NR. 1 2015
D A S M A G A Z I N F Ăœ R M E R A N U N D umge b ung
L A R I V I S TA P E R M E R A N O E dintorni
Eine Reise durch das Apfelland
Alla scoperta della mela
Die steile Karriere des Designers Martino Gamper L’ascesa di Martino Gamper, nuova stella del design
Der Aufstieg Merans zur internationalen Musikstadt Merano, cittĂ cosmopolita della musica
www.suedtirol.info 2 //
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Die Seele des Ortes
E
Edit o r ial / e
Matteo Thun Der vielfach ausgezeichnete Designer und Architekt lebt und arbeitet in Mailand. Auch einige Projekte im Meraner Land tragen seine Handschrift: das Hotel vigilius mountain resort oberhalb von Lana, die Therme Meran oder die Aussichtsplattform der Gärten von Schloss Trauttmansdorff in Meran.
Designer e architetto pluripremiato, vive e lavora a Milano. Alcuni edifici a Merano e dintorni portano la sua firma, come l’hotel vigilius mountain resort sulle montagne sopra Lana, le Terme Merano e la piattaforma panoramica dei Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano.
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Als Bozner habe ich eine ganz besondere Beziehung zu Südtirol, einer Region, die ich als Student vor 45 Jahren verlassen habe. In der Natur dieses Landes aufzuwachsen hat mich geprägt, denn die Natur generiert Qualität und nicht der Mensch. Die Landschaft, insbesondere die Berge, ist sicherlich die größte Stärke Südtirols. Ich glaube ja, dass die Dolomiten die schönsten Berge der Welt sind. Deshalb sollte man in diesem Land mit baulichen Eingriffen vorsichtig sein, um die Zersiedelung nicht noch weiter voranzutreiben. Als ein Mensch, der in den Bergen groß geworden ist, finde ich grundsätzlich die schiefe Ebene interessanter als die ebene Fläche. Das alpine Bauen ist schwieriger, aber auch reizvoller, weil hier die fünfte Fassade, nämlich das Dach, die Dominante ist: Sie ist von den umliegenden Bergen aus erkennbar und somit landschaftsprägend. Beim Entwerfen von Gebäuden muss darüber hinaus der Genius Loci miteinbezogen und auf einen respektvollen Umgang mit der Natur geachtet werden. Das ist die Vorgehensweise, die ich mir als Architekt wünsche. Ich beschäftige mich bei jedem neuen Projekt zuerst intensiv mit dem geistigen Klima des Ortes, den kulturellen und historischen Hintergründen, seiner Flora und den Ressourcen und versuche, die Seele des Ortes zu interpretieren. Das ist Ausgangspunkt für alle meine Arbeiten.
L’anima del luogo Da bolzanino ho un rapporto del tutto particolare con l’Alto Adige, una regione che ho lasciato 45 anni fa quand’ero studente. Essere cresciuto in mezzo alla natura di queste terre mi ha plasmato profondamente, perché è la natura e non l’uomo a generare la qualità. Il paesaggio, in particolare le montagne, è certamente il maggior punto di forza dell’Alto Adige. Credo addirittura che le Dolomiti siano le montagne più belle del mondo. Perciò quando si costruisce in questo paese si dovrebbe prestare attenzione a non accelerare ulteriormente il processo di urbanizzazione. Dato che sono cresciuto in montagna penso fondamentalmente che i piani inclinati siano più interessanti dei piani orizzontali. Costruire
sulle Alpi è più difficile ma anche più stimolante, perché qui la quinta facciata, vale a dire il tetto, diventa dominante: è ben visibile dai rilievi circostanti e dunque ha un ruolo fondamentale nel caratterizzare il paesaggio. Quando si progettano nuovi edifici, inoltre, è necessario tenere conto del Genius Loci e instaurare un rapporto rispettoso con la natura. È questo il modo di procedere che prediligo come architetto. Quando inizio un nuovo progetto per prima cosa mi preoccupo di comprendere a fondo il clima spirituale del luogo, il suo retroterra culturale e storico, la flora e le sue risorse naturali e cerco di interpretarne l’anima. Questo è il punto di partenza di ogni mio lavoro. // 3
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Editorial
Favoriten
Bergsteigen und Co.
Stararchitekt Matteo Thun über das Arbeiten im alpinen Raum
Produkte: Typisches, Neues und Überraschendes aus dem Meraner Land
Zahlenspiele: Wie man im Meraner Land aktiv sein kann
Editoriale
Preferiti
Qualche numero: quali attività si possono svolgere a Merano e dintorni
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News
Karriere
Events und Jubiläen: Veranstaltungstipps für den Sommer
Porträt: Der Meraner Martino Gamper zählt zu den weltweit angesagtesten Designern
Von Strauss bis Revolverheld: In Meran geben sich berühmte Musiker die Klinke in die Hand
News
Carriere
La città della musica
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Kochwerkstatt
Wohlfühlen
Reportage: Zu Besuch bei einem Foodie Factory-Event im Passeiertal
10-jähriges Jubiläum: Wie die Therme Meran Altes neu interpretiert
Officina del gusto
Benessere
L’archistar Matteo Thun: progettare nello spazio alpino
Eventi e anniversari: le manifestazioni consigliate per l’estate
12 Apfelwelt Reise: Eine Foodbloggerin unterwegs im Apfelland
Il mondo delle mele Viaggio: una foodblogger nella terra delle mele
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Prodotti: creazioni esclusive, nuove e sorprendenti di Merano e dintorni
Ritratto: il meranese Martino Gamper, un designer di tendenza famoso nel mondo
Reportage: un evento di Foodie Factory in Val Passiria
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Alpinismo & Co.
46 Die Musikstadt
Da Strauss ai Revolverheld: i musicisti più famosi che passano o sono passati per Merano
Anniversario dei dieci anni: le Terme Merano reinterpretano il passato
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Echte Qualität am Berg
Kunst und Natur
Einblicke: Wie Charakterköpfe Hütten und Almgasthäuser führen
Pura qualità in montagna
Approfondimenti: persone speciali che gestiscono rifugi e locande sulle malghe
70 Ein Leben für den Jazz Interview: Helga Plankensteiner und Michael Lösch mischen die Jazzszene auf
Event: Das internationale Festival „Meraner Frühling“
Arte e natura
Evento: Il festival internazionale “Primavera meranese”
88 Service Wimmelbild: Wissenswertes und Interessantes für den Urlaub
Info
Panoramica: cose da sapere e notizie interessanti per la vostra vacanza
Una vita per il jazz
Intervista: Helga Plankensteiner e Michael Lösch mettono sottosopra il mondo del jazz
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DEX
90 Vorschau Winterausgabe 2015/16 Impressum
78 Märchenhaftes Schloss Hineingeblickt: Auf Castel Katzenzungen werden rauschende Feste gefeiert
Un castello da fiaba
Visti da vicino: le magiche feste di Castel Katzenzungen
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Anteprima
Inverno 2015/16 Impressum
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Funsport Bagjump ist ein neuer Funsport, der seit 2014 auch im Wander- und Skigebiet Schwemmalm im Ultental für Nervenkitzel sorgt. Von den unterschiedlich hohen Plattformen eines Turms aus springen Waghalsige auf ein riesiges Luftkissen. Für eine sanfte und sichere Landung sorgt eine Aufpralldämpfung.
news
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schwemmalm.com
Funsport Bagjump è una nuova attrazione fun & action che già dal 2014 dispensa emozioni per tutti nell’area escursionistica e sciistica della Schwemmalm, in Val d’Ultimo. Qui i più coraggiosi possono lanciarsi da una torre provvista di piattaforme situate a varie altezze. Il gigantesco cuscino gonfiabile sottostante, che assorbe completamente l’impatto, garantisce un atterraggio morbido e sicuro. i
30 Jahre Südtirol Classic
schwemmalm.com
Vom 5. bis 12. Juli 2015 findet zum 30. Mal die „Südtirol Classic“ statt, eine Genuss-Rallye für Oldtimer-Fahrer. Dabei stehen nicht ausschließlich die sportlichen Stunden hinter dem Steuer im Vordergrund: Die einzelnen Etappen, die alle von Schenna aus starten, sind mit diversen Stopps in Restaurants und Cafés gespickt. i
suedtirolclassic.com
Trent’anni di Südtirol Classic Dal 5 al 12 luglio 2015 si svolgerà la trentesima edizione della “Südtirol Classic”, un rally per buongustai riservato ai conducenti di auto d’epoca. Tema dell’evento non sono solo le ore di pratica sportiva trascorse al volante: a dare più sapore alle singole tappe, che partono tutte da Scena, sono infatti varie soste in ristoranti e caffetterie. i
suedtirolclassic.com
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King of the Alps 2015 ist das Passeiertal wieder Schauplatz des Kajak-Events „King of the Alps“. Vom 12. bis 14. Juni kämpfen sich Extremsportler aus der ganzen Welt in unterschiedlichen Disziplinen (Marathon, Head2Head, Open Race) durch die Fluten des Wildbaches Passer. Gleichzeitig findet außerdem ein Outdoor-Filmfestival statt und nach den Wettkämpfen gibt es eine Abschlussparty. i
king-alps.com
King of the Alps Nel 2015 la Val Passiria è di nuovo teatro dell’evento canoistico “King of the Alps”. Dal 12 al 14 giugno sportivi estremi provenienti da tutto il mondo si sfideranno in varie discipline (maratona, Head2Head, Open Race) sulle rapide del torrente Passirio. Contemporaneamente si svolgerà un festival di film outdoor e dopo le competizioni si terrà un party conclusivo. i
king-alps.com
Wandertipp
Foto: Lorenz Lang, Runder Tisch - Schwarzseespitz, Artist: Franz Messner
Südtiroler Himmelstour mit dem schönsten Blick auf die Dolomiten. Proposta di escursione
Cieloronda con il miglior panorama alle Dolomiti. Hiking Tip
www.e ff ektiv.it
The most beautiful skytour of the Dolomites.
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I-39054 Ritten / Renon Tannstrasse 21 via Tann Tel. +39 0471 35 29 93 rittnerhorn@ritten.com // 7 www.ritten.com
news
Internationale Pferderennen
Meraner Höhenweg feiert Jubiläum
Merans Pferderennplatz feiert 2015 seinen 80. Geburtstag. Seit 1935 finden auf einer der größten Pferdesportanlagen Europas Rennen statt. Die Saison beginnt traditionell mit dem Haflinger-Galopprennen am Ostermontag und dauert bis Oktober. Ein Höhepunkt ist der „Große Preis von Meran“, ein international hochdotiertes Hindernisrennen am letzten Sonntag im September.
1985 wurde der Meraner Höhenweg feierlich eröffnet – 30 Jahre später zählt er zu den schönsten Wanderrundwegen Südtirols. Er führt am Rand des Naturparks Texelgruppe entlang und umrundet auf einer Länge von rund 100 km die gleichnamige Texelgruppe. Entlang des Weges befinden sich Jausenstationen, Gasthöfe und Schutzhütten.
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merano-galoppo.it
meranerland.com/meraner-hoehenweg/
Corsa di cavalli internazionale
L’Alta Via di Merano festeggia il suo anniversario
L’ippodromo di Merano festeggia nel 2015 il suo ottantesimo anniversario. È dal 1935 che in quello che è uno dei più grandi ippodromi d’Europa si disputano gare di ippica. La stagione inizia tradizionalmente il lunedì di Pasqua con la corsa dei cavalli avelignesi e si protrae fino a ottobre. Il culmine si raggiunge con il “Gran Premio di Merano”, una gara a ostacoli tra le più importanti a livello internazionale che ha luogo l’ultima domenica di settembre. i
Abenteuerfahrt auf der Passer Vorbei an Stromschnellen, an imposanten Walzen und Wasserfällen – wer nach dem außergewöhnlichen Erlebnis sucht, kann eine Wildwasserfahrt auf dem Meraner „Hausfluss“, der Passer, wagen. Das junge Team von Südtirol Rafting besteht aus erfahrenen Raftguides, die Einheimischen und Gästen einen ungewohnten Blick auf eine vielfältige Natur- und Flusslandschaft ermöglichen.
merano-galoppo.it
Nel 1985 veniva inaugurata con grandi festeggiamenti l’Alta Via di Merano che da 30 anni è considerata uno degli itinerari escursionistici più belli dell’Alto Adige. Il percorso costeggia i bordi del Parco Naturale di Tessa e permette di compiere un anello di circa 100 km intorno all’omonimo gruppo montuoso. Lungo il sentiero si trovano vari punti tappa dove è possibile fare uno spuntino, pernottare o trovare riparo in caso di maltempo. i
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meranerland.com/alta-via-di-merano/
südtirolrafting.com
Un viaggio avventuroso sul Passirio Vedere da vicino rapide, vortici imponenti e cascate: chi cerca un’esperienza fuori dall’ordinario può provare una discesa sulle acque vive del “fiume di casa”, il Passirio. Il giovane team di Südtirol Rafting è composto da esperte guide di rafting che accompagnano turisti e abitanti della valle a scoprire da un insolito punto di vista un paesaggio naturale e fluviale assolutamente mai monotono. i
südtirolrafting.com
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Merano Vitae Zeit für Entspannung Von Anfang April bis Ende Juni 2015 findet zum fünften Mal „Merano Vitae“ statt. Im Zentrum der dreimonatigen Veranstaltung, die Teil des Projektes „Südtirol Balance“ ist, steht in diesem Jahr das Thema „Wasser und Garten“. Zeit für Entspannung finden die Besucher etwa bei einem gesunden Merano Vitae-Frühstück, bei einer Nachtwanderung zum Partschinser Wasserfall oder bei einem Spaziergang durch den Klostergarten Galanthus in Lana.
Meraner Schokowürfel
Meisterliche Handwerkstradition unverwechselbar im Geschmack.
Dado meranese al cioccolato
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meranerland.com/balance
Merano Vitae Tempo di relax Dall‘inizio di aprile alla fine di giugno 2015 si svolgerà la quinta edizione di Merano Vitae. Quest’anno la manifestazione della durata di tre mesi, che fa parte del progetto “Alto Adige Balance”, ha come tema Acqua e Giardini. I visitatori possono godere di piacevoli momenti di relax gustando una sana Colazione Merano Vitae, o compiendo un’escursione notturna alla Cascata di Parcines o una passeggiata nei giardini del Convento Galanthus a Lana. i
meranodintorni.com/balance
Sommerskilauf auf dem Gletscher
Un capolavoro della tradizione artigianale dal gusto inconfondibile.
Vom 12. Juni bis 12. Juli 2015 sind die Skipisten Grawand und Finail am Schnalstaler Gletscher am Vormittag geöffnet und sorgen auch im Hochsommer für winterliches Flair. Die breiten Hänge auf bis zu 3.200 Meter Höhe eignen sich sowohl für Skianfänger als auch für ambitionierte Skifahrer. i
schnalstal.com
Sci estivo sul ghiacciaio Dal 12 giugno al 12 luglio 2015 le piste da sci Grawand e Finail sul ghiacciaio della Val Senales sono aperte al mattino per permettere di godere del fascino dell’inverno anche in piena estate. Gli ampi pendii fino a 3.200 m di altitudine sono adatti sia ai principianti che a sciatori provetti. i
valsenales.com facebook.com/erbbrot
Selected for Merano WineFestival
in Meran | a Merano
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Zentrum, Rennweg 50 ore 6-19 Uhr durchgehend/continuato ■ Centro, Via delle Corse, 50 Tel. 0473 237 925 Obermais, Dantestr. 21 ore 6-13.00 Uhr / ore 15.30-19.00 Uhr ■ Maia Alta, Via Dante, 21 Tel. 0473 231 384 Untermais, Matteottistr. 40 ore 6-13.00 Uhr / ore 15.00-19.00 Uhr ■ Maia Bassa, Via Matteotti, 40 Tel. 0473 236 128 West, Enrico Toti Str. 43 ore 6-13.00 Uhr / ore 15.30-19.00 Uhr ■ Ovest, Via Enrico Toti, 43 Tel. 0473 200//094 9 Unsere Filiale im Rennweg ist auch jeden Sonntag von 8.30-12.30 Uhr für Sie da! Il ns. punto vendita in via delle Corse è aperto anche di domenica dalle ore 8.30-12.30!
news
Weg der Stille
Das Kaisermenü Der 185. Geburtstag des österreichischen Kaisers Franz Joseph I. im Jahr 2015 ist Karl Platino, in der Gegend als „Onkel Taa“ bekannt, ein eigenes Menü wert. Kein Wunder: Platino besitzt nicht nur ein Restaurant in Partschins, sondern auch das K.-u.-k.-Museum Bad Egart mit der größten Habsburger-Privatsammlung der Welt. Seinem Vorbild zuliebe wird sich das Unikum wieder einen Vollbart wachsen lassen. i
onkeltaa.com
Stille bewusst erleben: Dazu lädt ein Wanderweg zum Klosterdorf Karthaus im Schnalstal ein. Der Themenweg, auf dem Wanderer auf Schilder mit philosophischen Zitaten treffen, gehört zum Projekt „Silentium“, das Karthaus aufwerten will. So erzählt am historischen Kreuzgang im Dorf ein Kurzfilm vom Leben in dem ehemaligen Kloster. i
schnalstal.com
La via del silenzio Vivere il silenzio in modo consapevole: è l’esperienza suggerita dal sentiero escursionistico che conduce al borgo conventuale di Certosa, in Val Senales. Questo itinerario tematico, percorrendo il quale i visitatori incontrano una serie di pannelli con citazioni filosofiche, fa parte del progetto “Silentium” che ha lo scopo di valorizzare la Certosa. Un breve filmato visibile nel chiostro storico del borgo racconta la vita nell’antico convento. i
Il menu dell’imperatore
valsenales.com
Nel 2015 cade il 185° compleanno dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe I e per Karl Platino, conosciuto dalle sue parti come “Onkel Taa”, merita un menu speciale. Niente di strano: Platino è proprietario non solo di un ristorante a Parcines ma anche del K.u.k. Museum Bad Egart (Museo reale ed imperiale dei Bagni Egart), la più grande collezione privata di cimeli asburgici del mondo. E come omaggio al suo idolo questo personaggio eccentrico si sta facendo crescere, per l’ennesima volta, una barba del tutto simile a quella dell’imperatore. i
onkeltaa.com
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Ad ogni piatto la sua birra.
Gusta tutto il sapore dell’Alto Adige.
Jedem Geschmack sein passendes Bier.
So schmeckt SĂźdtirol.
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r e is e * V i aggi o
Dem Apfel auf der Spur Viaggio alla scoperta della mela
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Die Foodbloggerin und Buchautorin Jeanny Horstmann war auf einer kulinarischen Apfelreise im Meraner Land unterwegs. Für Merano Magazine berichtet die Bremerin, was sie dort erlebt hat. Text / testo: Jeanny Horstmann Fotos / foto: Jessica Preuhs
Jeanny Horstmann è una scrittrice e food blogger tedesca scesa da Brema a Merano per un viaggio culinario all’insegna della mela. Ecco in esclusiva per Merano Magazine il resoconto della sua esperienza. NR . 1 2 0 1 5
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r e i s e * Vi aggi o
1.
1. 2. Foodbloggerin Jeanny Horstmann: „Ich reiste vier Tage lang durch das Apfelparadies Meraner Land.“ | La foodblogger Jeanny Horstmann: “Ho fatto un viaggio di quattro giorni a Merano e dintorni, un vero paradiso delle mele.”
2.
Quanto mi piacerebbe essere un melo dell’Alto Adige!
Ein Südtiroler Apfelbaum müsste man sein! Dieser Gedanke schwirrt mir bei jeder Reise in diese Region am südlichen Alpenrand durch den Kopf. Mit alpin-mediterranem Klima, Blick auf die Weinberge und Gletscher und netten Apfelbaumnachbarn, die im Frühjahr in hübschen Blütenreigen tanzen und im Herbst mit ihren saftigen Früchten um die Wette glänzen. Apfelbauern samt Familie würden sich um mich kümmern, das alte Holz entfernen, hungrige Vögel fernhalten. Ich durfte vier Tage lang als neugierige Kulinarikerin eine Reise ins Apfelparadies Meraner Land erleben. In diesen Tagen habe ich sicher eine Handvoll mehr Äpfel als den sprichwörtlich doch so gesunden, arztbesuchersparenden einen Apfel pro Tag genossen, sie erntereif vom Baum gepflückt und verkostet. Ich habe frisch gepressten Apfelsaft getrunken, Apfelstrudel und Ofenpfannkuchen mit Äpfeln gebacken, getrocknete Apfelchips geknuspert und mit Apfelsekt angestoßen, um dann noch zu erfahren, dass der Apfel in den Meraner Thermen gar die Hauptrolle in hübsch machenden Kosmetika spielt. 14 //
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Questo è il primo pensiero che faccio ogni volta che arrivo sul versante meridionale delle Alpi. Pensate: vivrei in un clima quasi mediterraneo con vista su vigneti e ghiacciai, in mezzo a tanti altri meli con cui in primavera dare spettacolo con la nostra meravigliosa fioritura mentre in autunno fare a gara a chi ha i frutti più succosi… E poi avrei un contadino che si prende cura di me, mi taglia i rami secchi e tiene lontano gli uccellacci affamati! Sogni a parte, ho fatto un viaggio culinario di quattro giorni in quel paradiso delle mele che è la zona di Merano e dintorni, mangiando sicuramente più di quella unica mela al giorno che dovrebbe togliere il medico di torno. Poi ho bevuto spremute di mela, cucinato strudel e frittata dolce con mele, ho sgranocchiato chips di mela secca e brindato con spumante alla mela, e ho addirittura scoperto che la mela va alla grande anche alle Terme di Merano, dove viene usata nei trattamenti di bellezza.
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Passionierte Apfelbauern
3.
4.
Meine erste Station führt mich in die Talsohle des Burggrafenamtes, einem Talabschnitt nahe Meran. Inmitten von 50 Hektar Obstwiesen liegt der Auhof. Der Betreiber Lorenz Bauer ist einer von rund 7.500 Apfelbauern Südtirols, zumeist werden diese als kleine Höfe mit durchschnittlich zwei bis drei Hektar Land betrieben. In Südtirol hat der Apfelanbau eine jahrhundertelange Tradition, Äpfel finden hier optimales Wuchsklima und je nach Apfelsorte werden sie in unterschiedlichen Höhenlagen angebaut. Die Apfelbäume rechts und links des Weges sind mir bei meiner Ankunft das schönste Empfangskomitee. Auch der Schäferhund freut sich über Besuch, schenkt uns einen großen Ast zur Begrüßung und zischt zwischen den Apfelhainen hin und her, um wahlweise einen vorbeikommenden Zug zu begrüßen oder sich Äpfel zu pflücken. Beim Mittagessen erfahren wir von Lorenz, genannt Lenz, und seiner Frau Brigitte viel über die Apfelleidenschaft der fünfköpfigen Familie. Was in der heimischen Küche aus dem saftigen Obst wird, das direkt vor dem Küchenfenster goldgelb und glänzendrot wächst, möchte ich wissen, und wir sprechen lange über die typischen Südtiroler Apfelrezepte. Schon der Gedanke an Scheiterhaufen (eine als Auflauf Zutaten wie gebackene Mehlspeise mit Cranberrys Äpfeln), Apfelschmarrn, Äpfeloder zerbröselte kiachl (überbackene Apfelringe), Apfelmus und ApfelstruAmarettinidel lässt mein kulinarisches Kekse geben dem Herz pochen.
3. 4. Brigitte Bauer bewirtschaftet mit ihrem Mann Lorenz den Auhof in Meran. | Brigitte Bauer gestisce con il marito Lorenz il maso Auhof a Merano.
Una vita dedicata alle mele La mia prima tappa è stata nelle immediate vicinanze di Merano, dove in mezzo a 50 ettari di frutteti si trova l’agriturismo Auhof. Il titolare Lorenz Bauer, detto Lenz, è uno dei 7.500 melicoltori che gestiscono aziende agricole molto piccole, mediamente con due-tre ettari di terreno. In Alto Adige la melicoltura vanta una tradizione plurisecolare, perché qui la mela trova condizioni ideali e, a seconda della varietà, può essere coltivata anche ad alta quota. Il sentiero che porta al maso Auhof scorre tra filari di meli che sembrano darci il benvenuto. Anche il pastore tedesco è contento di avere visite e ci regala un grosso ramo
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Strudel einen modernen Touch.
prima di andare a scorrazzare tra gli alberi, fermandosi ogni tanto a salutare un treno che passa. A pranzo Lorenz, sua moglie Brigitte e i tre figli ci raccontano come sia nata la passione per le mele. Io li tempesto di domande sulle possibilità di utilizzo di quei meravigliosi frutti gialli e rossi che si intravedono dalle finestre, facendomi spiegare le ricette più tipiche dell’Alto Adige. Non vi dico l’acquolina in bocca che mi è venuta sentendo parlare di Scheiterhaufen (in tedesco significa rogo, ma è una torta fatta di mele e pane), Apfelschmarrn (frittata di mele), Äpfelkiachl (ciambelle di mele fritte), mele cotte e, naturalmente, strudel. // 15
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Unterschiedliche Rezepte
Un mondo di ricette
Die Aussicht auf warmen Apfelstrudel aus Brigittes Küche motiviert uns, apfelkorbbestückt auf die Fahrräder zu steigen. Blauer Himmel, Sonnenschein, nur ab und an ein Traktor des benachbarten Hofes im Hintergrund, sausen wir an den Apfelbäumen vorbei, die dicht behangen sind. Schnell sind eine Handvoll Äpfel in den Korb befördert und es geht zurück in die Bauernküche. Dort ist Brigitte Bauer bereits mit der Zubereitung des Apfelstrudels beschäftigt. Die Südtiroler Variante des Kuchenklassikers wird mit Mürbeteig gebacken und die Bäuerin verrät uns außerdem, dass die Rezepte für Teig und Fülle von Familie zu Familie variieren. In manchem Familienrezept dürfen Pinienkerne nicht fehlen, die Apfelsortenvorlieben variieren ebenfalls und manchmal geben Zutaten wie Cranberrys oder zerbröselte Amarettini-Kekse dem Strudel einen modernen Touch. So vielfältig die Rezeptabwandlungen sind, eines haben sie mit dem Auhof-Strudel gemeinsam: Kaum in den Ofen geschoben füllt sich das ganze Haus mit warmem Apfel-, Zimt- und Gebäckduft und wir würden uns am liebsten nie mehr von hier fortbewegen. Aber wir müssen weiter, es gibt noch so viel zu entdecken.
Il pensiero dello strudel di mele fatto da Brigitte ci fa scattare dalle sedie, prendere un cestino e inforcare le bici. Sotto un cielo blu e uno splendido sole autunnale, con l’unico brusio di un trattore in lontananza, pedaliamo tra meli carichi di frutti. Nel giro di qualche minuto il cestino è già pieno e torniamo in cucina dove ci aspetta Brigitte Bauer, che intanto Per dare ha iniziato a prepaallo strudel rare lo strudel. La vaun tocco riante sudtirolese di questo dolce prevede di modernità l’utilizzo della pasta è possibile frolla e inoltre la noaggiungere stra padrona di casa ci rivela che la ricetta i cranberry o cambia da famiglia gli amaretti a famiglia. A parte la sbriciolati. varietà di mele usate che dipende dai gusti personali, alcuni per esempio ci mettono i pinoli, altri – per dare un tocco di modernità – ci aggiungono i cranberry o gli amaretti sbriciolati. Differenze a parte, tutti gli strudel hanno una cosa in comune: appena messi in forno, riempiono tutta la casa di un meraviglioso profumo di mela, cannella e lievito. Non vorremmo più andarcene da qui, a malincuore però dobbiamo ripartire perché ci sono tante altre cose da scoprire.
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1. Die Rezepte für Teig und Fülle des Apfelstrudels variiert von Familie zu Familie. | La ricetta per la pasta e il ripieno dello strudel di mele varia da famiglia a famiglia. 2. Lorenz Bauer mit Sohn Stephan. | Lorenz Bauer con il figlio Stephan. 3. Unsere Autorin Jeanny Horstmann verbrachte einen Tag auf dem Auhof. | La nostra autrice Jeanny Horstmann ha trascorso un’intera giornata all’Auhof.
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4. 5. 6. Der Apfelanbau hat in Südtirol eine jahrhundertelange Tradition. Die rund 7.500 Apfelbauern betreiben zumeist kleine Höfe mit durchschnittlich zwei bis drei Hektar Land. | In Alto Adige la coltivazione delle mele ha una tradizione secolare. I circa 7.500 coltivatori gestiscono perlopiù masi di piccole dimensioni con due o tre ettari di terra. 7. Der Apfelsekt vom Sandwiesnhof in Gargazon. | Lo spumante di mele del Sandwiesn-Hof a Gargazzone. 8. Magdalena Thuile führt mit ihrem Mann Peter den Obsthof. | Magdalena Thuile gestisce l’azienda frutticola con il marito Peter. 7.
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Sprudeliges Apfelgetränk Denn mit Apfelsekt möchte ich gerne noch anstoßen, das ist für mich eine neue Form der Apfelveredelung. Ich habe viel darüber gelesen und möchte mich persönlich vom sprudeligen Getränk überzeugen. Der prickelnde, trockene Apfelsekt wird seit 2010 auf dem Sandwiesnhof in Gargazon hergestellt. Für die Herstellung verwendet der Produzent Peter Thuile ausgelesene Früchte der Apfelsorten Pink Lady, Granny Smith und Braeburn. „Hohe Sonneneinstrahlung und die optimale Reife der Äpfel sind Voraussetzungen für die Entstehung der Apfelaromen“, erklärt uns Magdalena Thuile, die zusammen mit ihrem Mann Peter den Hof führt. Wir knabbern dabei ofengetrocknete Apfelchips und ich erfahre, wie das Projekt des Sandwiesnhofs geboren wurde und wie die Familie den ökologischen Gedanken dahinter tagtäglich lebt. Der Thuilesche Apfelsekt ist einzigartig in Südtirol und ein echtes Unikat: Er ist traditionell flaschenvergoren, ohne jegliche Zusatzstoffe und auch ohne Schwefel. Der Sekt enthält keinen Restzucker, eignet sich somit auch für Diabetiker und hat nur einen geringen AlkoDer Thuilesche holanteil. Er passt hervorragend zu mediterraApfelsekt nen Gerichten und ist nur in begrenzter Menge erhältlich. Wer sich den kleinen, familiär ist einzigartig geführten Obsthof genauer ansehen möchte, in Südtirol kann dort sogar seinen Urlaub verbringen und und ein echtes inmitten der Obstwiesen dem Meraner Land, seinen Leuten und Produkten nah sein. Unikat. NR. 1 2015
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Lo spumante di mele della famiglia Thuile è unico in Alto Adige. 1.
Anche le mele fanno le bollicine Tra le cose da scoprire una è senza dubbio lo spumante di mela, che non vedo l’ora di assaggiare da quando ho scoperto che con le mele si fanno anche le bollicine... Dopo essermi informata su questa novità, è ora di conoscerla di persona. Il posto giusto è l’agriturismo Sandwiesn-Hof di Gargazzone, dove dal 2010 si produce uno spumante di mela asciutto e dal gusto frizzante. Il produttore si chiama Peter Thuile e per il suo spumante usa solo mele selezionate delle varietà Pink Lady, Granny Smith e Braeburn. “L’ottima esposizione degli alberi e la perfetta maturazione delle mele sono i segreti del caratteristico aroma fruttato”, ci spiega Magdalena Thuile, che porta avanti il maso assieme a suo marito Peter. Mentre sgranocchiamo delle deliziose chips di mela essiccate al forno, i titolari ci raccontano come sia nato il progetto del Sandwiesn-Hof e come il rispetto dell’ambiente sia alla base del loro lavoro quotidiano. Lo spumante di mele della famiglia Thuile è unico in Alto Adige. Fermentato in bottiglia senza additivi aggiunti, nemmeno lo zolfo, è privo di zuccheri residui e quindi può essere tranquillamente gustato anche dai diabetici; inoltre ha un basso contenuto alcolico. Prodotto in piccole quantità, lo spumante di mele si abbina a meraviglia ai piatti della cucina mediterranea. Ah, in questa piccola azienda agricola potete anche venirci in vacanza: immersi tra i frutteti conoscerete da vicino la regione meranese, la sua gente e i suoi prodotti.
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Auszeit vom Apfel Wohlgenährt und -getränkt falle ich ins weiche Bett in der Pension Ottmanngut in Meran. Am nächsten Morgen geht es direkt ins Ultental, eine gute halbe Stunde Fahrtzeit von Meran entfernt. Mein Hobbybäckerherz soll mit eigens geschütteltem Brot erfreut werden. Die Bäckerei Ultner Brot steht in der Tradition handwerklicher Backkunst, das Schüttelbrot wird hier noch handgefertigt und nicht maschinell in Form gebracht. Ich sehe Richard Schwienbacher in seiner Backstube in St. Walburg dabei zu, wie schnell und geschickt er die einzelnen Schüttelbrote schüttelt. Das beflügelt mich, es ihm nachzumachen. Sieht leichter aus, als es ist, die Teigkugel durch gleichzeitiges Hochstupsen und Drehen des Schütteltellers zu einem flachen Kreis werden zu lassen, bevor das Brot in den Ofen geschoben werden kann. Ich darf das von mir eigenhändig geschüttelte Brot wenig später fertig gebacken in Empfang nehmen und verkosten. Das getrocknete, knusprige Brot wurde früher vor allem wegen seiner langen Haltbarkeit für Almhütten bevorzugt, wenn Frischware schwierig zu erhalten war. Man erkennt handgeschütteltes Brot übrigens an der sogenannten Seele, dem Herz in der Mitte des Brots. Durch das Schütteln mit Hand ist das Brot in der Mitte dünner, während industriell gefertigtes Schüttelbrot an allen Stellen gleichmäßig dick ist.
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1. Einblick in die Pension Ottmanngut in Meran. | L’interno della residenza Ottmanngut a Merano. 2. Der Apfelsekt enthält keinen Restzucker und eignet sich somit auch für Diabetiker. | Lo spumante di mele non contiene zuccheri residui; per questo può essere bevuto anche dai diabetici. 3. 4. 5. 6. In der Bäckerei Ultner Brot in St. Walburg im Ultental: Hier wird das Schüttelbrot noch handgefertigt und nicht maschinell in Form gebracht. | Nel panificio Ultner Brot a Santa Valburga: qui il pane croccante di segale viene ancora fatto a mano, senza l’utilizzo di macchinari.
3. 4.
5. 6.
Evviva il pane scosso (a mano)! Dopo aver mangiato e bevuto come una regina, non c’è niente di meglio che sprofondare nel morbido letto della pensione Ottmanngut di Merano. L’indomani siamo nuovamente in marcia verso la Val d’Ultimo, a poco più di mezz’ora di strada da Merano. Non vedo l’ora di conoscere il famoso Schüttelbrot che nel panificio Ultner Brot, dove l’arte della panificazione è rimasta quella di una volta, viene ancora fatto a mano. Arrivati a Santa Valburga entriamo nel regno di Richard Schwienbacher proprio mentre il mastro panettiere sta scuotendo con gesti rapidi e sapienti le pagnotte di Schüttelbrot, che in tedesco significa appunto “pane scosso”.
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Mi viene voglia di provarci, anche perché sembra così facile prendere le focacce crude, farle roteare su un piatto rotondo finché diventano sottili e metterle in forno. Ad ogni modo, dopo qualche minuto di cottura, posso gustare la prima pagnotta di Schüttelbrot scossa con le mie stesse mani. In passato, quando non c’erano tanti modi per conservare le derrate alimentari, questo tipo di pane croccante e asciutto era molto diffuso proprio grazie alla sua lunga conservazione. Per capire se uno Schüttelbrot è stato scosso a mano bisogna guardare la cosiddetta “anima”, ovvero il centro della pagnotta: se è più sottile dei lati, allora è stato lavorato a mano, mentre il pane industriale ha uno spessore uniforme. // 19
r e i s e * Vi aggi o
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Eigene Kosmetiklinie
La mela rende anche più belli
Mein letzter Stopp auf der Tour durch die Region ist die Therme Meran, welche die Tradition Merans als Kurstadt aufgegriffen hat und heute neue Impulse in Sachen Wohlfühlen setzt. Und siehe da: Hier wird der Apfel auch kosmetisch und in der Massage angewandt. Ob Peelings mit Apfelseifenschaum oder Körperpackungen mit Apfelstammzellen, es wurde sogar eine eigene Kosmetiklinie entwickelt, die auf den reinen Wirkstoffen des Apfels basiert. Die feuchtigkeitsspendenden Eigenschaften des Südtiroler Apfels in Augencremes, Badeöl oder Gesichtsmilch schützen die Haut vor dem Austrocknen. Ich verlasse Meran mit dem Wissen: An apple a day hält nicht nur den Doktor fern, sondern auch die Falten, und mein nächster Besuch in Meran wird wohl einen ganzen Tag Apfelbehandlung in der Therme beinhalten.
L’ultima tappa di questo breve tour ha come meta le Terme di Merano, che hanno riportato in auge la fama di Merano come città di cura e oggi sono uno dei centri di benessere più gettonati. E chi incontriamo? Ancora le mele, che qui vengono usate nei trattamenti di bellezza e nei massaggi. C’è il peeling con schiuma di sapone alla mela, gli impacchi corpo alle cellule staminali di mela, c’è persino una linea cosmetica basata sui principi attivi della mela: le proprietà idratanti della mela altoatesina vengono sfruttate per preparare creme per gli occhi, oli da bagno e latte detergente per pelli secche. Ragion per cui mi congedo da Merano con una nuova certezza: una mela al giorno toglie di torno non solo il medico ma anche le rughe. E vi garantisco che la prossima volta che verrò a Merano, me ne starò una giornata intera alle Terme a provare i trattamenti alle mele.
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1. 2. 3. In der Therme Meran kommt der Apfel bei kosmetischen Behandlungen und Massagen zur Anwendung. | Alle Terme Merano si utilizzano le mele per trattamenti cosmetici e massaggi.
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Interessante s über den Apfel A proposito di m e l e . . . sapevate che?
Über 7.500 Apfelsorten sind derzeit bekannt. Nur wenige Sorten werden davon für den kommerziellen Obstanbau genutzt. ---
A oggi si conoscono più di 7.500 varietà di mele. Sono però molto poche le varietà utilizzate per la coltivazione commerciale. ---
Archäologen haben Hinweise dafür gefunden, dass die Menschen schon 6.500 vor Christus Äpfel als Nahrungsmittel nutzten. ---
Gli archeologi hanno appurato che già 6.500 anni prima di Cristo la mela faceva parte dell’alimentazione umana. ---
Der Apfel kommt ursprünglich aus Zentral- und Westasien und wurde bereits rund 10.000 vor Christus im heutigen Kasachstan angebaut. --Der Apfel reiste in der Antike nach Europa, wo er von den Römern und Griechen kultiviert wurde. Besonders bei den Griechen galt der Apfel als Aphrodisiakum. --Als älteste Apfelsorte gilt der Borsdorfer Apfel. Er wird schon im Hochmittelalter um 1100 in den Schriften der Zisterzienser der Abtei Pforta erwähnt. --Aus dem antiken Persien überliefert, gilt der Apfel schon sehr lange als Symbol der herrschaftlichen Macht. Im Mittelalter wurde daraus der „Reichsapfel“, den ab sofort der König mit sich herum trug, um Vollkommenheit auszustrahlen. --Der Apfel gehört neben Birne, Himbeere und Kirsche botanisch zu den Rosengewächsen.
Le origini della mela affondano nell’Asia centrale e occidentale e già 10.000 anni prima di Cristo veniva coltivata nell’odierno Kazakistan. --La mela è arrivata in Europa nell’antichità e fu coltivata sia dai Greci che dai Romani. I Greci tra l’altro attribuivano alla mela un potere afrodisiaco. ---
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Si ritiene che la varietà più antica sia la mela di Borsdorf, citata già durante l’Alto Medioevo (XII secolo) nei manoscritti dell’abbazia cistercense di Pforta in Sassonia. --Sulle orme di una credenza risalente agli antichi Persiani, la mela è stata a lungo ritenuta un simbolo del potere signorile. Nel Medioevo diventò persino il simbolo della perfezione reale: il globo crucigero infatti in tedesco si chiama Reichsapfel (la mela del regno) --La mela appartiene alla famiglia delle Rosacee, di cui fanno parte anche la pera, il lampone e la ciliegia.
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Ofenpfannkuchen mit Äpfeln
rezepte
ric ette
frittata dolce al forno alle mele
1 Apfel, entkernt, geschält, in dünne Scheiben geschnitten 1 EL Zucker 2 Eier 125 ml Milch 60 g Mehl 1 Prise Salz ¼ TL Zimt 1 TL Butter
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1. Den Ofen auf 220°C Ober- und Unterhitze vorheizen. 2. Eier, Milch, Mehl, Salz und Zimt zu einem glatten Teig verrühren. 3. Butter in eine ofenfeste Pfanne (Durchmesser 20 cm) geben und kurz in den Ofen stellen, bis die Butter geschmolzen ist. 4. Den Teig einfüllen, die Äpfel darüber geben und alles circa 15 Minuten im Ofen backen. 5. Den Pfannkuchen aus dem Ofen holen und mit Puderzucker bestreuen.
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1 mela sbucciata e senza torsolo, tagliata a rondelle sottili 1 cucchiaio di zucchero 2 uova 125 ml di latte 60 g di farina 1 pizzico di sale ¼ di cucchiaino di cannella 1 cucchiaino di burro
1. Preriscaldare il forno (cottura tradizionale) a 220 °C. 2. Fare un composto omogeneo con uova, latte, farina, sale e cannella. 3. Mettere brevemente in forno una teglia (diametro 20 cm) con il burro finché si scioglie. 4. Versare il composto nella teglia, distribuire sopra le mele e lasciare in forno per un quarto d’ora circa. 5. Togliere dal forno la frittata e spolverare con zucchero a velo.
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Das original Auhof-Apfelstrudelrezept lo strudel di mele originale del maso Auhof
Für den Mürbeteig 300 g Mehl 150 g Butter 150 g Zucker 1 Eigelb etwas Milch Vanillezucker etwas Zitronenschale Für die Füllung 1,5 kg Äpfel, ungeschält 100 g Zucker etwas Rum 100 g geriebene Haselnüsse Saft einer Zitrone 1 Msp Zimt etwas Butter 1 Ei, verquirlt Puderzucker
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1. Für den Mürbeteig alle Zutaten auf einem Brett zu einem homogenen Teig verkneten, circa 1 Stunde im Kühlschrank ruhen lassen. 2. Den Ofen auf 180 °C Ober- und Unterhitze vorheizen. Ein Backblech mit Backpapier versehen. 3. Die Äpfel schälen, entkernen, dünn hobeln, mit Zucker, Rum, geriebenen Haselnüssen, Zitronensaft und Zimt vermengen. 4. Die Butter in einer Pfanne zerlassen, darin die Apfelmixtur leicht andünsten. 5. Den Mürbeteig zu einem gleichmäßig dicken Oval ausrollen, auf das Backblech legen, in der Mitte des Teigstreifens die vorbereitete Fülle aus Äpfeln gleichmäßig verteilen, die Teigränder übereinanderschlagen, mit verquirltem Ei bestreichen und circa 30 Minuten goldbraun backen. 6. Vor dem Servieren mit Puderzucker bestreuen.
Per la pasta frolla 300 g di farina 150 g di burro 150 g di zucchero 1 tuorlo d’uovo un po’ di latte zucchero vanigliato una scorza di limone Per il ripieno 1,5 kg di mele non sbucciate 100 g di zucchero un goccio di rum 100 g di granella di nocciole il succo di un limone un pizzico di cannella un po’ di burro 1 uovo sbattuto zucchero a velo
1. Per l’impasto: su un piano di lavoro amalgamare tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto liscio che viene fatto riposare poi per un’ora in frigo. 2. Preriscaldare il forno (cottura tradizionale) a 180 °C e rivestire una teglia con carta da forno. 3. Per il ripieno: sbucciare le mele, togliere i torsoli, tagliarle a fettine sottili e metterle a macerare assieme a zucchero, rum, granella di nocciole, succo di limone e cannella. 4. Fare sciogliere il burro in una padella e abbrustolire leggermente il ripieno con le mele. 5. Stendere la pasta frolla a forma di ovale, metterla nella teglia, porre al centro dell’impasto il ripieno con le mele distribuendolo in maniera uniforme, chiudere l’impasto sovrapponendo i due bordi, spennellare con l’uovo e fare dorare in forno per circa 30 minuti. 6. Prima di servire spolverare lo strudel con lo zucchero a velo. // 23
P r o d uk t e * P r o d o t t i
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I preferiti dell’estate
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il virtuoso dei mobili
Der MĂśbelvirtuose 26 //
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Der Meraner Martino Gamper begann mit 15 Jahren eine Tischlerlehre. Heute lebt er als Stardesigner in London. text / testo: Irina Ladurner
Il meranese Martino Gamper ha iniziato a 15 anni come apprendista falegname. Oggi vive a Londra ed è una star del design.
Als Kind spielte der 1971 in Meran geborene Designer Martino Gamper manchmal in den verlassenen Räumen des Hotels Paradiso im Martelltal, einem Seitental des Vinschgaus. Der einstige Prachtbau stammt aus der Feder des Mailänder Stararchitekten und Designers Gio Ponti. Jahrzehnte später entdeckte Gamper den berühmten Architekten neu: Für die Ausstellung „If Gio Only Knew“ (wenn Gio nur wüsste) im Triennale Design Museum in Mailand im Jahr 2007 zersägte Gamper alte und nicht mehr benutzte Möbelstücke aus einem anderen von Ponti gestalteten Hotel im süditalienischen Sorrent und setzte sie neu zusammen – eine Hommage an den verstorbenen Designer, dessen Stücken er so eine neue Existenz gab. Gamper (44) zerstört, kombiniert, gestaltet neu. „100 Chairs in 100 Days“ nennt sich das Projekt, mit dem er 2007 in den DesignOlymp aufstieg, wobei ihn das „Wall Street Journal“ schon zuvor zu den weltweit wichtigsten aufstrebenden Designern zählte. Zwei Jahre lang sammelte er alte Stühle, fand sie auf dem Sperrmüll und in den Straßen Londons. Er nahm sie auseinander, setzte jeden Tag ihre Einzelteile zu einem neuen Stuhl zusammen. 100 Stühle entstanden auf diese Weise. Gamper war nicht auf der Suche nach dem perfekten Möbelstück, es war der Entstehungsprozess, der ihn antrieb. Er sagt: „Die Restriktionen waren hier das Schlüsselelement: auferlegt durch das Material, den Stil und das Design der gefundenen Stühle und natürlich durch die begrenzte Zeit – 100 Tage.“ Das Ergebnis sind vollkommen unterschiedliche Stücke, manchmal bizarr, manchmal unbequem, immer aber überraschend. Ausgestellt wurden sie erstmals in London, später in Mailand und San Francisco.
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Quand’era bambino il designer Martino Gamper, nato a Merano nel 1971, andava a giocare di tanto in tanto nei locali abbandonati dell’Hotel Paradiso in Val Martello, una laterale della Val Venosta. Questo albergo dal passato splendido era stato progettato dal grande architetto e designer milanese Gio Ponti. Qualche decennio più tardi Gamper riscoprì il celebre architetto, facendo a pezzi con la sega alcuni vecchi arredi non più in uso di un altro albergo realizzato da Ponti a Sorrento e riassemblandoli in forme inedite per la mostra “If Gio Only Knew” (se solo Gio sapesse), presentata al Triennale Design Museum di Milano nel 2007: un omaggio al designer scomparso, ai cui mobili ha regalato una nuova esistenza. Gamper distrugge, combina, ricrea. “100 Chairs in 100 Days” è il titolo della performance che sempre nel 2007 l’ha fatto entrare nell’olimpo del design, anche se già prima il Wall Street Journal l’aveva inserito tra i maggiori designer emergenti a livello internazionale. Dopo avere raccolto per due anni vecchie sedie trovate a Londra per strada o tra i rifiuti ingombranti, le disassemblava e ricomponeva i pezzi di più sedie in modo da ottenere una sedia completamente nuova al giorno, per 100 giorni; con questo procedimento ha realizzato 100 sedie, originali e uniche. Gamper non era alla ricerca del mobile perfetto ma era affascinato dal processo creativo: “L’elemento chiave in questo caso erano i vincoli: quelli imposti dal materiale, dallo stile e dal design delle sedie trovate e naturalmente anche dal tempo limitato, 100 giorni”. Sono nate sedie completamente diverse tra loro, a volte bizzarre e a volte scomode, però sempre sorprendenti. Sono state esposte per la prima volta a Londra e in seguito a Milano e a San Francisco. // 27
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Rund um den Globus Der Meraner ist angekommen in der Welt des Designs. Der Weg dorthin führte ihn über Hollywood, Wien und Mailand bis nach London. Begonnen hatte die erfolgreiche Geschichte in Meran. Mit 15 Jahren begann er seine Tischlerlehre, vier Jahre später zog es ihn hinaus in die Welt: nach Asien, Australien und Amerika. „Ich tat das, was man als Südtiroler halt so kann. Ich half bei der Obstund Gemüseernte, kochte beim Italiener“, erzählt Gamper. In Los Angeles traf er auf einen wohlhabenden Zahnarzt. Der vertraute auf das italienische Handwerk und drückte dem Tischler Schlüssel und Kreditkarte in die Hand. Er solle ihm doch Haus und Garten neu stylen. Das Ergebnis begeisterte ihn, er reichte Gamper in Hollywood herum. Zurück in Südtirol begann für den mittlerweile 21-Jährigen die nächste Reise. In Wien bewarb er sich an der Akademie für angewandte sowie an jener für bildende Kunst. Er schaffte es an beide. Ein Jahr lang studierte Gamper parallel Bildhauerei und Produktdesign, dann entschied er sich fürs Designstudium. „Ich wollte etwas Konkretes machen, nicht Künstler spielen“, erklärt Gamper. Der Südtiroler Designer und Architekt Matteo Thun wurde auf das junge Talent aufmerksam und holte ihn in sein Studio nach Mailand. Einen Sommer lang sollte er in seinem Studio arbeiten. Daraus wurden zwei Jahre, in der Abteilung für Industriedesign gestaltete er Besteck, Tassen, Kaffeemaschinen für Kunden wie Lavazza oder Melitta. Weil er sein Studium beenden wollte, jettete er zwischen Mailand und Wien hin und her. 1998 bewarb er sich schließlich am Royal College of Art in der Designmetropole London – und wurde aufgenommen.
1. 2. 3. Martino Gamper liebt Ecken und interpretiert sie neu. Mit Erfolg: Erst Ende 2014 wurde der gebürtige Meraner als „Designer of the year“ (Icon Award 2014) ausgezeichnet. | Martino Gamper ama gli angoli e li reinterpreta con successo: alla fine del 2014 questo insigne meranese ha ricevuto il riconoscimento di “Designer of the year” (Icon Award 2014). 2.
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In giro per il mondo Questo meranese ha fatto fortuna nel design seguendo una strada che l’ha portato a Londra passando per Hollywood, Vienna e Milano; ma è da Merano che parte la storia del suo successo. A Merano ha iniziato a 15 anni il suo apprendistato come falegname, poi quattro anni più tardi gli è venuta voglia di vedere il mondo: Asia, Australia e America. “Facevo semplicemente quello che sapevo fare da altoatesino. Aiutavo a raccogliere la frutta e la verdura, cucinavo italiano”, racconta Gamper. A Los Angeles il falegname incontrò per caso un dentista benestante che aveva molta fiducia negli artigiani italiani e che gli mise in mano le chiavi di casa e la carta di credito commissionandogli il restyling della sua villa con giardino. E fu così entusiasta del risultato da far conoscere Gamper in tutta Hollywood. Una volta tornato in Alto Adige per l’ormai ventunenne Gamper iniziò un altro viaggio. A Vienna presentò domanda di ammissione all’Accademia di arti applicate e all’Accademia di belle arti. Fu accettato da entrambe e per un anno studiò parallelamente sia scultura che product design, per poi scegliere definiti-
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1. 3. 4. Bekannt wurde Gamper 2007 mit seinem Projekt „100 chairs in 100 days“, bei dem er 100 alte Stühle zu ebenso vielen neuen Sitzkreationen zusammenbaute. | Gamper è salito alla ribalta internazionale nel 2007 con il progetto “100 chairs in 100 days“ che prevedeva di scomporre e riassemblare 100 vecchie sedie realizzando altrettante sedie completamente nuove.
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Möbeln Geschichten entlocken Heute hat Gamper ein Studio in London, unterrichtet selbst am Royal College of Art. Der Designer entwirft Objekte in limitierten Editionen und halb industriell hergestellte Werke, arbeitet im Innen- und Ausstellungsdesign. 2011 rief ihn die Arbeit in die Südtiroler Heimat. Er gestaltete die „Passage“ im Erdgeschoss des Bozner Museion, des Museums für zeitgenössische Kunst. Sie ist als Treffpunkt und Aufenthaltsort konzipiert, wurde für Diskussionen, Symposien oder Buchvorstellungen genutzt. Ab Juni 2015 zeigt das Museion Gampers jüngstes Werk „design is a state of mind“, eine Landschaft aus Regalsystemen von 1930 bis heute. „Ich wollte Design nutzen, um Design zu präsentieren“, beschreibt Gamper das Projekt. Die Ausstellung vereint Regale befreundeter Designer, seiner Studenten sowie seine eigenen. Sie zeichnet die Geschichte dieser Designobjekte und dokumentiert zugleich die Art, wie wir Gegenstände darauf organisieren, archivieren und präsentieren. Gamper stöberte dafür in den Sammlungen von Freunden und Kollegen und lässt den Ausstellungsbesucher teilhaben an deren ganz persönlichem Besitz. Design ist für Gamper Kunst, die man aber auch benutzen kann. „Meine Stühle sind selten bequem, aber man kann darauf sitzen“,
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vamente il secondo. “Volevo fare qualcosa di concreto, non giocare a fare l’artista”, spiega Gamper. Il giovane talento fu notato dal designer e architetto altoatesino Matteo Thun che lo chiamò nel suo studio di Milano. Inizialmente doveva collaborare solo per un’estate; che poi divennero due anni. Nella divisione che si occupa di disegno industriale progettò posate, tazze e macchine da caffè per clienti come Lavazza e Melitta, mentre faceva la spola in aereo tra Milano e Vienna per concludere i suoi studi. Nel 1998, infine, fu accettata la sua iscrizione al Royal College of Art a Londra, la capitale mondiale del design.
Tirare fuori dai mobili le loro storie Oggi Gamper ha uno studio di design a Londra e insegna proprio al Royal College of Art. Disegna oggetti a tiratura limitata e produzioni semi-industriali, progetta interni e allestimenti espositivi. Nel 2011 il lavoro l’ha richiamato nella sua terra, l’Alto Adige, dove ha progettato il “Passage” al piano terra del Museion, il Museo di arte contemporanea di Bolzano. Concepito come un luogo di incontro e di sosta per i visitatori, è utilizzato per dibattiti, convegni e // 29
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1. 2.
sagt der gebürtige Meraner. Der Designer seziert Gegenstände, um der Geschichte ihrer Macher auf die Spur zu kommen. Es sind alte, weggeworfene, vergessene Objekte, die er neu zusammensetzt, deren Geschichte er weiterspinnt. „Ein Tischler sucht nach Perfektion, und das schien mir wie eine Bürde“, sagte er vor Jahren einmal. Das erklärt vielleicht, wie aus dem Tischlerlehrling der Designer Martino Gamper werden konnte. 30 //
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1. 2. Zusammen mit einem Designerteam gibt Martino Gamper kulinarischen Events einen neuen Zuschnitt. | In collaborazione con un team di designer, Martino Gamper dà un nuovo taglio agli eventi culinari.
presentazioni di libri. Da giugno 2015 il Museion metterà in mostra l’opera più recente di Gamper, intitolata “design is a state of mind”: si tratta di un paesaggio composto da sistemi di scaffalature che vanno dal 1930 a oggi. “Volevo utilizzare il design per presentare il design”, così descrive il progetto Gamper. La mostra riunisce scaffali di designer suoi amici, di suoi studenti o posseduti da lui stesso. È una mostra che traccia la storia di questo arredo e documenta allo stesso tempo il modo in cui organizziamo, archiviamo e presentiamo gli oggetti che ci appoggiamo sopra. Gamper ha rovistato nelle collezioni di amici e colleghi per fare in modo che il visitatore condivida un possesso che in genere è del tutto personale. Per Gamper il design è arte che ha anche una funzione pratica. “Le mie sedie sono raramente comode, ma ci si può sedere sopra”, dichiara. Da designer seziona meticolosamente gli oggetti per ripercorrere la storia dei loro artefici. Si tratta di vecchi oggetti dimenticati e gettati via che egli ricompone di nuovo, continuando a tesserne la storia. “Un falegname cerca la perfezione, e questo mi sembrava un po’ un peso”, ha affermato qualche anno fa. Questo spiega forse in che modo l’apprendista falegname sia potuto diventare il designer Martino Gamper.
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1. Unbekannter Künstler, Anna Maria von Künigl im Alter von 7 Jahren, 1642, Privatbesitz Pittore sconosciuto, Anna Maria von Künigl all’età di 7 anni, 1642, Collezione privata 2. Robert Fleischanderl, Girl, 2012, Privatbesitz Collezione privata 3. Albin Egger-Lienz, Ila auf einer Atelierstaffel sitzend, 1920, LENTOS Kunstmuseum Linz Albin Egger-Lienz, Ila seduta nell’atelier, 1920, LENTOS Kunstmuseum Linz
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1.
Der Traum vom späteren Leben.
Il sogno della vita che verrà.
Anfang Juli 2015 öffnet das Landesmuseum für Kulturund Landesgeschichte auf Schloss Tirol die Tore für eine Ausstellung mit einem bisher nie speziell bearbeiteten Thema der Tiroler Kulturgeschichte: Kinderbildnisse und Kinderporträts von den Anfängen des Sujets bis zu deren Wahrnehmung in der Gegenwart. Die ersten Kinderbildnisse entstehen im Umfeld der kaiserlichen Familie. So lässt Ferdinand I. seine Kinder vom Maler Jakob Seisenegger porträtieren. Im Porträt werden die Sprösslinge im 16. und 17. Jahrhundert häufig in ihrer von Geburt an vorbestimmten Funktion dargestellt. Zum Bestand der Ausstellung zählen aber auch Totenbilder oder zahlreiche Bildnisse, die das Kindsein der Dargestellten hervorheben. Im Spätbarock greift der Typus des Familienbildes, das seine Ursprünge wiederum in der Bildniskultur der Höfe in der frühen Neuzeit hat, auch auf den bürgerlichen Stand über. Es entsteht ein Genre, das bis heute existiert: Väter porträtieren die eigenen Kinder. Während die Befindlichkeit des Kindes in der Aufklärung in den Vordergrund rückt, werden Kinderbilder im 19. Jahrhundert und in der Biedermeierzeit im bürgerlichen Stand verortet: In den Bildnissen erscheinen sie zusammen mit ihren Eltern und/oder Geschwistern. Die Porträtkultur im 20. Jahrhundert wird von der Expressivität beherrscht. Auch die Fotografie konnte das Kinderporträt nicht gänzlich verdrängen, das zunächst in den traditionellen Formen verhaftet bleibt und sich erst allmählich zu einem neuen, individuelleren Sehen entfaltet. Die Ausstellung bietet anhand von rund 80 Objekten die erste Gesamtschau zum Thema aus gesellschaftshistorischer Sicht.
Ai primi di luglio 2015 il Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano Castel Tirolo inaugurerà una mostra dedicata a un tema della storia culturale tirolese finora mai trattato: la ritrattistica infantile dagli albori del suo sviluppo fino ai giorni nostri. Le prime opere di questo genere nascono nella cerchia della famiglia imperiale, intorno al XVI secolo. Ferdinando I per esempio fece ritrarre i propri figli da Jakob Seisenegger. Il ritratto mostrava già chiaramente il destino che attendeva i rampolli che tra il XVI e il XVII secolo venivano spesso rappresentati con i segni distintivi della carica spettante loro per nascita; anche i ritratti dei defunti facevano parte di questo genere pittorico. Nel tardo Barocco il ritratto di famiglia, che nasce anch’esso nell’ambito della cultura ritrattistica cortese della prima età moderna, si estende anche al ceto borghese. Nasce così un genere pittorico che si è mantenuto vivo fino ai giorni nostri: quello dei pittoripadri che ritraggono i propri figli. Durante l’Illuminismo in primo piano troviamo l’individualità del bambino mentre in epoca Biedermeier le rappresentazioni dei fanciulli sono sempre contestualizzate e i soggetti vengono ritratti insieme ai genitori o anche ai fratelli. L’espressività domina invece la cultura del ritratto del XX secolo. Anche la fotografia non riesce a soppiantare del tutto il ritratto infantile che in un primo tempo rimane legato al linguaggio formale della tradizione e che poi si sviluppa gradualmente in una visione nuova e individuale. La mostra propone, con circa ottanta opere, la prima panoramica completa di taglio storico-sociologico sul tema.
Kinderbilder 1500 bis heute
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La ritrattistica infantile dal 1500 a oggi
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Landesmuseum Schloss Tirol Schlossweg 24 39019 Tirol T +39 0473 220 221 www.schlosstirol.it Öffnungszeiten: 04.07. – 22.11.2015 10–17 h im August 10–18 h
Museo provinciale di Castel Tirolo via del Castello 24 39019 Tirolo T +39 0473 220 221 www.casteltirolo.it Orari di apertura: 04.07. – 22.11.2015 dalle 10 alle 17 in agosto dalle 10 alle 18
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Kunst, Musik und Kulinarik
Erlebnisreiche Gartenwelten Wenn es draußen blüht und wächst, beginnt in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff die schönste Zeit im Jahr. Warum sich ein Besuch dieser außergewöhnlichen Pflanzenwelt lohnt. Die Tage werden länger, in der wärmenden Sonne glitzern Tautropfen wie Gold auf den Morgenblüten. Narzissen, Lilien und Islandmohn recken ihre Blütenblätter dem Himmel entgegen und verwandeln Hänge und Beete in strahlende Blütenteppiche. Über 200.000 Tulpen und Tausende Frühjahrsblüher wie Stiefmütterchen, Gänseblümchen und Vergissmeinnicht erwachen wieder zum Leben. Die mehrfach preisgekrönten Gärten, zuletzt 2013 als „Internationaler Garten des Jahres“ ausgezeichnet, bieten einen bunten Mix aus Pflanzen, Natur- und Kulturlandschaften aus aller Welt. Sie erstrecken sich über zwölf Hektar und bilden ein natürliches Amphitheater. Kinderwagen- und rollstuhlgerechte Wege schlängeln sich über einen Höhenunterschied von 100 Metern. Zwei Aussichtsplattformen bieten herrliche Ausblicke auf die umliegenden 3.000 Meter hohen Berge der Texelgruppe und einmalige Einblicke in über 80 Gartenlandschaften. Daneben sorgen zehn Künstlerpavillons, zahlreiche Erlebnisstationen und Veranstaltungen dafür, dass Hobbybotaniker, Pflanzenliebhaber und Naturgenießer abwechslungsreiche Tage und Nächte in den Gärten verbringen. Inmitten der vielfältigen Pflanzenwelten thront Schloss Trauttmansdorff. Schon Kaiserin Sissi verbrachte hier ihre Kuraufenthalte. Heute befindet sich in den historischen Mauern das Touriseum – das erste Museum des Alpenraums, welches auf höchst unterhaltsame Weise 200 Jahre Tourismusgeschichte erzählt. 2015 zeigt die Sonderausstellung „Tourismus und Krieg“ die Zusammenhänge zwischen dem Fremdenverkehr vor 1914 und den Kriegsjahren. 32 //
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Die Gärten von Schloss Trauttmansdorff sind Teil des Land- und Forstwirtschaftlichen Versuchszentrums Laimburg. Nach sieben Jahren Bauzeit öffneten sie im Juni 2001 ihre Tore. Seitdem schaffen sie eine einzigartige Verbindung von Natur, Kultur und Kunst, die in der Saison 2015 einen neuen Höhepunkt erlebt. Erstmals findet in Meran das Festival „Meraner Frühling“ statt. Im Rahmen des Festivals verwirklichen namhafte internationale Künstler Land-ArtInstallationen in Meran und Umgebung. In den Gärten von Schloss Trauttmansdorff wird der Seerosenteich für den Japaner Ichi Ikeda zur Arbeitsfläche. Schritt für Schritt entsteht hier sein neuestes Werk „Water Blooming“. Events zwischen Botanik, Musik und Kulinarik bieten zudem ganz besondere Gartenerlebnisse. „Trauttmansdorff nach Feierabend“ lädt zum langen Aperitif an lauen Sommerabenden. Beim „Frühstück bei Sissi“ jeden Sonntag im Juni und heuer auch am ersten Sonntag im Juli, gibt es auf der Sissi-Terrasse einen ausgiebigen Brunch bei klassischer Livemusik. Von Juni bis August präsentieren die Gärten nach dem Motto „Pflanzen aus aller Welt“ Musik aus allen Kontinenten bei den sogenannten „Gartennächten“. Die Open-Air-Konzertreihe bringt stets hochkarätige Gäste auf die Bühne im Seerosenteich und zählt mittlerweile zu den bedeutendsten World-Music-Festivals Norditaliens.
Vier Themenbereiche Abseits der Events kann man die vier Themenbereiche der Gärten ganz für sich genießen oder mit spannenden Garten-
führungen auf besondere Art und Weise entdecken. Am Südhang zeigen sich die mediterranen und exotischen Sonnengärten, die den Mittelmeerraum repräsentieren. Mit dem nördlichsten Olivenhain Italiens, den Kakteen, Aloen und Agaven sind nur einige der zahlreichen floralen Sehenswürdigkeiten genannt. In den Wasser- und Terrassengärten gilt es europäische Gartenarchitektur zu erleben. Treppen und Wasserläufe verbinden die verschiedenen Ebenen – von geometrisch angelegten Beeten bis hin zu einem Meer aus Rosen. Am Fuße der Terrassen liegt der Seerosenteich mit über 200 Palmen, Kamelien und Azaleen. An der Nordseite des Schlosses erstrecken sich die Waldgärten mit den Miniaturwäldern Ostasiens und Amerikas. Das neue Glashaus zeigt zudem tropische Nutzpflanzen und die artenreiche Orchideensammlung der Gärten. Neben fernen Pflanzenwelten blickt man in den Gärten auch auf die heimische Landschaft, der ebenfalls ein Themenbereich gewidmet ist. Die Streuobstanlage mit alten, heimischen Apfel- und Birnensorten, der Bauerngarten und der Weinberg zeigen die traditionelle Kulturlandschaft Südtirols. Der Auwald erinnert daran, dass dieser einst die Haupttäler Südtirols bedeckte. Hier entdecken aufmerksame Gartengäste das Knollenhäuschen. Die neue Erlebnisstation lädt zum fantasievollen Spiel ein. Kuriose Gewächse, Exoten aus allen Herren Ländern, giftige Pflänzchen, lebende Fossilien, Palmenstrand mit Panoramablick und fast vergessenes Wissen – in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff erwartet den Besucher eine abwechslungsreiche Gartenwelt, die Jung und Alt staunen lässt.
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di botanica e agli amanti del verde e del contatto con la natura di trascorrere nei Giardini intere giornate e serate piene di fascino. Al centro di questa varietà di mondi vegetali svetta Castel Trauttmansdorff, dove l’imperatrice Sissi trascorreva i suoi soggiorni di cura. Oggi le sue storiche mura ospitano il Touriseum, il primo museo dell’area alpina che racconta in maniera decisamente divertente duecento anni di storia del turismo. Nel 2015 la mostra temporanea “Turismo & Guerra” illustrerà le relazioni tra il turismo prima del 1914 e dopo gli anni di guerra.
Arte, musica e gastronomia
Un mondo di giardini tutto da vivere Con la fioritura delle piante, ai Giardini di Castel Trauttmansdorff inizia il periodo più bello dell’anno. Ecco perché questo paradiso vegetale merita una visita. Le giornate si allungano, il sole inizia a scaldare l’erba e le gocce di rugiada brillano di riflessi dorati sulle fioriture mattutine. Narcisi, gigli e papaveri d’Islanda dispiegano i loro petali al cielo trasformando i declivi e le aiuole in splendidi tappeti variopinti. Oltre 200.000 tulipani e migliaia di piante primaverili, tra cui le viole del pensiero, le pratoline e i nontiscordardimé, ritornano alla vita. Vincitori di molti premi, l’ultimo nel 2013 con la proclamazione a “Giardino Internazionale dell’Anno”, i Giardini offrono una varietà multicolore di piante e paesaggi naturali e culturali provenienti da tutto il mondo e si estendono su dodici ettari formando un anfiteatro naturale. I sentieri, percorribili anche con passeggini e sedie a rotelle, superano serpeggiando un dislivello di cento metri. Due piattaforme panoramiche regalano vedute grandiose sulle vicine montagne del Gruppo di Tessa, alte 3.000 metri, e offrono la possibilità davvero unica di osservare dall’alto più di ottanta ambienti botanici. Inoltre, i dieci padiglioni artistici, le numerose stazioni multisensoriali e le tante manifestazioni permettono agli appassionati
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I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono parte integrante del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg e hanno aperto le loro porte nel giugno del 2001, dopo sette anni di lavori. Da allora costituiscono una straordinaria combinazione di natura, cultura e arte, che nel 2015 raggiungerà nuovi traguardi. Per la prima volta si svolgerà a Merano il festival “Primavera Meranese”, nel cui ambito artisti di fama internazionale realizzeranno una serie di installazioni di Land Art a Merano e dintorni. Nei Giardini di Castel Trauttmansdorff, il Laghetto delle Ninfee costituirà per l’artista giapponese Ichi Ikeda una superficie di lavoro su cui far sorgere, passo dopo passo, la sua nuova opera “Water Blooming”. Inoltre, vari eventi che spaziano dalla botanica alla musica e alla gastronomia permettono di vivere nei Giardini esperienze davvero speciali. “Trauttmansdorff di Sera” invita a un aperitivo lungo, nelle gradevoli serate estive. Con la “Colazione da Sissi”, tutte le domeniche di giugno e la prima domenica di luglio, la Terrazza di Sissi fa da cornice a un ricco brunch con musica classica dal vivo. Da giugno ad agosto i Giardini presentano musica da tutti i continenti seguendo il motto “Piante da tutto il mondo”. Il festival di World Music “Serate ai Giardini” richiama artisti di grande calibro ad esibirsi sul palcoscenico in mezzo al Laghetto delle Ninfee e il suo programma di concerti open air ne fa ormai una delle rassegne di World Music più importanti del Nord Italia.
Quattro aree tematiche Oltre a partecipare agli eventi si può andare alla scoperta delle quattro aree tematiche dei Giardini, in modo autonomo o con coinvolgenti visite guidate. Sul versante meridionale si trovano i Giardini del Sole, che rappresentano lo spazio mediterraneo. L’oliveto più settentrionale d’Italia ed esemplari di cactus, aloe e agave sono solo alcune delle bellezze floreali di questo mondo vegetale. Nei Giardini Acquatici e Terrazzati si possono ammirare alcuni esempi di architettura dei giardini europei. Scalinate e rivoli d’acqua congiungono tra loro i vari livelli, dalle aiuole geometriche fino a un vero e proprio mare di rose. Ai piedi delle terrazze si trova il Laghetto delle Ninfee, circondato da oltre duecento palme, camelie e azalee. Sul versante settentrionale del castello si estende l’area dei paesaggi forestali con le foreste in miniatura dell’Asia orientale e dell’America. La nuova Serra, inoltre, ospita varie piante delle zone tropicali e la ricca collezione di orchidee dei Giardini. Oltre che su orizzonti vegetali lontani, i Giardini offrono uno sguardo anche sul paesaggio dell’Alto Adige, a cui è dedicata un’intera area tematica. Il Frutteto coltivato in forma estensiva, con varietà antiche di mele e di pere, l’Orto di Montagna e il Vigneto illustrano il paesaggio culturale tradizionale dell’Alto Adige, mentre il Bosco Ripariale riproduce il manto vegetale che un tempo ricopriva le valli principali della regione. Qui i visitatori più attenti dei Giardini scopriranno la Casetta Tuberello, una nuova stazione multisensoriale che invita a giocare liberando la fantasia. Piante insolite, specie esotiche da ogni parte del mondo, piccole piante velenose, fossili viventi, la Spiaggia delle Palme con la sua vista panoramica e un sapere ormai quasi dimenticato: nei Giardini di Castel Trauttmansdorff il visitatore è atteso da un paesaggio vegetale ricco di varietà, che riempirà di meraviglia grandi e piccini.
Die Gärten von Schloss Trauttmansdorff St.-Valentin-Str. 51/A I-39012 Meran (BZ) T 0473 235 730 www.trauttmansdorff.it
I Giardini di Castel Trauttmansdorff via San Valentino 51/A 39012 Merano (BZ) T 0473 235 730 www.trauttmansdorff.it
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Gelebte Tradition Una tradizione molto sentita
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AUF einem Hof in St. Martin in Passeier hat sich im Rahmen der Genusswerkstatt Foodie Factory eine Gruppe von Urlaubern zum gemeinsamen Knödelessen getroffen. Oberstes Gebot: Knödel darf man nie mit dem Messer schneiden. Text / Testo: Petra Schwienbacher Fotos / foto: Damian Lukas Pertoll
In un maso di San Martino in Passiria un gruppo di turisti si è riunito per gustare un pranzo a base di canederli in occasione di un evento dell’Officina del gusto Foodie Factory. Primo comandamento: mai tagliare i canederli con il coltello.
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r e p o rtage
1. Das Foodie-Factory-Event findet im Passeiertal statt. | L’evento di Foodie Factory si svolge in Val Passiria. 2. Martha Verdorfer: „Knödel werden nie gleich.“ | Martha Verdorfer: “I canederli non vengono mai allo stesso modo”. 3. 4. Einblicke in den Obergereuthhof in St. Martin im Passeiertal. | Il maso Obergereuth a San Martino in Val Passiria.
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Es ist 12 Uhr. Martha Verdorfer steht am Herd, einen blauen Schurz umgebunden und beugt sich über den Topf. „Knödel werden nie gleich“, sagt sie. Dampf steigt auf und beschlägt ihre Brillengläser, als sie die Knödel ins kochende Wasser gibt. Zehn Minuten müssen sie jetzt köcheln, weiß die Bäuerin. Seit 40 Jahren bereitet sie regelmäßig dieses Traditionsgericht zu. Für ihre zwei Kinder, ihren Mann und eine Zeit lang auch für die Kindergartenkinder von St. Martin. Heute verköstigt sie hier im alten Bauernhaus des Obergereuthhofs 15 Gäste aus Deutschland und der Schweiz. Seit 26 Jahren bewirtschaftet sie mit ihrem Mann Michael den Hof – und zwar ausschließlich biologisch. Das Knödelmachen hat die 63-Jährige von ihrer Mutter gelernt. Jetzt hat sie das Wissen an ihre Tochter Kathrin weitergegeben, die ihr heute beim Knödeldrehen geholfen hat. „Aber ich bin nicht so in Übung wie Mama“, sagt sie und lacht. Seit 8 Uhr stehen die beiden bereits in der kleinen Küche, um Spinat-, Speck-, Käseund Leberknödel zu formen, die die Gäste später serviert bekommen. Alles im Rahmen der Angebotswoche „Urige Almen und herzhafte Hausmannskost“ der „Foodie Factory“. Das Projekt wurde von der Tourismusregion Meraner Land initiiert und will den Südtirolurlaubern die Lebensart und Kultur Südtirols näherbringen. Heute auf dem Programm: ein Schnuppertag in den Alltag einer Bauernfamilie und ein kleiner Knödel-Workshop. 36 //
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Wichtig ist, dass der Mensch auf die Knödel wartet und nicht umgekehrt. (Martha Verdorfer)
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Sono le dodici in punto. Martha Verdorfer sta ai fornelli, avvolta in un grembiule blu, e si sporge sulla pentola. “I canederli non vengono mai allo stesso modo”, dice. Quando getta i canederli nell’acqua bollente il vapore che sale le appanna gli occhiali. Adesso bisogna farli cuocere per dieci minuti, come sa bene questa contadina che da quarant’anni prepara regolarmente il piatto tradizionale per i suoi due figli, per suo marito e per un certo periodo anche per i bambini dell’asilo di San Martino. Oggi nella vecchia casa colonica del maso Obergereuth deve dare da mangiare a quindici ospiti giunti dalla Germania e dalla Svizzera. Da ventisei anni, con il marito Michael, gestisce il maso secondo metodi esclusivamente biologici. A fare i canederli questa signora di 63 anni ha imparato da sua madre e ha trasmesso lo stesso sapere alla figlia Kathrin, che oggi l’ha aiutata a preparare i canederli. “Ma non sono certo allenata come la mamma”, commenta Kathrin ridendo. È dalle otto che sono entrambe al lavoro nella piccola cucina per formare i canederli agli spinaci, allo speck, al formaggio e al fegato che più tardi saranno serviti agli ospiti. Il tutto avviene nell’ambito della settimana promozionale “Urige Almen und herzhafte Hausmannskost” (Antiche malghe e buona cucina casalinga) di Foodie Factory, un progetto promosso dalla Regione turistica Merano e dintorni con l’intento di far conoscere ai visitatori lo stile di vita e la cultura dell’Alto Adige. Oggi in programma c’è una giornata di immersione nella vita quotidiana di una famiglia contadina e un breve workshop sui canederli.
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Kochkunst und Hofgeschichte 10 Uhr. Neben der alten Backstube hat Bäuerin Martha auf einem kleinen Tisch eine Schüssel mit Knödelbrot, Petersilie, Schnittlauch und Salz hergerichtet. Hier zeigt sie den Gästen, wie sie ihren Knödelgrundteig macht, zu dem dann nach Belieben Käse, Spinat oder Speck hinzugegeben werden kann. Heute braucht sie nichts von alledem. Sie macht mit den Gästen sogenannte Fastenknödel, die wohl schlichteste Knödelvariante. Unter den interessierten Blicken der Urlauber schlägt die Bäuerin sechs Eier in die Schüssel mit dem Knödelbrot. Es folgen ein bisschen Sahne, Salz und Mehl, dann vermengt sie die Zutaten. Normalerweise nehme sie dazu die Hände, so Martha. Eine Waage brauche sie nicht, sie mache alles mit Augenmaß. Nach einer halben Stunde, in der die Masse durchgezogen hat, geht es ans Formen. Martha befeuchtet dafür ihre Hände mit lauwarmem Wasser, nimmt eine kleine Handvoll Knödelteig in die Hand und drückt die Masse zweimal zusammen. Dann rollt sie sie gekonnt und schnell zu einem perfekten, runden, festen Knödel. „Wenn sie beim Kochen auseinanderfallen, waren sie zu wenig fest“, sagt sie und grinst, wohlwissend, dass das häufig passiert. Es sei eben alles Übungssache, das Gefühl, wie man Knödel dreht, komme mit der Zeit. Nach der Bäuerin versuchen sich einige Mutige am Traditionsgericht und merken schnell: So einfach ist es gar nicht, die Knödel in Form zu bringen. Applaus bekommt trotzdem jeder, der es versucht. Während Frau und Tochter nach den Knödel-Dreh-Versuchen der Gäste in der Küche alles für das Mittagessen vorbereiten, erzählt Bauer Michael über die weit zurückreichende Geschichte des Obergereuthhofs. In blau-weiß kariertem Hemd und blauem Schurz steht er vor dem Haus. // 37
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Die Gemäuer sind mit wildem Wein behangen, auf den alten Fensterbänken stehen rote Geranien. Der Hof wurde im Jahr 1288 zum ersten Mal urkundlich erwähnt. Zum zweiten Mal schien er 1317 auf – als einer der berühmten elf Schildhöfe. In diesem Jahr wurden durch eine Urkunde des Landesfürsten König Heinrich einige Männer aus dem Passeiertal zu „Einschildrittern“ ernannt und somit in den niederen Adelsstand erhoben; ihre Gehöfte wurden „Schildhöfe“ genannt. „Diese Höfe hatten damals die Aufgabe, Schloss Tirol zu beschützen. Dafür hatten sie das Jagdund Fischereirecht und waren steuerlich begünstigt“, erklärt Michael, die Blicke der Gäste gespannt auf sich gerichtet. 1900 wurde der Hof unter zwei Brüdern in Unter- und Obergereuth aufgeteilt. Stolz zeigt der 64-jährige Michael seinen Arbeitsplatz: Den Stall für die Ziegen, deren Milch an eine Biokäserei verkauft wird, und für die Schafe zur Fleischproduktion. Zum Hof gehören noch 15 Hektar Wald und vier Hektar Nutzfläche. Die Familie lebt von der Landwirtschaft und vom Tourismus, denn sie bietet Urlaub auf dem Bauernhof an. Am Hof angebaut wird Beerenobst wie Himbeeren, Heidelbeeren, Brombeeren, Preiselbeeren und Johannisbeeren, aber auch Gemüse, hauptsächlich Tomaten. „Meine Frau experimentiert gerne mit verschiedenen Sorten“, sagt Michael und lächelt.
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La cosa importante è che siano le persone ad aspettare i canederli, non il contrario. (Martha Verdorfer)
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1. 4. Tochter Kathrin Verdorfer serviert das Knödelgericht in der alten getäfelten Bauernstube. | Kathrin Verdorfer serve i canederli nella vecchia Bauernstube rivestita di legno. 2. 3. Bauer Michael Verdorfer zeigt den Gästen stolz den Hof, der erstmals 1288 urkundlich erwähnt wurde. | Il padrone di casa Michael Verdorfer mostra orgoglioso ai suoi ospiti il maso, menzionato per la prima volta già nel 1288.
Dall’arte culinaria alla storia del maso Ore dieci. Vicino al vecchio forno la signora Martha ha preparato su un tavolino una terrina con il pane per i canederli, prezzemolo, erba cipollina e sale. Qui mostra agli ospiti come si fa l’impasto base, al quale si possono aggiungere a piacere formaggio, spinaci o speck. Ma oggi non le serve niente di tutto questo perché con gli ospiti farà i cosiddetti “canederli della Quaresima”, la variante più semplice di canederli. Sotto lo sguardo attento dei turisti, la contadina rompe sei uova nella terrina con il pane per i canederli. Poi aggiunge un po’ di panna, sale e farina e infine mescola gli ingredienti. Tradizionalmente si amalgamano con le mani, come fa ora Martha. Che non ha bisogno della bilancia perché valuta ogni cosa a occhio. Dopo aver lasciato riposare l’impasto per mezz’ora si procede alla formatura. A questo scopo Martha si bagna le mani con un po’ di acqua tiepida, prende una manciata di
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impasto e la pressa per due volte. Poi velocemente e con abilità la arrotola fino a ottenere un canederlo perfetto, rotondo e compatto. “Se cuocendoli si rompono, vuol dire che non erano abbastanza compatti”, dice, e ridacchia perché sa che accade spesso. È tutta questione di esercizio, la sensibilità giusta per preparare i canederli si acquisisce con il tempo. Dopo di lei alcuni temerari si cimentano nella preparazione di questa pietanza tradizionale e notano subito che non è poi così facile formare i canederli. Tutti i loro sforzi, comunque, sono accolti da applausi. Dopo il tentativo degli ospiti di preparare i canederli, mentre madre e figlia in cucina preparano il pranzo, il contadino Michael, in piedi davanti alla casa in camicia a quadretti bianchi e blu e grembiule blu, racconta la storia secolare del maso Obergereuth. Le pareti esterne sono ricoperte di vite selvatica, mentre i davanzali antichi sono ornati da gerani rossi. Il maso è menzionato per la prima volta in un documento
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Knödel Canederli
Zutaten 300 g schnittfestes Weißbrot oder Knödelbrot 4.
3 Eier etwas Milch 2 EL Mehl 80 g Zwiebel Petersilie und Schnittlauch, fein geschnitten
3 uova un po’ di latte 2 cucchiai di farina 80 g di cipolle prezzemolo ed erba cipollina tagliati fini
Salz und Pfeffer etwas Butter zum Anrösten etwas Öl zum Anrösten Parmesankäse gerieben
sale e pepe un po’ di burro un po’ d’olio parmigiano grattugiato
für Speckknödel: 150 g Speck in etwas Öl angebraten
Vendiamo solo quello che mangeremmo noi stessi.
Ingredienti 300 g di pane raffermo o di pane per canederli
für Spinatknödel: 200 g blanchierten und gehackten Spinat für Käseknödel: 130 g Psairer Bergkäse in größere Würfel geschnitten Garzeit: 10 bis 15 Minuten
per i canederli allo speck: 150 g di speck rosolato in un po’ d’olio per i canederli agli spinaci: 200 g di spinaci sbollentati e tagliati per i canederli al formaggio: 130 g di formaggio di montagna della Val Passiria tagliato a dadi grossi Tempo di cottura: 10-15 minuti
(Michael Verdorfer) Zubereitung
del 1288, poi una seconda volta nel 1317 come uno dei famosi undici Masi dello Scudo. In quello stesso anno alcuni uomini della Val Passiria furono nominati Einschildritter (cavalieri a scudo unico) con un atto del re Enrico, che era anche signore del Tirolo, ed elevati dunque al rango della nobiltà minore; i loro masi furono chiamati Schildhöfe (Masi dello Scudo). “La loro funzione era quella di proteggere il Castello di Tirolo. Per questo godevano dei diritti di caccia e di pesca e di un regime fiscale favorevole”, spiega Michael, mentre gli sguardi degli ospiti sono tutti puntati su di lui. Nel 1900 il maso fu diviso tra due fratelli in Untergereuth e Obergereuth.
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Weißbrot in kleine Würfel schneiden. Die in feine Würfel geschnittene Zwiebel in der Butter dünsten, über das Brot geben und vermischen. Das Mehl und den Speck bzw. den Spinat untermengen. Die Eier, die Milch, die Petersilie und das Salz verrühren, über das Brot geben und alles gut vermengen. Die Masse etwa 15 Minuten ziehen lassen, Knödel formen (bei den Käseknödeln je einen Käsewürfel in die Mitte des Knödels geben) und im Salzwasser halb zugedeckt sieden. Spinat- und Käseknödel mit Parmesan bestreuen und mit etwas zerlassener Butter übergießen.
PREPARAZIONE
Tagliare il pane a dadini. Rosolare nel burro la cipolla tagliata a dadini, unirla al pane e formare un impasto omogeneo. Mescolare poi la farina allo speck o agli spinaci. A parte sbattere le uova insieme al latte, il prezzemolo e il sale, unire all’impasto di pane e amalgamare bene il tutto. Lasciar riposare la pasta per circa 15 minuti, poi dare forma ai canederli (per i canederli al formaggio inserire un dado di formaggio al centro di ogni canederlo) e cuocerli in acqua salata bollente senza coprire completamente. Prima di servire spolverare di parmigiano i canederli agli spinaci e al formaggio e versarvi sopra un po’ di burro fuso.
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Wir verkaufen nur das, was wir auch selber essen würden. (Michael Verdorfer)
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Knödel statt Klöße Als er beginnt, von der diesjährigen Missernte zu erzählen, wird sein Gesicht wieder ernst. Der komplette Ertrag sei wegen der Kirschessigfliege ausgefallen, sagt das Familienoberhaupt leise. Das seien die Nachteile des biologischen Arbeitens, etwas anderes käme für die Familie Verdorfer aber nicht in Frage. „Wir verkaufen nur das, was wir auch selber essen würden“, sagt Michael. Zum Hof gehören auch zwei Mühlen, die in einem Gebäude neben dem Haus stehen. „Im Moment sind sie noch nicht in Betrieb“, sagt Michael, der den Hof später an seinen Sohn Thomas übergeben wird. Stunden an Arbeit hat er bereits in die Renovierung investiert, das Dach war durchgefault, vieles musste erneuert werden. Auch den alten Backofen möchte er wieder funktionstüchtig machen. „Das Leben hier ist einmalig“, sagt einer der Gäste, ein älterer Herr aus Deutschland. „Michael gibt uns einen tollen Einblick in seinen Alltag.“ Jetzt geht es für die Gäste in die alte getäfelte Bauernstube. Herrgottswinkel, eine alte Pendeluhr und ein gemauerter Ofen mit Ofenbank – die Gäste sind hin und weg, als sie sich an den gedeckten Tisch setzen. Der Duft der kochenden Knödel breitet sich bis in die Stube aus. 40 //
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1. 2. Familie Verdorfer lebt von der biologischen Landwirtschaft und vom Tourismus. | La famiglia Verdorfer vive di agricoltura biologica e turismo.
„Wichtig ist, dass der Mensch auf die Knödel wartet und nicht umgekehrt“, sagt Martha und schöpft einen Knödel in den Teller mit selbstgemachter Fleischsuppe. Darauf streut sie frischen Schnittlauch. „Sie werden schnell hart, deshalb sollten sie rasch gegessen werden.“ Tochter Kathrin hilft beim Servieren. Zu den Spinat-, Speck- und Käseknödeln gibt es verschiedene Salate – alle aus dem eigenen Garten, versteht sich. Gurke, Tomate und Kohl, Kobis, wie er hier genannt wird. „Bei uns gibt es keine Knödel, nur Klöße“, sagt ein Mann aus dem Norden. Die Frauen und Männer loben das Essen, tauschen sich über die typischen Gerichte ihrer Heimat aus und lernen, was man einem Knödel niemals antun sollte: Ihn mit dem Messer schneiden. Das sei eine Beleidigung für den Koch oder die Köchin, erklärt Martha. Beim Käseknödel hat sie nur in die Mitte ein Stück fetten Käse gegeben, der beim Zerteilen des Knödels jetzt lange Fäden zieht. Aus den Fastenknödeln der Gäste wurden Pressknödel, die zuerst in Öl gebraten und dann erst gekocht werden. „Mir schmecken sie alle“, sagt ein Herr aus Bayern. „Und jetzt wünsch ich mir noch einen Topfenknödel“, sagt er und alle lachen.
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Il 64enne Michael mostra pieno di orgoglio il suo posto di lavoro: la stalla delle capre, il cui latte viene venduto a un caseificio biologico, e delle pecore da cui si ricava la carne. Il maso dispone anche di quindici ettari di bosco e di quattro ettari di terra coltivabile. La famiglia vive di agricoltura e di turismo, poiché offre anche la possibilità di soggiornare presso di loro. Nel maso si coltivano varie bacche tra cui lamponi, mirtilli, more, mirtilli rossi e ribes, ma anche verdura, soprattutto pomodori. “Mia moglie si diverte a provare diverse varietà”, dice Michael e sorride.
Canederli invece di gnocchi Quando inizia a raccontare del raccolto scarso di quest’anno, però, la sua espressione torna seria. Tutto il raccolto è andato perduto per colpa del moscerino delle ciliegie, dice sommessamente il capofamiglia. Sono i rischi del biologico, ma la famiglia Verdorfer non prende in considerazione altre possibilità. “Vendiamo solo quello che mangeremmo noi stessi”, dice Michael. Del maso
INSERZIONE Seilbahn - Funivia
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Unterstell
fanno parte anche due macine, custodite in un edificio accanto alla casa. “Al momento non sono ancora in funzione”, dice Michael, che in futuro lascerà il maso al figlio Thomas. Ha già investito molte ore di lavoro nel suo risanamento, il tetto era marcito e molte parti hanno dovuto essere sostituite. Ha dovuto rimettere in funzione anche il vecchio forno. “Vivere qui è straordinario”, afferma uno degli ospiti, un signore tedesco abbastanza anziano. “Michael ci dà un’idea magnifica della sua vita quotidiana”. Adesso gli ospiti entrano nella vecchia Bauernstube, la stanza di soggiorno tradizionale completamente rivestita di legno. Ci sono l’Herrgottswinkel (l’angolo per le preghiere con il crocifisso), un vecchio orologio a pendolo e una stufa in muratura con accanto la panca. Quando si siedono alla tavola apparecchiata, gli ospiti sono entusiasti. La fragranza dei canederli che stanno cuocendo si diffonde nella Stube. “È importante che le persone aspettino i canederli, non il contrario”, dice Martha e versa nel piatto un canederlo insieme con il brodo di
carne fatto da lei. Poi lo cosparge di erba cipollina fresca. “Si induriscono rapidamente, perciò devono essere mangiati subito.” La figlia Kathrin aiuta a servire. Con i canederli agli spinaci, allo speck e al formaggio ci sono varie insalate che chiaramente vengono tutte dal loro orto: cetrioli, pomodori e cavolo, Kobis come viene chiamato da queste parti. “Da noi non ci sono i canederli, ci sono solo dei grossi gnocchi”, dice un signore del Nord. Tutti elogiano il pranzo, si scambiano informazioni sui piatti tipici dei loro paesi e imparano cosa non si deve assolutamente fare con i canederli: tagliarli con il coltello. Sarebbe un’offesa per la cuoca o il cuoco, spiega Martha. Nei canederli al formaggio ha messo al centro un pezzo di formaggio grasso che, quando si spezza il canederlo, fa dei lunghi fili. I “canederli della Quaresima” fatti dagli ospiti sono diventati dei canederli pressati che vengono prima dorati nell’olio bollente e poi cotti. “Mi piacciono tutti”, dice un signore bavarese. “E adesso ci vorrebbe un canederlo dolce di ricotta”, aggiunge tra le risate generali.
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r e p o rtage
Ein Foodie ist ein Feinschmecker, der die Balance zwischen Genuss und Gesundheit schätzt und auch an den kulturellen Hintergründen der Speisen interessiert ist. Bei der „Foodie Factory“ (foodiefactory.it), der Genusswerkstatt, die von der Marketinggesellschaft Meran ins Leben gerufen wurde, kann ein Foodie Südtiroler Köstlichkeiten probieren und beim Kochen selbst experimentieren. Das Projekt will Kontaktpunkte zwischen mediterraner und alpiner Küche und über Sprache und Kultur vermitteln. Das ganze Jahr über finden verschiedene Veranstaltungen mit Werkstattcharakter an außergewöhnlichen Orten im Meraner Land statt – im Restaurant eines Haubenkochs, auf einem Bauernhof, auf der Alm, in der Gondel einer Seilbahn und so weiter. Im Mittelpunkt steht die Verarbeitung qualitativ hochwertiger Produkte aus dem Alpen- und dem Mittelmeerraum. Es dreht sich alles um das gemeinsame Einkaufen, Kochen und Genießen.
Il termine Foodie indica un gourmet che cerca l’equilibrio tra buona tavola e salute, oltre a interessarsi del retroterra culturale dei vari piatti. Nella Foodie Factory (foodiefactory.it), l’Officina del gusto ideata dalla società Merano Marketing, ogni Foodie può assaggiare le specialità migliori dell’Alto Adige e provare a cucinarle lui stesso. Il progetto punta a trovare un punto di contatto tra la cucina mediterranea e quella alpina e tra lingue e culture diverse. Per tutto l’anno si svolgono eventi di vario genere in forma di laboratorio, ambientati nei luoghi più straordinari dell’area turistica di Merano e dintorni: nel ristorante di un cuoco stellato, in un maso, in un alpeggio, nella cabina di una funivia ecc. Al centro c’è la trasformazione di prodotti di alta qualità provenienti dalle Alpi e dal Mediterraneo, che i partecipanti acquistano, cucinano e gustano tutti insieme.
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Die nächsten Termine:
I prossimi appuntamenti:
„So kocht Dorf Tirol“ (13.4.–10.5.2015) Schaukochen, Kochkurse und Degustationen in Dorf Tirol
“Tirolo tra pentole e fornelli” (13.4.-10.5.2015) Showcooking, corsi di cucina e degustazioni nel paese di Tirolo
„Samen – einst und jetzt“ (17.4.2015) Wandern, sähen und verkosten in Lana und Umgebung
“I semi – ieri e oggi” (17.4.2015) Camminare, seminare e degustare a Lana e dintorni
„Picknick am Wasserfall“ (Mai bis September 2015) Hausgemachte Überraschungen vom Gasthaus Wasserfall in Partschins
“Picnic vicino alla cascata” (da maggio a settembre 2015) Sorprese culinarie fatte in casa della Locanda Wasserfall di Parcines
„Wild Gewachsen“ (15. und 22. 5.2015) Essbare Kunst in der zeitgenössischen Galerie Kunst Meran
“Specie selvatiche” (15. e 22.5.2015) Arte commestibile nella galleria contemporanea Merano Arte
„KornArt“ (22.5.–7.6.2015) Kulinarik und Kultur rund um das Korn in Hafling und Vöran
“GranoArt” (22.5.-7.6.2015) Gastronomia e cultura intorno al grano ad Avelengo e Verano
„Innischaugn“ (24.6.–23.9.2015) Einblicke in die traditionelle Schnalser Bauernküche
“Innischaugn” (24.6.-23.9.2015) Conoscere la cucina tradizionale contadina della Val Senales
„Ultner Genuss“ (25.6.–2.8.2015) Gondeldinner, Bergtisch und Bergbrunch im Ultental
“Ultner Genuss” (25.6.-2.8.2015) Cena in funivia, menu di montagna e brunch di montagna in Val d’Ultimo
„Gompm Alm – The unplugged taste” (23.8.2015) Fünf Köche kochen ohne Strom auf Holzherden im Hirzergebiet
“Gompm Alm – The unplugged taste” (23.8.2015) Cinque cuochi cucinano senza elettricità su focolari a legna alle pendici del Cervina
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Kaffeerösterei Schreyögg Torrefazione caffè Schreyögg Südtiroler Qualitätskaffee seit 1890 Caffè di qualità dell’Alto Adige dal 1890
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ür die Komposition der speziellen Kaffeemischungen werden unter Einhaltung strenger Kriterien über 20 verschiedene Rohkaffees von ausgewählten Plantagen bezogen. Diese werden im traditionellen Langzeitröstverfahren sortenrein geröstet und anschließend aufwendig gemischt. Zum vielseitigen Sortiment gehören feinste Filterkaffeemischungen, Automatenkaffees, Biokaffee, Kaffee aus fairem Handel, entkoffeinierter Kaffee und Pods. Die Spezialität des Hauses ist und bleibt aber die Herstellung von hochwertigem Espresso, wovon vier Mischungen mit der begehrten Zertifizierung „Espresso Italiano“ ausgezeichnet wurden. Seit 2002 befindet sich die Kaffeerösterei in einer modernen Produktionsstätte in Partschins und hat vom Qualitätsmanagementsystem „IFS Food“ die Zertifizierung „Auf höherem Niveau“ erhalten. Interessierte können gerne den Onlineshop unter www.s-caffe.com/shop besuchen.
Kaffeerösterei Schreyögg GmbH 39020 Partschins T +39 0473 967 700 mail@schreyoegg.com s-caffe.com
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Nel 1890 il commerciante Josef Schreyögg cominciò a tostare il caffè sotto i Portici di Merano. Da allora, per tradizione, la torrefazione caffè Schreyögg è sinonimo di massima qualità e cura dal chicco alla tazza.
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er la composizione delle rinomate miscele di caffè vengono utilizzate, nel rispetto di criteri assai severi, oltre 20 varietà di caffè verde provenienti da piantagioni selezionate. Tali varietà sono quindi tostate singolarmente una a una mediante il tradizionale procedimento di tostatura lenta e solo alla fine miscelate tra loro con molta cura. Del ricco assortimento fanno parte le più raffinate miscele di caffè da filtro, caffè per macchine super automatiche, caffè biologico, da commercio equosolidale, caffè decaffeinato e caffè in cialde. La specialità della casa è e rimane comunque la produzione di pregiato espresso, quattro miscele del quale sono state insignite del prestigioso riconoscimento “Espresso Italiano”. Dal 2002 la torrefazione caffè si trova in una moderna struttura produttiva a Parcines ed è certificata a livello superiore secondo il sistema di qualità “IFS Food”. Se di vostro interesse, consultate lo shop online su www.s-caffe.com/shop.
Torrefazione caffè Schreyögg srl 39020 Parcines T +39 0473 967 700 mail@schreyoegg.com s-caffe.com
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brandnamic.com
1890 begann der Kaufmann Josef Schreyögg, unter den Meraner Lauben Kaffee zu rösten. Seitdem steht die traditionsreiche Kaffeerösterei Schreyögg für höchste Qualität und Sorgfalt von der Bohne bis zur Tasse.
Z ah len s p i ele * Q ualche n u m er o
Von der anspruchsvollen Wanderung bis zur Alpinbobfahrt: ein Einblick in die vielfältigen Aktivmöglichkeiten in Meran und Umgebung. Dall’escursione impegnativa alla discesa con il bob alpino: uno sguardo alle numerose attività che si possono praticare a Merano e dintorni.
100m Der Höhenunterschied, den Spaziergänger auf dem sieben Kilometer langen TAPPEINERWEG bewältigen müssen, ist mit 100 Metern zwar gering. Dafür lernen sie dabei die mediterrane Vegetation Merans aus der Nähe kennen.
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Chi vuole passeggiare lungo i 7 km della PASSEGGIATA TAPPEINER deve affrontare un dislivello davvero lieve, di appena 100 m. Lungo il percorso si può osservare da vicino la vegetazione mediterranea di Merano.
In vier Minuten rauscht der ALPINBOB im Naherholungsgebiet „Meran 2000“ die 1,1 Kilometer lange Bahn zu Tal und überwindet dabei 150 Höhenmeter. Nach der Abfahrt, bei der die Bahn bis zu zwölf Meter über dem Boden schwebt, wird der Bob wieder zum Ausgangspunkt hochgezogen. meran2000.com
min
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In 4 minuti il BOB ALPINO percorre scivolando silenziosamente gli 1,1 km e i 150 m di dislivello della pista del comprensorio di Merano 2000. Terminata la discesa, lungo una pista alta fino a 12 m dal suolo, il bob viene riportato alla partenza. meran2000.com
250w
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8
h
Vom Damm des Zoggler-Stausees bei St. Walburg im Ultental (rund 1.000 Meter ü. d. M.) geht es 18,7 Kilometer lang hinauf bis zum Gipfel der 2.627 Meter hohen HOCHWART . Geübte Bergwanderer schaffen die Runde in etwa acht Stunden. Dalla diga del Lago di Zoccolo a S. Valburga in Val d’Ultimo (ca. 1.000 m s.l.m.) si cammina per 18,7 km fino ai 2.627 m della cima della GUARDIA ALTA . Gli escursionisti allenati compiono il circuito in 8 ore.
15kn
Die Geschwindigkeit in Knoten spielt bei der RAFTING-TOUR „Family Pirate“ im Passeiertal keine Rolle: Wenn professionelle Guides mit Familien auf der Passer talwärts paddeln, steht das Entdecken der Flusslandschaft im Vordergrund. suedtirolrafting.com
La velocità in nodi non conta nel TOUR DI RAFTING “Family Pirate” in Val Passiria: per le guide professioniste che pagaiano con le famiglie sul torrente Passirio l’importante è far ammirare il paesaggio fluviale. suedtirolrafting.com
800m
Das Flugabenteuer mit dem GLEITSCHIRM startet auf 1.400 Metern Höhe neben dem Gasthof Hochmuth oberhalb von Dorf Tirol. Routinierte Tandem-Piloten begleiten Einsteiger auf dem 10-Minuten-Flug über 700 Höhenmeter sicher ins Tal. flyhirzer.com
L’avventura del volo con il PARAPENDIO inizia a 1.400 m di quota, all’albergo Hochmuth, sopra Tirolo. Piloti esperti in voli tandem accompagnano a valle in tutta sicurezza i principianti in 10 minuti, coprendo un dislivello di oltre 700 m. flyhirzer.com
Bis zu 250 Watt stark sind die Elektromotoren der E-BIKES , die an drei Verleihstellen ausgeliehen werden können. An zahlreichen weiteren Orten lassen sich herkömmliche Fahrräder entlehnen, um auf den gepflegten Radwegen Meran und die Umgebung zu erkunden.
I motori elettrici delle E-BIKE , noleggiabili in 3 stazioni, raggiungono i 250 W di potenza. In numerose altre località si possono prendere in prestito bici tradizionali per scoprire Merano e i dintorni su piste ciclabili ben tenute.
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33
°C
Das THERMALWASSERBECKEN mit Radon hat eine Temperatur von 33 °C und ist nur eines der 25 Anwendungsbecken, welche die Therme Meran zu bieten hat. 15 Pools sind ganzjährig und 10 weitere Pools im Sommer geöffnet. thermemeran.it
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La PISCINA TERMALE con acqua al radon ha una temperatura di 33 °C ed è solo una delle 25 piscine per benefici trattamenti disponibili alle Terme Merano. 15 piscine sono accessibili tutto l’anno e le altre 10 in estate. thermemeran.it
Mit Steigungen von über 20 % müssen MOUNTAINBIKER auf den Routen rund um Meran rechnen. Die Schwierigkeitsstufen reichen von ebenen Strecken über leicht ansteigende Waldwege bis zum Singletrail in 3.000 Metern Höhe. Sui percorsi intorno a Merano i MOUNTAIN BIKER incontrano pendenze oltre il 20%. La difficoltà varia dai tratti piani a quelli in leggera salita nel bosco, fino ai single trail a 3.000 m.
50 In Pfelders im Hinterpasseier liegt der KLETTERGARTEN Bergkristall. Der Schwierigkeitsgrad der rund 50 Routen reicht von 4+ bis 9-, der Fels besteht aus Gneis und Schiefer.
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0
%
A Plan in Alta Val Passiria si trova la PALESTRA DI ROCCIA Bergkristall. Il grado di difficoltà delle circa 50 vie va da 4+ a 9-. La roccia è composta da gneiss e scisti.
Mit einer Gesamtlänge von 5.755 Metern ist der GOLFPLATZ mit 18 Löchern (Par 71) im Passeiertal der größte seiner Art im Meraner Land. Eine 9-Loch-Anlage (Par 35) befindet sich in Lana. golfclubpasseier.com Con una lunghezza complessiva di 5.755 m il CAMPO DA GOLF a 18 buche (Par 71) della Val Passiria è il più grande di Merano e dintorni. A Lana c’è un impianto da 9 buche (Par 35). golfclubpasseier.com
Ganz ohne Chlor kommt das NATURBAD in Gargazon aus. Der Nichtschwimmerbereich mit einer Wassertiefe von bis zu 1,20 Metern und das 50 Meter lange Becken für Schwimmer mit einer Wassertiefe von bis zu zwei Metern ergeben zusammen eine Schwimmfläche von rund 1.000 Quadratmetern. naturbad-gargazon.it L’acqua della PISCINA NATURALE di Gargazzone è completamente priva di cloro. La zona per i non-nuotatori, profonda al massimo 1,20 m, e la piscina lunga 50 m e profonda fino a 2 m danno origine complessivamente a una superficie balneabile di circa 1.000 mq. naturbad-gargazon.it
2539 kcal Über 2.500 Kalorien verbrannte der Tiroler Marian Staller beim letztjährigen Ötzi Alpin Marathon. Dieser EXTREM-TRIATHLON , der jährlich im April stattfindet, führt von Naturns ins Schnalstal und von dort bis auf den Gletscher auf 3.200 Metern Meereshöhe. Die Teilnehmer legen eine Marathondistanz von 42,195 Kilometern zurück – 24,2 Kilometer mit dem Mountainbike, 11,8 Kilometer laufend und 6,2 Kilometer mit den Tourenskiern. Dabei sind über 3.000 Höhenmeter zu überwinden. naturns.it/oetzi-alpin-marathon
Il tirolese Marian Staller ha bruciato oltre 2.500 kcal nella Ötzi Alpin Marathon dello scorso anno. Questo TRIATHLON ESTREMO , che si svolge ogni anno ad aprile, sale da Naturno alla Val Senales e da qui al ghiacciaio a 3.200 m s.l.m. I partecipanti compiono un percorso di 42,195 km complessivi così suddivisi: 24,2 km in mountain bike, 11,8 km di corsa e 6,2 km con gli sci da alpinismo. Gli atleti affrontano un dislivello di 3.000 m. naturns.it/oetzi-alpin-marathon
2–30m In einer imposanten Schlucht und auf neun Parcours bewegen sich Abenteuerlustige jeden Alters auf Höhen zwischen 2 und 30 Metern über dem Boden – im HOCHSEILPARK Ötzi Rope Park im Schnalstal. hochseilgarten.bz
Amanti dell’avventura di ogni età possono attraversare 9 percorsi sospesi su un’imponente gola, ad altezze comprese tra i 2 e i 30 m dal suolo – nel PARCO AVVENTURA Ötzi Rope Park in Val Senales. hochseilgarten.bz
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m u s ik * m us i c a
Strauss & Revolverheld
Seit mehr als 100 Jahren zieht Meran durch zahlreiche Musikevents berühmte Musiker, Komponisten und Dirigenten an. Das Angebot ist breit gefächert und reicht von Klassik bis Rock. Text / Testo: Magdalena Grüner
Da più di un secolo Merano ospita grandi eventi musicali – dalla musica classica al rock, passando per il jazz – che attirano in riva al Passirio artisti, compositori e direttori d’orchestra di chiara fama. 46 //
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1. Historisches Plakat aus dem Jahr 1922. | Un manifesto del 1922. 2. Die deutsche Rockband Revolverheld gastierte 2014 in Meran. | La rock band tedesca dei Revolverheld ha fatto tappa a Merano nel 2014. 3. Meran ist seit Jahrzehnten Anziehungspunkt berühmter Musiker. | Da decenni Merano è un punto di attrazione per musicisti di alto livello. 2.
1.
S Silvester 1914 in Meran. Auf der Passerpromenade herrscht reges Leben, Menschenmassen strömen in Richtung Kurhaus. Der neu errichtete Kursaal, ein moderner Jugendstilbau, wird an diesem Abend eröffnet. Rund 2.500 Menschen feiern hier gemeinsam den Ausklang eines Jahres, in dem sich Meran noch Hotspot des internationalen Kurwesens wähnen kann. Etwa 40.000 Gäste werden 1914 in Meran gezählt. Diese Blüte hatte im 19. Jahrhundert begonnen, als sich die Stadt zunehmend als Kurort etablierte. Fürsten, Prinzessinnen, Intellektuelle werden vom mediterranen Flair mitten in den Alpen angezogen – um die Jahrhundertwende weilt die internationale High Society in den prunkvollen Meraner Hotels zur Sommerfrische. Sie verlangt nach einem abwechslungsreichen Programm zur Unterhaltung und Kurzweil. So wird neben Sport- und Theaterveranstaltungen vor allem auf musikalische Intermezzi gesetzt: In einem Musikpavillon auf der Passerpromenade werden mehrmals täglich Konzerte gegeben, im Kurhaus wird abends symphonische Musik dargeboten, das Stadttheater wartet mit Opern- und Operettenaufführungen auf. Am Ende der Saison 1911/12 können die Musiker des Kurorchesters auf stolze 500 Kurkonzerte und 250 Vorstellungen im Stadttheater zurückblicken.
3.
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M Merano, 31 dicembre 1914. La passeggiata Lungo Passirio brulica di gente che si dirige a passo spedito verso il Kurhaus: sta per essere inaugurato il Kursaal. Alla fine saranno 2.500, le persone che festeggeranno capodanno nel nuovo salone in stile liberty, simbolo di una Merano che, cento anni fa, era una delle città di cura più rinomate a livello mondiale. Un secolo fa Merano contava 40.000 ospiti, un boom iniziato nel corso dell’Ottocento quando divenne sempre più meta di nobili e intellettuali attratti dallo charme mediterraneo che si poteva respirare nel cuore delle Alpi. Agli albori del Novecento Merano è il ritrovo dell’aristocrazia e della mondanità internazionale che d’estate invade i suoi sfarzosi alberghi in cerca di frescura e divertimento. Le opportunità di fare sport non mancano, gli spettacoli teatrali neanche, ma gli eventi più affollati sono quelli musicali: il padiglione allestito sul Lungo Passirio propone più concerti al giorno, il Kurhaus è il tempio serale della musica sinfonica, il teatro ha un fitto cartellone di opere e operette. La prestigiosa Orchestra di Cura di Merano annovererà nella stagione 1911/1912 ben 500 concerti nel Kurhaus e 250 rappresentazioni in teatro. // 47
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Von Wagner bis Strauss Musiker, Komponisten und Dirigenten von Weltrang geben sich in Meran die Klinke in die Hand: Franz Liszt weilt 1874 im nahegelegenen Marling und komponiert dort sein Lied „Ihr Glocken von Marling“. Richard Wagners Ehefrau Cosima kehrt 1888 mit ihrem Sohn Siegfried in der Villa Laurette in Obermais, dem Villenviertel von Meran, ein. Der gesundheitlich angeschlagene Edvard Grieg macht 1893 mit seiner Frau Nina zwei Wochen Erholungsurlaub auf Schloss Labers. Clara Schumann, Ehefrau von Robert Schumann und ihrerseits eine weltberühmte Pianistin, begleitet ihre Kinder mehrmals zur Kur nach Meran. Der Ausbruch des Ersten Weltkrieges 1914 bremst die Entwicklung der Kurstadt zwar für einige Zeit, doch der Rausch der Goldenen Zwanziger lässt auch Meran nicht aus. Schnell wird die musikalische Tätigkeit wieder aufgenommen und als im Herbst 1922 das erste „Meraner Musikfest“ veranstaltet wird, begleitet beim Abschlusskonzert Richard Strauss persönlich die Sopranistin Lotte Schöne am Klavier. Das „Meraner Musikfest“ wurde bereits nach seiner zweiten Ausgabe 1923 eingestellt, doch Meran bietet bis heute Musikevents und Festivals, die musikalische Größen aus aller Welt anziehen. Ein Fixtermin sind die „Meraner Musikwochen“. Seit fast 30 Jahren finden sie allsommerlich statt und bieten vor allem, aber nicht nur, Konzerte für Klassikfans. Neben der symphonischen und der Kammermusik kommen auch einige Große der internationalen Musikszene auf die Bühne, die selten auf Klassikfestivals zu hören sind. Der Klarinettist Giora Feidman war erstmals 1995 zu Gast und widmete sich unter anderem der Klezmer, einer traditionellen, jüdischen Instrumentalmusik aus Osteuropa. Neben den „Meraner Musikwochen“ organisiert der Verein Musik Meran seit 25 Jahren Konzerte der klassischen Musik. Leo Brugger, einer der Köpfe von Musik Meran, erinnert sich an einen ganz besonderen Moment: „Der junge Thomas Quasthoff, den damals kein Mensch kannte, hat in Meran eine geradezu unvergessliche ‚Winterreise‘ gesungen. Neben mir haben Leute geweint.“
Die Meraner Musikwochen zählen zu den bedeutendsten Festivals für klassische Musik in Europa. | Le Settimane Musicali Meranesi sono uno dei festival di musica classica più importanti d’Europa.
Da Wagner a Strauss BUCHTIPP „Meraner Notenspuren. Musik und Gesellschaft in der Passerstadt“ (Edition Raetia 2014) von Ferruccio delle Cave. Der handliche Kulturführer vereint Ereignisse, Persönlichkeiten und Veranstaltungen und zeichnet die Entwicklung Merans als Musikstadt nach.
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In quegli anni a Merano è un viavai di musicisti, compositori e direttori d’orchestra di fama mondiale: nel 1874 Franz Liszt soggiorna a Marlengo, dove compone la canzone “Ihr Glocken von Marling”. Nel 1888 la moglie di Richard Wagner, Cosima, scende con il figlio Siegfried a Villa Laurette a Maia Alta, il quartiere di Merano che pullula di ville nobiliari. Nel 1893 il compositore Edvard Grieg, di salute cagionevole, soggiorna per due settimane a Castel Labers con la moglie Nina. Clara Schumann, moglie di Robert Schumann e a sua volta pianista di fama internazionale, viene diverse volte a Merano per curare i suoi bambini. Lo splendore meranese viene interrotto nel 1914 dallo scoppio della Grande Guerra ma è solo una parentesi: l’epoca d’oro degli anni venti infatti coinvolge anche Merano, che ben presto torna a essere il polo di grandi eventi musicali. Nell’autunno del 1922, in occasione del concerto di chiusura della prima edizione del Festival musicale meranese, Richard Strauss
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Mus ikhighlight s grandi eventi
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in persona si siede al piano per accompagnare il soprano Lotte Schöne. E anche se quel festival ebbe vita breve – fu cancellato dopo la seconda edizione del 1923 – Merano è ancora oggi sede di eventi che attirano grandi artisti da tutto il mondo. Tra questi spiccano le Settimane musicali meranesi, che da quasi trenta anni fanno felici gli amanti della musica classica e non solo: il programma di musica sinfonica e cameristica è infatti arricchito da artisti che normalmente non frequentano i festival di musica classica. Nel 1995 ad esempio il clarinettista Giora Feidman eseguì brani di musica klezmer, un genere musicale di tradizione ebraica nato in Europa orientale. Oltre che dalle Settimane meranesi, la musica classica viene proposta da venticinque anni anche dall’associazione Musik Meran. Leo Brugger, uno dei suoi mentori, ricorda un aneddoto particolare: “A Merano arrivò il giovane Thomas Quasthoff, che all’epoca era un perfetto sconosciuto, e cantò una straordinaria versione del ‘Viaggio d’inverno’ (Winterreise) di Schubert. Accanto a me c’era gente che piangeva”.
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Gartennächte – World Music Festival Mai bis August 2015 Giardini in concerto – World Music Festival da maggio ad agosto 2015 www.trauttmansdorff.it --Südtirol Jazzfestival 26. Juni bis 5. Juli 2015 Südtirol Jazzfestival Alto Adige dal 26 giugno al 5 luglio 2015 www.suedtiroljazzfestival.com --meranOjazz 14. bis 17. Juli 2015 meranOjazz dal 14 al 17 luglio 2015 www.meranojazz.it --Südtirol Classic Festival Meraner Musikwochen 25. August bis 23. September 2015 Settimane musicali meranesi dal 25 agosto al 23 settembre 2015 www.meranofestival.com --Soireen auf Schloss Tirol 25. Juni bis 23. Juli 2015 Serate a Castel Tirolo dal 25 giugno al 23 luglio 2015 www.meranofestival.com --Internationales Brassfestival 3. und 10. Oktober 2015 International Brass Festival 3 e 10 ottobre 2015 www.brassfestival.net --Grandprix der Unterhaltungsmusik 16. Oktober 2015 Grand Prix der Unterhaltungsmusik 16 ottobre 2015 www.alpengrandprix.com --Musik Meran und der Meraner Musikverein bieten das ganze Jahr über Konzerte. Termine finden Sie unter www.musikmeran.it und www.assmusicalemeranese.it Musik Meran e l’Associazione musicale meranese organizzano concerti in ogni periodo dell’anno. Per i programmi visitare i rispettivi siti web www.musikmeran.it e www.assmusicalemeranese.it
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E xz e nt r i s c h e Musiker Lucida follia musicale Andreas Cappello ist der künstlerische Leiter der „Meraner Musikwochen“, die alljährlich im August und September stattfinden. Dem Meraner ist vor allem ein Konzert in Erinnerung geblieben: „Als ganz besonderes Erlebnis erinnere ich mich an den Konzertabend mit dem Ausnahmepianisten Friedrich Gulda im Jahre 1997. Zuerst gab es ein Klavierrecital mit Werken von Wolfgang Amadeus Mozart. Anschließend wurde der Kursaal in eine große Diskothek verwandelt: Der exzentrische Gulda zelebrierte die Reinkarnation des großen Meisters Mozart, der vom Himmel herabstieg, um gemeinsam mit DJ Vertigo aus London musikalisch zu interagieren. Das Happening ging bis in die frühen Morgenstunden und am Ende hatten rund 2.700 Musikfreunde einen unvergesslichen Abend miterlebt.“ Gulda war nicht der einzige exzentrische Musiker, der in Meran verweilte: So war bereits 1914 der Komponist Max Reger aufgrund einer Krankheit im Sanatorium von Martinsbrunn, spielte dort die Orgel in der Pfarrkirche von St. Nikolaus und unterhielt die anderen Patienten. Und auch Nigel Kennedy, das Enfant terrible der klassischen Musik, gab 2008 im Kursaal ein Konzert. Andreas Cappello è il direttore artistico delle Settimane musicali meranesi che si svolgono ogni anno in agosto e settembre. Tra i tanti concerti a cui ha assistito, uno gli è rimasto particolarmente impresso: “Era il 1997 e in programma c’era un concerto con il pianista Friedrich Gulda. Nella prima parte della serata eseguì al piano brani di Wolfgang Amadeus Mozart, poi il Kursaal si trasformò in una enorme discoteca: quell’eccentrico musicista e compositore austriaco si reincarnò nel grande Mozart sceso dal cielo e si mise a duettare con il dj londinese Vertigo. L’happening andò avanti fino alle prime ore del mattino e le 2.700 persone presenti non scorderanno mai più quel concerto”. Gulda peraltro non è stato l’unico artista dissacrante, ospite di Merano: già nel 1914 il compositore Max Reger, mentre si trovava ricoverato nel sanatorio Martinsbrunn, si mise a suonare l’organo della chiesa di San Nicolò per intrattenere gli altri pazienti. E anche Nigel Kennedy, l’enfant terrible della musica classica, si è esibito al Kursaal nel 2008.
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Ausverkaufte Freiluftkonzerte Mit einem ganz besonderen Flair warten zwei historische Veranstaltungsorte auf: Schloss Tirol und Schloss Trauttmansdorff. Bei den Soireen auf Schloss Tirol werden alljährlich Künstler aus dem In- und Ausland für Konzerte verschiedenster Art auf die Tiroler Stammburg geladen. 2014 wurde etwa neben einem Klassik- und einem Jazzkonzert auch ein Renaissancemusik- und ein Tangoabend mit dem Quartett Quadro Nuevo veranstaltet. Die Freiluftkonzerte in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff dagegen ziehen seit mittlerweile zehn Jahren vor allem ein jüngeres Publikum an. Die Band Revolverheld gab hier 2014 ein ausverkauftes Konzert, einige Wochen später trat das australische John Butler Trio auf. Internationale Größen wie Yann Tiersen, Mario Biondi, Milow, Emiliana Torrini und viele mehr haben die Bühne am Seerosenteich schon bespielt. Das musikalische Programm ist breit gefächert, doch es passt zu dieser Stadt mit ihrer langen Musiktradition. Als Christian Morgenstern in Meran Urlaub machte, schrieb er in seinem Gedicht „Abends hinunter“ nicht nur von den „dunklen Laubengängen“ und von dem „taubenweichen Hochgebirg“ um Meran. Er hörte an jenem lauen Sommerabend 1908 auch „verflogne Violenklänge von dem Stadtpark drunten, wo bunt Gedränge auf und ab wandelt“.
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Tutti pazzi per i concerti all’aperto
1. Die Freiluftkonzerte in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff ziehen ein junges Publikum an. | I concerti nei Giardini di Castel Trauttmansdorff attirano un pubblico giovane. 2. Das breitgefächerte Musikprogramm passt zur langen Musiktradition von Meran. | Il programma musicale, alquanto vario, attinge dalla lunga tradizione musicale meranese.
Bellezza, secoli di storia e fascino: ecco cosa accomuna Castel Tirolo e Castel Trauttmansdorff, due manieri che d’estate si trasformano in palcoscenici d’eccezione. Le serate in quello che fu il castello avito dei conti di Tirolo offrono ogni anno concerti di vario genere ma sempre con grandi artisti italiani ed esteri. Nel 2014 ad esempio il cartellone proponeva musica classica, jazz e rinascimentale ma anche una serata di tango con il quartetto Quadro Nuevo. Gli splendidi giardini di Castel Trauttmansdorff invece attirano da una decina d’anni un pubblico più giovane. Nel 2014 sono saliti sul palco del Laghetto delle Ninfee, tra gli altri, i Revolverheld (tutto esaurito per la rock band tedesca) e il trio australiano di John Butler. Prima di loro si erano esibiti artisti del calibro di Yann Tiersen, Mario Biondi, Milow, Emiliana Torrini e via discorrendo. Le proposte insomma sono tante e varie, com’è giusto che sia per una città di grande tradizione musicale. Quando il poeta Christian Morgenstern venne per la prima volta a Merano (dove poi morì nel 1914), nella sua poesia “Abends hinunter” scrisse che venne accolto da “tetri portici” e da “monti morbidi come colombe”. Ma di quella tiepida sera d’estate del 1908 ricorda anche i “suoni di viole provenienti dal parco cittadino, dove una folla colorata si muove senza sosta”.
25.08. – 22.09.2015 30 YEARS HIGHLIGHTS
südtirol classic festival MERANER MUSIKWOCHEN - SETTIMANE MUSICALI MERANESI
25.08. CHINA NATIONAL OPERA HOUSE SYMPHONY ORCHESTRA & CHOIR - YU FENG - MÉLODIE ZHAO 28.08. TONHALLE-ORCHESTER ZÜRICH - LIONEL BRINGUIER - JANINE JANSEN 01.09. WIENER SYMPHONIKER - PHILIPPE JORDAN - HWAYOON LEE - NIKOLAJ ZNAIDER 08.09. MARIINSKY THEATRE SYMPHONY ORCHESTRA ST. PETERSBURG VALERY GERGIEV 09.09. COLOURS Of MUSIC: NACHTKONZERT: CAMERON CARPENTER & LICHT-SHOW 11.09. ORQUESTA JUVENIL UNIVERSITARIA EDUARDO MATA (MEXICO) GUSTAVO RIVERO WEBER 14.09. ACADEMY Of ST. MARTIN IN THE fIELDS - DANIEL HOPE 16.09. COLOURS Of MUSIC: THE SINATRA TRIBUTE BAND MAx NEISSENDORFER, BARBARA MAYR & LAGREIN FESTIVAL 17.09. CHINA YOUTH SYMPHONY ORCHESTRA - LÜ JIA - xIE NAN 22.09. ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA JURAJ VALCUHA - ARCADI VOLODOS
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Sellerie, rote Rüben und Porree gesellte sich in den letzten Jahren ein Vorzeigeprodukt mit Alleinstellungsmerkmal zum Sortiment: der Winterradicchio. „Die klimatischen Voraussetzungen sind am Deutschnonsberg besonders günstig für diese geschätzte Gemüsesorte. Durch die frühe Reife bereits im September und Oktober gelingt es, eine Marktnische zu füllen und den Bauern die Möglichkeit eines Zuerwerbs zu bieten. Der Radicchio Tardivo kann in Treviso erst im November und Dezember geerntet werden, wodurch wir einen interessanten Zeitvorteil für unser hochwertiges Produkt am Markt ausgemacht haben“, berichtet Ungerer von den guten Absatzchancen im norditalienischen Großhandel.
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Vertrieb vor Ort
Kleine Kreise, groSSer Geschmack „Regionale Produkte, kleine Kreisläufe“ – unter diesem Motto treibt die Landwirtschaftliche Erzeugergenossenschaft Deleg derzeit ein EU-LEADER-Projekt in Ultental und Deutschnonsberg voran. Der Genossenschaft sind an die 50 Bergbauern angeschlossen, welche vorwiegend Rindfleisch, Wurzelgemüse, Salate, Kräuter und Beeren, aber auch veredelte Produkte wie Säfte und Marmeladen anliefern. Jetzt sollen die Produkte nicht nur im kleinen Umkreis produziert werden, sondern auch die Konsumenten der direkten Umgebung besser erreichen.
LaugenRind, Gemüsesorten, Beeren Bereits mit dem Vorgängerprojekt „LaugenRind“ hat die Deleg erfolgreich auf Qualität gesetzt. „Derzeit liefern wir unser Frischfleisch an fünf Südtiroler Metzgereien.
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Ragout und Gulasch aus der Gourmetlinie von „Laugenrind“ finden auch außerhalb Südtirols vor allem in Norditalien und Süddeutschland Absatz“, beschreibt Hubert Ungerer den Vertrieb der Deutschnonsberger und Ultentaler Erzeugergenossenschaft, deren Geschäftsführer er ist. Das Kernprodukt der Deleg ist nach wie vor das Qualitätsfleisch der Marke LaugenRind, mit welchem die Genossenschaft in limitierter Produktion höchste Qualitätsansprüche verfolgt: Die Tiere wachsen im Ultental oder in Deutschnonsberg und benachbarten Gemeinden auf, werden dort artgerecht gehalten und gefüttert und chemische Futterzusätze sowie Gentechnik sind absolutes Tabu. Neben der Vermarktung von „LaugenRind“ koordiniert die Deleg aber auch den Vertrieb verschiedener saisonaler Gemüsesorten und Beeren. Zu Blumenkohl, Karotten, Kartoffeln,
Das Projekt „Regionale Produkte, kleine Kreisläufe“, das Ungerer leitet, hat sich jedoch den Vertrieb vor Ort zum Ziel gesetzt, direkt bei den Restaurants und Hotels der unmittelbaren Umgebung. „Wir streben durch dieses Projekt die Zusammenarbeit mit der Gastronomie und dem Direkthandel an“, so der Geschäftsleiter der Deleg. Er sieht darin Vorteile für beide Seiten: „Die Hotels und Restaurants vor Ort können sich mit einem authentischen Angebot abheben, während auf Erzeugerseite zugleich die kleinstrukturierte Landwirtschaft in unseren Berggebieten unterstützt und gestärkt wird.“ Dieses Vorhaben erfordert von allen Seiten viel Engagement und die Bereitschaft umzudenken, weiß Ungerer: „Bei der Lieferung von LaugenRind zum Beispiel müssen wir die Verwertung des gesamten Tieres im Auge haben und können nicht nur den Verkauf einzelner Teile fördern, die der Koch gerne kurzfristig haben möchte.“ Diese Vorgaben werden aber durch Qualität und Regionalität wettgemacht und spornen die Kreativität der Köche an, ist Ungerer optimistisch. Dass den Bauern – in Zeiten großer Konkurrenz durch Billigprodukte – ein fairer Preis für Rindfleisch, Obst und Gemüse aus Südtiroler Berggebieten ausgezahlt werden kann, sieht er als eine wesentliche Errungenschaft und als langfristiges Ziel, das auch der Konsument schätzt. Daher möchte die Deleg die Kooperationen, die im Rahmen dieses EULEADER-Projektes 2015 mit lokalen Partnern entstehen, auch längerfristig als nachhaltige Entwicklung qualitätsbewusster Kreisläufe weiterführen.
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Piccoli circuiti, grande gusto “Prodotti regionali, piccoli circuiti”: con questo motto la cooperativa di produttori agricoli Deleg sta promuovendo un’iniziativa comunitaria europea LEADER in Val d’Ultimo e nell’Alta Val di Non. Alla cooperativa fanno riferimento oltre centocinquanta contadini di montagna che forniscono prevalentemente carne di manzo, ortaggi, insalate, erbe e frutti di bosco, ma anche prodotti di trasformazione come succhi e marmellate. D’ora in poi questi alimenti non saranno più prodotti solo per un gruppo ristretto di persone ma raggiungeranno più facilmente anche i consumatori dell’immediato circondario.
LaugenRind, varietà di verdure e frutti di bosco dal maso di montagna: che bontà! Già con il progetto pilota LaugenRind la Deleg aveva puntato, con successo, sulla qualità. “Attualmente riforniamo con la nostra
carne fresca cinque macellerie dell’Alto Adige. Il ragù e il gulasch della linea di prodotti gourmet LaugenRind vengono venduti anche al di fuori dell’Alto Adige, soprattutto in Italia settentrionale e Germania meridionale”, così Hubert Ungerer descrive il modello di distribuzione della cooperativa dei produttori agricoli Alta Val di Non e Val d’Ultimo, della quale è responsabile. Il prodotto di punta della Deleg è da sempre la carne pregiata a marchio LaugenRind, che per la cooperativa significa alta qualità a produzione limitata: gli animali crescono in Val d’Ultimo o in Alta Val di Non e nei comuni vicini, sono allevati e nutriti secondo i migliori criteri; additivi chimici per mangimi e alimenti geneticamente modificati sono assolutamente banditi. Oltre a commercializzare il marchio LaugenRind, la Deleg coordina anche la distribuzione di alcune varietà di verdure di stagione e di frutti di bosco. All’assortimento di cavolfiori, carote, patate, sedano, rape rosse e porri
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si è aggiunto negli ultimi anni, come un fiore all’occhiello, un prodotto dalle caratteristiche uniche, il radicchio tardivo. “Il clima dell’Alta Val di Non è particolarmente favorevole per questa varietà pregiata di verdura. La sua maturazione precoce in settembre e in ottobre ci consente di colmare una nicchia di mercato dando ai contadini la possibilità di realizzare un guadagno supplementare. A Treviso il radicchio tardivo si raccoglie solo in novembre e dicembre, così abbiamo pensato di sfruttare questo interessante vantaggio temporale per la diffusione sul mercato del nostro prodotto di pregio”, osserva Ungerer riferendosi alle buone possibilità di accesso alla distribuzione all’ingrosso dell’Italia settentrionale.
Collaborazione locale e distribuzione Il progetto “Prodotti regionali, piccoli circuiti”, di cui Ungerer è responsabile, ha invece come obiettivo la distribuzione diretta ai ristoranti e agli alberghi dell’immediato circondario. “È un progetto che punta a collaborare con la ristorazione e il commercio al dettaglio”, dichiara il responsabile della Deleg. Il vantaggio secondo lui sta da entrambe le parti: “Gli alberghi e i ristoranti locali possono differenziarsi con un’offerta di prodotti autentici, mentre dal lato del produttore si rafforza e si sostiene l’agricoltura delle nostre zone di montagna, frammentata in tante piccole aziende”. Ungerer è consapevole che il progetto richieda da tutte le parti molto impegno e la predisposizione a cambiare mentalità: “Nell’offerta LaugenRind, per esempio, dobbiamo pensare all’utilizzo dell’intero animale e non possiamo promuovere solo la vendita delle singole parti che il cuoco vorrebbe avere in tempi rapidi”. Queste limitazioni sono compensate però dalla qualità e dalla regionalità e stimolano la creatività dei cuochi, osserva Ungerer con ottimismo. Il fatto che i contadini – in tempi di grande concorrenza da parte dei prodotti a basso costo – vendano a un prezzo equo la carne di manzo, la frutta e la verdura delle zone di montagna dell’Alto Adige è per lui una conquista fondamentale e un obiettivo di lungo periodo, che anche i consumatori apprezzano. Perciò nel 2015 la Deleg vorrebbe proseguire, con i suoi partner locali, le collaborazioni nate nell’ambito di questa iniziativa comunitaria LEADER, anche con la prospettiva di sviluppare in maniera sostenibile nuovi circuiti particolarmente attenti alla qualità.
DELEG Dorf 2 / Centro 2 39040 Laurein / Lauregno T 0463 532 102 www.deleg.it
GUTES . BONTÀ DEUTSCHNONSBERG . ULTENTAL ALTA VAL DI NON . VAL D‘ULTIMO
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Die neue Therme Meran steht für ein neues Wohlfühlerlebnis. 2015 feiert sie ihren zehnten Geburtstag. Die Geschichte der Kurstadt reicht wesentlich weiter zurück – und sie hat nicht erst mit der österreichischen Kaiserin Elisabeth begonnen. Einblicke in den Kurbetrieb einst und heute. 54 //
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Frische Luft und klares Wasser Aria pura e acqua limpida Text / testo: Ariane Löbert
Le nuove Terme Merano, che nel 2015 festeggiano i dieci anni, sono il simbolo di un nuovo modo di vivere il benessere. La storia di questa località di cura risale molto indietro nel tempo, ancora prima dei soggiorni dell’imperatrice austriaca Sissi. Diamo uno sguardo alle attività curative del passato e a quelle attuali. NR . 1 2 0 1 5
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1. 2. 4. Der Kurbetrieb in ihren Anfängen im Kurmittelhaus. | Le prime attività terapeutiche dell’Istituto fisioterapico. 3. 5. Einblicke in die Therme Meran heute. | Le Terme Merano oggi. 1.
Sissi hat nicht gebadet. Zumindest nicht zu Kurzwecken. Die österreichische Kaiserin, die mit ihrer Anwesenheit in Meran den Kurtourismus in der Passerstadt dauerhaft geadelt hat, verbrachte ihre Zeit mit ausgedehnten Spaziergängen, begleitet von einer großen Dogge namens Shadow. Meran war zu der Zeit bereits ein angesehener Luftkurort. Wer es sich leisten konnte, verbrachte den Winter im milden und trockenen Klima am „Südbalkon der Donaumonarchie“. Kaiserin Elisabeth kam wegen ihrer kränklichen Tochter Marie Valerie, aber auch um dem starren Leben bei Hofe zu entfliehen. Für sie wurden in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff, wo sie im Winter 1870/71 Quartier bezog, eigens verschiedene Spazierwege angelegt. Weit berühmter sind jedoch die Kur- und die Winterpromenade oder der Tappeinerweg nahe der Altstadt. Hier wandelte man, lauschte Konzerten und unterhielt sich. Die Luftkurgäste waren angehalten, 12 Stunden täglich im Freien zu verbringen, zusätzlich gönnte man sich gerne noch eine Trauben- oder Molkekur, und mit der Eröffnung des Kurhauses im Jahr 1874 gab es endlich auch eine Badeanstalt. Dort wurden Wannenbäder mit verschiedenen Zusätzen angeboten, ebenso Dampfbäder und Inhalationen als Ergänzung zur Frischluftkur. Die Begriffe Beauty, Wellness oder Spa waren damals noch völlig unbekannt. Anders in der heutigen Therme Meran. Dort steht neben dem gesundheitlichen Aspekt vor allem der Wohlfühlfaktor im Vordergrund. Zu Sissis Zeiten war eine öffentliche Badeanstalt auch aus hygienischen Gründen dringend notwendig. In den meisten Häusern der Passerstadt gab es weder Bäder noch fließendes Wasser und lediglich ein einziges Hotel verfügte über ein Schwimmbad. Das Badewasser entnahm man direkt aus der Passer und eine Wassertemperatur von 19 Grad empfand man bereits als „angenehm warm“. Schließlich hat der Fluss auch im Sommer selten mehr als 14 Grad. Eine richtige Schwimmhalle erhielt Meran erst im Jahr 1907 mit der Eröffnung des eleganten Kurmittelhauses an der damaligen Habsburger Straße. Dort gab es ein beheiztes Schwimmbecken, das im Winter auch von den Einheimischen sehr geschätzt wurde und ein breites Angebot verschiedener Kuren für die immer zahlreicher nach Meran strömenden Touristen. 56 //
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Sissi non faceva i bagni, o almeno non per curarsi. L’imperatrice austriaca, che con la sua presenza a Merano ha reso definitivamente celebri i soggiorni di cura nella città sul Passirio, trascorreva invece le sue giornate compiendo lunghe passeggiate in compagnia di un grosso alano di nome Shadow. A quell’epoca Merano era un’apprezzata stazione climatica, il “balcone meridionale della monarchia danubiana”, nel cui clima mite e secco chi poteva permetterselo trascorreva volentieri l’inverno. L’imperatrice Sissi vi giunse per curare la malaticcia figlia Maria Valerie ma anche per sfuggire alla rigida etichetta di corte. Appositamente per le sue passeggiate vennero realizzati vari sentieri nei Giardini di Castel Trauttmansdorff, suo quartier generale per tutto l’inverno 1870/71. Ancora più famose, però, sono la Passeggiata lungo Passirio, la Passeggiata d’Inverno e la passeggiata Tappeiner vicino al centro storico. Erano i luoghi dove si camminava, si ascoltava musica o semplicemente si chiacchierava. Gli ospiti della cittadina climatica erano felici di trascorrere dodici ore al giorno all’aperto e di ricorrere alla cura dell’uva o del siero di latte, mentre con l’apertura del Kurhaus nel 1874 comparvero finalmente anche i primi bagni pubblici. Qui si effettuavano bagni in vasca con l’aggiunta di varie sostanze, ma anche bagni di vapore e inalazioni che integravano gli effetti curativi dell’aria pura. In quegli anni concetti come beauty, wellness o spa erano ancora ignoti; a differenza di quello che avviene oggi alle Terme Merano, dove accanto agli aspetti terapeutici è il benessere il fattore più importante. Ai tempi di Sissi uno stabilimento balneare pubblico era assolutamente indispensabile anche per ragioni igieniche, poiché in NR. 1 2015
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Wasser marsch! Mehr als hundert Jahre später frieren die Besucher der Therme Meran höchstens freiwillig – in den verschiedenen Kneipp- und Kaltwasserbecken oder im Schneeraum des 1.300 Quadratmeter großen Saunabereiches. Die Wasserfläche der Therme ist mit insgesamt 2.000 Quadratmetern sogar noch ein Stück größer. Die Temperatur in den 25 unterschiedlichen Innen- und Außenbecken liegt zwischen kühlen 18 und badewannenwarmen 37 Grad, einige Becken im Innenbereich sind mit Thermalwasser befüllt. Auch das Heilwasser gab es zu Sissis Zeiten noch nicht, es wurde erst im Jahr 1934 entdeckt. Nachdem der Erste Weltkrieg den Kurbetrieb in Meran fast vollständig zum Erliegen gebracht hatte, suchte man in der Umgebung Merans eifrig nach einer Thermalquelle, um aus dem ehemaligen Luftkurort ein modernes Kurbad zu machen. Man wurde am nahen Vigiljoch fündig und nutzte das radonhaltige Thermalwasser ab 1940 im Kurmittelhaus für Bäder. In der Folge wurden großartige Pläne geschmiedet für ein mondänes Thermalbad mit Gärten, Wandelhallen, Restaurants und Geschäften. Doch dann begann der Zweite Weltkrieg und was im Jahr 1972 schließlich als sogenannte S.A.L.V.A.R. eröffnet wurde, war weit bescheidener als ursprünglich geplant. „Trotzdem schaffte es das S.A.L.V.A.R. mit seinem markanten, geschwungenen Wellendach sich zu einem beliebten Postkartenmotiv und fast so etwas wie einem modernen Wahrzeichen der Stadt zu mausern“, erzählt der Meraner Paul Rösch, Direktor des Museums Touriseum und Buchautor. Es gab ein großes Schwimmbecken mit Sprungturm, eine Liegewiese, ein Kinderbecken und sogar einen Fischteich. Das Hauptgebäude beherbergte den medizinischen Bereich sowie Hallenbad und Sauna und natürlich auch eine gepflegte Gastronomie.
Neuanfang Mit der Eröffnung des S.A.L.V.A.R. begann ein langsamer Aufschwung des Kurbetriebes in Meran – zunächst vor allem mit italienischen Gästen. 1997 wurde der Kurbetrieb schließlich vom Land Südtirol übernommen. Ein Neubau wurde beschlossen und ein Architekturwettbewerb ausgeschrieben. Sieger war das Berliner Büro Baumann/Zillich, das vor allem mit seinen stadtplanerischen Ideen überzeugte: Die an der Therme vorbeiführende Straße wurde in
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gran parte delle abitazioni della città non c’erano né bagni né acqua corrente e un solo albergo disponeva di una piscina per nuotare. L’acqua per lavarsi proveniva direttamente dal Passirio e quando raggiungeva una temperatura di 19 gradi era già considerata “gradevolmente calda”. Del resto il fiume anche in estate superava raramente i 14 gradi. Merano ebbe una vera e propria piscina natatoria solo nel 1907, con l’apertura dell’elegante Istituto fisioterapico lungo la via allora denominata Habsburger Straße. Oltre ad accogliere una vasca riscaldata, molto apprezzata in inverno anche dagli abitanti della città, l’istituto offriva un’ampia gamma di trattamenti ai turisti che giungevano a Merano sempre più numerosi.
Forza con l’acqua! Più di cent’anni dopo gli ospiti delle Terme Merano cercano spontaneamente refrigerio nelle varie piscine Kneipp e fredde o nella Sala della neve all’interno dei 1.300 metri quadrati della zona sauna. Ancora più ampia, con i suoi 2.000 metri quadrati totali, è la superficie complessiva di vasche e piscine. La temperatura delle venticinque piscine interne ed esterne varia tra il refrigerio dei 18 gradi e il tepore rilassante dei 37 gradi, mentre alcune vasche al coperto vengono riempite con acqua termale. Neppure quest’ultima esisteva ai tempi di Sissi, dato che la fonte termale fu scoperta solo nel 1934. Dopo la prima guerra mondiale, che causò l’interruzione quasi completa delle attività di cura, si iniziò a cercare metodicamente una fonte idrotermale nei dintorni della città, per poter trasformare la vecchia stazione climatica in un moderno centro termale. La si trovò sul vicino Monte San Vigilio e dal 1940 si iniziò a incanalare l’acqua termale al radon verso i bagni dell’Istituto fisioterapico. In seguito fu concepito un piano grandioso per un nuovo stabilimento termale di lusso con giardini, portici, ristoranti e negozi, ma la seconda guerra mondiale incombeva e quello che // 57
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den Untergrund verlegt und mit dem Thermenplatz entstand ein attraktiver öffentlicher Raum jenseits der Passer. Den Innenausbau des markanten Gebäudes übernahm Stardesigner Matteo Thun und am 3. Dezember 2005 wurde die neue Therme feierlich eröffnet. Im darauf folgenden Sommer öffnete dann auch der mediterrane Thermenpark – mit 51.000 Quadratmetern Fläche eine der größten privaten Gartenanlagen Europas. Heute, zehn Jahre später, ist die Therme Meran sommers wie winters ein beliebter Anziehungspunkt für Einheimische und Gäste. Sie schätzen nicht nur das Entspannen im warmen Wasser, die wohltuende Wirkung der Sauna und die Angebote des Fitnesscenters, sondern auch die Anwendungen im Spa- und Vitalbereich. Dort wird heute auch wieder mit der Meraner Kurtraube gearbeitet, mit Molke- und Apfelextrakten, Wolle, Latschen oder Bergheu. Das Thermalwasser wird übrigens nicht nur zum Baden genutzt. In der medizinischen Abteilung der Therme wird es für Inhalationen erfolgreich bei der Behandlung von chronischen Atemwegserkrankungen eingesetzt – wissenschaftlich erforscht und staatlich anerkannt wird Meran damit seinem Anspruch als Kurstadt gerecht.
1. 2. 3. Die Therme Meran interpretiert Altbewährtes neu und punktet mit einem neuen Konzept des Wohlfühlens. | Le Terme Merano reinterpretano una tradizione che ha radici antiche e propongono un nuovo concetto di benessere.
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venne finalmente inaugurato nel 1972 con il nome di S.A.L.V.A.R. fu uno stabilimento molto ridimensionato rispetto al progetto originario. “Ciò nonostante la S.A.L.V.A.R., con il suo inconfondibile tetto a onde, divenne presto il soggetto di molte cartoline e si impose fino quasi a diventare un simbolo moderno della città”, ricorda il meranese Paul Rösch, direttore del museo Touriseum e autore di varie pubblicazioni. Erano presenti una grande piscina per il nuoto con una piattaforma per i tuffi, un prato per sdraiarsi, una vasca per i bambini e persino un laghetto per i pesci. L’edificio principale ospitava la zona per le terapie mediche, oltre alla piscina coperta e alla sauna, e naturalmente una ben curata area di ristorazione.
Ripartenza Con l’inaugurazione della S.A.L.V.A.R. iniziò lo sviluppo graduale delle cure termali a Merano, all’inizio soprattutto rivolte a un pubblico italiano. Nel 1997, infine, l’impianto fu acquisito dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Si decise così di costruire un nuovo edificio per il quale fu bandito un concorso di architettura. Il vincitore fu lo studio berlinese Baumann/Zillich, che convinse soprattutto per la sistemazione urbanistica che proponeva di spostare la strada, che fiancheggiava le Terme, al livello interrato lasciando il posto alla Piazza Terme, un affascinante spazio pubblico lungo il Passirio. L’allestimento interno di questo edificio, di grande personalità, fu affidato all’architetto di fama internazionale Matteo Thun e il 3 dicembre 2005 una grande festa inaugurò le nuove Terme. L’estate successiva fu aperto al pubblico anche il relativo parco di ambientazione mediterranea, che con i suoi 51.000 metri quadrati è uno dei giardini privati più estesi d’Europa. Dopo dieci anni le Terme Merano costituiscono, in estate come in inverno, un polo di attrazione molto amato dai meranesi e dai turisti, che apprezzano non solo l’effetto rilassante dell’acqua calda, i benefici della sauna e le offerte del fitness center, ma anche i trattamenti del centro Spa & Vital. Qui si praticano tuttora i trattamenti tradizionali con l’uva ma anche con estratti di siero di latte e mele, lana, pino mugo e fieno di montagna. In ogni caso l’acqua termale non viene utilizzata solo per i bagni. Nel centro medico delle Terme viene impiegata con successo nelle inalazioni per il trattamento dei disturbi cronici delle vie respiratorie: con queste cure certificate a livello scientifico e riconosciute dal servizio sanitario nazionale Merano soddisfa così la sua vocazione di città termale.
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Meran 2000 Bergbahnen AG Naiftalstr. 37 39012 Meran T 0473 234 821 www.meran2000.com
Associazione turistica Avelengo – Verano – Merano 2000 via S. Caterina 2/B 39010 Avelengo T 0473 279 457 www.hafling.com
Sulla terrazza soleggiata SOPRA Merano
Das Ferien- und Naherholungsgebiet Hafling, Vöran, Meran 2000 liegt unweit der Stadt Meran, mitten im Grünen auf 1.250 bis 2.300 Metern Höhe. Wer hier eine Auszeit nimmt, kann aktiv die Natur entdecken und erreicht wandernd die urigen und gemütlichen Hütten mit ihren Sonnenterrassen, von denen man einen herrlichen Panoramablick über das Tal und kulinarische Köstlichkeiten genießen kann. Die Umlaufbahn und die neue Seilbahn erleichtern den Aufstieg in das Wandergebiet. Es sind die besonderen Orte, die diese Gegend so einzigartig machen: Vom sagenumwobenen Kirchlein St. Kathrein bei Hafling etwa, das einst eine Kultstätte war, zum Knottnkino oberhalb von Vöran, dem von Künstler Franz Messner geschaffenen Naturkino, bis hin zu den „Stoanernen Mandlen“, den mystischen Steinpyramiden inmitten des Wandergebietes. Alle drei Kraftorte verbindet die atemberaubende Aussicht auf die Texelgruppe, das Etschtal bis Bozen und darüber hinaus. Das ganze Jahr über ermöglichen zudem verschiedene Veranstaltungen im Feriengebiet, die lokale Kultur, Küche und Tradition kennenzulernen: Sei es im Rahmen des Gesundheitsfestivals „Merano Vitae“, das zwischen April und Juni 2015 stattfindet und ganz im Zeichen des geistigen und körperlichen Wohlbefindens steht, bei der Genusswerkstatt „Foodie Factory“ oder der Veranstaltungsreihe „KornArt“ vom 22. Mai bis zum 7. Juni 2015. Dann wird die Sonnenterrasse Merans zur Bühne für originelle Korn-Verkostungen, kulinarische Wanderungen und gewährt einzigartige Einblicke in traditionelle Bau- und Backkünste. Bei der „Meran2000.night“ laden die Hüttenwirte des Wandergebiets dazu ein, raffinierte Speisen unter dem Sternenhimmel zu genießen. Bevor der Winter das Feriengebiet schließlich in ein herrliches Weiß bettet, werden noch im „Meraner Herbst“, an dem auch Hafling und Vöran teilnehmen, traditionelle Feste, Almabtriebe und kulinarische Events gefeiert.
L’area vacanze e relax di Avelengo, Verano e Merano 2000 è situata in mezzo al verde non lontano dalla città di Merano, a una quota compresa tra i 1.250 e i 2.300 metri. Chi viene quassù per prendersi una pausa, si immerge nella rigogliosa natura alla scoperta delle accoglienti baite di montagna dalle cui terrazze soleggiate si può ammirare uno spettacolare panorama sulla valle, gustando autentiche prelibatezze. La cabinovia e la nuova funivia rendono agevole la salita verso questo comprensorio ricco di fantastici sentieri escursionistici. A rendere ancora più interessante quest’area sono i suoi luoghi speciali e affascinanti: dalla chiesetta di Santa Caterina di Avelengo, antico centro di culto le cui origini si perdono nella leggenda, al Knottnkino sulle alture sopra Verano, un cinema all’aperto creato dall’artista Franz Messner per assistere allo spettacolo della natura, fino ai Stoanernen Mandlen, le piramidi di pietra dall’aspetto mistico situate al centro del comprensorio. Tre luoghi pieni di energia che hanno in comune le spettacolari vedute sul gruppo del Tessa, sulle Dolomiti e sulla Valle dell’Adige fino a Bolzano e oltre. Per tutto l’anno varie manifestazioni permettono di apprezzare la cultura, la cucina e le tradizioni locali di questa meravigliosa area turistica: ad esempio il festival della salute Merano Vitae, che si svolge tra aprile e giugno nel segno del benessere del corpo e dello spirito, o le iniziative dell’Officina del gusto Foodie Factory, o ancora da maggio a giugno la serie di eventi GranoArt. Quest’ultima iniziativa trasforma la terrazza baciata dal sole sopra Merano in un palcoscenico per originali degustazioni di cereali e passeggiate gastronomiche, che offrono la possibilità davvero unica di vedere da vicino le architetture e i forni tradizionali. In occasione della Merano2000.night i gestori delle baite e dei rifugi del comprensorio invitano a gustare cibi raffinati sotto il cielo stellato. Prima che l’inverno distenda la sua candida coltre di neve si celebra infine l’Autunno Meranese, a cui si associano anche Avelengo e Verano, con le feste tradizionali, la transumanza (la discesa a valle del bestiame) e vari eventi gastronomici.
© Frieder Blickle/Meran 2000
© Frieder Blickle/Meran 2000 © Frieder Blickle/TV Hafling
Tourismusverein Hafling – Vöran – Meran 2000 St. Kathrein Str. 2/B 39010 Hafling T 0473 279 457 www.hafling.com
Auf der Sonnenterrasse Merans
Merano 2000 Funivie Spa via Val di Nova 37 39012 Merano T 0473 234 821 www.meran2000.com
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Echte Qualität am Berg Text / Testo: Christine Lasta Fotos / Foto: Alex Filz
Auf ihren Wanderungen durch das Meraner Land lernte die Autorin Christine Lasta Charakterköpfe kennen, die mit viel Hingabe Hütten und Almgasthöfe führen. Ein Auszug aus dem Buch „Echte Qualität am Berg“.
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Pura qualità in montagna Nelle sue passeggiate a Merano e dintorni la scrittrice Christine Lasta ha avuto modo di conoscere persone speciali che gestiscono con grande passione rifugi e locande sulle malghe. Un estratto dal suo libro “Pura qualità in montagna”.
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1. 2. 3. 4. Auf dem Weg von Pfelders zur Faltschnalalm: Autorin Christine Lasta und Fotograf Alex Filz erwanderten für ein Buchprojekt Almen und urige Gasthöfe im Meraner Land. | Lungo il percorso da Plan alla malga Valcanale: la scrittrice Christine Lasta e il fotografo Alexander Filz hanno visitato malghe e antiche locande di Merano e dintorni con l’idea di descriverle in un libro.
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Pfelders im Passeiertal auf 1.622 m.
Plan, 1.622 metri sul livello del mare.
Ein Spätsommertag. Ein tiefblauer Bilderbuchhimmel. Die Luft frisch. Und meine Laune in Hochform. Klar! Bei dem Ausblick. Vor mir die Hohe Wilde. 3.479 m. Ich lass es gemütlich angehen. „Eine Bergfahrt, bitte.“ Der Mann hinter der Glasscheibe lächelt und übergibt mir wortlos die Liftkarte. Lacht er mich etwa aus? Weil ich mit dem Lift zur Grünbodenhütte fahre? Gewiss, ich hätte in einer knappen Stunde auch dorthin laufen können. Über den 5A, einen gemütlichen Fuhrweg. Aber egal. Ich bezahle und bedanke mich. Und er? Er sagt nichts. Klar! Er lächelt ja. Ich setze mich in den Grünboden-Express, versuche Gedanken und Karte lächelnd in den Rucksack zu stecken und schnüre mir die Stiefel. Gerade als ich mir einen Panoramablick genehmigen will, spüre ich, wie der Lift sein Tempo drosselt: Ende der Fahrt! Eh klar. Grünboden-Express. 3,18 Minuten für 400 Höhenmeter, werben die Betreiber. Ich steige aus. Vor mir die akkurate Grünbodenhütte auf 2.001 m, die wohl Namensgeber für die fixe Kabinenbahn ist. Weidende Kühe, wenig Leute. Ich breite die Arme aus und nehme einen tiefen Zug frische Luft. Die Berge am Sonnenhang vis-à-vis sind zum Greifen nah. Das Massiv der Texelgruppe – auf dem ich stehe – ist im Schatten und thront erhaben über mir. Ich halte Ausschau nach der 4. Hinter der Hütte blitzen Wegweiser hervor und geben mir Aufschluss: 5A Sefiarspitz 2h 40’ 4 Falschnalalm 50’ 4 Panoramaweg Obwohl der Faltschnalalm das t fehlt, folge ich dem Wegweiser nach rechts und nehme den kurzen Anstieg ins Visier. TSCHIK TISCHIK TSCHAK Ein rhythmisches Schnalzen bricht die idyllische Ruhe. TSCHIK TSCHIK TSCHAK Ich blicke ins Tal. Menschen in Playmobilgröße stehen in Trauben um einen leeren Platz herum. Mehr kann ich nicht erkennen. Grübelnd wandere ich auf dem breiten Forstweg bergauf und versuche, mich von den eifrig grasenden Kühen ablenken zu lassen. TSCHIK TSCHAK TSCHAK Aufmüpfig – so als wollte mir das Schnalzen einen Wanderrhythmus diktieren – knallt es aus dem Tal herauf. TSCHIK TSCHIK TSCHACK Auf der Anhöhe mache ich halt. Schaue wieder ins Tal und spüre förmlich, wie mir ein Licht aufgeht. Klar! Goaßlschnöller (Die „Goaßl“ ist eine Peitsche aus Leder oder Drahtgarn, Anm. d. Red.) im Wettbewerb. Deshalb der Andrang. Deshalb die Playmobiltrauben um die Arena. Ich versuche das Szenario im Tal zu durchschauen, was mir aufgrund der Distanz aber nicht gelingt.
È un giorno di tarda estate. Il cielo di un blu quasi irreale. L’aria è fresca, chiara, e il mio umore in forma smagliante. Chiaro! Con una vista del genere… Davanti a me l’Altissima con i suoi 3.479 m. Mi concedo una partenza in tutta tranquillità. “Un biglietto per la salita, grazie”. L’uomo mi sorride da dietro il vetro e mi allunga il biglietto senza parlare. Starà sorridendo di me perché ho deciso di prendere la cabinovia? Certo, ci sarei arrivata anche in 50 minuti di cammino, seguendo il sentiero 5A. Ma cosa importa. Pago e ringrazio. E lui non dice nulla: sta ancora sorridendo. Prendo posto sul Grünboden-Express, sorrido cercando di infilare pensieri e cartina nello zaino e stringo i lacci degli scarponi. A malapena riesco a concedermi di lanciare uno sguardo al panorama, che subito avverto la cabina rallentare: siamo già arrivati a destinazione! Come dimenticarlo: Grünboden-Express. 3,18 minuti per 400 metri di dislivello, come pubblicizzano in zona. Scendo e davanti a me si staglia la curatissima malga Grünboden, 2.001 m, che ha prestato il proprio nome alla cabinovia. Mucche al pascolo, poca gente. Allargo le braccia e assaporo una profonda boccata d’aria fresca. Le montagne del versante soleggiato, che mi guarda di fronte, sono così vicine che sembra di poterle toccare. Il massiccio del Gruppo del Tessa, su cui mi trovo, è ancora in ombra e troneggia maestosamente sopra di me. Do un’occhiata in giro alla ricerca del numero 4. Appena dietro la malga si fanno notare alcuni segnavia, che subito mi forniscono chiarimenti: 5A Monte Tavolino 2h 40’ 4 Malga Valcanale Falschnalalm 50’ 4 Sentiero panoramico Seguo verso destra l’indicatore per la Malga Valcanale, ignorando un errore nella scrittura tedesca del nome, che dovrebbe essere Faltschnalalm, e proseguo seguendo la breve salita che mi si para davanti. TIC TIC TAC Uno schiocco ritmico è l’unico turbamento a quella quiete idilliaca. TIC TIC TAC Do uno sguardo verso valle. Omini che sembrano quelli del Playmobil si ammassano alla ricerca di un posto libero. Di più non riesco a vedere. Con qualche domanda in testa, decido comunque di proseguire seguendo l’ampia strada forestale e cercando di farmi distrarre dalle mucche intente a brucare affannosamente l’erba, accompagnate dallo scampanio dei loro collari. TIC TAC TAC… … ripete lo schiocco dalla vallata, ostinatamente, quasi a volermi dettare un ritmo di marcia. TIC TAC TAC Faccio sosta su un piccolo poggio, gettando un // 63
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Erhellt konzentriere ich mich wieder auf den Weg, der mich in westliche Richtung lenkt. Genauer gesagt auf die Steintreppen, die mich in geschickter Manier – mal bergauf, dann wieder bergab – quer über den Hang dirigieren. Hier haben tüchtige Menschen saubere Arbeit geleistet und der Natur durch geschickte Anordnung weiterer Steinplatten einfach unter die Arme gegriffen. Mensch und Natur im Einklang. Perfekt! TSCHIK TSCHAK TSCHAK TSCHAK Alpenrosen säumen den Weg. Vereinzelt stehen Lärchen und wiegen sich in der leichten Brise. TSCHIK TSCHAK TSCHAK TSCHAK TSCHIK TSCHIK Und in meinen Waden- und Pomuskeln zwickt’s. Ich setze mich auf eine der zahlreichen Aussichtsstellen und bewundere die gegenüberliegende Bergkulisse mit ihren Dreitausendern. Und stelle mir die österreichische Landschaft hinter der Bergwand vor. Während das Schnalzkonzert im Tal immer kompliziertere Rhythmusfolgen annimmt, wandere ich – nach etwa 35 Minuten – schon wieder talabwärts. Auf einem lieblich schmalen, aber steilen Steig, vorbei an Wacholdersträuchen, durch hübsche Nadelwäldchen hindurch, bis ich nach weiteren 15 Minuten zwischen den Bäumen die adrette Faltschnalalm erspähe. Mein heutiges Einkehrziel. Wenn im März auf Zeppichl, einem Weiler oberhalb Pfelders, jemand zappelt, dann ist das Berta, die es kaum erwarten kann, ihre Faltschnalalm aus dem Winterschlaf zu holen. „Im Tal ist es mir zu hektisch!“, sagt sie. Der Satz sitzt. In Anbetracht der Einwohnerzahl von Zeppichl – in Ziffern gesprochen sind das 20 – kriegt der Satz eine noch tiefere Bedeutung. „Ich werde im Tal einfach unruhig“, setzt Berta pointiert nach und muss dabei selbst herzhaft lachen. Von März bis Mitte Oktober ist sie mit Mann, Tochter, Schwiegersohn und Enkel auf der Alm. Bertas Tag beginnt früh. „Um 5.15 Uhr gehe ich in die Küche und erledige die Vorbereitungen für das Tagesgeschäft. Knödel drehen, Apfelstrudel backen, Ziegenbraten vorbereiten, halt alles was so anfällt. Danach kommen die Blumen dran.“ Die Faltschnalalm könnte es mit ihrer Flora locker mit den Gärten von Schloss Trauttmansdorff aufnehmen. Wo man hinsieht blüht’s aus Bergschuhen, Töpfen und Balkonen heraus und herab. „Die Blumen sind mein Hobby. Da kann ich mich entspannen. Obwohl mir der Regen heuer die Arbeit nicht gerade erleichtert hat. Ober sell isch lai gleich. Seimer zufrieden.“ Zufriedenheit ist hier Maxime und wird auch beim Gast großgeschrieben: „Für den Aufstieg muss er ja schließlich belohnt werden. Deshalb fallen unsere Portionen etwas größer aus als sonst. Und natürlich bereite ich alles frisch zu. Ich habe noch nie einen Knödel eingefroren. Weil er dann nicht mehr so schmeckt, wie er schmecken sollte.“ Das Kochen hat Berta von ihrer Mutter gelernt und abgeschaut. „Eine Restaurantküche wär nix für mich. Ich gebe hier mein Bestes. Koche mit Überzeugung und nach alter Tradition.“ Berta setzt 64 //
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ulteriore sguardo alla valle, e mi coglie un’improvvisa illuminazione: ma certo! È una gara di Goaßlschnöller (schioccatori di frusta). Il che giustifica anche l’assembramento di gente. Ecco il motivo di quell’ammasso di omini Playmobil attorno all’arena! Cerco di distinguere meglio gli avvenimenti della vallata, ma da quella distanza non mi riesce. Ora che ho compreso di cosa si tratti, decido di concentrarmi nuovamente sul cammino, che mi conduce verso ovest. E più precisamente verso i gradini di pietra che ordinatamente, a tratti in salita, a tratti in discesa, mi conducono attraverso il pendio. È l’opera di uomini virtuosi, che con lavoro paziente, sapiente e ordinato hanno aggiunto alcune lastre di pietra per completare quanto già fatto dalla natura. Uomini e natura in perfetta armonia! TIC TIC TAC TAC I rododendri costeggiano il sentiero. Larici solitari si piegano alla brezza leggera. TIC TAC TAC TAC TIC TIC E i polpacci e i muscoli del posteriore cominciano a farsi sentire... Mi siedo a uno degli innumerevoli punti panoramici, abbandonandomi ad ammirare lo scenario delle catene montuose di fronte, con le loro cime che superano i tremila. Dietro la parete montuosa, posso immaginare il paesaggio austriaco. Mentre a valle prosegue il concerto di schiocchi, a ritmi sempre più complessi, proseguo nel cammino e dopo circa 35 minuti mi ritrovo a camminare nuovamente in discesa. Più avanti il sentiero si restringe delicatamente in una salita piuttosto ripida che costeggia cespugli di ginepro e attraversa graziosi boschetti di aghifoglie, fino a farmi scorgere tra i rami, circa 15 minuti più avanti, il profilo curato della malga Valcanale. La mia meta.
1. 2. 3. 4. 5. Leben auf der Faltschnalalm, die von Mitte Mai bis Mitte Oktober geöffnet ist. Die Portionen fallen hier besonders groß aus. „Der Aufstieg muss belohnt werden“, sagt Chefin Berta. | Vita alla malga Valcanale, aperta da metà maggio a metà ottobre. Le porzioni qui sono particolarmente abbondanti. “La fatica della salita deve essere premiata”, dice la cuoca Berta.
Se a marzo, a Zeppichl, un piccolo borgo sopra Plan, qualcuno non può stare con le mani in mano, si può star certi che sia la Berta, che non sa trattenersi dal risvegliare la sua malga Valcanale dal sonno invernale. “Per me la valle è troppo caotica!” Non c’è che dire. La frase, poi, assume tutto un altro spessore se si considera la densità demografica di Zeppichl (le cifre parlano di ben 20 persone). “A stare in valle divento nervosa”, aggiunge solennemente Berta, salvo poi scoppiare a ridere di se stessa. Il periodo da marzo a ottobre lo trascorre sempre in malga, con marito, figlia, genero e nipote. Le sue giornate iniziano presto: “Verso le 5.15 vado in cucina a fare i preparativi per la giornata: fare i canederli, infornare lo strudel, preparare l’arrosto di capra, e tutto quel che capita. Poi è la volta dei fiori.” La malga Valcanale non ha di che invidiare ai Giardini di Castel Trauttmansdorff. Ovunque si posi lo sguardo si trovano fiori: nelle scarpe, nei vasi, sulle terrazze. “I fiori sono la mia passione. Curarli mi rilassa, anche se devo dire che le piogge di quest’anno non mi hanno reso facile il compito. Ma in fondo fa lo stesso: siam contenti così.” Essere contenti qui è la parola d’ordine, e vale ovviamente anche per gli ospiti: “Bisogna pur ricompensarli per aver affrontato la salita. Per questo le nostre
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1. 2. Der Almgasthof wurde mit der Plakette „Echte Qualität am Berg“ ausgezeichnet. | La locanda della malga è stata premiata con la targa “Pura qualità in montagna”. 3. „Hier oben weilt das Glück“, sagt Berta, die mit Mann, Tochter, Schwiegersohn und Enkel die Alm bewirtschaftet. | “Quassù la felicità è nell’aria”, sostiene Berta che gestisce la malga con il marito, la figlia, il genero e il nipote.
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ein verschmitztes Lächeln auf. „Meine Rezepte sind meine Geheimnisse. Die würde ich nie preisgeben. Aber ein kleines Geheimnis kann ich lüften: Ein guter Leberknödel besteht aus 13 Zutaten. Welche, verrate ich natürlich nicht. Und wie viel von was, das könnte ich gar nicht mal sagen. Das habe ich im Auge. Das fühle und schmecke ich während der Zubereitung.“ Wieder ein Satz, der im Raum stehen bleibt. „Und für ein gutes Gelingen braucht es gute Zutaten. Das Wichtigste ist für mich die Butter. Die mach ich mir selber. Alle zwei Tage wird gebuttert.“ „Lilly? Sog der Melli bitte, in Gulasch ausscholtn.“ Lilly nickt und serviert eine riesige Leberknödelsuppe. Lilly ist Städterin. Aber Lilly liebt die Berge. Und deshalb ist Lilly im Sommer auf der Faltschnalalm. „Weil meine liebe Chefin in Meran mir 4 Monate Auszeit gibt, damit ich meine Sehnsucht nach den Bergen stillen und vor der Meraner Hitze fliehen kann.“ Melli ist Bertas Tochter. Sie arbeitet mit Berta in der Küche und kümmert sich um die Eierspeisen. Und Mellis Mann ist mit Lilly im Service. Und dann gibt es noch den wortkargen Peter. Peter ist der Mann von Berta. Auch er legt mittags Hand im Service an. Ansonsten versorgt er das Vieh und ist glücklich, wie alle anderen hier auch. „Abends spaziere ich ins Faltschnaltal und hole meinen Mann vom Hietn ab. Jeden Tag. Beim gemeinsamen Rückweg lassen wir den Tag Revue passieren und genießen die Zeit zu zweit. Wir sind ein glückliches Paar. Verheiratet seit 29 Jahren. Vor 3 Jahren haben wir zum ersten Mal Urlaub gemacht. In Südtirol. Im Ahrntal. 3 Tage. Länger könnte ich nicht weg von zu Hause. 2 Wochen irgendwo hinfliegen, käme für mich nie in Frage. Nicht weil ich Flugangst habe, oder andere Länder mich nicht interessieren würden! Ich bin zufrieden hier und brauche nichts anderes.“ Ein Berta-Satz, der einfährt, und dem man wenig hinzufügen möchte. „Abends essen wir dann gemeinsam. Lilly ist selten dabei. Weil Lilly abends immer turnt. Sie kommt erst später zu uns in die Stube. Dann ratschen wir ein bisschen. Dabei strickt Lilly. Eigentlich strickt Lilly immer. Und wenn wir uns nichts zu sagen haben, liest Lilly die Zeitung, während sie strickt. Oder … wie sagt man? Ja genau: Oder sie surft im Internet, während sie Zeitung liest und strickt. Weil Fernseher haben wir keinen, brauchen wir keinen und dafür hätten wir auch keine Zeit.“ Punkt. Pause. Und plötzlich steht Berta auf, geht zum Zaun, lehnt sich an und sagt: „Hier oben weilt das Glück.“ Ziellos schaut sie ins Weite. „Vielleicht ist das hier für die meisten wenig, aber für mich ist das viel, eigentlich alles. Das ist mein Paradies.“
porzioni sono un po’ più abbondanti della media. E ovviamente quella che preparo è tutta roba fresca. Non mi è ancora mai capitato di surgelare neanche un canederlo. Perché alla fine non avrebbe il sapore che dovrebbe avere.” A cucinare, Berta ha imparato da sua madre, anche solo osservandola. “La cucina di un ristorante non è il posto per me. Qui posso dare il meglio, cucino con passione e seguendo le tradizioni antiche.” Sul viso di Berta compare un lieve sorriso: “Le mie ricette sono i miei segreti. Non hanno prezzo. Ma un piccolo segreto posso anche confessarlo: un buon canederlo di fegato si prepara con 13 ingredienti. Ovviamente non vi dico quali. Per non parlare delle dosi e delle quantità. Io vado a occhio e assaggio di tanto in tanto durante la preparazione.” Di nuovo non c’è che dire. “E perché un piatto riesca bene servono ingredienti buoni. Quello più importante per me è il burro. Il burro lo faccio da sola, ogni due giorni.” “Lilly, dì alla Melli di spegnere il gulasch”. Lilly annuisce e serve un enorme canederlo di fegato in brodo. Lilly vive in città ma ama le montagne. Per questo Lilly l’estate la passa alla malga Valcanale. “La mia generosa ‘capa’ di Merano mi concede quattro mesi liberi in estate perché possa consolare la mia nostalgia per le montagne e allontanarmi dalla calura meranese.” Melli, invece, è la figlia di Berta. Lavora con Berta in cucina e si occupa di tutti i piatti a base di uova. Suo marito invece si occupa del servizio insieme a Lilly. A loro si aggiunge il taciturno Peter, il marito di Berta. Anche lui dà una mano a servire a mezzogiorno, e nel resto del tempo si occupa del bestiame ed è contento qui, come tutti gli altri. “Di sera vado a fare quattro passi lungo la Valcanale e passo a prendere mio marito al pascolo. Tutti i giorni. Mentre camminiamo insieme sulla via del ritorno, ci raccontiamo la giornata e ci godiamo questi minuti tutti per noi. Siamo una coppia felice, sposata da 29 anni. Le nostre prime vacanze le abbiamo fatte tre anni fa, in Valle Aurina, per tre giorni. Di più non riesco a stare lontana da casa. Volare da qualche parte per due settimane per me non avrebbe alcun senso. E non perché io abbia paura di volare, o perché non mi interessino i paesi stranieri! È che sono felice qui e non ho bisogno di nient’altro.” Un’altra tipica frase da Berta, a cui non si può aggiungere nulla. “Alla sera ceniamo tutti insieme, di rado anche Lilly si unisce a noi. Perché Lilly la sera si dedica a fare ginnastica. Più tardi ci raggiunge nella stube, dove ci fermiamo a chiacchierare un po’, mentre Lilly fa a maglia. Lilly fa sempre a maglia, a dire il vero. E quando non abbiamo più granché da dirci, allora Lilly si mette a leggere il giornale, mentre continua a fare a maglia. Oppure… com’è che si dice? Ah sì: naviga in internet mentre legge il giornale e fa a maglia. È che non abbiamo la televisione. Non ci serve e non avremmo neanche tempo di guardarla.” Punto. Pausa. E tutt’a un tratto Berta si alza, si avvicina allo steccato e sporgendosi annuncia: “Quassù alberga la felicità” lo sguardo si perde all’orizzonte. “Forse per molti quello che abbiamo qui sarebbe troppo poco, ma per me è davvero molto: a dire il vero è tutto. Questo è il mio paradiso.” // 67
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Buch u nd APP L ibro e APP
Im Buch „Echte Qualität am Berg“ (Athesia Verlag) erwandert die Autorin Christine Lasta Almen des Meraner Landes und berichtet von den Begegnungen mit Hüttenwirten und Besitzern von Almgasthöfen. Die gleichnamige Initiative mit dazugehöriger App wurde von der Marketinggesellschaft Meran ins Leben gerufen und zeichnet jene Hüttenwirte und Almgasthofbesitzer mit der Plakette „Echte Qualität am Berg“ aus, die ihre Betriebe vorbildlich und mit viel Hingabe führen. Auf der kostenlosen App, die unter dem Begriff „BergGenuss“ zu finden ist, sind alle ausgezeichneten Betriebe mit Informationen zu Standort und Wegbeschreibung, Höhenprofil, GPS-Daten und Rezepte der Gastwirte aufgelistet.
Nel libro “Echte Qualität am Berg” (“Pura qualità in montagna”, edizioni Athesia) l’autrice Christine Lasta racconta le sue passeggiate tra le malghe nei dintorni di Merano, caratterizzate dagli incontri con i gestori di baite e rifugi e i proprietari di malghe con servizio di locanda. Merano Marketing ha ideato un’iniziativa dallo stesso titolo, a cui è abbinata una app, che premia con la targa “Pura qualità in montagna” gli albergatori e i proprietari di malghe che svolgono la loro attività in maniera esemplare e con grande dedizione. Nella app gratuita, scaricabile digitando la parola chiave “SaporiAlpini”, sono elencate tutte le attività premiate con informazioni sulla posizione e i sentieri per arrivarci, i profili altimetrici, i dati GPS e le ricette degli albergatori.
texelbahn Partschinser Wasserfall/Cascata di Parcines
Auf über 1.500 m mitten im Naturpark Texelgruppe Direkter Einstieg in den Meraner Höhenweg Abstieg zur Talstation über den Partschinser Wasserfall (höchster Wasserfall Südtirols) Wanderungen ins Zieltal zur Zielalm oder Lodnerhütte
elbahn in ... die Tex
s Partschin
Ad oltre 1.500 m di quota nel cuore del parco naturale Gruppo di Tessa accesso diretto all’Alta Via di Merano discesa a Valle passando per la cascata di Parcines escursioni nella Val di Tel alla “Ziel-alm” ed al Rifugio Cima Fiammante 68 //
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NR. 1 2015 TEXELBAHN · Via Ziel Straße 11 · I-39020 Partschins/Parcines Tel. +39 0473 968295 · info@texelbahn.com · www.texelbahn.com
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Sommer am Gletscher
Estate sul ghiacciaio
2015 ist das Jahr der Jubiläen: Unglaubliche 600 Jahre feiert die Transhumanz, bei der mehrere tausend Schafe vom Schnalstal ins Ötztal zur Fernweide und zurück getrieben werden. Vor genau 30 Jahren indes wurde der Meraner Höhenweg eröffnet, der auf 100 Kilometern um den Naturpark Texelgruppe und durch die Schnalser Bergwelt führt. Die Erschließung des Gletschers begann vor exakt 40 Jahren – am 12. Juli 1975 – mit der Jungfernfahrt der Gletscher-Seilbahn.
Il 2015 per la Val Senales è l’anno degli anniversari. Sembra incredibile ma compie seicento anni il rito della transumanza, con il quale ogni anno migliaia di pecore vengono trasferite dalla Val Senales alla Ötztal e viceversa. Esattamente trenta anni fa, inoltre, è stata inaugurata l’Alta Via di Merano, un sentiero che si estende per cento chilometri attraverso il Parco Naturale Gruppo di Tessa e l’ambiente montano della Val Senales. Infine l’accesso regolare al ghiacciaio iniziò esattamente quaranta anni fa con la corsa inaugurale della funivia, il 12 luglio 1975.
Lebendiges Brauchtum Im Juni ziehen alljährlich Tausende Schafe auf engen und oft noch schneebedeckten Gebirgspfaden über den Alpenhauptkamm auf die Sommerweide im hinteren Ötztal. Es ist die einzige grenzüberschreitende Transhumanz in den Alpen, die über Gletscher führt. Die UNESCO hat diesen jahrhundertealten Brauch in das Verzeichnis des Weltkulturerbes aufgenommen. Im Spätsommer, zumeist Mitte September, kehren die Schafe wieder ins Schnalstal zurück, wo die Hirten die geglückte Heimkehr der Tiere mit einem zünftigen Fest in Kurzras und Vernagt feiern.
Wanderweg mit Geschichte Einblick in die landschaftliche Vielfalt und Schönheit der Schnalser Gebirgswelt gibt der Meraner Höhenweg. Vor genau 30 Jahren verband man historische Wege, die Bergbauern seit Jahrhunderten benutzen, zu einem Rundwanderweg. Er kann in fünf bis sechs Tagen begangen oder für kürzere Wanderungen an beliebiger Stelle aufgenommen und wieder abgebrochen werden.
Skifahren im Sommer Im Sommer 1975 erlebte die Schnalstaler Gletscherbahn ihre erste Fahrt. Heute bringt sie das ganze Jahr über Wanderer und Skifahrer auf den Gletscher. Vom 12. Juni bis zum 12. Juli 2015 sind die Pisten Grawand und Finail für das sommerliche Skierlebnis geöffnet. Die „Ötzi Glacier Tour“ führt Interessierte unter der Anleitung eines Bergführers das ganze Jahr über an die Fundstelle des Mannes aus dem Eis: im Winter mit Skiern, im Sommer zu Fuß. Am Schnalstaler Gletscher treffen an 365 Tagen im Jahr Geschichte und Kultur, Landschaftserlebnis und Freizeitvergnügen aufeinander.
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Un’usanza ancora viva Ogni anno in giugno migliaia di pecore percorrono gli stretti sentieri di montagna, spesso ancora coperti di neve, che le portano a valicare la cresta alpina per raggiungere i pascoli estivi della Ötztal. È l’unico sentiero di transumanza delle Alpi che supera un confine e passa sopra un ghiacciaio, tanto che l’UNESCO ha inserito questa usanza secolare e le sue vie tra i beni patrimonio dell’umanità. Nella tarda estate, in genere a metà settembre, le pecore fanno ritorno in Val Senales, dove i pastori celebrano la riuscita dell’impresa con una festa in grande stile a Maso Corto e Vernago.
Schnalstaler Gletscherbahnen AG Kurzras 111 39020 Schnals T 0473 662 171 www.schnalstal.com
Camminare nella storia L’Alta Via di Merano permette di cogliere la bellezza e la varietà di paesaggi delle montagne della Val Senales. Esattamente trenta anni fa i tracciati storici utilizzati per secoli dai contadini di montagna vennero collegati tra loro a formare un unico sentiero circolare, che si può percorrere in cinque o sei giorni o prendere e abbandonare in qualsiasi punto a piacere per escursioni più brevi.
Funivie Ghiacciai Val Senales Maso Corto 111 39020 Senales T 0473 662 171 www.valsenales.com
Sci estivo Nell’estate del 1975 la funivia del ghiacciaio della Val Senales effettuava la sua prima corsa. Oggi porta sul ghiacciaio tutto l’anno escursionisti e sciatori. Dal 12 giugno al 12 luglio 2015 le piste Grawand e Finail sono aperte per vivere la straordinaria esperienza dello sci estivo. Con l’Ötzi Glacier Tour si può raggiungere, accompagnati da una guida e in qualsiasi periodo dell’anno, il luogo di ritrovamento dell’uomo venuto dal ghiaccio: in inverno sugli sci, in estate a piedi. Sul ghiacciaio della Val Senales si incontrano per 365 giorni all’anno storia e cultura, contemplazione del paesaggio e piacevoli attività per il tempo libero.
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All that Jazz interview / intervista: Sabine Funk Fotos / Foto: Martina Jaider
Seit 25 Jahren sind die Saxophonistin Helga Plankensteiner und der Pianist Michael Lösch privat und auf der Bühne unzertrennlich miteinander verbunden – und haben seither die Südtiroler Jazzszene nachhaltig geprägt. Sono ormai 25 anni che la sassofonista Helga Plankensteiner e il pianista Michael Lösch formano una coppia sia sul palco che nella vita privata. Un quarto di secolo di attività che ha reso questi due musicisti vere e proprie icone della scena jazzistica altoatesina.
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Ich hatte einfach lange das Gefühl, üben zu müssen, noch nicht so weit zu sein. (Helga Plankensteiner)
In der Südtiroler Musikszene kennt sie jeder, doch auch außerhalb Südtirols genießt das Jazzmusikerpaar Helga Plankensteiner (Baritonsaxophon) und Michael Lösch (Klavier) einen hervorragenden Ruf. Sie spielen in verschiedenen gemeinsamen Formationen regelmäßig auf renommierten Festivals im In- und Ausland und arbeiteten mit bekannten Musikern wie Tom Harrell, Diane Schuur, Steven Bernstein, Gianluigi Trowes und Michel Godard zusammen. Helga Plankensteiner ist außerdem Mitglied der US-basierten Carla Bley Big Band und des Torino Jazz Orchestra. Seit 2007 sind beide künstlerische Leiter der Reihe „Lana Meets Jazz“, wo bereits Größen wie Uri Caine, Enrico Pieranunzi, Franco Ambrosetti und Gianluca Petrella zu Gast waren. 72 //
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Ma la notorietà e soprattutto l’apprezzamento che vantano Helga Plankensteiner (sax baritono) e Michael Lösch (pianoforte) vanno ben oltre i confini provinciali. Spesso e volentieri li vediamo suonare all’interno di altre formazioni in festival nazionali e internazionali oppure lavorare a fianco di artisti del calibro di Tom Harrell, Diane Schuur, Steven Bernstein, Gianluigi Trovesi e Michel Godard. Helga Plankensteiner fa anche parte della Carla Bley Big Band e della Torino Jazz Orchestra. Dal 2007 Helga e Michael hanno assunto la direzione artistica della rassegna “Lana Meets Jazz”, che ha già ospitato artisti come Uri Caine, Enrico Pieranunzi, Franco Ambrosetti e Gianluca Petrella. NR. 1 2015
Wo habt ihr jeweils eure Ausbildung gemacht? HP: Ich habe klassisches Saxophon in Innsbruck und gleichzeitig in Mailand bei Tiziana Ghiglioni Jazzgesang studiert. Schließlich habe ich auch angefangen, Jazzsaxophon zu spielen und das Konservatorium in Trient besucht. ML: Ich habe in Mailand eine Zeit lang Jazzklavier studiert und in der Folge viele Workshops besucht, von Amsterdam bis New York. Gelebt habt ihr aber immer in Südtirol. Warum seid ihr geblieben beziehungsweise zurückgekommen? ML: Ich habe auch noch einen zweiten Job als Architekt und Helga unterrichtet. HP: Das hat sich einfach so ergeben. Ich hatte einfach lange das Gefühl, üben zu müssen, noch nicht so weit zu sein, denn ich habe erst spät angefangen – mit dem Jazzsaxophon erst mit 27 Jahren. Dann hat sich alles so entwickelt, dass ich auch von Südtirol aus tolle Projekte machen konnte, zum Beispiel mit Carla Bley. Auch das Unterrichten ist ein Teil von mir, den ich bisher nicht missen wollte und womit ich viel bewirken kann. Aber man braucht als Jazzmusiker schon auch den Input von außen? HP: Ich spiele viel in Turin und arbeite überhaupt mit vielen Leuten außerhalb von Südtirol zusammen. Dadurch lernt man, den eigenen Level realistisch einzuschätzen und begreift, wo man noch an sich arbeiten muss. Da ist gerade das Torino Jazz Orchestra eine gute Schule. Die Arbeit dort zeigt mir immer wieder, wo ich stehe. Aktiv und kreativ bleiben muss man überall, und durch die heutige Vernetzung und das Internet muss man nicht mehr ständig unterwegs sein, um zu wissen, was in der Welt passiert.
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Merano Magazine: Quando è iniziata questa vostra straordinaria simbiosi? Helga Plankensteiner: Ci siamo conosciuti tanto tempo fa, era il 1990, in occasione di una jam session a Bressanone. Michael Lösch: E da allora le nostre vite si sono fuse in tutti i sensi. Qual è stato il vostro percorso formativo? HP: Io ho studiato sassofono classico a Innsbruck e allo stesso tempo studiavo canto jazz a Milano con Tiziana Ghiglioni. In seguito ho cominciato a suonare il sassofono jazz e ho frequentato il conservatorio di Trento. ML: Io invece ho studiato a lungo pianoforte jazz a Milano e poi ho partecipato a numerosi workshop, da Amsterdam a New York. Nonostante i tanti viaggi, siete sempre rimasti fedeli all’Alto Adige. Cos’è che vi fa rimanere qui? ML: Innanzitutto gli impegni lavorativi; io faccio anche l’architetto mentre Helga è insegnante. HP: Diciamo che doveva andare così. Per tanto tempo ho avuto la sensazione di dover imparare ancora, di non essere pronta, anche perché ho iniziato tardi a suonare il sassofono jazz, quando avevo già 27 anni. Poi è successo che ho avuto l’opportunità di partecipare a tanti progetti interessanti, come quello con Carla Bley, anche restando in Alto Adige. Nel frattempo l’insegnamento è diventato una parte importante di me, a cui finora non ho voluto rinunciare e che mi permette di dare tanto. Quanto conta per un musicista jazz avere degli input dall’esterno? HP: Io lavoro con tanti artisti non altoatesini e mi capita spesso di suonare a Torino. Queste esperienze ti permettono di valutare meglio il tuo livello e capire dove devi migliorare. In questo senso la Torino Jazz Orchestra è un’ottima scuola, che mi fa capire a che punto sono. A ogni modo l’importante è restare sempre attivi e creativi; oggi grazie a internet non c’è più bisogno di essere sempre in giro per capire cosa stia succedendo nel mondo.
PANORAMAÖNOTHEK ENOTECA PANORAMICA
werbelust | freiraum’
Merano Magazine: Wie hat eure außergewöhnlich produktive Partnerschaft ihren Anfang genommen? Helga Plankensteiner: Wir haben uns bei einer Jamsession in Brixen kennengelernt. Das ist lang her, 1990 war das. Michael Lösch: Seither spielen wir zusammen und sind gemeinsam unterwegs.
Panorama-Önothek, Weinverkostung und Detailverkauf Montag - Freitag 8 - 19 Uhr, Samstag 8 - 18 Uhr Info +39 0473 44 71 37 www.kellereimeran.it Enoteca panoramica, visite guidate e vendita vini Lunedì - venerdì ore 8 - 19, sabato ore 8 - 18 Info 0473 44 71 // 37 73 www.cantinamerano.it
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Michael Lö sch Der Pianist und Komponist studierte Jazzpiano bei Größen wie Franco D’Andrea, Barry Harris oder Kenny Barron. 2001 gründete er mit Helga Plankensteiner das Unit Eleven Jazz Orchestra. Anlässlich des 200-jährigen Jubiläums des Tiroler Freiheitskampfes konzipierte Lösch für das Südtiroler Jazzfestival das Projekt „Heroes“, eine musikalische Reflexion zum Thema Heldentum: Ein Ensemble spielt dabei zu einer improvisierten Collage aus Filmen und Bildern des Regisseurs Giuseppe Tedeschi. Seine weiteren Projekte, darunter das Jazzkonzert für Musikkapelle „Sweet Alps“, die Suite für Jazzband „Voyage“ sowie die Band El Porcino Organic mit Helga Plankensteiner gastierten bei zahlreichen internationalen Jazzfestivals. Pianista e compositore, ha studiato piano jazz con maestri del calibro di Franco D’Andrea, Barry Harris e Kenny Barron. Nel 2001 ha fondato con Helga Plankensteiner la Unit Eleven Jazz Orchestra. In occasione del duecentesimo anniversario della battaglia per la libertà del Tirolo Lösch ha ideato per il Jazz Festival Alto Adige il progetto Heroes, una riflessione musicale sul tema dell’eroismo: un ensemble in cui suona accompagnato dalla proiezione di un collage “improvvisato” di foto e video, curato dal regista Giuseppe Tedeschi. Con i suoi progetti successivi, tra cui il concerto jazz per banda musicale Sweet Alps, la suite per jazz band Voyage e il complesso El Porcino Organic con Helga Plankensteiner, ha partecipato a numerosi jazz festival internazionali.
Den italienischen Jazz verbindet man nicht sofort mit der Innovationskraft, die etwa von den USA oder den skandinavischen Ländern ausgeht. In welcher Jazzkultur seht ihr euch verwurzelt? ML: Wir sind zwischendrin. Die italienische Musik und damit auch der Jazz sind vielleicht doch ein wenig melodischer, während der nordische Zugang etwas intellektueller oder auch nur konstruierter, strukturierter ist. Italienische Musiker haben einen intuitiveren Zugang – wir bringen das vielleicht etwas zusammen. HP: Wobei überall, wo es eine Jazzszene gibt, Mainstream und freie Szene parallel existieren. Und in Italien ist das Niveau auf den Festivals irrsinnig hoch. Man kann sagen, etwas gefällt einem oder auch nicht, aber ich glaube, man sollte vor allem zwischen guter und schlechter Musik unterscheiden. Aber ihr spannt Verbindungen. ML: Ein bisschen sind wir da eben zwischen den Stühlen. Und auch in unseren Projekten sind die Mitglieder häufig unterschiedlicher Herkunft. HP: So etwa bei „Plankton“, einem Projekt, das sehr gut funktioniert und mit dem wir derzeit recht erfolgreich sind. Da haben wir zwei Italiener, zwei Deutsche und uns, die zwei Südtiroler. Solche
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Il jazz italiano non sembra avere nel proprio Dna l’innovazione, a differenza ad esempio degli Stati Uniti o dei paesi scandinavi. Qual è la cultura jazzistica in cui vi riconoscete? ML: Diciamo che siamo in mezzo. La musica italiana in genere, e quindi anche quella jazz, è forse un po’ melodica, mentre l’approccio nordico è più intellettuale o semplicemente più strutturato. I musicisti italiani tuttavia hanno un accesso più intuitivo e credo che noi riuniamo le due anime. HP: Io credo invece che ovunque si faccia jazz, esistano sia il mainstream che i circuiti alternativi. E in Italia il livello dei festival è incredibilmente alto. Certo ci sono cose che possono piacere e altre meno ma io credo che la prima differenza da fare sia tra buona e cattiva musica. Va da sé che voi fate da raccordo tra mondi diversi... ML: In effetti abbiamo un piede in due scarpe. E spesso anche nei nostri progetti ci sono artisti di provenienze diverse. HP: Basti pensare a “Plankton”, un progetto che in questo periodo sta funzionando molto bene. Assieme a noi sudtirolesi suonano due italiani e due tedeschi. Tra l’altro sono combinazioni che nascono spontaneamente, solo perché riteniamo
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I musicisti italiani tuttavia hanno un accesso più intuitivo e credo che noi riuniamo le due anime. (Michael Lösch)
Italienische Musiker haben einen intuitiveren Zugang – wir bringen das vielleicht etwas zusammen.
Kombinationen ergeben sich einfach, ohne lange darüber nachzudenken. Es sind einfach die richtigen Musiker für unsere Bands.
che siano le persone giuste per le nostre formazioni.
Eure Projekte macht ihr immer zusammen? HP: Ja, die meisten schon. Wir verstehen uns, unsere Interessen sind dieselben. Mein nächstes Projekt wird ohne Michael stattfinden – das erste nach 25 Jahren.
I vostri progetti nascono sempre da un lavoro comune? HP: Per la maggior parte sì, anche perché abbiamo gli stessi interessi e ci capiamo al volo. Nel mio prossimo progetto però Michael non ci sarà, e sarà la prima volta in 25 anni!
Ihr habt ja auch das Festival „Lana meets Jazz“ gegründet. HP: „Lana meets Jazz“ funktioniert noch einmal anders. Das Festival haben wir für meine Schüler gegründet, um sie mit großen Jazzmusikern in Kontakt zu bringen. Ich hatte vor ein paar Jahren eine begeisterte Gruppe von Saxophonschülern, denen ich etwas bieten musste, um sie wirklich weiterzubringen. Bei „Lana meets Jazz“ geht es um die Begegnung Jugendlicher mit internationalen Jazzmusikern: Die Vorgruppe des Festivals sind immer Schüler, dann kommt der Hauptact und am Ende spielen alle zusammen.
Parliamo del festival che avete fondato, Lana meets Jazz. HP: Ecco, “Lana meets Jazz” è un’altra cosa ancora. Abbiamo fondato il festival perché volevamo dare ai miei alunni la possibilità di conoscere da vicino qualche grande musicista jazz. Anni fa mi è capitato di avere una classe di sassofonisti veramente bravi, ai quali volevo offrire qualcosa che li facesse crescere. E con “Lana meets Jazz” i giovani entrano in contatto con artisti internazionali: il gruppo spalla infatti è sempre formato da allievi, i quali poi – alla fine dello spettacolo principale – suonano assieme ai big.
(Michael Lösch)
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Helg a Pl a nkensteiner Helga Plankensteiner studierte klassisches Saxophon am Konservatorium in Innsbruck und Jazz am Konservatorium Trient. Außerdem nahm sie an zahlreichen Jazzworkshops mit bekannten Saxophonisten wie Dick Oats, Steve Slagle oder Gary Bartz teil. Plankensteiner ist Mitglied der Carla Bley Bigband (USA), des Torino Jazz Orchestra und wurde 2009 von der Zeitschrift Musica Jazz zu den zehn aufstrebenden Talenten Italiens gewählt. 2013 wurde ihre Komposition „Labyrinth“ im Rahmen des Festivals Zeitgenössischer Musik in Bozen von einem Bläserquintett uraufgeführt. Ihre letzte CD mit dem wortspielerischen Titel „Plankton“, das sie mit bekannten Musikern aus Nord und Süd einspielte, erschien im selben Jahr beim renommierten Berliner Label Jazzwerkstatt. Helga Plankensteiner ha studiato sassofono classico al conservatorio di Innsbruck e jazz al conservatorio di Trento. Ha preso parte a vari jazz workshop con Dick Oatts, Steve Slagle e Gary Bartz. Plankensteiner è membro della Carla Bley Big Band (USA), della Torino Jazz Orchestra e nel 2009 è stata inclusa dalla rivista Musica Jazz tra i dieci talenti emergenti italiani. Nel 2013 la sua composizione Labyrinth è stata eseguita in prima assoluta da un quintetto di fiati nell’ambito del Festival di Musica Contemporanea di Bolzano. Il suo ultimo CD, intitolato Plankton con un divertente gioco di parole, è stato inciso con la collaborazione di alcuni famosi musicisti italiani e tedeschi ed è stato pubblicato dalla rinomata etichetta berlinese Jazzwerkstatt.
ML: Angefangen haben wir damit 2007 und seit vier Jahren findet das jetzt in dieser komprimierten Form als Festival im Mai statt. Wir müssen schauen, wie es im kommenden Jahr weitergeht und ob wir genau bei dieser Form bleiben.
Seid ihr Profimusiker? ML: Ja, absolut. HP: Ich unterrichte auch entspannter, wenn ich viel spiele. Die Liebe und die Freude kommen immer erst mit dem Können – in der Musik wie überall sonst. Wie werdet ihr auf internationalen Bühnen wahrgenommen: als Italiener, als Österreicher? ML: Als Deutsche oder Österreicher. HP: Ich bin in Italien immer die sassofonista austriaca-tedesca, die österreichischdeutsche Saxophonistin. In Deutschland ist es dann wieder umgekehrt. Braucht ihr Pausen von der Musik oder verbringt ihr den Urlaub im Jazzclub in London? HP: Ja, leider, wir sind schrecklich. ML: Eigentlich total bescheuert. In Städten bewegen wir uns in Jazzclubs, das lässt sich nicht vermeiden. Aber einmal sind wir fünf Tage zum Wandern in die Toskana gefahren. HP: Wir haben uns am zweiten Tag schon verlaufen, sind im Sumpf gelandet und mussten umkehren. Das passiert halt, wenn wir mal was anderes machen wollen. Wer von euch ist der bessere Musiker? HP: Der Michi. Er ist viel besser und ist es immer schon gewesen. Gerade beim Spielen, er ist viel reicher an Wissen, bei mir kommt da viel mehr aus dem Bauch. ML: Du bist da vielleicht mehr Bauchmensch, aber dabei viel genauer. Ich bin eher so ein schlampiger Kopfmensch. HP: Das unterschreibe ich sofort, du bist ein schlampiger Kopfmensch! Ist dann Helga ein pedantischer Bauchmensch? HP: Ja, so ungefähr (lacht). Aber eindeutig: Der Michi ist besser. ML: Nein. Das stimmt überhaupt nicht. Ich bin nur älter!
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ML: Il festival è partito nel 2007 e da quattro anni si svolge in maggio nella sua forma attuale, più ridotta. Adesso vedremo come andrà il prossimo anno e poi decideremo se modificarla.
Vi definite professionisti della musica? ML: Assolutamente sì. HP: A me addirittura capita che più suono e meglio insegno. D’altronde l’amore e la gioia sono strettamente legate alla conoscenza delle cose, e questo vale per la musica ma anche per tutto il resto. Quando suonate all’estero come vi definiscono: italiani o austriaci? ML: Come tedesco o austriaco. HP: In Italia ormai sono definita la sassofonista austriaca-tedesca, in Germania invece è il contrario. Ogni tanto staccate la spina con la musica o in ferie andate nei locali jazz di Londra? HP: Purtroppo è così, siamo un disastro. ML: In effetti siamo completamente malati. Quando visitiamo le città non riusciamo a stare lontano dai locali di musica jazz. Una volta però siamo riusciti a fare un trekking di cinque giorni in Toscana. HP: Sì, e già il secondo giorno ci siamo persi, siamo finiti in una palude e abbiamo dovuto tornare alla base. Questo succede quando si vuole fare qualcosa di diverso... Chi è più bravo di voi due come musicista? HP: Michi è stato ed è ancora il migliore di noi due. In fatto di tecnica sa molte più cose, per me suonare è molto più una questione di pancia. ML: Sarai pure una persona di pancia ma sei anche molto più precisa di me. Io invece sono un cerebrale casinista. HP: Questa me la segno subito: da oggi sei un cerebrale casinista! Mi sembra di capire che Helga sia una precisina… HP: Più o meno (ride). Comunque non c’è dubbio: il migliore è Michi. ML: Non è vero. La verità è che sono solo più vecchio!
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Mit Herzblut zum Traumschloss Una vita intera per il castello dei sogni
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Noch vor 30 Jahren war das Castel Katzenzungen in Prissian bei Meran eine Ruine – bis es Ernst Pobitzer aus seinem Dornröschenschlaf geholt hat. Heute werden im Renaissanceschloss, das oberhalb der wohl ältesten und gröSSten Weinrebe der Welt liegt, rauschende Feste gefeiert. Text / Testo: Petra Schwienbacher
Il Castel Katzenzungen di Prissiano, vicino a Merano, era in rovina fino a trenta anni fa, quando Ernst Pobitzer l’ha risvegliato da un lungo oblio. Oggi in questo maniero rinascimentale, che sorge accanto a quella che probabilmente è la vite più antica e più grande del mondo, si svolgono feste allegre e piene di vita.
Etwas unscheinbar ragen die Gemäuer des Castel Katzenzungen auf 615 Metern Meereshöhe empor. Grau in Grau steht es unweit der St.-Martin-Kirche auf einem kleinen Porphyrhügel in Prissian. Dennoch lockt es jährlich Gäste für Hochzeiten oder besondere Anlässe aus der ganzen Welt an, die königlich empfangen werden: Ein roter Teppich schmiegt sich an die großen, glatten Steine der mit Fackeln gesäumten Brücke, die zum Gebäude führt. Der Klang von Posaunen ertönt bei Empfängen vom warm erhellten Schloss in die Nacht hinaus. „Einige Gäste haben Tränen in den Augen, wenn sie es betreten“, sagt Ernst Pobitzer. Er ist der Besitzer des Renaissanceschlosses, das nicht zuletzt deshalb regelmäßig Besucher anlockt, weil zu seinen Füßen der größte und wohl älteste Rebstock der Welt wächst: die Versoaln. Die Rebe dehnt sich über 350 Quadratmeter aus, und es wird geschätzt, dass sie bis zu 600 Jahre alt ist. Zum Ursprung des Namens gehen die Meinungen auseinander. Er könnte mit der Lage – die Versoaln stammt aus den steilen Südhängen des Vinschgaus, weshalb man die Ernte versoaln, also sichern und abseilen musste – oder mit anderen alten Dialektausdrücken zu tun haben.
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Le mura del castello di Katzenzungen, nome curioso che in italiano significa lingue di gatto, si ergono su un piccolo colle di porfido a Prissiano a una quota di 615 metri di altitudine. Questo edificio, non lontano dalla chiesa di San Martino, sembra quasi mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Eppure ogni anno arrivano qui ospiti da tutto il mondo per festeggiare matrimoni e altri lieti eventi, accolti in maniera a dir poco regale: un lungo tappeto rosso contornato di fiaccole si stende sulle grandi pietre levigate del ponte di ingresso, mentre dal castello illuminato da una calda luce risuonano nella notte gli squilli delle trombe. “Qualche ospite al momento di entrare ha le lacrime agli occhi”, racconta Ernst Pobitzer. È il proprietario di questo maniero rinascimentale, dove molti vengono anche per vedere il Versoaln che cresce alle sue pendici. Versoaln è il nome della vite che detiene il primato sia di longevità sia di estensione tra tutte le viti della terra. Sulle origini del nome di questa pianta, che si estende per 350 metri quadrati e si stima abbia quasi 600 anni, ci sono diverse ipotesi: potrebbe avere a che fare con la sua posizione – il Versoaln si è sviluppato sui ripidi pendii sul fianco sud della Val Venosta, tanto che il raccolto doveva essere assicurato e calato per mezzo di corde (in dialetto locale versoaln) – o con altre espressioni dialettali. // 79
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Historische Gemäuer Der Hausherr schließt das schwere Eisentor auf und führt in das Innere des Schlosses, das erstmals 1244 unter Henricus de Cazenzunge urkundlich erwähnt wurde. Hinter einem schweren Vorhang breitet sich der Rittersaal mit seinem hohen Gewölbe aus. Von ihm führen sechs Türen in die umliegenden Speiseräume. „Wir haben Platz für 400 Personen“, sagt der ehemalige Immobilienberater und steigt 1. links über eine steile Steintreppe hoch ins erste der zwei Obergeschosse, jeweils 600 Quadratmeter groß. Jedes Geschoss hat ein Mittelschiff und drei Räume auf jeder Seite, was typisch für ein Bauwerk aus der Renaissance ist. Hier finden Hochzeiten, Geburtstage, Firmenfeiern und Jubiläumsessen statt. Sehenswert ist die alte, geräumige Räucherküche mit Einige haben funktionierendem Backofen, Tränen in den altem Grillherd und Waschwanne. Augen, wenn Im zweiten Obergeschoss sie das Schloss gilt es zurzeit, eine beachtbetreten. liche Bildersammlung von Künstlern wie Markus, Adolf (Ernst Pobitzer) und Bruno Vallazza, Robert Scherer, Luis Stecher und Anton Frühauf zu bewundern – neben einer Reihe von uralten versteinerten Hölzern aus Afrika, Indonesien und Deutschland, die Pobitzer leidenschaftlich sammelt. Zusammen mit Fossilien, antiken Waffen und Bildern möchte er damit bald ein kleines Museum einrichten. Dass das Schloss heute wieder in seinem alten Glanz erstrahlt, hat Ernst Pobitzer seinem Vater Josef zu verdanken. Von Henricus de Cazenzunge gelangte es über die Herren von Fink und die Grafen von Schlandersperg an die Grafen von Thun und von Fuchs und an Franz von Breisach, Hauptmann zu Rovereto. Er verlieh dem prächtigen Anwesen seine heute noch beeindruckende Architektur und machte es zwischen 1500 und 1700 zu einem der angesehensten Adelssitze des Landes. Mit dem Ende des Adelsgeschlechtes Breisach verlor es an Bedeutung und war mehr und mehr dem Verfall ausgesetzt. Als 3. Josef Pobitzer es im Jahr 1978 der Prissianer Bauernfamilie Unterholzner abkaufte, war der Adelssitz in einem desolaten Zustand, wurde er doch teilweise als Kuh- und Schweinestall benutzt. Der Steinboden war kaputt, die Mauern feucht. Riesige Löcher klafften im Dach. 1983 – ein Jahr vor dem Tod seines Vaters – beginnt Ernst Pobitzer mit der Renovierung, 1995 sind die Umbauarbeiten abgeschlossen. Sie mussten das Schloss aushöhlen, sogar Wände mussten entfernt werden, erklärt Pobitzer, denn, um kleinere Räume zu schaffen, zogen die Bauern einst Decken und Wände ein.
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1. 3. 4. 5. 6. Auf Castel Katzenzungen finden zahlreiche Events statt: Hier gaben sich schon Paare aus der ganzen Welt das Jawort. | A Castel Katzenzungen si svolgono molti eventi: qui sono arrivate coppie da tutto il mondo a scambiarsi le promesse di matrimonio. 2. Blick in das Innere des Schlosses: 1983 begann die umfangreiche Renovierung von Castel Katzenzungen. | Uno sguardo agli interni dell’edificio: la ristrutturazione completa di Castel Katzenzungen è iniziata nel 1983.
Mura cariche di storia
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Il padrone di casa apre il pesante portone in ferro e ci guida all’interno del castello, menzionato per la prima volta nel 1244, sotto Henricus de Cazenzunge. Subito dietro uno spesso tendaggio si spalanca la sala dei cavalieri, con la sua grande volta. Da qui, attraverso sei porte, si accede alle salette da pranzo disposte tutto intorno. “Disponiamo di 400 coperti”, ci informa Pobitzer, ex agente immobiliare, imboccando la ripida scala in pietra sulla sinistra che conduce al primo dei due piani superiori del castello, di 600 metri quadrati ciascuno. Ogni piano ha un Qualche ospite salone centrale fianal momento cheggiato da tre ambienti più picdi entrare coli su ciascun lato, nel castello disposizione tipica ha le lacrime dei castelli rinascimentali. Qui si ceagli occhi. lebrano matrimoni, (Ernst Pobitzer) compleanni, feste aziendali e banchetti per anniversari e ricorrenze. Merita una visita anche la vecchia, spaziosa cucina dalle pareti annerite dal fumo, con il forno ancora funzionante, la griglia d’epoca e la vasca per il bucato. Al secondo piano attualmente si può ammirare una notevole collezione di quadri di artisti quali i fratelli Markus, Adolf e Bruno Vallazza, Robert Scherer, Luis Stecher e Anton Frühauf, oltre a una serie di antichissimi legni pietrificati provenienti dall’Africa, dall’Indonesia e dalla Germania, che Pobitzer raccoglie con grande passione. Con i fossili, le armi e i dipinti antichi spera di allestire presto un piccolo museo. Se ha potuto restituire il castello al suo antico splendore Pobitzer deve ringraziare anche suo padre Josef. Da Henricus de Cazenzunge la residenza passò di proprietà ai signori di Fink e dei conti di Schlandersperg, poi ai conti di Thun e di Fuchs e infine a Franz von Breisach, capitano
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Paare aus Amerika, Australien, England und Frankreich feierten hier ihr Jawort. (Veronika Pobitzer)
Internationale Gäste Zwei Jahre dauerte es, bis der Schlossherr das Denkmalamt davon überzeugen konnte, in einigen Räumen Travertin zu verlegen und in anderen einen selbst gemischten Bodenbelag zu verwenden, der aus feinem Sand, Kalk, Zement, Klebemasse und Naturfarbe besteht. Er sieht heute so aus, als wäre er schon immer hier gewesen, und ist der ganze Stolz vom Hausherrn. „Mit breiter Spachtel und starken Armen wurde er ausgestrichen“, sagt er. In den vergangenen Jahren konnte sich das Schloss als Eventlocation behaupten. Um die Veranstaltungen kümmert sich Pobitzers Schwiegertochter Veronika. Sie führt das Castel Katzenzungen seit Jahren und will es weiter mit Events für nationale und internationale Gäste beleben. Am schönsten seien die Hochzeiten, sagt sie. Paare aus Amerika, Australien, England und Frankreich feierten hier ihr Jawort. Ein Paar sogar unter der Weinrebe. Trotz Abraten von Wirtschaftsberater und Bank machte sich Pobitzer damals an die Arbeit. „Anlass dafür waren mein Enthusiasmus und das Versprechen an meinen Vater“, sagt Pobitzer. Er hat in all den Jahren nicht nur seine Ersparnisse, sondern auch reichlich Herzblut in diese historischen Mauern gesteckt. Veronika findet abschließend die passenden Worte: „Das Schloss Katzenzungen ist sein Lebenswerk, er hat hier sein Herz verloren.“ Die getäfelte Stube des Schlosses. | La Stube completamente rivestita di legno all’interno del castello.
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di stanza a Rovereto. Quest’ultimo diede alla residenza la forma architettonica e lo sfarzo che si ammirano ancora oggi e ne fece, a partire dal 1500 fino al 1700, una delle corti più apprezzate dell’Alto Adige. Con l’estinzione della famiglia nobiliare dei Breisach il castello perse la sua importanza e andò progressivamente in rovina. Quando Josef Pobitzer nel 1978 lo acquistò dagli Unterholzner, una famiglia di contadini di Prissiano, versava ormai in uno stato di abbandono ed era addirittura in parte utilizzato come stalla per le mucche e i maiali. Il pavimento in pietra era molto danneggiato, le murature erano intrise di umidità ed enormi squarci si aprivano sul tetto. Nel 1983, un anno prima della scomparsa del padre, Ernst Pobitzer diede inizio ai lavori di risanamento, conclusi nel 1995. Fu necessario svuotare internamente il castello e si dovettero persino rimuovere delle pareti, racconta Pobitzer, perché nel tempo i contadini avevano aggiunto divisori e impalcati per ottenere locali più piccoli.
Ospiti internazionali Ci vollero due anni perché il padrone del castello riuscisse a convincere l’Ufficio per la tutela dei monumenti a lasciargli posare a terra in alcuni ambienti una pavimentazione in travertino e in altri un rivestimento da lui stesso creato, mescolando sabbia fine, calce, cemento, colla e pigmenti naturali. Oggi questo pavimento dà la sensazione di essere sempre stato lì; un dettaglio questo che riempie di orgoglio il padrone di casa. “È stato steso con la spatola larga e a forza di braccia”, racconta. Negli ultimi anni il castello si è affermato come location per eventi. Dell’organizzazione dei ricevimenti si occupa Veronika, la nuora di Pobitzer, che gestisce da tempo il Castel Katzenzungen e intende continuare a farlo rivivere con eventi per ospiti nazionali e internazionali. La cosa più bella, dice, sono i matrimoni. Sono venute coppie dall’America, dall’Australia, dall’Inghilterra e dalla Francia a pronunciare qui il loro sì. Una, addirittura, sotto la vite. Nonostante i tentativi Sono venute di dissuasione da parte coppie dall’America, dei commercialisti e delle banche, Pobitzer a suo dall’Australia, tempo si è dato molto da dall’Inghilterra fare. “La molla è stata il e dalla Francia mio entusiasmo e la promessa fatta a mio padre”, a pronunciare qui ricorda. In tanti anni in il loro sì. queste mura storiche ha (Veronika Pobitzer) riversato non solo i suoi risparmi, ma si potrebbe dire anche il suo stesso sangue. Alla fine è Veronika a trovare le parole migliori: “Castel Katzenzungen è il capolavoro della sua vita, ci ha lasciato il cuore”.
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Von Ende März bis Oktober ist der Meraner Markt der neue Treffpunkt für Genießer, im reizvollen Ambiente des Stadtzentrums. Saisonales Obst und Gemüse ausschließlich aus Südtirol, einheimische Spezialitäten und Qualitätshandwerk sowie zahlreiche Überraschungen werden in einem Rahmen zeitgemäßer Tradition geboten. Der ideale Platz für ein nachhaltiges Einkaufserlebnis, für einen Aperitif oder eine Entdeckungsreise auf den Spuren der Geschmackserlebnisse und der traditionellen Fertigkeiten unseres Landes. Il ritrovo del sabato mattina da fine marzo a ottobre è al nuovo Mercato Meranese, nel salotto buono del centro città! Frutta e verdura di stagione esclusivamente provenienti dal territorio, prodotti della gastronomia altoatesina, ma anche artigianato tipico e tante altre sorprese calate in un‘atmosfera in cui la tradizione viaggia al passo coi tempi. Per uno shopping sostenibile, per un aperitivo, per ritrovare in un unico contesto i sapori e i saperi della nostra terra.
» Der Meraner Markt findet von 28. März bis 10. Oktober immer samstags, von 9.00 bis 13.00 Uhr, in der oberen Freiheitsstraße statt. Info: www.meran.eu/meranermarkt, Tel. +39 0473 272000 » Il nuovo Mercato Meranese dal 28 marzo al 10 ottobre, tutti i sabati dalle ore 9.00 alle 13.00 in corso Libertà superiore. Info: www.merano.eu/mercatomeranese, tel. 0473 272000
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Das internationale Festival „Meraner Frühling“ widmet sich vom 28. März bis Mitte Mai dem Frühlingserwachen in der Kurstadt. Kunst und Natur begegnen dem Publikum hier an allen Ecken und lenken den Blick auf Nachhaltigkeitsthemen. Il festival internazionale “Primavera Meranese”, dal 28 marzo a metà maggio, è dedicato al risveglio della primavera nella località climatica. Arte e natura accolgono i visitatori in ogni angolo della città e attirano la loro attenzione sui temi della sostenibilità.
Kilometerlange Promenaden, gepflegte Parkanlagen, bunte Blumenbeete und die prächtige Vielfalt der Gärten von Schloss Trauttmansdorff: Meran ist eine Stadt in Grün. Jährlich im Frühling strotzt sie vor leuchtenden Farben und betörenden Düften. Mit Beginn 2015 setzt eine Reihe von Attraktionen das Frühlingserwachen der Passerstadt in Szene.
Passeggiate di chilometri, parchi ben curati, aiuole fiorite e l’esuberante biodiversità dei Giardini di Castel Trauttmansdorff: Merano è una città in verde. Ogni anno in primavera si riempie di colori brillanti e di profumi che inebriano. All’inizio del 2015 nella città sul Passirio il risveglio della primavera mette in scena una varietà di attrazioni.
„2015 Art & Nature“
“2015 Art & Nature”
Mit dem internationalen Projekt „2015 Art & Nature“ schlägt Meran die Brücke zwischen Kunst und Natur. Zusammen mit den Ortschaften Schenna und Naturns und unter Einbezug der Gärten von Schloss Trauttmansdorff (ausgezeichnet mit dem „International Garden of the Year Award“) wird ein stadtübergreifender Erlebnisparcours geschaffen. Dieser besteht aus zwölf landschaftsbezogenen Skulpturen und Installationen internationaler Land-Art-Künstler wie Steven Siegel (USA), Ichi Ikeda ( Japan), Nils-Udo (Deutschland) und Bob Verschueren (Belgien). Kunst mischt sich auch an anderer Stelle ins Stadtbild: Entlang des Tappeinerweges und der Gilfpromenade setzt die Meraner Stadtgärtnerei Ausschnitte aus dem Bilderbuch „Eleanor und der Adler“ kunstvoll in Szene. Darin erzählt die bekannte britische Kinderbuchautorin Harriet Russell von den märchenhaften Abenteuern eines Mädchens während ihres Aufenthalts in der Gartenstadt.
Con il progetto internazionale “2015 Art & Nature” Merano getta un ponte tra arte e natura. Insieme alle località di Scena e Naturno, e includendo i Giardini di Castel Trauttmansdorff (premiati con l’“International Garden of the Year Award”), dà forma a un percorso sensoriale che attraversa tutta la città. Si tratta di dodici sculture e installazioni site-specific realizzate da artisti internazionali attivi nel campo della Land Art quali Steven Siegel (USA), Ichi Ikeda (Giappone), Nils-Udo (Germania) e Bob Verschueren (Belgio). L’arte si amalgama con il tessuto urbano anche in un’altra parte della città: lungo la Passeggiata Tappeiner e la Passeggiata Gilf. Con alcuni interventi artistici, infatti, le Giardinerie comunali di Merano mettono in scena alcuni passi del libro illustrato “Eleanor e l’aquila”. In quest’opera la celebre autrice di libri per bambini britannica Harriet Russell racconta le avventure fiabesche vissute da una ragazza durante il suo soggiorno nella città giardino.
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Die Passerstadt blüht auf La città del Passirio è in fiore
John K. Grande
Interview „Vorbild für Green Living“
Meraner Markt Der Start des Festivals bildet zugleich den Auftakt für die erste Ausgabe des neuen Meraner Marktes in der oberen Freiheitsstraße. Er trägt die grüne Philosophie der Stadt: regional, nachhaltig, hochwertig und authentisch. Alle Natur- und Handwerksprodukte, die verkauft werden, stammen ausschließlich aus Südtirol. Das zeigt sich auch in den Produkten und Ideen, die bis zum 10. Oktober jeden Samstag von 9 bis 13 Uhr ausgestellt und verkauft werden. Die Marktstände entwarf der preisgekrönte und in London lebende Meraner Designer Martino Gamper (siehe Artikel „Der Möbelvirtuose“, Seite 26). Er mischte der typischen Marktstruktur moderne Elemente bei.
Mercato Meranese L’inizio del festival coincide con il debutto della prima edizione del nuovo Mercato Meranese nella parte superiore di Corso della Libertà. Il mercato interpreta perfettamente la filosofia verde della città, all’insegna di regionalità, sostenibilità, qualità e autenticità. Tutti i prodotti naturali e artigianali qui esposti e venduti provengono esclusivamente dall’Alto Adige e si potranno comprare e ammirare fino al 10 ottobre, ogni sabato dalle 9 alle 13. Gli stand del mercato sono stati progettati da Martino Gamper, designer meranese pluripremiato che vive a Londra (si rimanda all’articolo “Il virtuoso dei mobili” a pagina 26), che ha rinnovato con un tocco di contemporaneità la struttura tipica di queste installazioni.
Ein Dutzend Skulpturen und Installationen von namhaften internationalen und Südtiroler Künstlern bilden einen Parcours, der ausgewählte Standorte in Merans Grünflächen auf künstlerische Art neu interpretiert und in Szene setzt. Der Parcours wurde vom kanadischen Land-Art-Experten und erfahrenen Landschaftskuratoren John K. Grande in Zusammenarbeit mit Herta Torggler (Direktorin von „Kunst Meran“) entwickelt. John K. Grande hat zahlreiche Artikel für renommierte Fachpublikationen und auch Bücher zum Thema LandArt verfasst und die Entwicklung dieser zeitgenössischen Kunstrichtung maßgeblich mitgeprägt. Merano Magazine: Hat Meran das Potenzial, gänzlich zur grünen Stadt zu werden? John K. Grande: Ich denke, dass Meran bereits 2015 ein Vorbild für Green Living werden kann, weil es großen Wert darauf legt, Ressourcen zu schonen und Schadstoffe zu reduzieren. Es kann natürlich immer mehr gemacht werden, vor allem in den Bereichen Recycling und Energieeinsparung. Wesentlich ist aber die Wirtschaftlichkeit der heimischen Landwirtschaft sowie der Energie- und Tourismusressourcen.
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1. Kunstinstallation des amerikanischen Künstlers Steven Siegel. | Un’installazione dell’artista americano Steven Siegel.
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Welchen Zusatznutzen bringt eine grüne Stadt ihren Bewohnern und Gästen? Der bedeutendste Nutzen ist die Lebensqualität. Es kann ein Gleichgewicht erreicht werden zwischen wirtschaftlichen, landwirtschaftlichen und touristischen Aktivitäten. Grün zu sein bedeutet auch, grün zu planen, Ressourcen und Verbrauch so zu verknüpfen, dass der Ressourcenverlust reduziert wird, wobei vor allem die Wasserressourcen eine bedeutende Rolle spielen.
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SKIZZE
1. Der Kunstparcours: Ein Steintisch mit Schalen des Künstlers Alois Lindenbauer im Zentrum Merans. | Il percorso artistico: tavolo in pietra con ciotole dell’artista Alois Lindenbauer, nel centro di Merano. 2. „Blüten-Kelche“ von Roger Rigorth auf einem zentralen Platz in Naturns. | “Calici di fiori” di Roger Rigorth, in una piazza centrale di Naturno. 3. Das Werk von Ichi Ikeda in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff. | L’opera di Ichi Ikeda nei Giardini di Castel Trauttmansdorff. 4. Skulptur von Jaakko Pernu an der Brücke „Steinerner Steg“ in Meran.| Una scultura di Jaakko Pernu sul “ponte Romano” di Merano.
2.
Welche Chancen birgt das Projekt „2015 Art & Nature“ für die Entwicklung von Meran? Die Vision einer grünen Stadt beinhaltet die Entwicklung von nachhaltigen Modellen und Prototypen. Natürliche Materialien werden genutzt, um ein neues Verständnis der Beziehung zwischen Natur und Kultur zu schaffen. Diese Wechselwirkung zeigt sich jetzt in den Arbeiten von Künstlern aus Nordamerika und Europa, die ich als Kurator von „2015 Art & Nature“ ausgewählt habe. Wie ein hed many environmental sculpturekönnen installa sie ons uns worldwide. installaLeuchtturm helfen,Hisunsere ably his collabora on with the United Na ons. Recognizing water Umgebung zu verstehen und unsthat wieder o raising global awareness of water conserva on through interna onal mit ihr zu verbinden.
ac ve installa ons. He encourages viewers to consider the larger context h ’s future through large- and small-scale artworks he calls Ikeda Water. r Mirror, Earth-Up-Mark, United Waters, the Big Hands Conference, the Liter Water Box. Most recently Ichi Ikeda ‘s Four waterways and one water l Urban Greenery Fair Tokyo and sponsored by Tokyo Metropolitan GoverShinobuzo Pond. Like all his produc ons Greenscapes made for Shinobuzo rt form that is in life and revers nature. Over one million visitors came to n art in life, a living tableau. 3.
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Intervista “Un modello di Green Living” Una dozzina di sculture e installazioni realizzate da artisti di primo piano altoatesini e internazionali tratteggiano un percorso che reinterpreta e valorizza artisticamente alcuni siti opportunamente scelti nelle aree verdi meranesi. Il percorso è stato ideato dal canadese John K. Grande, critico di Land Art e architetto del paesaggio di lunga esperienza, in collaborazione con Herta Torggler, direttrice di “Merano Arte”. Grande è autore di numerosi articoli per importanti pubblicazioni specialistiche e di vari volumi sul tema della Land Art, e ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo di questa contemporanea disciplina artistica. Merano Magazine: Merano ha le potenzialità per diventare una città completamente verde? John K. Grande: Penso che già nel 2015 Merano possa diventare un modello di Green Living, poiché attribuisce molta importanza al risparmio di risorse e alla riduzione dell’inquinamento. Chiaramente si può fare ancora di più, soprattutto nei campi del riciclo e del risparmio energetico. Ma è fondamentale il valore econo-
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mico dell’agricoltura locale e delle risorse derivanti dall’energia e dal turismo. Quali vantaggi aggiuntivi può offrire una città verde ai suoi abitanti e ai suoi ospiti? Il vantaggio principale è la qualità della vita. Si può raggiungere un equilibrio tra le attività economico-produttive, agricole e turistiche. Essere verdi significa anche saper progettare in modo verde, cioè mettere in relazione le risorse e i consumi in modo da ridurre lo spreco di risorse, e in questo senso l’acqua è la risorsa più importante. Quali opportunità offre il progetto “2015 Art & Nature” per lo sviluppo della città? La visione di una città verde implica lo sviluppo di modelli e prototipi sostenibili. Si utilizzano materiali naturali per produrre una nuova sensibilità nel rapporto tra natura e cultura. Questa interazione si esprime soprattutto nei lavori degli artisti nordamericani ed europei che ho scelto in qualità di curatore di “2015 Art & Nature”. Sono come dei fari che possono aiutarci a comprendere il nostro ambiente e a ritrovare un legame con esso. // 87
Schnalstaler Gletscher Ghiacciaio Val Senales
Fundstelle Ötzi Luogo di ritrovamento di Ötzi
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Kurzras Maso Corto
UNESCO
Karthaus Certosa
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Naturpark Texelgruppe Parco Naturale Gruppo di Tessa
Meraner Höhenweg Alta Via di Merano Meraner Höhenweg Alta Via di Merano
Schnalstal Val Senales Katharinaberg Monte Santa Caterina
Schreibmaschinenmuseum Museo delle macchine da scrivere
Eisenbahnwelt Mondo Treno
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Partschins
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Algund Lagundo algund.com lagundo.com T. +39 0473 666 077 T 0473 448 600
Passeiertal 7 Val Passiria Algund passeiertal.itLagundo valpassiria.italgund.com T 0473 656 188 lagundo.com
dorf-tirol.it 6 T. +39 0473 923 314
Lana und Umgebung 5 Lana e dintorni Passeiertal lana.info Val Passiria T 0473 561 770
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Dorf Tirol Naturns Tirolo Naturno dorf-tirol.it naturns.it T 0473 923 314
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SchnalstalMarling Val Senales Marlengo marling.info schnalstal.com T 0473 447 147 valsenales.com T. +39 047311679 148
8 Hafling – Vöran – 10 Meran 2000 Partschins – Rabland – Töll Marling Avelengo – Verano – Parcines – Rablá – Tel Marlengo Merano 2000 hafling-meran2000.eu partschins.com marling.info 0473147 279 457 parcines.com T. +39 0473 448 600 T. +39 0473T 447 T 0473 967 157
Naturns 8 9 Naturno Partschins – Schnalstal naturns.it Rabland – TöllVal Senales T 0473 666 077 Parcines – Rablá – Tel schnalstal.com partschins.comvalsenales.com parcines.com T 0473 679 148
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2015/16 Vors ch a u Anteprima
IMPRESSUM HERAUSGEBER EDITORE
Marketinggesellschaft Meran Merano Marketing (MGM) Gampenstraße/via Palade 95/H, I-39012 Meran/o Tel. 0473 200 443 – Fax 0473 200 188 www.mgm.bz.it – info@mgm.bz.it KOORDINATION UND ANZEIGEN COORDINAZIONE E INSERZIONI
Marketinggesellschaft Meran Merano Marketing (MGM)
Der Kunststar
Der Meraner Rudolf Stingel mischt in der obersten, internationalen Liga des Kunstbetriebs mit. Ein Porträt.
Eintragung beim Landesgericht Bozen Nr. 18/2004 vom 30.12.2004 Presserechtlich Verantwortlicher Direttore responsabile
La star dell’arte
Gottfried Solderer
Il meranese Rudolf Stingel ha raggiunto i vertici dell‘arte internazionale. Il ritratto dell’artista.
CHEFREDAKTEUR REDATTORE CAPO
Thomas Hanifle (Ex Libris Genossenschaft/Cooperativa, Bozen/Bolzano) AUTOREN AUTORI
Matteo Thun, Jeanny Horstmann, Irina Ladurner, Sabine Funk, Ariane Löbert, Petra Schwienbacher, Christine Lasta, Magdalena Grüner REDAKTION UND KORREKTORAT REDAZIONE E REVISIONE
Die Kunstgießer
Wenn Handwerk zu Kunst verschmilzt: Zu Besuch bei Südtirols einziger Kunstgießerei in Marling.
Welt aus Eis und Schnee
Unterwegs mit Schneeschuhen und einem Bergführer zur Eishöhle im Schnalstaler Gletschergebiet.
Fonderia d’arte
Quando arte e artigianato si fondono: a Marlengo in visita all’unica fonderia artistica dell’Alto Adige.
Con le ciaspole e una guida alpina in giro per le grotte di ghiaccio sul ghiacciaio della Val Senales.
Positive Wirkung Die Bäuerin Waltraud Schwienbacher über die Wirkung von Tees und Kräuter.
Virtù benefiche
La contadina Waltraud Schwienbacher ci racconta i benefici di alcune varietà di tè e di erbe medicinali. www.meranomagazine.com
ÜBERSETZUNGEN TRADUZIONI
Ex Libris Genossenschaft/Cooperativa (Duccio Biasi, Paolo Florio) GRAFISCHE GESTALTUNG GRAFICA
Blauhaus, Bozen/Bolzano blauhaus.it Illustrationen Illustrazioni
(Seiten/pagine 44 und/e 88): Philipp Putzer – denkfabrik.it FOTOS FOTO
Un mondo di ghiaccio e neve
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Ex Libris Genossenschaft/Cooperativa, Bozen/Bolzano – exlibris.bz.it
Marketinggesellschaft Meran (MGM) / Damian Pertoll / Jessica Preuhs / Frieder Blickle / Barbara Schnitzer, Kurverwaltung Meran / Frieder Blickle, Angus Mill, Amit Lennon, Gärten von Schloss Trauttmansdorff, Roger Rigorth, Meraner Musikwochen / Georg Mayr, Deleg / Georg Mayr, SMG / Alex Filz, Castel Katzenzungen, Francesca Lotti, Therme Meran, Stadtarchiv Meran, Barbara von Pröstl / Florian Andergassen, Daniela Windisch, Martin Jaider, Manuela Mair, Kellerei Meran Burggräfler, Olle Tog / Mariana Frühauf, Pur Südtirol, snowflys, Tourismusverein Schenna, Tourismusverein Ultental, Tourismusverein Schnalstal / Stefan Schütz, King of the Alps, Merano Galoppo / photo press Arigossi, Rafting Südtirol, Tourismusverein Naturns / Frieder Blickle, Alexander Alber (FF Media) sowie Bildmaterial aus dem Besitz der Inserenten. DRUCK STAMPA
Athesiadruck, Bozen/Bolzano
NR. 1 2015
Das urigste WanderGeBIeT im Meraner Land Mit der Seilbahn über die Baumgrenze und auf 620 km markierten Wegen zu knackigen Almen, charmanten Hütten und herrlichen Gipfeln: erleben sie ein stück echtes südtirol!
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