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Cenni pratici sulla nutrizione degli avicoli a livello globale – Seconda parte
Tendenze di consumo, sostenibilità e miglioramento delle formulazioni dietetiche – Seconda parte
Nella seconda parte ci si concentra sulla richiesta di carne avicola che è destinata ad aumentare in futuro sia per l’incremento demografico mondiale che per vari fattori socioeconomici in evoluzione. Le risorse saranno sempre più limitate e il consumatore chiederà una carne più sostenibile. La sostenibilità è un concetto complesso e multifattoriale ed è necessario valutare vari aspetti per ottenere una visione globale del problema.
Aumentare l’efficienza tecnico-produttiva è la maniera più idonea per migliorare la sostenibilità della carne. Gran parte di questa responsabilità grava sui genetisti, ma anche nutrizionisti e produttori hanno un ruolo importante. Sarà dunque fondamentale ottimizzare l’uso dei nutrienti, implementandone la disponibilità e rivalutando l’approccio alle specifiche alimentari.
Energia
È difficile che l’efficienza energetica destinata alla crescita possa cambiare sensibilmente, ma prima il pollo raggiungerà il peso target, minore sarà la quota energetica usata per il mantenimento. Il ruolo dei nutrizionisti è soddisfare il fabbisogno necessario di calorie, in ogni giorno del ciclo. Il pollo ha la capacità di mantenere invariata l’assunzione quotidiana di energia, indipendentemente dal livello energetico del mangime. In situazioni commerciali, però, ciò non è semplice poiché la pressione creata dalle alte densità di accasamento e dal limitato spazio di alimentazione impedisce al pollo di consumare abbastanza mangime da soddisfare il proprio fabbisogno energetico.
Come regola di base, il consumo di energia aumenta con l’incremento del livello energetico nella dieta, con conseguenti migliori rese. Ridurre il fabbisogno energetico dei polli potrebbe non essere possibile, ma si possono fornire diete con diverse densità nutrizionali utilizzando ingredienti poco costosi, aumentando così i profitti. Occorre fare attenzione a non focalizzarsi solo sul produrre carne al minor costo possibile, meglio invece cercare di massimizzare i profitti calcolando bene l’equilibrio energetico del pollo. Per questo occorre un sistema energetico capace di quantificare un ingrediente rispetto a un altro e al contempo valutare i fabbisogni del pollo. In teoria i valori determinati dovrebbero essere lineari e sommabili. Qualsiasi sistema dovrebbe essere semplice, efficiente come costi e ripetibile nei vari laboratori. Parsons (2011) ritiene che l’energia metabolizzabile (EM) sia il metodo principale e preferibile per misurare l’energia nel prossimo futuro e infatti la maggior parte del mangime in commercio viene formulata su questa base. Altri lamentano che, nonostante le varie ricerche, ancora non esista una procedura semplice per valutare il contenuto energetico delle materie prime e delle formulazioni dietetiche.
Si specula anche che la metodica di determinazione della EM sia limitativa e che occorra un sistema funzionante di valutazione dell’energia netta (EN). EN infatti offre una rappresentazione dell’energia utilizzabile, ma presenta diverse problematiche. È complessa, laboriosa e costosa da analizzare e inoltre non ha ancora metodi standardizzati. Il sistema EN applica equazioni che usano la EM come punto di partenza; quindi, qualsiasi errore nel valore EM a monte viene automaticamente riportato a valle. Il sistema EN usa di frequente la proteina grezza (CP) per misurare l’incremento calorico previsto (IC) di una dieta. Non tutto l’azoto (N) del mangime è azoto amminico e quindi, questa è forse una semplificazione eccessiva. Inoltre, gli amminoacidi cristallini hanno alti livelli di azoto e anche di proteina grezza, ma hanno un IC vicino a zero, come digestione, poiché sono già in forma basilare. Ciò è importante per le diete fornite ai polli moderni, dove l’uso di amminoacidi sintetici e cristallini è in aumento. Il sistema di determinazione di EN, come tutti i metodi, non riesce a calcolare l’aggiunta non lineare di grassi e fibre nella dieta. L’uso della spettroscopia a infrarossi (NIRS) predice la composizione chimica di un ingrediente e quindi indirettamente della EM, oppure direttamente della EMA. I vantaggi della NIRS sono la velocità, il costo contenuto e la ripetibilità dei risultati. I suoi limiti, invece, consistono nel fatto di essere valido solamente se la calibratura di base è ben fatta. Inoltre, se si utilizza un sistema energetico imperfetto per calibrare la macchina, ciò si rifletterà su tutti i risultati a seguire.
Il nutrizionista deve pertanto decidere quali valori energetici usare nella formulazione, mentre l’adesione incondizionata a una singola fonte di informazioni potrebbe risultare problematica. Un sistema di calcolo perfetto dell’energia non esiste; ciò può derivare dal fatto che
il contenuto energetico della dieta non è una proprietà della stessa, ma piuttosto del pollo che la consuma. Comunque, anche se un sistema non è perfetto, basta che sia migliore del precedente. Dovremmo quindi accettare gli errori del sistema EM, ma al tempo stesso tendere a migliorarlo.
Minerali
I minerali rappresentano solo una piccola quota della dieta, ma sono ugualmente rilevanti e non devono quindi essere trascurati. L’aggiunta al mangime di alti livelli di oligominerali inorganici è costosa e potrebbe essere dannosa per l’ambiente. I minerali organici sono composti in cui si formano complessi covalenti con leganti organici. Sono meno reattivi dei sali minerali, ma possono essere aggiunti a concentrazioni inferiori rispetto ai solfati e ossidi, senza impattare le performance. Anche se oggi sono piuttosto costosi, in futuro il loro utilizzo è destinato ad aumentare.
Il fosforo richiede un'attenzione particolare: si sa che le riserve globali di fosforo sono limitate, ma il modo in cui il fosforo viene gestito nelle diete per uso avicolo è un aspetto chiave della sostenibilità ambientale. Le strategie nutrizionali possono aumentare l’uso appropriato del fosforo, evitando eccessi nel mangime e limitandone l’escrezione. Le ricerche attuali indicano che le richieste di fosforo nel pollo sono inferiori a quelle usate nella pratica e che l’uso di fitasi potrebbe ulteriormente ridurle. INRA ha pubblicato di recente nuove raccomandazioni che consigliano di diminuire i livelli di minerali, sia nella dieta di accrescimento che di finissaggio.
Alimentazione di precisione
Con il termine “alimentazione di precisione” ci si riferisce al target che si prefigge ogni nutrizionista. Se siamo in grado di soddisfare le richieste nutrizionali di ogni soggetto del gruppo, in ogni giorno del ciclo, miglioriamo anche la nostra capacità di produrre carne avicola in modo sostenibile. I gruppi che hanno buone rese avranno fabbisogni diversi rispetto a quelli con basse rese: ciò è problematico perché la maggior parte delle aziende usa solamente 3 o 4 formule alimentari nel ciclo del pollo. Per mettere in pratica una nutrizione di precisione gli ingredienti dovranno essere quantificati in modo più accurato rispetto al presente. Formulare diete usando valori singoli di energia ignora il fatto che siamo incerti sulla sua misurazione, oppure non riusciamo a gestirne la variabilità: questo metodo non lineare di aggiunta di grassi e fibra alla dieta del pollo dovrà essere adeguato. Lo sforzo fatto dai nutrizionisti non basta, è necessario anche un miglioramento della tecnologia molitoria. Le parti disomogenee degli ingredienti vanno identificate e stoccate meglio prima di essere pesate e miscelate con precisione. Questi suggerimenti implicano una gestione più complessa, costi maggiori per l’acquisto delle materie prime e adeguamenti nelle pratiche di stoccaggio e logistica. In allevamento, la gestione delle partite di mangime dovrà focalizzarsi sulla destinazione al gruppo giusto, nel momento corretto del ciclo. Chiaramente occorrerà un approccio più pragmatico; i nutrizionisti dovranno fare delle scelte sui contenuti energetici e nutrizionali delle materie prime. Le decisioni sulle specifiche alimentari saranno effettuale anche in base alla sostenibilità, ai costi, alla disponibilità sul mercato, alla gestione in allevamento, al prodotto finale e soprattutto ai profitti.
I programmi alimentari dovranno assicurare i fabbisogni nutrizionali dei polli, limitando gli inquinanti pericolosi. Dovranno poi corrispondere alle logistiche specifiche dei singoli allevamenti, come la dimensione del silos, i mezzi di consegna e la capacità dei capannoni. I mangimifici dovranno gestire i propri ingredienti al meglio, ad esempio utilizzando silos diversi per le materie prime, senza cambiare le formulazioni ogni ora.
L’alimentazione degli avicoli non è mai stata così complessa come adesso e i progressi continueranno. I professionisti del settore non devono basare le loro aspettative esclusivamente sui sistemi informatici, sperando che rendano le loro vite più semplici, ma devono essere più propositivi e decisionisti rispetto al passato. Siamo ancora lontani dall’avere raggiunto un’alimentazione di precisione, ma l’uso delle informazioni attualmente a disposizione consentirà al settore di ottenere una maggiore sostenibilità, sotto ogni punto di vista.
La bibliografia è disponibile su richiesta Dagli atti dell’Australian Poultry Science Symposium del 2019