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UnitĂ 1.Learning from/3 Learning from Las Vegas! Siracusa 29.11.11!


1.Unʼaltra teoria: la ricerca nelle università.! 2.“Learning from Las Vegas”, MIT press ! !Robert Venturi_Denis Scott Brown_Steve Izenour! 3.“La città di Padova, saggio di analisi urbana.”, Officina Edizioni, Roma 1970! !Carlo Aymonino_Manlio Brusantin_Gianni Fabbri_Mauro Lena _Pasquale Lovero _ !Sergio Lucianetti_Aldo Rossi! 4.ILAUD, Giancarlo De Carlo 1974-2004! 5. HARVARD_Project on the city ! !1_“Great Leap Forward”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001 2_“Guide to shopping”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001


1.Unʼaltra teoria: la ricerca nelle università.! 2.“Learning from Las Vegas”, MIT press ! !Robert Venturi_Denis Scott Brown_Steve Izenour! 3.“La città di Padova, saggio di analisi urbana.”, Officina Edizioni, Roma 1970! !Carlo Aymonino_Manlio Brusantin_Gianni Fabbri_Mauro Lena _Pasquale Lovero _ !Sergio Lucianetti_Aldo Rossi! 4.ILAUD, Giancarlo De Carlo 1974-2004! 5. HARVARD_Project on the city ! !1_“Great Leap Forward”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001 2_“Guide to shopping”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001


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2.“Learning from Las Vegas�, MIT press ! !Robert Venturi_Denis Scott Brown_Steve Izenour!

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!a. Un significato per i parcheggi A&P, ovvero

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! imparare da Las Vegas_! !- Note per il corso di progettazione architettonica!

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!! !b. Architettura brutta e ordinaria, ovvero lo shed

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decorato - Alcune definizioni con il metodo comparativo - Precedenti storici e non: verso un’architettura antica






2.“Learning from Las Vegas�, MIT press ! !Robert Venturi_Denis Scott Brown_Steve Izenour!

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!a. Un significato per i parcheggi A&P, ovvero

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!! !b. Architettura brutta e ordinaria, ovvero lo shed

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decorato - Alcune definizioni con il metodo comparativo - Precedenti storici e non: verso un’architettura antica


Un significato per i parcheggi, ovvero imparare da Las Vegas “ Imparare dal paesaggio esistente è, per un architetto, un modo di essere rivoluzionario. Non nella solita maniera, ovvero demolendo Parigi e ricominciando daccapo, come suggeriva Le Corbusier negli anni Venti, ma in un modo diverso, più tollerante : il che significa come si guardano le cose. La strip commerciale, in particolare quella di Las Vegas – la strip per eccellenza (1 e 2)- sfida l’architetto a prendere posizione senza preconcetti. Gli architetti non sono abituati all’osservazione < a-valutativa > dell’ambiente, perché l’architettura moderna è progressista, per non dire rivoluzionaria, utopica e purista : essa è insoddisfatta delle condizioni esistenti. L’architettura moderna è stata tutto fuorchè permissiva : gli architetti hanno preferito cambiare l’ambiente esistente piuttosto che valorizzare quello che vi era già… … C’è una perversione nel processo di apprendimento: noi guardiamo indietro alla storia e alla tradizione per andare avanti; possiamo anche guardare in basso (all’arte folk), per andare in alto (verso l’arte < pura >). E certi giudizi generali possono essere usati come strumento per successivi giudizi più approfonditi. Questo è un modo per imparare qualunque cosa.”




Valori commerciali e metodi commerciali “ Las Vegas è qui analizzata soltanto come fenomeno di comunicazione architettonica. ….L’etica della pubblicità commerciale, degli interessi speculativi e della competizione non è materia di discussione in questo libro. Tuttavia crediamo fermamente che ciò rientri nei più vasti e < sintetici > compiti dell’architetto, dei quali uno studio come questo rappresenta soltanto un aspetto. ”

I cartelloni pubblicitari sono quasi all right “ Per l’artista, creare il nuovo può significare scegliere il vecchio o l’esistente. Gli artisti Pop hanno imparato di nuovo questa lezione. Il nostro apprezzamento per l’architettura commerciale esistente, alta scala della highway, è tutta dentro questa tradizione. ”


Architettura come spazio “ Gli architetti sono stati educati al concetto di spazio e lo spazio chiuso è il più facile da trattare.”

Architettura come simbolo “ La creazione della forma architettonica doveva essere un processo logico, libero da immagini dell’esperienza passata, determinato esclusivamente da programma e struttura, con un aiuto occasionale da parte dell’intuizione, come ha suggerito Alan Colquhoun.”


Simbolo nello spazio prima che forma nello spazio : Las Vegas come un sistema di comunicazione. “ Questa stessa architettura di segni e di stili è antispaziale; è un’architettura di comunicazione invece che di spazio; la comunicazione domina lo spazio come un elemento fondamentale nell’architettura e nel paesaggio (1-6). Ma è per un paesaggio di diversa grandezza.”




L’architettura della persuasione. “ Lo svincolo a quadrifoglio e l’aeroporto comunicano, con quelle grandi folle che si muovono in automobile o a piedi, efficienza e sicurezza. Ma parole e simboli possono anche essere usati nello spazio per una persuasione commerciale (6, 28). Nel bazar del Medio Oriente non c’è alcuna insegna; la Strip è praticamente tutta un’insegna (8). Nel bazar la comunicazione funziona grazie alla prossimità.”



Lo spazio vasto nella tradizione storica. “L’insegna è più importante dell’architettura e ciò si riflette sul budget del proprietario. L’insegna sul fronte è una volgare stravaganza, l’edificio sul retro, una modesta necessità : l’architettura è ciò che costa poco. A volte, l’edificio è l’insegna stessa: il negozio di papere a forma di papera, chiamato “il paperino di Long Island” (14, 15) è simbolo scultoreo e involucro architettonico. Prima dell’avvento del Movimento Moderno, la contraddizione tra esterno e interno era comune in architettura, particolarmente in quella urbana e monumentale (16). ….. Se si togliessero le insegne, non ci sarebbe più <luogo>. La città del deserto è comunicazione intensificata lungo la highway.”




Da Roma a Las Vegas. “Las Vegas è l’apoteosi della città del deserto. Visitare Las Vegas a metà degli anni ‘60 fu come visitare Roma verso la fine degli anni ’40… … Ogni città è un archetipo più che un prototipo, un esempio esasperato da cui derivare lezioni per il <tipico>. Ogni città sovraimpone vivacemente elementi di una scala sovranazionale sul tessuto urbano locale: le chiese nella capitale religiosa, i casinò e le loro insegne nella capitale del divertimento. Tutto ciò causa violente giustapposizioni di uso e scala in entrambe le città”



Main street e la Strip. “Una cartina stradale di Las Vegas rivela due scale di movimento all’interno del reticolo : quella di main street e quella della Strip (29,30). La main street di Las Vegas è Fremont Street la prima delle due concentrazioni di casinò dove si localizzò lungo tre dei quattro isolati la strada (31). Qui i casinò stanno insieme come in un bazar a ridosso del marciapiede, con il tintinnio delle loro slotmachine (32). I casinò, gli hotel di Fremont Street sono orientati verso la stazione ferroviaria all’inizio della strada; qui avviene la connessione tra le diverse scale, il movimento della ferrovia e della strada principale.”



Sistema e ordine sulla Strip. “La zona della highway è dotata di un ordine condiviso, mentre quella intorno alla highway ha un ordine tutto suo (36). Gli elementi della highway sono pubblici, mentre gli edifici e le insegne sono privati. Insieme abbracciano continuità e discontinuità, partenze e soste, chiarezza e ambiguità, cooperazione e competizione, comunità e spietato individualismo.”


Mappe di Las Vegas. “E’ estremamente difficile restituire qualitativamente l’atmosfera di Las Vegas, perché questa dipende principalmente dai watt (23), dall’animazione e dall’iconologia; comunque, mappe di paesaggio, mappe turistiche e brochures ne rendono in qualche modo l’idea (28,71).”











Cambiamento e permanenza sulla Strip. “Le insegne e le facciate dei casinò, le parti più singolari e più monumentali della Strip, sono anche le più soggette al cambiamento; sono le strutture neutrali dei sistemi di motel che sopravvivono a una serie di chirurgie plastiche e a un avvicendamento di temi sulla facciata. L’hotel e casinò Aladdin è in stile moresco sulla facciata e in stile Tudor sul retro (13).”


L’architettura della Strip. “Il tipico complesso hotel-casinò comprende un edificio abbastanza vicino alla highway da poter essere visto dalla strada oltre le auto in sosta, ma anche abbastanza lontano per poter accogliere corsie di entrata e uscita, rotatorie e parcheggi... … La lunghezza della facciata che da sulla Strip non ha ancora il valore che una volta aveva su main street, e il parcheggio resta un appropriato riempitivo dell’aera. Caratteristico della Strip è il grande spazio tra gli edifici.”







L’illuminazione di Las Vegas. “Il tempo è infinito, perché la luce di mezzogiorno e di mezzanotte è esattamente la stessa; lo spazio è infinito, perché la luce artificiale serve a confondere piuttosto che a definirne i limiti (51). La luce non è usata per definire lo spazio … … Lo spazio è chiuso ma infinito, perché i suoi confini sono bui.”


La monumentalità architettonica e lo spazio ampio e basso. “In passato, il volume era in funzione della campata strutturale e l’altezza era relativamente facile da ottenere. Oggi, al contrario, la campata è facile da ottenere e il volume è condizionato dalle limitazioni in altezza dettate da ragioni di tipo economico e impiantistico… …In passato le grandi campate, con le rispettive altezze, costituivano un importante ingresso di monumentalità architettonica (53). I nostri monumenti, però, non sono gli occasionali tour de force di un Astrodomo, di un Lincoln Center o di un aeroporto: questo prova semplicemente che ampi e alti spazi non producono automaticamente monumentalità architettonica.”




Le insegne di Las Vegas. “La grande insegna- indipendente dall’edificio e più o meno scultorea o pittorica – si flette grazie alla sua posizione (perpendicolare ai bordi della highway), alle sue dimensioni e qualche volta grazie alla sua forma.”


Inclusione e ordine difficile. “Henri Bergson chiamava disordine quell’ordine che noi non siamo capaci di vedere. L’ordine emergente della strip è un ordine complesso … … La strip commerciale all’interno dello sprawl urbano è sicuramente simile a Broadacre City ma con una differenza. In quel caso, l’ordine facile identificava e unificava i suoi vasti spazi e i singoli edifici alla scala dell’onnipotente automobile … … L’ordine della strip, invece, include; include a tutti i livelli, dalla mescolanza di media pubblicitari, all’apparenza altrettanto contraddittori, con un sistema di motivi da ristorante neorganici e neowrightiani in formica noce (69).”







Dan Graham, Homes for America, 1966/67





Ed Ruscha, Every building on the Sunset Strip, 1966.













2.“Learning from Las Vegas”, MIT press ! !Robert Venturi_Denis Scott Brown_Steve Izenour!

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!a. Un significato per i parcheggi A&P, ovvero

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! imparare da Las Vegas_! !- Note per il corso di progettazione architettonica!

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!! !b. Architettura brutta e ordinaria, ovvero

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“decorated shed” - Alcune definizioni con il metodo comparativo - Precedenti storici e non: verso un’architettura antica


La cattedrale come una papera e lo shed “La cattedrale di Amiens è un cartellone pubblicitario davanti a un edificio (88). Le cattedrali gotiche sono state considerate - deboli - perché non hanno raggiunto una - unità organica- tra facciata principale e fronte laterale. Questa disgiunzione, però, è un ovvio riflesso di una contraddizione intrinseca in un edificio complesso che, rispetto alla cattedrale quadrata, è costituito da uno schermo relativamente bidimensionale di propaganda e da una retrostante costruzione in muratura. Questo è il riflesso di quella contraddizione tra immagine e funzione che lo shed decorato spesso riesce a tenere insieme ”


Il rinascimento e lo shed decorato “Il palazzo italiano è lo shed decorato per eccellenza. Per due secoli da Firenze a Roma, la pianta delle stanze en suite attorno a un cortile interno rettangolare e porticato, con un ingresso in profondità nel centro della facciata e un prospetto a tre piani, con occasionali mezzanini, fu una base costante per una serie di variazioni stilistiche e compositive. L’intelaiatura architettonica era la stessa sia per palazzo Strozzi, con i suoi tre piani di bugnato che va sfumando in altezza, sia per il Rucellai, con la sua pseudo intelaiatura di paraste su tre ordini, sia per il Farnese….”









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3. “La città di Padova, saggio di analisi urbana.” Officina Edizioni, Roma 1970 Carlo Aymonino, Manlio Brusantin, Gianni Fabbri, Mauro Lena, Pasquale Lovero ,Sergio Lucianetti, Aldo Rossi Premessa ! ! ! ! !a. Lo studio dei fenomeni urbani.! ! ! ! ! !b. Lo sviluppo della città medioevale! ! ! ! ! !c. Campioni di lettura: Via dei Savonarola e Borgo Santa Croce! ! ! ! ! !d. Costruzione della campagna e dellʼarchitettura del paesaggio! ! ! ! ! !e. Rapporto fra morfologia urbana e tipoloogia edilizia nella ! ! ! !Padova dellʼ800! ! ! ! ! !f. Campioni di lettura: il viale della stazione! ! ! ! ! !g.Caratteri urbani delle città venete! ! ! ! ! ! !!

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Premessa Carlo Aymonino

L’origine di questo studio è di natura prettamente didattica: essa deriva dalla trasformazione del corso di Caratteri distributivi degli edifici, attuata negli anni 1963/ 1966 nell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Le ragioni di tale trasformazione vanno ricercate nelle carenze che Aldo Rossi ed io tentammo di individuare nella cultura architettonica contemporanea, con particolare riferimento alla situazione italiana. Carenze che, schematicamente, investivano in modo specifico i problemi dell’architettura nel suo costituirsi come fenomeno urbano e che avevamo avuto modo di affrontare, sia pure saltuariamente, nella nostra precedente collaborazione alla rivista « Casabella continuità », fino alla sua forzata chiusura. All’interno di tale giudizio generale le nostre riserve riguardavano anche la struttura delle facoltà di architettura e i diversi insegnamenti che vi venivano svolti, in particolare quelli critico compositivi, che non contemplavano lo studio dei fenomeni urbani in rapporto all’architettura. I due giudizi, sulla cultura architettonica e sulle facoltà di architettura, non avevano inizialmente la caratteristica di essere l’uno conseguenza dell’altro, ma furono elaborati raffrontandoli contemporaneamente; la loro interrelazione o integrazione avvenne durante le discussioni con gli altri assistenti e con gli studenti, con la conseguente formulazione di ipotesi di partenza per la trasformazione radicale dell’insegnamento dei caratteri distributivi degli edifici.


…Il corso dei caratteri degli edifici si presenta quindi come un corso sperimentale basato su una serie di ricerche da svolgersi concordemente tra assistenti e studenti; ha per fine la revisione di una serie di strumenti conoscitivo - operativi (norme, regolamenti, tipologie, standard, classificazioni funzionali ecc. ), messi in crisi dall’estensione della pianificazione e dall ’arricchimento della storia dell’architettura moderna, che pongono oggi all’architetto nuove e diverse dimensioni di intervento e di invenzione. Le ricerche pertanto dovranno essere rese a fornire una serie di dati (raccolta) e alcune verifiche di ipotesi (descrizione) per una indagine sull’origine e i successivi sviluppi della città speculativa (intendendo con questo termine lo sviluppo urbano basato sulla proprietà fondiaria) come momenti di crisi del tradizionale rapporto città-campagna e come elemento contradditorio di un nuovo sviluppo, la cui sintesi sia costituita dalla possibilità di collocare in un quadro il più possibile esatto l’intervento specifico dell’architetto….


… Il corso fu impostato su una serie di ricerche di gruppo; inizialmente secondo temi generali riguardanti l’analisi delle tipologie edilizie, della struttura della città moderna, delle relazioni tra i servizi e le attrezzature, dei rapporti tra la regolamentazione edilizio-urbanistica e l’architettura, dei rapporti tra le utopie e le realizzazioni dei nuovi organismi civili. Alcune di tali ricerche furono, già nel corso del primo anno, localizzate nella città di Padova che, durante i due anni successivi, divenne il principale campo di analisi e di verifica. Molti dei risultati intermedi furono discussi e confrontati in seminari di studio che coinvolsero tutto il corso …


…Lo studio è suddiviso in una introduzione riguardante lo studio dei fenomeni urbani in generale, in tre saggi relativi ai periodi storici più determinanti le trasformazioni della struttura urbana, in tre letture analitiche di campionature sperimentali e in un saggio comparativo delle città venete. L’angolazione diversa di ogni saggio rivela il metodo seguito nello studio, che non è stato né di tipo antologico (raccolta di scritti autonomamente diversi su di un tema unico) né di tipo accademico (utilizzazione da parte del docente del materiale raccolto in equipe). Si è trattato di un vero e proprio lavoro di gruppo per quel che concerne la collocazione storica e la scelta dei temi, le relazioni tra le ipotesi critiche e il materiale di documentazione, l’elaborazione di alcune tesi generali sui processi di sviluppo. …


3. “La città di Padova, saggio di analisi urbana.” Officina Edizioni, Roma 1970 Carlo Aymonino, Manlio Brusantin, Gianni Fabbri, Mauro Lena, Pasquale Lovero ,Sergio Lucianetti, Aldo Rossi Premessa ! ! ! ! !a. Lo studio dei fenomeni urbani.! ! ! ! ! !b. Lo sviluppo della città medioevale! ! ! ! ! !c. Campioni di lettura: Via dei Savonarola e Borgo Santa Croce! ! ! ! ! !d. Costruzione della campagna e dellʼarchitettura del paesaggio! ! ! ! ! !e. Rapporto fra morfologia urbana e tipoloogia edilizia nella ! ! ! !Padova dellʼ800! ! ! ! ! !f. Campioni di lettura: il viale della stazione! ! ! ! ! !g.Caratteri urbani delle città venete! ! ! ! ! ! !!

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Lo studio dei fenomeni urbani Finalità della ricerca Carlo Aymonino “E’ evidente che le letture sono e devono essere molteplici. Nel nostro caso è una lettura dei fatti edilizi, nel loro processo individuale là dove esso diviene tipico e tende a superare i condizionamenti del rapporto; o nelle loro relazioni reciproche, là dove investono una parte o tutta la struttura della città in un determinato periodo. Si è tentato perciò di individuare in alcuni momenti della storia della città di Padova i rapporti intercorrenti tra una determinata forma urbana e alcuni tipi edilizi, altrettanto determinati, ma non necessariamente e meccanicamente « relazionabili a » o « derivabili da » quella forma urbana”


Lo studio dei fenomeni urbani La scelta del campo applicativo Carlo Aymonino “La scelta della città di Padova quale campo dell’analisi, è stata dovuta a sola convenienza di luogo (vicinanza rispetto alla sede universitaria con possibilità quindi di facili sopralluoghi) e quindi, da un punto di vista teorico, essa può essere assunta come casuale, nel senso di non essere stata dettata da nessun giudizio a priori. Tale casualità doveva tuttavia rispondere ad almeno due requisiti: che la città prescelta avesse una dimensione storica non necessariamente legata alla fondazione in epoca romana o antecedente, ma riconoscibile nella sua forma in epoca medievale, e una dimensione geografica in epoca contemporanea ”


Lo studio dei fenomeni urbani La scelta del campo applicativo Carlo Aymonino “…in Padova è riscontrabile una notevole continuità dei periodi storici che ha contribuito alle sue attuali dimensioni non solo fisiche o demografiche, ma anche geografiche, caratterizzate dai rapporti con l’entroterra, con la fitta e differenziata rete delle comunicazioni, con il sistema delle città venetopadane, ecc. La continuità dei periodi storici ha inoltre un altro elemento di interesse, costituito dalle notevoli diversità strutturali e qualitative compresenti oggi in quella che ancora si chiama città: dal centro antico con le sue numerose trasformazioni allo sviluppo ottocentesco, dalle prime zone industriali all’attuale espansione periferica, dai monumenti civili e religiosi alle attrezzature di servizio ”


Padova. Tipologia e lottizzazioni medioevali, la cittĂ antica


“ A padova l’impianto romano e la sua contaminazione si presenta con elementi che sono piuttosto frammenti di una trama perduta che pezzi di un sistema. Anche qui la città all’interno della definizione formale della cittadella come nei sobborghi sembra disporsi attorno a fatti costituiti, a punti di attrazione che la città fino a oggi non ha chiuso in un unico disegno. La città medioevale si presenta come un insieme di quartieri di compartimenti stagni delimitati da corsi d’acqua e da difese, piuttosto che come un tutto unitario… … Anche in questo caso il materiale raccolto a Padova permette dei raffronti con la situazione internazionale di notevole interesse: soprattutto per la definizione dei caratteri dell’area gotica e dellla sua presenza e condizionamento nelle città venete. Dalla situazione catastale e dai rilevamenti eseguiti l’analisi mette in rilievo l’aspetto parcellizzato, ripetitivo e multiplo delle lottizzazioni medioevali riportandole alle note esperienze gotiche. Anche qui il riferimento tipologico diventa tutt’uno con la forma della proprietà così che la forma catastale del lotto diventa sintetica della tipologia”







“Se è vero che la grande città non è fenomeno particolare dell’epoca moderna e contemporanea è anche vero che, con il consolidarsi e l’estendersi della società capitalistico - borghese, il fenomeno diviene quantitativamente rilevante, ossia investe un numero notevolissimo di città, le cui espansioni – come dimostrano le città di Atene e Stoccolma – se hanno ancora un punto < generatore > nell’insediamento antico o medioevale, tendono a costituirsi sempre più indipendentemente da quelli. Il rapporto architettura-città, sia sotto l’aspetto tipologico che morfologico, scompare entro la quantità edificata delle espansioni. ”






Genova, strada nuova. “Il tipo edilizio completamente reinventato nel suo impianto, determina la trasformazione morfologica per parti della città preesistente: nel caso di Genova esso, ripetendosi in un luogo unitario rispetto all’insieme della struttura urbana, viene a costituire un’aggiunta alla forma precedente”













3. “La città di Padova, saggio di analisi urbana.” Officina Edizioni, Roma 1970 Carlo Aymonino, Manlio Brusantin, Gianni Fabbri, Mauro Lena, Pasquale Lovero ,Sergio Lucianetti, Aldo Rossi Premessa ! ! ! ! !a. Lo studio dei fenomeni urbani.! ! ! ! ! !b. Lo sviluppo della città medioevale! ! ! ! ! !c. Campioni di lettura: Via dei Savonarola e Borgo Santa Croce! ! ! ! ! !d. Costruzione della campagna e dellʼarchitettura del paesaggio! ! ! ! ! !e. Rapporto fra morfologia urbana e tipoloogia edilizia nella ! ! ! !Padova dellʼ800! ! ! ! ! !f. Campioni di lettura: il viale della stazione! ! ! ! ! !g.Caratteri urbani delle città venete! ! ! ! ! ! !!

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Le cittĂ venete
















4.ILAUD, Giancarlo De Carlo 1974-2004!

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4.ILAUD, Giancarlo De Carlo 1974-2004!

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La nascita dell’Ilaud “ Nel 1974 l’Università di Urbino istituisce l’Ilaud, l’International Laboratory of Architecture and Urban Design … … Il nuovo laboratorio, che si occupa della trasformazione dell’ambiente fisico, si propone di promuovere la ricerca di nuove metodologie e tecniche di progetto, e favorire i contatti e lo scambio culturale tra docenti e studenti di diversi paesi e università. La sede è Urbino … Lingua ufficiale è l’inglese. L’organizzazione della ricerca prevede da una parte una serie di attività permanenti, da svolgersi presso le diverse università durante tutto l’anno, dall’altra un laboratorio estivo dalla durata di otto settimane (ridotte successivamente a cinque), in cui docenti e studenti (per un totale tra sei e nove partecipanti per ogni università ) affrontano alcuni temi progettuali. Un “bollettino” manterrà i contatti tra le diverse università durante l’anno, presentando i risultati delle diverse ricerche e sperimentazioni. Nel settembre 1975 alcune università vengono invitate a far parte del Laboratorio: negli Stati Uniti, Harvard e Mit; in Europa Barcellona, Edinburgo, Strasburgo, Zurigo, Oslo, Lovanio, Mosca, Lubiana, Zagabria.”


L’internazionalista “ Gli obiettivi dichiarati per Spazio e Società sono infatti i medesimi dell’Ilaud: da una parte lo studio delle trasformazioni dell’ambiente fisico, al fine di rivelarne l’intero processo generativo, poiché l’occultamento delle motivazioni e delle conseguenze mistifica la comunicazione e perciò rende impossibile di ricavarne un’esperienza; dall’altra una concezione dell’architettura come generatrice di processi, più che di oggetti.”


La partecipazione e il riuso “ ... L’Ilaud, si propone come pluralista , con un programma aperto, e caratterizzato da una esclusione, il formalismo, e da un obiettivo, la ricerca di una nuova metodologia di progettazione, che lasciano aperte le più diverse interpretazioni. Gli obiettivi iniziali sono così descritti nei primi documenti : esplorare nuove metodologie e tecniche di progettazione; favorire i contatti tra i docenti e studenti di diversi paesi; permettere alle diverse università l’opportunità di un confronto; aprire una rete di comunicazione, attraverso le università, che permetta la circolazione di informazioni sui problemi delle trasformazioni sui problemi della trasformazione dell’ambiente fisico.”



La partecipazione e il riuso “ Partendo dal presupposto che le trasformazioni della societĂ lasciano nello spazio fisico segni inequivocabili leggere vuol dire allora identificare i segni dello spazio fisico, estrarli dalle loro stratificazioni, interpretarli, ordinarli e ricomporli in sistemi che siano significativi oggi, anche per noi. Naturalmente questo tipo di lettura deve essere compiuta con mente progettante, per rivelare il passato e intravvedere il futuro. â€?



4.ILAUD, Giancarlo De Carlo 1974-2004!

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5. HARVARD_Project on the city ! !1_“Great Leap Forward”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001 2_“Guide to shopping”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001


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5. HARVARD_Project on the city ! !1_“Great Leap Forward”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001 2_“Guide to shopping”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001






5. HARVARD_Project on the city ! !1_“Great Leap Forward”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001 2_“Guide to shopping”, Chuihua_Judy Chung_Jeffrey Inaba_Rem Koolhaas_ Sze Tsung Leong, Taschen 2001































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