7 minute read

sia la mia vita, ch’è celata altrui

Giovanni II, liberato dagli Inglesi dopo una lunga prigionia. La statura assunta da Petrarca presso i contemporanei emerge con evidenza dal prestigio degli incarichi, accompagnati dalle riflessioni e dagli appelli su importanti questioni politiche contenuti nei suoi scritti.

Nel 1351 Petrarca si accinge alla stesura dei Triumphi (Trionfi), poema in volgare in terzine dantesche, il cui primo concepimento risale all’epoca del ritorno a Roma nel 1337. Opera più strutturata rispetto al Canzoniere, i Trionfi rappresentano una successione di sei visioni allegoriche in cui, attraverso le personificazioni di Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo ed Eternità, si descrivono le principali tappe del cammino dell’uomo fino a Dio, dalla vita mortale a quella eterna pag. 389 . Petrarca lascia Milano nel 1361 per sfuggire a una nuova epidemia di peste che uccide il figlio e si trasferisce prima a Padova, poi a Venezia dove gli viene assegnata dalla Repubblica una casa in Riva degli Schiavoni in cambio della promessa di lasciare alla Serenissima la sua biblioteca: la breve permanenza in città e alcuni contrasti con giovani filosofi veneziani indurranno tuttavia il poeta a considerare nullo il patto. In questi anni si dedica alla sistemazione dell’epistolario, riuscendo tuttavia a concludere, nel 1366, solo i libri delle Familiares. Anche l’epistola Posteritati, ritratto di sé per i posteri, che chiudeva le Seniles, ci è giunta isolata e incompiuta.

Gli ultimi anni Nell’ultima parte della vita il poeta è confortato dalla presenza della figlia e del genero: con loro si stabilisce nel 1368 a Padova, tappa finale del lungo itinerario della sua esistenza, ospite di Francesco da Carrara, che gli dona una villetta ad Arquà, sui Colli

Euganei. In questo nuovo rifugio, tanto simile all’ambiente sereno di Valchiusa, coltiva gli affetti familiari, le amicizie – soprattutto quella di Boccaccio –, gli studi e le scritture. Ad Arquà si spegne nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1374; le sue spoglie vengono prima tumulate nella chiesa parrocchiale del borgo e poi trasferite in un monumento marmoreo ispirato ai sarcofagi romani sul sagrato dell’edificio.

T2

Posteritati, pag. 350

1350 1360 1370

1345

Ritrova a Verona le lettere di Cicerone, sul cui modello elabora le sue Epistole

1347

Colpo di Stato di Cola di Rienzo

1342

Inizia la composizione del Canzoniere; negli anni successivi inizia i Rerum memorandarum libri, il Secretum, il Bucolicum carmen e i trattati De vita solitaria e De otio religioso

1350

Soggiorna in Italia e incontra Boccaccio a Firenze, poi si reca a Roma per il giubileo

1352

Compone lo scritto polemico Invectiva contra medicum

1348-1349

Viaggia a Verona e Parma per conto del papa; un’epidemia di peste si diffonde in Italia

1353

Si trasferisce a Milano; inizia a comporre il trattato De remediis utriusque fortunae

1361

Si trasferisce a Padova e Venezia per sfuggire alla peste

1367

Compone il De sui ipsius et multorum ignorantia, in risposta a quattro aristotelici

1368

Si trasferisce a Padova e quindi ad Arquà,

1374

Muore ad Arquà

LA PRODUZIONE DI FRANCESCO PETRARCA

Opera Anno Lingua Genere In Antologia Epistolario dal 1345 latino T2 Posteritati (Seniles, XVIII, 1), pag. 350 T3 L’ascesa al monte Ventoso (Familiares, IV, 1), pag. 355 T8 Il modello degli antichi (Familiares, XXII, 2), pag. 382

Trionfi dal 1337 volgare poema allegorico T11 Il Trionfo del tempo, 61-84, pag. 389

De viris illustribus a partire dalla fine del 1337

Africa a partire dal 1338-1339

Rerum vulgarium fragmenta (Canzoniere) 1342 (prima silloge) latino repertorio di biografie latino poema epico volgare raccolta di rime T10 Lamento di Magone morente, VI, pag. 387

T1 Solo et pensoso i più deserti campi, XXXV, pag. 340 T6 Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno, CXXVIII, pag. 375 T7 Fiamma dal ciel su le tue treccie piova, CXXXVI, pag. 380 T9 Quando io movo i sospiri a chiamar voi, V, pag. 385 T12 Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono, I, pag. 400 T13 Era ’l giorno ch’al sol si scoloraro, III, pag. 403 T14 Movesi il vecchierel canuto et biancho, XVI, pag. 408 T16 Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno, LXI, pag. 418 T17 Padre del ciel, dopo i perduti giorni, LXII, pag. 419 T18 Erano i capei d’oro a l’aura sparsi, XC, pag. 421 T19 Chiare, fresche et dolci acque, CXXVI, pag. 424 T20 Pace non trovo, et non ò da far guerra, CXXXIV, pag. 428 T21 O cameretta che già fosti un porto, CCXXXIV, pag. 432 T22 Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo CCLXVII, pag. 437 T23 La vita fugge e non s’arresta un’ora, CCLXXII, pag. 439 T24 Gli occhi di ch’io parlai sì caldamente, CCXCII, pag. 441 T25 Se lamentar augelli, o verdi fronde, CCLXXIX, pag. 444 T26 Zefiro torna, e ’l bel tempo rimena, CCCX, pag. 446 T27 Rapido fiume che d’alpestra vena, CCVIII, pag. 448 T28 Vergine bella, che di sol vestita, CCCLXVI, pag. 454

Rerum memorandarum libri a partire dal 1343 latino repertorio di aneddoti

Secretum 1345-1353 latino dialogo T5 L’accidia, pag. 366 De vita solitaria a partire dal 1346 latino trattato T4 La vita appartata, pag. 363

Bucolicum carmen a partire dal 1346

De otio religioso a partire dal 1347

Epystole a partire dal 1332 latino raccolta di egloghe latino trattato

latino epistole in versi

Invectiva contra medicum

De remediis utriusque fortunae De sui ipsius et multorum ignorantia 1352 latino scritto polemico

a partire dal 1353 latino trattato

1367 latino scritto polemico

2 La VICENDA umana attraverso i TESTI

Un ideale ritratto di sé

LE RACCOLTE EPISTOLARI

All’epistolario in latino, come abbiamo visto, Petrarca affida la costruzione di un’immagine ideale di sé, come intellettuale che ama e vive a stretto contatto con l’antichità ed è nello stesso tempo pienamente coinvolto nelle grandi questioni del suo tempo: le lettere costituiscono un’ideale autobiografia, che doveva essere suggellata, nei disegni dell’autore, dall’epistola Posteritati (Ai posteri), ritratto conclusivo e riassuntivo che non gli riuscirà di portare a termine T2, pag. 350 .

In apertura della raccolta dei Rerum familiarium libri (Lettere ai familiari ), meglio nota come Familiares, l’unica ordinata interamente da Petrarca, si legge:

Infatti, come mi auguro, unico sarà per me il termine dello scrivere e del vivere. Ma mentre tutte le altre opere o hanno o sperano di avere dei limiti, di quest’opera, che ho cominciato nella prima giovinezza a frammenti e ora, già avanti con l’età, riordino e provvedo a stendere in forma di libro, la cura degli amici con cui sono spinto di continuo a corrispondere, assicura la continuità.

(Familiares, I, 1, 44-45)

Vivere è scrivere, per Petrarca, e l’epistolario, frutto di un lungo lavoro di rielaborazione, è destinato a vivere anche dopo la morte del suo autore nelle mani dei tanti interlocutori che ne hanno condiviso confidenze e riflessioni. Tuttavia anche le lettere destinate agli amici non rispondono a un’esigenza di comunicazione immediata e spontanea, ma sono lavorate con arte ed erudizione e sottoposte a una continua rielaborazione, talvolta addirittura scomposte in più testi o fuse tra loro per dare struttura e coesione al suo ritratto di uomo e di intellettuale.

Se l’idea della raccolta epistolare nasce in Petrarca dalla forte suggestione del ritrovamento a Verona delle lettere di Cicerone ad Attico e al fratello Quinto, modello ispiratore è anche Seneca con le Epistulae morales ad Lucilium. Nel 1366 Petrarca conclude la stesura e l’organizzazione delle Familiares, dedicate all’amico Ludwig von Kempen, che comprendono 350 lettere in 24 libri, l’ultimo dei quali contiene testi che hanno come destinatari i grandi dell’antichità, Cicerone innanzitutto, poi Orazio, Virgilio e altri. La seconda raccolta, i Rerum senilium libri (Lettere della vecchiaia), meglio nota come Seniles, dedicata all’amico Francesco Nelli, comprende 125 lettere divise in 17 libri, in cui i temi prevalenti sono la meditazione sull’esistenza e lo scorrere del tempo. Dalle Familiares vengono stralciate, probabilmente intorno al 1350, le Sine nomine (Senza nome), 19 lettere molto polemiche nei confronti della curia avignonese, in cui l’autore preferisce omettere i nomi dei destinatari; chiudono l’epistolario le Variae, 65 lettere non revisionate da Petrarca e riunite da amici e collaboratori dopo la sua morte. L’epistola Posteritati, destinata a chiudere la seconda raccolta, viene esclusa dalle Seniles per decisione degli amici padovani che ne curano la prima edizione.

Sui temi delle epistole latine in prosa Petrarca scrive anche 66 lettere in esametri, composte fra il 1333 e il 1354 e divise in 3 libri (Epystole).

 Taddeo Gaddi, Nicchia con libro, XIV secolo. Firenze, Basilica di Santa Croce. Scala.

This article is from: