RENDE: MUSEO DEL PRESENTE 1
Armando Nicoletti
SALUTO DEL SINDACO
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Armando Nicoletti
SALUTO DEL DIRETTORE DEL MUSEO
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Armando Nicoletti
DEDICA DEI FIGLI
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Armando Nicoletti
L’ uomo
Armando Nicoletti nacque a Rende il 20 aprile 1921. Figlio del medico veterinario del paese, intraprese gli studi magistrali e nell’immediato dopoguerra iniziò la sua professione di insegnante. Già da ragazzo esprimeva capacità intuitive fuori dal comune, ed un particolare ingegno per tutto ciò che era nuovo, che lo appassionava oltre ogni immaginazione e stimolava la sua eccezionale creatività. Fu professionista attento e instancabile, uomo di cultura e con un profondo senso dell’amicizia, generoso, sempre disponibile ad andare incontro ai bisogni degli altri, costantemente attento e pronto all’ascolto ed all’accoglienza. Tutti ricordano ancora il suo modo signorile di correlarsi con gli altri e il suo senso di ospitalità. Si dedicò a molti hobby ( traforo, fotografia, presepi, tecnologia ), grazie ai quali ebbe riconoscimenti di una certa importanza e attraverso cui confermò la sua capacità di avere sempre la mente aperta alle novità e proiettata verso il futuro. E’ con questo spirito che negli anni ‘70 volle creare nel centro storico di Rende la prima emittente radiofonica, che si chiamò, appunto “Radio Rende”, e che servì anche allora ad aggregare i giovani del paese, coinvolgendoli in una iniziativa assolutamente nuova e stimolante per quel periodo. Inoltre organizzò, in occasione del Carnevale, rappresentazioni teatrali in dialetto rendese e sfilate di maschere che animavano con colori e canti le strade del centro storico
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Armando Nicoletti
L’uomo
RICORDO DI TONINO SICOLI
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IL MAESTRO ELEMENTARE 10
Armando Nicoletti
I suoi alunni
Nonostante fosse stato indirizzato dal padre verso gli studi di Veterinaria, egli li abbandonò, perché attratto dalla necessità di dedicarsi alla scuola, ai bambini che uscivano dall’incubo della guerra. Per lui divenne una vera e propria missione ed un impegno morale. Fu un maestro aperto e preparato, severo nel rispetto dei valori più importanti della persona umana, ma autorevole, sempre attento alle problematiche dei ragazzi, con cui instaurava ottimi rapporti interpersonali. Un insegnante che, benché radicato nella tradizione, si dimostrò un innovatore nella metodologia e nella didattica. I suoi alunni, oggi stimati professionisti, ne ricordano ancora le doti umane e l’amore verso l’infanzia.
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Armando Nicoletti
I suoi alunni
Con i suoi alunni di Rende Centro Storico
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IL BIBLIOBUS 13
Armando Nicoletti
Il Bibliobus
Nel dopoguerra, incaricato dal Ministero della Pubblica Istruzione, il prof. Armando creò Centri di Lettura in tutta la provincia per stimolare l’alfabetizzazione e diffondere la cultura dopo la devastazione bellica. In questo fu un pioniere molto apprezzato. Con il Bibliobus, una sorta di biblioteca viaggiante, portava la cultura, il sapere, dove non esistevano ancora le scuole, o dove le persone adulte, allora quasi tagliate fuori da ogni forma di alfabetizzazione di ritorno, potevano trarre vantaggio da un libro preso in prestito. Ed in questi viaggi, anche nei paesi più sperduti della provincia, non mancavano momenti di svago e divertimento: si era attrezzato per proiettare film in cinemascope che sicuramente contribuivano, oltre che a far divertire, a diffondere la cultura attraverso le immagini. Per tutta l’attività relativa ai Centri di Lettura fu insignito, nel 1964, dal Presidente della Repubblica, della Medaglia d’Argento come Benemerito della Scuola della cultura e dell’arte.
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Il Bibliobus
Gruppo di “ lettori “ davanti al Bibliobus
Sosta del Bibliobus per distribuire i libri a un gruppo di agricoltori in Sila 15
Armando Nicoletti
Il Bibliobus
Mentre consiglia la lettura di un libro
Mentre spiega l’importanza della lettura ad un gruppo di persone all’interno del Bibliobus 16
Armando Nicoletti
Il Bibliobus
Con gli amici pi첫 cari
Un momento goliardico con i suoi amici
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Armando Nicoletti
Il Bibliobus
Il pubblico durante la proiezione di un film 18
Armando Nicoletti
Il Bibliobus
Mentre scende dal Bibliobus
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Armando Nicoletti
Il Bibliobus
All’nterno del Bibliobus insieme ad alcuni collaboratori
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Armando Nicoletti
Il Bibliobus
Durante la proiezione del film “ Le schiave di Cartagine� nella piazza di Vaccarizzo di Montalto
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Armando Nicoletti
Il Bibliobus
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Il Giardino di lettura 23
Armando Nicoletti
I giardini di lettura
Durante l’esperienza dei Centri di Lettura, il prof. Armando ebbe un’idea geniale: progettare qualcosa che coinvolgesse l’infanzia, offrire l’occasione ai ragazzi di leggere libri adatti alla loro età e durante le vacanze estive; pensare soprattutto a chi in Luglio ed Agosto non poteva permettersi il mare o la montagna e restava in città senza opportuni svaghi, senza esperienze stimolanti. E fu così che, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi di Cosenza, negli anni ’50, ebbe vita il “ Giardino di lettura”, nella Villa Comunale di Cosenza. I ragazzi che lì si ritrovavano al fresco di quegli alberi venivano accolti da personale qualificato, aiutati a scegliere i libri giusti, che potevano leggere finché ne avevano voglia; poi continuavano il giorno seguente. La lettura veniva interrotta per consumare la colazione ( latte e panini ), offerta con i fondi del progetto. Fu molto frequentato ed apprezzato, e il prof. Armando ebbe grandi riconoscimenti per l’iniziativa altamente sociale, anche perché tra quei ragazzi c’erano dei fanciulli ospiti di Istituti.
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Armando Nicoletti
I giardini di lettura
Durante una pausa insieme all’Ispettrice del Provveditorato e ad un gruppo di collaboratori
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Armando Nicoletti
I giardini di lettura
L’Ispettrice con alcune ragazzine nella Villa Comunale
I ragazzi mentre consumano la colazione 26
Il Traforo 27
Armando Nicoletti
Il Traforo
La sua espressione artistica maggiore fu il traforo, arte antica, che necessita di grande pazienza ed eccezionale manualità e precisione. I suoi “Merletti di legno “, realizzati tutti in legno massiccio ( prediligeva il faggio evaporato e l’acero bianco ), hanno trovato posto in diversi Musei ( Cosenza, Rende, Diamante ), e gli sono valsi riconoscimenti e premi. Il desiderio di trasmettere l’arte del traforo anche ad altri lo portò ad organizzare, nella sua abitazione prima, e in alcune sedi sociali successivamente, una “scuola”, naturalmente gratuita, che accoglieva chi volesse acquisire competenze in questo settore. Anche qui il coinvolgimento dei giovani rappresentava la continuità.
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Armando Nicoletti
Le mostre
Una mostra di lavori a traforo negli anni ‘50
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Le mostre
Intervista di Rai 3 in occasione della mostra allestita al Museo Civico di Rende nel 1993
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Armando Nicoletti
Le mostre
Con il Sindaco Dott. Franco Casciaro e l’Assessore alla cultura Dott. Giuseppe Stellato durante l’inaugurazione della mostra di traforo
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Le opere
1965 Quadro: Laguna di Venezia ( 45x57)
1991 Quadro: Paesaggio Cinese ( 45x57)
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Le opere
1991 Quadro: Monte Cervino ( 45x57)
1965 Quadro: Paesaggio ( 45x57)
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Le opere
1960 Carrozza porta sigari e sigarette ( 30x52x27 )
1955 Cestino da lavoro ( 31x36x17 )
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Le opere
1992 Chalet di montagna ( 32x46x32)
1982 Chalet alpino porta liquori ( 34x46x33 )
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Le opere
1990 Vassoio ( 39x24x8 )
1991 Cestino porta cioccolatini ( 26x26x8 )
1992 Cestino porta cioccolatini ( 26x33x8 ) 36
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Le opere
1994 Cofanetto porta gioie ( 27x27x11 )
1960 Specchiera ovale ( 86x65 )
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Le opere
1967 Quadro tridimensionale luminoso ( 81x69x11)
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Le opere
1993 Specchiera co fioriera luminosa ( 91x 114 )
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Le opere
1959 Lume da tavolo ( 56x24x24 )
1975 Tempietto Gotico ( 66x25x25) 40
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Le opere
1971 Grande gabbia ( 71x44x34 )
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Le opere
1994 Tavolinetto porta lavoro ( 76x51x36 )
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Le opere
1959 Tavolinetto da salotto ( 83x55x45 )
1970 Colonnina portavasi (106x31x31 ) 43
Armando Nicoletti
Le opere
1978 Croce con angeli ( 69x42 )
1952 Lampada cinese a pianta ottagonale (54x38) 44
Armando Nicoletti
Le opere
1973 Pannello caccia ( 62x35 )
1973 Pannello pesca ( 62x35 )
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Armando Nicoletti
Le opere
2000 Quadretto con paesaggio ( 25x25 )
2000 Quadretto con paesaggio ( 25x25 )
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I PRESEPI 47
Armando Nicoletti
La tecnologia fusa con la tradizione, il prof. Armando era consapevole che questa era la strada migliore per vivere adeguatamente nel mondo moderno. Stare al passo coi tempi era la sua “forma mentis”, che si concretizzò più volte nella realizzazione di Presepi monumentali. La tecnica acquisita da ragazzo, che consisteva nell’utilizzare “ i petri i’ Rattuli “, i sacchi, il gesso, il muschio, la terra, ben si sposava con le fibre ottiche, le piattaforme girevoli, il computer, gli effetti di luce così suggestivi e così efficaci nel rendere il senso del mistero e della grandezza del Natale… I suoi collaboratori, “i suoi ragazzi”, come amava chiamarli, avevano imparato a conoscere bene quello sguardo raggiante quando il risultato era migliore di quello sperato, ed a interpretare il suo disappunto quando non si raggiungeva la perfezione. La coesione, la cooperazione, il lavorare tutti insieme per un fine comune, erano elementi che, al di là del prodotto finale, contribuivano a creare nel piccolo Centro Storico un’aggregazione di giovani degna delle più accreditate associazioni culturali.
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L’innovatore
PRESEPE COSMICO RENDE 1969 CHIESA DI MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI
Fu realizzato in occasione dello sbarco sulla luna degli astronauti Americani nel Luglio 1969. Il Prof. Armando apprese dalla cronaca dell’allunaggio che gli astronauti, messo piede sul suolo lunare, fecero una sorta di comunione , per ringraziare il Signore di aver loro concesso di arrivare fin lì, e per testimoniare così la Sua presenza in ogni parte dell’Universo . Il presepe fu volto a suggellare questo spirito di comunione universale, sottolineando, con un commento che accompagnava i visitatori nel percorso che si offriva ai loro occhi., la necessità di condividere sentimenti di pace, di fraternità e di collaborazione. Fu in assoluto il primo presepe girevole a scenografia variabile, posto su una ruota di 6 metri di diametro e formato da quattro quadri rappresentanti, nell’ordine: un paesaggio tradizionale palestinese, un paesaggio lunare con in evidenza il modulo LEM, un paesaggio su Marte, frutto della fantasia, e infine il nostro sistema solare . Per realizzare quest’opera imponente si dovettero superare mille difficoltà costruttive, tenendo conto che nel 1969 la tecnologia a disposizione non era certo quella di adesso.La ruota girava con un sistema manuale di cremagliere e di moltipliche per rendere il movimento dolce e per evitare che scossoni causassero dondolii ai globi in vetro, che avrebbero potuto oscillare troppo e rompere l’esile ancoraggio. Per realizzare le fasi della notte, del giorno, del tramonto e della sera, che oggi si ottengono con una semplice centralina elettronica, allora fu progettato e costruito un reostato ad acqua salata che sfruttava la diversa conducibilità dell’acqua opportunamente addizionata di sale.
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Armando Nicoletti
L’innovatore
Un sistema di pescanti in rame che giravano su di una ruota di legno si immergeva in una vasca piena di acqua salata; man mano che i pescanti andavano più in profondità, dove la concentrazione di sale era superiore, la tensione elettrica aumentava generando un effetto-dissolvenza abbastanza preciso e verosimile. Per realizzare il sole ed i pianeti del sistema solare furono utilizzati globi in vetro di diverse dimensioni, forati con un trapano da dentista ed uno spillino d’acciaio per permetterne l’ancoraggio con sottilissimi fili di nylon; il collegamento elettrico era garantito mediante fili di rame passati attraverso lo stesso foro. Per rendere invisibili entrambi i fili , essi furono dipinti di nero come il fondale. Si pensi che ogni globo era sorretto da quattro punti di ancoraggio in nylon e aveva due linee per l’allacciamento elettrico! Per ottenere l’effetto fumo dei crateri del paesaggio di Marte, furono utilizzati dei kit della ditta Rivarossi , che allora costruiva trenini elettrici. L’effetto visivo fu, per l’epoca, stupefacente ! Tutte le fasi di costruzione del presepe costarono tempo e fatica al prof. ed alla sua equipe; essi lavorarono senza sosta per alcuni mesi con l’entusiasmo che, in questi casi, determina la perfetta riuscita di un comune intento. L’emozione e lo stupore che si leggevano sui volti dei numerosi visitatori furono per loro motivo di orgoglio e di soddisfazione e li ripagarono ampiamente delle difficoltà incontrate. Si percepì immediatamente che quello era un presepe che difficilmente si sarebbe potuto dimenticare...
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L’innovatore
Primo quadro: Presepe palestinese
Secondo quadro: Paesaggio lunare
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L’innovatore
Terzo quadro: Paesaggi marziano
Quarto quadro: Sistema solare
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Il Tradizionale
PRESEPE POPOLARE RENDE 1986 CHIESA DEL RITIRO
In questo presepe per la prima volta fu fatto uso di alcuni effetti scenografici particolari quali “l’effetto neve”. E per renderlo più verosimile possibile, la volta celeste, che faceva da sfondo al paesaggio, fu dipinta di bianco, in modo da dare più intensità al candore della neve . Il cielo veniva illuminato da una serie di fari con gelatine azzurre quando la scena cambiava e si aveva “bel tempo”. Il risultato era un suggestivo contrasto fra la fase del giorno con la nevicata e la fase della sera con il cielo cosparso di stelle. Il paesaggio che faceva da cornice alla Nascita rappresentava uno scorcio del centro storico di Rende, che comprendeva tutta Via R.De Bartolo, includendo il Campanile della Chiesa Madre e la Chiesa di Costantinopoli. Esso fu realizzato dal prof. Armando in legno compensato, perfettamente in scala, arricchito da dettagli riprodotti con cura e fedeli alla realtà, come i lampioni dell’illuminazione pubblica.
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Il Tradizionale
PRESEPE POPOLARE NELLA FASE DEL GIORNO
PARTICOLARE NELLA FASE DELLA NOTTE
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Il Tradizionale
PARTICOLARI DI ALCUNI RIONI PAESANI
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Armando Nicoletti
Il Tradizionale
PARTICOLARI DI ALCUNI RIONI PAESANI
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La Grande Opera
PRESEPE IN CINQUE QUADRI RENDE 1993 CONVENTO S. FRANCESCO D’ASSISI
La costruzione di questo particolarissimo presepe richiese l’impegno costante del prof Armando e di una equipe di 30 persone, che lavorarono per 7 mesi e che in gran parte sostennero le spese con una forma di autofinanziamento.Tra di esse, alcune avevano già partecipato alla costruzione del presepe del 1969. Egli volle dare un titolo a questo presepe: ”Dalla grotta di Betlemme un messaggio di speranza nel mondo”, e da qui si evince il progetto ambizioso che doveva essere portato a termine. Scuotere la coscienza dell’uomo, sottolinearne l’egoismo, la sua capacità di distruggere e di autodistruggersi, e poi, attraverso un cammino di pace, ristabilire l’ordine perfetto e l’armonia, operare nella giustizia e abolire guerre, distruzioni e prevaricazioni. Questi i temi che furono rappresentati nei 5 quadri. Nel primo, si poteva ammirare un presepe tradizionale, palestinese; il secondo mostrava uno scenario apocalittico, fatto di guerre , distruzioni e di disastri ambientali; in questo pannello c’era un chiaro riferimento alla sanguinosa guerra del Golfo appena terminata. Il terzo quadro raffigurava uno straordinario paesaggio polare; qui veniva sottolineata la purezza dell’acqua come rigeneratrice della serenità primordiale in una sorta di Battesimo collettivo. Ed anche qui, ancora una volta, il miracolo della Nascita di Gesù.
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La Grande Opera
Nel quarto quadro, dedicato alla comunione universale, si poteva ammirare una serie di templi che rappresentavano le varie religioni nel mondo, e che servivano per cogliere il messaggio di tolleranza che tutti dovremmo ritrovare. Il quinto ci conduce in uno scenario cosmico, dove la Terra è in perfetto equilibrio con gli altri pianeti del sistema solare. Per rendere piÚ incisivo il messaggio che il presepe voleva trasmettere, fu redatto un commento appropriato, arricchito da musiche selezionate , che guidava i visitatori durante la visione dello stesso. Questo presepe girevole fu realizzato utilizzando tecniche sofisticate: una struttura portante girevole costruita totalmente in ferro e montata su una serie di ruote ammortizzate per compensare i dislivelli del pavimento, un sistema di trascinamento totalmente meccanizzato e controllato da un computer che gestiva anche tutti gli effetti luminosi e ogni movimento meccanico. Tutta l’opera occupava una superficie di circa 120 mq. Per consentire al pubblico una visione migliore e seguire il commento in maniera adeguata, fu realizzato uno spazio idoneo opportunamente insonorizzato.
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La Grande Opera
Primo quadro: presepe tradizionale palestinese
Secondo quadro: dedicato alla guerra e alla distruzione 59
Armando Nicoletti
La Grande Opera
Terzo quadro: dedicato alla purezza della natura
Quarto quadro: dedicato a tutte le religioni che convergono in un’unica Entità 60
Armando Nicoletti
La Grande Opera
Quinto quadro: Il sistema solare e l’universo misterioso
Particolari costruttivi 61
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La Grande Opera
Particolari costruttivi
Particolari costruttivi 62
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Il Classico
PRESEPE PALESTINESE RENDE 1995 CENTRO STORICO PALAZZO BUCARELLI
Fu realizzato in un locale del palazzo Bucarelli, oggi di proprietà del Comune, non essendo disponibili le Chiese per problemi di restauro. In questo presepe per la prima volta si fece uso delle fibre ottiche, da poco uscite sul mercato consumer a costi non proibitivi; ne furono montate 1000 per realizzare un cielo stellato che desse l’impressione del brillio naturale delle stelle. La particolarità di quest’opera era data anche dalle varie fasi del giorno e della notte, che erano controllate da una centralina elettronica sofisticatissima che rendeva il paesaggio molto suggestivo grazie ad una luminosità eccezionale. Per il plastico furono utilizzati sacchi, pietre e gesso, il paesaggio orientale fu interamente realizzato in legno dal prof. Armando, e successivamente sapientemente dipinto. Egli si occupò anche della scelta dei pastori, che fu fatta in maniera oculata ed attenta. L’originalità del risultato finale e l’armonia dei vari elementi costituenti ne fecero un presepe unico.
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Il Classico
FASE DEL GIORNO
FASE DEL TRAMONTO
FASE DELLA SERA
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Il Classico
LA NATIVITA’
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Il Classico
FAMIGLIA DI PASTORI
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LA CAVALLERIA RUSTICANA 67
Armando Nicoletti
I giovani e la lirica
LA CAVALLERIA RUSTICANA Opera Lirica in Play-Back
Amante dell’Opera Lirica, il prof. Armando ebbe un’ennesima intuizione: per avvicinare i ragazzi alla “musica colta” volle organizzare una rappresentazione operistica fuori dal comune. Fu così che contattò un gruppo di ragazzi e ragazze del centro storico e spiegò loro ciò che aveva in mente: portare in scena la Cavalleria Rusticana in play-back. I giovani di Rende che decisero di partecipare al progetto furono animati da grande entusiasmo, cominciarono a studiare il libretto, a gustare le musiche, ideare le scenografie che sarebbero servite per la rappresentazione teatrale dell’Opera di Mascagni. Seguirono prove su prove, finchè i ragazzi non dimostrarono di essere capaci di padroneggiare il palcoscenico e soprattutto le sequenze canore dell’Opera. La “Prima” si tenne al Teatro Rendano di Cosenza, e fu un successo unico per l’originalità. Successivamente fu rappresentata a Jesi , nelle Marche, al Teatro Pergolesi, nell’ambito delle manifestazioni di collegamento delle attività teatrali tra i Comuni di Cosenza e di Jesi. Anche qui fu molto apprezzata e raccolse il plauso dei presenti che ne decretarono il successo.
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Armando Nicoletti
I giovani e la lirica
Gli attori sul palco del teatro Rendano a Cosenza
A fine spettacolo si raccoglie l’applauso del pubblico
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Armando Nicoletti
I giovani e la lirica
Il prof. Armando nel ridotto del teatro Rendano con gli attori
Fra i giovani che fanno colazione
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Armando Nicoletti
I giovani e la lirica
Momenti della rappresentazione
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LA FOTOGRAFIA 72
Armando Nicoletti
I documentari
Altra sua grande passione fu la fotografia, grazie alla quale realizzò servizi fotografici su particolari eventi e tradizioni della provincia di Cosenza, ma soprattutto documentari, .sia in formato 16 mm., sia a diapositive. Nel 1975, che fu proclamato dal Consiglio d’Europa “ Anno del Patrimonio Architettonico Europeo“, il prof. Armando fu incaricato dal Ministero dei Beni Culturali di realizzare un documentario su alcuni Castelli della provincia di Cosenza. Fu un impegno che lo tenne occupato per diversi mesi, ma che gli diede molte soddisfazioni, soprattutto perché egli ebbe il privilegio di proiettarlo per la prima volta al Ministro dei Beni Culturali di allora, On. Spadolini. In seguito , volendo fare un omaggio al Comune di Guardia Piemontese, a cui si sentiva particolarmente legato, ne realizzò un altro sulla storia del paese, dove mise in risalto le travagliate vicissitudini del popolo Valdese. Tutte le diapositive furono appropriatamente commentate con notizie che richiesero mesi e mesi di ricerche lunghe ed appassionate nelle biblioteche comunali e attraverso testimonianze locali. Proiettati in diverse città, hanno contribuito alla conoscenza di un patrimonio storico -culturale-architettonico locale altrimenti ignorato. I documentari sono stati poi donati ai Comuni interessati come documenti del passato.
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Armando Nicoletti
I documentari
Ancora, la stessa passione per la fotografia lo ha portato a produrre le foto che hanno corredato il libro di padre Fedele Fonte” Rende nella sua cronistoria”. Non mancano filmati del suo amato paese, di cui egli ha saputo cogliere gli aspetti più significativi, le tradizioni e la modernità.
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….il tramonto è solo l’inizio della sera………..
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