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Genetica e nutrizione del broiler: il webinar organizzato da DSM, Aviagen e Zootecnica International
Genetica e nutrizione del broiler: il webinar organizzato da DSM, Aviagen e Zootecnica International
Il 5 maggio si è svolto l’evento digitale che ha presentato gli obiettivi della selezione genetica del broiler e i nuovi approcci per migliorarne la salute e l’efficienza produttiva attraverso la nutrizione, grazie alla partecipazione dei rappresentanti delle aziende organizzatrici.
Il webinar è stato moderato da Gilberto Litta, responsabile EMEA degli Eubiotici DSM-Nutritional Products. Dopo i doverosi ringraziamenti ai numerosi partecipanti, circa un centinaio, Litta ha presentato il primo relatore, Lucio Vernillo, direttore responsabile e editore da oltre 50 anni di Zootecnica International, rivista specializzata in avicoltura, edita in versione italiana, inglese e russa, e di Convivium, rivista bimestrale nata nel 2000, specializzata in carni, salumi, vini ed eccellenze agroalimentari italiane. “La rivoluzione copernicana rappresenta una possibile metafora del nostro tempo – ha esordito il direttore di Zootecnica International – perché i centri di attenzione si sono spostati. Fino a non molto tempo fa l’obiettivo della genetica era incentrato sull’incremento ponderale costante e in tempi di allevamento sempre più brevi. Gli orientamenti attuali e prossimi futuri si stanno invece spostando su nuovi prodotti: gli obiettivi comuni a tutti i comparti sono rivolti verso soluzioni innovative per produrre animali sani in modo responsabile e sempre più sostenibile. Anche nell’allevamento è avvenuta una rivoluzione radicale, soprattutto nel campo dell’incubazione, della nutrizionistica e della medicina veterinaria. L’ecosostenibilità rientra a pieno titolo in questo cambiamento. Aviagen e DSM sono indubbiamente in prima linea nel contribuire al raggiungimento dei nuovi traguardi dettati dal cambiamento, tra i quali spiccano non solo la necessità di ridurre gli antimicrobici, ma anche quella di concentrare la ricerca per garantire l’integrità e la funzionalità del sistema digerente degli avicoli. La pandemia, pur nella drammaticità degli eventi, ci ha mostrato nuove opportunità che dovremo gestire bene: sta a noi cogliere le possibili soluzioni e renderci conto che, se non si creano sinergie e interscambi, da soli non potremo farcela.”
Il secondo intervento è stato quello di Claudio Ambrogio, General Manager di Aviagen Italia, da un paio di anni anche Responsabile Europeo della Rowan Range, la gamma a crescita lenta di Aviagen.
La relazione dal titolo “L’avicoltura nel 2026: connubio tra efficienza e sostenibilità” ha illustrato l’evoluzione della selezione genetica dei broiler. I parametri zootecnici oggi considerati di maggior interesse, cioè l’Indice di Conversione Alimentare e il peso dell’animale alla macellazione, sono stati il principale obiettivo della selezione genetica dagli anni ’30 a oggi. Inoltre, dall’anno 2000, ogni anno il consumo di mangime di un broiler si è ridotto di 20 grammi per kg di peso vivo e il peso alla macellazione è aumentato di 33 grammi (Figura 1).
Questi cambiamenti non influiscono sullo stato di benessere e sanitario dell’animale, anzi lo migliorano, come dimostrato dalla diminuzione della mortalità e dalla minore incidenza di lesioni alle zampe. Cosa aspettarci quindi nel prossimo quinquennio? L’incremento annuale di peso sarà pari a 30 grammi e ogni anno, ancora, si assisterà a un consumo di mangime inferiore (25-30 grammi/kg peso vivo). Con il miglioramento delle performance dei broiler migliorano anche l’efficienza biologica e la sostenibilità ambientale, in quanto si assiste a un minor sfruttamento del terreno, a una migliore efficienza alimentare con una riduzione significativa di impatto sull’ambiente, o Global Warming Potential, espresso in CO 2 equivalenti.
Il secondo aspetto presentato da Claudio Ambrogio è stata l’evoluzione delle razze a lento accrescimento. All’inizio del nuovo millennio è aumentata la pressione di gruppi animalisti del Nord Europa a difesa del benessere animale negli allevamenti intensivi, la cui maggior critica è rivolta alla velocità di accrescimento di un pollo. Verrà in seguito definito che 50 grammi è il limite massimo consentito, perciò un pollo di peso pari a 2.500 grammi dovrà raggiungere questo peso in 50 giorni. E nel 2026 come evolverà il pollo a lenta crescita? Rispetto a oggi avrà circa lo stesso peso, ma ci sarà una diminuzione dell’ingestione di alimento pari a 15-20 grammi (per kg peso vivo). Il numero di cicli di allevamento diminuirà del 19%, mentre si prevede che l’impatto sull’efficienza produttiva con razze a lenta crescita porterà ad aumenti di consumo di mangime (+35%), di acqua (+40%), di deiezioni (+53%) e costo della carne (+49%), con conseguente effetto negativo sull’impatto ambientale.
Nel 2017 più di trenta ONG europee per la protezione degli animali hanno formulato una richiesta unificata – chiamata European Chicken Commitment – per migliorare gli standard di allevamento e macellazione nella filiera dei polli da carne a livello commerciale entro il 2026. Sul tavolo di discussione, tra le altre richieste, l’utilizzo di densità inferiori a 30 kg/m 2 e di razze approvate dal RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals ovvero Società per la protezione degli animali) che si basano anche sulla corretta deambulazione dell’animale, calcolata attraverso il punteggio del Gait Score.
Susanna Lolli, Technical and marketing Manager per DSM in Italia e responsabile Eubiotici per la subregione South West, Greece and Magreb, ha introdotto la sua relazione partendo dalla definizione scientifica di funzionalità gastrointestinale e dalle componenti che maggiormente la influenzano.
La salute dell'intestino è un argomento sempre più importante e popolare nella nutrizione animale e si rende necessaria una definizione che abbia delle basi scientifiche, per valutare gli effetti di un qualsiasi intervento nutrizionale sulla salute e sulle prestazioni degli animali. La definizione di “stato stazionario in cui il microbioma e il tratto intestinale sono in equilibrio simbiotico e dove il benessere e le prestazioni dell'animale non sono limitati da disfunzioni intestinali" (Celi et al., 2017), combina i principali fattori che influenzano la funzionalità gastrointestinale: qualità del mangime, equilibrio del microbiota, modulazione metabolica del microbioma, digeribilità del mangime, integrità della barriera intestinale e come interagiscono nel tratto digerente. Le moderne tecniche di indagine e la crescente conoscenza della funzionalità gastrointestinale consentono di fornire soluzioni nutrizionali mirate per ottimizzare diversi fattori e aumentare la robustezza degli animali. Materie prime di ottima qualità, l’integrazione corretta di vitamine, minerali, enzimi ed eubiotici, la corretta gestione sanitaria sono tra i fattori che devono essere considerati quando si parla di ottimizzare la funzionalità gastrointestinale. E si apre un nuovo spazio, a oggi ancora inesplorato, quello che coinvolge i detriti delle cellule batteriche. Cosa succede nel tratto gastroenterico? L’innovazione tecnologica e la ricerca di DSM e Novozyme hanno portato alla scoperta di un enzima, una particolare forma di muramidasi, commercializzata con il nome di Balancius ® , capace di sbloccare il potenziale nascosto dei monogastrici idrolizzando i peptidoglicani presenti nella parete cellulare dei batteri morti. Il loro accumulo nell’intestino causa effetti negativi quali, ad esempio, uno stato infiammatorio subclinico ma in grado di penalizzarne la funzionalità.
Balancius ® è una muramidasi, un enzima globulare che catalizza l’idrolisi specifica del peptidoglicano rompendo il legame β-(1,4)- glicosidico, tra N-acetilglucosamina (NAG) e l’acido N-acetilmuramico (NAM). La funzione ampiamente riconosciuta delle muramidasi è il loro contributo alla difesa immunitaria.
Circa le modalità di azione del Balancius ® , sono 3 le ipotesi che possono verificarsi contemporaneamente:
• Balancius ® supporta la digestione: l'idrolisi dei PGN permette di “pulire” l'intestino favorendo una digestione e un assorbimento dei nutrienti ottimali;
• Balancius ® riduce i danni prodotti dai PGN alla mucosa intestinale;
• Balancius ® idrolizzando i PGN, favorisce un maggior rilascio di AA e zucchero, di conseguenza una fonte extra di nutrienti potrebbe essere utilizzata dall'ospite o/e dal microbiota, favorendo un equilibrio osmotico.
La ricerca in campo ha evidenziato che con Balancius ® si sono ottenuti miglioramenti delle performance (Figura 2), del benessere e della digeribilità del mangime. Da più di 40 studi condotti in diversi centri di ricerca in tutto il mondo, è risultato un miglioramento significativo di 4-6 punti (3%) sull’Indice di Conversione Alimentare (ICA). Dal punto di vista del benessere animale, Balancius ® ha evidenziato un effetto positivo sulla qualità delle feci, meno liquide e più compatte, con effetti migliorativi sulla qualità della lettiera e sull’incidenza delle lesioni plantari. Alcuni autori hanno riscontrato un’incidenza inferiore di lesioni alle zampe di animali alimentati addizionando Balancius ® alla dieta (Pirgozliev et al., 2021).
Infine, ma non meno importante, la formulazione commerciale del Balancius ® , che combina due tipi di copertura (GT e CT), assicura un’ottima omogeneità e zero polvere: per il massimo della sicurezza, eccellente scorrevolezza e miscelabilità. Prove di stabilità alla pellettatura hanno mostrato ottime performance anche ad alte temperature fino a 95 °C per esposizione al calore fino a 210 secondi.
L’ultimo relatore è stato Giorgio Brugaletta, dottorando dell’Università di Bologna che opera nel gruppo di avicoltura del prof. Federico Sirri e i cui studi sono focalizzati sulla salute intestinale e la modulazione del microbiota gastroenterico del broiler.
Nella sua relazione Giorgio ha esposto i risultati di un progetto finanziato da DSM. Due gli obiettivi principali dello studio presentato. Il primo è stato di verificare l’effetto del Balancius ® (addizionato ai dosaggi di 250 o 450 g/t di mangime) sulle performance degli animali, le rese delle carcasse, l'incidenza di lesioni podali e la salute dell'intestino dei polli da carne allevati in condizioni sperimentali. Inoltre, i ricercatori dell’UniBo si sono avvalsi di un approccio multi-omico, basato sulla metagenomica e sulla metabolomica del contenuto plasmatico e cecale e hanno cercato di comprendere meglio la modalità di azione del Balancius ® .
Dai risultati è emerso che alla fine del ciclo produttivo gli animali che avevano ricevuto Balancius ® a dosaggio più alto (450 g/t di mangime) hanno performato significativamente meglio rispetto al gruppo controllo sia per quanto riguarda l’incremento di peso (2,906 vs 2,775 g; P<0,05) sia in merito alla riduzione dell’Indice di Conversione Alimentare (1.686 vs 1.729; P<0,05) (Figura 3).
L’analisi della metabolomica, eseguita tramite risonanza magnetica nucleare protonica, su campioni di plasma e contenuto cecale, è una tecnica analitica utilizzata in ambito biomedico e agroalimentare che ha il vantaggio di essere rapida e non richiedere un particolare trattamento dei campioni. A livello plasmatico, tale metodica consente di identificare un ampio spettro di metaboliti presenti nel campione analizzato, ottenendo l’impronta o profilo metabolico che caratterizza un individuo. Nel presente studio si è visto che l’effetto del trattamento ha modificato a livello plasmatico la concentrazione di vari metaboliti che sono risultati differenti tra i gruppi (P<0,05). Piruvato, 2-oxoglutarato e glucosio sono molecole bioenergetiche e sono risultate sempre più elevate nel gruppo trattato con Balancius ® alto dosaggio, a dimostrazione di un utilizzo energetico più efficace. Sembra inoltre che lo stesso gruppo abbia utilizzato meglio le fonti proteiche, ciò dimostrato da concentrazioni più basse di alcune molecole – quali ad esempio istidina, uracile e ipoxantina – che rappresentano i prodotti finali del catabolismo proteico e nucleotidico delle riserve corporee. Anche a livello cecale si conferma la bassa concentrazione di ipoxantina nel gruppo Balancius ® a più alto dosaggio.
Molto interessanti sono stati i risultanti dell’analisi metagenomica confermando che i phyla maggiormente presenti sono i Firmicutes e i Bacteroidetes. Sempre nel gruppo trattato con dosaggio più alto, si è assistito a un’inversione di concentrazione di questi phyla: Firmicutes più bassi e Bacteroidetes più alti e un rapporto F:B più basso (P<0,01).
Conclusioni
Grazie agli interventi che hanno trattato i temi di grande attualità, dall’evoluzione genetica del broiler, che richiede un continuo adattamento della nutrizione e delle tecniche di allevamento, alla riduzione dell’uso di antimicrobici, che necessita di interventi che preservino l’integrità e la funzionalità del sistema digerente, alle ultime scoperte della ricerca grazie alle moderne tecniche di sequenziamento, il webinar è stato certamente chiarificatore e ispiratore per il presente e il futuro dell’avicoltura.
Il materiale relativo al webinar è disponibile sul sito di Zootecnica International www.zootecnica.it.