Testimonianze dei coordinatori dei campi di volontariato internazionale

Page 1

Coordinare

Coordinare un workcamp CON YAP - YOUTH ACTION FOR PEACE

un workcamp


PERCHE' COORDINARE UN CAMPO DI VOLONTARIATO IN ITALIA

Per vivere un'esperienza di volontariato internazionale a 360° non sempre bisogna partire. Ogni anno YAP - Youth Action for Peace offre l'opportunità di conoscere tante belle realtà e tanti bei progetti in Italia ai volontari che vogliono diventare campleader ovvero coordinatori dei campi di volontariato. Per i nostri workcamp che sono organizzati in diverse regioni d'Italia in collaborazione con varie enti, cerchiamo ogni anno coordinatori che abbiano voglia di fare un’esperienza formativa, contribuire alla vita dell’associazione, divertirsi e fare nuove amicizie in tutto il mondo.


Requisiti richiesti: • avere dai 18 ai 30 anni (sono possibili eccezioni del limite massimo di età) • avere una precedente esperienza di volontariato internazionale/nazionale • avere disponibilità a impegnare 2 settimane per coordinare un campo internazionale di volontariato in Italia; • avere buona conoscenza della lingua inglese Vi ricordiamo inoltre che: • Coordinare un campo è un'attività di volontariato; • Vitto e alloggio durante il campo lavoro sono a carico dell'associazione; • YAP Italia garantisce un modesto rimborso forfetario aggiuntivo per le spese personali (50 euro); • YAP Italia rimborsa al coordinatore/coordinatrice il viaggio per raggiungere il luogo del campo (A/R). • Chi coordina un campo può partecipare ad honorem ad un campo di lavoro per l'anno in corso o per l'anno successivo oppure può scegliere di regalare un campo ad un amico

COORDINATORI NON SI NASCE. COORDINATORI SI DIVENTA.


TRAINING PER COORDINATORI CAMPI A POGGIO MIRTETO 2018 DOVE? Tenuta di Sant’Antonio, Poggio Mirteto Scalo (vicino Roma) QUANDO? 25-27 maggio 2018 (arrivo: la sera del 24 Maggio per chi viene da fuori Roma, partenza: ore 13 del 27 Maggio) POSTI DISPONIBILI: 10 Scadenza per presentare la candidatura: 29 Aprile 2018 Per info e candidature: coordinatori@yap.it

FORMAZIONE COORDINATORI Gli aspiranti coordinatori parteciperanno al corso di formazione residenziale. I partecipanti potranno familiarizzare con le competenze chiave dei processi di intercultural learning, conflict management, leadership e con tutti gli aspetti pratici che riguardano la gestione dei progetti internazionali di volontariato in Italia.Â


YAP Testimonianze dei coordinatori

Youth Action for Peace


MATTIA SPERANZA coordinatore e co-organizzatore del campo FORESTE CASENTINESI - Pratovecchio (Arezzo)

"Non vedo l'ora di iniziare il prossimo"

Coordinare un campo di volontariato internazionale è un'esperienza unica, forse indescrivibile. La timidezza dei ragazzi appena giunti da ogni partedel mondo, jet-leg al seguito si scioglie dopo meno di 24h in un abbraccio di lingue e aspettative differenti, accomunate da un'unica passione. Sono state due settimane d'immersione nella natura di un Parco nazionale, a stretto contatto con la flora, la fauna, i dipendenti dell'ente e i pochi abitanti del luogo. Due settimane che hanno visto nascere amicizie e forti legami, che hanno visto momenti di confronto più o meno accesi, sempre risolti in un sorriso. Essere coordinatore vuol dire anche questo: stemperare i conflitti, esaltare la condivisione. Il gruppo e il contesto senza dubbio aiutano. Non vedo l'ora di iniziare il prossimo. Grazie a Yap per la bellissima opportunità.


Questo credo sia lo spirito migliore con cui affrontare questa esperienza. Ho scelto di coordinare il campo di Castelluccio di Porretta Terme (BO) per molteplici ragioni: l'interesse per un'area marginale e le sfide che in questo contesto si affrontano quotidianamente per prendersi cura del proprio territorio e della propria comunità, da una parte, e la voglia di mettersi in gioco, di comprendere quanto fino a quel momento avevo appreso dalle mie diverse esperienze come volontaria. Forse, alla base di tutto, c'era una motivazione ancora più profonda: la voglia di sperimentarmi, affrontando una nuova sfida. Il campo è stato, nel suo complesso, un'esperienza estremamente positiva: siamo stati accolti e costantemente aiutati dagli abitanti di questa piccola frazione e siamo riusciti a integrarci bene, al punto perfino da coinvolgere i più giovani in alcune delle nostre attività (dai lavoretti quotidiani ai giochi serali).

VALENTINA CAPOCEFALO coordinatrice del campo MANSERVISI CASTLE - Bologna

"La domanda non è: perché coordinare un workcamp? Piuttosto: perché no?"


I momenti di crisi, la cui esistenza è costante e necessaria in questo tipo di esperienze, sono stati diversi: una valigia arrivata solo a tre giorni dalla fine del campo, incomprensioni linguistiche e saltuari screzi. Momenti che vengono però soppiantati dalla consapevolezza di contribuire a qualcosa di positivo, facendo rete sia tra i volontari che con la comunità locale: una consapevolezza che genera felicità e tantissima malinconia, soprattutto nell'ultima giornata! Coordinare il campo è un'esperienza che di sicuro forma i volontari come tali, ma soprattutto come esseri umani: il confronto con l'Altro (un'altra cultura, un altro carattere, o semplicemente un altro modo di lavare i piatti) è d'obbligo per crescere. Fate attenzione: il campo, oltre che a formare, sforma... Le tigelle e le lasagne di Franca e la cucina di Salvatore non perdonano!


VIVIANA SURIANO coordinatrice del campo GIS - Ospedale Monaldi (Napoli)

"E' un'avventura, una scoperta di luoghi, culture e persone. Io lo rifarei"

Ho coordinato con Yap un campo di volontariato in un babyparking a Napoli. Posso dire che questa sia stata per me un'esperienza significativa, nonostante io abbia partecipato ad altri campi di volontariato questa è stata molto formativa, mi ha messo davanti ad aspetti del mio carattere importanti e allo stesso tempo mi ha mostrato dinamiche di gruppo a volte inevitabili. In tutto il campo è stato presente un grande entusiasmo per l'attività svolta, per le differenze culturali che si sono incrociate, quelle dei partecipanti e quella italiana, e per la città ospitante, Napoli. Bello è stato vedere i bambini fare giochi e cantare filastrocchi provenienti da tutto il mondo. Nonostante la lingua diversa vi è stata una buona interazione tra le volontarie e i bimbi del babyparking e con le educatrici del posto.


Più difficili invece sono stati i momenti di gestione interna al gruppo al di fuori delle attività previste dal campo: evitate l'esclusione di alcuni partecipanti, il confronto diretto con il gruppo dopo aver preso una decisione sbagliata o il non voler prendere una decisione quando si crede che aspetti al gruppo e non al coordinatore. Consiglierei a qualcuno di coordinare un campo? Si sicuramente si, è un'avventura, una scoperta di luoghi, culture e persone. Io lo rifarei, certo non senza un pò di quel timore che c'è quando si deve affrontare una sfida personale.


Quest'anno ho coordinato due campi di volontariato a Carignano, in Villa Bona. Non era la mia prima esperienza nel coordinamento di una campo, ma era la prima volta con Yap. Partecipare ad un campo internazionale significa vivere con persone provenienti da tutto il mondo: cucinare, lavorare, parlare e divertirsi insieme, ma anche fraintendersi, discutere, mangiare pane all'aglio per colazione o non capirsi proprio! Coordinare un campo vuol dire cercare di tenere sotto controllo il tutto, mediare tra le diverse idee contrastanti, avere pazienza e soprattutto insegnare agli altri ad averne e ad essere disponibili. La regola fondamentale che ho vuluto far passare nei nostri campi è sempre stata "take care of the others" per provare a vivere mettendo i bisogni degli altri al primo posto. Coordinare un campo fa emergere nuove sfide ogni giorno, ti mette alla prova ma con il sorriso e la mediazione si può cercare di gestire ogni problema.

CHIARA IRACI TOBBI coordinatrice del campo VILLA BONA - Torino

"Ti mette alla prova ma con il sorriso si può

gestire ogni

problema"


SARA GIACOPELLO coordinatrice del campo MAKE IT BLUE - Minori (SA)

"Alla fine del progetto, ti senti più maturo e più preparato"

Ho 20 anni e coordino campi di volontariato da quando ne ho 18. Ho cominciato per puro caso, con la mail di invito al corso di formazione per campleaders che fortuna ha voluto si tenesse vicino a casa mia: non potrò mai ringraziare abbastanza per questa casualità. Per me fare volontariato è godersi al meglio il proprio tempo libero: al contrario di una qualunque altra vacanza fine a sé stessa, organizzata con il proprio gruppo di amici o familiari, un campo di lavoro ti permette allo stesso tempo di conoscere nuove persone, vedere posti nuovi, aprire la tua mente e, senza che nemmeno tu te ne renda conto, fare il tuo piccolo per aiutare qualcuno. Consiglio l’esperienza come campleader perché, nonostante possa fare un po’ paura l’idea di dover rendere conto di persone sconosciute, alcune volte anche più grandi o con più esperienza di te, non è così.


Dal mio punto di vista, come coordinatrice di un campo non mi sono mai posta un gradino più in alto rispetto agli altri. Ti senti un volontario tanto quanto lo sono loro, con la fortuna di poter parlare la lingua locale e la possibilità di aiutare e mediare in caso nascesse qualche problema. È un’esperienza formativa gigantesca poiché, alla fine del progetto, ti senti più maturo e più preparato, senza neanche poterti rendere conto di quando questo cambiamento sia avvenuto.


Perché si sceglie o meglio perché sei giovani ragazzi da paesi diversi scelgono di trascorrere un campo di volontariato di tre settimane nella cooperativa Zora, un centro per ragazzi disabili a Scandiano, nei paraggi di Reggio Emilia? Prescindendo dalle singole motivazioni individuali, alla base c’è la curiosità, la voglia, la motivazione di mettersi in gioco e lavorare a stretto contatto con persone speciali in un ambito molto complesso nel suo genere. Si..speciali perché ogni persona all’interno del centro ha contribuito a modo suo a rendere piene e divertenti quelle giornate trascorse insieme ai volontari che non conoscevano nemmeno una singola parola di italiano. I primi giorni sono trascorsi principalmente ad osservare poiché per la maggior parte di loro si trattava della prima esperienza a contatto con la disabilità e quindi era necessario un primo periodo di adattamento. Ma con il passare dei giorni e le tante ore trascorse insieme nelle varie

MARTINA MINA coordinatrice del campo SCANDIANO - Reggio Emilia

"Un'esperienza ricca di emozioni, di spontaneità, di risate e condivisioni."


attività quotidiane, durante le gite, e lungo le serate nel centro residenziale di Zora i ragazzi sono stati ottimi maestri di italiano per quei sei ragazzi : tre ragazzi russi, una spagnola, una francese e una signora turca. Inoltre la complicità che si è creata tra di loro è stata sorprendente, i ragazzi ogni giorno erano impazienti di vedere i volontari e trascorrere tempo con loro, sempre curiosi ed entusiasti della loro presenza e soprattutto molto dispiaciuti dopo la loro partenza a fine progetto. È stata un’esperienza senza dubbio ricca: di emozioni, di scoperte, di dialoghi fatti di segni mezze parole e tanti sguardi, di spontaneità, di risate e condivisioni. In tutto ciò vogliamo senza dubbio ringraziare l’associazione Yap e i coordinatori dei vari centri e in modo particolare Igor sempre molto disponibile nei nostri confronti. Infine voglio concludere con una frase di una volontaria russa : “the most important is that you want to return and I want!” la cosa più importante è che tu abbia voglia di ritornarci e io sicuramente lo voglio!


Thank you! A tutti i nostri coordinatori e coordinatriciÂ

Grazie mille!


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.