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Digital House Casa smart, il mercato pronto al raddoppio
HOME AUTOMATION
digital house CASA SMART, IL MERCATO PRONTO AL RADDOPPIO
le mode sono mode. E passano. Ma i numeri sono numeri, e restano. Certo, non sono neutri, vanno interpretati. Ma spesso i dati hanno una forza autonoma e riescono a farsi comprendere anche da chi è sordo. Un esempio è l’ultimo Rapporto Smart Home Internet of Things nelle case italiane curato dal Centro Studi di Tim, che analizza mercati e impatto economico della trasformazione e della sicurezza digitale, dal 5G alla cybersecurity. Secondo questa ricerca il mercato italiano della digital home è raddoppiato in breve tempo e non ha intenzione di fermarsi. Nel 2020 il mercato della smart home in Italia è stato stimato in circa 566 milioni di euro. Ma per il 2021 la crescita media annua è previsto tocchi il 26%, mentre nel 2023 il fatturato delle aziende del settore dovrebbe superare 1 miliardo di euro. Cifre che dovrebbero far rizzare le orecchie a chi vende materiali per edilizia ma, magari, anche accessori per la casa. Certo, non tutte le componenti della smart home devono finire sugli scaffali dei rivenditori di materiali. Ma forse dovrebbero prepararsi a fornire assistenza, servizio e, why not? consulenza per chi costruisce o riqualifica un’abitazione. I dispositivi più venduti, al momento, sono gli smart speaker (+59% nel 2019, +11% nel 2020) tipo Alexa, Google Assistant o Apple HomePod. Ma il fatto è che questi dispositivi si portano dietro un’infinità di funzioni. Per esempio, gli elettrodomestici smart piccoli e grandi regolabili da remoto, i dispositivi di controllo e connettività locale, come gateway e hub, prese di corrente smart e comandi vari per tapparelle, termostato, impianto di sicurezza con telecamere e sensori, per non parlare di televisori smart e console per i videogiochi. Insomma, un mix tra elettronica e gestione delle attività domestiche, un terreno di mercato grigio tutto da conquistare. Tanto che in campo sono scesi i big, da Bosch a Ikea, da Philips ai giganti dell’elettronica asiatica. Ma spazio per le aziende italiane ce n’è, a cominciare da quelle attive nel sistema casa, per esempio tutto il comparto dell’arredo. E se a questo si aggiunge che, secondo le ultime indicazioni, oltre il 50% delle aziende continuerà a utilizzare lo smart working, con la necessità quindi di una connettività domestica, le premesse ci sono tutte. Per esempio, c’è chi ha già messo in vendita talking furniture, cioè mobili integrati da un tag che consente di interagire con una app per attivare memoria dati, servizi di manutenzione, ecommerce. Insomma, mobili connessi per chi lavora da casa. Un altro esempio? Enel X ha appena lanciato una piattaforma basata su un termostato smart, che integra il sistema vocale Amazon Alexa: serve a gestire caldaia e riscaldamento, ma è anche un hub IoT per controllare più dispositivi.
di Giuseppe Rossi