La mano invisibile, 2; Il mio beneficio è il tuo costo, 3; Vacche grasse, vacche magre, 4; In avanti e verso l’alto, 4; Un motore per la scoperta, 4
I principi alla base delle scelte individuali: il nucleo dell’economia, 5
Principio 1. Scegliere è necessario, perché le risorse sono scarse, 5; Principio 2. Il vero costo di qualcosa è il suo costo-opportunità, 6; Principio 3. Una decisione quantitativa è una decisione al margine, 7; Principio 4. Gli individui di solito rispondono agli incentivi, sfruttando le opportunità per migliorare la propria condizione, 8
L’interazione: come funziona un sistema economico, 10
Principio 5. Lo scambio genera benefici, 10; Principio 6. I mercati tendono all’equilibrio, 11; Principio 7. Le risorse dovrebbero essere usate efficientemente per realizzare gli obiettivi della società, 12; Principio 8. I mercati di solito sono efficienti, ma quando non lo sono l’intervento dello Stato può migliorare il benessere sociale, 13
Le interazioni nell’intero sistema economico, 15 Principio 9. La spesa di un individuo è il reddito di un altro, 15; Principio 10. A volte la spesa complessiva non è in linea con la capacità produttiva del sistema economico; quando ciò accade, le politiche pubbliche possono influenzare la spesa, 16; Principio 11. L’aumento del potenziale di un sistema economico ne favorisce la crescita economica nel tempo, 17
ECONOMIA IN AZIONE
I costi di un matrimonio: in Cina la politica del figlio unico ha creato milioni di scapoli solitari, 8; Aspettare, affrettarsi e poi aspettare ancora, 14
Riepilogo, 18 • Parole chiave, 19 • Esercizi, 19
Capitolo 2 I modelli economici: trade-off e scambio 22
DAL KITTY HAWK AL DREAMLINER, 22
I modelli in economia: alcuni esempi importanti, 23
Trade-off: la frontiera delle possibilità produttive, 23; Il vantaggio comparato e i benefici dello scambio, 28
Il vantaggio comparato e il commercio internazionale nel mondo reale, 32
Le transazioni: il diagramma di flusso circolare, 32
Usare i modelli, 36
Economia positiva ed economia normativa, 36
Quando e perché gli economisti sono in disaccordo, 37
ECONOMIA IN AZIONE
Paesi ricchi, paesi poveri, 34; Quando e perché gli economisti sono in accordo, 38
TRABOCCHETTI
Equivoci sul vantaggio comparato, 32
CONFRONTO GLOBALE
La repubblica dei pigiama, 33
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Efficienza, costo-opportunità e la logica della produzione «snella», 39
Riepilogo, 39 • Parole chiave, 40 • Domande di ripasso, 40 • Esercizi, 41
Appendice al capitolo 2 I grafici in economia 43
Comprendere il quadro generale, 43
Grafici, variabili e modelli economici, 43
Come funzionano i grafici, 43 I grafici a due variabili, 43; Le curve di un grafico, 44
Un concetto chiave: la pendenza di una curva, 45
La pendenza di una curva lineare, 46; Le curve orizzontali e verticali e la loro pendenza, 46; La pendenza di una curva non lineare, 47; Calcolare la pendenza lungo una curva non lineare, 48; Punti di massimo e di minimo, 49
Calcolare l’area al di sotto o al di sopra della curva, 50 I grafici che rappresentano informazioni numeriche, 50 I tipi di grafici numerici, 50; I problemi di interpretazione dei grafici numerici; 52
Parole chiave, 54 • Esercizi, 54
PARTE 2
Domanda e offerta
Capitolo 3
Domanda e offerta 57
GLI ALTI E I BASSI DEL GAS NATURALE, 57
Domanda e offerta: il modello di un mercato concorrenziale, 58
La curva di domanda, 59
La scheda di domanda e la curva di domanda, 59; Gli spostamenti della curva di domanda, 60; Capire gli spostamenti della curva di domanda, 62
La curva di offerta, 68
La scheda di offerta e la curva di offerta, 68; Gli spostamenti della curva di offerta, 68; Capire gli spostamenti della curva di offerta, 70
Domanda, offerta ed equilibrio, 75
Determinare prezzo e quantità di equilibrio, 75; Usare il concetto di equilibrio per descrivere i mercati, 77
I cambiamenti della domanda e dell’offerta, 79
Cosa succede quando si sposta la curva di domanda, 79; Cosa succede quando si sposta la curva di offerta, 80; Spostamenti simultanei della curva di domanda e della curva di offerta, 81
Mercati concorrenziali e altri mercati, 84
ECONOMIA IN AZIONE
Sconfiggere il traffico, 67; Il crollo dei prezzi dei pannelli solari, 74; Il prezzo di ingresso ai concerti, 78; Santo guacamole!, 82
TRABOCCHETTI
Domanda e quantità domandata, 63; Di quale curva stiamo parlando?, 81
CONFRONTO GLOBALE
Se il pieno costa sempre di più, 61
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Uber dà lezione ai propri clienti su domanda e offerta, 85
Riepilogo, 84 • Parole chiave, 86 • Domande di ripasso, 86 • Esercizi, 86
Capitolo 4 Controlli dei prezzi e della quantità: interferire nel funzionamento dei mercati 90
NOTIZIE DAL BRONX, 90
Surplus del consumatore e curva di domanda, 91
Disponibilità a pagare e curva di domanda, 91; Disponibilità a pagare e surplus del consumatore, 92
Surplus del produttore e curva di offerta, 93
Costo e surplus del produttore, 93
I benefici dello scambio, 95
Perché i governi vogliono controllare i prezzi, 97
I livelli massimi di prezzo, 98
Un modello per il livello massimo di prezzo, 98; Perché un livello massimo di prezzo è causa di inefficienza, 100; Vincitori, vinti e controllo degli affitti , 102; Ma allora, perché esistono i livelli massimi di prezzo?, 103
I livelli minimi di prezzo, 106
Perché un livello minimo di prezzo è causa di inefficienza, 107; Ma allora, perché esistono i livelli minimi di prezzo?, 109
I controlli della quantità, 111
L’analisi dettagliata dei controlli della quantità, 111; I costi dei controlli della quantità, 114
ECONOMIA IN AZIONE
Ecco le chiavi…, 96; Gli esiti disastrosi deI controlli dei prezzi in Venezuela, 104; Ascesa e declino degli stage gratuiti, 110; Granchi, quote e vite salvate in Alaska, 115
TRABOCCHETTI
Livelli massimi, livelli minimi e quantità, 108
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Un disgregatore del mercato viene distrutto dal mercato, 117
Riepilogo, 116 • Parole chiave, 118 • Domande di ripasso, 118 • Esercizi, 118
Capitolo 5 Elasticità e tassazione 123
PAZIENTI (PRESI) IN GIRO IN AMBULANZA, 123
Definire e misurare l’elasticità, 124
Calcolare l’elasticità della domanda al prezzo, 124; Un modo alternativo per calcolare le elasticità: il metodo del punto medio, 125
Interpretare l’elasticità della domanda al prezzo, 127
Quanto è elastica l’elasticità?, 128; Elasticità al prezzo lungo la curva di domanda, 132; Quali fattori determinano l’elasticità della domanda al prezzo?, 133
Altre elasticità della domanda, 136
L’elasticità incrociata della domanda al prezzo, 136; L’elasticità della domanda al reddito, 137
L’elasticità dell’offerta al prezzo, 138
Misurare l’elasticità dell’offerta al prezzo, 138; Quali fattori determinano l’elasticità dell’offerta al prezzo?, 139
Una sinossi dell’elasticità, 141
Costi e benefici della tassazione, 141
Il gettito di un’accisa, 141; Aliquote e gettito fiscale, 143; I costi della tassazione, 144; Elasticità e perdita secca di benessere di un’imposta, 147
ECONOMIA IN AZIONE
Stimare le elasticità, 126; L’impatto dell’aumento delle rette universitarie, 134; L’eccedenza di materie prime nel mondo, 140; Anche il cowboy della Marlboro paga le tasse, 148
CONFRONTO GLOBALE
L’incidenza del cibo nei budget mondiali, 137
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Il settore del trasporto aereo: paghi di più, voli di meno, 150
Riepilogo, 150 • Parole chiave, 152 • Domande di ripasso, 152 • Esercizi, 152
PARTE 3
Le decisioni di produzione
Capitolo 6 Dietro la curva di offerta: fattori di produzione e costi 156
AI MARGINI DI UNA FATTORIA, 156
La funzione di produzione, 157
Fattori di produzione e prodotto, 157; Dalla funzione di produzione alle curve di costo, 160
Due concetti chiave: il costo marginale e il costo medio, 163 Il costo marginale, 163; Il costo medio totale, 165; Il costo medio totale minimo, 167; La curva di costo marginale ha sempre pendenza positiva?, 168
I costi di lungo e di breve periodo, 170 I rendimenti di scala, 173; I costi in sintesi, 174
ECONOMIA IN AZIONE
La dimensione ottimale di una squadra di lavoro, 162; L’economia delle reti elettriche «intelligenti», 169; L’economia della condivisione riduce i costi fissi, 174
TRABOCCHETTI
Cos’è un’unità?, 160
CONFRONTO GLOBALE
I raccolti di grano nel mondo, 158
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
L’ascesa delle macchine nei magazzini di Amazon, 176
Riepilogo, 177 • Parole chiave, 177 • Domande di ripasso, 177 • Esercizi, 178
Capitolo 7 La concorrenza perfetta e la curva di offerta 181
UN VERDE NATALE, 181
La concorrenza perfetta, 182
Una definizione di concorrenza perfetta, 182; Due condizioni necessarie per la concorrenza perfetta, 182; Libertà di entrata e di uscita, 183
Produzione e profitti, 185
Usare l’analisi marginale per scegliere la quantità di prodotto che massimizza il profitto, 186; Quando è redditizio produrre?, 188; La decisione di produzione nel breve periodo, 191; Varia-
re il costo fisso, 193; Riepilogo: le condizioni di redditività e di produzione di un’impresa perfettamente concorrenziale, 193
La curva di offerta di settore, 196
La curva di offerta di settore di breve periodo, 196; La curva di offerta di settore di lungo periodo, 196; Costo di produzione ed efficienza nell’equilibrio di lungo periodo, 200
ECONOMIA IN AZIONE
Pagare per ritardare l’entrata di nuovi concorrenti nel mercato, 184; Gli agricoltori spostano la propria curva di offerta, 194; I consumatori cinesi subiscono gli effetti della penuria globale di carne suina, 201
TRABOCCHETTI
Cosa accade se ricavo e costo marginale non sono esattamente uguali?, 188; Ancora sul profitto economico, 200
PER I PIÙ CURIOSI
Cos’è un bene standardizzato?, 183
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
La guerra delle vendite al dettaglio: la grande distribuzione nell’era di Amazon, 203
Riepilogo, 202 • Parole chiave, 203 • Domande di ripasso, 204 • Esercizi, 204
PARTE 4
La struttura di mercato: oltre la concorrenza perfetta
Capitolo 8 Il monopolio 207
BRILLARE COME DIAMANTI, 207
I tipi di struttura di mercato, 208
Il significato del monopolio, 208
Il monopolio: una prima differenza rispetto alla concorrenza perfetta, 209; Cosa fanno i monopolisti, 209; Perché esistono i monopoli?, 210
Il monopolista e la massimizzazione del profitto, 214
La curva di domanda e il ricavo marginale del monopolista, 214; Prezzo e quantità che massimizzano il profitto del monopolista, 217; Monopolio e concorrenza perfetta a confronto, 218; Monopolio: il quadro generale, 219
Il monopolio e le politiche pubbliche, 222
Gli effetti del monopolio sul benessere, 222; Impedire il monopolio, 223; Gestire il monopolio naturale, 223
Il potere di mercato di nuova generazione, 226
Potere di mercato di nuova generazione e monopolio, 226; Potere di mercato di nuova generazione e monopsonio, 227; Le politiche pubbliche sul potere di mercato di nuova generazione, 227
La discriminazione dei prezzi, 230
La logica della discriminazione dei prezzi, 231; Discriminazio-
ne dei prezzi ed elasticità , 232; La discriminazione dei prezzi perfetta, 233
ECONOMIA IN AZIONE
Il monopolio che non c’era: la Cina e il mercato delle terre rare, 213; Il prezzo dell’elettricità è uno shock, 220; Negli Stati Uniti la politica antitrust non è riuscita a rimanere al passo con l’era del digitale?, 228
TRABOCCHETTI
Trovare il prezzo di monopolio, 218; Il monopolista ha una curva di offerta?, 219
CONFRONTO GLOBALE
Perché negli Stati Uniti i farmaci costano di più?, 212
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
La guerra tra Amazon e Hachette, 236
Riepilogo, 236 • Parole chiave, 237 • Domande di ripasso, 238 • Esercizi, 239
Capitolo 9 L’oligopolio e la concorrenza monopolistica 242
I REGOLATORI BUCANO LE GOMME ALLA BRIDGESTONE, 242
Cos’è l’oligopolio, 243
Capire l’oligopolio, 243; L’oligopolio nella realtà, 246
I giochi degli oligopolisti, 250
Il dilemma del prigioniero, 250; Risolvere il dilemma del prigioniero: interazione ripetuta e collusione tacita, 252
La concorrenza monopolistica, 255
Numerose imprese concorrenti, 256; Libertà di entrata e di uscita nel lungo periodo, 256; La differenziazione dei prodotti, 256
ECONOMIA IN AZIONE
Le accuse contro i produttori di cioccolato si sciolgono, 248; Gli alti e i bassi di un cartello: il petrolio di scisto statunitense fa sbandare l’OPEC, 254; Sugo in abbondanza, 258
TRABOCCHETTI
Giocare correttamente nel dilemma del prigioniero, 252
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Virgin Atlantic: uno strano caso di pentimento, 259
Riepilogo, 260 • Parole chiave, 260 • Domande di ripasso, 260 • Esercizi, 261
PARTE 5
Microeconomia e politiche pubbliche
Capitolo 10 Esternalità e beni pubblici 264
LA GRANDE PUZZA, 264
Le esternalità, 265
L’analisi economica di un’esternalità negativa: l’inquinamento, 265; Costi e benefici dell’inquinamento, 265; Perché un’economia di mercato produce troppo inquinamento, 267; Soluzioni private alle esternalità, 268
Politiche pubbliche in materia di inquinamento, 270
Gli standard ambientali, 270; Le imposte sulle emissioni, 270; I permessi di emissione negoziabili, 272; Confrontare i provvedimenti ambientali: facciamo un esempio, 273
L’analisi economica del cambiamento climatico, 276
Le cause del cambiamento climatico, 276; Le politiche pubbliche per contrastare il cambiamento climatico, 277; Mitigare il cambiamento climatico: costi e benefici, 278
L’analisi economica delle esternalità positive, 279
La conservazione del paesaggio agricolo: un beneficio esterno, 280; Le esternalità positive nelle economie moderne, 281
I beni pubblici, 282
Le caratteristiche dei beni, 282; Perché i mercati possono offrire efficientemente solo beni privati, 283; La fornitura di beni pubblici, 284; In che quantità bisognerebbe fornire un bene pubblico?, 285; L’analisi costi-benefici, 287
ECONOMIA IN AZIONE
Quanto costa veramente l’elettricità?, 268; I sistemi cap and trade, 275; Più di 3500 economisti concordano: bisogna tassare le emissioni di gas serra, 278; I voti bassi delle infrastrutture statunitensi, 287
TRABOCCHETTI
Il costo marginale di cosa, esattamente?, 284
CONFRONTO GLOBALE
Crescita economica e gas serra in sei paesi, 271
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
La Xcel Energy va verso una doppia vittoria, 290
Riepilogo, 289 • Parole chiave, 291 • Domande di ripasso, 291 • Esercizi, 291
Capitolo 11 L’economia dello stato sociale 294
AFFARI DI CUORE, 294
Povertà, disuguaglianza e politiche pubbliche, 295
La logica dello stato sociale, 295; Il problema della povertà, 296; L’andamento della povertà, 296; Chi sono i poveri?, 297; Quali sono le cause della povertà?, 297; Le conseguenze della povertà, 298; La disuguaglianza economica, 298; Reddito medio e reddito mediano, 299; La disuguaglianza del reddito: un confronto internazionale, 300; Quando la disuguaglianza del reddito diventa un problema, 300; L’insicurezza economica, 301
Lo stato sociale negli Stati Uniti, 304
I programmi basati sulla prova dei mezzi, 305; Social Security e l’indennità di disoccupazione, 305; Gli effetti dello stato sociale sulla povertà e sulla disuguaglianza, 306
L’economia dell’assistenza sanitaria, 308
La necessità di un’assicurazione sanitaria, 308; L’assistenza sanitaria in altri paesi, 310; L’Affordable Care Act, 312; Gli effetti dell’ACA, 312
Il dibattito sullo stato sociale, 315
I problemi legati allo stato sociale, 315; La politica dello stato sociale, 315
ECONOMIA IN AZIONE
Le tendenze di lungo periodo della disuguaglianza del reddito negli Stati Uniti, 302; Programmi di welfare e tasso di povertà negli Stati Uniti durante la Grande recessione, 2007-2010, 307; L’efficacia di Medicaid, 313; I danesi non sono poi così malinconici, 316
CONFRONTO GLOBALE
Ridistribuzione e disuguaglianza del reddito nei paesi ricchi, 301
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Lo spirito imprenditoriale degli Stati Uniti potrà sopravvivere allo smantellamento dell’ACA?, 318
E IN ITALIA...
Povertà, disuguaglianza e stato sociale in Italia, 319
Riepilogo, 317 • Parole chiave, 320 • Domande di ripasso, 320 • Esercizi, 320
PARTE 6
Introduzione alla macroeconomia
Capitolo 12
Macroeconomia: un quadro generale 323
TRAGEDIE GRECHE, 323
La natura della macroeconomia, 324
Questioni macroeconomiche, 324; Macroeconomia: il tutto è maggiore della somma delle parti, 325; Macroeconomia: teoria e politica, 325
Il ciclo economico, 327
Rappresentare il ciclo economico, 328; I danni della recessione, 329; Tenere sotto controllo il ciclo economico, 329
La crescita economica di lungo periodo, 332
Inflazione e deflazione, 333
Le cause dell’inflazione e della deflazione, 334; I danni dell’inflazione e della deflazione, 334
Gli squilibri internazionali, 335
ECONOMIA IN AZIONE
Bloccare la depressione, 326; Tempi duri in Brasile, 330; La storia di due nazioni, 333; Una semplice (e appetitosa) misura dell’inflazione, 335; Il costoso avanzo commerciale della Grecia, 336
CONFRONTO GLOBALE
Recessioni a confronto, 331
PER I PIÙ CURIOSI
Come definire le recessioni e le espansioni, 331
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
La General Motors sopravvive, 338
E IN ITALIA...
La crescita economica in Italia, 339
Riepilogo, 337 • Parole chiave, 339 • Domande di ripasso, 340 • Esercizi, 340
Capitolo 13 Il PIL e l’IPC: seguire l’andamento della macroeconomia 342
LA CINA COLPISCE NEL SEGNO, 342
I conti economici nazionali, 343
Seguire i flussi monetari: una versione ampliata del diagramma di flusso circolare, 343; Il prodotto interno lordo, 344; Il calcolo del PIL, 345; Il significato del PIL, 349
Il PIL reale: una misura della produzione aggregata, 350 Il calcolo del PIL reale, 350; Ciò che il PIL reale non permette di misurare, 352
Gli indici dei prezzi e il livello generale dei prezzi, 353 I panieri di beni e gli indici dei prezzi, 353; L’indice dei prezzi al consumo, 355; Altre misure dei prezzi, 356
ECONOMIA IN AZIONE
Le perplessità sul PIL argentino, 353; L’indicizzazione all’IPC negli Stati Uniti, 356
TRABOCCHETTI
Il PIL: cosa è incluso e cosa no, 348
CONFRONTO GLOBALE
Il PIL e il senso della vita, 352
PER I PIÙ CURIOSI
Le nostre vite contabilizzate, 347
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Pagare per tenersi informati sull’inflazione, 358
E IN ITALIA... PIL e inflazione in Italia, 359
Riepilogo, 357 • Parole chiave, 360 • Domande di ripasso, 360 • Esercizi, 360
Capitolo 14 Disoccupazione e inflazione 364
IL GRANDE ERRORE DEL 2011, 364
Il tasso di disoccupazione, 365
Definire e misurare la disoccupazione, 365; Capire il tasso di disoccupazione, 366; Crescita e disoccupazione, 367
Il tasso naturale di disoccupazione, 370
Creazione e distruzione di posti di lavoro, 371; La disoccupazione frizionale, 371; La disoccupazione strutturale, 372; Il tasso naturale di disoccupazione, 375; Le variazioni del tasso naturale di disoccupazione, 375
Inflazione e deflazione, 378 Il livello dei prezzi non conta…, 378; … quello che conta è il tasso di variazione dei prezzi, 379; Chi vince e chi perde con l’inflazione, 381; L’inflazione è facile; la disinflazione è difficile, 382
ECONOMIA IN AZIONE
Le opportunità bussano alla porta, 369; Uomini non al lavoro, 377; L’inflazione in Israele, 383
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
TaskRabbit, 384
E IN ITALIA...
La disoccupazione in Italia, 385
Riepilogo, 385 • Parole chiave, 386 • Domande di ripasso, 386 • Esercizi, 387
PARTE 7
Crescita e fluttuazioni economiche
Capitolo 15
La crescita economica di lungo periodo 390
LO SMOG DELLA PROSPERITÀ, 390
Sistemi economici a confronto nel tempo e nello spazio, 391
Il PIL reale pro capite, 391; I tassi di crescita, 392
Le fonti della crescita di lungo periodo, 395
L’importanza cruciale della produttività, 395; Come si spiega l’aumento della produttività, 396; La contabilità della crescita: la funzione di produzione aggregata, 396; Che dire delle risorse naturali?, 400
Le ragioni delle differenze tra i tassi di crescita, 402
Spiegare le differenze fra i tassi di crescita, 402; Il ruolo del settore pubblico nel promuovere la crescita economica, 403
Successo, delusione e fallimento, 407
Il miracolo dell’Asia orientale, 407; La delusione dell’America Latina, 408; I problemi e le promesse dell’Africa, 408; Lasciati indietro dalla crescita?, 409
La crescita mondiale è sostenibile?, 412
Risorse naturali e crescita: una rivisitazione, 412; Crescita economica e ambiente, 413
ECONOMIA IN AZIONE
La svolta economica del Bangladesh, 394; L’ascesa, la caduta e il ritorno del paradosso della produttività, 401; Qual è il problema dell’Italia?, 405; Vincitori e vinti da una prospettiva globale, 411; La guerra all’inquinamento in Cina, 414
TRABOCCHETTI
Variazione di livello e tasso di variazione, 393; Può diminuire, ma resta positivo, 398
CONFRONTO GLOBALE
Le regioni relativamente arretrate nei paesi ricchi, 409
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
L’ascesa del codice a barre, 416
Riepilogo, 417 • Parole chiave, 417 • Domande di ripasso, 418 • Esercizi, 419
Capitolo 16 La domanda aggregata e l’offerta aggregata 421
A OGNI GENERAZIONE LE SUE POLITICHE, 421
La domanda aggregata, 422
Perché la curva di domanda aggregata ha pendenza negativa?, 422; La curva di domanda aggregata e il modello reddito-spesa, 424; Gli spostamenti della curva di domanda aggregata, 425; La politica economica e la domanda aggregata, 428
L’offerta aggregata, 430
La curva di offerta aggregata di breve periodo, 430; Gli spostamenti della curva di offerta aggregata di breve periodo, 432; La curva di offerta aggregata di lungo periodo, 434; Dal breve periodo al lungo periodo, 436
Il modello DA-OA, 439
L’equilibrio macroeconomico di breve periodo, 440; Gli spostamenti della curva di domanda aggregata: gli effetti di breve periodo, 440; Gli spostamenti della curva OABP, 441; L’equilibrio macroeconomico di lungo periodo, 442
La politica macroeconomica, 447
La politica economica a fronte di uno shock della domanda, 447; La reazione agli shock dell’offerta, 448
ECONOMIA IN AZIONE
Un movimento lungo la curva di domanda aggregata, 19791980, 429; Salari vischiosi durante la Grande recessione, 438; Gli shock della domanda e dell’offerta nella realtà, 445; La politica di stabilizzazione funziona davvero?, 449
TRABOCCHETTI
Movimento lungo la curva di domanda aggregata o spostamento della curva di domanda aggregata?, 426; Il vero significato di «lungo periodo», 437
PER I PIÙ CURIOSI
Cosa è flessibile, e cosa vischioso?, 432; Dov’è la deflazione?, 444; Keynes e il lungo periodo, 447
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
La Toyota fa la sua mossa, 450
E IN ITALIA...
Produzione effettiva e potenziale in Italia, 451
Riepilogo, 451 • Parole chiave, 452 • Domande di ripasso, 452 • Esercizi, 453
PARTE 8
Le politiche di stabilizzazione
Capitolo 17 La politica fiscale 455
SPENDERE PER COMBATTERE UNA RECESSIONE, 455
Fondamenti di politica fiscale, 456
La tassazione, l’acquisto di beni e servizi, i trasferimenti pubblici e l’indebitamento, 456; Il bilancio pubblico e la spesa totale, 458; La politica fiscale espansiva e restrittiva, 458; La politica fiscale espansiva può davvero funzionare?, 459; Un ammonimento: gli sfasamenti della politica fiscale, 461
La politica fiscale e il moltiplicatore, 463
L’effetto moltiplicatore di un aumento della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi, 463; L’effetto moltiplicatore di una variazione dei trasferimenti pubblici e delle imposte, 463; Gli effetti delle imposte sul moltiplicatore, 465
Il saldo di bilancio, 467
Il saldo di bilancio come misura della politica fiscale, 467; Il ciclo economico e il saldo di bilancio corretto per il ciclo economico, 468; Il bilancio deve essere in pareggio?, 469
Le implicazioni della politica fiscale nel lungo periodo, 471
Disavanzo, avanzo e debito, 472; I potenziali problemi di un debito pubblico in crescita, 472; Disavanzo e debito pubblico nella realtà, 474; Le passività implicite, 475
ECONOMIA IN AZIONE
Racconto di due stimoli, 462; Austerità e moltiplicatore, 466; Perseguire il pareggio di bilancio durante una recessione, 470; Chi ha paura della spirale del debito?, 477
TRABOCCHETTI
Disavanzo e debito, 472
CONFRONTO GLOBALE
Debito all’americana, 473
PER I PIÙ CURIOSI
Cosa è successo al debito accumulato durante la seconda guerra mondiale?, 475
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Esce il sole, 478
E IN ITALIA...
Deficit e debito pubblico in Italia, 479
Riepilogo, 480 • Parole chiave, 480 • Domande di ripasso, 480 • Esercizi, 481
Capitolo 18 Moneta, sistema bancario e sistema della Federal Reserve 484
UNA VALUTA SENZA VALORE, 484
Il significato della moneta, 485
Cos’è la moneta?, 485; Le funzioni della moneta, 486; I tipi di moneta, 487; Misurare l’offerta di moneta, 489
Il ruolo monetario delle banche, 490
Cosa fanno le banche, 491; Il problema delle corse agli sportelli, 492; La regolamentazione bancaria, 492
Determinare l’offerta di moneta, 494
Come le banche creano moneta, 495; Le riserve, i depositi bancari e il moltiplicatore monetario, 496; Il moltiplicatore monetario nella realtà, 497
Il sistema della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, 499
La struttura della Federal Reserve, 499; Il ruolo della Fed: riserva obbligatoria e tasso di sconto, 500; Le operazioni di mercato aperto, 501; La Banca centrale europea, 502
L’evoluzione del sistema bancario statunitense, 505
La crisi del sistema bancario all’inizio del ventesimo secolo, 505; La risposta alle crisi bancarie: la creazione della Federal Reserve, 506; La crisi delle casse di risparmio negli anni 1980, 507; Ritorno al futuro: la crisi finanziaria del 2008 e i suoi effetti, 507; I punti deboli del sistema bancario ombra, 508
ECONOMIA IN AZIONE
La storia del dollaro statunitense, 489; Un sistema bancario meraviglioso, 493; Demoltiplicare la moneta, 498; Il bilancio della Fed, normale e anormale, 503; La regolamentazione finanziaria dopo la crisi del 2008, 510
TRABOCCHETTI
Cosa non rientra nell’offerta di moneta, 488
CONFRONTO GLOBALE
Il circolante nei diversi paesi, 486
PER I PIÙ CURIOSI
Dove va a finire tutto il contante?, 488; A chi vanno gli interessi sul patrimonio della Fed?, 502
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Il dono perfetto: una somma di denaro o un buono regalo?, 512
E IN ITALIA...
Gli aggregati monetari della Banca centrale europea, 513
Riepilogo, 511 • Parole chiave, 514 • Domande di ripasso, 515 • Esercizi, 515
Capitolo 19 La politica monetaria 518
LA PERSONA PIÙ INFLUENTE NEL GOVERNO, 518
La domanda di moneta, 519
Il costo-opportunità di detenere moneta, 519; La curva di domanda di moneta, 521; Gli spostamenti della curva di domanda di moneta, 521
La moneta e i tassi di interesse, 524
Il tasso di interesse di equilibrio, 524; La politica monetaria e il tasso di interesse, 525; I tassi di interesse a lungo termine, 527
La politica monetaria e la domanda aggregata, 529
Politica monetaria espansiva e restrittiva, 529; La politica mo-
netaria in concreto, 530; La regola di Taylor per la determinazione della politica monetaria, 531; Il perseguimento di un obiettivo di inflazione, 531; Il problema del limite inferiore effettivo dei tassi di interesse, 532
Moneta, produzione e prezzi nel lungo periodo, 535
Gli effetti di breve e di lungo periodo di un aumento dell’offerta di moneta, 535; La neutralità della moneta, 536; Le variazioni dell’offerta di moneta e del tasso di interesse nel lungo periodo, 536
ECONOMIA IN AZIONE
Yen in contanti, 523; Su per la discesa, 528; La Fed ottiene quel che vuole, 533; L’evidenza empirica internazionale della neutralità della moneta, 537
TRABOCCHETTI
Fissare i tassi di interesse o l’offerta di moneta: metodi diversi, stesso obiettivo, 526
CONFRONTO GLOBALE
Obiettivi di inflazione, 532
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Parcheggiare il proprio denaro su PayPal, 538
E IN ITALIA...
La politica monetaria della Banca centrale europea, 539
Riepilogo, 540 • Parole chiave, 540 • Domande di ripasso, 540 • Esercizi, 541
PARTE 9
L’economia internazionale
Capitolo 20 Commercio internazionale, flussi di capitali e tassi di cambio 543
UN TELEFONO DA TUTTE LE PARTI, 543
Il vantaggio comparato e il commercio internazionale, 544
Possibilità produttive e vantaggio comparato: un ripasso, 545; I benefici del commercio internazionale, 547; Vantaggio comparato e vantaggio assoluto, 548; Le fonti del vantaggio comparato, 550
Domanda, offerta e commercio internazionale, 553
Gli effetti delle importazioni, 553; Gli effetti delle esportazioni, 555; Il commercio internazionale e i salari, 555
Gli effetti del protezionismo, 559
Gli effetti di un dazio, 559; Gli effetti di un contingentamento delle importazioni, 560
I flussi di capitali e la bilancia dei pagamenti, 562
La contabilità della bilancia dei pagamenti, 562; Le determinanti fondamentali dei flussi internazionali di capitali, 566; I flussi di capitali bidirezionali, 567
Il ruolo dei tassi di cambio, 568
Capire i tassi di cambio, 568; Il tasso di cambio di equilibrio, 570; L’inflazione e il tasso di cambio reale, 572; La parità del potere d’acquisto, 573
ECONOMIA IN AZIONE
Hong Kong si è giocata la camicia, 551; Uno shock dalla Cina, 557; I dazi sull’acciaio imposti dagli Stati Uniti nel 2018-2019, 561; L’economia dei folletti, 567; I problemi di un dollaro forte, 574
TRABOCCHETTI
Da che parte per salire?, 569
CONFRONTO GLOBALE
Produttività e salari nel mondo, 549; Grandi avanzi, 566
ANALISI DI UN CASO AZIENDALE
Li & Fung: da Guangzhou a voi, 576
E IN ITALIA...
La bilancia dei pagamenti dell’Italia, 577
Riepilogo, 575 • Parole chiave, 578 • Domande di ripasso, 578 • Esercizi, 579
Indice analitico 583
Le risorse digitali
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Prefazione
«Questo è un libro sull’economia intesa come studio di ciò che le persone fanno e di come interagiscono; tale studio è strettamente connesso all’esperienza del mondo reale». In ogni edizione, queste parole e questo spirito sono stati la nostra guida e la nostra fonte di ispirazione.
A spingerci a scrivere questa nuova edizione di L’essenziale di economia sono state tante piccole idee su aspetti specifici dell’economia, ma anche un’idea più grande: costruire un libro di economia basato sulla narrazione, spesso di storie di vita reale, per non perdere mai di vista il fatto che, dopotutto, l’economia è una serie di racconti su ciò che le persone fanno.
Molte delle storie raccontate in ambito economico assumono la forma di modelli. I modelli economici sono fondamentalmente storie sul funzionamento del mondo. Siamo convinti che si possa migliorarne grandemente la comprensione e l’apprezzamento presentando i modelli, per quanto possibile, nel contesto di narrazioni sul mondo reale. Queste riteniamo che debbano illustrare i concetti economici e allo stesso tempo trattare le questioni più pressanti con cui ci confrontiamo in questo mondo plasmato dalle forze economiche. Nel 2020, quando siamo stati tutte e tutti coinvolti dalla pandemia di COVID-19, l’interazione tra l’economia e la nostra vita quotidiana è diventata ancora più evidente. Troverete un ricco assortimento di storie all’interno di ogni capitolo: nell’esempio di apertura, nei paragrafi Economia in azione, e nelle schede Per i più curiosi, Confronto globale e Analisi di un caso aziendale. Anche in questa edizione abbiamo introdotto molte storie nuove, mentre altre le abbiamo aggiornate: in Come è fatto questo libro (p. XII) presentiamo una panoramica dei contenuti trattatati con l’approccio narrativo. Inoltre, abbiamo ampliato la prospettiva sul contesto internazionale in maniera ancora più marcata
rispetto alle edizioni precedenti. In questa edizione ci siamo concentrati su come la crescita di lungo periodo dipenda dall’aumento del potenziale del sistema economico, introducendo questa relazione dapprima come principio nel capitolo 1, per poi riprenderla in tutto il resto del libro. Questo libro fornisce anche una serie di strumenti didattici progettati per rafforzare l’apprendimento. Per esempio, all’interno dei capitoli, alla fine di ogni paragrafo principale abbiamo inserito tre strumenti correlati, ideati per facilitare lo studio:
1. i paragrafi Economia in azione, con applicazioni concrete dei concetti economici appena trattati nel testo, per migliorare la comprensione dei contenuti;
2. le liste di Ripasso, che riassumono i concetti chiave appena presentati; e
3. le domande di Verifica, le cui soluzioni sono disponibili online (vedi Le risorse digitali, p. X), che permettono di saggiare ciò che è stato appena appreso.
Un altro punto di forza di questo libro sono i problemi di fine capitolo, che stimolano la riflessione critica; al loro interno, una sezione Per approfondire guida passo dopo passo nella risoluzione di problemi. Una panoramica sugli strumenti per l’apprendimento è riportata in Come è fatto questo libro (p. XII).
Per studenti e studentesse, inoltre, sul sito del libro è disponibile una serie considerevole di risorse digitali.
Speriamo che la vostra esperienza con questo libro sarà positiva. Grazie per aver portato L’essenziale di economia nella vostra aula.
Paul Krugman e Robin Wells
Come è fatto questo libro
COINVOLGERE NELLO STUDIO DELL’ECONOMIA
Siamo convinti che si apprenda al meglio quando un libro di testo è costruito attorno a una serie di storie immerse nella vita reale e negli eventi attuali, con una forte enfasi sulle questioni internazionali, e accompagnato da tecnologie didattiche comprovate che aiutino ad apprendere in maniera efficace.
Un approccio narrativo
Questo libro è costruito attorno a narrazioni e storie, spesso tratte dalla vita reale, inserite in ogni capitolo per insegnare concetti importanti e motivare l’apprendimento. Crediamo che il mezzo migliore per presentare e rafforzare i concetti sia raccontare storie memorabili tratte dal mondo reale, con cui studenti e studentesse si possano relazionare più facilmente.
Una visione globale
Abbiamo integrato diffusamente nel testo una prospettiva di respiro internazionale, attraverso numerosi esempi, studi di caso e storie, oltre ovviamente alle schede Confronto globale, basate su dati attuali. Questo libro non ha rivali per l’attenzione riservata alle questioni globali.
LE NOVITÀ DI QUESTA EDIZIONE
L’attualità inquadrata dai migliori comunicatori di economia del mondo
Nessun altro libro di testo è tanto ricco di aggiornamenti. In particolare, questa edizione include un’analisi essenziale degli effetti globali della pandemia di COVID-19; inoltre, tratta numerosi argomenti attuali, quali la sostenibilità, l’impatto economico della tecnologia, i più pressanti dibattiti politici, e altro ancora.
Un maggiore impegno per ampliare la comprensione dell’economia globale
Attraverso il caratteristico approccio narrativo proposto in questo libro, con chiarezza senza pari studenti e studentesse vengono condotti fuori dall’aula e nel mondo reale già a partire dal capitolo 1, grazie all’introduzione di un nuovo principio che spiega come la crescita di lungo periodo sia deter-
minata da un aumento del potenziale del sistema economico. L’ampliamento della sezione dedicata al potere di mercato e all’economia digitale, oltre a un’incisiva analisi delle esternalità e della crescita di lungo periodo, forniscono una riflessione più approfondita sulla rapida evoluzione del mondo contemporaneo. È stato inoltre aggiunto un esauriente approfondimento sulla risposta politica alla pandemia di COVID-19 e sul suo impatto sull’economia.
Tante nuove storie per sostenere l’apprendimento
Per rendere questa quarta edizione ancora più attuale e attinente al mondo reale, circa la metà delle storie di apertura, delle schede Analisi di un caso aziendale e dei paragrafi Economia in azione è completamente nuova. Inoltre, molte schede già presenti nelle scorse edizioni sono state aggiornate. Di seguito un elenco dei contenuti completamente inediti presenti in questa edizione.
11 NUOVE STORIE DI APERTURA:
Una giornata nella megalopoli
Notizie dal Bronx
Brillare come diamanti
I regolatori bucano le gomme alla Bridgestone
Affari di cuore
Tragedie greche
La Cina colpisce nel segno
Il grande errore del 2011
Lo smog della prosperità
A ogni generazione le sue politiche
Spendere per combattere una recessione
11 NUOVE SCHEDE ANALISI DI UN CASO AZIENDALE:
Un disgregatore del mercato viene distrutto dal mercato
L’ascesa delle macchine nei magazzini di Amazon
La guerra delle vendite al dettaglio: la grande distribuzione nell’era di Amazon
La Xcel Energy va verso una doppia vittoria
Lo spirito imprenditoriale degli Stati Uniti potrà sopravvivere allo smantellamento dell’ACA?
La General Motors sopravvive
Pagare per tenersi informati sull’inflazione
TaskRabbit
L’ascesa del codice a barre
La Toyota fa la sua mossa
Parcheggiare il proprio denaro su PayPal
35 NUOVI PARAGRAFI ECONOMIA IN AZIONE:
I costi di un matrimonio: in Cina la politica del figlio unico ha creato milioni di scapoli solitari
Aspettare, affrettarsi e poi aspettare ancora
Quando e perché gli economisti sono in accordo
Il crollo dei prezzi dei pannelli solari
Santo guacamole!
Gli esiti disastrosi dei controlli dei prezzi in Venezuela
Ascesa e declino degli stage gratuiti
La dimensione ottimale di una squadra di lavoro
L’economia della condivisione riduce i costi fissi
Pagare per ritardare l’entrata di nuovi concorrenti sul mercato
I consumatori cinesi subiscono gli effetti della penuria globale di carne suina
Il monopolio che non c’era: la Cina e il mercato delle terre rare
Negli Stati Uniti la politica antitrust non è riuscita a rimanere al passo con l’era del digitale?
Gli alti e i bassi di un cartello: il petrolio di scisto statunitense fa sbandare l’OPEC
Sugo in abbondanza
Più di 3500 economisti concordano: bisogna tassare le emissioni di gas serra
I voti bassi delle infrastrutture statunitensi
I danesi non sono poi così malinconici
Tempi duri in Brasile
Le perplessità sul PIL argentino
Le opportunità bussano alla porta
Uomini non al lavoro
La svolta economica del Bangladesh
L’ascesa, la caduta e il ritorno del paradosso della produttività
Qual è il problema dell’Italia?
Vincitori e vinti da una prospettiva globale
La guerra all’inquinamento in Cina
Racconto di due stimoli
Perseguire il pareggio di bilancio durante una recessione
Chi ha paura della spirale del debito?
Su per la discesa
Uno shock dalla Cina
I dazi sull’acciaio imposti dagli Stati Uniti nel 2018-2019
L’economia dei folletti
I problemi di un dollaro forte
COINVOLGERE CON UN APPROCCIO NARRATIVO
▲ Per coinvolgere maggiormente i lettori, ogni capitolo inizia con una storia di grande interesse. Le anticipazioni riportate in Cosa imparerete in questo capitolo aiutano a focalizzare i concetti chiave presentati all’interno del capitolo.
▲ All’interno di ciascun capitolo i paragrafi Economia in azione, inseriti alla fine di ogni sezione, presentano casi esemplificativi dei concetti appena trattati, in modo che si possa subito vederli in azione nel mondo reale.
▲ Le schede Confronto globale usano dati e grafici per fornire una prospettiva internazionale e illustrare perché paesi diversi ottengono risultati economici differenti.
▲ I capitoli si concludono con una scheda Analisi di un caso aziendale, affinché i principi chiave dell’economia siano contestualizzati in situazioni che coinvolgono le imprese reali.
COINVOLGERE CON GLI STRUMENTI PER L’APPRENDIMENTO
▲ Per rafforzare l’apprendimento, le sezioni all’interno dei capitoli si concludono con tre strumenti di studio: (1) il paragrafo Economia in azione, un’applicazione dei concetti chiave; (2) un Ripasso dei concetti chiave; e (3) la Verifica, una prova di comprensione le cui soluzioni si trovano tra i materiali online.
▲ I problemi di fine capitolo Per approfondire guidano passo dopo passo nella risoluzione di problemi.
▲ Le schede Trabocchetti insegnano a identificare ed evitare errori comuni nella comprensione e nell’uso dei concetti economici.
▼ Alla fine di alcuni capitoli di questa edizione italiana, una serie di schede E in Italia… presenta gli argomenti trattati in riferimento alla situazione del nostro paese o, più in generale, dell’Unione europea.
13 Il PIL e l’IPC: seguire l’andamento della macroeconomia
COSA IMPARERETE IN QUESTO CAPITOLO
In che modo gli economisti usano gli aggregati economici per valutare le prestazioni di un sistema economico
Cos’è il prodotto interno lordo (PIL) e come si calcola
La differenza tra PIL reale e PIL nominale, e perché il PIL reale è la misura appropriata dell’attività economica effettiva
Cos’è un indice dei prezzi e come viene usato per calcolare il tasso di inflazione
La storia con cui abbiamo aperto il capitolo 1 è dedicata al delta del fiume delle Perle: situato nella Cina sudorientale, questo enorme aggregato urbano è oggi la città più grande del mondo e genera un enorme volume di attività economica, persino superiore a quello di molte nazioni. D’altra parte la Cina nel suo complesso è, secondo alcuni indicatori, la più grande economia del mondo; secondo altri, invece, l’economia statunitense detiene ancora il primato.
Ma cosa significa, esattamente, essere la prima economia mondiale? Se mettiamo a confronto la Cina con gli Stati Uniti, capiremo subito che le due economie sono tra loro completamente diverse. Per esempio, la Cina produce gran parte dell’abbigliamento mondiale, mentre negli Stati Uniti il settore dell’abbigliamento è quasi del tutto scomparso. D’altro canto, agli Stati Uniti fa capo circa la metà di tutti gli aerei passeggeri prodotti nel mondo, mentre la Cina è entrata da poco nel settore aeronautico. Si potrebbe quindi pensare che paragonare le dimensioni delle due economie sia come fare un confronto tra mele e arance o, più precisamente, tra pigiami e Boeing.
Ma di fatto gli economisti mettono spesso a confronto le dimensioni di economie distanti tra loro nello spazio e nel tempo: per esempio, raffrontano le dimensioni dell’economia statunitense con quelle della Cina, così come le dimensioni dell’economia statunitense odierna rispetto al passato. A tal fine viene utilizzato un indicatore noto come prodotto interno lordo, o PIL (che misura il valore totale dei beni e dei servizi prodotti in un paese), e un altro indicatore strettamente correlato, il PIL reale, che depura la misura del PIL dall’influenza delle variazioni del livello dei prezzi. Quando gli analisti dei dati affermano che l’economia della Cina ha superato quella degli Stati Uniti, intendono dire che il PIL reale cinese ha superato quello statunitense.
PIL e PIL reale sono due tra i parametri più utilizzati per seguire l’andamento della macroeconomia, vale a dire per quantificare le fluttuazioni del livello generale della produzione aggregata e dei prezzi. Misure come il PIL e gli indici dei prezzi svolgono un ruolo importante nella formulazione delle politiche
economiche, poiché i responsabili di queste ultime hanno bisogno di conoscere lo stato dell’economia, e le informazioni qualitative non possono sostituire i dati concreti. Gli indicatori sono importanti anche per le decisioni d’impresa, tanto che aziende e altri agenti economici si mettono alla ricerca di stime indipendenti quando non si fidano dei dati ufficiali, come illustra la scheda «Pagare per tenersi informati sull’inflazione» (p. 358).
In questo capitolo spieghiamo come i macroeconomisti misurano alcuni aspetti fondamentali dell’economia. Prima vedremo come si misura il prodotto totale o il reddito totale dell’economia; poi passeremo al problema della misurazione del livello generale dei prezzi e del tasso di variazione dei prezzi.
La Cina è diventata una superpotenza economica, superando il Giappone.
LA CINA COLPISCE NEL SEGNO
I CONTI ECONOMICI NAZIONALI
Quasi tutti i paesi producono un insieme di statistiche note come conti del prodotto e del reddito nazionali. In effetti l’accuratezza della contabilità di un paese è un indicatore molto affidabile del suo stato di sviluppo economico: in generale i paesi economicamente avanzati hanno una contabilità nazionale molto più affidabile di quella dei paesi più poveri. Quando gli organismi economici internazionali sono chiamati ad assistere un paese in via di sviluppo, in genere per prima cosa inviano un’equipe di esperti per certificare e migliorare i dati della contabilità nazionale.
Negli Stati Uniti queste statistiche sono calcolate dal Bureau of Economic Analysis, una di-
Spesa pubblica
visione del dipartimento del Commercio. I conti del prodotto e del reddito nazionali , spesso indicati semplicemente come i conti economici nazionali , registrano la spesa dei consumatori, le vendite dei produttori, la spesa per investimenti, la spesa pubblica e una molteplicità di altri flussi monetari tra i diversi settori dell’economia. Vediamo ora come funzionano più nel dettaglio.
Seguire i flussi monetari: una versione ampliata del diagramma di flusso circolare
Per comprendere i principi alla base dei conti economici nazionali è utile osservare la Figura 13.1, che presenta una versione ampliata del diagramma di flusso circolare introdotto nel capi -
I conti del prodotto e del reddito nazionali, o conti economici nazionali, rilevano i flussi di denaro che intercorrono tra i diversi settori dell’economia.
Spesa per consumi
Ricavi dalle vendite
Spesa per investimenti
Spesa per esportazioni
Spesa per importazioni
Debito pubblico
Trasferimenti
Risparmio privato
Salari, pro tti, interessi, rendite
Salari, pro tti, interessi, rendite
Prestiti ed emissioni azionarie
Prestiti e vendita di azioni all’estero
Prestiti e acquisto di azioni dall’estero
Figura 13.1 Una versione ampliata del diagramma di flusso circolare: i flussi monetari nell’economia I quattro settori dell’economia – Stato, nuclei familiari, imprese e resto del mondo – sono collegati da un flusso monetario circolare che si muove attraverso tre tipi di mercati: i mercati dei beni e dei servizi, i mercati dei fattori di produzione e i mercati finanziari. Il denaro fluisce dalle imprese alle famiglie sotto forma di salari, profitti, interessi e rendite attraverso i mercati dei fattori. Le famiglie utilizzano questo denaro per pagare le imposte allo Stato, per accumulare risparmi privati che affluiscono ai mercati finanziari, o per sostenere la spesa per consumi, ossia per acquistare i beni e i servizi prodotti dalle imprese nazionali o importati dal resto del mondo. Lo Stato utilizza le entrate fiscali per acquistare beni e servizi dalle imprese o dal resto del mondo. Può anche utilizzare il gettito fiscale per trasferire denaro alle famiglie sotto forma di sussidi o di una rete di sicurezza sociale (per esempio, la previdenza sociale e l’indennità di disoccupazione). Le imprese utilizzano il denaro che ricevono dai mercati finanziari – attraverso prestiti e l’emissione di azioni e obbligazioni – per finanziare la spesa per investimenti, ossia per acquistare beni e servizi, quali i macchinari e la costruzione di edifici, che permetteranno loro di incrementare la produzione in futuro. Infine, il resto del mondo acquista le esportazioni provenienti dal paese. Per comprendere i conti del reddito nazionale esaminiamo i flussi da e verso i mercati dei beni e dei servizi, che rappresentano l’economia «reale», mostrati in verde sul lato sinistro del diagramma. Il lato destro del diagramma, in blu, rappresenta invece l’economia «finanziaria».
Mercati dei beni e dei servizi
Mercati nanziari
Mercati dei fattori di produzione
La spesa pubblica è la spesa totale sostenuta dallo Stato per l’acquisto di beni e servizi.
La spesa per consumi è l’insieme delle spese sostenute dai nuclei familiari per l’acquisto di beni e servizi.
La spesa per investimenti è la spesa sostenuta dalle imprese per l’acquisto del capitale fisico produttivo (per esempio, i macchinari e la costruzione di edifici) e per la variazione delle scorte.
I beni e i servizi venduti ad altri paesi sono detti esportazioni; i beni e i servizi acquistati da altri paesi sono detti importazioni
I beni e servizi finali sono beni e servizi venduti al consumatore o all’utente finale.
I beni e servizi intermedi sono beni e servizi scambiati tra imprese, che diventano fattori per la produzione di altri beni e servizi.
Il prodotto interno lordo (PIL) è il valore totale di tutti i beni e servizi finali prodotti da un sistema economico nel corso di un anno.
tolo 2 (vedi Figura 2.6). Nella Figura 13.1 sono rappresentati i flussi monetari all’interno dell’economia. Per gli scopi di questo capitolo ci concentreremo unicamente sulla parte sinistra del diagramma, dove le frecce verdi rappresentano l’economia «reale», vale a dire i flussi monetari associati alla produzione e alla vendita di beni e servizi. Il lato destro del diagramma si riferisce invece all’economia «finanziaria», dove le frecce blu rappresentano prestiti, attività creditizie e altri flussi monetari che, pur rivestendo una grande importanza, hanno solo un effetto indiretto sulla produzione.
Come mostra la Figura 13.1, la spesa per l’acquisto di beni e servizi – i flussi monetari verso i mercati dei beni e dei servizi – proviene da quattro categorie distinte di compratori:
1. L o Stato (le pubbliche amministrazioni a livello locale e nazionale) raccoglie fondi tramite il gettito fiscale da destinare a due scopi principali: la spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi (come l’istruzione e la difesa) che lo Stato utilizza direttamente, e i trasferimenti (come la previdenza sociale), vale a dire i pagamenti erogati dallo Stato a favore dei nuclei familiari. In questo capitolo ci concentreremo sulla spesa pubblica.
2. I nuclei familiari sostengono una spesa per consumi quando acquistano beni e servizi prodotti dalle imprese nazionali o importati dal resto del mondo al fine di soddisfare i propri bisogni.
3. L e imprese sostengono una spesa per investimenti quando acquistano beni e servizi da altre imprese al fine di accrescere il proprio capitale fisico, tra cui i macchinari e la costruzione di edifici.
4. La quarta fonte di spesa – sostenuta da soggetti esteri – sono le esportazioni, ossia i beni e i servizi venduti agli abitanti di altri paesi. Ognuno di questi quattro flussi monetari comporta una spesa per beni e servizi, ma occorre ricordare che alcuni dei beni e servizi acquistati dagli abitanti di un paese sono prodotti all’estero: per esempio, molti beni di consumo venduti negli Stati Uniti sono prodotti in Cina. I beni e i servizi acquistati dalle famiglie, dallo Stato e dalle imprese, ma prodotti dai residenti di un’altra nazione, sono detti importazioni. L’acquisto di beni di importazione genera un flusso monetario che fuoriesce dal mercato dei beni e dei servizi e dall’economia.
Supponiamo ora di sommare tra loro spesa per consumi, spesa per investimenti, spesa pubbli-
ca e valore delle esportazioni, e poi di sottrarre al risultato il valore delle importazioni: otteniamo così una misura del valore di mercato complessivo dei beni e dei servizi prodotti dall’economia. Questa misura ha un nome: si tratta del prodotto interno lordo del paese. Tuttavia, prima di poter definire formalmente il prodotto interno lordo, o PIL, dobbiamo esaminare un’importante distinzione tra categorie di beni e servizi: quella tra beni e servizi finali e beni e servizi intermedi
Il prodotto interno lordo
La vendita di un’auto nuova a un consumatore da parte di un concessionario è un esempio di vendita di beni e servizi finali : beni e servizi venduti all’utilizzatore finale. Ma se una casa automobilistica compra acciaio da una fonderia o vetro da un vetraio, effettua un acquisto di beni e servizi intermedi: beni e servizi che diventano fattori per la produzione di altri beni e servizi. Nel caso dei beni e servizi intermedi, l’acquirente (un’altra impresa) non è l’utilizzatore finale.
Il prodotto interno lordo , o PIL , è il valore totale di tutti i beni e servizi finali prodotti da un sistema economico in un dato periodo di tempo, generalmente un anno. Nel 2019 il PIL degli Stati Uniti era pari a 21 428 miliardi di dollari, cioè circa 65 223 dollari pro capite. Così, per un economista che voglia costruire i conti economici nazionali di un paese, il primo metodo per derivare il PIL è calcolarlo direttamente: effettuare uno studio sulle imprese e sommare il valore complessivo della loro produzione di beni e servizi finali. Nel prossimo paragrafo spiegheremo in dettaglio perché i beni intermedi, così come alcune altre categorie di prodotti, non sono inclusi nel calcolo del PIL.
Ma calcolare il valore totale dei beni e servizi finali prodotti in un sistema economico è solo uno di tre metodi possibili per misurare il PIL. Un secondo metodo si basa sulla spesa complessiva destinata all’acquisto di beni e servizi finali. Poiché il PIL è pari al valore totale dei beni e dei servizi finali prodotti all’interno dell’economia, esso deve anche essere uguale al flusso di fondi complessivamente ricevuti dalle imprese che vendono i propri prodotti nei mercati dei beni e dei servizi.
Torniamo al diagramma di flusso circolare rappresentato nella Figura 13.1 e poniamo l’attenzione sulla freccia che dai mercati dei beni e dei servizi punta verso le imprese: il flusso di fondi in uscita dai mercati dei beni e dei servizi e diretto verso le imprese è pari al flusso totale di fondi che da altri settori giunge ai mercati dei beni e dei servizi. Come potete vedere, il flusso totale di fondi
LE NOSTRE VITE CONTABILIZZATE
Una vecchia battuta dice che se una persona sposa il suo cuoco, il PIL diminuisce. Ed è vero: i servizi forniti a pagamento da un individuo sono inclusi nel calcolo del PIL, ma quelli che i membri di uno stesso nucleo familiare forniscono l’uno all’altro gratuitamente non lo sono. Alcuni economisti hanno prodotto misure alternative che cercano di «contabilizzare» il valore dei lavori domestici, stimando quale sarebbe il loro valore di mercato se generassero un flusso di pagamenti. Ma la definizione classica del PIL non contiene questa voce contabile.
Le stime del prodotto interno lordo, tuttavia, includono il valore delle abitazioni occupate dai rispettivi proprietari. In altre parole, se un individuo acquista la casa dove vive in affitto, il PIL non diminuisce, anche se, in realtà, l’individuo non paga più un canone d’affitto al locatore e il locatore non gli vende più un servizio, cioè l’uso della casa o dell’appartamento. Però gli statistici stimano quanto pagherebbe l’individuo se prendesse in locazione la casa o l’appartamento in cui vive: a fini statistici, è come se l’individuo prendesse in affitto la propria abitazione da se stesso.
A pensarci bene, questa procedura è molto ragionevole. In un paese come gli Stati Uniti, il beneficio che i cittadini trag -
gono dall’essere proprietari della propria abitazione è una parte importante del tenore di vita degli individui e delle famiglie. Così, per essere precise, le stime del PIL devono tenere conto del valore delle abitazioni occupate dai rispettivi proprietari, così come delle abitazioni cedute in locazione.
Nei capitoli successivi torneremo a utilizzare l’assunto che pone il PIL pari alla spesa aggregata sostenuta dai compratori finali per acquistare i beni e i servizi prodotti internamente; inoltre, svilupperemo modelli per spiegare come gli acquirenti finali decidano quanto spendere. Tenendo conto di ciò, esaminiamo ora le tipologie di spesa che compongono il PIL.
Osserviamo ancora una volta i mercati dei beni e dei servizi all’interno del diagramma di flusso circolare rappresentato nella Figura 13.1: come avrete notato, una componente delle vendite delle imprese è la spesa per consumi, che indicheremo con il simbolo C. La figura mostra altre tre componenti delle vendite delle imprese: la vendita di beni di investimento ad altre imprese, detta spesa per investimenti, che indicheremo con I; la spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi, che indicheremo con G; e le vendite ai soggetti esteri, ovvero le esportazioni, che indicheremo con X
In realtà non tutta la spesa finale è destinata ai beni e ai servizi di produzione nazionale: è necessario tenere conto anche della spesa per le importazioni, che indicheremo con IM. Il reddito speso per acquistare i beni e servizi di importazione corrisponde a un reddito non speso in beni e servizi prodotti internamente, il quale «fuoriesce» quindi dai confini nazionali. Pertanto, al fine di ottenere una stima precisa del valore della produzione interna sulla base dei dati di spesa, dobbiamo sottrarre la spesa per le importazioni; in que-
sto modo ricaviamo la spesa per i beni e i servizi prodotti all’interno del paese. Mettendo insieme tutte queste componenti otteniamo la seguente equazione, che suddivide il PIL nelle quattro fonti della spesa aggregata:
PIL = C + I + G + X – IM (13.1)
Andando avanti nel libro incontreremo spesso l’equazione 13.1.
IL CALCOLO DEL PIL COME IL REDDITO DEI FATTORI
CORRISPOSTO DALLE IMPRESE NEL SISTEMA ECONOMICO Il terzo metodo per il calcolo del PIL consiste nel sommare tutti i redditi che i fattori di produzione guadagnano dalle imprese operanti nel sistema economico: i salari guadagnati dai lavoratori; gli interessi pagati a chi presta i propri risparmi alle imprese e allo Stato; la rendita percepita da chi dà in locazione i propri terreni o le proprie strutture alle imprese; e i dividendi, ossia il profitto corrisposto agli azionisti, che sono i proprietari del capitale fisico delle imprese.
La Figura 13.2 mostra come effettuare questo calcolo per la nostra economia semplificata. La colonna di destra riporta i salari, gli interessi e le rendite totali pagati dalle tre imprese, insieme ai rispettivi profitti totali. Sommando queste voci si ottiene un reddito totale dei fattori pari a 21 500 euro, che ancora una volta corrisponde al PIL del sistema economico.
Il valore dei servizi che i membri di una famiglia si forniscono reciprocamente non viene incluso nel calcolo del PIL.
IL PIL: COSA È INCLUSO E COSA NO
È facile confondersi su quanto viene incluso o escluso dal calcolo del PIL. Per esempio, la spesa per investimenti – la spesa per l’acquisto di capitale fisico produttivo (comprese le strutture residenziali e commerciali di nuova costruzione) e la variazione delle scorte (la variazione della quantità di beni e materie prime tenuti in giacenza per agevolare le operazioni commerciali) –
sono incluse nel PIL, mentre la spesa per i beni e i servizi intermedi, come l’acciaio utilizzato per produrre le automobili, non lo è. Per quale motivo?
La risposta è che il PIL include solo i beni di nuova produzione (ne sono quindi escluse, per esempio, le auto usate) e che non si esauriscono durante la produzione (come l’acciaio usato per produrre le auto nuove). La tabella seguente riassume ciò che è incluso e ciò che è escluso dal calcolo del PIL.
SONO INCLUSI NEL CALCOLO DEL PIL:SONO ESCLUSI DAL CALCOLO DEL PIL:
Spesa per investimenti
La spesa per l’acquisto di capitale fisico produttivo (comprese le strutture residenziali e commerciali di nuova costruzione) e le variazioni delle scorte
Spesa in conto capitale
Considerata parte della spesa per investimenti
Beni e servizi finali prodotti all’interno del paese
Beni di investimento e strutture di nuova costruzione prodotte dalle imprese (incluse le imprese domestiche gestite all’interno di abitazioni di proprietà, come alcuni servizi di assistenza all’infanzia, nonché i servizi educativi e altri servizi analoghi forniti dallo Stato)
Spesa per beni e servizi intermedi
Fattori impiegati nella produzione di beni e servizi finali
Beni usati
Includerli significherebbe conteggiarli due volte: una prima volta quando vengono venduti come nuovi e una seconda volta quando vengono venduti come usati
Attività finanziarie come azioni e obbligazioni
Non costituiscono né una produzione, né una vendita di beni e servizi finali: un’obbligazione rappresenta l’impegno a rimborsare un debito con gli interessi; un’azione è una prova di proprietà
Spesa per importazioni
La spesa per l’acquisto di beni e servizi prodotti al di fuori del paese è esclusa perché non è relativa alla produzione interna
Su quest’ultimo metodo per il calcolo del PIL porremo un’enfasi minore che sugli altri due. È importante ricordare, però, che tutto il denaro speso per l’acquisto dei beni e servizi prodotti all’interno del paese genera un reddito per i fattori produttivi che finisce ai nuclei familiari.
LE COMPONENTI DEL PIL Ora che abbiamo appreso come si calcola il PIL in teoria, vediamo come si procede nella pratica.
La Figura 13.3 mostra i primi due metodi di calcolo del PIL rappresentandoli uno accanto all’altro. L’altezza di ciascuna barra al di sopra dell’asse orizzontale rappresenta il PIL dell’economia statunitense, che nel 2019 era pari a 21 428 miliardi di dollari. Ciascuna barra è suddivisa in diversi segmenti colorati che mostrano la ripartizione del totale per fonti del valore aggiunto e tipologie di spesa.
Applicando il primo metodo di calcolo del PIL, la barra di sinistra nella Figura 13.3 mostra
la ripartizione del PIL secondo il valore aggiunto di ciascun settore. Si evince così che, dei 21 428 miliardi di dollari di PIL complessivo, 16 328 miliardi di dollari sono il valore aggiunto delle imprese; 2687 miliardi sono il valore aggiunto di nuclei familiari e istituzioni, gran parte del quale è attribuibile ai servizi svolti all’interno delle abitazioni occupate dai proprietari, come descritto nella scheda «Le nostre vite contabilizzate» alla pagina precedente; infine, 2412 miliardi di dollari sono il valore aggiunto dello Stato sotto forma di difesa, istruzione e altri servizi pubblici.
La barra di destra nella Figura 13.3 corrisponde al secondo metodo di calcolo del PIL e ne mostra la ripartizione in base alle quattro componenti della spesa aggregata. Come si può osservare, l’altezza complessiva della barra di destra è superiore a quella della barra di sinistra, per una differenza pari a 632 miliardi di dollari (che è l’ammontare per il quale la barra di destra si estende al di sotto dell’asse orizzontale). Il motivo
è che l’altezza della barra di destra indica la spesa totale del sistema economico, che comprende sia la spesa per i beni e servizi finali prodotti all’interno del paese, sia la spesa per i beni e servizi importati dall’estero. Si può inoltre notare che la spesa per consumi (C ), che conta per il 68% del PIL, rappresenta la componente principale della spesa totale.
Ma una parte di questa spesa è stata assorbita dai beni e servizi prodotti all’estero. Nel 2019 le esportazioni nette, ovvero la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni (X – IM nell’equazione 13.1), avevano un valore negativo, perché gli Stati Uniti hanno importato dall’estero più di quanto non abbiano esportato. Nel 2019 il valore di X – IM era di –632 miliardi di dollari, pari al –2,9% del PIL. Pertanto, una porzione della barra di destra si estende al di sotto dell’asse orizzontale per un valore pari a 632 miliardi di dollari, il quale rappresenta l’ammontare di spesa totale che è stato assorbito dalle importazioni nette e che quindi non ha contribuito al PIL statunitense. Infine, la spesa per investimenti (I) e la spesa pubblica (G) erano entrambe pari al 17,5% del PIL.
Il significato del PIL
Abbiamo esaminato i diversi modi in cui è possibile calcolare il prodotto interno lordo. Ma cosa rileva esattamente la misurazione del PIL?
Il PIL è usato in primo luogo per calcolare le dimensioni del sistema economico e offrire, quindi, un metro di paragone per valutare i risultati economici del paese in diversi anni, o per mettere a confronto i risultati di paesi diversi. Per esempio, volendo paragonare le economie di paesi diversi, un approccio naturale è mettere a confronto i loro PIL. Nel 2019, come abbiamo visto, il PIL statunitense era pari a 21 428 miliardi di dollari; quello della Cina era 14 140 miliardi di dollari; e quello complessivo dei 28 paesi che allora componevano l’Unione europea era di 18 292 miliardi di dollari.
Questi dati potrebbero sorprendervi, visto che nella storia di apertura a questo capitolo si affermava che, secondo alcuni indicatori, oggi la prima economia al mondo è la Cina, mentre secondo altri l’economia statunitense detiene ancora il primato. Il fatto è che occorre prestare molta attenzione nell’usare i dati relativi al PIL, soprattutto quando si vogliono effettuare confronti nel tempo. Infatti, parte dell’aumento del valore del PIL nel tempo è legato all’aumento dei prezzi dei beni e servizi, e non a un aumento della produ-
Componenti del PIL (miliardi di dollari)
Spesa per beni e servizi nali prodotti internamente
Valore aggiunto per settore
Stato = 2412 (11,3%)
Nuclei familiari = 2687 (12,5%)
Spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi G = 3753 (17,5%)
Spesa per investimenti I = 3744 (17,5%)
Imprese = 16 328 (76,2%)
Spesa per consumi C = 14 563 (68,0%)
Esportazioni nette X – IM = –632 (–2,9%)
Figura 13.3 Due metodi per calcolare il PIL: il PIL degli Stati Uniti nel 2019 Le due barre illustrano due modi equivalenti di calcolare il PIL. L’altezza di ciascuna barra sopra l’asse orizzontale corrisponde a 22 060 miliardi di dollari: il PIL degli Stati Uniti nel 2019. La barra di sinistra mostra la ripartizione del PIL in base al valore aggiunto di ciascun settore dell’economia: Stato, famiglie e imprese. La barra di destra mostra la ripartizione del PIL in base ai quattro tipi di spesa aggregata: C + I + G + X – IM. La barra di destra misura in totale 22 060 miliardi di dollari + 632 miliardi di dollari = 21 428 miliardi di dollari. I 632 miliardi di dollari indicati dall’area che si estende al di sotto dell’asse orizzontale rappresentano l’ammontare della spesa totale assorbita dalle esportazioni nette, che nel 2019 avevano valore negativo. (La somma può non dare il totale esatto indicato a causa dell’arrotondamento delle cifre.)
Fonte : Bureau of Economic Analysis.
zione. Per esempio, nel 1997 il PIL degli Stati Uniti era di 8578 miliardi di dollari, pari a meno della metà del valore rilevato nel 2019. In realtà le dimensioni dell’economia statunitense non sono raddoppiate in questo periodo. Per misurare le variazioni effettive della produzione aggregata abbiamo bisogno di una versione modificata del PIL – il PIL reale – che tiene conto delle variazioni dei prezzi.
Un problema simile si pone quando si mettono a confronto gli Stati Uniti e la Cina, poiché molti beni e servizi venduti in Cina sono decisamente più economici di quelli venduti negli Stati Uniti, e le stime che tengono conto di questo aspetto ottengono una misura del PIL reale della Cina maggiore rispetto al risultato non aggiustato. Tra poco vedremo come viene calcolata questa grandezza.
Le esportazioni nette sono la differenza tra il valore delle esportazioni e il valore delle importazioni.
Il PIL pro capite è il valore del PIL diviso per la popolazione del paese, cioè il PIL medio per individuo.
Ciò che il PIL reale non permette di misurare
Il PIL è una misura della produzione aggregata di un paese. A parità di altre condizioni, un paese con una popolazione più numerosa ha un PIL più grande, semplicemente perché la sua forza lavoro ha dimensioni maggiori. Così, se vogliamo mettere a confronto il PIL di paesi diversi, ma vogliamo eliminare gli effetti delle differenze nelle dimensioni della popolazione, usiamo come misura il PIL pro capite: il PIL diviso per il numero di abitanti, cioè il PIL medio per individuo. Analogamente, il PIL reale pro capite è il PIL reale medio per individuo.
Il PIL reale pro capite è una misura utile in molte circostanze, per esempio per confrontare la produttività del lavoro tra diversi paesi. Tuttavia, pur essendo una misura approssimativa della produzione reale media pro capite, il PIL reale pro capite non è il metodo più idoneo per esprimere il tenore di vita di un paese. Di tanto in tanto gli economisti sono accusati di credere che la crescita del PIL reale pro capite sia l’unica cosa che conta, e di pensare che accrescere il PIL reale pro capite sia di per sé un obiettivo. In realtà è raro che gli economisti commettano un errore così grossolano: l’idea che gli economisti si preoccupino solo
IL PIL E IL SENSO DELLA VITA
«Sono stata ricca e sono stata povera, e ricca è meglio» recita una celebre dichiarazione dell’attrice Mae West. Ma vale la stessa cosa per i diversi paesi del mondo?
La figura che accompagna questa scheda mostra due tipi di informazioni relative a un campione di paesi: la loro ricchezza, misurata dal PIL pro capite, e la valutazione che i loro cittadini danno del proprio benessere. Il benessere è stato misurato tramite un sondaggio mondiale condotto dalla Gallup, nel quale è stato chiesto alle persone di valutare quanto fossero soddisfatte della propria vita su una scala da 0 a 10. La figura sembra comunicarci tre conclusioni:
1. Ricco è meglio. Il benessere nei paesi più ricchi è in media superiore rispetto a quello riportato nei paesi poveri.
2. Il denaro conta sempre meno man mano che si diventa più ricchi. All’aumentare del PIL, l’incremento medio in termini di soddisfazione per la propria vita diminuisce sempre più. Sembra che un aumento del PIL pro capite da 20 000 a 40 000 dollari non produca un incremento superiore a quello associato a un aumento del PIL pro capite da 10 000 a 20 000 dollari.
3. Il denaro non è tutto. Gli abitanti del Costa Rica, una nazione a reddito medio, sembrano più soddisfatti della propria vita
della crescita del PIL reale pro capite è una sorta di leggenda metropolitana.
Soffermiamoci per un attimo a chiarire perché il PIL reale pro capite di un paese non sia una misura adeguata del suo livello di benessere, e perché la crescita del PIL reale pro capite non sia, in sé, un valido obiettivo di politica economica.
Un primo modo di affrontare questa analisi consiste nell’affermare che un aumento del PIL reale equivale a un’espansione della frontiera delle possibilità produttive di un paese. Poiché la capacità produttiva dell’economia aumenta, la società può permettersi di produrre e consumare di più. Ma non è detto che la società metta a frutto la maggiore capacità produttiva dell’economia per migliorare il proprio tenore di vita. In altre parole, il vostro reddito potrebbe aumentare da un anno all’altro, ma sta a voi scegliere se utilizzare il maggior reddito per migliorare la qualità della vostra vita.
Ripetiamolo: il PIL reale pro capite è una misura della produzione aggregata media per individuo di un sistema economico. Un paese con un PIL elevato può permettersi di investire nella sanità, nell’istruzione e in tutto ciò che è necessario per promuovere il benessere degli abitanti. Ma non vi è una corrispondenza univoca tra il PIL e la qualità della vita.
Livello di soddisfazione per la propria vita (media del paese, 0-10)
PIL pro capite (US$)
rispetto ai cittadini di paesi molto più ricchi, come il Giappone.
Questi risultati confermano che un elevato PIL pro capite facilita il raggiungimento di un buon tenore di vita, ma che questa opportunità non viene sfruttata allo stesso modo in tutti i paesi. Fonti: World Happiness Report (2019); Banca mondiale.
Giappone
Stati
LE PERPLESSITÀ SUL PIL ARGENTINO
L’Argentina, un paese dell’America meridionale, ha avuto una storia economica talmente travagliata da diventare quasi sinonimo di crisi economica. A causa di un’improvvisa perdita di fiducia da parte degli investitori, nel 2018 il paese si è trovato di fronte a una nuova crisi e tra la fine del 2017 e la fine del 2018 il tasso di disoccupazione è aumentato dal 7,2% al 9,1%.
Ma come è possibile? Dopotutto, il PIL argentino stava aumentando rapidamente, con una crescita del 43% tra l’ultimo trimestre del 2017 e l’ultimo trimestre del 2018.
La risposta è che la crescita riguardava il PIL nominale e che uno dei problemi principali dell’Argentina era l’inflazione elevata. Nel 2018, infatti, il PIL reale era diminuito di oltre il 6%.
I problemi dell’Argentina ci dimostrano l’importanza di distinguere tra PIL nominale e PIL reale e di misurare attentamente l’inflazione, cosa che, come spieghiamo nella scheda «Pagare per tenersi informati sull’inflazione» (p. 358), il governo argentino non ha sempre fatto.
Per stimare la crescita effettiva della produzione aggregata si ricorre al PIL reale, calcolato usando i prezzi di un determinato anno base. Il PIL nominale, invece, stima il valore della produzione aggregata a prezzi correnti. Le statistiche statunitensi sul PIL reale sono sempre espresse in dollari concatenati. Il PIL reale pro capite stima la produzione aggregata media per individuo. Dato che tale variabile non include alcuni importanti elementi che qualificano la qualità della vita degli individui, non è un dato sufficiente per giudicare il benessere dei diversi paesi, né può rappresentare in sé un valido obiettivo di politica economica.
1. Ipotizza che un sistema economico produca solo due beni, crocchette di patate e olive ascolane. Nel 2019 sono state vendute 1 milione di porzioni di crocchette di patate a 0,40 euro ciascuna e 800 000 porzioni di olive ascolane a 0,60 euro ciascuna. Tra il 2019 e il 2020 il prezzo delle crocchette di patate è aumentato del 25% e il numero delle porzioni vendute è diminuito del 10%; il prezzo delle olive ascolane è diminuito del 15% e il numero di porzioni vendute è aumentato del 5%.
(a) Calcola il PIL nominale del 2019 e del 2020. Calcola il PIL reale del 2020 usando i prezzi del 2019. (b) Perché sarebbe errato usare il PIL nominale per calcolare il tasso di crescita dell’economia?
2. Tra il 2016 e il 2020 il prezzo delle apparecchiature elettroniche è diminuito drasticamente, mentre è aumentato notevolmente il prezzo delle abitazioni. Quali sono le implicazioni di questi due fenomeni nel decidere se usare il 2016 o il 2020 come anno base per calcolare il PIL reale del 2018?
Le soluzioni sono disponibili online.
GLI INDICI DEI PREZZI E IL LIVELLO
GENERALE DEI PREZZI
L’inizio del 2020 ha rappresentato un momento particolarmente favorevole per gli automobilisti statunitensi: il prezzo della benzina era sceso a una media di 1,77 dollari al gallone, una diminuzione del 40% rispetto al picco raggiunto un anno prima. Ma se spostarsi in auto era diventato più economico, avere un posto dove vivere era sempre più costoso: alla fine del 2019, infatti, gli affitti medi erano più alti del 3,7% rispetto al periodo in cui il prezzo della benzina aveva raggiunto un picco. Quindi, il costo della vita era aumentato o diminuito?
È evidente che occorreva un unico dato che sintetizzasse quel che accadeva ai prezzi al consumo. Così come i macroeconomisti ritengono
utile ricorrere a un unico dato rappresentativo del livello generale della produzione, nello stesso modo è utile avere un unico dato rappresentativo del livello complessivo dei prezzi: il livello generale dei prezzi. Ma un sistema economico produce e consuma ogni anno una grande varietà di beni e servizi. Come possiamo riassumere i prezzi di tutti questi beni e servizi in un unico numero? La risposta è nel concetto di indice dei prezzi, che è più agevole spiegare attraverso un esempio.
I panieri di beni e gli indici dei prezzi
Supponiamo che una gelata distrugga quasi tutto il raccolto di agrumi in Sicilia. Di conseguenza, il prezzo delle arance aumenta da 0,20 a 0,40 euro al pezzo, il prezzo dei pompelmi da 0,60 a 1,00
Il livello generale dei prezzi è una misura del livello complessivo dei prezzi nel sistema economico.
RIPASSO
PAGARE PER TENERSI INFORMATI SULL’INFLAZIONE
Generalmente ci affidiamo al governo del nostro paese affinché produca le principali statistiche economiche. Ma non sempre le cifre riportate in tali statistiche sono affidabili. Per esempio, è un fatto noto che in Argentina, tra il 2007 e il 2016, il governo sia intervenuto per manipolare i dati sull’inflazione al fine di dissimulare la gravità della situazione in cui si trovava il paese. Per contrastare questo problema, alcuni ricercatori del MIT e di Harvard hanno ideato il cosiddetto Billion Prices Project, un’iniziativa accademica che rileva i prezzi direttamente online per creare una misura alternativa dell’inflazione, prima per l’Argentina e successivamente per una serie di altri paesi, tra i quali gli Stati Uniti.
I ricercatori hanno rilevato che, a metà del 2015, il tasso di inflazione in Argentina era salito quasi al 27,18%, nonostante gli indicatori ufficiali mostrassero un tasso di inflazione annuale del 14,85%. Invece, negli Stati Uniti le misure ufficiali dell’inflazione riportavano un tasso di inflazione dello 0,17%, contro il –0,60% riscontrato dai ricercatori.
Il Billion Prices Project ha giocato un ruolo sorprendente anche all’interno del dibattito economico statunitense nel 2011-2012: all’epoca, alcuni com -
spunti di riflessione
mentatori di spicco sostenevano che le misure ufficiali dei prezzi al consumo sottostimassero il vero tasso di inflazione negli Stati Uniti. Per verificare se ciò corrispondesse al vero, si è confrontato il tasso di inflazione ufficiale con i dati ricavati in maniera indipendente dai ricercatori del Billion Prices Projects: la differenza è risultata minima, attestando che il governo statunitense aveva riportato i dati in modo onesto.
Ma allora, se i dati forniti dall’amministrazione pubblica sono corretti, a chi serve una misura privata e indipendente dell’inflazione? La risposta è che la misura fornita dal Billion Prices Project, che si basa sui dati disponibili online, può seguire l’inflazione più o meno in tempo reale, a differenza dell’IPC, che viene pubblicato solo una volta al mese.
E a quanto pare esiste un vero e proprio mercato della lettura anticipata del tasso di inflazione. Per esempio, PriceStats – un’impresa di proprietà della State Street Bank – utilizza i dati del Billion Prices Project per produrre stime dell’inflazione in tempo reale, le quali vengono messe a disposizione dei clienti, principalmente imprese, che sottoscrivono un abbonamento. I dati di PriceStats forniscono informazioni sull’andamento dell’inflazione che anticipano di qualche settimana la pubblicazione dei dati ufficiali, e sono molte le persone disposte a pagare per ottenere tale anteprima.
1. Per quale motivo, secondo voi, il governo argentino ha voluto far credere che il tasso di inflazione fosse inferiore a quanto non fosse in realtà?
2. S e i ricercatori sono in grado di produrre una valida misura dell’inflazione semplicemente utilizzando i dati online, a cosa serve il complesso procedimento utilizzato per generare l’IPC?
3. Per approfondire la risposta alla domanda 2, chiedetevi: cosa potrebbe sfuggire all’indice dei prezzi del Billion Prices Project? Pensate a quanto abbiamo detto sul peso dei diversi prodotti inclusi nell’IPC.
2. Il prodotto interno lordo, o PIL, misura il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti dal sistema economico. Esso non include il valore dei beni e servizi intermedi, ma comprende le esportazioni nette (X – IM ). Il PIL può essere calcolato in tre modi: sommando il valore aggiunto di tutti i produttori; calcolando la spesa totale per l’acquisto dei beni e servizi finali prodotti all’interno del paese, da cui si ottiene l’equazione PIL = C + I + G + X – IM, nota anche come spesa aggregata; o sommando tutto il reddito pagato dalle imprese nazionali ai fattori di produzione. I tre metodi sono equivalenti perché, nell’economia nel suo complesso, il reddito totale pagato dalle imprese nazionali ai fattori di produzione deve essere pari alla spesa totale per l’acquisto dei beni e servizi finali prodotti all’interno del paese.
3. Il PIL reale è il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti nel sistema economico, calcolato usando i prezzi di un anno base predefinito. Eccetto che nell’anno base, il PIL reale è diverso dal PIL nominale, cioè il valore della produzione aggregata calcolata ai prezzi correnti. L’analisi del tasso di crescita della
produzione aggregata richiede l’utilizzo del PIL reale, perché in tal modo si escludono le variazioni della produzione aggregata attribuibili unicamente alle variazioni dei prezzi. Il PIL reale pro capite è una misura della produzione media aggregata per individuo, ma non è di per sé un obiettivo di politica economica adeguato. Le statistiche statunitensi sul PIL reale sono sempre espresse in dollari concatenati
4. Per misurare il livello generale dei prezzi, gli economisti calcolano il costo di acquistare un paniere di beni. Un indice dei prezzi è il rapporto tra il costo corrente di quel paniere di beni e il suo costo in un anno base predefinito, moltiplicato per 100.
5. Il tasso di inflazione è la variazione percentuale annua di un indice dei prezzi; di solito viene calcolato sulla base dell’indice dei prezzi al consumo, o IPC, la misura più comune del livello generale dei prezzi. Un indice analogo per i beni e i servizi acquistati dalle imprese è l’indice dei prezzi alla produzione, o IPP. Infine, gli economisti usano anche il deflatore del PIL, che misura il livello dei prezzi calcolando il rapporto tra il PIL nominale e il PIL reale e moltiplicandolo per 100.
PIL E INFLAZIONE IN ITALIA
In Italia i dati della contabilità nazionale sono elaborati dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica che utilizza, come negli Stati Uniti, il metodo del concatenamento per calcolare i dati del PIL reale. La Figura 13.7 riporta l’andamento del PIL nominale e del PIL reale italiano dal 2007 al 2022. In termini nominali, nel 2022 il PIL italiano è stato stimato in 1946 miliardi di euro, con un aumento di 332 miliardi rispetto a 15 anni prima. In termini reali, tuttavia, nel periodo considerato il PIL reale non è aumentato, anzi è diminuito di circa 27 miliardi di euro a causa degli effetti della profonda recessione globale del 2007-2009, della crisi dell’area dell’euro, che nel 2012-2013 ha colpito particolarmente l’Italia e altri paesi dell’Europa meridionale, e della pandemia di COVID-19, che ha bloccato l’attività economica nel 2020.
L’Istat si occupa anche di elaborare i dati sull’indice dei prezzi al consumo (IPC): ogni mese l’Istat conduce un’indagine inviando i propri collaboratori nei negozi di 96 comuni italiani per rilevare e registrare i prezzi di più di 1450 articoli. Oltre a rilevare le informazioni relative ai prezzi, l’Istat stima anche il peso del singolo articolo nel paniere del consumatore medio italiano, che ha abitudini diverse da quelle del consuma-
PIL nominale, PIL reale (miliardi di €)
PIL nominale PIL reale
tore statunitense. La Figura 13.8 indica il peso percentuale delle principali categorie di beni inserite nel paniere dell’Istat.
La Figura 13.9 mostra invece l’andamento dell’IPC e del tasso di inflazione basato sull’IPC nel periodo 1960-2023. Nella serie storica relativa all’IPC l’anno base è fissato al 1980, quindi la curva attraversa il livello 100 nel 1980. Nel 1960 l’IPC era pari appena a 18, mentre nel 2023 era salito a 572: questo significa che la spesa per il paniere del consumatore italiano è aumentata di oltre 30 volte nel periodo considerato. L’andamento del tasso di inflazione calcolato in base ai dati dell’IPC mostra un tasso di inflazione medio di poco inferiore al 6% nel periodo 1960-2023. Si tratta di un valore relativamente elevato, perché gli anni 1970 e la prima metà degli anni 1980 sono stati caratterizzati da un’inflazione molto sostenuta: il tasso di inflazione ha toccato un massimo di oltre il 21% nel 1980. Dal 1999 in avanti, in seguito all’adozione dell’euro, il tasso di inflazione è stato mediamente inferiore al 2%, con valori minimi negli anni 2014-2016, periodo in cui la variazione annua dei prezzi è stata prossima allo zero e per alcuni mesi si è persino registrata deflazione. Negli anni 2022-2023 l’inflazione è tornata ai livelli più elevati registrati in oltre trent’anni, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime energetiche sui mercati internazionali.
13.7 Il prodotto interno lordo in Italia, 2007-2022
Comunicazioni, 2,5% Istruzione, 1,0%
Assistenza sanitaria, 4,0%
Tempo libero, 6,5%
Abbigliamento, 7,4%
Altri beni e servizi, 9,9%
Servizi ricettivi e di ristorazione, 11,5%
Trasporti, 14,9%
Alimenti, 21,3%
Abitazione, 21,1%
13.8 La composizione dell’IPC in Italia
Figura
Figura
Figura
PAROLE CHIAVE
beni e servizi finali (p. 344)
beni e servizi intermedi (p. 344)
conti del prodotto e del reddito nazionali (conti economici nazionali) (p. 343)
deflatore del PIL (p. 356)
dollari concatenati (p. 351)
esportazioni (p. 344)
esportazioni nette (p. 349) importazioni (p. 344)
indice dei prezzi (p. 354)
indice dei prezzi al consumo (IPC) (p. 355)
indice dei prezzi alla produzione (IPP) (p. 356) livello generale dei prezzi (p. 353)
DOMANDE DI RIPASSO
1. V isitate il sito del Bureau of Labor Statistics all’indirizzo www. bls.gov. Nel menu a comparsa «Economic Releases» cliccate su «Major Economic Indicators», e una volta sulla pagina scegliete «Consumer Price Index». Nella relativa pagina, sotto «Table of Contents» cliccate su «Table 1: Consumer Price Index for All Urban Consumers». Usando i dati «non aggiustati», calcolate l’IPC del mese scorso. Come è cambiato dal mese precedente? Confrontatelo con l’IPC dello stesso mese dello scorso anno.
2. Spiegate la differenza tra beni intermedi e beni di investimento.
ESERCIZI
1. La fig ura riportata a fianco rappresenta una versione semplificata del diagramma di flusso circolare che descrive il sistema economico di Micronia. (Si noti che in questa economia non ci sono né spesa per investimenti, né trasferimenti.)
(a) A quanto ammonta il PIL di Micronia?
(b) Qual è il valore delle esportazioni nette?
(c) A quanto ammonta il reddito disponibile?
(d) Il flusso monetario che proviene dalle famiglie – sotto forma di imposte e spesa per consumi – è uguale al flusso monetario diretto verso le famiglie?
(e) In che modo il governo di Micronia finanzia la propria spesa pubblica?
2. La fig ura riportata in alto alla pagina seguente mostra una versione più complessa del diagramma di flusso circolare, relativo al sistema economico di Macronia.
(a) A quanto ammonta il PIL di Macronia?
(b) Qual è il valore delle esportazioni nette?
(c) A quanto ammonta il reddito disponibile?
(d) Il flusso monetario che proviene dalle famiglie – sotto forma di imposte, spesa per consumi e risparmio privato – è uguale al flusso monetario diretto verso le famiglie?
paniere di beni (p. 354)
PIL nominale (p. 351)
PIL pro capite (p. 352)
PIL reale (p. 351)
prodotto interno lordo (PIL) (p. 344)
produzione aggregata (p. 350)
spesa aggregata (p. 345)
spesa per consumi (p. 344)
spesa per investimenti (p. 344)
spesa pubblica (p. 344)
tasso di inflazione (p. 354)
valore aggiunto (p. 346)
Queste due tipologie di beni sono incluse nel PIL? Giustificate la vostra risposta.
3. Analizzate la seguente affermazione: «Il PIL è aumentato del 2% rispetto allo scorso anno. Si tratta di un buon indicatore del benessere economico, in quanto rappresenta un aumento medio dei redditi».
4. Utilizzate la Figura 13.4 per spiegare come l’attuale ponderazione dell’IPC potrebbe sovrastimare o sottostimare il tasso di inflazione effettivo del vostro nucleo familiare.
Spesa pubblica = 100 €
Imposte = 100 €
Spesa per consumi = 650 €
pro tti, interessi, rendite = 750 €
Spesa per esportazioni = 20 €
Spesa per importazioni = 20 €
Mercati dei beni e dei servizi
Mercati dei fattori di produzione
Ricavi dalle vendite
Salari, pro tti, interessi, rendite = 750 €
Salari,
10. La tabella seguente fornisce il PIL reale (in miliardi di dollari del 2012) e il PIL nominale (in miliardi di dollari) annuali degli Stati Uniti.
(a) Calcolate il deflatore del PIL per ogni anno. (b) Usate il deflatore del PIL per calcolare il tasso di inflazione per tutti gli anni eccetto il 2012.
11. La tabella che segue mostra due indici dei prezzi relativi agli anni 2016, 2017 e 2018: il deflatore del PIL e l’IPC. Per ciascun indice dei prezzi, calcolate il tasso di inflazione tra il 2016 e il 2017 e tra il 2017 e il 2018.
Anno Deflatore del PIL
Per approfondire
12. L’economia di Britannica produce tre beni: computer, penne stilografiche e pizza. La tabella che segue mostra i prezzi e la produzione dei tre beni negli anni 2018, 2019 e 2020.
(a) Qual è la variazione percentuale della produzione di ciascun bene tra il 2018 e il 2019 e tra il 2019 e il 2020?
(b) Qual è la variazione percentuale del prezzo di ciascun bene tra il 2018 e il 2019 e tra il 2019 e il 2020?
(c) Calcolate il PIL nominale di Britannica per ciascuno dei tre anni. Qual è la variazione percentuale del PIL nominale tra il 2018 e il 2019 e tra il 2019 e il 2020?
(d) Calcolate il PIL reale di Britannica usando i prezzi del 2018 in ciascuno dei tre anni. Qual è la variazione percentuale del PIL reale tra il 2018 e il 2019 e tra il 2019 e il 2020?
Titolo originale: Essentials of Economics, Sixth Edition
First published in the United States by Worth Publishers
Revisione dell’opera e scrittura delle schede E in Italia: Marco Merelli
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Per le riproduzioni ad uso non personale (ad esempio: professionale, economico, commerciale, strumenti di studio collettivi, come dispense e simili) l’editore potrà concedere a pagamento l’autorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 15% delle pagine del presente volume.
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Paul Krugman, Robin Wells
L’essenziale di economia
Quarta edizione italiana
A cura di Marco Merelli
Dai contesti nazionali alle questioni globali più rilevanti, L’essenziale di economia, giunto alla quarta edizione, accompagna chi legge nella comprensione dei concetti economici attraverso esempi tratti dalla vita reale e da eventi contemporanei.
Krugman e Wells fondano la loro analisi sull’idea che l’economia si occupi delle azioni delle persone e delle loro interazioni, e quindi sia una disciplina strettamente legata all’esperienza quotidiana. A partire da questa premessa, hanno realizzato un testo basato sulla narrazione, in cui le storie di vita reale si traducono in modelli economici, e i modelli economici diventano strumenti per spiegare il funzionamento del mondo.
Il volume è arricchito da numerose rubriche:
• ogni capitolo inizia con un racconto di grande interesse basato su eventi reali;
• le schede Confronto globale utilizzano dati e grafici per fornire una prospettiva internazionale e riflettere sul perché Paesi diversi ottengono risultati economici anche molto differenti;
• le schede E in Italia..., scritte dal curatore di questa edizione, completano il quadro con informazioni sulla situazione in Italia e nell’Unione Europea;
Paul Krugman è un economista di fama mondiale, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2008. Ha insegnato presso le Università di Yale e Stanford, al MIT e all’Università di Princeton e nel 1991 ha ricevuto la medaglia John Bates Clark dell’American Economic Association. Insegna al Graduate Center della City University di New York ed è membro del Luxembourg Income Study (LIS), un’organizzazione non profit che si occupa di monitorare le disuguaglianze del reddito nel mondo. Robin Wells è stata docente e ricercatrice di economia presso l’Università di Princeton. Ha insegnato all’Università del Michigan, all’Università di Southampton (nel Regno Unito), a Stanford e al MIT.
KRUGMAN*ESSENZIALE ECONOMIA 4E LUMK IS BN 978 -88- 08 - 79953-1
Inquadra e scopri i contenuti
• i box Per i più curiosi approfondiscono aspetti insoliti e i Trabocchetti mettono in guardia da errori comuni;
• le schede Analisi di un caso aziendale contestualizzano i principi dell’economia in situazioni che coinvolgono imprese esistenti;
• a fine capitolo, la sezione Per approfondire presenta una serie di problemi e una guida alla risoluzione.
Tra gli strumenti per facilitare lo studio di quanto appreso nel testo, figurano:
• Economia in azione, che presenta casi esemplificativi per illustrare i concetti economici;
• Ripasso rapido, che riassume i concetti chiave;
• Verifica, che propone domande per mettersi alla prova, con soluzioni online.
Questa quarta edizione contiene numerosi aggiornamenti, con un maggior focus sull’analisi dell’attualità e un ampio rinnovamento di schede didattiche ed esercizi, arricchiti da una prospettiva internazionale più ampia. Fin dal primo capitolo, inoltre, viene introdotto un nuovo principio che illustra come la crescita economica di lungo periodo dipenda dall’incremento del potenziale del sistema economico.
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