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I fatti nostri Finita la festa ci scopriamo migliori
I FATTI NOSTRI
Finita la festa ci scopriamo migliori
Fra timori sempre presenti e il contemporaneo, discreto ritorno di colorito sulle guance degli imprenditori della distribuzione edile per la ripresina di maggio e giugno, andiamo a scoprire che il settore delle costruzioni nostrano è fra quelli più pimpanti dell’economia nazionale. L’indagine, promossa dal Centro Studi Youtrade e presentata da Federico Dalla Puppa, ha fotografato un andamento costante della nostra economia di settore, confortata da un sentiment positivo da parte delle imprese che dopo qualche segnale di rallentamento hanno visto gli ordini rifiorire. Tanto per non farci mancare un po’ di positività, che è sempre gradita, dall’inizio dell’anno possiamo vantare globalmente un bel +19% rispetto a un pur sempre lusinghiero 2021. Non per niente, il valore del nostro mercato si aggira sui 130 miliardi. Contemporaneamente, e a fare da contraltare, le notizie su un raffreddamento dei prezzi sono piuttosto eteree: pochi segnali concreti, a parte il fatto, segnalato da un paio di fonti attendibili, che il mancato ritiro dei materiali da parte di imprese che hanno dovuto chiudere o sospendere i cantieri alimenterà gli stock dei produttori che per smaltire i materiali qualche sconticino dovranno probabilmente concederlo. Appare a tutti chiaro che, al momento, non è l’economia edile quella in sofferenza, piuttosto l’economia in generale. Abbiamo parlato qualche tempo fa dello spauracchio autunnale, quando, alla ripresa dei lavori dopo le vacanze, (ma credo che i lavori in corso faranno rimandare molte ferie) la situazione sarà meglio delineata. Ebbene, con una inflazione all’8%, bonus o non bonus una pausa di riflessione ce la possiamo anche aspettare. In sostanza, è oggettivamente ancora difficile fare preventivi di spesa perché i costi sono sempre eccessivamente variabili, e il riferimento è alle materie prime e ai costi energetici. Uno dei primi effetti di queste oggettività è la flessione dei prezzi delle imprese che nei mesi
Anche secondo il Centro Studi Youtrade la congiuntura edile sta completando la sua parabola evolutiva per ritornare a più miti percentuali di crescita. Ma il percorso di questi due anni forsennati ha imposto nuove regole qualitative tracciando la rotta per il mercato che sarà
passati hanno probabilmente esagerato. Il complesso momento politico, anch’esso pieno di incertezze e di traballamenti – evito accuratamente qualsiasi commento al riguardo – contribuisce ad alimentare l’instabilità sociale e con ogni probabilità i benefici fiscali verranno a loro volta pesantemente ridimensionati, sempre che saranno confermati. Comunque, in questo scenario dalle tinte chiare e scure la rivendita edile fa di conto e sorride. Gli ultimi due anni, mese più mese meno, hanno risollevato i bilanci e rinfrancato lo spirito. Non mi sembra, ma è solo una sensazione personale, che i generosi utili maturati abbiano spinto molti imprenditori della distribuzione edile a concedersi sostanziali investimenti per prepararsi ad affrontare nel modo migliore i rigori invernali. Mettere il fieno in cascina, per i motivi precauzionali di cui sopra, mi sembra l’atteggiamento più diffuso, e come dare loro torto? Provo a immaginare un futuro senza incentivi fiscali – cosa che probabilmente faremmo bene a fare un po’ tutti – e vedo un mercato che torna alla sua andatura prebonus con qualche conto sistemato in più, con qualche rivendita che ha ritrovato la sua verve imprenditoriale, ma anche realtà che devono affrontare importanti problemi di liquidità, ovvero di incassi. Al di là delle percentuali di crescita, oltre l’idea di un mercato ancora per certi versi scintillante, credo che il ritorno alla normalità ci vedrà comunque tutti un po’ migliori. Certamente dovremo ridefinire gli obiettivi per così dire volumetrici, ci dovremo accontentare di marginalità meno entusiasmanti, ma questo periodo di abbondanza qualitativa ci ha certamente consentito di rivedere i parametri di efficienza e qualità dei prodotti e dei sistemi che sono stati venduti e che in futuro saremo chiamati a vendere. Solo per questo, e in previsione del mercato prossimo venturo che immagino piuttosto tecnico, la distribuzione edile ha puntellato ancora di più la sua credibilità.
di Roberto Anghinoni Giornalista