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Muoviamoci Tre pilastri per la competitività
MUOVIAMOCI
Tre pilastri per la competitività
La situazione economica globale non sta fornendo le migliori condizioni per un rafforzamento delle supply chain: aumento dei prezzi delle risorse, instabilità geo-politica, aumento dei lead time e scarsità dei materiali. Le supply chain devono riorganizzarsi e ristrutturarsi per consentire a tutti gli operatori una continuativa competitività. Tra gli obiettivi vi sono il contenimento dei costi, la reattività ai cambiamenti del mercato e la garanzia della qualità. Per raggiungerli sarà necessario garantire: • Velocità: il tempo è diventato un asset.
Riuscire a sviluppare un prodotto, industrializzarlo, spedirlo nel più breve tempo possibile è diventato un must.
L’integrazione tra le varie funzioni e successivamente con i soggetti posti ai vari livelli della catena di fornitura significa condividere in tempo reale le informazioni. • Personalizzazione: già nel 2006 Chris
Anderson metteva in evidenza che si stava passando da un mercato di massa a una massa di mercati. La proliferazione della gamma dei prodotti è
destinata a soddisfare nuove nicchie, sempre di più in numero e sempre meno popolate. • Ambiente: ogni soluzione da sviluppare deve essere realizzata prendendo in considerazione gli impatti ambientali. Packaging sostenibili e trasporti consapevoli dell’impatto ambientale saranno oggetto dei nuovi progetti.
L’abbattimento del fabbisogno di risorse (acqua, energia) ha come risvolto pratico e immediato una conseguente riduzione dei costi. • Uomo / macchina: per ridurre i costi e aumentare il controllo dei processi, l’interazione uomo macchina aumenterà. Sistemi di automazione supporteranno gli individui nelle attività ripetitive e faticose, delegando all’uomo il controllo e la gestione delle personalizzazioni. Cobot e Amr diverranno parte integrante degli ambienti di lavoro. • Fisico / digitale: viene anche chiamato gemello digitale e si riferisce alla digitalizzazione che va a creare un sistema virtuale in grado di replicare la
realtà fisica. Ogni spostamento di un materiale fisico ha un corrispondente movimento a livello contabile. Lo stato del bene può essere monitorato in tempo reale per garantirne l’integrità. • Conoscenza. Si tratta della capacità di raccogliere tutti i dati che vengono raccolti dai vari sistemi e dai vari dispositivi e di tradurli in strategie. Il rischio maggiore è che l’overload di informazioni si traduca in incapacità di interpretare i dati con conseguente immobilità operativa. La conoscenza genera la capacità di programmare e pianificare • Sicurezza. Ultima, ma non ultima.
Tutti i cambiamenti e i miglioramenti devono passare per la realizzazione di soluzioni che mettono l’uomo al centro in ottica di massima ergonomia e benessere. Lo sviluppo degli strumenti e dei principi dell’industria 4.0 prosegue a ritmi elevati in tutto il mondo. La Commissione Europea propone una quinta rivoluzione industriale, fondata sull’uomo, sulla sostenibilità e sulla resilienza dell’intero sistema. L’industria 4.0 ha dimostrato come la digitalizzazione ha accelerato il processo di transizione verso l’economia circolare. L’industria 5.0 si fonda su tre pilastri: l’uomo, la sostenibilità e la resilienza dell’intero sistema. Secondo questa visione, la tecnologia diventerebbe il principale strumento della sostenibilità, al fine di creare un modello di sviluppo che consenta di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)