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Istomoniasi: panoramica delle sfide per l’allevamento del tacchino
I polli sono più resistenti dei tacchini all’istomoniasi e spesso possono fungere da portatori, motivo per cui è importante tenere separati gli allevamenti di queste due specie. Nei tacchini invece la morbilità e la mortalità sono elevate.
Introduzione
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Comunemente conosciuta come blackhead disease (malattia della testa nera), l’istomoniasi è una patologia protozoaria accompagnata da elevati tassi di mortalità nei tacchini. Il suo agente eziologico è l’Histomonas meleagridis, il quale può essere ospitato da Heterakis gallinarum, verme cecale. Si ritiene che questo nematode sia il principale trasmettitore della patologia in quanto le sue uova infestate possono rimanere vitali nell’ambiente per lunghi periodi. Tuttavia, all’interno di un allevamento di tacchini, l’istomoniasi può trasmettersi velocemente per via cloacale, attraverso un fenomeno noto come “cloacal drinking” e per cui l’antiperistalsi trasferisce il materiale dalla cloaca ai ciechi. Inizialmente, l’H. meleagridis invade i ciechi per poi raggiungere il fegato in seguito a degenerazione della parete cecale. Le lesioni sono patognomoniche, simili a lesioni a bersaglio nel fegato, mentre nei ciechi compaiono come stampi caseosi.
I polli sono più resistenti dei tacchini alla patologia e, spesso, possono fungere da portatori, una delle ragioni principali per cui è importante tenere separati gli allevamenti di queste due specie. Nei tacchini, morbilità e mortalità sono elevate (~70-100%) e tuttavia, attualmente, dopo il ritiro volontario del nitarsone a fine 2015, non vi sono terapie, profilassi o vaccini autorizzati e disponibili per il trattamento dell’istomoniasi. Secondo i dati di un’indagine pubblicata nel 2020, questa patologia si colloca all’undicesimo posto tra le attuali problematiche che l’allevamento del tacchino si trova ad affrontare.
Trattamento
Dopo il ritiro dei composti arsenicali, diversi sono stati i presidi di chemioprofilassi testati in vitro e in vivo, ma nessuno studio condotto su animali vivi ha portato a risultati conclusivi che ne permettessero l’applicazione a scopo preventivo contro l’istomoniasi, lasciando così l’allevamento del tacchino privo del supporto fondamentale dato da nuovi composti, vaccini o misure di prevenzione per il controllo di questa patologia. Presso il Poultry Health Laboratory della University of Arkansas, abbiamo testato diversi prodotti potenzialmente utilizzabili nella chemioprofilassi dell’istomoniasi (fra cui gli acidi borico e desossicolico, il clorato e il nitrato di sodio). Si è osservato come tali composti mostrassero proprietà antimicrobiche o antifungine.
Sebbene gli studi in vitro abbiano evidenziato un’efficacia significativa contro l’Histomonas, quando utilizzati in vivo, nessuno dei composti è risultato efficace nella riduzione dell’incidenza della patologia. Allo scopo di ridurre tale incidenza, è necessario condurre ulteriori ricerche per valutare e sviluppare delle alternative. Molto si sta facendo per elaborare un modello di trasmissione orizzontale/ laterale ripetibile per l’istomoniasi al fine di simulare condizioni reali all’interno di un contesto di ricerca.
Vaccinazione
La vaccinazione è stata studiata come strategia per il controllo dell’istomoniasi, tuttavia i risultati sono stadifferente ti scarsi e variabili. Precedenti studi avevano suggerito come la vaccinazione orale dei tacchini alla schiusa potesse proteggere contro la patologia. Questa via di somministrazione sarebbe peraltro preferibile nell’allevamento di questa specie. Altre indagini, invece, in seguito a infezione orale o tentativo di vaccinazione per la stessa via, hanno dato risultati negativi, evidenziando la necessità di procedere con ulteriori ricerche per sviluppare un vaccino valido contro l’istomoniasi. Il team del nostro laboratorio ha testato l’uso nei tacchini di un possibile vaccino ricavato da un ceppo vivo attenuato di H. meleagridis, ottenendo una riduzione della gravità della patologia. I soggetti inoculati con il vaccino per via intracloacale al giorno 14 e successivamente infettati con un H. meleagridis virulento al giorno 28 presentavano meno lesioni e mortalità inferiori rispetto a quelli solamente infettati con H. meleagridis virulento. Tali risultati suggeriscono come l’immunoprofilassi contro l’istomoniasi sia possibile. Purtroppo, i costi di produzione su larga scala di un H. meleagridis vivo attenuato continuano a essere un ostacolo difficile da superare.
Biosicurezza
Per ridurre l’incidenza di istomoniasi all’interno di un allevamento di tacchini è importante adottare misure di biosicurezza che evitino l’esposizione a H. meleagridis e a uova infestate di nematode. I contatti fra tacchini e altri avicoli quali i polli dovrebbero essere ridotti al minimo (ad esempio, è necessario tenere separati gli allevamenti delle due specie) in quanto altri galliformi possono ospitare H. meleagridis senza manifestare sintomi clinici di malattia. L’assenza di vettori/serbatoi ne riduce moltissimo la diffusione poiché questo protozoo muore velocemente se totalmente esposto all’ambiente esterno. L’uso di composti alternativi (chimici o di origine vegetale, per esempio) e di protocolli vaccinali per il controllo dell’istomoniasi è di fondamentale importanza nell’allevamento del tacchino. Sia nel settore industriale che in quello accademico, si stanno conducendo nuove ricerche per chiarire i meccanismi della patologia e individuare misure di profilassi e terapia contro di essa.
Bibliografia disponibile su richiesta Dagli atti del Midwest Poultry Forum del 2021