9 minute read

fraternità internazionale dello scautismo e del guidismo - mario sica

Next Article
Premessa

Premessa

Quaderno di

9

Advertisement

mario siCa

FRATERNITÀ INTERNAZIONALE DELLO SCAUTISMO E DEL GUIDISMO

mariosiCa

16

La mia prima esperienza internazionale scout fu in Inghilterra, a un campo internazionale di squadriglie nel 1955. Ad un certo punto, in una cerimonia era prevista la recita del Padre nostro, di cui ci venne dato un testo inglese da leggere. Ma ad un tratto saltò fuori un sacerdote cattolico inglese il quale disse, a noi cattolici, che le parole finali del Padre nostro anglicano (“perché Tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli”) non erano previste, nel testo cattolico della preghiera, e che quindi eravamo tenuti a fare un passo indietro dal cerchio e rimanere in silenzio. Il che disciplinatamente facemmo. Ancora oggi mi dolgo di non essere stato obiettore di coscienza. A parte il fatto che quelle parole finali erano perfettamente accettabili dai cattolici, tanto vero che oggi figurano nel canone della Messa (sia pure non nel Padre nostro), quello che più mi fece male fu il passo indietro dal cerchio e il non pregare insieme con i fratelli scout di altre confessioni. Dietro l’episodio c’era, naturalmente, la conflittualità, specie a quel tempo, dei cattolici inglesi con gli anglicani. Ma a me l’aspetto religioso interessava poco: mi doleva soprattutto il vulnus inferto alla fraternità internazionale dello scautismo. Facevamo tutto insieme con gli altri: cucinavamo insieme, giocavamo insieme, visitavamo Londra e l’Inghilterra insieme, cantavamo insieme nei bivacchi: perché ci era proibito pregare insieme? Più tardi avrei appresi che la fraternità internazionale era stata una dimensione sofferta, nella storia del Movimento, e quindi una vera e propria conquista. Si legge in certi libri di storia che Baden-Powell – B-P per noi – fondò nel 1907 il Movimento scout mondiale. Non è proprio così. Nel 1907 B-P sperimentò, in un campo nell’isola di Brownsea, solo un programma educativo per i ragazzi, che espose l’anno successivo in un manuale, Scouting for Boys. Poi tra il 1908 e il 1909 organizzò un’associazione per i ragazzi inglesi, in Inghilterra e in tutte le altre parti dell’Impero britannico. Non era presente, nella prima edizione di Scouting for Boys, l’idea della fraternità internazionale. Anzi, c’era quella, antitetica, della superiorità

Di che colore è la pelle di Dio

Fraternità internaZionale Dello sCautismo e Del guiDismo

britannica. E non c’erano, a Brownsea, ragazzi stranieri. Ben presto, tuttavia, il pensiero di B-P sterzò nettamente in senso internazionalista e, dopo la prima guerra mondiale, addirittura pacifista. Due fatti determinarono questa evoluzione. Anzitutto, lo sviluppo spontaneo dello scautismo in molti altri paesi, oltre a quelli dell’Impero britannico. B-P, che non aveva fatto alcuna propaganda al suo metodo all’estero, fu colto di sorpresa, ma subito ne afferrò l’elemento positivo. Il secondo fattore di evoluzione fu lo stesso conflitto mondiale. B-P partecipò pienamente, coi suoi scout, allo sforzo patriottico. Ma alcuni mesi che passò sul fronte delle Fiandre lo impressionarono profondamente. Dopo la guerra, la sua condanna del brutale massacro fu netta, senza appello. Già in piena guerra, nel 1916, egli propose di organizzare un raduno internazionale per far conoscere lo scautismo, ma anche per “promuovere lo spirito di fraternità nelle giovani generazioni in tutto il mondo, dandogli quindi lo spirito che è necessario per fare della Società delle Nazioni una forza vitale”. Non, quindi, un raduno per celebrare la vittoria dell’Impero inglese o dell’Intesa, ma un raduno di fraternità mondiale, esteso non solo ai ragazzi dei Paesi neutrali, ma persino a quelli dei Paesi nemici. Il prolungarsi della guerra impose il rinvio al 1920 del raduno, cui B-P intanto aveva dato il nome di Jamboree, riecheggiante la parola jam: un’allegra marmellata di ragazzi di tutti i Paesi. Nel luglio del 1920 a Londra, nell’arena di Olympia, 8000 Scouts di ventuno Paesi, oltre ai Dominions britannici, ascoltarono la parola del neo-acclamato Capo Scout del Mondo:

Fratelli scout, vi chiedo di fare una scelta solenne. Esistono fra i vari popoli del mondo differenze di idee e di sentimento, così come ne esistono nella lingua e nell’aspetto fisico. La guerra ci ha insegnato che se una nazione cerca di imporre la sua egoistica volontà alle altre, è fatale che ne seguano crudeli reazioni. Il jamboree ci ha invece insegnato che se facciamo prova di mutua tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l’armonia sprizzano naturalmente. Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, così da poter contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona volontà tra gli uomini. Fratelli scout, rispondetemi: volete unirvi in questo sforzo?

In poche righe, B-P ha delineato un messaggio profetico: “se una nazione cerca di imporre la sua volontà alle altre, una reazione crudele è inevitabile”; una profezia purtroppo avveratasi molte volte da allora, fino a tempi recentissimi. Ma soprattutto ha posto una chiara antitesi tra la guerra e il jamboree. Dunque il jamboree è il contrario della guerra, è il simbolo e lo strumento della pace. Dopo questo discorso, noto nella storia dello scautismo come “la sfida di Di che colore è la pelle di Dio

17

Quaderno di

9

Lo scautismo combatte il pregiudizio che considera “gli altri” come non solo estranei o forestieri o stranieri, ma “strani e buffi”, e quindi, con facile passaggio, “barbari” e, in potenza o in atto, nemici.

18

mario siCa

Olympia”, il suo messaggio di pace e di fraternità mondiale ritornò ancora ripetutamente, e con particolare efficacia nei jamboree, i grandi raduni di scout di tutti i Paesi, che lo videro presente fino al 1937. In quegli anni cambiò anche il testo dell’art. 4 della Legge scout. Inizialmente era: “Un Esploratore è amico di tutti e fratello di ogni altro Esploratore, quale che sia la classe sociale cui l’altro appartiene”. Ora si disse: “quale che sia il Paese, la classe sociale o la religione cui l’altro appartiene”. Lo scautismo si era allargato ai confini del mondo. Il messaggio internazionalista di B-P non cancella del tutto il patriottismo nazionale: si fonda anzi su di esso, ma al tempo stesso lo supera. L’ideale scout è di “un patriottismo più ampio e più nobile, che riconosca la giustizia e la ragionevolezza delle richieste altrui e porti la nostra nazione al riconoscimento degli altri popoli del mondo ed alla fraternità con essi”. Fin dall’inizio B-P non considerò il pullulare di associazioni scout in tutti i principali paesi come una simpatica coincidenza o come l’emergere parallelo di un’istituzione socialmente utile, come p.es. i pompieri (tutti i paesi li hanno, ma non c’è una fratellanza internazionale dei pompieri). Al contrario, fin dall’inizio B-P colse la portata educativa di questo sviluppo spontaneo: egli si rese conto che era possibile lanciare l’ideale del “cittadino del mondo “proprio sulla base dell’esistenza del Movimento nei vari paesi e, quindi, di una fraternità mondiale degli scout. La fraternità mondiale rimane una dimensione fondamentale dello scautismo e del guidismo. Le varie distinzioni rimangono, continuano ad esistere, ma vengono accantonate dallo spirito scout:

Lo scautismo è una fratellanza: cioè un Movimento che non fa alcun caso, in concreto, di differenze di classe, religione, nazionalità o razza, per lo spirito indefinibile che lo pervade, lo spirito del gentiluomo di Dio.

La fraternità scout è quindi il riconoscimento della relatività di ogni modo di essere uomini, di ogni cultura, di ogni religione; è il superamento, in nome dell’attenzione all’altro, della tentazione di assimilarlo; è, soprattutto, l’accettazione del diverso nazionale. Lo scautismo combatte il pregiudizio che considera “gli altri” come non solo estranei o forestieri o stranieri, ma “strani e buffi”, e quindi, con facile passaggio, “barbari” e, in potenza o in atto, nemici. La visione di B-P dello scout “cittadino del mondo” era certamente in anticipo sui suoi tempi, come pure lo era la sua visione del Movimento scout e delle guide come fraternità mondiale, capace di superare patriottismi nazionali e di preparare un avvenire di pace. Occorre pensare agli anni in cui B-P diffondeva questo messaggio: sono quelli che vanno dal 1920 a1 1937 - dal jamboree di Olympia a quello di Voge-

Di che colore è la pelle di Dio

Fraternità internaZionale Dello sCautismo e Del guiDismo

lenzang - nei quali in quasi tutta l’Europa si afferma il fascismo, seguito dal nazismo, dal franchismo e dai nazionalismi più sfrenati (p. es. nei Balcani). Non solo andava di moda la glorificazione della propria nazione, ma imperversava la stessa esaltazione della guerra, la derisione della pace e dei pacifisti considerati - come li voleva Nietsche, che i fascisti rispolveravano perché faceva loro comodo - deboli e imbelli per difetto di energia vitale. Il razzismo predicava il dominio di una razza privilegiata, il cui destino era di sottomettere le razze inferiori. Lo statalismo sfrenato considerava l’assoggettamento o l’annessione degli Stati più deboli (se necessario con la guerra) come perfettamente legittimi. Un messaggio, quindi, quello di B-P che andava controcorrente e non mancava di coraggio. Un messaggio in cui si mescolavano idealismo e realismo, l’utopia e l’azione concreta del Movimento. B-P morì in Kenya nel gennaio 1941, e le sue ultime parole furono rivolte alla necessità di creare, nel dopoguerra, un mondo di fraternità in cui fosse scongiurato il flagello della guerra. Dopo il 1945 alle due organizzazioni mondiali da lui fondate (WOSM e WAGGGS) – la prima pensata originariamente per i maschi, ma oggi aperta a maschi e femmine; la seconda riservata alle sole femmine – si è aggiunta dal 1953, a un livello di effettivi assai più ridotto, ma con i medesimi valori ideali, l’organizzazione mondiale degli adulti, che oggi ha il nome di AISG (Amicizia Internazionale Scout e Guide) o, in inglese, ISGF (International Scout and Guide Fellowship). Le tre organizzazioni mondiali che si rifanno a B-P hanno continuato a promuovere l’ideale della fraternità mondiale, con le maggiori difficoltà, ma al tempo stesso con le maggiori opportunità, che presenta oggi il nostro mondo globalizzato. In particolare, la nuova facilità dei trasporti e delle comunicazioni ha avuto per effetto di accrescere, in quasi ogni Paese, e in particolare nei paesi più ricchi, la percentuale di popolazione residente immigrata da paesi più poveri. Il fenomeno ha dimensioni globali e, per la nostra epoca, un carattere emblematico che interpella direttamente lo scautismo e il suo ideale di fraternità mondiale. L’identità nazionale di ciascun paese deve rimanere aperta e capace di incontrare altre culture, nella prospettiva di una crescita personale e di gruppo per tutti. Occorre vegliare a che il multiculturalismo, che rimane un ideale, non sia in pratica solo una giustapposizione tra etnie che non dialogano e vivono in ghetti chiusi. La fraternità mondiale dello scautismo può aiutare a creare i meccanismi di una convivenza che, a partire dall’identità di ciascun popolo, divenga capace di incontrare altre identità e di contagiarsi positivamente, con un reciproco arricchimento. È un modo preciso che gli scout hanno, in molti paesi, di mettere concretamente in pratica, nel mondo di oggi, l’ideale di fraternità mondiale di B-P.

Di che colore è la pelle di Dio

This article is from: