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| | GINEVRA | La nuova Aula XIX delle Nazioni Unite | | GENEVA | The new Room XIX of the United Nations | | NOVEMBRE - NOVEMBER 2019

589

Mensile / Monthly magazine € 10,00

€ 5,00 (Italy only)

SMALL SIZE Mini spazi a Milano e Madrid

Miniature Spaces in Milan and Madrid

MONTREAL Vetrate sul bosco

MediaGroup spa - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano Printed in Italy

Glass Walls onto the Woods

DESIGN Speciale luce Lighting Special




Firme

CRAIG HODGETTS Con una vasta esperienza in arti teatrali, ingegneria automobilistica e architettura, lo studio Mithun | Hodgetts + Fung Partner porta una singolare sinergia nella progettazione di ambienti complessi. Craig è stato professore alla UCLA Graduate School of Architecture and Urban Planning ed è stato preside fondatore della School of Design del California Institute of the Arts. Usa la tecnologia e la narrazione per dare forza ai progetti. La sua architettura abbraccia il sentire contemporaneo, la cultura dell’informazione e gli stili di vita in evoluzione. With their broad-ranging background in theatrical arts, automotive engineering and architecture, Mithun | Hodgetts + Fung Partners bring a singular synergy to the design of challenging environments. Craig Hodgetts is a former professor at the UCLA Graduate School of Architecture and Urban Planning, and was a Founding Dean of the School of Design at the California Institute of the Arts. His use of high technology and storytelling to invigorate his designs produces an architecture that embraces contemporary ideology, information culture and evolving lifestyles. p. 80 PAOLO LAVEZZARI Milano, classe 1957. Partito dalla critica d’arte e transitato per la moda si occupa di design e delle sue vicende, preferibilmente quelle meno note, per diverse riviste del settore. Born in Milan, in 1957. He started out as an art critic, then moved into fashion. He now deals with the world of design and the various, often less well-known things going on in it for various sector publications. p. 104

4 ABITARE 589

ALBA CAPPELLIERI Professore ordinario di Design del gioiello e dell’accessorio moda al Politecnico di Milano, è direttore del Museo del gioiello, allestito all’interno della Basilica Palladiana di Vicenza (il primo nel suo genere in Italia), ed è presidente della Women Jewellery Association Italy. È autrice di numerosi libri sul rapporto tra gioielleria e design e con i suoi studenti ha fondato il blog www.jewelleryscape.it, punto di riferimento per il gioiello online. A full professor of Jewellery & Fashion Accessory Design at Politecnico di Milano, she is director of the Jewellery Museum in the Basilica Palladiana in Vicenza (the first of its kind in Italy) and president of the Women’s Jewellery Association Italy. She has written numerous books on the relationship between jewellery and design and, together with her students, founded the blog www.jewelleryscape.it, a reference point for jewellery online. p. 112 ENRICO SUÀ UMMARINO Milanese, 48 anni. Figlio d’arte, dal padre fotografo e dalla madre stylist ha imparato fin da bambino che non bisogna avere limiti nell’immaginazione. E così a 16 anni ha lasciato gli studi per iniziare a scattare. Ha una vera passione per lo still life e una decisa preferenza per gli accessori. Now 48, he was born in Milan into an artistic family. As a child, he learned from his photographer father and stylist mother that there should be no limits to a person’s imagination. And indeed, at the age of 16 he left school to start taking his own photographs. He has a real passion for the still life and a definite preference for accessories. p. 112

CLÉMENT MASURIER Ventottenne, diplomato alla Scuola Nazionale di Architettura Parigi-Malaquais, conduce in parallelo l’attività di architetto presso lo studio TVK e una ricerca personale sul paesaggio urbano globalizzato che traduce in un racconto illustrato in divenire dal titolo La vanità di una spugna. Aged 28, he holds a diploma from the École Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Malaquais. As well as working as an architect at the TVK studio, he is currently engaged in a personal research project on the globalised urban landscape, which translates into an illustrated book he is developing entitled La vanité d’une éponge. p. 119



THE SPIRIT OF PROJECT

RIMADESIO.IT

SISTEMA ARMADI COVER FREESTANDING DESIGN G.BAVUSO


Sommario

34

Una villa firmata dallo studio yh2 di Montréal che sembra pensata per mettere in scena il movimento degli alberi / A house by the yh2 firm of Montreal seems to have been designed to frame the movement of the trees.

13

Orizzonti

32

Libri

34

Lo spettacolo della natura

The Spectacle of Nature

txt fabrizio gallanti photos maxime brouillet

44

Open-space al cubo

A Cubed Open-Space

txt alberto bortolotti photos sara magni

52

Nippo-matrioska a Madrid

Japanese-Russian Dolls in Madrid

txt alice piciocchi photos imagen subliminal

58

Ascoltando il paesaggio Listening to the Landscape

txt michele calzavara photos nic lehoux

68

58

Il nuovo municipio di Eystur, nelle isole Fær Øer, progettato da Henning Larsen / The new town hall of Eystur municipality (Faroe Islands) designed by Henning Larsen.

Un cielo per le Nazioni Unite The Sky above the United Nations

txt martina landsberger photos giovanna silva

74

Salotto per pochi A Lounge for the Few

txt sara banti photos andrea martiradonna

80

Il mio volo libero Flying Free

txt craig hodgetts

68

A Ginevra, lo studio milanese Peia Associati firma il restyling dell’Aula XIX dell'ONU / In Geneva, the renovation of Room XIX in the UN building by the Milan-based practice Peia Associati.

589 ABITARE 7


Sommario

88

Nei colli piacentini, il rifugio di Gianmaria Beretta, a capo di uno dei più noti e prolifici studi milanesi / The refuge of Gianmaria Beretta, head of one of the best known and most prolific practices in Milan.

88

L’eremo dell’architetto The Architect’s Retreat

txt irene guzman photos andrea martiradonna

95

1974 Villa Benkemoun

98

Veloce ed elegante Fast and Elegant

txt matteo poli photos jonas bjerre-poulsen

104 112 119

Mendini Forever

txt paolo lavezzari

Foglina & Chissà

txt alba cappellieri photos enrico suà ummarino

Entomologia della città

Entomology of the City txt alice piciocchi

127

Il futuro della luce

104

Insieme alle figlie di Alessandro, Elisa e Fulvia, un team di progettisti dà continuità all'Atelier Mendini / Together with Alessandro's daughters Elisa and Fulvia, a team of designers is continuing the work of Atelier Mendini.

The Future of Light

curated by mia pizzi txt celeste ferrari, ali filippini

146

Free Man in a Smart City

drawing fernando cobelo

127

Le nuove lampade rivelano intelligenze inaspettate e assolvono a più funzioni / New lamps are doing some unexpectedly clever things, covering a range of functions.

8 ABITARE 589


ph. Miro Zagnoli

Milano dal 1945

www.oluce.com


Staff

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DESIGN

Speciale luce Lighting Special

è pubblicata da / is published by RCS MediaGroup S.p.A.

Tommaso Giunchi + Atelierzero Open-space, Monza, Italy (photo Sara Magni) p. 44

Presidente e Amministratore delegato Urbano Cairo Consiglieri Marilù Capparelli, Carlo Cimbri, Alessandra Dalmonte Diego Della Valle, Uberto Fornara, Veronica Gava Gaetano Miccichè, Stefania Petruccioli Marco Pompignoli, Stefano Simontacchi Marco Tronchetti Provera

Direttore responsabile Editor in chief Silvia Botti Capiredattori Managing editors Sara Banti Architettura, attualità, sito web Architecture, news, web site

Collaboratori Contributors

Fabio Grazioli Caposervizio digital Digital senior editor

Stefano Benedetti Jonas Bjerre-Poulsen Alberto Bortolotti Maxime Brouillet Michele Calzavara Cristiana Campanini Alba Cappellieri Fernando Cobelo Celeste Ferrari Ali Filippini Elena Franzoia Fabrizio Gallanti Irene Guzman Craig Hodgetts Imagen Subliminal Martina Landsberger Paolo Lavezzari Nic Lehoux Sara Magni Andrea Martiradonna Francesca Oddo Matteo Poli Giovanna Silva Enrico Suà Ummarino

Elena Liberatore Caposervizio paper Magazine senior editor

Traduzioni / Translations

Chiara Maranzana Sistema multimediale Multimedia system Design consultant Mia Pizzi Curators Alice Piciocchi Web and events Roberto Ricci Infographic and maps Graphic Staff

Segreteria di redazione Editorial secretary Monica Guala Ricerca fotografica Photo research Progetto grafico Graphic design Antonio Meda

Direttore generale News Alessandro Bompieri Rivista internazionale a periodicità mensile edita in lingua italiana e in lingua inglese e diffusa in tutto il mondo, fondata da Piera Peroni nel 1961. An international magazine published monthly in Italian and English, founded by Piera Peroni in 1961 and sold all over the world. via Angelo Rizzoli 8 – 20132 Milano tel. +39 0225843420 redazione@abitare.rcs.it

Federazione Italiana Editori Giornali

Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Rotolito, Seggiano di Pioltello (MI). Printed in Italy Abbonamenti Italia Per informazioni telefonare allo 0263798520 o scrivere a RCS MediaGroup spa, Servizio Abbonamenti, via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano, fax 0225883625, abbonamenti@rcs.it, www.abbonamentircs.it Il servizio è aperto da lunedì a venerdì con orario continuato dalle 8.30 alle 18.30. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. Il cambio d’indirizzo è gratuito: comunicare, almeno 30 giorni prima, il codice abbonato, nome, cognome, indirizzo completo. Abbonamenti estero / Worldwide subscription “Abitare” (USPS 343030) is published by RCS MediaGroup S.p.A. in 10 issues per year. Please contact Fastmag srl, via Portuense 1555, Commercity Isola N/47, 00148 Roma (RM), tel. +39 0665000808, e-mail sub@fastmag.it, www.fastmag.it. Arretrati Rivolgersi al proprio edicolante oppure ad arretrati@rcs.it o al numero 02-25843604. Il pagamento della copia, pari al doppio del prezzo di copertina, deve essere effettuato su IBAN IT 97 B 03069 09537 000015700117 Banca Intesa - Milano intestato a RCS MediaGroup S.p.A., comunicando via e-mail l’indirizzo ed il numero richiesto.

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È DIPINGERE IL MONDO CON PENNELLI DI CERAMICA. Lastre ceramiche Casalgrande Padana: gli strumenti di chi dà forma alla bellezza.

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589

JOHN MACDOUGALL/AFP/GETTY IMAGES

Orizzonti

Friday for Future, Berlin, 20.9.2019.

Facciamo passi avanti. Dagli allarmi sul cambiamento climatico stiamo passando a misure concrete. Mai come in queste settimane lo spirito verde sembra animare il mondo. Il Green New Deal, di cui si è discusso al recente vertice sul clima delle Nazioni Unite, pare interessare la politica. E questa è la notizia. È al centro della campagna per le presidenziali americane del 2020. In Europa, i laburisti inglesi lanciano la Green Industrial Revolution mentre il premier italiano Giuseppe Conte annuncia un patto con tutto il mondo industriale e produttivo per fare dell’Italia uno dei protagonisti mondiali del nuovo corso verde. Per non parlare della Cina che con le sue potenti politiche verdi già da tempo era sembrata l’ultima speranza a un mondo consapevole frustrato dall’indifferenza della comunità internazionale su questi temi. Merito della piccola Greta Thunberg? Forse. Di sicuro dobbiamo molto ai milioni di giovani che non smettono di manifestare in tutto il mondo per il loro futuro. Lo avevano già fatto negli anni Ottanta con il movimento per la pace per porre fine alla guerra fredda e alla corsa agli armamenti. Alla fine il Muro di Berlino è caduto. Speriamo vedano lontano anche questa volta. Silvia Botti Things are moving forward. From mere warnings about climate change, concrete steps are at last being taken. Never as in recent weeks has the world been animated by such an ecological spirit. The Green New Deal that was put forward at the climate summit in New York seems to be arousing political interest, which is newsworthy in itself. It is central to the campaign for the 2020 presidential election in the Usa. In Europe, Britain’s Labour Party is launching a Green Industrial Revolution and Italy’s premier Giuseppe Conte has announced a deal with the entire industrial and manufacturing world to make Italy one of the main players of the Green New Deal. To say nothing of China, whose powerful green political policies did for some time seem to be the only hope for a worried world frustrated by the indifference of the international community on these issues. Is it all down to the young Greta Thunberg? Perhaps. We certainly owe a lot to the millions of young people who continue to protest all around the world for a better future. They did back in the 1980s with the peace movement aimed at putting an end to the Cold War and the arms race and the Berlin Wall did eventually come down. Let us hope for some farsightedness this time round, too. 589 ABITARE 13


LONDON DESIGN MUSEUM

LIFE ON MARS SONO IN MOLTI A CIMENTARSI CON IL TEMA ABITATIVO SU MARTE, un’eventualità sempre più plausibile: dai laboratori della Nasa agli studi di design (Grcic, Anna Talvi) fino a brand di moda come Ræburn. Così il London Design Museum propone Moving to Mars (fino al 23 febbraio 2020), un’esposizione di 500 oggetti frutto di sogni e ricerche su una vita extra-terrestre, cui si aggiungono due installazioni che simulano il pianeta colonizzato. Una, di Alexandra Daisy Ginsberg, ipotizza la sopravvivenza di sole piante; l’altra, dello studio Hassell, ricrea un ambiente casalingo in scala reale, costruito da robot che potrebbero reperire materiali in loco. E la fantascienza si avvicina sempre di più alla realtà. (Alice Piciocchi) THERE ARE MANY WHO BELIEVE WE WILL BE ABLE TO LIVE ON MARS, an idea that seems increasingly plausible. From NASA’s laboratories to design studios (Grcic, Anna Talvi) to fashion brands like Ræburn. Now, the London Design Museum presents Moving to Mars (until 23 February 2020), an exhibition of 500 objects that represent the ways in which extra-terrestrial life has been envisaged, together with two installations that simulate the colonised planet. The one by Alexandra Daisy Ginsberg imagines a world in which only plants survive. The one by studio Hassell presents a life-size home environment, built by robots using the materials they have sourced on site. Science fiction and the real world are coming closer. RÆBURN

HASSELL + ECKERSLEY O’CALLAGHAN

HASSELL + ECKERSLEY O’CALLAGHAN

Orizzonti

Qui sopra e in alto / Above and top, Mars Habitat by Hassell. A destra / Right, SS20, New Horizons collection by Ræburn.

NUMBERS

La quota di consumo globale di energia di cui sono responsabili gli edifici e il settore delle costruzioni insieme. In futuro dovrebbe migliorare. Si calcola che nel 2040 gli edifici saranno più efficienti del 40% rispetto a oggi. (Fonte: International Energy Agency) The amount of global energy consumed by buildings and the construction sector combined. That percentage should fall, going forward. It has been calculated that by 2040 buildings will be 40% more energy efficient than they are today. (Source: International Energy Agency)

14 ABITARE 589


oz

Il mondo che non ti aspetti

targetti.com


MIRO ZAGNOLI

ADAM MØRK AND LUCAS DELACHAUX

Orizzonti

OLYMPIC HOUSE LOSANNA

SINUOSA COME UN ATLETA

WITH THE SINUOUSITY OF AN ATHLETE

MATERIALS

PLASTICA A BASSO IMPATTO

LA NUOVA OLYMPIC HOUSE DI LOSANNA, progettata dallo studio danese 3XN per ospitare gli oltre 500 dipendenti del CIO è un edificio trasparente e flessibile con una facciata ondulata ispirata ai movimenti di un atleta. Concepito per facilitare l’interazione tra i colleghi, nel rispetto degli standard di sostenibilità più esigenti, si può annoverare tra le architetture più “green” al mondo per efficienza energetica, risparmio idrico, riduzione dei rifiuti. Integrato nel parco pubblico del settecentesco Château de Vidy, utilizza le acque del lago per il condizionamento. (Irene Guzman)

PLASTIC LOW-IMPACT

SI ISPIRANO A MATERIALI NATURALI COME MARMO, CUOIO E CARTA GIAPPONESE i nuovi prodotti proposti da Slide, nati per l’outdoor ma utilizzati anche in interni. Eppure questi tavoli, sedute e divani sono fatti di polietilene, il che genera un “effetto fake” davvero sorprendente. Processo industriale e intervento artigianale qui si integrano al basso impatto ambientale, grazie a un materiale plastico riciclabile che, nei colori più scuri, è riciclato addirittura al 100%. Nella foto, la collezione Ottocento, disegnata da Paola Navone. (MP) ADAM MØRK AND LUCAS DELACHAUX

THE NEW OLYMPIC HOUSE IN LAUSANNE, designed by the Danish practice 3XN to house all the staff of the International Olympic committee (a workforce of 500), is a transparent and flexible building with an undulating façade that emulates the movements of an athlete in motion. Designed to favour interaction between colleagues, while complying with the highest standards of sustainability, it can be classed as one of the world’s greenest constructions in terms of energy efficiency, water conservation and waste reduction. It integrates into the public gardens of the 18th-century Château de Vidy, using its lake waters to the heating and cooling of the building.

16 ABITARE 589

SLIDE’S NEW PRODUCTS, ORIGINALLY CREATED AS OUTDOOR ITEMS BUT USABLE ALSO INDOORS, take their inspiration from natural materials like marble, hide and Japanese paper. And yet these tables, chairs and sofas are actually made of polyethylene, whose fake effect is quite remarkable. A combination of industrial manufacturing and handicrafts and a minimal environmental impact, thanks to the use of a recyclable plastic material which, in the darkest shades, is also 100% recycled. The photo shows the Ottocento collection, designed by Paola Navone.


HOUSE OF SURFACES

BERLIN LONDON MILAN SÃO PAULO CARRARA www.ariostea.com


Orizzonti

PHILIPPE BAUMANN

Jean-Paul Goude con una sua opera, di cui vediamo a destra il bozzetto. Jean-Paul Goude with one of his works. Right, the sketch for it.

FASHION

VA IN SCENA JEAN-PAUL GOUDE

JEAN-PAUL GOUDE ON SHOW DESIGNER, PUBBLICITARIO, REGISTA, SCENOGRAFO E DIRETTORE ARTISTICO: è impossibile definire in maniera univoca il lavoro di Jean-Paul Goude, figura eclettica, legata a doppio filo ad alcuni tra i più importanti brand e personaggi degli anni Ottanta (Kodak, Orangina, la cantante Grace Jones), ma soprattutto al magico mondo di Coco Chanel. Proprio alle creazioni dell’artista francese per la celebre casa di moda Chanel è dedicata la mostra In Goude We Trust!, aperta al pubblico a Milano dal 15 novembre al 31 dicembre. Al Palazzo dei Giureconsulti. (Stefano Benedetti)

DESIGNER, ADVERTISER, ILLUSTRATOR, FILM-MAKER, STAGE DESIGNER, ART DIRECTOR: it is impossible to describe the work done by Jean-Paul Goude in simple terms. This eclectic figure was associated with some of the biggest brands and personalities of the 1980s (Kodak, Orangina, the singer Grace Jones), and above all with the magical world of Coco Chanel. The French artist’s creations for the celebrated Chanel fashion house are the subject of the exhibition In Goude We Trust!, which is open to the public from 15 November to 31 December. At Palazzo dei Giureconsulti, Milan.

HUB MILANESE PER LA LUISS MILAN HUB FOR LUISS

RICAVATO NEI DUEMILA MQ DI UN EX CAPANNONE tra corso Como e Porta Garibaldi, il nuovo Milano Luiss Hub – nato dalla collaborazione tra l’università, il Comune, la Fondazione Brodolini e ItaliaCamp – è un laboratorio di manifattura digitale al servizio di alternanza scuola-lavoro, formazione manageriale e startup. Il progetto, dello studio Fabbricanove, mantiene la pianta a L dell’edificio originario ma ne ricostruisce i volumi con vetro, acciaio, cemento. (St.B.) CREATED IN THE 2,000 SQM SPACE OF AN OLD INDUSTRIAL BUILDING between Corso Como and Porta Garibaldi, the new Luiss Hub in Milan – the result of collaboration between the university, the Municipality, Fondazione Brodolini and ItaliaCamp – is a laboratory of digital manufacturing and work-related learning, managerial training and startups. The design, by studio Fabbricanove, retains the L-shaped plan but reconstructs the volumes using glass, steel and concrete. 18 ABITARE 589

FRANCESCO ROMANO

STUDIO FABBRICANOVE


Franchi Umberto Marmi via del Bravo 14 - 16 Carrara (MS) - Italy www.franchigroup.it

design: Cino Zucchi - photo: Lorenzo Borgianni - graphic: Luca Bossi

SHARAWAGGI Cino Zucchi


PEDRO PEGENAUTE

PEDRO PEGENAUTE

Orizzonti

QINHUANGDAO, CHINA

UN MONOLITE FIRMATO NERI&HU

PEDRO PEGENAUTE

PEDRO PEGENAUTE

A NERI&HU MONOLITH

È AVVOLTO DA UN’AURA QUASI SACRALE IL NUOVO ARANYA ART CENTER, progettato dallo studio Neri&Hu a Qinhuangdao, sulla “costa d’oro” del mare di Bohai, nella Cina nord-orientale. Solida e imponente, la facciata di cemento è alleggerita da blocchi sfaccettati che cambiano colore come l’acqua del mare in base al riflesso della luce del sole, catturata anche dagli elementi di bronzo che sottolineano le porte d’accesso. Il pattern modulare presenta scanalature che proiettano ombre sulla superficie, movimentandola nel corso della giornata, mentre di notte le aperture lasciano filtrare la luce e trasformano il volume in una lanterna. L’interno ruota attorno a un cortile a gradoni, utilizzabile come anfiteatro o come vasca per l’acqua piovana, raccolta attraverso una cupola forata che ricorda – in scala maggiore – quella del Pantheon di Roma. (IG)

THE NEW ARANYA ART CENTER, designed by Neri&Hu in the seaside resort of Qinhuangdao, on north-eastern China’s Bohai Gold Coast, has an almost sacred quality to it. Solid and imposing, it has a concrete façade lightened by faceted blocks which, like the sea, change colour depending on how the sunlight hits them, with the light also illuminating the bronze window and door surrounds. The ribbed pattern of the building’s modules creates movement on the surface as the shadows change over the course of the day, while at night the window openings let the light inside shine through. The interior of the building is organised around a large stepped inner space, which can be used as an amphitheatre or as a water feature: rainwater is collected through a perforated dome not unlike (but much bigger than) that of the Pantheon in Rome.

NUMBERS

Gli studenti risultati idonei al test di ammissione alle facoltà italiane di architettura. Per il secondo anno consecutivo sono meno dei posti disponibili (6.802). Dei 565mila architetti attivi in Europa, ben il 27% lo è nel nostro Paese. Ma sono tra i più poveri, solo al 19° posto su 27. (Fonte: Cresme) The number of students eligible for admission to Italian Architecture Faculties. For the second year in a row, that is fewer than the number of available places (6,802). Of the 565,000 architects working in Europe, a good 27% are in Italy. But they are also among the worst paid, ranking 19th out of 27. (Source: Cresme)

20 ABITARE 589


the show

. 2 . 1 1 — 7 — 2O 2O S K O LO OD GO Le persone danno forma al business. Ambiente modella il settore internazionale: straordinaria varietà di design e tendenze, eccezionale offerta merceologica in tutti i settori, consulenza specializzata sui temi d’attualità. Informazioni e biglietteria online: ambiente.messefrankfurt.com Tel. +39 02-880 77 81 info@italy.messefrankfurt.com


DEPASQUALE+MAFFINI

DEPASQUALE+MAFFINI

Orizzonti

IEOH MING PEI

UN’ASTA DA PRITZKER

AUCTIONING A “PRITZKER”’S COLLECTION NEL CORSO DI BEN 72 ANNI DI MATRIMONIO Ieoh Ming Pei e sua moglie Eileen hanno accumulato pezzi d’arte moderna e contemporanea per un patrimonio di 25 milioni di dollari. «Una vera passione, specchio della loro curiosità», ha dichiarato la figlia Liane, che però non si sente così legata a questa impegnativa eredità. Infatti a pochi mesi dalla scomparsa del maestro, la collezione – che comprende 59 opere tra dipinti, sculture, disegni e oggetti – verrà battuta all’asta da Christie’s. A New York, Hong Kong e Parigi, dal 12 novembre al 4 dicembre. (AP)

VICTOR ZBIGNIEW ORLEWICZ

DURING THE 72 YEARS THEY WERE MARRIED, Ieoh Ming Pei and his wife Eileen accumulated works of modern and contemporary art worth 25 million dollars. “A true passion that reflected their inquisitive nature,” said daughter Liane, who does not feel a particular attachment to this great inheritance herself. Indeed just a few months after the passing of the master, the collection – comprising 59 paintings, sculptures, drawings and other items – will be auctioned at Christie’s. In New York, Hong Kong and Paris, from 12 November to 4 December.

PARIS

STANZE CON SANDALO ROOMS FOR SANDALS

IN UN TIPICO APPARTAMENTO PARIGINO STILE HAUSSMAN – con caminetti di pietra, parquet e candide boiserie alle pareti – trova casa Birkenstock 1774, lo showroom per i progetti speciali del brand tedesco di calzature. I toni caldi e avvolgenti degli arredi e dei complementi sia vintage che di design contemporaneo, rigorosamente europei, sono stati selezionati con cura dall’art director londinese Nick Vinson dello studio Vinson&Co. Nei circa 170 metri quadrati articolati in stanze comunicanti, i noti sandali della maison condividono la scena con le sedie Medea di Vittorio Nobili, la libreria Lungangolo di Achille Castiglioni, i tavoli di quercia di Philipp Mainzer, le panche Cleft Oak di Simon Hasan, i tappeti inglesi di fibra di paglia e le ceramiche di Margit Linck. (IG) A TYPICAL HAUSSMAN-STYLE APARTMENT IN PARIS – complete with stone fireplace, parquet flooring and wall panelling – is the new home of Birkenstock 1774, a showroom for the special design projects of the German footwear brand. The warm, inviting colours of the furnishings and complements – some vintage, some contemporary in design, but all strictly European – were carefully selected by the London-based art director Nick Vinson, of the Vinson&Co studio. The approximately 170 square-metre sequence of communicating rooms display the firm’s familiar sandals, which share the space with Vittorio Nobili’s Medea chairs, Achille Castiglioni’s Lungangolo bookcase, Philipp Mainzer’s oak tables, Simon Hasan’s Cleft Oak benches, English straw-fibre rugs and Margit Linck’s ceramics.

22 ABITARE 589



Orizzonti

MILANO

LA CITTÀ CHE SALE CITY ON THE UP

COURTESY THE ARTIST

STRIZZA L’OCCHIO ALLA “SCUOLA MILANESE” DEL DOPOGUERRA – quella degli Ignazio Gardella, Vico Magistretti e Angelo Mangiarotti – il nuovo complesso residenziale Up Town a nord-ovest di Milano, parte del masterplan Cascina Merlata sviluppato da Euromilano. Progetto di Alessandro Scandurra (studio SSA) e Umberto Zanetti (ZDA), il quartiere si compone di quattro torri e tre edifici in linea immersi nel verde. Volumi architettonici mossi ed eleganti, caratterizzati da una particolare attenzione a materiali e dettagli: ampie vetrate e terrazzi, rivestimento ceramico a grandi lastre, parapetti e brise-soleil d’alluminio anodizzato sui toni del bronzo. (Sa.B.)

Otobong Nkanga, The collection: Muscovitologicalymica II, 2013-2014.

24 ABITARE 589

THE NEW UP TOWN RESIDENTIAL COMPLEX IN NORTH-WEST MILAN, part of the Cascina Merlata master plan developed by Euromilano, is a nod to the post-war “Milan School” and its leading figures Ignazio Gardella, Vico Magistretti e Angelo Mangiarotti. A project by Alessandro Scandurra (studio SSA) and Umberto Zanetti (ZDA), the district comprises four towers and a line of three buildings in a leafy setting. The elegant buildings display movement in their design and are characterised by a particular attention to materials and details: generous use is made of glazed surfaces and terraces, it is clad in large ceramic slabs, and has parapets and sun shades in anodised aluminium in shades of bronze.

VENEZIA + ST IVES

L’AFRICA DI OTOBONG NKANGA

OTOBONG NKANGA’S AFRICA OTOBONG NKANGA, come altri artisti africani della sua generazione, declina le tematiche urgenti della sua terra. L’artista nigeriana di stanza ad Anversa, classe 1974, abbraccia disegno, fotografia, installazione, video e performance, ma anche tessiture e wall-drawing. Come si può vedere alla Biennale di Venezia in corso fino al 24 novembre, dove il suo lavoro ha ricevuto una menzione speciale della giuria. Ed è aperta fino al 5 gennaio la sua personale alla Tate St Ives, in Cornovaglia. (Cristiana Campanini)

OTOBONG NKANGA, like other African artists of her generation, explores the issues urgently affecting her land. The Nigerian artist based in Antwerp, who was born in 1974, embraces drawing, photography, installation, video and performance, but also weaving and walldrawing. As can be seen at the BiennalediVeneziathroughNovember 24, where she received a special mention from the jury. And through 5 January is on display her first solo show at a British institution, at Tate St Ives, Cornwall.



NATHALIE KRAG

Orizzonti RESTAURANTS

ARMONIE DI STILI

HARMONY OF STYLES THE NEW SPICA RESTAURANT, in a Milanese former car repair shop, is a colourful blend of styles. The interior design, by Vudafieri-Saverino Partners, is inspired by the traditional Milanese bar design of the 1960s, but with a “lounge area” with round tables and upholstered chairs. The dining-room is a much more extravagant affair, thanks to the geometrically patterned wallpaper in fluorescent colours and the unusual presence of some quite large plants standing on a floor that is partly parquet and partly gravel-covered earth, creating the effect of a winter garden. NATHALIE KRAG

È UN MIX VARIOPINTO DI STILI quello del nuovo ristorante Spica, in un’ex carrozzeria a Milano. Il progetto di interiors dello studio Vudafieri-Saverino è ispirato in parte al classico design da bar milanese anni Sessanta, ma presenta anche una “zona lounge” con tavolini rotondi e poltroncine imbottite. Ben più esuberante è la sala ristorante, grazie alle fantasie geometriche della carta da parati a tinte fluo e all’inusuale presenza di piante anche imponenti su un pavimento in cui il parquet si alterna alla terra rivestita di ghiaietto, a ricreare un giardino d’inverno. (St.B.)

NATHALIE KRAG

CRISTIAN DI LUCCIO/MEDA36

FLASH

Sakura e Asagao, tazze che mantengono caldo il tè. Ampliano la collezione Thermic Glass Drink & Design by Luigi Bormioli. The Sakura and Asagao tea cups keep the beverage hot. Additions to the Thermic Glass Drink & Design collection, by Luigi Bormioli.

26 ABITARE 589



BATUHAN KESKINER

NAARO

NAARO

Orizzonti

TURKEY

A MUSEUM BY KUMA

A EŞKISEHIR IN TURCHIA, IL NUOVO MUSEO DI ODUNPAZARI – che significa “mercato del legno” ed è il nome del quartiere in cui sorge – è stato progettato dallo studio Kengo Kuma & Associates per ospitare la collezione d’arte moderna turca di un collezionista che desiderava dare un contributo culturale al vivace centro universitario in cui è nato e cresciuto. Costituito da un sistema strutturale d’acciaio che sostiene volumi lignei terrazzati incastrati l’uno nell’altro, per un totale di oltre 3.500 metri quadrati, il museo si erge in posizione soprelevata nel quartiere, con l’obiettivo di diventarne un punto di riferimento. Ogni “scatola” – composta da travi di legno di pino e con pavimenti di rovere – ha una dimensione diversa, in modo da creare spazi espositivi sorprendenti. (IG)

THE NEW ODUNPAZARI MUSEUM IN THE TURKISH CITY OF EŞKISEHIR is named after the district in which it stands and means “firewood market”. It was designed by Kengo Kuma & Associates to house the modern Turkish art collection belonging to a collector who decided to make a cultural contribution to the busy university city in which he was born and raised. The new building, which stands amid the area’s winding streets and elegant traditional Ottoman houses, consists of a steel structure supporting stacks of interlocking timber beams and spreads over 3,500 square metres, rising up over the district to create a new local landmark. Each “box” – with pinewood beams and oak floors – is of a different size, so as to create a series of unexpected exhibition spaces.

FLASH MICHEL GIESBRECHT

UN MUSEO FIRMATO KUMA

Nest, ovvero stoviglie che fanno nido, grazie ai riferimenti a piante e animali. Disegnata da Ionna Vautrin per Monoprix, la collezione comprende anche piccoli arredi. Nest is a crockery collection that give the sense of a nest recalling plants and animals. Designed by Ionna Vautrin for Monoprix, it is completed with small furniture.

DANIELE BOTTALLO / ALESSANDRO MASTELLARO

TORINO

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RESTRUCTURA SI FA GREEN GREEN RESTRUCTURA

PRODUTTORI, TECNICI, ARTIGIANI, PROFESSIONISTI. C’è l’intera filiera del progetto a Restructura, all’Oval Lingotto di Torino dal 14 al 17 novembre. Oltre ai temi classici della ristrutturazione e riqualificazione, questa 32a edizione si preannuncia particolarmente attenta alle tematiche ambientali: un’intera area è dedicata alla bioedilizia. Un ricco calendario di appuntamenti culturali anima la manifestazione con incontri, visite ai cantieri torinesi e workshop dedicati agli ordini professionali, con crediti formativi. (Sa.B.)

MANUFACTURERS, TECHNICIANS, ARTISANS, PROFESSIONALS. The entire design chain will be at Restructura, at the Oval Lingotto in Turin from 14 to 17 November. As well as the central themes of renovation and redevelopment, this 32nd edition will be very much about sustainability, with a whole area devoted to bio-compatible building. As ever, there will be a busy calendar of cultural events with meetings, visits to construction sites in Turin and workshops devoted to the professional orders, with training credits.


IMM-COLOGNE.COM

THE INTERIOR BUSINESS EVENT

13 –19.01.2020 Design high-end, premium, pregiato!

Nel 2020 imm cologne si presenta con una nuova trasparenza e una suddivisione compatta in due mondi tematici »Pure« e »Home«. »Pure« sarà dedicato ai top brand e ai grandi nomi simbolo di un design rafÀnato, nonché ai progetti innovativi in tema di arredo bagno, pavimentazione, rivestimenti e illuminazione. »Home«, invece, porterà in scena i grandi marchi commerciali con soluzioni per ogni spazio abitativo. Vivete interior moments all’interno del più importante luogo d’incontro del settore arredamento a livello mondiale. #immcologne #discoverinteriorideas #interiormoments

Koelnmesse S.r.l., Viale Sarca 336/F, EdiÀcio 16, 20126 Milano Tel. +39 02 86961335, Fax +39 02 89095134, manuela.montuori@koelnmesse.it, www.koelnmesse.it


Orizzonti

CONVENTION

MODENA CITTÀ DEL 900

MODENA A 20TH-CENTURY CITY L’importanza del patrimonio architettonico, la necessità di censirlo e di approfondirne la conoscenza per favorire non solo la corretta tutela, ma anche l’adeguamento sostenibile sono i temi al centro del convegno La città del Novecento tra storia e futuro, al Teatro Fondazione Collegio San Carlo di Modena il 15 novembre (h. 9.15). La direttrice di Abitare Silvia Botti modera la seconda sessione, dedicata alla trasformazione storica della città nel Novecento, partendo dal caso studio di Modena. (AP)

MICHAEL ANASTASSIADES

DETTAGLI D’AUTORE AUTEUR DETAILS

THE CONVENTION LA CITTÀ DEL NOVECENTO TRA STORIA E FUTURO, at the Teatro Fondazione Collegio San Carlo in Modena on 15 November (h. 9.15am), deals with the importance of the architectural heritage and the need to record it not only to protect it, but also to take any steps necessary to make it more sustainable. The second session, on the historical transformation of the city in the 20th century, will be chaired by Abitare’s editor-in-chief Silvia Botti, beginning with the case study of Modena.

FLUTE, BY MICHAEL ANASTASSIADES, is a multi-faceted collection, in which the designer for the first time tackles the worlds of fashion (a bag, a man’s travel bag and a jewellery collection) and design (a lamp), taking Valextra into the world of auteur furnishings. The brass and glass lamp will be available in a limited edition (14 pieces). One interesting feature of the bag, a newly version of the famous S Series, is its sophisticated minimalism: the brass “flute” connecting the handle to the bag is the only decorative element, the zip is completely concealed, small hidden magnets let the shoulder strap producing an unexpected graphic effect.

KLEMEN ILOVAR

FLUTE, DI MICHAEL ANASTASSIADES, è una collezione sfaccettata, in cui il designer cipriota si misura per la prima volta con la moda (borsa, borsa da viaggio uomo e una collezione di gioielli) e il design (una lampada), tenendo a battesimo l’ingresso di Valextra nel mondo dell’arredo d’autore. La lampada di vetro e ottone sarà infatti disponibile in un’edizione limitata (14 pezzi). La borsa, rivisitazione della celebre Serie S, si rivela nei dettagli: il “flauto” d’ottone che collega il manico alla borsa è l’unico elemento decorativo, la cerniera è completamente mimetizzata, piccoli magneti nascosti fanno sì che la tracolla assuma un inaspettato grafismo. (MP)

SHANGHAI, LUBIANA, DUBAI

AUTUNNO DI DESIGN

A BUSY AUTUMN FOR DESIGN Capofila degli eventi dedicati al design a fine 2019 è la quarta edizione del Salone del Mobile Milano Shanghai, dal 20 al 22 novembre, con 128 aziende italiane e la presenza di Abitare e Living. La Biennale di Lubiana (14 novembre – 9 febbraio 2020) e il Global Grad Show di Dubai (12-16 novembre) affrontano il rapporto tra spazio, creatività e comunicazione in un confronto intergenerazionale. (St.B.) IT’S GOING TO BE A BUSY AUTUMN for design enthusiasts: from 20 to 22 November 128 Italian firms will exhibit at the fourth edition of the Milan Shanghai Furniture Fair, at which Abitare and Living will also be present. The Ljubljana Biennial (14 November – 9 February 2020) and the Global Grad Show in Dubai (12-16 November) will deal with the relationship between space, creativity and communication. 30 ABITARE 589



STEFANO PEREGO STEFANO PEREGO

Monumento a Lenin Lenin monument, Istaravshan, Tajikistan (1965).

CENTRAL ASIA

BRUTALISMO ORNATO IN URSS ORNATE BRUTALISM IN THE USSR

ROBERTO CONTE

Edito per i tipi della casa editrice inglese Fuel, il volume documenta l’architettura realizzata dagli anni Cinquanta fino alla caduta del regime sovietico in alcune delle regioni dell’Asia Centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan. Attraverso gli scatti dei fotografi Roberto Conte e Stefano Perego – che immortalano molti edifici oggi destinati alla demolizione – si intuisce come l’architettura sovietica dell’Asia Centrale abbia subito l’influenza e sia stata contaminata dai linguaggi compositivi persiani e islamici. Tanto da poter parlare di un “brutalismo ornato” che si differenzia e assume una propria autonomia rispetto allo scenario urbano e architettonico di Mosca e delle sue aree limitrofe. Tuttavia, anche nell’Asia Centrale, il programma architettonico si lega solidamente a quello sociale e politico con l’obiettivo di rendere omogenee le masse, nonostante le molteplici differenze che le caratterizzano. Le abitazioni, per esempio, si somigliano tutte, e con esse gli stili di vita. (Francesca Oddo)

ROBERTO CONTE

A volume, put out by the guys at the British publisher Fuel, that documents the architecture built from the 1950s until the fall of the Soviet Union in a few of the regions of central Asia: Kazakhstan, Kyrgyzstan, Uzbekistan and Tajikistan. Through the snapshots of photographers Roberto Conte and Stefano Perego – who immortalise many buildings now slated for demolition – you get a feel for how the Soviet architecture of central Asia was influenced and contaminated by Persian and Islamic compositional languages. To such an extent as to be able to speak of “ornate brutalism” that distinguishes itself and assumes its own identity with respect to the urban and architectural landscape of Moscow and its neighbouring areas. Nevertheless, even in central Asia, the architectural project is strongly tied to the social and political one, with the goal of making the masses homogenous, despite the many differences that characterize it. The homes, for example, are all the same, and with them the lifestyles.

Dall’alto / From above, S. Adylov, Y. Miroshnichenko, V. Iskhakbayev, Chorsu Bazaar, Tashkent, Uzbekistan (1980); V. Bondarenko, V. Yegorov, Y. Zimin, Università Nazionale Al-Farabi Kazakh / Al-Farabi Kazakh National University, Almaty, Kazakhstan (1970s); B. Voronin, L. Andreyeva, Y. Ratushny, V. Lepeshov e V. Vi, Complesso residenziale Aul / Aul housing complex, Almaty, Kazakhstan (1986). 32 ABITARE 589

Soviet Asia. Soviet Modernist Architecture in Central Asia Roberto Conte e Stefano Perego txt Marco Buttino, Alessandro De Magistris Fuel, 2019 pp. 192, £22.50 / $32.50


FRANCO PANZINI, 1997

ARCHITETTURE CAVATE QUARRIED ARCHITECTURE Il progetto dall’artista barese Fabrizio Bellomo Villaggio Cavatrulli è oggetto del secondo volume della collana XXI. Guide d’artista. Bellomo, battendo palmo a palmo la Puglia, ha riconosciuto nelle cave un elemento unico del territorio. Ne ha composto una geografia alla Rachel Whiteread: dalle peschiere romane a Polignano, dalle cave di tufo di Egnazia alla piscina di Santa Cesarea Terme, tutto è scultura e architetture di risulta. (Paolo Lavezzari)

Il prato centrale del Parc André – Citroën, Parigi / The central meadow of Parc André-Citroën, Paris.

LANDSCAPE

IL FASCINO DEI “PRATI URBANI” THE CHARM OF “CITY MEADOWS”

Curato da Franco Panzini, questo volume raccoglie i contributi di 18 autori che approfondiscono il tema affrontato dalla 13a edizione delle giornate internazionali sul paesaggio promosse dalla Fondazione Benetton di Treviso. Progenitori dei parchi e tipici della città europea, poi diffusi nel resto del mondo, i “prati urbani” vantano una lunga storia, che li vide spesso nascere ai margini delle mura, delle strade e vie d’acqua che collegavano i centri urbani al territorio per usi disparati, che andavano dai mercati allo svago. Caratteristica comune era l’approccio anti-monumentale di questi vasti e irregolari lacerti paesaggistici di proprietà collettiva, divenuto componente fondamentale della sensibilità tutta contemporanea con cui non solo guardiamo alle modalità di riappropriazione spontanea della vegetazione nelle aree abbandonate, tema cui è dedicata parte del volume, ma anche alla versatilità di uso con cui l’urbanistica li ha riscoperti, riconoscendone il ruolo di interazione sociale. (Elena Franzoia) Edited by Franco Panzini, this volume brings together the contributions of 18 authors who investigate the topic tackled by the thirteenth edition of the international landscape study days sponsored by the Fondazione Benetton of Treviso. The progenitors of parks and typical of European cities, then disseminated throughout the rest of the world, “city meadows” boast a long history, which often saw them born along the edges of city walls, roads and waterways that connected city centres to land used for various purposes, ranging from markets to leisure activities. A common feature was the anti-monumental approach of these irregular landscapes that were collective property, which became a fundamental component of the contemporary way we not only look at how vegetation spontaneously reclaims abandoned areas, a topic to which part of the book is dedicated, but also at the versatile uses they can be put to with which urban design has rediscovered them, recognising their fundamental role in social interaction.

Prati urbani. I prati collettivi nel paesaggio della città City meadows. Community fields in urban landscapes edited by Franco Panzini Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga Edizioni, 2018 Bilingual edition, Italian and English pp. 312, €25

The project by the Bari-based artist Fabrizio Bellomo Villaggio Cavatrulli has become the second volume in the XXI series. An artists’ guide. Bellomo, who tirelessly wandered across Apulia, saw in the quarries a unique element of his own territory. So he made a geography à la Rachel Whiteread; from the Roman fish ponds to Polignano, from the tuff quarries of Egnazia to the pool in Santa Cesarea Terme, everything is sculpture and “quarried” architecture. Puglia. Villaggio Cavatrulli Fabrizio Bellomo XXI. Artists’ guides Italian and English versions Edizioni Centro Di, 2019 pp. 44, €35

COSA DICONO LE STATUE? WHAT DO STATUES SAY? Bizzarra guida al linguaggio dei segni nelle statue che troneggiano nelle principali piazze di ogni nazione. Yoon imbastisce una curiosa tavola rotonda tra storici, artisti e filosofi per scomporre e inquadrare, da ogni prospettiva, monumenti di regnanti e politici del passato più o meno recente. Il volume è un manuale per la decodificazione di un simbolo di potere ancora oggi temuto e rispettato (o abbattuto con rabbia). (Stefano Benedetti) Bizarre guide to the symbolic language of statues that dominate some of the principal squares of every nation. Yoon puts together a curious roundtable composed of historians, artists and philosophers to break down and investigate, from every point of view, the monuments of rulers and politicians from the more or less recent past. The volume is a real manual for decoding a symbol of power that is still feared and respected (or demolished with anger). Decoding Dictatorial Statues Ted Hyunhak Yoon Onomatopee, 2019 pp. 284, €24

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i nterni

LO SPETTACOLO DELLA NATURA THE SPECTACLE OF NATURE | Sembra pensata per mettere in scena il movimento degli alberi, i cambi stagionali e i riflessi sul lago questa villa firmata dallo studio YH2 di Montréal. Una sequenza di “scatole” di cemento adagiate in un bosco scosceso. Con interni di mogano che entrano in risonanza con le tonalità della vegetazione / This house by the yh2 firm of Montreal seems to have been designed to frame the movement of the trees, the changes in the seasons and the reflections on the lake. A sequence of concrete “boxes” hanging from a steep and wooded cliff. With mahogany interiors that resonate with the tones of the vegetation txt Fabrizio Gallanti photos Maxime Brouillet

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UN VOLUME ORIZZONTALE E UNO VERTICALE, CONNESSI DA UN CORPO TRASPARENTE A HORIZONTAL AND A VERTICAL VOLUME, CONNECTED BY A TRANSPARENT BLOCK

DANS L’ESCARPEMENT, IN FRANCESE “NELLA SCARPATA”, è il nome attribuito a una villa per le vacanze realizzata dallo studio di Montréal (Canada) yh2, fondato nel 1994 da Marie-Claude Hamelin e Loukas Yiacouvakis. Una descrizione di yh2 potrebbe aggregare la parola, piuttosto di moda, “boutique” alla loro ragione sociale, dato che lo studio si concentra su poche realizzazioni di piccola scala, condotte con estrema cura nella costruzione e nei dettagli. Questo approccio artigianale è coerente con il tipo di clientela piuttosto benestante, alla ricerca quindi di progetti che garantiscano il comfort, un certo buon gusto moderato ma soprattutto che mettano in risalto le qualità di terreni e lotti spesso 36 ABITARE 589

DANS L’ESCARPEMENT, FRENCH FOR “IN THE CLIFF”, is the name given to a holiday home built by the yh2 firm of Montreal (Canada), founded in 1994 da Marie-Claude Hamelin and Loukas Yiacouvakis. A description of yh2 could add the rather fashionable word “boutique” to its name, given that the practice focuses on a few small-scale projects, carried out with extreme care lavished on the construction and the details. This artisan approach is consistent with a fairly well-off sort of client, and therefore someone looking for designs that guarantee comfort and moderate good taste, but above all make the most of the qualities of sites and plots often located in places set in a spectacular land-


Project Dans l’Escarpement Architect YH2 Project team Marie-Claude Hamelin Loukas Yiacouvaki Karl Choquette Etienne Sédillot Client Alain Bélanger Contractor Sébastien Turcot Timeline 2015-2017 Site area 300 sqm Location Domaine Valdurn, Saint-Faustin-Du-Lac-Carré Canada

SECOND-FLOOR PLAN

1. Entrance 2. Bedroom 3. Terrace 4. Bathroom 5. Garage 6. Living room 7. Dining room 8. Kitchen 9. Office 10. Lounge 11. Mechanical room 12. Whirlpool bath 13. Sauna 14. Spa 15. Utility room

FIRST-FLOOR PLAN

La passerella metallica collega il garage alla casa, che si sviluppa assecondando la pendenza del terreno: l’ingresso è al piano più alto. The metal walkway connects the garage to the house, whose layout is determined by the slope of the ground: the entrance is on the top floor. GROUND-FLOOR PLAN 0

2,5

5m

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Il soggiorno e la cucina si trovano al primo piano, in un grande open-space che si allunga in una terrazza. Pagina accanto, l’ingresso. The living room and kitchen are on the first floor, in a large open-plan space that extends to form a terrace. Opposite page, the entrance.

GLI INTERNI RIVESTITI DI MOGANO DIALOGANO CON I COLORI DEL BOSCO THE INTERIORS ARE LINED WITH DARK MAHOGANY, WHICH ECHOES THE TONES OF THE SURROUNDING VEGETATION

ubicati in località spettacolari dal punto di vista del paesaggio. Nel caso di questa villa, la richiesta era di non intralciare la vista maestosa verso il lago, più in basso rispetto alla proprietà, a un’ora e mezzo da Montréal. Si potrebbe quasi leggere il progetto come un’inversione della logica convenzionale dell’architettura, come se fosse capovolta. Dal ciglio superiore del terreno viene tracciata una linea orizzontale al di sotto della quale si dispongono i diversi volumi, “accomodati” sulla forte pendenza del terreno. Il suolo scosceso è la ragione per cui la natura qui è ancora intonsa, un bosco fitto di latifoglie che si colora magicamente nei mesi autunnali. Sul margine del sito si colloca una piccola scatola di cemento armato a vista che contiene il garage, dal quale si imbocca una lunga passarella metallica, unico collegamento che conduce all’ingresso domestico. Varcata la soglia, si scende. Paiono “aggrappate” al suolo le due scatole di cemento armato scape. In the case of this house, the request was not to get in the way of the majestic view of the lake, at a lower level than the property, an hour and a half ’s drive from Montreal. The design could almost be seen as an inversion of the conventional logic of architecture, as if the building had been turned upside down. A horizontal line was drawn from the upper edge of the site, below which the various volumes were laid out, “perched” on the steeply sloping ground. The steepness of the site is the reason why the nature here is still pristine, a dense forest of broadleaved trees that take on magical colours in the autumn months. At one edge of the site was placed a small box of raw reinforced concrete that contains the garage, from which a long metal walkway provides the only connection to the entrance of the house. Once across the threshold, you go downwards. Two more boxes of raw reinforced concrete appear to “cling” to the ground. One horizontal and the other vertical, they are connected by a transparent volume 589 ABITARE 39


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La sauna si trova in un edificio attiguo alla costruzione principale. Sotto, lo spazio ufficio, come il soggiorno in piena osmosi con il paesaggio (pagine precedenti e accanto). The sauna is located on the lowest level. Below, the office, in full osmosis with the landscape as the living room (previous and opposite pages).

a vista, una orizzontale e una verticale, connesse tra loro da un volume trasparente di legno e vetro dal quale lo sguardo spazia sulle chiome degli alberi e più lontano verso il lago e l’ondulazione delle colline. La torre d’ingresso è per i padroni di casa, per gli ospiti c’è la scatola “sdraiata” al suolo e in continuità con il bosco, mentre il volume che li collega contiene sala da pranzo e cucina a vista. I tre elementi principali paiono in equilibrio, “accatastati” uno sull’altro come in un gioco di costruzioni infantile dilatato a dismisura. Gli slittamenti dei parallelepipedi permettono di approfittare dei tetti, che diventano terrazze, e di proteggersi dal sole e dalle intemperie, come accade sotto la sala da pranzo, dove una vasca per l’idromassaggio all’aperto è collocata in prossimità di un’ampia sauna. Gli interni sono interamente rivestiti di mogano scuro, scelto sia per la resistenza che per la tonalità che richiama la vegetazione. Così come il cemento esterno grigio ricorda gli spezzoni rocciosi che affiorano nel territorio. Ma i veri elementi del progetto sono la luce, sempre cangiante, il movimento degli alberi, i cambi stagionali, da inverni gelidi a estati torride, i riflessi sul lago e le nuvole che corrono. La semplicità degli interni sembra concepita per non intralciare lo sguardo verso questo spettacolo. ○ of wood and glass offering a view over the tops of of the trees and towards the lake and the undulating hills in the distance. The tower of the entrance is for the owners and the box laid “flat” on the ground and in continuity with the forest is for guests, while the volume that links them contains the dining room and open kitchen. The three main elements appear to be in equilibrium, “stacked” one on top of the other as if in a gigantic version of a child’s construction set. The slippages of the parallelepipeds have made it possible to use the roofs as terraces and to provide shelter from the sun and the weather, as happens underneath the dining room, where a hot tub is located in the open in the vicinity of an ample sauna. The interiors are lined in their entirety with dark mahogany, chosen both for its durability and for its colouring, which echoes the tones of the surrounding vegetation. In the same way as the grey concrete of the exterior recalls the outcrops of rock in the area. But the true elements of the design are the ever-shifting light, the movement of the trees, the changes in the seasons, from icy winters to torrid summers, the reflections on the lake and the clouds racing across the sky. The simplicity of the interiors seems to have been conceived in order not to impede the view of this spectacle. ○ 42 ABITARE 589

LA LUCE E LO SFONDO NATURALE SONO ELEMENTI DECISIVI THE TRUE ELEMENTS OF THE DESIGN ARE THE LIGHT AND THE TREES


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i nterni

OPEN-SPACE AL CUBO A CUBED OPEN-SPACE

| Un mini-appartamento dal sapore metropolitano nasce dalla ristrutturazione di due stanze in una vecchia cascina di Monza, vicino a Milano. Progetto di TOMMASO GIUNCHI + ATELIERZERO / In Monza, near Milan, Tommaso Giunchi + Atelierzero have renovated two rooms in an old farmhouse. Turning them into a mini-flat with a metropolitan flavour

txt Alberto Bortolotti photos Sara Magni

Lo spazio a doppia altezza che ospita living, cucina e sala da pranzo è dominato dal lampadario Mesh Wireless di Francisco Gomez Paz per Luceplan. Tavolo e sedie sono di Vitra. The two-storey-high space that houses the living area, kitchen and dining area is dominated by the Mesh Wireless suspension lamp designed by Francisco Gomez Paz for Luceplan. Table and chairs are from Vitra. 44 ABITARE 589


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IL SOPPALCO OSPITA DUE CAMERE DA LETTO E AMPLIA LO SPAZIO ORIGINARIO DI 53 MQ A LOFT ON WHICH ARE SET THE TWO BEDROOMS EXPAND THE 53 SQM FLOOR SPACE

LOWER-FLOOR PLAN

Nella pagina accanto, il living con i contenitori modulari USM Haller. Opposite page, modular storing system USM Haller.

L’ASPETTO È QUELLO DI UN PICCOLO LOFT CITTADINO, ma in realtà questo appartamento – originariamente un bilocale – si trova in una vecchia cascina ristrutturata vicino a Monza (Milano). Gli architetti milanesi Tommaso Giunchi + Atelierzero (Piermattia Cribori, Stefano Grigoletto, Alessandro Triulzi) hanno ampliato lo spazio di 53 metri quadrati grazie a un soppalco (27 mq) su cui si sviluppano la camera matrimoniale, la camera per gli ospiti e una cabina armadio, ambienti racchiusi in volumi distinti, ciascuno con qualità architettoniche e strutturali peculiari. Al piano inferiore invece la pianta è più libera e ruota attorno a un elemento centrale di legno, una sorta di grande arredo attrezzato con vari scompartimenti utili:

UPPER-FLOOR PLAN

Project Volumes Architects Tommaso Giunchi + Atelierzero Client Privat individual Floor area 53 + 27 sqm Location Monza

THE APPEARANCE IS THAT OF A SMALL OPEN-SPACE APARTMENT IN THE CITY, but in reality this flat – originally divided into two rooms – is located in an old, renovated farmhouse close to Monza (Milan). The Milanese architects Tommaso Giunchi + Atelierzero (Piermattia Cribori, Stefano Grigoletto, Alessandro Triulzi) have expanded the 53 square metres of floor space by means of a loft (27 sqm) on which are set the double bedroom, a room for guests and a walk-in wardrobe, spaces enclosed in distinct volumes, each with its own architectural and structural characteristics. On the lower level the plan is more open and turns around a central element made of wood, a sort of large piece of furniture fitted with various useful compartments: 589 ABITARE 47


La cucina (Valcucine) è in comunicazione visiva con la zona pranzo grazie a una porta vetrata. The kitchen (Valcucine) is visible from the dining area through a glass door.

UN CUORE CENTRALE DI LEGNO FUNGE DA UTILE CONTENITORE THE CENTRAL ELEMENT MADE OF WOOD IS FITTED WITH VARIOUS USEFUL COMPARTMENTS

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un guardaroba per i cappotti, un vano a giorno per libri e oggetti (sul lato salotto), la colonna freezer-frigorifero e il forno (lato cucina). Malgrado si trovi al primo piano, l’abitazione gode di un’altezza interna di 4,50 metri e di ampie finestre che affacciano su strada. Per sfruttare e dare risalto a queste caratteristiche dello spazio, gli architetti hanno scelto di utilizzare nella ristrutturazione materiali traslucidi o semi-trasparenti – come la lamiera traforata e il policarbonato – che garantiscono una permeabilità visiva e consentono alla luce naturale di invadere ogni angolo dell’appartamento. «A chi ci siamo ispirati? I riferimena wardrobe for coats, open shelving for books and objects (on the lounge side), the freezer-fridge column and the oven (kitchen side). Even though it is located on the first floor, the flat has an internal height of 4.5 metres and large windows that face onto the street. To exploit and emphasize these aspects of the space, the architects have chosen to use in their renovation translucent or semi-transparent materials – such as perforated sheet-metal and polycarbonate – that ensure visual permeability and allow natural light to flood every corner of the flat. “From whom do we draw our inspira-


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LAMIERA TRAFORATA E POLICARBONATO CONSENTONO ALLA LUCE NATURALE DI INVADERE OGNI ANGOLO

PERFORATED SHEET-METAL AND POLYCARBONATE ENSURE VISUAL PERMEABILITY AND ALLOW NATURAL LIGHT TO FLOOD EVERY CORNER OF THE FLAT

Il soppalco ospita la camera matrimoniale, la camera per gli ospiti e una cabina armadio: ogni ambiente è racchiuso in un proprio volume. Il pavimento è di resina (Kerakoll). The loft houses the double bedroom, a room for guests and a walk-in wardrobe: each space is contained in a volume of its own. The floor is made of resin (Kerakoll).

ti sono tanti, ma se devo indicarne uno in particolare è la Casa in Azeitão dei portoghesi Aires Mateus, un grande ambiente unitario, reso articolato grazie a una sequenza di volumi cubici», commenta Alessandro Triulzi. «Nel suo piccolo, infatti, anche questa abitazione è concepita come un luogo urbano, in cui sono stati inseriti diversi volumi funzionali che dialogano tra loro, mantenendo tuttavia l’unitarietà dello spazio». Fondamentali nel determinare l’atmosfera degli interni sono anche finiture e arredi: i pavimenti di resina (Kerakoll), le sedie degli Eames Plastic Chair, il tavolo di legno EM Table (Vitra) e il grande lampadario a grappolo che campeggia in soggiorno (Mesh Wireless di Francisco Gomez Paz per Luceplan). ○

tion? The references are many, but if I had to point to one in particular it would be the House in Azeitão by the Portuguese practice Aires Mateus, a large single space, articulated by means of a series of cubic volumes,” comments Alessandro Triulzi. “In its own small way, in fact, this apartment is also conceived as an urban place, into which various functional volumes have been inserted that hold a dialogue with one another while maintaining the unitary quality of the space.” The finishes and furnishings also play a fundamental part in shaping the atmosphere of the interiors: the resin floors (Kerakoll), Eames Plastic chairs, wooden EM Table (Vitra) and large suspension lamp that hangs in the living area (Mesh Wireless, by Francisco Gomez Paz for Luceplan). ○ 589 ABITARE 51


i nterni

NIPPO-MATRIOSKA A MADRID

JAPANESE-RUSSIAN DOLLS IN MADRID txt Alice Piciocchi photos Imagen Subliminal

| È “una casa dentro una casa” dalla forte ispirazione giapponese quella che lo studio spagnolo ZOOCO ha ricavato in un ex open-space nel centro della città. Per una giovane coppia che deve conciliare vita e lavoro / It is a “a house within a house” with a strong Japanese flavour that the Spanish studio Zooco has created in a former industrial space in the centre of the city. For a young couple who have to reconcile life and work 52 ABITARE 589


Al piano inferiore, uno spazio dallo sviluppo longitudinale accoglie il soggiorno con cucina a vista e angoli dedicati alla lettura o al relax. On the lower floor, a longitudinal space houses the living area with a kitchen open to view and corners dedicated to reading or relaxation.

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«ABBIAMO OSSERVATO E STUDIATO IL LAVORO DI PARECCHI ARCHITETTI GIAPPONESI. Ci piace il modo in cui risolvono funzionalmente ed esteticamente i piccoli spazi. L’architettura nipponica è legata a un’estetica minimale che sentiamo vicina». Nelle parole di Jorge Alonso dello studio spagnolo Zooco si rintraccia l’idea che ha guidato la trasformazione di un vecchio loft nel centro di Madrid, oggi una casa-matrioska per due liberi professionisti pensata per abitare e lavorare. A rendere dinamico lo spazio sono dei nuovi volumi flessibili, facili da rimodulare con l’evolversi della vita familiare e collocati all’interno di quello che in origine era un ampio open-space con pareti di mattoni, colon54 ABITARE 589

“WE HAVE OBSERVED AND STUDIED THE WORK OF MANY JAPANESE ARCHITECTS. We like the functional and aesthetical way they handle small spaces. Japanese architecture is linked to a minimalist aesthetic that we feel in tune with.” According to Jorge Alonso of the Spanish practice Zooco this was the idea that guided the conversion of a former industrial space in the centre of Madrid, today a matryoshka-home designed for two professionals to live and work in. The space is made dynamic by new and flexible volumes, easily reorganized to meet the changing needs of family life and located inside what was originally an ample open-space with brick walls, wooden pillars and a vaulted ceiling supported by


UPPER LEVEL PLAN

LOWER LEVEL PLAN

La sequenza degli ambienti è definita da un sistema autoportante di telai metallici dal profilo sottile. La soluzione consente di articolare gli spazi su due livelli e di declinarli secondo il grado di intimità. The sequence of spaces is defined by a self-supporting system of frameworks made of slender metal profile. The solution allows the spaces to be laid out on two levels and varied to suit the degree of privacy required.

Project JHouse Architects Zooco Estudio (Miguel Crespo Picot Javier Guzmán Benito Sixto Martín Martínez)

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1

5m

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5m

Project team Jorge Alonso, Teresa Castillo María Larriba Year of completion 2018 Location Madrid

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UNA SERIE DI VOLUM I F L ESS I B I L I , FACILI DA RIMODUL ARE SECON D O L’E VOLVERSI DELL A VITA FAMILIARE , RENDE DINAMICO LO SPA ZIO A S E R I E S O F F L E X I B L E V O LU M E S , E A S I LY R E O R G A N I Z E D T O M E E T T H E C H A N G I N G N E E D S O F FA M I LY L I F E , R E N D E R S T H E S PA C E D Y N A M I C

ne lignee e un soffitto a voltine sostenute da travi di ferro, in classico stile catalano. Sono in tutto dieci le strutture bianche autoportanti che alloggiano le diverse funzioni domestiche. Questi telai – appoggiati al pavimento oppure ancorati al soffitto – sono realizzati con un profilo metallico a sezione quadrata di 8x8 cm e in alcuni casi sono aperti, in altri sono tamponati con pannelli di legno o di vetro. La soluzione consente di articolare gli ambienti su due livelli e di declinarli secondo il grado di intimità richiesto. Per esempio sotto il soppalco – che ospita uno studio, una lunga libreria a parete e una camera da letto – una parete apribile di legno a lamelle abbraccia un mini-pensatoio raccolto, caratterizzato anche da 56 ABITARE 589

iron beams, in classical Catalan style. In all there are ten self-supporting white structures that house the various domestic functions. These frameworks – set on the floor or anchored to the ceiling – are constructed out of metal profile with an 8 x 8 cm section and in some cases have been left open, while in others they are filled with wooden or glass panels. The solution has made it possible to lay out the spaces on two levels and vary them to suit the degree of privacy required. For instance, under the loft – which houses a study, a long wall-mounted bookcase and a bedroom – a screen of wooden blades that can be opened embraces a small and secluded space for thinking, characterized by an insert of cement in the parquet. The lower level is a


L’uso dei materiali scelti – vetro, legno di pino, cemento cerato – è d’ispirazione giapponese. A destra, la cucina e uno dei due bagni al piano inferiore. Pagina accanto, uno degli spazi al piano superiore. The choice of materials – glass, pinewood, waxed cement – is of Japanese inspiration. Right, the kitchen and one of the two bathrooms on the lower floor. Opposite page, one of the spaces on the upper floor.

un inserto di cemento nel parquet. Il piano inferiore è uno spazio dallo sviluppo longitudinale per la maggior parte libero da diaframmi, che accoglie l’ampio soggiorno con cucina a vista, la camera da letto padronale con bagno e un secondo bagno per gli ospiti. La gamma controllata dei materiali scelti – vetro trasparente o opaco, legno di pino, cemento cerato – dà forza e respiro alla costruzione. Aggiungono ricchezza spaziale gli interstizi tra le diverse “scatole” funzionali, in cui si sviluppano scale o brevi corridoi per muoversi tra gli ambienti, orchestrati in assonanza o dissonanza tra loro (chiusi, introversi, semiaperti, aperti). Un po’ installazione, un po’ “furniture design”, il progetto nel suo complesso evoca concetti sperimentati negli anni Settanta anche in Italia, come gli House Environment di Gae Aulenti e le Attrezzature di Joe Colombo. ○ longitudinal space for the most part free of partitions that contains the large living area with a kitchen open to view, the master bedroom with its own bathroom and a second bathroom for guests. The choice of a controlled range of materials – transparent or opaque glass, pinewood, waxed cement – gives a sense of force and airiness to the construction. The space is further enriched by the gaps between the various functional “boxes”, through which run stairs or short corridors for moving between them, orchestrated in assonance or dissonance with each other (closed, introverted, half-open, open). Looking something like a cross between an installation and a piece of furniture design, the project as a whole evokes concepts tried out in the 1970s in Italy too, such as Gae Aulenti’s House Environment and the modular interior-design pieces Joe Colombo called Attrezzature. ○

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a rchitettura

Pare un ponte sul torrente Eiðisá il nuovo municipio di Eystur, nell’isola di Eysturoy (arcipelago danese delle Fær Øer). The new town hall of Eystur, on the Danish island of Eysturoy (archipelago of the Faroes) looks like a bridge on the river Eiðisá. 58 ABITARE 589


ASCOLTANDO IL PAESAGGIO

LISTENING TO THE LANDSCAPE txt Michele Calzavara photos Nic Lehoux

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| Con il nuovo municipio di Eystur, situato in una delle maggiori tra le isole danesi Fær Øer, lo studio HENNING LARSEN dà corpo al confine sfocato tra natura e costruzione. Il risultato è un suggestivo volume-ponte dalla linea spezzata, con il tetto erboso come quello delle antiche case locali / With it’s new town hall of Eystur municipality, located on the second biggest of the Danish Faroe Islands, the Henning Larsen practice has given substance to the blurred lines separating nature and construction. The result is an evocative volume-bridge with a broken profile and a turf roof which resembles those of the old local houses

ALMENO DAL 1954, DAI SAGGI E DISCORSI DI MARTIN HEIDEGGER, la figura del ponte è stata una delle metafore cui la cultura architettonica ha fatto più ricorso per filosofeggiare intorno alla trasformazione dello spazio in un luogo (a volte anche abusando del filosofo tedesco). Il nuovo municipio di Eystur, progettato da Henning Larsen nell’isola danese di Eysturoy – seconda per grandezza dell’arcipelago delle Fær Øer – potrebbe tuttavia richiamarne a buon diritto le parole ma, saggiamente, non lo fa: probabilmente perché le sue motivazioni sono radicate in più tangibili necessità, le cui condizioni al contorno sono istituzionali ed economico sociali. In primo luogo l’edificio risponde alla razionalizzazione amministrativa che da molti anni vede un progressivo accorpamento dei comuni delle Isole Fær Øer, processo che nel 1998 ha subito un’accelerazione quando il governo definì un limite minimo per la popolazione di un Comune pari a duemila abitanti: la municipalità di Eystur 60 ABITARE 589

AT LEAST SINCE 1954, WITH THE PUBLICATION OF MARTIN HEIDEGGER’S Vorträge und Aufsätze, the figure of the bridge has been one of the metaphors to which architectural culture has made most frequent recourse in order to philosophize on the transformation of space into a place (at times even misusing the ideas of the great German thinker). However, the new town hall of Eystur, designed by Henning Larsen on the Danish island of Eysturoy (the second largest in the archipelago of the Faroes), could rightly be said to recall his words but, wisely, not his manner: probably because its motivations are rooted in more tangible needs, whose boundary conditions are both institutional and socioeconomic. In the first place the building meets the requirements of administrative rationalization, which for many years has seen a progressive amalgamation of the municipalities in the Faroe Islands. This process was intensified in 1998 when the government established a minimum for the population (two thousand inhabitants) of a municipality, and thus the


GROUND-FLOOR PLAN

Project Town Hall Eysturkommuna Architects Henning Larsen North Atlantic Project manager Ósbjørn Jacobsen Engineers Spenn, Veri-Con, SMJ Landscape architects Henning Larsen North Atlantic

0

1

5m

Other collaborators Rók-EL, Z. Leitisstein, Signar á Fríðufløtum, ÁWAY, Klima Stokholm Client Eysturkommuna Contractor KBH Timeline 2016-2017

Gross floor area 750 sqm Location Norðragøta

1. Entrance 2. Filling 3. Refuse 4. Cold storage 5. Back entrance 6. Archives 7. Utility storage 8. Office 9. Tech 10. Toilet 11. Meeting room 12. Reception 13. Silence 14. Copy 15. Kitchen 16. Break room 17. Main hall 18. Escape 19. Storage 20. River

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La permeabilità alla natura si ritrova anche all’interno dell’edificio, la cui linea spezzata fa perno nella sala del Consiglio. A sense of permeability to nature can also be found inside the building, whose broken line pivots on the council hall. 62 ABITARE 589


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LA FIGURA DEL PONTE È STATA UNA DELLE METAFORE CUI LA CULTURA ARCHITETTONICA HA FATTO PIÙ RICORSO THE FI GUR E O F T H E B R ID G E H AS B E E N ONE OF T HE ME TA PH O R S TO W H I C H A RC H I T ECT U R A L C U LT U R E H AS M A D E M OST F R EQ UE N T R ECOU RS E

nasce così dall’unione di Gøtu e di Leirvík il 1° gennaio 2009 e la sua nuova sede, disegnata come un ponte che scavalca il torrente Eiðisá nel villaggio di Norðragøta, dà forma simbolica a ciò che in passato erano due entità amministrative separate, oggi riunite in un’unica comunità. Il fattore comunitario è il secondo aspetto necessario di questo progetto di ponte abitato, poiché recupera ciò che l’industria della pesca, pur fondamentale in un’economia ancora ampiamente dipendente dal settore, ha sottratto alla cittadinanza insediandosi con una grande fabbrica sull’attraente spiaggia locale, la quale è sempre stata un naturale spazio di aggregazione collettiva in occasione di ricorrenze speciali (dai fuochi di Capodanno agli eventi sportivi, fino alle celebrazioni del Giorno della Bandiera del 25 aprile). Il municipio di Eystur offre così una nuova superficie pubblica pratica64 ABITARE 589

municipality of Eystur was born out of the union of Gøtu and Leirvík on 1 January 2009 and its new HQ, given the form of a bridge spanning the Eiðisá river in the village of Norðragøta, served as a symbol of what in the past had been two separate administrative entities, which are now united in a single community. The community factor is the second necessary aspect of this design as an inhabited bridge, as it attempts to recover what the fishing industry, fundamental to an economy still substantially dependent on the sector, had taken away from the local population by setting up a large factory on an attractive beach, which had always been a natural space for people to gather on special occasions ( from fireworks displays at New Year to sports events to the celebration of Flag Day on 25 April). Thus the town hall of Eystur offers a new and accessible public area that is not cut off from the surrounding landscape, and a building of


Sotto un tetto verde il nuovo municipio offre una superficie pubblica praticabile di 750 metri quadrati, a disposizione della collettività. The town hall provides a new and accessible public area that is not cut off from the surrounding landscape, and a building of 750 square meters that almost vanishes under a grass roof open to use by the community.

bile senza soluzione di continuità con il paesaggio circostante, un’architettura di 750 mq che quasi si nasconde sotto un tetto verde a disposizione della collettività, primo di una serie di edifici ed eventi destinati a rianimare la vitalità nel centro di Norðragøta. Valori contestuali che si esprimono anche nel linguaggio, interpretando la natura e le tradizioni costruttive locali, come le antiche case dai tetti erbosi che costellano l’arcipelago delle Fær Øer, ma senza riprodurne gli stilemi formali; piuttosto, assorbendone idealmente lo spirito mimetico: «Un tema centrale nell’architettura tradizionale faroese è il confine sfuocato tra natura e costruzione. Il concetto alla base del progetto del municipio è l’idea di questa linea indefinita tra edificio e paesaggio», spiega Ósbjørn Jacobsen, partner e lead design architect di Henning Larsen. Una permeabilità alla natura che si de-

750 sqm that almost vanishes under a grass roof open to use by the community, which is the first in a series of structures and events intended to bring the centre of Norðragøta back to life. These contextual values also find expression in architectural language, through interpretations of nature and local traditions linked to construction, as with those older houses with turf roofs that dot the archipelago of the Faroes, but without reproducing their formal characteristics. The building takes up their mimetic spirit on a conceptual level. As Ósbjørn Jacobsen, partner and lead design architect at Henning Larsen, explains: “A central theme in traditional Faroese architecture is the blurred line between nature and building, so much so that the spectator has difficulties distinguishing where the landscape ends and the building begins. The primary conceptual idea behind the design of the town hall is driven by the notion of this blurred line between 589 ABITARE 65


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IL NUOVO MUNICIPIO RESTITUISCE UNO SPAZIO DI AGGREGAZIONE CHE ERA STATO OCCUPATO DALL’INDUSTRIA DELL A PESCA THE INHABITED BRIDGE RECOVERS A NATURAL SPACE FOR PEOPLE TO GATHER ON SPECIAL OCCASIONS, THAT HAD TAKEN AWAY FROM THE LOCAL POPULATION BY SETTING UP A LARGE FACTORY ON AN ATTRACTIVE BEACH

clina anche all’interno dell’edificio, la cui linea spezzata fa perno nella sala del Consiglio comunale, un cardine metaforico oltre che funzionale (curiosamente ispirato ai “kivas”, le camere cerimoniali dei nativi americani dei Pueblo che si sviluppano circolarmente intorno a un foro nel pavimento, origine simbolica della tribù): qui un tavolo circolare accoglie i consiglieri intorno a una grande apertura vetrata sul pavimento che mette in relazione visiva l’assemblea con il corso d’acqua sottostante (ed eventualmente con le trote che ne risalgono la corrente). Un’architettura che ascolta il paesaggio, quindi, ma allo stesso tempo un’architettura parlante, grazie a un’installazione sonora e luminosa dell’artista Jens Ladekarl Thomsen: integrata nel rivestimento di legno, narra ai passanti storie di natura e società locali e fa dell’edificio una “loquace” presenza comunitaria al di là delle sue forme costruite. ○

landscape and building.” A sense of permeability to nature can also be found inside the building, whose broken line pivots on the council hall, which forms a metaphorical as well as functional hinge (curiously inspired by the kivas, the ceremonial chambers of Pueblo Native Americans that are laid out in a circle around an opening in the floor, the symbolic origin of the tribe). Here a circular table seats the councillors around a large glass-covered opening in the floor that establishes a visual connection between the assembly and the watercourse beneath (even allowing them to spot trout in the water). This is an architecture that listens to the landscape, but at the same time it is an architecture that speaks, thanks to a sound-and-light installation by the artist Jens Ladekarl Thomsen, which is built into the wooden cladding, and regales passers-by with local stories that makes the building into an “eloquent” presence in the community above and beyond its constructed forms. ○ 589 ABITARE 67


UN CIELO PER LE NAZIONI UNITE THE SKY ABOVE THE UNITED NATIONS

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a rchitettura

| A Ginevra, nel palazzo classicista che dagli anni Trenta è sede dell’Onu, lo studio milanese PEIA ASSOCIATI firma il restyling dell’Aula XIX, la maestosa sala conferenze per le riunioni plenarie. Un progetto complesso: insieme funzionale, decorativo e in grado di accompagnare il ritmo circadiano con luci sempre mutevoli / In the classicist building that has been the European office of the UN in Geneva since the 1930s, the Milan-based practice Peia Associati has been responsible for the renovation of Room XIX, the majestic conference hall used for plenary sessions. A complex project: at once functional, decorative and able to adjust its lighting to follow the circadian rhythm of the human body txt Martina Landsberger photos Giovanna Silva

Un unico grande cielo che, come accadeva nell’architettura classica voltata, possa contenere al suo interno tutte le culture del pianeta; un grande tetto al di sotto del quale trovi posto ogni diversità di questo mondo; un’unica copertura che evochi l’idea di unità nella differenza. È questa l’idea che sta a fondamento della ristrutturazione dell’Aula XIX della sede delle Nazioni Unite di Ginevra, affidata allo studio Peia Associati di Milano. Un progetto che si pone l’obiettivo di attribuire un’immagine significante al luogo forse più importante del mondo, quello in cui ci si trova per discutere e per decidere della pace e della guerra nel nostro pianeta. Le Nazioni Unite negli ultimi anni hanno programmato un graduale rinnovamento delle proprie strutture amministrative di New York e di Ginevra identificando alcune linee di intervento comuni ma lasciando che ogni sede, in funzione della specificità A single large ceiling that, as happened in classical vaulted architecture, can contain beneath it all the cultures of the planet; a great roof under which there is room for all the diversity in this world; a single covering that evokes the idea of unity in difference. This is the idea at the root of the renovation of Room XIX of the United Nations Office in Geneva, entrusted to the Peia Associati practice of Milan. A project that set itself the objective of assigning a significant image to what is perhaps one of the most important places in the world, where leaders meet to debate and take decisions about peace and war on our planet. In recent years the United Nations has programmed a gradual renewal of its administrative facilities in New York and Geneva, laying down some common lines of intervention but giving each office, in relation to the specific characteristics of its location, the possibility to make its own and independent choices. 589 ABITARE 69


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LE POLTRONE SONO RIMOVIBILI PER ACCOGLIERE DISABILI ALL THE CHAIRS CAN BE REMOVED TO ACCOMMODATE WHEELCHAIR USERS

del luogo, avesse la possibilità di declinare le proprie scelte in modo autonomo. A Ginevra, l’intervento economico dello stato del Qatar – in qualità di sponsor e donatore dell’operazione di rinnovamento dell’Aula XIX – sta alla base delle scelte formali messe in campo dallo studio milanese. In un intervento riuscito la forma non può mai essere fine a sé stessa ma deve trovare una propria necessità. In questo specifico caso essa individua la propria ragione nelle complicate questioni tecniche che si rappresentano nell’esigenza di un adeguamento dell’opera agli alti standard definiti: nei termini di accessibilità, sostenibilità, fruibilità e funzionalità. In questo senso il progetto si rappresenta come la sintesi di saperi e tecniche fra loro anche molto diversi, applicati a una struttura architettonica esistente, risalente agli anni Cinquanta del secolo scorso. Giampiero Peia e il suo studio fanno in modo che l’intervento possa prevedere future modifiche, lavorano quindi per sovrapposizione, introducendo elementi architettonici intesi come una sorta di nuova “pelle” su cui rappresentare anche la cultura del Qatar. Ecco allora comparire decorazioni a scacchiera realizzate attraverso piastrelle di diverse forIn Geneva, the financial contribution of the state of Qatar – as sponsor and donor for the operation of renovation of Room XIX – is at the bottom of the formal choices proposed by the Milanese studio. In a successful intervention the form can never be an end in itself but has to find a justification. In this specific case its motivations lie in the complicated technical factors involved in the need for the work to meet the high standards required: in terms of accessibility, sustainability, usability and functionality. In this sense the design can be seen as a synthesis of some very different areas of expertise and techniques, applied to an existing architectural structure dating from the 1950s. Giampiero Peia and his studio have made sure that their intervention can allow for modifications in the future, and thus have worked by superimposition, introducing architectural elements that serve as a sort of new “skin” on which the culture of Qatar can also be represented. Thus we find chequerboard decorations made with tiles of different geometric shapes that never overlap and leave no gaps; panels decorated with Middle Eastern graphic designs, motifs that appear to repeat themselves almost ad infinitum, evoking, metaphorically, the idea that what we see is always only part of a much bigger whole. As has been said, however, the project does not limit itself to designing the ornamentation

La grande cupola è attrezzata con apparecchi Flos che riproducono il ciclo circadiano della luce. Le superfici dei banchi, di compensato marino e Krion life, assorbono CO2. The large dome is fitted with Flos appliances that reproduce the circadian cycle of daylight. The surfaces of the benches, in marine plywood and Krion life, absorb CO2. 589 ABITARE 71


ALCUNE POLTRONCINE ORIGINALI DI CHARLOTTE PERRIAND SONO STATE RESTAURATE E RIUTILIZZATE SOME OF CHARLOTTE PERRIAND’S ORIGINAL CHAIRS HAVE BEEN RESTORED AND REUSED

me geometriche che non si sovrappongono mai e non lasciano spazi vuoti; pannelli decorati con grafismi mediorientali, motivi che paiono ripetersi quasi all’infinito evocando, metaforicamente, l’idea che ciò che vediamo è sempre, e solamente, una parte di un tutto molto più vasto. Il progetto però, come detto, non si limita a disegnare l’apparato ornamentale di una vasta aula per circa 800 persone. Una grande sapienza tecnica infatti rende necessario ciò che, a uno sguardo superficiale, appare come una esclusiva scelta formale. Ecco allora che ogni disegno trova una propria precisa spiegazione nel conseguimento di una migliore qualità del luogo. Il grande elemento scenografico della “duna” di copertura, con il suo movimento e il suo disegno a intreccio, acquista così un ruolo fondamentale non solo nella rappresentazione del progetto ma anche dal punto di vista dell’illuminazione di uno spazio che, in considerazione anche di possibili permanenze prolungate all’interno dell’aula, si costruisce con l’obiettivo di garantire una luce perfetta durante tutta la giornata. Il progetto illuminotecnico prevede dunque un sistema circadiano che permette all’aula di passare attraverso differenti intensità luminose che ripropongono l’atmosfera dell’alba e del tramonto, della luce del sole filtrata dalle nuvole e di quella del primo mattino dopo un temporale (metafora, queste ultime, della speranza di una pace perenne al termine di una guerra). Il progetto include anche un nuovo sistema di arredi: fra questi il nuovo tavolo del consiglio, la predisposizione di nuove e modernissime attrezzatture video e il disegno delle nuove poltroncine dei delegati, che reinterpretano le precedenti disegnate da Charlotte Perriand. Le sedute originali, conservate a memoria del suo prezioso intervento, arricchiscono la zona visitabile dal pubblico nel mezzanino. ○ of a huge hall with a capacity of around 800. In fact great technical know-how renders necessary what at first glance appears to be an exclusively formal choice. And so each element of the design finds a precise motivation in the effort to improve the quality of the place. Thus the large and spectacular feature of the “dune” on the ceiling, with its movement and its intertwined pattern, acquires a fundamental role not only in in the representation of the project but also from the perspective of the illumination of a space that, partly in view of the possibility of people spending long periods in the room, has been constructed to meet the goal of providing perfect levels of light throughout the day. So the lighting design provides for a circadian system that will allow the room to pass through different intensities of illumination, re-creating the atmosphere of dawn and dusk, of sunlight filtered by clouds and of the early morning after a thunderstorm (metaphors, these last, of the hope for lasting peace at the end of a war). The project also includes a new system of furnishings: among them the new council table, together with bang up-to-date video equipment, and the new seats for the representatives, which reinterpret the previous ones designed by Charlotte Perriand. Those, preserved by heart of her precious intervention, enrich the area open to the public at the mezzanine floor. ○ 72 ABITARE 589


Sopra, la zona aperta al pubblico e alle scuole al piano mezzanino. A sinistra, una cabina di traduzione. Pagina accanto, in alto, la seduta progettata da Studio Peia e realizzata da Matteo Grassi a confronto con l’originale della Perriand; in basso, il leggio di legno Okumè. Above, the area open to schools and to the public on the mezzanine floor. Left, a translation booth. Opposite page, top, the chair designed by Studio Peia and produced by Matteo Grassi set against Perriand’s original; bottom, the lectern made of Okumè wood.

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a rchitettura

SALOTTO PER POCHI

A LOUNGE FOR THE FEW txt Sara Banti photos Andrea Martiradonna

| Questo piccolo volume impreziosito da lamina d’alluminio bicolore – opera di ONE WORKS – è il nuovo terminal per l’aviazione privata di Milano Malpensa. Racchiude ambienti confortevoli pensati per chi da qui vuole raggiungere mete italiane ed europee in elicottero o con il proprio jet / This small structure embellished with a thin, two-tone layer of aluminium – designed by One Works – is the new terminal for private flights at Milan Malpensa. It houses comfortable spaces intended for those who want to fly on from here to destinations in Italy and Europe by helicopter or aboard their own jet

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L’edificio pentagonale è rivestito con pannelli d’alluminio prodotti da Prefa (superficie nera) e Sto (imbotti color madreperla). Pagina accanto, una delle lounge, con arredi Kartell. The pentagonal volume is clad in aluminium panels produced by PREFA (black surface) and STO (pearl-coloured niches). Opposite page, one of the lounges, with Kartell furniture.

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«NON SONO PREVISTI TEMPI MORTI, NIENTE NEGOZI NÉ ESPOSIZIONI, IL PASSEGGERO È FELICE SE TRANSITA VELOCEMENTE, MOSTRA I DOCUMENTI E SI IMBARCA» «NO ALLOWANCES ARE MADE FOR IDLE TIMES, NO SHOPS OR DISPLAYS. PASSENGERS ARE HAPPY IF THEY TRANSIT QUICKLY, SHOW THEIR DOCUMENTS AND GET ON BOARD»

A RIGA (LETTONIA) ONE WORKS STA REALIZZANDO L’AMPLIAMENTO DELL’AEROPORTO, in Thailandia è in gara per la trasformazione di un’ex pista militare in una commerciale ed è in concorso anche per un nuovo terminal in Arabia Saudita, per parlare solo degli incarichi legati all’aviazione. Nel frattempo, questo studio milanese che in mezzo mondo disegna infrastrutture per i trasporti (ma non solo) ha inaugurato lo scorso giugno un terminal dedicato all’aviazione privata all’aeroporto di Milano Malpensa. «È un business in grande crescita», spiega l’architetto Leonardo Cavalli, uno dei tre managing partners di One Works. «Sono sempre più numerosi i passeggeri che atterrano a Malpensa e poi ripartono con l’elicottero o con un jet privato verso altre mete italiane o europee». Finora a Milano il terminal vip di business aviation era presente solo all’aeroporto di Linate, realizzato sempre da One Works in occasione di Expo 2015. Con questo nuovo padiglione da 1.400 metri quadrati tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di Malpensa si fa fronte a una richiesta sbocciata con il cosiddetto “effetto Milano”, la popolarità recente che ha portato la capitale italiana della moda e del design «tra le 15 città ONE WORKS IS BUILDING AN EXTENSION TO THE AIRPORT IN RIGA (LATVIA) and it is competing for the job of converting a former military airstrip into a commercial one in Thailand, as well as for a new terminal in Saudi Arabia, to mention only commissions linked to aviation. In the meantime, this Milan-based practice that is designing infrastructure for transport (among other things) all over the world opened a terminal for private flights at Milan Malpensa airport last June. “It’s a rapidly expanding business,” explains the architect Leonardo Cavalli, one of the three managing partners of One Works. “There are more and more passengers who land at Malpensa and then fly out aboard a helicopter or a private jet to other destinations in Italy and Europe.” Up to now the only VIP business aviation terminal in Milan was at Linate airport, also designed by One Works on the occasion of Expo 2015. This new 1400-square-metre pavilion between Terminal 1 and Terminal 2 at Malpensa meets a demand that has emerged with the so-called “Milan effect”, the recent popularity that has made the Italian capital of fashion and design “one of the 15 cities in the world most visited by international operators”. The new

L’atrio che dà accesso alle cinque lounge è rivestito di lamelle di Corian che creano sulla parete un “effetto onda”. Pagina accanto, uno dei bagni, con pareti rivestite di lastre Laminam e mosaico dorato Rex Ceramiche; sanitari Duravit e rubinetti Cea. The hall that provides access to the five lounges is lined with blades of Corian that create a “wave effect” on the wall. Opposite page, one of the bathrooms, with walls faced with Laminam porcelain slabs and Rex Ceramiche gold mosaic; Duravit sanitary ware and Cea taps and fittings. 76 ABITARE 589


GROUND-FLOOR PLAN

Project Milano Prime Architects One Works Managing partner in charge Giulio De Carli Associate director Giuliana Ledda Project team Fabrizio Volpe, Davide Cucchi Paolo Gordon, Alessia Mapelli (architectural design); Gianluigi Santinello, Mariano Palazzolo, Paolo Solato Andrea Zampellini (structures); Mirco Neri, Michela Maretto (calculations) Contractor Di Vincenzo Dino & C. spa

Year of completion 2019 Built area 1.400 sqm Location Malpensa, Italy

In alto, la pianta pentagonale del nuovo terminal si salda a quella rettangolare di un edificio aeroportuale già esistente. Top, the pentagonal plan of the new terminal is linked to the rectangular plan of another airport’s building, already existing.

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Il terminal per l’aviazione privata (sotto), da 1.400 metri quadrati, affaccia sulla pista di decollo, dove è collegato a un hangar da 5mila metri quadrati (pagina accanto). The terminal for private flights (below), with an area of 1400 square metres, faces onto the take-off runway, where it is linked to a 5000-square-metre hangar (opposite page).

al mondo più visitate da operatori internazionali». Il nuovo volume a un solo piano – situato tra un piazzale con 110 posti auto e un hangar per i velivoli da cinquemila metri quadrati – è una sorta di pentagono irregolare, rivestito da una “pelle” color grigio scuro per essere facilmente individuato dall’alto. Questa forma compatta è però intagliata sui due fronti opposti – strada e pista – da nicchie rastremate color madreperla che inquadrano le ampie vetrate, creando giochi di luce e riflessi attraverso superfici d’alluminio piegate come origami. Il risultato è «un’architettura preziosa anche se costata relativamente poco», afferma Cavalli. La preziosità si ritrova anche negli interni, sviluppati attorno a un’ampia hall dalle forme sinuose inondata di luce naturale zenitale grazie al lucernario al centro del soffitto (ma illuminata anche da un articolato sistema di lampade a Led), con pareti rivestite da lamelle di Corian che generano una sorta di onda dinamica. Da qui si accede alle cinque lounge – gestite 78 ABITARE 589

single-storey structure – situated between an area with 110 parking places and a 5000-square-metre aircraft hangar – is a sort of irregular pentagon, covered with a dark grey “skin” to make it easy to identify from above. However, this compact form has tapered pearl-coloured niches carved out of the two opposite fronts – onto the road and the runway – that frame the large expanses of glass, creating plays of light and reflections through aluminium surfaces folded like origami. The result is “a precious work of architecture even though it cost relatively little,” says Cavalli. This preciousness extends to the interiors as well, laid out around an ample hall of sinuous forms flooded with natural light from above thanks to the skylight in the centre of the ceiling (but also illuminated by a complex system of LED lamps), with walls lined with blades of Corian that generate a sort of dynamic wave. From here users have access to five lounges (run by different operators and so each with its


«SONO SEMPRE PIÙ NUMEROSI I PASSEGGERI CHE AT TERRANO A MALPENSA E POI RIPARTONO CON L’ELICOT TERO O CON UN JET PRIVATO» «THERE ARE MORE AND MORE PASSENGERS WHO LAND AT MALPENSA AND THEN FLY OUT ABOARD A HELICOPTER OR A PRIVATE JET»

da operatori diversi e quindi ciascuna caratterizzata da arredamento e atmosfera peculiari – comodi salotti con ampie vetrate, dove trascorrere la breve attesa approfittando magari del servizio di catering. «Non sono previsti tempi morti, niente negozi né esposizioni», commenta Cavalli. «Il passeggero è felice se transita velocemente, mostra i documenti, si imbarca». Qui le cose funzionano esattamente così, non per niente l’Italia è al quarto posto in Europa nell’aviazione privata, spiega Chiara Dorigotti amministratore delegato di Sea Prime – la società del gruppo Sea che ha sviluppato il nuovo terminal – particolarmente orgogliosa di questo “scrigno” pensato per accogliere e accudire i clienti con efficienza unita a eleganza. Persino i bagni rispecchiano l’alto livello di cura e comfort, con le loro pareti rivestite di mosaico dorato e di sottili lastre ceramiche che simulano il marmo di Carrara. Ogni cosa naturalmente – materiali, finiture, arredi, luci – è made in Italy. ○

own furnishings and atmosphere), comfortable spaces with ample windows in which to pass the short time they will have to wait, perhaps by taking advantage of the catering service. “No allowances are made for idle times, no shops or displays,” comments Cavalli. “Passengers are happy if they transit quickly, show their documents and get on board.” That is exactly how things work here. After all Italy is in fourth place in Europe when it comes to private aviation, explains Chiara Dorigotti, managing director of Sea Prime, the company belonging to the Sea group that has developed the new terminal. She is particularly proud of this “treasure chest” designed to welcome and cosset customers with efficiency combined with elegance. Even the bathrooms reflect the high level of care and comfort, with their walls clad in golden mosaic and thin ceramic slabs that simulate Carrara marble. Everything of course – materials, finishes, furniture, lighting – is made in Italy. ○ 589 ABITARE 79


a rchitettura

IL MIO VOLO LIBERO FLYING FREE

| Per implementare i trasporti futuri Uber immagina taxi aerei da innestare al sistema di mobilità urbana. L’architetto di Los Angeles CRAIG HODGETTS – che per la società californiana ha studiato un progetto di Skyport – ci racconta storia e genesi di un sogno dell’uomo moderno. Che presto potrebbe diventare realtà / To implement its plans for the transport of the future Uber is imagining air taxis to be plugged into the system of urban mobility. The Los Angeles-based architect Craig Hodgetts – who has tried to design a Skyport for the Californian company – tells us the story of the genesis of a great dream of the modern world. One which could soon become a reality txt Craig Hodgetts

POCO DOPO CHE I FRATELLI WRIGHT E LILIENTHAL avevano dimostrato la possibilità del volo controllato, fece la sua comparsa una nuova generazione di visionari che prefiguravano cieli affollati di aeroplani sferraglianti, rombanti e sputacchianti fumo ma soprattutto in grado di volare fino a luoghi lontani, lasciando giù a terra un mondo trainato dai cavalli. In effetti, le loro deliranti rappresentazioni di cieli cittadini solcati in tutte le direzioni da ogni tipo immaginabile di macchina volante sono avvincenti ancora oggi, persino nell’era della rappresentazione digitale. Nonostante le lucide macchine della polizia in Bladerunner e il grasso taxi de Il quinto elemento, sembra però che non si sia ancora materializzata una vera e propria automobile volante. Troppo rumorosa, troppo sgraziata, troppo buffa e troppo da cardiopalma per essere presa sul serio. Ne esiste comunque qualche esempio che colpisce più di altri, come la Aerocar, che giunse quasi alla fase di produzione sebbene avesse bisogno di uno spazio abbastanza grande da stivarci un voluminoso set composto da ali, coda e motore, da agganciare alla propria automobile per decollare, ammesso naturalmente che esistesse un’area adatta nei dintorni. Nella stessa epoca, visionari veri come Norman Bel Geddes cercavano il modo di collocare questo campo di decollo proprio nel mezzo di una città. In uno di questi progetti, un aereo di linea avrebbe dovuto raggiungere la velocità di decollo compiendo una serie di giri in una specie di ciambella con le sponde, in cima a un 80 ABITARE 589

NOT SO LONG AGO, JUST AFTER THE WRIGHT BROTHERS and Lilienthal proved that controlled flight was possible, a new generation of visionaries imagined skies swimming with aeroplanes that rattled about, zoomed, belched smoke, and clattered, but more than that, were able to fly to faraway places, and leave the horse-drawn world far below. In fact, their delirious portrayals of city skies cris-crossed with every imaginable flying machine are still compelling, even in an age of digital representation. But it seems, from the lustrous cop cars in Bladerunner to the fat taxi’s in the Fifth Element, that a definitive, bona fide flying car has yet to materialize. Too noisy! Too awkward! Too funny! Too heart-stopping! To be taken seriously. A few examples stick out, like the Aerocar, which nearly reached production in spite of the need to store a massive wing, tail, and engine assembly “somewhere convenient” so that you could simply clip your road-going sedan to it and take off – assuming of course that there was a suitable take-off area “somewhere convenient”. Simultaneously, serious visionaries like Norman Bel Geddes were exploring how to provide that take-off area in the very midst of an urban area. In one scheme, an airliner would achieve take-off velocity after a few circuits on a banked doughnut atop a group of skyscrapers. In another, Bel Geddes proposed a rotating field (to take advantage of the wind) at the tip of Manhattan to be connected directly to Wall Street via an undersea tunnel! Much earlier, in La Citta Nuova, Sant’Elia proposed to integrate a rail terminal with an aero-


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SEM/UNIVERSAL IMAGES GROUP VIA GETTY IMAGES


ALCUNI GRANDI VISIONARI COLLOCAVANO IL CAMPO DI DECOLLO NELLA CITTÀ KEYSTONE/GETTY IMAGES

SERIOUS VISIONARIES WERE EXPLORING HOW TO PROVIDE THE TAKE-OFF AREA IN THE VERY MIDST OF AN URBAN AREA

gruppo di grattacieli. In un altro, Bel Geddes proponeva addirittura un campo rotante – per sfruttare il vento – sulla punta di Manhattan, collegato direttamente a Wall Street attraverso un tunnel sottomarino! Molto prima, La Città Nuova dell’architetto Antonio Sant’Elia prevedeva l’integrazione di un aerodromo in un terminal ferroviario. Ma tutti questi progetti erano destinati a fallire già in partenza. Le regole della progettazione di un velivolo, il motore a benzina, le ali, il rumore e persino l’idea stessa originaria – le ali da uccello di Leonardo da Vinci – non offrivano la soluzione in termini di trasporto e comodità. Basta una rapida occhiata agli strabilianti antenati dei taxi dell’aria proposti oggi per cogliere lo spirito alla buona dei loro inventori, che si ostinavano comunque a cercare di realizzare i propri sogni, al diavolo l’estetica. Non si può fare a meno di ammirarne l’ingegnosità, ma soprattutto il coraggio quando salivano a bordo e si allacciavano la cintura. Nonostante tutto, un gruppo di irriducibili aspiranti inventori fai-da-te, imprenditori e futuristi continuò a insistere nel tentativo di tenere vivo questo sogno. Dopo la Seconda guerra mondiale un nuovo sussulto di interesse produsse ali ripiegabili, ali staccabili e i trabiccoli più improbabili, come la Skycar di Moller e la ConvairCar di Henry Dreyfuss, che utilizzavano una bizzarra combinazione di eliche e ali. Nessuna avrebbe avuto la benché minima possibilità in un concorso di bellezza! Per alimentare un mezzo che funzionasse sul serio c’è voluta una vera e propria rivoluzione, capeggiata soprattutto dalle batterie dei telefoni cellulari e dai motori elettrici delle automobili giocattolo. Basta andare in Internet per trovare scooter e biciclette elettri82 ABITARE 589

drome. Each was doomed from the start! The conventions of aircraft design, the gasoline engine, the wings, the noise, and even the source – da Vinci’s birdlike wings – were a dead-end when it came to personal transport, and the on-demand convenience it requires. A quick look at the eye-popping ancestors of today’s proposed air taxi’s reveals the rough and ready spirit of their inventors, who soldiered on, aesthetics be damned, to realize their dream. One must admire their ingenuity, but especially their courage as they buckled up and climbed aboard. Nevertheless, a die-hard group of would-be back-yard-inventors, entrepreneurs, and futurists persisted in their attempts to keep the dream alive. A flurry of interest after WWII saw folding wings, detachable wings, and “how can that thing fly?” propositions, such as the Moller Skycar and the Henry Dreyfuss ConvairCar – all of which used some bizarre combination of propellers and wings. None would stand a chance in a beauty contest! What it took was a revolution, mostly led by batteries and motors that found their way from cel phones and toy cars to power the real thing. Plug in the internet and suddenly you’ve got electric GPS scooters, bikes, and soon, Uber proposes, electric air taxis! Sometimes ungainly, with retractable propellers or huge, Dyson-like ducted fans and delux interiors to rival luxury cars, we are told that they will soon be making routine trips of perhaps 75 kilometers, from Skyport to Skyport. On a two minutes schedule! It would be an understatement to suggest that those trips would transform people’s lives. Futuristic! But dazzling. They are calling it Uber Air. So what makes all of this possible? Not only possible but a near certainty? First, and it cannot be denied, is Uber’s ubiquity. It is everywhere, and that has given it unique access to data Sinistra / Left, James Dartford, Skyport 2000, London (1957). Sotto / Below, Illustrated London News, Rooftop Inner-City Circular Airports (1919). Pagina precedente / Previous page, New York seen in the future, Postcard 1900.


Antonio Sant’Elia, Stazione d’aeroplani e treni con funicolari e ascensori su tre piani stradali (1914). Antonio Sant’Elia, Station for trains and airplanes with cable railways and lifts above three roadways (1914).

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GLI INVENTORI DEGLI ANTENATI DEI TAXI AEREI CERCAVANO DI REALIZZARE I PROPRI SOGNI, AL DIAVOLO L’ESTETICA! THE INVENTORS OF THE ANCESTORS OF TODAY’S PROPOSED AIR TAXI’S SOLDIERED ON TO REALIZE THEIR DREAM, AESTHETICS BE DAMNED!

ERIC-PAUL-PIERRE PASQUIER/GAMMA-RAPHO VIA GETTY IMAGES

ci con GPS e presto – promette Uber – persino aerotaxi elettrici! Anche se a volte goffi, con eliche retrattili o grandi ventole canalizzate tipo Dyson e interni deluxe per fare concorrenza alle auto di lusso, pare che presto questi taxi dell’aria compiranno tragitti regolari forse di 75 chilometri, da Skyport a Skyport. Ogni due minuti! Non è un’esagerazione affermare che questi viaggi trasformerebbero veramente la vita delle persone. Futuristico! Ma anche impressionante. Lo chiamano Uber Air. Allora cosa rende possibile tutto questo? Non solo possibile, ma quasi una certezza? Innanzitutto – e non si può negarlo – c’è l’ubiquità di Uber, che è quasi ovunque e ha quindi un accesso esclusivo a dati e informazioni sulle abitudini di viaggio che prima non erano disponibili. Un secondo fattore quasi altrettanto importante, soprattutto per gli appassionati di informatica, è la simbiosi in continua evoluzione tra computer ed energia elettrica e la capacità di combinarli per creare un velivolo che unisca silenziosità, lusso e manovrabilità e trasformi la possibilità di volare attraverso l’aria in una normale routine di tutti i giorni. Oh, e oltre a questo esiste una nuova generazione di aziende visionarie che destinano enormi risorse per realizzare sogni impossibili: Elon Musk con i suoi tunnel, Sergey Brin con il suo porto spaziale, Richard Branson di Virgin Records e via dicendo. In teoria Uber disseminerà il paesaggio di centinaia di Skyport molto simili al prototipo mostrato qui, che supporteranno una rete di corridoi nell’aria brulicanti di eVTOL (velivolo elettrico a decollo e atterraggio verticale) e di persone comuni che hanno fretta. Questi “porti aerei” funge-

In alto / Top, The Fifth Element (Luc Besson 1997), Taxicab & Police cruiser. Sopra / Above, Moller’s Skycar M400. Destra / Right, Jess Dixon in his flying automobile (c. 1940). Pagina accanto / Opposite page, Anton Brzezinski, Painting of Futuristic Buildings and City. 84 ABITARE 589

and travel insights never before available. A close second, for geeks, is the evolving symbiosis of the computer, electric power, and the ability to marry the two in order to create unique aircraft that combine silence, luxury, and maneuverability in ways which make flying through the air just another daily routine. Oh, and beyond that, lies a new generation of visionary companies that commit vast resources to impossible dreams: Elon Musk with his tunnels, Sergey Brin with his spaceport, Virgin Records Richard Branson, and so forth. In theory, Uber will dot the landscape with hundreds of Skyports, much like the prototype shown here, to support a network of corridors in the air, each bustling with eVTOL’s (Electric Vertical Take-Off and Landing Aircraft), and each full of ordinary people in a hurry. The ports will act as streamlined interfaces between scooters, bikes and shared-ride vehicles like those already populating our cities, in order to create a singular, integrated transport system that seamlessly weaves together flying machines travelling at hundreds of kilometers an hour with lowly 20 KPH scooters. Ray Bradbury, the revered science fiction writer, would be the first to applaud such a benign, technologically elegant revolution. The prototype shown here, designed by Mithun/Hodgetts+Fung for Uber’s Summit Conference, mirrors that aspiration in an architectural form which embodies various devices to smooth the transitions. First is an oversize distributer, like a vending machine, that dispenses bikes and scooters to riders in an instant. Second, a similar, if even larger, turntable that rotates to bring just-landed eVTOL’s ( someone needs to coin a better name ) directly to the passengers about to board. A garden oasis lies well beneath the expanse of the


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IMAGE COURTESY OF MITHUN/HODGETTS+FUNG

ranno da veloce interfaccia tra scooter, biciclette e veicoli in condivisione che già popolano le nostre città, dando vita a un sistema unico e integrato di trasporti in cui si intersecano fluidamente macchine volanti che viaggiano a centinaia di chilometri all’ora e semplici motorini che vanno a venti all’ora. Ray Bradbury, il venerato scrittore di fantascienza, sarebbe stato il primo ad applaudire una simile rivoluzione, benevola e tecnologicamente elegante. Il prototipo mostrato qui, progettato dallo studio Mithun/Hodgetts+Fung (per la Conferenza di Uber del giugno 2019, ndr) riflette questa aspirazione attraverso una forma architettonica che incorpora diversi dispositivi per agevolare i vari passaggi. Innanzitutto, un enorme distributore come quelli automatici, che in un attimo dispensa biciclette e scooter agli utilizzatori. In secondo luogo, una piattaforma girevole ancora più grande che ruota per portare gli eVTOL appena atterrati (bisogna assolutamente trovare un nome migliore) direttamente dai passeggeri che devono imbarcarsi. Sotto lo Skyport si trova un’oasi-giardino affollata di gente e immersa nel chiaroscuro della luce del sole che filtra attraverso il campo di atterraggio trasparente. Da qui, tre ascensori trasportano rapidamente in alto i passeggeri verso la prosecuzione del loro viaggio. L’insieme è progettato per ridurre a cinque minuti, o anche meno, il tempo fino al decollo, e dall’atterraggio all’uscita in strada. Questa sì che sarebbe una vera rivoluzione! La missione di Uber – essere l’“Amazon dei trasporti” – non ha pre-

cedenti. Sarebbe come se i vari dipartimenti rivali di una tipica città deponessero improvvisamente le armi e si abbracciassero: Metro, ti presento Autobus, Autobus, ti presento Skyport. Naturalmente, questo crea la necessità di un nuovo tipo di terminal ibrido e poliedrico molto più di quelli cui siamo abituati, che ai passeggeri offrono lunghe code una dopo l’altra, dall’acquisto del biglietto al taxi oppure – Dio non voglia – la navetta per arrivare al parcheggio dell’autonoleggio (dove c’è un’altra fila). L’Uber Skyport mostrato qui è progettato per la comodità del singolo passeggero e non dell’operatore, grazie a diverse tecnologie: dalle etichette RFID al GPS, dalla meccanica vecchia scuola al semplice buonsenso. Spariti gli atri, i saloni e le sale d’aspetto. Deve infatti essere un punto di trasferimento veloce incentrato sul movimento, che elimina la necessità di tenere d’occhio l’orologio. Anche il sistema strutturale è stato pensato per ottimizzare il processo di costruzione, dall’officina di produzione al montaggio finale, come un kit di parti solide e ben imbullonate che si incastrano perfettamente tra loro, in modo rapido e preciso. In definitiva, è probabile che questo concept abbia un effetto positivo sull’ambiente circostante, generando traffico pedonale, offrendo un invitante spazio verde aperto a tutti e favorendo il commercio locale. Insomma, tutt’altra cosa rispetto al rumore e alle esalazioni prodotti dal tipico hub di transito. E promette anche di tradurre in realtà – finalmente – le idee dei più celebri visionari del ventesimo secolo. ○

NIENTE ATRI, SALONI, SALE D’ASPETTO: LO SKYPORT È UN LUOGO PER IL TRASFERIMENTO VELOCE E DINAMICO GONE ARE THE LOBBIES, THE CONCOURSES AND WAITING LOUNGES: THE SKYPORT HAS TO BE A JUST-IN-TIME TRANSFER POINT THAT EMPHASIZES MOVEMENT

Skyport above – alive with people and the chiaroscuro of sunlight pouring through the transparent landing field, and a trio of elevators quick to take passengers up to continue their trip. All together, they are designed to enable a curb to take-off time of five minutes, or less. Or put another way, a similar time from landing to being out on the street. This, to put it mildly, would be a revolution! Uber’s mission, to be the “Amazon” of transportation is unprecedented. It is as though the duelling agencies of a typical city had suddenly laid down their weapons and fallen into one another’s arms. Metro, meet Autobus. Autobus, meet the Skyport. This has, of course, created the need for a new typology – a kind of hybrid, multifaceted terminal that goes far beyond those we are used to, which offered passengers the “priviledge” of standing in long line after long line as they waited first for a ticket, then for a timed departure, then, on the other end, for a taxi or God forbid, a shuttle to take them to the rental lot where 86 ABITARE 589

another line awaits them. The Uber Skyport shown here is designed for the convenience of the individual passenger, not the operator, and does so by exploiting a grab-bag of technologies – from RFID tags, GPS, old-school mechanics, and plain common sense. Gone are the lobbies, the concourses and waiting lounges. This is to be a just-in-time transfer point that emphasizes movement, and eliminates glances at your watch. The structural system, as well, has been designed to optimize the construction process, from fabrication shop to final assembly, as a forthright, bolt-together kit of parts which enables rapid, precise fitting-together. Ultimately the concept is likely to have a positive impact on its surroundings, generating foot traffic, providing an inviting green space open to all, and encouraging local businesses. It is a far cry from the noise and fumes generated by the typical transit hub – promising to realize, at long last, the ideas of many of the Twentieth Century’s most celebrated visionaries. ○


IMAGE COURTESY OF MITHUN/HODGETTS+FUNG

Lo Skyport urbano ideato dallo studio Mithun/Hodgetts+ Fung per Uber. Al piano terreno, che è immerso nel verde, sono a disposizione biciclette e scooter. Con scale e ascensori si accede alla piattaforma girevole sul tetto (pagina accanto), dove atterrano e decollano agili mezzi volanti.

The urban skyport designed by the Mithun/Hodgetts+Fung firm for Uber. Bicycles and scooters are available on the ground floor, which is immersed in vegetation. Stairs and lifts lead to the rotating platform on the roof (opposite page), where the flying cars land and take off.

FLIGHT DECK

PROGRAM OASIS

SECTION

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i nterni

L’EREMO DELL’ARCHITETTO THE ARCHITECT’S RETREAT

| In cima a un poggio affacciato sui colli piacentini c’è il rifugio di GIANMARIA BERETTA, a capo di uno dei più noti e prolifici studi milanesi. La dimora ha il pregio di fondere gli elementi della tradizione locale con una struttura pensata per “episodi”, in stretto rapporto con la natura / On top of a knoll facing onto the Colli Piacentini stands the refuge of Gianmaria Beretta, head of one of the best known and most prolific practices in Milan. The house has the merit of fusing elements of the local tradition with a structure conceived in “episodes”, in close conjunction with nature txt Irene Guzman photos Andrea Martiradonna 88 ABITARE 589


QUANDO L’ARCHITETTO GIANMARIA BERETTA decise di mettere in vendita la sua casa di campagna a Poggio Carbone sulle colline piacentine – una cascina del Cinquecento che aveva restaurato ma non gli somigliava abbastanza – si innamorò di un angolo di paradiso poco distante, in Val Luretta, con vista mozzafiato a 360 gradi su un paesaggio incontaminato. Per chi lavora sodo come lui, soprattutto in un periodo in cui lo studio Beretta Associati è impegnato in importanti incarichi a Milano (tra cui due complessi residenziali per un totale di 650 appartamenti e l’ampliamento dell’Università Cattolica), è irrinunciabile fuggire dalla città ogni fine settimana e trovare pace in mezzo alla natura. L’architetto ce l’ha messa tutta ed è riuscito a realizzare in appena undici mesi un’abitazione adatta al luogo e in linea con la tradizione locale, con tetto spiovente, porticato e cortile. Ma con un’energia particolare. WHEN THE ARCHITECT GIANMARIA BERETTA decided to put up for sale his home in the country, at Poggio Carbone on the hills around Piacenza – a 16th-century farmhouse that he had restored but which he did not feel reflected him well enough – he fell in love with a bit of paradise not far away, in the Luretta Valley, with a breath-taking 360-degree view onto an unspoiled landscape. For someone who works as hard as he does, especially at a time when the Beretta Associati studio is busy with a series of important commissions in Milan (including two residential complexes with a total of 650 flats and the extension of the Catholic University), it is indispensable to be able to get away from the city every weekend and find peace and quiet in the midst of nature. The architect put his whole heart into it and succeeded in creating a house suited to the place and in keeping with the local tradition, complete with pitched roof, porch and

La villa utilizza anche pietra e coppi di un vecchio rustico che si trovava più a valle. The villa also utilizes stone and roof tiles from an old rustic building that was located lower down.

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Nella sala da pranzo campeggia il grande tavolo di frassino disegnato da Gianmaria Beretta. Pagina accanto, il living fotografato dalla libreria a doppia altezza. The dining room is dominated by the large ash table designed by Gianmaria Beretta. Opposite page, the living room photographed from the double-height bookcase.

SULLE PARETI OPERE DI AMICI ARTISTI, TRA CUI QUELLE DI UGO LA PIETRA THE WALLS ARE DECORATED WITH THE WORKS OF ARTIST FRIENDS, IN PARTICULAR THOSE OF UGO LA PIETRA

La Stallara prende il nome dal precedente fabbricato rurale, demolito e poi ricostruito un centinaio di metri più a valle utilizzando pietre e coppi di recupero, su un terreno riadattato affinché sembrasse naturale, che dissimula i 330 metri quadrati della residenza (oltre ai 100 di cantina e magazzini interrati) grazie a uno studio accurato dei dislivelli. Nasce così questa casa fatta di “episodi”: il cortile, un hortus conclusus avvolto dal profumo del gelsomino che cresce sulle pareti di pietra, l’area della piscina con il suo pergolato e il portico con una grande tenda che può offrire ombra a oltre 40 persone. Anche la strada d’accesso è frutto di un pensiero preciso, un chilometro di cemento misto ghiaia bianca molto resistente per sopportare anche la neve in inverno, dove una grande quercia secolare protetta dalla soprintendenza segna il bivio che porta da un lato al parcheggio e dall’altro al portico. courtyard, in just eleven months. But one with a distinctive energy. La Stallara takes its name from the pre-existing rural construction, demolished and then rebuilt a hundred metres farther down, utilizing the same stones and roofing tiles, on a site altered to make it look natural while concealing the 330 square metres of the residence (over 100 of which are taken up by the wine cellar and underground storerooms) through a careful study of the differences in level. Out of this has come a house made up of “episodes”: the courtyard, a hortus conclusus steeped in the scent of the jasmine that grows on its stone walls, the area of the swimming pool with its pergola and the porch with a great awning that can provide shade for over 40 people. Even the road of access is the product of careful thought: a kilometre of highly resistant cement mixed with white gravel that can withstand snow 90 ABITARE 589


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Uno degli spazi attrezzati con tavolo e sedie che rendono godibile ogni angolo della villa. Pagina accanto, la piscina a sud. One of the spaces fitted out with table and chairs that make it possible to enjoy every corner of the villa. Opposite page, the swimming pool to the south.

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L’ I N S I E M E I N C L U D E L A P I S C I N A CON PERGOLATO, L’HORTUS CONCLUSUS E IL PORTICO THE COMPLEX INCLUDES THE SWIMMING POOL WITH ITS PERGOLA, A HORTUS CONCLUSUS AND THE PORCH

Alla soglia degli ottant’anni Beretta ha sviluppato un progetto sartoriale attorno alle proprie esigenze di futuro pensionato: la geometria essenziale della pianta, una struttura rigorosa e priva di grandi gesti architettonici (a parte un’ampia vetrata verso nord) e, per ridurre i consumi energetici, serramenti isolanti, pompa di calore e pannelli radianti sotto il pavimento di listoni di rovere. Insieme alle travi a vista del tetto, contribuisce a “scaldare” l’atmosfera la grande libreria a doppia altezza del soggiorno, con nutrita biblioteca d’architettura. I mobili sono di recupero o disegnati dal padrone di casa, come il grande tavolo da pranzo di frassino trattato al poliestere, mentre la zona notte è arredata con mobili Ikea. Alle due stanze da letto al piano terreno se ne aggiungono altre quattro al piano mansarda, suddiviso in due parti esattamente simmetriche, pensate per i due figli e i nipotini. ○

GENERAL PLAN

Project La Stallara Architect Gianmaria Beretta Structural engineer Fabio Subacchi Landscape architect Anna Scaravella

Contractor Panizzari Alessandro & Dieci Andrea s.n.c Year of completion 2016 Location Piozzano (Piacenza)

in winter, where a large and ancient oak tree under a protection order from the Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio marks the fork that leads on one side to the car park and on the other to the porch. On the brink of his eighties, Beretta has produced a design tailored to his needs when he goes into retirement: the essential geometry of the plan, a rigorous structure free from grand architectural gestures (apart from a large expanse of glass facing north) and, to reduce energy consumption, insulating window and door frames, a heat pump and radiant panels under the oak plank floor. Along with the open beams of the roof, the atmosphere is “warmed” by the large doubleheight bookcase in the living room, containing an extensive library on architecture. The furniture has been salvaged or designed by the master of the house, like the big dining table made of ash treated with polyester, while the sleeping area is furnished with pieces from IKEA. The two bedrooms on the ground floor are supplemented by four more in the mansard, which is divided into two exactly symmetrical parts, intended for his two sons and their children. ○ 589 ABITARE 93


EIKON EXÉ Materia e Forma Materiali naturali e pregiati donano un inconfondibile effetto materico, definendo l’identità e la personalità di ogni finitura. Forme pure ed essenziali sottolineano l’estetica di Eikon Exé, con la certezza del made in Italy e una garanzia di ben 3 anni.


BENJAMIN BOCCAS

1974

Villa Benkemoun Arles

Un ettaro di terra nei dintorni di Arles, una coppia di giovani algerini che ha in mente un nuovo modo di abitare, un anno – il 1974 – in cui architettura e sperimentazione andavano di pari passo. E un amico architetto: Émile Sala. Sono gli ingredienti di Villa Benkemoun, complesso ramificato di volumi fluidi attorno a un patio centrale, con suggestioni autoctone (come la torre circolare che ricorda le piccionaie della Provenza) ed echi dei riad nordafricani. Dichiarata Patrimonio del XX secolo dal Ministero della Cultura francese, l’ex dimora di 500 metri quadrati apre al pubblico in occasione di progetti culturali (dopo il recente restauro curato del genero della coppia, Thierry Demaizière).

BENJAMIN BOCCAS

SERGE BENKEMOUN

Émile Sala e le sue ispirazioni tra Provenza e Nord-Africa Émile Sala and his inspirations from Provence and North Africa

A hectare of land near Arles, a young Algerian couple with a new idea about home living, and a year – 1974 – when architecture was synonymous with experimentation. And an architect friend: Émile Sala. These are the ingredients of Villa Benkemoun, an elaborate complex whose fluid volumes are organised around a central patio, with local references (the circular tower, for example, is reminiscent of provençale dovecotes) and echoes of north African riads. Declared a 20th-century heritage site by the French Ministry of Culture, the 500-square-metre former home now opens to the public for cultural events (following the recent restoration by the couple’s son-in-law, Thierry Demaizière). 589 ABITARE 95


Gli interni sono fluidi e dinamici, in molti casi accompagnati da elementi architettonici curvi, come scale e camini. The interiors are fluid and dynamic, in many cases accompanied by curved architectural elements, such as stairs and fireplaces.

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SERGE BENKEMOUN

SERGE BENKEMOUN

SERGE BENKEMOUN

SERGE BENKEMOUN

1974



d es i g n

VELOCE ED ELEGANTE FAST AND ELEGANT

txt Matteo Poli photos Jonas Bjerre-Poulsen

| Tecnologia tedesca e design americano-danese per questa nuova barca a vela da 22 metri in cui lo scafo di carbonio e altre innovazioni tecniche migliorano leggerezza e stabilitĂ . Perfetto punto di equilibrio tra competitivitĂ di navigazione e comfort / German technology and Danish-American design for this new 22-metre sailboat in which the carbon-fibre hull and other technical innovations have made the vessel lighter and more stable. A perfect point of equilibrium between competitiveness in racing and comfort 98 ABITARE 589


I 300 metri quadrati della superficie velica di Bella consentono buone prestazioni in ogni condizione di vento. Bella’s 300 square meters of sail area offer good performance in any wind condition.

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GLI SPA ZI SOT TOCOPER TA SONO RIVES TITI DI LEGNO E SEGUONO LE CURVE DELLO SCAFO THE SPACES BELOW DECKS ARE LINED WITH WOOD AND FOLLOW THE CURVES OF THE HULL

PROGETTATA NEGLI INTERNI DALLO STUDIO DANESE NORM ARCHITECTS in collaborazione con il leggendario architetto navale americano Bill Tripp e costruita a Greifswald (Germania) da MS Yachtbau, Bella ha tutte le carte in regola per diventare un riferimento nella nautica. Bill Tripp – erede dell’azienda fondata dal padre William H. Tripp Jr – ha una formazione da ingegnere navale e da sempre ha parlato del design come di una conseguenza del progetto, in quanto «se puoi ingegnerizzare, sei in grado di pensare a cosa è possibile fare». Questo approccio, simile a quello del suo mentore Doug Peterson (autore di America 3 nel 1992, di NZL32 Black Magic e di Prada Challenge), rende Bella un’imbarcazione rigorosa e pulita, in grado di appagare in modo quasi naturale l’occhio, senza concedere nulla al vezzo o al trend del momento. Prima nata della serie Y7 di Y/Yachts, l’imbarcazione misura circa 22 metri ed è dotata di interni minimali e di una silhouette elegante e aerodinamica, che sposa prestazioni di navigazione competitive con comfort e design. Come altre imbarcazioni del cantiere tedesco, Bella è realizzata con carbonio, mentre gli interni utilizzano materiali naturali con finitura opaca. Norm Architects ha disegnato gli spazi sottocoperta prevedendo l’uso di legno impiallacciato, che consente di seguire con precisione l’andamento dello scafo di Tripp, mentre l’illuminazione nascosta e i tessili lisci e crespi creano spazi intimi, raccolti e allo stesso tempo sofisticati. I dettagli delle porte, dei piani di lavoro e degli armadi, studiati per seguire le superfici curve, danno agli interni un aspetto monolitico e integrato, che echeggia il profilo aerodinamico degli esterni. Anche i corrimano d’acciaio brunito sono stati integrati nel progetto da Peter Eland e Linnea Ek Blæhr di Norm Architects, e utilizzano lo stesso linguaggio delle lampade da tavolo, degli accessori e in generale di tutti dettagli del sottocoperta. 100 ABITARE 589


Norm Architects ha progettato gli interni, che accostano legno, tessuti e acciaio brunito. Norm Architects has designed the interiors, which combine wood, fabrics and burnished steel.

WITH ITS INTERIORS DESIGNED BY THE DANISH STUDIO NORM ARCHITECTS, working in collaboration with the legendary American naval architect Bill Tripp, and built at Greifswald (Germany) by MS Yachtbau, Bella has everything it takes to set a benchmark in sailing. Bill Tripp – heir to the company founded by his father William H. Tripp Jr – was trained as a naval engineer and has always spoken of design as a consequence of engineering, since “if you can engineer, you can think of what is possible.” This approach, similar to that of his mentor Doug Peterson (designer of America 3 in 1992, as well as NZL32 Black Magic and Prada Challenge), makes Bella a rigorous and clean craft, pleasing to the eye in an almost natural way, without conceding anything to affectation or the trend of the moment. The first in the Y7 series built by Y/ Yachts, the boat is around 22 metres (70 feet) long and has interiors of minimalist design and elegant and streamlined contours, combining competitive performance with comfort and aesthetics. Like other vessels from the German boatyard, Bella is made of carbon fibre, while the interiors utilize natural materials with a matt finish. Norm Architects has designed the spaces below deck, for which they have used wood veneer, making it possible to follow the contours of Tripp’s hull with precision, while the concealed lighting and mix of smooth and coarsewoven textiles create spaces that are intimate, snug and at the same time sophisticated. The details of the doors, work tops and cabinets, designed to follow the curved surfaces, give the interiors a monolithic and integrated appearance that echoes the streamlined profile of the exterior. Even the handrails of burnished steel have been integrated into the design by Peter Eland and Linnea Ek Blæhr of Norm Architects and use the same language as the table lamps, accessories and all the details of the area below deck in general. 589 ABITARE 101


COURTESY RB

L’IMB A R C A ZIONE P OR TA L A F IR M A DE L LEGGENDARIO ARCHITETTO NAVALE BILL TRIPP

COURTESY RB

COURTESY RB

THE HULL BEARS THE SIGNATURE OF THE LEGENDARY NAVAL ARCHITECT BILL TRIPP

Lo scafo della barca è realizzato con carbonio mentre gli interni utilizzano materiali naturali come legno e tessuti. The sailboat’s craft is made of carbon fibre, while the interiors utilize natural materials like wood and textiles.

Dal punto di vista nautico l’obiettivo nello sviluppo della serie Y7 è di combinare il comfort in navigazione con prestazioni competitive in regata. Alcuni accorgimenti sono legati alla riduzione del peso complessivo dello yacht e altri a scelte tecniche integrate, come per esempio l’eliminazione del “paterazzo” (il cavo che collega l’albero allo scafo, a poppa della vela) grazie al profilo “a corno” (fat-head) della randa. Questo tipo di randa riduce l’altezza complessiva dell’albero e migliora quindi la stabilità della barca e lo sbandamento dello scafo, abbassando il centro velico. I 300 metri quadrati della superficie velica consentono buone prestazioni in ogni condizione di vento. Tutte le drizze, le scotte e i rinvii delle manovre correnti sono portati alla ruota del timone, da dove una persona sola può gestire i 70 piedi di Bella durante la navigazione, ma anche ridurre le vele – entrambe avvolgibili – o manovrare in ormeggio, grazie ai due propulsori Nanni da 59 kW e alle eliche di prua, comandate da un joystick sulla plancia del timoniere. ○

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From the naval viewpoint the objective in the development of the Y7 series is to combine comfort in sailing with competitive performance in racing. Some measures are linked to the reduction in the overall weight of the yacht and others to integrated technical choices, such as the elimination of the “backstay” (the piece of rigging that connects the mast to the hull at the stern) thanks to the “fat-head” profile of the mainsail. This type of mainsail reduces the height of the mast and thus increases the stability of the boat and reduces the listing of the hull by lowering the centre of effort of the sail plan. The 300 square meters of sail area offer good performance in any wind condition. All the halyards, sheets and sheaves of the running rigging lead to the wheel of the helm, from where a single person can handle all Bella’s 70 feet while she is under way, as well as reef the sails – both of which can be rolled up – or manoeuvre into dock, thanks to the two 59 kW Nanni engines and the bow thruster, controlled by a joystick at the helm station. ○



d es i g n

MENDINI FOREVER 104 ABITARE 589

txt Paolo Lavezzari


Disegno della torre panoramica del Suncheon Bay National Garden, Corea del Sud, 2018. Ospita ristorante, negozi e spazi espositivi. Pagina accanto, Alessandro e Maria 1931, disegno di Mendini del 2006. Drawing of the panoramic tower of the Suncheon Bay National Garden, South Korea, 2018. It houses a restaurant, shops and exhibition spaces. Opposite page, Alessandro e Maria 1931, a 2006 drawing by Mendini.

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| Insieme alle figlie Elisa e Fulvia c’è un intero team di progettisti a dar continuità allo storico studio milanese, con opere in corso dall’Olanda alla Corea. Segno che il grande maestro ha saputo orchestrare non solo oggetti e architetture, ma anche sensibilità artistiche e umane / Together with his daughters Elisa and Fulvia, a whole team of architects and designers is continuing the work of this historic Milanese studio, with projects under way from the Netherlands to Korea. This is a sign that the great man was able to orchestrate the creation of not just objects and buildings, but also artistic and human sensibilities

«LO STUDIO È UN GIARDINO RIGOGLIOSISSIMO», dice Fulvia Mendini che con la sorella Elisa prosegue il lavoro del padre Alessandro, dopo averlo a lungo affiancato. «Ci viene naturale, perché papà ha impostato così l’atelier. La sua era una supervisione che lasciava piena libertà di movimenti». La metafora agreste spiega bene la situazione attuale e i piani futuri. «Con tutto quello che nostro padre ha seminato è una fioritura continua. Nel silenzioso hortus conclusus della casa-bottega dove Mendini ha lavorato fino all’ultimo, gli impegni da seguire sono in effetti parecchi. «Dal 18 febbraio la macchina non si è mai fermata: ci sono lavori da portare avanti, altri da concludere; e altri, nuovi, in arrivo», spiega Elisa. Poi ci sono le mostre sempre più numerose che l’inevitabile storicizzazione dell’opera e della figura di Mendini richiede: «È sem-

Sopra, Massimo Giacon, Points of View: Alessandro Mendini Maurizio Cattelan, striscia per la rivista Domus 945, 2011. Pagina accanto, il Groninger Museum, in Olanda. Sul soffitto, un’opera di François Morellet. Above, Massimo Giacon, Points of View: Alessandro Mendini Maurizio Cattelan, a strip for the magazine Domus 945, 2011. Opposite page, the Groninger Museum, in the Netherlands. On the ceiling, a work by François Morellet.

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“THE STUDIO IS A LUXURIANT GARDEN,” says Fulvia Mendini, who with her sister Elisa is carrying on the work of their father Alessandro, after collaborating with him for many years. “It comes naturally to us, as that’s how our dad set it up. The way he supervised the studio was always about freedom of manoeuvre.” A rustic metaphor is a good reflection of the current situation and plans for the future. “With everything that our father sowed there’s a continual flowering. In practice and in theory: for example the third book of its articles edited by Loredana Parmesani is about to come out.” In the silent hortus conclusus of the house and studio where Mendini worked until the last, there are in effect a lot of commitments to be met. “The machine has never stopped since 18 February: some works remain to be carried forward, others to be completed; and there are new ones on their way,” explains Elisa. Then there are the ever more numerous exhibitions that are the result of the inevitable historicization of the work and fig-


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MARTEN DE LEEUW

RALPH RICHTER


pre stato generoso nel prestare, quasi compulsivo fino all’ultimo», conferma il team. La più grande in calendario, curata dallo stesso Mendini è Mondo Mendini – The World of Alessandro Mendini al museo di Groningen in Olanda (in corso fino al 5 maggio 2020). «È come l’ha pensata lui», commenta la storica collaboratrice Beatrice Felis. «Diceva sempre: tutto è già stato fatto, noi non facciamo altro che copiare. Per cui la mostra, intitolata inizialmente Mendini e i suoi maestri, mette in relazione i lavori di Sandro con quelli degli artisti che nel tempo lo hanno guidato nel design e nell’architettura». Aggiunge Alex Mocika, che ha progettato l’allestimento: «Mendini che è noto per il colore, qui ha preferito l’uniformità. Ho scelto il rosa per dematerializzare l’allestimento». Il colore rimane protagonista di alcuni progetti in Corea dove lo studio ha committenze storiche. Per esempio, per gli interni del Cha Life Center a Ilsan, centro privato di maternità aperto lo scorso marzo a un’ora da Seoul, «si è puntato – continua Mocika – su decorazione e policromia per prendere le distanze dal tipico ambiente ospedaliero. Qui i pannelli a muro decorati da Mendini sono dei frangisuono, e le maniche di collegamento tra i corpi dell’edificio sono diventate vere “lounge”, grazie all’uso di colore e arredi per la sosta». Sempre in Corea Andrea Balzari, collaboratore dello studio da 25 anni, sta seguendo il progetto di una torre d’avvistamento alta 70 metri, in cima a una collina di una riserva na108 ABITARE 589

ure of Mendini: “He was always generous in his lending, in an almost compulsive way right to the end,” the team confirms. The largest one of these, curated by Mendini himself, is Mondo Mendini – The World of Alessandro Mendini at the Groninger Museum in the Netherlands (which will run until 5 May 2020). “It’s just the way he thought,” comments his longstanding collaborator Beatrice Felis. “He always said: everything has already been done, all we do is copy. Which is why the exhibition, initially entitled Mendini and His Teachers, connects Sandro’s works with those of the artists who over time guided him in his design and his architecture.” Alex Mocika, who was responsible for the design of the display, adds: “Mendini used a lot of colours but here he preferred a uniform one, so I chose pink as a way of dematerializing the installation.” Colour remains central in some projects in Korea where the studio has historical clients. For example, for the interior of the Cha Life Center, a private maternity facility that opened last March in Ilsan, an hour from Seoul, “we relied on decoration and colour to distance it from the typical hospital setting. Here the wall panels decorated by Mendini are noise barriers, and the connection between the different blocks of the building have been turned into ‘lounges’, thanks to the use of colour and furniture that people can use to stop and take a break.” Still in Korea, Andrea Balzari, who has worked with the studio for 25 years, is overseeing the project for a 70-metre-tall lookout tower, set on top of a hill in a nature reserve. As he says, this


LA MACCHINA DELLO STUDIO NON SI È MAI FERMATA: CI SONO LAVORI DA PORTARE AVANTI E ALTRI IN ARRIVO THE STUDIO MACHINE HAS NEVER STOPPED: THERE IS WORK GOING ON AND MORE ON ITS WAY

MICHELE BAJONA

A sinistra, disegno della lounge per la clinica privata Cha Life Center, Ilsan, Corea del Sud, 2019. Sotto, lo studio Mendini di Milano. Left, a drawing of the lounge for the Cha Life Center private clinic, Ilsan, South Korea, 2019. Below, the Mendini studio in Milan.

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turale. «Un tema inusuale e complesso che dai primi schizzi del 2016 si è andato “scarnificando” rispetto ai canoni abituali di Mendini. Il risultato è ingegneristico con meno colore e decorazione, ma con l’impronta dello studio». In mostra ci sono opere di grande dimensione come la statua a mosaico Il Cavaliere di Dürer – destinata a fare coppia con quella già acquisita dalla Fondation Cartier – e progetti più piccoli ma non meno importanti nella visione del maestro, come le edizioni limitate. In studio invece, oltre ai tre mobili “primitivi” disegnati per Alpi, si può ammirare il suo ultimo elemento d’arredo, lo scultoreo contenitore Cristallo per la galleria BD di Barcellona. Poi ci sono le ceramiche, «l’ultima cui abbiamo lavorato con lui è Mr Bu per la Galleria Enrico Astuni di Bologna», ricorda Giovanna Molteni, che cura la grafica dello studio, e ci segnala il libro-gioco coreano (prossima l’edizione italiana di Corraini): la giornata di un bimbo illustrata con gli oggetti di Mendini. ○

MANU DA COSTA

is “An unusual and complex work that since the first sketches of 2016 has been ‘pared down’ with respect to Mendini’s customary canon. The result is an engineering-based design with less colour and decoration, but bearing the studio’s mark.” In the exhibition there are some works on a larger scale like the mosaic-covered statue of Dürer’s Knight – destined to be paired with one already acquired by the Fondation Cartier – and projects that are of a smaller size but no less important in Mendini’s view, such as some limited editions. In the studio on the other hand, in addition to the three “primitive” pieces of furniture designed for Alpi, it is possible to admire the last such element that he created, the sculptural Cristallo container for the BD gallery in Barcelona. Then there are the ceramics: “The last one on which we worked with him was Mr Bu for the Galleria Enrico Astuni in Bologna,” recalls Giovanna Molteni, who is responsible for the studio’s graphic design, and she points out to us the Korean book-toy (soon to be published in Italy by Corraini): a child’s day illustrated with Mendini’s objects. ○

UN NUOVO LIBRO-GIOCO ILLUSTRA LA GIORNATA DI UN BIMBO CON GLI OGGETTI DI MENDINI

MANU DA COSTA

A NEW POP UP BOOK FOR CHILDREN ILLUSTRATES A CHILD’S DAY WITH MENDINI’S OBJECTS

Sopra, Tempo – Tic! Toc! A story About Time, libro pop up per bambini in coreano e inglese edito da Gonggamgak (2016). A sinistra, il mobile contenitore Cristallo prodotto da BD Barcellona (2018-2019). Pagina accanto, schizzo per Mr Bu, piccola scultura di ceramica (2018). Above, Tempo – Tic! Toc! A Story About Time, a pop-up book for children in Korean and English published by Gonggamgak (2016). Left, the Cristallo storage unit produced by BD Barcellona (2018-2019). Opposite page, a sketch for Mr Bu, a small ceramic structure (2018).

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FOGLINA & CHISSÀ | ETTORE SOTTSASS li disegnò per il brand del design milanese Sawaya & Moroni alla fine degli anni Novanta. Oggi questi gioielli ancora attualissimi e dall’afflato scultoreo riemergono dagli archivi. Per ricordarci la sensibilità esasperata del grande maestro, la sua vena creativa infinita. E il suo amore per le donne / Ettore Sottsass designed them for the Milanese Sawaya & Moroni brand at the end of the 1990s. Today these two still up-to-date collections of jewellery of sculptural inspiration have re-emerged from the archives. To remind us of the great designer’s extreme aesthetic refinement, his boundless vein of creativity. And his love of women txt Alba Cappellieri photos Enrico Suà Ummarino

LE STORIE DEL DESIGN INCLUDONO OGGETTI che hanno vinto il tempo fino a diventare icone dopo essere stati ignorati dal pubblico e dimenticati dagli storici, perché difficili da comprendere o, semplicemente, perché non era il momento giusto. Sono i progetti che non finiscono, quelli che, proprio come certi amori, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Per restare. È quanto è accaduto ai gioielli progettati da Ettore Sottsass per Sawaya & Moroni tra il 1998 e il 1999, in un periodo storico in cui il gioiello suscitava scarsa curiosità nel mondo del progetto, per il suo simbolismo elitario che strideva con la visione radical del design come strumento di critica sociale. Nessuna meraviglia, dunque, se anche i gioielli di un maestro come Sottsass realizzati da due imprenditori coraggiosi come William Sawaya e Paolo Moroni non abbiano ricevuto l’attenzione che meritavano. Del resto proprio Sottsass nel 1968 scriveva: “Gli ornamenti devono finire lì da qualche 112 ABITARE 589

IN HISTORIES OF DESIGN YOU CAN FIND OBJECTS that have stood the test of time and gone on to become icons after having been ignored by the public and forgotten by historians, since they were hard to understand or, simply, had not appeared at the right moment. They are designs that do not die, the ones that, just like some passions, take immense detours and then come back again. To stay. This is what happened to the jewellery created by Ettore Sottsass for Sawaya & Moroni between 1998 and 1999, at a time when the world of design showed little interest in such things, owing to their elitist connotations which clashed with the radical vision of design as a means of social criticism. No wonder, then, that even the jewellery of a master like Sottsass, produced by two courageous entrepreneurs like William Sawaya and Paolo Moroni, did not receive the attention it deserved. Sottsass himself had written in 1968: “Ornaments have to end up somewhere, a bit like a token of love, a bit


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SOTTSASS È STATO UNO STRAORDINARIO E PROLIFICO DESIGNER DI GIOIELLI SOTTSASS WAS AN EXTRAORDINARY AND PROLIFIC DESIGNER OF JEWELLERY

parte, un po’ come un segno dell’amore, un po’ come offerta per un appassionato viaggio della vita, sono lucenti e diventano opachi, trovano braccia per essere abbracciati e poi restano soli e per sempre abbandonati”. I progetti belli non restano mai soli a lungo e per fortuna Sawaya e Moroni hanno sottratto i gioielli di Sottsass all’oblio, ricordandoli per la loro bellezza formale e forza rappresentativa. «All’inizio il nostro pubblico non li aveva recepiti immediatamente – commenta Moroni – forse perché focalizzato sul mobile, e dopo la scomparsa di Ettore non volevamo dare l’impressione di approfittare del suo nome. Adesso ci sembra lecito e giusto ricordare questo progetto alle persone che hanno apprezzato il suo lavoro. La mano del Maestro si vede, l’estrema femminilità e l’eleganza trasudano dal gesto deciso, sicuro e forte di questi gioielli». Sottsass è stato uno straordinario e prolifico designer di gioielli, uno dei primi a indagare la complessità dell’ornamento fin dai suoi esordi milanesi, quando aveva partecipato alla sezione Oreficerie della XI Triennale di Milano nel 1957 con una piccola spilla d’oro, dedicata alla moglie Fernanda Pivano. Poi la mostra di gioielli Lui (Sottsass) e gli ornamenti per le donne, inaugurata alla Galleria Il Sestante di Milano il 18 giugno 1964, cui seguirono i gioielli per Cleto Munari, per Acme, per Arnolfo da Cambio, la selezione per Cartier e i numerosi doni privati. Per Sawaya & Moroni progetta cinque esemplari, tra gli ultimi della sua lunga carriera, che rappresentano la “summa” e il lascito della sua visione progettuale sotto forma di

VITTORIANO RASTELLI

Ettore Sottsass con Euphrates vase, 1983. Pagina accanto, diverse varianti di Foglina. Pagina precedente, una spilla e un ciondolo Chissà. I due monili sono prodotti da Sawaya & Moroni. Ettore Sottsass with the Euphrates vase, 1983. Opposite page, different models of Foglina. Previous page, a Chissà brooch and pendant. The two pieces of jewellery are made by Sawaya & Moroni.

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like an offering for a passionate journey through life. They are shiny and grow opaque, they find arms to embrace them and then are left alone and forever abandoned.” Fine designs are never left alone for long and fortunately Sawaya & Moroni, recalling them for their formal beauty and representative force, have rescued Sottsass’s jewellery from oblivion. “Initially our customers did not immediately recognize their value,” comments Moroni, “perhaps because they were focused on his furniture, and after Ettore’s death we did not want to give the impression we were taking advantage of his name. But now we think it’s admissible and right to remind people who have appreciated his work of this project. The master’s touch is plainly visible. The decided, sure and strong gesture of these pieces of jewellery oozes with extreme femininity and elegance.” Sottsass was an extraordinary and prolific designer of jewellery, one of the first to investigate the complexity of the ornament right from his early days in Milan, when he had shown a small gold brooch, dedicated to his wife Fernanda Pivano, in the section of the 9th Milan Triennale devoted to the goldsmith’s art in 1957. Then came the jewellery exhibition Lui (Sottsass) e gli ornamenti per le donne, which opened at the Galleria La Sestante in Milan on 18 June 1964, followed by jewellery for Cleto Munari, Acme and Arnolfo da Cambio, a selection for Cartier and numerous private gifts. For Sawaya & Moroni he designed five sets of jewellery, among the last of his long career, that represented the “summation” and legacy of his vision of design in the form of ornament. Two of the five projects were put into production:


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DEI CINQUE PEZZI DISEGNATI PER IL BRAND MILANESE NE SONO STATI REALIZZATI SOLO DUE OF THE FIVE PIECES HE DESIGNED FOR THE MILANESE BRAND, ONLY TWO WENT INTO PRODUCTION

Foglina è prodotta con finiture d’oro giallo o argento, lucido o satinato e in diverse dimensioni. Pagina accanto, Chissà, con il corallo centrale. Foglina comes with finishes of polished or brushed yellow gold and silver and in different sizes. Opposite page, Chissà with its central coral. 116 ABITARE 589

ornamento. Dei cinque progetti ne sono stati realizzati due: Foglina e Chissà, due collezioni di spille-ciondolo dall’afflato scultoreo che abitano il corpo con la medesima eleganza e personalità degli arredi del brand milanese. Impossibile non notarle, per la forza del segno, che nell’interazione con il corpo diviene armonia e sensorialità, allusione e gioco. Foglina ha linee morbide e delicate che si stagliano sul bavero di una giacca o sul décolleté con la sinuosità del loro profilo ondulato. Le finiture d’oro giallo e argento, lucido o satinato e le diverse dimensioni, la rendono perfetta tanto per un abito da sera quanto per un uso quotidiano. La semplicità delle forme naturali, i riccioli e le volute morbide ricordano l’amore di Ettore per la natura e i segni decisi e concisi che hanno caratterizzato oggetti diversi: dalle ceramiche ai vetri, dagli arredi ai tappeti. Gioielli compresi. Chissà, con la sua forma organica e il corallo centrale cristallizza l’interesse di Sottsass per Eros, che lui definiva “il destino biologico, l’incosciente uso cosmico della vita”. La gioiosa allusione di queste spille e la loro accentuata sensorialità sono amplificate dal corallo centrale, rosso come il sangue, gonfio come la vita. Sottsass pensa attraverso gli oggetti e i gioielli, gli servono per riflettere su temi centrali della sua poetica come l’identità, la memoria e il corpo. Non ha mai considerato i gioielli come simboli di opulenza e di lusso ma come ornamenti per esaltare il corpo delle donne, quello delle “sacerdotesse sumere più che quello delle signore dell’alta società”. La sua predilezione per le forme archetipe, che ritroviamo nei gioielli per Sawaya & Moroni, definisce la sua idea di ornamento come segni da indossare: “Le offerte per un appassionato viaggio nella vita, perché la vita è fatta, è percepita, sensorialmente prima che intellettualmente”. Viva la vita. ○ Foglina and Chissà, two collections of brooches and pendants of sculptural inspiration that adorn the body with the same elegance and personality as the furniture made by the Milanese brand. Impossible not to notice them, for the force of the sign, which in interaction with the body becomes harmony and sensuality, allusion and play. Foglina has soft and delicate lines that stand out against the lapel of a jacket or on the décolletage of a dress with the sinuosity of their undulating profile. The finishes of polished or brushed yellow gold and silver and the different sizes make it as perfect for an evening gown as for daily use. The simplicity of the natural forms, the soft curls and the whorls remind us of Ettore’s love of nature and the clean and concise forms that have characterized a series of different objects: from ceramics to glassware, from fur to carpets. As well as jewellery. Chissà, with its organic shape and central coral crystallizes Sottsass’s interest in eros, which he described as “biological destiny, the unconscious cosmic use of life”. The joyful allusion of these brooches and their accentuated sensuality are amplified by the central piece of blood-red coral, as swollen as life itself. Sottsass thought through objects and jewellery, using them to reflect on central themes of his poetics like identity, memory and the body. He never regarded jewellery as symbols of opulence and luxury, but as ornaments to enhance the beauty of a woman’s body, that of the “Sumerian priestess rather than the lady of high society”. His predilection for archetypal forms, something that we find again in the jewellery for Sawaya & Moroni, defines his idea of ornaments as signs to be worn: “Offerings for a passionate journey through life, for life is shaped, is perceived, with the senses rather than with the intellect”. Long live life. ○


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ENTOMOLOGIA DELLA CITTÀ ENTOMOLOGY OF THE CITY txt Alice Piciocchi

| Dalle tavole in bianco e nero di CLÉMENT MASURIER emerge una società vanitosa ed egoista che si materializza in metropoli. Un racconto messo in scena dall’autore con il linguaggio tipico dell’architettura / What emerges from Clément Masurier’s black-and-white illustrations is a vain and egotistical society that takes on the material form of the metropolis. A story told by the artist using the typical language of architecture 589 ABITARE 119


QUESTI DISEGNI SONO FRAME DI UNA STORIA MUTANTE E DIFFICILMENTE COLLOCABILE NEL TEMPO E NELLO SPAZIO THESE DRAWINGS ARE FRAMES OF A “SHIFTING” STORY THAT IS HARD TO LOCATE IN TIME AND SPACE

«LE CONSEGUENZE DEI NOSTRI COMPORTAMENTI INDIVIDUALISTICI SI RIFLETTONO NELL’ARCHITETTURA E NEI MODI DI VIVERE... La città è una spugna viva, una spugna nera pregna dei mali del consumismo e dell’accelerazione. A forza di osservare i suoi abitanti e di nutrirne le ambizioni, la città ha finito per ingerire tutta questa vanità e diventare a sua volta egoista». Con queste parole Clément Masurier descrive la sua visione piuttosto cupa della società di oggi, di cui la metropoli è un simbolo potente. Di ciò parlano ancor più chiaramente le sue tavole in bianco e nero da illustratore, mestiere che svolge in parallelo all’attività di architetto in un importante studio parigino. 120 ABITARE 589

“THE CONSEQUENCES OF OUR INDIVIDUALISTIC BEHAVIOUR ARE REFLECTED IN ARCHITECTURE AND IN WAYS OF LIFE... The city is a living sponge, a black sponge soaked in the evils of consumption and acceleration. By dint of observing its inhabitants and feeding their ambitions, the city has ended up absorbing this vanity and becoming egotistical in its turn.” With these words Clément Masurier conveys his rather gloomy vision of today’s society, of which the metropolis is a potent symbol. It is a message that he puts across even more clearly in the black-and-white drawings he produces as an illustrator, a profession that he pursues in parallel to his work as an architect in a major Parisian studio.


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MASURIER SI ESPRIME AT TRAVERSO VISTE DALL’ALTO, SEZIONI E ASSONOMETRIE, TUT TE REALIZZATE A CHINA MASURIER EXPRESSES HIMSELF THROUGH BIRD’S-EYE VIEWS, SECTIONS AND AXONOMETRIC PROJECTIONS, ALL DRAWN IN INDIAN INK AS IN THE STUDIOS OF YESTERYEAR

Qui vediamo solo alcuni “frame” di una storia per immagini in nove capitoli avviata dal giovane artista nel 2015 e intitolata, appunto, La vanità di una spugna. Una storia “mutante” e difficilmente collocabile nel tempo e nello spazio, con scenari che di volta in volta assumono connotazioni europee, asiatiche o americane. Fa da fil rouge il linguaggio dell’architettura. Masurier si esprime invariabilmente attraverso viste dall’alto, sezioni e assonometrie, tutte realizzate a china come negli studi d’antan e – ci tiene a precisare – con stilografiche Rotring. Un lavoro da entomologo con cui l’autore sembra voler “sventrare” la città per mostrarne lo scheletro, gli ingranaggi, la complessità. ○

Here we see just a few “frames” of a story told with pictures in nine chapters, commenced by the young artist in 2015 and entitled La vanité d’une éponge, “the Vanity of a Sponge”. A “shifting” story that is hard to locate in time and space, with settings that sometimes take on European, Asian or American connotations. Their guiding thread is the language of architecture. Masurier invariably expresses himself through bird’s-eye views, sections and axonometric projections, all drawn in Indian ink as in the studios of yesteryear and – he likes to point out – using Rotring stylographic pens. The perspective of an entomologist with which the artist seems to want to “eviscerate” the city in order to reveal its skeleton, its workings, its complexity. ○ 589 ABITARE 123


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Maria Silvia Sacchi Giornalista Corriere della Sera

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LASVIT, Crystal Rock Raw, design Arik Levy Un elemento scultoreo – come è nelle corde del designer israeliano – una pietra (apparentemente) di vetro grezzo, che gioca con l’effetto materico, la trasparenza e i differenti riflessi che si determinano a luce spenta o accesa. An element with a sculptural quality – which strikes a chord with the Israeli designer – a stone that looks like a lump of unworked glass, with interesting effects resulting from its texture, from its transparency and from the various glints and gleams produced when the light is switched on or off. www.lasvit.com

d es i g n

IL FUTURO DELLA LUCE

THE FUTURE OF LIGHT Curated by Mia Pizzi txt Celeste Ferrari, Ali Filippini

| L’energia scorre lungo fili e catene che diventano apparecchi luminosi. Speaker e sensori completano la funzionalità. App e controllo remoto assicurano la regolazione. Il mondo delle lampade cambia, ma le tipologie restano le stesse: dallo chandelier alle sospensioni alle versioni da terra e da tavolo / Energy running along wires and chains that become lighting appliances. Speakers and sensors add extra functions. Apps and remote controls adjust the settings. As the world of lighting changes, the typologies remain the same, from the chandelier to the ceiling, floor and table lamp 589 ABITARE 127


BEPPE BRANCATO

LLADRÓ, Nightbloom, design Marcel Wanders La collezione di ceramica lavorata a mano – che include lampada a sospensione, terra, scrivania, parete – è caratterizzata da motivi a rilievo tridimensionali. Ne scaturisce una morbida luce dorata dove ogni petalo, posizionato in corrispondenza del Led interno, crea un motivo ipnotico con i dettagli intensificati dalla luminosità proveniente dal cuore dell’oggetto. A collection of hand-worked ceramics – including a pendant, floor, desk or wall lamp – characterised by three-dimensional relief motifs. The result is a soft, golden light, with each petal (purposefully positioned near an internal LED) producing a hypnotic effect, and the details accentuated by the light coming from the heart of the lamp. www.lladro.com

IL FANALE, Alma, design Matteo Cibic Una corpo luminoso sferico di vetro, con sorgente Led dimmerabile, è sospeso come su un trapezio. Un gioco di geometria bilanciata che conferisce un’aura immateriale all’insieme, non privo di una surreale ironia, come sempre nella poetica di Matteo Cibic. La struttura è di ottone spazzolato o nero, in cinque modelli a sospensione. A spherical glass lighting element, with dimmable LED light source, is suspended as if on a flying trapeze. A poised geometrical effect that creates an immaterial aura – a surreal irony, even – something Matteo Cibic is fond of creating. The black or brushed brass structure comes in five suspension models. www.ilfanale.com

CHE SIA CINGHIA, CATENA O CINTURA a farsi conduttore di luce, il lessico dell’innovazione nel settore illuminotecnico sembra andare verso questa direzione. Non è un caso se tre aziende come Vibia, Flos e Davide Groppi hanno lavorato, proponendo soluzioni diverse e sorprendenti, sull’utilizzo del cavo elettrico, pensato per trasmettere elettricità o direttamente contenere la luce, nel nome della flessibilità e della libertà di installazione. Caratterizzato – pur nella riduzione di forma e materiali – da una presenza scenica destinata a modificare l’interior design. Ricerca di equilibrio, spessori minimi, forza estetica, contaminazione, approccio sperimentale. Innovazione e flessibilità sono anche il leitmotiv dei numerosi chandelier – permane la tipologia, ma si rinnova la forma – decentrabili e modellabili secondo personali geometrie, capaci di contenere speaker e sensori, come quello proposto da Artemide. Sospese, da tavolo o da terra, le lampade rivelano in generale intelligenze inaspettate che assolvono più funzioni, sono regolabili tramite le app dedicate, a cui la tecnologia ci ha ormai abituato. ○ BELTS, STRAPS, CHAINS: these are some of the words that seem to be working their way into the vocabulary of lighting design thanks to recent innovations. Three firms – Vibia, Flos and Davide Groppi – have all come up with intriguing new approaches to cables: as well as conducting electricity, they now sometimes even contain the light itself, and they are being designed with flexibility and freedom of installation in mind. Now much slighter in form and made from less material, they create a visual effect that could change interior design. An experimental approach aimed at achieving balance, with minimal thicknesses that produce a powerful aesthetic effect, and referencing items not usually associated with lighting. Innovation and flexibility are also the leitmotiv of many chandeliers, a category that persists, albeit with new forms: they can now be positioned off-centre, modelled to suit individual geometries and even contain speakers and sensors, as in the case of the Artemide model. And the new suspension, table and wall lamps are doing some unexpectedly clever things, covering a range of functions controlled by dedicated apps, a technology we are all now quite accustomed to. ○ 128 ABITARE 589

FOSCARINI, Sun-Light of Love, design Tord Boontje Una corona di metallo, un’esplosione luminosa di 390 raggi, separati tra di loro, creano una morbida luce d’ambiente data dalla riflessione sui diversi elementi, proiettando un’intensa illuminazione sottostante. Questa grande sfera adatta agli ambienti contract nella versione bianca evoca suggestioni naturali e, nella versione oro, la potenza solare. A corona of light, a luminous explosion of 390 metal rays that are separate from one another, which create soft ambient lighting thanks to the reflections on the various elements, projecting intense light beneath. This large sphere, suitable for contract locations in the white version, evokes a sense of the natural world and, in the gold version, the power of the sun. www.foscarini.com


ARTEMIDE, Interweave, design Pallavi Dean Sistema luminoso e sonoro, da parete o soffitto. Il kit include una strip led estremamente flessibile da svolgere tra gli elementi cilindrici (in due dimensioni) la cui superficie incisa è funzionale all’incastro della linea luminosa, modellabile secondo diverse posizioni. Gli stessi connettori sono personalizzabili con spot, speaker e sensori di movimento. A sound and light system for the wall or ceiling. The kit includes an extremely flexible LED strip to weave in and out of the cylindrical elements (in two sizes), whose incisions are functional to the interlocking of the line of light, which can be modelled according to the different positions. The connectors can also be fitted with spotlights, speakers and motion detectors. www.artemide.com 589 ABITARE 129


FABBIAN, Ari, design Marco Spatti & Marco Pietro Ricci Lo chandelier viene reinterpretato in chiave grafica attraverso la struttura con bracci d’alluminio anodizzato nero o bronzo con punto Led interno collegati al rosone centrale da cavi di Pvc. Le versioni comprendono dal singolo punto luce al decorativo di 16 elementi, al sistema di 4 misure e due rosoni da 3 e 16 punti luce. The chandelier is graphically reinterpreted through a structure that has black or bronze anodised aluminium arms with a LED inside connected by PVC cables to the central ceiling rose. The versions range from a single light point to a decorative 16-element arrangement, or a system in four sizes and two ceiling roses with three and 16 light points. www.fabbian.com

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DYSON, Dyson Lightcycle, design Jake Dyson Per contrastare l’affaticamento visivo, regola con un algoritmo la temperatura di colore e luminosità in base alla luce del giorno e del luogo, fornendo la corretta illuminazione giornaliera. Per mantenere costante, fino a 60 anni, la qualità della luce integra una tecnologia sperimentata nei satelliti per dissipare il calore. Con quattro modalità preimpostate si può personalizzare grazie all’app Dyson Link. To reduce eye strain, this system uses an algorithm to regulate colour temperature and light intensity on the basis of the daylight present and the location, providing just the right amount of illumination over the course of the day. To keep the quality of light constant (for up to 60 years) it includes a heatdissipation technology tested on satellites. Four pre-set personalisation modalities are available via the Dyson Link app. www.dyson.it

NEMO, Bird, design Bernhard Osann Un gioco di equilibrio ne permette l’appoggio sul bordo delle superficie. Oscilla e si muove tornando sempre in posizione grazie a un contrappeso verticale di ottone. Il modulo Led incorporato nel braccio nero di alluminio ruota attorno al proprio asse rendendo la lampada versatile per un’illuminazione diffusa diretta e indiretta. A delicate balancing act on the edge of a surface. The lamp oscillates and moves but always returns to its original position thanks to the vertical brass counterweight. The LED module incorporated into the black aluminium arm rotates on its own axis, making the lamp versatile and providing diffused direct and indirect lighting. www.nemolighting.com

AXOLIGHT, Jewel, design Studio Yonoh La sospensione richiama, di nome e di fatto, un pendente di piccole dimensioni appeso al soffitto con due cavi: il diffusore è formato da un elemento conico di alluminio contenente la sorgente Led dal quale si ramificano due elementi curvi di Abs riciclato che creano un motivo decorativo. Utilizzabile anche in versione multipla. As its name suggests, this small suspension lamp resembles a piece of pendant jewellery. It hangs from the ceiling on two cables: the diffuser is a conical aluminium element containing the LED light source, and two curved elements in recycled ABS branch off from it to add a decorative touch. It can also be used in a multiple lamp version. www.axolight.it

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BONALDO LIGHTING COLLECTION, Acquerelli, design Marco Zito La nuova la linea di lampade è pensata a completamento della collezione di arredi per cui Bonaldo è internazionalmente conosciuta. La collezione Acquerelli si caratterizza per i delicati colori e le sfumature del vetro soffiato del diffusore – la cui forma varia assecondando le diverse tipologie – ben armonizzandosi con la struttura di metallo verniciato opaco piombo. This new range of lamps is designed to complete the furnishing collection for which Bonaldo is internationally renowned. The Acquerelli collection is characterised by its delicate colours and the nuanced effect produced by the blown glass diffuser – whose form varies to suit the different typologies – harmonising perfectly with the matt lead-colour painted metal frame. www.bonaldo.it

PEDRO SADIO

LUCEPLAN, Trypta, design Stephen Burks La lampada a sospensione si compone di una colonna centrale, in due misure, che accoglie tre pannelli fonoassorbenti, rivestiti di tessuto filato a maglia, che migliora il comfort acustico negli ambienti. Si possono creare molteplici combinazioni accostando pannelli di tessuti e colori, variandone dimensione e disposizione. A suspension lamp consisting of a central column, in two sizes, to which three sound-absorbing panels are attached. These are covered in a knit fabric that improves acoustic comfort. Multiple combinations can be used with various arrangements of panels in different fabrics, colours and sizes. www.luceplan.com

SLAMP, Nuvem, design Miguel Arruda Trae ispirazione da una scultura del 1980 dell’artista portoghese il sistema che, grazie a precisi incastri e pieghe, Slamp ha trasformato in moduli (da 1 mq) componibili all’infinito, con cui realizzare fluttuanti soffitti illuminati da faretti a luce bidirezionale. This system takes its inspiration from a 1980 sculpture by the Portuguese artist. Thanks to its precise interlocks and folds, Slamp creates endlessly combinable, one-square-metre modules, with which to create ceiling elements illuminated by bi-directional spotlights. www.slamp.com

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FLOS, Belt, design Ronan & Erwan Bouroullec Il sistema – una cinghia di pelle che cade dal soffitto o risale la parete – è costituito da segmenti che possono correre all’infinito e la cui flessibilità supera la necessità di definire a priori la posizione della luce e l’attacco alla corrente elettrica. Gli elementi morbidi sono i segmenti di giuntura, le parti rigide contengono i profili a Led. The system – in the form of a leather belt hanging down from the ceiling or attached to a wall – is made up of segments joined together in endless lengths and is so flexible that there is no need to define in advance where the lighting will be attached or plugged in. The soft elements are the joints; the rigid parts support the LED light sources. www.flos.com

OLUCE, 1953, design Ostuni&Forti Riedizione dal catalogo aziendale di due modelli, da tavolo e da terra, differenti nelle proporzioni e nelle dimensioni ma di uguale disegno. 1953 rievoca l’eleganza degli anni in cui è stata disegnata, con il contrasto cromatico dell’oro e del nero, oltre a caratterizzarsi per il paralume cilindrico spostato sul lato. A re-edition from the company catalogue of two models – a table lamp and a floor lamp – varying in their proportion and size but identicalin their design. 1953 evokes the elegance of the period in which it was created, with the black-gold colour contrast, and the slightly off-centre cylindrical shade. www.oluce.com

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JAMES NEWTON

BAROVIER&TOSO, Adonis, design Marcel Wanders Il designer olandese interpreta la richiesta di un’illuminazione modulare – trait d’union delle nuove collezioni del marchio – con una lampada da parete e sei lampadari di due misure diverse combinabili tra loro. L’apparato decorativo fonde la tradizione vetraria olandese con quella veneziana, tra farfalle e boccioli di tulipano di diversi colori. The Dutch designer responds to a demand for modular lighting – the feature that links the brand’s new collections – with a wall lamp and six chandeliers in two different sizes that can also combine to create a large chandelier. The decorative element, a blend of traditional Dutch and Venetian glassmaking, is based on butterflies and tulip buds in different colours. www.barovier.com

iGUZZINI, Laser CoB, Laser Blade InOut, Palco Nella nuova Royal Opera House di Londra, progettata da Stanton Williams Architects, lo Studio Fractal, chiamato per il progetto illuminotecnico, ha valorizzato la facciata ad archi con gli apparecchi integrati Laser Blade InOut. Nelle vetrine espositive interne troviamo gli incassi Laser CoB e nel grande spazio del ristorante i proiettori Palco su binario Low Voltage, mimetizzati nella struttura di vetro e acciaio ottocentesca. In London’s new Royal Opera House, designed by Stanton Williams Architects, Studio Fractal was commissioned to design the lighting. It highlighted the arches on the façade with integrated Laser Blade InOut appliances. The display cabinets inside are lit by recessed Laser CoB lights, and for the large restaurant space the Palco projector lights on the Low Voltage track are concealed within the 19th-century building’s glass and steel structure. www.iguzzini.com

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VISTOSI, Puppet ring, design Romani Saccani Architetti Associati Ricorda un gioiello il lampadario di vetro la cui struttura è formata da tre anelli con diametro crescente, accostabili in modo differente. Sull’armatura di metallo sono appoggiate le sfere di vetro soffiato, di tre dimensioni e colori diversi, che si fondono con la struttura grazie a una preformatura interna. A blown glass pendant lamp that looks like a piece of jewellery. It consists of three rings of increasing diameter, which can be variously connected. Resting on the metal framework are the blown glass spheres, in three sizes, which meld with structure thanks to the pre-formed inner attachment. www.vistosi.it 589 ABITARE 135


VIMAR, Vimar Friends of Hue Nati dalla partnership tra Vimar e Signify (questo il nuovo nome di Philips Lighting), i comandi basati su motore tecnologico Energy Harvesting controllano le lampade wireless Philips Hue con trasmissione del segnale via radio e alimentazione dall’energia generata dai tasti. Si coordinano con le serie civili Vimar e sono ideali per ristrutturazioni perché installabili senza opere murarie e ritinteggiatura delle pareti.

The partnership between Vimar and Signify (the new name of Philips Lighting) has resulted in these controls, based on a so-called Energy Harvesting technological motor, which regulate the Philips Hue wireless lamps through a radio signal and power them with energy generated by buttons. They match Vimar’s non-industrial series and are ideal for renovation projects because installation involves no masonry work and the walls do not need to be repainted. www.vimar.com

AVE, New Style 44 Dopo aver applicato la tecnologia touch al settore elettrico, Ave rilancia il sistema di accensione/spegnimento a levetta, dal sapore vintage, declinandolo in tre modelli con placche di Corian, alluminio e vetro o legno. Tecnologia interna evoluta con deviatori, pulsanti, commutatori e interruttori, tutti illuminabili con relativo feedback di stato. Having applied touch technology to the electrical sector, Ave relaunches the toggle-style on-off switch that has a vintage feel to it. It now comes in three models in Corian, aluminium and glass or wood. The technology inside has been developed with deviators and switches, which can all be illuminated and provide relevant feedback. www.ave.it

IOTTY Due dispositivi smart per la casa presentati recentemente all’Ifa di Berlino. La placca di vetro temperato per tende e tapparelle consente, mediante connessione wireless e app, l’impostazione di scenari personalizzati. La presa intelligente accende e spegne qualunque elettrodomestico tramite tasto o smartphone. Entrambi gestibili con Amazon Alexa, Google Assistant e i comandi rapidi di Siri. Two smart devices for the home presented at IFA, held recently in Berlin. The tempered glass plate for sunblinds and roller shutters that uses a wireless connection and app can also be used to set personalised scenarios. The smart sockets will turn any appliance on or off by pressing a button or via a smartphone. Both can be managed through Amazon Alexa, Google Assistant and Siri voice commands. www.iotty.com

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MARSET, Dipping Light, design Jordi Canudas Il motivo a bande di colore sfumate rende speciale la sospensione sferica di vetro bianco nel suo effetto luminoso. Ogni modello è dipinto artigianalmente: l’interazione tra le sfumature di colore e la luce creano gradienti d’intensità luminosa. Le versioni si estendono ai modello da tavolo, anche nella nuova dimensione di 20 cm, portabile, con batteria, o da parete. Eye-catching bands of colour add a special quality to the luminous effect produced by this spherical white glass suspension lamp. Each model is hand painted: the interaction between the different shades and the light emitted create a kind of graded scale of brightness. It is also available as a table lamp, including a 20-cm model (battery-powered and portable) or as a wall lamp. www.marset.com

TARGETTI, OZ Innovativo sistema magnetico per moduli luminosi di dimensioni ridotte. Cuore del sistema un power track di 5 mm alimentato a 48V, su cui collocare semplicemente per connessione magnetica i moduli. Per creare, variare e adattare le configurazioni luminose aggiungendo o togliendo moduli in qualsiasi punto del track. È possibile la personalizzazione cromatica con mascherine di colore Ral. An innovative magnetic system for reduced-size light modules. The heart of the system is a 5-mm, 48V power track, to which the modules are simply attached by means of a magnetic connection. Modules can be added or removed anywhere along the track to create, vary or adapt the luminous configurations. Personalised RAL colours can also be added. www.targetti.com

MAGIS, Lost, design Brogliato Traverso Il concetto della famiglia Lost è dare luce al vuoto, creando un effetto di luce avvolgente. La fonte luminosa emessa dal perimetro esterno, con possibilità di dimmeraggio, è data da un supporto flessibile con 1400 Led dalla potenza di 4000 lumen. La lampada da tavolo si accende grazie a un sensore di prossimità che sfrutta le qualità elettromagnetiche del corpo umano. The concept behind the Lost family of lamps is the creation of a warm, inviting light inside a void, or black hole. The light source emitted by the outer perimeter, which can be dimmed, involves a flexible support onto which 1,400 LEDs able to give out more than 4000 lumen are attached. The table lamp is switched on by a proximity sensor, which exploits the electromagnetic capacitance of the human body. www.magisdesign.com

589 ABITARE 137


DANIELA TROST

VIBIA, Plusminus, design Stefan Diez Elementare nell’estetica – si ispira alle cinghie dei portapacchi – rappresenta uno dei sistemi più innovativi in campo illuminotecnico. I quattro i diffusori plug and play, con diversi effetti luminosi, possono essere aggiunti o rimossi lungo l’intera cinghia (disponibile in diversi colori e tessuti) che ha funzione di sostegno (a terra, a parete o sospesa) e di conduttore elettrico. Elementary in its aesthetic (based on the straps used on car roof racks), this is one of the most innovative lighting systems currently available. The four plug-and-play diffusers, producing different lighting effects, can be added to or removed from any part of the strap (available in various colours and fabric types), which provides support (ground, wall or suspended) and is an electrical conductive strip. www.vibia.com

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FLAMINIA LIGHTING, Lux, design Patrick Norguet Dall’esperienza e il know-how nel campo ceramico di Flaminia nasce un nuovo brand dedicato alla luce con modelli realizzati completamente in questo materiale, come la lampada a sospensione o da parete a luce diretta, con diffusore conico, esaltata dall’utilizzo del colore bianco o nero. Drawing on Flaminia’s experience and know-how in the field of ceramics, this new lighting brand features models made completely from that material. They include a suspension lamp and a wall lamp producing direct light, with a conical diffuser, enhanced visually by the use of black and white. www.ceramicaflaminia.it

NILUFAR GALLERY, Danseuse, design Atelier Lavit Sembra una scultura la lampada da terra prodotta in edizione limitata da Nilufar. L’esile stelo d’ottone su base cilindrica di marmo nero assoluto permette l’inserimento di sfere di vetro compresse da una corda elastica. Un gioco di tensione ed equilibrio permesso dagli spessori minimi dei componenti in gioco. A sculpture-like floor lamp produced in a limited edition by Nilufar. The slender brass stem on a cylindrical, absolute black marble base is designed for the insertion of glass spheres which are held in place by an elastic cord. An interplay of tension and balance made possible by the minimal thicknesses of the components involved. www.nilufar.com

FIRMAMENTO MILANO, Pleiadi, design Attilio Stocchi Come nella omonima costellazione, elementi triangolari di alluminio verniciato si dispongono liberamente intorno al diffusore sferico collegati attraverso le tige. Così la luce diretta è schermata da questa composizione leggera che crea mutevoli riflessioni. Hinting at the constellation after which it was named, this model consists of a series of triangular elements in painted aluminium positioned freely around a spherical diffuser connected by stems. In this way the direct light is screened off by the lightweight composition that creates ever-changing reflections. www.firmamentomilano.com

589 ABITARE 139


MASSIMO MAROLDA

COELUX, CoeLux 45 SQ Per portare la luce e il benessere psicofisico del sole in ambienti chiusi il brand ha sviluppato soluzioni innovative basate sulla tecnologia high-tech a Led, sistemi ottici e nano-particelle. La famiglia di prodotti della gamma 45, per esempio, restituisce l’illuminazione tipica dell’area mediterranea, applicabile con cornici e dimensioni diverse a differenti contesti architettonici. To mimic daylight and bring the psychological and physical sense of wellbeing generated by the sun into closed spaces, the brand has developed innovative solutions based on hi-tech LED technology, optical systems and nano-particles. The family of products in the 45 range, for example, produces the light typical of the Mediterranean area, applied with differently sized window frames to different architectural contexts. www.coelux.com

TANGENT, Inhao, design Hideki Yoshimoto All’ultimo London Design Festival lo studio di design engineering Tangent, noto per la sperimentazione con le più aggiornate tecnologie, ha presentato la prima mostra personale. Tra i lavori, opere come l’installazione interattiva Inaho (nella foto), già vincitrice del Lexus Design Award, e la recente Here commissionata da Hermès, riproduzione del pianeta terra ricoperto di ventimila cellule solari riciclate. At the last London Design Festival the design engineering studio Tangent (noted for its experimental work with cutting-edge technologies) held its first major solo exhibition. Works presented included the Inaho interactive installation (pictured), winner of the Lexus Design Award, and the recent Here, commissioned by Hermès: a reproduction of planet Earth covered in 20,000 triangular tiles made from recycled solar cells. www.tangent.co.uk

ARTENADESIGN by Grassi Pietre, Steli, design Aldo Peressa, Francesco Lazzarini, Luciano Rossi Si mimetizza con il paesaggio la lampada da esterno dallo stelo in due altezze (92 e 159 cm) di lamiera di acciaio Cor-Ten. Doppia lampada a Led per la diffusione di luce dall’alto e a 9 cm da terra come segnapasso. Alla base un parallelepipedo di Pietra di Vicenza conferisce stabilità. This outdoor lamp on a stem in two heights (92 and 159 cm) in COR-TEN sheet steel blends into the landscape. A twin LED bulb for downlighting, 9 cm from the ground as a step marker. At the base, a Vicenza stone block provides stability. www.artenadesign.com

140 ABITARE 589

XXXXX, Thermo ICE Fa parte del sistema domotico Chorus la nuova serie per la gestione della termoregolazione. Grazie a questo termostato intelligente, progettato per l’incasso, è possibile controllare le funzioni e impostare la temperatura dalla app con smartphone o smartwatch. This new thermo-regulation management system is part of the domotic Chorus system. The smart, built-in thermostat controls can be operated (and the temperature set) from a smartphone or smartwatch. www.xxxx.com


ERCO GMBH / THOMAS MAYER

ERCO, Optec L’installazione è frutto della partnership tra Erco, azienda leader nell’illuminazione Led, e la finlandese Casambi, piattaforma software per i sistemi di controllo senza fili. All’interno della galleria Robilant + Voena a Londra (nella foto) i faretti Optec, con il nuovo controllo Casambi Bluetooth integrato, creano un’illuminazione flessibile per le esposizioni. The result of a partnership between Erco, the leading LED lighting company, and the Finnish firm Casambi, provides a software platform for wireless control systems. In the Robilant + Voena gallery in London (pictured) the Optec spotlights with the new integrated Casambi Bluetooth control create flexible exhibition lighting. www.erco.com

KARTELL, Space, design Adam Tihany Senza fili, ricaricabile (8 ore di autonomia), richiama nella forma lo Space Needle, famosa torre di Seattle. Il diffusore è di PMMA trasparente o colorato, la struttura di Abs metallizzata disponibile in quattro finiture. Cordless and rechargeable (with eight hours of battery life), its shape resembles that of Seattle’s iconic observation tower, the Space Needle. The diffuser is clear or coloured PMMA; the metallic ABS structure comes in four finishes. www.kartell.com

LOUIS POULSEN, OE Quasi Light, design Olafur Eliasson Si ispira alla geometria euclidea questa sospensione composta da due forme inverse, in cui il telaio di alluminio a 20 facce racchiude il diffusore di policarbonato bianco. La particolare forma geometrica determina una diversa percezione della luce secondo la posizione dell’osservatore. The inspiration for this suspension lamp comes from Euclidean geometry. It consists of two inverted forms with a 20-facet aluminium frame enclosing the white polycarbonate diffuser. The particular geometric shape results in a different perception of the light, depending on where it is seen from. www.louispoulsen.com

589 ABITARE 141


3F FILIPPI, Trittico, design Atelier(s) Alfonso Femia La sospensione – parte della nuova linea 3F Architectural pensata per gli spazi lavoro – è dotata di tre bracci di alluminio (80 cm di lunghezza), che ruotano perpendicolarmente al sostegno di acciaio, così da adattarsi ai cambiamenti del layout degli spazi. Oltre che nel color champagne, è disponibile in nero o bianco opaco. This suspension lamp – part of the new 3F Architectural range designed for workspaces – has three aluminium arms (80 cm in length), which swing round at right angles to the central steel stem, so that the lighting can be adapted to the layout of the spaces below. Available in three colours: champagne, black and matt white. www.3F-Filippi.it

ARTEK, Pendant Light A201, design Alvar Aalto Felice riedizione della sospensione disegnata nel 1952 per il Municipio di Säynätsalo, progettato dallo stesso Alvar Aalto. Prodotta, oltre che nel colore originale bianco opaco, anche in rosso, in edizione limitata. An attractive remake of the suspension lamp designed in 1952 for Säynätsalo town hall, which Alvar Aalto also designed. It comes in the original matt white version and now also in red, in a limited edition. www.artek.fi

KUNDALINI, Lannà, design Noè Duchaufour Lawrence Il diffusore di vetro opale incamiciato è sospeso all’interno della struttura di metallo ottone o nero. L’ispirazione alle lanterne volanti di tradizione thailandese è particolarmente evidente nelle composizioni multiple. The opal blown glass diffuser sits or hangs inside a brass or black metal structure. Inspired by Thailand’s traditional flying lanterns, it creates a particularly striking effect in multiple compositions. www.kundalini.it

142 ABITARE 589


FAUSTO MAZZA

DAVIDE GROPPI, ChainDelier, design Davide Groppi La catena dorata e flessibile conduce la corrente e alimenta la maglia, proiettando una luce potente verso l’alto o verso il basso. Più che essenziale, componibile a piacere, libera dall’obbligo della centralità dei tradizionali chandelier. A flexible golden chain carries the electrical current and feeds the mesh, projecting a powerful beam of light upwards and downwards. Quintessential simplicity, sectional, and (unlike traditional chandeliers) with no requirement to be positioned centrally. www.davidegroppi.com

589 ABITARE 143


d es i g n

PEDRALI, Tamara, design Basaglia Rota Nodari Di alluminio, con finiture ottone satinato o rame satinato, omaggia il glamour anni Trenta della pittrice Tamara de Lempicka con la forma cilindrica ispirata ai fari delle auto primo Novecento. Grazie a un foro nella parte alta del diffusore di plastica, proietta un delicato fascio di luce anche sul soffitto. Made of aluminium, with a satin brass or satin copper finish, this tribute to the 1930s painter Tamara de Lempicka has a cylindrical form inspired by the headlights on early 20th-century automobiles. There is a hole in the upper part of the plastic diffuser, so that a delicate beam of light is also projected onto the ceiling. www.pedrali.it

ASTEP, 537, design Gino Sarfatti Rieditata nella collezione Flos with Sarfatti, la lampada da tavolo 537, disegnata negli anni Cinquanta dal fondatore della storica Arteluce, resta attuale per la soluzione – al tempo avveniristica – dello stelo d’ottone che fuoriuscendo dal grande paralume d’alluminio funge da manico per agevolarne lo spostamento. La base è di marmo bianco e il riflettore è disponibile in bianco o nero. Re-released in the Flos with Sarfatti collection, the 537 table lamp, originally designed in the 1950s by the founder of legendary Arteluce, remains current because of the solution – a futuristic idea at the time – of the brass stem that emerges out of the top of the large aluminium shade and creates a handle that makes it easier to move the lamp around. The base is white marble; the reflector comes in black or white. www.astep.design

TOBIAS GRAU, Flying, design Tobias Grau L’interazione è la caratteristica principale di questa sospensione con struttura di alluminio: il Bluetooth è integrato e il sistema brevettato permette di regolarne altezza e inclinazione. La luce diffusa è calda, la riduzione del diffusore nulla toglie all’efficienza energetica (A++). Interaction is the main feature of this luminaire, which has an aluminium structure. It has built-in Bluetooth and a patented system to adjust the height and angle. The diffused light is warm; the reduced size of the diffuser does not alter the energy efficiency (A++). www.tobiasgrau.com

144 ABITARE 589


ami a moda

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La Signora del Design

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Andare per giardini

Simone Doreleijers

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