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In nuovo ruolo di Leandro Greco Leandro Grecos neuer Job

Il nuovo ruolo di Leandro Greco

Alla soglia dei 35 anni il centrocampista romano, autore di due reti in Champions League, protagonista ai massimi livelli con le casacche di Roma, Genoa, Livorno, Verona e Olympiacos Pireo e tra i cadetti con Verona, Pisa, Piacenza, Bari, Foggia, Cremonese, Cosenza e Perugia abbandona la carriera agonistica per intraprendere quella di tecnico al fi anco di mister Ivan Javorcic come “vice”.

Leandro Greco alla soglia dei 35 anni appende le scarpe al fatidico chiodo, sveste i panni del giocatore per indossare quelli del tecnico e mettere a regime il patentino di allenatore già in suo possesso. Alle spalle una carriera lunga e costellata da momenti importanti, chiusa in maglia biancorossa con 34 presenze nella stagione 2020-2021, di cui 29 nel girone B del campionato di serie C con 4 assist, a cui si aggiungono 4 gare nei play-off e 1 gara di Coppa Italia Lega Serie A. Nato a Roma, il 19 luglio 1986, 184 centimetri, mancino, Leandro Greco, arriva alla Roma all’età di 10 anni per iniziare tutta la trafila delle giovanili. Il curriculum calcistico è di quelli importanti. Il centrocampista romano, autore di due reti in Champions League, tra serie A e serie B nazionali è arrivato alla soglia dei 240 gettoni, a cui si aggiungono le gare nella massima divisione ellenica. In sintesi: 118 presenze in serie A con le casacche di Roma, Genoa, Livorno e Verona, 24 nella A greca con l’Olympiacos e 121 in B con Verona, Pisa, Piacenza, Bari, Foggia, Cremonese, Cosenza e Perugia. Oltre 350 partite da professionista, 13 reti, 19 assist con 9 gare in Champions League con le maglie di Roma

BOLZANO BOZEN FCSUDTIROL Leandro Greco(3 e una rete) e Olympiacos Pireo (6, con una rete e un assist) più due gare in Europa League con gli ellenici. Con l’FC Südtirol ha disputato la sua ultima stagione da calciatore, decidendo di switchare: ancora sul campo, ma ora nelle vesti di allenatore, di “vice” di Ivan Javorcic Leandro Greco non nasconde emozione e soddisfazione: com’è maturata la decisione di intraprendere la nuova carriera? “L’avevo in mente da un po’ di tempo e credo sia un’evoluzione naturale della mia carriera. Più o meno a metà giugno si sono combinate una serie di cose che mi hanno indotto ad operare una scelta che ritengo importante. Da quattro anni sono in possesso del patentino Uefa B, quindi quando mi è stata proposta l’opportunità da parte della società di assumere il ruolo di vice allenatore ho deciso di coglierla al volo. Per quello che sento dentro come persona e professionista si trattava di una proposta davvero importante, che andava colta subito. Ringrazio chi ha riposto fiducia nel sottoscritto, il direttore sportivo e il mister. Sono entusiasta di poter iniziare la nuova carriera in una società in cui c’è grande organizzazione e strutture di alto livello. Qui c’è tutto per fare professionismo. Ho una grande voglia di cominciare a pieno regime nel nuovo ruolo e sono felicissimo di iniziare a mettermi in gioco anche con una veste diversa in una piazza che ha tanta voglia di crescere sotto tutti i punti di vista e in cui ci sono tutte le condizioni per farlo. E’ motivo di orgoglio pensare che abbiano scelto me”. Il primo approccio come lo consideri? “Sono meticoloso e abituato a vivere qualsiasi esperienza con grande intensità, quindi ho iniziato questa nuova carriera con passione ed entusiasmo, cercando di curare i dettagli”. Per diversi giocatori biancorossi, fino a qualche settimana fa, Leandro Greco era il compagno di squadra, ora è il vice allenatore: come sono cambiati i rapporti? “Quando è diventato ufficiale, come era doveroso fare, mi sono cancellato dalla chat di squadra congedandomi con un messaggio per dire, in sintesi, che cambia il ruolo ma non il modo di essere che hanno conosciuto all’interno dello spogliatoio”. Quando hai conosciuto mister Ivan Javorcic? 20 “Ho avuto modo di stare a contatto con il mister in occasione del suo arrivo in biancorosso. Ci siamo conosciuti e confrontati. Ho appreso e condiviso le sue visioni e idee per iniziare ad impostare il lavoro insieme”.

Come valuti la scorsa stagione? “A livello di squadra è stata una stagione molto positiva, con grandi miglioramenti, con 75 punti conquistati, purtroppo non è stata coronata dall’obiettivo che ad un certo punto ci pareva molto vicino. E’ stato fatto qualcosa di importante e il rammarico è comprensibile, anche se c’è la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile. Dobbiamo ripartire da quando di buono è stato fatto con la forte volontà di rimetterci in gioco. In futuro cercheremo, nei rispettivi ruoli e ambiti, di fare ancora meglio”. “Seguo con particolare attenzione tutti coloro che si occupano della gestione del gruppo, oltre le dinamiche strettamente legate al campo e alla tecnica, ma con il focus rivolto alla valorizzazione delle persone nel loro complesso. La cultura dell’alibi è un marchio di fabbrica di Velasco: è soprattutto negli sport di squadra che si tende a scaricare le responsabilità e a non guardarsi dentro. Ma anche nella vita quotidiana è così. Ogni atleta nelle difficoltà tende a crearsi un alibi, una spiegazione esterna ai propri comportamenti anziché affrontare il problema e assumersi le proprie responsabilità. Riportando la responsabilità sotto la gestione di ogni singolo individuo, le persone iniziano a dare il meglio di sé indipendentemente dalle circostanze esterne e questo genera uno straordinario circolo virtuoso all’interno del gruppo”.

Da giocatore ti sei ispirato alle teorie formative di Julio Velasco, compresa la famosa “cultura dell’alibi”. Gli insegnamenti del tecnico-formatore costituiranno per te delle preziose linee guida anche nel nuovo percorso? In una precedente intervista avevi esaltato le qualità umane, oltre che tecniche, di un tuo ex allenatore, Luis Enrique: cosa hai pensato quando nel recente Europeo ha avuto modo di farsi apprezzare da tutta l’opinione

pubblica proprio per aver messo in mostra doti non comuni? “Ho avuto la fortuna di avere tanti allenatori molto bravi e importanti. Da tutti ho potuto imparare tanto. Luis Enrique, con il quale ho lavorato in un momento importante e particolare della mia carriera, nel corso dell’Europeo ha detto delle cose importanti, che forse avrebbero potuto essere amplificate ancora di più. Le sue risposte e riflessioni in situazioni decisamente difficili e delicate sono state di uno spessore e di un valore culturale assoluto, da cui dobbiamo trarre insegnamento tutti, indistintamente. Ha dimostrato di essere la stessa persona che avevo avuto modo di conoscere e apprezzare diversi anni fa”.

Alle spalle cosa ti lasci? “Mi lascio impegno, sacrificio e passione, cose che intendo portarti dietro nel nuovo impegno. Non mi piace parlare di quello che ho fatto, non sono abituato a guardarmi indietro. Quello che mi importa di più è il presente e il futuro. Sono le nuove sfide che mi stimolano: ora sono proiettato verso il nuovo compito. Se proprio devo guardarmi indietro posso dire che avrei desiderato fare qualche campionato in più in serie A nel momento migliore della carriera. Al tempo stesso sono contento di aver giocato con tanti bravi calciatori, a cominciare da Francesco Totti, uno che aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri”.

La serie C cambierà suddivisione geografica dei gironi: con il girone A in orizzontale potrebbe cambiare qualcosa? “Dipenderà soprattutto da noi, dal nostro approccio. Lo scorso anno il nostro raggruppamento ha visto protagoniste realtà e piazze importanti, ambiziose, attrezzate, è stato complicato, però noi siamo stati competitivi. Su come sarà il prossimo campionato dipenderà più che altro da noi stessi. Personalmente sono positivo di natura: da parte nostra c’è e ci sarà la volontà ferma di lavorare bene e intensamente per puntare a fare sempre il meglio possibile”.

Nella nuova veste, nel nuovo ruolo hai un sogno nel cassetto? “Sì, ce l’ho. E’ importante, ma preferisco non svelarlo ora…”.

Si sono combinate una serie di cose che mi hanno indott o ad operare una scelta che ritengo importante. Da quatt ro anni sono in possesso del patentino Uefa B, quindi quando mi è stata proposta l’opportunità da parte della società di assumere il ruolo di vice allenatore ho deciso di coglierla al volo. Per quello che sento dentro come persona e professionista si tratt ava di una proposta davvero importante, che andava colta subito. Ringrazio chi ha riposto fi ducia nel sott oscritt o e il mister che ha accett ato la mia fi gura nel suo staff .

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Leandro Grecos neuer Job

Der 35jährige Römer zog in der letzten Saison die Fäden im weißroten Mittelfeld, steht dem FC Südtirol künftig aber in einer neuen Rolle zur Verfügung. Greco beendete im Sommer seine aktive Profi karriere und ist fortan die rechte Hand von Coach Ivan Javorcic.

Neuer Job, neue Rolle. Leandro Greco gab Mitte Juni seinen Rücktritt als Profifußballer bekannt, bleibt dem FC Südtirol aber weiterhin erhalten. Der 35jährige Römer, der in der vergangenen Saison 34 Pflichtspiele für die Weißroten bestritt, dient künftig als Assistent von Cheftrainer Ivan Javorcic.

Leandro Greco stellt dem FC Südtirol seine große Erfahrung ab sofort vom Schreibtisch und von der Seitenlinie aus zur Verfügung. Der ehemalige Mittelfeldspieler kommt aus dem Jugendsektor vom AS Rom und stand später gemeinsam mit Legenden wie Totti und De Rossi auf dem Spielfeld des „Olimpico“. Mit rund 120 Serie A-Matches und 9 Champions League-Einsätzen, bereichert mit zwei Treffern, kann Greco auf eine erfolgreiche Profikarriere zurückblicken. Im Rahmen dieser hat er reichlich Erfahrung gesammelt, um nun sein Wissen und seine Kenntnisse zu lehren und weiterzugeben.

Leandro, man sieht dir die Begeisterung für deine neue Rolle förmlich an: Wie kam es zu dieser Karriere- bzw. Lebensentscheidung? „Ich hatte diese Idee schon länger im Kopf. Mitte Juni ergaben sich dann einige Situationen, welche dazu führten, einen neuen Abschnitt meines Lebens zu beginnen. Seit vier Jahren bin ich im Besitz des Trainerscheins Uefa B und als mir der FC Südtirol den Posten als Assistenztrainer anbot, nahm ich das Angebot mit großer Freude an. In meinem Inneren spürte ich, dass dies die richtige Entscheidung war. Ich möchte dabei die Gelegenheit nutzen, um mich für das geschenkte Vertrauen zu bedanken. Insbesondere bei Coach Javorcic, welcher mich in seinem Mitarbeiterteam aufgenommen hat. Ich kann es kaum erwarten, mich in dieses neue Abenteuer zu stürzen und mich auf die Probe zu stellen. Der Verein weiß was er will, ist sehr ambitioniert und hat ein enormes Wachstumspotenzial.“

Wie fühlst du dich in dieser neuen Rolle? „Ich bin ein sogenannter Erbsenzähler und lege mich bei jeder Aufgabe voll ins Zeug. Der Enthusiasmus für diese neue Herausforderung ist riesig.“

Bis vor wenigen Wochen war Leandro Greco für die Spieler ein Teamkollege, seit Neuestem ist er einer der Coaches: Wie verändern sich hierbei die Beziehungen? „Natürlich wird es anfangs etwas eigenartig sein. Doch man muss auch diese Situation professionell handhaben und motiviert nach vorne blicken. Ich habe es den Jungs auch im Whatsapp-Spielergruppenchat mitgeteilt, als ich ausgetreten bin: Ich schlüpfe in eine neue Rolle, bin aber weiterhin der Mensch, den sie bisher kennengelernt haben.“

BOLZANO BOZEN FCSUDTIROL Leandro GrecoWann haben Sie Ivan Javorcic persönlich kennengelernt? „Bei seiner Ankunft in Bozen habe ich erstmals mit dem Coach gesprochen. Wir haben uns über mehrere Themen ausgetauscht und uns so besser kennengelernt. Ich teile seine Ideen bzw. Visionen voll und ganz und bin mir sicher, dass wir gemeinsam erfolgreich arbeiten können.“ Blicken wir kurz in die Vergangenheit: Wir würden Sie die abgelaufene Saison bewerten? „Auf mannschaftlicher Ebene war es eine starke Saison. Natürlich waren wir enttäuscht, dass wir das ganz große Ziele nicht erreicht haben. Auch weil es zwischenzeitlich zum Greifen nah schien. Wir sind uns jedoch bewusst, eine herausragende Meisterschaft gespielt zu haben und können uns diesbezüglich nichts vorwerfen. Wir haben den richtigen Weg eingeschlagen. Jeder von uns muss aber versuchen, sich in Zukunft noch weiter zu steigern. Alle müssen am selben Strang ziehen und die jeweiligen Rollen respektieren. Auch persönlich hat mir die abgelaufene Saison viel mit auf den Weg gegeben. Die ersten Wochen beim FCS waren keine einfachen, doch ich habe mich an die Realität angepasst und so mein Bestes geben können.“ Du hattest mal verraten, ein großer Fan der Lehren von Julio Velasco zu sein: Jetzt mehr denn je wirst du von seiner Alibi-Theorie Gebrauch machen … „Dies ist sicherlich eine der wichtigsten Lehren von Velasco. Insbesondere im Mannschaftssport tendieren die Athleten dazu, die Verantwortung auf die Teamkollegen abzuschieben. Auch im Alltag ist das nicht anders. Der Mensch versucht stets externe Erklärungen für seinen Misserfolg zu finden. Das Problem kann jedoch nur dann gelöst werden, wenn man die Ursache bei sich selbst sucht und interne Lösungen findet. Durch dieses Verhalten wird man zum Vorbild für die Mitmenschen, was wiederrum eine positive Kettenreaktion auslöst.“ Was nimmst du von deiner aktiven Profikarriere mit? „Ich lebe nicht gerne in der Vergangenheit, sondern blicke immer nach vorne. Meine Leistungen bzw. Taten bewerte ich immer sehr streng und kann offen sagen, dass in meiner Karriere vielleicht etwas mehr drinnen gewesen wäre. Damit meine ich, dass ich in meinen 24 besten Jahren länger in der Serie A spielen hätte können. Nichtsdestotrotz hatte ich die Möglichkeit mit Legenden wie Francesco Totti spielen zu dürfen und das macht mich überglücklich. Jetzt konzentriere ich mich hingegen voll und ganz auf meine neue Aufgabe beim FC Südtirol.“

Mitt e Juni ergaben sich einige Situationen, welche dazu führten, einen neuen Abschnitt meines Lebens zu beginnen. Seit vier Jahren bin ich im Besitz des Trainerscheins Uefa B und als mir der FC Südtirol den Posten als Assistenztrainer anbot, nahm ich das Angebot mit großer Freude an. In meinem Inneren spürte ich, dass dies die richtige Entscheidung war. Ich möchte dabei die Gelegenheit nutzen, um mich für das geschenkte Vertrauen zu bedanken. Insbesondere bei Coach Javorcic, welcher mich in seinem Mitarbeiterteam aufgenommen hat.

Im Laufe deiner Karriere hattest du einige hochkarätige Trainer. Von wem konntest du deines Erachtens am meisten lernen? „Ich hatte das Glück, von mehreren charismatischen und professionellen Übungsleitern trainiert zu werden. Wenn ich einen nennen muss, dann fällt meine Wahl auf Luis Enrique. Er coachte mich in einem besonderen und äußerst wichtigen Moment meiner Karriere. Auch Giovanni Stroppa, welcher selbst beim FC Südtirol tätig war, gab mir viel Wissen mit auf den Weg. Weiters fasziniert mich die Arbeitsweise vom Argentinier Marcelo Bielsa.“

In der kommenden Saison werden die Kreise der Serie C horizontal aufgeteilt. Erwartest du dir große Unterschiede bzw. Veränderungen? „Das kann man im Moment nur schwer sagen. In der vergangenen Saison spielten wir gegen zahlreiche Traditionsclubs mit großem Budget, doch wir haben konstant im absoluten Spitzenfeld mitgemischt. Ob die nächste Meisterschaft einfacher oder schwieriger wird, hängt hauptsächlich von uns ab. Ich bin ein Optimist und bin deshalb zuversichtlich, dass wir durch harte Arbeit große Ziele erreichen können.“

Hast du als Trainer auch schon einen Traum, den du eines Tages verwirklichen möchtest? „Na klar, man muss immer auf ein bestimmtes Ziel hinarbeiten. Meinen Traum werde ich aber jetzt noch nicht verraten …“

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