Notiziario di sezione n.3 - WWF Groane

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Panda delle Groane

Maggio 2011

Notiziario destinato agli attivisti e simpatizzanti del Comitato Groane per il WWF Numero 3 Maggio 2011

Sommario

Introduzione Introduzione

Pg. 1

Un’avvistamento parti- Pg. 1 colare…. Lo scoiattolo rosso al Pg. Parco delle Groane 2

Aiuto .…un serpente!

Pg. 3

Bicinfesta per Seregno

Pg. 4

Partecipa alla crescita Pg. delle Oasi : fai volonta5 riato ambientale Del nuovo sull'antico Pg. “Fosso del Ronchetto” 6

I nuovi doni del Fosso Pg. del Ronchetto 7 Il poster del IV ConvePg. gno “Salvaguardia Anfi8 bi” - Idro (BS) 2011 Redazione

Pg. 8

Il 2010 l'ONU lo ha dedicato alla biodiversità. Il 2011 lo stesso Ente lo ha proclamato “anno delle foreste”: temi vitali per l'umanità ed imprescindibilmente legati tra loro. La protezione delle foreste è misura indispensabile anche per contrastare il cambiamento climatico visto che oltre un quinto delle emissioni di gas serra deriva esclusivamente dalla massiccia deforestazione che, soprattutto nell'ultimo secolo, l'uomo sta portando avanti. Scienziati d'ogni dove lanciano continui appelli su tale immane minaccia, peraltro inascoltati soprattutto dai governi dei paesi nei cui territori insistono gli ultimi, indispensabili, polmoni verdi. Anche il WWF Comitato Groane, nel suo piccolo, si attiva per proteggere gli ultimi lembi di foreste urbane quasi “miracolosamente” giunte ai giorni nostri. Le Oasi del Caloggio a Bollate e del Fosso del Ronchetto a Seveso rappresentano una prova tangibile della nostra

attenzione al tema: vedere poi singoli cittadini usufruire giornalmente di questi spazi verdi costituisce uno stimolo ad attivarsi in un territorio fortemente attaccato da inesauribili appetiti cementificatori che, troppo spesso, servono solo a soddisfare le tasche di alcuni a scapito della reale richiesta della popolazione di nuovi edifici. Nell'invitare tutti coloro che credono in questi temi ad attivarsi nei loro territori e ad unirsi alle Associazioni che si battono per una proposta di vita diversa da quella che il consumismo sfrenato quasi impone, colgo così l'occasione per presentare – con grande piacere – anche questo nuovo numero del Notiziario del WWF Groane ricco di notizie, curiosità e spunti di riflessione. Edoardo Manfredini Responsabile del Comitato Groane per Il WWF

Un’avvistamento particolare…. Grazie alla segnalazione di un noto ornitologo limbiatese, Carlo Pistono, si è avuta la fortuna e soddisfazione di osservare un esemplare di Passero Solitario (Monticula solitarius). L’esemplare presente sui tetti di Limbiate era una femmina che passava la maggior parte del tempo sempre per conto proprio evitando gli altri uccelli in qualunque circostanza. A dispetto del nome, non ha niente dei classici passeri, mentre ha tutto della famiglia dei tordi: con una taglia di circa 23 cm, ed un peso di 60 grammi. Il dimorfismo sessuale è abbastanza evidente: infatti il maschio d'estate è di colore blu scuro con ali e coda più scure, mentre la femmina è marrone bluastra sulla schiena, petto chiaro che dà sul marrone. Ha ali lunghe, coda corta e quadrata, becco conico leggermente ricurvo all’apice e zampe con dita lunghe. Il passero solitario è stato reso celebre dalla poesia del Leopardi, ma è tutto me-

no che quell'uccello triste descritto nei versi, poiché il suo canto, a metà tra quello di un merlo e quello di un tordo, si può ascoltare per tutto l'arco dell'anno. E' un uccello allegro e vivace, molto agile e svelto nella corsa quanto nel volo.

Monticula solitarius (foto C. Pistono)


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Lo scoiattolo rosso al Parco delle Groane Gli scoiattoli sono animali simpaticissimi. Fino a qualche decennio fa avvistarne uno nelle nostre zone era inimmaginabile. Bisognava andare fino al Parco Nazionale del Gran Paradiso o in quello dell'Engadina per poterli vedere... se si era fortunati. Oggi invece è diventata un'esperienza possibile anche da noi e sembra che lo possa diventare sempre di più. Occorre un po' di pazienza, occhio vigile e frequentare i luoghi giusti, come per esempio l'Oasi Lipu di Cesano Maderno, anche se l'incontro non è affatto garantito, vista l'elusività del soggetto.

Scoiattolo rosso al Bosco di S. Andrea — Misinto 13.02.2011

Gli scoiattoli non vanno in letargo e sono attivi tutto l'anno. Vivono nei boschi maturi, sulle chiome di alberi, possibilmente fitte e ravvicinate, tali da consentire un agevole passaggio da un albero all'altro. La grande coda serve ad equilibrare l'animale negli agili balzi da ramo a ramo. Il periodo migliore per vederli è probabilmente l'autunno, quando sono impegnati a fare abbondante provvista di frutti, il fogliame comincia a diradarsi e scendono più frequentemente a terra. Raccolgono castagne, nocciole, pinoli e ghiande che li dovranno sfamare fino alla primavera successiva. Li ripongono in vari nascondigli, costituiti a volte da buche nel terreno, largheggiando con le scorte. Sembra che poi ne dimentichino buona parte, che nella primavera successiva germoglieranno. Gli scoiattoli collaborano, seppur involontariamente, alla diffusione della flora arborea. Quelli nostrani (Sciurus vulgaris) sono poco confidenti. Appena avvertono la presenza dell'uomo scompaiono. Se li cogliete mentre attraversano un sentiero, si arrampicano fulmineamente su un albero molto alto e, se non riescono a raggiungere in tempo una chioma frondosa, si nascondono dalla parte opposta del tronco. Voi girate intorno e loro fanno lo stesso, tenendosi sempre fuori dalla vostra vista. Fino agli anni '80 gli scoiattoli nel Parco Regionale delle Groane non c'erano. Se ne era persa traccia una cinquantina di anni prima. Sulle cause di questa estinzione si sono formulate alcune ipotesi: una eccessiva ed indiscriminata pressione venatoria di quegli anni è considerata la più probabile. Sono stati reintrodotti nel 1986. Una decina di coppie, prelevate dalla pineta di Appiano Gentile, sono state trasferite in quella di Cesate. Erano dotate di radiocollare. Ma l'appa-

recchiatura aveva smesso di funzionare e di loro si era persa ogni traccia. Un censimento delle GEV nell’autunno e nell’inverno 1998-99 rilevò 80 nidi e residui alimentari su tutto il territorio del Parco. La reintroduzione aveva avuto pieno successo. Ma per un non esperto era difficile accorgersene. Dopo 25 anni la situazione è ulteriormente evoluta. Gli scoiattoli si vedono con una certa facilità, nella pineta di Cesate, in quella di Sant'Andrea e nell'Oasi Lipu di Cesano Maderno, dove li hanno avvistati e fotografati più volte i nostri soci. E si vedono anche fuori dai confini del parco. Per esempio all'Oasi del Fosso del Ronchetto e nel parco di Villa Dho (dove sono stati ripresi dall'ERSAF) e persino nelle zone abitate limitrofe: nel centro di Mariano Comense, a Seveso presso la stazione ferroviaria, a Meda, in zona Vigna (presso il mercato), e più a sud a Garbagnate, anche qui in un viale in pieno centro. Alcuni avvistamenti si sono ripetuti nel tempo, al punto da far pensare che gli scoiattoli abbiano messo casa in loco. Tutte queste zone sono dotate di grandi e dense alberature, fra cui non mancano quelle che forniscono loro il cibo e sono collegate da corridoi ecologici, magari semplici viali e giardini, a boschi più estesi. Sembra che anche l’alloctono scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) si avvicini al parco (segnalato a nord di Lentate). Ma di questo scriveremo un’altra volta. L'aumento della popolazione di scoiattoli nostrani non è solo un fenomeno locale, ma è riscontrato in molte altre regioni della penisola. L'inverno è un periodo critico per la loro sopravvivenza e una buona percentuale non riesce a superarlo. Può darsi che gli inverni trascorsi, abbastanza miti, abbiano contribuito alla loro diffusione, assieme ad una pratica venatoria più responsabile. C'è una zona delle Groane in cui non si è mai rilevata la loro presenza: l'Oasi WWF del Caloggio, nata 18 anni fa (1993) nella punta più a sud del Parco. Il bosco ha la stessa età dell'oasi e, per quanto giovane, appare ben sviluppato: pronto ad ospitare lo scoiattolo? Quest'inverno, su di un ramo abbattuto si è trovato un nido globulare. Non sappiamo se sia di scoiattolo. Se lo fosse, presto avremo altre conferme e ne saremmo certamente entusiasti.

Scoiattolo rosso al Fosso del Ronchetto — Seveso 6.11.2010


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AIUTO … UN SERPENTE! Ma davvero è necessario urlare …”aiuto”? La prima sensazione che molte persone provano quando si trovano di fronte un serpente è quella di repulsione e paura. Qualcuno ritiene che la reazione di spavento legata alla vista dei serpenti sia qualcosa di istintivo che l’uomo si porta come bagaglio evolutivo ereditato dai suoi antenati. In Africa (la culla dell’umanità) esistono, in effetti, numerose specie di serpenti il cui veleno è letale. La paura per questi rettili sarebbe quindi un adattamento evoluto dai primi ominidi per garantirsi la sopravvivenza. Altri, invece, sostengono che la repulsione per i serpenti non sia innata nell’uomo (ne sarebbe prova il fatto che i bambini piccoli non hanno paura dei serpenti ma ne sono attratti e affascinati) ma sia, invece, qualcosa di esclusivamente culturale, legata probabilmente anche alle allegorie dei racconti biblici sul peccato originale. In sostanza nessuno nascerebbe già con la paura per i serpenti ma questa si sviluppa o meno a seconda degli insegnamenti e delle esperienze vissute in famiglia. Comunque sia, questa paura è, almeno nelle nostre zone, largamente ingiustificata. La maggior parte dei serpenti che vivono nel Parco delle Groane, infatti, appartiene a specie del tutto innocue. I biacchi, i saettoni, le natrici dal collare (conosciute anche come bisce d’acqua) e il colubro liscio sono tutti animali che tendono a fuggire dall’uomo e che mordono solo se disturbati o stuzzicati. Il loro morso è sicuramente doloroso ma, come già detto, del tutto innocuo poiché queste specie non sono dotate di ghiandole velenifere.

L’unico serpente velenoso che si trova nelle Groane è la vipera. Anche l’incontro con una vipera, però, non è quasi mai pericoloso poiché esse tendono sempre a fuggire dall’uomo e mordono solo quando si sentono minacciate e ritengono di non avere altre vie di fuga. Per non essere morsi, pertanto, è sufficiente stare fermi e aspettare che l’animale si allontani. Non bisogna assolutamente cercare di ucciderlo perché si rischierebbe di spaventarlo e di far scattare la naturale reazione di difesa. Inoltre, quando si passeggia nei boschi è sempre buona

norma indossare scarponi o stivali e fare attenzione a non mettere le mani tra i cespugli o sotto i sassi senza un adeguato controllo. In caso di morso è comunque necessario ricordare che il veleno della vipera ha un effetto molto lento sull’uomo e, pertanto, c’è tutto il tempo necessario per recarsi con tranquillità al Pronto Soccorso più vicino per le cure del caso. Purtroppo, a causa della loro nomea, i serpenti sono stati e sono tutt’oggi vittime innocenti degli istinti dell’uomo. Ancora oggi è abbastanza comune incontrare persone che ritengono che ogni volta che si incontra un serpente questo debba essere ucciso. Questa aggressività da parte dell’uomo, associata ad altri fenomeni quali le alterazioni e la perdita degli habitat naturali, fa si che molte specie di serpenti siano oggi in rapido declino. In realtà i serpenti svolgono un ruolo di fondamentale importanza negli ecosistemi in cui vivono. Non solo perché danno un notevole contributo alla biodiversità ma anche perché, essendo predatori, svolgono un ruolo fondamentale all’interno delle reti alimentari contribuendo, ad esempio, a tenere sotto controllo il numero di roditori. Insomma, i nostri serpenti non sono pericolosi ma, al contrario, molto utili per il nostro ambiente. Dobbiamo imparare, quindi, a non temerli più e ad avere rispetto per loro e per il ruolo che svolgono in natura. Se vi capita di incontrare un serpente durante una passeggiata, non uccidetelo ma fermatevi ad osservarlo senza stuzzicarlo. E se vi dovesse capitare di trovare un serpente nel vostro giardino, lasciatelo tranquillo: si allontanerà da solo. Eventualmente prendete contatto con il Parco o con una associazione ambientalista per sapere chi chiamare per catturarlo e liberarlo in un ambiente ad esso idoneo. Grazie a nome di tutti i serpenti!

Biacco (Hierophis viridiflavus)


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Bicinfesta per Seregno Sono ormai 13 anni che a Seregno si svolge una manifestazione di grande successo, denominata “Bicinfesta per Seregno”, che vede tra i suoi organizzatori anche il locale gruppo del WWF. L’idea era nata nel 1998 all’interno dell’Amministrazione Comunale ed era stata accolta con entusiasmo oltre che dal WWF anche dal locale Circolo Legambiente, nonché da vari gruppi sportivi del settore ciclistico. Si tratta di una biciclettata per le vie della città, voluta per far conoscere le piste ciclabili realizzate, le aree verdi più o meno attrezzate e, soprattutto, per incoraggiare l’uso di questo mezzo di trasporto ecologico ad impatto zero per l’ambiente. Nelle nostre intenzioni doveva essere anche uno stimolo per l’amministrazione per proseguire nella realizzazione di una vera e propria rete ciclabile comunale. Grazie all’apporto di sponsor si fornisce anche un piccolo rinfresco e al termine vengono estratti fra gli iscritti alcuni premi (tra cui naturalmente delle biciclette). La manifestazione, che si svolge il 2 giugno, ha visto sempre un gran numero di partecipanti (tra le mille e le duemila persone), in gran parte famiglie con bambini e ragazzi. Collateralmente sono state organizzate varie iniziative: conferenze pubbliche (“Bici in città”, “Bicicletta e benefici per la salute”) proiezioni di film (“Il vincitore”) o di foto e filmati di viaggi in bicicletta con relativa presentazione (a Capo Nord, sulla Via della seta, a Cuba, in Tibet, da Tarso a Gerusalemme), la realizzazione e proiezione del documentario “Un ritmo di vita antico” sulla zona Dosso-San Salvatore.

Purtroppo lo spirito delle prime edizioni della manifestazione si è perso progressivamente ed è venuto meno il suo significato ambientalista; parallelamente anche la realizzazione di nuove piste ciclabili ha subito una battuta d’arresto. Per questi motivi il circolo di Legambiente da qualche anno ha deciso di non figurare più tra gli organizzatori, mentre il gruppo locale del WWF ha voluto mantenere la presenza nel Comitato organizzatore per cercare di riportare lo spirito originario all’interno della manifestazione.

Edizione 2011 Partenza: Skate Park di via Calamandrei ang. via Nenni Percorso: circa 17 km Arrivo: Parco 2 giugno c/o Centro Sportivo Iscrizioni gratuite Mostra su Fausto Coppi: dal 21/05 al 4/06 presso la Galleria Ezio Mariani di via Cavour Info: http://brianzacentrale.blogspot.com/

Quest’anno sarà presentata una mostra dedicata a Fausto Coppi: “L’airone alto nel nostro cielo”. Da parte sua il WWF, oltre a partecipare all’organizzazione di tutte queste iniziative, ha realizzato due indagini mediante questionari: la prima nel 2002 fra i partecipanti a Bicinfesta sull’uso della bicicletta in città, la seconda nel 2003 fra i ragazzi delle scuole dell’obbligo sulle modalità dei loro spostamenti urbani. Esse hanno dato luogo a due pubblicazioni (“Pedalare a Seregno” e “Anch’io mi muovo in città”) in cui si presentavano i risultati delle indagini. La seconda indagine si è svolta in collaborazione con la facoltà di statistica dell’Università di Milano Bicocca ed è stata oggetto di una tesi di laurea.


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Partecipa alla crescita delle Oasi: fai volontariato ambientale! Nel 2011 ricorre l’anno internazionale delle foreste e l’anno europeo del volontariato, due eventi in perfetta sintonia con l’oasi WWF del Caloggio, la quale non sarebbe quella che è diventata oggi senza l’apporto fondamentale di tanti volontari. Quale migliore occasione allora per onorare queste due iniziative e contribuire personalmente alla crescita del verde e dell’oasi donando qualche ora al mese del proprio tempo? Un importante evento legato all’anno europeo del volontariato si svolgerà nel mese di giugno al Caloggio quando i volontari veterani dell’oasi si renderanno disponibili per una iniziativa atta a far conoscere il volontariato ambientale, denominata “volontari per un giorno”. Si spera così di entusiasmare nuove persone alla cura dell’ambiente e di dimostrare che qualche ora di lavoro non è una fatica, bensì una occasione di soddisfazione nel contribuire a curare e far crescere un’oasi creata e mantenuta da tanti volontari.

Volontari dietro un banchetto

L´Anno europeo delle attività di volontariato 2011 è un´iniziativa del Parlamento e del Consiglio che ha in Italia come autorità di riferimento il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L'Anno europeo mira a promuovere e a rafforzare la cittadinanza attiva, la coesione sociale e lo sviluppo della democrazia, dando cosi una forma concreta ai valori europei della solidarietà, della non discriminazione e dello sviluppo armonioso delle società dell'Unione. Le attività di volontariato costituiscono una ricca esperienza di apprendimento e di sviluppo di competenze sociali. Tali attività non sostituiscono quelle professionali o occupazionali, tuttavia portano beneficio sia al singolo che le svolge, sia alla società più in generale. (http://www.europarl.it/view/it/questo_mese_al_pe/ approfondimenti.html)

Giornate nell’Oasi “Il Caloggio” - Anno 2011 (mattino dalle ore 9.30 — pomeriggio dalle ore 14.30 a Bollate in via Caloggio traversa via Verdi)

Area oggetto di rimboschimento da parte dei volontari

DOMENICA 22 maggio Manutenzione sentieri e rimboschimenti DOMENICA 26 giugno Iniziativa di divulgazione del volontariato ambientale “volontari per un giorno” nell’ambito dell’anno Europeo del Volontariato DOMENICA 17 luglio Manutenzione sentieri e rimboschimenti DOMENICA 25 settembre Manutenzione sentieri e rimboschimenti DOMENICA 16 ottobre Manutenzione sentieri e rimboschimenti DOMENICA 13 novembre Festa dell’albero Domenica 11 dicembre Manutenzione sentieri e rimboschimenti


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Del nuovo sull’antico “Fosso del Ronchetto” L'area del Fosso del Ronchetto, circa 8 ettari situati tra il pianalto delle Groane e la valle del torrente Seveso giunti quasi miracolosamente integri ai giorni nostri, deve l'attuale fruibilità alle intuizioni ed all'opera del WWF Groane e del Circolo di Legambiente di Seveso che, dal 1991 in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, hanno dato vita ad azioni mirate di tutela, recupero e mantenimento dell'area stessa. Eppure la storia del Fosso inizia molti e molti secoli addietro quando l'acqua cominciò a depositare e poi erodere quel lembo di terra sino a scavare la profonda incisione che oggi ci è pervenuta e che nel corso dei secoli è stata utilizzata in vario modo dagli abitanti della zona sino ad arrivare, in tempi assai vicini a noi, a pensare anche di usufruirne quale discarica o nuova strada. Già l'attuale nome “Ronchetto” ci conduce all'antico “rùnco” latino, affine al greco”rýghos” (rostro) da una radice “ruk” col significato di svellere, scavare, e dal tardo greco “rik-ané ricaviamo il latino “runcìna” cioè pialla, attrezzo così definito per indicare un sarchio tagliente, curvo ed adunco adoperato per levare gli sterpi dalle messi e, per distensione vocale, piallare. Sempre per estensione designò pure una via curva senza uscita, simile appunto alla “runcìna”(1). Il toponimo “ronco” per secoli ha indicato negli antichi documenti l'azione di disboscamento e successiva bonifica del territorio per mettere a coltura l'area stessa.

con ...l'antico sistema della sortitio” provvedeva alla concessione di appezzamenti a titolo precario, temporaneo e personale di aree definite quali, ad esempio,“sortes, portiones, partitae, datae, tocchi, lotti”. Ne risultava così uno scacchiere di appezzamenti uniformi (pettiae) identificati con toponimi sovente giunti ai giorni nostri, quali, ad esempio, “pratelli, campelli, quadrus, binda, corrigia, striscia, fascia, tabula, pratalia, runcalia”. Il nostro Fosso del Ronchetto ci regala un'altra prova della sua frequentazione antica: infatti troviamo l'area indicata anche come “serbogia”. Abbiamo in questo caso l'ipotesi che ci riporta (Serra cit.) alle suddivisioni parcellari sopra indicate, nel gruppo delle desinenze : _ora e quindi avremo (a) cerbora (< acerbus) che ci conduce alla radice indoeuropea “ker – e – awos” che indicava sia la presenza di coltivazioni d'orzo per ricavarne una primitiva birra che la presenza di cervi(4). Mentre la coltivazione d'orzo in loco è ancora tutta da dimostrare, la presenza di ungulati nelle nostre terre in epoche antiche credo sia ormai da tutti ben assodata anche per l'estesa presenza di habitat congeniali a questi mammiferi. Ulteriori indagini sulla storia del Fosso ci regaleranno graditissime ed inedite sorprese anche sulla frequentazione umana in periodi ormai lontanissimi dai nostri. 1) Cfr.: E. Bonomi, “Diz. Etimologico della Lingua Italiana”. 2) Cfr.: I cognomi qui sono indicati al singolare. L'utilizzo degli stessi nella forma plurale , assai diffusa, è indicativa per l'appunto della pluralità di individui appartenenti alla medesima schiatta. 3) Cfr.: G. Serra “Contributo toponomastico alla teoria della continuità nel Medioevo delle comunità rurali romane e preromane dell'Italia Superiore” C. It. St. sull'Alto Medioevo – Spoleto – Rist. anast. 1991. 4) Cfr.: F. Villar “Gli indoeuropei e le radici dell'Europa” - Ed. Il Mulino, 1996).

L’abitato di Seveso e alla sua sinistra i boschi del “Fosso del Ronchetto” in una mappa del 1721

E' appena il caso di ricordare qui che il cognome “Ronchi”, assai diffuso in Italia con tutte le varianti di “Runca, Roncada, Roncaglia, Roncaiolo, Roncallo, Roncarolo, Ronchetto, Roncato, Ronchese, Ronchino, Ronco, Roncioni, Roncola, Roncolo, Roncolato, Roncone, Roncoroni, Runca”(2) indicava – ab origine – persone che vivevano in zone disboscate o che avevano effettuato il disboscamento dell'area mediante l'utilizzo della “roncola” che tutti conosciamo. Il Serra(3), nel suo prezioso contributo indicato in nota, sostiene che il termine “runcalia”è da far risalire alle “suddivisioni parcellari del vicanum (termine per indicare la proprietà di fondi di un dato distretto romano) che sotto la spinta dell'aumento della popolazione e del bisogno crescente di mettere a coltura nuove terre....designate dall'assemblea dei vicini (i capofamiglia di un villaggio) Il canalone del Fosso del Ronchetto


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I nuovi “doni” del Fosso del Ronchetto Il Fosso del Ronchetto, che in questo periodo è oggetto di attenzioni non solo da parte dei volontari ma anche dell'ERSAF, sta fornendo appassionanti riscontri naturalistici. Le osservazioni svolte durante le giornate di attività o con uscite mirate, a cui si aggiungono anche i rilievi scientifici dei tecnici ERSAF, ci permettono di affermare che l'oasi ha ormai raggiunto e mantenuto ottimi livelli di biodiversità: si sono potuti riscontrare eventi riproduttivi di anfibi non precedentemente rilevati come il rospo smeraldino, che si è riprodotto nelle nuove zone umide a nord.

Sono state previste nel 2011 delle specifiche iniziative di osservazione, anche notturne, che permetteranno ai naturalisti dell'Associazione di migliorare il quadro delle conoscenze faunistiche di questa piccola ma importante oasi. E' di sicuro interesse il fatto che ha attecchito e si sta diffondendo il campanellino invernale, reintrodotto alcuni anni fa e che si potrà ammirare nel sottobosco con l'anemone di bosco. Le centinaia di alberi e arbusti messi a dimora nel 2010 si stanno sviluppando e completeranno la conversione in bosco autoctono dell'area. Come sempre i volontari si ritrovano per le attività di pulizia e manutenzione dell'Oasi tutti i primi sabato del mese.

IMPORTANTE! Il 22 maggio 2011, nell'ambito dell'evento FESTA DELLE OASI WWF, il Fosso del Ronchetto sarà aperto alle visite guidate dei volontari nell'arco di tutta la giornata.

Le aree umide a nord

Anemoni (Anemone nemorosa)

Le aree umide a sud

Allo stesso modo, si è potuto piacevolmente riscontrare che le nuove zone umide, nonostante una certa pressione antropica, sono state colonizzate dagli altri anfibi presenti, come le due specie di tritone (crestato e punteggiato) e dei vari anuri quali la rana verde, la rana dalmatina, la raganella. I volontari hanno avuto ulteriore certezza della presenza dello scoiattolo rosso, individuato nelle vicinanze del canalone mentre si arrampicava su una delle querce più maestose presenti nell'Oasi. La presenza di questo mammifero, minacciata dal suo cugino americano, lo scoiattolo grigio, è un importante testimonianza della biodiversità che l'area sta raggiungendo.

Un tappeto di anemoni nel bosco


Notiziario destinato agli attivisti e simpatizzanti del Comitato Groane per il WWF Numero 3 Maggio 2011

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Sede WWF Groane: via Canova n. 45 (casa delle associazioni), 20024 Garbagnate Milanese (MI) Apertura 1° martedì del mese (riunione soci) dalle ore 21.00 alle ore 23.00 E-mail: groanewwf@yahoo.it Tel.: 340.4539547 Sito Internet: http://web.tiscali.it/wwfgroane/index.html Hanno contribuito: Maurizio Borghi, Mirco Cappelli, Zeno Celotto, Ivonne Clot, Gianni Del Pero, Alberto Isnenghi, Edoardo Manfredini, Maurizio Minora, Mauro Molinari, Maurizio Valota, Cristina Volontè.

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