2 minute read
Inflazione La guerra e i prezzi
INFLAZIONE
LA GUERRA E I PREZZI
di Giuseppe Rossi Sembrava che l’aumento del costo della vita, ma anche dei materiali per le imprese fosse un fenomeno passeggero. E c’è ancora chi assicura che dall’anno prossimo saranno in discesa. Ma il conflitto in Ucraina aggrava una situazione già difficile SOLO PER ABBONATI
SOLO PER ABBONATI
L'INFLAZIONE NEGLI USA L'INFLAZIONE IN EUROPA
La Banca d’Italia aveva inaugurato il 2022 abbassando le previsioni di crescita del Pil. Intendiamoci, sempre di crescita si parlava, e anche sostenuta (+3,8%), ma meno di quanto si aspettasse un trimestre fa. Non sarà l’unico ritocco al ribasso. Ma non è più il timore legato alla pandemia a sgonfiare le attese, quanto l’impatto della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina a destabilizzare ancora di più i prezzi. Un argomento che tocca anche l’edilizia e il mondo della distribuzione. Già, quanto durerà il rincaro dei
prezzi? Può essere un fenomeno transitorio? Prima o poi si tornerà ai costi di prima? Ma di prima quando? Le fibrillazioni della politica interna nostrana e le turbolenze geopolitiche, con la guerra scatenata da Vladimir Putin, con il rubinetto del gas chiuso, rendono difficile una risposta. È possibile, però, analizzare in modo freddo gli elementi che concorrono e continueranno a determinare la pressione sui costi dei materiali. LE PREVISIONI Partiamo dai numeri: la Banca d’Italia, che è l’osservatorio di macroeconomia più accreditato, ha indicato che nel 2022 i prezzi al consumo saliranno del 3,5%. Insomma, dovremmo stare più o meno nella scia dell’anno passato. L’indice medio, sempre secondo Bankitalia, dovrebbe poi scendere all’1,6% nel 2023 e rimanere pressoché stazionario, con +1,7% nel 2024. SOLO PER ABBONATI
Circa il 40% Insomma, uno scenario tranquillizzante, scosso solo delle forniture da un momentaneo brivido di inflazione, che però di gas in Italia arriva da dovrebbe assestarsi. Ma queste previsioni erano prima dell’azzardo di Putin. Putinlandia. LA DURA REALTÀ E l’ex funzionario del Kgb, ora In realtà non va proprio bene, come hanno confermato i dati sul carovita aggiornati a gennaio, quando c’erano già le tensioni sul mercato dell’energia, ma la situazione non era ancora precipitata. Ma è apparso presidente subito che non era il caso di farsi troppe illusioni. In della Russia, aveva già Italia nel primo mese dell’anno i prezzi sono risultati in crescita su base annua del 4,8% (3,9% a dicembre), con aumento mensile dell’1,6%: un’impennata come I PREZZI IN ITALIA imposto una riduzione drastica delle forniture nei mesi scorsi non accadeva dal 1996, 26 anni fa, più di un quarto di secolo. O, forse, ancora peggio: un rincaro simile da un mese all’altro non si registrava dall’ottobre 1983. Come sa anche una casalinga di Voghera, sono soprattutto i prezzi dell’energia a scaldare l’inflazione. Quelli regolamentati (benzina, gas) sono saliti del 38,6%. Senza il boom dei prodotti energetici, che comprende un petrolio che si è avvicinato ai 100 dollari al barile, il carovita oggi sarebbe dimezzato SOLO PER ABBONATI