Atlante dei suoli parte1

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ATLANTE DEI SUOLI disegni di programma

RIDISEGNO INDIVIDUALE_1 tav. A1 testo_8000 caratteri | 2000 caratteri OBIETTIVI DELL’ESERCIZIO: - Costruire una base di riferimenti comune a tutto il laboratorio - Descrivere il programma di progetti esistenti - Costruire un atlante comparativo delle relazioni architettoniche fra edifici e suolo La tavola comprenderà: - un ridisegno dell’opera che permetta una piena comprensione del progetto. Il ridisegno dovrà evidenziare: gli elementi essenziali del progetto; i suoi principi di definizione formale; il rapporto con il suolo; i dispositivi principali (livelli, connessioni verticali, sistemi di distribuzione, struttura, etc.) - Il disegno del programma con particolare riferimento alle relazioni fra l’edificio (o il progetto in genere) e il suolo. - Un testo (max. 8000 caratteri spazi inclusi per la tavola del seminario; 2000 per la tavola A4) che metta in luce le questioni fondamentali del progetto attraverso: 1. Breve biografia del progettista (max 1000 battute); 2. Temi di progetto e principi di definizione formale (max 5000 battute); 3. Rapporto del progetto con il luogo (max 2000 battute); 4. Bibliografia (3 testi/articoli) Per il ridisegno occorre disporre di: - Tutti i disegni esistenti in letteratura (seguire le indicazioni bibliografiche date e ampliarle): planimetrie, piante, sezioni, prospetti, schizzi, etc. - Immagini, foto , fotomontaggi, render del progetto. - Testi (monografie, saggi, articoli, capitoli di libri di storia dell’architettura) sul progetto e l’autore La ricerca si effettua in biblioteca e in emeroteca.


INDICE Le Corbusier Maison des jeunes et de la Culture (Casa dei giovani e della cultura) Firminy, 1956-1962

5

Alvaro Siza y Vieira Piscina alla Quinta da Conceiçao Leça da Palmeira, Porto, 1958 - 1965

6

Alvaro Siza y Vieira Piscine comunali a Leça da Palmeira Porto, 1961-1962,

7

Le Corbusier Carpenter Center for the Visual Arts Harvard University, Cambridge, Massachussets,, 1961-1964

8

Ludwig Mies van der Rohe Neue Nationalgalerie Tiergarten, Berlino, 1962-1968

9

Gordon Bunshaft (SOM) Biblioteca Beinecke library of rare book and manuscript Yale University, New Haven, Connecticut, 1963

10

Lina Bo Bardi Museo de Arte de Sau Paulo (MASP) Sao Paulo, Brasile, 1968

11

Vittorio Gregotti, Gino Pollini Dipartimenti di Chimica, Fisica e Biologia al Parco d’Orléans Palermo, 1969-1988

12

Renzo Piano, Richard Rogers, Gentre Georges Pompidou (Centre de Création Industrielle_CCI) Parigi, 1976

13

Juan Navarro Baldeweg Centro per servizi sociali e biblioteca San Francisco el Grande a Puerta de Toledo Madrid, 1985-1995

14

Toyo Ito Tower of winds Yokohama, 1986 (demolita)

15

Paulo Mendes da Rocha Museo Brasieliro da Escultura (MuBE) Sao Paulo, 1986

16

Tadao Ando Children’s Museum Himeji, Giappone, 1987-89

17


Juan Navarro Baldeweg Palazzo per congressi e esposizioni Salamanca, 1988-1995

18

Paulo Mendes da Rocha Praça do Patriarca e viaduto do Chà Sao Paulo, 1992-2002

19

Alberto Campo Baeza, Cassa di Risparmio di Granada, Museo della Memoria Andalusa (MAA) Granada, Spagna, 1993- 2009

20-21

Jean Nouvel Fondation Cartier Parigi, 1994

22

Guillermo Vazquez Consuegra Lungomare di Vigo Vigo, Portogallo, 1994- 2000

23

Guillermo Vazquez Consuegra Museo nazionale di archeologia marittima Cartagena, Spagna,1995-2008

24

Foreign Office Architecture Yokohama International Port Terminal Yokohama, Giappone,1995- 2002

25

Joao Carrilho da Graça Padiglione della conoscenza dei mari Lisbona, 1995-1998

26

Xaveer de Geyter Îlot Saint-Maurice Lille, Francia,1995-2005

27

Alessandro Anselmi Nuovo municipio in via Portuense Fiumicino, Roma, 1997-2002

28

Arata Isozaki Nuovo ingresso al Caixa Forum Barcellona,Spagna, 1999-2002

29

Zaha Hadid Parcheggio multimodale Hoenheimm Nord Strasburgo,Francia, 1999-2001

30

Renzo Piano Auditorium Parco della musica Roma, 2002

31

Carlos Ferrater Lungomare di Benidorm 32 Spagna, 2002


MVRDV Donau kissing towers Vienna, 2002, (concorso)

33

Peter Eisenman Giardino dei passi perduti Museo di Castelvecchio, Verona, 26-6-2004 / 3-10-2004 (demolito)

34

Xaveer de Geyter (OMA) Progetto per Les Halles Parigi 2004, (concorso)

35

Oma & Rem Koolhaas Casa da musica, Oporto, Portogallo, 2005

36 - 37

Josep Luis Mateo Piazza e centro culturale, Castelo Branco, Spagna, 2013 James Corner & Field Operationds; Diller & Scofidio + Renfro High Line Elevated Parkway Manhattan, NYC, 2006 – 2013

38

Jean Nouvel Kilometro rosso Bergamo, 2008-2009

39

Alberto Campo Baeza Sede del Consiglio di Castilla y Leon Zamora, 2012

40

Steven Holl Museum of Natural History Los Angeles County, California, 2012

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Le Corbusier Maison des jeunes et de la Culture Firminy,1956-1962 1 Maison des jeunes et de la Culture 2 Stadio 3 Piscina 4 Chiesa 5 Teatro 6 Tribune dello stadio

Nel 1954, Claudius-Petit, sindaco di Firminy affida a Le Corbusier, la progettazione del centro culturale e sociale della città. Le Corbusier dispone gli edifici intorno ad una conca ovoidale, tra cui lo stadio. Il rialzamento roccioso della cava di pietra farà da basamento. L'edificio comprende: teatro, biblioteca, sala musica, auditorium, sala d'arte, sala espositiva, sala danza e un bar. Come una rocca dalla pietra ha forte relazione con il suolo, leggibile al piano terra, zona lasciata vuota scandita solo dai pilotis e che diviene basamento della hall e dell’ingresso. L’edificio è organizzato da una maglia strutturale regolare scandita ogni 7 metri, e si compone di tre livelli orizzontali. I prospetti evidenziano il rapporto con il luogo: uno rivolto alla città si estende sopra il campo di calcio ed è formato da due blocchi fusi tra loro, con l'alternarsi di pieni e vuoti; il secondo blocco viene fuori con l'estrusione orizzontale della testata ed un disegno senza vincoli geometrici crea una copertura curva sostenuta da cavi d'acciaio inseriti nell'intradosso del solaio. I prospetti corti in cemento e le arti murali in quello Sud. Bibliografia: - Boesiger Willy (a cura di), Bàle Le Birkhäuser Verlag, vol.7, p. 130-134. - Oeuvre complete 19751965/Le Corbusier et son atelier rue de Sevres 35, p.152-157. - Le Corbusier Architect of the Century, p.338-342. www.fondationlecorbusier.fr/

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MAISON DES JEUNES ET DE LA CULTURE -Le Corbusier Firminy,1956-1962 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Costanza Randazzo

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A

B

Alvaro Siza y Vieira Piscine comunali a Leça da Palmeira Porto, 1961-1962,

C

3,5m

2,3m 45°

4,7m

30m

25m

B’

A’

ZONA URBANIZZATA (ALTA DENSITA’)

SEZIONE A-A’

SEZIONE B-B’

0

C’

SPAZI VERDI (ZONA A BASSA DENSITÀ)

SEZIONE C-C’

SEZIONE A

SEZIONE B

SEZIONE C

SEZIONE D

Realizzate sulla spiaggia di Leca de Palmeira, nel comune di Matosinhos, le piscine sono un tentativo ben riuscito di realizzare un’architettura perfettamente integrata nell’ambiente naturale in cui è inserita. Il complesso è costituito da due piscine, spogliatoi e un bar. L’idea era, quella di realizzare una piscina di acqua salata proprio di fronte al mare di cui i bagnanti potessero usufruire in un contesto più sicuro e protetto dalle forti correnti dell’oceano Atlantico. La piscina, realizzata con il minimo intervento possibile, oggi si presenta immersa nella scogliera come se fosse sempre stata in quel luogo, minimamente invadente alla visuale degli automobilisti, cercando di rispettare il luogo e mantenere inalterata la vista sull’oceano. L’architetto non condivide la sottomissione al contesto, ma “le nuove strutture devono inserirsi nell’ambiente come una ballerina in una coreografia, senza creare niente ma trasformando ciò che già esiste”. Bibliografia: - Alvaro Siza – professione poetica, quaderni di Lotus n°6,Milano,Electa, 1986, 191 p. - Alvaro Siza 1958 – 2000, El croquis, Madrid, croquis editorial, s.d.,507 p. - Frempton Kenneth, Alvaro Siza. Tutte le opere, Milano, Electa, 2005

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ALVARO SIZA Y VIEIRA_PISCINE A LEÇA DA PALMEIRA Porto, Portogallo, 1961- 962

ATLANTE ATLANTE DEI SUOLIDEI SUOLI

Alvaro Siza y Vieira, Piscine a Leca da Palmeira, All. arch.: Andrea Agnello Matosinhos, circa 1960

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Le Corbusier Carpenter Center For the visual arts Harvard University, 1961-64

PRIMO PIANO PIANO TERRA PIANO INTERRATO

SEZIONE A-A’

SECONDO PIANO

SEZIONE B-B’

TERZO PIANO

Il Carpenter Center for the Visual Arts (CCVA) alla Harvard University è l’unico edificio di Le Corbusier in tutto il Nord America e uno degli ultimi a essere completato durante la vita dell’architetto. L’edificio fu concepito per diventare un laboratorio di pensiero critico, una struttura di supporto per tutta l’università. Il cuore dell'edificio è un volume cubico, alla cui diagonale sono appese le aule studio. Si entra dal piano terra, dove trovano spazio una sala per esposizioni e l’amministrazione. Al piano interrato, che inizialmente non era previsto, si trovano le sezioni di cinema e fotografia, mentre ai piani superiori ci sono i laboratori.Grazie alla struttura puntiforme in cemento armato, Le Corbusier riesce a creare grandi spazi aperti che invitano a uno scambio perpetuo tra esterno e interno dell’edificio. Il tutto è tagliato da una rampa a forma di S che sale da una strada e scende verso l'altra. I cinque piani dell'edificio hanno pareti mobili, creando spazi flessibili. Si crea un sistema di collegamento, di circolazione, di compenetrazione e di scambi di percezione tra gli ambienti interni, le aule di lavoro e l’ambiente esterno. Bibliografia:

ESPLOSO ASSONOMETRICO

QUARTO PIANO

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- Boesiger, Willy (a cura di), Le Corbusier, Oeuvre Complète, vol. 7, p. 54 – 67. - Iori, Massimo, Le Corbusier : Carpenter Visual Art Center, Milano, Edizioni Unicopli , 1998 , p. 95. - Edward F. Sekler, William JR Curtis, Le Corbusierat Work: The Genesis of the Carpenter Center for the Visual Arts.

LE CORBUSIER_CARPENTER CENTER FOR VISUAL ARTS Cambrige, 1963 ATLANTE DEI SUOLI ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Egidio Di Bianca

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Ludwig Mies van der Rohe Neue Nationalgalerie Tiergarten, Berlino, 1962-1968

PIANTA PIANO TERRA

PIANTA PIANO INTERRATO

Ludwig Mies van der Rohe con la Neue Nationalgalerie riportò in Europa la sua architettura di classica eleganza, formata solo da ampie vetrate ed elementi in acciaio. Dal punto di vista compositivo è una variazione sul tema del grande salone isolato, dal volume puro e trasparente, senza pilastri interni. Ai due lati dell'ampio podio ci sono due scalinate esterne che conducono al basamento in pietra. Su di esso è appoggiata la grande sala vetrata delle mostre temporanee la cui pianta è organizzata secondo un reticolo modulare di 3,6x3,6 m. La struttura portante, in acciaio, è formata da otto pilastri a croce, leggermente rastremati verso l’alto che sorreggono la copertura che è una semplicissima piastra metallica quadrata. Questa struttura sembra ricordare un soffitto classico rinascimentale a cassettoni. Lo spazio espositivo è solo un pretesto che Mies van der Rohe usa per annullare lo spazio architettonico interno a favore di quello esterno. Due spazi distinti che, grazie al dislivello presente sull'area di progetto, egli riesce a sovrapporre. E' proprio la volontà di studiare un modello per rivoluzionare il modo di esporre le opere d'arte che lo convince a riproporre il modello basamento hall. Bibliografia: - Zimmerman, Claire, Mies van der Rohe, Taschen, 2007, pp.7-17, 82-87 - Cohen, Jean Louis, Mies van der Rohe, 3°ed., Laterza, 2004, 149 p. - Calzà, Gianni, Mies van der Rohe, La galleria nazionale di Berlino, 1988, 36p.

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LUDWIG MIES VAN DER ROHE _ NEUE NATIONALGALERIE Tiergarten, Berlino, 1962-1968 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Graziella Vetrano

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Gordon Bunshaft (SOM) Biblioteca Beinecke library of rare book and man uscript Yale University, New Haven, Connecticut, 1963 L'edificio, progettato da Gordon Bunshaft tra il 1960 e il 1963 si colloca sull'Hewitt Quadrangle ed è collegata all'esistente complesso neogotico della Sterling Library grazie ad un percorso sotterraneo. L'intero complesso è composto da due elementi principali. Il primo, assimilabile ad una scatola contenente una scatola, imponente involucro caratterizzato da una sala con al suo interno uno "scrigno" vetrato. Tale parallelepipedo traslucido da l'impressione di essere sospeso grazie all'effetto della luce che viene filtrata dai pannelli di marmo rendendo lo spazio intimo. L'edificio ha una struttura reticolare di acciaio rivestita in granito bianco e tamponato da pannelli ottagonali di marmo bianco venato in grigio. L'intero volume poggia su quattro grandi pilastri a base piramidale dall'aspetto massiccio. Il secondo elemento che determina il complesso si trova in un ambiente ipogeo ed è caratterizzato da una corte rettangolare entro cui si affacciano i servizi della biblioteca. Dai due livelli di piazze otteniamo una differente percezione dell'edificio.

PLANIMETRIA GENERALE DEL CONTESTO

PIANTA PRIMO LIVELLO

SEZIONE LONGITUDINALE

PRINCIPIO INSEDIATIVO

Bibliografia: - Pavan Vincenzo, Le scritture della pietra: linguaggio tettonico e linguaggio decorativo, Skira, Milano, 2001 - Adam, Nicholas, Skidmore, Owings, Merrill: SOM, Electa, Milano, 2006

SEZIONE TRASVERSALE

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GORDON BUNSHAFT_BIBLIOTECA BEINECKE Yale University,New Haven, CT, USA, 1963 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Sefora Bonanno

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Lina Bo Bardi Museo de arte de Sao Paulo, Brasile, 1968

ll museo d'arte sorge all'incrocio di due notevoli assi viari della città: l'Avenida Paulista, tracciato rettilineo con grattacieli, l'altro è l'Avenida 9 de Jlho in direzione del nucleo antico della città. Rispetto ai grattacieli il MASP è un edificio ancorato a terra a sviluppo orizzontale e risulta in parte sospeso e in parte incassato nel suolo. I portali assumono il ruolo di elementi totemici; la volontà di dare risalto alla casseratura del cemento, ha indebolito il materiale nei confronti delle intemperie rendendo necessario l'utilizzo di una vernice rossa impermeabilizzante. La Hall Civica, contenuta nel basamento incassato nel pendìo naturale, ha per copertura il piano del Belvedere. Questo rivestito in parallelepipedi di granito sistemati direttamente su uno strato di terra al fine di permettere la crescita di piante spontanee ha al suo interno, altri elementi naturali: vasche d'acqua, centri di raccolta delle acque piovane che cadono da quattro grandi doccioni e che risolvono il punto di contatto tra i portali e il suolo. Il volume della Hall Civica si adatta all'irregolarità del sito. Verso valle lunghe finestre a nastro. Bibliografia: - Antonella Gallo (a cura di), Lina Bo Bardi Architetto, Venezia, Marsilio, 2004 - Lina Bo Bardi - Obra construida, Olivia De Oliveira www.fondationlecorbusier.fr

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ATLANTE DEI SUOLI

MUSEO DE ARTE DE SAO PAULO-Lina Bo Bardi Sau Paolo, Brasile, 1968 All. arch.: Salvatore Bonanno

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Vittorio Gregotti,Gino Pollini Dipartimento di chimica, fisica e biologia Parco d’Orléans, Palermo,1969-1988

427m

58m

B

A

0

SEZIONE A

12m

SEZIONE B

7,20m

50

100

Tra il 1969 e il 1970 Vittorio Gregotti e Gino Pollini, redigono il progetto per i nuovi i Dipartimenti localizzati nell’area del Parco d’Orleans. L’insieme dell’intervento è raggruppato attorno ad una serie di tre piazze pedonali allungate a base rettangolare disposte su diversi livelli, collocate a tre diverse quote crescenti secondo l’andamento naturale del terreno. Ogni dipartimento è costituito da due corpi tra loro collegati ed è fondato su un modulo base strutturale e di impianti di 7,20x7,20. Questo progetto è il risultato di uno studio progettuale a scala territoriale. Bibliografia:

- Manfredo Tafuri, Vittorio 6m

Gregotti Progetti e architetture, 1982, Electa Mondadori. -Guido Morpurgo, Gregotti Associati 1953/2003, 2004, Rizzoli. - Zeila Tesoriere, MUTAZIONI tipo carattere e forma in architettura, Palermo, 2011.

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VITTORIO GREGOTTI,GINO POLLINI_DIPARTIMENTO DI CHIMICA,FISICA E Fisica BIOLOGIA VITTORIO GREGOTTI_Dipartimenti di Chimica, e Biologia Parco d’Orléans, Palermo, 1969-1988 Parco d’Orleans, Palermo, 1969-1988 ATLANTE DEI SUOLI All. arch.: all. Michele arch.: Cassata Michele Cassata


R. Rogers - R. Piano Centro Pompidou Parigi, 1971-1977 La proposta progettuale per il concorso venne elaborata nella primavera del 1971 dal team di Richard Rogers e Renzo Piano. Il progetto dal punto di vista funzionale è un ampio edificio a loft, la struttura, infatti, è concepita come una intelaiatura regolabile a ponteggio in cui ogni particolare rivela la prorpia funzione. Sei piani di ampi interni senza colonne si estendono per tutta la larghezza dell’edificio (169x48m) grazue a lunghe travi iin acciaio profonde tre metri. Un nastro di vetro corre dietro le colonne. L’edificio è formato in lunghezza da 13 campate, aventi ciascuna una larghezza di 12,9 metri e una estensione di 48 metri. Queste sono sostenute da travi a traliccio sospese tra gerberettes, travi a sbalzo in acciaio fuso che riducono la flessione delle principali travi strutturali. Le travature della pavimentazione, di una consistente profondità, sono state progettate in modo tale da incontrare la struttura verticale. All’estremità sono alzate fino a un giunto posto in corrispondenza della pellicola esterna e sorretta da gerberettes giganti. L’accesso da Rue Beaubourg è a quota stradale, invece in corrispondenza della piazza il progetto prevede un abbassamento di quota pari a 3,5 metri. Bibliografia: - Richard Rogers Partnership. Opere e progetti Electa, Milano, 1995, p. 162-177

CONDOTTI DELL'ARIA COLLEGAMENTI VERTICALI CONDOTTI DELL'ACQUA

- Richard Rogers. Complete Phaidon, 1999, p. 102-133 - Renzo Piano Building today Tashen,2002, p. 39-41

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RENZO PIANO, RICHARD ROGERS_CENTRE POMPIDOU Parigi, 1971-1977 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Roberta Di Noto

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Juan Navarro Baldeweg Centro per servizi sociali e biblioteca Madrid, 1985-1995 Calle Toledo

Puerta de Toledo

ORTOFOTO

CENTRO PER SERVIZI SOCIALI

BASAMENTO

BIBLIOTECA

PLANIMETRIA E PROSPETTO GENERALE

SEZIONE CENTRO SERVIZI SOCIALE

SEZIONE BIBLIOTECA

PIANTA SEMINTERRATO

PIANTA SEMINTERRATO

PIANTA PIANO TERRA

PIANTA PIANO TERRA

BASAMENTO

SCHIZZO PARTICOLARE RIVESTIMENTO

PROSPETTI OVEST CENTRO SOCIALE

Tra i progetti di J. N. Baldeweg, il centro di servizi sociali e la biblioteca si sviluppano intorno alla Rotonda della Porta di Toledo. Per comprendere l’orientamento di questo progetto per una parte si è ridefinito il suolo, che acquisisce importanza nella formazione della parte posteriore della Rotonda, la quale si trova si trova ad una quota maggiore. L’elemento caratterizzante di entrambi i progetti è il basamento, mentre il collegamento col suolo è garantito da scale che conducono all’accesso dei servizi. L’equilibrio dei volumi si integra nella conformazione di un anello di poca altezza intorno alla Porta ed il vuoto della piazza alta dall’altro lato di via Toledo dialoga con il pieno del tamburo della Biblioteca. Gli edifici del Centro di servizi Sociali, uno basso di sei piani e l’altro basso di tre, sono stati trattati differenziando il carattere delle loro attività. La biblioteca, di quattro piani, si distingue nella piazza disegnando con chiarezza il suo profilo. I rivestimenti esterni del basamento sono costituiti da granito grigio eda una pietra naturale bianca. Bibliografia: - Juan Navarro Baldeweg, El croquis 54, Madrid, Editorial El Croquis, 1992 - Gonzalez Garcia, Angel; José Lahuerta, Juan, Juan Navarro Baldeweg, opere e progetti, Milano, Electa, 1990

PROSPETTI SUD DEL CENTRO SOCIALE E DELLA BIBLIOTECA

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- Marinoni, Giuseppe, Metamorfosi del progetto urbano, Milano, Franco Angeli/DIAP, 2004

Juan Navarro Baldeweg_CENTRO PER SERVIZI SOCIALI E BIBLIOTECA Madrid, 1985-1995 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Rosalba Ruggeri

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La Torre dei Venti è un e cio di itettura, e il della è La Torre dei Venti ntale un progetto indicativo ttura . Il dell'approccio di Toyo Ito on solo verso l’architettura, innvolge particolare esprime il ruolo ondella essa

Toyo Ito progetto i Tower of winds Yokohama, 1986

GIOCO LUMINOSO

PLANIMETRIA GENERALE DEL CONTESTO

RIVESTIMENTO CON UN VELO METALLICO

PIANTA 1° LIVELLO

SISTEMA LUMINOSO

PIANTA 5° PIANO

SEZIONE

NUOVA CONFIGURAZIONE CON L’INSERIMENTO DI UNA STRUTTURA METALLICA

SISTEMA DI CAMUFFAMENTO PIANTA 13° PIANO

CONFIGURAZIONE PRIMA DELL’INTERVENTO

Bibliografia: - Maffei, Andrea, Toyo Ito. Le opere, i progetti, gli scritti, Milano, Electa, 2003

PIANTA 14° PIANO SISTEMA FUNZIONALE

Universitàdegli degliStudi StudididiPalermo Palermo _ CdL _ A.A. 2013-2014 Università _ CdL LM4LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban||De_frag De_frag Re_urban LABORATORIOIVIVdidiPROGETTAZIONE PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA LABORATORIO ARCHITETTONICA Prof. arch. Prof. arch.Zeila ZeilaTesoriere Tesoriere

tecnologia, fondamentale iretto. Il nel futuro dell'architettura progetto abbraccia non solo rno la la tecnologia ma coinvolge n lli di la città dialogando coniflette essa la e stabilisce anche un rapperfici porto simbolico direttoo tra l' la rogetto natura e l'installazione. Di lette in giorno la torre , rivestita pannelli di alluminio perforassità ti , riflette la città attraverso a torre le superfici riflettenti che cosituata prono l' anima in acciaio. toria La torre alta 21 metri, ntrale situata di o al centro di una rotatoria via torredi cino la stazione centrale rie di Yokohama, è il nuovo guscio ne di una vecchia torre per impianti. Una serie di pannelli diretto specchianti ne costituisce lo zione, ro a strato profondo, a contatto to da diretto con la vecchia costruzione, racchiusa in un cilinttono ai dro a sezione ovale formato ne da pannelli di alluminio ine perdi forato che permettonoi ai siseffetto le temi di illuminazioneiorno posti nell’intercapedine diei produrre una sorta di effetto caforma leidoscopico. Di notte,torre. lampadine e anelli di luce al dine e neon disposti verticalmente on e offrono un gioco luminoso di inoso di luci riflesse. Trenta riflettori iflettori regolati da computer creano (24 effetti di luce dentro la torre rno) che variano secondodentro l’ora del giorno. Altri elementi che regolano l’intensità deirno. rifletgolano tori sono il numero di decibel ie prodotti dal traffico circoso tante e dalla forza del vento: sono il la torre cangiante produce tt una sorta di musica ambientale.

ATLANTE DEI SUOLI ATLANTE DEI SUOLI

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TOYO ITO_TOWER OF WINDS TORRE DEI VENTI Yokohama, 1986, opera demolita Yokohama-Shi, Kanagawa, 1986 All. arch.: Ignazio Verentino All. arch.: Ignazio Verentino


Paulo Mendes da Rocha Museo Brasieliro da Escultura (MuBE) Sao Paulo, 1986 Nel progetto per il MuBE, il museo di scultura brasiliana di Paulo Mendes da Rocha, gli spazi espositivi non configurano un volume a sé stante ma, essendo ricavati al di sotto della quota più elevata del lotto, costituiscono il frutto sensibile del ridisegno del suolo, aprendosi di tanto in tanto su di un esterno che si ritrova allo stesso livello della città. Esternamente, la scelta di Mendes da Rocha è di concentrare tutto in un unico segno, un’unica trave di 60 metri di luce, dimensionata sulla scorta di un semplice ragionamento che verte sul rapporto tra il museo e il suo intorno. Essa al contempo dà un volto al museo, fornisce alle sculture un utile termine di confronto sotto il profilo dimensionale, dà riparo. La trave poggia solo agli estremi e Mendes da Rocha opta per lasciare tra questa e i due setti su cui si poggia, una fascia libera utile a distinguere visivamente l’idea di “pietra nel cielo”. Area lotto: 6.935.91 m Area tot edific: 3.478.80 mq

PIANTA QUOTA + 0.00

PIANTA QUOTA - 4.00

Bibliografia: SEZIONE A-A’

- Pisani Daniele, Paulo Mendes da Rocha: tutte le opere, Milano, Electa,2013 - Rosa Artigas, Paulo Mendes da Rocha: projects 1957-2007,New York, rizzoli, 2007

SEZIONE B-B’ N

0

5

10

- Carlos Brillembourg Tamayo, Una visita allo studio di Paulo Mendes da Rocha, Domus intervista, 2013Parigi, 1999.

50m

- Yokohama port terminal Casabella, n.708, Milano, 2003.

SEZIONE C-C’

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ATLANTE DEI SUOLI

0

2

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20m

MUSEO BRASIELIRO DA ESCULTURA (MUBE)-Paulo Mendes de Rochai Sao Paolo, Brasile 1986 All. arch.: Enrica Calabrese

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Tadao Ando Children’s Museum Himeji, Giappone, 1987-89

VISTA DALL’ALTO

LA GRIGLIA: L’USO DELLA GRIGLIA NON SERVE PER LA DISTRIBUZIONE DEI VOLUMI MA PER L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO

IL SUOLO

L’ELEMENTO NATURALE: L’ACQUA

I VOLUMI: IL COMPLESSO E’ FORMATO DA TRE FORME GEOMETRICHE, DUE BLOCCHI CUBICI E UNA TORRE

IL PERCORSO: IL COMPLESSO E’ ORGANIZZATO LUNGO UN PERCORSO CHE SI SNODA NEL PAESAGGIO. LA PIAZZA INTERMEDIA FUNGE DA SNODO TRA I DUE BLOCCHI PIU’ GRANDI

MODELLO COMPLESSIVO. A SINISTRA IN PRIMO PIANO L’EDIFICIO PRINCIPALE, DA CUI PARTE IL PERCORSO CHE PORTA ALLA PIAZZA E AI LABORATORI

PIANTA PIANO TERRA

Un esempio dove la natura gioca un ruolo determinante nel progetto è il Children’s museum. I bambini sono al centro del progetto, che si sviluppa lungo un percorso nel paesaggio: il museo è stato costruito su una collina boscosa che affaccia su un lago e una serie di specchi d’acqua circonda l’edificio e mette l’architettura in rapporto con lo scenario. Il complesso consiste in tre blocchi: la sede museale principale, una piazza e un fabbricato che ospita i laboratori. I volumi degli edifici sono smontati, aperti e ricomposti come se fossero un gioco ad incastro, in stretto contatto con il paesaggio circostante. Il percorso comprende anche una piazza con sedici colonne che funge da cerniera tra i due edifici ma che ambiguamente vuole essere un gioco per i bambini. Diversi spazi si sovrappongono arrivando in copertura dove una terrazza funge da laboratorio all’aperto e da osservatorio panoramico. Un sentiero lineare, segnato da un muro, connette le tre parti, costeggia l’acqua e attraversa il bosco diventando un elemento architettonico: qui è possibile conversare con la natura. Lo scopo di questa struttura culturale e didattica è di incoraggiare la creatività, il senso estetico dei bambini. La natura penetra questi edifici fin nei loro interstizi, la circolazione assume particolare valore e il movimento è protagonista. Bibliografia:

SEZIONE LONGITUDINALE. A SINISTRA I DUE TEATRI, UNO COPERTO E UNO ALL’APERTO, A DESTRA IL CORTILE ALL’APERTO

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SEZIONE TRASVERSALE. L’EDIFICO SI COMPONE DI DUE CORPI RETTANGOLARI, CON LA CIRCOLAZIONE AL CENTRO; A DESTRA LE SCALINATE ESTERNE, UNA DELLE QUALI SI CONCLUDE NELLE PISCINE D’ACQUA

- Dal Co, Francesco (a cura di), Tadao Ando 1-2, Milano, Electa, 2010. - Casabella 582, settembre 1991, Milano, Elemond, 2005.

TADAO ANDO_ CHILDREN’S MUSEUM Himeji, Giappone, 1987-89 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Federica Catalfio

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Juan Navarro Baldeweg Palazzo dei congressi di Salamanca, Spagna, 1983 N

RELAZIONI L’ANTICO ED IL NUOVO

AUDITORIUM E PIAZZA ALL’ APERTO

CUPOLA SPAZI COLLEGAMENTI SERVIZI

COLLEGAMENTI

D

SERVIZI

CORONAMENTO

AUDITORIUM

Spazio pubblico

ALZATO Corpo principale n°5 livelli f-t

B

Corpo secondario n°2livelli f-t.

GALLERIA

N PIA

A

C

BASAMENTO LIVELLO IN SCAVO QT 5,50m

GRIGLIA STRUTTURALE

m

,00

T0

Q TA

COLLEGAMENTI VERTICALI

SPAZI COMUNI AL PUBBLICO

PRINCIPIO INSEDIATIVO C’ 10m

B

NTA

PIA

QT

0

-5,5

0

A

SEZIONE A-A’

PRINCIPIO DISTRIBUTIVO E FUNZIONI

N

DISPOSITIVI DI COPERTURA

ATTACCO AL SUOLO

SEZIONE B-B’

Il palazzo compatto situato nel fondovalle della Vaguada della Palma, limite topografico e naturale, si pone come soglia urbana con le linee nette dà risalto alla città storica. Ne è regola la successione base alzato e coronamento. Vi si accede su due lati grazie a due ampi accessi e terrazze collegate agli assi viari attraverso gradonate e rampe, sul lato corto da un accesso disposto su gradonata. Il suolo è inclinato ed il basamento seminterrato eleva il palazzo e la piccola galleria per esposizioni distaccata. La base in pietra ospita sale minori, spazi espositivi e dispositivi di risalita come rampe e gradonate. Proprio lungo la quota intermedia del suolo vi deposita la piazza pavimentata, e il piccolo auditorium all’aperto (430 persone) e la piccola galleria per esposizioni con rampa interna. Il palazzo contiene l’atrio a tutta altezza e la grande sala dei congressi (1300 persone) sulla quale si erge la grande cupola striata in legno,con oculo centrale e forature a lunetta capaci di conferire una luce diffusa. Gli archi leggibili nei parametri in facciata. Bibliografia:

PROSPETTO PRINCIPALE

- Juan Navarro Baldeweg, El croquis 54, Madrid, Editorial El Croquis, 1992, II, 227 p

BASE - ALZATO - CORONAMENTO Simmetria

SEZIONE D-D’

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Asimmetria

Analogie

Base -alzato

- Marinoni, Giuseppe, Metamorfosi del progetto urbano, Milano, Franco Angeli/DIAP;2004, 367p. Pelle di rivestimento in materiale lapideo

REGOLA IN FACCIATA

- Gonzalez Garcia, Angel; José Lahuerta, Juan, Juan Navarro Baldeweg, opere e progetti, Milano, Electa, 11996,

PALAZZO DEI CONGRESSI DI SALAMANCA-Juan Navarro Baldeweg Salamanca, Spagna, 1983, concorso ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Lorena Picone

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Paulo Mendes da Rocha Praça do Patriarca e viaduto do Chà Sao Paulo, 1992-2002 Nel progetto per la sistemazione di Praça do Patrirca, Mendes da Rocha lavora a più scale: umana, architettonica-urbana e metropolitana. Sull'ingresso della galleria, viene realizzata una copertura in acciaio bianco a forma di vela, che ha la funzione pratica di riparare i pedoni dalle intemperie e rappresenta il nuovo punto focale della piazza. La struttura, ha dimensioni ridotte rispetto agli edifici che prospettano sulla piazza. Ha curvatura diversa nei due lati corti quasi a volersi chiudere; rispetto all'edificio Unibanco crea invece uno spazio aperto, che invita a percorrere la galleria sottostante. La vela, studiata come se fosse l'ala di un aereo è realizzata con due lamine al cui interno corre un'orditura di nervature. La struttura diventa una vera e propria nuova porta sulla città e rappresenta una sorta di pausa rispetto alla frenesia della metropoli. E' un intervento di mediazione in tutti i sensi, si oppone allo slancio verticale dei grattacieli attraverso una struttura morbida che si estende in orizzontale, fa da filtro tra la città vecchia e quella antica affinché il passaggio non sia netto ma graduale, e riporta uno stralcio di città ad una scala più umana quasi a ridare la piazza ai suoi abitanti che adesso la possono anche fruire oltre che attraversare.

RAPPORTO DISCONTINUO CON IL SUOLO

NUOVA PORTA DELLA CITTA’

MEDIAZIONE TRA SCALA UMANA ED URBANA

Bibliografia: - Annette Spiro, Paulo Mendez da Rocha, Zurigo, Niggli, 2002. - Bruand Yves, A margem do racionalismo: a Corrente Organica e o Brutalismo Paulista, Sao Paolo, 1981.

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PAULO MENDES DA ROCHA _PRAÇA DO PATRIARCA E VIADUTO DO CHÀ Sao Paulo, 1992-2002 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Rosalia Ippolito

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A. CAMPO BAEZA Cassa di risparmio di Granada Granada, Spagna, 1993

A. CAMPO BAEZA Museo della Memoria Andalusa (MAA) Granada, Spagna, 2004

L’edificio trae dal suolo la sua potenza comunicativa: una grande scatola di cemento si imposta infatti su un basamento che recupera il salto di quota tra le arterie di collegamento che lambiscono l’area. Questo podio, scavato da due corti alberate, amplifica la monumentalità dell’edificio e lo eleva rispetto alla strada, rendendolo visibile dalla grande infrastruttura. Tettonica e stereotomia si combinano nella composizione geometrica dettata da una griglia di maglia regolare che misura le parti e ne assegna le funzioni. Due corpi ad L, si incastrano perfettamente, formando la grande corte centrale a tutta altezza, un “impluvium di luce”, dal quale emerge il volume puro dell’auditorium in cemento a facciavista. Quattro imponenti colonne cave si stagliano dal pavimento per raggiungere la copertura, forata da grandi lucernai che convogliano all’interno i raggi del sole. Lo spazio interno è rarefatto, modellato e scavato dalla luce. Le facciate rivolte a sud sono scandite da una griglia di maglia cubica 3x3x3 m, che diventa un brise soleil.

Il MAA è un centro culturale testimone della storia della Andalusia. Il lotto si pone come porta della città stagliandosi sul fondale delle montagne in continuità con la Caja. Il basamento cela altri due piani ipogei e viene svuotato dai volumi di corte centrale ellittica e hall di ingresso. I tre livelli ospitano la sala espositiva e locali di servizio, sull’ultima fascia un auditorium a tripla altezza. Il fronte rivolto al fiume è l’ingresso principale, qui la porta si apre sul grande volume bianco che si alza per 6 livelli. Cuore del progetto la corte interna. Questa è un’ellisse come quella della corte circolare del palazzo di Carlo V all’Alhambra. Anche l’altezza coincide, costruendo uno spazio capace di essere visto nella sua interezza catturando l’osservatore. E’ il congeniale contenitore di una doppia rampa che distribuisce i livelli. Il corpo per gli uffici si staglia sul basamento stereotomico. L’ultimo livello è bucato dal ristorante con visione panoramica. Il fronte opposto diventa schermo. L’architettura diventa porta di una città moderna che non può fare a meno dell’infrastruttura.

SCHIZZO DI STUDIO SULL’ALLINEAMENTO DELLE ALTEZZE PLANIVOLUMETRICO D’INSIEME

PROSPETTIVA DELLA CONTINUITÀ DEGLI EDIFICI E DEL RAPPORTO COL TERRITORIO

IMPLUVIUM DI LUCE

TETTONICO

ESPLOSO ASSONOMETRICO

0

10

50

100 mt

ANALOGIE DIMENSIONALI CON IL PALAZZO DI CARLO V

PIANTA PIANO TERRA AUDITORIUM E SISTEMA DISTRIBUTIVO

STEREOTOMICO

Bibliografia: - Documenti di Architettura, saggio di Antonio izza, Alberto Campo Baeza. Progetti e costruzioni, Electa; - Abitare, n.420, 2002; - A+U, n.7, 2003; - A+U, n.337, 1998; - AV, n.93-94; - The Architecture Review, n.1266, 2002; - Casabella, n.697,2002;

BASAMENTO

PIANTA PIANO TIPO UFFICI E SISTEMA DISTRIBUTIVO

Bibliografia: - Casabella n°785, 2010; -The Architectural Review n°1350, 2009;

ESPLOSO ASSONOMETRICO

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0

10

50

100 mt

ASSONOMETRIA ACCESSIBILITÀ E DISTRIBUZIONE

www.campobaeza.com

ALBERTO CAMPO BAEZA_CASSA DI RISPARMIO DI GRANADA | MUSEO DELLA MEMORIA ANDALUSA (MAA) Granada, Spagna 1993-2009 ATLANTE DEI SUOLI

All. archh.: Rachele Atanasio | Elisabetta Caruso

20 21


Jean Nouvel Fondation Cartier Parigi, 1994

PLANIMETRIA GENERALE

area privata area comune area di comunicazione percorsi e circolazioni

spazio espositivo scale di emergenza servizi ascensori

BELVEDERE

PIANTA TIPO PIANI UFFICIO

spazio espositivo reception ascensori

MEZZANINO

PIANO TERRA uffici servizi ascensori per i vari spazi lavorativi scale di emergenza

SEMINTERRATO

spazio espositivo spazio dei parcheggi ascensori sala conferenze spazio per ufficio

sala conferenze ascensori scale di emergenza

La Fondation Cartier pour l'art contemporain è stata creata nel 1984 da Alain-Dominique Perrin. Precedentemente situata a Jouy-en-Josas, dal 1994 è ospitata nell'edificio sito in boulevard Raspail. L'opera architettonica si caratterizza per essere basata sulle idee di trasparenza, dissolvenza e smaterializzazione. Il lotto aveva anche uno storico albero, detto albero della vita piantato da Chateaubriand più di 200 anni prima. Jean Nouvel propone una semplice scatola in vetro a nove piani con lunghezza doppia della profondità, che si relaziona col boulevard attraverso una grande parete vetrata che inquadra il vecchio albero di cedri che segna l'ingresso dell'edificio. Disposta lungo la strada, permette una percezione obliqua della sua interezza, tanto che sembra quasi che al di là dell'immensa parete vetrata non ci siano volumi costruiti ma solo riflessi o immagini di una natura fatta di verde e cielo. Ospita uffici privati, una sala esposizione con un bookshop, un giardino interno ed un garage meccanizzato sotterraneo. Concepita in funzione della luce, trasparenza e riflessione fanno della Fondation Cartier una cassa di risonanza delle condizioni atmosferiche, che con la loro mutevolezza ne esaltano le caratteristiche del materiale. Gli alberi hanno presenza ambigua poiché non è chiaro se sono dentro o fuori; sono leggeri dietro una recinzione trasparente e incorporati nella struttura attraverso le finestre scorrevoli dello spazio espositivo che può essere rimosso in estate, svestendo la struttura per rivelare le colonne. Bibliografia - El Croquis, n. 65-66, Madrid, Editorial El Croquis, 1994, 234 p. - Lotus, Jean Nouvel, 46-63 p.

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JEAN NOUVEL_ FONDATION CARTIER Parigi, 1994 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Simona Giuliani

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G.V. Consuegra Lungomare di Vigo Vigo, Portogallo, 1994-2000 L’ intervento proposto da Guillermo Vazquez Consuegra per la città di Vigo affronta il tema del percorso e il rapporto fra centro cittadino e mare. L'interramento della viabilità principale (per un tratto di circa due chilometri), e la realizzazione di parcheggi sotterranei, ha consentito la creazione di un sistema di percorsi pedonali capaci, anche attraverso la realizzazione di servizi, di garantire le giuste connessioni tra il porto e il nuovo sistema urbano, permettendo dunque un attento studio del suolo-basamento, in cui la ridefinizione architettonica opera come una sorta di spartito sul quale le singole architetture sono disposte in armonia come note musicali. La fontana circolare, il casello di controllo e d'ingresso al porto, gli accessi al tunnel di Beiramar, gli arredi dei giardini di Elduayen sono tutti elementi puntuali che ripropongono attraverso una scena urbana fatta di sequenze, il percoso come soggetto: la promenade. Al fine di attenuare l’impatto del traffico è stata prevista una gradinata a zig-zag che concludendosi tra gli alberi forma una terrazza elevata in cui è situata una caffetteria. Nel punto in cui il mare incontra i giardini, una lunga rampa, sale raggiungendo la quota della piazza panoramica. Sopra la darsena della Laxe e nell’ area del porto troviamo, di contrappunto, una gradinata che enfatizza il contatto tra mare e città. Il carattere unico dell’ intervento dona una componente di anonimato all’area, l’architettura si “nasconde” nel progetto in un incessante dialogo tra l’intensa relazione che il luogo intesse con i suoi elementi e la volontà del costruito di annullarsi.

GIARDINI DI ELDUAYEN

SEZIONE TUNNEL BEIRAMAR

PROFILO EDIFICIO - INGRESSO

Bibliografia - Guillermo Vasquez Consuegra, opere e progetti, Milano, Electa, 2005, p. 225-262 Università di Palermo CdL _LM4 _ 2013-2014 A.A. 2013-2014 Università deglidegli StudiStudi di Palermo _ CdL_ LM4 A.A. Re_urban | De_frag Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di IV PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA LABORATORIO di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof.Prof. arch.arch. ZeilaZeila Tesoriere Tesoriere

ATLANTE DEIDEI SUOLI ATLANTE SUOLI

GUILLERMMO VAZQUEZ CONSUEGRA_LUNGOMARE DI VIGO Vigo, Portogallo, 1994-2000 All. arch.: Marcello Pavone

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G.V. Consuegra Museo nazionale di archeologia marittima Cartagena, Spagna, 1995-2008

SEZIONE A-A

SEZIONE B-B

Il Museo Nazionale di Archeologia Subacquea è situato a Cartagena; il primo progetto risale al 1996 ma è stato inaugurato nel 2008. Il sito si trova al margine della città così il limite diventa il principale tema progettuale insieme all’idea di fessura, crepa, intese come quella porzione di spazio che si interpone tra il costruito urbano e il mare. In questo modo, l’autore pone in dialettico confronto due corpi: il primo è un lungo prisma lineare; il secondo è un volume dinamico, infatti cerca di riecheggiare il moto del mare ed è configurato attraverso una sequenza di piani inclinati variamente direzionati, in parte vetrati e trasparenti proprio come l’acqua. Lo spazio tra i due volumi è una frammentazione equivoca, poiché i volumi emergenti sono protuberanze di un complesso spazio interrato che li unisce. La fessura diventa una piazza, poichè è uno spazio pubblico dal valore urbano che media tra il museo e la città. Bibliografia:

PIANTA PIANO TERRA 1:500

Università di Palermo CdL _LM4 _ 2013-2014 A.A. 2013-2014 Università deglidegli StudiStudi di Palermo _ CdL_ LM4 A.A. Re_urban | De_frag Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di IV PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA LABORATORIO di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof.Prof. arch.arch. ZeilaZeila Tesoriere Tesoriere

- Guillermo Vazquez Consuegra, Electa architettura, 2005; AV monografìas n.52, 2008

GUILLERMMO VAZQUEZ CONSUEGRA_MUSEO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA MARITTIMA Cartagena, Spagna, 1995-2008 ATLANTE DEI SUOLI ATLANTE DEI SUOLI All. arch.: Luca Impellizzeri

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F.O.A. Terminal di Yokohama Giappone, 1995-2002 L’International Port Terminal è un complesso destinato ai trasporti, un luogo di continuo flusso, tanto da SCIA AL PASSAGGIO DI UNA NAVE essere collocato ad un’ estremità dell’arteria che identifica il centro e che ha A all’altro estremo opposto lo N stadio, divenendo così il un elemento chiave per la città. A I due architetti nel progettare L il terminal cercano di trasfePARTICOLARE SCIA rire nei loro disegni ciò che O accadrà intorno a dove sarà G costruita l’opera, ossia lavorano in analogia al moviI mento che fa l’acqua al A passaggio di un’ imbarcazione, e così ci si ritrova ad LINEA DELLA SCIA RIPROPOSTA NEL TERMINAL avere dei lineamenti fluidi, riconoscibili sia in pianta che in sezione, molto simili ad una scia che lascia una nave mentre è in navigazione. Il tutto è costruito sopra l’acqua, su un molo, un luogo fra terra e mare.Niente è nascosto, la struttura d’acciaio è anche la superficie, rivestita in legno solo nei piani di calpestio. Proposero un’organizzazione nella quale l’edificio avesse molte variazioni nel percorso. Il progetto assolve tutte le esigenze di parcheggio, attracco e servizio di terminal portuale, ma si caratterizza anche come un vero e proprio parco urbano.

PLANIMETRIA GENERALE DELLA PENISOLA ARTIFICIALE DEL TERMINAL

COSTRUZIONE GEOMETRICA DELLA LINEA DI UNA SCIA D’ACQUA CHE SI FORMA VICINO A UNA NAVE MENTRE E’ IN MOVIMENTO. LA SI PUO’ VEDERE RIPROPOSTA PER ANALOGIA NELLE LINEE IN PIANTA E IN SEZIONE

PIANTA

SEZIONI

Bibliografia:

ristorante salone civico spogliatoi sala d'aspetto

SCHEMA FUNZIONI

rampe

check-in internazionali

percorso sul tetto giardino

spazi verdi

uffici

percorso lento

anfiteatro

sala panoramica

percorso veloce

ponte rivestito in legno

check-in nazionali

accesso al terminal

ascensore

negozi

accesso al parcheggio

area parcheggio

caffetteria

percorso interno al terminal

stazione autobus

ponte d'imbarco

locali tecnici

piazza

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sbarchi internazionali

SCHEMA PERCORSI

sbarchi nazionali

- The Yokohama terminal Architectural record, n.11, New York, 2002. - Yokohama: terminal del Puerto internacional Quaderns d’arquitectura i urbanisme, n.236, Barcellona,2003. - Punto dipartenza Domus, n.851, Milano, 2002. - Un port médiateur L’architecture d’aujourd’hui, n.324, Parigi, 1999. - Yokohama port terminal Casabella, n.708, Milano, 2003.

FOREIGN OFFICE ARCHITECTS_YOKOHAMA INTERNATIONAL PORT TERMINAL Yokohama, Giappone 1995-2002 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Giusi Stagnitta

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Joao Carrilho da Graça Padiglione della conoscenza dei mari Lisbona, 1995-1998

SCOMPOSIZIONE DEL VOLUME

Costruito per l’Esposizione Mondiale di Lisbona del 1998 e posizionato vicino al molo dos Olivais, il Padiglione della Conoscenza dei Mari appare come un monolite dall’immagine chiara e nitida. La grande nave, immobilizzata lungo il fiume Tejo e trasformata in cemento e pietra, rimanda idealmente alla torre di Belém. Essa incorpora l’idea della durata ed evoca il tema del viaggio, della scoperta, mentre conduce lo spettatore attraverso il suo percorso. Il programma prevedeva funzioni espositive temporanee mentre in una fase successiva,l’edificio è stato trasformato in Museo della Scienza. La matrice compositiva del Padiglione risulta dalla compenetrazione di un corpo verticale con uno orizzontale. Quest’ultimo è virtualmente sospeso, rendendo possibile la continuità dello spazio pubblico e SEZIONE A-A’ SEZIONE deiA-A’percorsi compresi tra la strada principale e il molo. Una sottrazione di volume scava il corpo orizzontale dando vita a un patio quadrato all’interno del quale si avvolge una rampa che prolunga il percorso pubblico della quota terra collegandolo con l’accesso situato al livello superiore. La piazza individua un momento di sospensione SEZIONE B-B’ Sezione B-B’ e di silenzio, segnato dalla presenza di una vasca che evoca la presenza dell’acqua nel porto e duplica il patio per poi incontrare il cielo attraverso lo scavo che sfonda il volume.

ASSEMBLAGGIO

RELAZIONE CON IL SUOLO

Bibliografia: PIANTA PIANO TERRA

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PIANTA PRIMO PIANO

SEZIONE C-C’

- Albiero, Roberta; Simone, Rita, Luis carrilho da Graça. Tutte le opere, Milano, Electa

JOAO CARILLHO DA GRAÇA _PADIGLIONE DELLA CONOSCENZA DEI MARI Lisbona, Portogallo, 1995-1998 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Maria Letizia Scimeca

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Xaveer de Geyter Ilot Saint Maurice Lille, 2004

QUALITÀ SPAZIALE

SCHEMA DEI SUOLI

ACCESSO PARCHEGGI

ACCESSO PEDONI

ESPLOSO ASSONOMETRICO

L'intero complesso è concepito come un blocco di città aperta, con una rete di spazi aperti che rende la zona accessibile su tutti i lati. Un ritmo ordinato di strisce parallele costruite e non costruite contrasta con la tessitura irregolare degli alberi esistenti, rendendo le zone costruite interrotte e lo spazio aperto continuo. Quest'ultimo è costituito da una successione di giardini, piazze e percorsi. Il programma prevede un’alta densità di edifici residenziali, uffici e negozi, con un'altezza massima di nove piani, su un sito che fa parte di una cintura verde intorno alle ex mura della città. L’andamento ondulato del terreno configura due diversi livelli di accesso, che ospitano parcheggi, negozi e uffici. La vastità del progetto conferisce una notevole diversità di caratteri dell’edificato, l’attacco a terra si differisce a secondo della quota del terreno, vi sono primi piani integrati al suolo, dove si affacciano gli ingressi dei parcheggi a quota zero o posti nei primi piani degli edifici, e primi piani composti da pilotis dove si aprono gli ingressi agli edifici. L’area, circondata da un anello di strade è resa accessibile da due vie carrabili che attraversano l’edificato seguendo l’orientamento parallelo degli edifici, mentre vicoli e corti si aprono tra le diverse strutture, caratterizzate da tipi diversi di vegetazione. Bibliografia: - Xaveer de Geyter, El croquis n. 126, p. 44-60.

SEZIONE

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XAVEER DE GEYTER_ILOT SAINT MAURICE Lille, Francia 2004 ATLANTE SUOLI ATLANTE DEIDEI SUOLI

All. arch.: Francesco Ferrara

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Alessandro Anselmi Nuovo Municipio in via Portuense Fiumicino, Roma, 1997-2003

PRINCIPIO DI DEFINIZIONE FORMALE _ “L’ORIGAMI ARCHITETTONICO”

SEZIONE CONCETTUALE _ “MATERIA E RELAZIONI”

SUOLO ARTIFICIALE (PIAZZACOPERTURA)

ELEMENTI ASSEMBLATI

STRUTTURA

RAPPORTO COL SUOLO

PIANTA PIANO TERRA

PIANTA PRIMO PIANO

SEZIONE A-A _ RAPPORTO DELL’EDIFICIO CON IL LUOGO

Il nuovo Municipio di Fiumicino è localizzato all’ingresso del centro urbano, occupa un lotto di forma trapezoidale e si affaccia sul canale Pio-Clementino dal quale è separato dall’antica via Portuense. Lo studio della condizione contestuale di partenza pone in evidenza gli elementi fondamentali con i quali la nuova opera avrebbe dovuto mettersi in relazione: il fiume Tevere invisibile dal piano stradale; la via Portuense; il mare. "Bisognava quindi ricostruire una continuità, una sorta superficie piegata che da edificio diviene piazza, spazio pubblico, e si fa poi percorso, argine, fondo del fiume"; e così, in una zona pianeggiante, Anselmi sceglie di configurare una sorta di collina artificiale, la quale offre, l’occasione di fruire il luogo e il paesaggio secondo prospettive inedite: la piazza si conforma prima a piano continuo leggermente inclinato che si innalza in una gradinata a ventaglio e poi diviene facciata, per protendersi infine sopra i due volumi costruiti. Il principio formale corrisponde al progressivo definirsi di una sorta di origami architettonico: Anselmi ha lavorato le superfici come fogli di carta geometricamente piegati, creando piani e superfici che si intersecano e si increspano, determinano spazi interni ed esterni tramite movimenti obliqui e negano i volumi tradizionali. Tutti gli ambienti funzionali si trovano al di sotto della predetta collina artificiale e molti di essi sono concepiti come un’architettura ipogea. Bibliografia: - A. Anselmi, Progetto per il Municipio, Comune di Fiumicino, in Casabella n. 660, ottobre 1998 - M. Argenti, Alessandro Anselmi, progetti romani, in "Area" n. 48, 2000. - A. Anselmi, Il nuovo municipio di Fiumicino: una storia, in Casabella n. 709, marzo 2003.

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ALESSANDRO ANSELMI_NUOVO MUNICIPIO IN VIA PORTUENSE Fiumicino, Roma, 1997-2002 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Silvia Ferrara

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Arata Isozaki Nuovo ingresso al Caixa Forum Barcellona, Spagna, 1999-2002

PLANIMETRIA GENERALE CON CONTESTO

SISTEMA DELLE PERCORRENZE SEZIONE LONGITUDINALE

COLLEGAMENTI VERTICALI

SEZIONE TRASVERSALE

Il nuovo ingresso al Centro Culturale CaixaForum, è un intervento semplice e lineare di circoscritte dimensioni, che si accosta in maniera semplice e diretta all'ex opificio Casaramona, oggi trasformato in Centro Culturale. L'opera è un interessante intervento sul piano figurativo e spaziale, perchè si sviluppa su due diverse quote: quella stradale e quella inferiore. Si tratta di un' importante variazione volta a recuperare il suo vasto spazio interrato. Tale intento porterà a riposizionare l'accesso sull'Avenida Marqués de Comillas, trovandosi pa fare i conti con un prospetto laterale non adeguato alle esigenze di tipo rappresentativo della nuova struttura. L'impegno dell'architetto sarà quello d'impostare la soluzione progettuale dell'ingresso su due diversi registri: nel primo caso, un intervento, di tipo simbolico e funzionale, risolto costruendo un tessuto di assonanze di tipo materico e formale. Nel secondo caso, individuando gli elementi iconici atti a risignificare il fronte secondario dell'opificio attraverso la presenza della "pergola", una pensilina a forma d'albero che segnala l'ingresso del CaixaForum. Bibliografia: - Casabella n. 705, Milano, Elemond, 2002 - Laura Andreini, Arata Isozaki – Opere Architettoniche, Motta Architettura, 2008 Sitografia: - Hortus, Ingresso del centro culturale CaixaForum a Barcellona, La Sapienza, Università di Roma, 20072014

VISTA ASSONOMETRICA

SEZIONE ASSONOMETRICA

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

ARATA ISOZAKI_NUOVO INGRESSO AL CENTRO CULTURALE CAIXIAFORUM Barcellona, Spagna 1999-2002 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Alessandro De Santis

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Zaha Hadid Parcheggio multimodale Hoenheimm Nord Strasburgo, Francia, 1999-2001 In questo progetto, la città ha ritenuto opportuno sviluppare una nuova rete tranviaria per favorire il parcheggio in aree appositamente progettate fuori città e tutelare il centro storico di grande valore artistico dall'inquinamento, invogliando la gente a proseguire in tram verso il centro. Il concetto generale si basa sulla sovrapposizione di campi di linee che si intrecciano per formare un totale e costante movimento che unisca una serie di vuoti. Questi campi sono le linee guida del movimento generato dai veicoli, dalla linea tranviaria, dalle biciclette e dai pedoni. La stazione ha una grande forma irregolare che vista dall'alto ricorda una sorta di sghemba lettera Z. I sostegni sono "elisi" pali cilindrici che creano l'illusione di sostenere una copertura leggera. Il gioco delle linee continue trattate ora come vere e proprie linee di luce sul suolo, ora come frange di luce sul tetto derivanti dall'illuminazione artificiale e naturale, conferisce al parcheggio un carattere totalmente permeato dallo spazio. Ci si propone così di offrire una nuova "natura artificiale" capace di spezzare le barriere fra ambiente naturale e artificiale.

architettura struttura disegno sul suolo campi di linee

linea tranviaria B area parcheggio veicoli terminal nord arteria inter-urbana

Bibliografia: - El Croquis, n 103, Madrid, Editorial El Croquis, 1994. - Av Monografias, n 91, Madrid, 2002. FERMATA PER GLI AUTOBUS. UNICO PUNTO DI CONTATTO CONTINUO TRA COPERTURA E SUOLO. UN PIANO INCLINATO DI CALCESTRUZZO SORGE DAL SUOLO PER FORMARE UNA “TENDA” CHE PROTEGGE I VIAGGIATORI DALLE INTEMPERIE E SI ESTENDE IN ORIZZONTALE LUNGO IL SITO SEGUENDO UNA FORMA A Z.

Università degli Studi di Palermo _ CdL LM4 _ A.A. 2013-2014 Re_urban | De_frag LABORATORIO IV di PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Prof. arch. Zeila Tesoriere

Sitografia: - www.urbipedia.com www.zaha-hadid.com/architecture/ hoenheim-nord-terminus-and-carpark/

ZAHA HADID_ PARCHEGGIO MULTIMODALE HOENHEIMM NORD Strasburgo, 1999-2001 ATLANTE DEI SUOLI

All. arch.: Daniele Lo Presti

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