RUGGERO CIANCIO
Rende 1943-1952 Luce sulla storia di un decennio
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Vorrei esprimere un grande e sentito ringraziamento a quanti mi hanno permesso di accedere ad un loro piccolo e grande mondo di cose e di ricordi che, con molta intelligenza, hanno saputo conservare gelosamente e che oggi, in modo disinteressato, hanno messo a disposizione mia e del mio lavoro. Edilio Adami, Giuseppe Adami, Mario Aristodemo, Stanislao Aversa, Rosaria Bartella, Emilio Bartucci, Renato Bernaudo, Umberto Bernaudo, Helder Bruzzano, Angelo Caira, Innocenza Capizzano, Luigino Capizzano, Maria Capizzano, Salvatore Capizzano, Wally Capizzano, Angelo Caracciolo, Cesare Castiglione, Vittorio Chianelli, Maria Chiappetta Ponzio, Claudio Ciancio, Gustavo Ciancio, Roberta Ciancio, Vincenzina Ciancio, Mirella Claudio, Rosetta Collovati Perugini, Franco Cozza, Francesco Cribari, Costantino Critandi, Maria De Bartolo, Carlo De Luca, Vincenzo De Luca, Esterina De Paola, Umberto Doninelli, Garofalo Italo Costantino, Maria Josè Giraldi, Anna Greco, Salvatore Greco, Adelaide Iantorno, Michele Iantorno, Michele La Valle, Cesare Le Piane, Marcello Loizzo, Salvatore Loizzo, Serafino Loizzo, Giuseppe Magdalone, Luigi Magdalone, Luigi Magli, Massimo Magliocchi, Silvano Marchese, Antonella Misasi, Franco Morrone, Andrea Muoio, Giovanni Nigro, Raffaele Palermo, Maria Cristina Palmieri, Saverio Peluso, Suor Anna Plastina, Iolanda Plastina, Suor Maria Plastina, Giuseppe Presta, Ernesto Principe, Francesco Principe, Liliana Principe, Maria Principe Prete, Michele Principe, Lucio Provenzano, Marcello Provenzano, Antonio Ritacca, Francesco Ritacca, Alfredo Rizzo, Franco Rizzo, Vittoria Rizzo, Gaspare Rovella, Michelangelo Rovella, Rosario Ruffolo, Giuseppe Sabato, Francesco Salerno, Dante Scinta, Ottavio Severino, Alessandro Sicilia, Lindbergh Sicilia, Franco Sorrenti, Francesco Sottile, Alfredo Spizzirri, Gabriele Spizzirri, Natalina Tenuta Rovella, Idelfonso Vercillo, Valdo Vercillo, Francesco Verre, Bianca Zagarese, Loris Zagarese.
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Un ringraziamento altrettanto sentito e doveroso, per la loro grande disponibilità e cortesia, va: - Alle Signore Annunziata Pintaura e Vincenzina Zanfino dell’Ufficio Elettorale della Prefettura di Cosenza; - All’intero corpo impiegatizio della Biblioteca Civica di Cosenza; - A Tiziano Mileto e Sergio Scarcello dell’Archivio storico di Rende; - A Luigi Anastasio, Dina Basile, Alessandro Lenti, Vincenzina Miceli e Maria Lucia Mirabelli dell’Ufficio Anagrafe di Rende; - Ad Adriana Costabile, Maria De Leonardis, Franco De Rango, Mena Lo Celso dell’Ufficio Elettorale di Rende; - A Valdo Vercillo, Dirigente alla Pubblica Istruzione e Cultura; - A Gennaro Russo, Dirigente del Settore Legale; - A Stefano Laino, Segretario Comunale di Rende; - Ad Umberto Bernaudo, Sindaco di Rende. A Marcello Provenzano vorrei esprimere la mia sincera gratitudine per aver provveduto, con perizia e pazienza, all’intera impaginazione del libro. Al magnifico Pittore Diego Minuti vanno i miei complimenti, insieme ai ringraziamenti più calorosi, per aver saputo interpretare allegoricamente con il suo quadro, vera opera d’arte, l’intrinseco significato del mio libro.
Prefazione
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Conoscere è un bisogno, una necessità che tutti avvertiamo in modo forte. Spesso, però, non ci accorgiamo neppure di quanto sia importante conoscere la nostra piccola storia, avventurarsi tra i tanti accadimenti svoltisi all’interno del nostro microcosmo, districarsi fra le storie vere o verosimili che ancora oggi si raccontano di questo o quel personaggio. E così ci rendiamo conto che la “Storia”, quella con la lettera maiuscola, che ci descrive i grandi fatti che hanno interessato l’intera nostra nazione, grazie agli insegnamenti scolastici o ad approfondimenti personali spinti dalla curiosità, la conosciamo più o meno bene. La storia locale, invece, presenta ancora un buco nero che ci nasconde la realtà. Mi sono sempre chiesto come mai in una città come la nostra Rende, che è riuscita negli anni a diventare un modello, un esempio da imitare in tantissimi campi per tutte le altre realtà del meridione, nessuno ha mai inteso fare un viaggio all’indietro per cercare di recuperare la “nostra” storia, la “nostra” identità, le “nostre” vicissitudini, in uno: le nostre origini. E’ solo grazie a Padre Fedele Fonte, ed alle sue colte e minuziose ricerche (alle quali collaborò inizialmente con passione e perizia l’Ins. Lunetto Vercillo), che oggi abbiamo a disposizione il ricco e prezioso volume “Rende nella sua cronistoria”, attraverso il quale siamo riusciti a conoscere la storia del popolo rendese dalle sue origini fino al XIX secolo. Se, grazie a lui, ora conosciamo meglio e bene il nostro passato, almeno fin quasi alla fine dell’Ottocento, ci rimane di conoscere anche il dopo. Cosa sappiamo della fine dell’Ottocento, della Società Operaia, del primo Novecento? E ancora dopo. Cosa conosciamo del ventennio fascista, del dopoguerra, degli anni a seguire fino alla fine del secolo scorso, fino alla storica data del 2000 e, ancora, fino ai
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giorni nostri? Poco o quasi niente per quel che riguarda gli ultimi anni, niente o quasi per gli altri. Come è stato possibile che nessuno abbia mai fatto qualcosa per tramandare o recuperare la nostra storia, il nostro passato, gli avvenimenti affascinanti o terribili che si sono succeduti nella città di Rende, la descrizione dei suoi uomini più illustri o, perché no, anche quella di personaggi discutibili che comunque hanno lasciato tracce di loro e del loro operato, o ancora delle tante lotte, perse e vinte, che hanno permesso alla fine al popolo rendese di conquistarsi un posto rispettabilissimo nel consesso moderno della provincia di Cosenza. Sicuramente penso che si dovrà ovviare a questo terribile vulnus, a questo deficit del nostro sapere, al buio che ancora oggi ci opprime la vista e ci riduce la conoscenza. Senza la conoscenza della nostra, sia pur piccola, storia saremo come una bellissima bambola, addobbata fuori con ricchi vestiti pieni di pizzi e merletti, ma vuota dentro, senza la sua “anima”. E’ proprio questa che dobbiamo cercare di recuperare, la nostra “anima”, che solo la conoscenza della storia ci può ridare. Ho cercato, immodestamente, di cominciare a farlo recuperando un decennio importante della vita rendese. Spulciando tra le polverose carte di archivi e biblioteche, intervistando tantissime persone, ricercando registri, atti, documenti, tessere, fotografie e tanto altro ancora, chiedendo notizie, trovando riscontri, approfondendo fatti e misfatti non completamente noti, ho cercato di portare alla luce questo decennio della nostra storia cittadina. Dal 1943, da un dopoguerra che ha visto uscire l’intera nazione completamente paralizzata, ed il nostro piccolo centro non fece eccezione, fino al 1952, anno che vide profilarsi all’orizzonte un ritrovato cammino sulla via dello sviluppo. Coloro che si sono sobbarcati l’onere, e allora era solamente l’onere, di mettersi in prima fila per tentare di tirar fuori Rende dall’immobilismo nel quale si trovava, hanno oggi il diritto se non
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di essere ringraziati almeno di essere conosciuti. Chi sono stati i Commissari Prefettizi, che hanno dato l’avvio ad una politica amministrativa democratica? Chi è stato il primo Sindaco di Rende eletto del dopoguerra? O chi ancora a lui è succeduto, insieme ad un corollario di eminenti uomini che, forti delle loro ideologie di destra, di centro o di sinistra, e spinti in ogni caso dalla convinzione che il loro agire avrebbe portato alla fine a qualcosa di utile per l’intera comunità rendese, si sono impegnati nella costruzione di un impianto democratico e politico che ha sicuramente influito positivamente per far decollare la città di Rende verso la conquista di un minimo di benessere, di sviluppo e di modernità? In questo mio lavoro ho cercato di rispondere a queste e ad altre domande. Ho descritto principalmente la vita politicoamministrativa della città di Rende, seguendo fedelmente gli atti disponibili, ma inserendo per quanto mi è stato possibile anche i fatti sociali, commerciali, culturali, ricreativi e religiosi, che nel loro insieme potevano descrivere meglio al lettore l’ambiente nel quale ci si muoveva in quegli anni. Una luce illumina oggi questo decennio. Spero che nel prossimo futuro la luce investa anche tutti gli altri periodi. L’Autore
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Alle donne importanti della mia vita: Mirella, mia moglie Roberta, mia figlia Adelaide, mia madre Vincenzina, mia sorella
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I Dal Podestà Cesare Zagarese all’azione amministrativa dei Commissari Prefettizi. L’8 settembre del 1943 avviene il crollo del regime fascista. C’è l’atto di resa dell’Italia agli alleati e la conseguente fuga del Re a Pescara. Quella che sicuramente è una data storica importante e che provoca uno sconvolgimento in tutto il paese, concretizzatasi poi con la liberazione del 25 aprile 1945, non può non portare ricadute ed implicazioni anche a Rende, piccola cittadina a vocazione per lo
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più agricola, che conta in quell’anno 10.509 abitanti, e si trova situata a ridosso della ben più importante città di Cosenza. Cesare Zagarese, Sindaco di Rende dal 1919 fino al 1926 e, successivamente, Podestà, in carica ininterrottamente dal 1927 al 1943, già qualche mese prima avverte il cambiamento in atto e ne trae le conseguenze: il 25 settembre si dimette. Dall’inizio dell’anno 1943 non appone più la sua firma sulle delibere consiliari, pur tenute con diligenza e minuta descrizione dal segretario comunale Cav. Silvestro Vena. E tutto ciò potrebbe continuare, fino all’inevitabile sua sostituzione, se tutti quegli anni passati ad amministrare la città come un buon padre di famiglia, con tutto l’amore possibile e, pur se tra mille difficoltà, con l’attenzione sempre rivolta verso tutti i suoi concittadini, senza distinzione alcuna né di credo politico, né di condizione economica, né di qualsiasi altra possibile differenziazione, non lo portassero a rivedere la decisione di porre fine al suo mandato. Un pensiero che l’arrovella quotidianamente è il dilemma se credere alla ragione che gli indica come ormai la grande avventura del fascismo sia arrivata, con tutti i suoi meriti e le sue grandissime colpe, al capolinea, oppure se c’è ancora uno spiraglio per poter continuare, qui a Rende, la sua opera di amministratore, magari in una veste istituzionalmente più democratica. Ed ecco, quindi, che Zagarese si pente di quel suo gesto e dopo appena quindici giorni ci ripensa, prende tempo e annulla le sue dimissioni. Ormai, però, è già troppo tardi. L’ex deputato socialista Pietro Mancini, nominato dagli angloamericani nuovo Prefetto della Provincia, il 7 novembre 1943 dimissiona d’autorità il Podestà Cesare Zagarese e nomina al suo posto, in qualità di Commissario Prefettizio, Antonio Rivalta, piccolo appaltatore romagnolo, di fede repubblicana e convinto antifascista. Si chiude così una pagina rilevante della storia rendese e di un suo uomo importante, rimasto alla guida di Rende, dapprima come Sindaco e poi nella vesti di Podestà, per ben venticinque anni consecutivi.
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Cesare Zagarese era nato a Rende il 17 ottobre del 1890 dal matrimonio tra Tommaso e Rosina Giuliani. Industriale e proprietario terriero, il primo agosto del 1925 si era sposato, sempre a Rende, con Filomena Finocchio, dalla quale ebbe tre figli Loris, Marcello e Bianca, ed era andato ad abitare nelle sue case situate in Via Domenico Vanni e via Roma. Considerato da tutti un galantuomo, un uomo buono, era molto rispettato e stimato, finanche dai pochi avversari politici. La sua famiglia possedeva un’azienda agraria grande e florida, una fabbrica di liquirizia, in seguito anche una fabbrica di mattoni, casali, terre collinari e vallive. Nella sua azione podestarile si può cogliere lo sforzo di una persona sensibile che cerca in ogni modo di portare il suo contributo ai cittadini assillati da tantissimi problemi, fra i quali spiccano il pericolo di infezioni ed il bisogno di Fig. 1 - Cesare Zagarese da giovane sostentamento quotidiano. E così le pur ridotte finanze comunali vengono ripartite da una parte per far fronte all’incessante pericolo di malaria e di altre malattie infettive, con una campagna di vaccinazioni adatta allo scopo e con l’acquisto di vari medicinali per i più poveri, ai quali nei casi più gravi si cerca di assicurare anche il ricovero presso l’Ospedale di Cosenza o, nei casi di malati di mente, presso l’Ospedale di Nocera; dall’altra, con un contributo alla GIL, Gioventù Italiana del Littorio,
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Fig. 2 - Tessera della Giovent첫 Italiana del Littorio
Fig. 3 - L'antico Castello Municipale
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e con un sussidio annuale all’asilo infantile, gestito con amore e tenacia dalle suore guanelliane, si assicura un pasto caldo ai giovani e soprattutto ai piccoli bimbi che più di altri hanno bisogno di assistenza nel periodo della crescita. Anche in questo fatto si può cogliere il tentativo di Zagarese di conciliare la politica con le ragioni della chiesa e, quindi, della fede. La GIL, infatti, insieme
Fig. 4 - Tessera dell'Opera Nazionale Balilla
all’Opera Nazionale Balilla, era stata fortemente voluta dal Partito Nazionale Fascista per sottrarre i giovani alle influenze delle
Fig. 5 - Tessera del Partito Nazionale Fascista
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organizzazioni cattoliche. Si voleva cercare di formare la gioventù con principi radicati e vicini alla nuova dottrina politica. Tutti i giovani, di entrambi i sessi, dai sei ai ventuno anni, dalla scuola materna all’università, dovevano partecipare a questa nuova vita comunitaria, nella quale si sarebbe forgiato sia il loro carattere che il loro fisico secondo i dettami e le teorie del fascismo. Il Podestà,
Fig. 6 - Tessera dell'Associazione Nazionale Combattenti
invece, ha tentato nella sua azione di conciliare le due organizzazioni, aiutando sia la GIL che l’asilo gestito dalle suore, senza alcuna discriminazione. E proprio ai giovani, che rappresentano il futuro, Zagarese pensa di assicurare anche un minimo di istruzione. Un occhio di riguardo viene, infatti, dato alla scuola: gli arredi scolastici, i locali, così come le altre piccole spese utili al suo buon funzionamento, vengono ad essere caricate nel bilancio comunale. C’è in questo periodo un razionamento dei
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Fig. 7 - Cartolina del 1931 - Castello: Edif. Scolastico e Palazzo degli Uffici
consumi, per non disperdere le poche lire a disposizione, ma c’è allo stesso tempo la volontà di Cesare Zagarese di garantire alla città un futuro migliore, con una crescita culturale che deve avvenire di pari passo con l’eventuale avanzata economica. E così, nei momenti propizi, viene realizzato l’impianto della luce, alcune strade e si elargiscono dei contributi alla Banda Musicale, diretta dal Maestro Vittorio Capizzano, che servono a mantenere viva una tradizione antica e gloriosa ma che fungono anche da sollievo ai suoi vari componenti. Si pensa, altresì, al personale comunale ed al suo incremento. Viene assunto il terzo spazzino ed un operaio disinfestore ed accalappiatore di cani, e vengono attribuiti dei miglioramenti economici al personale già in ruolo. Si bada alla buona manutenzione dell’acquedotto, al mantenimento del canile comunale, al regolamento del servizio di autonoleggio da rimessa, al censimento del bestiame, alla leva militare, ai poveri, redigendo un apposito elenco per garantire loro un minimo di aiuti, e finanche ad assicurare un decoroso funerale alle persone bisognose e sole. Insieme al dolore della morte c’è, però, la gioia della vita. La Levatrice Comunale Presta Giovannina, alla quale si aggiungerà in seguito anche l’altra collega Adelina Sardegna, che presterà la sua opera a Rende per parecchi anni, instancabilmente assiste le madri in attesa e porta alla luce tantissimi bambini, sia nel centro storico che nelle varie contrade del paese. L’opera più importante realizzata
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dal Podestà Cesare Zagarese è, comunque e senza alcun dubbio, la pavimentazione del centro storico. Grazie ad un finanziamento notevole, ricevuto dal Comune proprio in seguito al suo interessamento e alle sue pressanti richieste, Zagarese riesce a sistemare le strade principali e le altre vie del centro storico con un perfetto selciato. La piazza, il corso e financo i vicoli, vengono sistemati con pietre posizionate in piano ed in modo livellato, con le gradinate realizzate e rifinite in cemento. Un’opera di civiltà che dà lustro al piccolo centro abitato e che viene in seguito completato con un altro atto di intelligenza del suo Podestà.
Fig. 8 - Il Podestà Cesare Zagarese
Non essendoci l’acquedotto nel centro abitato e non avendo la possibilità di erogare l’acqua direttamente nelle case a tutti, Cesare Zagarese ha l’idea di far posizionare nei punti nevralgici del centro di Rende dei fontanini pubblici. Realizzati in ghisa e lavorati in modo da apparire anche belli allo sguardo dei passanti, fecero così la loro comparsa nelle varie vie del paese i nuovi manufatti: uno in via Vergilio, uno in via Giudeca, un altro in quello slargo,
17 Fig. 9 - L'antico fontanino
o piazzetta che dir si voglia, adiacente via Ghibellini, un altro nella piazzetta di Costantinopoli, un altro in quella del Ritiro, uno al Paramuro, uno al Vaglio, mentre nella piazza centrale c’era, e c’è, la fontana pubblica con i suoi tre canali. L’iniziativa fu accolta con entusiasmo dai cittadini, che potevano così approvvigionarsi più facilmente di acqua. Nacque anche un nuovo servizio, quello delle donne che portavano a pagamento le loro “cucume”, ovvero degli orciuoli in creta, piene di acqua alle famiglie più benestanti che non potevano o non volevano eseguire in proprio questo lavoro. Le difficoltà, però, continuano ad esserci, e sono tante, aumentate anche e soprattutto dalla guerra in atto, ma a Rende si cerca in ogni modo di vivere con dignità questo momento difficile, cercando di assicurare alla popolazione tutto il possibile per alleviarne le sofferenze. L’11 novembre del 1942 viene istituito il servizio, con la relativa tassa, per il ritiro ed il trasporto delle immondizie domestiche e di altri ordinari rifiuti interni. Un provvedimento che va nella direzione di garantire ordine e pulizia all’intera città, che in quel momento rischia di dover convivere accanto a immondizia ed escrementi. Rende, in quel periodo, era in pratica il centro storico, in quanto al di fuori di esso c’erano solo dei piccoli, minuscoli agglomerati urbani. Uno di questi era Arcavacata, un altro Quattromiglia, infine c’era Surdo. Roges, Commenda, Saporito, Failla allora erano quasi inesistenti, vi si trovavano solo poche case sparse. Il centro di ogni interesse risiedeva, quindi, nella parte alta della collina. La domenica arrivavano tutti i contadini dalle varie contrade per approvvigionarsi delle provviste necessarie e scambiare le loro mercanzie con utensili e servizi. Tutta la vita economica si svolgeva a Rende centro, ma così pure la vita di relazione.
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Fig. 10 - Tessera dell'Opera Nazionale Dopolavoro
Il medico, il farmacista, la levatrice, il sarto, il falegname, il fabbro, il bar, il tabacchino, i negozi, il Comune, le chiese, e con loro i matrimoni, i battesimi, la prima comunione, la cresima, tutto era o si svolgeva a Rende. Il grande problema che assillava gran parte degli abitanti era rappresentato dalle strade di accesso, poche ed in condizioni disagevoli. Chi doveva recarsi nel vecchio borgo, magari per il bisogno urgente di avere un medico o la levatrice, si trovava di fronte a difficoltà serie. Venire da Quattromiglia o da Arcavacata, che distano sette chilometri, o da Cucchiano e Coda di Volpe, la cui distanza arriva a otto o nove, significava affrontare un viaggio pieno di difficoltà e lungo. Infatti, se si era fortunati si poteva contare su di un carretto trainato dai buoi o viaggiare sul dorso di un cavallo o, peggio, di un asino; nell’ipotesi meno fortunata, invece, si doveva per forza di cose percorrere la strada a piedi. Il più delle volte il tempo perso faceva sì che il medico o la levatrice arrivassero sul luogo a cose già fatte, sia in senso positivo che negativo.
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Fig. 11 - Tessera della Confederazione Nazionale Fascista del Commercio
Fig. 12 - Tessera Confederazione Fascista dei Lavoratori dell'Industria
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Fig. 13 - Tessera dei Sindacati Fascisti dei Lavoratori
La forza, o meglio dire la speranza, è rappresentata dalla terra che, soprattutto nella parte valliva, anche grazie ad interventi di bonifica avvenuti nel passato, si presenta con produzioni di buona qualità e riesce a procurare un discreto reddito ai proprietari ed ai suoi coloni. Anche l’allevamento del bestiame a Rende è abbastanza florido e contribuisce al miglioramento della situazione alimentare che nel corso del 1943 arriva a livelli molto bassi. Il quadro che ne esce fuori è quello che da una parte c’è un territorio ancora vergine e lontano dall’urbanizzazione e dalle opere di civiltà, spesso anche primarie, mentre dall’altro, sopra una collina ridente, si trova la vera Rende, il suo antico ceppo di abitanti, con un patrimonio culturale e architettonico importante, rappresentato sia dalle chiese di Costantinopoli, Convento, Rosario, S. Maria Maggiore, Ritiro, che dagli antichi edifici gentilizi, quale Palazzo Magdalone, Palazzo Zagarese, Palazzo Vitari, Palazzo Perugini, Palazzo Basile, Palazzo Pastore. Questa è la realtà che si trovava ad amministrare il Podestà Cesare Zagarese, quando la decisione di sostituirlo fu messa per iscritto sul libro delle delibere consiliari rendese:
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“L’anno 1943, addì 15 del mese di novembre, nell’ufficio municipale di Rende. Il Sig. Rivalta Antonio, Commissario Prefettizio, assistito dal Segretario del Comune, Cav. Silvestro Vena, presente il Podestà Comm. Cesare Zagarese. Letto il decreto di S.E. il Prefetto della Provincia num. 2075 del 7 novembre c.a. col quale egli è stato nominato Commissario Prefettizio di questo Comune. Visto il nuovo T.U. legge Com.le e Prov.le. Si dichiara immesso nelle funzioni di Commissario Prefettizio del Comune, ricevendo in consegna dal Podestà Zagarese l’Amministrazione Comunale”. Dopo appena tre giorni, Rivalta nomina sub-Commissario il Rag. De Rose Virgilio di Pasquale da Rende. Ma chi era Rivalta e come aveva finito col trovarsi ad assumere una carica così importante? Per rispondere a queste domande, bisogna fare un piccolo passo indietro. Il contesto dentro il quale si muove l’intera nazione è in completo fermento. Dopo la caduta del regime fascista si formò a Roma il 9 settembre 1943 il Comitato di Liberazione Nazionale, che raccoglieva al suo interno tutte le rivendicazioni del Comitato delle opposizioni antifasciste. C’erano i rappresentanti dei Partiti d’Azione, Comunista, Democristiano, Demolaburista, Liberale e Socialista. Tutti gli organismi politici unitari si organizzarono per collaborare sul territorio nazionale nella lotta contro il nazifascismo. La loro azione durò fino alla liberazione e all’immediato dopoguerra, ma si svolse soprattutto nella parte settentrionale dell’Italia ed anche in quella centrale. Nel meridione, invece, tutto il potere era nelle mani degli anglo-americani, che decidevano di volta in volta le strategie da mettere in campo. Mancavano le premesse e, forse gli uomini, per pensare ad una vera lotta armata e organizzata di massa. Qui da noi i Comitati di Liberazione svolsero più un ruolo politico incentrato sull’opposizione alla monarchia e al governo Badoglio, troppo legati nel passato al fascismo. A Cosenza il CLN viene formato da elementi illustri dei vari partiti in embrione. Gennaro Cassiani e Don Luigi Nicoletti per la Democrazia Cristiana (fondata il 16
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dicembre del 1943 dall’avv. Giuseppe Alessi, dal Sen. Albisio e dall’On. Bernardo Mattarella, quest’ultimi due entrambi allievi di don Sturzo, i quali poi consegnarono nome e simbolo ad Alcide De Gasperi), Francesco Vaccaro per i Socialisti, Montalto per i Comunisti, Bottino e Scarcello per Unità Proletaria, ovvero gli anarchici, Achille Morcavallo e Nino Woditzka per il Partito d’Azione. Quest’ultima formazione politica era nata nel luglio del 1942 ed aveva in sé gli ideali del socialismo liberale. A formare il nuovo partito erano stati Federico Comandini, Ugo La Malfa, Emilio Lussu, Ferruccio Parri, Achille Morcavallo, Pasquale Schiano, Nino Woditzka, Riccardo Lombardi, Guido De Ruggero, l’avv. Ramirez, Adolfo Amodeo, Bruno Visentin, Guido Calogero e il Principe Filippo Caracciolo. Con esso si cercava di creare una nuova forma di socialismo che superasse la lotta di classe, con profonde modifiche alle strutture socio-economiche, e che fosse in grado di offrire ai cittadini italiani un allargamento delle libertà, insieme ad un giusto riconoscimento delle loro aspettative. Due dei fondatori, Nino Woditzka e Achille Morcavallo, agirono anche a Rende, dove determinarono le scelte politiche che si susseguirono dopo la caduta del fascismo. Nino Woditzka, nato a Zara il 21 agosto del 1898, era un confinato repubblicano proveniente da Trieste. Fortemente antifascista, per questo motivo ed in conseguenza delle azioni da lui messe in atto, era stato dapprima confinato a Procida, poi in un’altra isola ed in seguito mandato a Rende, dove abitava in via Vergilio. Uomo di notevole cultura, era grande amico dei maggiori esponenti dell’opposizione al regime e cercava in ogni modo di battersi per porre fine alla dittatura. Achille Morcavallo, figlio di Oreste, medico stimatissimo di Rende, e di Gilda Zagarese, appartenente ad una delle famiglie più in vista della città, nasce a Rende il 9.10.1923. Abita con la sua famiglia in via Ghibellini,
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Fig. 14 - Dipinto dell'Avv. Achille
al numero 2, fino al 25 giugno 1946, quando si trasferisce a Cosenza. E’ anche nipote dell’omonimo Achille, figura illustrissima del Foro, che a quel tempo rivestiva il prestigioso incarico di Presidente del Tribunale di Roma ma che, in seguito, sarebbe arrivato a ricoprire l’ancor più importante carica di Presidente della Prima Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione. E queste robuste radici non potevano che influenzarne gli studi, tanto da indirizzarlo prima alla facoltà di Giurisprudenza, e poi, dopo aver approfondito leggi e codicilli fin nei più piccoli e reconditi meandri, farlo diventare un avvocato di primissimo piano, così da meritare l’appellativo di “Maestro di vita e di diritto”. In gioventù fece parte della direzione del movimento clandestino universitario romano, che organizzava manifestazioni antifasciste di notevole rilievo. Subito dopo passò alla segreteria nazionale, situata nello studio dell’avv. Comandini, diventando in questa veste uno degli organizzatori del primo Convegno del Movimento, che porterà alla sua trasformazione in partito e a cui, su suggerimento dello storico Salvatorelli, si darà il nome di Partito d’Azione. Un partito che nella lotta clandestina antifascista prima e nella guerra antinazista poi, si comportò in modo eroico al punto da riportare il maggior numero di caduti tra i componenti dei vari partiti combattenti. Achille Morcavallo fu mandato al sud per occuparsi dei problemi e degli interessi del Partito d’Azione. Vari furono i paesi dei quali si interessò e, tra questi, ci fu Rende. Toccò proprio a lui indicare al Prefetto Mancini un nominativo al quale assegnare la carica di Commissario Prefettizio, in seguito all’esautorazione del Podestà Zagarese. Le qualità richieste erano poche ma chiare: di sicura fede antifascista, anzi che non avesse mai posseduto la tessera fascista, e con un minimo di istruzione. Achille Morcavallo si trovò in difficoltà, in quanto era estremamente difficile a quel tempo trovare qualcuno con queste caratteristiche. Quasi tutti erano stati fascisti. Pensò allora di indicare Michele Aversa, comunista di provata fede e attivo anche a livello provinciale. Il Prefetto Mancini, però, non accettò la scelta, spiegando che gli accordi presi con il Comitato di
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Liberazione assegnavano ad un membro del Partito d’Azione e non ad altri la carica di Commissario Prefettizio. Allora Achille Morcavallo propose due nuovi nomi: Salvatore Chiappetta e Antonio Rivalta e la scelta cadde proprio su quest’ultimo. Antonio Rivalta, figlio di Vincenzo e di Rosa Pentaccoli, era nato a Faenza in provincia di Ravenna nell’Emilia Romagna il 3.4.1879. Coniugatosi con Imelda Monte, si era trasferito a Rende fin dal 1928 ed aveva stabilito la sua abitazione dapprima al numero undici di via Domenico Vanni ed in seguito al quindici-diciassette
Fig. 15 - Antonio Rivalta
Fig. 16 - Imelda Monte
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di via Roma. Di professione faceva l’appaltatore di opere pubbliche. Appena preso possesso del suo prestigioso incarico, il 18 ottobre del 1943 nominò Sub Commissario Prefettizio il Rag. Virgilio De Rose di Pasquale. E così comincia un periodo difficilissimo da gestire per i vari ostacoli che la nuova amministrazione si troverà davanti. Anche le condizioni climatiche sono avverse. L’anno, infatti, si chiude con un inverno rigidissimo che aumenterà le già gravi difficoltà che affliggono i cittadini rendesi. Antonio Rivalta è un uomo pragmatico, molto pratico, un imprenditore che è abituato a lottare contro le insidie che gli si parano davanti, ma fin dall’inizio capisce che il suo compito sarà particolarmente gravoso. Nel frattempo il Partito d’Azione diventa a Rende sempre più fiorente. Achille Morcavallo, delegato dal centro, cerca di dare una struttura bene organizzata a quello che fino a poco tempo prima era solo un movimento e per questo decide di aprire una sezione. Il 14 novembre del 1943, nel salone del Municipio di Rende, si riunisce l’Assemblea Generale degli iscritti al Partito Italiano d’Azione e dopo aver deciso di intitolare la nuova sede allo scomparso Federico Adami, un libraio cosentino, grande propugnatore dell’idea repubblicana, sotto la direzione del Presidente del Partito Salvatore Chiappetta, si procede, per votazione, alla costituzione del comitato Direttivo che risulta essere così composto: Dott. Bruzzano Guido Rag. De Rose Virgilio Dott. Principe Francesco Univ. De Rango Pasquale Sig. Giraldi Adolfo Perito Agrario Morcavallo Pietro
Presidente Segretario Rappresentante Professionisti Rappresentante Studenti Rappresentante Commercianti Rappresentante Contadini
Immediatamente dopo aver sciolto l’Assemblea, con l’impegno solidale di servire l’idea con fedeltà, abnegazione e spirito di sacrificio, i soci ricevono il Dott. Nino Woditzka, nominato da poco Commissario della Confederazione Generale del Lavoro, il
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quale pronunzia un discorso talmente caloroso da trascinare tutto l’uditorio in prolungati applausi. Dopo qualche giorno il Comitato Direttivo del Partito d’Azione è in piena attività. Decide la formazione di un organo esecutivo del Fronte unico, composto da due esponenti di ciascun partito antifascista, che dovrà intervenire su tutte le questioni del campo politico e sindacale e, con l’intervento del Commissario Prefettizio, su problemi, proposte, pareri, riguardanti l’interesse collettivo della comunità. I due esponenti scelti per rappresentare il Partito d’Azione sono il Dott. Guido Bruzzano ed il Perito Agrario Francesco Loizzo. In questo momento il Partito gode di un notevole interesse da parte dei cittadini rendesi non solo nel centro abitato ma anche nelle diverse frazioni, e proprio in considerazione del fatto che gli iscritti divengono sempre più numerosi che si decide la suddivisione del territorio di Rende in gruppi di contrade, ponendo a capo di ciascuno di essi un capogruppo che farà da organo di collegamento fra i soci della campagna ed il Comitato Direttivo. Un modo per essere presenti in ogni dove e raccogliere le istanze che provengono da ogni ceto sociale. Intanto Rivalta comincia la sua azione amministrativa. Prova a crearsi una macchina burocratica funzionale, che lo possa assistere e collaborare nel tentativo di risolvere i tanti problemi che assillano la città. Il 20 novembre del 1943 concede al personale dipendente tre mensilità di stipendio ed altre competenze a titolo di anticipazione ed a fondo perduto, liquida il compenso per il censimento e la spesa di accertamento dei capi di bestiame agli effetti dell’imposta sugli stessi, che potrà dare una boccata d’ossigeno all’esangue cassa comunale. Poi passa al Bilancio 1943, con il riconoscimento delle spese a calcolo e con l’aumento dell’assegno temporaneo di guerra spettante al personale dipendente. Non dimentica in questa sua azione di assegnare un sussidio di £. 4.000 all’Asilo Infantile per l’anno in corso. Il 18 dicembre, dopo aver liquidato le spese per il servizio di razionamento dei consumi, provvede all’aumento della
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retribuzione al personale dipendente. Nella deliberazione consiliare n°6 si legge: “Letto il foglio d’ordine A6 del 7 dicembre c.a. del Quartiere Generale del Governo Militare Alleato, col quale si dispone, a datare dal 1° dicembre 1943, una sistemazione provvisoria degli stipendi e salari corrisposti al personale dello Stato, Provincia, Comuni ed altri Enti, concedendo sugli stipendi e salari stessi, comprese le indennità ordinarie e straordinarie, l’aumento del 70 per cento mensile sulle prime lire mille o frazione, del 60 per cento sulle seconde, del 30 per cento sulle terze, del 20 per cento sulle quarte e del 10 per cento sulle quinte, con un margine di aumento mensile di £. 1.900…” E vediamo chi erano, in quel momento, gli impiegati e gli operai comunali e quali erano le loro mansioni. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
Vena Cav. Silvestro Rovella Michelangelo Cretella Aniello Lo Celso Angelo Aversa Emilio Morcavallo Fausto Martino Dott. Aristide Morcavallo Dott. Oreste Principe Dott. Ernesto Presta Giovannina Sardegna Adelina Principe Florindo Garofalo Francesco Basile Giuseppe
Segretario Vice Segretario Applicato Applicato Messo scrivano Scrivano provvisorio Medico condotto Medico condotto Ufficiale Sanitario Levatrice condotta Levatrice condotta Guardia municipale Guardia municipale Custode cimitero
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De Stefano Ernesto Loizzo Michele Sicilia Salvatore Provenzano Giuseppe Bartella Michele Plastina Salvatore Puntillo Andrea Scinta Valentino Morcavallo Alessandro Magliocchi Assunta Sicilia Salvatore
Bidello scuole Guardiano acquedotto Fontaniere Cantoniere stradale Spazzino Spazzino Spazzino Disinfestore Addetto razionamento consumi Addetto razionamento consumi Messo provvisorio
Poi si passa alla concessione del 2° aumento quadriennale dello stipendio al Dott. Ernesto Principe, Ufficiale Sanitario, e alla concessione del 3° aumento quadriennale alla Levatrice condotta, Adelina Sardegna, nonché alla liquidazione di spese e compensi spettanti ad alcuni elementi del personale. Tutto ciò, però, se da un lato allevia le problematiche del personale, dall’altro non riesce ad essere di nessun conforto per la cittadinanza, che è costretta a barcamenarsi tra gravissimi problemi e grandi difficoltà, tra i quali spicca il bisogno primario del cibo. Scarseggiano le risorse, non arrivano finanziamenti, manca il lavoro. In questo stesso periodo, nonostante i gravi problemi esistenti, che dovrebbero portare ad una maggiore comunità d’intenti, il centro di ogni decisione e di ogni discussione sembra spostarsi dalla sua sede naturale, quella del Municipio, a quella che cercava di diventarlo nei fatti, ovvero la sede del partito d’Azione. Infatti, dopo aver provveduto a nominare il Vice Presidente del Partito d’Azione nella persona del Rag. Salvatore De Luca ed il Vice Segretario nella persona dell’Ins. Ottavio Vercillo, nella seduta
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seguente il Comitato Direttivo, prima approva la costituzione di un nuovo Comitato per la propaganda, affidandone l’incarico al rappresentante dei Professionisti Dott. Francesco Principe, e successivamente arriva ad indicare quali dovranno essere i modi ed i termini per la vendita di 200 paia di scarpe per donne, requisiti dalla Questura ed assegnati dal Prefetto di Cosenza alla popolazione di Rende, i turni per le rivenditrici di uova e di galline, la requisizione di grano e granturco nelle campagne, una revisione generale del tesseramento per le carte annonarie, in modo da arrivare ad eliminare coloro che non ne avrebbero diritto in quanto produttori, fino a decidere di affidare la panificazione esclusivamente ad un solo fornaio, con la distribuzione poi ai diversi esercenti. Un modo, forse, troppo invasivo per dettare la propria politica, che portava a svuotare di potere colui che il potere doveva, per legge, esercitare. Una situazione, nel suo complesso, che appare agli occhi di Antonio Rivalta impossibile da gestire. Uomo schivo ma dal carattere fermo e deciso, capisce che non può continuare a trascinarsi in un’azione che, comunque, non potrà essere in alcun modo d’aiuto ai suoi amministrati e, dopo appena due mesi dal suo insediamento, si dimette. Caos nel caos. La città di Rende resta per qualche giorno abbandonata a se stessa. Il Prefetto della Provincia, in attesa di avere un nuovo nome da inserire al posto di Rivalta, il 24 gennaio 1944 nomina un funzionario della Prefettura cosentina, il Cav. Uff. Gaetano Brancia. Un Commissario Prefettizio a tempo, che si potrebbe anche definire come un facente funzioni del facente funzioni, in quanto dovrebbe rimanere in carica giusto il tempo occorrente a trovare l’effettivo sostituto. Ma si sa, il diavolo fa le pentole e non i coperchi, così finirà che il mandato di Brancia durerà fino al 29 aprile del 1944, oltre tre mesi. La sua azione sarà ordinata e rigorosa. Nei suoi atti ci sarà l’applicazione precisa della legge, assicurando i diritti di tutti.
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Il suo prima impegno, non derogabile, sarà l’approvazione del Bilancio 1944, che prevede una somma a pareggio di £. 730.098.80. Nelle sedute a seguire si occupa di concedere il premio di natalità al Segretario comunale, Cav. Silvestro Vena, per la nascita dell’ottavo figlio e l’aumento della retribuzione mensile al personale addetto al servizio di razionamento dei consumi, allo scrivano, al fontaniere, al guardiano dell’acquedotto, al disinfestore. Anche il lavoro straordinario verrà regolarmente pagato. Si penserà, altresì, al riscaldamento e all’illuminazione degli uffici municipali, alla nettezza urbana, all’acquisto di carbone per le scuole, alla riparazione dell’acquedotto, alla manutenzione delle strade, alla spesa per l’inumazione dei cadaveri e all’acquisto di casse da morto per i poveri, alle spese di trasporto degli ammalati meno abbienti presso l’ospedale di Cosenza. Nello stesso tempo si approva la tariffa imposta sul bestiame per l’anno 1944 ed il ruolo di super consumo dell’acqua. Avviene, in questo periodo, anche il rimborso ad alcuni cittadini di imposte e tasse comunali non dovute. Un riconoscimento amministrativo che spiega meglio di tante parole l’attività precisa ma asettica messa in atto dal nuovo amministratore. Un’azione, la sua, che non poteva modificare in alcun modo la situazione terribile nella quale si trovava la città di Rende e, con essa, quella di molti altri centri vicini. Il 15 maggio del 1944 il Prefetto nomina al posto di Gaetano Brancia ed in qualità di Commissario Prefettizio, il Dott. Guido Bruzzano. La sua nomina, come in precedenza quella di Rivalta, fa seguito all’indicazione dell’Avv. Achille Morcavallo, delegato dal centro del Partito d’Azione. Un suggerimento anche questo dettato dalla situazione e dalla impossibilità di far nominare Michele Aversa, al quale, però, riesce ad assicurare il posto di vice. Il giorno seguente la sua nomina, il Dott. Guido Bruzzano provvede, infatti, a nominare sub commissario Michele Aversa fu Costantino, al quale affida, nel caso di sua assenza o impedimento, tutti i poteri escluso quello deliberativo. Gli delega, altresì, previa l’autorizzazione del Procuratore della Legge, le funzioni di Ufficiale dello stato civile.
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E vediamo chi erano questi due nuovi attori dell’amministrazione rendese. Guido Bruzzano, figlio di Francesco e di Elvira Iannuzzi, era nato a S. Lucido il 27 ottobre del 1889. Si laureò in Farmacia ed il 19 luglio del 1927 sposò Concetta Zagarese e con lei andò ad abitare nella sua casa in via Neve, oggi via Turati. Durante la guerra fece la sua parte in qualità di ufficiale medico presso l’ospedale di Catanzaro, nonostante era da sempre un convinto antimilitarista. Al piano terra della sua abitazione, sul lato che si affaccia nella piazza centrale del centro storico di Rende, quasi di fronte all’altra, appartenente al collega Dott. Gaetano Pisani, vi era situata la sua farmacia, all’interno della quale spesso si riunivano medici, insegnanti elementari, notabili vari, che davano corso a discussioni accese e appassionate sulla situazione politica italiana ma anche, più semplicemente, su quella locale. Fig. 17 - Dott. Guido Bruzzano B r u z z a n o, r e p u b b l i c a n o e convinto antifascista, si dichiarava nelle sue oratorie come un vero rivoluzionario, anche se in realtà era solo l’accesa passione e la foga del discorso che lo portavano spesso ad alzare i toni e ad auspicare azioni, alle quali nella realtà mai diede corso. Sta di fatto, però, che le sue parole furono prese sul serio da qualche gerarca fascista, il quale mise sotto controllo il suo operato. Di sovente alcune persone stazionavano vicino la sua farmacia, più per controllarlo che per altro. Quando a Rende o nelle vicinanze si aspettava la
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visita di un personaggio importante del Partito Fascista, le guardie provvedevano a portarlo, insieme a qualche altra persona ritenuta pericolosa, direttamente in caserma, in modo da non dargli la possibilità di compiere qualche atto sovversivo. Nessuno poteva immaginare, però, che siccome il maresciallo dei Carabinieri era un suo caro amico, questi accompagnava effettivamente Bruzzano in Caserma ma invece di metterlo in cella lo ospitava nella sua abitazione, dove consumavano assieme un ottimo pranzo. Una volta, si racconta, alcuni fascisti provenienti dal vicino paese di S. Fili, forse istigati da qualche persona di Rende, presero Bruzzano e lo purgarono con la forza. Un’azione ignobile e umiliante che sorse l’effetto contrario a quello che si proponeva. Invece di convincerlo a cambiare le sue idee, quel sopruso finì per rafforzarle. Michele Aversa, figlio di Costantino e di Greco Amalia Concetta, nasce a Rende il 23 ottobre del 1906. Il suo mestiere era quello di calzolaio, che svolgeva insieme al padre Costantino ed al fratello Vincenzo nella loro bottega ubicata di fronte la chiesa di S. Maria Maggiore. Comunista fervente, lo era stato dichiaratamente anche durante il periodo fascista, si era sposato il 28.4.1934 con Apa Bianca col solo rito civile e nel 1939, per ragioni di lavoro, si era spostato nella vicina città di Cosenza. I suoi contatti e la sua fede politica lo avevano fatto diventare un quadro attivo di rilievo provinciale a cui guardavano con interesse e convinzione tanti politici locali. Uomo colto e impegnato, verso la fine del 1943, insieme ad operai ed artigiani e ad alcuni intellettuali, fonda a Rende il Partito Comunista ed apre una sezione. Comincia così un nuovo periodo della vita amministrativa di Rende che verrà ricordato dai rendesi, per cause e motivi diversi, come uno dei periodi più tristi e brutti della loro vita nel dopoguerra. Le cause furono sicuramente tante, tra le quali la mancanza di generi alimentari, la miseria, la fame; ma anche e soprattutto un’azione amministrativa rigida e portata avanti con il pugno di ferro. A ben guardare ed analizzando accuratamente quello che successe in quei pochi mesi di amministrazione Bruzzano, si può affermare che la
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sua azione sembrò adeguarsi più ad una linea politica di sinistra estrema che alla fede repubblicana che egli stesso professava. Cosa determinò questa scelta lo possiamo soltanto intuire. Da una parte ci potrà essere stato il forte risentimento di un uomo, un professionista preparato, troppo spesso mortificato durante il periodo fascista senza che nessuno della gran parte degli abitanti del centro storico sia mai intervenuto per spendere una parola in suo favore, dall’altra si può cogliere negli atti amministrativi una grande influenza esercitata da Michele Aversa, il quale sia nelle azioni che finanche nella terminologia usata fa di tutto per mettere in atto una politica ed una gestione della cosa pubblica che guarda a modelli dove il comunismo reale è al potere e, secondo la sua visione, ha realizzato la rivoluzione del popolo. A Rende, paese cattolico e fortemente radicato al centro, si cominciano così a muovere quei piccoli ceppi di comunisti, anarchici ed estremisti di sinistra presenti da tempo sul territorio ma rimasti essenzialmente fermi durante il ventennio. Con la nomina di Aversa a sub Commissario Prefettizio inizia il loro risveglio e le famiglie storiche appartenenti all’area di sinistra massimalista vengono ad assumere ruoli sempre più in vista. L’azione del Dottor Bruzzano inizia il 16 maggio del 1944 con l’approvazione del ruolo dell’acqua a domicilio, che in quel momento ammonta a 156 partite, e con lo storno e l’impinguamento di fondi al Bilancio. Dopo appena quindici giorni avviene il primo incidente. Viene nominato applicato provvisorio di segreteria il Sig. Giovanni Turco, appartenente ad una delle famiglie, insieme a quella dei De Rango, storicamente più rosse della contrada Saporito. A questa nomina, ritenuta illegittima e fatta solo per scopi politici di parte, producono opposizione i signori Arturo De Rango e Salvatore Loizzo, che si sentono defraudati nei loro diritti e decidono di scendere in campo per difenderli. In ogni caso Bruzzano va avanti. Si passa dall’approvazione del ruolo bestiame e cani, all’impianto di un pubblico fontanino nella Contrada Creti. E subito dopo, il 30 giugno, arriva un’altra nomina,
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quella di una guardia municipale provvisoria. Insieme a questa nomina, c’è un altro dato significativo. Viene concesso al Tesoriere Comunale l’aumento del 70 per cento per il servizio di Cassa e di tesoreria, facente seguito ad un’ordinanza del Governo Militare Alleato del 28 dicembre 1943. E dopo aver approvato il ruolo terratico (Imposta sui terreni, n.d.A.) del 1944, ecco profilarsi la soluzione “politica” per la precedente assunzione dell’applicato avventizio. Il primo luglio il sig. Giovanni Turco rassegna le sue dimissioni dal posto ricoperto fino ad allora, nel quale si occupava soprattutto di soccorsi militari. La necessità e l’urgenza di dare continuità a quel servizio, spinge allora l’amministrazione a sostituirlo il 22 luglio con un altro applicato avventizio e si sceglie per questo il sig. Salvatore Loizzo, fu Matteo, cioè proprio una delle due persone che avevano prodotto ricorso alla nomina precedente, riconoscendo, di fatto, le loro ragioni. In questo stesso periodo, e precisamente dal 4 al 7 luglio, a Cosenza accadde un fatto politico di rilevanza nazionale. Gli Azionisti, in primis i fratelli Rosselli, tentarono di operare una sintesi tra liberalismo e socialismo cercando così di dar vita ad un partito liberalsocialista. Si svolse per questo un congresso nella città di Cosenza, all’interno del quale ci fu uno scontro dottrinario di notevole valenza tra Ugo La Malfa, che insieme ad Adolfo Amodeo guardava con attenzione ai gruppi politici di centro e ad una linea politica democratico-riformistica, e l’avvocato romano Federico Comandini, che esprimeva l’altra anima del Partito d’Azione, su una posizione socialista-rivoluzionaria, che era vicino al pensiero di Emilio Lussu e Riccardo Lombardi. L’incontro si svolse tra polemiche talmente violente che ad un certo punto si arrivò quasi allo scontro fisico tra i due valenti oratori e finì per decretare la rottura inevitabile tra le due opposte tendenze. Comandini e i suoi andarono con i socialisti, mentre gli altri azionisti col tempo si dispersero in diversi partiti. Anche se, è bene dirlo, la spaccatura vera e propria del Partito d’Azione, a livello nazionale, si consumò
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solo in seguito allo scarso risultato ottenuto nelle elezioni politiche del 1946. Nel frattempo, a Rende, Bruzzano continua nella sua attività di amministratore. Concede un sussidio all’Asilo Infantile di £. 4.000 e riesce a pagare le spedalità arretrate all’Ospedale Civile di Corigliano Calabro, per precedenti ricoveri di alcuni malati poveri. Si provvede anche alla nomina di un nuovo applicato provvisorio di segreteria, al posto di Antonio Cretella collocato a riposo per raggiunti limiti d’età, con un compenso giornaliero al lordo di £. 36.85, si passa all’approvazione del conto consuntivo del 1935 e del 1936, per continuare poi con la liquidazione delle spese per la registrazione della popolazione presente. Si arriva, così, alla deliberazione n°58 del 12 agosto del 1944: “Spesa sorveglianza conferimento grano al granaio del popolo”. Quest’ultima dicitura, granaio del popolo, sembra delineare bene quella forte influenza politico-ideologica comunista che aveva ormai permeato nei fatti l’attività di tutta l’amministrazione comunale che, invece, avrebbe dovuto farsi ispirare da una concezione democratica e repubblicana vicina da sempre, almeno a parole, al Commissario Bruzzano. E’ il caso di riportare per intero il testo del deliberato, per meglio comprendere le intenzioni ed il modo di procedere degli amministratori del tempo. “Ritenendo – si legge nella deliberazione consiliare – che per assicurare il conferimento totale del grano al granaio del popolo si è reso necessario, in ossequio anche alle Superiori disposizioni, procedere alla costituzione di squadre; ed a servizi per il dislocamento nelle varie contrade di mezzi rapidi di comunicazione; Ritenuto che il personale incaricato della sorveglianza di cui sopra insiste per il sollecito pagamento delle competenze ad esso spettante per l’opera prestata per ben 18 giorni; Riconosciuta la necessità di provvedere in conseguenza: Ritenuto che le spese di che trattasi ammontano complessivamente a £. 10.450…Delibera di liquidare…”.
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In quel momento la tragica situazione nella quale si trovava Rende aveva suggerito di creare dei punti precisi in alcune zone dove poter conferire, raccogliere, ammassare, il grano prodotto. Questa decisione era stata presa per assicurare a tutti un minimo di sostentamento. C’era in atto il razionamento dei viveri, attraverso il quale si cercava di assegnare ad ogni singolo cittadino una razione specifica di generi alimentari e di uso quotidiano. Poi, con la tessera annonaria, o del pane come veniva generalmente chiamata, con bollini da staccare all’atto di ricezione degli alimenti, tutte le famiglie rendesi potevano contare su di un minimo di nutrimento per tirare avanti. Ma era davvero poco. Una famiglia, esibendo la tessera, riceveva dalla bottega di prodotti alimentari, oltre ad alcuni generi di conforto, quali olio, zucchero, sapone, esattamente 125 grammi di pane a testa al giorno, l’equivalente di poco più di un panino per ogni persona, che ognuno doveva farsi bastare per forza. Solo se si avevano dei soldi a disposizione c’era la possibilità
Fig. 18 - Tessera Annonaria
di acquistare un altro pane sottobanco, al mercato nero, ma era sempre poco e non sempre di ottima qualità. Infatti, d’inverno il pane che si consumava era fatto solo di granturco, il cosiddetto
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“pani miglinu”, mentre nella stagione primaverile veniva realizzato mischiando la farina bianca del grano a quella più scura del granturco. Bisognava aspettare l’estate per potersi godere una fetta di pane “bianco”, realizzata, cioè, solo con la farina del grano. E la macinazione del grano come avveniva? Ad ognuno si assegnava la possibilità di poter macinare determinati chilogrammi di grano e non oltre, proprio per non dare a nessuno la possibilità di effettuare un commercio non controllato del prezioso frumento. In tempi di magra, però, quella che era da una parte una lodevole intenzione, finì per diventare nei fatti come una forte imposizione che procurava nella gente paura e rabbia. La scritta “granaio del popolo” e l’istituzione di “guardie”, che presto finirono per essere soprannominate “guardie rosse”, ci descrivono un clima di tensione e di forte intimidazione messo in atto con la scusa del controllo. Se si trovava una persona in possesso di macinato anche di poco superiore al peso previsto, erano guai e di quelli grossi. Il grano veniva requisito, le persone minacciate e maltrattate e per il padrone del mulino erano pronte multe e richiami anche più severi. I contadini dovevano raccogliere tutto il grano prodotto sull’aia e prima di macinarlo chiamare le guardie. Queste, lo misuravano con il mezzo tomolo (circa 26 kg.) e, dopo averlo fatto macinare, ne assegnavano una parte al contadino, mentre tutto il rimanente lo portavano all’ammasso per poi distribuirlo alla popolazione. Il controllo avveniva in modo capillare e continuativo ed era molto difficile eluderlo. I cittadini provavano in ogni modo a cercare di sfuggire alla vigilanza, che era ormai oppressiva e si muoveva sul territorio in modo veloce, ma diventava sempre più difficile. Anche la notte veniva utilizzata per cercare di macinare un po’ di grano in uno dei quattro-cinque mulini che si trovavano sul territorio di Rende, ma non era facile scamparla nemmeno in quelle ore. Il tentativo più frequente per aggirare il controllo delle guardie, era quello di recarsi al mulino portando con sé la tessera che permetteva di macinare una determinata quantità di grano. Se non si faceva un inaspettato incontro con le guardie, che potevano
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disporre anche dell’apporto di tre autovetture per spostarsi velocemente sul territorio, allora la tessera, d’accordo con il proprietario del mulino, non veniva timbrata e poteva essere usata di nuovo il giorno seguente, avendo macinato, nei fatti, il doppio di quello permesso. Bisognava, però, stare attenti perché la sorveglianza era capillare e continua. Le “guardie rosse”, come ormai venivano definite le squadre di controllori, pagate con un compenso anche superiore a quello di un applicato provvisorio, si erano appropriate di quel potere e se ne servivano a loro piacimento, alcuni solo per applicare la legge e gli ordini ricevuti, altri, approfittandone, quasi per opprimere i concittadini. La fame e la miseria che imperversava aumentava la rabbia dei rendesi verso questo modo di comportarsi e portò la quasi totalità della popolazione ad avvertire l’intera amministrazione comunale come un nemico da abbattere. Bruzzano divenne così inviso, impopolare, sgradito, all’intera cittadinanza. Ormai è impossibile per il Dottor Guido Bruzzano continuare nella sua opera di amministratore. Tutti gli sono contro e nessuno muove un dito per aiutarlo. Nemmeno chi lo ha indicato per quel posto di Commissario Prefettizio sente il bisogno di sostenerlo o difenderlo. Anzi, in una riunione del 25 giugno 1944 i membri del Comitato Esecutivo della Sezione di Rende del Partito d’Azione, presenti Chiappetta Salvatore, Rivalta Antonio, Loizzo Francesco, Principe Francesco, Principe Oreste, Morcavallo Mario, Sicilia Elios, De Luca Pasquale, “propongono – si legge nel verbale n°10 - una sottoscrizione plebiscitaria per defenestrare il Commissario ed il Vice Commissario per i continui abusi commessi a danno della popolazione”. E allora Bruzzano decide che è venuto il momento di lasciare e di tornare alla sua professione di farmacista. Il 13 agosto 1944 si dimette e lascia un paese che, pur avvolto nella spirale della povertà e nei tanti problemi presenti nel dopoguerra, si avvia a vivere un nuovo fermento politico ed economico che inevitabilmente, dopo alcuni anni, concorrerà alla sua rinascita.
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Lo stesso giorno si riunisce il Comitato Esecutivo del Partito d’Azione di Rende. Alla presenza di Salvatore Chiappetta, Antonio Rivalta, Oreste Principe, Elios Sicilia, Pasquale De Luca, Francesco Principe, Salvatore De Luca, si discute della proposta per la costituzione di una Giunta Comunale. Il Sindaco è già stato deciso, sarà Antonio Rivalta, ma questa volta dovrà essere accompagnato da una giunta che lo collabori nella sua amministrazione. Per questo motivo Francesco Principe, come si legge nel verbale n°12 della riunione, propone “…che il Segretario del Partito d’Azione faccia regolare invito, a nome del Sindaco, ai Segretari dei partiti costituiti e riconosciuti a Rende, affinchè scelgano dei rappresentanti per far parte della Giunta Comunale. Resta stabilito che nell’eventualità che la Sezione Comunista si rifiuti di eleggere il suo rappresentante, il Sindaco si riserverà il diritto di chiamare a suo collaboratore il compagno Plastina Francesco del Partito Comunista”.
Fig. 19 - Partito d'Azione: Timbro della Sezione e firma del Presidente
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Subito dopo vengono eletti i due membri del Partito d’Azione che dovranno far parte della Giunta Comunale. Lo spoglio dei voti decreta la vittoria di Salvatore De Luca ed Elios Sicilia. A seguire, Francesco Principe, in considerazione della grave situazione che si attraversa, propone la costituzione di un Consiglio Comunale avente carattere esclusivamente consultivo per quanto concerne i problemi più gravi del Comune. Detto Consiglio dovrà essere formato da 16 membri scelti in numero di tre per ciascun partito e numero di 4 per gli indipendenti. Resta inteso che il Consiglio avrà esclusivamente carattere privato poiché non è conforme alla legge. Inoltre, constatato che il movimento giovanile del Partito d’Azione vive in una stasi da molto tempo e per l’inerzia dei dirigenti, si riconosce la necessità di incrementare il movimento affidandone le direttive al compagno Salvatore Provenzano. Anche la condizione della donna viene discussa in questa importante seduta. “A seguito della decisione del Congresso Nazionale, - recita il verbale n°12 del 13.8.1944 - per cui la donna sarà chiamata a partecipare alla vita politica della Nazione e, quindi, al suffragio universale, il Comitato all’unanimità decide di creare un movimento femminile parallelo al movimento del Partito, affidandolo alla Sig.na Elvira Principe per il Centro abitato e alla Sig.ra Adelina Sardegna per la campagna”. Due donne molto attive e rispettate dalla cittadinanza, la prima per essere anche stata direttrice della G.I.L. negli anni passati e la seconda per la sua professione di Levatrice, che svolge con tanta passione e dedizione su tutto il territorio rendese. Le difficoltà del momento non impediscono che si formino anche a Rende i partiti politici, vecchi e nuovi, che andranno poi a schierarsi su due fronti contrapposti in occasione delle elezioni amministrative del 1946. Da una parte emerge forte la propaganda dei partiti di sinistra, socialisti, comunisti ed indipendenti, che cavalcano la
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Fig. 20 - Il Parroco Don Ciccio De Paola
protesta legata alla distribuzione dei generi alimentari tesserati; dall’altra si schierano gli appartenenti alla democrazia cristiana, al partito monarchico popolare, agli azionisti e agli indipendenti moderati, che difendono i principi cattolici, liberali e la salvaguardia della proprietà. La chiesa rendese, in questa fase, giuoca un ruolo molto importante, riuscendo ad incanalare in un partito moderato e di ispirazione cattolica come la Democrazia Cristiana quell’anima liberale e conservatrice che da sempre ispira gran parte del popolo di Rende. E chi erano le persone chiave che, anche in virtù dell’abito talare che indossavano, avevano un rapporto preferenziale con i cittadini e godevano della loro fiducia? La prima e più importante è sicuramente rappresentata da Don Francesco De Paola fu Gabriele, affettuosamente chiamato don Ciccio, Vicario Foraneo e Parroco di Rende, figura importante ed in alcuni momenti decisiva della vita, non solo religiosa ma anche politica, di Rende. Persona energica e preparata, godeva del rispetto dell’intera popolazione e, spesso, entrava a pieno titolo nei problemi del vivere quotidiano dei parrocchiani. Le sue prediche tuonavano dall’altare ed erano un dettato da seguire, mentre i suoi consigli erano preziosi ed aiutavano la gente a superare ostacoli che a volte nemmeno comprendevano pienamente. Se c’era da intervenire in prima persona per aiutare qualcuno che si trovava nei guai o viveva un momento particolarmente difficile, don Ciccio era lì, a fianco del suo parrocchiano, pronto ad assisterlo e a lottare con lui, senza mai tirarsi indietro. Non era, quindi, difficile per lui entrare anche nelle decisioni politiche che riguardavano la sua collettività. Non lo faceva per fare politica in senso stretto ma, quasi per difendere la sua comunità da eventuali rischi ed imprevisti, che in quei momenti difficili del dopoguerra erano pronti a manifestarsi, e dal comunismo, nonché dalla sinistra in genere, che con tutti i suoi stravolgimenti, anche religiosi, rappresentava per lui il pericolo maggiore. E tutto poteva essere utile e giustificabile per opporsi alla vittoria della sinistra. Durante i comizi degli avversari si suonavano le campane per disturbarli, nelle prediche si ironizzava su di loro,
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descrivendoli come animali con la coda che mangiavano i bambini, li si paragonava al diavolo e si arrivava a vietare di celebrare il battesimo o la cresima a bambini e ragazzi se per testimoni c’era qualcuno di loro. Il carattere forte, irruente, deciso, a volte imperativo, di don Ciccio lo faceva sorvolare sulla domanda che doveva porsi e cioè se era giusto o no tutto quello che si concedeva. Nel suo animo, però, la questione principale era rappresentata dalla volontà di opporsi ad ogni costo all’eventuale vittoria dei comunisti. Per questo motivo riteneva legittimo dire la sua quando bisognava prendere una decisione che, a suo modo di vedere, avrebbe potuto in seguito condizionare fortemente ed in maniera negativa la vita dei suoi concittadini. Una barriera, un baluardo, uno scudo, che si ergeva forte e con dignità contro ogni cambiamento di quelli che erano gli ideali, la storia, le radici del suo popolo. Fra l’altro don Ciccio era anche una persona di ottima cultura. Aveva scritto il bellissimo libro “Rende che prega”, nel quale era riuscito a riportare tutte le preghiere che erano in uso e così vive nel cuore dei rendesi; preghiere che fino ad allora erano in pochi a possedere in manoscritti pieni zeppi di errori.
Fig. 21 - Libro "Rende che prega"
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Egli scrive nella prefazione del libro: “Rende che prega è il necessario e desiderato libro di pietà del mio diletto popolo che ha trovato finalmente nelle sue preghiere anche quella uniformità e quella esattezza volute dalla sacra liturgia”. Il libro fu edito nel settembre del 1929, in occasione del 25° anniversario della prima Messa celebrata da don Ciccio De Paola esattamente nel 1904. Il Parroco o “Paracuni”, come veniva affettuosamente chiamato dai suoi fedeli, anche per distinguerlo dal “Parachicchiu”, nome dato al suo omonimo Don Francesco De Paola, era anche un uomo di intrapresa. Voleva essere sempre di aiuto per chiunque ne avesse avuto di bisogno e non era raro il caso che fornisse anche di aiuti monetari le persone che si trovavano in grave difficoltà. Fu così che pensò di formare una banca, la Cassa Rurale Cattolica, attraverso la quale poter avere i mezzi necessari per intervenire prontamente verso i bisognosi. I conti, però, non vanno d’accordo con il buon cuore e, quindi, presto la banca dovette chiudere per mancanza di liquidità. I prestiti concessi anche alle persone che non avevano i requisiti necessari e che poi non furono restituiti, finirono per creare un buco che portò la cassa rurale all’inevitabile fallimento. Don Ciccio era fatto così, non sapeva dire no a nessuno, non sapeva negare il suo aiuto a chi ne aveva davvero bisogno. Anche per questi motivi, oltre che per quella forza con la quale difendeva i suoi principi morali e religiosi, riuscì ad entrare nel cuore di tanti rendesi che ancora oggi lo ricordano con amore e stima.
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Fig. 22 - Don Giuseppe De Paola, Don Ciccio De Paola e alcuni parrocchiani
Don Francesco De Paola fu Giacinto, Parroco della stessa Parrocchia del centro abitato di Rende, e don Giuseppe De Paola, suo fratello, Canonico, arricchivano con il loro alto servizio spirituale la fede dei rendesi. A questi si ag giungeva anche il prezioso contributo di don Francesco Romano, che veniva esplicato soprattutto nella chiesa di Costantinopoli ed in quella di Surdo.
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sco De Paola
Prende corpo a Rende, verso la fine del 1943, la Camera del Lavoro. Non ancora nate le corporazioni del Sindacato come oggi le conosciamo, la CGIL, la UIL, la CISL e altre ancora, e scomparsi i sindacati fascisti, a quel tempo era proprio la Camera del Lavoro a dirimere eventuali contrasti nei rapporti tra lavoratori ed imprese o
ditte
in
genere
Fig. 24 - Tessera Confederazione Generale del Lavoro del 1944
Gli operai si rivolgevano a questo nuovo organismo, che da lĂŹ a poco avrebbe acquisito un peso enorme nella concertazione del lavoro e della difesa dei lavoratori, fiduciosi di avere finalmente al proprio fianco un aiuto valido e sicuro. A Cosenza, in questo
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momento, ha la sua sede la Confederazione Generale del Lavoro della provincia ed i suoi membri più importanti sono il Segretario U. Montalto ed il Commissario N. Woditzka. A Rende la sezione si trova allocata in un vano a pianterreno sulla via Cristoforo Pittor Santanna, al n. 12, quasi affacciata su piazza degli Eroi. In questa stessa sede, trovò il suo posto anche la prima sezione del Partito Comunista Italiano di Rende, nata verso la fine del 1943, per iniziativa di Michele Aversa, di Orlando Lo Celso, di alcuni intellettuali, come Lunetto Vercillo, e di vari operai ed artigiani.
Fig. 25 - Tessera del Partito Comunista Italiano del 1944
L’Unione Monarchica Italiana è già attiva in questi anni ed annovera tra i suoi simpatizzanti un discreto numero di cittadini rendesi.
. Fig. 26- Tessera dell'Unione Monarchica Italiana del 1946
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Fig. 27 - Apertura Sezione U. M. I.
Fig. 28 - Costituzione Sezione C.N.D.L.
La sua sede a Rende fu aperta nel novembre del 1945 dall’intellettuale Paolino Giraldi, che venne presto nominato Presidente, e si trovava situata sulla stessa via della Camera del Lavoro e del Partito Comunista, poco più distante da Piazza degli Eroi, esattamente tra l’attuale Bar e la rivendita di tabacchi. Ancora prima, però, fu costituita a Rende un’altra associazione monarchica, che prendeva il nome di Concentrazione Nazionale Democratico Liberale, e che solo in seguito si sciolse per dare vita, insieme ad altre associazioni di fede monarchica, all’Unione Monarchica Italiana. Anch’essa fu fondata nell’agosto del 1945 dall’Ins. Paolino Giraldi, che venne nominato Presidente. La Democrazia Cristiana nasce a Rende fin dagli inizi del 1944, grazie al contributo fattivo di diversi professionisti, cattolici praticanti e con l’apporto prezioso di alcuni prelati locali. Essi fanno tutti riferimento al segretario provinciale don Luigi Nicoletti. La sua sede si trova su Corso Vittorio Emanuele III, al piano terra dell’attuale casa Sicilia.
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Fig. 29 - Tessera della Democrazia Cristiana del 1948
Anche il Partito d’Azione vive un momento importante e riesce ad inglobare tra le sue fila numerosi cittadini di ogni ceto sociale, arrivando a contare tra i suoi iscritti un numero impressionante di persone. I suoi associati saranno, infatti, oltre cinquecento persone.
Fig. 30 - Tessera del Partito d'Azione del 1944
La sua sede si trova situata all’interno di Palazzo Boscarelli, oggi Basile, al primo piano, e s’affaccia su Piazza degli Eroi e su Corso
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Vittorio Emanuele III. La sua attività, però, avrà una vita molto breve. La sezione, nata nel novembre del 1943, verrà chiusa nel febbraio del 1946.
Fig. 31- Tessera del Partito Socialista Italiano del 1944
Intorno alla fine del 1944, dopo la spaccatura avvenuta nel Partito d’Azione, nasce pure il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, per l’impegno messo in campo da un manipolo di intellettuali, tra i quali il Dott. Francesco Principe, e da diversi artigiani e lavoratori, in tutto appena una trentina. All’inizio la sua sede troverà posto, come per il Partito Comunista, all’interno della Camera del lavoro di Rende, su via Cristoforo Pittor Santanna, mentre in seguito sarà situata proprio su Piazza degli Eroi. Nel novembre del 1945 anche l’Uomo Qualunque avrà una sua sede a Rende. Grazie all’impegno di alcuni giovani intellettuali, come Giovanni Umile Ciancio, verrà aperta una sezione nello stesso locale dove era ubicata prima la sede del Partito Monarchico, esattamente su via Cristoforo Pittor Santanna, ma la sua attività durerà solo per pochissimo tempo.
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Fig. 32 - Tessera dell'Uomo Qualunque del 1946
Lo stesso farà il Movimento Sociale Italiano, che aprirà una sua sezione dapprima su Corso Mazzini, nell’anno 1949, ed in seguito al n. 10 di via Cristoforo Pittor Santanna, ma questo avverrà solo nel 1951.
Fig. 33 - Tessera del Movimento Sociale Italiano del 1951
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Il Partito Repubblicano Italiano, invece, non aveva una sede vera e propria a Rende. Funzionava da sezione, però, la farmacia del Dott. Guido Bruzzano, convinto repubblicano e antifascista. Qui venivano distribuite le tessere ai pochi iscritti del partito e sempre qui venivano comunicati gli incontri e le disposizioni inviate dal partito provinciale. La “sezione” cominciò la sua attività a partire dalla fine del 1947.
Fig. 34 - Tessera del Partito Repubblicano Italiano del 1948
Ormai sulla scena rendese sono presenti e perfettamente attivi vari partiti che rappresentano in modo completo le ideologie, i desideri e le aspettative dell’intera popolazione di Rende. Nel contempo sembra riprendere pian piano anche un minimo di alfabetizzazione e di crescita culturale, grazie all’appassionata e tenace voglia di alcuni bravissimi maestri elementari. Come non ricordare gli insegnanti elementari che nell’anno scolastico 1945-1946 si dedicarono a formare i piccoli alunni con amore e tenacia superando le grandi difficoltà presenti. Queste eccezionali persone si misurarono in una sfida difficile e dura da vincere, potendo contare dalla loro solo su un bagaglio culturale pieno, consapevole e completo, e sulla voglia di essere d’aiuto al cambiamento e al miglioramento della loro cittadina. Michele Cozza e sua moglie Lucia Marroccia, fedeli interpreti di un insegnamento rigoroso e completo. Sotto la loro guida si formarono diverse generazioni di rendesi, che riuscirono in seguito a conseguire il diploma o la laurea
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e ad occupare posti di preminenza nei vari comparti della politica, dell’economia e dell’industria. Dora Sicilia Pisani, piena di bontà e di comprensione per tutti, era quasi una mamma per i suoi giovani allievi. Giovanni Ernesto De Paola, sempre attento alle aspettative ed alle ansie dei suoi piccoli alunni. Margherita Aquino Giraldi, gentile e preparata ma altrettanto rigorosa. Socrate Ramundi, cortese e sempre disponibile. Filomena Vercillo Principe, la maestra per eccellenza, una guida sicura e di qualità per i suoi giovani studenti. Giulio Chiappetta, gentile, affabile, attento ai piccoli problemi quotidiani dei suoi alunni, ai quali cercava di fornire sempre una risposta esauriente alle loro domande. Vincenza Sciamarelli Pietrantonio, rigida, rigorosa, dal carattere difficile, ma pronta a fornire di continuo ai suoi alunni tutto il suo operato e la sua cultura. A questi insigni maestri, si aggiunsero negli anni a seguire altre importanti figure dotate di personalità innovatrice e aperte alla cultura moderna ed ai nuovi strumenti che la stessa
Fig. 35 - Ernesto De Paola alla guida della sua auto
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Fig. 36 Vincenzo Perugini
Fig. 37 Lucia Marroccia
Fig. 38 Michele Cozza
Fig. 39 Lunetto Vercillo
Fig. 40 Dora Sicilia Pisani
Fig. 41 Armando Nicoletti
Fig. 42 Emilio Rovella
Fig. 43 Esterina De Paola
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Fig. 44 Giulio Chiappetta
poteva offrire. Le quattro sorelle De Paola, Maria, Francesca, Esterina e Onorina, tutte colte, cordiali e disponibili, sempre aperte all’istruzione, che per loro si doveva realizzare attraverso uno studio approfondito ma accompagnato da un dialogo aperto e costante sia con gli alunni che con le loro famiglie. Armando Nicoletti, genio poliedrico della cultura, proponeva il suo insegnamento attraverso proposte di nuove idee e affascinanti realizzazioni artistiche. Vincenzo Perugini, innovatore e artista musicale di grandissimo pregio, seppe coniugare l’insegnamento con l’amore per le discipline artistiche. Fu una guida apprezzata per tante generazioni di piccoli studenti che individuarono in lui un esempio da seguire, un maestro da ascoltare non solo durante gli studi ma anche nella vita. Emilio Rovella, uomo dal carattere mite ma deciso, amava e rispettava molto la natura e, attraverso le sue lezioni, riusciva a instillare questo nobile sentimento anche ai suoi piccoli scolari. Lunetto Vercillo, conoscitore profondo della storia locale, era solito approfondire ogni suo studio con minuziose ricerche, che nel tempo lo avrebbero portato a pubblicare diversi ed interessanti saggi. Nel suo lavoro si metteva sempre in gioco, non contentandosi mai di continuare ad apprendere di tutto, per poterlo poi riversare attraverso l’insegnamento ai suoi giovani studenti. E poi ancora Gaspare Volpentesta, Luigi Principato, Elvira Principe e tanti altri ancora. Tutti, comunque, indispensabili alla buona formazione di una classe di piccoli alunni, che andranno ad occupare in futuro anche i posti di guida nelle alte sfere della società civile, sia nella città di Rende che nella provincia di Cosenza. E così pure si combatte un’altra importante battaglia: quella della salute. Tre medici, tre uomini illustri, tre nomi che rimangono scritti indelebili nella storia di Rende e nella memoria dei rendesi. Ernesto Principe, Ufficiale Sanitario, cordiale e disponibile ad ogni ora, sulla sua bocca c’è sempre un sorriso ed una parola buona per tutti;
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Fig. 45 - Il Farmacista Gaetano Pisani ed il Dott. Ernesto Principe
Oreste Morcavallo, medico molto preparato, buono e riservato, a volte si trova ad intervenire, nei casi di vero bisogno, oltre che con la sua professione anche fornendo un aiuto economico di tasca propria; Aristide Martino, anche lui ottimo medico, si dedica alla professione in modo completo e con vero spirito di abnegazione. Tre uomini, tre seri professionisti, che fanno della loro opera una vera missione. A dorso di un mulo si recano nei punti più lontani del territorio per accorrere in aiuto di un malato o di una partoriente. Ernesto Principe in seguito compra da suo cugino Principe Francesco, detto Ciccillu, un cavallo arabo, “Morello” lo chiamava, e sulla sua groppa percorre centinaia di chilometri. Poi la situazione migliorò ed il cavallo venne attaccato alle stanghe di un biroccio, piccolo calessino a due ruote, che veniva guidato dal bravo Angelo Vercillo, e grazie a questo mezzo i viaggi diventarono un poco più confortevoli. Solo più tardi il Dottor Ernesto Principe acquistò una macchina, una Fiat 1100, con la quale poteva
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muoversi in modo veloce e comodo ma, purtroppo, la morte lo colse dopo pochissimo tempo. Il Dottor Oreste Morcavallo fece più o meno la stessa cosa; prima sul dorso di un asino, poi servendosi di un sidecar ed infine con una piccola automobile viaggiò per l’intero territorio di Rende. Il Dottore Aristide Martino, dopo aver fatto l’uguale esperienza dei suoi colleghi sul dorso di un mulo, acquistò una macchina, probabilmente una Isotta Fraschini o una Fiat 501, che lo portava presto dai suoi pazienti. Tutti e tre svolsero in quegli anni un lavoro impagabile, riuscendo a fornire la loro insostituibile opera in ogni ora del giorno e della notte e, pur se tra mille difficoltà, in ogni contrada di Rende. Spesso, per la povertà che affliggeva la popolazione, il compenso che ricevevano si riduceva a prodotti della terra o a qualche uovo o, nel migliore dei casi, ad una gallina, accompagnato dal grazie sincero che veniva dal cuore dell’ammalato o di qualche suo parente. Il loro intervento, il loro accorrere al capezzale di chi aveva bisogno era, però, sempre lo stesso, pronto e deciso, e servì nel tempo a salvare molte vite umane e a scongiurare infezioni e malattie dalle quali era poi difficile guarire. La situazione generale è ormai precipitata ma nel paese i partiti si stanno organizzando e riescono a trovare anche un minimo di dialogo per cercare di superare le difficoltà del presente. Il disaccordo verte sul nome di colui che dovrà guidare da ora in avanti l’amministrazione comunale, fino al momento delle prime elezioni elettorali. E’ uno scontro tra l’ala moderata del centro e quella estrema della sinistra che non porta a nessuna unità d’intenti. Il superamento dell’impasse avviene alla fine grazie alla proposta del Partito d’Azione, che candida come Sindaco il già dimissionario Antonio Rivalta. La soluzione, però, non soddisfa pienamente tutti i rappresentanti dei vari partiti. In particolare sono quelli appartenenti alla sinistra che, pur apprezzando il tentativo, non danno il loro sostegno alla nuova gestione. Si assiste, così, alla nascita di un organismo monco, che non potrà avvalersi di una giunta che vada a formare in modo completo il nuovo esecutivo, e
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al ritorno della figura del Sindaco, almeno per quel che riguarda il suo nome. Questo organismo, infatti, fu introdotto in tutti i comuni a cominciare dal 1896 con il sistema elettivo. Poi nel 1926 venne abolito dal fascismo e l’amministrazione fu affidata ad un unico funzionario, chiamato Podestà, di nomina governativa. Occorrerà aspettare il Decreto Legislativo n°1 del 7 gennaio 1946 per ritornare al sistema elettivo e avere di nuovo la figura del Sindaco, con tutti i suoi poteri, che verrà assistito e collaborato da una giunta comunale. Nel frattempo ci si dovrà accontentare di questo organismo strano che assomiglia molto, e di fatto nelle sue funzioni lo è, al Commissario Prefettizio. In questo caso, però, la sua figura diventa più importante, in quanto preparerà il terreno per lo svolgimento delle prime elezioni comunali libere del dopoguerra. Il 19 agosto del 1944, dopo appena una settimana dalle dimissioni del Farmacista Guido Bruzzano, l’appaltatore di origini romagnole Antonio Rivalta torna a sedersi per la seconda volta al posto di guida del Comune di Rende. La sua volontà questa volta è più forte e determinata, anche perché può contare sull’aiuto di vari partiti che lo sostengono e su una situazione economica che sembra far intravvedere uno spiraglio di luce all’orizzonte. Il primo atto, che avviene nello stesso giorno del suo insediamento, è una nuova previsione nel bilancio per provvedere al pagamento delle spese di sorveglianza e conferimento cereali al granaio del popolo. Per far questo aumenta di eguale somma l’imposta prevista sul bestiame e liquida il compenso dovuto agli operai chiamati dall’amministrazione precedente a prestare la loro opera per lo scarico dei cereali dai carretti al granaio del popolo. Sembra quasi un voler chiudere con il passato, un messaggio chiaro inviato ai cittadini rendesi nel quale si dice: da oggi si cambia, non ci saranno più le “guardie rosse”. Nella prossima seduta consiliare del 26.8.1944, si nota il pensiero di un amministratore che non vuole fermarsi ad affrontare solamente i problemi presenti ma che cerca di guardare anche avanti per porre le condizioni necessarie ad assicurare una vita migliore ai suoi
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amministrati. Rivalta fa sua l’istanza presentata da numerosi padri di famiglia, che chiedono di sollecitare presso le autorità competenti l’istituzione a Rende delle prime tre classi della scuola media inferiore, e delibera di far voti alla competente autorità affinchè a decorrere dall’anno scolastico 1944-45 ci sia “… l’istituzione in questo centro abitato - si legge nella Delib. n°62 delle prime tre classi della scuola media inferiore, obbligandosi il Comune a sostenere le spese necessarie per la fornitura degli arredi scolastici e dei locali”. Una proposta non da poco, se solo si pensa ai disagi e alle difficoltà che dovevano sopportare giornalmente gli studenti per raggiungere la scuola a Cosenza. La mattina i ragazzi erano costretti a svegliarsi molto presto e, dopo una frugale colazione, si avviavano quasi sempre a piedi, anche quando il tempo era inclemente, lungo la via Cave, che era tortuosa e sterrata, fino ad arrivare alla stazione ferroviaria di Rende scalo, da dove un vecchio trenino o la littorina li avrebbe portati finalmente nella città. Lo stesso avveniva per il ritorno. Solo un passaggio ottenuto a bordo di un carrozzino o sul dorso di un asino poteva alleviare almeno in parte questa fatica, ma era cosa che succedeva assai di rado. Rivalta, comunque, deve anche affrontare il presente, che non è certo roseo. Allora decide di aumentare il canone del super consumo dell’acqua portandolo da £. 0.50 a £. 2.00 al metro cubo. Subito dopo pensa alla manutenzione dell’acquedotto e alla riparazione dell’edificio scolastico e, quindi, nomina capo guardia il Signor Florindo Principe. Nello stesso tempo costituisce a Rende l’Ufficio Comunale di Statistica e dà il via al Censimento straordinario per il Risorgimento Nazionale, ripartendo il Comune in frazioni e sezioni. Da questo censimento si possono estrapolare, nelle prime cinque sezioni, le vie del centro storico e le contrade vicine con i loro nomi di allora: Sezione 1
Sezione 2
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- Via Domenico Vanni - Via Ritiro - Via Roma - Rione Casaletto - Via Costantinopoli - Via Raffaele De Bartolo - Via Ghibellini - Via Bella Arintha - Via Neve
- Via Camerelle - Via Giuseppe Vercillo - Piazza S. Maria Maggiore - Corso Vittorio Emanuele III - Via Posterola - Rione Sottocase - Piazza Municipio - Via S. Antonio Abate - Via Cristofaro Pittor Santanna
Sezione 3
Sezione 4
- Via Vergiglio - Via Puzzilli - Via Porta di Marano - Via Timpa - Via Francesco Belmonte - Via Giudeca
- Contrada Chiata - S. Nicola - Cozzo Runca - Mutilli - Sorbato - Vassallisi - Pirelli - Petroni
Sezione 5 - Contrada Creti - Linza - Ortile - S. Maria - Pila - Vallone - S. Pietro - Villana La gestione amministrativa di Rende continua districandosi tra le piccole risorse a disposizione e le tante richieste che provengono
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dalla popolazione. Si pensa così alla concessione di miglioramenti al personale dipendente e si affrontano le spese per il buon funzionamento dei servizi pubblici. Il 16 dicembre viene nominata la Commissione di prima istanza per i tributi locali per il biennio 1945-1946. Ne fanno parte i signori Caira Gaspare, Passarelli Sinibaldo, De Luca Salvatore, Principe Oreste, Chiappetta Raffaele e Muto Pietro. Quindi, si provvede alla compilazione dei ruoli del Fuocatico (Imposta di famiglia, n.d.A.) e della tassa sul Bestiame, che rappresentano una voce importante per le entrate del bilancio comunale. La macchina del Comune per meglio funzionare abbisogna di dotarsi di nuovi meccanismi. Ecco, quindi, che si provvede all’approvazione del regolamento per un servizio di economato, con il quale provvedere in tempi più celeri alle piccole spese. Il 16 dicembre del 1944, però, è l’orologio della cultura a scandire un altro momento impor tante per la comunità rendese. L’amministrazione comunale, dopo averne fatto richiesta al Provveditore agli Studi, ottiene l’istituzione delle scuole ginnasiali a Rende. Una tappa significativa sul cammino dell’educazione culturale dei giovani rendesi, che possono guardare al loro futuro con un po’ di ottimismo in più. Il 10 febbraio del 1945, quando ormai le scuole ginnasiali sono già in funzione, si assiste ad un altro sforzo, questa volta congiunto, dell’amministrazione comunale e delle famiglie che hanno figli che frequentano la scuola. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha concesso l’istituzione delle cinque classi ginnasiali a condizione, però, che il Comune sopporti le maggiori spese per il loro funzionamento. Il Comune da solo non può farcela, ma ecco che Rivalta convoca i genitori dei ragazzi che hanno cominciato a frequentare la scuola e, insieme a loro, trova la soluzione. L’amministrazione comunale farà un grande sforzo concedendo per l’anno 1945 un contributo pari a £. 50.000, ed i padri di famiglia spontaneamente si impegnano a corrispondere per ciascun figlio frequentante le scuole un contributo pari a £. 2.000 annue. La
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scuola è salva e può continuare ad operare, almeno fino al mese di maggio del 1945, quando Rivalta dovrà intervenire ancora una volta per salvarla. “Ritenuto – si legge nella delibera n°36 del 26-5-1945 – che nel mese di dicembre n.1, a seguito di autorizzazione concessa dal Ministero dell’Istruzione Pubblica, venne istituita in questo Comune una sezione staccata delle cinque classi di scuola ginnasiale, scuola che funziona egregiamente con grande soddisfazione, vantaggio ed utilità dei 60 e più alunni interessati e delle rispettive famiglie…”. E dopo aver spiegato i termini con cui si è arrivati all’istituzione ed all’avvio della scuola, precisa che a seguito dei miglioramenti economici disposti a favore del personale impiegatizio dal nuovo D.L.L. “…la spesa relativa agli stipendi degli insegnanti raggiunge una cifra tale che nonostante ogni buona volontà, non può essere assolutamente sostenuta né dalle famiglie interessate (che pagano già £. 2.000 per ogni figlio) né dal Comune (che ha già versato un contributo di £. 50.000)”. Ecco, quindi, l’idea: trovare una nuova fonte dalla quale attingere i soldi necessari. Antonio Rivalta decide di applicare una percentuale del 10% sui prezzi di vendita di generi razionati, contingentati e di maggiore consumo da devolvere a favore della scuola ginnasiale di Rende e, nel caso superi qualcosa, da destinare all’acquisto di lampadine per il ripristino della pubblica illuminazione. Un piccolo sacrificio da accollare sulle spalle di tutti i cittadini e spalmato su vari prodotti che sortirà l’effetto voluto, quello di mantenere attiva a Rende la scuola ginnasiale. Nel frattempo Rivalta continua nella sua opera di riorganizzazione della macchina amministrativa e provvede alla costituzione di un comitato comunale per la concessione di sussidi straordinari ed indennità a favore dei congiunti dei militari alle armi. Oltre a lui, che assumerà la carica di Presidente, ne faranno parte quali componenti, Liquarano Stanislao, Maresciallo Maggiore dei Carabinieri, l’Ins. Chiappetta Giulio, rappresentante dell’Associazionismo Combattente, Sicilia Giovanni, rappresentante
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dell’Associazione Mutilati, il Rag. De Luca Salvatore, rappresentante locale del CLN, Comitato di Liberazione Nazionale, Lo Celso Orlando, rappresentante locale del Sindacato Lavoratori. Quindi, il 24 febbraio del 1945, si dà il via al lavoro per la compilazione delle liste elettorali e si accetta la cauzione offerta a garanzia del Contratto Esattoriale per il decennio 1943-1952, che verrà fissata in £. 80.000. Nel periodo seguente si comincia il lavoro per l’accertamento del bestiame agli effetti dell’imposta per l’anno in corso e si stabiliscono tutta una serie di nuove tariffe sulle bevande, gas, luce ed energia elettrica, sui cani, sulla patente, sulle vetture pubbliche e private. Non ci si dimentica, però, dell’Asilo Infantile, a cui viene concesso un contributo pari a £. 6.000. Si liquidano le spese relative alla compilazione e distribuzione delle carte annonarie, ammontanti a ben 10.586, che servono al prelevamento di pane, generi da minestra, olio, zucchero, sapone, e si approva l’elenco dei poveri per l’anno 1945, che in questo periodo comprende ben 208 famiglie per un totale di 856 persone aventi diritto all’assistenza medica ed ostetrica gratuita ed anche ai medicinali loro occorrenti. Quindi, il Sindaco Antonio Rivalta decide di concedere un grosso contributo per l’anno 1946 alla Banda Musicale di Rende. L’associazione musicale, infatti, si sta riorganizzando e le spese cui dovrà far fronte, anche per l’acquisto di nuovi strumenti, sono davvero tante e non sostenibili, per cui il Sindaco concede uno stanziamento di ben 50.000 lire, con il quale si potrà continuare quella tradizione artistico-musicale che è stata il vanto dei rendesi per tanti anni.
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Fig. 46 - Il Maestro Vittorio Capizzano e la Banda Musicale di Rende
Intanto la lotta politica si fa più dura, ma le tensioni non riescono a bloccare l’azione dell’Amministrazione Comunale, che, grazie alla decisa volontà di Antonio Rivalta, cerca di continuare l’opera di risanamento nei vari campi di sua competenza. Anche le opere pubbliche, per questo, non vengono trascurate. Nel mese di ottobre si assegna l’incarico all’Ing. Romolo Gallo di Cosenza per la progettazione dei lavori di riparazione di alcune strade e si concede il premio di liberazione al personale dipendente. Vengono poi nominati i nuovi componenti della commissione d’istanza per i tributi locali per il biennio 1945-1946. Di questa Commissione ne fanno parte i signori: Perugini Giovanni, Principe Oreste, Spizzirri Mario, De Luca Pasquale, Principe Edoardo, De Paola Ernesto, Garofalo Pietro. Il 16 febbraio del 1946 si contratta un’anticipazione di £. 300.000 con la Cassa di Risparmio di Calabria, per avere delle risorse sufficienti a disposizione nell’immediato. Un mese dopo avviene
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l’approvazione del progetto dei lavori a sollievo della disoccupazione, tramite il quale si provvederà alla riparazione della strada comunale d’accesso alla Stazione, alla sistemazione della via comunale Rende - contrada Pietà - Nogiano - S. Ianni, alla riparazione e sistemazione della via comunale Rende - Arcavacata e delle vie interne all’abitato.
Fig. 47 - Cantiere di lavoro a sollievo della disoccupazione
Con questo provvedimento tante famiglie troveranno un po’ di beneficio ed avranno la possibilità di guadagnare quel tanto che permetterà loro di superare le difficoltà del momento. E si arriva al provvedimento della compilazione e distribuzione dei certificati elettorali, con la relativa liquidazione di spesa, che in pratica accompagnerà la gestione amministrativa di Antonio Rivalta verso le prime consultazioni libere del dopoguerra e, da qui, per consegnarla nelle mani del primo Sindaco di Rende eletto dopo il periodo fascista.
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Inizia la consegna dei certificati elettorali che avviene in modo capillare su tutto il territorio di Rende e per la prima volta raggiunge anche le donne, che in questa occasione avranno la possibilità di esprimere il loro voto. Nessuna di loro, però, si candida al posto di consigliere comunale. In entrambe le liste, che si sfideranno per la conquista della guida del Comune, si fronteggeranno solo uomini. Vediamo, dunque, i dati precisi riguardanti i certificati e gli elettori aventi diritto al voto nell’elezione comunale del 10 marzo del 1946. Maschi Elettori nel Comune Elettori fuori Comune Certificati ritirati personalmente dagli elettori Totale Cert. inviati in altri Comuni Cert. non inviati in altri Comuni e non ritirati personalmente dagli elettori: a) per irreperibilità b) per altre cause Totale Numero elettori complessivamente iscritti nelle liste all’atto della votazione Numero dei duplicati di certificati elettorali rilasciati
Femmine
Totale
2476 48 3 2527 15
2702 49 9 2760 13
5178 97 12 5287 28
34 82 2658
21 21 2815
55 103 5473
2658
2815
5473
75
40
115
Nel verbale stilato alle ore 21 del 10 Marzo del 1946, il Sindaco, Sig. Antonio Rivalta, assistito dal Segretario Comunale, Sig. Vena Cav. Silvestro, dichiara chiuse ed ultimate le operazioni di distribuzione dei certificati elettorali dando atto che quelli non potuti consegnare e non ritirati direttamente dagli elettori sono in numero di 186. E così inizia lo scontro per la conquista dello scranno più importante del Comune, che avverrà tra due schieramenti, sinistra da una parte e centrodestra dall’altra, e tra due qualificati professionisti: il Dottor Francesco Principe ed il Dottor Gaspare
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Rovella. Facciamo qualche passo indietro per cercare di conoscerli al meglio. Francesco Principe nasce a Rende , in Corso Vittorio Emanuele III, il 24 maggio del 1918. Il padre Domenico, che faceva il commerciante di fichi e di cavalli, aveva rivestito la carica di Sindaco di Rende nel 1903, quale espressione della società operaia rendese; la madre Carmela Ruffolo, casalinga, ebbe ben tredici figli due dei quali morirono dopo pochi giorni, gli altri erano quattro maschi, Luigi, Elios, Arturo e Francesco, e sette femmine, Elena, Pierina, Maria, Silvia, Quintina, Sestina ed Elvira. Le condizioni di povertà della sua famiglia spinsero Francesco Principe a scegliere la via dello studio, “per studiare bene e presto”, diceva, per riuscire a trovare uno sbocco giusto nella vita. Nel 1934 si iscrive all’Istituto Magistrale e dopo soli due anni, anche grazie ad una media di ottimi voti, decide di dare gli esami di abilitazione, che supera brillantemente. Nel 1936 gli sorge il problema se fare o non fare il maestro elementare. C’era in lui una certa resistenza, una riottosità a seguire la via dell’insegnamento. Comunque si trattava di fare una scelta importante, dalla quale poteva dipendere tutto il suo avvenire e, quindi, non bisognava affrettarsi né tralasciare nessuna via prima di aver avuto le idee ben chiare per poter decidere. Ed è per meglio capire quali erano le sue attitudini che tentò un esperimento. Nel 1937 entrò come istitutore nel Convitto di S. Demetrio Corone. Fu questo il suo primo impatto con studenti del liceo e la loro vicinanza finì per stimolarlo al punto tale da fargli venire la voglia di imparare il greco, dapprima per diletto, poi approfondendolo sempre di più, e visto che nel farlo non incontrava nessuna difficoltà, tanto da riuscire ad apprenderlo molto bene, cominciò a farsi strada nella sua mente l’idea di dare gli esami di maturità classica. E così, se da un lato l’esperimento provato verso l’insegnamento lo convinse che non sarebbe stata quella la sua vocazione, dall’altro gli servì per trovare altre strade da seguire. Dopo essersi preparato alcuni elementi di matematica sotto la guida del Professor D’Asta, si gettò a capofitto nello studio delle
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altre materie e nel 1938 diede gli esami di maturità classica superandoli con ottimi risultati. L’anno successivo si iscrive alla Facoltà di Ag raria a Pisa. Probabilmente in questo subì una certa influenza da parte di uno zio, fratello della madre, il quale era un agricoltore molto appassionato del suo mestiere, al punto che gli parlava sempre di agraria, di agronomia, di tutti i problemi e le soddisfazioni che si hanno quando si ha a che fare con la terra. Sebbene il giovane Francesco Principe fosse più orientato Fig. 48 – Dott. Francesco verso gli studi classici, che lo avrebbero portato ad iscriversi a Lettere o al massimo a Legge, finì, invece, col subire il b e n e v o l e Fig. 49 Tessera G. U. F. condizionamento dello zio e si iscrisse ad Agraria. La sua preparazione e la sua provenienza si scontrarono con i nuovi studi di rigore biologico che gli procurarono non poche difficoltà. Superato il primo impatto, però, si rimise subito in carreggiata ridiventando l’ottimo studente che era sempre stato. In un contesto come quello dell’Italia di allora, dove la povertà e la confusione regnavano ovunque e potevano portare a vivere solo alla giornata, lui riesce, invece, a conservare intatte tutte le sue aspirazioni. Sa che per farsi largo nella vita ha bisogno di laurearsi, ha bisogno di avere quel pezzo di carta e, quindi, non avverte nemmeno, o almeno le mette in conto, le tante difficoltà che pur trova nel suo cammino. Esame dopo
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esame, voto dopo voto, si prepara a laurearsi con un giudizio finale lusinghiero. Ma dopo aver superato tutti gli esami del terzo anno ed aver già ricevuto la tesi, succede l’irreparabile; il 10 giugno del 1940 l’Italia entra in guerra. Francesco Principe in questo momento fa parte del G.U.F. Gioventù Universitaria Fascista (La cui attività si esplica nella partecipazione ai Littoriali della cultura, dell’arte e dello sport e nella frequenza ai corsi di preparazione politica, n.d.A.) e il suo ardore giovanile e la voglia di partecipare in prima persona ad un così importante e storico avvenimento lo spingono a sposare in pieno la causa e le ragioni del partito nazionale fascista, che identifica con le ragioni della sua nazione che vuole ad ogni costo difendere, e che lo portano a decidere di partire per il fronte come volontario. Il suo impegno e la sua volontà si erano manifestati già da ragazzo. A soli 14 anni, infatti, aveva fatto domanda di adesione alla Gioventù Italiana del Littorio del P.N.F., esattamente il 20 settembre del 1932, domanda che era stata regolarmente accettata. Così viene arruolato da soldato semplice e mandato a Piacenza, dove frequenta un corso per diventare sergente. In seguito si iscrive al corso allievi ufficiali a Nocera Inferiore e subito dopo viene nominato Sottotenente e come prima nomina gli viene assegnata la sede di Albenga. L’impatto con la vita militare è, però, per Principe un’esperienza a livello di shock nevrotico di notevole intensità. Tutto è carente, le giornate sono fatte di rinunzie e sacrifici che sembrano essere al di sopra di ogni sopportazione umana. Si è costretti a fare le esercitazioni con climi rigidi e nell’umidità della valle del Po, calzando scarpe sforacchiate che lasciano i piedi a diretto contatto con la pioggia ed il ghiaccio. La notte si dorme nella caserma Farnese di Piacenza, dove le infiltrazioni di acqua sono talmente tante da costringere i militari a dormire completamente vestiti, togliendosi solo le fasce e la panciera, con la quale si riparano la testa. Dopo questa brutta esperienza Francesco Principe, da ufficiale, viene mandato al 29° Reggimento di Artiglieria Ippotrainata di Albenga, poi al 51° di Caserta e successivamente a Roma. Da Roma, dove frequentò un
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corso di avvistamento aereo, Principe andò in Francia, esattamente a Juan Les Pins, una località della cote d’Antibes. Una zona meravigliosa dove, però, da parte dell’opinione pubblica francese Principe avvertiva un forte odio verso gli italiani, che consideravano corresponsabili dell’occupazione della loro nazione. Qui lo colse l’8 settembre e da qui iniziò la sua lunga marcia di rientro fino alla Calabria. Ritornato a casa all’inizio del 1944 e dovendo riprendere gli studi Principe ha bisogno di recarsi in Toscana dove, però, c’è la cosiddetta linea gotica, un sistema difensivo messo in piedi dai tedeschi, che si dipana dal Tirreno all’Adriatico attraverso l’Appennino tosco-emiliano, con lo scopo di sbarrare agli Alleati la via di accesso alla valle del Po e alle regioni dell’Italia settentrionale. Qui si combatte fino allo spasimo ed è impossibile per chiunque tentare di passare. Allora per potersi laureare Francesco Principe è costretto a fare domanda presso l’Università di Bari, dove, in base ad una legge di allora, bastava dichiarare sotto la propria responsabilità tutti gli esami che si erano sostenuti fino a quel momento per avere poi la possibilità di concludere il cammino universitario. Così, dapprima sostiene le prove in alcune materie, una principale ed una secondaria, e, preceduta da una tesina che verteva sul vino Savuto, qualità organolettiche, bouquet, ecc., riesce a presentare la sua tesi di laurea: “Il futuro dell’agricoltura meridionale e l’irrigazione: perché, cosa, in quali termini e con quali sistemi”, che discute con il Professor Pantanella. Un percorso, per arrivare al termine degli studi, che fu faticoso ed anche un po’ tortuoso e che gli costò qualcosa anche sul risultato finale. Il 23 novembre del 1944 si laureò con l’ottimo punteggio di 105, ma lontano da quel 110 e lode che a Pisa quasi sicuramente avrebbe centrato. In ogni caso è una soddisfazione molto grande per l’obiettivo raggiunto ed il giovane Francesco Principe ormai non più animato dall’avventura del
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o Principe, a militare
fascismo, nella quale avevano creduto tanti giovani come lui, ora si sente più nazionalista e cerca un ideale politico diverso nel quale trovare tutto quello in cui crede. Incontra sulla sua strada l’avvocato Achille Morcavallo, che lo convince ad entrare nel Partito d’Azione. E qui Principe si fa le ossa. Vive un suo pur piccolo ma appassionante momento di vita politica in prima persona e conosce i meccanismi dei partiti, le loro attività, i suoi uomini più attivi, le ideologie che professano, sia quelle alla luce del sole che le altre, tenute un po’ più di nascosto. Nel Partito d’Azione, infatti, c’è, proprio al suo interno, una cellula importante della Massoneria. Tanti membri si ritrovano ad avere nelle tasche sia la tessera del partito, che vuol essere liberalsocialista, sia quella dell’associazione segreta dei “liberi muratori”, che dichiara fini essenzialmente di filantropia o esoteriche e spiritualistiche. Le logge alle quali fanno riferimento sono addirittura tre: “Onestà”, fondata dall’avv. Achille Morcavallo, che subentrava alla precedente loggia “G. Mazzini” ormai “demolita”, come si usa dire nel gergo massonico, entrambe, comunque, facenti parte della Federazione Massonica Universale del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e la Fig. 52 - Libretto per loggia “Garibaldi”, appartenente al l'iniziazione alla Massoneria G.O.I., Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. Questa esperienza dura per Principe meno di un anno, dal mese di novembre 1943 alla fine del mese di agosto del 1944, quando, in seguito alla spaccatura verificatasi nel Partito Italiano d’Azione, in occasione del congresso di Cosenza, tra l’ala liberale e quella socialista, sceglie di mettere fine alla sua collaborazione con gli azionisti e decide di aderire al Partito
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Fig. 51 - Collare Massonico
Socialista Italiano di Unità Proletaria. La sua formazione e l’esperienza accumulata gli indicano la via da seguire. Il Partito Socialista predica i suoi stessi valori e porta con sé gli eguali ideali che Principe sente forte dentro il suo animo. E quindi decide che sarà quella la sua strada. L’adesione a questa, per lui, nuova realtà politica gli viene facilitata anche dal cognato Carmine Gualtieri, marito di Elena Principe, il quale lavorando presso la Provincia riesce a combinargli un incontro con il Prefetto Pietro Mancini, che viste le qualità ed i titoli posseduti dal giovane Principe fa di tutto per portare dalla sua parte quello che ritiene essere una vera promessa per il futuro. Mancini gli propone di entrare a far parte del Partito Socialista Italiano e Principe accetta, decidendo che sarà quello il suo partito e che lo sarà per tutta la vita. In seguito Mancini gli affida il compito di vice direttore dell’U.P.S.E.A., Ufficio Provinciale Servizi Economici per l’Agricoltura, che terrà dal 1945 al 1948 (In questo periodo a Rende il dirigente dell’U.C.S.E.A., Ufficio Comunale Servizi Economici per l’Agricoltura era Pietro Morcavallo, n.d.A.). In seguito Francesco Principe inizierà la libera professione, anche se nel contempo insegnerà estimo, agraria e contabilità all’Istituto Tecnico per Geometri e, subito dopo, agraria all’Istituto Magistrale di Cosenza. Gaspare Rovella, figlio di Michelangelo e di Teresina Sicilia, nasce a Rende il 19 febbraio del 1913 ed abita nel centro storico in via Camerelle, 13. I genitori vogliono per lui un’educazione completa e, quindi, anche religiosa. Per questo motivo appena terminate le scuole elementari, a soli dieci anni, viene mandato nel Seminario di S. Demetrio Corone, dove completerà gli studi delle classi medie, del ginnasio, del liceo. Da qui si sposta a Napoli, dove frequenta l’Università e si laurea in Medicina. In seguito gli tocca spostarsi a Pisa, per specializzarsi in Pediatria. Qui conosce Francesco Principe, anche lui studente, con il quale instaura un ottimo rapporto di amicizia e stima che durerà per sempre, anche quando la politica li farà incontrare schierati su due fronti contrapposti. Finita l’Università Gaspare Rovella non ha il tempo di godersi il
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meritato riposo perché, a causa degli eventi bellici, viene richiamato alle armi e spedito al fronte come ufficiale medico. Dapprima va a Casagiove, in provincia di Caserta, e poi, insieme al suo battaglione, viene mandato in Libia. Un’esperienza terribile che alle difficoltà della guerra, dei rischi, dei sacrifici giornalieri, sommava la triste realtà di dover assistere alla morte di tanti amici e compagni di armi. Lui stesso si salvò per il rotto della cuffia e la fine dei combattimenti e della guerra arrivarono per davvero come una liberazione da una situazione diventata oramai veramente insostenibile. Anche a distanza di anni i momenti più brutti rimasero nei suoi ricordi e solo la grande fede che in tutta la vita lo ha sempre animato portò Gaspare Rovella ad accettare le cose terrene, anche quelle brutte e terribili, come un fatto inevitabile e, forse, secondario. La fede, prima di ogni altra cosa, lo spinge e lo guida in tutti i momenti della giornata, lo sorregge nello sconforto, lo aiuta nelle sue indecisioni, lo fortifica nella saggezza. Un carattere mite, il suo, che univa l’azione, sempre mirata al bene comune, al rispetto verso gli altri. Si comprende bene come, per tutti questi motivi, Gaspare Rovella non intendeva fare assolutamente il politico, figura questa che immancabilmente doveva racchiudere in sè oltre a tutte le altre doti, che lui certamente aveva, quali preparazione, cultura, capacità di analisi e discernimento e tanto altro ancora, anche una punta di cattiveria e spregiudicatezza, cose queste che lui non avrebbe mai potuto accettare e che, in seguito, finirono con il penalizzarlo. Rovella, certamente ottimo professionista ed uomo di cultura, amava la lettura, la poesia, l’arte ed era completamente innamorato della musica
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bandistica, ma non era adatto allo scontro politico, nel quale tutto o quasi è permesso pur di raggiungere lo scopo. In ogni caso suo padre Michelangelo, che lavorava in qualità di Vice Segretario nel Municipio di Rende e vantava una forte amicizia ed un grande rispetto di buona parte dei cittadini rendesi, lo spinse a cimentarsi nella competizione elettorale per la conquista della carica molto ambita di Sindaco di Rende. Per far questo, insieme e con l’aiuto del Parroco don Ciccio De Paola e del Dott. Aristide Martino, frappose ostacoli all’eventuale candidatura a Sindaco del Rag. Alfonso Bernaudo, che in quel momento sembrava avvantaggiato per questa investitura. Il Partito d’Azione, infatti, era favorevole a che proprio Bernaudo si cimentasse nella sfida elettorale, forte della sua preparazione, serietà e volontà nel perseguire un percorso amministrativo che lo portasse al vertice dell’istituzione rendese. La parola del Parroco, però, più delle altre, porta Alfonso Bernaudo a non esasperare i toni ed a mettersi da parte, arrivando anche a lavorare in favore dell’elezione del Dott. Gaspare Rovella. Nel frattempo sulla scena rendese il cambiamento è già in atto. La vita culturale, politica, economica e sociale è tutta un fermento. Ogni persona vuole stare sulla scena, vuol dare il suo contributo, vuol essere attore di quella trasformazione che, invocata o no, ormai è nei fatti. Ecco, quindi, che i partiti si formano e insieme a loro prendono corpo tutta una serie di associazioni che fungono da supporto alle tante richieste di lavoro, diritti, riconoscimenti e risarcimenti che provengono dalla popolazione. E’ già attiva la Camera del Lavoro, che in pratica svolge le funzioni di Sindacato in difesa dei lavoratori. Così pure inizia la sua attività l’Associazione Nazionale Reduci e Combattenti. L’iniziativa viene presa da diversi cittadini rendesi che hanno combattuto durante la guerra e che adesso pretendono un giusto riconoscimento al loro impegno ed ai gravi rischi che hanno corso. Molto dinamico ed efficiente, in questa fase, è il Signor Silvio Puntillo, che diverrà Presidente dell’Associazione Reduci di Rende nel 1946, il quale coagula attorno a sé molti reduci come lui che, associandosi,
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riescono a far pesare in modo forte all’interno del mondo politico, che vede in questa associazione un bacino di voti importante, le loro istanze per un inserimento nel campo del lavoro o per
Fig. 55 - Tessera dell'Associazione Nazionale Combattenti del 1946
l’assegnazione di un vitalizio che, in ogni caso, consenta loro di poter vivere dignitosamente. Nasce anche la “Stella Rossa”, Società Cooperativa a responsabilità limitata con sede in Rende, che viene costituita il 15 ottobre 1943 nei locali della sezione del Partito Comunista in via Cristoforo Pittor S. Anna. A formalizzare l’atto davanti al Notaio Ciro Pastore, sono presenti: Francesco Perugini fu Vincenzo, falegname, Michele Aversa fu Costantino, calzolaio, Orlando Lo Celso fu Giuseppe, sarto, Michele Calderaro fu Pasquale, falegname, Samuele Verre di Francesco, ingegnere, Lunetto Vercillo di Ferdinando, insegnante, Luigi Rovella fu Agostino, calzolaio, Alessandro Verre fu Francesco, contadino, Antonio Iantorno fu Gaspare impieg ato, R o m u a l d o Av e r s a f u Giuseppe, falegname, tutti nati e domiciliati a Rende. Dopo aver approvato lo statuto, quali consiglieri di amministrazione vengono Fig. 54 - Stendardo Camera del lavoro di Rende
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nominati i signori: Francesco Perugini, Michele Aversa, Orlando Lo Celso, Michele Calderaro e Samuele Verre. Presidente del Consiglio di Amministrazione viene nominato il signor Francesco Perugini, mentre Sindaci effettivi i signori Lunetto Vercillo, Luigi Rovella e Alessandro Verre e Sindaci supplenti i signori Antonio Iantorno e Romualdo Aversa. Subito dopo le parti dichiarano di partecipare al capitale sociale acquistando ognuno da un minimo di una fino ad un massimo di dieci azioni. Come intende muoversi, cosa vuole realizzare e, soprattutto, insieme a chi e come, viene spiegato molto bene nello statuto allegato all’atto costitutivo. La Società si propone, operando in qualsiasi zona a mezzo di proprie filiali, di acquistare, di vendere ai Soci generi alimentari, di consumo, articoli casalinghi e di abbigliamento, prodotti ed attrezzi utili all’agricoltura, nonché eseguire lavori manuali ed artigiani, lavori edilizi, stradali, boschivi ed affini, nonché conduzioni di fondi rustici. La Società ha la durata di dieci anni, prorogabile una o più volte, ed ha un numero di soci illimitato. Possono essere ammessi come soci tutte le persone fisiche, di ambo i sessi, iscritte al Partito Comunista e qualunque altra persona o Ente morale che ne sia riconosciuto degno dal Consiglio di Amministrazione. Tutti coloro che sono stati accolti come soci dovranno versare la tassa di ammissione stabilita e sottoscrivere almeno una azione di lire cento. Se queste regole, entro un mese non verranno accettate dal nuovo socio, questi si intenderà non più associato. Viene stabilito anche il tetto massimo di azioni che si potranno possedere e che non dovranno superare le lire trentamila. nasce nell’alveo della sinistra ed è una sorta di ancora di salvezza, di garanzia, formata da amici che anche ideologicamente la pensano allo stesso modo, contro una forma di eguale, se non superiore, forma di associazionismo che si pensa potrà essere messa in atto dal centro destra, magari con l’aiuto degli americani e dello Stato Pontificio. Una tutela di salvaguardia per i loro principi di libertà e di scelta politica, che possa essere supportata e tutelata da un
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potere economico a loro vicino ed in grado di assicurare i mezzi utili per portarli avanti. Lo scontro che, ormai era chiaro, poteva avvenire tra i due blocchi dell’est e dell’ovest, tra Russia e America, veniva vissuto anche localmente come un pericolo imminente, per cui bisognava prepararsi e difendersi. Una forte ansia permeava l’intera scena politica, affiancata dall’altrettanto forte voglia di combattere per affermare le proprie idee, contro tutto e contro tutti. Vediamo come era composta questa cooperativa “Stella Rossa” a Rende. Una precisazione va fatta per comprendere bene come il direttivo annotava i suoi soci differenziandoli tra “Compagno” e “Signore”, un modo per distinguere fra tutti i soci della cooperativa quelli che erano anche iscritti al Partito Comunista Italiano e quelli che, invece, erano soli sostenitori della cooperativa “Stella Rossa” o avevano voluto partecipare per dare un loro piccolo contributo in modo da favorire questa iniziativa. Le date di iscrizioni partono dal 29 settembre 1944 e finiscono il 14 ottobre dello stesso anno. N.
Titolo
Cognome e nome
Località
Num. Azioni 10
Importo in lire 1.000
1
Compagno
Aversa Michele
2
Compagno
Aversa Vincenzo
10
1.000
3
Signora
Vercillo Flora
10
1.000
4
Compagno
Salerno Rolando
2
200
5
Compagno
Perugini Francesco
10
1.000
6
Compagno
Aversa Romualdo
5
500
7
Compagno
Celebre Francesco
1
100
8
Compagno
Apricò Francesco
10
1.000
9
Compagno
Morrone Albino
2
200
10
Compagno
Capizzano Romeo
2
200
11
Compagno
Belmonte Enrico
1
100
12
Signore
Vercillo Ferdinando
1
100
13
Compagno
Belmonte Michele fu Luigi
1
100
14
Compagno
De Rango Alessandro di Gennaro
3
300
77
15
Compagno
Lo Celso Orlando
1
100
16
Compagno
Volpentesta Gaspare
2
200
17
Signore
Provenzano Enrico di Giuseppe
1
100
18
Compagno
Rucchetto Ernesto di Vincenzo
San Pietro
1
100
19
Compagno
Verre Alessandro
Nogiano
2
200
20
Compagno
Salerno Filiberto di Raffaele
Nogiano
1
100
21
Compagno
Costabile Armando fu Antonio
Sorbato
2
200
22
Compagno
Verre Francesco di Alessandro
Nogiano
1
100
23
Compagno
Calderaro Michele
10
1.000
24
Compagno
Beltrano Emilio
3
300
25
Compagno
Travo Luigi fu Giuseppe
Nogiano
2
200
26
Compagno
Bruno Raffaele di Giuseppe
Nogiano
1
100
27
Compagno
Lo Celso Ibrami
1
100
28
Compagno
Greco Raffaele di Antonio
2
200
29
Compagno
Sicilia Egidio di Giovanni
1
100
30
Compagno
Filicetti Francesco
1
100
31
Signora
Pellicori Carmela
2
200
32
Signore
Zagarese Comm. Cesare
2
200
33
Signore
Greco Gaspare di Giuseppe
1
100
34
Compagno
Zema Natale
1
100
35 36
Signore Signore
De Lio Pasquale Morrone Michele
1 1
100 100
37
Compagno
Bruno Michelangelo
1
100
38
Compagno
Conte Francesco di Enrico
1
100
39
Compagno
Belmonte Giuseppe di Angelo
1
100
40
Compagno
Rovella Luigi
41
Compagno
Mazzulla Emilio
42
Signore
Cozza Michele
43
Signora
Principe Francesca
44
Signore
45
Signore
46 47 48
Ritiro Nogiano Porta di Cosenza S. Antonio
Giudeca
2
200
10
1.000
3
300
1
100
De Paola Ernesto
1
100
Blasi Pasquale
1
100
Compagno
Bosco Vittorio
1
100
Signore
Giraldi Umberto
5
500
Signore
Morelli Orlando
1
100
Costantinopoli
78
49
Compagno
Cristiano Ernesto fu Salvatore
50
Signora
Furgiuele Maria Antonia
51
Signore
Rovella Antonio di Agostino
52
Compagno
Cesare Francesco
53
Signore
54
Signore
55 56
1
100
1
100
Nogiano
2
200
Nogiano
1
100
Rovella Michele
2
200
De Bartolo Emilio
1
100
Signore
Marchese Giulia
1
100
Signore
Vercillo Beniamino
1
100
57
Compagno
Verre Samuele
5
500
58
Signore
Pisani Gaetano farmacista
2
200
59
Signore
Caruso Vincenzo
1
100
60
Signore
Caira Antonio di Agostino
1
100
61
Signore
Iantorno Vittorio
5
500
62
Compagno
Salerno Giuseppe
1
100
63
Signore
Loizzo Dario
1
100
64
Compagno
Mazza Paolo
2
200
65
Signore
Spizzirri Alfonso
1
100
66
Compagno
Le Piane Eugenio
2
200
67
Signore
Chiappetta Giulio
1
100
68
Signore
De Simone Serafino
Nogiano
1
100
69
Signore
Critandi Silvio
Giudeca
2
200
70
Compagno
Maone Salvatore di Pasquale
1
100
71
Signore
De Paola Adolfo
1
100
72
Compagno
Stellato Francesco
1
100
73
Compagno
Morcavallo Alessandro
1
100
74
Compagno
Chianelli Salvatore
1
100
75
Compagno
Mirabelli Ernesto
2
200
76
Signora
Blasi Francesca
1
100
77
Compagno
De Buona Agostino
1
100
78
Compagno
Aversa Pasquale fu Giuseppe
2
200
79
Compagno
Vercillo Ottavio
2
200
80
Compagno
Chiappetta Ferdinando
2
200
81
Signore
Genovese Filippo
1
100
82
Compagno
Costabile Salvatore
1
100
79
Nogiano
Giudeca
83
Signore
Spizzirri Mario fu Michele
2
200
84
Signora
Belmonte Francesca
1
100
85
Compagno
Conte Enrico di Francesco
2
200
86
Compagno
Deralt Libero
1
100
87
Signore
Lo Celso Giuseppe
1
100
E’ molto attivo anche l’associazionismo cattolico. Sono già vive o nascono in questi anni varie forme associative di ordine cattolico, dal Terziario Ordine Francescano all’apostolato della preghiera del Cuore di Gesù, dall’Azione Cattolica alle Confraternite della Madonna di Costantinopoli e del Rosario. Funzionano bene sia l’oratorio per i bambini, i quali ogni domenica potevano anche giocare a calcio nel campetto vicino l’estrema punta di via Vergiglio, che la colonia estiva, con le suore che si incaricavano di portare i ragazzi in campagna. Nel frattempo nel Partito d’Azione la lotta politica si fa più dura. Al Comitato Direttivo arriva un’istanza formulata dai Partiti Comunista e Socialista tendente ad ottenere la sostituzione dell’attuale Sindaco. Il Comitato, però, non aderisce alla richiesta ma, anzi, sottolinea la gravità del fatto che questi Partiti hanno da sempre cercato di boicottare le iniziative del Partito d’Azione e non hanno mai inteso collaborare con l’Amministrazione Comunale. Inoltre, si evidenzia la brutta situazione che si è venuta a creare con l’insediamento della Sezione Socialista all’interno della Camera del Lavoro di Rende, che in tal modo distrugge i principi di apoliticità che hanno da sempre caratterizzato e fatto parte integrante di tutto il movimento sindacale. Ormai è chiaro a tutti che tra i partiti di sinistra ed il Partito d’Azione si sta creando un grosso divario e che presto le due fazioni si troveranno contrapposte. La situazione, però, precipita più presto del previsto ed il giorno diciassette febbraio del 1946, meno di un mese prima delle elezioni, il Comitato Direttivo del Partito Italiano d’Azione di Rende riunisce l’assemblea generale degli iscritti e prende una terribile decisione:
80
ra del Terziario escano
sciogliere la Sezione del Partito. Durissimo il comunicato che sancisce questo passo. “Sentita la relazione del compagno Bernaudo Alfonso - si legge nel verbale del Partito d’Azione, adunanza n°23 del 17.2.1947 - in merito alle discussioni del Cong resso Nazionale del Partito…..”Considerato” l’assoluta mancanza di direttiva e di organizzazione nonché il manifesto carattere antidemocratico della Federazione Provinciale di Cosenza, divenuta monopolio di una cricca di persone asservite agli interessi dei socialcomunisti, al di sopra della ideologia di Partito, “Considerato” che in dipendenza di quanto sopra i migliori amici si sono visti costretti a presentare le proprie dimissioni mentre altri sono stati espulsi per aver criticato apertamente ed in base ad un loro indiscutibile diritto il carattere antidemocratico dei componenti la Federazione Provinciale, “Considerato” che, malgrado le continue segnalazioni fatte pervenire in merito alla Direzione Centrale del Partito, questa ha sempre mantenuto un atteg giamento di incomprensione e di indifferenza, avallando così una s i t u a z i o n e insostenibile nonché metodi di pretta Fig. 57 - Tessera Sindacati del Partito d'Azione 1943 marca dittatoriale, “Considerato” che il Partito ha perduto in tal modo ogni propria individualità diventando un satellite dei partiti estremisti, “Visto” l’indirizzo
81
politico assunto dal Partito dopo il suo primo Congresso Nazionale. All’unanimità. Delibera: I°) di sciogliere la sezione del Partito d’Azione di Rende immediatamente dopo l’esito delle elezioni amministrative fissate nel nostro Comune il 10 Marzo p.v. ma di rimanere fermi nei grandi ideali di una Repubblica veramente democratica. II°) di restare uniti e compatti sino alla predetta data, continuando la lotta elettorale impegnata nel Comune. III°) di mantenere l’attuale Esecutivo Sezionale cui si ripone illimitata fiducia per avere sempre operato con chiarezza, linearità, sicura fede repubblicana e spirito schiettamente democratico. IV°) di dare incarico all’Esecutivo medesimo di indire una nuova Assemblea dei 520 iscritti alla Sezione per decidere a quale nuovo movimento politico si dovrà aderire. V°) di far pubblicare il presente “Ordine del giorno” in alcuni giornali politici ed indipendenti”. Seguono le firme del Segretario e dei membri del Comitato Esecutivo. Con questo atto si chiude una pagina breve ma importante del Partito Italiano d’Azione che, pur tra qualche intoppo e con alcune incomprensioni, è riuscito ad assicurare una funzione di garanzia e di legalità nel Comune di Rende in un periodo di transizione che va dalla fine del regime fascista alle libere elezioni amministrative del 1946. Intanto, per le strade, il clima della competizione elettorale diventa incandescente e la passione politica, troppo spesso repressa nei tempi passati, dà sfogo agli ideali e alla voglia di cambiamento. Comizi, adunanze, riunioni, sono all’ordine del giorno e si svolgono in ogni dove. I cittadini sono travolti da un’ondata di parole che spesso non riescono a comprendere fino in fondo e sono combattuti dall’idea se sia meglio avere un mutamento radicale o conservare quelli che da sempre sono stati i loro capisaldi, magari adeguandoli alla bisogna dei tempi.
82
Due sono le liste che si apprestano a dare battaglia, quella con il simbolo raffigurante uno scudo crociato e con il motto “Giustizia e libertà”, che vede al suo interno due rappresentanti della Democrazia Cristiana, sette del Partito d’Azione, tre Reduci e quattro Indipendenti, e quella con un simbolo raffigurante una “Sveglia”, che comprende quattro rappresentanti del Partito Comunista Italiano, cinque del Partito Socialista Italiano, uno del Partito Repubblicano Italiano e ben sei Indipendenti. Lista “Scudo Crociato”
Candidati
Paternità
Età
Titolo di studio
83
Professione
Partito al quale appartiene
Eroi
De Rose Virgilio
Pasquale
31
Diploma
Ragioniere
Partito d’Azione
De Luca Giuseppe
Agostino
33
II Elementare
Sarto
Partito d’Azione
Bernaudo Alfonso
Umberto
25
Diploma
Ragioniere
Partito d’Azione
Chiappetta Salvatore
Giovanni
57
Lic. Elem.
Prop. terriero
Partito d’Azione
Orrico Giacomo
Antonio
49
II Elementare
Oste
Partito d’Azione
Aiello Raffaele
Ferdinando
34
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Partito d’Azione
Russo Pasquale
Michele
38
II Elementare
Coltiv. Agric.
Partito d’Azione
Perugini Giovanni
Ernesto
46
Laurea Giurispr.
Possidente
Indipendente
Basile Saverio
Francesco
52
Lic. Elem.
Prop. terriero
Indipendente
Chiappetta Emilio
Antonio
61
Diploma
Imp. Postale
Democr. Cristiano
Migliorati Angelo
Battista
38
II Elementare
Fattore
Indipendente
Settino Francesco
Antonio
46
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Democr. Cristiano
Rovella Gaspare
Michelangelo
33
Laurea
Pediatra
Indipendente
De Luca Pasquale Lo Celso Raffaele
Salvatore Silvio
50 31
Lic. Elem. II Elementare
Commerciante Falegname
Reduce Reduce
Sorrenti Giuseppe
Beniamino
35
Diploma
Capostazione
Reduce
Professione
Lista “Sveglia” Candidati
Paternità
Età
Principe Francesco
Domenico
28
Titolo di studio Laurea
Agronomo
Partito al quale appartiene Socialista
Bruzzano Guido
Francesco
57
Laurea
Farmacista
Repubblicano
De Rango Serafino
Alessandro
26
Laurea
Prof. Lettere
Indipendente
Chiappetta Giulio
Domenico
51
Diploma
Insegnante
Indipendente
Morcavallo Pietro
Alessandro
38
Diploma
Impiegato
Socialista
Iantorno Michele
Francesco
53
II Elementare
Commerciante
Socialista
Perugini Francesco
Vincenzo
34
Lic. Elem.
Falegn.Eban.
Comunista
Iantorno Antonio
Gaspare
46
Lic. Media
Imprenditore
Socialista
De Bartolo Salvatore
Luigi
34
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Passarelli Domenico
Michele
37
Lic. Media
Impiegato
Indipendente
Scagliola Domenico
Pietro
42
II Elementare
Coltiv. Agric.
Comunista
Rovella Luigi
Ignazio
49
II Elementare
Artigiano
Comunista
Stellato Vincenzo
Pietro
37
II Elementare
Coltiv. Agric.
Socialista
84
Caira Gaspare
Pietro
57
II Elementare
Pensionato
Indipendente
Mazzulla Michele
Salvatore
42
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Stellato Michele
Luigi
59
III Elementare
Coltiv. Agric.
Comunista
Le votazioni avvengono nelle sei sezioni appositamente previste e sono così dislocate: tre all’interno del Municipio, una nella rimessa della famiglia dei Magdalone (attuale casa Lo Celso Vercillo), una all’interno del Cinema S. Chiara, un’altra, infine, era situata nella contrada di Quattromiglia. In questo momento SindacoCommissario è Antonio Rivalta, Segretario Comunale Silvestro Cav. Vena, Prefetto di Cosenza Miraglia, mentre gli abitanti di Rende sono esattamente 11.087. Lunghe file di cittadini che si recano alle urne per esprimere il voto, danno il quadro esatto della loro voglia di far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. La propaganda, che era arrivata fino a quel momento a livelli quasi di lite per le strade, si placa e cede il passo ad un momento di pacata riflessione. Finito di votare si passa subito allo sfoglio delle schede. Sotto lo sguardo vigile di scrutatori e rappresentanti delle due liste, ma anche di tanti appartenenti ai due schieramenti, che non mancano di sottolineare l’uscita dei voti con applausi calorosi o con sonori fischi a seconda della loro attribuzione, i Presidenti delle sezioni portano avanti il loro lavoro. I votanti sono stati complessivamente 3301, pari al 60,3%, ma 247 schede risultano nulle e 117 bianche. Restano 2937 voti. Di questi ben 2161voti, con una percentuale del 73,6%, vanno alla lista “Scudo Crociato”, mentre soli 776, con una percentuale del 26,4%, sono assegnati alla lista “Sveglia”. Si tratta di una vittoria eclatante e senza discussioni per quel ceto cattolico e moderato che ha scelto di farsi governare da una coalizione, senza dubbio variopinta e intrisa di ideali politici con sfumature anche diverse, che poggia, però, le sue fondamenta sui valori ineludibili della fede cattolica, della tradizione borghese, della libera iniziativa, ed è ancorata alla storia di quel mondo contadino molto avvertito e condiviso dalla gran parte dei rendesi. Una vittoria netta che si
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riflette in modo altrettanto chiaro su quello che da lì a poco sarà nominato Sindaco: il Dottor Gaspare Rovella. Altra storia quella della lista avversaria. I risultati decretano per la Sveglia una sonora sconfitta, al punto che riesce ad ottenere solo un terzo dei voti conquistati dalla lista rivale. E andando a leggere bene i dati si scopre un altro dato, per loro, certamente molto negativo: nessuno dei quattro candidati del Partito Comunista è riuscito a farsi eleggere. La paura di affidarsi a politiche fin troppo diverse da quelle che hanno da sempre guidato l’azione degli amministratori locali, ma anche da quelle dei politici nazionali, ha finito con lo spingere i cittadini rendesi a scegliere il moderatismo e con esso la lista dello Scudo Crociato; e pure quando qualcuno ha voluto optare per una politica di sinistra e, quindi, per i suoi rappresentanti, la scelta è caduta su partiti indipendenti e socialisti, visti anch’essi come moderati e affidabili ma lontano da pericoli di derive e stravolgimenti sociali e culturali che inevitabilmente li avrebbe avvicinati a quel blocco comunista legato ai paesi dell’est europeo. Il conto definitivo, in base al sistema maggioritario in atto, assegna i quattro quinti alla lista vincente ed elegge 16 Consiglieri dello “Scudo Crociato”, in pratica l’intera lista dei suoi candidati, mentre solo 4 Consiglieri, due socialisti e due indipendenti, vanno alla lista “Sveglia”. Consiglieri eletti nel 1946: Lista “Scudo Crociato” 1 2 3 4 5 6
-
Aiello Raffaele Basile Saverio Bernaudo Alfonso Chiappetta Emilio Chiappetta Salvatore De Luca Salvatore
9 10 11 12 13 14
86
-
Lo Celso Raffaele Migliorati Angelo Orrico Giacomo Perugini Giovanni Rovella Gaspare Russo Pasquale
7 - De Luca Pasquale 8 - De Rose Virgilio
15 - Settino Francesco 16 - Sorrenti Giuseppe
Lista “Sveglia” 1 - Caira Gaspare 2 - De Rango Serafino
3 - Morcavallo Pietro 4 - Principe Francesco
Da oggi inizia la nuova vita amministrativa della città di Rende. Un cammino difficile che prenderà il via dalle rovine di una guerra mondiale perduta e da un cambio radicale della politica nazionale, che si rifletterà in ogni parte della penisola italiana.
II Gaspare Rovella: Il primo Sindaco eletto a Rende nel dopoguerra.
Il 24 marzo del 1946, alle ore 10, nell’ufficio municipale di Rende, si riunisce il nuovo Consiglio Comunale. I Consiglieri eletti sono tutti presenti, tranne Saverio Basile, il quale si trova fuori residenza. Assume la presidenza il Consigliere più anziano, Rag. Virgilio De Rose. Il Consiglio, dopo aver accertato che tutti i Consiglieri presenti si trovano nelle condizioni stabilite dalla legge, delibera la convalida degli eletti e passa alla nomina del Sindaco. La seduta è pubblica ma la votazione avverrà in modo segreto e scritta. A controllare che tutto si svolga regolarmente vengono chiamati, nel ruolo di scrutatori, i Consiglieri Raffaele Aiello, Giuseppe Sorrenti e Giacomo Orrico. Si distribuiscono le schede ed i Consiglieri
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esprimono le loro preferenze. Alla fine i 19 votanti assegnano 14 voti al Dott. Gaspare Rovella, 1 voto al Rag. Virgilio De Rose, 4 voti a Salvatore Chiappetta. “…In seguito a che - si legge nella Delib. di C.C. n°20 del 24.3.1946 - il Sig. Presidente dichiara eletto a Sindaco del Comune di Rende per un quadriennio il Dott. Rovella Gaspare di Michelangelo, il quale non si trova in nessuno dei casi di incompatibilità e di ineleggibilità dalla legge previsti”. Tripudio in sala e festeggiamenti per il primo Sindaco eletto del dopoguerra. Baci ed abbracci per un risultato quasi pieno per il nuovo Sindaco. Quasi, però, non proprio pieno. Un voto è mancato all’appello. Se si aspettava che la minoranza avrebbe votato un suo candidato di bandiera, certamente nessuno si aspettava un voto diverso da quello concordato all’interno della maggioranza. Una prima piccola crepa si è aperta nella coalizione che si appresta a governare la città, anche se non sembra che ciò che è successo possa incidere più di tanto vista la notevole forza posseduta dalla maggioranza. Certo, forse, era il caso di andare più a fondo nella questione, di domandarsi perché tutto questo era successo e cercare, se possibile, di recuperare l’eventuale malcontento che andava maturando in qualche Consigliere; ma non se ne fece nulla. Dopo appena una settimana il Consiglio torna a riunirsi. Il 31 marzo, presenti tutti i Consiglieri, assume la presidenza il Sindaco, Dott. Gaspare Rovella, il quale riconosciuta legale l’adunanza apre la seduta ed invita il Consiglio a deliberare sulla nomina della Giunta Municipale, avvertendo che in una prima votazione complessiva dovranno essere eletti i quattro assessori effettivi, mentre in una seconda votazione, sempre scritta e segreta, saranno eletti i due assessori supplenti. Il risultato definitivo proclama eletti: Assessori effettivi Chiappetta Salvatore con voti n°19
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Perugini Giovanni De Luca Pasquale Bernaudo Alfonso
“ “ “
n° 18 n° 13 n° 12
Assessori supplenti De Rose Virgilio De Luca Salvatore
con voti “
n°16 n°13
L’esecutivo a questo punto è formato. Ora, dopo i naturali festeggiamenti, è tempo di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. I problemi sono tanti e abbisognano di soluzioni urgenti ed adeguate che possano portare beneficio ad un’intera popolazione, la quale vuole ad ogni costo uscire, finalmente, da una situazione di stallo e di miseria. La Giunta si riunisce per la prima volta il 13 aprile e affronta le questioni che trova sul tappeto. Stabilisce l’orario di apertura degli uffici municipali, liquida il compenso spettante al personale per il primo trimestre del 1946, modifica la tariffa delle imposte di consumo sulle bevande, concede la gestione di uno spaccio autorizzato, a turno per due mesi, fra tutti i negozianti di Rende, approva il rendiconto delle spese per il servizio elettorale ed il ruolo bestiame e cani per l’anno in corso. Viene approvato anche il ruolo del canone acqua per l’anno 1946, che comprende n°170 partite per un ammontare di £. 20.845.50. Rende in questo periodo ha bisogno di tutto o quasi, ma nella gente c’è un’aria di speranza, di fiducia, si pensa che il peggio sia passato e che fra qualche tempo tutto migliorerà. Il buon Dottor Gaspare Rovella, che prima di essere Sindaco è persona di grande fede e di radicati e forti principi di uguaglianza e solidarietà, si rende ben conto delle sofferenze quotidiane che patiscono i suoi concittadini e cerca di fare del suo meglio per alleviarle. Ogni mattina si reca nella vicina Cosenza e, facendo leva sull’amicizia che lo lega ad eminenti politici cosentini, chiede ed
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Paola e
ottiene per i suoi amministrati tutti quei prodotti, dalla farina ai medicinali, che rappresentano l’essenziale per superare le difficoltà primarie che affliggono buona parte della popolazione rendese. Il politico, la Prefettura o qualche privato benestante, tutto va bene per il Sindaco Rovella se ciò potrà portare beneficio ai suoi cittadini. Un’opera, la sua, quasi da mendicante che solo un uomo pieno di grande morale e di sani principi, oltre che di provata fede, può avvertire nella sua vera essenza, che è quella del portare sollievo ai suoi rendesi. Le parole, in questo momento, lasciano spazio ai fatti. A dare un ulteriore sollievo alla popolazione provvede l’Unrra (United Nations Reliefand Rehabilitation Administration), Ente delle Nazioni unite per il soccorso e la ricostruzione, nato ad Atlantic City nel novembre 1943 con la partecipazione di 44 nazioni e terminato nel 1947. Gli Stati Uniti si accollano il 71% del finanziamento degli aiuti, che vengono assegnati in tutti i paesi dell’Europa orientale ma anche in Italia ed in Grecia. Viveri di prima necessità, generi di conforto, medicinali, tessuti e tanto altro ancora vengono distribuiti per il tramite degli enti governativi ai Comuni. Se non risolve completamente i disagi ed i bisogni dei cittadini rendesi, sicuramente il sostegno dell’Unrra diventa un supporto notevole ed insperato che aiuta a traghettare la popolazione da uno stato di estremo bisogno ad un inizio di ripresa della vita normale. Anche il Consiglio Comunale vuole dare il suo contributo e, dopo appena un mese dall’elezione della Giunta Municipale, il 22.4.1946,
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torna a riunirsi. All’ordine del giorno c’è l’appalto delle imposte di consumo. Subito, chiede la parola il Consigliere Dott. Francesco Principe, il quale “…nel confermare la fiducia della minoranza nella persona del Sindaco e nel confermare ancora una volta che da parte della minoranza stessa sarà data la massima collaborazione all’Amministrazione Comunale, prega il Sindaco - si legge nella Delib. di C.C. n°22 - a volere esporre le ragioni per cui non è stato ancora provveduto alla compilazione dei ruoli per i tributi locali, la cui riscossione si impone per il buon andamento per i servizi pubblici”. Principe fin dalla prima seduta consiliare mostra di volersi ritagliare una figura di leader dell’opposizione e mette in luce tutte le sue qualità oratorie e di esuberante giovane politico. Il Sindaco risponde ringraziandolo per le lusinghiere parole rivoltegli e precisa che se fino a questo momento non si è provveduto alla compilazione dei ruoli dei tributi locali lo si deve al fatto che il personale di segreteria, che materialmente dovrebbe interessarsene, è attualmente impegnato in altri lavori importanti ed improrogabili. Subito dopo il Sindaco Rovella espone al Consiglio il suo punto di vista in merito all’appalto delle imposte di consumo, precisando che nell’interesse del Comune sarebbe opportuno che il servizio venga concesso in appalto. Il Consigliere Principe, intervenendo di nuovo, dichiara che anche per venire incontro alle aspirazioni di alcuni reduci, che insistentemente chiedono di essere assunti dal Comune in qualità di impiegati, sarebbe opportuno e conveniente la gestione in economia del servizio. Proposte diverse e contrapposte che per venire assunte hanno bisogno di essere suffragate dal voto dei Consiglieri. Si vota, dunque,iniziando dalla proposta Principe per la gestione del servizio in economia. Ed ecco arrivare la sorpresa. Su 17 votanti ben 9 la accolgono e solo 8 si dichiarano contrari. Mentre nella votazione seguente, sulla proposta del Sindaco Rovella per l’appalto del servizio, avviene il contrario: 8 si esprimono in modo favorevole e 9 si dicono contrari. Per cui si dispone che il servizio
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di riscossione delle imposte venga gestito in economia, per la durata di un anno decorrente dalla scadenza dell’appalto in corso, cioè dal 12 maggio 1946. L’esito di questa prima votazione è lo specchio di quello che sarà l’andamento delle decisioni dell’Amministrazione Comunale nel corso degli anni a venire. Il blocco dei 16 Consiglieri di maggioranza, contro i soli 4 della minoranza, non è granitico come si pensava, non si muove in una sola direzione, non ubbidisce ad una sola guida, che dovrebbe essere quella del Sindaco, ma evidentemente risponde a diverse logiche e a diversi ispiratori. Uomini che hanno fatto un percorso politico simile se non uguale, trovandosi a far parte a volte del partito fascista, altre del partito d’Azione, altre ancora iscrivendosi pure alla massoneria, si trovano oggi a dover convivere all’interno di due liste contrapposte, lo Scudo Crociato e la Sveglia, lasciandosi guidare da ideali, ispirazioni e aspirazioni che a volte sono molto diverse mentre altre, stranamente, si trovano a coincidere perfettamente pur se in schieramenti diversi. Per il Sindaco Gaspare Rovella si profila un periodo di guida della Città di Rende molto difficile, costellato, da un lato, da grandi difficoltà economiche, lavorative e di organizzazione di una macchina comunale arretrata e inadeguata e, dall’altro, da una serie di macchinazioni, sotterfugi, alleanze vecchie e nuove che saranno messe in atto, spesso contro di lui, proprio dai Consiglieri della sua stessa maggioranza. In questo stesso periodo il giovane Consigliere Francesco Principe vive un momento particolarmente felice della sua vita privata: si fidanza con Pisani Carolina, da tutti chiamata Lina. I due abitano quasi di fronte, nel corso principale del paese, quindi, si conoscono perfettamente e non ci vuole molto a far si che fra di loro si accenda la scintilla dell’amore. Principe ha così tagliato un altro traguardo importante, ha trovato la sua compagna, che diverrà presto oltre che la sua affezionata ed amata moglie anche una figura importante e significativa per l’intera comunità rendese.
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Intanto il corso della storia incalza e l’appuntamento che si presenta al vaglio dei cittadini italiani è di quello che conta. Il 2 giugno 1946 tutti gli elettori sono chiamati alle urne per decidere con il loro voto su due importanti quesiti, che indicheranno la strada politico-istituzionale che l’Italia dovrà percorrere in futuro. Di conseguenza si apre una lotta senza quartiere, che viene ingaggiata tra i vari partiti che si schierano su due fronti contrapposti. Una lotta che li vedrà impegnati sul referendum istituzionale, per la scelta dell’organizzazione dello Stato fra Monarchia e Repubblica, e per l’elezione di 556 Deputati dell’Assemblea Costituente, che dovranno poi scrivere la nuova carta costituzionale. Comizi, incontri, manifesti, propaganda in ogni dove ed in ogni modo, tutto si fa per cercare di convincere gli elettori a scegliere di schierarsi da una parte o dall’altra. Il Partito Socialista Italiano arriva a Fig. 60 - Carolina Pisani scrivere sulle sue tessere del 1946 la parola “Costituente”,
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Fig. 61 - Tessera P. S. I. del 1946 per la Costituente
mentre il Partito Comunista Italiano lancia un prestito tra i suoi affezionati sostenitori per raccogliere una somma adeguata a finanziare convenientemente la campagna politica della Costituente. Vere e proprie cartelle, simile a quelle delle azioni, del valore di lire cento, con la scritta Prestito a premi, “Per la vittoria della Democraziaâ€?, lanciato dal Partito Comunista Italiano per le elezioni della Costituente, vengono vendute ai tesserati e sostenitori del Partito. Nella cartella, datata Roma 1 Marzo 1946, si precisa che l’importo sarĂ rimborsato alla pari senza interessi entro il 31 dicembre 1949 al sottoscrittore o ai suoi eredi testamentari.
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Fig. 62 - Sottoscrizione del Partito Comunista Italiano del 1946 per la Costituente
Quindi, si può dire che più di un prestito a premi si tratta di un vero atto di fede politica verso un partito o una ideologia che riesce, comunque, a coinvolgere tante persone, le quali, pur di raggiungere il loro scopo e di affermare i principi politici nei quali credono, sono disposti a fare dei grandi sacrifici prestando al partito quei pochi soldi che possiedono e che in questo periodo rappresentano per loro una vera fonte di sostentamento e, forse, addirittura di sopravvivenza. Alla fine i risultati vedono prevalere la Repubblica, che conquista 12.718.741 di voti, pari al 54,30%, mentre la Monarchia ne ottiene 10.718.502, pari al 45,70%. Due milioni di voti in meno che decretano la fine della Monarchia e fanno iniziare all’Italia un nuovo cammino istituzionale con la proclamazione della Repubblica. Anche se non mancano critiche molto accese su presunti brogli che si sarebbero verificati durante lo sfoglio, modificando di fatto i risultati. La decisione, però, è
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ormai presa e non si torna indietro. L’altro esito, quello dell’Assemblea Costituente, dà il seguente risultato: Democrazia Cristiana
35,2% dei voti
207 seggi
Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria
20,7%
115
“
Partito Comunista Italiano
19,0%
104
“
Unione Democratica Nazionale (Liberali)
6,8%
41
“
Fronte dell’Uomo Qualunque
5,3%
30
“
Partito Repubblicano Italiano
4,3%
23
“
Blocco Nazionale Monarchici
2,8%
16
“
Partito d’Azione
1,4%
7
“
Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (MIS)
0,74%
4
“
Concentrazione Democratica Repubblicana Partito Sardo d’Azione (PSd’Az)
0,42% 0,34%
2 2
“ “
Altre liste minori conquistano pochi voti e riescono ad ottenere solo un posto nel nuovo Parlamento. Vittoria netta della Democrazia Cristiana, che risulterà il primo partito ottenendo oltre un terzo di tutti i voti espressi. L’esito sancisce anche la sconfitta del Partito Comunista, che pensava di poter ottenere la maggioranza assoluta delle sinistre sulla Democrazia Cristiana ed i suoi alleati, e di poter altresì conquistare il posto di primo partito all’interno della sinistra superando nei voti il Partito Socialista. Due obiettivi falliti per il PCI, che vede ridimensionato di fatto il suo peso politico e le sue aspettative. Nei giorni seguenti, comunque, si dà vita ad un governo di coalizione, guidato da Alcide De Gasperi, del quale fanno parte democristiani, socialisti, comunisti e repubblicani, gli stessi che in seguito elaboreranno la Costituzione Repubblicana che entrerà in vigore dal 1° gennaio 1948. Capo provvisorio dello Stato viene nominato Enrico De Nicola, napoletano, antifascista, noto per le sue doti di preparazione giuridica e fornito di grande equilibrio politico e morale.
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A Rende il Referendum istituzionale dà, invece, un risultato nettamente in controtendenza rispetto al dato nazionale. Tolte le bianche e le nulle, i voti scrutinati, pari a 4.298, decretano la netta vittoria della Monarchia, che ottiene 3.035 voti, pari al 70,9%, mentre la Repubblica si aggiudica soli 1.263 voti, pari al 29,4%. Un esito che ancora una volta conferma come la città di Rende, e con essa i suoi cittadini, sia moderata, cattolica e di ispirazione politica di centro destra. Un altro dato conferma questa tesi: il verdetto dei voti espressi dai rendesi per l’elezione dell’Assemblea Costituente. Su 4482 votanti, tolte 510 schede nulle, lo sfoglio attribuisce i seguenti voti: Democrazia Cristiana
2.152 voti
54,2%
Partito Socialista e Partito Comunista Italiano
665 “
16,7%
Unione Democratica Nazionale (Liberali)
490 “
12,3%
Blocco Nazionale della Libertà (Monarchici)
313 “
7,9%
Fronte dell’Uomo Qualunque
133 “
---
Partito Repubblicano Italiano
72 “
---
352 “
---
Altre piccole liste
Archiviata la lotta politica ed i risultati elettorali, Rende cattolica si ritrova unita per celebrare con rinnovata fede la più importante ricorrenza religiosa della città: i festeggiamenti in onore della Madonna di Costantinopoli. L’importante appuntamento è stato preparato con cura in ogni sua parte. Al Novenario, affidato al Padre Domenicano Valentino di Biase, della Basilica di S. Domenico Maggiore di Napoli, parteciperà la Schola cantorum di Azione Cattolica ed il tenore Cav. Antonino Zagarese, il quale, accompagnato dal Maestro Luciani, canterà brani scelti di musica sacra, tra cui Fig. 63 - Antonino Zagarese
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M° Vittorio o
spiccheranno un’Ave Maria e una Salve Regina composte dal Dott. Aristide Martino. Anche la festa civile è stata allestita con cura. Ci sarà una sfarzosa illuminazione, i fuochi
Fig. 64 - Programma Festeggiamenti Maria SS. di Costantinpoli del 1946
pirotecnici preparati dalla ditta Spagnuolo di Fuscaldo, pesche e sorteggi di doni vistosi e, negli ultimi tre giorni, 9, 10 e 11 giugno, un concerto musicale della Banda rendese, ricomposta nel suo grande organico di 60 esecutori e reduce da due incontrastati successi a Cosenza e a Spezzano Albanese, che sarà diretta dal bravo Maestro Vittorio Capizzano. L’occasione dei festeggiamenti, che serve al popolo rendese per esprimere in modo sincero il forte e sentito culto verso la Madonna, è anche il momento adatto per la Congregazione di Maria SS. di Costantinopoli per descrivere all’attenzione di tutti i fedeli i recenti lavori eseguiti. Nel programma, distribuito casa per casa, si porta a conoscenza della costruzione, al bivio Rende-
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Stazione, di un’edicola votiva, dentro la quale è stato posto il quadro della Madonna di Costantinopoli eseguito dal Prof. Achille Capizzano, noto pittore rendese. I mattoni necessari, circa tremila, sono stati offerti dai Fratelli Carbone del cantiere di Panebianco, e le ragazze del vicinato hanno fatto a gara nel dare il loro aiuto per la costruzione del nuovo manufatto. Inoltre, nella cappella della Madonna è stato costruito, in apposito loculo, una custodia per la “Macchietta” (Dipinto, olio su rame, del volto della Madonna di Costantinopoli, opera che la credenza popolare attribuisce a mani divine, n.d.A.), ornata da una ricca cornice in noce con lampada perenne. La spesa, di circa cinquemila lire, è stata sostenuta dai Signori Zagarese. Il “Divino Quadretto”, già a suo tempo è stato adornato da una ricca e artistica cornice di argento della rinomata ditta Calderoni di Milano, per voto di Radames Capizzano di Attilio. Alla fine del programma viene espresso un ringraziamento per i più solerti collaboratori dello scorso anno: Nob. Marco Magdalone per antica tradizione e i Signori Gustavo Ciancio e Fiore La Valle.
Fig. 66 - Barone Marco Magdalone
Fig. 67 - Ubaldo Gustavo Ciancio
Nel frattempo sia il Consiglio che la Giunta si mettono al lavoro. Il Consiglio dà in appalto i servizi funebri e regolarizza la costruzione
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di cappelle e tombe private, aumenta la tariffa delle imposte di consumo ed approva quella per l’imposta sul bestiame, fino ad arrivare all’approvazione del bilancio del 1946, che ammonta a £. 3.959.885,35.La Giunta Municipale si mette all’opera per avviare un’azione decisa della macchina comunale. Si provvede a liquidare le varie spese a calcolo, il rendiconto delle spese per le elezioni del 2 giugno 1946, il compenso per la direzione del servizio razionamento consumi e quello per la compilazione e distribuzione delle carte annonarie (per il prelevamento di pane, generi da minestra, olio, zucchero, sapone), che in questo momento sono ben 10.823. Nello stesso tempo, nel Consiglio Comunale si accendono i dibattiti politici. Nella seduta del 4 agosto 1946, il Consigliere Francesco Principe presenta un ordine del giorno a nome della minoranza, che recita: “Considerato - si legge nella Delib. di C.C. n °40 - che il 2 giugno il popolo ha condannato la Monarchia dei Savoia con circa 13 milioni di voti; Considerato che assolutamente è incompatibile con un nuovo ordine Repubblicano che al nome di un criminale, quale è quello del fuggiasco Vittorio Savoia, sia dedicato il corso principale del paese; Tenuto presente che la Toponomastica si è sempre ispirata al culto dei grandi italiani ed alla rievocazione delle doti solenni nella storia della patria, delibera che il Corso succitato rievochi il nome di Giuseppe Mazzini che delle idee Repubblicane fu il più appassionato assertore”. Messa ai voti la proposta viene accettata con 9 voti favorevoli e 2 astenuti. Anche in questa occasione, senza voler entrare nel contenuto dell’oggetto, si nota come la maggioranza abbia un percorso libero sul quale si muove, a prescindere da qualsiasi guida o linea politica. La mitezza del Sindaco fa si che questa libertà di schemi o di appartenenza partitica dei vari Consiglieri non venga bloccata sul nascere ma, anzi, quasi favorita. Nella stessa seduta consiliare viene bandito un regolare concorso per la nomina di un messo scrivano, con lo stipendio annuo lordo di £. 4.500, e si approva la contrattazione di una seconda anticipazione di cassa di £. 400.000 con la Cassa di Risparmio della
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Calabria, in quanto l’Amministrazione “…si trova - si legge nella Delib. di C.C. n°45 del 4.8.1946 - nell’impossibilità di far fronte al pagamento delle competenze dovute al personale dipendente, nonché al pagamento di tutte le altre spese aventi carattere di obbligatorietà e di urgenza…”. E la Giunta non sta a guardare. Il 31 agosto 1946 delibera che alla licitazione privata per l’appalto delle imposte di consumo del Comune di Rende siano invitati a prendervi parte le Ditte: Trezza di Cosenza, Bastone di Rende, Carnevale di Paola, l’Istituto Nazionale Gestione Imposte di Consumo di Catanzaro, Fernando Secondo di Roma. Ed un mese dopo, il 13 settembre, nomina la Commissione di Prima Istanza per i tributi locali per il biennio 1945-1946, che viene formata da: 1°- Dott. Bruzzano Guido fu Francesco 2°- De Paola Giovanni Ernesto fu Gabriele 3°- Plastina Francesco fu Giuseppe 4°- Cesario Salvatore fu Francesco 5°- Infusino Agostino fu Michele 6°- Perri Antonio fu Salvatore 7°- Rovella Raffaele fu Ignazio
Farmacista Insegnante Falegname Agricoltore Agricoltore Agricoltore Agricoltore
Passa un mese e la Giunta, letto il verbale dal quale risulta che la Società Trezza, e per essa il suo procuratore speciale Sig. Chianelli Cosimo, si è resa definitivamente aggiudicataria dell’appalto di riscossione delle imposte di consumo del Comune di Rende per il quinquennio 1° ottobre 1946 - 30 settembre 1951, con il minimo garantito netto di £. 1.150.000 annue e con l’aggio del 13,90%, accetta la cauzione di £. 135.000 a garanzia dell’appalto stesso. A questo punto sia la politica che l’azione amministrativa possono essere messe da parte, almeno per qualche giorno, a favore di un
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evento certamente lieto e felice per il Sindaco Gaspare Rovella: il suo matrimonio. Nella vicina Cosenza, il 12 ottobre 1946 il Dott. Rovella Gaspare prende in moglie Feraco Annunziata, detta Tina, dalla quale in seguito avrà due figli: Michelangelo e Franco. Una cerimonia sentita, che si svolge alla presenza di tanti parenti, amici e personalità di spicco della vita pubblica cosentina e rendese. A far da compari alla bellissima coppia ci sono il Dott. De Rose Renato e sua moglie, la Prof.ssa Spaziante Filomena detta Lina. Il riposo di Rovella, però, dura solo qualche giorno. Dopo nemmeno una settimana dal suo matrimonio, il Sindaco presiede la Giunta Municipale, la quale stabilisce il ruolo principale delle imposte di famiglia, locativo, vetture, patente e licenze. Successivamente viene approvato anche il ruolo terratico ed il ruolo del super consumo dell’acqua per l’anno 1946. Un’attenzione particolare la Giunta Fig. 68 - Annunziata Feraco e Gaspare la riserva all’Asilo Infantile, al Rovella quale viene concesso un contributo di £. 8.000. Un riconoscimento adeguato per l’opera meritoria che le Suore Guanelliane svolgono da tempo a Rende. Tanti piccoli bambini vengono da loro accuditi giornalmente, seguiti e assistiti amorevolmente in ogni loro bisogno. Quasi l’intera giornata è divisa tra i tanti compiti che i piccoli sono chiamati a svolgere. C’è l’ora delle preghiere, quella per lo studio, quella per la ricreazione ed, infine, anche il momento comunitario del pranzo. Il cibo, che proviene dal Vaticano e dai Paesi alleati, che in pratica
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vuol dire gli Stati Uniti, è essenziale in questo momento e riesce ad essere un aiuto importante per le famiglie rendesi. Le brave Suore sono capaci, grazie alla loro maestria, di variare il menù giornaliero dei loro piccoli ospiti pur avendo a disposizione solo pochi generi alimentari. Ed i bimbi crescono. In quest’anno nell’Asilo, guidato dalla Madre Superiore Suor Maria Fossati, si forma, inoltre, un vero e proprio laboratorio di ricamo, una scuola dove poter imparare a cucire con perizia, a ricamare con destrezza, ad ornare con filati pregiati e colorati le coperte ed i copriletto, le lenzuola e le tovaglie e tanto altro ancora.
Fig. 69 - Le Suore Giovanna Motta, Angelina Ricetti, Cristina Castiglione, Caterina Fonte e le allieve della scuola di ricamo
L’idea è venuta a Suor Caterina Fonte, che la mette in pratica, aiutata e collaborata da Suor Giovanna Motta, Suor Angelina Ricetti e tante altre consorelle. L’iniziativa piace da subito alle ragazze rendesi che, in attesa di giungere al loro matrimonio, pensano sia utile apprendere l’arte del ricamo,
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attraverso la quale poter impreziosire tutto il loro corredo. E così l’Asilo vive un momento molto importante e felice. Nel salone, nelle aule e nel giardino, studiano e giocano tanti bambini; nelle due stanze adibite a laboratorio di ricamo, sotto la guida di Suor Caterina Fonte, tante ragazze pian piano apprendono questa bella, antica e difficile arte. I l s i n d a c o, n e l Fig. 70 - Le ricamatrici f r a t t e m p o, h a inquadrato i problemi più importanti della sua città, acqua, strade, case, ai quali cerca di trovare una soluzione degna e definitiva. L’acqua si colloca sicuramente al primo posto dei suoi pensieri. Quella che c’è, pensa, non basta per tutti e allora la prima cosa da fare e provvedere a trovare un nuovo approvvigionamento. Scoprire nuove sorgenti e innestarle nell’acquedotto esistente, in modo da poter dare risposte affermative alle sempre più pressanti richieste di utenze domestiche e di acqua per l’irrigazione che provengono dai cittadini. L’altro nodo da sciogliere sono le strade. Esse sono senza dubbio il volano per sviluppare un’economia valida e moderna, ma per far questo bisogna intervenire al più presto costruendone di nuove e adeguando quelle esistenti alla bisogna dei tempi. Il terzo problema è rappresentato dalla mancanza di case per i lavoratori. L’urgenza di assicurare un’abitazione adeguata e dignitosa a quanti giornalmente si impegnano nella ricostruzione, per assicurare alla città di Rende una forte crescita economica ed un sicuro progresso, fa si che il problema non sia più rinviabile e venga posto in cima alla scaletta delle priorità da risolvere che Sindaco e Giunta Municipale da tempo hanno stilato. Un programma, come si vede, di pochi punti, breve e circostanziato, ma pratico e necessario, che va nella direzione delle aspettative dei cittadini rendesi. L’impegno finanziario per fare tutto ciò è, però, troppo gravoso per le casse del comune di Rende. E allora? Allora bisognerà individuare altre vie per rendere possibile quello che ora sembra solo un bel libro dei sogni. Gaspare Rovella decide, quindi, che l’unico modo per ridare
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dignità alla sua città è quello di trovare, reperire, farsi assegnare, dei contributi statali e per averli si reca quasi giornalmente nella vicina Cosenza, dove incontra politici importanti ai quali chiede di venirgli incontro per la soluzione dei gravi problemi che attanagliano la città di Rende. Nonostante la sua amicizia, politica e familiare, con uomini che contano nella città di Cosenza e che siedono anche nel Parlamento di Roma, non è facile per lui avere delle risposte affermative alla sue richieste. Rovella, però, non si scoraggia, insiste, ripete, spiega con dignità le sue ragioni e quelle dei suoi cittadini. Alla fine ottiene delle rassicurazioni da parte di persone molto importanti che possono dire la loro sulla concessione o meno di stanziamenti statali ai Comuni. Il tempo inesorabilmente scorre ma intanto l’azione della Giunta Municipale continua. Su proposta dell’Assessore Alfonso Bernaudo, tenuto conto della volontà favorevole espressa dalla popolazione di Quattromiglia, si delibera che dal 1° dicembre il Sig. Cosentino Mariano venga reintegrato nel servizio della panificazione per gli abitanti di Quattromiglia. E dopo aver concesso la liquidazione di un acconto sui miglioramenti economici di £. 3.000 ad ognuno dei 22 dipendenti comunali, il Primo Cittadino sente il bisogno di inserire nel regolamento di polizia urbana la seguente dicitura: “E’ data facoltà al Sindaco - si legge nella Delib. di G.M. n°61 del 21.11.1946 - di adottare con propria ordinanza la sospensione o la revoca della licenza nei confronti degli esercenti esosi, speculatori ed occultatori di merci”. Evidentemente, dovevano essere arrivate alle orecchie del Sindaco Rovella parecchie lamentele e proteste da parte dei cittadini su presunti maneggi di alcuni commercianti, che si davano da fare per guadagnare ancora di più vendendo i loro prodotti in nero e con prezzi enormemente maggiorati. Il Sindaco, quindi, ha pensato bene di intervenire facendo capire chiaramente ai disonesti che non avrebbe sopportato tali soprusi. Il Consiglio, in seguito, certificherà questa decisione con il voto corale della maggioranza, mentre l’opposizione formata da 4 consiglieri, si asterrà.
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Ed ecco che, quando nessuno se l’aspettava, arriva la notizia che sconvolge in modo positivo i piani dell’Amministrazione Comunale: a Rende sono stati concessi due grossi finanziamenti per la sistemazione delle strade e per il completamento dell’acquedotto. Il telegramma che annuncia la lieta comunicazione arriva direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici a firma dell’On. Gennaro Cassiani. Evidentemente le reiterate ed accorate richieste del Sindaco Rovella non erano cadute nel vuoto ma erano state capite ed accolte. “Letto il telegramma in data 28 settembre n.s. – si legge nei verbali della Delib. di C.C. n°53 del 15.12.1946 – con il quale S.E. Gennaro Cassiani, opportunamente interessato da questa Amministrazione Comunale, comunica di avere il Superiore Ministero dei Lavori Pubblici, al quale questo ufficio ebbe anche a rivolgersi con lettera 16 agosto c.a., autorizzato la esecuzione in questo Comune dei seguenti lavori: a)- Sistemazione strade interne per l’importo di £. 1.300.000; b)- Consolidamento abitato e completamento acquedotto £. 4.000.000”. Un finanziamento, in totale, di £. 5.300.000, che risulta essere nettamente superiore alla somma dell’intero bilancio annuale del 1946, che sfiorava appena i 4 milioni di lire. Una vera e propria boccata d’ossigeno per le casse comunali sempre al verde, che il Consiglio, dopo quattro mesi di inattività, approverà in seguito con sollecitudine, nella seduta del 15 dicembre, riservandosi di nominare un progettista per gli stessi lavori. Il Sindaco vede realizzare i suoi progetti e non perde tempo. Nella seduta di Giunta Municipale del 21 novembre 1946 viene decisa un’opera molto rilevante: la costruzione di un tratto di condotta metallica per il convogliamento della sorgente “Bassa” nella condotta principale dell’acquedotto civico. Un’opera importante e di rilievo, dell’ammontare complessivo di £. 3.500.000, che darà anche grande sollievo alla disoccupazione, in quanto richiederà un largo impiego di mano d’opera, e ridurrà drasticamente i disagi alla
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popolazione per la penuria di acqua. Il Sindaco pensa, infatti, che ormai non è più tempo di aspettare ma che bisogna intervenire al più presto, anche dando fondo a tutte le risorse del comune se questo fosse necessario, per risolvere subito il problema della mancanza di acqua. E così prende il via il piano di ristrutturazione dei servizi necessari per un nuovo sviluppo della città. I servizi primari, afferma spesso Rovella, devono essere assicurati ai cittadini se si vuole che Rende superi le difficoltà del momento e si trovi pronta, preparata e nelle condizioni giuste per affrontare le sfide che gli si pareranno davanti nel prossimo futuro. Un ragionamento che non fa una grinza e che raccoglie, per questo, l’adesione incondizionata di tutti i membri della Giunta. Nella seduta che segue, quella del 21 dicembre, che chiude l’attività dell’anno 1946, il Consiglio nomina i revisori dei conti nelle persone di Basile Saverio, Aiello Raffaele e De Rango Serafino, aderisce alla Lega dei Comuni, provvede alla vendita di un piccolo suolo edificatorio, esegue uno storno con relativo impinguamento di fondi al bilancio e concede un aumento al Tesoriere Sig. Loizzo Dario, portando il suo compenso da £. 216.000 a £. 288.000 per gli anni 1944-1945 e 1946. Nella stessa seduta avviene una discussione riguardante le assenze di taluni membri del Consiglio. Il Dott. Francesco Principe nell’osservare che alcuni Consiglieri si assentano di frequente, chiede se gli stessi abbiano dato giustificazione orale o per iscritto delle loro assenze. Ed il Sindaco risponde: “…Orrico Giacomo è ammalato, - si legge nella Delib. di C.C. n°73 del 21.12.1946 - De Luca Pasquale impegnato al negozio, De Luca Salvatore compare al matrimonio di Giraldi Paolo (Si tratta del grande versificatore teatrale rendese, rimasto ancora oggi nel cuore dei suoi concittadini per le belle composizioni realizzate, effettivamente sposatosi quel giorno, cioè il 21 dicembre 1946, a S. Fili, con Cesario Maria, n.d.A.), Rag. Alfonso Bernaudo assente per affari urgenti di famiglia, Rag. Virgilio De Rose per non aver potuto prendere il treno, Settino per motivi di famiglia”.
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Quella che sembra essere una semplice interrogazione da parte di un rappresentante dell’opposizione, che si risolve in una altrettanto semplice risposta da parte del Sindaco, si rivelerà, invece, nel prossimo futuro il grimaldello con cui scardinare la compattezza, almeno apparente, della Giunta Municipale. Nel freddo mese di gennaio dell’anno 1947, il giorno 11, torna a riunirsi l’esecutivo comunale. La Giunta affronta i piccolo problemi sul tappeto, cominciando col comminare una multa di £. 1.120 allo spazzino comunale per il comportamento poco corretto da lui tenuto durante l’orario di lavoro. Poi passa alla liquidazione delle spese a calcolo del bilancio 1947, riconosce idonea la cauzione di £. 68.000 versata dalla Ditta Trezza, appaltatrice del servizio di riscossione delle imposte di consumo e approva la liquidazione delle spese per il concorso al posto di messo scrivano. Un mero atto dovuto che, invece, finisce per dare fuoco alle polveri e portare un membro illustre dell’esecutivo, un assessore, a votare contro il provvedimento. “Esaminate – si legge nel verbale della Giunta Municipale, Delib. n °3 dell’11.1.1947 – le note presentate dai Sigg. Dott. Pani Giuseppe, Dott. De Campora Gennaro, Dott. Rovella Gaspare e Vena Silvestro, ammontanti ciascuno a £. 5.000 per compenso agli stessi dovuto quali componenti la Commissione giudicatrice del concorso al posto di messo scrivano di questo Comune testè conclusosi;…Delibera di liquidare e pagare a favore dei Sigg. Dott. Pani, Dott. De Campora, Dott. Rovella e Vena Silvestro la somma di £. 5.000 ciascuno da prelevare dal fondo che sarà previsto nel bilancio del corrente esercizio per <Spese per concorso a posti di impiegato e salariato comunale>”. E qui avviene il fatto nuovo e inaspettato. Le contrarietà di un Assessore, sopite fino ad allora, sul modo di effettuare alcune spese vengono prepotentemente a galla e come un fiume in piena travolgono ogni cosa. “L’Assessore Bernaudo – si afferma nel verbale – ritiene esagerato il compenso di £. 5.000 ciascuno della Commissione esaminatrice del concorso a titoli per il messo
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comunale, ad ogni componente la commissione stessa. Prega la G.P.A. (Giunta Provinciale Amministrativa, n.d.A.) a volersi informare se esistono delle disposizioni che regolano tali compensi o se vengono stabiliti secondo criteri adottati dalla predetta Commissione, dando poi disposizione alla Giunta Municipale di legalizzare deliberando. Infine, non da parere favorevole alla delibera presa in tal senso dalla G. C. (Giunta Comunale, n.d.A.) locale perché tale spesa, non necessaria in parte, andrebbe ad aumentare il disavanzo di bilancio”. Una presa di posizione dura, quella dell’Assessore Alfonso Bernaudo, che sembra assumere i toni dell’accusa all’intera Giunta per una poco accorta gestione della spesa pubblica e del bilancio. Già nei mesi precedenti Bernaudo aveva avuto modo di esprimere il suo pensiero sul modo di amministrare. Da ragioniere qual’era, il suo pensiero muoveva attraverso una linea semplice e netta: non spendere troppo, pagare il giusto, risanare i conti. E per questo motivo spesso si era trovato a scontrarsi sia con i colleghi della Giunta che con alcuni Consiglieri della sua stessa maggioranza, i
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Fig. 71 - Alfonso Bernaudo in tenuta da Giovane Fascista
Fig. 72 â&#x20AC;&#x201C; Alfonso Bernaudo
Fig. 73 - Ricordo per la carica di Consigliere Comunale di Rende
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quali, a loro volta, consideravano più importante e prioritario il lato politico di alcune scelte e ritenevano di avere il dovere di fornire risposte adeguate e tempestive alle richieste dei cittadini rendesi. Anche a scapito di un crescente indebitamento delle casse comunali. Le due posizioni finirono con l’essere inconciliabili e l’esagerato compenso, secondo l’Assessore Bernaudo, elargito ai quattro componenti della Commissione giudicatrice per il concorso al posto di messo scrivano, fra i quali c’erano pure il Sindaco ed il Segretario comunale, finì per diventare il motivo scatenante per esprimere pubblicamente ed in modo chiaro tutto il suo dissenso. Un fatto questo che non sarebbe passato inosservato ma, anzi, discusso, analizzato e valutato in ogni suo aspetto, nel corso di riunioni politiche, riservate e non. E l’accaduto lascia inevitabilmente qualche strascico. Nella seduta successiva della Giunta, che si tiene oltre due mesi dopo, l’Assessore Bernaudo non è presente ma ciò non basta a fermare l’esecutivo dal prendere comunque altre decisioni. Viene aumentata del 20% l’indennità caroviveri ai dipendenti comunali e al personale addetto al servizio di razionamento, si autorizza il personale di Segreteria ad eseguire lavoro straordinario per il servizio elettorale,
Fig. 74 - Carta di prelevamento
Fig. 75 - Carta Annonaria
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si liquidano le competenze per la compilazione e distribuzione delle carte annonarie (Sono in tutto n°11.122, valevoli per il quadrimestre marzo-giugno 1947, n.d.A.) e si nomina a messo scrivano titolare Loizzo Salvatore fu Matteo, vincitore del concorso stesso, con decorrenza 1° aprile 1947. Poi la Giunta decide di convocare il Consiglio Comunale in seduta straordinaria per il giorno 30 marzo, alle ore 10. Quindi, la discussione si sposta sul Bilancio 1947. La visione che ne esce fuori, dopo un’analisi approfondita, non è delle più rosee. Esiste uno spareggio economico di £. 2.760.000, rappresentato in gran parte dalla maggiore spesa derivante al Comune di Rende dalla concessione dei miglioramenti economici a favore del personale dipendente, cui non si può fare fronte con i mezzi ordinari del bilancio. Si decide, quindi, di elevare l’applicazione della sovrimposta sui terreni e fabbricati, e sui redditi agrari, ed inoltre si prevedono minori spese e, soprattutto, maggiori entrate. Sembra il gioco della coperta, che tirandola da una parte finisce per lasciarne scoperta un’altra. In ogni caso si cerca di andare avanti. Il 30 marzo è il Consiglio Comunale a riunirsi. Presenti 15 Consiglieri, viene approvato per prima cosa proprio il bilancio di previsione per l’anno 1947 compilato dalla Giunta Municipale, ammontante, sia in entrata che in uscita, a £. 6.855.293.85, che vengono divise come appresso: Entrate Rendite patrimoniali Proventi diversi Tasse, diritti, conti e sovrimposte Entrate straordinarie Contributo dello Stato a pareggio bilancio Movimento capitali Contabilità speciale
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£. “ “ “ “ “
66.535.50 178.708.35 3.162.115.00 3.032.00 2.760.000.00 ======= 684.903.00
Totale £. 6.855.293.85 Uscite Spese obbligatorie ordinarie Spese obbligatorie straordinarie Spese facoltative ordinarie Movimento capitali Contabilità speciale
Totale
£. “ “ “ “ £.
4.096.256.30 1.995.866.00 53.550.00 24.718.55 684.903.00 6.855.293.85
E dopo aver ratificato le deliberazioni di urgenza della Giunta Municipale, il Consiglio passa alla nomina dell’Ingegnere progettista dei lavori per la sistemazione delle strade interne e per il completamento dell’acquedotto. “Letta la propria delibera n°53 del 15.12.1946, - si legge nella Delib. di C.C. n°4 del 30.3.1947 - con la quale si riservava di provvedere alla nomina dell’ingegnere progettista: Sistemazione strade interne per l’importo di £. 1.300.000; Completamento acquedotto e consolidamento abitato £. 4.000.000”, si procede a due votazioni, scritte e segrete. La prima, per la nomina dell’Ing. Progettista dei lavori di completamento dell’acquedotto, da il seguente risultato: Votanti n.15 Schede col nome dell’Ing. Masi Francesco “ “ “ Ferrari
n. 12 n. 3
Poi, si procede ad una seconda votazione, per la nomina dell’ingegnere progettista dei lavori di sistemazione delle strade interne Votanti n.15
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Schede col nome dell’Ing. Paolini Enzo “ “ “ Verre Samuele “ “ “ Ferrari
n.13 n. 1 n. 1
Il Consiglio nomina, dunque, gli Ingegneri Masi e Paolini, rispettivamente per il completamento dell’acquedotto e per la sistemazione delle strade interne. Prima di terminare la riunione il Consiglio accoglie l’istanza presentata dal Sig. Stellato Rosario di Giovanni, autorizzandolo ad apportare “…una piccola variante - si legge nella Delib. di C.C. n°5 del 30.3.1947 - alla strada comunale d’accesso alla stazione e precisamente nel punto in cui la strada stessa confina con la proprietà di esso Stellato e con lo spiazzale della Stazione Ferroviaria di Rende”. Intanto, nel centro storico di Rende, la vita economica e sociale si va riprendendo sempre più. Viene aperto un nuovo caffè-gelateria di Romualdo Aversa, che presto diventa un luogo d’incontro per lo scambio di opinioni. Sono perfettamente funzionanti e di ottimo livello il negozio di tessuti di Michele Iantorno e quello di generi alimentari di Adolfo Giraldi. A fianco di questi, iniziano tante nuove piccole attività commerciali e di artigianato. Vediamole in particolare, divise per vie, dove si trovavano situate. Via Vergiglio Attività (Commerciale o artigianale) Alimentari Alimentari e diversi Macelleria Negozio di tessuti Negozio di tessuti Negozio di tessuti
Proprietario
Giovanni Tenuta Emilia Stillo-Alessandro De Rango Enrico Morrone Michele Iantorno Maria Stillo Ilde e Rita De Paola
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Forno Barbiere Falegname Falegname
Emilia Stillo Luigi Genovese Pietro Morrone Vincenzo De Paola
Via Cristofaro Pittor Santanna Bar Cooperativa Macelleria Alimentari e diversi
Raffaele Chiappetta Ernesto Belmonte Marietta Loizzo
Piazza degli Eroi Farmacia Farmacia Bar Banca
Gaetano Pisani Guido Bruzzano Romualdo Aversa Cassa di Risparmio di Calabria
Corso Vittorio Emanuele III Barbiere Barbiere Barbiere Barbiere Macelleria Macelleria Macelleria Emporio e ramaio
Giovanni Palermo Amleto Greco Ferdinando Vercillo Emilio Torchia Costantino Cannataro Nicola Iantorno Alessandro De Buono Salvatore Maone
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Alimentari Alimentari e diversi Bar Laboratorio di gelati Calzolaio
Pasquale De Luca Adolfo Giraldi Emilio Aversa Emilio Aversa Costantino, Michele e Vincenzo Aversa Negozio di macchine per cucire Mario Spizzirri Cantina GuaranĂŹ Ciancio Negozio di frutta e verdura Concetta Volpintesta Vendita uova, pulcini, ricotta e Vincenza Ciancio verdura Negozio di scarpe Giovanni Greco Negozio di tessuti Umberto Bernaudo Articoli diversi e stoffe Carolina e Romilda Pisani Sartoria Antonio Ritacco Tabacchino Giuseppe Costabile Panetteria Salvatore Loizzo
Piazza S. Maria Maggiore Barbiere Barbiere
Carmine Palermo Orlando Morelli
Via Giuseppe Vercillo Alimentari e diversi Alimentari e diversi Alimentari Alimentari
Maria Bruno Ernesto Plastina Giuseppe Calderaro Angelina Miceli
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Macelleria Tabacchino Cantina Cantina
Ernesto Mirabelli Giovanni Sicilia Concetta De Luca Concetta Morelli
Via Bellâ&#x20AC;&#x2122;Arintha Forno Calzolaio
Salvatore Loizzo Michelangelo Bruno
Via Neve Barbiere Calzolaio
Diego Greco Michele Tenuta
Via Giudeca Forno Cantina
Antonio Lo Celso Giuseppe Vercillo
Via Casaletto Forno
Giuseppe Sicilia
Via Ritiro Cantina
Gaspare Sottile
Via Domenico Vanni
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Alimentari, tabacchino, commercio Luigi Monaco fichi
A Rende, però, è fiorente soprattutto la produzione di manufatti in argilla, che vengono lavorati al tornio ad acqua (‘a rota), sul quale, grazie alla bravura dei “mastri pignatari”, prendono forma vasi, contenitori di ogni foggia e piatti che, dopo essere stati lasciati ad essiccare al sole, vengono cotti in un piccolo forno e smaltati con una lega di piombo e rame. Vediamo, dunque, chi erano questi bravi artigiani e dove erano situate le loro fornaci.
Fig. 76 – Cartolina: Manufatti d'argilla posti ad asciugare al sole
Vasai (“Pignatari”)
Fornace
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Francesco Capizzano e i suoi figli Giuseppe e Salvatore Costantino Capizzano Annitto Capizzano Attilio Spina Cristoforo Spina Attilio Capizzano (Lavorazione eseguita con le macchine)
vico II Cesare Battisti vico II Cesare Battisti vico II Cesare Battisti via Casaletto via Casaletto via Domenico Vanni
Fig. 77 - Costantino Capizzano al tornio ad acqua
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Fig. 78 - Manufatti in argilla posti ad essiccare al sole
Fig. 79 - Giuseppe Capizzano al lavoro
La Giunta Municipale torna a riunirsi il 4 aprile e, dopo aver provveduto alla liquidazione del premio di presenza al personale dipendente per il primo trimestre e dei diritti di segreteria per il mese di marzo al Segretario comunale, stabilisce l’orario di ufficio del Comune che, a decorrere dal 1° maggio, resterà aperto al pubblico nei giorni feriali dalle ore 8 alle ore 14 e nei giorni festivi dalle ore 10 alle ore 12. Infine, affronta il problema del rimborso agli esercenti per le spese di trasporto dei generi razionati. “Letta l’istanza - si legge nella Delib. di G.M. n°20 del 4.4.1947 - presentata dagli esercenti locali con la quale, nel
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fare presente di non essere ancora riusciti, nonostante le vive insistenze fatte anche da questo Ufficio Comunale, ad ottenere il rimborso della somma di £. 46.000 circa da essi anticipata negli anni decorsi per spese trasporto alimentari di provenienza alleata, chiedono che il Comune faccia luogo al rimborso con fondi propri salvo a rivalersene appena il Comando Alleato ed il Ministero provvederanno all’invio della somma stessa”. E la Giunta accoglie l’istanza e “Delibera di rimborsare agli esercenti di questo Comune la somma di cui sopra, prelevandola dai fondi che saranno realizzati dal Comune per l’assistenza Unrra”.
III La seconda Giunta Municipale del Sindaco Rovella. Nell’altra riunione, quella del 16 aprile, la Giunta liquida le indennità di trasferta al Sindaco, delibera l’assunzione temporanea di nuovo personale, che sarà addetto ai lavori di compilazione, distribuzione e ritiro delle denunzie per il censimento annonario e, infine, fissa per giorno 20 aprile, alle ore 9, la riunione straordinaria del Consiglio. All’ordine del giorno c’è la nomina dei componenti dell’E.C.A., Ente Comunale di Assistenza, e una mozione dei Consiglieri Principe e De Rose circa l’efficienza della Giunta Municipale. Sembra un punto non importante, nel quale, però, si è trovato un accordo tra un membro della minoranza ed uno della maggioranza per fare in modo che la Giunta sia più efficiente, mentre invece si rivelerà come il modo per eliminare dall’esecutivo un membro qualificato che, evidentemente, a questo punto dava
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fastidio sia alla minoranza che alla maggioranza. Il 20 aprile, infatti, il Consiglio si riunisce ed il Sindaco mette al primo punto proprio la mozione presentata da Francesco Principe e Virgilio De Rose, leggendola ai 15 Consiglieri presenti. “Il Consiglio Comunale di Rende, - si legge nella Delib. di C.C. n°6 del 20.4.1947 - riunitosi in seduta straordinaria, su proposta dei Consiglieri De Rose Virgilio e Principe Francesco esprime la sua incondizionata fiducia nel Sindaco Dott. Rovella Gaspare per l’opera intelligente sinora svolta nell’interesse del Comune. Considerato che per il buon funzionamento della Giunta Comunale, organo precipuo dell’Amministrazione, è necessaria l’opera ininterrotta, leale e fattiva degli Assessori. Considerato che il conseguimento di tale scopo è pregiudicato dall’assenza di alcuni Consiglieri, i quali hanno trasferito altrove la loro abituale residenza. Visto l’art. 289 della legge Comunale e Provinciale 1915, secondo cui un Assessore viene considerato decaduto dalla carica dopo tre assenze. Considerato che alcuni Assessori, benché legalmente preavvisati, si sono già assentati per tre volte, delibera, di procedere seduta stante alla rielezione della Giunta; fa voti, che i nuovi Assessori consci della responsabilità e dei doveri che incombono su di loro, prestino la loro appassionata, assidua e proficua opera nell’interesse della Comunità. Rende 14 aprile 1947 Firmato Principe Francesco e De Rose Virgilio. Ultimata la lettura della mozione, - si continua nel verbale - i Consiglieri Principe e De Rose, chiesta ed ottenuta la parola, espongono, prima uno e poi l’altro, i motivi per i quali sono stati indotti alla presentazione della mozione stessa, motivi che si concretano nell’unico scopo di assicurare la piena ed assoluta efficienza della Giunta Municipale per una regolare e buona amministrazione della Cosa Pubblica”. Si tratta, come si può notare, di un attacco concertato tra maggioranza e opposizione e mirato verso un unico obiettivo: il Rag. Alfonso Bernaudo, Assessore con delega al Bilancio. Inamovibile e fermo nei suoi principi e sul modo di risanare i conti
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del Comune, l’Assessore Bernaudo era ormai diventato, anche per i suoi compagni di partito, solo un ostacolo da rimuovere. E la soluzione ormai era lì, a portata di mano, e nessuno fece qualcosa per impedire che venisse posta in atto. Messa ai voti la mozione ottiene il seguente risultato, constatato dagli scrutatori Aiello, Russo e Morcavallo: Presenti 15, astenuti 5, e cioè il Sindaco e gli Assessori De Luca Pasquale, Chiappetta Salvatore, Rag. De Luca Salvatore ed il Consigliere De Rose Virgilio perché interessati. I votanti sono, dunque, in numero di 10. Schede col si
n.10
“Il Sindaco proclama quindi di avere il Consiglio Comunale approvato la mozione dianzi trascritta”. E’ un atto di una gravità assoluta e inimmaginabile se solo si pensa che dopo appena un anno dalle elezioni amministrative, attraverso le quali il popolo di Rende aveva assegnato alla lista D.C. una maggioranza schiacciante per governare con tranquillità la città e cercare di risolvere i tanti problemi aperti, dopo appena un anno, invece, su proposta di un consigliere della maggioranza e di un altro dell’opposizione, il Consiglio all’unanimità decide di far cadere l’intera Giunta, adducendo come motivazione che uno o più membri dell’esecutivo si sono assentati per tre o più volte. Una scusa che non sta in piedi, che non regge al buon senso né a motivi di appartenenza politica, che non giustifica in alcun modo l’azzeramento dell’intera Giunta Comunale e che servirà, nella realtà, ad estromettere in particolare l’Assessore effettivo Alfonso Bernaudo. Anche se, per dare una parvenza di verità al tutto, si cambiarono anche i due Assessori supplenti De Rose Virgilio e De Luca Salvatore. Sarà bastato solo il rigore contabile di Bernaudo ad impedire che si trovasse una soluzione con la quale mediare tra le due parti, o c’era dell’altro? Forse ci sono stati altri motivi alla base di un così eclatante atto politico ma, se esistevano, ancora oggi non sono venuti alla luce.
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E così, consumato il rituale dell’azzeramento della vecchia Giunta Municipale ora è il momento di eleggere la nuova. Vengono distribuite le schede ed i 15 Consiglieri esprimono le loro preferenze. Alla fine il risultato per l’elezione dei 4 Assessori effettivi è: Schede col nome di De Luca Pasquale “ “ Chiappetta Salvatore “ “ Orrico Giacomo “ “ Avv. Perugini Giovanni “ “ Rag. De Luca Salvatore “ “ Dott. Principe Francesco “ “ Sorrenti Giuseppe “ “ Rag. De Rose Virgilio
n.11 n.15 n.15 n.10 n. 5 n. 1 n. 2 n. 1
Si procede, a questo punto, ad una seconda votazione per l’elezione di due Assessori supplenti. Il risultato è il seguente:
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Schede col nome di De Luca Salvatore “ “ Orrico Giacomo “ “ Rag. De Rose Virgilio “ “ Aiello Raffaele “ “ Settino Francesco “ “ Chiappetta Emilio “ “ Sorrenti Giuseppe
n. 5 n. 1 n. 2 n.10 n. 9 n. 1 n
.
In seguito ai risultati ottenuti nelle due votazioni il Presidente proclama eletti: Assessori effettivi Chiappetta Salvatore fu Giovanni Orrico Giacomo fu Antonio
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De Luca Pasquale fu Salvatore Dott. Perugini Giovanni fu Ernesto Assessori supplenti Aiello Raffaele fu Ferdinando Settino Francesco fu Antonio Subito dopo il Consiglio, riconosciuta la necessità di procedere alla nomina dei componenti il Comitato Comunale di Assistenza, il cui numero per il Comune di Rende è di nove, procede ad una nuova votazione. Il risultato che ne consegue, vede eletti i Signori: 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9°
Mascaro Emma Costabile Giuseppe Padre Gerardo Avella Principe Oreste Lo Celso Ugo Parroco Don Francesco De Paola Zagarese Antonino Infusino Agostino De Rango Alessandro
Dopo le polemiche sollevate nel Consiglio per una decisione, quella di rinnovare l’intera Giunta, che ha lasciato interdetti parecchi cittadini, il tempo ed i problemi pressanti che gravano sulla città riescono a riportare al lavoro e ad una quasi normalità il nuovo esecutivo comunale. La Giunta si riunisce il 13 maggio 1947 e, dopo aver provveduto a liquidare le spese per il censimento annonario, per le vaccinazioni antidifteriche e quelle a calcolo, approva il pagamento della quota parte di £. 68.000 da parte della Ditta Trezza, appaltatrice del Servizio di riscossione delle Imposte di Consumo, e stabilisce le nuove tariffe sull’imposte per le vetture pubbliche e private, sulle macchine per caffè tipo espresso e sui
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cani. Quest’ultima imposta viene suddivisa attraverso tre categorie e con prezzi diversi: Prima categoria Cani di lusso
Imposta annua
Seconda categoria Cani da caccia e cani da guardia
“
Terza categoria Cani tenuti a scopo di commercio “
£. 4.500 £. 1.500 £.
500
Infine, la Giunta vista “…l’istanza - si legge nella Delib. di G.M. n °35 del 13.5.1947 - presentata dal Sig. Garofalo Pietro, con la quale chiede al Comune di potere, durante la stagione calda, utilizzare la Palestra dell’Edificio Scolastico per le rappresentazioni cinematografiche, e ciò allo scopo di non sospendere le stesse con disappunto della cittadinanza, alla quale verrebbe a mancare l’unico e il solo modo di svagarsi; ritenuto che nessun danno verrebbe la Palestra Scolastica a risentire; ritenuto che il canone che il Signor Garofalo si è dichiarato corrispondere mensilmente al Comune, potrebbe essere destinato al miglioramento dell’Edificio Scolastico; riconosciuta, pertanto la convenienza e l’utilità della richiesta concessione; ritenuto che il canone da corrispondere dal Garofalo può stabilirsi nell’equa misura di £. 1.000 mensili; con voti unanimi, delibera di autorizzare il Signor Garofalo Pietro ad utilizzare durante la stagione calda del corrente anno, per le proiezioni cinematografiche, la Palestra dell’Edificio Scolastico determinando in £. mille mensili il corrispettivo da corrispondere al Comune, stabilendo che lo stesso Signor Garofalo rimane responsabile di tutti i danni che potranno essere eventualmente arrecati alla terrazza e locali adiacenti. L’autorizzazione si intende concessa sempre che l’autorità scolastica non abbia ad esprimere il proprio parere contrario.”
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Una iniziativa, quella di proiettare dei film all’aperto, che verrà accolta con grande soddisfazione da parte di tutti i rendesi, sia di quelli abitanti nel centro storico che di tanti altri residenti nelle frazioni e contrade vicine. Il programma, ideato dal proprietario del Cinema S. Chiara, Sig. Garofalo Pietro, è in pratica curato e portato avanti dal figlio, Italo Costantino. Il calendario prevede che l’inizio delle proiezioni inizi il 15 giugno e termini il 31 di agosto. E così, su di una palestra piena zeppa di bambini e ragazzi, donne e uomini di tutte le età, cominciano le proiezioni. Il primo film è “Il Cavaliere Mascherato”. Un successo, a cui seguirono tante altre proiezioni che, anch’esse, riscossero il pieno consenso degli spettatori. “Una romantica avventura”, “Il barbiere di Siviglia”, “La fanciulla di Portici”, “Una storia d’amore”, “La sonnambula”, tutti questi film riuscirono a far tenere attaccati allo schermo gli occhi degli spettatori partecipanti, ai quali spesso capitava di versare anche qualche lacrima in occasione di particolari scene d’amore o di toccanti avvenimenti. Il pubblico viveva quasi in prima persona le immagini del film, arrabbiandosi o ridendo a seconda delle scene che venivano proiettate sullo schermo. Alla fine si tornava a casa contenti, aspettando con ansia che venisse al più presto il Fig. 80 – Pietro Garofalo giorno della proiezione del prossimo film per gustare ancora un’altra avventura. Le proiezioni, che in estate a causa del caldo torrido si tenevano all’aperto, erano, però, diventate ormai una normalità a Rende. Grazie al Sig. Pietro Garofalo, che nel lontano 14 dicembre del 1925, iniziò l’attività del suo locale, il Cinema S.
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Chiara, con la proiezione del film “Povera piccola ladra”, il gradimento e l’apprezzamento da parte dei rendesi per quell’arte cinematografica, in quel tempo poco diffusa, soprattutto nei piccoli paesi dell’Italia meridionale, si affinò e pian piano crebbe sempre di più, arrivando ad operare di fatto in loro una crescita culturale che avveniva, a volte, anche in modo inconsapevole. Il Cinema S. Chiara diventa ormai una realtà, un punto d’incontro, una finestra sul mondo. Immagini suggestive e spettacolari scorrono giorno dopo giorno, anno dopo anno, sullo schermo facendo sognare intere generazioni di rendesi. Tutti fanno a gara per mettere da parte i soldi per acquistare un biglietto d’ingresso. E chi, soprattutto qualche ragazzo, i soldi proprio tutti non li ha, sosta davanti la porta in attesa che il buon gestore metta in azione la pratica della “porta a rota”. Era questa una specie di consuetudine che, dopo 10-15 minuti dall’inizio del film ed in cambio dei pochi spiccioli posseduti, consentiva anche a chi era rimasto fuori di entrare lo stesso e godersi così la visione di un buon film. Nel cinema si svolgevano normalmente le proiezioni di film e documentari ma anche le rappresentazioni di compagnie teatrali importanti, come la Rossi-Pianelli, la Lelio, la Libassi, oppure quelle di compagnie locali, come la Filodrammatica rendese. Nel marzo del 1942 iniziò l’attività del cinema sonoro parlato, con il film “Adriana Lecouvrer” ed il documentario “Vittoria ad occidente”. Col tempo tanti, tantissimi film, rimasti nella storia della cinematografia nazionale e mondiale, passarono da Rende in quel piccolo grande Cinema S. Chiara, spargendo i semi di quei fermenti culturali che pian piano contribuirono all’avanzamento ed al progresso della città di Rende. Dall’anno 1956 a Pietro Garofalo subentrerà, come gestore, il figlio Italo Costantino, il quale riuscirà ad imprimere una sua personale e qualificata impronta che si tradurrà soprattutto nella scelta delle pellicole che si succederanno, portando a Rende una ventata di aria nuova e di modernità. L’attività del Cinema S. Chiara continuerà ininterrotta anno dopo anno, pur tra mille difficoltà, anche quando si troverà costretta a
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misurarsi con la terribile concorrenza della televisione. Tutto questo fino al febbraio del 1979, quando nonostante la voglia di fare e la passione cinematografica erano in lui più vive che mai, Italo Costantino dovette rassegnarsi all’evidenza dei fatti e dei tempi e decidere che era arrivato il momento di chiudere il suo vecchio e amato Cinema. Nel frattempo era, però, riuscito a raggiungere e a tagliare tanti traguardi prestigiosi, tra i quali spiccano la medaglia d’argento, conquistata nel 1961, e quella d’oro, conquistata nel 1975, nel Premio Anziani del Cinema. Riconoscimenti per un Cinema, il S. Chiara, e per una persona appassionata e preparata, il Sig. Italo Costantino Garofalo, che non andrebbero dimenticati nemmeno oggi ma, anzi, apprezzati e valorizzati, in attesa magari di riappropriarsi di un luogo, il Cinema S. Chiara appunto, diventato ormai memoria storica e culturale di tutti i rendesi. Dalla cultura all’amore. Il mese di giugno diventa un mese importante nella storia della vita privata del Dott. Francesco Principe. Il 14 giugno del 1947 Principe, che appena un anno prima ci si era fidanzato, sposa Pisani Carolina detta Lina, dalla quale in seguito avrà tre figli: Sandro, Carmela e Gaetano.
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Fig. 81 - Gli sposi Carolina Pisani e Francesco Principe
Fig. 82 – Gli sposi in corteo
E’ una festa che coinvolge parenti ed amici, i quali si stringono intorno ai novelli sposi, che incarnano in loro le migliori qualità per una lunga e felice unione. A far da corona alla splendida cerimonia ci sono anche due compari d’eccezione: la N. D. Bianca Zagarese e suo marito, il barone Marco Magdalone, diretti discendenti delle due famiglie più in vista di Rende. All’uscita dalla chiesa gli sposi trovano una vera processione di gente festante, che li accompagna lungo tutto il corso principale del centro storico. La politica, però, non può stare ferma e se da una lato i partiti all’opposizione tentano in ogni modo di guadagnare consensi attraverso le sezioni, con riunioni e tesseramenti, dall’altro la maggioranza cerca in ogni modo di consolidare la sua supremazia.
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E l’esecutivo della Giunta Municipale lavora a pieno ritmo. Approva la revisione dei libretti di lavoro, il ruolo focatico, le variazioni semestrali sulla tariffa delle imposte di consumo, liquida il premio di presenza per il secondo semestre 1947 al personale dipendente e le competenze per il servizio di razionamento consumi. Poi approva i lavori suppletivi per la sistemazione di strade comunali, per un totale di £. 519.495, che assorbiranno manodopera portando sollievo alla disoccupazione. Non mancherà nemmeno l’applicazione di un’addizionale del 20% sulle imposte di consumo per fronteggiare i maggiori oneri derivanti al Comune dai recenti miglioramenti economici concessi al personale dipendente. Se con una mano prende, la Giunta, però, con l’altra mano da. “Letta l’istanza - si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°67 del 14.8.1947 presentata da Padre Gerardo Avella, Superiore del locale convento, con la quale, nel fare presente la necessità e l’urgenza di apportare delle riparazioni al tetto della chiesa dell’Immacolata, che minaccia di crollare, costituendo così un serio pericolo per i fedeli, prega vivamente questa Amministrazione Comunale perché voglia deliberare la concessione di un congruo contributo alle spese relative.
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Fig. 83 - Don Fancesco De Paola, Donato Magli, Padre Gerardo Avella, Sup. del Convento, Francesco Ritacca, Padre Gianmaria Cilurso, Michele De Paola, Franco Principe, Antonio Perugini, Giuseppe Carriero, Ernesto De Paola
Ritenuto che la Chiesa dell’Immacolata, per le sue tradizioni e per le sue bellezze artistiche sta molto a cuore al popolo di Rende, che la frequenta con assiduità, onde si ravvisa necessario, opportuno e doveroso l’accoglimento della richiesta di cui sopra…la Giunta, delibera di contribuire con la somma di £. 5.000 nella spesa per la riparazione del tetto della Chiesa dell’Immacolata…”. Il mese successivo, il 15 settembre 1947, la Giunta continua il suo lavoro determinando ex novo la tangente cauzionale da prestarsi per il servizio di cassa e riscossione delle rendite patrimoniali, alzando la cauzione che l’Esattoria-Tesoreria deve dare al Comune da £. 4.500 a £. 16.500, liquida le spese dovute, stabilisce il ruolo principale dell’imposta di famiglia, locativo, patente e vetture, e aggiorna il trattamento economico dei 22 dipendenti comunali concedendo loro, come disposto dalla legge, un aumento annuo del 20% lordo. Infine, liquida le spese per la compilazione e
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distribuzione per il terzo trimestre delle carte annonarie, che attualmente sono 11.261, incarica il Sig. Morrone Raffaele per la fornitura di legna da ardere, per l’Unrra, al prezzo di £. 750 a quintale, nomina il Sig. Marinelli Stanislao operaio provvisorio e fissa il giorno di adunanza del Consiglio Comunale per il 9 novembre 1947. E quel giorno il Consiglio si riunisce. Solo 14 i Consiglieri presenti, i quali provvedono alla nomina dei componenti della Commissione elettorale per il biennio 1947-48. I risultati della votazione vedono proclamati eletti: Effettivi 1° Principe Dott. Francesco 2° De Luca Rag. Salvatore 3° Basile Saverio 4° Orrico Giacomo Supplenti 1° De Rango Prof. Serafino 2° De Luca Pasquale 3° Chiappetta Salvatore 4° Aiello Raffaele A seguire, vengono affrontate le variazioni al bilancio 1947, con la correzione di alcune voci che si erano rivelate insufficienti a fronteggiare le spese. Viene approvata la tariffa per l’imposta sul bestiame per l’anno 1948, che prevederà un aumento del 2% e vengono stabilite le tariffe sui vari prodotti in commercio e sulle licenze. Subito dopo si decide di intentare giudizio contro gli eredi di Tommaso Merenda per la revindica del Fondo Difesa, mentre viene deliberato di soprassedere, per il momento, alla rivendicazione dei terreni demaniali di Coda di Volpe e Candele. Poi si concedono e si liquidano le indennità dovute al personale
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dipendente e si decide di contrarre un mutuo di £. 300.000 con la Cassa di Risparmio di Calabria per poter provvedere al pagamento di spedalità arretrate dovute all’Ospedale Civile di Cosenza. Si arriva così ad un punto che si rivelerà molto importante per la popolazione di Rende: il servizio automobilistico di linea RendeCosenza e viceversa. Il tutto prende il via da un’istanza presentata dai Signori Caruso Vincenzo, autista di Rende, e Ponzio Silvio di Carmine, da Rose, con la quale i sottoscrittori si dichiarano disposti, ciascuno per proprio conto, ad istituire un servizio di linea Re n d e - C o s e n z a e v i c e v e r s a , c h i e d e n d o i n c a m b i o all’Amministrazione un sussidio per fronteggiare le notevoli spese. Il Consiglio “…riconosciuto che la istituzione di un servizio pubblico del genere - si legge nella Delib. di C.C. n°30 del 9.11.1947 - è stato sempre desiderato e reclamato dalla intiera cittadinanza, e ciò anche per ragioni economiche, giacchè per accedere al Capoluogo di provincia, col quale questa popolazione ha quotidiani rapporti d’ordine scolastico, professionale, commerciale, ecc., deve necessariamente o servirsi dello scalo ferroviario di Rende, affrontando il percorso a piedi di 10 km. di strada, percorso che, specie d’inverno, si rende assolutamente disdicevole, o sobbarcarsi al pagamento della non lieve spesa di £. 400, quante, cioè ne sono richieste dagli esercenti il servizio di autonoleggio da rimessa, per il trasporto in auto da Rende a Cosenza d’una sola persona. Riconosciuta, pertanto la necessità e la urgenza che questa Amministrazione Comunale, in accoglimento, come sopra detto, dei desideri espressi dalla popolazione, si cooperi in maniera adeguata perché tali desideri si traducano in fatti concreti…Delibera di cooperarsi per la sollecita istituzione in questo Comune di un servizio automobilistico di linea per il trasporto di passeggeri, da Rende a Cosenza e viceversa; di fissare nella misura massima di £. 130.000 il sussidio annuo da corrispondere, dal giorno in cui il servizio avrà inizio, a favore della Ditta assuntrice del servizio stesso, a titolo di sovvenzione chilometrica”.
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Con quest’atto ha inizio un servizio di trasporto pubblico che rivoluzionerà, negli anni a seguire, le attività commerciali, economiche, lavorative ed anche l’istruzione e le abitudini dei cittadini rendesi, i quali si sposteranno sempre più di frequente verso la vicina città di Cosenza, dove le loro relazioni si moltiplicheranno a vista d’occhio. Sarà poi la Giunta Municipale, nella seduta del 31 dicembre 1947, a disciplinare il servizio di trasporto di linea solo con il Sig. Silvio Ponzio, il quale è convenientemente attrezzato per servizi del genere con pullman adatti allo scopo. Negli otto articoli che compongono il contratto, si stabiliscono modi, termini ed impegni che la Ditta ed il Comune, ognuno per quanto di loro competenza, si assumono per la buona riuscita del nuovo sistema di trasporto. Si fissa l’orario di partenza della corsa da Rende per le ore 7.30, mentre quello per il ritorno, da Cosenza viene stabilito per le ore 14.30. Le fermate obbligatorie, sia per l’andata che per il ritorno, sono quelle del bivio Rende-Scalo Rende, Surdo, Bivio Campagnano. Infine, quale garanzia il Sig. Ponzio verserà alla Cassa Comune la cauzione di £. 20.000, ed il Comune si impegna a corrispondere, dal giorno in cui il servizio avrà inizio, il sussidio annuo di £. 130.000. Nelle riunioni precedenti e fino al quella del 31 dicembre, la Giunta aveva anche approvato il ruolo dei contributi per la vaccinazione al bestiame per l’anno 1945 e 1946, il ruolo del super consumo dell’acqua, la revisione e la compilazione delle liste elettorali e l’acquisto di uno schedario elettorale, la concessione di un sussidio annuo di £. 18.000 all’Asilo Infantile, la concessione del 4° aumento periodico dello stipendio alla Levatrice Condotta, determinando in £. 95.000 lo stipendio annuo spettante alla Signora Sardegna Adelina. Il nuovo anno, atteso con speranza e fiducia dai cittadini rendesi, sembra poter rappresentare per davvero il momento del cambiamento. Il 1° gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione Italiana. Dopo la prima costituzione dell’Italia unita, quella dello Statuto Albertino, rimasta in vigore durante il ventennio fascista
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(1922-1943), nasce la nuova carta costituzionale che dovrà regolare la vita politica ed istituzionale della nazione. La sua nascita non fu certo facile, anzi vari ostacoli si frapponevano tra le diverse concezioni delle forze politiche che contribuirono alla sua scrittura, ma alla fine grazie ad un compromesso, con il quale ognuno rinunziò a qualcosa facendo delle concessioni alle altre parti, si arrivò ad un testo finale che soddisfò sia la Democrazia Cristiana che le forze laiche e di sinistra. Il risultato fu senza dubbio positivo e la nuova carta raggiunse l’obiettivo primario che si era proposto: quello di unificare il popolo italiano e di pacificare gli animi. L’Italia da oggi assume le sembianze di una nuova nazione, completa di organi e leggi che possano assicurare a tutti i cittadini pari diritti e pari dignità. I problemi aperti a Rende sono ancora tanti ma si avverte che la tendenza negativa sta cominciando ad invertirsi, lasciando intravvedere all’orizzonte una possibilità vera e reale per conquistare quella normalità di vita tanto agognata che fino ad allora era stata invece costellata solo da grandi sacrifici e povertà. Il Sindaco Gaspare Rovella si è ormai calato a pieno nel suo ruolo ed ha compreso bene l’ambiente nel quale deve muoversi e la gente con la quale deve interloquire, primi fra tutti i Consiglieri della sua maggioranza e gli Assessori della sua Giunta Municipale. Non è facile dare risposte a tutte le richieste che gli provengono dai cittadini o tramite i politici che li rappresentano, ma Rovella ha capito che più del piccolo favore fatto al singolo conta l’impegno di una programmazione attenta e mirata che porti ad un vero cambiamento in meglio della situazione attuale per l’intera città. Sa che è possibile operare una piccola rivoluzione in quel territorio di Rende, fino ad allora votato quasi esclusivamente alla vocazione agricola e all’allevamento del bestiame. I tempi sono maturi per un vero sviluppo, che deve interessare non più e non solo il centro storico ma anche i nuovi insediamenti che vanno ingrandendosi ogni giorno di più. Dall’acqua all’energia elettrica, dalle strade ai sistemi di trasporto, dal lavoro alle case, di tutto questo ha bisogno
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la città di Rende. Un’impresa notevole da realizzare con le poche risorse a disposizione. Il Sindaco, però, ha compreso che il suo compito principale è quello di recepire le istanze ed i bisogni dei suoi amministrati e risolverli con dei progetti mirati. I fondi per far diventare realtà quei sogni scritti su dei pezzi di carta arriveranno dallo Stato o, chissà, da altre parti. Anche il Piano Marshall, di cui già si parla tanto, potrà portare i primi benefici e dare una grossa mano in questa direzione. E allora niente più ripensamenti e avanti nella direzione dello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi, tenendo bene in mente allo stesso tempo che i mezzi a disposizione, al momento, sono ancora molto limitati e che per questo bisogna fare di tutto per non disperderli e indirizzarli su precise opere necessarie. La Giunta Municipale, sotto la guida del Sindaco Gaspare Rovella e composta dagli Assessori effettivi Salvatore Chiappetta, Dott. Giovanni Perugini, Pasquale De Luca, Giacomo Orrico, e dagli Assessori supplenti Raffaele Aiello e Francesco Settino, si riunisce il 27 gennaio 1948 e affronta i pochi argomenti all’ordine del giorno. La riunione, infatti, serve più a fare il punto sui lavori in cantiere e su quelli che nel prossimo futuro dovranno iniziare. Nel frattempo si fanno i conti con i problemi aperti. Viene approvata la variazione semestrale della tariffa delle imposte di consumo, che porterà anche ad una riduzione della tassazione sui maiali e per i produttori di vino, si liquidano le spese a calcolo e viene concesso un premio all’Agente Daziario Silvio Puntillo. E’ questo sicuramente un segnale che il Sindaco e l’intera Giunta vogliono dare alla popolazione per dimostrare loro che chi vale e s’impegna verrà premiato perché contribuirà alla crescita della città. “Preso atto - si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°3 del 27.1.1948 - che nell’anno 1947 la Società Trezza, appaltatrice delle imposte di consumo per il quinquennio 1° ottobre 1946 – 30 settembre 1951, ha versato al Comune la somma di £. 2.167.650,30 con un aumento di oltre un milione rispetto al minimo garantito di £. 1.150.000; Ritenuto che tale lusinghiero ed insperato risultato è
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dovuto in parte all’encomiabile organizzazione e direzione con cui la Società Trezza gestisce le Aziende daziarie nella nostra provincia, ed in parte all’opera intelligente, energica dell’agente Puntillo Silvio, il quale adempie ai propri doveri con vero spirito di sacrificio… Delibera di rivolgere una parola di plauso e di elogio all’agente daziario Puntillo Silvio per il servizio intelligente ed inappuntabile fin qui prestato, stabilendo nella misura di lire mille il premio da erogare a favore dello stesso, da prelevare dal fondo impreviste del bilancio del corrente esercizio”. Nelle riunioni a seguire, di febbraio, marzo e aprile, la Giunta Municipale provvede alla liquidazione dei compensi per il lavoro straordinario prestato dai dipendenti comunali e ne autorizza dell’altro occorrente per il servizio elettorale in vista delle prossime consultazioni politiche, fissa il canone mensile da corrispondere al Sig. Salvatore Molinaro per l’affitto di un locale in contrada Maio, nel quale viene ospitata una scuola, si liquidano le spese a calcolo del bilancio 1948, l’Aggio al Tesoriere sulle rendite patrimoniali (£. 3.294) e gli interessi sulle anticipazioni di Cassa eseguite dal 1° maggio al 31.12.1947 (£. 19.980). Inoltre si provvede a liquidare il premio di presenza al personale dipendente per il primo trimestre dell’anno. Il 18 aprile 1948 si svolgono le elezioni politiche, con le quali verranno eletti i rappresentanti di Camera e Senato della Repubblica. Sono queste le prime elezioni italiane dopo quelle svolte per eleggere l’Assemblea costituente. Il clima elettorale è infuocato e vede contrapposti due schieramenti: da una parte la Democrazia Cristiana e dall’altra Socialisti e Comunisti uniti nel Fronte Democratico Popolare. La decisione di presentare unite le due liste fu presa perché si pensava che insieme si sarebbe potuto conquistare più facilmente la maggioranza assoluta dei voti e, quindi, governare il Paese. Non tutti i socialisti, però, avevano condiviso questa scelta e già nel 1947 operarono una scissione nel partito dando vita ad un nuovo soggetto politico, del quale era leader Giuseppe Saragat, che prese il nome di Partito Socialista dei
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Lavoratori Italiani (PSLI, che in seguito divenne PSDI, n.d.A.). Legato alla tradizione riformista, dove si avvertivano in modo forte i valori dell’emancipazione delle classi lavoratrici e la loro piena eguaglianza sul piano giuridico, sociale ed economico, il nuovo partito socialista non voleva nessuna commistione con i comunisti, non solo con i massimalisti ma anche con coloro che cercavano una sintesi politica che finiva per sfociare poi, inevitabilmente, in proposte ritenute inaccettabili e non condivisibili. Durante la campagna elettorale del 1948 arrivò a Cosenza Sandro Pertini, il quale tenne un grande comizio in Piazza della Vittoria. Giacomo Mancini in quell’occasione volle che a presentare Pertini fosse Francesco Principe, il quale sostanzialmente condivideva le idee autonomiste di Saragat ed aveva votato contro il Fronte, ma era rimasto lo stesso nel Partito Socialista in quanto non voleva aggravare la spaccatura e, pur non condividendo l’idea dell’unione con il Partito Comunista, si era ormai deciso a combattere fino in fondo la battaglia con il Fronte. E così la campagna elettorale, tra adunanze oceaniche nelle città importanti e comizi in piccole piazze di altrettanto piccoli paesi, si conclude e arriva il 18 aprile, giorno del voto. Alla Camera dei Deputati i voti espressi saranno oltre 26 milioni, mentre al Senato oltre 22 milioni e mezzo. I risultati elettorali assegneranno la vittoria netta alla Democrazia Cristiana, che darà vita al Governo De Gasperi della prima legislatura con DC, PLI, PSLI e PRI, sancendo altresì il fallimento dell’esperienza del Fronte Democratico Popolare. Risultati elettorali nazionali Camera dei deputati Partiti Democrazia Cristiana (DC)
Voti 12.740.042
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Voti % 48,51
Seggi 306
Fronte Democratico Popolare (FDP) 8.136.637 Unità Socialista (US) 1.858.116 Blocco Nazionale (BN) 1.003.727 Partito Naz. Monarchico-Alleanza dei 729.078 Lavoratori ((PNM) Partito Repubblicano Italiano (PRI) 651.875 Movimento Sociale Italiano (MSI) 526.882 Sudtiroler Volkspartei (PPST-PPTT) 124.243 Partito dei Contadini d’Italia 95.914 Cristiano Sociale 72.854 Partito Sardo d’Azione (PSd’Az) 61.928 Movimento Nazionale Democratici 56.096 Socialisti Unione Movimenti Federalisti 56.655 Blocco Popolare Unionista 35.899 Partito Comunista Internazionalista 20.736 Altri 83.294 Totale 26.264.458
30,98 7,07 3,82 2,78
183 33 18 14
2,48 2,01 0,47 0,37 0,28 0,24 0,21
9 6 3 1 0 1 0
0,20 0,14 0,08 0,37 100,00
0 0 0 0 574
Risultati elettorali nazionali Senato della Repubblica Partiti Voti Democrazia Cristiana (DC) 10.899.640 Fronte Democratico Popolare (FDP) 6.969.122 Blocco Nazionale (BN) 1.216.934 Unità Socialista 943.219
140
Voti % Seggi 48,11 131 30,76 72 5,37 7 4,16 8
US-PRI 607.792 Partito Repubblicano Italiano (PRI) 594.178 Partito Nazionale Monarchico (PNM) 393.510 Movimento Sociale Italiano (MSI) 164.092 Sudtiroler Volkspartei (SVP) 95.406 Partito Sardo d’Azione (PSd’Az) 65.743 PLI – Indipendenti 45.732 PLI – Indipendenti 23.966 MSI – Indipendenti 23.576 PNM – Indipendenti 22.114 PLI – Indipendenti 19.944 Altri 572.322 Totale 22.657.290
2,68 2,62 1,74 0,72 0,42 0,29 0,20 0,11 0,10 0,10 0,09 2,53 100,00
4 4 3 0 2 1 1 1 1 1 1 0 237
A Rende le elezioni si vivono con eguale apprensione. Tanti uomini politici sono venuti a fare i loro comizi nella piazza principale o in altre zone del centro abitato e la propaganda elettorale si è svolta ininterrottamente fino all’ultimo momento. Gli elettori chiamati al voto sono 2.770 uomini e 2.934 donne, anche se alla fine i votanti saranno complessivamente 5.168 per la Camera dei deputati e 4.354 per il Senato della Repubblica. Le elezioni si svolgono in otto sezioni così dislocate: I Sez. II Sez. III Sez. IV Sez. V Sez. VI Sez.
Salone Palazzo Municipale Aula dell’edificio scolastico destinata a I elementare mista Locale Asilo Infantile Locale Ufficio Municipale adibito a razionamento consumi Locale ex GIL Locale di proprietà Garofalo Pietro adibito a Cinema
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VII Sez. VIII Sez.
Teatro Locale di proprietà Magdalone adibito a rimessa di automobili Surdo Cantiere
I risultati elettorali seguiranno passo passo l’andamento nazionale al Senato, mentre verrà marcata ancora di più la vittoria della Democrazia Cristiana alla Camera dei deputati. Risultati elezioni politiche a Rende Camera dei deputati Partiti (Sigla)
Voti di lista Voti % validi
Democrazia Cristiana (DC)
2.848
56,2
Fronte Democratico Popolare (SC-Socialisti e Comunisti)
1.546
30,5
Blocco Nazionale (BN)
275
5,4
Movimento Sociale Italiano (MSI)
217
4,3
Partito Repubblicano Italiano (PRI)
76
-
Unità Socialista (US)
41
-
Partito Nazionale Monarchico (PNM)
38
-
184
-
Altri Schede nulle N°98 pari all’1,9% dei voti
Risultati elezioni politiche a Rende Senato della Repubblica
Partiti (Sigle)
Candidato
Voti validi
Democrazia Cristiana (DC)
Vaccaro Nicola
2.325
57,0
Socialisti e Comunisti (SC)
Talarico Alberigo
1.189
29,1
142
Voti %
Blocco Naz. Monarchici e Uomo Qualunque
Quintieri Quinto
566
13,9
Schede nulle N°274 pari al 6,3 % dei voti
Archiviate anche queste elezioni, nel mese di maggio la Giunta torna all’opera. Sul suo tavolo ci sono gli importanti lavori previsti. La prima deliberazione porta come oggetto: ”Lavori sistemazione lavori interni e della strada di allacciamento allo scalo ferroviariofrazione Arcavacata-Pietà-Nogiano-S. Ianni”. Si comincia a metter mano sul serio al sistema viario che, nell’intenzione del Sindaco, dovrà svilupparsi su tutto il territorio. “Visto il progetto in data 21.1.1946, - si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°13 del 15.5.1948 - redatto dal libero professionista Ing. Romolo Gallo, per l’importo complessivo di £. 1.300.000 e riguardanti i lavori di sistemazione delle strade interne e della strada di allacciamento allo scalo ferroviario e frazione Arcavacata e contrada Pietà, Nogiano, S. Ianni…delibera di dare, come da, il proprio consenso per la esecuzione dei lavori stessi che richiedono un largo impiego di mano d’opera a sollievo della disoccupazione, giusta quanto stabilisce l’art. 2 del decreto legislativo luotenenziale 10 agosto 1945 n°517, fermo restante che, la metà della spesa sostenuta dallo Stato per l’esecuzione dei lavori stessi, anche la metà di quella (£. 12.339) previste per la compilazione del relativo progetto, e che il recupero di dette quote anticipate dallo Stato, sarà effettuato in trenta rate annuali, senza interessi, decorrenti dal terzo anno successivo a quello in Fig. 84 - Cantiere di lavoro cui sarà redatto il verbale di collaudo”.
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E a questo primo importante passo in avanti sul cammino dello sviluppo, la Giunta, nella stessa seduta, ne aggiunge un altro sicuramente ancor più significativo, quello per il convogliamento di una nuova sorgente di acqua nella condotta principale dell’Acquedotto Comunale. “Visto il progetto in data 23.7.1946, riveduto il 31.2.1948, – si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°14 del 15.5.1948 – di £. 8.500.000 e perizia stralcio 1.4.1948 per l’importo complessivo di £. 4.000.000 e riguardante i lavori di costruzione di un tratto di condotta sussidiaria per il convogliamento della sorgente denominata ”Bassa” nella condotta principale dell’Acquedotto, delibera di dare, come da, il proprio consenso per la esecuzione dei lavori stessi che richiedono un largo impiego di mano d’opera a sollievo della disoccupazione, giusta quanto stabilisce l’art. 2 del decreto legislativo luogotenenziale del 10 agosto 1945 n°517, fermo restante che, giusta il disposto del successivo art. 3 resta a carico di questo Comune, la metà della spesa sostenuta dallo Stato per l’esecuzione dei lavori stessi e che il recupero di detta quota anticipata dallo Stato, sarà effettuato in trenta rate annuali senza interessi decorrenti dal terzo anno successivo a quello in cui sarà redatto il verbale di collaudo”. La Giunta non si ferma qui. Nella stessa adunanza, rivelatasi molto fruttuosa, liquida il compenso al Tesoriere per il servizio di cassa del 1947, la quota parte al personale di segreteria sul ricavato della vendita di carta da macero e per il lavoro straordinario prestato per il servizio elettorale dal 1 febbraio al 30 aprile 1948 ed, infine, liquida i compensi per la compilazione e distribuzione dei certificati elettorali per la consultazione politica del 18 aprile. I certificati elettorali – si evince dal verbale della Delib. di G.M. n°17 del 15.5.1948 – sono stati 5876 e quelli distribuiti 5673, di cui 1276 nel centro abitato e 4397 nelle campagne. E dopo aver concesso il trasferimento della Rivendita N°2, di cui è titolare il Sig. Sicilia Giovanni, dall’attuale locale a quello sito in via Vittorio Emanuele n °35, la Giunta stabilisce le nuove tariffe per l’imposta di consumo,
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in particolare con alcune variazioni sui diritti accessori su alcuni prodotti, e provvede all’aumento del canone dell’acqua a domicilio, dovuto al Comune, portandolo dal 1 luglio c.a. da £. 8 a £. 40 mensili per ogni utenza di acqua, escluso, s’intende, il super consumo e il nolo del contatore. Infine, si propone la bozza del bilancio 1948 all’esame e all’approvazione del Consiglio comunale, determinando in £. 13.901.000 il suo importo complessivo, sia in entrata che in uscita. A tal riguardo si può notare come il bilancio sia completamente raddoppiato rispetto a quello dell’anno scorso, il 1947, che ammontava a £. 6.855.293,85. Uno sforzo, dunque, notevole per cercare di realizzare tutte le opere necessarie e risolvere gran parte dei problemi più urgenti che bloccano la città. Le risorse sono, però, sempre poche e per ridurre il debito, già presente dall’anno passato, il Sindaco e la Giunta ritengono corretto operare un aumento della tassazione. “Ritenuto – si legge nella deliberazione di G.M. n°26 del 15.5.1948 – che essendo cessato col 31.12.1947 la possibilità per i Comuni di ottenere contributi integrativi da parte dello Stato, si rende necessario, ai fini del pareggio del bilancio, il potenziamento di tutte le entrate che per il raggiungimento di tale fine non conseguibile diversamente, malgrado che le spese a calcolo siano state previste entro i limiti dell’indispensabile, ridotto al limite la spesa facoltativa, si rende assolutamente necessario aumentare il gettito dei contributi locali, applicare agli stessi una super contribuzione del 20% ed aumentare la sovrimposta comunale sui terreni e fabbricati a £. 1.500.000”. Una scelta certamente dolorosa ma che non si poteva evitare se non si voleva rischiare il fallimento ed il conseguente commissariamento. Nel frattempo, però, erano cresciute e di molto le scuole presenti sul territorio. Oltre a quelle situate nel centro storico, c’erano ormai aule aperte nella contrada Pietà, a Nogiano, Surdo, Saporito, Fossalupara, Maio, Arcavacata. Certamente i locali che ospitavano queste scuole non erano il meglio che si potesse sperare. Soprattutto in alcune zone di campagna le aule erano
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sistemate in locali vecchi, angusti e poco igienici, a volte perfino vicino alle stalle degli animali. In ogni caso non si poteva avere di più e i piccoli alunni erano contenti lo stesso di poter frequentare la scuola vicino casa e guardavano al loro maestro con grande rispetto e ammirazione. L’attenzione che questi giovani studenti ponevano nei loro studi era davvero un fatto lodevole, se solo si pensa che spesso la classe era composta da alunni che frequentavano sezioni diverse. Si trattava, cioè, di multi classe, con tre o quattro bambini per sezione, magari dalla prima alla quinta. Non potendo aprire aule singole per tutti, per forza di cose ci si doveva adattare e per farlo si riunivano i piccoli alunni frequentanti le varie classi nella stessa aula, affidando all’insegnante il gravoso compito di dover tenere lezioni separate e assegnare ai suoi piccoli allievi compiti e studi diversi. Si arriva così alla fine del mese di maggio, quando la Giunta Municipale, nella seduta del 26, approva il ruolo suppletivo per l’imposta di famiglia (Fuocatico, n.d.A.) 1947, per un ammontare complessivo di £. 84.895,80 e approva altresì il Regolamento e la Pianta organica per il personale dipendente. A tal proposito vengono stabilite le regole alle quali attenersi con ben 148 articoli e le attribuzioni del personale di ruolo e non di ruolo. L’altro punto sul tappeto riguarda l’apertura in sessione ordinaria primaverile del Consiglio Comunale. All’ordine del giorno dell’adunanza, fissata per le ore 17.30 del 12 giugno, figurano ben venti punti, tra i quali lavori importanti, istanze dei cittadini e la sistemazione di personale non di ruolo. E arriva finalmente il giorno del primo Consiglio Comunale del 1948, che stranamente dopo questa seduta non tornerà più a riunirsi per tutto l’anno. Il 12 giugno, come detto, tanti ed importanti sono i punti all’ordine del giorno. La maggioranza ha ormai intrapreso la via di un nuovo sviluppo per la città di Rende e cerca di dotare le sue contrade di quelle opere indispensabili per dare la possibilità ai suoi abitanti di creare una nuova economia che porti lavoro e ricchezza. In questa direzione va sicuramente la forte
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volontà del Sindaco Gaspare Rovella di fornire l’insediamento di Arcavacata di energia elettrica. “Vedute – si legge nella delibera di C.C. n°1 del 12.6.1948 – le continue, reiterate insistenze verbali e per iscritto fatte pervenire, anche tramite la Superiora Prefettura, dagli abitanti della frazione Arcavacata, con le quali, nel fare presente lo stato di inferiorità e le condizioni di disagio morale e materiale in cui vive quella laboriosa popolazione, a causa della mancanza nella località di energia elettrica e quindi della illuminazione elettrica, chiedono che a tale deficienza sia ovviato al più presto possibile; Ritenuto che la frazione Arcavacata, senza dubbio la più importante del Comune, avendo una popolazione di oltre 3.000 abitanti, sede di Parrocchia, scuole, ecc. ecc. merita di essere appagata in una aspirazione che oltre ad essere giusta per ragioni igieniche-economiche, risponde oggi per una popolazione civile ad una inderogabile necessità di vita; Riconosciuta per tali ragioni la richiesta degli abitanti della frazione Arcavacata meritevole di accoglimento; Ritenuto che la Società Elettrica della Calabria, tempo fa, opportunamente interpellata in proposito, ebbe a comunicare che l’impianto della pubblica illuminazione in quella località avrebbe importato una spesa di oltre tre milioni e mezzo, spesa che oggi, a distanza di alcuni mesi da detta comunicazione, deve intendersi lievemente aumentata; Ritenuto che alla spesa di che trattasi non può che farsi fronte unicamente con mutuo da contrarre con la CC. DD. e PP. (Cassa Depositi e Prestiti, n.d.A.), ammesso che lo Stato, al quale non si mancherà di fare pressione in merito, non voglia comprendere i lavori di che trattasi tra quelli da eseguirsi a sollievo della disoccupazione; Veduta la legge comunale e Provinciale, con voti unanimi, Delibera, che la frazione Arcavacata sia provvista al più presto possibile di pubblica illuminazione ed all’uopo dispone: 1) che sia dato incarico alla Società Elettrica della Calabria per la sollecita redazione del progetto relativo. 2) riservarsi di provvedere alla approvazione del progetto stesso e di determinare i mezzi come fare fronte alla spesa per l’esecuzione di esso”.
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Una decisione forte che viene accolta con entusiasmo da alcuni abitanti di Arcavacata presenti alla riunione. Riunione che vede presenti, oltre al Sindaco, solo 12 Consiglieri di maggioranza, mentre sono del tutto assenti quelli di minoranza. Subito dopo il Consiglio si appresta ad esaminare ed approvare il bilancio di previsione per l’anno 1948, predisposto ed approvato dalla Giunta Municipale il 19 maggio c.a. La lettura del documento evidenzia come le spese siano state contenute nella più stretta economia, rimarcando come per arrivare al pareggio del bilancio, non diversamente conseguibile, sia stato previsto anche l’aumento di tutta una serie di tributi. Segue una breve discussione e alla fine il bilancio viene votato all’unanimità. E dopo aver ratificato la delibera riguardante l’aumento dei diritti accessori sull’imposta di consumo, il Consiglio affronta il punto seguente che prevede l’aumento del canone acqua. “Ritenuto che il canone per acqua a domicilio – si legge nella Delib. di C.C. n°4 del 12.6.1948 – anche in relazione alla necessità del bilancio, può e deve costituire per il Comune una entrata non deprezzabile, onde necessario che esso, unitamente al nolo del contatore, venga congruamente aumentato; Ritenuto che tale aumento si rende indispensabile anche allo scopo di infrenare abusi e sperperi di acqua, specie nella stagione calda, durante la quale il quantitativo di acqua si appalesa insufficiente ai bisogni della popolazione, delibera, con voti unanimi, 1) di aumentare da £. 8 a £. 100 mensili il canone ordinario per ogni utente di acqua a domicilio e con decorrenza 1 luglio prossimo; 2) con voti 11, contrari 1, di aumentare da £. 2 a £. 20 mensili, con decorrenza 1 luglio prossimo, il ruolo per ciascun contatore applicato; con voti 10, contrari 2, di aumentare da £. 25 a £. 100 il canone da pagarsi a titolo di superconsumo per ogni metro cubo di acqua consumato in più dei 15 metri cubi che ciascun utente può mensilmente consumare senza il pagamento del maggior consumo. Delibera infine che l’aumento di cui al n°3 abbia inizio dal 1° giorno del
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mese successivo a quello in cui il Comune avrà regolarmente applicato i contatori per tutte le utenze”. I lavori del Consiglio proseguono e dopo aver concesso all’Applicato di Segreteria Lo Celso Angelo il 4° aumento periodico dello stipendio e ratificato la delibera di G.M. circa l’approvazione del regolamento organico per i dipendenti comunali, revoca la propria delibera n°73 del 21.12.1946 circa la vendita di un suolo edificatorio, costituito da pochi mq. di terreno di proprietà del Comune, sito in via Ritiro, al Sig. Capizzano Attilio, stabilendo che la vendita del suolo dovrà avvenire all’asta pubblica col sistema della candela vergine. E dopo aver approvato i lavori, decisi dalla Giunta Municipale, per la costruzione di un tratto di condotta sussidiaria e dei lavori per la sistemazione delle strade interne e di allacciamento alle frazioni di Arcavacata, Pietà, Nogiano e S. Ianni, si passa all’istanza presentata dagli abitanti delle contrade Arcavacata e Castiglione Scalo (Quattromiglia) per ottenere la istituzione della sezione dello Stato Civile e la delegazione municipale. La discussione sul punto si fa vivace e animata, ma pur comprendendo le ragioni degli abitanti delle zone interessate, il Sindaco, e con lui la maggioranza, decide di non accogliere la richiesta per la impossibilità del Comune a “…sostenere - si legge nella Delib. di C.C. n°19 del 12.6.1948 - la non lieve spesa che comporterebbe la istituzione di detti uffici”. Il Consiglio ratifica alcune deliberazioni di Giunta, con le quali si concede l’aumento caroviveri all’operaio disinfestore Scinta Valentino e alla Levatrice Sardegna Adelina e l’aumento periodico del salario, anticipato per la nascita della figlia, alla guardia municipale, Florindo Principe, e ratifica, altresì, la liquidazione del compenso al Tesoriere per il servizio di cassa e lo storno ed impinguamento di fondi sul Bilancio 1947. Subito dopo, su proposta del Consigliere Rag. De Luca Salvatore, delibera “di incaricare - si legge nella Delib. di C.C. n°23 del 12.6.1948 - il Consigliere Signor Basile Saverio Francesco perché, al più presto possibile, si rechi, a spese del Comune, a Roma, onde prendere
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contatti col Superiore Ministro dei Lavori Pubblici e le autorità politiche rappresentanti la nostra circoscrizione, per una sollecita definizione delle pratiche interessanti i lavori di completamento acquedotto, sistemazione strade interne, ecc. ecc.”. Si evince da questo punto il bisogno dell’Amministrazione Comunale, suffragata da una forte volontà politica, di arrivare al più presto alla completa definizione di quelle pratiche di contributi concessi dallo Stato, con i quali concludere le opere iniziate. E per non stare con le mani in mano nel frattempo, il Consiglio, “su proposta del Consigliere Chiappetta Emilio, - si legge nella Delib. di C.C. n°26 del 12.6.1948 - riconosciuta la necessità della contrada Surdo di essere provvista di acqua potabile, delibera di dare incarico al fontaniere del Comune, Signor Sicilia Salvatore, perché accerti la distanza intercedente tra questo centro abitato e la contrada Malvitani e la contrada Surdo, onde determinare il quantitativo di tubi occorrenti per dotare la contrada Surdo di acqua potabile. In seguito a ciò la questione sarà portata al Consiglio per ulteriori definitive determinazioni”. Quello che ne esce fuori è un occhio attento e a tutto campo dell’Amministrazione Municipale nel suo insieme, ed in particolare della Giunta Rovella, verso le istanze e le aspettative dei cittadini rendesi, che denota una forte volontà di riuscire a superare i grossi ostacoli che si frappongono sulla strada di un nuovo cammino della città di Rende, la strada della modernità e dello sviluppo. L’ultimo punto della seduta del Consiglio comunale riguarda l’osservanza da parte della Ditta Trezza, appaltatrice del servizio di riscossione delle imposte di consumo del Comune di Rende, della disposizione contenuta nell’art. 27 del contratto di appalto relativo all’assunzione di due agenti locali e l’assegnazione permanente di essi alla gestione. Il dibattito nel precedente Consiglio aveva portato ad inviare una lettera alla Ditta Trezza, con la quale si chiedevano chiarimenti in merito. Ora, con nota 8 marzo c.a., arriva la risposta, che viene letta all’assemblea.
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“…L’art. 27, a nostro avviso, contiene l’obbligo da parte dell’Appaltatore di assumere in servizio due elementi locali e ciò al fine di alleviare la disoccupazione, obbligo questo già ampiamente osservato dalla nostra Società con l’assunzione di ben quattro unità lavorative, di cui una dimessasi volontariamente (Loizzo Umberto) ed altra licenziata per incapacità (omissis) mentre le altre due: a) Puntillo Silvio, b) Morcavallo Mario, sono alle dipendenze dalle gestioni di Rende il primo con l’agente ricevitore Vigna Alfredo e con il Vice Ispettore Sabatini Ugo e a quella di Tarsia il secondo”. A questo punto “…Il Consiglio delibera di ritenere, come ritiene, si legge nella Delib. di C.C. n°27 del 12.6.1948 - che la Ditta Trezza ha bene interpretato ed osservato la disposizione dell’art. 27 del contratto di appalto e pertanto la esorta, anche per l’avvenire di osservare letteralmente la disposizione stessa”. E’ l’ultima grana per il Consiglio Comunale, che per vari motivi, tornerà a riunirsi solo a gennaio del prossimo anno. Nel frattempo toccherà alla Giunta continuare ad operare, districandosi tra piccole grandi faccende, e spiegare alla popolazione che la sua azione, guidata dal Sindaco Rovella, può effettivamente cambiare in positivo lo stato della città, risolvere i tanti problemi, ridare un nuovo volto all’economia, allo sviluppo, alla vita quotidiana di tutti i rendesi. E così, dopo aver approvato il ruolo terratico, comprendente 20 partite per un ammontare complessivo di £. 28.775, si autorizza il rilascio di alcuni libretti di lavoro, si accoglie l’istanza di Costabile Gabriele per il passaggio di acqua per uso irriguo nella via Comunale Scaglioni, “…purché avvenga – si legge nella deliberazione di G.M. n°34 del 15.6.1948 – sotto strada, con tubazione regolarmente contenuta”, e si liquidano le spese a calcolo del bilancio 1948. A seguire si determina la misura delle oblazioni per le contravvenzioni ai regolamenti comunali, si concede un aumento del salario, da £. 12.000 a £. 18.000 mensile, al Cantoniere Stradale Marinelli Stanislao, si liquida il premio di presenza per il secondo trimestre al personale dipendente ed il compenso per il servizio di razionamento consumi al personale addetto Sigg.
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Morcavallo Alessandro e Magliocchi Assunta. Si liquida, altresì, il compenso per il lavoro prestato per la compilazione e distribuzione delle carte annonarie per pane, grassi da minestra e altro, che ammontano a 11.324. Il Sindaco, però, a fianco dei piccoli, sia pure importanti, problemi cerca di ridare lustro ed importanza alla città facendo voti al Ministero di Grazia e Giustizia per il ripristino in Rende della sede di Pretura. “Veduti gli atti esistenti in questo Ufficio Municipale – si legge nel verbale della delibera di G.M. n°45 del 30.6.1948 – dai quali risulta che nell’anno 1924, nonostante le proteste, insistenze, petizioni, ecc. reiteratamente rivolte alle superiori autorità, non fu possibile ottenere la revoca del decreto di soppressione della Pretura di Rende, alla quale erano da tempo immemorabile aggregati i Comuni di S. Fili, Marano Marchesato e Castrolibero, soppressione che venne attuata con decorrenza 1 luglio di detto anno. Tenuto presente il danno incalcolabile che da tale ingiusto provvedimento ne è derivato e ne deriva alla popolazione di questo Comune, principalmente, ed a quelle dei Comuni suindicati, sia per le maggiori spese cui esse, necessariamente, devono andare incontro per raggiungere il Capoluogo di Provincia alla cui Pretura sono state aggregate, sia per la inevitabile lentezza con la quale, data l’ingente mole di lavoro cui fa capo a detto Ufficio, vengono espletate le pratiche e i giudizi penali e civili, cosa che costringe i cittadini interessati a recarsi più volte per lo stesso motivo a Cosenza con evidente inutile dispendio di tempo e di denaro. Ritenuto che il decentramento di un così importante servizio si ravvisa opportuno e necessario, sia per assicurare al servizio stesso maggiore speditezza, eliminando, nello espletamento delle pratiche, quelle lungaggini che ridondano a discapito della Giustizia, sia per evitare ai cittadini interessati perdita di tempo, tanto prezioso in un momento, come l’attuale, di cui, da tutte le parti d’Italia, si parla di ricostruzione del Paese; Ritenuto che questo Comune, con una popolazione alla data odierna di 12.000 abitanti circa, sede di
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importanti opifici industriali, centro di notevole risaputa importanza agraria e commerciale possiede tutti i requisiti necessari per essere ex novo destinato a sede di Pretura; Ritenuto che è aspirazione vivamente sentita da questa cittadinanza che in questo Comune, per tantissimi anni sede di Pretura, con vantaggio morale ed economico “di tutti”, venga ripristinato l’Ufficio di Pretura; Ritenuto, infine, che la spesa che comporta l’istituzione dell’Ufficio di Pretura in questo Comune verrebbe enormemente compensata dai benefici non lievi che, come sopra detto, ne trarrebbero ed il servizio e le popolazioni interessate. Veduta la legge Com.le e Prov.le; Con voti unanimi e coi poteri del Consiglio. Delibera, di fare voti al Superiore Ministero di Grazia e Giustizia perché compenetrato delle ragioni sopra esposte, in accoglimento delle giuste aspirazioni di questo Comune, voglia disporre il sollecito ripristino in questo Capoluogo dell’Ufficio di Pretura”. A seguire e sempre sulla stessa linea, quella cioè di far ritornare sul proprio territorio quegli uffici importanti una volta presenti, la Giunta delibera “…di far voti al Ministero delle Finanze - Delib. di G.M. n°46 del 30.6.1948 - perché compenetrato delle necessità esposte, voglia, in accoglimento delle aspirazioni di questa cittadinanza, disporre il sollecito ripristino in questo Comune dell’Ufficio del Registro”. Infine, nella stessa seduta, la Giunta Municipale approva il ruolo per il canone dell’acqua a domicilio per l’anno in corso, ammontante alla somma complessiva di £. 148.300, oltre l’imposta sull’entrata, come per legge, comprendente n°190 partite. Passa un mese e l’esecutivo torna a riunirsi affrontando in due sedute gli argomenti all’ordine del giorno. La Giunta approva l’elenco dei poveri del Comune di Rende, che comprende 205 famiglie con 842 componenti, ai quali va assicurato il diritto all’assistenza medico chirurgica ed ostetrica gratuita, nonché la somministrazione sempre gratuita dei medicinali ad essi occorrenti, ed approva il ruolo bestiame dell’anno 1948. Quindi, si propone il
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ripristino del servizio veterinario tramite il preesistente Consorzio Rende-S. Fili. “Letta la nota del 27 luglio c.a. n°22906 – si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°51 del 31.7.1948 – con la quale la Prefettura di Cosenza, allo scopo di ovviare alle deficienze verificatesi nel servizio veterinario, deficienze che hanno dato e continuano a dare luogo a giustificate lamentele da parte dei Comuni interessati, si propone il ripristino del vecchio consorzio Rende - S. Fili, distaccando i Comuni di Castrolibero, Marano Princ. e Marano March., che verrebbero così a fare parte di un nuovo Consorzio. Riconosciuta la proposta della Prefettura meritevole di accoglimento, sia perché essa viene ad esaudire una aspirazione da tempo sentita dai Comuni interessati, e sia in considerazione del vantaggio che con il ripristino del vecchio Consorzio Rende-S. Fili ne ritrarrà il servizio veterinario di detti Comuni. Veduta la legge Com. e Prov. Con voti unanimi e coi poteri del Consiglio, delibera, di esprimere il proprio parere favorevole al ripristino del vecchio Consorzio Veterinario tra questo Comune e quello di S. Fili proposto con la Prefettizia sopra richiamata”. E a seguire la Giunta, accogliendo l’istanza di tanti cittadini, delibera, “…di fare voti alla Superiore Prefettura – Delib. di G.M. n °53 del 31.7.1948 - perché consenta che l’indennità di caropane sia concessa e corrisposta con criteri di larghezza alle persone di queste Comune (Il cui numero di bisognosi era stato ridotto da 261 a soli 47, n.d.A.) riconoscendole effettivamente bisognevoli di aiuto, senza tener conto dell’età, sesso e professione”. Con l’ultimo punto la Giunta “visto - si legge nella Delib. di G.M. n °54 del 31.7.1948 - il progetto del 23 luglio 1946, riveduto il 31.3.1948 ed il 28.5.1948, per l’importo di £. 10.000.000 e la perizia stralcio 1.4.1948, 28.5.1948 di £. 4.000.000, riguardanti i lavori di costruzione di un tratto di condotta sussidiaria per il convogliamento della sorgente denominata Bassa nella condotta principale dell’acquedotto…delibera, 1) di dare, come da, il proprio
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consenso per la esecuzione dei lavori suddetti che richiedono un largo impiego di mano d’opera a sollievo della disoccupazione…”. E così le opere essenziali alla rinascita della città prendono il via e ad esse, nel prossimo futuro, se ne aggiungeranno altre non meno importanti, anzi, necessarie per proseguire sul cammino di un ritrovato sviluppo. Il mese di agosto, oltre al caldo torrido, porta con se un appuntamento di primo piano per la città di Rende: la fiera di Arcavacata. Momento significativo per le famiglie rendesi, che aspettano questa occasione per comprare tutti gli utensili occorrenti per la casa, che ancora non si trovano in vendita nei negozi del centro abitato. Gettando uno sguardo oltre la balaustra della Porta di Cosenza, la collina della contrada S. Stefano appare come una Fig. 85 - La Fiera di Arcavacata g r a n d e m a c ch i a nera che si estende per diverse tomolate di terreno. Ciò è dovuto alla presenza di centinaia e centinaia di animali, dai buoi ai cavalli, dai maiali agli asini, dalle capre alle pecore, che insieme alle centinaia e centinaia di venditori e compratori hanno di fatto invaso tutto il perimetro di terreno, appartenente alla famiglia dei Magdalone, dedicato a questo grande mercato tradizionale. La fiera iniziava di lunedì e si svolgeva lungo tutto l’arco dell’ultima settimana di agosto, domenica compresa. I commercianti potevano entrare nel perimetro della fiera già il lunedì, mentre i venditori di animali
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entravano solo il mercoledì svolgendo il loro mercato fino al venerdì, anche se il giorno di maggiore vendita era il giovedì. Nei giorni precedenti la fiera i commercianti delle diverse mercanzie entravano nel perimetro del terreno per costruire con tavole e pali le baracche di legno, nelle quali sarebbero poi stati esposti i diversi prodotti in vendita. Le baracche venivano munite anche di teloni impermeabili o di semplice stoffa pesante che avrebbero fornito protezione sia dal sole cocente che dalla pioggia. Proprio quest’ultima era il pericolo dal quale ci si doveva riparare, in quanto solitamente si verificavano, come recita il detto popolare, “i trupii d’a fera”, cioè arrivavano improvvisi e violenti acquazzoni, quasi dei forti temporali, che duravano magari solo qualche minuto ma che per la loro violenza causavano danni e vari fastidi. Il terreno prima dell’inizio della fiera si presentava in parte ricoperto dalla “restuccia”, ovvero la paglia che rimane sul campo dopo la mietitura, che veniva appiattita sul terreno dai commercianti per poterci praticare meglio di sopra, ed in parte composto da terreno polveroso che si alzava ad ogni folata di vento. Tutto il perimetro della fiera era sorvegliato dai fattori della famiglia Magdalone, i quali riscuotevano la tariffa per l’occupazione del suolo da parte dei commercianti. Di fronte la chiesetta, anche questa di proprietà della famiglia Magdalone, nella quale trovava adeguata sistemazione la statua della Madonna della Consolazione, c’erano dei piccoli locali in muratura che venivano fittati anch’essi ai venditori di tessuti. La vigilanza della zona era, comunque, assicurata dalle forze dell’ordine, in specie dai carabinieri che avevano sul posto a loro disposizione dei locali dove poter sistemare il comando e custodire, in caso di bisogno, le persone che eventualmente venivano arrestate per risse o reati diversi. Alla fiera partecipavano, infatti, tantissimi commercianti e venditori provenienti dai vari paesi limitrofi ma anche da altre province e finanche da altre regioni. C’era pure, tradizionalmente, una buona rappresentanza di zingari, che solitamente venivano alla fiera per vendere i loro ottimi cavalli ma anche tutti quegli arnesi in ferro battuto, pinze, molle, ecc. che
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servivano per il caminetto o il braciere, ferri per i cavalli, “saccurafi”, ovvero aghi molto grandi che servivano per cucire i materassi. Solitamente gli zingari venivano sistemati in una zona a parte del campo, quasi separati dagli altri venditori, per il timore che potesse scoppiare qualche lite tra i due gruppi, ma anche per evitare che il verificarsi di eventuali furti potessero essere affibbiati a priori proprio agli zingari che, in quel tempo, anche a causa del loro modo di vita, non godevano di buona fama.
Fig. 86 - Le bancarelle dei venditori della Fiera di Arcavacata
E così arrivava l’inizio di questo importante festa, che univa il sentimento religioso a quello del lavoro e dell’economia. Baracche grandi e piccole esponevano le loro mercanzie agli occhi dei probabili compratori, che le guardavano con interesse e curiosità. C’erano le stoffe ed i pannami per abiti e per corredi, con merletti di ogni tipo, elastici e spilli; più avanti si trovavano tutta una serie di sedie impagliate, ceste di canna, panieri, scale di legno a pioli, setacci per la farina, madie e lavatoi, e tutte le misure dal tomolo al mezzo tomolo, ecc. sempre realizzati in legno. Ancora avanti si
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trovavano i piatti smaltati, in tutte le fogge e dimensioni, anche quelli chiamati “tarantini”, per via della loro provenienza dalla città di Taranto, brocche e bicchieri per l’acqua e per il vino, e piatti da portata per il pranzo realizzati in terracotta. Pure i formaggi trovavano un loro posto, soprattutto i locali; lo stesso avveniva per angurie e meloni, e per la macelleria di carni fresche, in particolare capretti ed agnelli, ma anche polli e tacchini. Poi c’era la baracca del “quadararu”, il ramaio, che esponeva tutti i suoi utensili di rame, dal pentolame per la cucina a quello per la preparazione della salsa di pomodoro e delle carni del maiale. In un’altra baracca si vendevano gli oggetti più diversi: pettini, ditali, aghi, specchi, spille, rocchetti di filo colorati, elastici, bottoni e tant’altro. Anche i cereali, in particolare quelli secchi, trovavano il loro posto sul banco di una baracca. Ceci, fagioli, lenticchie, fave, piselli, cicerchie, venivano vendute ai tanti frequentatori della fiera. C’era pure la possibilità di assaggiare noccioline americane e torroncini di nocciole e arachidi impastati con miele, oppure spostarsi in un’altra baracca e assaporare dei buoni gelati nel cono o sorseggiare bibite, soprattutto birra, gassosa e spuma, mantenute al fresco nelle tinozze di legno dal ghiaccio fatto a pezzetti. Poi c’erano le baracche dove si cucinava per tutta la gente che si trovava accampata nella zona per vendere o acquistare prodotti e animali. Pastasciutta, pollo e spezzatino, erano questi i piatti più serviti, anche se c’era chi si accontentava di consumare solo una frugale colazione a base di pane, provolone e mortadella; ma sia in un caso che nell’altro il tutto veniva accompagnato da una buona bevuta di vino o di fresca birra. Durante la notte i proprietari degli animali portavano le loro bestie ad abbeverarsi al vicino fiume Emoli. Di giorno, infatti, nella zona c’era un gran caldo, quasi insopportabile, che faceva sudare uomini e animali. Un fastidio aumentato dalla polvere del terreno che alzandosi si andava a posare su tutto il corpo. Per sopperire a questo disagio e dare sollievo alle persone che erano nella fiera, giravano in lungo ed in largo dei venditori di acqua. Con una “cucuma”, ovvero una brocca in terracotta smaltata,
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alcuni ragazzi e anche qualche persona più grande, vendevano bicchieri di acqua alle persone accaldate, portando loro un po’ di refrigerio e guadagnandosi nel contempo alla fine della giornata una piccola somma da destinare, a loro volta, all’acquisto di qualche oggetto desiderato. La fiera di Arcavacata era davvero un appuntamento significativo per la popolazione di Rende. Gli acquisti più importanti venivano fatti in questa circostanza, ma anche i debiti assunti precedentemente venivano saldati per l’occasione. Alla fiera, inoltre, si stipulavano i patti con una semplice stretta di mano che assumeva, però, quasi un valore giuridico. I contadini, infatti, avendo venduto il grano ed altri prodotti della terra e magari qualche animale, potevano contare su delle somme di denaro che poi destinavano al pagamento del dovuto ma anche all’acquisto di altri beni. “A ru pattu stacci e a ra fera vacci”, al patto stai e alla fiera vai, recita il monito di un famoso detto popolare che indicava alla gente i comportamenti da tenere e gli obblighi da assolvere. Nell’occasione la stazione ferroviaria di Rende scalo, che si t r ovava n e l l e v i c i n a n z e, a s s u m e va Fig. 87 - Il treno a Rende un’importanza notevole, in quanto i compratori di animali che provenivano da fuori regione o da qualche comune lontano della stessa provincia, potevano fittare dei carri bestiame con i quali trasportare facilmente gli animali appena comprati. Il sabato era riservato alle compere delle famiglie, che si recavano alla fiera in questo giorno in quanto ormai non c’erano più gli animali e, quindi, era più facile e comodo muoversi senza incontrare la confusione degli altri giorni. La Processione della Madonna della Consolazione si svolgeva, invece, la domenica mattina e a mezzogiorno, quando la statua rientrava in chiesa, salutata da una batteria di fuochi pirotecnici, la fiera si concludeva.
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L’11 settembre la Giunta Municipale, sotto la guida del Sindaco Rovella, torna a riunirsi. Il suo primo atto è quello di nominare a messo scrivano in pianta stabile il Signor Morcavallo Fausto fu Gabriele, fino allora impiegato avventizio, con decorrenza 1.9.1948 e con lo stipendio iniziale annuo di £. 91.000. Subito dopo viene concesso un aumento sull’indennità caropane al personale dipendente e liquidati gli interessi al Tesoriere sulle anticipazioni di cassa eseguite dal 1° gennaio al 31 luglio 1948 e le spese a calcolo del bilancio in corso. A questo punto l’attenzione della Giunta si concentra su di un problema molto sentito da parte dei cittadini della frazione Surdo e cioè il bisogno di avere nella zona almeno una fontana pubblica. “Vedute le continue reiterate istanze verbali e per iscritto – si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°57 dell’11.9.1948 – fatte qui pervenire dagli abitanti della contrada Surdo, distante da questo centro abitato poche centinaia di metri, con le quali, nel fare presente lo stato di disagio in cui essi vivono da moltissimi anni, per la assoluta mancanza di acqua potabile, chiedono che a tale grave deficienza venga sollecitamente ovviato mediante la installazione in quella contrada di un pubblico fontanino con derivazione dal civico Acquedotto…delibera, 1) che la contrada Surdo sia provvista di acqua potabile mediante l’installazione di un pubblico fontanino con derivazione dalla tubatura del civico acquedotto. 2) di dare incarico all’Ing. Verre Samuele da Rende, e in caso di impossibilità di quest’ultimo ad altro incarico scelto dal Sindaco di procedere sollecitamente alla redazione del progetto per la costruzione di detto fontanino nella contrada Surdo. 3) di riservarsi a progetto compilato di determinare, con l’approvazione del progetto stesso, i mezzi con i quali dovrà farsi fronte alla spesa relativa”. Nel mese di ottobre la Giunta si occupa di problemi di ordinaria amministrazione. Liquida il compenso per il servizio di razionamento consumo sia al Segretario comunale che al Personale competente, il premio di presenza al personale dipendente per il 3°
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trimestre 1948, il compenso per l’accertamento bestiame ai fini dell’imposta per l’anno in corso, le spese a calcolo, poi approva le variazioni al bilancio ed il ruolo fuocatico per il 1948. Liquida, infine, un sussidio di £. 48.000 all’Asilo Infantile. Il punto importante della riunione è, invece, incentrato sulla questione della disputa legale nei confronti degli eredi di Tommaso Merenda per la reintegra del fondo demaniale Difesa. Il difensore del Comune, precedentemente nominato, Avv. Cesare Gabriele si dice disponibile a preparare un adeguato parere legale, come richiesto dalla G.P.A. in seduta dell’11.12.1947, sulla convenienza o meno di intentare la lite, a patto che il Comune, essendo il lavoro molto laborioso, lo compensi con la somma di £. 10.000, che potrà essere assorbita nell’onorario ove faccia la causa. La giunta decide di accogliere la richiesta e autorizza l’Avv. Cesare Gabriele a redarre il parere legale in oggetto. Nel frattempo si avvertono in tutta Italia i primi benefici del programma di aiuti per la ripresa dell’Europa chiamato E.R.P., European Recovery Program, comunemente detto “Piano Marshall”, in quanto proposto da George Catlett Marshall, nella sua qualità di Segretario di Stato del Governo Americano presieduto da Harry Spencer Truman. Il piano prevedeva una spesa di 17 miliardi di dollari, per un periodo di quattro anni, da destinare a beneficio di sedici Paesi e doveva essere concesso in forma gratuita nella misura del 90% e per il 10% sotto forma di crediti a lunghissimo termine (30-40 anni) e a tassi molto bassi (2,5%). Nello stesso periodo l’URSS, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, invece, metteva in campo una politica molto più aggressiva appropriandosi dei beni delle nazioni dell’Europa orientale per un valore di circa 14 miliardi di dollari. Marshall, che aveva rivestito la carica di capo dello stato maggiore dell’esercito americano tra il 1939 ed il 1945, era un Generale ma anche un uomo politico di grande spessore. Aveva capito che con gli aiuti che si andavano a concedere da un lato si facilitava la ricostruzione dell’Europa ma dall’altro si sarebbe consolidata l’influenza della
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politica americana nella parte occidentale dell’Europa stessa. Il Piano Marshall entrò ufficialmente in vigore il 3 aprile 1948 ma i suoi benefici cominciarono a manifestarsi molto mesi dopo. Carbone, legname e farina arrivarono in gran quantità e certamente questi aiuti contribuirono positivamente alla ripresa economica del vecchio Continente, anche se la propaganda delle forze politiche dell’area di governo, in occasione della campagna elettorale del 1948, cercando di appropriarsi del merito dell’operazione, non mancava di ricordare alla gente da dove provenivano questi aiuti. “Ricordati che il pane che mangi è fatto al 50% di farina americana”, ripeteva uno slogan coniato per l’occasione. In ogni caso gli aiuti arrivavano per davvero in ogni parte d’Italia. Anche la città di Rende cominciò, verso la fine dell’anno, a ricevere pacchi di generi alimentari, che poi venivano distribuiti alla popolazione, riducendo di molto i disagi che si dovevano sopportare. Il mese di dicembre la Giunta Municipale torna a riunirsi altre due volte. Il giorno 4 esprime parere favorevole per l’istituzione di una scuola popolare nella contrada Malvitani, poi approva il ruolo per l’utenze acqua dell’anno in corso, comprendente n°196 partite per un ammontare complessivo di £. 423.520, liquida la tredicesima mensilità al personale dipendente e a quello addetto al servizio di razionamento consumi, concede il sesto aumento quadriennale dello stipendio al Vice Segretario Rovella Michelangelo, apporta delle variazioni al bilancio 1948, liquida le spese a calcolo e stabilisce l’orario d’ufficio del Comune, prevedendone l’apertura nei giorni feriali dalle ore 8 alle ore 14 e nei giorni festivi dalle ore 10 alle ore 11 per il solo stato civile. Il 27, invece, dopo aver provveduto a liquidare il premio di presenza al personale dipendente e le competenze dovute al personale per il servizio di razionamento consumi, tutte e due relativi al 4° trimestre 1948, la Giunta Municipale stabilisce la convocazione al più presto possibile del Consiglio Comunale, dando incarico al Sindaco Gaspare Rovella di fissarne la data e gli argomenti da trattare.
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Con l’inizio del nuovo anno, esattamente il 23 gennaio 1949, il Consiglio Comunale di Rende torna a riunirsi. I Consiglieri, soprattutto quelli dell’opposizione, scalpitano, fremono dalla voglia di poter dire la loro sulla politica amministrativa messa in campo dal Sindaco Rovella e dalla sua maggioranza. Dopo aver constatato che nell’anno appena trascorso il Consiglio Comunale si è riunito appena una volta, chiedono che nell’assise più importante vengano discussi tutti i problemi aperti che riguardano la città di Rende ed i suoi abitanti. Non vogliono che i provvedimenti siano opera della sola volontà della Giunta e che sugli stessi non si possano apportare delle modifiche. A queste rimostranze non può che rispondere il Sindaco Rovella. “Il Sindaco, – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°1 del 23.1.1949 – presa la parola, fa un’ampia, dettagliata relazione sull’attività svolta dall’Amministrazione Comunale nel periodo dal marzo 1946 al 31 dicembre 1948, soffermandosi specialmente sull’intensa e proficua opera svolta dalla Giunta Municipale sulle finanze del Comune, esecuzioni lavori pubblici e sull’assistenza. Chiede ed ottiene la parola il Consigliere Dott. Francesco Principe, il quale fa all’Amministrazione una lunga contestazione sui seguenti oggetti: Mancata convocazione del Consiglio per lungo tempo. Poteri del Consiglio. Delibera d’urgenza della Giunta. Antigiuridicità della delibera adottata dal Consiglio circa revoca art. 27 Capitolato Appalto Imposte Consumo. Impianto fontanino a Surdo. Proposta da parte dell’assessore per installazione di un fontanino nella contrada Ortile, allo scopo di irrigare i terreni di quella contrada. Lamenta (Il Consigliere Principe, n.d.A.) come nessuno degli assessori relazioni sul servizio ad esso affidato. Rivendica terreni demaniali. Lamenta come le pratiche relative non abbiano ancora avuto corso. Imposta fuocatico. Chiede conoscere i criteri adottati per l’accertamento dei redditi, misura dell’aliquota, ecc. Controllo servizio annona e servizio razionamento. UNRRA. Deliberazioni adottate, numero assistiti. Completa il suo dire, augurandosi che l’Amministrazione possa finalmente avviarsi ad
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una sana, proficua e democratica opera nell’interesse del Comune. Riprende la parola il Sindaco, che ribatte le contestazioni fatte dal Consigliere Principe”. A questo schermaglia politica fra i due membri più rappresentativi di maggioranza e opposizione, che nel prosieguo dell’attività consiliare si ripeterà più volte e con toni sempre più accesi, mette fine il voto di fiducia richiesto dal Sindaco per appello nominale a favore dell’Amministrazione Comunale. La votazione, alla quale per correttezza non prende parte l’intera Giunta, dà il seguente risultato: si esprimono per la fiducia i Consiglieri De Luca Salvatore, Sorrenti, Russo, De Rose, Basile. Astenuti: De Rango, Caira, Morcavallo. Contrario: Dott. Francesco Principe. L’ora tarda consiglia a tutti di rimandare la discussione alle ore 9 di domenica prossima. Nel frattempo è la Giunta Municipale che ritorna al lavoro. Il 29 gennaio 1949 l’esecutivo diretto dal Sindaco Gaspare Rovella e formato dagli Assessori effettivi, Dott. Giovanni Perugini, Giacomo Orrico, Pasquale De Luca, e dagli Assessori supplenti, Raffaele Aiello, Francesco Settino, si riunisce e liquida le spese a calcolo del bilancio 1948. Poi, dopo aver provveduto a dare risposta alle istanze pervenute da diversi cittadini e risolto alcune controversie riguardanti delle contravvenzioni elevate per abusi vari, la Giunta prende atto degli incarichi assegnati ai suoi componenti da parte del Sindaco per il prosieguo della legislatura. Assessore De Luca Pasquale
Annona
“
Orrico Giacomo
Igiene e Sanità
“
Chiappetta Salvatore coadiuvato dall’Assessore supplente Aiello
Scuole
“
Perugini Dott. Giovanni coadiuvato dall’Assessore
Lavori Pubblici e Finanze
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supplente Settino Con quest’atto si identificano al meglio le competenze ed i settori di appartenenza. Da ora in poi ogni Assessore avrà a sua disposizione un terreno preciso da arare e se frutti riuscirà a trarne gran parte del merito sarà suo. In caso contrario, sarà facile per il Sindaco, ma anche per la popolazione rendese, individuare le deficienze o le incapacità nelle varie pertinenze e porvi rimedio. Il giorno dopo, il 30 gennaio 1949, tocca al Consiglio riunirsi. E’ una seduta che si annuncia lunga e intensa a causa dei vari punti all’ordine del giorno, alcuni dei quali molto importanti. Tredici i Consiglieri presenti compreso il Sindaco, il quale avvalendosi dei poteri discrezionali consentitegli dalla legge e per evitare inutili perdite di tempo, stabilisce in dieci minuti l’intervento di ogni Consigliere. Subito dopo invita il Consiglio ad eleggere la nuova Commissione Elettorale per il biennio 1949-1950. L’organismo dovrà essere composto da quattro membri effettivi e da quattro supplenti. Al termine delle due distinte votazioni si ha il seguente risultato: Membri effettivi De Luca Salvatore voti 9 Orrico Giacomo “ 9 Chiappetta Salvatore “ 9 Caira Gaspare “ 8 Membri supplenti Settino Francesco voti 9 Aiello Raffaele “ 9 De Rango Serafino “ 9 De Luca Pasquale “ 7
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La minoranza viene rappresentata, così come prescrive l’art. 12 della legge elettorale, dai Consiglieri Caira Gaspare e Prof. De Rango Serafino, nominati rispettivamente componente effettivo e supplente. A seguire c’è la nomina dei componenti della Commissione di prima istanza per i Tributi locali, che si compone di quindici membri, di cui un terzo di nomina del Consiglio Comunale, un terzo di nomina della Camera di Commercio, e un terzo nominato dal Prefetto. Dopo la votazione, segreta e scritta, vengono proclamati eletti: Dott. Bruzzano Guido Cesario Salvatore Zupi Carmine Agricoltore Giraldi Gerardo Rovella Raffaele
voti 10 Farmacista “ 10 Agricoltore “ “ “
10
9 Insegnante 9 Proprietario
Subito dopo il Consiglio approva il conto consuntivo degli anni 1937-1938-1939-1940, e liquida il compenso al personale di segreteria per il lavoro straordinario prestato durante l’anno 1948. Lavoro questo che è stato molto faticoso, anche a causa del collocamento a riposo del titolare Sig. Cretella Aniello. E proprio per occupare di nuovo la casella di 2° Applicato di Segreteria, attualmente vacante, che all’unanimità dei tredici Consiglieri presenti si delibera di bandire un regolare concorso. A questo punto si passa alla ratifica di alcune delibere approvate dalla Giunta Municipale. Interviene il Consigliere di opposizione, Dott. Francesco Principe, il quale chiede che venga inserito nel verbale quanto segue: “Il Dottor Principe, a nome della minoranza, - si legge nella Delib. di C.C. n°10 del 30.1.1949 - ritiene che a norma dell’art.141 della legge Com.le e Prov.le le deliberazioni di cui all’ordine del giorno sono illegittime, in quanto la Giunta non poteva deliberare
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sostituendosi al Consiglio, non avendo nessuna deliberazione carattere di urgenza. Di conseguenza si astiene dal discuterle ed abbandona la seduta”. Il Presidente accertato che, dopo l’allontanamento del Consigliere Principe, al quale si sono aggiunti anche i colleghi De Rango Serafino e Caira Gaspare, nell’aula consiliare sono rimasti in dieci, e cioè la metà dei Consiglieri assegnati al Comune, dichiara che la seduta del Consiglio è legale e che, quindi, può continuare. Si ratificano, perciò, le delibere con le quali si richiede il ripristino in Rende di Pretura e Ufficio del Registro, e del Consorzio Veterinario Rende-S. Fili, si approvano i lavori di completamento dell’acquedotto, l’aumento dell’indennità caropane al personale dipendente e la variazione al bilancio 1948. La discussione si sposta poi sulla proposta di acquisto di un edificio da destinare a Palazzo Municipale. “Sentita - si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°15 del 30.1.1949 - la relazione del Consigliere Dott. Perugini, dalla quale risulta che gli eredi Magdalone sarebbero disposti cedere al Comune, per il prezzo di tre milioni, il fabbricato di loro proprietà sito in via Cristoforo Pittor Santanna, per essere destinato a palazzo municipale di cui Rende è sprovvisto; Ritenuto che prima di decidere in proposito sia opportuno attendere la pubblicazione delle annunziate disposizioni legislative sull’edilizia, onde esaminare se sia conveniente per il Comune, beneficiando delle provvidenze che in tali disposizioni saranno contenute, provvedere direttamente alla costruzione dell’edificio municipale o acquistare quello di cui sopra è cenno.” Una indecisione, dettata certamente dalle non facili condizioni economiche del Comune, che porta il Consiglio a soprassedere per il momento all’acquisto del fabbricato degli eredi Magdalone. E dopo aver modificato la tariffa del canone acqua, la discussione si sposta sulla proposta, più volte avanzata da tanti cittadini e, soprattutto, da parte del Consigliere di maggioranza Emilio Chiappetta, di installare un pubblico fontanino nella contrada Surdo. La proposta, già accettata dalla G.M. con delibera n
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°57 dell’11.9.1948, crea atteggiamenti diversi tra i Consiglieri, in quanto si scopre che ci sono forti dissidi tra i cittadini residenti nella contrada Cantiere e quelli residenti a Surdo e Saporito, per il fatto che, nonostante le due contrade distano appena 100 metri l’una dall’altra, ognuno vorrebbe che il fontanino venisse collocato nella propria zona. A questo punto il Consiglio decide di rimandare la decisione, ratificando si la delibera della Giunta ma dando incarico, altresì, ai Consiglieri Dott. Perugini Giovanni, Rag. De Luca Salvatore e Settino Francesco di accertare e riferire al Consiglio dove sia più utile e necessaria la predetta installazione. Il Sindaco a questo punto da lettura di due lettere fatte pervenire dal Consigliere Emilio Chiappetta, il quale “assicurando – si legge nella Delib. di C.C. n°19 del 30.1.1949 - che il suo prestigio di Consigliere è venuto ad essere menomato in conseguenza del fatto che ancora è in discussione e sub iudice il punto in cui dovrebbe essere installato il fontanino pubblico deliberato per la contrada Surdo, fontanino per il quale egli ha, da anni, insistito e propugnato la necessità, rassegna le sue dimissioni da Consigliere Comunale”. Il Consiglio rimane turbato da questa decisione e decide “…di respingere e non accettare – si legge nel verbale - le dimissioni presentate dal Consigliere Chiappetta Emilio, rivolgendo allo stesso viva preghiera perché desista da tale provvedimento, per continuare, con la sua esperienza e col suo buon senso, a contribuire ad amministrare la cosa pubblica”. Il bisogno di acqua, però, è davvero forte e si avverte in ogni frazione.
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Fig. 88 - La stazione ferroviaria di Rende
Anche nei pressi dello Scalo ferroviario di Rende dove, a seguito di una convenzione già esistente tra l’Amministrazione ferroviaria ed il Comune di Rende, gli abitanti del circondario hanno potuto fino ad oggi approvvigionarsi del prezioso liquido. Ora, il Compartimento ferroviario di Reggio Calabria fa presente che la convenzione, scaduta fin dal 31.12.1945, può essere rinnovata ma solo a patto che il canone dell’acqua dal 1° gennaio venga elevato da £. 200 a £. 2.000 annue. L’utilità che i cittadini residenti nella zona traggono dall’avere a loro disposizione un fontanino pubblico di acqua fa propendere l’Amministrazione Comunale di Rende, con Delib. di C.C. n°21 del 30.1.1949, ad elevare il canone per come richiesto. Il punto seguente all’ordine del giorno riguarda la nomina dei componenti l’Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.). Il Sindaco Rovella riferisce al Consiglio “…che i Sigg. Gerardo Avella, De Rango Alessandro, Lo Celso Ugo e Zagarese Antonio, - recita la Delib. di C.C. n°22 del 30.1.1949 - hanno rassegnato le dimissioni
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dalla carica di componenti il Comitato di Amministrazione dell’Ente Comunale di Assistenza, asserendo di non potere continuare ad assolverlo, chi per ragioni di salute e chi per ragione di famiglia. Che per assicurare il funzionamento di tale importante Ente si ravvisa necessaria la sollecita sostituzione dei predetti nominativi; che oltre ai suddetti occorre provvedere alla sostituzione dell’altro componente Sig. Costabile Giuseppe, essendo lo stesso da tempo deceduto. Invita, pertanto, il Consiglio a deliberare in proposito”. E la votazione seguente, segreta e scritta, presenti e votanti 10 Consiglieri, decreta eletti: Basile Saverio Sorrenti Giuseppe Ciancio Umile Bernaudo Renato Palermo Carmine
n°10 n°10 n°10 n°10 n°10
Alla fine di questa lunghissima ed estenuante seduta, il Consiglio dà l’incarico al segretario Comunale per la revisione dei conti consuntivi 1941-1942-1943. Nel frattempo la città ha ripreso il suo cammino. La produzione agricola cresce a vista d’occhio, l’allevamento del bestiame va altrettanto bene, ma di concerto si vanno sviluppando su tutto il territorio una serie di piccole attività commerciali e imprenditoriali che contribuiscono in modo significativo alla creazione di nuovi posti di lavoro. Certo, la paga che ogni operaio ne ricava non è delle migliori, ma basta lo stesso a far superare le difficoltà economiche che fino ad allora avevano frenato ogni crescita ed espansione della città. L’economia si è rimessa in moto. I soldi, anche se pochi, ricominciano a girare e concorrono a creare un nuovo fermento.
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Fig. 89 - Negozio di alimentari e diversi di Maria Bruno
Nel centro storico di Rende è l’artigianato, soprattutto, che vive un periodo molto florido. Attraverso le sue diverse attività riesce ad offrire agli abitanti rendesi tutta una serie di servizi necessari a rendere migliore la loro vita quotidiana. Il necessario ma anche il superfluo si può facilmente reperire nelle varie botteghe presenti nel centro abitato. Sarti, falegnami, vasai, fabbri, ramai, barbieri, muratori, completano l’offerta con i loro servigi. Si arriva così all’inizio del mese di marzo, che vede la Giunta tornare a r i u n i r s i p e r p r o v ve d e r e a l l a compilazione del bilancio 1949, da sottoporre in seguito all’approvazione del Consiglio
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imentari, affini Loizzo
Comunale. “…Ritenuto che nonostante l’aumento al massimo consentito dalle entrate per tributi locali, - si legge nella Delib. di G.M. n°16 del 4.3.1949 – la previsione al minimo indispensabile delle spese relative, per potere conseguire il pareggio di bilancio, non altrimenti possibile, si è resa necessaria, così come pel decorso esercizio, l’applicazione di una super contribuzione del 20% sulle imposte e tasse non afferenti a servizi pubblici, ed elevare la sovrimposta Comunale sui terreni e fabbricati… Veduta la legge Com.le e Prov.le. Con voti unanimi. Delibera, di proporre all’esame e all’approvazione del Consiglio Com.le, per l’anno 1949, il bilancio di previsione del decorso esercizio 1948 con le variazioni che seguono, determinando in £. 15.482.853, sia in entrata che in uscita, l’importo del bilancio stesso”. Il mese dopo, il 5 aprile, tocca al Consiglio Comunale di riunirsi. Appena 11 i Consiglieri presenti, compreso il Sindaco. In questa seduta si verifica un battibecco molto acceso tra il Sindaco Gaspare Rovella ed il Consigliere di opposizione Francesco Principe, il quale interrompe spesso la lettura del verbale della seduta precedente per precisare puntigliosamente il suo pensiero e chiedere al Presidente di aggiungere o togliere alcune parole dallo scritto, fino ad affermare che venga aggiunta, dove è già scritto: “… completa il suo dire (Principe, n.d.A.) augurandosi che l’amministrazione possa finalmente avviarsi ad una sana, proficua e democratica opera nell’interesse del Comune…”, la frase, che asserisce di avere pronunziato, “…o che se ne vada”. Il Presidente, mantenendo la calma, ribatte parola per parola le argomentazioni di Principe, dichiarando “di essere fermo intendimento dell’attuale amministrazione di continuare ad amministrare con interessamento e per il bene del Comune la cosa pubblica fino alle prossime elezioni, nella certezza che il popolo non mancherà di concedere la sua fiducia, affidandole il nuovo mandato”. Mette fine al diverbio il Consigliere Sorrenti, che propone di limitare la lettura del verbale alla sola parte dispositiva delle
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deliberazioni. Si passa, quindi, alle ratifiche delle varie delibere di Giunta, relative ai conti consuntivi 1941-1942-1943, che vengono approvate con 9 voti a favore, 1 contrario e 1 astenuto. A questo punto Principe, rendendosi conto che senza la presenza della minoranza la seduta non può essere considerata valida, afferma che “…poiché la relazione sui conti consuntivi non è motivata e circostanziata sufficientemente, onde dare la possibilità di una efficace discussione si astiene dal partecipare alla seduta e di conseguenza abbandona l’aula, al fine di potersi aggiornare su si delicato argomento”. Insieme a Principe si allontana dall’aula anche il Consigliere Caira Giuseppe, ed il Sindaco Rovella, constatato che il numero dei Consiglieri presenti a questo punto è di nove, numero non sufficiente a rendere legale la riunione, decide di sospendere momentaneamente l’adunanza del Consiglio Comunale. L’impasse, però, dura solo un’ora. Ai nove della maggioranza già presenti in aula si è ora aggiunto un altro componente, il Dott. De Rose Virgilio, che permette con la sua presenza che la seduta possa riprendere essendo perfettamente valida. Visto sconfitto il suo espediente per boicottare la seduta, il Consigliere Principe decide di rientrare in aula e prendere parte alla riunione. Subito dopo entra anche il Consigliere Rag. De Luca Salvatore. E così i lavori del Consiglio possono continuare. La maggioranza approva il conto consuntivo 1944, che presenta un disavanzo di £. 44.578,72, con 11 voti a favore ed 1 astenuto, ed il conto consuntivo 1945, che presenta un avanzo di amministrazione di £. 46.659,84, con 11 voti a favore ed 1 astenuto. Si passa ora all’approvazione del conto consuntivo del 1946. Il Sindaco fa presente che non potendo lui, insieme ai componenti della Giunta, prendere parte alla discussione ed alla votazione, si rende necessario procedere alla nomina di un presidente temporaneo. Si nominano come scrutatori i Consiglieri Russo, Sorrenti e Principe, ma quest’ultimo non accetta. Si passa lo stesso alla votazione che, con 10 voti, vede eletto quale Presidente temporaneo il Consigliere Sorrenti. Questi, dopo aver dato lettura
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della relazione dei revisori, invita il Consiglio a deliberare. E la votazione che segue, con 5 voti favorevoli ed 1 contrario, approva il bilancio 1946, che presenta un utile di amministrazione di £. 502.529,72. E’ questo un atto importante che segna il primo anno di amministrazione del Sindaco Dott. Gaspare Rovella, il quale può presentare, ai suoi elettori e ai cittadini rendesi tutti, un bilancio positivo e in attivo a dimostrazione del suo grande impegno e della sua notevole capacità di riuscire a barcamenarsi fra mille intoppi e difficoltà in un momento difficilissimo della vita pubblica italiana, per arrivare a conquistare almeno le condizioni minime di benessere e sicurezza economica per i suoi cittadini. E dopo aver dato conto di come sia stata gestita la cosa pubblica nel primo anno del suo mandato, Rovella propone al Consiglio Comunale l’approvazione del bilancio 1949. Un bilancio cresciuto di molto e che nonostante preveda al suo interno l’avanzo di amministrazione dell’esercizio 1948, deve contemplare, per forza di cose, che tutti i tributi locali siano previsti nel limite massimo consentito dalle possibilità contributive dei cittadini. Per arrivare al pareggio, inoltre, bisogna fare un ulteriore sforzo applicando una super contribuzione del 20% sulle imposte e tasse non riguardanti i servizi pubblici e una super contribuzione del 30% della sovrimposta comunale sui terreni e fabbricati. Nella discussione che segue Principe propone di modificare il regolamento del canone acqua, nel senso che il quantitativo minimo da poter consumare senza il pagamento del super consumo venga assegnato in ragione e proporzione del numero dei componenti la famiglia degli utenti e non per famiglia. Il Sindaco Rovella risponde che tale proposta, già esaminata dalla G.M., sarà oggetto di studio e di esame da parte dell’Amministrazione Comunale. A questo punto si passa alla deliberazione del bilancio di previsione 1949, che viene approvato in tutte le sua parti, comprendenti n°29 articoli di entrate e n°123 articoli di spese, ammontante, sia in entrate che in uscite, a £. 15.482.853. E poi la
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volta del servizio di linea istituito tra Rende e Cosenza, e già in funzione dal 1948, ad essere oggetto di discussione nel Consiglio Comunale. “…aderendo – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°32 del 5.4.1949 – alla proposta della Ditta Ponzio Silvio, da Rose, che si era dichiarata disposta, sempre che il Comune avesse deliberato a suo favore un congruo sussidio, di istituire un auto servizio di linea Rende-Cosenza, servizio vivamente e da tempo reclamato dalla cittadinanza tutta, stabiliva di corrispondere alla Ditta stessa, dal giorno dell’inizio del servizio, il sussidio annuo di £. 130.000. Tale servizio, iniziato nell’aprile del 1948, continua ad essere in vita, per cui data l’utilità ed i vantaggi non lievi che ne ha ritratto e ne ritrarrà la popolazione, la quale mal vedrebbe la cessazione di esso, non vede alcuna ragione per cui non debba corrispondere anche per il corrente anno il sussidio di cui sopra. A proposito dei pochi inconvenienti lamentati nei riguardi del servizio, il Sindaco da lettura della lettera 29.3.1949 n°1241 con cui la Ditta Ponzio viene diffidata a premurarsi per ovviare a tali inconvenienti. Il Consigliere Principe, pur riconoscendo la utilità del servizio e quindi la necessità della corresponsione del sussidio, propone che la Ditta sia invitata a porre in efficienza il servizio e dare sufficienti garanzie di sicurezza per i passeggeri, provvedendosi di mezzo di scorta e dell’autorimessa relativa. Il Consigliere De Rose propone che intanto sia corrisposto il sussidio, in quanto la Ditta avrà dato prova del regolare funzionamento del servizio. Dopo di chè, il Presidente invita il Consiglio a deliberare in proposito; Il Consiglio, udita la proposta…Delibera, 1°) con voti unanimi 12. a) di confermare per l’anno 1949 il sussidio di £. 130.000 da corrispondere a favore della Ditta esercente il servizio di che trattasi a condizione che essa elimini subito gli inconvenienti lamentati nella diffida 29.3.49 n °1241 di cui è stata data lettura. b) di diffidare la Ditta perché nel termine dei sei mesi da oggi si provveda di un secondo automezzo e della relativa autorimessa. 2) con voti 8, contrari 4. a) di stabilire nella misura da £. 500 ad un massimo di £. 3.000 la penale da
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applicare a carico della Ditta per ogni mancanza degna di rilievo e di considerazione”. La comodità di un servizio di autobus è ormai entrata a far parte della vita dei cittadini rendesi, che affollano ogni giorno l’unico mezzo di trasporto presente e sentono di non poterne più fare a meno. Motivo questo che spinge l’Amministrazione Comunale a rinnovare il sussidio alla Ditta chiedendole nel contempo di dotarsi di un secondo automezzo, proprio per venire incontro alle cresciute esigenze della popolazione. I lavori del Consiglio proseguono e, dopo aver provveduto a nominare il Consigliere Basile Saverio fu Francesco quale proprio rappresentante in seno alla Commissione giudicatrice del concorso per il posto di Applicato di Segreteria nel Municipio di Rende, si passa alla nomina dei componenti dell’Ente Comunale di Assistenza. Essendo, infatti, Basile Saverio e Sorrenti Giuseppe Consiglieri Comunali, gli stessi non possono ricoprire anche il ruolo di componenti dell’E.C.A., in quanto ciò li rende incompatibili e, quindi, da sostituire. Svolta la votazione, alla quale partecipano 12 Consiglieri, riportano 11 voti Bruzzano Guido e Greco Giovanni, i quali vengono nominati nuovi componenti dell’Ente Comunale di Assistenza. Una seduta, questa del Consiglio, che vede alla sua attenzione tanti temi importanti con le conseguenti decisioni che danno il via ad un rinnovamento del volto della città. E’ il caso della deliberazione n °31, il cui oggetto è l’esecuzione di lavori per la sistemazione di strade interne. In pratica si tratta di ripavimentare tutta la piazza centrale ed il corso principale del vecchio borgo con nuove mattonelle di malta e catrame e di risistemare tutte le altre vie, vicoli e viuzze compresi. Rovella pensò che era venuto il momento di togliere il vecchio selciato, che aveva fatto il suo tempo e che ormai si presentava logoro e pieno di buche, per ridare un volto nuovo al centro abitato. L’opera, sicuramente di grande rilievo, doveva assumere il valore di un ottimo biglietto da visita per l’intera Amministrazione, dato che avrebbe finito per colpire in modo
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favorevole l’occhio di qualunque persona si fosse recata a visitare il centro storico di Rende. Nel contempo i lavori sarebbero serviti a dare sollievo alla forte disoccupazione ancora presente nella città e a fornire a tante famiglie quell’aiuto finanziario che le avrebbe aiutate ad andare avanti. “Udita la proposta; Visto il progetto in data 23.9.1948 – si legge nella Delib. di C.C. n°31 del 5.4.1949 – per l’importo complessivo di £. 4.954.000, relativo ai lavori di sistemazione e pavimentazione delle strade interne dell’abitato. Letta la nota del Provveditore alle spese pubbliche di Catanzaro in data 17.3.1949 n°5585 con la quale si chiede il consenso dell’Amministrazione Comunale per la esecuzione dei lavori in parola; Riconosciuta la necessità e la urgenza dei lavori stessi; Veduta la legge Com.le e Prov.le; Con voti unanimi espressi per appello nominale; Delibera di dare, come da, il proprio consenso per la esecuzione dei lavori suddetti che richiedono un largo impiego di mano d’opera a sollievo della disoccupazione…”. Sbrigata l’importante pratica, per completarla al meglio, dopo che il 2 aprile l’appalto aveva avuto il via libera del Genio Civile di Cosenza, occorreva nominare una persona addetta al controllo dei lavori. Due i candidati: il Geom. Chiappetta Giuseppe di Rosario da Rende ed il Sig. Rivalta Antonio. La votazione assegna 3 voti a Chiappetta e 9 a Rivalta, che viene scelto quale Sorvegliante dei lavori con un compenso di £. 700 per ogni giornata lavorativa. Nonostante il risultato finale dei lavori (Eseguiti dall’Impresa Mazza Pietro di Cosenza, n.d.A.) sarà veramente bello e sorprendente, con la piazza, il corso e tante altre vie che si presentarono alla fine perfettamente livellate, quasi come il piano di un biliardo, coperte da mattonelle, rettangolari e di colore grigio, formate da un impasto di terre, malta e catrame, che si rivelarono nel tempo durevoli ed economiche oltre che molto pratiche, nonostante ciò, l’opera suscitò la forte avversione di coloro i quali videro in essa solo la voglia, da parte del Sindaco, di mettersi in bella mostra, non pensando che con i soldi occorrenti a realizzare
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la nuova pavimentazione, si sarebbero potuti risolvere tanti altri problemi, a loro dire, più urgenti e necessari per l’intera collettività di Rende. Fra questi avversari il più accanito si rivelò essere senza alcun dubbio Paolo Giraldi. Insegnante elementare, monarchico convinto e legato fortemente ai principi di giustizia, uguaglianza e dignità della persona umana, Paolo Giraldi proprio non riesce a mandar giù quell’opera che certamente non ritiene indispensabile. Essendo un versificatore eccezionale, al punto da essere rimasto nel cuore e nella mente di tutti i rendesi per la sua grande bravura nel comporre farse e commedie in versi, attraverso le quali riusciva a mettere alla berlina personaggi reali e figure istituzionali, decide di scrivere una commedia in tre atti dal titolo forte ma chiaro: “U Sinnacu fricuni – ovvero Vita-Morte-Miracoli di Cannelevaru”, che Paolino, come tutti lo chiamavano, o meglio Girapol, come si firmava, terminò alle ore 20.00 del 31 ottobre 1949 e che mise in scena, in occasione della festa del Carnevale, nei giorni 19, 20, 21 e 22 febbraio del 1950 al Cinema Teatro S. Chiara. Nella commedia l’Autore ne diceva di cotte e di crude a quel personaggio inventato, come sottolineava nella prefazione, ma che tutti gli spettatori non fecero alcuna fatica ad identificare con l’attuale Sindaco. “A Giunta Comunali s’è sustata e và penzannu sulu a ru serciatu”, era questo il motivetto che correva sulla bocca di tutti e che precedette di alcuni mesi la prima rappresentazione della commedia.
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Fig. 91 - Il selciato in Piazza degli Eroi
Fig. 92 – Il selciato in via Paramuro
A questo punto, però, è bene ricordare chi era questo Artista. Paolo Giraldi, figlio di Costantino, commerciante, e di Margherita Aquino, insegnante elementare, nasce a Rende il 24 febbraio 1921. Dopo essersi diplomato all’Istituto Magistrale “Lucrezia Della Valle” di Cosenza, frequenta la Scuola Allievi Ufficiali di complemento a Rieti. Nel 1944 segue i Corsi Speciali di Paracadutista, dove consegue il regolare brevetto. Poi viene nominato S. Tenente dei Paracadutisti ed in seguito, con decreto presidenziale 15.3.1951, registrato alla Corte dei Conti il 26 Aprile 1951, registro 10 foglio 280, Paolo Giraldi verrà promosso al grado di Tenente. Il 21 dicembre 1946 a S. Fili sposa Maria Cesario, dalla quale avrà una figlia, che, fedele ai suoi ideali monarchici, chiamerà come la moglie dell’ex Re d’Italia, Maria Josè. Al bellissimo nome verrà aggiunto anche quello di Lucifera, che però verrà rifiutato dalla chiesa ed accettato solo dal Comune. Paolo Giraldi lo volle aggiungere in onore del compare, ossia del Ministro della Real Casa
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Falcone Lucifero, che battezzò appunto Maria Josè Giraldi. La sua attività politica lo porta a fondare a Rende nel settembre del 1945 la sezione della Concentrazione Nazionale Democratico Liberale e, subito dopo, nel novembre del 1945 la sezione dell’Unione Monarchica Italiana, delle quali in entrambi i casi rivestirà la carica di Presidente. Questa sua grande fede nei valori della Monarchia gli viene riconosciuta da più parti e dai livelli più alti. Il 9 maggio 1946, il Ministro della Real Casa Falcone Lucifero gli comunica che Sua Altezza Reale il Luogotenente Generale del Regno (il Fig. 93 - Ins. Paolo Giraldi Principe, n.d.A.) gli ha conferito, motu proprio, la Croce di Cavaliere Ufficiale nell’Ordine della Corona d’Italia, e il 22 maggio 1946, sempre il Ministro della Real Casa Falcone Lucifero torna a scriverlo per comunicargli che Sua Maestà il Re in persona gli ha conferito, motu proprio, la Commenda nell’Ordine della Corona d’Italia. E all’attività politica Paolo Giraldi alterna il suo cimentarsi nello scrivere. Poesie, scenette, articoli giornalistici, sono il suo pane quotidiano. Il 26 ottobre 1948 il Direttore del Consorzio Agrario Provinciale di Catanzaro, Dott. Vincenzo Fagà, gli comunica che la Commissione giudicatrice del concorso per il motto pubblicitario “Cirò” ha deciso di conferirgli un premio di £. 12.500 per il seguente motto da lui composto: “Non ravvivar le gote col belletto un sorso di Cirò ti dà l’effetto” Al di là del denaro, è soprattutto la soddisfazione di vedere riconosciuto il suo estro e la sua capacità che fa piacere a Paolo
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Giraldi e che lo spinge verso nuove sfide. Nel suo futuro, infatti, ci saranno tre commedie in versi, scritte in un mix di dialetto rendese e lingua italiana, originale e divertente: “U Sinnacu fricuni”, “E’ arrivatu l’Americanieddru”, “Renni paisi perenni”. Poi seguiranno tante poesie, scenette e pensieri in libertà, dettati a volte anche dall’amarezza che lo attanagliava nel vedere la triste situazione politica e culturale nella quale versava la nostra nazione. L’opera della maggioranza, comunque, andava avanti. Il 13 aprile 1949, alle ore 11, il Consiglio Comunale torna a riunirsi. Sono presenti solo 11 Consiglieri, che affrontano il problema su come fornire di energia elettrica le contrade di Arcavacata e Nogiano. “Il Sindaco dichiara - si legge nella Delib. di C.C. n°36 - che la CC. DD e PP. è disposta a concedere il mutuo occorrente e riferisce che il punto di partenza della rete per la fornitura elettrica alla contrada Arcavacata sarà lo scalo ferroviario di Rende, che darà così la possibilità agli abitanti presenti di illuminare le proprie abitazioni. Chiede di delegare la G.M. alla contrattazione del mutuo”. E dopo l’intervento del Consigliere Basile, che nel dirsi d’accordo afferma, però, che la delega del mutuo alla G.M. dovrà formare oggetto d’apposito provvedimento del Consiglio, è il Consigliere De Luca Salvatore ad intervenire, asserendo che il punto di partenza dovrà essere Castiglione Cosentino Scalo, in quanto così la spesa verrebbe ad essere di due milioni in meno. La decisione passa ai voti e con 10 a favore e 1 contrario (De Luca Salvatore, n.d.A.) si approva la relazione del Sindaco, fissando la partenza della linea dallo scalo ferroviario di Rende e delegando la Giunta a prendere ogni provvedimento, tranne quello del mutuo che dovrà essere deliberato dal Consiglio. A seguire, nel prossimo punto, il Consiglio si occupa di un’altra zona della città e delibera “…che la frazione Nogiano - Delib. di C.C. n°37 del 13.4.1949 - sia provvista di illuminazione ed all’uopo delega la G.M. perché: a) incarichi la Società Elettrica della Calabria per la redazione sollecita del relativo progetto; b) provveda all’approvazione di quest’ultimo ed a svolgere tutti gli atti necessari
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per la sollecita definizione della pratica; c) riservarsi deliberare in merito alla contrattazione del mutuo necessario per la esecuzione dei lavori di che trattasi”. E dopo l’energia elettrica tocca all’acqua farla da padrone. Dopo tanti tentennamenti, che hanno portato finanche alle dimissioni del Consigliere di maggioranza Emilio Chiappetta, il Consiglio delibera “1) di approvare, come approva, - si legge nella Delib. di C.C. n°38 del 13.4.1949 - il progetto redatto in data 21.1.1949 dall’Ing. Verre Samuele, relativo alla provvista di acqua potabile della frazione Surdo, ammontante alla complessiva somma di £. 6.717.000, nella intesa che il fontanino dovrà essere ubicato nel punto chiamato “Bivio”; 2) di stabilire sin d’ora di fare fronte alla spesa relativa mediante mutuo da contrarre con la CC. DD. e PP.”. E dopo aver rinunziato all’acquisto del fabbricato di proprietà degli eredi Magdalone, in quanto lo stesso si trova in condizioni tali che le spese necessarie per le riparazioni ed innovazioni sono superiori a quelle dell’acquisto, il Consiglio approva le tariffe per l’imposta sul consumo per l’anno 1949 e nomina i revisori dei conti per gli anni 1947 e 1948 nelle persone del Dott. De Rose Virgilio, Basile Saverio e Prof. De Rango Serafino. Subito dopo vengono accettate le dimissioni del Consigliere Chiappetta Emilio, al quale vengono rivolte parole di ringraziamento per la collaborazione prestata all’Amministrazione Comunale, e dichiarato decaduti i Consiglieri Migliorati Angelo, Lo Celso Gladimiro e Bernaudo Alfonso, “…in quanto - si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°42 del 13.4.1949 - essendosi gli stessi, da moltissimi mesi, trasferiti con le famiglie altrove, non solo non sono intervenuti alle adunanze consiliari tenute da oltre due anni a questa parte, quanto si trovano nella impossibilità di intervenirvi”. Intanto la vita sociale ed economica a Rende è in netta ripresa. Sforzi enormi accompagnano ogni iniziativa che viene presa da commercianti, artigiani e piccoli imprenditori, i quali con coraggio si buttano a capofitto in nuove sfide,
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Fig. 94 - Gruppo di ragazzi nel chiostro del Convento
nelle quali credono, e anche a costo di rimetterci fatica e soldi, vogliono impegnarsi fino in fondo. Chi, invece, non riesce a trovare uno sbocco lavorativo nella propria città o in qualche paese vicino, non ha altra scelta che scegliere la via amara dell’emigrazione. Ritorna anche stavolta, come già avvenne agli inizi del 1900, lo spettro di una partenza verso terre lontane e sconosciute, dove, spesso senza avere nemmeno la famiglia a fianco, si prova a ricominciare una vita del tutto nuova. Argentina, ma ancor di più, Canada e Stati Uniti sono i Paesi visti come un miraggio, nei quali, raccontano, i soldi si trovano per strada, il lavoro lo si può scegliere come si vuole e una casa, con tutte le sue comodità, è a disposizione per tutti. La verità non è proprio così, lo si scoprirà in seguito, e quello che i nostri poveri emigrati riusciranno a conquistarsi sarà frutto solo del loro durissimo lavoro e dei tanti e tanti sacrifici che saranno costretti a sopportare quasi quotidianamente. Partire con la pena nel cuore, lasciando i propri cari, la moglie, i figli, affrontare un viaggio in mare della durata di quasi un mese, arrivare in una terra sconosciuta dove tutti parlano un’altra lingua, adeguarsi ad una realtà nuova e con regole diverse, è un’esperienza terribile e scioccante per il grosso degli emigranti, fra l’altro quasi tutti analfabeti o in possesso appena di una seconda elementare. Nonostante ad aspettarli c’erano queste grandi difficoltà, la voglia di partire era grande. Non era facile, però, per parecchi di loro riuscire ad avere il visto d’ingresso in America. Allora, infatti, vigeva una legge che non permetteva alle persone iscritte al Partito Comunista di entrare negli Stati Uniti. E allora? Allora comunisti e non si recavano presso la sezione della Democrazia Cristiana, magari accompagnati da un amico o servendosi dell’intervento di qualche persona influente, per ottenere un certificato, con tanto di timbro, che attestasse la loro iscrizione proprio in quel partito. Anche il Parroco faceva la sua parte. Don Ciccio De Paola stilava delle dettagliate informazioni, attraverso le quali descriveva il soggetto in parola come una brava persona, morigerata, che frequentava la chiesa, che
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era, inoltre, un grande lavoratore e che, soprattutto, in nessun caso era stato iscritto ad alcun partito, meno che mai al Partito Comunista Italiano. E le informazioni venivano spedite al Consolato Americano a Napoli, da dove, dopo l’iter necessario, arrivava il visto tanto atteso. Si poteva finalmente partire e, dopo forti abbracci commossi e con sguardi pieni di amore e promesse scambiati con il resto della famiglia, in compagnia di una valigia di cartone tenuta chiusa con dello spago, si imbarcavano nel porto di Napoli su di un grande e vecchio bastimento come il Saturnia o il Vulcania, che li avrebbe portati finalmente nella terra promessa. Viaggi della speranza verso il nuovo continente che sarebbero proseguiti negli anni, per mezzo di navi sempre più grandi e più belle come l’Andrea Doria, che proprio da Napoli il 14 gennaio 1953 fece il suo viaggio inaugurale verso New York, o la Cristoforo Colombo che iniziò la sua attività nell’anno seguente, o ancora la Leonardo da Vinci che fu costruita e cominciò a solcare i mari nel 1960. Intanto la Giunta Municipale riprende il suo lavoro, occupandosi dei normali problemi dell’attività amministrativa di Rende. Nei mesi di aprile, maggio e giugno vengono esaminate tante domande e definite varie piccole incombenze. Viene accolta l’istanza presentata da Chiappetta Francesca fu Santo per l’istituzione di una rivendita di sale e tabacchi nella contrada Pietà, così come quella del Sig. Stellato Alberto che chiede il pagamento del terreno occupato per la via Muscione, fissando il prezzo in £. 50 al metro quadro. Si liquida il premio di presenza al personale dipendente per il primo trimestre, le spese a calcolo del bilancio 1949, il compenso al Segretario per la revisione dei conti consuntivi 1941-1946, e l’acconto di £. 25.000 all’Ing. Verre Samuele per la redazione del progetto acqua a Surdo. Poi vengono nominati “…i Signori Sorrenti Giuseppe e Apa Pasquale, - si legge nella Delib. di G.M. n °34 del 7.5.1949 - rispettivamente delegato della commissione censuaria comunale e indicatore catastale, con il compenso di £. 700 per il primo e di £. 600 per il secondo, per ogni giornata
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lavorativa, compensi già determinati dall’ufficio tecnico catastale”. Si passa poi alla compilazione del ruolo dell’imposta di famiglia e all’approvazione del ruolo dell’imposta sul bestiame e cani per l’anno 1949, e si convoca il Consiglio Comunale in seduta straordinaria per le ore 18 del 7 luglio c.a. Nel giorno fissato per l’adunanza, però, si presentano solo 9 Consiglieri e, quindi, la riunione, che non può essere considerata valida, viene rimandata al 12 luglio. Questa volta i Consiglieri presenti sono 12, per cui si possono iniziare i lavori. Si comincia dalla nomina a secondo applicato di Segreteria del vincitore del concorso appena espletato. Sui dieci partecipanti risulta essere classificato al primo posto il Sig. De Luca Angelo, che ottiene un punteggio di 40,9/100. Alla votazione che segue non partecipa il Consigliere De Luca Pasquale, perché padre dell’interessato. Quindi, avviene la proclamazione del vincitore per un biennio di prova, a partire dal giorno seguente, trascorso il quale la nomina del Sig. De Luca Angelo, a secondo applicato di segreteria del Comune di Rende, acquisterà carattere di stabilità. Subito dopo entra nella sala il Consigliere Settino Francesco, per cui il numero dei presenti si eleva a 13. A seguire, viene approvato il compenso al personale di Segreteria per il lavoro straordinario prestato nel primo semestre del 1949, il compenso al Tesoriere per il servizio di cassa per il 1948, passando poi alla nomina dei rappresentanti del Comune nell’assemblea consorziale per il servizio veterinario. Il Consorzio viene ripristinato dall’1.1.1949 com’era prima, e relativo cioè ai soli Comuni di Rende e S. Fili, e con il conseguente distacco dei Comuni di Castrolibero, Marano Principato e Marano Marchesato. I rappresentanti eletti risultano essere: Settino Francesco voti 8 Sorrenti Giuseppe “ 8 Chiappetta Salvatore “ 7 Perugini Giovanni “ 6
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Il punto seguente riguarda l’impostazione dei cantieri di lavoro con la nomina dell’Ingegnere progettista. “Con voti 11 - si legge nella Delib. di C.C. n°50 del 12.7.1949 viene nominato l’Ing. Spizzirri Filiberto, da Cosenza, a redigere il progetto dei lavori di costruzione della strada di allacciamento S. Fili-Rende-Marano Marchesato, approvando tutti i documenti necessari per la sollecita istituzione in questo Comune dei relativi cantieri di lavoro”. Il fermento che accompagna l’iter procedurale di queste opere crea entusiasmo nella compagine di maggioranza. Ed il punto seguente, che riguarda la costruzione della rete elettrica nelle contrade di Arcavacata e Nogiano, non fa altro che accrescerlo. Appena si presenta un ostacolo sulla strada della realizzazione di un lavoro necessario alla collettività, la maggioranza guidata dal Sindaco Rovella cerca in ogni modo di superarlo e di trovare il modo di andare avanti. “Letta la propria delibera n°1 del 12.6.1948… - si legge nella Delib. di C.C. n°51 del 12.7.1949 – con la quale aderendo alle giuste aspirazioni degli abitanti della frazione Arcavacata, si stabiliva di provvedere di illuminazione elettrica la frazione stessa, ed all’uopo si dava incarico alla Società Elettrica della Calabria per la redazione del progetto relativo; Letta l’altra propria deliberazione 13.4.1949 n °37…con la quale si deliberava analogamente anche per la frazione Nogiano. Visto che la Società Elettrica della Calabria…ha fatto conoscere di non potere, almeno per il momento, dato l’ingente lavoro di cui il proprio ufficio tecnico è oberato, mantenere l’impegno assunto;…proclama avere il Consiglio Comunale deliberato di affidare all’Ing. Morrone Pietro da Cosenza, l’incarico della redazione dei progetti per i lavori di costruzione della rete per la provvista di illuminazione elettrica nelle frazioni di Arcavacata e Nogiano”.
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La riunione del Consiglio si chiude con l’approvazione di un aumento dell’addizionale da due decimi (20%) a sei decimi (60%) da applicare all’imposta di famiglia per l’anno in corso. Dal Consiglio la palla passa alla Giunta Comunale che, riunitasi il 23 luglio 1949, decide “…di autorizzare - Delib. di G.M. n°50 del 23.7.1949 - la esecuzione in economia dei lavori di riparazione della via comunale Malvitani, incaricando della sorveglianza e della direzione dei lavori stessi il Geometra Scola Rosario”. In questa e nella riunione seguente, vengono autorizzati i trasferimenti delle scuole di S. Stefano e di Malvitani in altri locali, di proprietà degli stessi proprietari Chiappetta Achille e Caira Pietro, a condizione che le future aule siano dichiarate idonee dall’Ufficiale Sanitario, e viene approvato il Ruolo del canone acqua 1949, comprendente n °195 partite per un ammontare complessivo di £. 292.260. A questo punto la Giunta Municipale di Rende vuole esprimere il suo pensiero su una decisione importante che dovrà essere presa in alto ma che riguarderà tutta la nostra regione. “Preso atto – si legge nella Delib. di G.M. n°59 del 3.8.1949 – che una Commissione Parlamentare è stata designata per accertare quale delle città calabresi sia la più idonea a divenire capoluogo dell’Ente Regione. Nella piena convinzione che la città di Cosenza sia, per ragioni storiche ed economiche, per condizioni di possibile sviluppo, per facilità di comunicazioni geografiche col centro della Nazione, la sede più utile per la vita del futuro Ente; all’unanimità; Delibera, di far voti e chiedere al Parlamento Nazionale che a sede di Capoluogo dell’Ente Regione calabrese sia designata la città di Cosenza”. E dopo aver espresso parere favorevole al trasferimento della rivendita n°2 di Sicilia Giovanni fu Gabriele, dall’attuale locale sito in via G. Vercillo, all’altro sito in Piazza degli Eroi, di proprietà del Sig. Aversa Romualdo, la Giunta affronta un punto molto importante: la cessione gratuita all’Istituto Autonomo delle Case Popolari di Cosenza di un’area edificabile della superficie di mille mq. in via Cozzo di Loreto. La mancanza di case per i lavoratori è
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un ostacolo rilevante che si frappone alla piena realizzazione del programma approntato dal Sindaco Gaspare Rovella. L’escamotage studiato per aggirare l’intralcio è quello di mettere in piedi tutte le condizioni ottimali per consentire all’Ente delle case popolari di scegliere proprio Rende per la costruzione di alcune abitazioni. “Ritenuto – si legge nella Delib. di G.M. n°72 del 3.11.1949 – che l’Istituto Autonomo delle Case Popolari di Cosenza, per sopperire alla deficienza di alloggi esistenti in questo Comune, si è dichiarato disposto provvedere alla costruzione in Rende di un lotto di case popolari, a condizione che il Comune conceda gratuitamente l’area necessaria per la costruzione stessa; Ritenuta la opportunità di aderire senz’altro alla richiesta di cui sopra; Riconosciuto che l’unico terreno di cui questo Comune può disporre in quanto ne è proprietario è il Cozzo di Loreto, che per essere prossimo al centro abitato è situato in ottima posizione; mediante lavoro di sbancamento può essere destinato alla costruzione delle case di che trattasi…delibera di cedere, come cede, gratuitamente all’Istituto Autonomo delle Case popolari di Cosenza, una area edificabile della superficie di mq. mille, in via Cozzo di Loreto, da servire per la costruzione di un lotto di case popolari nell’abitato; Delibera, inoltre, di garantire con la cessione della sovrimposta Comunale sui terreni il mutuo che il predetto Istituto andrà a contrarre con la CC. DD. e PP. per la costruzione in questo centro abitato di un lotto di case popolari, fino alla concorrenza di £. 15.000.000, per la durata del mutuo medesimo”. Nella riunione che segue, la Giunta decide di aderire all’Unione Provinciale Enti Locali U.P.E.L., che potrà supportare il Comune di Rende nella tutela dei suoi diritti e dei suoi interessi, assistendolo in ogni campo, e delibera di proporre all’esame e all’approvazione del Consiglio comunale, per l’anno 1950, il bilancio dell’esercizio in corso con le dovute variazioni, determinando in £. 15.636.716 l’importo complessivo previsto sia in entrata che in uscita del bilancio stesso.
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Ormai il 1949 volge al termine. Il Consiglio Comunale torna a riunirsi il 24 novembre, alla presenza di 12 Consiglieri, per completare alcuni provvedimenti e sistemare pratiche riguardanti il personale e opere pubbliche in corso di realizzazione. Ed, infatti, si provvede subito a nominare quale ingegnere progettista per i lavori di completamento dell’acquedotto comunale l’Ing. Verre Samuele, col compito di “…procedere - Delib. di C.C. n°53 - ad una accurata revisione della conduttura principale onde accertare i tratti di essa deteriorata e quindi da sostituire”. Subito dopo viene approvato il progetto, sempre redatto dall’Ing. Verre Samuele, per la costruzione dell’acquedotto della frazione Surdo di Rende, modificato ed approvato dal Genio Civile di Cosenza nell’ammontare di £. 5.660.000, decidendo allo stesso tempo di contrattare un mutuo di eguale somma con la Cassa Depositi e Prestiti. A seguire il Consiglio colloca a riposo l’Ostetrica Presta Giovannina per compiuti limiti di età, “…in servizio - si legge nella Delib. di C.C. n°56 del 24.11.1949 - alle dipendenze di questo Comune dal 23.8.1910, alla data odierna, essendo ella nata a Vizzini in Sicilia il 17.11.1876, per l’età di anni 73 compiuti, deve necessariamente essere collocata a riposo”, e nomina Ostetrica interina la Sig.na Donato Natalina di Giuseppe, da Acri, con lo stipendio iniziale annuo di £. 4.000 al lordo delle riduzioni ed aumenti fin qui disposti. Dopo di ciò, si passa all’approvazione del bilancio per l’anno 1950, comprendente n°28 articoli di entrate e n°116 articoli di spesa, per un ammontare di £. 15.636.716. Una spesa notevole che si giustifica con le tante opere messe in cantiere e con le crescenti esigenze della comunità rendese. E per finire il Consiglio affronta la spinosa questione del servizio per i trasporti funebri. Il Sindaco Rovella tiene in particolare a che sia il cimitero che i servizi ad esso connessi siano realizzati nel migliore dei modi. Vuole che ogni cittadino possa dare un degno commiato ai propri defunti ed abbia la possibilità di poter deporre un fiore sulle loro tombe, che dovranno essere dignitose e ben curate. E allora per prima cosa si
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pensa a mettere mano al servizio dei trasporti funebri, che fino ad allora era effettuato a spalla, in modo antidecoroso e poco igienico. Il Sindaco propone al Consiglio di approvare un capitolato per l’appalto del servizio trasporti funebri che, attraverso i suoi vari articoli, regolerà modi, mezzi e prezzi del servizio medesimo. Il trasporto funebre sarà effettuato nel prossimo futuro per mezzo di carri a trazione meccanica e dovrà essere fornito gratuitamente agli indigenti, dietro semplice richiesta del Sindaco. Per i più abbienti l’appaltatore non potrà pretendere compensi superiori a quelli indicati nell’allegata tabella, che prevede il carro di prima classe a £. 3.900 e quello di seconda classe a £. 1.900. Il Comune da parte sua assicurerà all’appaltatore per il servizio un sussidio annuo di £. 150.000. Il Consiglio dopo ampia e dettagliata discussione approva il capitolato con voti favorevoli nove, contrari i Consiglieri Morcavallo Pietro e De Rango Serafino, i quali dichiarano di votare contro poiché vorrebbero che l’uso dei carri sia facoltativo e non obbligatorio per i cittadini, anche se ciò dovesse comportare un aumento del sussidio a carico del Comune. In ogni caso, con l’approvazione del nuovo sistema di trasporto funebre l’Amministrazione Rovella fa compiere un deciso passo in avanti alla città di Rende, in direzione della conquista di quelle opere di civiltà tanto agognate e difficili da acquisire per quei tempi. Ormai a Rende i partiti politici si sono pienamente consolidati e i cittadini, in gran parte, hanno scelto di schierarsi apertamente secondo le loro idee ed i loro principi. La Democrazia Cristiana è certamente il partito di maggioranza e richiama a se ancora tanto consenso, sia per i valori di fede, democrazia e libertà che professa, sia per l’essere a capo del governo nazionale, che detta la politica del Paese nel mondo e, attraverso i suoi uomini più rappresentativi, nelle varie regioni d’Italia. Qualcosa, però, nel frattempo si sta incrinando. La fiducia illimitata e senza pretese che a Rende il popolo fino ad allora aveva riposto nella D.C. e nei suoi rappresentanti stava per venire meno. Colpa dei tanti screzi e litigi che si verificavano da alcuni anni e ormai sempre più di frequente
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tra i membri della maggioranza, e merito senza dubbio di alcuni leader della minoranza, primo fra tutti del Dott. Francesco Principe, che si erano fatti portatori delle varie istanze dei cittadini rendesi, che avevano finito per identificarli come i delegati migliori ai quali affidare le loro speranze. E così la sinistra cresceva. Comunisti, Socialisti e Indipendenti di Sinistra, capirono che stava venendo il momento per giocarsi al meglio la partita con lo schieramento avversario. E l’avversario, ovvero la D.C., ed i suoi alleati, non capiva quello che stava avvenendo. Il potere, si sa, rende cieco chi lo detiene, e quello politico non fa eccezione. La maggioranza si considerava invincibile e non metteva in nessun conto la possibilità di poter perdere il governo della città. Lo stesso Parroco don Ciccio De Paola, il quale sicuramente per le sue doti ed il suo carisma era diventato un grande portatore di voti per la Democrazia Cristiana, a chi gli faceva notare che bisognava mettere in atto al più presto alcuni cambiamenti nella politica locale portata avanti fino a quel momento, se non si voleva rischiare di ritrovarsi sconfitti alle prossime consultazioni elettorali, lui rispondeva sicuro dicendo che “Rende ce l’ho nel pugno”, convinto di poter continuare ad incanalare in ogni caso il grosso dei consensi verso il suo partito. E così del resto la pensavano tanti altri eminenti personaggi della maggioranza, i quali avevano finito col perdere di vista i problemi reali che affliggevano i loro amministrati e si facevano guidare ormai solo dalla voglia di primeggiare l’uno a scapito dell’altro. Una guerra intestina si combatteva da tempo, prima sottotraccia e poi apertamente, non più contro l’avversario politico ma contro i propri compagni di partito e di coalizione. In ogni caso il programma del Sindaco Rovella, pur tra tante difficoltà e lentezze, sembrava potesse andare avanti. Il 7 gennaio 1950 la Giunta Municipale, presieduta dal Sindaco e formata da Perugini Giovanni, Chiappetta Salvatore, De Luca Pasquale e Orrico Giacomo, affronta il problema della cessione del terreno sul quale dovranno sorgere le case per i lavoratori.
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“Letta la nota n°4457 del 18 ottobre del decorso anno, - si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°1 - con la quale il Comitato di attuazione del piano per l’incremento della occupazione operaia Roma, comunica di avere assegnato a questo Comune la somma di quindici milioni di lire per la costruzione di case per i lavoratori, in applicazione della legge 28-2-1949, n.43…Ritenuto che avendo questa Amministrazione offerto per la costruzione delle case in esame tre aree, di cui una di proprietà del Comune e le altre due di proprietà dei Sigg. Aversa Romualdo ed Aiello Giuseppe, entrambi da Rende, nelle more che il Comitato suddetto scelga l’area più idonea, si rende necessario che il Comune deliberi sin da ora di cedere gratuitamente l’area, qualora verrà prescelta quella di proprietà del Comune, e di assumere l’onere relativo all’acquisto di una o di tutte e due le aree di proprietà privata qualora che verranno prescelte; Veduto l’art. 140 della legge Com.le e Prov.le 4-2-1915 n°148, Delibera, a) di cedere gratuitamente all’Ina Casa l’area necessaria per la costruzione di case per i lavoratori, qualora verrà prescelta quella di proprietà comunale; b) di assumere a carico del Comune l’onere relativo all’acquisto di una o di tutte e due le aree di proprietà privata, ove la scelta dovesse cadere sulle stesse”. Una decisione importante, quella assunta dalla Giunta, che denota la forte volontà del Sindaco e della sua maggioranza di portare a compimento il proprio programma, che conteneva al suo interno come punti qualificanti, una nuova pavimentazione per il centro storico, la realizzazione di varie strade sul territorio, l’approvvigionamento di acqua attraverso nuove sorgenti e la sua ripartizione su tutto il territorio per mezzo di un moderno sistema distributivo, la costruzione di una nuova rete per l’energia elettrica nelle varie contrade ed, infine, la realizzazione di alcuni lotti di case per i lavoratori. E così, forte dei risultati che pian piano si stanno ottenendo, la Giunta continua a lavorare. A febbraio apporta una variazione semestrale sulla tariffa delle imposte di consumo, liquida gli Aggi al Tesoriere sulle rendite patrimoniali 1948-1949 (£. 51.968 + £.
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35.000) e gli interessi dovuti sulle anticipazioni di cassa eseguite dal 1° luglio 1948 al 31 dicembre 1949. Poi liquida il compenso al personale di Segreteria per il lavoro straordinario, eseguito per la revisione e la compilazione delle liste elettorali, e le spese a calcolo del bilancio 1950. Nel mese di marzo, invece, la Giunta presieduta dal Sindaco Rovella e composta dagli Assessori effettivi Perugini Giovanni, Chiappetta Salvatore, De Luca Pasquale, e dallâ&#x20AC;&#x2122;Assessore supplente
Figura 95 - Processione del Corpus Domini
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Fig. 96 – Antica Processione della Madonna di Costantinopoli
Settino Francesco, approva il ruolo principale delle imposte di famiglia, patente, licenze e vetture per l’anno 1950, concede il 4° aumento periodico dello stipendio all’Ufficiale Sanitario e dispone un aumento sull’indennità di cavalcatura ai medici condotti. “La Giunta – si legge nella Delib. di G.M. n°10 del 27.3.1950 – letto il decreto di S.E. il Prefetto della Provincia n°9987 del 7-8-1949, con il quale viene determinato in £. 60.000 annue la indennità di cavalcatura da corrispondere ai medici condotti della provincia con decorrenza dell’anno 1949; Riconosciuta la necessità di elevare a detta somma l’indennità di cavalcatura in atto corrisposta ai due medici condotti di questo Comune Sigg. Martino Dott. Arturo Aristide e Morcavallo Dott. Oreste, giacchè essi sono in possesso del richiesto mezzo di trasporto (autovettura), e quindi nella condizione necessaria per ottenere la concessione di che trattasi; Veduta la legge Com.le e Prov.le; con voti unanimi e coi poteri del Consiglio, Delibera, di aumentare da £. 12.000 a £.
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60.000 e con decorrenza 1° settembre 1949 l’indennità di cavalcatura dovuta annualmente a ciascuno dei due medici condotti di questo Comune Sigg. Martino Arturo Aristide e Morcavallo Dott. Oreste”. Nella stessa seduta la Giunta decide anche l’adeguamento degli stipendi base dei medici condotti portandoli a £. 120.000, somma che insieme ai cinque aumenti periodici saliva a £. 180.000. Nel mese seguente sul quotidiano nazionale “Il Mattino” del 19 aprile 1950 appare un articolo dal titolo: “Il Piano Marshall per la ricostruzione in Calabria”, che porta buone notizie all’intera nostra regione. “Cosenza, 18 Dalla documentazione sul contributo ERP (European Recovery Program, n.d.A.) alla ricostruzione delle singole regioni italiane, stralciamo i dati che interessano la nostra regione aggiornati al 28 febbraio 1950. Per quel che riguarda le forniture gratuite, troviamo che alla Calabria sono stati assegnati quintali 782.097.83 di cereali e sfarinati. Per i medicinali alla Calabria sono stati distribuiti, a tutto il 28 febbraio 1950, i seguenti quantitativi: Penicillina U.O. 14.717.600.000; Streptomicina grammi 59.96; Insulina c.c. 29.750; Estratto di fegato c.c. 45.00. Per quel che riguarda i prestiti troviamo che alla Calabria, in aggiunta ai prestiti precedentemente concessi per un importo di 240.000 dollari, di cui pubblicammo a suo tempo il dettaglio, è stato concesso dall’Amministrazione per l’ERP di Washington un prestito di 38.000 dollari alla Ditta Modafferi Gaetano esercente industria varia”. Il Piano Marshall cominciava a produrre i suoi primi effetti benefici, contribuendo a combattere quei problemi gravi di malattie e fame ancora presenti in tutto il meridione d’Italia. Nel frattempo la Giunta Municipale di Rende disbriga le pratiche aperte. Il 6 maggio 1950 liquida il premio di presenza al personale dipendente per il primo trimestre dell’anno ed il trattamento
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economico dovuto al Segretario Comunale per effetto della legge 11 aprile 1950. Poi assegna il compenso di £. 56.000 “…al Sig. Rivalta Antonio - si legge nella Delib. di G.M. n°15 - per l’opera da esso prestata per numero 80 giornate quale sorvegliante dei lavori di sistemazione e pavimentazione delle strade interne di questo Comune”. Nella riunione successiva, quella del 18 maggio, la Giunta approva il ruolo suppletivo dell’imposta di famiglia degli anni 1946-1947-1948-1949-1950 ed il ruolo principale per l’imposta sul bestiame e sui cani per l’anno 1950, ammontante, quest’ultima, a complessive £. 2.886.983. Tutto sembra poter continuare a svolgersi nella normalità. I toni della politica sono sempre più alti ma sia la Giunta che il Consiglio mostrano la volontà di poter continuare a fare il proprio lavoro. Certo, le voci che si rincorrono nel centro storico di Rende sono quelle che parlano di una maggioranza ormai arrivata ad un bivio e che se non trova al più presto una soluzione rischia di spaccarsi definitivamente. Queste voci trovano conferma su di un articolo del quotidiano “Il Mattino” del 20 maggio 1950. “Verso un Commissario Prefettizio a Rende? Rende, 19 Si parla da qualche giorno delle dimissioni del Sindaco e di alcuni consiglieri. Ove ciò dovesse avverarsi rimarrebbe in carica uno sparuto numero di consiglieri che non potrebbero, per ovvie ragioni, amministrare. E’ stata pertanto chiesta in proposito la convocazione della Giunta”. Ed il 26 maggio la Giunta effettivamente si riunisce e, dopo aver approvato il riconoscimento delle spese a calcolo del bilancio in corso e liquidato all’Ing. Verre Samuele un acconto sul compenso dovuto allo stesso per la redazione del progetto, secondo lotto, dei lavori per il completamento dell’acquedotto, decide di convocare il Consiglio Comunale in seduta straordinaria.
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Alle ore 18 del 27 maggio 1950, nella sala del Consiglio si presentano, però, solo otto Consiglieri, per cui la seduta non è valida e viene rimandata in seconda convocazione al 3 giugno. Anche questa volta sono pochi i Consiglieri presenti, appena sette, e data l’assenza del Sindaco assume la presidenza l’Assessore delegato ff. da Sindaco Chiappetta Salvatore, il quale riconosciuto legale il numero degli intervenuti apre la seduta. E comincia subito la danza. Interviene il Rag. Salvatore De Luca, che deplora come nonostante siano trascorsi venti minuti dall’ora stabilita per la riunione del Consiglio, il Sindaco ancora non sia presente nella sala. Il Consigliere Francesco Principe si associa e presenta due mozioni, invitando il Consiglio a fissare la seduta per la discussione di esse. Con la prima mozione Principe propone che il Consiglio venga convocato almeno due volte al mese e con la seconda chiede di negare la fiducia al Sindaco e di procedere all’elezione dei nuovi organi esecutivi del Comune. A questo punto (Sono le ore 17.25, n.d.A) entra il Consigliere Settino Francesco. Il Consiglio vota e approva con voti unanimi la prima mozione. Subito dopo entrano nella sala i Consiglieri Caira Gaspare e Morcavallo Pietro, portando il numero dei presenti a dieci. Il Consigliere Principe intervenendo di nuovo dichiara di aver letto sul quotidiano “Il Mattino” di dissensi tra i componenti della Giunta. Nel frattempo entrano nella sala anche il Consigliere Basile Saverio ed il Sindaco Rovella Gaspare, che si giustifica per il ritardo causato da un guasto alla sua automobile. Dopo che il Segretario Comunale ha dato lettura del verbale, che viene approvato, si passa alla trattazione dei punti all’ordine del giorno. Il primo riguarda la concessione al personale dipendente dei miglioramenti economici n°149 del 12.4.1949 e n °130 dell’11.4.1950. Dopo una minuta ed attenta relazione del Dott. Giovanni Perugini, che propone un aumento del 10% a partire dal 1° gennaio 1949 ed un secondo aumento, sempre del 10%, a partire dall’1.7.1949, interviene il Consigliere Rag. De Luca Salvatore, il quale si dice favorevole su entrambi gli aumenti a patto che siano estesi a tutti i dipendenti. Il Consigliere Principe afferma
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che è giusto concedere gli aumenti a tutti in misura uguale a quella prevista per gli impiegati statali. Si passa alla votazione, sull’aumento dall’1.1.1949, e cominciano le sorprese. La mozione della Giunta viene respinta con voti sei, favorevoli cinque, astenuto uno, mentre la proposta Principe viene approvata con voti favorevoli sei, contrari cinque, astenuto uno. Sull’aumento dall’1.7.1949 la proposta ottiene undici voti a favore e una sola astensione. A parte l’importanza o meno del provvedimento, il Sindaco e la sua Giunta devono registrare una sconfitta. Che sia solo un fatto occasionale o che si ripeterà anche nel prosieguo dell’attività consiliare, sarà solo il futuro a dirlo. Intanto si passa all’espletamento degli altri punti all’ordine del giorno. Si decide di concedere un’indennità accessoria a favore del personale di Segreteria in relazione al trattamento economico del Segretario Comunale, si estende il premio di presenza al personale dipendente che ne è sprovvisto, si provvede all’approvazione del progetto esecutivo redatto dall’Ing. Verre Samuele, contrattando, altresì, un mutuo di £. 6.000.000 con la CC. DD. e PP. per la esecuzione del secondo lotto dei lavori per il completamento dell’acquedotto. Poi si approva la tariffa sul bestiame per l’anno 1950 e l’istituzione di un cantiere di lavoro per la sistemazione di strade interne ed esterne, soprassedendo per il momento alla nomina del tecnico per la redazione degli elaborati, dando incarico alla Giunta di esperire trattative circa la misura ed il pagamento del compenso con tutti i tecnici residenti nel Comune. A questo punto, data l’ora tarda, il Consiglio decide di aggiornarsi al 7 giugno. Si capisce bene che le riunioni del Consiglio stanno diventando per la maggioranza come un terno al lotto. Infatti, quasi tutti i provvedimenti che vengono sottoposti all’approvazione dell’organo consiliare o passano per un voto o vengono bocciati. La maggioranza si sta spaccando e solo l’ostinata volontà di qualche illustre suo componente, in primis del Sindaco Rovella, riesce per il momento a tenerla in piedi. La riunione consiliare, come stabilito, si
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tiene nel pomeriggio del 7 giugno. Sono presenti solo otto Consiglieri e manca il Sindaco, ragione per cui assume la presidenza l’assessore più anziano presente in aula, il Sig. De Luca Pasquale. Dopo aver constatato che il numero dei Consiglieri presenti rende legale e valida la seduta, si passa a trattare l’ordine del giorno. A questo punto, però, il Consigliere Russo Pasquale dichiara il suo intendimento di dimettersi e abbandona l’aula. Sorpresa e sgomento per questo atto improvviso ed inatteso, che aggrava la situazione negativa nella quale versa l’intera maggioranza. A frenare le inevitabili conseguenze sull’accaduto, arriva provvidenziale l’arrivo nella sala del Sindaco Dott. Gaspare Rovella, il quale, smorzato i toni di sfida della minoranza ed i timori creatisi all’interno della sua coalizione, assume la presidenza ed invita il Consiglio a passare ai punti all’ordine del giorno, deliberando sull’assegnazione in fitto di un terreno comunale, fondo Croce, lasciato libero dal Sig. Motta Salvatore, che ha intenzione di emigrare. Il Sindaco propone al Consiglio, per evitare qualsiasi imbarazzo di scelta tra le tante domande presentate, di assegnarlo a mezzo asta pubblica. A questa scelta si oppone il Dott. Francesco Principe, il quale afferma che è più opportuno scegliere fra le domande quella che si riferisce alla famiglia più bisognosa, il cui capo eserciti il mestiere di bracciante agricolo. E subito la proposta viene accettata dal Consiglio, a dimostrazione che qualcosa è già cambiato al suo interno. Esaminate le domande, però, nessuna fa riferimento ad un bracciante agricolo, per cui, con voti favorevoli sei, contrari due, si approva la proposta del Sindaco per l’asta pubblica. Dopo aver risposto al Ministero della Pubblica Istruzione sulla richiesta di lasciar liberi i locali dell’edificio scolastico da uffici comunali, ufficio postale ed asilo infantile, dichiarando di trovarsi, per il momento, nella condizione di impossibilità a trasferire altrove la sede del Comune e gli altri uffici, il Consiglio ratifica una serie di delibere approvate dalla Giunta Municipale. La conclusione della seduta consiliare mette fine anche al patema d’animo che ormai affligge quasi tutti i Consiglieri rimasti fedeli al Sindaco Rovella. E’
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una situazione incresciosa, quella che si è venuta a creare, dalla quale è veramente difficile uscire. Alcuni Consiglieri sono ormai nei fatti in quota alla minoranza, la quale, forte del consenso popolare che vede crescere nei suoi riguardi, fa di tutto per aumentare anche la sua rappresentanza consiliare per cercare, così, di rovesciare il governo della città di Rende. E la notizia di quello che da li a poco sarebbe realmente successo arriva da un articolo, a firma di Salvatore Sicilia, che appare sul quotidiano “Il Mattino” del 28 giugno 1950. “Al Municipio di Rende Grave crisi nell’Amministrazione Rende, 27 Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale ha rassegnato le dimissioni il Consigliere di maggioranza e Vice Sindaco Salvatore Chiappetta (Non risulta a verità dagli atti, n.d.A.), seguito da un altro della maggioranza, Russo Pasquale. Ancor prima e nelle diverse occasioni, se ne erano dimessi altri cinque. Ora, il Consiglio Comunale di Rende è retto da quattro elementi di minoranza e da sei di maggioranza. Si parla pure delle dimissioni del consigliere Aiello della maggioranza. Il Sindaco, dott. Rovella, da noi avvicinato, ci ha ripetuto le dichiarazioni fatte al Consiglio. <<Mi sono assunto il mandato datomi dal popolo per quattro anni. Ora questo è finito e, per ragioni professionali non m’è possibile continuare a reggere l’Amministrazione come Sindaco. Già nell’ultimo Consiglio l’ho fatto presente ai Consiglieri che ho pregato di scegliersi un nuovo Sindaco>>. Dopo le dichiarazioni del Dott. Rovella, che confermano la crisi in atto, domandiamo: Una Amministrazione che deve governare 13 mila abitanti sparsi in un territorio di 4.600 ettari di terreno con 62 frazioni che sono altrettanti piccoli comuni agricoli, si può reggere in tali condizioni? Rende, - a nostro avviso – è invasa dalla piaga di una crisi che si può risolvere solo se quei pochi Consiglieri rimasti si decidono a nominare il nuovo Sindaco o se il Prefetto nomini un Commissario
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Prefettizio. Ove continui, questa crisi porterà il Comune alle più serie conseguenze. E, tanto per iniziare, diciamo subito che l’Impresa appaltatrice delle case per il popolo, lotto di 15 milioni, s’è contentata di perdere l’anticipo di 300 mila lire anziché costruire le predette case. Con questo, Rende ha perduto già qualcosa. Si è in estate. L’acqua manca come per il passato. Il secondo lotto dei lavori per il completamento dell’acquedotto per 6 milioni, dorme e nessuno ne parla. E Rende, certamente rimarrà senza acqua. Le strade interne non sono state ultimate e nessuno se ne interessa. Sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Maggiore c’è del materiale di risulta e nessuno pensa a rimuoverlo. Si è scritto al Prefetto e al Sindaco che ha fatto una diffida all’Impresa, ma inutilmente. Il progetto per la luce nelle contrade Arcavacata e Nogiano per complessivi 10 milioni, ancora e malgrado le reiterate insistenze non è stato redatto. La pratica per la strada di allacciamento Rende – Marano – S. Fili è allo stato “murattiano”. Le scuole sono senza acqua e non sono state attintate ed arredate, e, siamo sicuri che, all’apertura del nuovo anno scolastico non potranno riaprirsi. La contrada Quattromiglia (Castiglione Cosentino Scalo) reclama l’acqua, le fogne, le scuole. Questi problemi di primaria importanza per un Comune come Rende, dormono perché il solo Segretario Comunale non è Dio e non può far tutto. C’è necessità di collaborazione da parte di un Consiglio Comunale che attualmente non c’è o se c’è, esiste solo di nome. Quindi, dalle colonne di questo giornale, sempre ospitale per la esposizione dei nostri problemi, invitiamo quanti restano del Consiglio a riunirsi d’urgenza e a passare alla nomina di un nuovo Sindaco, in caso contrario, preghiamo il Prefetto di provvedere in merito o con la nomina di un Commissario Prefettizio o sollecitando il Consiglio per la nomina di un nuovo Sindaco. Rende, nelle disastrose condizioni in cui versa, non può certamente vivere. Salvatore Sicilia”
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Un articolo dai contenuti duri, forse anche un po’ di parte, che descrive un contesto disastroso e che non lascia adito a dubbi. Se è vero, però, che il clima si è avvelenato, non è altrettanto vero che l’operato del Sindaco Rovella e della sua Giunta non sia stato fruttuoso per la città di Rende. Rovesciando l’elenco delle opere descritte in modo negativo dall’articolo del quotidiano, si può cogliere un dato incontrovertibile: Rovella nel suo quadriennio di Sindaco aveva dato corso ad opere di grande interesse e necessità per la comunità rendese per un importo di £. 41.614.000, ai quali andava aggiunto il costo di circa £. 10 milioni per la realizzazione di una rete per portare l’energia elettrica nelle contrade di Arcavacata e Nogiano. Se solo si pensa che l’intero bilancio annuale che il
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Fig. 97 â&#x20AC;&#x201C; Le fascine di grano pronte per la trebbiatura
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Fig. 98 â&#x20AC;&#x201C; Il momento della trebbiatura
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Sindaco Rovella si trovò a dover amministrare all’atto del suo insediamento nel 1946 ammontava ad appena £. 3.959.885, allora si può comprendere bene che la sua fu un’azione di ricostruzione eccezionale, che seppe guardare verso il futuro per fornire la città di Rende delle opere principali, quali strade, acqua, luce, case, e darle la possibilità di ambire così ad uno sviluppo vero, moderno e civile. Certamente non tutto filò liscio e alcune di queste opere, messe in campo dal Sindaco Rovella, subirono forti rallentamenti, al punto che finirono poi per essere inaugurate dai suoi successori, i quali furono molto contenti di riscuoterne il merito. Oggi, però, possiamo dire a proposito di queste opere che l’averle pensate, l’aver messo in campo tutto l’iter burocratico occorrente, l’aver fatto realizzare i progetti, trovati i soldi necessari, affidati gli incarichi, risolti i mille piccoli e grandi problemi che si frapponevano alla loro definitiva realizzazione, tutte queste cose sono ascrivibili al Sindaco Dott. Gaspare Rovella, al quale va finalmente riconosciuto il merito di aver saputo governare in silenzio e nel rispetto dell’intera sua cittadinanza. Solo la storia, a volte, con i suoi tempi lenti e lunghi, finisce col dare il suo giusto riconoscimento a chi ha operato in modo adeguato, tenendo ben chiaro in mente il percorso che si voleva intraprendere e il traguardo che, alla fine, si voleva raggiungere e tagliare; durante il momento temporale nel quale si svolge l’azione, invece, spesso si creano divisioni, dissidi, invidie, gelosie, che alla lunga finiscono col minare progetti e alleanze, e consegnare il timone della nave, e quindi delle decisioni, ai propri avversari. Il Consiglio Comunale si riunisce di nuovo, in seduta straordinaria, il 2 luglio 1950. Sono, però, solo sette i Consiglieri presenti e per questo motivo la riunione non può avere luogo. Avviene comunque una breve discussione tra gli intervenuti, attraverso la quale il Consigliere Salvatore De Luca chiede alla Giunta di riconvocare al più presto una nuova seduta del Consiglio, ed il Consigliere Dott. Francesco Principe sottolinea come sia gli Assessori che alcuni
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consiglieri di maggioranza, nonostante si è a conoscenza che si trovano in Rende, non sono intervenuti alla riunione odierna perché invitati dal Sindaco a non parteciparvi. Contestazioni a parte, in ogni caso la riunione è saltata. La Giunta, convocatasi l’11 luglio, fissa la data del prossimo Consiglio Comunale in seduta straordinaria di seconda convocazione per il giorno 14, alle ore 18.30. Nel frattempo provvede ad approvare il canone acqua 1950, che comprende n °203 partite per un ammontare di £. 303.720, liquida un sussidio di £. 48.000 per l’anno in corso a favore dell’Asilo Infantile, le spese a calcolo, il premio di presenza al personale dipendente per il 2° trimestre ed il compenso per l’accertamento bestiame 1950 agli agenti municipali Principe Rodolfo, Garofalo Francesco, Spizzirri Vincenzo, Loizzo Michele. Arriva l’attesa data del 14 luglio. Il Consiglio si riunisce alla presenza di tutti i sedici Consiglieri in carica. 1° 3° 5° 7° 9° 11° 13° 15°
Dott. Rovella Gaspare-Sindaco 2° Dott. Perugini Giovanni Dott. De Rose Virgilio 4° Basile Saverio Dott. Principe Francesco 6° Rag. De Luca Salvatore Prof. De Rango Serafino 8° Sorrenti Giuseppe Aiello Raffaele 10° Orrico Giacomo Chiappetta Salvatore 12° De Luca Pasquale Settino Francesco 14° Morcavallo Pietro Caira Gaspare 16° Russo Pasquale
Nella sala, ad assistere alla seduta, c’è un folto pubblico composto in gran parte da militanti dell’opposizione. Assume la presidenza il Sindaco Rovella, il quale fa dare lettura al Segretario Comunale dei verbali precedenti. Dalle prime battute si capisce qual è il clima che si respira nella sala. Il Consigliere Principe interrompe la lettura, precisando che fino adesso il Sindaco non ha ancora relazionato al Consiglio sulla sua gestione, chiedendo chiarimenti sulla destinazione degli utili che i negozianti incaricati della vendita dei tessuti Unnra ebbero a versare qualche anno fa al Comune. Il
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Sindaco si riserva di dare una risposta precisa nella prossima riunione, ma dopo un poco Principe ritorna alla carica chiedendo ulteriori delucidazioni sul lavoro straordinario prestato dal personale per le liste elettorali e, non rimanendo contento della risposta che nel frattempo arriva dal Sindaco, chiede che venga nominata una Commissione d’inchiesta. Subito dopo fa osservare che nella seduta del 7 giugno il Consigliere Russo si era dimesso, per cui oggi non dovrebbe prendere parte alla seduta. Intervento questo che suscita la reazione del Consigliere Russo, il quale afferma di aver modificato il suo precedente pensiero. E a riprova di ciò, il Sindaco legge una domanda presentata dallo stesso Russo con la quale ritira le sue dimissioni. Tutto chiarito? Nemmeno per sogno. Su questo tema avviene una vivace discussione tra il Consigliere Principe ed il Sindaco Rovella. E dopo un altro battibecco nato sul come considerare la riunione odierna, se la continuazione della precedente o come una nuova, si arriva finalmente alla trattazione dell’ordine del giorno. Si devono nominare i Revisori dei Conti per il 1949, ma nella votazione che segue sei Consiglieri, De Luca Salvatore, Principe Francesco, Settino Francesco, De Rose Virgilio, Russo Pasquale, Morcavallo Pietro, riportano tutti otto voti, per cui non si può nominare nessuno e si rimanda la decisione alla prossima riunione del Consiglio. Subito dopo c’è l’approvazione dei Conti Consuntivi 1947-1948, ma “…il Consigliere Principe - si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°19 del 14.7.1950 - chiede che apposito relatore faccia in proposito una dettagliata ed esauriente relazione ed in mancanza rinviare la trattazione della pratica”. E così avviene. Si passa al punto seguente: Istituzione di una delegazione municipale e di una sezione di Stato Civile nella contrada Quattromiglia. Dopo un’aspra discussione tra Principe ed il Sindaco, i quali affermano, il primo, di non trovarsi d’accordo se non si indicano le risorse finanziarie, ed il secondo, che l’Amministrazione Comunale si sta interessando di tutti i problemi dei cittadini, come l’acqua a Surdo, l’energia elettrica a Nogiano e Arcavacata e altro ancora, e se non è
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stato possibile risolvere tutto la colpa certamente non è sua o dell’Amministrazione, la proposta viene messa ai voti ed il risultato di 8 voti a favore e 8 contrari fa si che la mozione venga rinviata alla prossima riunione. Il punto seguente, ovvero la contrattazione di un mutuo con la CC. DD. e PP. per la costruzione di case popolari, fila via liscio. Il Consiglio decide di assumere un mutuo di £. 9.900.000. Viene rinviata, invece, la decisione di istituire un fonotelegrafico nelle frazioni di Arcavacata e Quattromiglia in attesa che sia il Ministero a farlo, facendo così risparmiare al Comune la somma occorrente di £. 967.000. E la votazione che segue decreta i nuovi componenti del Comitato ECA, che sono: 1° 3° 5° 7° 9°
Sicilia Ernesto fu Nicola Ritacca Antonio Belmonte Francesco Chiappetta Domenico Principe Oreste
2° 4° 6° 8°
Maone Salvatore Armocida Michele Principe Mariano De Luca Umberto
Subito dopo si torna a parlare delle dimissioni del Consigliere Russo, il quale avvalendosi dell’art. 158 del regolamento per la esecuzione della legge Com.le e Prov.le le aveva ritirate prima che il Consiglio, deliberando, potesse accettarle. Il Consigliere Principe, però, non è d’accordo e afferma che il Consigliere Russo non si doveva presentare alla riunione ma doveva aspettare la decisione del Consiglio per vedere se le sue dimissioni venivano accettate o meno. Ed il Sindaco Rovella, nell’elogiare il comportamento del Consigliere Russo, che denota, a suo dire, senso di responsabilità, ribadisce che le dimissioni per essere valide debbono essere accettate con regolare delibera del Consiglio. A questo punto si verificano vivaci discussioni tra il Sindaco e la minoranza, con manifestazioni di approvazione e disapprovazione da parte del numeroso pubblico presente in aula, che viene ripetutamente richiamato al silenzio.
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Il punto seguente riguarda la decadenza da Consigliere del Dott. De Rose Virgilio. Dopo le giustificazioni addotte dal De Rose sulle sue poche ma sempre giustificate assenze, interviene il Sindaco per darne conferma. Tutto questo, però, non basta al Consigliere Principe, il quale chiede che venga posta a votazione la sua proposta per la decadenza del Consigliere De Rose. Nonostante la mozione venga votata favorevolmente, 8 a 7, il Sindaco, intervenendo, afferma di ritenere che la stessa non possa essere messa ai voti, in quanto i motivi dell’assenza del De Rose gli furono personalmente e verbalmente giustificati prima della riunione del Consiglio Ordinario del 3.6.1950, seduta alla quale egli giunse con ritardo e, per questo, non gli riuscì di riferirli al Consiglio. Il Consigliere De Rose aggiunge, inoltre, di non aver ricevuto nessuna notifica circa la proposta di decadenza e ciò in netto contrasto con le precise disposizioni di legge. Principe risponde che le giustificazioni di oggi non hanno nessun valore, in quanto il Consiglio ne viene a conoscenza dopo un mese e mezzo, per cui invita il Sindaco a porre ai voti la seguente mozione: “Ritiene il Consiglio valide le giustificazioni apportate dal Sindaco per il Dott. De Rose?”. La proposta Principe viene, quindi, messa ai voti ma durante la votazione, non potutasi concludere, si verificano vivaci ed accese discussioni tra elementi della maggioranza e della minoranza sulla possibilità di votare o meno anche da parte del diretto interessato De Rose. Ed il pubblico presente si fa trascinare nella polemica e si abbandona ad atti di intolleranza, come battute di mano in segno di approvazione alle dichiarazioni di rappresentanti della minoranza, qualche fischio in segno di protesta contro le dichiarazioni del Sindaco, rumoreggiamenti, mormorii e parole di scherno all’indirizzo di un Consigliere della maggioranza che nel votare rispondeva no, anziché si, correggendosi subito dopo. “A questo punto e cioè alle ore 21.55, il Presidente – si legge nel verbale del C.C. – considerato e constatato che lo stato d’animo del pubblico presente in aula è tutt’altro che tranquillo, avendo esso
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dato prova di eccitazione e di intolleranza, ad evitare disordini e deprecati incidenti che potrebbero turbare l’ordine pubblico, avvalendosi dei poter discrezionali consentitigli dall’art. 297 T.U. legge Com.le e Prov.le 4-2-1915 n°148, dichiara sciolta la seduta”. Ormai la maggioranza che sostiene il Sindaco Dott. Gaspare Rovella si sta sciogliendo come neve al sole. Non c’è giorno che non si presenti un nuovo problema, che un Consigliere non avanzi una sua pretesa, che un Assessore non cerchi di ritagliarsi un suo spazio di potere assoluto. Rovella a questo punto capisce bene la situazione ed è preso dallo sconforto. Con il suo carattere mite, il suo temperamento dedito alla ricerca e comprensione delle ragioni altrui, la sua volontà di capire bene i problemi, approfondendoli, per cercare subito dopo e col consenso di tutti le eventuali soluzioni, può essere sicuramente un buon Sindaco ma certamente non uno scaltro e disincantato politico, che abbisogna, invece, di altre doti e capacità, come il possedere una forte grinta, il riuscire a non farsi condizionare dai sentimenti e dalle emozioni, l’essere animato dalla volontà di conquistare a tutti i costi il potere. Queste caratteristiche non sono le sue e Rovella lo capisce bene, al punto che vorrebbe lasciare la guida della città di Rende. D’altra parte ci sono delle spinte che gli provengono dal padre, Michelangelo Rovella, dal Parroco, don Ciccio De Paola, da tanti amici e colleghi di partito, che lo invogliano, lo sostengono, lo “costringono” quasi a tenere duro. Ecco, però, che quando la volontà di continuare a lottare sembra finalmente farsi avanti nella sua mente, arriva la nuova mazzata: due Assessori, De Luca Pasquale e Settino Francesco si dimettono dalla loro carica e, quindi, dalla Giunta Municipale. “La Giunta – si legge nella Delib. di G.M. n°31 del 27.7.1950 – lette le dimissioni dalla carica di Assessore effettivo e di Assessore supplente, presentate in data odierna dai Sigg. De Luca Pasquale e Settino Francesco…Delibera di prendere atto ed accettare le dimissioni dalla carica di assessore effettivo e di assessore supplente
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rispettivamente rassegnate dai Sigg. De Luca Pasquale e Settino Francesco”. Quello che si temeva è avvenuto. La distanza tra il Sindaco ed alcuni membri della sua maggioranza è ormai cresciuta a dismisura e sembra incolmabile. In ogni caso, bisogna cercare di andare avanti, magari in attesa di trovare una soluzione, che allo stato appare assai improbabile. Nel frattempo la Giunta, anche se a ranghi ridotti, prosegue il suo lavoro liquidando le spese a calcolo e approvando una variazione semestrale sulla tariffa delle imposte di consumo relativa al 2° semestre 1950. Subito dopo approva, come richiesto da tanti cittadini, la costruzione di un pubblico lavatoio nel Rione Chiata. “La Giunta, - si legge nella Delib. di G.M. n°32 del 27.7.1950 tenute presenti le insistenti richieste verbali e per iscritto fatte pervenire a questa Amministrazione comunale dagli abitanti del Rione Chiata, dirette ad ottenere la sollecita costruzione in quel Rione stesso, e precisamente a fianco del fontanino ivi esistente, di un pubblico lavatoio, avente la larghezza di metri due e la profondità di m. 0,40; Riconosciuta la necessità di aderire alla richiesta di cui sopra, anche tenuto conto dei vantaggi igienici che la popolazione del Rione Chiata trarrà dalla esistenza colà di un pubblico lavatoio; Ritenuto che la costruzione dell’opera di che trattasi comporta, come da preventivo redatto da persona esperta in materia, una spesa di circa £. 25.000 (Venticinquemila), spesa che può essere facilmente sostenuta dal Comune; Veduta la legge Com.le e Prov.le. Con voti unanimi. Delibera di autorizzare, come autorizza, la spesa di lire venticinquemila circa necessaria per la costruzione di un pubblico lavatoio nel Rione Chiata di questo Comune, e precisamente lateralmente al fontanino ivi esistente, nella intesa che alla liquidazione definitiva della spesa sarà provveduto con apposito provvedimento dopo ultimata la costruzione stessa”. Una piccola opera ma di grande utilità per tante donne che, non avendo in casa l’acqua corrente avrebbero potuto utilizzare il
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lavatoio, con le sue due vasche, per lavare e risciacquare oltre ai vari indumenti della propria famiglia anche tovaglie, coperte e quant’altro. Si arriva verso la fine del mese di settembre, esattamente al giorno 23, quando la Giunta Municipale torna a riunirsi per affrontare tanti piccoli e grandi problemi. A presiedere la seduta, assente il Sindaco, è Chiappetta Salvatore, mentre sono presenti quali Assessori effettivi, Orrico Giacomo e Perugini Giovanni, e quale Assessore supplente, Aiello Raffaele. Per prima cosa viene fissata l’adunanza del Consiglio per la fine di ottobre. Poi si approva il ruolo suppletivo delle imposte sulle industrie, arti, ecc. per gli anni 1942-1945-1946-1947-1948 e 1949. A seguire la Giunta determina il canone da pagarsi per il terreno S. Croce per l’anno 1950. Il fitto da corrispondere a titolo di terratico viene portato da £. 600 a £. 1.500 per ogni moggiata di terreno posseduta dai fittuari del fondo Comunale S. Croce. Poi viene concesso un contributo di £. 2.000 in favore della colonia estiva istituita per i figli dei dipendenti degli Enti locali, emettendo il mandato all’Amministratore della Colonia, che funziona fin dal 1948, Sig. Barbuto Salvatore – via Padolisi, 9 – Cosenza. Quindi, si approva il Ruolo terratico del 1950 e si modifica la tariffa delle imposte di Consumo, con aumenti che vanno dal 10% fino anche al 25%. Subito dopo viene affidato al Geom. Chiappetta Giuseppe di Rosario l’incarico della redazione dei progetti per la sistemazione e riparazione delle strade comunali di Arcavacata – Nogiano – Cucchiano – S. Ianni – S. Maria e Villana, fissando in £. 250.000 il compenso da corrispondere allo stesso sia per la progettazione che per la eventuale direzione dei lavori. E si arriva, così, al punto più importante dell’ordine del giorno, alla delibera di G.M. n°43 del 23.9.1950 che ha come oggetto: la cessione di un’area di terreno all’Ina Casa per la costruzione di case per i lavoratori. “Letta la propria delibera n°1 del 7-1-1950, ratificata dal Consiglio Comunale il 7-6-1950 n.15, approvata dalla G.P.A., come deliberazione di massima, in data 26.1.1950 - n.1181, con la quale si
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stabiliva di cedere gratuitamente alla gestione Ina-Casa di Roma, il terreno necessario per la costruzione in questo Comune di un primo lotto di case per i lavoratori, per l’importo stabilito di £. 15.000.000; Letta la nota 29-4-1950 – n.1128, con la quale questo Ufficio provvedeva all’invio all’Ispettorato Regionale della Calabria della Gestione Ina-Casa, tramite l’Istituto Case Popolari di Cosenza, i certificati catastali e l’estratto di mappa relativi al terreno di proprietà Aiello Giuseppe sito in via Pila Cave, terreno, tra quelli offerti, da questa Amministrazione ritenuto più idoneo, per ubicazione ed altro, alla costruzione di che trattasi; Lette le note 12 luglio 1950 – n.4457 e 24-8-1950 n°2250/31501, con le quali la Gestione Ina Casa di Roma, malgrado avesse questo Ufficio ripetutamente ed insistentemente fatto presente che l’unico terreno adatto alla costruzione delle case per i lavoratori, fosse quello sito in via Cavi, di proprietà Aiello Giuseppe, comunica che l’area da destinare alla costruzione in esame, deve essere quella sita in via S. Maria di proprietà Comunale previo ampliamento della stessa da effettuarsi a spese e cure del Comune; letta la nota 15 corrente mese, n°2598, tutt’ora inevasa, con la quale questo Ufficio, nello specificare ancora una volta i motivi e le ragioni per cui l’area di S. Maria deve ritenersi inidonea allo scopo (ubicazione eccentrica, mancanza di servizi pubblici, scarsa viabilità, ecc.) insiste perché la costruzione delle case per i lavoratori avvenga, come è nel desiderio di tutta la popolazione, sull’area di proprietà Aiello, sita in via Cavi, area che consente la costruzione di un secondo lotto di case ove questo venga concesso; Tenuto presente quanto riferito verbalmente dall’Istituto Autonomo delle Case Popolari di Cosenza, e cioè che in base agli accordi di recente intervenuti tra l’Istituto stesso e la Gestione Ina-Casa di Roma, questa è disposta consentire che la costruzione delle case in esame avvenga sull’Area di proprietà Aiello (via Cavi) a condizione che il Comune si impegni di cedere gratuitamente, oltre ai 2.900 mq. già offerti e ritenuti insufficienti, altri 1.300 mq. di terreno, di cui mq. 530 occupati dalla via comunale Pila Cavi, che a spese del Comune deve
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essere spostata più a monte, e mq. 765 di proprietà fratelli Zagarese; Riconosciuta la necessità di aderire senz’altro alla richiesta di cui sopra; Riconosciuta l’urgenza di provvedere; Con voti unanimi e coi poteri del Consiglio; Delibera, di cedere gratuitamente alla Gestione Ina-Casa di Roma, oltre ai 2.900 mq. di terreno di proprietà Aiello Giuseppe, sito in Via Cavi di questo Comune, necessario per la costruzione di un primo lotto di case per i lavoratori, altri 1.300 mq. di terreno nella stessa zona, di cui mq. 530 occupati dalla via comunale Pila-Cavi, che verrà, in conseguenza, a spese del Comune, spostata più a monte, e mq. 765 di proprietà Zagarese”.
Fig. 99 - La prima casa popolare costruita a Rende
Messo definitivamente a posto il problema delle case, la Giunta non può far altro che passare la palla al Consiglio Comunale. E qui, infatti, che si svolge l’azione politica più importante relativa al momento. I dissidi interni creatisi nella maggioranza, vengono sfruttati al meglio dalla minoranza, che cerca in tutti i modi di alimentarli per portare il Sindaco alle dimissioni. Il Consiglio si riunisce il 31 ottobre 1950, alle ore 10.30, e sono presenti 10 Consiglieri. Subito dopo l’inizio dei lavori entra in sala il
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Consigliere Basile Saverio. A questo punto prende la parola Principe, il quale dichiara che la seduta non è valida perché, a suo giudizio, gli avvisi di convocazione sono giunti ai Consiglieri Fig. 100 - La "La Cooperativa " di Michele Armocida senza osser vare il termine dei cinque giorni previsti dalle leggi, e chiede che nel prossimo ordine del giorno che la G.M. andrà a formulare siano inseriti tutti gli argomenti non trattati o sospesi nella riunione del 14 luglio. Dopo di che, insieme ai Consiglieri De Luca Pasquale e Caira Gaspare, abbandona la sala. In risposta al Consigliere Principe, ormai assente, il Sindaco ritiene di portare a conoscenza dei presenti che la riunione del Consiglio ha avuto luogo per disposizione della Superiore Prefettura e che, quindi, doveva ritenersi d’urgenza. Poi, vista l’assenza dei tre membri, e constatato che il numero dei Consiglieri presenti è di otto, numero non sufficiente a rendere valida la seduta, scioglie l’adunanza. Ed è di nuovo la Giunta che nella seduta del 7.11.1950, dopo aver accolto l’istanza del Sig. Armocida Michele, con la delibera n°56, per l’istituzione di una nuova rivendita di generi di privativa in via Cristoforo Pittor Santanna n°7, “…ritenuto che dalla rivendita situata in via Vittorio Emanuele la nuova rivendita verrebbe ad essere distante circa 150 metri;…”, ed aver espresso parere favorevole, con la delibera n°57, all’istanza “…presentata dal Sig. Tenuta Giovanni di Achille, all’Ufficio Compartimentale dei Monopoli di Stato di Cosenza, con la quale chiede di potere istituire, nel locale di sua proprietà sito in via Vergiglio (Al n°25, n.d.A.) di questo Comune, una rivendita di generi di privativa”, convoca il Consiglio Comunale in sessione ordinaria.
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Il 16 novembre 1950, alla presenza di 10 Consiglieri, compreso il Sindaco Rovella, quasi tutti della maggioranza, il Consiglio si riunisce. Sono invece assenti i rappresentanti della minoranza. All’incontro, in rappresentanza di S. E. il Prefetto, partecipa il Dott. Linata Ernesto. I subbugli verificatisi nell’incontro precedente avevano consigliato il Sindaco di premunirsi per fare in modo che non si avessero più a ripetere. Per cui mise a conoscenza il Prefetto della Provincia dei fatti avvenuti nell’ultima seduta consiliare e questi decise di inviare un suo rappresentante al fine di vigilare sul buon andamento e regolare svolgimento dei lavori del Consiglio Comunale di Rende. Per evitare inutili perdite di tempo, il Consigliere Dott. De Rose propone che il Consiglio deleghi la Giunta ad approvare il verbale precedente e che, inoltre, venga invertito l’ordine del giorno. A questo punto entrano nella sala i Consiglieri De Luca Pasquale, Dott. Principe Francesco e Caira Gaspare, i quali resisi conto che con la loro assenza non sono riusciti ad invalidare la seduta, decidono di parteciparvi facendo salire il numero dei Consiglieri presenti a 13. Principe interviene subito per avere giustificazioni del fatto che il Sindaco nella seduta precedente lo abbia apostrofato come “sabotatore”. Rovella risponde che non ricorda di averlo fatto, ma aggiunge che ove ciò fosse avvenuto non è stato certo espresso in modo lesivo per il Consigliere Principe. Nel frattempo entra in sala il Consigliere Morcavallo Pietro. E la bagarre si accende sulla proposta De Rose, della delega alla Giunta, fino a portare Principe ad affermare che la proposta la ritiene indifferente ed incosciente, alzandosi poi per abbandonare l’aula. Si accorge, però, di aver esagerato, anche per la presenza in aula del delegato del Prefetto, e immediatamente “dichiara di ritirare la parola <incosciente> pronunziata nei riguardi della Giunta, essendo andato al di là del suo pensiero”. E prima di abbandonare l’aula, unitamente ai Consiglieri Morcavallo Pietro, Caira Gaspare, De Luca Pasquale e De Luca Salvatore, chiede che nella compilazione del prossimo ordine del giorno la Giunta inserisca la trattazione dei Conti Consuntivi 1947 e 1948. Il
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Presidente, constatato che i nove Consiglieri rimasti in aula non sono sufficienti, scioglie la seduta. Passa appena una settimana ed il 23 novembre 1950 il Consiglio torna a riunirsi, in sessione ordinaria di seconda convocazione. Una riunione questa che si preannuncia carica di tensione e piena di importanti punti da discutere e, se possibile, approvare. I Consiglieri, 16, sono tutti presenti e, in seguito alle liti ed agli schiamazzi verificatisi nelle ultime riunioni tra il pubblico presente, ad assistere alla seduta c’è il Dott. Miceli, in rappresentanza di S.E. il Prefetto della Provincia. Il Consigliere Principe interviene subito, osservando che il Consiglio dovrebbe riunirsi di sabato pomeriggio per permettere a tutti di parteciparvi e subito dopo la lettura del verbale della seduta consiliare del 14 luglio, dichiara che lo stesso non risponde alla verità dei fatti, per cui, “contesta tutto quanto risulta nel verbale circa lo svolgimento della seduta non ravvisando nei fatti verificatisi le condizioni obbiettive per cui il Sindaco poteva avvalersi dei poteri discrezionali per sciogliere la seduta”. Il Sindaco risponde ribattendo punto per punto alle contestazioni di Principe, che vengono messe ai voti e rigettate. Si passa, dunque, all’ordine del giorno. Il primo punto riguarda la concessione al personale dipendente dei miglioramenti economici di cui alla legge n°149 del 12.4.1949 e n°130 dell’11.4.1950. E subito cominciano le difficoltà per la maggioranza, che appare molto divisa al suo interno. La proposta dell’Assessore Perugini, sui modi e sui tempi del come concedere l’aumento, viene ostacolata dal Consigliere Principe, al quale si associa il Consigliere De Luca Salvatore. In soccorso a Perugini viene una nuova mozione avanzata questa volta dal consigliere De Rose Virgilio, ma la discussione non porta a nulla. Allora si vota. E nelle quattro distinte votazioni che si succedono, la maggioranza va sotto per tutte e quattro le volte. Sia la decorrenza dell’aumento che l’attribuzione al personale vengono decisi dalla coppia Principe-De Luca Salvatore e dai loro compagni di cordata. Solo sui mezzi per fronteggiare la spesa relativa si ottiene una quasi unanimità, con 13 voti favorevoli, 2 contrari e 1 scheda bianca. Una
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disfatta, che preannuncia il seguito sui restanti punti all’ordine del giorno. Prima di passare agli altri argomenti, viene proposto il collocamento a riposo del Vice Segretario Rovella Michelangelo, a partire dal gennaio 1951. Assume la presidenza provvisoria l’Assessore anziano Chiappetta Salvatore, in quanto il Sindaco, per essere figlio di Michelangelo Rovella, è interessato alla pratica. Dopo aver letto la domanda di pensionamento, il Dott. Perugini propone che sia rivolto al Vice Segretario Rovella una parola di elogio e di ringraziamento per l’opera indefessa e premurosa prestata al Comune per oltre 40 anni. “Il Consiglio – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°30 del 23.11.1950 – accertato che il Sig. Rovella Michelangelo, fu Gaspare, nato a Rende il 7-4-1878, in servizio alle dipendenze di questo Comune dall’1-1-1904, è in possesso dei requisiti di età (anni 73) e di servizio (anni 47) previsti dalla legge e dal regolamento organico per essere collocato a riposo…Proclama; Aver il C.C. in accoglimento della domanda dell’interessato deliberato di collocare a riposo, con decorrenza 1° Gennaio dell’anno 1951, il Vice Segretario di questo Comune, Sig. Rovella Michelangelo”. Con quest’atto si chiude un ciclo. Michelangelo Rovella, infatti, non era solo un funzionario importante per il Comune di Rende ma, col tempo, ne era diventato il deus ex machina, ovvero una specie di vero e proprio riferimento per quanti avevano bisogno di risolvere un qualsiasi problema nella casa comunale. Distinto signore e stimato da tutti, era sempre disponibile e pronto ad interessarsi di pratiche, carteggi, certificati, domande e quant’altro, e la sua autorevolezza cresceva di conseguenza di giorno in giorno, fino a poter dire la sua anche nella scelta del candidato a Sindaco. Con la vittoria del figlio Gaspare, nessuno ormai poteva mettere in dubbio la sua forza e la sua “autorità”. Come in tutte le cose, però, arriva il momento del cambiamento. Finisce un periodo, ne comincia un altro. In ogni caso, la popolazione rendese, nell’occasione, tiene a tributargli un vero e sentito ringraziamento, così come lo stesso ha fatto il Consiglio Comunale, per la sua apprezzata opera svolta in
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tanti anni di attività amministrativa e sempre per il bene della città di Rende. Dopo quest’importante atto, il Consiglio discute sull’istituzione di una delegazione municipale e di una sezione staccata di Stato Civile nella contrada Quattromiglia. Il Consigliere Dott. Principe propone che sia nominata una commissione e, con la votazione seguente, vengono nominati quali membri che ne faranno parte lo stesso Principe Francesco e Basile Saverio, che dovranno studiare, anche mediante sopraluoghi, per stabilire l’opportunità o meno di istituire la delegazione e lo Stato Civile nella frazione di Quattromiglia. Subito dopo viene approvato, in linea di massima, la costruzione di una rete di acquedotto e fognatura, sempre nella frazione di Quattromiglia, per un importo di £. 5.000.000, al quale si farà fronte con la contrattazione di un mutuo con la CC. DD. e PP. A seguire, con la delibera di C.C. n°33 del 23.11.1950, vengono nominati quali revisori del conto 1949 i Consiglieri Caira Gaspare, Russo Pasquale e Basile Saverio. Poi si passa alle ratifiche delle delibere di Giunta. Principe, però, fa la seguente dichiarazione: “Non approvo tutte le deliberazioni della G.M. non ritenendo che la Giunta possa sostituirsi al Consiglio”. Il Consiglio, comunque, va avanti e ratifica l’aumento dello stipendio all’ufficiale Sanitario, concede un sussidio a favore della colonia estiva, apporta una variazione semestrale sulla tariffa delle imposte di consumo e aumenta a £. 5 il costo per Kwh dell’imposta sull’energia elettrica per illuminazione. Sulla nomina del Geom. Chiappetta Giuseppe a progettista dei lavori per la sistemazione di alcune vie esterne, la ratifica viene rimandata, in quanto i voti espressi, favorevoli e contrari, sono stati in parità di 8. A questo punto, a richiesta di alcuni Consiglieri, la seduta viene sospesa per alcuni minuti. Nella sala, gremita completamente di gente, oltre ad un clima di forte tensione c’è l’attesa per una decisione che ormai è nell’aria: le dimissioni del Sindaco. Sono le ore 20.40 del 23 novembre 1950 quando riprende la seduta.
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“Il Sindaco Dott. Gaspare Rovella – si annota nel verbale della Delib. di C.C. n°41 – legge al Consiglio una lunga relazione sull’attività svolta dalla Amministrazione durante la sua gestione e, quindi, nel ringraziare il Consiglio, il personale dipendente e la cittadinanza per la collaborazione prestatagli, rassegna per ragioni professionali e di famiglia le dimissioni dalla carica, pregando che esse siano accettate”. Urla e grida da una parte, sguardi tristi e bocche cucite dall’altra. Poi “prende la parola - si legge nel verbale - il Consigliere Dott. Principe, che fa nei riguardi dell’Amministrazione una lunga esposizione e contestazione di addebiti d’ordine giuridico ed amministrativo. Il Sindaco cede, quindi, la presidenza all’Assessore Anziano, Sig. Chiappetta Salvatore, il quale invita il Consiglio a deliberare sulle dimissioni del Sindaco, avvertendo che chi le accetta scriverà “si” sulla scheda, diversamente “no”. Esperita la votazione segreta e scritta, si è avuto il seguente risultato, constatato dagli scrutatori Sorrenti Giuseppe e Rag. De Luca Salvatore. Votanti 15. Astenuto l’interessato Dott. Rovella. Schede col “si” numero15, in seguito a che il Presidente proclama avere il Consiglio Comunale con voti 15 deliberato di accettare le dimissioni rassegnate dal Dott. Rovella Gaspare dalla carica di Sindaco di Rende”. Quello che era nell’aria diventa una decisione reale e irrevocabile. Rovella d’altronde, l’aveva preannunciato già nell’articolo del Mattino, a firma di Salvatore Sicilia, il 28 giugno 1950, motivando questa scelta come la scadenza naturale del suo mandato, che doveva concludersi dopo quattro anni e non dopo sei come invece stava avvenendo in seguito alla volontà di cambiare, a livello nazionale, la legge elettorale comunale. Anche ragioni familiari e professionali avevano inciso in questa sua scelta. Rovella si era trasferito a Cosenza e la sua professione di medico non gli consentiva più di allontanarsi frequentemente dal suo studio. A questi motivi, validi ed ufficializzati, se ne aggiunse sicuramente almeno un altro, e cioè la formazione attorno a lui di un clima violento e minaccioso, e certamente non ostacolato da alcuni
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elementi della minoranza, messo in atto da persone facinorose e violente, “a muriana” la chiamava Rovella, che con urla, minacce e frasi di scherno pesanti, accompagnavano ormai tutte le sedute del Consiglio Comunale ed ogni suo intervento. Inoltre, la maggioranza aveva al suo interno anche dei nemici, che preferivano votare con Principe e con la minoranza per mettere in difficoltà il Sindaco e ritagliarsi un potere più grande e forte per loro. E così pensò e dichiarò più volte il Sindaco, che non valeva la pena di continuare a combattere in una simile arena, anche per il carattere mite che si ritrovava ad avere. Preparato si ma combattente per forza no. Quindi gettò la spugna. Ottenuto quello che voleva, Principe dichiara di ritirare la sua proposta di sfiducia al Sindaco e chiede ed ottiene che le sedute del consiglio, d’ora in avanti, siano tenute di sabato e di pomeriggio. A questo punto non resta che passare alla nomina del nuovo Sindaco. Le discussioni che seguono fanno capire, però, che non c’è unanimità d’intenti. I nomi dei candidati sono due e due resteranno anche dopo la votazione. Il risultato, constatato dagli scrutatori Sorrenti Giuseppe e Rag. De Luca Salvatore, assegna 8 voti a Chiappetta Salvatore e 8 voti a Basile Saverio, per cui si decide di procedere ad una nuova votazione. Il Consigliere Principe, vista la situazione d’impasse, propone che l’elezione del nuovo Sindaco e degli Assessori sia rinviata ad altra seduta da stabilire, per avere modo di discutere al meglio sull’importante punto in esame. Il Consiglio, all’unanimità, accoglie la proposta e rinvia l’elezione alla prossima adunanza. Le discussioni, i confronti, gli incontri, si moltiplicano nei giorni seguenti e si spostano in altre sedi. Le sezioni dei partiti, soprattutto, vedono accendere gli animi dei loro iscritti, che partecipano con grande coinvolgimento a quella che è una scelta importante per la vita della loro città. Non è facile, per la maggioranza, trovare il sostituto adatto al Dott. Gaspare Rovella, e non è facile neanche per la minoranza, ora di molto cresciuta, scegliere il nominativo sul quale fare confluire i loro voti.
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Nel frattempo la Giunta non sta con le mani in mano, si riunisce il 28 novembre e fissa per prima cosa la convocazione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria per il giorno 9 dicembre 1950. Poi liquida le spese a calcolo ed il compenso dovuto al Segretario per l’assistenza prestata alle sedute del Consiglio e della Giunta, per il periodo che va dal 1° luglio 1946 al 30 giugno 1950, e concede il pagamento dell’onorario al progettista dei lavori, già eseguiti, per la costruzione di un tratto di condotta per il convogliamento della sorgente “Bassa” nell’acquedotto comunale. Infine, accoglie “… l’istanza - si legge nella Delib. di G.M. n°62 del 28.11.1950 presentata all’Ispettorato Compartimentale dei Monopoli di Stato di Cosenza in data 20-10-50 da Miceli Angiolina per aprire una rivendita di generi di privativa in via G. Vercillo n°6…”. Ed arriva il tanto atteso 9 dicembre, giorno della riunione del Consiglio Comunale. I Consiglieri presenti, però, sono solo nove: quattro della minoranza, Principe Francesco, De Rango Serafino, Morcavallo Pietro, Caira Gaspare, quattro dissidenti della maggioranza, De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, Settino Francesco, Sorrenti Giuseppe, e uno fedele ancora alla sua vecchia maggioranza, Orrico Giacomo. Ed è proprio Orrico, unico Assessore in aula, ad assumere la presidenza. Ad intervenire subito è Principe, il quale osserva che la seduta deve considerarsi di seconda convocazione, in quanto nella prima il Consiglio si è aggiornato. Il Presidente, nel dichiarare che si tratta, invece, di prima convocazione, riconosciuto che il numero dei presenti non è sufficiente a rendere valida la riunione, dichiara sciolta la seduta rimandando la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno alla riunione di seconda convocazione e, quindi, abbandona l’aula. “Nonostante che il f.f. Presidente - si legge nel resoconto del verbale – abbia dichiarato sciolta la seduta per mancanza del numero legale, la minoranza rappresentata dagli otto Consiglieri sopra indicati (Il Segretario Vena ci indica nel verbale involontariamente il gruppo dei dissidenti, n.d.A.) continua a
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rimanere in aula protestando per il procedimento del Presidente, che essi ritengono illegale”. A questo punto entra in aula il Consigliere Chiappetta Salvatore, il quale si oppone all’invito della minoranza di riaprire la seduta, confermando ancora una volta che si tratta di una riunione di prima convocazione e che non può avere luogo per mancanza di numero legale. Tutto si sposta al 16 dicembre. Prima, però, esattamente il 15, la Giunta approva il progetto redatto dal Geom. Chiappetta Giuseppe di Rosario, “…relativo – si legge nella Delib. di G.M. n°63 del 15.12.1950 – alla istituzione in questo Comune di un Cantiere di Lavoro avente per oggetto la sistemazione e riparazione delle vie Comunali Arcavacata-Nogiano-S. Ianni, ecc., per un ammontare complessivo di £. 15.881.642, di cui £. 14.409.089 a carico del Ministero Lavoro e £. 432.557 a carico del Comune, nella intesa che il Comune si impegna a sostenere la spesa per i sopraluoghi che si rendessero necessari durante la esecuzione dei lavori, da parte del Genio Civile, e corrispondere ai proprietari confinanti delle strade, Nogiano e S. Ianni, l’eventuale indennizzo del terreno necessario all’ampliamento delle strade stesse, ove essi non dovessero mantenere l’impegno assunto per iscritto di cedere, cioè, gratuitamente detto terreno”. Un’opera importante, con un impegno finanziario, ancora più rilevante, concesso dal Ministero del Lavoro in seguito alle pratiche avviate dal Comune di Rende ed alle reiterate insistenze operate dal Sindaco Gaspare Rovella, poi andate finalmente a buon fine anche grazie all’appoggio di potentati politici a lui molto vicino.
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IV Nomina di Salvatore Chiappetta a Sindaco di Rende. E si arriva al giorno del Consiglio. Nel pomeriggio del 16 dicembre 1950 tutti i 16 Consiglieri sono presenti. Dopo un forte battibecco tra il Consigliere Principe e l’Assessore Anziano Salvatore Chiappetta, sul come considerare la precedente seduta consiliare, si nominano scrutatori i Consiglieri Russo Pasquale, Sorrenti Giuseppe, Morcavallo Pietro, i quali distribuiscono le schede per l’elezione del nuovo Sindaco di Rende. “Votanti numero sedici – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°47 – Schede col nome di Chiappetta Salvatore numero sedici. In seguito al risultato così ottenuto il Presidente proclama avere il Consiglio Comunale nominato a Sindaco di questo Comune, in sostituzione del dimissionario Dott.
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Rovella Gaspare, il Sig. Chiappetta Salvatore fu Giovanni, Assessore Anziano”. Unanimità, dunque, per il nuovo Sindaco, dettata forse dalla volontà della minoranza di non forzare troppo la mano sulla spaccatura in atto nella maggioranza, visto che una vittoria importante in ogni caso l’aveva già ottenuta, riuscendo ad assicurarsi le dimissioni da Sindaco di Rovella, ed era quello che voleva. Il tempo avrebbe poi fatto il resto. E vediamo di conoscere un po’ meglio chi è il nuovo Sindaco, che si appresta a governare la città di Rende. Salvatore Chiappetta, figlio di Giovanni e di Anna De Simone, nasce a Rende il 17.3.1889. Proprietario terriero, aveva al suo servizio diversi coloni. Possedeva, inoltre, un frantoio e svolgeva la lavorazione dei fichi che poi vendeva. Il 18 dicembre del 1940 sposa Italia Crispina Bitonti, nativa di Rogliano e figlia di un cantoniere stradale. Da questo matrimonio nasce Maria Chiappetta, la quale, nel tempo, convolerà a nozze con Silvio Ponzio, concessionario del trasporto su pullman da Rende a Cosenza e viceversa. Salvatore Chiappetta era un uomo molto Fig. 101 - Salvatore Chiappetta stimato e rispettato, nonché molto buono; non era raro, infatti, che aiutasse, di propria tasca, le persone che avevano veramente bisogno. Il suo unico hobby era quello di andare a caccia ed i suoi amici più cari erano Raffaele
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Fig. 102 - Anna De Simone e Salvatore Chiappetta
Aiello, poi diventato Assessore supplente, e Giovanni Greco, stimato gentiluomo e proprietario di un negozio di scarpe nel centro storico di Rende. Ottimi rapporti aveva pure con il Parroco Don Ciccio De Paola e con gli altri preti del paese. Molti anni prima di diventare Sindaco, Chiappetta era emigrato in America, dove aveva lavorato duramente. Rientrato, poi, in Italia, si era dato al commercio, facendosi anche prendere dalla passione per la politica. Il Partito d’Azione a Rende, nel quale rivestì la carica di Presidente, fu anche una sua realizzazione. Subito dopo entrò a far parte della coalizione che vinse le elezioni amministrative del 1946 e che portò alla nomina a Sindaco del Dott. Gaspare Rovella. Conclusa l’importante passaggio di consegne, si passa ad esaminare il punto seguente all’ordine del giorno del Consiglio, ovvero l’elezione di un Assessore effettivo e di un Assessore supplente, in sostituzione dei dimissionari De Luca Pasquale e Settino Francesco. Le dimissioni dei due Assessori, però, erano un atto politico contro il Sindaco ed oggi che questi è stato sostituito anche i due ex Assessori vogliono rientrare in gioco e rioccupare la loro vecchia carica o magari una ancora più importante. La votazione per il nuovo assessore effettivo vede schierati su due fronti contrapposti Basile Saverio, per la maggioranza, e Settino Francesco, per i dissidenti e la minoranza. Sia nella prima, che nella seconda e terza votazione, i due Consiglieri ottengono 8 voti ciascuno, per cui, in base alla legge vigente, tenuto presente che Basile Saverio, nato nel 1894, è più anziano di Settino Francesco, nato nel 1900, viene proclamato eletto Assessore effettivo il Sig. Basile Saverio fu Francesco. E lo stesso copione si ripete nell’elezione dell’assessore supplente. A fronteggiarsi questa volta sono il Consigliere De Rose Virgilio, per la maggioranza, ed il Consigliere Settino, per i dissidenti e la minoranza. Dopo le tre votazioni, nelle quali i due Consiglieri ottengono 8 voti ciascuno, a spuntarla questa volta è Settino, il quale, nato nel 1900, risulta essere più anziano di De Rose, nato nel
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1915, per cui il Presidente proclama eletto quale Assessore Supplente il Sig. Settino Francesco fu Antonio. Le votazioni hanno dato un esito diviso anch’esso a metà: un assessore effettivo alla maggioranza, un assessore supplente alla minoranza. Tutto, però, non è ancora concluso. Và eletto un secondo assessore effettivo, in sostituzione di Chiappetta Salvatore, che è stato nominato Sindaco. Nella prima votazione ottengono 8 voti ciascuno Russo Pasquale, per la maggioranza, e De Luca Pasquale, per i dissidenti e la minoranza. Durante lo sfoglio avviene un forte scontro verbale tra il Consigliere Rovella Gaspare ed il Consigliere-Scrutatore Fig.103 - Giuseppe Sorrenti Sorrenti Giuseppe. Rovella invita il Presidente a voler richiamare Sorrenti, che nella lettura delle schede adopera due toni di voce, uno di scherno quando il voto va alla maggioranza ed uno di gioia quando il voto viene assegnato alla minoranza. Sorrenti, di solito molto allegro e capace di coniare sul momento battute scherzose e di creare, mimando col suo corpo, mosse da pagliaccio e da vera marionetta, il tutto per cercare di provocare una bella risata g enerale, questa volta reagisce violentemente. Si rivolge al Dott. Rovella affermando che ormai non ha nessun diritto di richiamarlo, perché da oggi non è più Sindaco ma un semplice Consigliere come lui. Per quietare le acque Sorrenti viene sostituito come Scrutatore dal Rag. De Luca Salvatore. Giuseppe Sorrenti, figlio di Beniamino e di Ciancio Concetta, nasce a Rende il Fig. 104 - Giuseppe Sorrenti in una delle sue macchiette
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16.3.1911. In seguito sceglie come sua dolce metà Imbrogno Ada, con la quale si sposa a Lappano il 18 ottobre 1936. Da questa unione nascono tre figli: Beniamino, Michele e Francesco. L’abitazione della coppia viene stabilità a Rende, dapprima in via Giudeca al n°13 e poi in via Cristoforo Pittor Santanna al n°28. Peppino Sorrenti, come viene amichevolmente chiamato dai suoi concittadini, impiegato in qualità di capostazione a Rende, è amato da tutti per la sua spontaneità che profonde da ogni poro. I suoi scherzi, che colpiscono tutti, nascono sempre con l’unico scopo di far divertire i presenti e, quindi, non suscitano rabbia ma solo grandi e fragorose risate. Intanto il gruppo che fino a poco tempo prima rappresentava la maggioranza, si accorge che andando avanti così nelle votazioni alla fine ad essere eletto sarà il Consigliere De Luca Pasquale, appartenente al gruppo dei dissidenti, e non il proprio candidato Russo Pasquale. Si decide, quindi, di cambiare cavallo e di far convergere i voti su di un altro candidato a loro vicino ma più anziano del De Luca. Si svolgono per questo i necessari contatti con un Consigliere della minoranza, Caira Gaspare, al quale vista la brutta situazione viene offerto un posto in Giunta in cambio del suo appoggio alla maggioranza, cosa questa che porterebbe a far pendere dalla loro parte il peso dei Consiglieri Comunali, attualmente in perfetta parità. La discussione si svolge tra mille difficoltà ma alla fine sembra andare in porto. Accade così un rovesciamento di ruoli, con la maggioranza che vota per un Consigliere presentatosi nello schieramento avverso della Sveglia, e con la minoranza che vota, invece, per un ex Assessore della maggioranza, presentatosi nella lista dello Scudo Crociato. Nella seconda e terza votazione, come previsto, i due ottengono 8 voti ciascuno. “In seguito a tale risultato – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°49 del 16.12.1950 – il Presidente, accertato che Caira Gaspare, nato nel 1889, è più anziano di De Luca Pasquale, che è nato nel 1896, proclama eletto ad Assessore effettivo, in sostituzione di
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Chiappetta Salvatore, nominato Sindaco, il Consigliere Sig. Caira Gaspare, fu Pietro”. Sembra tutto risolto ed, invece, a questo punto, inaspettatamente, il Consigliere Caira chiede la parola ed annuncia la sua intenzione di dimettersi dalla carica di assessore, aggiungendo che qualora le sue dimissioni non dovessero essere accettate, si intende che lui si riterrà non più vincolato alle riunioni e deliberazioni della Giunta Municipale. Nell’aula è il subbuglio. Il pubblico rumoreggia e fa partire fischi e grida verso la maggioranza. Il Consigliere Principe cerca di approfittare della situazione favorevole chiedendo al Presidente di procedere subito ad una nuova votazione per la nomina dell’assessore effettivo. Interviene, però, il Consigliere Rovella, il quale propone che la nomina venga rinviata ad altra seduta. Messa ai voti, per appello nominale, la proposta se alla nomina del secondo assessore effettivo si debba procedere nella presente seduta, otto Consiglieri rispondono affermativamente ed otto si esprimono in modo contrario, per cui non avendo la mozione riportato l’approvazione viene rimandata ad altra seduta. Il Consigliere Principe chiede ancora che il Consiglio fissi la data al più presto per trattare i punti non ancora discussi, e cioè: decadenza del consigliere De Rose, approvazione Conti Consuntivi 1947-1948, compenso lavoro straordinario Unrra, mozione di sfiducia all’Assessore Orrico. Il Sindaco si dichiara favorevole alla riunione del Consiglio entro 20 giorni da oggi. Messa ai voti la proposta viene, infatti, approvata con voti 9, contrari 7. Finisce così una riunione che definire terribile per la maggioranza è dire poco. Comunque, Rovella ha in tutti i modi cercato, riuscendovi, di ridurre al minimo i danni, rimandando ogni discussione e scelta al prossimo Consiglio Comunale. Nel mentre c’è abbastanza tempo per cercare di recuperare alcuni Consiglieri e, soprattutto, convincere l’appena nominato Assessore effettivo Caira Gaspare. L’ultimo atto amministrativo del 1950 tocca scriverlo alla Giunta, la prima presieduta dal nuovo Sindaco Salvatore Chiappetta, che,
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riunitasi il 30 dicembre, provvede dapprima a fissare la convocazione del prossimo Consiglio, poi liquida il premio di presenza al personale dipendente per il 4° trimestre dell’anno in corso e le spese a calcolo e, infine, accoglie l’istituzione di una nuova rivendita nella Contrada Marchesino. “La Giunta – si legge nella Delib. n°68 del 30.12.1950 – lette le istanze presentate dai Sigg. Spizzirri Vincenzo fu Eugenio e Mondera Luigi di Giuseppe, dirette all’Ufficio Compartimentale dei Monopoli di Stato di Cosenza, intese ad ottenere la istituzione di una rivendita di privative nella contrada Marchesino-Roges-S. Agostino di questo Comune; Ritenuta la convenienza e la opportunità della istituzione della invocata rivendita in quelle contrade, ove risiedono numerose famiglie;…Delibera di esprimere parere favorevole per la istituzione di una nuova rivendita di privative nella contrada Marchesino di questo Comune”. Il 1951 si apre sotto la stella del nuovo Sindaco. Salvatore Chiappetta che, insieme all’Assessore Giacomo Orrico è l’uomo più vicino all’ex Sindaco Rovella, tenta di continuare l’azione amministrativa messa in atto dalla sua maggioranza, cercando di tenere più unita quella parte di coalizione che ancora resta in piedi. Tanti, però, sono i problemi che affliggono ormai i vari Consiglieri, i quali sono sottoposti a pressioni, richieste e proposte di ogni genere. Anche il fatto di avere una componente massonica presente e ben viva all’interno del Consiglio Comunale, che sicuramente avrà avuto una qualche influenza anche sulle dimissioni del Dott. Gaspare Rovella dalla carica di Sindaco, non favorisce certo il tentativo di porre rimedio alle divisioni in atto nella maggioranza. In ogni caso lo sforzo di riconciliare le varie posizioni del gruppo va fatto. Le discussioni con i Consiglieri si infittiscono, ma non portano a nulla di concreto. Anche per questo motivo, la riunione del Consiglio, fissata per il 5 gennaio 1951, salta. Sono presenti, infatti, solo il Sindaco e cinque membri dell’opposizione. Nel frattempo, spetta alla Giunta Municipale il compito di non interrompere l’azione amministrativa disbrigando le pratiche aperte.
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Pochi punti, il necessario quasi, per non bloccare tutte le attività del Comune. Per prima cosa viene convocato il Consiglio Comunale in seduta straordinaria, poi viene approvata una variazione semestrale alla tariffa dell’imposta di consumo, liquidati gli Aggi al Tesoriere sulle rendite patrimoniali per l’anno 1950, liquidate le varie spese e approvato il Ruolo suppletivo del Canone acqua del 1950. Il 10 febbraio 1951, alle ore 16, si riunisce il Consiglio Comunale. E’ questo il campo dove si combatterà la battaglia politica per la sopravvivenza di quello che resta della vecchia maggioranza, logorata e con un nuovo Sindaco a guidarla. Sono presenti 12 Consiglieri, numero che fa capire come la discussione si preannunci molto accesa e con scelte da fare che saranno impegnative e difficili. Già sul primo argomento, però, si nota che da parte dell’opposizione, soprattutto del suo leader Francesco Principe, non c’è l’intenzione di continuare ad ostacolare in tutti i modi l’azione del Consiglio, ma viceversa appare la volontà nuova di favorire lo svolgimento di un dibattito aperto in un clima più disteso, fornendo, quasi, una collaborazione al gruppo di maggioranza. Il primo punto, riguardante l’approvazione dei Conti Consuntivi 1947 e 1948, su proposta di Principe, viene rimandato, in quanto nell’aula non è presente l’ex Sindaco Rovella che dovrebbe relazionare in merito. Sulla proposta seguente, che riguarda la decadenza di un membro del Consiglio, “il Consigliere Principe - si legge nella Delib. di C.C. n°2 del 10.2.1951 - dichiara di ritirare la proposta di decadenza del Consigliere De Rose per non ripresentarla, dichiarando ancora che per un attestato di stima al Sindaco Chiappetta egli ritiene che il Consiglio d’ora in avanti debba andare pienamente d’accordo”. Ed il Consiglio prende atto con soddisfazione delle dichiarazioni del Consigliere Principe. Per quel che riguarda, invece, la proposta di decadenza del Consigliere Serafino De Rango, vengono lette le sue giustificazioni per non aver partecipato all’intera sessione ordinaria primaverile del decorso anno 1950 e, dopo averle ritenute
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accettabili, si rigetta la mozione. Si passa poi alla proposta di sfiducia dell’Assessore Orrico. Interviene il Consigliere Principe, il quale dichiara che non ha motivi per insistere nella discussione, per cui ritira la sua mozione di sfiducia all’Assessore Orrico. Questo clima bonario viene, però, interrotto dall’intervento di un altro Consigliere di minoranza, Gaspare Caira, che con molta veemenza accusa l’Assessore Orrico di avere applicato ad alcune famiglie della contrada Malvitani una imposta di famiglia esagerata e non proporzionata alle loro condizioni economiche. Rileva, inoltre, che le strade di quella contrada si trovano in condizioni di intransitabilità, per cui è necessario intervenire al più presto. L’intervento scatena l’approvazione di una grossa parte del pubblico presente che disapprova l’operato dell’Assessore, il quale risponde subito per le rime ad alcune frasi ingiuriose che erano state espresse nei suoi confronti. A questo punto interviene di nuovo il Consigliere Principe, che sembra svolgere quasi il ruolo di Sindaco che non quello di semplice membro dell’opposizione, il quale nel dichiararsi solidale con il suo compagno Caira, propone, però, che la mozione venga ritirata, rivolgendo nel contempo all’Assessore Orrico la raccomandazione di essere più cortese con il pubblico. Cosa succede, si domandano in tanti? Perché Principe, che fino ad allora aveva messo in campo tutta la sua grinta per cercare di porre in difficoltà la coalizione avversaria, oggi appare così conciliante e remissivo? Nessuno se lo sa spiegare. La verità è che Principe guarda avanti. Oggi si è reso conto di avere dalla sua parte il voto di almeno la metà dei Consiglieri Comunali e che, quindi, può determinare tutte le eventuali scelte del Consiglio. In questo momento il pericolo maggiore che intravvede all’orizzonte, e che potrebbe interrompere ogni suo progetto, è rappresentato dalle possibili dimissioni in massa dei diversi Consiglieri, che porterebbe inevitabilmente allo scioglimento del Consiglio ed al Commissariamento del Comune. Ecco perché Principe ritira le sue proposte di decadenza a Consiglieri e Assessori e cerca di dialogare
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con loro in un clima più pacato e sereno. Sa che il tempo lavora a suo favore e sa che nel frattempo può gestire l’azione del Consiglio come vuole. Subito dopo vengono discusse due istanze presentate dalla Ditta Silvio Ponzio, che gestisce il servizio automobilistico di linea. Con la prima viene chiesto un aumento del sussidio per la tratta RendeSurdo-Cosenza, mentre con la seconda la concessione di un sussidio di £. 400.000 annue per il servizio automobilistico di linea Rende-Scalo Rende-Arcavacata-Quattromiglia-Cosenza e viceversa, di recente istituito. Entrambe le richieste, però, vengono respinte. Si capisce bene come è ormai Principe ed il suo gruppo a decidere su qualsiasi cosa. Il Consiglio passa, dunque, alla nomina dell’Assessore effettivo, in sostituzione del dimissionario Caira Gaspare fu Pietro. La maggioranza aveva provato a portare dalla sua parte il Consigliere Caira Gaspare ma visto sfumato il tentativo decide di dare i suoi voti all’ex Assessore De Luca Pasquale. In questo passaggio si può cogliere il momento particolare di confusione che vive l’intero Consiglio Comunale. Su 12 votanti ottiene 12 voti De Luca Pasquale, fu Salvatore, che viene, così, nominato Assessore effettivo. La minoranza, insieme ai dissidenti, lo vota perché Pasquale De Luca è ormai schierato apertamente con loro; la maggioranza, o quello che ne resta, lo vota perché spera di poterlo recuperare alle sue posizioni, sbagliando, ci dirà in seguito il futuro. Gli ultimi due punti riguardano l’istanza presentata dal Sig. Francesco Bartucci, per essere nominato applicato provvisorio al posto di Michelangelo Rovella collocato a riposo, e la nomina dell’Ostetrica Condotta titolare. Nel primo caso, su proposta del Consigliere Principe, viene stabilito di istituire una Commissione che valuti i titoli dei richiedenti, affidando l’esame dei concorrenti alla Giunta Municipale, Assessori supplenti compresi, al Parroco ed al Maresciallo dei Carabinieri. Nel secondo caso, viene nominata Ostetrica condotta del Comune di Rende, quale vincitrice delle sedi messe a concorso nell’anno 1950, la Sig.ra Milano Ester da
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Francavilla Marittima, con lo stipendio annuo di £. 99.000 al lordo delle ritenute di legge. La strategia del Dott. Francesco Principe si rivela giusta. Egli può, ormai, controllare le scelte e le opzioni del Consiglio Comunale di Rende, può decidere su tutto e senza il suo consenso viene a bloccarsi l’intera azione amministrativa del Comune. E cresce, quindi, il suo potere. Di pari passo cresce anche la sua statura politica. Se fino a qualche tempo addietro qualcuno aveva pensato di poterlo soppiantare, ormai se ne deve fare una ragione: Principe è il vero leader della minoranza e non si tocca. A sostenerlo, infatti, oltre ai suoi Consiglieri, c’è un consenso popolare che aumenta ogni giorno di più, mentre nell’altra parte alberga il disorientamento e la debolezza nel prendere le giuste decisioni che potrebbero ribaltare la terribile situazione attuale. Il 22 febbraio si riunisce la nuova Giunta Municipale. Sono presenti il Sindaco Salvatore Chiappetta e gli Assessori Pasquale De Luca, Saverio Basile e Francesco Settino. E’ una composizione eterogenea ma che si sforza di trovare al suo interno una certa coesione per cercare di portare a buon fine l’andamento amministrativo del Comune di Rende. La giunta liquida le spese a calcolo del bilancio 1951 e stabilisce il pagamento, a favore dell’Ing. Verre, di un secondo acconto sul compenso dovutogli per la redazione del progetto per l’acquedotto della Contrada Surdo (Progetto eseguito sin dal 1949, approvato con Delib. di C.C. n°54 del 24.11.1949 e approvato dalla Giunta Prov. Amm. n°39175 del 21.2.1949, n.d.A.). Si autorizza, poi, la spesa di £. 30.000 per la costruzione di un cunettone e relativo ponticello in contrada Malvitani, esattamente nel punto in cui quella via Comunale si incontra con la provinciale Rende-Marano Marchesato, da eseguirsi in conformità a pianta e preventivo compilati dal Sig. Rivalta Antonio, Appaltatore di Rende. Si approva, subito dopo, il ruolo per il recupero della spesa sostenuta dal Comune per lo spostamento e l’allontanamento del materiale (pietrame, terriccio, ecc.) depositato in Piazza S. Maria Maggiore e Piazza Pittor
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Santanna dall’Impresa Mazza Pietro durante i lavori per la costruzione della pavimentazione stradale. Piccoli obblighi burocratici che spiegano meglio di qualsiasi parola come l’azione amministrativa del Comune risulti ingessata e limitata ai soli adempimenti formali. Almeno quelli della Giunta. E’ sul campo del Consiglio, invece, che si gioca la partita vera per decidere chi e come dovrà governare. Il 24 febbraio 1951 il Consiglio Comunale torna a riunirsi. E la discussione inizia con l’intervento di un Consigliere appartenente al gruppo dei dissidenti della maggioranza. “Il Consigliere Rag De Luca – si legge nel verbale del C.C. – fa presente al Consiglio tutto che egli ed altri avrebbero potuto, per restituire quanto è stata fatto in passato da alcuni consiglieri della maggioranza, non partecipare alla riunione e fare dichiarare così deserta la seduta. Non l’hanno fatto e non lo fanno, avendo tutta la buona volontà di collaborare con l’Amministrazione Comunale”. Segue subito dopo l’intervento del Consigliere Principe, il quale afferma che non è il caso di recriminare, anche se poi aggiunge l’invito, che assume il sapore di un severo richiamo, al Dott. Perugini ad essere più assiduo alle sedute o diversamente a dimettersi. Un invito, dunque, quasi perentorio che viene, però, dal pulpito sbagliato, in quanto Principe non ricopre né la carica di Sindaco né quella di Assessore, e che per questo suscita la rabbia e la reazione dell’Assessore Perugini, che “…prendendo la parola – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°11 del 24.2.1951 - dichiara di dimettersi sin da questo momento e abbandona l’aula”. Sa, infatti, che Principe ha ormai in mano il potere di veto su tutti gli atti del Consiglio e che riesce a controllare ogni azione dello stesso. Un grande potere che non risulta dagli atti o da alcuna carica ma che nella realtà esiste e viene esercitato con fermezza e molta destrezza. Per cui Perugini decide di abbandonare, in quanto non vale più la pena di continuare in questo stillicidio di perdita di consensi e potere. Le sue dimissioni, però, vengono per il momento respinte.
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Recuperata la calma si affrontano i prossimi punti all’ordine del giorno. Dopo aver rimandato l’approvazione dei Conti Consuntivi 1947-1948 in quanto manca il relatore, si decide di dare l’incarico al Sindaco di nominare una Commissione, di non più di cinque componenti, affinchè provveda alla formazione di una graduatoria degli aspiranti alla nomina di impiegato provvisorio. Si passa poi alla modifica del capitolato ostetrico. “Con voti unanimi, delibera, - si legge nella Delib. di C.C. n°14 del 24.2.1951 - a chiarimento dell’art. 15 del vigente capitolato ostetrico, si precisa, per gli iscritti nell’elenco dei poveri, che nei casi di urgenza per cui si rende necessario il pronto intervento della ostetrica, può farsi uso di automobile, ed il Comune rimborserà all’interessato la spesa sostenuta”. Una decisione giusta che trova tutti d’accordo. Il prossimo punto riguarda il trasporto della posta. “Visto – si legge nella delibera di C.C. n°15 del 24.2.1951 – che dal mese di marzo dell’anno 1949, il trasporto degli effetti postali per questo centro abitato, da tempo immemorabile eseguito a mezzo di procacciato ippico Rende-scalo Rende, è stato affidato alla Ditta assuntrice del servizio automobilistico di linea Rende-Cosenza… Delibera, 1°) di fare voti alla direzione delle Poste di Cosenza perché in esecuzione di quanto sopra disposto dal superiore competente Ministero, disponga il sollecito ripristino del procacciato ippico Rende-scalo Rende, per il trasporto degli effetti locali; 2°) di determinare in £. 120.000 annue il sussidio da corrispondere a carico del bilancio comunale, a favore dell’accollatario del servizio di procacciato; 3°) di autorizzare sin da ora la previsione di detta spesa nel bilancio del corrente esercizio, in corso di formazione”. Anche il regolamento sulla costruzione e vendita di cripte nel cimitero comunale viene cambiato. Il Consiglio, infatti, decide “di revocare, come revoca, - si legge nella Delib. di C.C. n°16 del 24.2.1951 - quella frase della delibera consiliare 5.5.1946 n°24, che testualmente dice: <<con esclusione assoluta che delle tombe
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costruite i concessionari ne formino oggetto di industria o commercio>>, ed in conseguenza lasciare liberi i cittadini di vendere o cedere, mediante, si intende, l’osservanza del regolamento di polizia mortuaria, le cripte, tombe, cappelle, loculi, ecc. da essi legalmente costruiti nel Cimitero Comunale”. Una specie di vera e propria deregulation, che darà il via libera ad una sorta di mercato selvaggio di tombe e cappelle, svincolato da qualsiasi ostacolo, e che finirà per produrre nel futuro tanti effetti negativi. Il Consiglio, a seguire, approva la nuova tariffa sul bestiame per l’anno 1951, e si esprime sull’istituzione di una nuova farmacia rivolgendo “…preghiera a S.E. il Prefetto della Provincia, perché, si legge nella Delib. di C.C. n°78 del 24.2.1951 - tenute presenti le condizioni ed i motivi sopra esposti, voglia decretare con la massima possibile sollecitudine la istituzione e l’esercizio di una farmacia nella frazione Quattromiglia (Castiglione Scalo) di questo Comune”. Per ultimo, viene concesso un contributo di £. 15.000 per la festa dell’Immacolata Patrona di Rende. E’ questa una data importante che il popolo di Rende vuole sottolineare con la celebrazione di manifestazioni di sentita fede e momenti di festa per lo scampato pericolo dai terribili terremoti verificatisi il 14 luglio 1767 ed il 12 febbraio 1854. Fu proprio in quest’ultima data, infatti, che Rende rischiò di essere completamente distrutta: “…il castello - scrive Padre Fedele Fonte nel suo volume <Rende nella sua cronistoria> - si scosse fin dalle sue fondamenta sotto l’impeto furente del terremoto; crollarono diverse strutture e le macerie uccisero e seppellirono Marco Magdalone”. Quasi tutte le chiese subirono forti danni ed insieme ad esse tanti importanti edifici privati. Due interi quartieri, quelli della Giudecca e dei Vercilli, crollarono quasi per intero; lo stesso successe nella popolosa contrada di Arcavacata. E di fronte a tale terribile avvenimento, il popolo rendese rivolse la sua accorata preghiera alla Madonna invocandone la protezione, con la
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promessa che quel giorno, il 12 febbraio da quel momento sarebbe stato dedicato alla Vergine Immacolata quale Patrona della città di Rende.
Fig. 105 - Processione dell'Immacolata
A ben vedere la storia, però, questo culto dei rendesi verso l’Immacolata, con il conseguente bisogno della Sua alta protezione, risale a molti anni prima. Tra i 17 affreschi eseguiti da Francesco Pellicore di Castrolibero nel 1740 sulle pareti del chiostro del Convento dei Frati Minori in Rende, “…è interessante - continua Padre Fedele Fonte - osservare quel che è rimasto del dipinto sulla portoncino che dal chiostro va in sacrestia, tutto l’affresco rappresentava l’immagine della Vergine Immacolata in atto di proteggere la città di Rende”. Un culto, quindi, molto più antico e radicato che ancora oggi si rinnova di anno con la nomina a protettrice e Patrona della città di Rende della Vergine Immacolata in un giorno diverso, quello del 20 febbraio, data che ricorda un altro terribile terremoto verificatosi nell’anno 1980.
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Frattanto gli avvenimenti si susseguono e per migliorare le condizioni di vivibilità si cerca di dare un minimo di ordine alla città attraverso l’aggiornamento e la denominazione delle vie. Subito dopo la Giunta provvede all’affidamento dell’incarico di sorvegliante dei lavori di sbancamento del terreno di Cozzo di Loreto per la costruzione di alcune case popolari. “Visto – si legge nella Delib. di G.M. n°21 del 2.4.1951 – che molti operai disoccupati, qui residenti, ammessi a beneficiare dei fondi inviati dalla Prefettura per l’assistenza invernale, compenetrati della necessità per il Comune di mettere, come da impegno assunto, a disposizione dell’Istituto Autonomo delle Case Popolari, di Cosenza, il suolo necessario per la costruzione di un primo lotto di case popolari per l’importo di £. 9.900.000, si sono dichiarati disposti di eseguire allo scopo addetto, gratuitamente i lavori di sbancamento di parte del terreno di proprietà Comunale, denominato <Cozzo di Loreto>. Ritenuto che per assicurare una redditizia e regolare esecuzione di detti lavori, si ravvisa utile e necessario, oltre che opportuno, affidare la sorveglianza e direzione dei lavori stessi al Sig. Rivalta Antonio, appaltatore, da Rende. Riconosciuta la opportunità di stabilire in £. 750 il compenso da corrispondere al Sig. Rivalta per ogni giornata lavorativa. Veduta la legge Com.le e Prov.le. Con voti unanimi. Delibera di affidare al Sig. Rivalta Antonio, appaltatore, da Rende, l’incarico di sorvegliare e dirigere i lavori di sbancamento di parte del terreno Com.le detto <Cozzo di Loreto>, sbancamento reso necessario allo scopo di preparare l’area su cui dovrà sorgere il 1° lotto di case popolari per il quale è in corso di contrattazione il mutuo con la CC. DD. e PP. da parte dell’Istituto Autonomo, ed al quale, diversamente, per mancanza in questo centro abitato di suoli edificatori bisognerà rinunziare, fissando in £. 750 il compenso da corrispondere al predetto Sig. Rivalta, per ogni giornata lavorativa”. La situazione economica, però, nel frattempo peggiora. Il bilancio comunale per l’anno 1951 conta nelle uscite la cifra ragguardevole
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di £. 20.579.360 e per arrivare al pareggio bisogna, per forza di cose, mettere in atto dei forti correttivi. “…Ritenuto che, - si legge nella Delib. di G.M. n°22 del 2.4.1951 – malgrado il potenziamento di tutte le entrate, la riduzione al minimo indispensabile delle spese obbligatorie a calcolo e la quasi eliminazione delle spese facoltative, si rende assolutamente necessario non solo la contrattazione di un mutuo di £. 4.500.000 con la CC. DD. e PP. o altro Istituto Bancario, quanto l’applicazione, come nel decorso anno, delle supercontribuzioni sotto elencate…”. E così le tasse, già alte, diventano insopportabili e difficili da pagare; dalla sovrimposta sui terreni sino all’addizionale sui redditi agrari, dalla maggiorazione sulle imposte e tasse non attinenti a servizi pubblici fino alla tariffa massima delle imposte di consumo. Con questo provvedimento i conti del Comune trovano una sponda adeguata se non per essere risanati almeno per evitare il tracollo. La situazione economica della gente, già molto difficile, adesso si fa ancora più complicata. Il lavoro manca, i soldi non girano, gli abitanti rendesi si affannano a combattere i problemi del quotidiano, tra i quali spiccano il reperimento di cibo e di vestiario e la lotta alle malattie. L’aumento delle tasse, in queste condizioni, diventa davvero difficile da mandare giù per i rendesi. Una boccata d’ossigeno arriva loro, quasi inaspettata, dalle prime rimesse degli emigrati in Canada e negli Stati Uniti d’America. Pochi dollari, messi da parte con tanta fatica e sacrifici, diventano qui a Rende una specie di ricchezza. E insieme ai soldi arrivano i pacchi. Vestiario, pettini, spazzole, scarpe, utensili di ogni tipo e, soprattutto, cibo: scatolette, confetture, zucchero, caffè, cioccolato e finanche le famose gomme americane “chewing gum”, che fanno la gioia dei ragazzini. E così si tira avanti, in attesa di un miglioramento che, anche se tarda ad arrivare, si spera che potrà essere raggiunto nel prossimo futuro. Il Consiglio Comunale, intanto, destina un piccolo contributo alla sistemazione del campo sportivo. I problemi sono tutti aperti ma
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anche il poco tempo libero da poter dedicare allo sport, sia in veste di atleta che da semplice spettatore, è importante. “Presa conoscenza – si legge nella Delib. di C.C. n°23 del 7.4.1951 – delle numerose insistenti richieste verbali e scritte fatte pervenire dalla locale Società Sportiva “G. Magdalone”, dirette ad ottenere che il Comune intervenga, con la concessione di un congruo contributo, nella spesa occorrente per la sistemazione e riparazione del Campo Sportivo Comunale, lavori resi necessari a seguito delle ultime piogge torrenziali che hanno gravemente compromesso in vari punti il campo stesso e fatto crollare il muraglione di sostegno costruito a sinistra di chi vi entra; Riconosciuta la necessità e l’urgenza di aderire alle richieste di cui sopra e per evitare che maggiori danni abbia a subire il campo e, soprattutto, per venire incontro alle esigenze della locale gioventù sportiva che nel giuoco del pallone trova qui l’unico modo e mezzo come distrarsi e divertirsi; In accoglimento della proposta del Consigliere Sorrenti che, nel perorare la causa degli sportivi locali e nel dichiarare che il Comune è in dovere di intervenire nella spesa per rendere efficiente il Campo Sportivo, fissa in £. 100.000 il contributo da erogare a favore della Società Sportiva. Con voti unanimi, Delibera, di stabilire in lire centomila la somma da erogare a favore della locale Società Sportiva, a titolo di contributo una tantum nella spesa per la sistemazione e riparazione del Campo Sportivo Comunale…”. Ed è sempre il Consiglio Comunale che, nella seduta del 21 aprile, interviene per decidere su alcuni problemi che interessano sia il Comune che i cittadini rendesi. Il Sindaco sa che bisogna fare di tutto per incamerare qualche soldo nelle casse del Municipio e, quindi, cerca in tutti i modi di ridurre al minimo l’evasione del pagamento delle tasse da parte di alcuni commercianti. Accertato che il numero delle denunzie presentate dai possessori di bestiame, agli effetti delle imposte per l’anno 1951, è di molto inferiore a quello dello scorso anno e che questo provoca un danno erariale notevole al Comune, si decide di nominare alcune persone che possano procedere alla verifica e all’accertamento sul luogo delle
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denunzie stesse. A questo proposito il Consiglio affida l’incarico ai Signori Apa Pasquale, Ciancio Giovanni Umile, Apa Costantino, Plastina Francesco, La Valle Rosario, Aversa Emilio, che riceveranno un compenso di £. 600 ciascuno, più un terzo delle multe elevate. Dopo la parte economica viene la parte politica. La Giunta Municipale è monca da tempo, in quanto alcuni Assessori non partecipano più alle riunioni e, quindi, si decide di risolvere il problema con la loro sostituzione. “Il Consigliere Principe – si legge nel verbale del Consiglio – richiede che sia proposta la sostituzione degli Assessori Perugini ed Orrico, i quali non intervengono da più tempo né alle sedute del Consiglio né a quelle della Giunta, la quale, pertanto, non può essere efficiente. Il Consigliere Rag. De Luca chiede che sia dichiarata la decadenza dei Consiglieri Dott. Rovella, Dott. De Rose, Prof. De Rango e Dott. Perugini”. E’ il modo questo per cercare di formare un altro esecutivo che risponda ai nuovi equilibri politici presenti ora nel Consiglio Comunale. Per il momento, però, si decide di soprassedere. Si passa, allora, alla proposta di istituire una delegazione municipale ed una sezione staccata di Stato Civile nella frazione di Quattromiglia. “Il Sindaco – si legge nella Delib. di C.C. n°30 del 21.4.1951 – riferisce che gli abitanti della importante frazione di Quattromiglia, comunemente chiamata Castiglione Scalo, e contrade limitrofe, allo scopo di evitarsi il disagio economico e fisico cui essi debbono quotidianamente sobbarcarsi per raggiungere questo capoluogo, dal quale distano oltre 8 km, per il rilascio di stati di famiglia, certificati vari, denunzie di nascite, matrimoni, morti, e certificati relativi allo Stato Civile, insistono per la sollecita istituzione in quella frazione di una delegazione municipale e sezione staccata di Stato Civile. Poiché i motivi addotti da quei frazionisti sono tali da giustificare pienamente la richiesta, egli non vede alcuno ostacolo per non aderire alla richiesta stessa. Nell’informare, infine, il Consiglio che il
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Barone Giorcelli, proprietario in quella zona di una importante azienda agraria, si è giorni fa spontaneamente dichiarato disposto a cedere gratuitamente al Comune i locali necessari per gli istituenti uffici, invita il Consiglio a deliberare in proposito”. E dopo aver accettato la proposta del Consigliere Principe di nominare per la nuova delegazione un impiegato ad hoc, il Consiglio delibera “…di istituire – si continua nel verbale - nella frazione di Quattromiglia di questo Comune, comunemente chiamata Castiglione Scalo, una delegazione municipale pel rilascio di stati di famiglia, atti di notorietà e certificati vari, ed una sezione staccata di stato civile dando mandato al Sindaco (Salvatore Chiappetta, n.d.A.) di inoltrare istanza a chi di competenza, onde dare pratica attuazione al presente deliberato, e di delimitare la parte del territorio Comunale che dovrà fare capo a detti uffici”. La scelta di istituire a Quattromiglia una delegazione municipale va sicuramente incontro alle aspettative di tanti cittadini e riconosce implicitamente lo sviluppo e la crescita economico-commerciale che sta avvenendo in quella zona, dove, è bene ricordarlo, c’è lo scalo ferroviario, un serrato commercio e la nascita di tante piccole ditte e industrie. Subito dopo il Consiglio conferma la Società Trezza nell’appalto delle imposte di Consumo per il quinquennio che va dall’1.10.1951 al 30.9.1956, e rigetta ancora una volta l’istanza presentata dalla Ditta Silvio Ponzio per la concessione di un sussidio al servizio automobilistico di linea Rende-Cosenza e Rende-ArcavacataCosenza. Chiusa la riunione del Consiglio, l’amministrazione della macchina comunale torna alla Giunta Municipale, che si muove, però, molto lentamente, sbrigando solo piccole pratiche, come la liquidazione delle spese a calcolo, gli aggiornamenti dei ruoli matricolari, il compenso per il lavoro straordinario al personale di Segreteria, concedendo, infine, le acque reflue del fabbricato Ina-Casa dietro compenso di un piccolo canone. “…Delibera - si legge nella Delib. di G.M. n°34 del 22.5.1951 - 1) di determinare in £. 2.500 il canone
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annuo da corrispondersi al Comune dai Sigg. Aiello Giuseppe, Aiello Raffaele e Mirabelli Beniamino per la concessione delle acque reflue del fabbricato Ina-Casa…2) di affidare incarico al Dott. Principe Francesco, dottore in agraria da Rende, per la ripartizione delle acque reflue tra i suddetti proprietari, nella intesa che le spese di compenso e perizia saranno ad esclusivo carico dei suddetti concessionari”. E così il 12 maggio la parola, con le decisioni da adottare, ritorna al Consiglio Comunale. Alla riunione sono presenti dieci Consiglieri: Il Sindaco Chiappetta Salvatore, De Luca Pasquale, Caira Gaspare, Dott. Principe Francesco, Morcavallo Pietro, Sorrenti Giuseppe, Rag. De Luca Salvatore, Settino Francesco, Aiello Raffaele, Basile Saverio. Il primo punto da discutere è molto importante e riguarda la decadenza dell’Assessore Orrico Giacomo. “Il Consigliere Dott. Principe – è scritto nella Delib. di C.C. n°36 del 12.5.1951 – chiede al Sindaco notizie sui provvedimenti adottati per dichiarare decaduti gli assessori effettivi Orrico e Perugini…Il Sindaco riferisce che alla proposta di decadenza comunicata agli effetti dell’art. 289 della legge Com.le e Prov.le del 4-2-915 n°148, l’assessore Perugini Giovanni non ha ancora dato risposta, mentre l’assessore Orrico Giacomo ha fatto pervenire la seguente lettera:<<Rende, 12-5-1951. Ill.mo Sig. Sindaco – Rende. In risposta alla sua del 3 maggio c.a. n°1399 di prot., mi affretto significarle che non aderisco né aderirò alle riunioni della Giunta Municipale perché non ho interessi personali da difendere o propugnare. Ho sempre difeso per equità e giustizia gli impiegati e salariati del Comune e se ho recentemente restato contro le direttive della Giunta l’ho fatto a malincuore e me ne pento. Con stima. Orrico Giacomo>>”. Una dichiarazione chiara e decisa che non lascia spazi a fraintendimenti ma, anzi, è piena di accuse verso coloro che attualmente continuano a governare. Anche se qualche effetto la lettera lo sortisce nei riguardi di alcuni membri del Consiglio, non riesce, comunque, a frenare la loro voglia di conquistare le leve del
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comando. Ormai il potere è alla portata di chi una volta era solo uno sparuto gruppo di minoranza ed oggi, invece, assieme ai dissidenti, controlla quasi tutto. “Il Consigliere Dott. Principe – si continua nel verbale – riprendendo la parola fa presente che per rendere efficiente la Giunta Municipale, si rende necessario provvedere alla decadenza, per ora, dell’assessore Orrico. Egli propone all’approvazione del Consiglio la seguente mozione: <<Considerato che le ragioni addotte dall’Orrico sono oltraggiose nei riguardi della Giunta e denotano scarso senso di responsabilità circa il mandato ricevuto. Considerato ancora che le ragioni addotte sono prive di ogni contenuto di serietà; Il Consiglio delibera di non accettare le giustificazioni dell’assessore Orrico e quindi dichiararlo decaduto dalla carica>>”. E il Consiglio, infatti, seguendo la proposta di Principe, con voti 9 a favore ed 1 contro, dichiara decaduto dalla carica di Assessore effettivo il Sig. Orrico Giacomo. Non si perde tempo e subito dopo si passa alla votazione, segreta e scritta, per la nomina del nuovo assessore, sotto il diretto controllo degli scrutatori Sorrenti Giuseppe e Rag. De Luca Salvatore. I voti vengono così espressi: Morcavallo Pietro n°2 De Luca Salvatore n°8 “…In seguito a che, - si legge nella Delib. di C.C. n°37 del 12.5.1951 - il Presidente proclama avere il Consiglio Comunale, con voti 8 contro 2, deliberato di nominare ad assessore effettivo di questo Comune, in sostituzione di Orrico Giacomo, dichiarato decaduto, il Sig. Rag. De Luca Salvatore di Agostino”. La nuova Giunta, che prende pian piano forma, si va spostando sempre più a favore del gruppo formato dai dissidenti e dalla minoranza. Su tutti svetta la figura di Principe, leader ormai incontrastato del centrosinistra che, però, frena ogni entusiasmo in
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attesa del suo vero momento di gloria: le elezioni comunali del 1952. Il Consiglio, dopo la nomina del nuovo assessore, passa ad un altro punto importante: l’approvazione del bilancio 1951. E, come al solito, la previsione appare come una nota dolente, un grosso buco da riempire non più e non solo con l’aumento di tutte le entrate possibili, le tasse in primis, ma con l’assunzione di un mutuo, che la Giunta propone sia di £. 4.500.000 ma che il Consiglio, visto che nel frattempo le spese sono notevolmente cresciute, decide di elevare a £. 5.000.000, da contrarre con la Cassa Depositi e Prestiti o con altro Istituto Bancario. Presa la decisione, il bilancio di previsione per l’anno 1951, ammontante a £. 21.079.360, sia in entrata che in uscita, viene approvato dal Consiglio Comunale. L’assemblea, dopo aver liquidato il compenso al Tesoriere per il servizio di cassa per gli anni 1949-1950 di £. 192.000 per ciascuno dei due anni, passa alla nomina dei componenti la Commissione di Prima Istanza per i tributi locali per il biennio 1951-1952. “Ritenuto – si legge nella Delib. di C.C. n°41 del 12.5.1951 – che per effetto di detta disposizione (Art. 278 del T.U. finanza locale, modificato in parte dall’art. 13 del D.L. 26.3.1948 n°261, n.d.A.) la Commissione di che trattasi deve essere composta per questo Comune da 15 componenti, di cui cinque di nomina del Consiglio Comunale, cinque di nomina del Prefetto, ed un terzo di nomina della Camera di Commercio; Esperita la votazione… Il Presidente proclama avere il Consiglio Comunale nominato a componenti la Commissione di Prima istanza pei tributi locali pel biennio 1951-1952 i seguenti Sigg.: Principe Oreste fu Salvatore, Perri Antonio, Sicilia Ernesto fu Nicola, Ins. Cozza Michele fu Pietro, Ins. Vercillo Ottavio di Eugenio, tutti domiciliati e residenti in Rende”. Con questa decisione si chiude la riunione del Consiglio, la cui prossima adunanza viene fissata dopo nemmeno una settimana. Il 18 maggio, però, sono solo due i presenti e l’appuntamento viene, quindi, rimandato al giorno 19, quando ad intervenire sono il
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Sindaco Chiappetta Salvatore e altri sette Consiglieri. Pochi i punti all’ordine del giorno, ma non manca lo stesso lo spunto per una scaramuccia innescata dal Dott. Principe Francesco sulle assenze del Dott. Rovella Gaspare, il quale, a detta del Consigliere, da quando non è più Sindaco ha fatto mancare la sua presenza a tutte le riunioni del Consiglio. Principe chiede che le giustificazioni fatte pervenire dal Rovella non vengano accettate dal Consiglio. Si vota e solo una scheda esce in favore dell’ex Sindaco Rovella, mentre le altre sette sono tutte col voto contrario. Un’altra piccola dimostrazione, ove ce ne fosse di bisogno, che Principe ormai controlla pienamente il Consiglio Comunale e riesce a far votare i Consiglieri nella direzione da lui di volta in volta indicata. Si passa, quindi, al primo punto in agenda: la nomina dell’Ostetrica Condotta. “Letto il decreto di S.E. il Prefetto della Provincia… - si legge nella Delib. di C.C. n°42 del 19.5.1951 - Delibera di nominare, come nomina, ad ostetrica condotta di questo Comune, con decorrenza dieci giugno c.a., e per un biennio di prova, trascorso il quale, senza che sia intervenuto provvedimento di dimissione la nomina acquisterà carattere di stabilità, la Signora Buonopane Policicchio Ada, in atto di servizio presso il Comune di Rose, con l’annuo stipendio di £. 99.000, al lordo delle ritenute di legge, oltre l’indennità caroviveri, caropane, ecc. come per l’altro personale dipendente, ed alle condizioni e norme di cui nel seguente capitolato ostetrico”. Dopo di che il Consiglio passa a leggere le dimissioni presentate dal Comitato ECA che, con voti unanimi, accetta, decidendo, però, di rinviare ad altra seduta la nomina dei sostituti. E la seduta si chiude. Arriva il primo giorno del mese di giugno e la Giunta Comunale, composta dal Sindaco Chiappetta Salvatore e dagli Assessori Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, Basile Saverio, Aiello Raffaele, Settino Francesco, torna a riunirsi. Vengono liquidate le spese a calcolo, la spesa per l’aggiornamento della numerazione civica e gli interessi al Tesoriere sulle anticipazioni di cassa eseguite
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dall’1.1.1951 al 30.4.1951. Nella riunione del 12, invece, assente l’Assessore Settino, la Giunta provvede ad approvare il ruolo suppletivo dell’imposta di famiglia per gli anni 1948-1949 e 1950, ammontante a £. 13.000. Il 27 giugno, presente anche Settino, la Giunta, dopo aver liquidato le spese a calcolo e le spese per l’aggiornamento dei ruoli matricolari, fissa il canone di fitto per il terreno S. Croce per l’anno 1951. “…Delibera – si legge nella Delib. di G.M. n°44 – di determinare in £. 3.000 il canone da corrispondere al Comune, a titolo di terratico 1951, dai fittuari del fondo Comunale S. Croce, per ogni moggiata (Terreno occorrente per la semina di un moggio di grano. Il moggio, a sua volta, è l’unità di misura di capacità usata soprattutto per le granaglie, n.d.A.) di terreno da essi coltivata (Il fondo del terreno S. Croce è di are 33, n.d.A.)”. La Giunta approva poi il Ruolo Terratico per il 1951 e liquida il compenso per la redazione del progetto di istituzione di un Cantiere di Lavoro ai Geometri Chiappetta Giuseppe, Chiappetta Raffaele, Lio Raffaele e Lenti Michele di £. 200.000, oltre l’anticipo già versato di £. 50.000. A seguire, viene bandito il concorso per un posto di Applicato Contabile e per un posto di Scrivano, rispettivamente con uno stipendio di £. 148.500 e £. 116.000 annui, e liquidati i compensi dovuti al personale di Segreteria per il lavoro prestato dal 15 maggio al 30 giugno 1951. Nel mese di luglio, esattamente giorno 10, la Giunta, composta dal Sindaco Chiappetta Salvatore e dagli Assessori De Luca Pasquale, Rag. De Luca Salvatore, Basile Saverio e Aiello Raffaele, approva il ruolo principale per imposta di famiglia, valore locativo, patente, licenza, vetture e macchine per caffè tipo espresso, ammontante complessivamente a £. 3.387.336, il ruolo recupero differenza supercontribuzione all’imposta sulle industrie, commerci, arti e professioni per l’anno 1950, ammontante complessivamente a £. 3.210.114, ed il ruolo suppletivo per l’imposta sulle industrie, commerci, arti e professioni per gli anni 1946-47-48-49 e 1951, ammontante a £. 10.529. La Giunta, poi, autorizza il Sindaco a
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costituirsi nell’atto notarile per la cessione a favore dell’Istituto Autonomo delle Case Popolari di Cosenza di mille metri quadrati del terreno denominato Cozzo di Loreto offerto gratuitamente dal Comune per la costruzione di alcune abitazioni popolari. Infine, delibera “…di confermare – si legge nella Delib. di G.M. n °54 del 10.7.1951 – nell’appalto dell’imposta di Consumo di questo Comune pel quinquennio 1.10.1951 - 30.9.1956 la Società Trezza e ciò come stabilito con Consiliare 21.4.1951 n°32”. Il mese di luglio, che sembrava portare con sé oltre ad un piacevole clima estivo anche tante belle speranze per il prossimo futuro, finisce, invece, col recapitare all’intera città di Rende una ferale notizia: la morte improvvisa del Pittore Achille Capizzano. Il 28 luglio, in seguito ai postumi di un’operazione, resasi necessaria in seguito ad una grave forma nefritica che lo aveva colpito, il bravissimo Maestro Capizzano muore a Roma all’età di appena 44 anni. Nel centro storico di Rende la notizia si spande in un attimo, vola di casa in casa ed in ogni dove viene accolta con grande e sentito dolore. Achille Capizzano, amato e stimato da tutti nel suo paese, era diventato l’orgoglio dei rendesi, che vedevano in lui una persona di cui andare fieri, un artista di fama le cui opere venivano ormai apprezzate in quasi tutta l’Italia. Achille Capizzano, figlio di Achille, calzolaio, e di Annunziata Greco, sarta, nasce a Rende l’11 maggio del 1907. Egli viene al mondo dopo la nascita di ben sette sorelle, Aida, mor ta precocemente, Aida Ester, Francesca, Romea, Evelina, Olimpia e Venere, che, dopo di lui, divennero otto per l’arrivo di Rita. Sin da piccolo dimostrò la sua passione per l’arte, che si realizzava allora nel plasmare con l’argilla le figure del presepe, seguendo un’antica
Fig. 106 - Il Pittore Achille Capizzano
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tradizione del paese. Col tempo, grazie ad una raccolta di fondi organizzata dai colleghi della sorella Aida Ester, scomparsa all’età di soli 27 anni, Achille Fig. 107 - Invito di nozze di Achille Capizzano frequenta a Roma Capizzano e Finella De Paola dapprima il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti, dove si licenziò nel 1930 con il massimo dei voti. Due anni dopo, nel 1932, sposa Finella De Paola da Rende, dalla quale avrà due figli: Anna e Pino. I primi tempi furono molto duri ma, grazie al grande amore che li univa, la coppia riuscì a superare tutti gli ostacoli che incontrò sul suo cammino, vivendo ogni giorno in piena felicità. E così il percorso artistico di Capizzano può iniziare pienamente. Nel 1933 Achille affresca tre grandi pareti nella Casa del Fascio di Monte Sacro in Roma. Nel 1935-36 esegue le pitture murali nell’atrio della Casa delle Armi del Foro Italico. Poi, nel 1937, termina i mosaici pavimentali nel piazzale della Vittoria del Foro Italico a Roma ed esegue due affreschi per la “Mostra delle Colonie estive”. Nel 1938 vince a Cosenza il “Premio del Duce” alla V Mostra Sindacale d’Arte della Calabria, promossa dal Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti. Nel 1939 ottiene la nomina di Assistente del Professor Paschetto alla Cattedra di Ornato presso il Liceo Artistico di Roma, dove, in seguito, arriverà ad ottenere la docenza, che terrà dal 1949 al 1951.
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Fig. 108 – Bozzetto per cappella funeraria
Nel frattempo, nel 1941, vince il concorso per i mosaici del Palazzo dei Congressi dell’EUR e dal 1942 al 1943 realizza alcune tempere illustrative per propagandare gli spettacoli dell’E.I.A.R., disegni esposti alla Galleria Colonna, insieme a quelli di altri bravissimi Maestri come Ciampolini, Ciarrocchi, Gigotti, Paolucci e Stande. Nel 1946 termina le decorazioni per l’Albergo S. Giorgio di Roma, concorre al “Premio Città di Cosenza” ed esegue la grande tempera del Cinema Rivoli, sempre a Roma. Ormai Achille Capizzano è un Pittore affermato. Conosce molte personalità di rilievo nel suo campo, come Franco Gentilini, Giovanni Guerrini, Giorgio Quaroni, Luigi Moretti e tanti altri. Non scorda, però, la sua Rende, dove nel frattempo ha realizzato delle bellissime decorazioni murali a tempera nell’attuale Palazzo del Dott. Calogero Romano Ingrao,
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rappresentanti “Diana cacciatrice”, “Bacco e Arianna”, “Viva Bacco – Brindisi in campagna”. Nel 1949 dipinge la cupola della chiesa di S. Maria di Costantinopoli a Rende. Quando, però, sembrava che la fortuna finalmente potesse arridergli, riconoscendogli tutti i suoi grandi meriti, Achille Capizzano viene colpito da una grave forma di nefrite. Ricoverato presso la clinica Italia di Roma, viene sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Tutto lasciava credere che l’operazione avesse risolto ogni problema ed, invece, improvvisamente, le condizioni di Achille Capizzano peggiorano, fino a portarlo, il 28 luglio 1951, alla morte. Una tragedia che scuote l’opinione pubblica rendese. I funerali si svolsero martedì 31 luglio nella chiesa di S. Agnese, in via Nomentana, a Roma, e furono veramente imponenti. Critici, Artisti e gente di ogni estrazione, commossi, vollero tributargli il loro sentito Fig. 109 – Ricordino di Achille Capizzano saluto. Donato Magli, a Rende, pittore anche lui, ammiratore di tanto Maestro, volle dedicargli una bellissima e toccante poesia: In morte del Professore Achille Capizzano 28-7-1951 Un’ombra silente invade lo studio, per tutto mutato; perfino i pennelli non sembrano quelli dei giorni passati;
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non hanno il lor posto, così son buttati. Appena sul muro la tavolozza par tremi, singhiozzi. Che forse è ammalato? Ma cosa è successo? si chiede un dipinto rimasto incompleto, sbozzato, mal tinto. Pur tu, cavalletto, col cuore ristretto non hai più vigore? si guardano muti con grande dolore. Son soli, son soli la porta serrata, serrato hanno il cuore! Che triste giornata che hanno i colori: il bianco sbiadito, il rosso commosso, il verde ingiallito, il giallo, percorso da tanta tristezza vicino al cobalto che freme, che geme, aspetta che viene. Ma un grido di pianto or rompe il silenzio, il nero ha quel grido: che giorno funesto, è morto! Non torna il caro Maestro. (Versi di Donato Magli – Rende) Il 28 luglio, giornata del triste evento,
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si era pure riunito il Consiglio Comunale, ma la presenza di soli tre membri fece si che l’adunanza Fig. 110 - Donato Magli, a sinistra, venisse rinviata al 4 agosto 1951. mentre dipinge E puntualmente in quel giorno, alle ore 17, il Consiglio si riunisce. Sono presenti il Sindaco Salvatore Chiappetta, gli Assessori Rag. De Luca Salvatore e Raffaele Aiello, e due Consiglieri, Pietro Morcavallo e Gaspare Caira. Nonostante la scarsa presenza di Consiglieri, la riunione diventa molto fattiva, in quanto vengono affrontati diversi punti posti all’ordine del giorno e sui quali si prendono le decisioni ritenute più opportune. Al primo posto c’è l’istanza presentata dall’Ins. Gabriella Paduano per ottenere la liquidazione del compenso relativo al corso, da lei tenuto, di cultura popolare. “Letta l’istanza – si legge nella Delib. di C.C. n°46 del 4.8.1951 – fatta pervenire dalla Ins. Paduano Gabriella, di Nicola, qui domiciliata e residente, diretta ad ottenere la liquidazione ed il pagamento della somma di £. 70.000 (settantamila), quale compenso dovutole per avere nell’anno scolastico testè decorso, diretto, in questo centro abitato, un corso di cultura popolare, istituito su richiesta avanzata dal Sindaco del tempo con nota del 23.11.1950”. E il Consiglio, con voti 3 a favore e 2 contrari, delibera di corrispondere la somma dovuta all’Ins. Paduano Gabriella. Subito dopo, l’attenzione dell’assise consiliare si sposta sul cimitero comunale, che ha urgente bisogno di lavori di sistemazione. “Su proposta del Consigliere De Luca Salvatore – si legge nella Delib. di C.C. n°47 – visto che il Cimitero Comunale, specie per quanto riguarda i muri di cinta, la prospettiva e la camera mortuaria, che si trovano in pessimo stato di conservazione, ha urgente bisogno di radicali lavori di sistemazione; Ritenuto che alla spesa relativa deve essere provveduto con mutuo da contrarre con la CC. DD. e PP., la quale già da tempo si è dichiarata disposta a concederlo nella misura di 4 milioni e col contributo dello Stato ai termini della legge 3-8-1949 n°589; Veduta la legge Com.le e
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Prov.le; Delibera 1) di approvare in linea di massima la esecuzione dei lavori suddetti, dando incarico al Sindaco di presentare la necessaria istanza per ottenere il contributo dello Stato, previsto dalla legge 3.8.1949 n°589; 2) di riservarsi di provvedere in altra seduta alla nomina del tecnico cui affidare la redazione del progetto relativo”. Una decisione che va incontro alle aspettative generali, che sono quelle di tornare ad avere il luogo dove si conservano le spoglie dei propri defunti sistemato in modo ordinato e decoroso. Un progetto, questo, che intendeva mettere in atto già il precedente Sindaco Gaspare Rovella; Gli accadimenti politici negativi che si verificarono, però, finirono per portarlo alle dimissioni e non glielo permisero. E proprio di politica si torna a parlare nel prossimo punto, che porta all’attenzione del Consiglio le dimissioni dei Consiglieri Orrico Giacomo e Dott. De Rose Virgilio, altri due componenti fedeli all’ex Sindaco Rovella. Con 4 voti a favore e 1 contrario, viene deliberato che il Consiglio prende atto delle suddette dimissioni. Si passa poi alla conferma, per la Società Trezza, dell’appalto dell’imposta di consumo, ratificando la decisione presa dalla Giunta Municipale il 10.7.1951, mentre si sospende la decisione per la costruzione di fognatura ed acquedotto nella frazione di Quattromiglia. Subito dopo viene nominato il nuovo Comitato ECA. In seguito alla votazione, scritta e segreta, risultano eletti: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8)
Principe Oreste fu Salvatore Spina Artefio di Orazio Rovella Luigi fu Agostino La Valle Rosario fu Francesco Cribari Pietro fu Michele Ins. Greco Francesco fu Alessandro Giorno Giovanni fu Antonio Principe Adolfo fu Michele
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9) Lento Luigi fu Salvatore La riunione a questo punto termina. Nonostante sia il mese di agosto, dopo nemmeno quindici giorni, il Consiglio decide di riunirsi ancora. Anche questa volta, però, sono pochi i Consiglieri presenti, appena due, e quindi la riunione è considerata non valida e spostata al 22 agosto. Questa volta ad essere presenti, oltre al Sindaco Chiappetta Salvatore, ci sono Aiello Raffaele, Russo Pasquale, De Luca Pasquale, Caira Gaspare, Dott. Principe Francesco e Morcavallo Pietro. I Consiglieri intervenuti sono sempre pochi, ma affrontano lo stesso diversi e importanti problemi. Il primo riguarda il suolo dove dovrebbero essere edificate alcune abitazioni popolari. Il Sindaco Salvatore Chiappetta ricorda ai Consiglieri che il Comune di Rende si è impegnato a cedere gratuitamente all’Istituto Autonomo delle Case Popolari di Cosenza mq. 1.000 di terreno del Cozzo di Loreto, per la costruzione di un primo lotto di case popolari e fa presente che il terreno va sbancato. Prosegue, affermando che l’Impresa Cortese, aggiudicataria dei lavori per la costruzione delle case, si è detta disposta ad eseguire lo sbancamento del terreno, circa mc. 9.000, al prezzo di £. 219 al mc. A questo punto interviene il Consigliere Principe, sostenendo che la spesa sarebbe troppo onerosa, per cui propone che le case vengano costruite nella frazione di Arcavacata, dove il suolo verrebbe a costare molto di meno. Si oppone a questa proposta il Consigliere Morcavallo, il quale afferma che la crisi degli alloggi si verifica solamente nel centro abitato e non nelle frazioni. Interviene pure il Consigliere Russo, che si associa invece alla proposta di Principe. Si può notare come anche i Consiglieri di opposizione si trovano divisi su questo punto. Il Consiglio, alla fine rinunzia allo sbancamento del terreno di Cozzo di Loreto e affida alla Giunta Municipale l’incarico di reperire tutti i suoli idonei alla costruzione delle case popolari.
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Dopo questa decisione, viene presentato un documento sulla posizione della minoranza. “Il Consigliere Principe – si legge nel verbale di C.C. Delib. n°56 del 22.8.1951 – nell’intento di chiarire qual è la posizione della minoranza in seno al Consiglio, precisa che fino a quando all’Amministrazione Comunale era preposto il Sindaco Rovella egli con la minoranza ha svolto opera di opposizione a tutta oltranza. Ciò non si verifica oggi nei riguardi del Sindaco Chiappetta. E’ bene però tenere presente che la responsabilità dell’Amministrazione e del suo andamento deve essere assunta unicamente dalla maggioranza. La minoranza attualmente è in opposizione di attesa, e se non presenta le proprie dimissioni ciò lo fa per evitare la nomina di un Commissario che, come è ovvio, sarebbe deleterio per le finanze del Comune, e aggraverebbe nello stesso tempo la pressione fiscale dei cittadini. Riepilogando, la minoranza non assume responsabilità degli atti e provvedimenti della Amministrazione”. Un fare un po’ pilatesco, in quanto sa bene la minoranza che senza i suoi voti e di quelli dei dissidenti nessun provvedimento può essere approvato. Per cui non assume alcuna responsabilità e si lascia aperta la porta per criticare e denunziare, in seguito, l’operato dell’Amministrazione mentre, nel frattempo, orienta nei fatti le scelte politico-amministrative della Giunta in carica. Subito dopo Principe ritorna alla carica per affermare che nella Commissione di prima istanza “…esistono - si legge nella Delib. di C.C. n°57 del 22.8.1951 - nominativi non di proprio gradimento, anche per il loro passato politico…” e chiede alla Giunta di esaminare e provvedere in conseguenza. E’ sulla relazione del tecnico, in merito ai lavori per la sistemazione dell’acquedotto, che si può notare come effettivamente sia Principe ormai a dettare la linea amministrativa del Comune di Rende. Il Sindaco, infatti, riferisce che il Geometra Stancati dell’Ufficio tecnico del Comune di Cosenza, incaricato tramite delibera consiliare, ha eseguito un accurato sopralluogo constatando che per evitare il verificarsi di
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continui guasti alla tubolatura dell’acquedotto, precisamente nel punto denominato <Ruoto>, occorrerebbe sostituire un tratto di 200 metri con tubi di acciaio. Alla spiegazione del Sindaco Chiappetta risponde il Consigliere Dott. Francesco Principe, il quale afferma che il problema dell’acquedotto va risolto al più presto e definitivamente onde evitare che da un momento all’altro la popolazione resti priva di un elemento tanto necessario. Ed a questo punto il Consiglio decide di incaricare proprio Principe (Il quale è all’opposizione, n.d.A.) di scegliere un tecnico competente cui affidare la redazione del progetto per la sistemazione dell’acquedotto Comunale. E’ la prova che ci serve per capire chi comanda oggi nel Consiglio Comunale. Una prova che porta alla resa definitiva dell’ex Sindaco Gaspare Rovella e dell’ex Assessore Giovanni Perugini, i quali a questo punto si dimettono anche dalla carica di Consigliere Comunale. Il Consiglio vota ma respinge le due dimissioni, accompagnando questa decisione con una sferzante sottolineatura espressa da Principe: “Il Consiglio – si legge nella Delib. di C.C. n°60 del 22.8.1951 – ritenuto che il Sindaco Dott. Rovella e l’Assessore Dott. Perugini sono i maggiori responsabili del fallimento economico amministrativo del Comune, per cui dovrebbero sentire il dovere di presentarsi al Consiglio per aiutare l’attuale Sindaco e la Giunta Comunale a sanare le numerose piaghe esistenti.” L’ultimo intervento, prima della chiusura dei lavori del Consiglio Comunale, Principe lo dedica al recupero degli strumenti musicali in uso alla Banda di Rende. “Il Consigliere Principe – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n °61 del 22.8.1951 – prega il Sindaco perché dagli atti di ufficio desuma la spesa sostenuta dal Comune negli anni passati per l’acquisto di strumenti musicali, ed indaghi gli attuali possessori degli strumenti stessi”. Questa presa di posizione del Consigliere Principe cade in un momento di particolare sbandamento che sta attraversando la
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Banda Musicale di Rende. Senza un maestro che la coordini e la guidi e senza l’organizzazione di un comitato che precedentemente la supportava, l’organico musicale pian piano si andava sfaldando. Le feste e i concerti diminuivano ogni mese di più e in pratica i componenti della Banda avevano fatto un passo indietro non partecipando più a prove e incontri ma tenendosi come unico legame lo strumento, con il quale suonavano a casa per diletto o, se capitava, a qualche festa religiosa o privata. La Banda, comunque, rimaneva nel cuore di tutti i rendesi. Una volta, infatti, ogni paese menava vanto della propria Banda musicale che, suonando in giro per la regione, gli portava lustro e gloria. A Rende la prima Banda fu fondata nel 1869 da Giovanni Magdalone e dalla Società Operaia, che ne divennero anche i finanziatori, ed il suo primo direttore fu il siciliano Emanuele Salamone. Alcuni anni dopo per un litigio avuto con il cugino Giovanni, don Peppino Magdalone costituì un nuovo organico, che fu affidato al M° Garibaldi Spizzirri, il quale aveva suonato come prima tromba nella Banda Militare a Milano e in diversi altri complessi bandistici in Argentina. Egli seppe formare un’ottima Banda di giro composta da più di quaranta elementi, che coprivano tutte le classi strumentali, con una buona schiera di solisti. Purtroppo, per formare la nuova Banda, chiamata in dialetto “a musica nova”, si invitarono parecchi elementi della vecchia, che così rimase con pochi musicanti: i fratelli Greco, i fratelli Prezia ed Emilio Capizzano, bravissimo flicorno baritono, al quale venne poi dato l’incarico di preparare nuovi elementi per completare l’organico. Infatti, dopo qualche tempo la vecchia Banda era pronta e a dirigerla venne chiamato il M° Giuseppe Guerresi.
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Fig. 111 - Una vecchia foto della Banda di Rende
La nuova Banda, intanto, era diventata una tra le migliori della regione e tra le più richieste. Nel suo repertorio aveva opere di Rossini, Donizetti, Verdi e Mascagni, marce militari e sinfoniche. Il 20 settembre del 1901 partecipò ad un concorso bandistico a Cosenza e sotto la direzione del M° Spizzirri ottenne il primo premio. Il 3 dicembre del 1905, allo stesso concorso, si classificò terza. La vecchia Banda, invece, in quel periodo avvertiva una crisi profonda. Anche per questo tra i due complessi bandistici sorse un’accesa e sentita rivalità che sfociò presto, durante una processione in onore di S. Michele Arcangelo, in una vera e propria rissa. In seguito a questi pericolosi avvenimenti le due Bande decisero di arrivare ad un accordo, dividendosi le feste tradizionali di Rende. La nuova Banda doveva prestare servizio in occasione della festa in onore della Madonna di Costantinopoli ed in quella in onore della
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Madonna del Rosario; la vecchia, invece, avrebbe prestato servizio nella festa del Sacro Cuore di Gesù ed in quella in onore di S. Rita. Nel 1923, però, in occasione dell’inaugurazione del nuovo campanile, ricostruito dopo che il vecchio era stato distrutto dal terribile terremoto del 1905, le due Bande si ritrovarono a suonare assieme. Tutto andò bene fino a quando non si arrivò nel corso principale, dove le due Bande invece di alternarsi suonarono contemporaneamente cercando di coprirsi l’una con l’altra e creando così solo tanta confusione. La competizione col tempo fece si che tutte e due le Bande raggiungessero un ottimo livello professionale. La vecchia Banda, diretta in quegli anni dal M° Patera di Melito Porto Salvo, partecipò ad un importante concorso bandistico a Cosenza classificandosi al primo posto. Nel 1926 le due Bande si unirono dando vita ad una Banda primaria con oltre cento elementi, alla cui direzione si alternarono i due maestri rendesi Garibaldi Spizzirri e Francesco Guerresi. Solo per un breve periodo ci fu anche un terzo maestro, Massimiliano Garavini. La nuova Banda riscosse un notevole successo in tutta la Calabria e vinse anche il primo premio ad un concorso regionale svoltosi a Catanzaro. Intorno al 1934 iniziò un periodo di decadenza che durò solo un anno. Dal 1935 al 1940, grazie al “…comitato cittadino, presieduto dal Podestà Cesare Zagarese – scriveva Vincenzo Perugini su Calabria Letteraria 4-5-6 del 1988 – la Banda di Rende venne diretta da un altro noto rendese il M° Vittorio Capizzano, fratello del già citato Emilio…”. Tutto ciò contribuì a far ritornare la Banda ai suoi antichi splendori. Negli anni a seguire la guerra, e con essa la miseria e gli stenti, fecero ripiombare nel declino la Banda di Rende, che riuscì a sopravvivere solo grazie alla grande passione di alcuni musicanti, i quali continuarono nella loro attività nonostante la mancanza di un maestro. Un piccolo ma importante aiuto economico, comunque, la Banda musicale di Rende lo ottenne dall’esecutivo comunale che, a prescindere dal suo colore politico, la tenne negli anni sempre in grande considerazione. Nel 1946, in occasione della festività in
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onore della Madonna di Costantinopoli tornò a dirigere la Banda il M° Vittorio Capizzano, ma fu un fatto isolato. I dissidi insanabili che erano sorti con il vecchio maestro Guerresi, ora componente del Comitato che supportava la Banda, fecero si che Capizzano si allontanasse definitivamente e che la Banda rimanesse di nuovo senza un maestro. Negli anni a venire, e più esattamente nel 1947 e nel 1948, questo ruolo fu in parte supplito da Ernesto Castiglione, noto e valido flicornino solista, che già rivestiva la carica di capobanda musicale, al quale in seguito si sostituì Adis Greco, altrettanto bravo al sassofono soprano. Il Maestro Vittorio Capizzano, intanto, si era trasferito prima a Varapodio e poi a Delianuova, in provincia di Reggio Calabria, dove si realizzò pienamente nel suo campo artistico riscuotendo grandi successi. Bisognerà aspettare il 1952 per veder ritornare Capizzano a Cosenza, dove ottenne la direzione della locale banda e con la quale si esibì in apprezzati concerti. Il 7 settembre torna a riunirsi la Giunta Municipale, composta dal Sindaco Chiappetta Salvatore e dagli assessori De Luca Pasquale, Rag. De Luca Salvatore, Settino Francesco e Aiello Raffaele. L’incontro è importante perché all’attenzione dei presenti viene posta una lettera di dimissioni del Sindaco. Chiappetta era stato invitato dalla vecchia maggioranza a prendere il posto del dimissionario Rovella, a cui era molto legato da profonda amicizia e vicinanza politica. Credeva, una volta assunta l’importante carica, di poter continuare l’opera messa in campo proprio dal Rovella e di riuscire là dove il precedente Sindaco si era dovuto arrendere. La realtà, invece, si dimostrò ben diversa. La maggioranza pian piano si era andata sciogliendo come neve al sole, mentre quella che una volta si presentava come una sparuta minoranza ormai era diventata nei fatti la forza principale del Consiglio Comunale. E non era servito a niente cercare scappatoie o soluzioni diverse. Tutto si rivelò inutile, per cui Salvatore Chiappetta capì che era venuto il momento anche per lui di gettare la spugna e dimettersi.
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“La Giunta all’unanimità – si legge nel verbale della Delib. di G.M. n°63 del 7.9.1951 – dichiara di non accettare le dimissioni dalla carica di Sindaco presentate da Chiappetta Salvatore, con preghiera allo stesso di desistere da tale proposito. Coglie l’occasione per confermare al Sindaco tutta la sua stima e simpatia, con l’assicurazione che da parte di essa sarà dato tutto l’appoggio su ogni sua proposta”. Un attestato di fiducia e di pieno appoggio che, però, non convince Chiappetta, il quale resta fermo nella sua decisione. In ogni caso, per non lasciar scivolare l’incontro della Giunta senza sbrigare alcun punto, si decide di continuare i lavori. Durante la riunione viene concesso il terreno S. Croce a Marchese Antonio, terreno già coltivato da Castriota Luigi. Poi vengono liquidate le spese a calcolo e avviata la richiesta di un contributo dello Stato al fine del pareggio del bilancio 1951. La situazione, infatti, è peggiorata e per riportare i conti in ordine si ha bisogno di una cifra consistente, almeno £. 5.000.000, e per questo si chiede l’intervento dello Stato o, in subordine, la possibilità di accendere un mutuo. La circostanza lo richiede e in tempi abbastanza rapidi, anche perché da alcuni mesi il Comune di Rende non paga i propri dipendenti, né si trova più in grado di poter assicurare l’efficienza ed il regolare funzionamento dei pubblici servizi. La palla ritorna al consiglio Comunale, che si riunisce una prima volta il 13 settembre, seduta considerata non valida in quanto è presente solo l’Assessore De Luca Pasquale, e successivamente il 15 dello stesso mese. Questa volta i presenti sono sei: Caira Gaspare, Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, Aiello Raffaele, De Luca Pasquale e Morcavallo Pietro. Ad assumere la presidenza, nella sua qualità di Assessore Anziano, è il Sig. De Luca Pasquale. Dopo un intervento di Principe, il quale, preso visione delle dimissioni da Consigliere rassegnate dal Dott. Gaspare Rovella, propone che lo stesso venga a rendere conto in Consiglio della sua gestione di quattro anni, si passa ad esaminare la lettera con la quale Salvatore Chiappetta ha rassegnato le dimissioni dalla carica di
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Sindaco di Rende. Dimissioni che sono irrevocabili, per ragioni di salute e di famiglia, scrive lo stesso. E a questo punto Principe interviene di nuovo per proporre che il Consiglio convochi in seduta Chiappetta, che dovrà precisare se il disavanzo di vari milioni esistente nel bilancio del corrente esercizio sia imputabile alla gestione Rovella o alla sua. Poi afferma che le dimissioni da Sindaco sono da accettare, anche per avere la possibilità di provvedere alla sua sostituzione. E prontamente il Consiglio, con voti 6, accetta le dimissioni presentate da Chiappetta da Sindaco del Comune, ma respinge quelle rassegnate da Consigliere Comunale. Si vorrebbe, a questo punto, nominare il nuovo Sindaco, ma il Presidente avverte che non si può procedere in quanto manca la presenza dei due terzi dei 14 Consiglieri rimasti ancora in carica. La falcidia di Consiglieri, però, continua subito dopo con le dimissioni presentate dal Consigliere Russo Pasquale e dall’Assessore e Consigliere Comunale Basile Saverio. Il Consiglio tenta di limitare i danni e mentre accetta, su invito di Principe, le dimissioni dalla carica di Assessore di Basile Saverio, respinge quelle dalla carica di Consigliere sia dello stesso Basile che di Russo. E’ bene sottolineare come in questo momento si sia venuta a creare una situazione particolarissima nel Consiglio Comunale, che vede in carica appena 12 Consiglieri dei 20 eletti, e la loro partecipazione alle diverse sedute consiliari si assottiglia sempre di più, arrivando a contare a volte la presenza di appena 3 Consiglieri, mentre in altre al massimo si arriva a 7. Accade, quindi, che a prendere decisioni, a volte importanti, sia nella migliore delle ipotesi appena un terzo dei Consiglieri Comunali eletti. Come possa essere stato possibile che tutto ciò si sia potuto verificare senza che ci fosse l’intervento di una qualche autorità che ponesse fine, magari tramite il Commissariamento dell’Ente, ad una situazione del genere diventata, se non legalmente ma almeno nei fatti, illegittima, in quanto certamente non in linea con l’espressione del voto popolare, a tutt’oggi ancora nessuno lo ha spiegato.
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V Nomina di Francesco Settino a Sindaco di Rende. In ogni caso, e nonostante varie proteste, il Consiglio torna a riunirsi alle ore 16 del 20 settembre. La musica, però, non cambia. Sono presenti solo Caira Gaspare e De Luca Pasquale, per cui anche questa seduta viene considerata non valida e rimandata in seconda convocazione di appena poche ore, esattamente alle ore 20 dello stesso giorno. Questa volta i Consiglieri presenti sono sette: De Luca Pasquale, Assessore Anziano, Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, Morcavallo Pietro, Aiello Raffaele, Settino Francesco, Caira Gaspare. Il primo importante punto da affrontare è la nomina del nuovo Sindaco. Dopo unâ&#x20AC;&#x2122;ampia discussione, vengono distribuite le schede, sotto il controllo degli scrutatori Morcavallo Pietro e Rag. De Luca Salvatore, ed i Consiglieri esprimono il loro voto, segreto e scritto. Il responso assegna 6 voti
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a Settino Francesco e 1 a De Luca Salvatore, per cui il Presidente proclama: “Avere il Consiglio Comunale – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°74 del 20.9.1951 – eletto a Sindaco di questo Comune, in sostituzione del dimissionario Chiappetta Salvatore, il Sig. Settino Francesco, fu Antonio, il quale non si trova in nessuno dei casi di ineleggibilità e di incompatibilità previsti dalla legge Comunale e Provinciale”. Rende ha, dunque, un nuovo Sindaco, il terzo del dopoguerra. Vediamo ora di conoscere qualcosa in più della sua vita personale. Francesco Settino, figlio di Antonio e di Caterina Covello, nasce a Marano Marchesato il 18.10.1900. In seguito, col passare degli anni, va ad abitare in Contrada Petroni di Rende, dove svolge la sua attività di coltivatore agricolo e di commerciante di animali. In gioventù aveva anche fatto parte della Guardia di Finanza e si era impegnato in prima persona nell’Associazione dei Coltivatori Diretti di Rende, fino ad assumerne la carica di Presidente.
Fig. 112 - Francesco Settino
Fig. 113– Concetta Bartucci e Francesco Settino
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Il 27 gennaio 1923 sposa Concetta Bartucci, ma dal matrimonio non nascono figli. Settino, dimostrandosi di vedute abbastanza aperte, moderno e pieno di grande sensibilità, dopo alcuni anni decide di accogliere con sé il giovane Raffaele Palermo, al quale dona tutto il suo affetto, facendolo crescere nella propria casa come un vero figlio naturale. A riprova di ciò, alla sua morte, Settino lasciò in eredità a Raffaele Palermo tutto quello che possedeva. Un atto d’amore, ricambiato, difficile da fare in quei tempi, che riesce a descrivere meglio di tante parole cosa c’era sotto la scorza dura di quel contadino pugnace, furbo e rotto ad ogni esperienza. La nomina a Sindaco di Rende completa e premia in modo più che brillante una vita piena di impegni, di sacrifici e di lotte. La riunione del Consiglio continua e, dopo l’elezione del Sindaco, si passa alla nomina dei nuovi assessori effettivi, in sostituzione dei due dimissionari, e di un supplente, al posto di Settino, da poco nominato Sindaco. “Riconosciuta la necessità – si legge nella Delib. di C.C. n°75 del 20.9.1951 – di provvedere alla nomina di due Assessori effettivi in sostituzione dei dimissionari Basile Saverio e Dott. Perugini Giovanni; Riconosciuta la necessità ancora di provvedere alla nomina di un Assessore supplente in sostituzione del Sig. Settino Francesco, eletto in pari data Sindaco di questo Comune; Esperita una prima votazione segreta e scritta per la nomina di due Assessori effettivi, si è avuto il seguente risultato, constatato dagli scrutatori Morcavallo Pietro e Rag. De Luca Salvatore. Votanti sette. Schede col nome di Principe Francesco numero sei Schede col nome di Caira Gaspare numero sette Schede col nome di Rovella Gaspare numero uno Esperita una seconda votazione, pure segreta e scritta, per la nomina di un Assessore supplente, si è avuto il seguente risultato, constatato dagli scrutatori suddetti:
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Schede col nome di De Rango Serafino numero sette In seguito a che il Presidente, Proclama aver il Consiglio Comunale nominato ad Assessori effettivi, in sostituzione di Basile Saverio e Dott. Perugini Giovanni, dimissionari, i Consiglieri Sigg. Dott. Principe Francesco fu Domenico e Caira Gaspare fu Pietro, e ad Assessore supplente, in sostituzione di Settino Francesco eletto Sindaco, il Sig. Prof. De Rango Serafino di Alessandro”. Con quest’atto ufficiale, in pratica la minoranza non è più tale ma diventa forza di governo della città, andando ad occupare caselle importanti all’interno della Giunta Municipale di Rende. Francesco Principe è ormai padrone della situazione ed ha deciso che è venuto per lui il momento di impegnarsi direttamente nell’amministrazione della cosa pubblica. La dichiarazione che segue, fatta subito dopo la sua nomina ad Assessore, vuole dare un valore ancora più nobile a questa decisione. “Ci è stato rivolto – afferma Principe – dall’attuale maggioranza – si legge nella Delib. di C.C. n°75 del 20.9.1951- un aperto invito alla collaborazione, invito che abbiamo accettato di cuore per un duplice fine, e cioè di evitare al Comune la iattura di un Commissario Prefettizio, e, nel contempo, di dare tutto il nostro apporto per risanare sotto tutti gli aspetti la vita amministrativa che gli ex dimissionari con il loro tentativo inqualificabile ci lasciano in triste eredità; Sicuri con ciò di esplicare il nostro dovere fino in fondo nell’esclusivo interesse della collettività rendese.” La riunione del Consiglio si chiude tra applausi e grida di gioia da parte dei sostenitori di Principe, che da tempo ormai la fanno da padrone nella parte di sala riservata al pubblico. Nel campo avverso serpeggia la delusione più nera, e lo sconforto si alterna a rabbia e voglia di rivincita. Il Consiglio torna a riunirsi di nuovo in seconda convocazione il 29 settembre 1951, alla presenza del Sindaco Settino e di altri sei Consiglieri, per provvedere ad assegnare all’Impresa Cortese da
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Cosenza l’incarico di eseguire i lavori di sbancamento del Cozzo di Loreto, al prezzo di £. 210 al mq. di terreno e di stabilire, per fronteggiare la spesa (Circa £. 9.900.000, n.d.A.), di contrarre un mutuo con la Cassa di Risparmio di Calabria. Nel frattempo la Giunta Municipale, in diverse riunioni, sbriga l’ordinaria amministrazione. Bisogna aspettare il 6 ottobre 1951 per vedere la partecipazione dell’Assessore Francesco Principe ai lavori della nuova Giunta rendese. Anche questa volta c’è poco lavoro posto all’ordine del giorno. L’unico punto importante riguarda la nomina dei 10 componenti la Commissione di Prima istanza per i tributi locali per il biennio 1951-1952, di cui 4 di nomina del Consiglio, in sostituzione dei dimissionari Principe Oreste, Perri Antonio, Ins. Cozza Michele ed Ins. Vercillo Ottavio. La Giunta nomina i Signori: Magliocchi Enrico fu Francesco Volpentesta Gaspare fu Antonio Cesario Salvatore fu Francesco Loizzo Emilio fu Salvatore L’esecutivo torna a riunirsi il 13 ottobre. Guidata dal Sindaco Settino Francesco e con la partecipazione degli Assessori Principe Francesco, De Luca Salvatore, De Luca Pasquale e Aiello Raffaele, la Giunta riconosce il diritto di passaggio ai proprietari dei fondi di terreno sottostante il campo sportivo comunale (Ubicato di fronte al Cimitero, n.d.A.) che già precedentemente avevano questo diritto percorrendo un viottolo esistente e precisamente a destra del “Calvario”, stabilendo che, pertanto, la parte del campo sportivo dovrà essere ampliata in maniera tale da consentire il transito di un asino carico. Il 18, invece, la Giunta con eguale composizione, approva il ruolo suppletivo del bestiame per l’anno 1951, che comprende n°645 partite per un ammontare complessivo di £. 1.004.715, e decide l’applicazione di un diritto fisso sui fichi secchi. Si tratta di un
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nuovo tributo, pari al 5% sul valore dei fichi secchi, che verrà applicato unicamente ai quantitativi di fichi esistenti o che verranno acquistati dagli industriali locali per essere destinati all’esportazione. In pratica ad essere gravati da questo provvedimento saranno solo le ditte, i commercianti, e tra questi c’è pure l’ex Sindaco Salvatore Chiappetta. In molti videro in questo provvedimento una specie di punizione e di rivalsa contro il suo professato impegno politico sempre vicino alla vecchia maggioranza. Chiappetta, infatti, non si era fatto ammaliare dal canto delle nuove sirene, non si era fatto “inglobare” nelle truppe dei nuovi potenti che avanzavano, né aveva deciso di sposare le loro dottrine politiche, anzi, era rimasto un fedelissimo del primo Sindaco eletto del dopoguerra, il Dott. Gaspare Rovella, e per questo era pronto a pagarne anche le conseguenze. Il 21 ottobre 1951, in una sala gremita di persone ma con soli 7 Consiglieri a rendere legale la seduta, “Assume la presidenza il Sig. Settino Francesco, - si legge nella Delib. di C.C. n°81 del 21.10.1951 - che riconosciuto legale il numero degli intervenuti, apre la seduta che è pubblica e legge un breve indirizzo al pubblico in cui dichiara di avere accettato la carica di Sindaco solo allo scopo di servire gli interessi del paese e cooperarsi per la eliminazione delle falle lasciate dalla precedente Amministrazione”. Una dichiarazione con la quale il nuovo Sindaco si distacca definitivamente dai suoi vecchi alleati, per aderire di fatto pubblicamente, anche se non in maniera formale, al gruppo di Principe. “Dopo di che – si continua nel verbale – da la parola al Consigliere Dott. Principe sull’oggetto: Situazione Amministrativa del Comune. Il Consigliere Principe fa una lunga relazione sulla gestione della ex amministrazione Rovella, soffermandosi specialmente sulla situazione economica del Comune che dichiara tutt’altro che buona”. L’opera di demolizione, da parte di Principe, nei confronti della politica amministrativa portata avanti negli anni dall’ex Sindaco
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Rovella è costante e forte. Egli vuole cancellare tutto quello che resta della precedente gestione, anche perché la data delle prossime elezioni comunali si avvicina e tra i futuri candidati alla guida del Municipio rendese potrebbe essere inserito ancora proprio il Dott. Gaspare Rovella. Nel frattempo la Giunta Municipale, guidata dal Sindaco Settino Francesco e composta dagli assessori De Luca Pasquale, Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, Aiello Raffaele, delibera di “…aumentare – si legge nella Delib. di G.M. n°84 del 30.10.1951 – con decorrenza 1° Novembre c.a. dal 30 al 40% l’addizionale da applicare sulle imposte di consumo di questo Comune, e ciò per dare la possibilità alla Società Trezza, Appaltatrice del servizio, di rivalersi dei maggiori oneri dipendenti dalla concessione al personale addetto alla gestione dei miglioramenti economici previsti da superiori disposizioni”. Intanto, il 4 novembre 1951, si conosce il risultato del Censimento della popolazione rendese. Grazie a questa importante e capillare conta delle persone, che avviene ogni dieci anni, è possibile conoscere il numero reale degli abitanti, maschi e femmine, presenti e residenti nel Comune. Il risultato è che, in questa data, il totale della popolazione rendese ammonta esattamente a 11.729 cittadini. Il giorno dopo, il 5 novembre, invece, la Giunta concede un sussidio di £. 100.000 alla locale Banda musicale a titolo di contributo nella spesa per acquisto e riparazione di strumenti e applica come diritto fisso una tassa del 5% sull’olio di oliva, esentando dalla stessa i primi 4 quintali di olio per ogni ditta proprietaria di Azienda Agraria. Infine, dopo aver letto la delibera consiliare n°72 del 15.9.1951, con la quale si stabiliva che le acque reflue del fabbricato Ina-Casa, già costruito, venissero ripartite tra i richiedenti Aiello Giuseppe, Aiello Raffaele e Mirabelli Beniamino in ragione diretta alla superficie di terreno irrigabile posseduta da ciascuno di essi, e che la intera utenza dell’acqua reflua del fabbricato Ina-Casa, da costruire, venisse concessa al Sig. Aiello
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Giuseppe, si approva il prezzo di £. 55 al mq. per la palazzina già costruita e di £. 100 per quella da costruire. Tasse, tributi e quant’altro messi in campo per cercare di arginare la voragine di debiti presente all’interno del bilancio comunale. E la presa d’atto dell’esistenza effettiva di questi problemi, che sono aumentati nel tempo, ha fatto si che anche un importante leader come Principe, che dall’opposizione tuonava contro l’applicazione ed i rincari delle tasse, oggi, al momento del suo impegno diretto nella Giunta Municipale, si deve arrendere all’evidenza dei fatti e mettere in atto gli stessi correttivi usati dai precedenti amministratori. Il bisogno impellente di introitare nuove sostanze per mettere un freno al buco del debito comunale non permette, per il momento, di fare altro. Intanto, però, la città non è ferma. L’economia ha ripreso a funzionare e, soprattutto, i piccoli commercianti e gli artigiani stanno creando una rete fittissima di produzione e vendita di prodotti vari che, fra l’altro, contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Fig. 114 - Mario Spizzirri, Gustavo Ciancio e Guaranì Ciancio davanti al negozio
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L’arte e la cultura, di pari passo, conquistano i loro spazi. Musica, pittura e teatro riescono ad attrarre sempre più nuovi adepti, che si cimentano in questi campi con vera passione. In questo contesto si inserisce bene l’Ins. Paolo Giraldi, che, forte del grandissimo successo ottenuto l’anno prima con la rappresentazione della commedia “U Sinnacu fricuni”, decide di dar seguito alla sua inesauribile verve teatrale scrivendo un altro lavoro in vernacolo dal titolo: “E’ arrivato l’Americanieddru – U testamientu”, tre atti con prologo. La sua fatica letteraria termina alle ore 20.35 del 9 novembre 1951 nel paese di San Fili. Il lavoro viene prima riletto con attenzione dall’Autore, il quale decide subito dopo di rappresentarlo in occasione del Carnevale 1952 a Rende. Paolino Giraldi si mette subito all’opera per trovare i dodici interpreti principali e gli altri quattro minori, che dovranno fare da corona con una piccola partecipazione. A guidarli ci sarà in qualità di regista il bravo ed appassionato Dante De Rose, mentre le musiche verranno composte dall’estroso e versatile Amleto Greco. A dirigere l’orchestra ritmica sarà, invece, il Maestro Vincenzo Perugini, qualificato artista e compositore musicale.
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Fig. 115 - Locandina della commedia
Mentre questo nutrito gruppo teatrale è già al lavoro, con gli attori che provano e riprovano la parte in attesa della rappresentazione, il Consiglio Comunale torna a riunirsi il 18 novembre. Sono solo sei i Consiglieri presenti, come è ormai consuetudine da qualche mese a questa parte, per cui la riunione non è valida e viene rimandata al 25 novembre. Stavolta ad essere presenti sono in sette: Il Sindaco Settino Francesco, gli Assessori De Luca Pasquale, Caira Gaspare, Principe Francesco, De Luca Salvatore, Aiello Raffaele, ed il Consigliere Sorrenti Giuseppe. La discussione si focalizza sull’acquisto del fabbricato di proprietà degli Eredi Vitari per essere destinato a palazzo municipale. Viene deciso, di comune accordo, di autorizzare il Sindaco Settino e gli Assessori Principe e De Luca Salvatore a trattare il prezzo di cessione del fabbricato e le sue modalità di pagamento. Subito dopo si passa alla sdemanializzazione del fondo Comunale “S. Croce”, pervenuto al Comune di Rende dalle soppresse Corporazioni religiose. Vista l’inutilità del fondo si decide di
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metterlo in vendita in modo da investire il ricavato in opere più redditizie, tra le quali si trova proprio l’acquisto del fabbricato da destinare a palazzo municipale, discusso poco prima. E dopo aver ratificato gli aumenti di diritti e tasse decisi dalla Giunta Municipale, il Consiglio decide di, “…su proposta del Consigliere Sorrenti, all’unanimità, – si legge nella Delib. di C.C. n°93 del 25.11.1951 – stabilire di fare voti alla Cassa del Mezzogiorno perché voglia prendere a cuore le giuste aspirazioni della cittadinanza di Rende, relativamente alla costruzione della strada S. Fili-Rende-Marano Marchesato, compresa al n. 35 dell’elenco delle strade da eseguire a spese dello Stato, compilato dal Provveditorato di Catanzaro”. La seduta del Consiglio si chiude e, dopo due giorni, a riunirsi questa volta è la Giunta, che dopo aver esaminato gli atti del concorso per Applicato contabile del Comune, dai quali risulta classificato al primo posto con il punteggio di 32,10/100 il Sig. Ziccarelli Eugenio, che viene nominato vincitore e assunto con decorrenza dal 1° dicembre c.a. e con lo stipendio annuo di £. 148.500. Nel mese di dicembre, il giorno 12, la Giunta Municipale, composta dal Sindaco Settino Francesco e dagli Assessori De Luca Pasquale, Rag. De Luca Salvatore, Dott. Principe Francesco e Aiello Raffaele, sbriga l’ordinaria amministrazione liquidando alcune spese e compensi, acquistando brecciame, per la somma di £. 152.000, da destinare per la sistemazione della via di Arcavacata, e stampati per gli uffici comunali, aumentando il fitto del locale adibito a macello pubblico da £. 31.200 a £. 40.000, da pagare alla Signora Principe Angelina, e decidendo di ripristinare il servizio di effetti postali sul tratto Rende-Scalo Rende confermandone l’incarico al Sig. Castiglione Cesare per la somma di £. 120.000 annue.
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Fig. 116 - Il Servizio Postale curato da Cesare Castiglione detto “Ninnuzzu”
L’ultima riunione della Giunta Municipale si svolge nell’ultimo giorno dell’anno, il 31 dicembre 1951. Sotto la presidenza del Sindaco Settino Francesco e con la partecipazione degli Assessori Dott. Principe Francesco e De Luca Pasquale, viene prorogato al 31.12.1952 il contratto di appalto delle imposte di consumo alla Società Trezza, contratto ormai scaduto e che era valevole dal 1° ottobre 1946 fino al 30 novembre 1951, ed integrata la cauzione esattoriale per il periodo 1943-1952 versata dall’Esattore Sig. Loizzo, elevandola, come da nota prefettizia, da £. 722.700 a £. 1.657.401. Viene, poi, confermata la Signora Bartucci Adelina fu Luigi, vedova Puntillo, nell’incarico di spazzino provvisorio, e viene concesso l’aumento dell’indennità caroviveri ed il 2° aumento quadriennale del salario all’operaio disinfestore Scinta Valentino. Infine, si autorizza il personale di Segreteria a prestare lavoro straordinario per la ricompilazione delle liste elettorali generali e
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sezionali. Lavoro quest’ultimo che necessita in vista delle elezioni amministrative che si svolgeranno nel prossimo anno. L’anno 1952 si apre con un contenzioso aperto dal Comune di Rende contro il Geometra Chiappetta Giuseppe, per danni arrecati all’ente dalla mancata redazione di un progetto relativo all’istituzione di un Cantiere scuola. Subito dopo l’Epifania, il 7 gennaio, la Giunta Municipale, guidata dal Sindaco Settino Francesco e composta dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, si riunisce e al primo punto pone all’attenzione dei presenti la disputa aperta con il tecnico. Il fatto. A seguito di una proposta dell’Ufficio Provinciale del Lavoro e della Prefettura, si stabiliva la istituzione in Rende di un Cantiere-scuola per la sistemazione di alcune strade esterne per un ammontare di circa 12 milioni di lire a carico del Ministero del Lavoro. Per dar corso a questa proposta si dette incarico, con delibera di G.M. n°40 del 23.9.1950, al Geometra Chiappetta Giuseppe di Rosario che, con la collaborazione dei geometri locali Lio Raffaele, Lenti Michele, Scola Rosario e Chiappetta Raffaele, avrebbe dovuto redigere il progetto, stabilendo come compenso complessivo la somma di £. 250.000. Successivamente, però, mentre si interessavano personalità politiche per sollecitare la pratica, il progetto veniva ritirato dall’Ufficio del Genio Civile dal Chiappetta con la scusa di apportarvi alcune correzioni. Invitato varie volte a ripresentarlo e farlo approvare, alla fine Chiappetta affermò che ciò era stato fatto, ovvero il progetto era stato presentato, regolarmente approvato dal Genio Civile e trasmesso al Ministero del Lavoro, cosa quest’ultima che veniva confermata anche con una nota n°19613 del 18.6.1951 da parte del Genio Civile di Cosenza. Alla fine, però, l’Amministrazione Comunale scopre, invece, che il progetto non è più stato ripresentato al Genio Civile, né approvato, né trasmesso al Ministero del Lavoro, e che in seguito a ciò il Comune di Rende ha perduto l’occasione di ricevere i fondi, ammontanti a £. 12.000.000, per istituire il Cantiere-scuola. In seguito a questo fatto la Giunta delibera, quindi, di revocare
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l’incarico al Geometra Chiappetta Giuseppe per la redazione del progetto e di revocare, altresì, la liquidazione di pagamento, e di esperire contro di lui un’azione giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni, dando incarico all’Avv. Corsonello da Cosenza di difendere gli interessi del Comune. Nella stessa seduta, la Giunta delibera l’erogazione della somma di £. 50.000 all’Ing. Morrone Pietro da Cosenza, quale anticipo sulle spese per la redazione del progetto per un impianto di energia elettrica per la pubblica illuminazione nelle frazioni di Arcavacata e Nogiano, e la liquidazione della somma di £. 10.000, quale rimborso spese per viaggio a Roma, al Sig. Loizzo Umberto, impiegato presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro, che era stato incaricato nel mese di novembre dall’Amministrazione Comunale di Rende di recarsi nella capitale per sollecitare al competente Ministero l’approvazione del progetto relativo all’istituzione di un Cantiere di lavoro per la sistemazione di alcune strade interne. Conclusa questa prima riunione del 1952, la Giunta aspetta solo una settimana per tornare a riunirsi. Il 14 gennaio, con la stessa composizione, la Giunta Municipale liquida la somma di £. 60.000 al Sig. Castiglione Cesare, quale sussidio per il servizio di procaccia postale Rende-scalo Rende, per il periodo dall’1.8.1951 al 31.12.1951, concede al locale Convento dei Frati Minori un contributo di £. 8.000 per la festa votiva della SS. Immacolata, che avrà luogo il 12 febbraio prossimo, corrisponde un acconto di £. 25.000 sulla somma del sussidio di £. 100.000 precedentemente concesso alla Banda Musicale, e liquida un acconto di £. 40.000 all’Ing. Verre Samuele, incaricato per la redazione del progetto per l’acquedotto nella contrada Surdo. La Giunta, inoltre, delibera di concedere alla Signora Bartucci Concetta fu Michele un fontanino, per esclusivo uso familiare e domestico, della portata non superiore a 3/8 di pollice, stabilendo che l’intervento dovrà essere realizzato a cura e spese della richiedente sotto il controllo del tecnico comunale, e che la presa di attacco alla tubolatura dell’acquedotto dovrà essere fatto nel punto dove la stessa attraversa Via Riticello.
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Passa un’altra settimana e la Giunta, sotto la guida del Sindaco Settino Francesco e con la partecipazione degli Assessori Dott. Principe Francesco e De Luca Pasquale, il 21 gennaio si riunisce e disbriga le varie incombenze presenti all’ordine del giorno. Viene deliberata la variazione semestrale alla tariffa sulle imposte di consumo, dall’1.1.1952 al 30.6.1952, la concessione del 5° aumento quadriennale dello stipendio all’Applicato Lo Celso Angelo e all’Ostetrica Sardegna Adele, la liquidazione delle spese a calcolo e degli interessi sulle anticipazioni di cassa eseguite dal Tesoriere del Comune, Sig. Loizzo Dario, dall’1.9.1951 al 30.11.1951, ammontante a £. 55.380. Infine, vista la propria precedente delibera n°1 del 7.1.1952, con la quale si revocava al Geom. Chiappetta l’incarico per la redazione di un progetto per l’istituzione a Rende di un cantiere di lavoro per la sistemazione di strade per l’importo presunto di £. 12.000.000, e riconosciuta la necessità di sostituirlo con altro tecnico, la Giunta delibera di affidare l’incarico di progettazione al Geom. Volpi Francesco da Cosenza, determinando in £. 200.000 complessive il suo compenso. Nei giorni a venire la Giunta Municipale si riunisce quasi settimanalmente ed affronta le varie questioni poste sul tappeto. Il 5 febbraio concede l’aumento dell’indennità carovita all’Applicato contabile Ziccarelli Eugenio e alla Bidella delle scuole elementari De Stefano Violanda, e liquida gli aggi, £. 31.858, al Tesoriere sulle rendite patrimoniali 1951. Il 20 dello stesso mese concede un fontanino per uso familiare ai Signori Aiello Raffaele, Zupi Eugenio, Zupi Carmine e Vite Domenico, rispettivamente abitanti a Contrada S. Pietro, Petroni e Rione Chiata. Un altro fontanino, sempre per uso familiare, viene concesso al Sig. Orrico Giacomo, abitante in Contrada Ortile, mediante un attacco da effettuare alla tubatura dell’acquedotto in Via Vergiglio, davanti alla porta del fabbricato del fu Morrone Pietro. Poi vengono liquidati i compensi al personale comunale per il lavoro straordinario prestato per la ricompilazione delle liste elettorali, e viene approvata un’appendice alla convenzione stipulata con l’Amministrazione ferroviaria per la
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concessione di un fontanino allo scalo di Rende. Con quest’atto, in pratica, il Compartimento ferroviario di Reggio Calabria ottiene che il canone di affitto per il fontanino di sua proprietà, situato nei pressi dello scalo ferroviario di Rende, venga elevato da £. 2.000 a £. 8.000 annue. Sicuramente il bisogno di acqua è molto avvertito nella zona e tutti gli abitanti del circondario si possono avvantaggiare molto dalla comodità di avere una fontana pubblica nelle immediate vicinanze; ma va pure detto che già nel 1949 il canone di affitto era passato da £. 200 a £. 2.000 all’anno. E ora dopo soli due anni si quadruplica ancora, passando da £. 2.000 a £. 8.000. A Rende, in questo periodo, c’era una fiorente piantagione di gelso, che si trovava in particolare nelle contrade di Quattromiglia, Lecco, Rocchi e S. Stefano. Il gelso era per lo più di colore bianco, ma anche quello nero era presente. Quasi tutta la raccolta delle foglie veniva venduta a commercianti provenienti da altre province o da fuori regione. Una parte prevalente veniva usata nel mondo contadino, un’altra, più piccola, nel centro storico e nella contrada Nogiano, per l’allevamento del baco da seta. La lavorazione della seta in altre località arrivò a diventare un’attività industriale, mentre qui da noi, a Rende, fu solamente un lavoro artigianale e domestico. Nei casolari di campagna, sotto il porticato, nelle stalle e a cielo aperto, le donne filavano o tessevano lana, canapa e seta.
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Fig. 117 - Antiche matasse di seta rendese risalenti al dopoguerra
E la seta che veniva prodotta, anche se in ridotta quantità, era sicuramente pregiata e ricercata. Per arrivare al prodotto finito, però, ci si doveva sobbarcare un lungo e pesante lavoro, allevando con perizia e molta attenzione il baco che alla fine avrebbe prodotto la tanto attesa seta. Secondo la tradizione rendese, le uova del baco da seta (“Siricu”) si mettevano a covare il 2 aprile, giorno dedicato a S. Francesco di Paola, o il Venerdì Santo. Le uova vengono tenute al caldo avvolte nelle coperte. Dopo 10-12 giorni si schiudono facendo nascere i piccoli bachi, i quali poi vengono posti dentro alcune ceste, basse e larghe (“Tafareddri”). Inizialmente il loro cibo consiste in tenere foglie di gelso tagliuzzate. I bruchi, voracissimi, mangiano e crescono rapidamente subendo ben quattro mute. Nel periodo in cui compie la muta al baco nasce una bolla sul muso e per due
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giorni non mangia. Le quattro mute che dovrà affrontare si chiamano: uovo, larva, crisalide e farfalla. Nel nostro dialetto e seconda tradizione, vengono invece chiamate: la prima, all’alba, a cruci, a munnu. Dopo aver eseguito le quattro mute, il baco, si dice sempre secondo la tradizione, va ai giorni. In questi giorni il bruco mangia di meno fino a quando il suo apparato digerente resta pulito. Poi si arrampica sul “cucuddru” (o “conoccia”, come dicevano a Nogiano), che è un insieme di rami di ulice o ginestra sistemati a forma di capanna. Qui il verme comincia a secernere una specie di bava che stende tutta attorno a sé formando, così, il bozzolo della seta. Il filo di seta che un solo baco produce può arrivare ad una lunghezza che va dai 900 ai 1.500 metri. Dopo che il bozzolo è completo il bruco si trasforma in crisalide. I bozzoli vengono raccolti e a loro viene tolta la parte esterna (“la manna”) e, quindi, vengono posti in acqua caldissima. In questo modo vengono ammollati e si potrà così estrarre il capofilo della seta. Il filo dei bozzoli verrà poi avvolto sugli aspi ottenendo matasse di seta greggia. Un processo lungo e faticoso, quello dell’allevamento del baco da seta, che solo alla fine con la vendita del pregiato filato riusciva a produrre un piccolo reddito, molto importante, però, per il magro bilancio familiare. Il 27 febbraio la Giunta, sotto la guida del Sindaco Settino Francesco e composta dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale e Aiello Raffaele, provvede alla revisione del registro della popolazione in base ai risultati dell’ultimo censimento, secondo le istruzioni impartite dall’Istituto Centrale di Statistica, e delibera di assumere nuovo personale, per la durata di due mesi, in modo da poter sbrigare detto lavoro. Le persone individuate allo scopo sono “…i Signori Bartucci Francesco di Francesco, di anni 26, in possesso della licenza liceale, - si legge nella Delib. di G.M. n°24 del 27.2.1952 Tenuta Dino di Michele, di anni 20, in possesso della licenza di perito industriale, Monaco Pasquale fu Francesco di anni 31, in possesso della licenza elementare, Magliocchi Assunta fu
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Francesco, di anni 41, in possesso della licenza elementare, tutti da Rende. Con la retribuzione mensile netta di £. 20.000 - 20.000 18.000 e 15.000 rispettivamente…”. Poi vengono liquidate le spese a calcolo e la spesa per la fornitura del materiale che la Prefettura fornirà al Comune di Rende (manifesti, schede votazioni, ecc.) in occasione delle prossime elezioni, ammontante a £. 135.000. Infine, viene letta la domanda presentata da Suor Lamperti Zita, Superiora dell’Asilo infantile di Rende, con la quale fa presente che il contributo annuale di £. 48.000 corrisposto dal Comune è oggi assolutamente inadeguato a sostenere i bisogni dell’Asilo, per cui rivolge vive preghiere all’Amministrazione affinchè voglia deliberare un congruo aumento del sussidio. E la Giunta accoglie l’istanza ed eleva da £. 48.000 a £. 60.000 il contributo da corrispondere annualmente al locale Asilo infantile. Si arriva così al mese di marzo, esattamente al giorno 3, quando la Giunta ritorna a riunirsi sotto la guida del Sindaco Settino Francesco e composta dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale e Aiello Raffaele. Il primo punto riguarda la convocazione del Consiglio Comunale, che viene fissata per le ore 10 del 9 marzo. Subito dopo vengono liquidate le spese a calcolo, il compenso al personale di Segreteria per il lavoro straordinario prestato per la ricompilazione delle liste elettorali, che viene pure autorizzato a compiere nei mesi di marzo, aprile e maggio altro straordinario occorrente per i lavori elettorali. A seguire viene deciso di applicare anche per l’anno 1952 il diritto fisso del 5% sui fichi secchi e sull’olio di oliva, in conseguenza dello stato di grave passività nel quale si trova il bilancio comunale. Ed è proprio con il bilancio che si chiude la seduta. Il documento contabile, il cui ammontare per l’anno 1952 è, sia in entrata che in uscita, di £. 23.439.612, viene presentato per essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale. Il nove marzo 1952, infatti, il Consiglio dovrebbe riunirsi, ma alla seduta non è presente nessuno. L’incontro viene, così, rinviato al 16
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marzo. Quel giorno sono presenti: Settino Francesco, Sindaco, Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, Caira Gaspare, Sorrenti Giuseppe, Aiello Raffaele. In pratica a formare il Consiglio di oggi è la Giunta, a cui si aggiunge il solo Consigliere Sorrenti. Una situazione di quasi sovrapposizione tra Giunta e Consiglio, che avrebbe dovuto sollecitare sicuramente l’intervento di qualche autorità superiore ma che, invece, anche per la confusione ed i tanti problemi esistenti nel tempo, passò inosservata. In ogni caso il Consiglio affronta il nodo del bilancio. Per assicurare il suo pareggio, vengono previsti forti aumenti alle tasse. “Il Consiglio, - si legge nella Delib. di C.C. n°1 del 16.3.1952 - udita la proposta, esaminato articolo per articolo il bilancio di previsione 1952, predisposto dalla Giunta Municipale in data 4 corrente mese…che per assicurare il pareggio del bilancio, non diversamente conseguibile, e nello stesso tempo fare fronte alle spese di carattere straordinario come quella per le prossime elezioni Amministrative, concessione eventuali miglioramenti economici al personale ecc., si rende assolutamente necessario ed indispensabile l’applicazione delle seguenti supercontribuzioni proposte dalla G.M.: a) 900% sul terzo limite della sovrimposta Comunale sui terreni; b) 300% all’addizionale sui redditi agrari; c) 100% alle imposte e tasse non afferenti a servizi pubblici, esclusa l’imposta di famiglia e l’imposta sulle industrie; d) 50% della tariffa massima delle imposte di Consumo…Delibera di approvare, come approva, il bilancio di previsione per l’esercizio 1952, comprendente n°30 articoli di entrata e n°122 articoli di spesa, per un ammontare, sia in attivo che in passivo, di £. 23.439.612…”. Un bilancio di lacrime e sangue, che aggrava le già precarie condizioni economiche dei cittadini rendesi afflitti da tanti altri problemi. Il Consiglio passa subito dopo al punto seguente dell’ordine del giorno, che riguarda l’acquisto del fabbricato Vitari. Si decide di delegare la Giunta Municipale “…a deliberare su tutto quanto
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occorre - Delib. di C.C. n°2 del 16.3.1952 - per la sollecita definizione della pratica di acquisto del fabbricato degli eredi Vitari, sito in Via R. De Bartolo di questo Centro abitato, da destinare a sede municipale”. Viene poi approvata la tariffa imposta sul bestiame per l’anno 1952, nella quale è previsto un aumento del 2%, e viene altresì approvata la tariffa imposta di famiglia per lo stesso anno, con le varie aliquote da applicare a seconda il diverso reddito imponibile. Per finire, vengono ratificate tutte le delibere approvate dalla Giunta Municipale nei precedenti mesi. Stranamente, nello stesso giorno in cui si svolge la seduta del Consiglio, la Giunta decide di riunirsi. Succede così che la mattina sette persone si incontrano per decidere come rappresentanti del Consiglio Comunale, mentre nel pomeriggio cinque delle stesse persone si incontrano per decidere quali rappresentanti della Giunta Municipale. Ma tant’è. L’esecutivo, guidato dal Sindaco Settino Francesco e composto dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, Aiello Raffaele, per prima cosa approva il ruolo suppletivo dell’imposta di famiglia per l’anno 1951, comprendente n°173 partite, per un ammontare complessivo di £. 896.638, poi delibera di approvare il ruolo suppletivo per il recupero della differenza del 30% sulla supercontribuzione dell’imposta sul bestiame e sui cani non ancora riscossa, ammontante complessivamente a £. 526.621. E ancora, approva il ruolo suppletivo per il recupero della differenza dovuta del 30% per la supercontribuzione alle imposte di patente, vetture, licenze e macchine per caffè espresso per l’anno 1951, ammontante a £. 26.632. Ed, infine, approva il ruolo suppletivo dell’imposta sulle industrie per gli anni 1948 e 1950, che ammontano rispettivamente a £. 39.000 e £. 45.000. E si continua così. Dopo una settimana, la Giunta, guidata dal Sindaco Settino Francesco e composta dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale,
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Aiello Raffaele, torna a riunirsi. Successivamente aver liquidato le spese a calcolo ed erogato un sussidio di £. 48.000 all’Asilo infantile di Rende per l’anno 1951, la Giunta assegna l’incarico, dietro il compenso di £. 20.000, all’Ing. Verre Samuele fu Francesco da Rende, di accertare la consistenza e le condizioni di stabilità e di manutenzione del fabbricato degli eredi Vitari, sito in Via Raffaele De Bartolo, e di stimarne il valore, facendo risultare il tutto da una regolare perizia giurata. A seguire c’è la promozione a Capitano della Guardia Municipale Principe Florindo. “Letta la commissariale n°71 del 30.9.1944, approvata dalla superiore Prefettura in data 19.10.1944 n°19728 – si legge nella Delib. di G.M. n°41 del 23.3.1952 – con la quale venne affidato al Sig. Principe Florindo, agente municipale di ruolo, l’incarico di capo delle guardie municipali di questo Comune col grado di tenente e stabilita a favore dello stesso l’indennità di carica di £. 150 mensili, elevata a £. 300, in sede di revisione dell’organico comunale, avvenuta nel 1948; Riconosciuta la opportunità, anche e soprattutto in riconoscimento del lodevole servizio sempre prestato dal Principe, di promuovere lo stesso al grado di Capitano delle locali guardie municipali, e di aumentargli l’indennità di carica da £. 300 a £. 800 mensili. Veduta la legge Comunale e Provinciale, con voti unanimi e coi poteri del Consiglio, Delibera, 1) di promuovere con decorrenza 1 Aprile c.a., al grado di Capitano l’attuale tenente delle guardie municipali di questo Comune Sig. Principe Florindo; 2) di aumentare a decorrere dal 1 Aprile corrente anno da £. 300 a £. 800 mensili l’indennità di carica da corrispondere al predetto Sig. Principe, per le funzioni di Comandante delle locali guardie municipali restando in tali sensi modificato l’allegato D. al regolamento organico per dipendenti da questo Comune, per la parte, s’intende, che riguarda detta indennità”. Per ultimo si affronta il punto più importante della seduta, ovvero la possibilità di portare l’acqua nella frazione di Surdo. Un problema questo che si trascina ormai da anni e che, a causa di
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difficoltà diverse, non si è riusciti mai a risolvere. Oggi, invece, la Giunta, esaminate tutte le carte, decide che è venuto il momento di accogliere positivamente le richieste provenienti dai cittadini abitanti in quella zona. “Il Sindaco – si legge nella Delib. di G.M. n°42 del 23.2.1952 – riferisce che, da più anni, l’Amministrazione Comunale di Rende compenetrata dalle condizioni di disagio, soprattutto d’ordine igienico-sanitarie, in cui vive la popolazione della frazione Surdo e limitrofe, appunto per la mancanza in loco di acqua potabile, si è preoccupata di risolvere tale grave problema, con la costruzione in quella località di un fontanino, mediante derivazione della tubolatura del civico acquedotto, ma la pratica relativa, per un complesso di ragioni specialmente di ordine economico, non ha potuto avere fino ad oggi pratica attuazione. Sin dal gennaio 1949, l’Ing. Verre (Samuele, n.d.A.), al quale ne venne affidato regolare incarico, ebbe a consegnare al Comune il progetto per la costruzione dell’acquedotto della frazione Surdo per un ammontare di spesa di £. 5.560.000. Tale prog etto, approvato dall’Amministrazione Comunale e vistato dal Genio Civile di Cosenza, non potè essere posto in esecuzione, in quanto, nonostante le ripetute ed insistenti richieste inoltrate al Ministero dei LL. PP. dirette ad ottenere il contributo previsto dalla legge 5 agosto 1949 n.589, non è stato possibile fino ad ora avere in proposito l’invocato provvedimento. D’altra parte, questa Amministrazione deve riconoscere che la spesa prevista nel progetto Verre è assolutamente onerosa ed insostenibile per il Comune, anche in considerazione che alla esecuzione dell’opera di che trattasi può farsi luogo con una spesa di gran lunga inferiore. A quest’ultimo scopo è stato giorni fa affidato l’incarico al geometra Saullo Giuseppe da Cosenza, di redigere un nuovo progetto, onde contenere la spesa nei limiti della massima economia. Il predetto geometra, assolvendo l’incarico affidatogli ha presentato il progetto per la costruzione di un fontanino nella contrada Surdo, prevedendone la spesa di £. 4.516.000. Intanto, il Signor Sicilia
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Salvatore, possidente da Rende in proposito sollecitato dal Comune, si è offerto di eseguire tutti i lavori per la costruzione del fontanino di che trattasi, ed a fornire tutto il materiale occorrente (tubi, raccordi, manicotti, ecc.) per l’importo complessivo di £. 2.600.000 ed alle seguenti altre inderogabili condizioni: a) che la somma stabilita di £. 2.600.000 gli venga corrisposta dal Comune in quattro annualità, di cui la prima di £. 1.000.000 scadente il 31 dicembre 1952, la seconda di £. 600.000 scadente il 31 dicembre 1953, la terza di £. 500.000 scadente il 31 dicembre 1954, la quarta di £. 500.000 scadente il 31 dicembre 1955; b) che sulla somma di cui sopra gli siano corrisposti gli interessi a scalare dell’8% fino al totale soddisfo del suo credito; c) che il pagamento delle rate annuali sia garentito mediante rilascio di delegazione sulle imposte di consumo. Non vi è dubbio, continua il Sindaco, che le condizioni proposte ed offerte dal Signor Sicilia siano da accettare senz’altro, date che esse, assolutamente vantaggiose, offrono al Comune la possibilità di risolvere l’importante problema con una spesa evidentemente modica e comunque inferiore a quella prevista…”. Vagliato il nuovo progetto, eseguito dal Geom. Saullo Giuseppe da Cosenza, e le condizioni per la realizzazione pratica dell’opera, ovvero sia la fornitura di tutto il materiale occorrente che l’esecuzione dei lavori necessari, offerti dal Signor Sicilia Salvatore, la Giunta decide di approvarli entrambi, precisando che la derivazione della tubolatura per la costruzione del fontanino a Surdo sarà fatta con attacco al Civico acquedotto nella Via Ritiro, riservandosi nel contempo la facoltà di chiedere a tutti coloro che vorranno innestare lungo il percorso fontanini ad uso familiare, un indennizzo a titolo di contributo nella spesa. Un’opera certamente utile ed importante per tanti abitanti della frazione Surdo e zone limitrofe, che in questo periodo precedente le elezioni amministrative acquista un valore propagandistico enorme e da la possibilità al gruppo che si propone di diventare la nuova maggioranza eletta di poter rivendicare a sé la realizzazione
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di un qualcosa di veramente utile e necessario per la popolazione rendese. E l’attività, ormai frenetica, della Giunta non conosce sosta. Dopo appena una settimana, si riunisce ancora, sotto la guida del Sindaco Settino Francesco e con la partecipazione degli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale e Aiello Raffaele, per decidere “…1) di acquistare – si legge nella Delib. di G.M. n°43 del 30.3.1952 – dagli eredi del Grande Uff. Ernesto Vitari il fabbricato di proprietà degli stessi, sito in via R. De Bartolo di questo Centro abitato, composto di 18 vani con due ingressi, oltre accessori e soffitti, confinanti con via R. De Bartolo, via Vercillo, via Ghibellini e fabbricato di proprietà Morcavallo per il prezzo di lire tre milioni (3.000.000), fabbricato da destinare a sede degli Uffici Comunali. 2) di provvedere al pagamento della spesa di che trattasi con il ricavato di mutuo di uguale somma da contrarre con la Cassa di Risparmio di Calabria, di cui è oggetto la delibera di pari data”. Ed, infatti, a seguire si delibera proprio l’assunzione di un mutuo di tre milioni di lire con la Cassa di Risparmio di Calabria. Continuando nei suoi lavori, la Giunta Municipale approva anche il progetto redatto dal Geometra Volpi Francesco da Cosenza, relativo alla istituzione in Rende di un cantiere di lavoro per la sistemazione e riparazione delle strade comunali S. Ianni e Arcavacata, per un ammontare di £. 6.643.000. Un sollievo per la popolazione rendese, che deve combattere ancora con una forte disoccupazione che attraverso i lavori odierni si potrà lenire almeno in parte. E per finire l’esecutivo approva il ruolo principale dell’imposta sul bestiame e cani per l’anno 1952, ammontante alla somma complessiva di £. 4.105.682. Nel frattempo i giochi politici delle prossime comunali, per la scelta dei candidati a Sindaco negli avversi schieramenti, entrano nella fase più attiva. E se nel campo del centrosinistra ormai tutto è pronto ed il leader riconosciuto è senza alcun dubbio il Consigliere socialista Dott. Francesco Principe, nel campo avverso, quello del
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centrodestra, invece, è ancora tutto in alto mare. Si lavora, infatti, per la sostituzione dell’ex sindaco Dott. Gaspare Rovella con un’altra persona altrettanto qualificata, che dovrà racchiudere in sé quegli ideali politici che possano ben rappresentare il popolo di Rende, il quale, nonostante gli ultimi avvenimenti verificatisi in seno al Consiglio Comunale ed alla Giunta Municipale, resta saldamente ancorato ai valori della fede cristiana e della moderazione espressi dal centro, ma anche, in parte, a quelli del conservatorismo della tradizione, della storia e di un forte patriottismo, temi propri della destra. Non è un caso, infatti, che la Democrazia Cristiana resti ancora oggi, nel 1952, il primo partito a Rende. Ed ecco che dopo diversi tentativi la ricerca del candidato ideale va a buon fine. Riesce il colpo di convincere una figura di spicco della città a candidarsi a Sindaco di Rende. Il nome è di quelli tonanti: si tratta del possidente Umberto Giorcelli. Vediamo ora di conoscere qualche notizia in più riguardante la vita di questo popolarissimo e rispettato signore.
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Giorcelli Umberto Delfino, figlio di Pietro e di Navone Anna, nasce a Torino il 25 luglio 1898. Durante la sua gioventù studia con passione e consegue la maturità classica. Poi si trasferisce per lavoro a Milano e da lì, nel 1940, a Rende. Conosce Irma Doninelli, che diventerà presto la sua compagna, con la quale dividerà tutta la sua vita. La loro abitazione si trova al numero 20 di via Todaro.
Fig. 118 – Achille Lauro e Umberto Giorcelli insieme ai parenti
Possidente agricolo, e per questo chiamato rispettosamente Barone, Giorcelli mette su una grande azienda, che produce s o p r a t t u t t o g r a n o, pomodori, ortaggi, ed un notevole allevamento di bovini con la produzione di
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enda Giorcelli
latte, che poi fornisce all’Ospedale Civile ed alle cliniche private di Cosenza. Crea anche un’azienda manifatturiera del tabacco, che da lavoro a numerose persone. Il suo grande impegno lavorativo gli verrà riconosciuto negli anni a venire, quando gli sarà concesso il titolo di Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto rilasciato dal Presidente della Repubblica Italiana. La candidatura di una figura così importante è sicuramente un fatto molto positivo, che riesce a suscitare un grande entusiasmo nelle fila della D.C. rendese. Se prima c’era la paura che qualcosa potesse andare storto, ora, con questa figura di grande rilievo, tutti pensano di avere già la vittoria in tasca. Anche se qualcuno, che sta con i piedi per terra, preferisce contare i voti dopo che saranno usciti e non prima, e per questo lavora alla realizzazione di una coalizione che comprenda oltre che alla Democrazia Cristiana pure il Partito Nazionale Monarchico ed il Movimento Sociale Italiano. Così come d’altronde ha fatto lo schieramento avversario, che ha riunito sotto le sue insegne, socialisti, comunisti, anarchici ed indipendenti di sinistra. Il progetto prevede, dunque, tre partiti e tre liste uniti nel sostenere un unico candidato a Sindaco, il Barone Umberto Giorcelli. E per far questo le riunioni tra i diversi rappresentanti dei tre partiti si intensificano fino ad arrivare ad un accordo di massima, che per diventare definitivo ed ufficiale dovrà essere ratificato dagli organi dirigenziali della D.C. Una soluzione migliore non sembra esserci. Il candidato a Sindaco è molto rappresentativo del mondo del lavoro e dell’imprenditoria; la Democrazia Cristiana gode dell’appoggio della chiesa e dei ceti umili e medi; gli altri due partiti, quelli dei monarchici e dei missini, possono dare quel valore aggiunto che può garantire la vittoria. Quando tutto sembra essere messo bene a posto ecco, però, che viene fuori un grossissimo problema. Una parte della D.C. ritiene non opportuno presentarsi assieme a monarchici e missini. Sarebbe, dicono, come portare avanti anche le idee fasciste e monarchiche che loro rappresentano e che sono certamente lontane da quelle moderate predicate dalla Democrazia Cristiana. In ogni caso i dirigenti della D.C. credono
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che un eventuale apparentamento con queste liste sarebbe superfluo e causerebbe solo problemi al momento di governare. Fra queste persone che si oppongono c’è il Dott. Aristide Martino ma, soprattutto, il Parroco di Rende don Ciccio De Paola. “Io Rende ce l’ho nel pugno” afferma, quasi a voler significare che una sua parola può riuscire a indirizzare il voto dei rendesi verso la Democrazia Cristiana senza nessun problema. Un voto che così sarà chiaro e senza miscugli con altri ideali politici. Michele Cozza e Paolo Giraldi, insieme ai loro colleghi di partito, nelle riunioni che seguono insistono affinchè l’accordo si faccia e alla luce del sole. La risposta che ottengono, però, è che di altre liste non si deve parlare, tutto al più alcuni dei componenti più rappresentativi sia del M.S.I. che del P.N.M. potranno candidarsi come indipendenti all’interno della lista della Democrazia Cristiana. Una proposta inaccettabile per chi come loro credeva profondamente in quegli ideali. Sarebbe stato come nascondersi e non poter professare il proprio credo politico. Ecco, quindi, che dopo un’ultima riunione, nella quale Cozza e Giraldi fanno presente le loro giuste pretese, alle quali, sottolineano, non intendono rinunciare, e cioè di presentare proprie liste con candidati del proprio partito, l’accordo salta ed ognuno decide di andare per la propria strada. Alle prossime elezioni amministrative ci saranno, dunque, non due ma ben quattro liste: Democrazia Cristiana con il contrassegno “Scudo Crociato”, Partito Nazionale Monarchico con il contrassegno “Stella e Corona”, Movimento Sociale Italiano con il contrassegno “Fiamma”, Concentrazione Democratica Popolare (P.S.I.-P.C.I.Indipendenti) con il contrassegno “Tre Torri”. Il tempo passa e si arriva alla consegna dei certificati elettorali Ogni abitazione del territorio viene raggiunta dai solerti collaboratori dell’ufficio elettorale, i quali provvedono a consegnare agli aventi diritto il proprio certificato che consentirà loro di poter votare nelle sezioni dislocate in alcune frazioni di Rende. Maschi
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Femmine
Totale
Certificati consegnati ad elettori residenti nel Comune Certificati residenti fuori Comune Totale
2678 296 2973
3125 126 3249
Certificati inviati in altri Comuni e da questi restituiti per irreperibilità 5 Certificati inviati alle autorità consolari per la consegna ad elettori res. all’estero e restituiti per irreperibilità e non ritirati dagli elettori 179 Certificati non potuti consegnare: a) Per irreperibilità degli elettori 46 b) Per altre cause 33 Totale 3237 Numero dei duplicati di certificati elettorali rilasciati Numero degli elettori Iscritti nelle liste
5803 422 6222 4
9
71
250
32 2 3360
78 35 6597
32
38
3237
70
3360 6597
Subito dopo vengono presentate le liste. Sono quattro in totale, per complessivi 95 candidati al Consiglio Comunale.
Lista “Scudo Crociato” Candidati
Paternità
Età
Titolo di studio Professione
Giorcelli Umberto D.
Pietro
54
Matur. Class.
Imprenditore
Partito al quale appartiene Liberale
Rovella Michelangelo
Gaspare
74
Diploma
Vice Segr. Com.
Indipendente
Principato Luigi
Rodolfo
38
Diploma
Insegnante
Democr. Cristiano
Rivalta Antonio Orrico Giacomo
Vincenzo Antonio
73 55
Diploma II Elementare
Pensionato Colt. Diretto
Repubblicano Democr. Cristiano
294
Zagarese Marcello
Cesare
27
Diploma
Ragioniere
Democr. Cristiano
Principe Sante
Angelo
41
Lic. Elem.
Impiegato
Democr. Cristiano
Ruffolo Michele
Francesco
50
III Elementare
Coltiv. Agric.
Democr. Cristiano
Iorio Raffaele
Benedetto
48
Analfabeta
Coltiv. Agric.
Indipendente
Perri Antonio
Salvatore
37
Analfabeta
Coltiv. Agric.
Democr. Cristiano
Costabile Santo
Antonio
50
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Bartucci Francesco
Francesco
37
Lic. Elem.
Commerciante
Democr. Cristiano
Camera Francesco
Giuseppe
24
Laurea
Professore
Democr. Cristiano
Stellato Gaspare L.
Giovanni
42
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Scola Rosario
Michele
23
Diploma
Geometra
Democr. Cristiano
Costabile Francesco
Michele
43
Lic. Elem.
Impiegato
Democr. Cristiano
Rovella Ignazio
Amedeo
31
Abil. Magistr.
Impiegato
Democr. Cristiano
Pastore Francesco
Giovanni
28
Lic. Elem.
Impiegato
Democr. Cristiano
Costabile Giovanni
Salvatore
31
II Elementare
Negoziante
Democr. Cristiano
Chiappetta Salvatore
Giovanni
63
Lic. Elem.
Commerciante
Democr. Cristiano
Serpe Fedele
Bruno
43
II Elementare
Commerciante
Indipendente
Alfano Giuseppe
Carmine
39
II Elementare
Manovale
Indipendente
Stillo Antonio
Michele
42
III Elementare
Commerciante
Indipendente
Lista “Stella e Corona” Candidati
Paternità
Età
Titolo di studio
Professione
Giraldi Paolo
Costantino
31
Diploma
Insegnante
Partito al quale appartiene Monarchico
De Chiara Giuseppe
Antonio
47
Lic. Elem.
Artigiano
Monarchico
Adamo Francesco
Paolo
47
Lic. Elem.
Meccanico
Monarchico
Adamo Maria Bruno Antonio Chianelli Michele
Francesco Michele Pasquale
41 29 40
Lic. Elem. II Elementare III Elementare
Sarta Coltiv. Agric. Coltiv. Agric.
Indipendente Indipendente Indipendente
Coscarelli Enrico
Giuseppe
27
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Cuconato Guerino
Rosario
31
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Giardinazzo Giuseppe
Leo Luca
42
II Elementare
Manovale edile
Indipendente
Greco Adis
Francesco
38
Lic. Elem.
Falegname
M.S.I.
Greco Amleto
Francesco
34
Lic. Elem.
Barbiere
M.S.I.
Greco Francesco
Raffaele
43
Lic. Avv. Prof.
Carradore
Monarchico
Le Piane Eugenio
Michele
40
Lic. Elem.
Manovale
Indipendente
Le Piane Luigi
Antonio
41
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Mandarino Achille
Francesco
38
Lic. Elem.
Indipendente
Oreste
29
295 Lic. Elem.
Bidello
Marchiotti Francesco
Impiegato
Indipendente
Pastore Francesco
Antonio
49
Analfabeta
Pensionato
Indipendente
Perri Alfredo
Michele
28
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Perri Eugenio
Giovanni
28
II Elementare
Commerciante
Indipendente
Lista “Fiamma” Candidati
Paternità
Età
Titolo di studio Professione
Cozza Michele Caira Francesco Candreva Giuliano Capizzano Vittorio Cardamone Vincenzo Chiappetta Domenico De Rose Dante De Simone Arturo Loizzo Emilio Magarò Romolo Marchese Giovanni Mazzei Pasquale Miniaci Pasquale Nicoletti Armando Papasergio Salvatore Romano Rosario Santopaolo Giovanni Sergio Ernesto Stellato Gennaro E. Vercillo Beniamino Verre Oreste
Pietro Gaspare Pietrangelo Angelo Santo Raffaele Pasquale Alessandro Salvatore Agostino Pasquale Santo Pasquale Eugenio Agostino Michele Giuseppe Antonio Giovanni Oreste Gaetano
63 32 55 55 44 47 35 35 53 36 47 43 27 31 55 28 28 28 39 53 28
Diploma Diploma Diploma Dipl. Conserv. Lic. Elem. III Elementare II Ragioneria Diploma Lic. Elem. Lic. Elem. III Elementare II Elementare Diploma Diploma Lic. Media Diploma Lic. Media Mat. Ist. Prof. Lic. Elem. Mat. Classica Perito Industr.
Insegnante Insegnante Insegnante M° di Musica Commerciante Sarto Impiegato Insegnante Coltiv. Agric. Commerciante Manovale Coltiv. Agric. Imprenditore Insegnante Capostazione Insegnante Archivista Impiegato Coltiv. Agric. Possidente Cont. Coadiuv.
Partito al quale appartiene M.S.I. Indipendente M.S.I. M.S.I. Indipendente M.S.I. M.S.I. M.S.I. Indipendente M.S.I. Indipendente Indipendente Indipendente M.S.I. M.S.I. Indipendente M.S.I. Indipendente Indipendente M.S.I. M.S.I.
Lista “Tre Torri” Candidati
Paternità
Età
Titolo di studio Professione
Principe Francesco
Domenico
34
Laurea
Agronomo
Partito al quale appartiene Socialista
Aceto Luigi
Giuseppe
71
III Elementare
Commerciante
Indipendente
Caira Gaspare
Pietro
63
Lic. Elem.
Pensionato
Socialista
296
Chiappetta Giulio Chiappetta Salvatore
Domenico Antonio
57 22
Diploma III Elementare
Insegnante Coltiv. Agric.
Indipendente Indipendente
De Luca Pasquale
Salvatore
56
Lic. Elem.
Commerciante
Indipendente
Ferraro Serafino
Leopoldo
28
Diploma
Insegnante
Indipendente
Greco Francesco
Alessandro
50
Diploma
Insegnante
Socialista
Greco Salvatore R.
Costantino
49
Diploma
Geometra
Indipendente
Lenti Michele
Giuseppe
27
Diploma
Geometra
Indipendente
Morcavallo Alessandro Michelangelo
54
Diploma
Impiegato
Indipendente
Noto Giovanni
Luigi
39
Lic. Commerc.
Capostazione
Indipendente
Palmieri Giuseppe
Filippo
32
Lic. Media
Capostazione
Indipendente
Pastore Antonio
Domenico
49
Lic. Elem.
Muratore
Indipendente
Pastore Mariano
Florindo
33
Lic. Media
Portalettere
Socialista
Perrotta Antonio
Giuseppe
44
Lic. Elem.
Commerciante
Indipendente
Perugini Francesco
Vincenzo
40
Lic. Elem.
Falegn. eban.
Socialista
Principe Oreste
Salvatore
54
III Elementare
Possidente
Indipendente
Rovella Luigi
Agostino
55
Lic. Elem.
Calzolaio
Indipendente
Ruffolo Luigi
Raffaele
47
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Indipendente
Salituro Emilio
Giovanni
44
Lic. Elem.
Industriale
Indipendente
Sergio Biondo
Giuseppe
31
III Lic. Scient.
Commerciante
Socialista
Sergio Emilio
Raffaele
41
Lic. Elem.
Commerciante
Indipendente
Severino Ottavio
Sebastiano
34
Diploma
Insegnante
Socialista
Stellato Ferdinando
Salvatore
50
Lic. Elem.
Coltiv. Agric.
Socialista
Stellato Michele
Luigi
65
III Elem.
Inabile
Indipendente
Stellato Rosario
Giovanni
39
Lic. Elem.
Frantoiano
Indipendente
Superbo Enrico
Ruggiero
37
Lic. Elem.
Manovale
Indipendente
Vercillo Ottavio
Eugenio
29
Diploma
Insegnante
Socialista
Volpentesta Gaspare
Antonio
43
Diploma
Insegnante
Socialista
Scorrendo l’elenco di tutti i candidati delle quattro liste presentate, salta fuori una grande novità: per la prima volta a Rende tra i candidati al Consiglio Comunale c’è una donna. Dopo la conquista del voto avvenuta nel 1946, le donne cominciano a rivendicare i loro diritti ed a cimentarsi in prima persona anche in quei campi che per moltissimo tempo sono stati riservati ai soli uomini. La politica è senza dubbio uno di questi. E se al nord e al centro del
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Paese questa sfida per le donne, certamente non facile, è almeno possibile, al sud, invece, incontra molte più resistenze. La tradizione della vita familiare, che da sempre ha visto la donna dedicarsi quasi esclusivamente alla crescita dei figli ed alla cura della casa, lasciando all’uomo gli altri compiti e le relative scelte, crea non poche difficoltà ad una sua nuova presa di coscienza e di impegno sociale. Il tempo in ogni caso aiuta il cambiamento, ed aiuta molto anche il coraggio di chi vuole sfidare i vecchi pregiudizi. A Rende Adamo Maria, una giovane sarta di 41 anni, decide che è venuto il momento di poter dire la sua, di fare una battaglia per i diritti delle donne, di impegnarsi attivamente per fare in modo che anche le sue idee possano contare ed essere portate avanti. E sfidando tutti, unica donna, si presenta nella lista “Stella e Corona” del Partito Nazionale Monarchico per le elezioni amministrative del 1952. E’, sicuramente, a prescindere dal risultato finale che si avrà, una vittoria per lei e per tutte le altre donne di Rende e del circondario nella lotta per la conquista e l’affermazione dei loro pieni diritti. A sfidarsi per l’ambita carica di Sindaco della città di Rende sono, invece, il leader della sinistra socialista e comunista, Dott. Francesco Principe, e quello della Democrazia Cristiana, il possidente Umberto Delfino Giorcelli. Gli altri due partiti, il Movimento Sociale Italiano ed il Partito Monarchico, in pratica, sanno benissimo che i loro candidati non hanno alcuna speranza di vincere, ma altrettanto bene sanno di dover combattere una giusta battaglia per affermare gli ideali nei quali convintamente credono. E la campagna elettorale entra nel vivo già molto tempo prima del periodo dei comizi. All’inizio, quando si è dovuti andare di casa in casa per scegliere e convincere i vari candidati a presentarsi per il Consiglio Comunale; ora, insieme a questi, per girare l’intero territorio fino a raggiungere le case più sperdute e spiegare il programma che si intende portare avanti, seminando, spesso, anche un forte discredito nei confronti degli avversari. Nel frattempo la Giunta Municipale continua a riunirsi ed a prendere decisioni, anche importanti. Il 5 maggio, sotto la guida del
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Sindaco Settino Francesco e composta dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, Aiello Raffaele, la Giunta decide di contrarre un mutuo di £. 1.300.000 con la Cassa di Risparmio di Calabria per affrontare le spese delle elezioni amministrative. In pratica, vista la mancanza di fondi di cassa, per fare fronte alle spese per l’acquisto degli stampati e per il pagamento delle indennità ai componenti dei seggi delle nove sezioni elettorali, non rimane che ricorrere alla contrattazione di un mutuo di £. 1.300.000, di cui £. 1.080.000 per spese elettorali, in ragione di £. 120.000 per sezione, con la rimanenza che verrà destinata al pagamento degli interessi per l’anno in corso e per le spese notarili. Subito dopo la Giunta liquida le spese a calcolo, gli interessi al Tesoriere sulle anticipazioni di cassa, il lavoro straordinario al personale comunale per il servizio elettorale prestato nel mese di aprile, e, dopo aver erogato un secondo anticipo di £. 50.000 all’Ing. Morrone per la redazione del progetto di illuminazione elettrica nelle contrade di Arcavacata e Nogiano, delibera di concedere all’Ostetrica condotta di Rende, Signora Policicchio Ada, un mese di congedo straordinario a seguito del parto da lei avuto, in quanto il servizio di assistenza ostetrica verrà regolarmente assicurato dalla presenza in Rende dell’altra Ostetrica condotta Sardegna Adele. Chiusa la seduta, la Giunta si ritrova a deliberare di nuovo appena quattro giorni dopo. Il 9 maggio 1952, sotto la guida del Sindaco Settino Francesco e composta dagli Assessori Dott. Principe Francesco, Rag. De Luca Salvatore, De Luca Pasquale, Aiello Raffaele, la Giunta, a seguito del concorso regolarmente svoltosi, nomina il Sig. Chiappetta Elio di Rosario, classificatosi al 1° posto con punti 37,05/100, Scrivano del Comune di Rende con decorrenza 1° luglio 1952 e con lo stipendio annuo di £. 116.000 oltre le varie indennità. Subito dopo, in seguito all’istituzione di un ufficio distaccato di Stato Civile nella frazione di Quattromiglia, la Giunta delibera di assumere, in qualità di Messo-guardia
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provvisoria dell’ufficio stesso, il Sig. Tripodi Angelo di Carmelo, ex combattente ed invalido di guerra, a decorrere dal 1° giugno 1952 e con lo stipendio mensile di £. 9.000 comprensivo di ogni altra indennità. Poi, ancora, l’esecutivo delibera che a decorrere dal 1° gennaio 1952 venga concesso il nuovo trattamento economico all’Ufficiale Sanitario Dott. Principe Ernesto (Stipendio annuo £. 280.000, indennità di trasporto £. 70.000, indennità di presenza per ogni giorno di effettiva presenza £. 117), ai medici condotti (Stipendio annuo £. 225.000, indennità di trasporto £. 70.000, indennità di presenza per ogni giorno di effettiva presenza £. 94),
Fig. 120 – La Levatrice Adelina Sardegna
alle Ostetriche condotte, Sardegna Adele (Stipendio annuo £. 172.000, indennità di trasporto £. 60.000, premio effettivo di presenza £. 72) e Policicchio Ada (Stipendio annuo £. 115.000, indennità di trasporto £. 60.000, premio per ogni effettivo giorno di presenza £. 48), al Segretario Comunale Silvestro Vena (Stipendio annuo £. 361.000, indennità di funzione £. 64.800,
300
indennità caroviveri, quote complementari per la moglie e gli 8 figli a carico e maggiorazione £. 39.535 mensili, tredicesima mensilità £. 42.518, premio giornaliero di presenza £. 156). E per finire la Giunta delibera di concedere al Sig. Mirabelli Beniamino di Pasquale “…l’autorizzazione – si legge nella Delib. di G.M. n°66 del 9.5.1952 – a potere derivare nella propria abitazione, sita in via Pila-Cavi di questo Comune, un fontanino per esclusivo uso familiare e domestico, mediante attacco alla tubolatura del fontanino concesso al Sig. Aiello Raffaele abitante nella stessa via”. A questo punto la campagna elettorale entra veramente nel vivo. Gli incontri si susseguono in ogni zona della città. Anche le frazioni più piccole vengono raggiunte dai vari candidati e dai loro sostenitori. Comizi roboanti e promesse sempre più grandi contribuiscono a conquistare la fiducia di contadini, operai e semplici artigiani. E alle parole si aggiungono i manifesti, che riportano slogan e frasi che vantano il proprio schieramento o che mettono alla berlina quello degli avversari. Poi, finalmente, il 25 maggio 1952 si arriva al vo to. Le sez io n i elettorali allestite in vari Fig. 121 - Comizio di Francesco Principe punti del ter ritorio rendese sono nove. Prima, seconda e terza sono ospitate all’interno del castello municipale; la quarta presso l’ex rimessa Magdalone, ora di proprietà del Sig. Ugo Lo Celso; la quinta presso il Cinema S. Chiara di Pietro e Costantino Garofalo; la sesta nella frazione Cantiere, la settima nella frazione Campagnano (Popolarmente chiamata “Scansata”, n.d.A.), l’ottava presso la frazione Quattromiglia, la nona presso la frazione Arcavacata. Ad oggi sono
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in carica quale Sindaco di Rende il Sig. Settino Francesco, nella funzione di Segretario Comunale, il Cav. Vena Silvestro, quale Maresciallo dei carabinieri di Rende, il Sig. Amelio Antonio, e quale Prefetto della Provincia, S.E. G.Marfisa. Lo sfoglio avviene in ogni sezione sotto il controllo attento oltre che degli scrutatori e del Presidente anche dei rappresentanti di lista dei vari partiti, che vigilano sulla validità delle schede scrutinate e sull’assegnazione dei singoli voti di lista. A Rende si vota anche per le elezioni Provinciali. I votanti sono 5.412 pari all’81,9%, e le schede nulle sono 410 pari al 7,6%. I voti validi sono in totale 5002 e sono così suddivisi: Elezioni Provinciali Candidato Spina Francesco - P.S.D.I. Sez. 1
2
3
4
5
6
7
8
9
Totali
11
5
17
17
44
38
21
28
12
193
6 119
7 144
8 235
9 237
Totali 1601
Candidato Gaudio Domenico - D.C. Sez. 1 154
2 133
3 230
4 128
5 221
Candidato Spizzirri Cesare - M.S.I. Sez. 1
2
3
4
5
6
7
8
9
Totali
223
227
172
98
127
104
65
88
76
1180
Candidato Conforti Giovanni - P.S.I. Sez. 1
2
3
4
5
6
7
8
9
Totali
113
121
128
271
117
273
286
192
214
1715
Candidato Marigliano Giorgio - P.N.M. Sez. 1
2
3
4
5
6
7
8
9
Totali
15
17
30
23
21
53
52
73
29
313
302
Al di là del risultato elettorale ottenuto dai singoli, il dato che balza subito all’occhio attento dell’osservatore politico è che la Democrazia Cristiana non è più il primo partito a Rende. Il Partito Socialista nelle elezioni provinciali ottiene ben 104 voti in più, una vittoria che può preludere alla conquista del Municipio rendese. Con queste premesse si arriva finalmente allo scrutinio delle schede per le elezioni del nuovo Sindaco e della nuova maggioranza che si apprestano a governare Rende. I votanti sono pari all’81%, le schede nulle sono il 4,5% ed i voti effettivi espressi sono 5.165. Il responso, alla fine, assegna i seguenti voti: Elezioni Comunali “Scudo Crociato” Sez. 1
Sez. 2
Sez. 3
Sez. 4
Sez. 5
Sez. 6
Sez. 7
Sez. 8
Sez. 9
Totale
232
244
298
213
280
136
133
265
284
2.085
Totale
“Stella e Corona” Sez. 1
Sez. 2
Sez. 3
Sez. 4
Sez. 5
Sez. 6
Sez. 7
Sez. 8
Sez. 9
14
14
11
13
12
24
51
50
4
193
“Fiamma” Sez. 1
Sez. 2
Sez. 3
Sez. 4
Sez. 5
Sez. 6
Sez. 7
Sez. 8
Sez. 9
61
48
48
22
37
35
59
37
15
Totale 362
“Tre Torri” Sez. 1
Sez. 2
Sez. 3
Sez. 4
Sez. 5
Sez. 6
Sez. 7
Sez. 8
Sez. 9
Totale
220
213
250
296
211
413
355
271
296
2.525
E’ una clamorosa vittoria del centro sinistra e del candidato sindaco, il Dott. Francesco Principe, il quale all’affermazione del suo schieramento, che conquista il 48,9% dei voti, aggiunge uno
303
strepitoso risultato personale. Egli, infatti, ottiene nella competizione per la conquista del Municipio di Rende ben 1.457 preferenze contro le appena 465 conquistate dal suo avversario Umberto Giorcelli. I numeri parlano chiaro: Rende ha voluto cambiare e puntare al rinnovamento tramite un giovane preparato e che da loro fiducia. Al raggiungimento di un così ambito traguardo hanno contribuito, però, tanti fattori, primo fra i quali l’impegno continuo, rigoroso e tenace messo in campo da Principe. Allo stesso tempo, nel favorire questo cambiamento, una grossa mano, forse involontariamente, l’ha data chi non ha voluto l’intesa con gli altri due partiti minori, il M.S.I. ed il P.N.M. Una vittoria, dunque, ampiamente meritata per la battaglia messa in campo dal centrosinistra e, soprattutto, dal suo leader, il Dott. Francesco Principe, ma anche “regalata” da un comportamento supponente, arrogante e presuntuoso da parte di alcuni personaggi della D.C. rendese, i quali pensavano di poter stravincere lo stesso senza nessun altro aiuto aggiuntivo. E così, alla fine, gli sbagli si pagano, e caro pure. Il governo della città di Rende, anche per questo, viene ceduto alla coalizione del centrosinistra. La lista “Tre Torri”, capeggiata da Principe, che raggruppa al suo interno socialisti, comunisti ed indipendenti di sinistra, ha raggiunto il maggior numero di consensi, conquistando con il 48,9% dei voti ben 20 seggi e la maggioranza assoluta nel nuovo Consiglio Comunale. La lista “Scudo Crociato”, che comprende al suo interno democratici cristiani ed indipendenti di centro, con il 40,4% dei voti ottiene solo 8 seggi. La “Fiamma”, lista del Movimento Sociale Italiano, con il 7,0% dei voti conquista solo 1 seggio. La “Stella e Corona”, lista del Partito Nazionale Monarchico, con il 3,7% dei voti conquista anch’essa solo 1 seggio. In seguito a questi dati risultano eletti quali Consiglieri Comunali di Rende per il quadriennio 1952-1956: Lista “Tre Torri” Principe Francesco (P.S.I.)
304
Voti 1.457
Volpentesta Gaspare (Ind.) Chiappetta salvatore (Ind.) Rovella Luigi (Ind.) Stellato Rosario (ind.) Pastore Mariano (P.S.I.) Lenti Michele (Ind.) Ferraro Serafino (Ind.) Sergio Biondo (P.S.I.) Morcavallo Alessandro (Ind.) Superbo Enrico (Ind.) De Luca Pasquale (Ind.) Perrotta Antonio (Ind.) Perugini Francesco (P.S.I.) Aceto Luigi (Ind.) Noto Giovanni (Ind.) Stellato Ferdinando (P.S.I.) Vercillo Ottavio (P.S.I.) Palmieri Giuseppe (Ind.) Pastore Antonio (Ind.)
“ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “
158 146 144 137 119 118 113 111 74 74 71 50 48 45 40 39 36 31 31
Lista “Scudo Crociato” Giorcelli Umberto (Liberale) Rovella Michelangelo (Ind.) Pastore Francesco ((D.C.) Principe Santo (Ind.) Zagarese Marcello (D.C.) Iorio Raffaele (Ind.) Stillo Antonio (Ind.) Costabile Giovanni (D.C.)
voti “ “ “ “ “ “ “
465 273 118 115 110 105 86 80
Lista “Fiamma” Cozza Michele (M.S.I.)
voti
305
92
Lista “Stella e Corona” Giraldi Paolo (P.N.M.)
voti
43
Appena vengono resi noti i risultati esplode la gioia incontenibile dei sostenitori di Principe e degli appartenenti ai partiti di sinistra. Una gioia che operai, contadini, e artigiani, insieme a diversi intellettuali, possono finalmente esprimere liberamente e senza paura. Fino ad ora, infatti, c’era il timore di schierarsi in contrapposizione alle idee professate da famiglie benestanti, possidenti e proprietari di aziende agrarie, mattonifici, lavorazioni di fichi e altro ancora, per paura di perdere il posto di lavoro, se c’era, o la speranza di poterlo avere in seguito. Si sente nell’aria che oggi nasce un nuovo futuro. La speranza diventa quasi certezza, e con la speranza si concretizza anche la consapevolezza di possedere qualche diritto e di poterlo, quindi, rivendicare ad alta voce. Nell’altro campo, quello dello schieramento avverso, la D.C., c’è lo scoramento, lo sgomento, ma anche la rabbia per un risultato che nessuno pensava si sarebbe potuto verificare. Nessuno o quasi. Perché qualcuno aveva paventato la possibilità che andando da soli alle elezioni si poteva perdere la guida del Comune. Nonostante le tante rimostranze espresse, supportate dai brutti dati di partenza, che erano non certo la vittoria conquistata nel 1946 con la figura cristallina dell’allora Sindaco Dott. Gaspare Rovella, ma quelli di una maggioranza che si era andata sgretolando, di una Giunta che aveva cambiato radicalmente composizione e colore politico, di un leader da affrontare come avversario che era andato crescendo ogni giorno di più. Ed in queste condizioni sfavorevoli di partenza, all’ultimo momento, qualcuno ha deciso di sciogliere un patto quasi concluso con monarchici e missini, regalando, come detto, la vittoria agli avversari. Chi ha lavorato per questo e per quali motivi, ancora oggi non ci è dato sapere. L’unica certezza la danno i
306
numeri: sommando i suffragi conquistati dalla D.C., dal M.S.I. e dal P.N.M., la coalizione di centrodestra avrebbe ottenuto 2640 voti, ben 115 in più dei 2525 conseguiti dalla coalizione “Tre Torri” del centrosinistra, ed avrebbe vinto. A questo si aggiunge che la disfatta si è concretizzata soprattutto in due sezioni: la VI e la VII, rispettivamente collocate nella frazione Cantiere ed in quella di Campagnano. Se nelle altre sette sezioni le due coalizione si sono trovate più o meno in parità o hanno vinto di misura, a volte una a volte l’altra, nella sesta sezione il centro sinistra ha dato uno scarto di ben 277 voti al centrodestra e nella settima sezione ha continuato in questa vittoria superando l’altro schieramento di ben 222 voti. Nella sesta sezione, sicuramente avrà influito la volontà espressa e messa in atto dal centro sinistra di portare l’acqua a Surdo; mentre nella settima, avrà attecchito molto l’affermazione di voler ridare la terra ai contadini e di creare nuove ricchezze per loro. In ogni caso, la D.C. ed i suoi notabili non avevano saputo cogliere un altro aspetto importante, e cioè che Rende si stava sviluppando anche nella parte a valle. Quella che una volta era considerata solo campagna, oggi stava diventando un agglomerato di abitazioni sempre più grande ed un motore pulsante di economia e commercio, con una popolazione che andava via via aumentando e che chiedeva a gran voce una nuova urbanizzazione, con le opere di civiltà, quali acqua, fogne, strade, illuminazione, che avrebbero consentito a quelle zone di avere la dignità di contrade moderne per aspirare alla conquista di un nuovo sviluppo. A questo punto, comunque, è tardi per recriminare e non resta altro da fare che prendere atto della realtà.
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VI Elezione di Francesco Principe a nuovo Sindaco di Rende. Il giorno otto di giugno 1952, alle ore 9.30, nella sala delle adunanze, si riunisce il nuovo Consiglio Comunale di Rende. Assume la presidenza il Sindaco uscente Settino Francesco, che procede all’appello nominale dei Consiglieri. Sono presenti i Signori: 1° Dott. Principe Francesco 12° De Luca Pasquale 2° Ins. Volpentesta Gaspare 13° Perugini Francesco 3° Chiappetta Salvatore 14° Aceto Luigi 4° Rovella Luigi 15° Noto Giovanni 5° Stellato Rosario 16° Stellato Ferdinando 6° Sergio Biondo 17° Ins. Vercillo Ottavio 7° Pastore Mariano 18° Perrotta Antonio 8° Lenti Michele 19° Palmieri Giuseppe 9° Ins. Serafino Ferraro 20° Pastore Antonio 10° Morcavallo Alessandro 21° Ins. Cozza Michele 11° Superbo Enrico Risultano assenti i Signori: 1° Ins. Giraldi Paolo 2° Giorcelli Umberto 3° Rovella Michelangelo 4° Pastore Francesco 5° Stillo Antonio
6° Principe Santo 7° Rag.Zagarese Marcello 8° Iorio Raffaele 9° Costabile Giovanni
In pratica, eccezion fatta per l’Ins. Michele Cozza, è assente tutta l’opposizione. Dopo aver considerata, in virtù della presenza di 21
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Consiglieri, valida la seduta, il Presidente nomina quali scrutatori i Signori: Perugini Francesco, Ins. Vercillo Ottavio e Sergio Biondo. Prima di passare all’esame di eleggibilità, Settino invita il Consiglio a decidere sul ricorso presentato dal Sig. Severino Ottavio, candidato nella lista Tre Torri, il quale fa presente che nelle nove sezioni elettorali ha riportato 40 voti di preferenza, per effetto dei quali avrebbe dovuto occupare il 17° posto, ma dato che erroneamente ne sono stati riportati solo 29 voti nelle copie inviate all’ufficio centrale, è stato escluso ed eletto al suo posto il Sig. Pastore Antonio. Il Consiglio, visto che da parte del Sig. Pastore Antonio, 20° eletto nella lista Tre Torri, non è stata presentata alcuna opposizione al ricorso regolarmente notificatogli, e che da accertamenti eseguiti nei verbali esistenti nell’ufficio di Segreteria risulta effettivamente vera la circostanza addotta dal Sig. Severino Ottavio, “…Delibera – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°17 dell’8.6.1952 – 1°) di accogliere il ricorso proposto da Severino Ottavio ed in conseguenza lo dichiara eletto Consigliere Comunale con voti 2565, assegnandogli nella graduatoria degli eletti della lista Tre Torri il 17° posto. 2°) in conseguenza di quanto sopra, dichiarare non eletto Consigliere il Sig. Pastore Antonio, che nella lista suddetta occupa il 20° posto con voti 2556. A seguito di che il Presidente invita il Consigliere Severino Ottavio, presente in aula, a prendere posto al tavolo del Consiglio, in sostituzione di Pastore che se ne allontana”. Si procede, quindi, all’esame delle condizioni di eleggibilità e a norma degli articoli di legge risultano convalidati tutti i trenta Consiglieri. A questo punto assume la presidenza, in qualità di Consigliere anziano, il Dott. Francesco Principe, che dopo aver constatato la presenza di due terzi dei Consiglieri in carica, invita i presenti a procedere alla elezione del Sindaco, facendo presente che la votazione avverrà a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei voti. Vengono, dunque, designati quali scrutatori i Signori Perugini Francesco, Ins. Vercillo Ottavio e Sergio Biondo, i quali
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provvedono a distribuire le schede ai vari Consiglieri. Lo scrutinio che segue dà il seguente risultato: 20 1
Dott. Principe Francesco Morcavallo Alessandro
v o t i “
“In seguito a che il Presidente – si legge nel verbale della Delib. di C.C. n°18 dell’8-6-1952 – proclama avere il Consiglio Comunale, con voti venti, eletto a Sindaco di Rende per il quadriennio 1952-1956 il Dott. Francesco Principe fu Domenico, il quale non si trova in nessun dei casi di ineleggibilità e di incompatibilità previsti dagli art. 6 e 15 del T.U. 5-4-1951 n°203”. Nella sala gremita di simpatizzanti di Principe e della sua maggioranza scoppia un applauso fragoroso, accompagnato da urla di gioia. Il momento solenne dell’investitura del nuovo Sindaco di Rende si tramuta in una grande festa. Cori di saluto, slogan e frasi ad effetto vengono gridate nella sala dai supporter del centrosinistra, che ora si sentono sicuri della vittoria da poco conquistata e vedono realizzarsi quello che fino ad allora era stato solo un bel sogno. Calmati gli animi, il Consiglio Fig. 122 – Carolina Pisani e Francesco può riprendere i lavori. Il Principe Presidente ricorda che per prima cosa bisogna stabilire il numero degli assessori che andranno a
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comporre la Giunta Municipale. E a tal proposito ravvisa la opportunità che il numero degli assessori venga fissato in quattro effettivi e due supplenti. Il Consiglio, con voti unanimi, approva la proposta. Si passa, subito dopo, alla elezione della nuova Giunta Municipale. Due le votazioni previste: la prima, per eleggere i quattro Assessori effettivi, la seconda, per eleggere i due supplenti. Presenti 21 Consiglieri, votanti 21, si ha il seguente risultato: Severino Ottavio Morcavallo Alessandro Stellato Rosario Volpentesta Gaspare Vercillo Ottavio Perugini Francesco
voti “ “ “ “ “
21 20 20 21 1 1
A seguire, si procede alla seconda elezione, quella per nominare gli Assessori supplenti, ed il risultato è: Vercillo Ottavio De Luca Pasquale Perrotta Antonio Sergio Biondo Rovella Luigi Perugini Francesco
voti 19 “ 19 “ 1 “ 1 “ 1 “ 1
“In seguito ai risultati come sopra ottenuti – si legge nella Delib. di C.C. n°20 dell’8.6.1952 – il Presidente, Proclama, avere il Consiglio Comunale eletto a componenti la G.M. di Rende i seguenti nominativi, i quali tutti non si trovano in nessuno dei casi di ineleggibilità ed incompatibilità previsti dalle disposizioni in vigore…”
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Assessori effettivi Ins. Severino Ottavio con voti 21 Ins. Volpentesta Gaspare “ “ 21 Morcavallo Alessandro “ “ 20 Stellato Rosario “ “ 20 Assessori supplenti Ins. Vercillo Ottavio De Luca Pasquale
con voti 19 “ “ 19
Fig. 123 – Incontro nella sala del Consiglio Comunale
Da questo momento inizia l’azione amministrativa, nella sua qualità di Sindaco, del Dott. Francesco Principe, che verrà portata avanti
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con impegno, capacità ed innovazione, ininterrottamente fino al 1980, rivelandosi nel tempo un’avventura veramente esaltante che porterà la città di Rende a tagliare traguardi sempre più ambiti e prestigiosi, facendola diventare una delle realtà più importanti dell’intero meridione d’Italia. Tutto questo, però, fa parte di un’altra storia ancora da raccontare.
FINE
Cronologia degli esecutivi
313
15.11.1943 Rivalta
Il Prefetto della Provincia nomina Commissario Prefettizio il Sig. Antonio.
18.11.1943
Rivalta nomina sub-Commissario il Rag. De Rose Virgilio di Pasquale.
31.12.1943
Rivalta Antonio si dimette.
24.1.1944
Il Prefetto nomina Commissario Prefettizio il Cav. Uff. Dott. Brancia Gaetano.
15.5.1944
Viene nominato Commissario Prefettizio il Dott. Bruzzano Guido.
16.5.1944
Bruzzano nomina sub-Commissario Aversa Michele fu Costantino.
19.8.1944
Viene nominato Sindaco di Rende il Sig. Rivalta Antonio.
24.3.1946
In seguito ai risultati delle elezioni amministrative del 10.3.1946, viene dichiarato eletto a Sindaco di Rende il Dott. Rovella Gaspare. Sempre nella stessa data viene eletta la Giunta Municipale Assessori effettivi: Chiappetta Salvatore fu Giovanni Dott. Perugini Giovanni fu Ernesto De Luca Pasquale fu Salvatore
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Rag. Bernaudo Alfonso fu Umberto Assessori supplenti: Rag. De Rose Virgilio di Pasquale Rag. De Luca Salvatore di Agostino 20.4.1947
La Giunta Municipale viene azzerata e viene eletta la nuova. Assessori effettivi: Chiappetta salvatore fu Giovanni Orrico Giacomo fu Antonio De Luca Pasquale fu Salvatore Dott. Perugini Giovanni fu Ernesto Assessori supplenti: Aiello Raffaele fu Ferdinando Settino Francesco fu Antonio
27.7.1950
L a G i u n t a M u n i c i p a l e p r e n d e a t t o, accettandole, delle dimissioni presentate dallâ&#x20AC;&#x2122;Assessore effettivo De Luca Pasquale e dallâ&#x20AC;&#x2122;Assessore supplente Settino Francesco.
23.11.1950
Il Sindaco di Rende, Dott. Rovella Gaspare, si dimette ed il Consiglio Comunale accetta le dimissioni.
16.12.1950
Il Consiglio Comunale elegge quale Sindaco di Rende Chiappetta Salvatore. Subito dopo vengono eletti due nuovi Assessori, Basile Saverio fu Francesco e Settino Francesco fu Antonio, il primo effettivo ed il secondo supplente, in
315
sostituzione dei dimissionari De Luca Pasquale e Settino Francesco. A questo punto va eletto un altro assessore effettivo in sostituzione di Chiappetta Salvatore da poco nominato Sindaco. La votazione proclama eletto Assessore effettivo il Sig. Caira Gaspare fu Pietro. Caira, però, appena nominato Assessore si dimette. 10.2.1951
Il Consiglio Comunale di Rende elegge quale Assessore effettivo, al posto di Caira Gaspare dimissionario, il Sig. De Luca Pasquale fu salvatore. La Giunta Municipale assume, così, una nuova connotazione. Sindaco: Chiappetta Salvatore Assessori effettivi: Orrico Giacomo fu Antonio Dott. Perugini Giovanni fu Ernesto Basile Saverio fu Francesco De Luca Pasquale fu Salvatore Assessori supplenti: Aiello Raffaele fu Ferdinando Settino Francesco fu Antonio
24.2.1951 12.5.1951
L’Assessore effettivo Dott. Perugini Giovanni si dimette. Il Consiglio Comunale, però, respinge le dimissioni. L’Assessore effettivo Orrico Giacomo presenta una lettera di dimissioni. Il Consiglio
316
Comunale accetta le dimissioni e dichiara Orrico decaduto dalla carica. Al suo posto viene eletto quale Assessore effettivo il Rag. De Luca Salvatore di Agostino. 7.9.1951
Il Sindaco Chiappetta Salvatore presenta alla Giunta Municipale di Rende le sue dimissioni, che, però, non vengono accettate.
15.9.1951
Il Consiglio accetta le dimissioni da Sindaco di Chiappetta Salvatore. Nella stessa seduta si dimette da Assessore effettivo il Sig. Basile Saverio. Il Consiglio accetta le dimissioni. A questo punto la Giunta appare monca. Sindaco: Chiappetta Salvatore (Dimissionario) Assessori effettivi: Dott. Perugini Giovanni (Dimissionario) De Luca Pasquale Rag. De Luca Salvatore Basile Saverio (Dimissionario) Assessori supplenti: Aiello Raffaele Settino Francesco
20.9.1951
Il Consiglio Comunale elegge in qualitĂ di Sindaco di Rende il Sig. Settino Francesco fu Antonio. Si sostituiscono i due Assessori effettivi dimissionari, Basile Saverio e Dott. Perugini
317
Giovanni, eleggendo quali nuovi Assessori effettivi i Consiglieri Dott. Principe Francesco fu Domenico e Caira Gaspare fu Pietro. Subito dopo, in sostituzione di Settino Francesco, da poco nominato Sindaco, viene eletto quale Assessore supplente il Prof. De Rango Serafino di Alessandro. La Giunta Municipale ora si presenta composta ancora in modo diverso. Sindaco: Settino Francesco Assessori effettivi: Dott. Principe Francesco Rag. De Luca Salvatore Caira Gaspare De Luca Pasquale Assessori supplenti: Aiello Raffaele Prof. De Rango Serafino Questo esecutivo rimarrĂ in carica fino alle nuove elezioni amministrative del 1952. 8.6.1952
effettivi:
Il Consiglio Comunale, in seguito ai risultati delle elezioni amministrative del 25.5.1952, elegge in qualitĂ di Sindaco di Rende il Dott. Francesco Principe. Subito dopo viene eletta la Giunta Municipale A
s
318
s
e
s
s o r i I n s. S e ve r i n o
Ottavio Gaspare
Ins. Volpentesta Morcavallo Alessandro Stellato Rosario Assessori supplenti: Ins. Vercillo Ottavio De Luca Pasquale
Le fonti
Bollettino dell’Istituto Calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea n°1 - giugno 1988 – Intervista a Michele Aversa a cura di Isolo Sangineto – Tip. MIT Cosenza;
319
Registro riunioni del Direttorio del Partito Nazionale Fascista di Rende dal 24 Gennaio 1926 al 20 Ottobre 1939; Registro riunioni del Comitato Direttivo ed Esecutivo della Sezione “Federico Adami” di Rende del Partito d’Azione dal 14 Novembre 1943 al 17 febbraio 1946; Registro delle deliberazioni Podestarili del Comune di Rende dal n °25 del 5.4.1941 alla n°47 del 21.8.1943; Registro delle deliberazioni della Gestione Commissariale dalla n °48 del 15.11.1943 alla n°17 del 14.3.1946; Registro delle deliberazioni di Giunta Municipale del Comune di Rende dalla n°1 del 13.4.1946 alla n°47 del 30.6.1948; Registro delle deliberazioni di Giunta Municipale del Comune di Rende dalla n°48 del 26.7.1948 alla n°71 del 2.6.1952; Registro delle deliberazioni del Consiglio Comunale di Rende dalla n°19 del 24.3.1946 alla n°25 del 14.7.1950; Registro delle deliberazioni del Consiglio Comunale di Rende dalla n°26 del 31.10.1950 alla n°20 del 29.6.1952; Contratti di locazione Camera del Lavoro di Rende 1950-1951; “Capizzano” di Vincenzo Perugini – Ed. Luigi Pellegrini – Settembre 1966 Napoli; “Achille Capizzano 1907- 1951” a cura di Maria Brunetti e Tonino Sicoli – Ed. Fratelli Palombi - Giugno 1998 Roma;
320
“Rende nella sua cronistoria” di Fedele Fonte – Ed. Frama Sud – Gennaio 1976 Chiaravalle Centrale (CZ); “Loris…una vita” di Loris Zagarese – Ed. Val – Cosenza 1992; “Consenso, legittimazione e sistema politico in un Comune del Mezzogiorno: Il caso di Rende” Tesi di Laurea di Patrizia Perri – Anno Accademico 1992-1993 Unical – Rende (CS); “Storia d’Italia del XX secolo” – Ed. Editalia-Il Giornale – Giugno 2007 Verona; “Dalla prima repubblicaccia alla seconda repubblichina” – Avv. Achille Morcavallo – Tip. Francesco Chiappetta – Cosenza; “Enciclopedia Europea Garzanti” – Ed. Garzanti - Gennaio 1999 Cernusco sul Naviglio (MI); “Grande Dizionario Enciclopedico Utet” – Ed. UTET – Settembre 1967 Torino; “Piano Marshall per la ricostruzione in Calabria” – Quotidiano “Il Mattino” - 19 Aprile 1950; “Verso un Commissariamento Prefettizio a Rende” – Quotidiano “Il Mattino” - 20 Maggio 1950; “Al Municipio di Rende – Grave crisi nell’Amministrazione” di Salvatore Sicilia – Quotidiano “Il Mattino” - 28 Giugno 1950; “La Banda musicale di Rende e la banda musicale di Addis Abeba” di Vincenzo Perugini – Rivista trimestrale “Calabria Letteraria” n °4-5-6 del 1988;
321
“Molta passione nell’avventura della Banda” di Ruggero Ciancio – Quotidiano “La Provincia Cosentina” - 22 Agosto 1999.
Sigle
CC. DD. e PP. C.L.N. C.N.D.L. C.G.I.L. C.I.S.L.
Cassa Depositi e Prestiti Comitato di Liberazione Nazionale Concentrazione Nazionale Democratico Liberale Confederazione Generale Italiana del Lavoro Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori
322
C.C. D.L. D.L.L. Delib. D.C. E.C.A. E.R.P. f.f. Focatico F.D.P. G.I.L. G.U.F. G.O.I. G.M. G.P.A. Ina-Casa LL.PP. M.S.I. n.d.A. P.C.I. P.d.A. P.L.I. P.N.M. P.R.I. P.S.D.I. P.S.I. P.S.L.I. S.E. Terratico T.O.F. T.U. U.C.S.E.A.
Consiglio Comunale Decreto Legge Decreto Legge Luogotenenziale Delibera Democrazia Cristiana Ente Comunale di Assistenza European Recovery Program, detta anche “Piano Marshall” Facenti funzioni Imposta di famiglia Fronte Democratico Popolare Gioventù Italiana del Littorio Gioventù Universitaria Fascista Grande Oriente d’Italia Giunta Municipale Giunta Provinciale Amministrativa Istituto Nazionale Autonomo Case Popolari Lavori Pubblici Movimento Sociale Italiano Nota dell’Autore Partito Comunista Italiano Partito d’Azione Partito Liberale Italiano Partito Nazionale Monarchico Partito Repubblicano Italiano Partito Socialista dei Democratici Italiani Partito Socialista Italiano Partito Socialista dei Lavoratori Italiani Sua Eccellenza Imposta sui terreni Terziario Ordine Francescano Testo Unico Ufficio Comunale Servizi Economici per l’Agricoltura
323
U.P.S.E.A. U.I.L. U.M.I. U.P.E.I. U.N.R.R.A. aiuti) U.O.
Ufficio Provinciale Servizi Economici per l’Agricoltura Unione Italiana del Lavoro Unione Monarchica Italiana Unione Provinciale Enti Locali United Nations Reliefond Rehabilitation Administration, (piano straordinario di Uomo Qualunque.
Illustrazioni Tessere, fotografie, documenti, atti e oggetti che appaiono su questo volume appartengono alla collezione di: Aversa Stanislao Bartelli Rosaria Bartucci Emilio Bernaudo Umberto Bruzzano Helder
Fig. 9 – 62 Fig. 23 Fig. 29 Fig. 71 – 72 - 73 Fig. 17
324
Capizzano Innocenza Capizzano Maria Capizzano Wally Caracciolo Angelo Castiglione Cesare Chianelli Vittorio Chiappetta Ponzio Maria Ciancio Costantino Ruggero Ciancio Vincenzina Collovati Perugini Rosetta Cozza Franco Cribari Francesco Critandi Costantino De Luca Carlo De Luca Vincenzo De Paola Esterina Doninelli Umberto Garofalo Italo Costantino Giraldi Maria Josè Greco Anna Loizzo Salvatore Loizzo Serafino Magdalone Luigi Marchese Silvano Morcavallo Achille Nigro Giovanni Palermo Raffaele Palmieri Maria Cristina Plastina Iolanda Principe Ernesto Principe Francesco Principe Prete Maria Provenzano Marcello
Fig. 77 – 78 Fig. 65 Fig. 41 Fig. 15 – 16 Fig. 47 Fig. 97 – 98 Fig. 101 – 102 Fig. 74 – 75 – 114 Fig. 67 Fig. 36 Fig. 37 – 38 Fig. 55 Fig. 4 – 12 – 13 – 32 – 33 Fig. 10 – 70 Fig. 123 Fig. 35 – 43 Fig. 118 – 119 Fig. 80 Fig. 26 – 27 – 28 – 93 – 115 Fig. 56 – 105 Fig. 90 – 121 Fig. 3 – 7 – 40 – 60 Fig. 66 Fig. 20 – 21 Fig. 14 Fig. 84 Fig. 112 – 113 Fig. 6 – 22 – 59 – 88 – 92 Fig. 69 – 95 Fig. 117 Fig. 45 – 48 – 50 – 58 – 81 – 82 – 122 Fig. 120 Fig. 79 – 91 – 94 – 96
325
Ritacca Antonio Ritacca Francesco Rovella Michelangelo Salerno Francesco Sicilia Alessandro Sorrenti Francesco Tenuta Rovella Natalina Vercillo Idelfonso Vercillo Valdo Zagarese Bianca
Fig. 46 – 111 Fig. 83 – 99 – 110 Fig. 53 – 68 Fig. 2 – 5 – 64 Fig. 63 – 76 – 85 – 86 – 87 – 89 – 100 – 116 Fig. 103 – 104 Fig. 42 Fig. 30 – 31 – 57 – 61 Fig. 11 – 18 – 19 – 24 – 25 – 34 – 39 – 44 – 49 – 51 – 52 – 54 – 106 – 107 – 108 – 109 Fig. 1 - 8
Indice
I
Dal Podestà Cesare Zagarese all’azione amministrativa dei Commissari Prefettizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
II
Gaspare Rovella: Il primo Sindaco eletto a Rende nel dopoguerra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
326
III
La seconda Giunta Municipale del Sindaco Rovella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
IV
Nomina di Salvatore Chiappetta a Sindaco di Rende . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
V
Nomina di Francesco Settino a Sindaco di Rende . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
VI
Elezione di Francesco Principe a nuovo Sindaco di Rende . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
327