Welfareoggi 5 2015 il nido come sistema aperto

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IL NIDO COME SISTEMA APERTO Caterina Segata *, Cristiana Gattai **

Flessibilità e partecipazione delle famiglie, scelte sostenibili nel tempo

L’ESPERIENZA LO SCENARIO

La Società Dolce gestisce cinquantasette nidi d’infanzia, di cui una trentina a gestione autonoma e con posti a libero mercato o potenzialità di integrare le attività con servizi a pagamento. L’esperienza, che risale al 2004, si è poi evoluta a Bologna con la crea­ zione di piccoli gruppi educativi (servizio sperimentale in Emilia Romagna fino al 2012), che sono divenuti un passaggio fondamentale per costruire risposte educative di qualità per le famiglie in un contesto organizzativo molto flessibile. I piccoli gruppi educativi, lungi dall’essere “economici” come all’inizio si era pensato, hanno garantito, dal nostro punto di vista, un laboratorio di confronto con le famiglie fondamentale. Il piccolo gruppo, cinque bambini e cinque famiglie e una educatrice, una ausiliaria e una coordinatrice, in tutto otto adulti e cinque bambini, ha garantito uno spazio alla elasticità che in un nido è molto complesso avere. Flessibilità e

La cooperativa sociale Società Dolce*, fondata a Bologna nel 1988, si occupa di Nidi d’infanzia dal 1994. Oggi la cooperativa ha in gestione settantasette servizi all’infanzia, di cui cinquantasette nidi d’infanzia, sette scuole dell’infanzia, un servizio educativo sperimentale 06 e dodici servizi integrativi. Opera nel centro nord Italia ed in particolare nelle province di Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Forlì/Cesena, Rimini, Milano, Mantova, Brescia e Roma (in ordine di regione per densità di servizi). La nostra esperienza nei nidi d’infanzia nasce come gestore indiretto di strutture comunali. Il percorso, che oggi ci vede titolari e gestori di servizi “chiavi in mano”, è iniziato con interventi parziali all’interno di nidi comunali ed è proceduto gradualmente aprendosi man mano sia alla complessità che all’autonomia gestionale rispetto ai modelli tradizionali. Questo tempo di gestazione insieme al mantenimento di forme diverse di autonomia dal modello e dalle indicazioni del pubblico, con il quale lavoriamo, ha consentito alla cooperativa di sviluppare passo passo un modello di nido che fonda le sue radici nell’esperienza dei nidi comunali dell’Emilia Romagna, ma ha al contempo ampliato l’orizzonte di riferimento sia attraverso la sperimentazione che attraverso la comparazione tra modelli e progettualità diverse in seno alla nostra regione e tra le regioni del nord Italia. La nostra esperienza ci consente oggi di sostenere un insieme di offerta che tenta di rispondere alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie, degli enti pubblici e privati che sostengono economicamente il sistema di risposta. *] Per approfondimenti e informazioni si rimanda al sito della cooperativa all’indirizzo web www.societadolce.it.

compartecipazione delle famiglie sono stati i capisaldi del progetto così come di fatto si è sviluppato nei sei anni di sperimentazione1.

In particolare, ci riferiamo: – alla flessibilità del calendario, – alla flessibilità degli orari di apertura e di accesso,

*] Responsabile infanzia cooperativa sociale Società Dolce, ricerca e progetta nell’ambito dei servizi educativi, segue lo sviluppo del settore e dei servizi all’infanzia nelle province di Bologna, Modena e Parma. **] Pedagogista cooperativa sociale Società Dolce, ricerca e progetta nell’ambito dei servizi educativi, segue la formazione del personale che opera nei servizi all’infanzia e il coordinamento pedagogico di alcuni nidi e scuole dell’infanzia.


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– alla partecipazione delle famiglie nella conduzione delle attività non solo nella fase ideativa della progettazione educativa, ma anche nel coinvolgimento diretto nella gestione delle attività con e per i bambini. L’ascolto delle esigenze delle famiglie è prassi consolidata nei nidi comunali in tutti i territori in cui operiamo ed esistono esperienze di compartecipazione a partire dal comitato di gestione, che mette al tavolo i rappresentanti dei genitori e del gruppo di lavoro, fino alla collaborazione nelle attività (dalla raccolta delle foglie alle feste). Noi abbiamo voluto rendere queste esperienze non solo prassi consolidata, ma anche cifra distintiva della nostra offerta di servizi all’infanzia, ampliando le opportunità e creandole laddove non c’erano. IL NIDO COME SISTEMA APERTO La flessibilità degli orari di accesso al servizio è a nostro avviso il cambiamento più importante. Laddove ci è possibile realizzarlo, rappresenta un cambiamento rispetto al modello tradizionale ed interroga i gruppi di lavoro, portati dalla loro esperienza a pensare la scansione della giornata come un’articolazione di attività che coinvolgono tutto il gruppo di bambini presenti. La possibilità per uno o più bambini di arrivare a metà mattina o dopo il pasto richiede un pensiero organizzativo e pedagogico (insieme) da parte del gruppo di lavoro per tenere insieme la volontà di rendersi flessibili alle esigenze delle famiglie e quella di preservare un contesto educativo che rappresenti una risposta di qualità atten-

1. Filonido (Bologna) Nido d’infanzia interaziendale e comunale inaugurato a Bologna nel 2010. Aperto dodici mesi all’anno, offre 81 posti per bambini da 3 mesi a 3 anni. Gli enti convenzionati sono il Comune di Bologna, la Regione Emilia Romagna, Unipol ed Hera. Durante l’estate e le vacanze natalizie e pasquali offre un servizio aperto a bambini da 3 mesi a 5 anni in rapporto privato o convenzionato con aziende del territorio.

ta alle esigenze del bambino. Non si tratta di una scelta scontata, ma deve essere sostenuta e motivata. L’idea di un servizio che si affianchi alla famiglia, anche quando le esigenze spazio-temporali richiedono al servizio stesso un margine di cambiamento, significa interrogarsi sull’idea di nido d’infanzia e sulle sue finalità. È infatti dalla nostra idea di nido, che negli anni non è cambiata, che abbiamo trovato le motivazioni per apportare quei cambiamenti organizzativi che oggi ci consentono di affrontare con professionalità e serenità le richieste delle famiglie in ordine agli orari di frequenza che prediligono. La compartecipazione alle attività quotidiane da parte delle famiglie, rappresenta insieme ai laboratori serali e alle feste con le famiglie, il momento del fare insieme più impegnativo e ricco di soddisfazioni. La nostra scelta di far “entrare” le famiglie nel servizio par-

te dalla “costruzione” degli spazi e dal loro uso nel momento dell’accoglienza e del saluto, che rappresentano i momenti di contatto più frequenti e importanti nella quotidianità, per poi ampliarsi nel loro coinvolgimento diretto nella quotidianità del servizio. I genitori vengono invitati a mangiare con i bambini, al momento del risveglio e nel corso della giornata. Si affiancano alle educatrici nel compito di cura o nella conduzione di una proposta di attività. Ogni anno educativo si progettano insieme alle famiglie le giornate che vanno oltre la routine (uscite, feste e laboratori) nel momento in cui il gruppo di lavoro può considerare ben avviato il servizio e stabilite le relazioni con e nel gruppo di bambini che ogni anno si compone. Questo lavoro di confronto e scambio con le singole famiglie e con il loro insieme prende avvio dal primo colloquio successivo


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all’iscrizione e si mantiene nel corso dell’anno grazie ad un sistema consolidato di incontri individuali e di gruppo a cui nel tempo si è affiancato anche un insieme di incontri “di supporto” alle esigenze delle famiglie con bambini piccoli in merito alle più ampie domande sulla crescita dei figli e sulle fatiche di essere genitori, oltre che persone, mogli e mariti, professionisti e lavoratori. Questo intensificarsi delle richieste di orientamento che vengono espresse alle educatrici e alla coordinatrice pedagogica del nido è frutto da una parte della disponibilità all’ascolto e dall’altro della mancanza di punti di riferimento o al contrario del moltiplicarsi dei punti di riferimento per chi affronta spesso per la prima volta il compito genitoriale. Una ricerca realizzata recentemente da Società Dolce con SWG, che ha previsto la conduzione di seicentocinquanta interviste a genitori di bambini da zero a tre anni di età, ha messo in luce la richiesta delle famiglie di trovare nel nido d’infanzia non solo un contesto a cui affidare il proprio bambino, ma anche un luogo dove trovare risposte più ampie e complesse2. IL NIDO COME CENTRO PER L’INFANZIA E LA FAMIGLIA Il nido d’infanzia si inizia a configurare quindi non più e solo come servizio nido tradizionale ma come luogo di riferimento, come centro per l’infanzia per le famiglie che lo frequentano, ma anche per le famiglie del territorio. L’esigenza di aprire le nostre strutture anche oltre al calendario scolastico e oltre il loro servizio tradizionale si è espressa in prima istanza come un’esigenza delle famiglie e al

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PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA I punti di forza del nostro progetto e delle nostre esperienze di nido come “sistema aperto”: 1. Risposta flessibile e di qualità alle famiglie che hanno necessità di affidare i propri bambini in orari e periodi diversi da quelli offerti nei nidi con orari e calendari “tradizionali” 2. Compartecipazione attiva delle famiglie alla “costruzione” del servizio insieme al gruppo di lavoro e alla coordinatrice pedagogica 3. Laboratorio di ricerca e di innovazione continua che consente al progetto di evolvere nel tempo 4. Realizzazione di momenti di confronto nell’ambito dei tavoli inter-istituzionali tecnici che riuniscono i rappresentanti degli enti pubblici e del privato sociale. I punti di debolezza del nostro progetto o meglio gli aspetti critici e complessi con i quali è necessario fare i conti: 1. Impegno costante nella formazione e nel sostegno dei gruppi di lavoro da parte del coordinamento pedagogico al fine di garantire la condivisione delle finalità del progetto e lo sviluppo di elevate competenze e capacità 2. Necessità di spazi, arredi e materiali che consentano la costruzione di contesti educativi aperti all’accoglienza dei bambini e delle famiglie in ogni momento della giornata e periodo dell’anno (spazi accoglienza aperti, giardini come luoghi educativi, atelier per piccoli gruppi, ecc.) 3. Necessità di individuare ulteriori fonti di finanziamento che possano garantire la sostenibilità del servizio integrando le sempre decrescenti risorse degli enti pubblici e delle famiglie

contempo come una richiesta degli enti pubblici e privati che a diverso titolo sostengono economicamente il sistema dei nidi. Non solo nido quindi, ma anche centro estivo (dal primo luglio alla seconda settimana di settembre) e centro invernale durante le chiusure per le festività (Natale e Pasqua) per bambini da uno a cinque anni, ma anche polo dell’infanzia (sezioni di nido e scuola dell’infanzia insieme) o servizio sperimentale 0-6 (servizio educativo integrato) quando le esigenze delle famiglie lo hanno richiesto, ma anche centro per le famiglie con l’apertura di centri gioco, centri bambini e genitori, laboratori, incontri a tema, feste di compleanno, sportelli di ascolto, spazi di auto-gestione. Il nostro nido, quindi, come siste-

ma aperto significa per noi oggi un concetto che informa sia la progettazione architettonica che quella pedagogica. Le strutture architettoniche dei nostri nidi sono progettate o re-interpretate con intenzionalità perché possano nel tempo modificare l’uso degli spazi nell’ottica di rispondere alle esigenze di servizi zero sei anni e delle famiglie con bambini piccoli. I nostri progetti pedagogici sono pensati perché si articolino non solo in risposta ad un insieme di esigenze tradizionali, ma anche perché possano offrire spazi di concertazione e co-costruzione con il gruppo di famiglie che di anno in anno si incontrano al nido per condividere una della più importanti esperienze della propria vita come genitori.


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2. Giochi in Città 1/5 anni L’immagine tratta da un’esperienza di nido aperto nel periodo estivo è simbolica del progetto Giochi in Città che offre l’opportunità a famiglie con bambini da 1 a 5 anni di poter iscrivere i propri bambini per un percorso educativo estivo nei nostri nidi d’infanzia.

IL PROBLEMA DEL COSTO Il nido come sistema aperto può essere inteso come una risposta alle esigenze della famiglie, senza però dimenticare che i servizi alla prima infanzia, in tutte le loro diverse declinazioni, rappresentano per le famiglie una scelta che va ogni volta confrontata anche con le possibilità economiche e con le condizioni lavorative. Proponiamo questo cambio di prospettiva per mettere in luce uno degli aspetti più discussi in questi ultimi cinque anni e cioè l’impatto della crisi economica sui sistemi produttivi e sui sistemi di welfare. Tracciamo la linea nel 2010 perché dal nostro vertice di osservazione è il 2010 l’anno in cui abbiamo iniziato a vedere gli effetti della crisi economica, iniziata nel 2008, anche nell’alveo del welfare e del-

le regioni, che storicamente hanno sostenuto non solo lo sviluppo, ma anche il mantenimento di un sistema di risposta alle esigenze educative e di affido delle famiglie con bambini piccoli. Le leggi nazionali volte al contenimento della spesa pubblica hanno messo in difficoltà le amministrazioni locali, prime sostenitrici del sistema di servizi alla prima infanzia, e al contempo la crisi occupazionale, con i noti fenomeni di disoccupazione e sotto-occupazione, ha modificato le scelte e le prospettive delle famiglie anche in relazione alle iscrizioni dei propri bambini al nido d’infanzia. Il costo della retta del nido, sia esso un contributo al costo del servizio (posti nei nidi pubblici o convenzionati) o il pagamento di una retta privata, rappresenta oggi un prezzo che un numero di famiglie sempre

inferiore rispetto al passato è in grado di pagare. A questo si aggiunge il naturale modificarsi della predisposizione alla spesa che condiziona le scelte dei singoli in un periodo così lungo di crisi, con fenomeni di maggiore attenzione e pesatura delle spese necessarie. Detto tutto ciò, oggi il costo del nido rappresenta uno degli aspetti che condiziona di più le famiglie davanti alla scelta di iscrivere o meno il proprio bambino al nido. Davanti a questo scenario e consapevoli dell’importanza di garantire l’accesso al maggior numero di famiglie possibile a servizi educativi all’infanzia inseriti nelle rete di risposte istituzionali, abbiamo con maggior forza lavorato per individuare tutti gli “interstizi” possibili di utilizzo delle nostre strutture e di articolazione della nostra proposta di servizi. La progettualità estiva3, ad esempio, che apre i nidi, dal primo di luglio alla seconda settimana di settembre, ai bambini di età compresa tra uno e cinque anni di età, nasce da questa consapevolezza e rappresenta un’importante risposta per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano durante l’estate. Si tratta tra l’altro di un servizio che ha consentito di intercettare anche le risorse disponibili delle aziende che hanno messo a disposizione dei loro dipendenti piani di welfare aziendale articolati. Abbiamo, negli ultimi anni, infatti incontrato sempre più l’interesse delle aziende presenti nei territori dove operiamo verso servizi educativi estivi o aperti durante le vacanze di Natale e Pasqua e verso l’opportunità di offrire ad un ampio numero di dipendenti l’accesso gratuito (o a rette calmierate) a queste opportunità. Il riferimento al tema del welfare


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aziendale è d’obbligo in questa fase storica e rappresenta una delle ipotesi più accreditate nell’ottica di garantire nel tempo le risorse per sostenere il sistema di risposta pubblico e privato alle esigenze delle famiglie con figli piccoli. Dal nostro osservatorio questo bacino di risorse fatica a sostenere il sistema dei nidi tradizionale in quanto eccessivamente oneroso e limitato nella platea di riferimento, ma si attiva nelle situazioni più “leggere” che consentono di estendere i beneficiari dei servizi al maggior numero di persone e di famiglie possibile. Ancora una volta, poter contare su un progetto di nido come sistema aperto alle sollecitazioni e ai bisogni delle famiglie rappresenta una scelta sostenibile nel tempo.

1] Le ali di Alice e I guanti del Coniglio, questi i nomi dei PGE di Società Dolce a Bologna, sono stati chiusi dalla cooperativa in quanto le loro gestioni presentavano un conto economico in negativo e la cooperativa si stava spostando ver-

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so investimenti più complessi come la progettazione, costruzione e gestione di nidi in finanza di progetto o le realizzazioni private. 2] Il testo integrale della pubblicazione della ricerca “L’esperienza genitoriale nella prima infanzia e percezione dei servizi” è scaricabile all’indirizzo web: https://www.societadolce.it/ pubblicazioni/?ref=HOME&id=7466 3] Per un approfondimento sull’offerta estiva si rimanda a https://www.societadolce.it/nidiservizi-aggiuntivi/?ref=infanzia.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI – M. Naldini e Saraceno C. (2011), Conciliare famiglia e lavoro. Vecchi e nuovi patti tra sessi e generazioni, il Mulino, Bologna. – Istat (2012), Uso del tempo e ruoli di genere. Tra lavoro e famiglia nel ciclo di vita, in “Argomenti”, n. 43. – Istat (2014a), L’offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia. Anno scolastico 2012/2013. – Istat (2014b), Rapporto annuale 2014. La situazione del Paese. – Istituto degli Innocenti (2014), Buone volontà utili per costruire qualità e sviluppo sostenibile nei nidi. Un’indagine comparativa fra nidi pubblici e privati per riflettere su qualità e costi e sulle potenzialità del volontariato come valore e risorsa, in www.istitutodeglinnocenti.it – Società Dolce, SWG (2013), L’esperienza genitoriale nella prima infanzia e percezione dei servizi. Ricerca sui valori, atteggiamenti, comportamenti e difficoltà dei genitori di bambini in età 0-3 anni, nonché sulla fruizione e la valutazione dei servizio per la prima infanzia, in www.societadolce.it/ pubblicazioni.

Le famiglie del Nido Pozzo (Modena) Nido d’infanzia aziendale e comunale, aperto 12 mesi all’anno, offre 40 posti per bambini da 9 mesi a 3 anni riservati ai dipendenti del Policlinico e alle famiglie residenti a Modena. Oltre ai posti convenzionati, il nido accoglie anche famiglie in rapporto privato e durante l’estate bambini fino a 5 anni di età


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