la presentazione del Rendiconto Economico del MASCI degli ultimo 10 anni da cui si evince una politica oculata e virtuosa del nosto Movimento comprovata dai risultati di gestione sempre positivi. Inoltre abbiamo voluto presentare alcuni aspetti “ extranumerici “ quali la nostra Mission.e Vision, la mappa degli stakeholders, l’assetto istituzionale con gli incarichi e ruoli ricoperti alla datta del 30 Settembre 2013. Sarà cura dei prossimi organi istituzionali del MASCI redigere un Bilancio Sociale definitivo e completo dei vari aspetti precedentemente enunciati, da pubblicare possibilmente in un numero speciale della Rivista Strade Aperte più adatta ad illustrare foto, grafici, e tabelle ecc. Infine facciamo presente che per illustrare le varie situazioni economiche e finanziare del MASCI, non abbiamo utilizzato gli schemi previsti dall’art. 2424 e seguenti del codice civile in materia di Bilancio, che sono specifici per gli addetti ai lavori,
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12 invece abbiamo voluto presentare schemi tradizionali di Rendiconto Economico e di Stato Patrimoniale più adatti ad una visione immediata e chiara dei vari fenomeni di gestione. Buona lettura L’Amministratore La Vision del MASCI Siamo uomini e donne provenienti da strade ed esperienze diverse, ma uniti dalla convinzione che lo scautismo è una strada di libertà per tutte le stagioni della vita e che la felicità è servire gli altri a partire dai più piccoli, deboli ed indifesi. Siamo convinti che la nostra proposta sia valida per ogni persona che non consideri l’età adulta un punto di arrivo, ma voglia continuare a crescere per dare senso alla vita ed operare per un mondo di pace più libero e più giusto. Per questo motivo ci rivolgiamo a chi vuole continuare a fare educazione permanente con il metodo scout testimoniandone i valori ed a chi si avvicina per la prima volta allo scautismo da adulto La mission del MASCI Il MASCI ha una missione fondamentale: L’educazione degli adulti che vogliamo declinare secondo quattro percorsi: • Un metodo per l’Educazione degli adulti. Percorsi “Entra nella Storia”: • • Tracce di Spiritualità e catechesi per adulti: • Mondialità e salvaguardia del pianeta Abbiamo scelto da lungo tempo questa missione perché siamo convinti che l’educazione degli adulti è oggi sfida e opportunità profetica, per dare un senso alla vita, per costruire speranza e futuro. È nel nostro tempo e in questa storia che dobbiamo collocare la nostra missione della “educazione degli adulti”. L’educazione ha senso solo se incarnata, se sa coniugare valori e storia ed è capace di tradurli in metodo, in proposta di esperienze. Solo così si comprende il senso dell’educazione degli adulti. Dobbiamo, tutti noi adulti, riprendere a camminare sulle nostre gambe, a rialzare la testa, a spezzare le catene, a infrangere gli idoli che ci illudono e, per noi credenti, a proclamare che solo Dio è il Signore. E’ proprio questo cambiamento così rapido e profondo del nostro tempo che interpella tutto lo scautismo per questa nuova e più impegnativa sfida. La sfida che attende oggi tutto lo scautismo è rappresentata dallo “scautismo per tutta la vita”. Le grandi trasformazioni non si possono affrontare “da soli” ma solo con una comunità di riferimento inserita in una dimensione di movimento. Lo scoutismo mantiene tutta la sua attualità solo se resta fedele alla “missione educativa”, se mantiene tutta la sua originalità, se si rivolge ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ma oggi soprattutto agli adulti del nostro tempo per aiutarli a costruire se stessi, a diventare
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oltre il ponte ... persone autonome, critiche, capaci di scelte impegnative, persone che si commuovono davanti al dolore presente nel mondo, persone capaci di indignarsi di fronte alle ingiustizie e di impegnarsi concretamente per combatterle, persone capaci di scelte talvolta impopolari e controcorrente e di restarvi fedeli anche quando è più difficile.
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12 ASSETTO ISTITUZIONALE Assemblea nazionale L’ Assemblea nazionale è formata dai delegati degli Adulti Scout ( un delegato in rappresentanza di ogni Comunità censita), dai componenti del Consiglio nazionale e del Comitato esecutivo e dagli Assistenti ecclesiastici regionale. I Revisori dei conti partecipano all’ Assemblea con il solo diritto di parola su problemi di loro specifica competenza. L’ Assemblea si riunisce in via ordinaria ogni tre anni su convocazione del Presidente nazionale. e, in via straordinaria, di norma per approvare modifiche al Patto Comunitario ed allo Statuto sociale, su iniziativa del Consiglio nazionale o su richiesta di almeno un terzo dei censiti. E’ di competenza dell’ Assemblea nazionale. a) Approvare e modificare il patto Comunitario e lo Statuto sociale; Approvare gli indirizzi programmatici pluriennali del Movimento; b) c) Approvare specifici documenti su argomenti di particolare interesse per il Movimento; d) Eleggere con distinte votazioni il Presidente nazionale, il Segretario nazionale, dieci componenti il Consiglio nazionale ed i tre componenti il Collegio dei Revisori dei conti. Presiede l’ Assemblea nazionale un Presidente eletto dall’ assemblea stessa coadiuvato da un Vice Presidente, anch’ esso di nomina assembleare. L’ Assemblea nazionale, validamente costituita con la presenza di almeno il sessanta per cento degli aventi diritto, delibera a maggioranza assoluta dei voti espressi, considerando voti espressi anche le astensioni. Le modifiche al Patto Comunitario ed allo Statuto sociale sono adottate con la maggioranza dei due terzi dei votanti. Consiglio nazionale Il Consiglio nazionale è costituito dal Presidente nazionale, che lo presiede, dall’ Assistente ecclesiastico nazionale, dal Segretario nazionale, dai dieci consiglieri eletti dall’ assemblea nazionale, dai Segretari regionali e dai Commissari regionali qualora designati. Partecipano al Consiglio nazionale con il solo diritto di parola l’ Adulto Scout del MASCI membro del Comitato mondiale dell’ ISGF, il segretario internazionale, l’amministratore, il direttore della rivista Strade Aperte, il responsabile del sito Internet e i revisori dei conti. Il Consiglio nazionale si riunisce di norma almeno tre volte all’ anno su convocazione del Presidente nazionale e, in via straordinaria, su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti e le sue riunioni sono valide con la presenza del Presidente nazionale o di chi ne fa le veci e di almeno la metà dei suoi componenti. Le decisioni vengono prese a maggioranza assoluta di voti espressi, inclusi i voti di astensione. I principali compiti del Consiglio nazionale sono: Provvedere, sulla base degli indirizzi programmatici approvati dall’ assemblea a) nazionale, alla redazione di un programma nazionale pluriennale ed ad affidarlo per la realizzazione al Comitato esecutivo verificando poi annualmente il suo stato di attuazione. b) Seguire la vita delle regioni anche in riferimento al grado di recepimento a livello locale degli indirizzi programmatici approvati dall’ assemblea e del programma
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oltre il ponte ... nazionale approvato dal C.N. c) Approvare il piano redazionale della rivista Strade Aperte e quello della gestione del sito Internet. d) Approva annualmente il bilancio di previsione ed il conto consuntivo, approva eventuali spese straordinaria e determina l’ ammontare delle quote associative annuali. e) Emanare e modificare i regolamenti per l’ attuazione dello Statuto sociale. f) Ratificare, su designazione del Presidente nazionale, la nomina del Vice Presidente nazionale e, su designazione del Segretario nazionale, la nomina del Vice Segretario nazionale. g) Nominare i due Adulti Scout che assisteranno il Presidente nazionale nel dirimere controverse sull’ interpretazione dello Statuto sociale. h) Ratificare la nomina dei componenti del Comitato esecutivo designati dal Segretario nazionale e conferire, su proposta del Presidente e del Segretario nazionale, la nomina del direttore della rivista Strade Aperte, del responsabile del sito Internet, dell’ amministratore e del Segretario internazionale.
Comitato esecutivo Il Comitato esecutivo è l’ organo esecutivo del Movimento. Esso è costituito dal Segretario nazionale, che lo convoca e lo presiede, dall’ Assistente ecclesiastico nazionale, da un massimo di sei componenti, scelti e nominati dal Segretario nazionale tra gli Adulti scout censiti almeno da due anni previa ratifica del Consiglio nazionale, dall’ amministratore, dal direttore della rivista Strade Aperte, dal responsabile del sito Internet e dal segretario internazionale. Partecipa al Comitato esecutivo il Presidente nazionale con diritto d’ intervento e possibilità, per importati e giustificati motivi, di sospenderne gli atti e rinviarli all’ esame del Consiglio Nazionale. I Revisori dei conti partecipano alle riunioni del Comitato esecutivo quando gli argomenti in discussione richiedano la loro presenza. Il Comitato esecutivo si riunisce almeno quattro volte all’ anno. Le sue riunioni sono valide quando è presente il Presidente nazionale o chi ne fa le veci ed è presente almeno la metà dei suoi membri. Delibera a maggioranza assoluta dei voti espressi, considerano tali anche le astensioni. In caso di parità il voto del Segretario nazionale è determinante. Compiti principali del Comitato esecutivo sono: Dare impulso alla vita del movimento attuando il programma nazionale sulla a) base delle indicazioni del Consiglio nazionale. b) Raccogliere le esperienze più significative realizzate dalle Comunità e diffonderle a tutto il Movimento. c) Cura, d’intesa con i Segretari regionali, lo sviluppo del Movimento. d) Registra le Comunità, i Magister ed i Segretari regionali e cura il censimento annuale dei soci e delle Comunità del MASCI. e) Esamina preventivamente e sottopone all’ approvazione del Consiglio nazionale:
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12 - Il rapporto sulle relazioni internazionali e sulla mondialità predisposto dal segretario internazionale; - Il piano annuale di gestione del sito Internet predisposto dal responsabile del sito: - gli schemi dei bilancio di previsione e del conto consuntivo predisposti dall’ amministratore; - il piano redazionale della rivista Strade Aperte.
Collegio dei Revisori dei conti Il Collegio è costituito da tre Revisori eletti dall’ Assemblea nazionale. Essi durano in carica tre anni e sono rieleggibili per un solo triennio successivo. Il loro incarico è incompatibile con quello di Segretario nazionale, di componente del Consiglio nazionale e del Comitato esecutivo. Il collegio dei Revisori dei conti esercita il controllo della gestione dei fondi sociali e presenta al Consiglio nazionale una sua relazione sul conto consuntivo annuale. I Revisori dei conti assistono alle riunioni del Consiglio nazionale e del Comitato esecutivo nelle quali si trattano argomenti attinenti la loro funzione ed esprimono in proposito il loro motivato parere.
Incaricati MASCI alla data del 30/09/2013 Presidente Nazionale Riccardo Della Rocca Assistente Ecc. Nazionale Padre Francesco Compagnoni Alberto Albertini Segretario Nazionale
CONSIGLIO NAZIONALE A) Consiglieri Eletti Claudio Bissi Francesco Bosticardo Nuccio Costantino Bruno Magatti Francesco Marchetti Liliana Mustaro Pino Romeo Ermanno Tittarelli Giovanni Tritto Roberto Ursino
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oltre il ponte ... B) Consiglieri di diritto ABRUZZO Paride Massari BASILICATA Ugo Mucig - Rosa Rufolo CALABRIA Marie-Josè D’Alessandro CAMPANIA Carmine Zobel EMILIA Vanda Sansovini FRIULI Roberto De Piccoli LAZIO Federico Calcagnini LIGURIA Alessandro Bavassano LOMBARDIA Fausto Pizzoni MARCHE Camillo Ludovico MOLISE Giovanni Santella e Maria Teresa Buonicore PIEMONTE Mauro Mellano PUGLIA Luigi Cioffi Nino Sanna SARDEGNA SICILIA Carmelo Casano TOSCANA Marino Monachini TRENTINO Paolo Carraro UMBRIA Lucio Nigro Luigi Amato VALLE D’AOSTA VENETO Chiara Sabadin - Maurizio Niero REVISORI DEI CONTI Franco Nerbi ( Presidente ) Lucia Giallorenzo Enzo Vitale Tesoriere Tonino Cossu COMITATO ESECUTIVO Amministratore Renato Di Francesco Giovanni Morello Direttore Strade Aperte Educazione degli Adulti Giuseppe Angelone Formazione degli Adulti Aldo Riggio Imprese e progetti Renzo Angeli Incaricato Sito Internet Lorena Accollettati Organizzazione Gigi Di Russo Segretario Internazionale Franco Vecchiocattivi Sviluppo Mario Rocca
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12 LA GESTIONE ECONOMICA DEL MASCI Il Rendiconto Economico evidenzia il flusso dei Ricavi e dei Costi dal cui confronto deriva il risultato della gestione riferito ad un periodo generalmente l’ anno che viene definito “ esercizio “ Abbiamo voluto presentare innanzitutto un analitico Rendiconto Economico ( Tab. I) , ma con i costi raggruppati in macroclassi secondo i vari capitoli di spesa sia per l’esercizio 2012 che 2011 al fine di favorire il confronto con il successivo documento del Rendiconto Economico decennale del MASCI ( Tab. VII) Dal predetto prospetto ( Tab. I) si rileva, dopo aver assegnato alle Regioni MASCI la considerevole somma di € 33.536 per l’anno 2012 e € 33.256 per l’anno 2011, un Avanzo di gestione per l’anno 2012 pari a € 6.129 con un incremento del 26% rispetto a quello dell’anno precedente 2011 pari a € 4.880. La composizione dei Ricavi presenta,per l’esercizio 2012, anche la Quota di partecipazione dell’Evento Nazionale (Salerno PTQ) pari a € 132.803 ciò che non risulta esposto nel Rendiconto del 2011 in quanto non si sono svolti in quell’anno significativi Eventi nazionali. La composizione dei Costi, configurati per natura e per destinazione, sono evidenziati sia nella Tabella I , colonna %, ma anche nel successivo grafico a torta ( Tab. II) che rende più immediato la cognizione della dinamica dei costi. Nella successiva tabella del Rendiconto Economico anno 2012 a CF / CV ( Tab. III) si evidenzia la composizione degli stessi Costi fissi e variabili in cui per differenza fra il totale dei Ricavi e il totale dei costi variabili si determina il Margine di Contribuzione pari a € 103.761 necessario per la copertura dei costi fissi di gestione. E’ da precisare che tale classificazione fra CF e Cv è prettamente contabile in realtà quasi tutti i costi sostenuti dal MASCI sono obbligatori e quindi fissi per le attività sociali necessari al raggiungimento degli obiettivi collegati alla nostra Mission. Gli allegati grafici a torta evidenziano meglio la composizione dei Ricavi ( Tab. IV) e dei Costi ( tab.V) ed inoltre avendo determinato il predetto M.d.C. ( Margine di Contribuzione ) è possibile costruire il grafico del BEP dell’intera gestione economica del MASCI per l’anno 2012 (tab. VI). Il BEP ( Break Even Point) rappresenta il punto di equilibrio dell’ammontare dei ricavi necessari per remunerare anche i costi Fissi ed ottenere un risultato di gestione in equilibrio ossia pari a zero, utilizzando formule matematiche di analisi di bilancio. Per l’esercizio 2012 il Bep o Punto di equilibrio si raggiunge con un totale dei ricavi pari a € 359.724 (tab. VI). Infine fra gli indicatori economici (tab. X) abbiamo evidenziato solo il ROE in quanto gli altri classici indicatori economici non sono affatto significativi per la specifica e tipica gestione delle attività del MASCI. Il ROE ( Return on Equity) pari a 28,57% esprime un buon rendimento della gestione totale ( € 6.129) rapportato al Patrimonio Netto che configura le risorse proprie del MASCI pari a € 21.453.
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oltre il ponte ... RENDICONTO ECONOMICO 2012 - 2011 Tab.I Entrate / Ricavi Descrizione Quote soci
ANNO 2012 Parziale
N. 6153
Quote Comunita' N. 350 Raccolta fondi x Impresa Naz. Sala
ANNO 2011 Totale
%
Parziale
221.649
222.730
13.600
13.760
Totale
%
9.042
Quote sociali Quote partecipazione a Eventi Naz. Totale quote associative
244.291 132.803 377.094
244.291 132.803 377.094
63,9% 34,7% 98,6%
236.490 4.840 241.330
Interessi attivi
175
195
Varie
157
2.794
Fondo riserva per Avanzo anno precedente
Entrate diverse totale Entrate
4.880
5.212 382.306
236.490 4.840 241.330
93,6% 1,9% 95,6%
8.215
5.212 382.306
1,4%
11.204 252.534
11.204 4,4% 252.534 100,0%
100,0%
Uscite / Costi Descrizione
Parziale
Consulta dei laici ISGF+quota Europa Foulards Bianchi FOCSIV Copercom Reteinopera
%
Parziale
Totale
%
258 11.700 1.033 0
75 500
Adesione ad Enti
14.568
75
14.568
3,8%
1.091 1.045 304 355 684 1.516 1.750 270 0
Spese funzionam.C.E..
7.015
Centro Studi M.Mazza Borsa Studio C.Ceschi Impresa Vie Romee Eventi Nazionali Accant Fondo terremoto Emilia/R Rimb partec Salerno Accant Fondo Cassa Comp Ass 2013
Attivita' sociali
Servizi Associativi Spese postali Telefoniche Cancelleria e stampati Spese funzionam.uffici Assicurazioni Manutenzioni Spese Banca e Uff.Post. Spese condominio Spese gestione Sede Canoni affitto Atttrezzature Canoni Leasing Spese varie n.a.c.
Segreteria Nazionale e Altre spese
55.225
IRES Ente M.Carpegna ICI M. Carpegna Rimb.imposte Ente. M. Carp
27.342
20.525
8,1%
12.651
5,0%
112.650
44,6%
61.900
24,5%
26.244
10,4%
1.434 1.241 2.877 1.750 681 0
7.015 1,8%
20.525 5.000 258 223 7.170
138.513 36,2%
12.651 19.436 33.256
58.604 1.354
133.514 34,9%
112.650 3.512 2.920 2.475 39.365 217 927 906 498 2.259 1.860 1.624 5.000 337
55.225 14,4%
13.843 8.129 1.003 1.560 500 103 2.204
Spese Viaggi e riunioni e Organi Centrali
5,2%
6.722
3.964 2.369 2.410 32.928 217 773 1.635 499 2.776 1.800 331 4.000 1.523
Consigli Nazionali Comitati Esecutivi Riunioni Collegio Revisori Riunioni internazionali Riunioni Commissioni C.N. Rimb.Presidente Rimb.Segretario nazion.
13.066
2.348
19.867 33.536 62.068 9.001 9.042
133.514
13.066 3.472
5.000 258 25 127.050 1.000 2.680 2.500
138.513
Assicurazione Soci Quote regionali Rivista Strade Aperte Stampa non periodica Contributo autofinanz.Impresa Naz Sala
61.900 15.157 4.968 965 2.209 1.222 1.723
27.342
7,2%
26.244 215 403
0
Imposte e tasse Totale Uscite Avanzo di gestione
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ANNO 2011 Totale
258 12.702 1.033
Formazione Comunicazione Stampa periodica Sviluppo Internazionale Altre attività C.E. Amministrazione Organizzazione Altre spese funzion.C.E.
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ANNO 2012
0 376.177 6.129 382.306
0 376.177 6.129 1,6% 382.306 100,0%
618 247.654 4.880 252.534
618 0,2% 247.654 4.880 1,9% 252.534 100,0%
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12 Tab. II
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12 Tab. IV
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12 RENDICONTO ECONOMICO DECENNALE Molto significativo e importante è la presentazione del Rendiconto Economico del MASCI degli ultimi 10 anni da cui si evidenziano risultati di gestione sempre positivi a conferma della oculata e virtuosa politica economica e finanziaria del MASCI. Innanzitutto è da sottolineare che la gran parte delle Entrate del MASCI nei vari anni è rappresentata dalle quote dei censimenti che sono rimaste quasi sempre invariate a fronte del reale e continuo aumento del costo della vita. Ciò conferma la nostra sobria politica di sensibilità a favore degli associati che stanno attraversando situazioni di difficoltà economica e sociale.. L’aumento nell’anno 2009 di appena € 5 e solo per le quote di censimento di coppia, è stato in buona parte ristornato a favore delle singole Regioni MASCI per sostenere le loro attività sul territorio. Dal predetto prospetto (tab.VII) si evince che per diversi esercizi le entrate sono rappresentate anche dalle quote di partecipazione ad Eventi nazionali che confrontate con i relativi costi di spesa per gli stessi eventi determina un parziale e specifico risultato che contribuisce alla formazione dell’avanzo annuale dell’intera gestione. Tali risultati parziali per ogni singolo Evento sono stati sempre positivi a dimostrazione della validità e oculatezza anche nella gestione di tale attività. Per completezza di informazione si elencono i vari Eventi Nazionali organizzati dal MASCI nei vari anni : 2002 Festa delle Comunità - Montesilvano 2003 Assemblea straordinaria per lo Statuto -Rimini 2004 50° del MASCI - Fiuggi 2005 Festa delle Comunità -Torre Canne 2006 Incontro del Mediterraneo ISGF - Acireale 2007 Centenario dello scoutismo –Genova – Assisi- Locri 2007 Assemblea Nazionale - Montesilvano 2009 Sinodo dei Magistri - Alghero 2010 Assemblea Nazionale - Principina 2012 Piazza Trivi Quadrivi - Salerno Infine è da sottolineare che in genere gli avanzi di gestione nei vari anni sono confluiti, quali componenti positivi di reddito ( Ricavi), nell’esecizio successivo In questi ultimi anni parte degli avanzi di gestione hanno avuto destinazioni specifiche in particolare lla costitizione di un Fondo di Riserva per accrescere la dotazione patrimoniale del MASCI utilizzabile per situazioni di maggiore difficoltà Inoltre l’avanzo di gestone dell’esercizio 2012 è stato parzialmente utilizzato per costituire un Fondo di Solidarietà Regionale per alleggerire le fatiche economiche che si manifestano in alcune Comunità in difficoltà finanziarie.
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12 LA GESTIONE FINANZIARIA E PATRIMONIALE DEL MASCI La gestione finanziaria del MASCI è caratterizzata da una alta componente di liquidità derivante dalla tipica gestione del Masci dove i censimenti costituiscono una buona fetta delle Entrate e tali incassi si concentrano nei primi mesi e nel’ultimo periodo dell’anno. I Crediti più significativi rappresentano anticipazione a favore dell’Impresa Sala e World Conference di Como ecc. ,di media durata , che regolarmente vengono riscossi secondo un piano di ammortamento finanziario. La rilevante voce dei Risconti passivi pari a € 52.634 rappresenta le quote dei censimenti pagati dagli associati nell’esercizio 2012, ma di competenza del futuro esercizio 2013. E’ da sottolineare la costituzione dei Fondi Spese a favore dei terremotati dell’Emilia e per la cassa di compensazione dell’Assemblea di Bardonecchia che saranno erogati nell’esercizio 2013. Il Patrimonio Netto pari a € 21.453 costituisce la dotazione consolidata delle risorse del MASCI utilizzabile per esigenze e eventuali stati di bisogno futuri . Dal grafico riportato nella tab IX si evince la composizione degli Impieghi (Attività) e delle Fonti ( Passività ) da cui si evidenza chiaramente una solida e equilibrata situazione finanziaria e patrimoniale confermata dagli indicatori finanziari riportati nella Tab X. Infatti l’indice di autonomia finanziaria ,derivante dal rapporto fra Patrimonop Netto e il totole degli investimenti , è pari al 18,89 % che espime un buon equilibrio patrimoniale in relazione alla specifica e tipica gestione delle attività del MASCI, priva di Investimenti pluennali. L’indice di disponibilità ,derivante dal rapporto fra la liquidità immediata e differita ( liquidità + crediti ) con la somma dei debiti e Fondi spese , è paria a 3,68 che esprime un eccellente equilibrio finanziario. Tali indicatori estremamente positivi derivano ,come già ripetute più volte , dalla oculata e virtuosa politica economica e finanziaria del MASCI … “ la politica della formica “.
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I numeri del MASCI Lorena Accollettati
Come è cambiato il MASCI in questi ultimi anni? Molte volte ci chiediamo se il nostro Movimento è statico, fermo, oppure vive al suo interno cambiamenti non solo di coloro che lo “governano” ma anche di coloro che lo compongono, cominciando dalla sua base, dalle comunità. In questi ultimi dodici anni (dal 2002 al 2013), il Movimento è cresciuto del 7,5% con differenze abbastanza importanti tra le varie regioni (Tab. n° 1). Nel leggere i dati si comprende che le regioni piccole sono soggette a più grosse variazioni, infatti una regione come la Basilicata ha ottenuto un incremento del 161,3%, mentre il Molise ha ridotto i suoi censiti del 56,7% (Tab. n° 2 e Grafico n° 1). Tab. n° 1 - Censiti per regione dal 2002 al 2013
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Grafico n° 1 - Differenza percentuale di censiti dal 2002 al 2013 Tab. n° 2 - Differenza percentuale di censiti dal 2002 al 2013
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oltre il ponte ... Fenomeno interessante è quello riportato nella Tab. n° 3 e Grafico n° 2, dove si esprime la costante crescita in questi ultimi dodici anni, del numero delle nostre Comunità con un incremento del 23,10% Questa crescita però non è paragonabile in egual misura al numero di censiti nello stesso periodo, il cui aumento invece è stato solo del 7,5%. Una domanda allora sorge spontanea: forse il MASCI dalle grandi Comunità di 50/70 adulti scout si sta orientando verso Comunità più piccole? Dove il rapporto tra i censiti è più “familiare” e meno da piccolo club? Occorrerebbe sviluppare una riflessione in tal senso per comprendere le dinamiche che sottendono questi risultati. Grafico n° 2 - Comunità censite dal 2002 al 2013
Tab. n° 3 – Comunità censite dal 2002 al 2013
Molti di noi si domandano in che rapporto sia il MASCI con il “gentil sesso”. Se le adulte scout censite sono ben rappresentate oppure no. I dati riportati nella Tab. n° 4, evidenziano una crescita notevole delle donne in questi ultimi dodici anni, con un incremento di quasi il 10% rispetto invece al solo 5,5% dei censiti maschi (Tab. n° 4/bis). Tab. n° 4 – Censiti per sesso dal 2002 al 2013
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Tab. n° 4/bis – differenza % per sesso dal 2002al 2013
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12 Purtroppo però le donne non trovano, nel Movimento, spazi e tempi per impegnarsi a vari livelli, infatti anche nelle Comunità prevale il ruolo del Magister uomo rispetto al Magister donna, anche se dal 2002 ad oggi (Tab. n° 5) si è avuto un incremento di nomine a Magister da parte delle donne, del 21,38%. Tab. n° 5 – Confronto tra 2002 e 2013 di Magister per sesso Tanto però c’è ancora da fare per portare la sensibilità femminile ad esprimersi anche all’interno del Movimento.
Sulla composizione del MASCI riguardo lo stato civile (Tab. n° 6) si può notare solo che non si scosta molto dalle stime della popolazione nazionale dove le vedove risultano essere in maggior numero rispetto ai vedovi. Tab. n° 6 Stato civile per sesso, dal 2002 al 2013
La frequenza maggiore comunque si riscontra nella colonna dei coniugati e questo fa comprendere come il MASCI sia essenzialmente un Movimento di coppie (Grafico n.° 3) Grafico n.° 3 – Composizione percentuale per stato civile divisi per sesso, nel 2013
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oltre il ponte ... Altra considerazione importante viene fuori dal leggere la Tab. n° 7, dove si nota che dal 2002 al 2013 le casalinghe sono diminuite del 19,35% mentre i pensionati sia maschi che femmine, sono aumentati del 51,35% con una piccola flessione negativa dell’1,18% dei censiti ancora in attività lavorativa. (Grafico n° 4)
Grafico n° 4 – qualifica - confronto anni 2002 e 2013
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12 L’ultima analisi è relativa al titolo di studio che i dati della Tab. n° 8, dimostrano un incremento dagli anni 2002 al 2013 (Grafico n° 5 e Grafico n° 6 ) di laureati e diplomati a scapito di coloro che hanno solo la licenza media
Grafico n° 5 – Titolo di studio. Anno 2002
Grafico n° 6 – Titolo di studio. Anno 2013
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L’ESPERIENZA DEL COMITATO ESECUTIVO Alberto Albertini Segretario Nazionale
Pensare al comitato Esecutivo come ad una squadriglia scout è stato lo scopo con il quale abbiamo cercato di vivere questa avventura. Il nostro motto è stato “uno per tutti e tutti per uno” e abbiamo stretto tra di noi un patto di fraternità e lealtà come una sorta di carta di Clan. L’approccio di vivere il CE come una squadriglia, riporta all’esperienza del Caposquadriglia, e rende il concetto assai chiaro. Ognuno ha il suo incarico e solo compiendo bene il proprio dovere si raggiungono insieme i risultati. Ma, soprattutto, è lo spirito di lavorare in gruppo, di essere insieme sulla via (cum itus) che deve animare una squadriglia, così come dovrebbe essere il Comitato Esecutivo. Lo Statuto disegna in modo ampio e ben definito la missione del Comitato Esecutivo. Ma due punti appaiono focali in questa missione: dare costante impulso alla vita del Movimento e raccogliere le esperienze significative provenienti dalle Comunità. Il cuore, o meglio il sistema circolatorio, è dunque l’immagine che mi pare si possa adattare pienamente al ruolo del Comitato Esecutivo. Dalla periferia al centro e dal centro alla periferia. Costantemente, senza che ce ne accorgiamo, il cuore ogni giorno lavora. Ne avvertiremmo, ahimè, la sua mancanza nel momento in cui dovesse smettere di lavorare. Così deve essere il CE: un lavoro assiduo per rendere operative le linee programmatiche che dall’Assemblea nazionale vengono poi elaborate nel Consiglio Nazionale. Una costante attenzione alla ricchezza che da ogni comunità nasce e che attraverso il CE diventa patrimonio di tutti. Un impegno che richiede anche un discernimento attento. Mi pare importante anche il significato della parola “esecutivo” da eseguire, andare dietro ad una cosa fino alla meta. Ci insegna la perseveranza, ci insegna la costanza e la determinazione che è l’essenza del servizio e altro suo grande insegnamento è l’umiltà. Un costante impegno fatto perciò con umiltà, per ricevere e trasmettere tutta la ricchezza che vi è all’interno del Movimento, un impegno portato avanti “con il grembiule” al servizio dello scautismo adulto. Ho tratto queste ultime frasi da alcune considerazioni che ho condiviso con alcuni amici, adulti scout, e mi sembrano vadano bene per introdurre dei brevi commenti di alcuni componenti del CE, dopo l’esperienza di questi ultimi anni. Sono stati sei anni passati in Consiglio Nazionale, di cui tre con il compito di presiedere la Commissione Antonacci (delegata all’educazione permanente e sviluppo), far parte del Comitato Esecutivo mi è apparso come una sfida, e come una opportunità per fare esperienza del Movimento da un punto di vista diverso.
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12 Per questo ho accolto di buon grado l’invito di Alberto. Debbo dire, col senno di poi, che ho commesso l’ingenuità di non essere andato a leggere bene Statuto e Regolamento. Consiglio a chi farà parte del CE in futuro di farlo con molta attenzione. La prima impressione è stata quella di essere finito in uno sparuto gruppetto di persone che avrebbe dovuto cimentarsi con un compito molto più grande di loro. Ci sosteneva, però, la certezza di esser parte di una fratellanza più ampia con cui avremmo collaborato creando quella sinergia indispensabile per il raggiungimento dei comuni obiettivi. Abbiamo pensato che l’esperienza concreta che andavamo facendo nella realizzazione dei progetti pensati dal CN in ottemperanza alle linee programmatiche approvate dall’Assemblea Nazionale, potesse essere un tesoro da condividere e di cui tener conto. La rigida applicazione dello Statuto ha creato invece delle barriere quasi insormontabili che hanno impedito questa fondamentale osmosi. Ciò ha incrinato i rapporti tra le “strutture di servizio” e ancor più tra le persone. Nel tempo si è venuto a creare un clima di sospetto e di insofferenza che ha inquinato ogni relazione contribuendo a rendere molto faticoso il procedere. Paradossalmente questa situazione ha contribuito a rendere i rapporti interni al CE molto più stretti e fraterni, si è creato quel clima bellissimo che mi faceva tornare alla mente le imprese di squadriglia di quando eravamo ragazzini. Condividere difficoltà ed emozioni tutti insieme, certi della comprensione e dell’aiuto reciproco è stata un’esperienza molto bella e vivificante. Il filo conduttore di tutta la nostra vicenda è stato sempre ed unicamente lo spirito di servizio in puro stile scout. Null’altro ci ha tenuti insieme, e null’altro ha contribuito al nascere di amicizie che penso resteranno per tutta la vita. Sono riconoscente al Movimento per avermi dato l’opportunità di vivere questa esperienza. Auguro a chi verrà dopo di noi di poter correggere le regole e di superare le difficoltà di oggi perché la loro esperienza sia ancor più piena di quella che abbiamo avuto noi (Mario Rocca). Infatti, non siamo qui ad occupare posti (ricordi le parole di Mida Rodrigues?) ma a dare il nostro servizio al movimento che amiamo e per il quale vogliamo dare qualcosa. Credo che proprio in questo sia il punto cruciale. Occorre spendersi per servire il movimento, non ritenere che essere membri di Comitato Esecutivo oppure di Consiglio Nazionale significhi occupare un posto che ci appaghi più o meno perché lo occupiamo. Se considerassimo questo un servizio, non ci sarebbero problemi di invasione di competenze, nè gelosie, nè invidie di ruolo. Tutto questo è utopistico? Io non ci credo. Sono sicuro che abbiamo davvero la possibilità di riuscire a soffocare la tentazione di occupare un posto per far vincere la vocazione al servizio, che è il punto principale della nostra promessa scout (Franco Vecchiocattivi). Ho vissuto questi 3 anni di Comitato Esecutivo in qualità di incaricato per l’Educazione Permanente – Catechesi e spiritualità degli adulti con vivo interesse e con impegno, nel tentativo di contribuire a portare all’interno delle strutture di servizio del Movimento l’entusiasmo ed il senso di responsabilità che sono state alla base della mia adesione al Masci
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oltre il ponte ... Ho trovato negli amici del Comitato Esecutivo un gruppo di persone determinate e sinceramente al servizio del Movimento con grande passione, capaci di creare un clima fraterno che spesso ha reso veramente piacevoli le lunghe ore di incontro e di lavoro (anche via Skype). Questo Comitato Esecutivo è stato per me, la riprova della capacità dello scoutismo di motivare e spingere le persone a fare del proprio meglio al servizio del prossimo. Sono grato a tutto il Comitato Esecutivo per l’esperienza vissuta e per l’accoglienza fraterna che mi è stata riservata. Da tutti ho avuto modo di imparare qualcosa, sia nei contenuti che nello stile. Spero di essere stato anch’io utile al cammino del Masci sulla strada di una sempre maggiore autorevolezza, utilità e completezza di proposta per tutti gli adulti che vogliono vivere autenticamente i valori scout nel nostro tempo. Non sono mancate difficoltà e incomprensioni soprattutto nei rapporti con il Consiglio Nazionale, sarebbe ipocrita negarlo. Tuttavia sono convinto che ciò sia dovuto principalmente all’assetto statutario delle figure apicali del Movimento (Presidente N e Segretario N), più che a mancanze relative alle persone. Per questo sono certo che la prossima Assemblea Straordinaria saprà trovare la via più giusta per risolvere il problema. Abbiamo idee e sogni troppo belli e importanti per consentire che siano vanificati da piccole questioni regolamentari, consapevoli come siamo che la legge è per l’uomo e non l’uomo per la legge. A tutti gli AS del Masci e, particolarmente ai membri del Comitato Esecutivo uscente, il mio sincero ringraziamento e l’augurio per mete sempre più ambiziose da raggiungere insieme (Peppe Angelone). La mia ormai lunga esperienza nel Comitato Esecutivo, circa nove anni, prima da cooptata e poi da incaricata, mi ha fatto vivere esperienze molto diverse, ognuna bella e significativa per alcuni versi e pesante e difficile per altri. Questi ultimi sei anni, che sono stati quelli dove lo Statuto approvato a Rimini nel 2004 è entrato in pieno nelle sue funzioni ed ha messo in evidenza le grandi e gravi difficoltà che lo stesso ha prodotto. Il Comitato Esecutivo ha sempre lavorato nel rispetto dei dettati del Consiglio Nazionale, ma ha sempre sofferto la sua incapacità di dialogo nei confronti dei componenti del Comitato Esecutivo. Il mio incarico è stato sicuramente vissuto come quello del figlio minore, quello più piccolo, l’ultimo arrivato. Le nuove tecnologie e tutto quello che concerne la comunicazione digitale è di difficile comprensione anche a molti componenti del Consiglio Nazionale, pertanto ho provato la difficoltà di far entrare nella logica del Movimento, ogni proposta volta ad utilizzare il web nelle sue nuove forme, proposte fatte con l’illusione di diventare poi appetibili a chi, alla soglia dell’età adulta, vuole vivere lo scautismo in forma adulta. Il rapporto che invece si è istaurato tra i componenti del Comitato Esecutivo è stato eccellente. Si è creato un clima di collaborazione, di sostegno e di grande fraternità che forse proprio le difficoltà hanno contribuito a far nascere. Auguro al nuovo Comitato Esecutivo di non dover subire le stesse nostre difficoltà e che la revisione dello Statuto previsto a breve ridoni al nostro Movimento la giusta serenità che ha perso in questi ultimi tempi. Ai componenti del Comitato Esecutivo di questo triennio scrivo invece, non perdiamoci di vista, abbiamo ancora lunghe e nuove strade da percorrere insieme (Lorena Accollettati)
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Profilo del quaderno di strade aperte
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N° 12 - Anno 55 - Ottobre 2013 Presidente Nazionale Riccardo Della Rocca Segretario Nazionale Alberto Albertini Direttore Responsabile Pio Cerocchi Direttore Giovanni morello Stampa ADLE Edizioni Padova email: info@adle.it
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SOMMARIO
12 2
Benvenuti a Bardonecchia Mauro Mellano
3
Relazione del Presidente Riccardo Della Rocca
26
Relazione dell’Assistente Ecclesiastico Nazionale p. Francesco Compagnoni op
29
Regolamento Assemblea Nazionale
34
Linee Programmatiche
38
Mozioni e Documenti
48
Candidati al ruolo di Presidente Nazionale
50
Candidati al ruolo di Segretario Nazionale
52
Candidati al ruolo di Consigliere Nazionale
65
Candidati al ruolo di Revisore dei Conti
68
Il bilancio sociale Renato Di Francesco
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UN OPEROSO SCAUTISMO PER ADULTI Cenni di storia del MASCI e dell’Amicizia Internazionale degli Adulti Scout
Pino Agostini
Origine dei Cavalieri di San Giorgio in Italia
Quando, alla fine dell’estate 1943, a nome del gruppo degli antichi commissari centrali dell’ASCI, Mario Mazza (18821959) redige la circolare di ripresa dello scautismo cattolico (in data 3 settembre), gli stessi “capi” non sono più dei giovanotti: negli anni della soppressione hanno sì continuato a vivere secondo lo spirito dello scautismo, senza però poterlo praticare apertamente per sé e per i ragazzi nelle sue tecniche e nel metodo. Rispetto al 1928 hanno tutti quindici anni di più e, per fare i capi di gruppi di adolescenti scout, ci vorrebbe ben più di qualche anno di meno. È naturale pertanto che, non volendo rinunciare alla loro profonda aspirazione interiore, non potessero non cercare nuove vie per praticare lo scautismo. Così, nel primo numero di “Vita Nova” (1949), la prima rivista del Movimento degli adulti scout italiani, racconta l’affacciarsi del problema Mario Mazza: Nell’estate del 1943, dopo gli avvenimenti ben noti, il sottoscritto, previa intesa col compianto Mons. Carlo Rusticoni, già gravemente sofferente per il morbo implacabile che doveva condurlo alla tomba tanto precocemente, richiamava al lavoro i commissari centrali dell’ASCI in carica nel 1928. […] In quelle prime ansiose riunioni [...] dichiarai subito che sarebbe stato necessario aggiungere una nuova categoria di soci accanto a quella dei giovani, e precisamente la categoria degli adulti scout. Il caro Augusto Lupoli accolse con entusiasmo l’idea, mentre alcuni degli amici erano piuttosto scettici, e si mise subito all’opera, chiamando gli antichi fratelli d’avventure giovanili. Nacque così, per opera sua, la prima Compagnia dei Cavalieri di San Giorgio in Roma: I cercatori di sentieri.
Augusto Lupoli cominciò a riunire presso la sua abitazione alcuni ex capi del Roma I e del Roma II, dando vita a un “Gruppo di Studi Scautistici”, che il 26 novembre successivo costituì poi la Compagnia dei Cercatori di Sentieri. Questa affiancò Mazza fornendo un effettivo contributo per gli sviluppi successivi, in particolare per l’eleborazione di «una metodologia originale di scautismo degli adulti che prendeva come modello l’antica cavalleria medievale, facendo riferimento alla figura di San Giorgio e ad alcune pagine dello Scouting for Boys nelle quali Baden-Powell diceva di aver preso ispirazione dalla “Legge dei Cavalieri” per formulare la Legge scout».
Già nel gennaio 1944, comunque (si ricordi che Roma venne liberata dagli angloamericani solo nel giugno successivo), in un Piano di lavoro per la ripresa che Mario Mazza proponeva a tutti i commissari centrali, dopo l’elenco dei provvedimenti più immediati da adottare, tra i problemi che necessitavano di uno studio preventivo egli indicava anche quello di «come iniziare in tutte le regioni la formazione delle Compagnie dei Cavalieri del Giglio, vedendo in esse il mezzo per richiamare e riunire gli antichi Esploratori di ogni grado ed invitarli a fiancheggiare l’opera dei nuovi dirigenti locali e centrali». Questo accadeva allora in Italia, perché negli altri Paesi, dove il Movimento non aveva conosciuto interruzioni, il problema dell’organizzazione degli Old Scouts o “antichi scout” era già stato affrontato e avviato a soluzione. Pionieri dell’idea furono lo stesso B.-P., il capo degli scout cecoslovacchi A.B. Svojsik e Lord Hampton, commissario capo inglese, che si ritrovarono insieme al Jamboree di Gödöllö in Ungheria nel 1933.
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12 Per quanto riguarda Baden-Powell i suoi interventi furono numerosi. «B.-P. – ha scritto Mario Sica – non volle mai mettere un limite di età nel Movimento scout. “Lo scautismo, soleva dire, va da 8 a 80”. Salvo a correggere il detto in “da 8 a 88” quando egli stesso si avvicinò al limite superiore. Egli non volle neppure che venisse fissato un limite di età per i Capi o per i Rover. Fu solo verso il 1933 o il 1934 che l’Associazione inglese introdusse una regola che diceva “se il lavoro, l’età o altre circostanze impediscono a un rover di prendere parte attiva alle attività del clan, […] egli può divenire un Vecchio Scout (Old Scout)”». Fu soprattutto durante la Conferenza Internazionale al citato Jamboree di Gödöllö e in seguito che B.-P. espresse il suo pensiero riguardo questa tematica, senza dare indicazioni concrete, ma additando come meta ideale del Movimento adulti scout la fraternità internazionale, secondo il quarto articolo della legge scout, e l’instaurazione della pace mondiale.
Gli altri problermi che Mazza elencava nel suo Piano di lavoro per la ripresa erano poi, molto concretamente, i seguenti: «– come e con chi trattare in ogni regione per la formazione dei quadri gerarchici; […]; – precisare e aggiornare la tecnica educativa del movimento […]; – predisporre l’attuazione di un piano editoriale […]; – studiare il piano di riorganizzazione della Sede Centrale […]; – iniziare le pratiche per l’istituzione del Campo Scuola Nazionale per la formazione dei Capi». Quanto al nome di Cavalieri del Giglio esso compariva già nella premessa della circolare n. 1 del 3 settembre 1943 («Da quell’anno [1928] quanti di noi, nel giorno di San Giorgio, continuarono a rinnovare individualmente la promessa dei cavalieri del giglio?»). Sul primo numero di “Vita Nova”, Mazza poi precisò: Il nome di Cavalieri mi venne spontaneo sin dal primo momento, perché questa idea di una rinnovata e moderna cavalleria appare sin dalle prime pagine dello Scouting for Boys e determinava nella stessa mente del Fondatore l’inquadratura del suo geniale sistema educativo: – un codice;
– una promessa;
– uno spirito di corpo;
– una divisa (ricca di significati nella sua stessa forma e nei suoi stessi colori); – un’impresa (Be prepared);
– delle insegne di gusto araldico (il giglio d’oro, fiamme e guidoni); – dei colori sociali (il verde e il giallo);
– dei gradi successivi di perfezionamento (carriera); – un’investitura.
Sono elementi i cui corrispondenti si possono ritrovare precisamente negli usi degli antichi cavalieri, ai quali evidentemente si è ispirato lo stesso B.-P. […] C’è dunque, in questi echi dei primi problemi, che si dovettero subire e affrontare, per riprendere il nostro lavoro, anche quello del criterio originale di B.-P.: Scautismo equivale a Cavalleria rinnovata. […] Ben ricordiamo le discussioni ed il referendum, che precedette la definitiva accettazione del nome di Cavalieri di San Giorgio. Il nome non garbava ad alcuni, ma si trattava semplicemente di simpatie locali per altri nomi usati nel periodo della nostra eclissi dai gruppi di fedelissimi. Nello stesso numero di “Vita Nova”, padre Agostino Ruggi d’Aragona OP così “santificava” cristianamente il progetto: Noi vogliamo essere cristiani e santi praticando con speciale predilezione, con particolare insistenza, certe virtù, le virtù scout: – la lealtà;
– la dedizione generosa che chiamiamo servizio;
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12 - la magnanimità ispirata al senso dell’onore e che dà ad ogni atto virtuoso, sia pur umile, la sua grandezza.
[…] Se dovessi scegliere un esempio di un tale Scout fra i Santi, dovrei cercarlo nei Santi Cavalieri: non per nulla è nostro Santo Patrono San Giorgio: – il Cavaliere dei Santi;
– il Santo dei Cavalieri. Mazza e padre Ruggi, come B.-P. alla sorgente, seppero valorizzare compiutamente le suggestioni simboliche su cui si fonda tanta parte dell’efficacia dello scautismo sia come metodo educativo che come sistema di vita, perché la Cavalleria cui essi si ispirarono non fu certo quella storica reale, ma quella idealizzata dai romanzi cavallereschi medievali. Dagli studi di numerosi storici, noi oggi sappiamo di quanti soprusi, lacrime e sangue fosse intriso quel mito, e solo per la coincidente e candida adesione di Mazza e dei suoi amici scout al mondo ideale di un anglosassone come B.-P., essi poterono non trovare ispirazioni più “mediterranee” nella nostra civiltà comunale e signorile del tardo Medioevo, meno legata all’etica e alla mistica della Cavalleria come nel Centro-Nord Europa. La spinta ideale delle metafore adottate fu comunque molto potente, come dimostrò il seguito della storia.
Le finalità del Movimento
Degli “adulti scout” (secondo la felice denominazione adottata da Mazza) – cioè, senza eufemismi, dei “vecchietti” old scouts che però non vollero sentirsi definire così e in inglese adottarono perciò il termine former scouts, cioè “maturi”, “formati” – che si ritrovavano insieme per praticare lo scautismo non potevano certo fare tutto ciò che fanno i bambini (lupetti), gli adolescenti (esploratori) e i giovani (rover) per la loro formazione.
Perciò ad essi non rimase che testimoniare innanzi tutto l’etica dello scautismo nella loro vita, in famiglia, nella professione e nella società, nello spirito del “servizio scout”, poi riflettere su di essa e diffonderne la conoscenza. Padre Ruggi e Mario Mazza in ciò furono davvero maestri, ma – soprattutto nell’interiore sentire di Mazza – questo era troppo poco: ci volevano dei progetti di azione per dare delle mete concrete al Movimento e soprattutto per mettere a frutto il patrimonio morale, intellettuale e anche materiale dei vecchi scout. Perciò, già nel 1950, indicando le linee guida del movimento dei Cavalieri di San Giorgio, nel n. 6-7 di “Vita Nova” di quell’anno, egli enumera come «punti fermi» ormai acquisiti «sette ordini d’iniziative» per «il nostro programma d’azione»: 1) Far propaganda dell’idea e del metodo scout. 2) Aiutare i Commissariati e le Unità scout.
3) Istituire centri di ritrovo e lavoro per i rover. 4) Istituire la Casa del Cavaliere a Roma.
5) Collegarci con le istituzioni italiane e straniere per lo studio dei problemi sociali e dell’idea comunitaria in genere. 6) Istituire scuole libere a struttura comunitaria.
7) Presentare nazionalmente, ed avviare verso buone soluzioni, il problema dell’educazione degli adulti (scuole per militari – centri di consultazione tecnica – centri di pedagogia famigliare, ecc.). Sette ordini di idee, che si possono tradurre in sette ordini d’iniziative tutte rivolte allo studio e alla soluzione dei più urgenti problemi sociali per la nostra Italia. Sette motivi, quindi, sui quali ci pare possibile tessere il nostro programma d’azione.
È sempre interessante e fonte di riflessione risalire alle radici del nostro Movimento, perché ciò induce una spontanea riflessione sull’oggi e un confronto con le ragioni ideali delle origini. Tra le iniziative indicate da Mazza, particolarmente
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12 importante e impegnativo era il 6° “punto fermo”, perché ancor nel 1946-47 egli aveva messo a punto il progetto di un’associazione educativa Per una scuola libera che avrebbe dovuto aver sede nel Palazzo Farnese di Caprarola (Viterbo) dotato di ben 17 ettari di parco boschivo. Era una proposta concreta alla quale egli aveva cominciato a pensare fin dal 1944, anzi fin da molto tempo prima, potremmo dire fin dagli anni della giovinezza. Infatti, fin da quando nel 1905 aveva fondato a Genova la Juventus Juvat con alcuni amici universitari, Mario Mazza era profondamente convinto che i più importanti problemi sociali, politici e persino economici dell’umanità, alla loro radice, erano problemi pedagogici ed educativi: pertanto solo plasmando le coscienze giovanili in via di formazione ai più alti ideali etici e cristiani si sarebbe potuto creare un mondo fondato sulla verità, sulla pace e sulla giustizia. Quest’idea ispirò e governò tutte le sue opere e il suo pensiero: egli era profondamente convinto che spetta alla “gioventù giovare” a tutta l’umanità, in primis alla propria Patria e al prossimo più vicino. Giunto poi agli anni della piena maturità, individuato nello scautismo il metodo di educazione più “naturale”, cioè quello perfettamente aderente alla “natura” (essenza) umana, non potendo egli praticarlo de visu, a causa della dittatura fascista imperante, lo applicò comunque impegnandosi nel rinnovamento della didattica e della scuola italiana. Quando poi Mazza poté finalmente riprendere senza remore e condizionamenti l’attività scout, si profuse in essa garantendone l’efficacia e la fedeltà ai princìpi. Il suo contributo alla ripresa dello scautismo si esplicò in particolare nella formazione dei quadri dell’associazione (capi e assistenti ecclesiastici) e nella promozione della stampa associativa, strumento imprescindibile sia per la diffusione del Movimento che per l’applicazione ortodossa dei princìpi e del metodo.
Quando infine giunsero gli anni dell’età canuta e della saggezza, egli concepì un sogno ancora più grande, legandolo espressamente al nascente Movimento degli adulti scout: creare un Paedagogium scout, cioè un centro di elaborazione pedagogico-didattica secondo i princìpi e il metodo dello scautismo, con l’appoggio dell’Istituto di Pedagogia dell’Università di Roma e con le adesioni dell’Università Cattolica di Milano e del Paedagogium di padre Agostino Gemelli OFM e di Vittorino Chizzolini con il gruppo di “Scuola Italiana Moderna” di Brescia. Da esso i benefici si sarebbero profusi a tutta la nazione, e oltre, e ad esso avrebbero potuto far riferimento tutti gli studiosi e gli educatori del Paese, al fine di promuovere il rinnovamento della scuola italiana e quindi la rinascita della Patria tutta, che egli amava tanto. In fin dei conti, l’attività scout per l’attività scout in senso stretto – potremmo dire con un significativo gioco di parole – gli andava stretta: per lui lo scautismo era sì un metodo altamente formativo secondo lo spirito della promessa e della legge scout, ma era, e ancor più doveva diventare, un sistema di vita che doveva permeare di sé tutta la società e ristrutturarla. Nella sua mente, alla realizzazione di questo sogno non potevano non dedicarvisi che delle persone già pienamente formate nello scautismo, cioè i Former Scouts, gli adulti scautisticamente formati, per i quali esso era già diventato un irrinunciabile sistema di vita, anche perché solo essi, molti dei quali erano autorevoli personalità in campo politico ed economico, e molti dei valenti professionisti (avvocati, notai, medici, ingegneri, architetti, docenti universitari e altro), potevano fornire mezzi e know-how ¬– come si dice oggi – per la sua realizzazione. Da parte sua Mazza profuse nell’impresa non solo tutto se stesso, ma anche tutte le sue risorse intellettuali, psichiche, economiche, patrimoniali e persino affettive famigliari, perché vi coinvolse anche la moglie e i parenti, che ben volentieri lo assecondarono.
Pertanto, per comprendere appieno le vicende che portarono alla fondazione del MASCI e farsi una ragione dell’iperattività che caratterizzò anche la fase terminale della vita di Mario Mazza, occorre aver sempre presente questo faro orientativo, questo sogno ideale che lo animava. Mentre egli perseguiva con tenacia e costanza questa meta, si profondeva anche nella ripresa dell’associazione giovanile, nella Pontificia Commissione di Assistenza, nella pubblicazione di testi pedagogici e didattici, nella promozione del Movimento degli adulti scout e, infine, nella fondazione e nella guida di collegi scout come Paedagogium.
La Comunità del Girifalco di Cortona, prima (1950-53), e l’impresa nazionale del MASCI a Villa Bernini Buri di Verona, poi (1953-60), avrebbero dovuto essere il dono supremo che Mario Mazza lasciava in eredità allo scautismo e alla società tutta, «per lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’aveva trovato», secondo la famosa espressione di B.-P.
La fondazione del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI)
Al di là della testimonianza dello scautismo come sistema di vita, l’individuazione delle precipue e pratiche finalità del Movimento degli adulti scout incontrò tuttavia non lievi difficoltà, soprattutto per i rapporti con l’associazione giovanile, con la quale fu a lungo discusso se, dopo la cerimonia della “partenza”, un rover dovesse automaticamente entrare a far
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12 parte del movimento degli adulti. La conclusione del lungo dibattito fu negativa, perciò il MASCI fu fondato del tutto autonomo rispetto all’ASCI, prima, e all’AGESCI, poi, mentre possono entrarne a far parte anche persone che nella giovinezza non siano state scout, purché ne facciano propri i princìpi e i metodi.
Da quando cominciò a profilarsi la fine della seconda guerra mondiale, ci vollero comunque dieci anni di incontri, confronti e discussioni prima di arrivare alla fondazione del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI). Quando il 5-6 marzo 1949 si riunì a Firenze il I Capitolo Generale dei Cavalieri, le Compagnie di San Giorgio erano ancor considerate la IV branca dell’ASCI ed erano solo 18 (divennero 20 nel corso dell’anno) con un numero di membri iscritti inferiore alle 500 unità (i più numerosi erano i veneti): si fece il punto della situazione e si decise di pubblicare la rivista “Vita Nova”, esclusivamente rivolta ai Cavalieri. Il titolo della rivista fu ripreso da Vie Nouvelle, il nome del movimento in Francia. Il primo numero venne pubblicato alla fine del 1949 come supplemento straordinario di “Estoste Parati” (la rivista dei capi dell’ASCI), l’ultimo per Natale 1952. Le pubblicazioni del movimento ripresero poi con il “Notiziario n. 1” dell’aprile 1954, in procinto della fondazione del MASCI. Del “Notiziario” uscirono 43 numeri fino al n. 5 dell’anno VI del maggio 1959.
Mazza e padre Ruggi premevano per una completa autonomia del movimento dall’associazione giovanile, e questo fu, tra le varie tematiche trattate, l’argomento maggiormente discusso anche negli incontri successivi del 1950 e del 1951. Le resistenze maggiori venivano comunque dall’ASCI, soprattutto per i rapporti con il roverismo che in quegli anni si stava sviluppando, tanto che ancor il Consiglio Generale del 1952 sospendeva ogni decisione in merito, chiedendo tempo per ulteriori approfondimenti. La decisione liberatoria fu adottata soltanto nel Consiglio Generale ASCI del 1953. Si poté così arrivare alla fondazione autonoma del MASCI solo il 18-20 giugno 1954, nella 1a Assemblea Generale del nuovo Movimento, svoltasi presso la Domus Pacis di Roma. Le Compagnie rappresentate erano 27 e in totale parteciparono alla votazione conclusiva, personalmente o per delega, 645 adulti scout. L’assemblea approvò lo Statuto, Mario Mazza venne acclamato presidente e furono elette 12 persone (5 residenti a Roma e 7 nelle altre regioni) a far parte del Segretariato, che nella prima riunione elessero segretario nazionale l’architetto Carlo Ceschi di Roma. Per quanto riguarda la scelta del nome, così la spiegò Ceschi alcuni anni dopo:
[Nel 1916] le iniziali di queste quattro parole [ASCI] si combinavano in modo da ripetere, salvo la prima lettera, la sigla della FASCI [Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane] già cara a Mario di Carpegna. Così egli si staccava completamente da quella Federazione che fino ad allora aveva diretta. Mario Mazza, che era stato affettuosamente vicino a Mario di Carpegna in quella laboriosa fase, ricordava questo particolare e quando uscimmo dall’ASCI quali Cavalieri di San Giorgio, ci parve di non allontanarcene troppo fabbricando la siglia del MASCI, comprensiva della precedente. Dopo la costituzione del MASCI, Mazza è però sempre meno presente a Roma, perché il suo impegno maggiore si è ormai definitivamente spostato a Villa Bernini Buri di Verona. Come già accennato, dal 1950 egli si è infatti gettato a capofitto nel tentativo di realizzare il suo “ultimo grande sogno”, un Collegio fondato sullo scautismo con annesso Paedagogium, che il Movimento degli adulti scout doveva far proprio trasformandolo nella propria impresa nazionale, divenendone così il promotore istituzionale, il garante finanziario e assicurandone la continuità. In quell’anno Mazza aveva infatti aperto a Cortona (Arezzo) la Comunità del Girifalco, iniziando a raccogliervi alcuni ragazzi orfani da educare. Nel 1951 poteva così scrivere su “Vita Nova” una relazione intitolata L’impresa nazionale dei Cavalieri di San Giorgio, in cui concludeva: In ottobre si procederà all’inaugurazione ufficiale dell’Istituto e già sin d’ora tutte le Compagnie sono pregate a mandare rappresentanti, perché in detta occasione sarà benedetto il vessillo del Magistero nazionale dei Cavalieri di San Giorgio, e faranno la loro promessa i primi scout della Comunità. […] Per ora crediamo che sia già caro a tutti i fratelli il sentire che il Magister Nazionale intende donare alle Compagnie tutto il frutto del suo annoso lavoro, e chiamare i Cavalieri a collaborare a un’impresa del tutto degna della loro generosità verso Dio e il Prossimo. In seguito, per ragioni di opportunità, dovette trasferire la comunità più vicino a Brescia, anche per continuare a collabo-
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12 rare con il gruppo di “Scuola Italiana Moderna”, da cui gli derivavano i maggiori introiti. Trasferì così il Collegio a Villa Bernini Buri, una settecentesca villa veneta circondata da un grande parco in riva all’Adige alla periferia di Verona, e vi si trasferì anche con i suoi famigliari, perché la sua presenza si era rivelata indispensabile per il buon funzionamento dell’esperimento. Pertanto dal 1954-55 in poi, fino alla morte, non solo ogni suo pensiero, ogni sua preoccupazione e azione furono focalizzati a questa meta, ma anche le più importanti e impegnative decisioni del MASCI vennero coordinate a questa impresa.
La mozione conclusiva della 2a Assemblea Nazionale, infatti, riunitasi a Genova e Rapallo l’8-9 dicembre 1956, approvò tutte le proposte e impegnò il Movimento nell’impresa. Pertanto, senza perdere tempo, il 19 gennaio 1957 venne costituita la Fondazione Mario Mazza per l’educazione integrale della Gioventù, con un atto notarile steso a Bergamo presso il notaio Giambattista Volpi (rogito 1574) e, tra altre deliberazioni, venne anche deciso di emettere obbligazioni infruttifere e redimibili che dessero modo a tutti gli adulti scout di partecipare in qualità di collaboratori, secondo lo Statuto, all’Impresa nazionale. In marzo, dopo che la Santa Sede ebbe nominato monsignor Ettore Cunial assistente centrale del MASCI e dopo che l’ingegnere Sergio Tenni di Bergamo ebbe messo a punto un corposo progetto per la Fondazione a Bardolino sul Garda (Verona), la successiva Festa di Primavera del MASCI si tenne appunto in quella località il 6-7 luglio 1957, con riunione plenaria del segretariato nazionale e l’incontro con il sindaco e alcuni consiglieri comunali del luogo, i quali avevano approvato la proposta e si erano impegnati anche a cercare finanziamenti pubblici. Agli inizi del 1958 l’associazione diede alle stampe l’opuscolo Primi risultati dell’Impresa Nazionale del MASCI, scritto interamente da Mazza, con fotografie del Collegio di Villa Buri. Nel “Notiziario n. 35” pubblicò poi un elenco di sottoscrittori: la cifra raccolta risultò di lire 1.146.000, ma nella sessione straordinaria del Segretariato Nazionale svoltasi a Firenze il 31 maggio e 1-2 giugno 1958, il tesoriere del MASCI, rag. Migliaccio, riferì sulla situazione contabile della Fondazione (la raccolta ammontava a lire 1.281.500 con la partecipazione di circa 70 soci in prevalenza del Lazio e dell’Emilia-Romagna) e il segretario nazionale osservò «a questo punto come non sia più possibile proseguire nell’attuale forma del prestito pro Fondazione Mario Mazza, tramutandola in una libera sottoscrizione di offerte per lo sviluppo dell’Impresa». Anche il Comune di Bardolino, per parte sua, non era riuscito a ottenere finanziamenti statali o pubblici. Il seguito della discussione rinnovò l’impegno dei membri del MASCI a trovare nuove forme di sostegno dell’“impresa”.
Tanto lavoro per nulla? – si chiede Carlo Guarnieri nel suo libro La storia del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani 1943-2004 (p. 46). – Si può dire che la dirigenza del MASCI si gettò in un’impresa troppo impegnativa per le forze del Movimento, con entusiasmo, ma con poco realismo, se si considera che gli adulti scout del tempo erano meno di mille. Resta alla storia una iniziativa coraggiosa e portata avanti con serietà e competenza, segno che gli adulti scout del tempo erano veramente convinti che il MASCI doveva seriamente occuparsi del “problema sociale”, per usare le parole di Mazza, e non solo “giocare” a fare scautismo. Per fare un parallelo con l’oggi, viene spontaneo il riferimento all’onlus Eccomi, l’associazione che oggi ben più concretamente rappresenta l’impresa (inter)nazionale del MASCI, perché rafforza la fratellanza scout e il comune desiderio di operare per un mondo più giusto.
L’ultimo evento importante per il MASCI degli inizi fu la 3a Assemblea Nazionale che si tenne a Modena dal 6 all’8 dicembre 1958: modificò lo Statuto per accogliere le guide adulte nel Movimento e decise di pubblicare una nuova rivista dell’associazione: “Strade Aperte”, il cui primo numero uscì nel maggio-giugno 1959 con un editoriale di Mazza intitolato appunto Strade aperte; essa è tuttora l’organo ufficiale del Movimento. Quanto alla Fondazione Mario Mazza, il segretario nazionale elogiò i risultati raggiunti dal Collegio scout e comunicò che anche nel mondo dei collegi religiosi ci si era accorti del metodo, tanto che i Padri Somaschi di Cherasco (Cuneo) si erano offerti di trasferire l’intero Collegio in uno dei loro, e che si era anche profilata l’eventualità di trasferirlo a Roma. Mario Mazza tuttavia non desistette dal cercare di assicurare la continuità della sua opera, anche con soluzioni originali e sorprendenti, ma il 21 novembre 1959 “tornò alla casa del Padre” amorevolmente accudito da tanti amici.
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12 La rivista “Strade Aperte” uscì in dicembre con un numero speciale interamente dedicato a Mario Mazza. Nell’Assemblea straordinaria del MASCI, che si tenne poi a Prato il 30-31 gennaio 1960, vennero nominati presidente nazionale Carlo Ceschi e segreterio nazionale Armando Denti.
Tutta la documentazione personale e sulla storia dello scautismo, accuratamente conservata e ordinata da Mario Mazza, insieme con gli elaborati scout dei ragazzi di Villa Buri furono prelevati sabato 18 marzo 1961 dall’ingegnere Giancarlo Volpato e da Giorgio Dellacasa del MASCI di Genova per trasferirli appunto nella città d’origine di Mazza e allestirvi un Centro di Documentazione.
Il Centro Studi “Mario Mazza” cominciò poi a funzionare in alcuni locali di Via Caffaro, 25 a Genova il 12 febbraio 1962, anche se l’inaugurazione ufficiale avvenne il 14 marzo 1964 alla presenza del cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo della città, e della signora Lisa Mazza, durante il Raduno nazionale di Primavera del MASCI di quell’anno. Oggi esso è una onlus sostenuta dal MASCI, dall’AGESCI e dal CNGEI: è denominato Centro Studi e Documentazione Scout “Mario Mazza”, ha sede in Via Asilo Garbarino, 6B sempre a Genova ed è diventato il punto di raccolta, di catalogazione e di gestione di tutto il materiale storico sullo scautismo italiano, lasciando la competenza di quello istituzionale alle associazioni patrocinatrici.
L’Amicizia Internazionale degli Adulti Scout
Il progetto di un’organizzazione internazionale degli Old Scouts, sbocciato anch’esso ancor nel 1933 durante il Jamboree di Gödöllö in Ungheria, cominciò a concretizzarsi solo dopo l’incontro di Montreux nel 1948. La creazione dell’Advisory Committee in Norvegia nel ’49 e la sua prima riunione a Lisbona nel ’50 gettarono poi le basi concrete dell’associazione. Al successivo convegno internazionale in Danimarca nel maggio ’51 erano presenti delegati di ben 12 Paesi, il segretario del Bureau International, quello delle Gilde di San Giorgio danesi, una rappresentanza della WAGGGS (World Association of Girl Guides and Girl Scouts, l’associazione mondiale del guidismo, costituita ancor nel 1928, con sede a Londra) e diversi altri osservatori. Nonostante il desiderio diffuso di arrivare presto a una definizione dell’associazione, la relativa lentezza del procedimento derivava, da un lato, dalla necessità di armonizzare esperienze scout diversificate nei vari Paesi (in Italia i Cavalieri di San Giorgio erano ancor la IV branca dell’ASCI, in Belgio la Route des Hommes era invece la prosecuzione del roverismo giovanile, e altrove c’erano altre situazioni) e dalle discussioni sulle finalità e i programmi dell’organizzazione (solo esistenziali, educativi e sociali? o anche politici?), da un altro lato da problemi come quello dell’accoglienza o meno delle guide. Per l’Italia, per esempio, vigeva ancora pienamente il divieto della coeducazione espresso già nel 1944 nella lettera con cui monsignor Montini comunicava all’AGI l’approvazione del loro Statuto da parte del Santo Padre. Le conferenze del 1953 a Vaduz (preparatoria) e a Lucerna (deliberante) portarono alla fondazione dell’International Fellowship of Former Scouts and Guides (IFOFSAG), in francese: Amitié Internationale des Scouts et Guides Adultes (AIDSEGA). Erano presenti delegati di 18 Paesi, 16 dei quali europei. Per l’Italia l’adesione fu firmata dal conte Giovanbattista Santucci, commissario centrale dell’ASCI, perché i Cavalieri di San Giorgio erano ancora la IV branca dell’associazione giovanile, e fu anche espressamente richiesta la creazione di una federazione con i Seniores del CNGEI. Presidente dell’associazione internazionale fu acclamato Erik Sjoequist e consigliere onorario il colonnello John S. Wilson. Nella II Assemblea Generale dell’IFOFSAG-AIDSEGA, che si svolse poi dall’1 al 5 agosto a Bygholm, Horsen, in Danimarca, vennero approvati definitivamente lo Statuto dell’organizzazione e il distintivo. Per quest’ultimo fu scelto il giglio rosso degli scout unito al trifoglio bianco delle guide. Nell’art. II dello Statuto le finalità del Movimento internazionale erano così definite: 1 – Obiettivo della IFOFSAG è:
a) stabilire legami e cooperazioni tra le Organizzazioni nazionali di scout e guide adulti; b) incoraggiare la fondazione di una Organizzazione nei Paesi nei quali non esista; c) promuovere un’intesa fra i Former Scouts e le Guide in tutto il mondo.
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12 2 – I propositi della IFOFSAG consistono nell’aiutare gli Scout e le Guide adulti a: a) mantenere vivo nella loro vita lo spirito della Promessa e della Legge scout;
b) portare questo spirito in seno alle comunità nelle quali essi vivono e lavorano;
c) senza trascurare le altre loro responsabilità, sostenere attivamente lo Scautismo e il Guidismo nella loro comunità, nel loro Paese e nel mondo. L’incontro internazionale più carico di significati fra adulti scout si ebbe durante il IX Jamboree che si svolse al Sutton Park di Sutton Coldfiel in Gran Bretagna dall’1 al 12 agosto 1957: fu il raduno mondiale del giubileo (50°) di fondazione dello scautismo e di commerazione del 100° della nascita di B.-P. Per accentuare l’eccezionalità dell’evento vi si svolsero tre manifestazioni contemporaneamente: il Jamboree dei ragazzi, il Moot dei rover e l’Indaba dei capi, durante il quale vi fu anche l’incontro dei Former Scouts. Nel “Notiziario n. 31” (1957) è riportata questa testimonianza: Nella manifestazione di chiusura, la sera del 12 agosto, […] Lady Olave Baden Powell, la vedova del Fondatore, ha detto che la fine terrena di suo marito non fu che l’inizio di una nuova era per il Movimento destinato a diffondere attraverso il mondo un clima di gioia e amicizia e ha concluso invitando tutti a rinnovare la promessa scout, scandendone nelle varie lingue i tre punti ch’essa pronunciava nella formula originaria inglese.
In questa atmosfera di entusiasmo, si svolgeva, accanto alle riunioni degli esploratori e dei rover, l’incontro dei Former Scouts, che costituiva una sezione dell’Indaba. Accanto alla bandiera delle 84 nazioni sventolava quella della nostra Fellowship che aveva una propria zona per gli attendamenti individuali e le grandi tende per la mensa e il ritrovo. I partecipanti all’Indaba fra i Former Scouts sono stati in maggioranza inglesi, ma con rappresentanze austriache, belghe, danesi, lussemburghesi, olandesi, svedesi, venezuelane ed italiane. Erano presenti anche alcune signore di varia nazionalità. A conclusione del Jamboree, dal 13 al 16 agosto si tenne anche la XVI Conferenza Scout Internazionale, che per gli adulti scout dei Paesi del Sud Europa ebbe poi un seguito nello Châlet di Kandersteg in Svizzera, dove i Former Scouts s’interrogarono sul tema dell’educazione dei giovani.
Oggi l’organizzazione dell’Amicizia Internazionale degli Adulti Scout, fondata nel 1953, si denomina International Scout and Guide Fellowship – Amitié Internationale Scoute et Guide (ISGF-AISG), avendo mutato l’impronunciabile precedente acronimo nel 1996.
Attualmente (2012) i suoi membri sono le Associazioni scautistiche nazionali di 61 Paesi, tra i quali vi sono numerosi Stati africani (Algeria, Tunisia, Libia, Ghana, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e altri), del Medio Oriente (Arabia Saudita, Libano, Kuwait) e dell’Asia (India, Pakistan, Bangladesh, Indonesia, Malaysia, Sri Lanka). Le associazioni di altri Paesi premono per entrarci (es. Cile e Stati dell’Europa dell’Est), pertanto la statistica è in evoluzione anche come numero di persone rappresentate. La sede dell’organizzazione è a Bruxelles. Per il quadriennio 2011-2014, i membri del Comitato mondiale sono 10 (tra i quali l’italiana Virginia Bonasegale) e tra essi è stata eletta presidente la signora Mida Rodrigues, portoghese.
La Conferenza mondiale svoltasi a Vienna dal 21 al 26 agosto 2008, tra varie altre iniziative ha deciso di modificare lo Statuto dell’associazione fornendo una nuova formulazione degli obiettivi e delle finalità dell’organizzazione (art. III, a, b, c), che per ogni membro risultano pertanto i seguenti: a) conservare, personalmente, lo spirito della Promessa e della Legge come stabilite da Baden Powell, fondatore del Movimento degli scout e delle guide, in un processo permanente di sviluppo personale; b) introdurre questo spirito nelle proprie comunità, nelle quali si vive e lavora, per rendere loro un servizio attivo; c) sostenere attivamente lo scautismo e il guidismo nelle loro comunità, nei loro Paesi e nel mondo.
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12 La stessa Conferenza ha sancito anche il principio di non discriminazione e della struttura democratica dell’associazione (art. V, sez. 3, c).
La conquista dell’identità negli anni ’60 e ’70
Il ventennio che seguì alla morte di Mazza fu per il MASCI un periodo di profonde elaborazioni teoriche, di ristrutturazioni organizzative e di grandi trasformazioni, come del resto lo fu per la società italiana nel suo complesso e per tutto il mondo. Alla guida del Movimento si succedettero personalità di grande levatura morale e intellettuale, come il già nominato Carlo Ceschi, nella carica di presidente, cui succedette Giuseppe Mira nel 1970, poi Armando Denti e numerosi altri. Questi personaggi, per non nominare che i primi e più conosciuti, seppero reggere con determinazione il timone di una navigazione a vista quasi tutta ancor da definire. Il problema non era tanto la scarsità degli iscritti (nel 1970 erano ancor solo un migliaio e soltanto nel 1980 risultarono raddoppiati) quanto proprio la definizione degli scopi e del senso di un movimento di adulti scout che non volessero fare comunità solo per ricordare nostalgicamente gli anni della giovinezza. Ancor nel 1954, poco dopo la fondazione del MASCI, Mario Mazza così aveva spiegato il senso del termine “movimento” (nella circolare del 15 novembre 1954): Come mai l’organizzazione dei lupetti, esploratori e rovers è stata definita come Associazione, mentre quella degli Adulti si è denominata Movimento?
I due termini hanno bisogno entrambi di una spiegazione anche dal punto di vista giuridico. Effettivamente il nome di Associazione non sarebbe il più corrispondente alla forma attuale dell’ASCI perché si chiama associazione qualsiasi raggruppamento di uomini collaboranti a un dato fine e ordinato democraticamente, perché composto da soci dotati degli stessi diritti e che eleggono tra di loro i membri ai quali delegare responsabilità di governo sociale, ecc. L’ASCI oggi si presenta piuttosto come un ordine cavalleresco, i cui componenti sono formati al loro ufficio ed investiti delle rispettive cariche da un potere centrale, in nome del quale vengono autorizzati a guidare e formare giovani allievi divisi in categorie ed unità secondo l’età e regole particolari. Per degli uomini, e proprio perché degni di chiamarsi scout, un ordinamento così fatto sarebbe un nonsenso. L’adulto non ha più bisogno d’essere guidato dall’alto per poter assumere le responsabilità all’esercizio delle quali si è allenato per l’appunto militando nelle file dello scautismo giovanile. Ecco il motivo per cui la nostra organizzazione è stata chiamata un Movimento. […] Parlando di un movimento, si vuol esprimere precisamente l’idea della più libera forma di collegamento tra gruppi di uomini collaboranti ad uno stesso fine.
L’Assemblea Nazionale del decennale della fondazione (la 6a) si svolse a Firenze dal 5 all’8 dicembre 1964 sulla significativa tematica I giovani e le loro scelte. Fu gratificata anche da un saluto del sindaco Giorgio La Pira. Si occupò certo dell’argomento stabilito e anche dell’accrescimento numerico dei soci, tanto che decise la modifica di parte dello Statuto del 1954 per consentire l’ingresso dei coniugi e anche di amici che non fossero stati scout in precedenza, ma questo problema, in fin dei conti, era secondario rispetto a quello della mancanza di qualificazione del MASCI.
Dopo molti confronti e dibattiti, la mozione conclusiva dell’Assemblea (riportata su “Strade Aperte”, come tutti i documenti che si citeranno anche in seguito) affermò infatti con vigore il tema del servizio come valore caratterizzante l’impegno di uno scautismo per adulti. Allo stesso modo tutti gli incontri della seconda metà degli anni ’60 furono poi prevalentemente incentrati sulla riflessione e sulle proposte riguardanti appunto il servizio, che, inteso come azione civica nella società, doveva caratterizzare il ruolo del MASCI nel Paese qualificandolo proprio come comunità di servizio. Questo comunque andava rivolto prima di tutto alla formazione permanente degli adulti nei profili culturale, politico e sociale, ma al fine di renderli più sicuri e incisivi nelle loro iniziative, i cui ambiti privilegiati di intervento vennero individuati nella scuola, nei centri sociali per la famiglia, negli ambienti depressi (in primis le regioni meridionali), nell’assistenza sociale ai poveri e agli ammalati, nell’assistenza ai giovani emarginati e disadattati, nell’aiuto alle missioni operanti nei Paesi in via di sviluppo e... forse c’era un po’ troppa carne al fuoco. L’Assemblea nazionale del 1968, tuttavia, tenutasi in novembre a Salerno (l’8a), si svolse ancora all’insegna dell’Azione
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12 civica come servizio e non poteva non porsi, sotto le spinte che urgevano dal sociale, il problema di un impegno nel politico: Il MASCI – disse Armando Denti nella relazione introduttiva – per generale aspettativa dall’interno e dall’esterno, deve maggiormente qualificarsi con attività il più possibile generalizzate. Se tale richiesta trova qualche ostacolo nel principio di autonomia delle Compagnie e Comunità, che intendono mantenersi libere di stabilire i propri programmi di attività, eque forme di contemperamento sono nei suggerimenti forniti nelle ultime Assemblee. Non bisogna dimenticare che il MASCI deve indiscutibilmente essere presente nella comunità civile se vuol essere testimonianza di uomini che, essendo stati educati come scout, pretendono di cercare di essere migliori di altri, perché pretendono di rendere migliore il mondo. L’azione civica va svolta «sviluppando e democratizzando le comunità intermedie», promuovendo le forme di «democrazia diretta» e vivendo «la partecipazione alla gestione della cosa pubblica in spirito di servizio» nel rifiuto della violenza e nell’affermazione del metodo democratico, ma pur ricorrendo a denunce, azioni educative e contestazioni, se necessario.
I pilastri fondamentali del MASCI divennero pertanto: lo spirito comunitario, la testimonianza personale, la formazione permanente, il servizio e l’apertura agli altri. «Comportiamoci da adulti – disse ancora Denti – se vogliamo costruire uno scautismo per adulti e non essere adulti che praticano uno scautismo per giovani». Così «nel corso della seconda metà degli anni Sessanta – ha scritto Paola Dal Toso in MASCI: una storia da ricordare (Nuova Fiordaliso, Roma 1999, p. 50) – il MASCI scopre l’“umanesimo integrale” e il “personalismo comunitario”: l’essere umano non è solo un “individuo” perso in una “massa”, ma è una “persona”, cioè un’entità prioritaria. Questa persona può trovare il massimo del suo sviluppo armonioso nella “comunità” che la completa, diventa non soltanto un mezzo di formazione e vita, ma assume a sua volta un’importanza tutta particolare: “la comunità è una persona di persone”», che ha come “dovere e diritto” prioritari l’azione nel sociale in uno spirito di servizio. E non sono pochi gli adulti scout che perciò si impegnano anche nell’ambito politico. Quando, nel 1970, Carlo Ceschi (morirà nel 1973) passa il timone della guida a Giuseppe Mira (che lo terrà fino al 1976), pur ancora in esiguità numerica, il MASCI ha così un suo mondo di valori da esprimere e realizzare per i suoi membri e per la società tutta. Perciò il decennio si inaugura con un’Assemblea Nazionale (la 9a), svoltasi a Verona dal 6 all’8 dicembre 1970, sul tema Educazione permanente e coeducazione. Il documento di base afferma che
L’educazione permanente è un atteggiamento che richiede umiltà, curiosità, spirito di ricerca, rispetto degli altri; è un insieme di attività quindi, non una vaga aspirazione al miglioramento di se stessi, ma necessita di un programma e di una attenzione affinché ciò che si fa porti alla crescita delle persone, alla conoscenza dell’ambiente degli uomini e delle cose; è infine un servizio perché deve essere portato anche a coloro che non sono sensibili a questo valore o non sono in grado di praticarlo. [...] La coeducazione è l’azione educativa reciproca tra uomini e donne che formano la comunità, partendo dal concetto che essi possiedono caratteristiche fisiologiche e psicologiche diverse [...] e che quindi possono vicendevolmente arricchirsi. L’educazione, insomma, non è più sentita e vissuta come un insieme di esperienze relegate ai primi periodi della vita, ma come una dimensione caratterizzante tutta l’esistenza umana. Quindi, in quanto educazione permanente, essa deve mirare «all’informazione e alla formazione totale della persona secondo un processo che si prolunga per tutta la vita» nelle «sfere di sviluppo» della religione, del sociale, della politica, della cultura, della vita nella natura e in famiglia, avendo anche come fine, grazie alla coeducazione, la «realizzazione dei ruoli nuovi per la donna, nonché il ridimensionamento di quelli tradizionali dell’uomo». Per rivitalizzare l’azione del MASCI venne poi deciso di operare una ristrutturazione degli organi del Movimento e di avviare un’incisiva iniziativa di formazione che coinvolgesse tutte le comunità. Questa venne avviata l’anno successivo (1971) con i Seminari di Animazione.
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12 Poiché le comunità «spesso languiscono per mancanza di idee o per il ripetersi di attività che non interessano», animare necesse est – come recitava il titolo di un articolo su “Strade Aperte” di quell’anno (n. 3-4, pp. 9-11). Occorreva però innanzi tutto preparare le persone, in primis i magister, che sapessero utilizzare le tecniche basate sulle dinamiche di gruppo (esposizione del tema, discussione, lavori di gruppo, pratiche concrete) in seminari di 3-5 giorni che costituissero «esperienze di vita comunitaria globale e armonica», incentrate sulle tematiche dello scautismo per adulti come educazione permanente delle persone.
Nell’Assemblea Nazionale dell’anno successivo (1972, la 10a) si decise pertanto di procedere con determinazione al fine di far acquisire un linguaggio e pratiche comuni alle comunità di tutte le regioni e con lo scopo di costruire un movimento con una forte identità. Venne eletto segretario Enrico Capo, il principale promotore dell’iniziativa, e responsabile nazionale dei Seminari Carlo Sartori, uno dei più attivi partecipanti fin dalla prima ora. In seguito venne creata anche una “Pattuglia dei Seminari di Animazione”, che mise in cantiere tre eventi per il 1973, da svolgersi in regioni del Nord, del Centro e del Sud per favorire la partecipazione. Le risposte alle proposte non furono incoraggianti. Nonostante ciò ne vennero organizzati altri tre nel 1974, che videro la partecipazione di 67 adulti scout, in rappresentanza di 19 delle 56 comunità censite nel 1973. Negli anni successivi tuttavia i Seminari continuarono, proseguendo poi anche negli anni ’80 e ’90, fino a raggiungere la significativa cifra di una cinquantina, contribuendo certamente agli scopi per i quali erano stati promossi. Nel Movimento rimase comunque abitudinaria la prassi da essi instaurata, con le relazioni iniziali, le discussioni, i lavori di gruppo e le sintesi finali.
La revisione dello Statuto venne invece effettuata in un’Assemblea Straordinaria che si svolse a Rimini il 12-13 febbraio 1972: venne rinnovata la struttura associativa, ridefiniti i ruoli degli organismi centrali, creati i Segretariati regionali, che entrarono di diritto a far parte del Consiglio Nazionale; la durata degli incarichi elettivi venne stabilita in due anni e limitata a due conferme per favorire la rotazione e la partecipazione.
Emerse anche la proposta di elaborare un “Patto federativo” che esprimesse i valori, gli obiettivi e la metodologia del MASCI, che poi venne approvato nella 10a Assemblea Nazionale dello stesso anno (Perugia, 8-10 dicembre 1972) con il titolo di Patto comunitario. Dopo l’affermazione della «permanente attualità dello spirito della promessa e della legge scout», esso è articolato in 4 capitoli: religiosità, famiglia, società, movimento e comunità. Con tutto ciò si può dire che la prima metà degli anni ’70 costituì un periodo di rifondazione del MASCI, non solo per il rinnovo statutario delle strutture, ma anche perché in quegli anni giunse definitivamente a maturazione l’evoluzione del Movimento da accolita di ex scout a quello di uno “scautismo per adulti”.
Forte e sicuro ormai di queste conquiste, nel febbraio 1976 il Consiglio Nazionale elaborò un documento comune sull’aborto, su cui allora fervevano i confronti in tutto il Paese, che inviò ai presidenti delle Camere, ai gruppi parlamentari e ai partiti. Nel Movimento non tutti furono d’accordo, più che sui contenuti della mozione, sul fatto stesso di pretendere una posizione unitaria di tutti i soci su fondamentali temi etici, sociali e politici. Il dibattito trovò una sua composizione l’anno successivo in un documento del Consiglio di Presidenza pubblicato sul n. 2 di “Strade Aperte” del 1977 con il titolo Il pluralismo nel MASCI, dove si ribadì che ogni adulto scout è libero di operare e prendere decisioni in piena autonomia, purché «secondo i princìpi e i valori del MASCI». Intanto nel novembre 1976 si era svolta anche la 12a Assemblea Nazionale proprio sul tema Identità e impegno del MASCI nella società italiana, in cui si era anche discusso, e molto, di politica, in forme concrete soprattutto nei capannelli degli adulti scout tra loro, perché il tema era molto “caldo”. Nelle elezioni del giugno precedente, infatti, il PCI aveva ottenuto il 34,37% dei consensi arrivando a incalzare da vicino la DC (38,71%) e risultando così entrambi reciprocamente imprescindibili. Ciò fece precipitare la crisi del centrosinistra, che si esaurì definitivamente, e venne dato corso a un monocolore DC guidato da Giulio Andreotti e detto “governo della non sfiducia”, con l’appoggio esterno del PCI. Fu il primo governo nella storia della Repubblica ad annoverare tra i suoi ministri anche una donna, Tina Anselmi, al Ministero del Lavoro. Era nella naturale evoluzione politica della società.
Anche la situazione economica e sociale del Paese era in quel periodo assai critica: alle massicce contestazioni studentesche del 1968-69 si erano aggregate le lotte sindacali dell’“autunno caldo” del 1969, che insieme rivendicavano una più diretta partecipazione alla vita democratica della nazione; nel 1970 venne approvato lo Statuto dei Lavoratori, ma
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12 le lotte e le rivendicazioni operaie, fuse con quelle studentesche, non cessarono, anzi vi furono consistenti frange che rivendicavano la possibilità della violenza come legittima arma politica; dopo la crisi petrolifera del 1973 e il conseguente aggravarsi di quella economica, l’inflazione raggiunse le due cifre e il debito pubblico aumentò vertiginosamente; intanto il terrorismo “rosso” e “nero” alimentava ogni giorni le paure e la precarietà della gente. In questo periodo infatti giunsero all’acme i cosiddetti “anni di piombo” con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro (16 marzo – 9 maggio 1978). Questi furono di conseguenza anche anni di grandi cambiamenti sociali. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 l’Italia completò la sua trasformazione da Paese agricolo a Paese industriale, al punto da venire annoverata tra le nazioni più industrializzate del mondo. Ciò significò lo spopolamento delle campagne, l’“emigrazione selvaggia” dal Sud, la speculazione edilizia, gravi carenze nei servizi e un’infinità di altre criticità e problemi. Oltre allo Statuto dei Lavoratori, nel 1970 vennero approvate anche le leggi sull’autonomia delle Regioni e sul divorzio. Nel 1975 venne abbassata a 18 anni l’età richiesta per la partecipazione alle elezioni e veniva approvata anche la riforma del diritto di famiglia. Nel 1978 veniva poi emanata la legge 194 contenente le «norme per la tutela della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza» (aborto).
In ambito ecclesiale il Concilio Vaticano II (1962-1965) aveva messo in moto forze innovative tutte ancor in pieno dispiegamento. Particolarmente effervescente era anche il mondo dell’associazionismo giovanile. Nel 1974, per decisioni congiunte dei Consigli generali dell’ASCI e dell’AGI, nasceva l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI), dove pure, su esplicite richieste da parte della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), si discusse molto sulle forme di coeducazione, sul ruolo spirituale della figura dell’assistente ecclesiastico, ma soprattutto sui problemi delle scelte politiche, tanto che lo Statuto della nuova associazione poté ricevere l’approvazione ecclesiastica solo nel 1976.
Era pertanto naturale che in questa situazione anche nel MASCI il dibattito non languisse. Nell’Assemblea Nazionale di Caserta (la 12a, 1-4 novembre 1976), svoltasi all’insegna del tema Identità e impegno del MASCI nella società italiana, si arrivò a definire il MASCI «un movimento di educazione permanente e di azione civica, che si ispira al personalismo comunitario, che pratica la coeducazione, avvalendosi delle tecniche di dinamica di gruppo, in una prospettiva adulta di fede cristiana». Esso deve impegnarsi nel sociale entrando a far parte dei comitati di quartiere e dei consigli parrocchiali, assumendo compiti gestionali anche nei sindacati, nei servizi sanitari e nelle parrocchie. Deve inoltre promuovere iniziative per il tempo libero e servizi continuativi e non periodici a favore di handicappati ed emarginati. In ogni caso non deve rinunciare a lavorare insieme anche con «materialisti, marxisti e radicali». L’orientamento generale è ben precisato nelle conclusioni di un documento elaborato per quell’Assemblea dal Centro Studi “Mario Mazza” con il contributo delle comunità di Genova (cfr. “Strade Aperte” n. 6/1976, pp. 110-111): L’identità e l’impegno del MASCI nella società italiana si basano soprattutto su quattro punti cardinali che derivano dall’essere ciascuno di noi: ADULTI – SCOUT – CATTOLICI – ITALIANI. [...] Il Meritare fiducia – la Lealtà – l’Aiuto al prossimo – l’Amicizia e la cortesia con tutti – la Laboriosità, la Modestia di vita, l’Ottimismo – la Purezza di cuore o di intenzioni – il tutto vissuto nella luce cattolica e italiana ci indicano chiaramente il significato, i limiti, l’ampiezza e i mezzi del nostro impegno sociale in ogni momento della vita. [...]
Dato il tipo di formazione come cittadini completi, gli Adulti Scout del MASCI sono uomini preparati ad assumere con senso di dovere, di sacrificio e di amore (v.1a lettera di San Paolo ai Corinti) piena responsabilità nelle loro azioni, ciascuno secondo i limiti delle proprie capacità a lui ben note, ciascuno al posto che la Provvidenza di Dio e la fiducia dei fratelli gli ha affidato, ciascuno col preciso fine di rendere il mondo (e quindi nel nostro piccolo la società italiana) un poco migliore di come è stato trovato (v. Ultimo Messaggio di B--P.). Sul finire del decennio, infine, anche i contatti con l’associazione giovanile vennero pienamente riaperti: nel 1979 infatti il MASCI partecipò con un carrefour alla Route delle Comunità Capi dell’AGESCI a Bedonia nel Parmigiano.
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12 Il metodo operativo della “strada”
Negli anni ’80 e ’90 la situazione sociale, politica ed economica del Paese rimase sempre effervescente e in trasformazione. Nel 1989 crollò il muro di Berlino; l’anno dopo si ebbe la riunificazione della Germania e i Länder dell’ex DDR divennero parte dell’Unione Europea. Progressivamente questa si andò allargando ai Paesi dell’Est, soprattutto dopo lo smembramento dell’URSS (1991) e la fine della feroce guerra civile in Jugoslavia (1991-95). Con il trattato di Maastricht (1992) e l’entrata in vigore degli accordi di Schengen (1995), come avvenne del resto anche negli altri Paesi europei, pure l’Italia si fece sempre più “europea”, multiculturale e pluralista. Il nostro Paese, inoltre, in questi anni attraversò la buriana di tangentopoli e cambiò radicalmente la propria rappresentanza politica, dando vita a una seconda repubblica mai pienamente compiuta. Ma le comunità e gli adulti scout del MASCI seppero agevolmente muoversi anche in questi frangenti. Infatti, dopo la conquista dell’autonomia formale e concreta come un movimento di scautismo per adulti in permanente formazione per attuare un servizio civico nella società e nella Chiesa secondo i princìpi e lo spirito della promessa e della legge scout, negli anni ’80 e ’90 il MASCI elaborò un suo modus caratteristico di operare intensificando così notevolmente gli interventi e le iniziative.
Furono, questi, anche anni di sorprendente crescita e sviluppo: dalle 54 comunità con 1.726 iscritti censite nel 1979, dieci anni dopo, nel 1990, le comunità erano 212 con 5.486 iscritti, e vent’anni dopo, nel 2000, esse erano 284 con 5.720 iscritti. (Oggi, secondo i dati 2011, le comunità sono 346 con 6.202 iscritti.)
I capi scout che guidarono questa evoluzione hanno i nomi dei presidenti nazionali Michele Giaculli (1978-84), Piero Antonacci (1989-95) e Claudio Gentili (1995-2001), con l’aiuto spirituale degli assistenti Padre Giacomo Grasso (1980-90) e Padre Federico Lombardi (1990-2008). I segretari nazionali furono Sergio Zannini (1984-89), Riccardo Della Rocca (1989-95), Pierangelo Re (1995-98) e Nicola Nardi (1998-2001).
Il 1984 venne commemorato il 25° dalla morte di Mario Mazza e il 30° dalla fondazione del Movimento. Quell’anno colse il MASCI profondamente impegnato nella definizione di un metodo suo peculiare di educazione scout permanente per adulti. La tematica, del resto, intrecciata con lo scautismo come sistema di vita e di servizio nella fede, venne sviluppata in tutti gli incontri del decennio: nelle Assemblee Nazionali (dalla 14a nel 1980 alla 18a nel 1989), negli incontri di studio, nei convegni nazionali dei magister. Il metodo di formazione comunitaria permanente venne individuato nel metodo della “strada”, in ideale continuità con gli ideali del roverismo giovanile, adeguato però al mondo degli adulti. L’ampio dibattito che animò il Movimento portò anche alla revisione del Patto comunitario, che ancor oggi dichiara: 5.4
In particolare facciamo nostri i valori della strada, come intesa nel roverismo/ scoltismo
•
la scelta, fatta insieme, della meta, dell’itinerario e delle tappe,
• • • • • • •
l’abitudine a guardare e ad andare avanti,
avere un equipaggiamento necessario ed essenziale,
l’andare al passo del più debole, con sostegno reciproco,
l’attenzione a verificare la giustezza del cammino e la sua coincidenza con il progetto di Dio, la capacità di correggere la direzione quando ci si accorga di avere sbagliato strada, l’attenzione a chi si incontra,
la disponibilità a farsi coinvolgere dalle persone e dalle situazioni.
5.5
Il metodo della strada diventa così proposta di:
•
silenzio ed ascolto,
• • •
crescita della nostra umanità e spiritualità
attenzione, disponibilità ed accoglienza verso gli altri, libertà ed eguaglianza,
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12 •
essenzialità ed umiltà,
5.6
Il nostro metodo si caratterizza per il “fare strada”:
•
nel creato,
• • •
semplicità e gratuità. nel cuore,
nella città.
Sempre nel 1984 venne istituita la Carta di Comunità e il MASCI si distaccò definitivamente dall’associazione giovanile. Questa accrebbe però progressivamente il suo interesse verso il Movimento degli adulti tanto che alla Route nazionale del 1986 essa lanciò il motto «Dopo la partenza, il MASCI».
Negli anni ’80 e ’90 molta attenzione venne dedicata anche alla catechesi per adulti, per la quale vennero organizzati ben 5 convegni nazionali con una discreta partecipazione: il primo a Fiano Romano nel 1986, il 5° a Roma nel 1997.
Nell’Assemblea Nazionale del 1989 (la 18a), svoltasi a Rimini–Torre Pedrera dal 6 all’8 ottobre, il sintomatico tema fu Rinnovarsi nella continuità e, secondo la nuova periodicità triennale decisa nell’Assemblea precedente del 1986, vennero eletti presidente Piero Antonacci e segretario nazionale Riccardo Della Rocca. Insieme animarono per sei anni la vivace operosità del MASCI, che si estrinsecò nelle promozioni dei Comitati Esecutivi, negli incontri del Consiglio Nazionale, nei Forum interregionali per il servizio, in convegni e assemblee, anche in incontri con gli adulti scout impegnati in politica per confrontarsi in spirito di servizio sulle novità e sulle prospettive per l’associazionismo.
Con l’inizio degli anni ’80 presero avvio anche i biennali Incontri del Mediterraneo: il primo ad Atene nel 1980, il secondo a Pacognano (Sorrento) nel 1982, poi in Tunisia, Spagna, Francia..., l’ultimo, il 14°, si è svolto a Cadice in Andalusia nei giorni 31 ottobre - 4 novembre 2012. Alla fine degli anni ’90, dopo essersi seriamente confrontati sul significato dell’essere adulti scout e su alcune ipotesi di cammino da percorrere insieme, venne approvato un documento intitolato Per un progetto comune del MASCI e dell’AGESCI, i cui aspetti vennero articolati in 7 «esperienze esemplari» da sviluppare insieme a livello nazionale, regionale e di zona: 1. l’“adultità” come condizione educativa
2. la ricerca di itinerari di catechesi in stile scout
3. la creazione di gruppi di studio per la valorizzazione del volontariato 4. per la riforma della scuola
5. per l’educazione ambientale 6. per l’occupazione giovanile
7. per il sostegno e l’educazione cristiana nelle famiglie.
Il dinamico inizio del nuovo millennio
Il XXI secolo si apre con l’approvazione definitiva del nuovo Patto comunitario, quello attualmente in vigore, avvenuta all’Assemblea Nazionale Straordinaria di Loreto del 10-12 novembre 2000, con la determinazione del MASCI a rendere effettivi i valori e le prassi del sistema di vita scout espressi nelle tre “C”: Cuore, Creato, Città.
Restava però il problema di modificare lo Statuto per adeguare il funzionamente dei vari organi, centrali-regionali-locali, al nuovo assetto culturale e formativo del Movimento. Dopo un lungo e impegnativo cammino dell’ultimo designato Comitato Esecutivo, con le relative verifiche e approvazioni nelle varie regioni, il nuovo Statuto venne approvato a larghissima maggioranza l’8 novembre 2003 all’Assemblea Nazionale Straordinaria di Rimini.
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12 Radicalmente rinnovato rispetto a quello del 1984, con importanti riferimenti anche all’Amicizia Internazionale (ISGFAISG) e all’educazione alla mondialità e alla pace, introduce il principio della “sussidiarietà” nelle strutture del MASCI, in base al quale i vari livelli dell’organizzazione (comunitario, regionale, nazionale) si danno regole organizzative autonome nel rispetto dei princìpi fondamentali condivisi. Le competenze dei vari organismi vengono definite con maggior precisione e al Consiglio Nazionale spettano i compiti di indirizzo generale e di controllo.
L’anno del “giubileo” della fondazione del MASCI, il 2004, ha avuto il suo momento celebrativo nella 23a Assemblea Nazionale del 21-24 ottobre a Fiuggi, seguita dall’udienza concessa dal papa Giovanni Paolo II. Tutto il Movimento è stato coinvolto in un “percorso” di verifica sul significato di uno scautismo cattolico per adulti oggi in Italia e nel mondo e in proposte di iniziative da realizzare per rilanciare il MASCI e farlo apprezzare soprattutto nelle associazioni scout, in quelle di volontariato e nelle istituzioni civili ed ecclesiastiche.
Nel 2005 ha fornito il suo contributo alla definizione del Piano 2008-2020 ISGF-AISG intitolato Mission, vision, strategie. Suddiviso in tre parti secondo gli scopi propostisi (rinforzare le amicizie esistenti, crearne di nuove nei propri Paesi e in quelli nuovi aderenti, identificare e attivare delle occasioni di sostegno e di servizio), ebbe poi una intensa verifica nella 26a Conferenza Mondiale svoltasi a Como dal 26 settembre al 2 ottobre 2011 nella suggestiva cornice di Villa Olmo sulle rive del lago, organizzata con il determinante contributo del MASCI della Lombardia. All’incontro hanno partecipato 300 tra adulti scout e guide provenienti da 40 Paesi diversi, ai quali si sono aggiunti gli italiani di tutte le regioni. Per l’occasione, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha indirizzato ai partecipanti un eloquente saluto in cui afferma: Le vostre assise, alle quali partecipano nutrite delegazioni da numerosi Paesi, testimoniano la vitalità del movimento scautistico internazionale e dei princìpi educativi e morali, e di formazione alla socialità, che ne rappresentano il prezioso segno distintivo, di particolare attualità e anche la riflessione da voi programmata su I beni comuni: terra, acqua, aria. Nel 2006 il Consiglio Nazionale del MASCI partecipò con un suo contributo anche al Convegno Ecclesiale Nazionale svoltosi a Verona nei giorni 16-20 ottobre, che fu onorato pure da una visita del papa Benedetto XVI. Le conclusioni del documento ben esprimono la profonda spiritualità e la maturazione nella fede del Movimento odierno: Gli adulti scout del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) sentono l’esigenza di vivere con consapevolezza e responsabilità la propria vocazione, rimanendo ancorati alla Parola di Dio come lampada per i loro passi e al magistero sociale della Chiesa come discernimento spirituale.
S’impegnano a rigenerare la vocazione laicale con l’ascolto della Parola di Dio, attraverso la pratica della lectio divina comunitaria, momenti di preghiera e il fare strada nel creato (veglie, deserto, momenti di silenzio e di contemplazione, ecc.) appropriandosi anche del pensiero sociale della Chiesa, in modo da poter vivere la loro vocazione in famiglia, nel lavoro, nella società. Vogliono essere davvero testimoni di Speranza insieme alle altre associazioni laicali e all’interno dell’intera comunità ecclesiale. Ritengono opportuno avviare una collaborazione più continuativa con gli organismi di pastorale diocesani regionali e nazionali per offrire il proprio originale contributo e maggiormente per realizzare un’azione pastorale organica nella Chiesa.
Rinnovano la loro antica “promessa” di coniugare la fede in Cristo con le opere, come laici che vivono la frontiera, chiamati a tessere legami fraterni sul posto di lavoro, nelle borgate, nei condomini, nelle città, nella società, ricostruendo relazioni personali e comunitarie di vicinanza, vivendo la loro fede nella gratuità. Nello stesso 2006, dal 7 al 12 novembre, con il contributo determinante degli adulti scout siciliani, il MASCI organizzò poi ad Acireale (Catania) il 12° Incontro internazionale del Mediterraneo sul tema Mediterraneo, culla della pace e dell’incontro tra i popoli, in cui si rifletté sul ruolo dello scautismo e del guidismo giovanile e adulto quale operatore di pace per la valorizzazione dei territori, l’utilizzo dei mezzi poveri, l’assunzione di responsabilità, la solidarietà e la capa-
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12 cità di lavorare insieme, pur incontrandosi da Paesi diversi per tradizioni, sistemi politici, lingue e religioni.
Nel 2009 molto partecipato e proficuo di risultati è stato il Sinodo dei Magister ad Alghero dal 23 al 25 ottobre. Articolato in tre proposte (il percorso verde sull’Educazione degli adulti, il percorso giallo sulla Spiritualità e catechesi degli adulti, il percorso rosso Entra nella storia) introdotta ciascuna dalla corposa relazione di un esperto (rispettivamente Enver Bardulla, Fulvio De Giorgi e Franco Passuello), ha avuto i suoi laboratori di rielaborazione e interiorizzazione delle tematiche nei “Caminetti” (7 per ogni percorso), le cui pregnanti sintesi sono riportate nel quaderno n. 5 di “Strade Aperte” (marzo 2010). La 25a Assemblea Nazionale, svoltasi a Principina (Grosseto) il 22-24 ottobre 2010, ha assegnato al triennio successivo il motto «Se non ora... quando? [...] Siamo ormai tutti consapevoli che il tempo è breve ed è questo». E, per continuare con le parole programmatiche del presidente Riccardo Della Rocca:
Se abbiamo ravvivato la brace occorre ora che il fuoco arda. Se, come dice un vecchio e nuovo consigliere nazionale, abbiamo piegato il ferro, ora occorre modellarlo. Per questo l’unica risposta possibile è una rivoluzione copernicana: è necessario che ogni periferia (comunità o regione) si faccia centro. Per questo l’unica risposta possibile è che il motore del Movimento sia rappresentato da ogni regione o meglio dalla rete delle regioni e che il Consiglio Nazionale e il Comitato Esecutivo svolgano in pieno il compito che lo Statuto assegna loro di essere strutture di servizio. Questo significa: un passaggio e un cambiamento di passo. Naturalmente gli interventi e le iniziative del MASCI negli ultimi anni sono stati ben più numerosi di quelli ricordati (dalle Routes sulla Via Francigena, alle Isole dell’arcipelago delle opportunità, alla partecipazione al Jamboree del 2011 a Rinkaby in Svezia, e altri) fino alle Piazze, trivi e quadrivi a Salerno dal 19 al 21 ottobre 2012, che, sempre nelle parole del presidente, fin da Principina erano stati intesi nella doppia accezione di luoghi dell’incontro, l’agorà per eccellenza, il trivio e il quadrivio come luoghi della conoscenza e della sapienza. Ma anche come impalcatura fondamentale di un Piano regolatore della città del MASCI: il lavoro delle regioni produrrà le case, le chiese, le scuole, le officine, le botteghe e queste saranno attraversate da strade che si incroceranno nei trivi e nei quadrivi e condurranno alle piazze dell’educazione degli adulti secondo le quattro dimensioni: • un metodo di educazione per adulti
• tracce di catechesi e spiritualità per adulti • percorsi Entra nella storia • mondialità.
Guide del Movimento nel nuovo millennio sono stati i presidenti nazionali Littorio Preziosi (2001-2007) e Riccardo Della Rocca (attualmente in carica), con i segretari nazionali Giacinto Bona (2001-2007) e Alberto Albertini (attualmente in carica). Dopo Padre Federico Lombardi, ha assunto l’incarico di Assistente ecclesiastico nazionale P. Francesco Compagnoni OP (dal 2008, attualmente in carica).
Un’ultima parola va ora spesa per l’associazione di volontariato Eccomi onlus, che oggi – come abbiamo già accennato – costituisce l’impresa (inter)nazionale del MASCI. Nata da una proposta di servizio emersa in un campo di rifugiati ruandesi in Burundi, quando in Rwanda si consumava un atroce genocidio, essa è stata formalmente costituita nel 2006. Il nome viene dalla Bibbia, dove è la pronta risposta di molti personaggi a diverse chiamate: cfr., per esempio, Gen 27,1 (Esaù), Gen 31,15 e 46,2 (Giacobbe), Gen 37,13 (Giuseppe), Is 6,8 (a Dio). Oggi essa opera, con generosità e in spirito di servizio secondo i princìpi dello scautismo, con diversificati progetti in molti Paesi: Burundi, Togo, Burkina Faso, Zambia, Brasile, Haiti, e anche in Italia (per i terremotati).
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