COPERTINA
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Da molto son venuto meno Da poco ne ho preso coscienza Da sempre tutto conosco. Un onore che è anche disgrazia I miei contemporanei mi han sempre detto matto, Ma questo mai veramente mi ha scalfito, PerchÊ sin dall’inizio, anche quello sapevo. Prima che il cosmo mi consumi, voglio lasciare alcune memorie Memorie che mi sono state donate Memorie che durano un attimo Attimi vissuti Attimi prima della fine Attimi prima dell’eterno.
Il Presciente
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Un cielo di fuoco che schiaccia una macchina dal contenuto in lacrime. È il motivo del mio brusco risveglio, la fronte imperlata di sudore, ll fiato è corto e il cuore corre come mai prima. Appanno le stelle con il fumo di una sigaretta, ma i polsi non smettono di tremare. Decido di percorrere le deserte strade di campagna sperando in un poco di sollievo. Una luna sospettosamente luminosa rapisce il mio sguardo ancora impanato di sonno, costringendo il breve viaggio ad una sosta. Incredulo abbandono l’auto quando vedo l’astro avvicinarsi sempre più, questa è la fine? Un leggero brivido freddo mi scorre lungo la schiena quando l’asfalto dietro di me inizia ad urlare. Un forte lampo mi colpisce prima che io possa voltarmi, e poi buio eterno.
Il Sognatore di Fuoco
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Ero così sfinito ed emozionato quella sera che proprio non me ne accorsi. Io e i miei colleghi eravamo stanchi ma mai rassegnati. Alcuni posticipavano la pensione pur di continuare ad usare il telescopio dell’osservatorio. Ma quella notte ero solo, non erano neppure le 3 quando notai che Marte non si trovava dove doveva, che non era di colore rosso, e che si muoveva troppo velocemente. La sincope era già dietro l’angolo quando l’astro esplose cominciando una non troppo lenta discesa nell’atmosfera. Corsi fuori, saltai sul mio furgone rosso fiammante e mi lanciai a tutta velocità in direzione del possibile schianto. Lo seguivo con gli occhi mentre guidavo a velocità sostenuta, la strada di campagna era deserta. Ero così eccitato! E se fosse stato un ufo? Il sogno di una vita, finalmente avrei incontrato un alieno, vivo o morto, quel dettaglio dipendeva dalle sue competenze negli atterraggi di emergenza. Non avevo nemmeno avvertito i miei colleghi tanto ero preso dall’emozione. Tentai di raggiungere il cellulare con la mano destra, la sinistra sul volante e gli occhi sull’ufo sempre più tremolante e sempre più vicino alla terra! “Chissà che che aspettò avrà” pensavo mentre davanti ai miei occhi, esattamente al centro della strada compariva una sagoma con un pigiama a righe! Inchiodai appena mi fu possibile, ma posticipavo la revisione dei freni ormai da troppo tempo, dunque finii per investire con violenza la sfortunata sagoma. Un colpo secco, seguito da un silenzio assordante. A lato della strada notai una macchina, realizzai che si trattava di un poveretto che come me osservava il cielo.
L’occasione
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Avevo investito una persona, ma non è stata colpa mia, pensavo, questo se ne stava al buio al centro della strada in piena notte, se l’era cercata! Smisi di pensare di chi fosse colpa, smisi di pensare ad ogni cosa, smisi di pensare all’ufo, e cominciai a piangere. Ora ricapitoliamo, chi di voi sa quante probabilità ci fossero che l’ufo si schiantasse proprio sul mio furgone mandandolo in mille pezzi, e con lui anche il mio corpo, e quello dello sfortunato in pigiama che avevo appena investito, e della sua macchina e una porzione della strada, e pure un paio di alberi?
L’occasione
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“IMPICCIONA!” Mi dicevano. “FATTI I CAZZI TUOI!” Mi urlavano. Ma non potevo farci nulla se la mia vita era noiosissima e volevo terribilmente far parte di quella degli altri. Quando ho detto al macellaio che anche io adoravo le baguette non capiva cosa intendessi. Dopo essermi rifiutata un paio di volte, quel bruto mi ha quasi costretta con la forza a raccontargli che vedevo sua moglie andare almeno due volte al giorno dal fornaio a pochi metri da casa mia. E che supponevo dovesse starle molto simpatico visto che a volte si tratteneva anche più di un’ora a far chiacchiere nel suo laboratorio. Improvvisamente divenne rosso come una delle sue buonissime tagliate di manzo e corse fuori con una falcetta lasciandomi lì da sola come una babbea, non potei far altro che tornarmene a casa a rimediare qualcos’altro per cena. Ora che ci penso non vidi più nessuno dei due, chissà che fine hanno fatto. Ma veniamo alle cose importanti, quella notte ero sicura al cento per cento che a casa del mio vicino stesse succedendo qualcosa di strano. Mirco, mi pare si chiamasse, quel ragazzo tanto carino e gentile pieno di amici che lo andavano a trovare continuamente, non ho mai capito che lavoro facesse, usciva raramente se non per comprare un sacco di prodotti per le pulizie, forse era un po un maniaco dell’igiene, o forse più semplicemente aveva molti acquari……mah! Comunque, quella sera, come dicevo, vidi dalla finestra delle luci strane, così decisi di chiamare la polizia, denunciai Quella ficcanaso della mia vicina
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l’effrazione e diedi l’indirizzo. Io me ne stavo chiusa in casa a guardare dalla finestra con le luci spente per non farmi vedere. Quando arrivarono gli agenti sfondarono immediatamente la porta di ingresso come quei machi dei film o come in una di quelle serie televisive con tutti quegli attori belli e abbronzati che danno ad orario di pranzo. Poi mi spararono piÚ volte. Non seppi mai se l’errore fu mio o della polizia, forse per la fretta diedi il civico sbagliato! Fattostà , che entrarono in casa mia e vedendomi acquattata al buio pensarono fossi il ladro Mi ritrovai stesa a terra con la mia vestaglia preferita ridotta una groviera e come se non bastasse nella sparatoria andarono in frantumi tutte le amate porcellane di famiglia che stavano nella credenza alle mie spalle.
Quella ficcanaso della mia vicina
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Era stata una notte di lavoro come tutte le altre, Kabir, il mio miglior cliente se n’era andato già da un’oretta buona. Stavo finalmente riuscendo a prendere sonno quando sentii dei passi provenire dal laboratorio nel seminterrato. Recuperai la mia mazza da baseball e con una discreta calma andai a controllare. Quando uno fa un lavoro come il mio, la prudenza non è mai troppa! Le luci erano accese, quindi scesi le scale il più silenziosamente possibile, lo ammetto, non vedevo l’ora di far saltare qualche dente. In cantina un individuo ben organizzato mi dava le spalle mentre saccheggiava la mia ultima partita di metanfetamina. “HEY STRONZO!” si volta, era Kabir porca puttana! Gli urlo, “OH MA CHE CAZZO FAI?” vedendomi con la mazza in mano rimane pietrificato per qualche secondo apparentemente infinito, vidi le sue pupille sudate guardare la mia mazza, saettare verso il mio sguardo, e poi nuovamente alla mazza. Prese fiato per dire qualcosa, ma le sirene della polizia infransero quella ridicola fotografia in cui ci eravamo ritrovati. Non faccio in tempo a realizzare che quella ficcanaso della mia vicina si era fatta un’altra volta i cazzi miei, che Kabir mi accoltella come si deve. Improvvisamente si fa inverno, e le mie mani mollano la presa, la mazza cade con un tonfo, la mi testa la imita in tutto e per tutto, ed esattamente come lei sbatto la faccia a terra. Mentre esalo l’ultimo respiro vedo quella merda riempirsi lo zaino di cristalli. Ridacchio un po’ pensando al lungo braccio della legge fargli un esame proctologico da lì a poco.
Salutava sempre
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Porca troia ce l’avevo fatta! Quella coppia di sbirri coglioni hanno sbagliato casa e non si sono accorti di un cazzo! In quale assurdo sogno del cazzo poteva capitarmi una fortuna del genere?? Più incredibile di quella volta che riuscii a convincere Martha a fare una cosa a tre con sua cugina! VA BÈ! Comunque, stavo dicendo: dopo essere fuggito dal retro chiamai Shelley annunciandole con un terribile e sarcastico accento inglese che eravamo ricchi sfondati “Darling!” Il piano su cui fantasticavamo da mesi ormai era andato a buon fine, purtroppo quello sfigato di Michael aveva il sonno leggero e sono stato costretto a farlo fuori! Merda, in quel momento pensavo che il mio problema più grosso sarebbe stato quello di trovarmi un altro cuoco del cazzo! Merda, quanto mi sbagliavo! Prima di passare a prendere Shelley andai a casa a recuperare alcune cazzate ed altre cose che mi sarebbero servite per il viaggio, perché dovete sapere, che da bravo fattone quale ero, credevo mi sarei sistemato a vita con questa storia, e che sarei riuscito ad attraversare l’America portando con me una sacca di metanfetamine grossa quanto un Labrador senza alcun problema! Mamma mia che stupidi i fattoni! Valigie fatte, ero in anticipo, Shelley avrebbe staccato da lì a 4 ore, così decisi di festeggiare facendomi una dose in solitaria. Scoprii a mie spese che quel merdoso di uno spacciatore mi nascondeva la roba migliore! Andai sereno come al solito, ma esagerai, e in tempo zero sentii la testa esplodermi come nella scena di quel film, come si chiamava, Skanners mi pare o una cosa simile, con l’unica differenza che io non ho mai portato occhiali né sono mai stato pelato. Cocktails
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Negli ultimi istanti di coscienza mi rimase stampata nel cervello un’immagine di due cocktail con tanto di ombrellino su fondale caraibico che brindavano alla velocità della luce ripetendosi come un mantra psicotico infinito.
Cocktails
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Nave Madre diceva “Va terra! Studia uomani”! Nave madre diceva “Fa presto!”. Nave madre diceva diceva e diceva, Exito sempre eseguiva zitto! Astronave Madre mai dice “Bravo Exito!” Solo diceva “Esegui Exito!” Exito era stanco! Exito pure traduttore difettoso! (Traduttore di escrenemto!!!) Viene su terra e trova uonami due! Exito ruba uno, e colpisce di laser su altro con grandi sfere ballanti! Prima di vivisezione Exito studia arrapato visivo di uonamo! Strano difetto, due cavità oculari, ma solo un oculo funzionante. Altra strana apprendicen mollicce tra arti sotteriori, forse è strana atnenna per quattra dimessione? Uonami strani forti! Exito esegue procedura, e porge sonda in basso schiena di cavia. Poi succede! strano peloso unamo comprare su nave e fa laser da bastone, poi Exito dorme. Quando vede come prima Exito male tutto, e capisce è in Escrenemti fino sopra bulbo pensanto! Zarquon suino! Exito fare qualcosa fretta! Prodotto di combustione fa cieco non posso vedere nulla! Guida di nave rotta, cavia uonama sparita e anceh uonamo peloso sparito! Exito Solo! Nave Madre saluta per eternità. Nave Exito cade su metallo rosso, tutto splode! Exito cessa esistenza. Però Exito racconta, Exito solo! Nave madre?
Nave Madre
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Ero letteralmente un cane, ma ricordo esattamente il giorno in cui smisi di esserlo. Unità cinofila del presidente, stavo facendo il mio lavoro, dio, adoravo il mio lavoro! Non avete idea di quanti culi annusavo ogni giorno, e non solo canini, non ero schizzinoso, i culi mi piacevano tutti. Quel giorno il presidente stava tenendo un discorso in un paesino di campagna, io controllavo che tutto filasse liscio. Ad un tratto percepisco un’ombra di tritolo tra la folla, subito lancio un segnale al mio partner umano, che, guinzaglio alla mano, si fa guidare dal mio naso verso tre persone sospette. Una vecchia donna strabica che puzzava terribilmente di biscotti alla cannella, Suo nipote che non smetteva un secondo di scoreggiare, E un tizio alquanto ciccione vestito sospettosamente bene per essere un campagnolo, ma sudato fradicio, emanava un puzzo tremendo. I suoi vicini non si accorgevano di nulla, visto che, anche se in modo diverso puzzavano tanto quanto lui. Ha in mano uno strano telecomando, il mio compagno umano se ne accorge, sgancia il guinzaglio e come una saetta parto verso il braccio del malcapitato. Buona la prima, non era grasso ma solo colmo di dinamite! Passo dal braccio all’inguine, la mia parte preferita, solitamente chiunque cessa di resistere arrivati a questo punto, ma lui no, perché pareva essersi imbottito di dinamite pure quello. Mordendo quell’imbottitura riuscii a sfondare qualche contatto, qualche cavo, perché quando si fece detonare solo alcune parti esplosero, polverizzandolo. Ero un cane
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Quanto a me, io ci rimisi solo buona parte del mio corpo. Morii felice, svolgendo il lavoro al quale avevo dediccato la vita, vidi per un attimo le porte del Valhalla canino. Ma poi mi risvegliai! Una strana sensazione pervadeva il mio corpo, capii che era dovuta dal fatto che non esisteva più. Il presidente grato per il fatto che gli avessi salvato la vita, fece lo stesso con me, rimpiazzando gran parte del mio cadavere con parti di macchina. La mia riabilitazione fu rapida, ma non abbastanza. Da lì a poco il presidente usò l’attentato come scusa per attaccare con armi nucleari il covo di non si sa quali terroristi. Tutto ciò che successe dopo fu solo una gran confusione, i mie buovi sensori impazzirono, tentai di salvarmi come meglio potevo, ma non c’era alcun posto sicuro. Qualche giorno dopo cominciarono le inondazioni, tutto finì sott’acqua. Un tempo sapevo nuotare perfettamente, ma ora non ero più in grado di farlo, i miei nuovi impianti pesavano troppo. Molti circuiti saltarono e il mio corpo cedette. Quella fu ufficialmente la mia seconda morte.
Ero un cane
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Pensavano che non l’avrei mai scoperto? Ma è stata la CIA, lo so! Chi altri sarebbe capace di polverizzare una persona? Cioè, intendo polverizzarla letteralmente! La mia sorellina, è sempre stata problematica, lo ammetto, tipo che a sedici anni era una di quelle “emo”, ovvero le piaceva tantissimo uscire con i tizi effemminati, vestiti come se fossero indecisi se andare ad un provino per il cast di Nighmare Before Christmas oppure per Beetlejuice e quindi sceglievano un look che potesse andare bene per entrambi, ma poi, una volta scartati, schiacciati dal rifiuto, continuavano ad indossare tristemente quei panni nella vita di tutti i giorni. Poi è arrivato il periodo della disco music. Nel 2005! La disco-music? Ma per favore! Si conciava come una degli ABBA! Tutta colpa di quel video di Madonna dico io! E adesso? Cosa ci può essere di peggio della disco-music e degli emo?? I PIRATI! Lasciamo perdere, non aggiungo altro. Promisi a me stesso che se l’avessi ritrovata viva l’avrei fatta internare in manicomio. Fortunatamente per lei la ritrovai in polvere. Esatto, qualcuno la polverizzò, la polizia non mi diede alcuna risposta precisa, quindi feci quello che chiunque avrebbe fatto al posto mio: ore e ore di stupide ricerche sull’internet, e comunque non riuscivo a capire come diavolo avessero fatto. La polizia insisteva che quella mucchietta di polvere non poteva essere lei, che non era possibile. Peccato però che la suddetta mucchietta fosse a due passi da casa nostra, chiunque sia stato non si degnò nemmeno di nascondere le prove. Poi a conferma di tutto proprio lì accanto trovai quella Bombarolo
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stupida bandana a Paisley che insisteva ad indossare per flirtare col pirata di turno. Quindi passata qualche altra lunga ora di ricerche sull’internet trovai questo forum molto interessante, 4chan si chiamava, popolato da tanti che come me credevano che il governo e la CIA ci stessero manovrando in segreto, eravamo stufi, volevamo indietro il nostro libero arbitrio cazzo! Tramite la mia nuova rete di informatori di 4chan riuscii a reperire una ricetta per costruire delle bombe al tritolo fatte in casa giusto in tempo per la visita del presidente nella nostra città. Non avevo nessuna intenzione di farmi esplodere, tantomeno di fargli alcun male, ma davanti a tutto quell’esplosivo ero sicuro che avrebbe vuotato il sacco senza battere ciglio, e così pensavano anche i miei amici di 4chan. Non ci crederete, ma a quel comizio non riuscii nemmeno ad aprire bocca se non per urlare di dolore un attimo prima di esplodere come un coglione! Me ne stavo lì tutto tranquillo seduto comodamente a sudare, imbottito di tritolo fino al bavero della camicia, accanto ad un ragazzino che non faceva altro che scaccolarsi, quando quel cane della sicurezza mi saltò addosso cominciando a sbranarmi un braccio come se non lo nutrissero da settimane per poi passare immediatamente al dessert, ovvero le mie palle. Fortunatamente avevo messo del tritolo pure lì e quindi, anche se per poco non riuscì a raggiungerle. Quel bastardo mi fece sbilanciare, ribaltandomi rovinosamente sulla schiena come un grasso scarafaggio. Per attutire la caduta misi istintivamente a terra la mano con il detonatore. Non volevo nulla di tutto questo, volevo solo la verità, volevo trovare mia sorella.
Bombarolo
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Sono il fottuto presidente dei fottuti Stati Uniti d’America, non me ne frega un cazzo di chi fosse quel tizio che ha fatto saltare in aria il mio cane preferito, era ovviamente un terrorista! E i terroristi, come tutti ormai sappiamo, vengono da un solo e unico paese: L’islanda! Chi pensano di prendere in giro quei tizi schifosamente affascinanti? con quell’aria da signor perfettini primi della classe, con i loro bellissimi maglioncini di lana del cazzo? Con la loro società perfetta? gne gne noi non inquiniamo gne gne noi rispettiamo l’ambiente e sfruttiamo appieno le energie rinnovabili! SONO SOLO UN TRENO DI CAZZATE! Quelli ce lo stavano mettendo in culo, ve lo dico io! Sapete il paese migliore? Veramente il migliore di tutti? (Dopo l’America ovviamente) Ve lo dico io! LA CINA signori miei! Quelli inquinano come dei mostri ma non si vergognano nemmeno un po’ ad ammetterlo, loro sì sono veri uomini, i nemici quelli veri! Nemici da rispettare! Invece gli islandesi? I loro sorrisi mi hanno insospettito sin dall’inizio. L’effetto serra? L’hanno inventato loro, le scie chimiche? Ne avevano senz’altro il brevetto! Quelli se la suonavano e se la ballavano da soli!! Cosa? Ve lo assicuro! Ho un contatto molto importante in Russia, un ex componente del KGB, molto affidabile, tremendamente affidabile. Ma ora basta! Se non mi do un contegno rischio di ripetermi e immagino abbiate capito il concetto. Per fortuna che ci sono io! Ma per fortuna cari contribuenti! Se non ci fossi stato io, chi avrebbe avuto le palle di sganciare Il Fottuto Presidente
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l’atomica sopra quei falsi islandesi! Sì! Chi? Sentiamo?…. Come dite?…. si! Esatto, l’ho lanciata io, sì! L’ho lanciata io la bomba! E me ne vanto! Beh e allora? Sì siamo morti tutti, ho distrutto l’ecosistema ed entrambi i poli si sono sciolti alzando al 95% la superficie della terra piatta ricoperta d’acqua? Sì! io! Perché? Beh, perché così la prossima volta ci pensano due volte prima di far esplodere il cane preferito del fottuto Presidente degli Stai Uniti della fottuta America CAZZO!
Il Fottuto Presidente
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Oddio, era così carino! Ed era pure orbo per davvero! Quando abbiamo scopato, in quella grotta, travolta dalla passione gli ho strappato la benda con i denti e l’occhio non c’era! Cioè, tipo che era il pirata più credibile che io abbia mai incontrato, e ne ho incontrati tanti ultimamente. Stavo pensando di sostituire la mano sinistra con un uncino, ma poi se fosse tornata la moda dei giocolieri mi sarei ritrovata in svantaggio rispetto a Stacy. Incontrai Lorence, alla locanda “La Locanda”. Parlava tutto strano ed aveva una benda sull’occhio. Quell’handicap mi attizzava forte, quindi gli andai a parlare, mi offrì un grog (che carino!). Mi parlò di questa mappa del tesoro che doveva recuperare, e in un batter d’occhio fummo nel bosco dietro casa mia, era una posizione un po’ insolita per una caccia al tesoro, sospettavo che “mappa del tesoro” fosse un neologismo per “scopare”, ma dopotutto anche io non desideravo altro, e nel caso avremmo potuto passare la notte da me, quell’invasato di mio fratello odia quando dei pirati mi accompagnano a casa, motivo in più per portarmelo a letto. Dopo soli 5 minuti eravamo alla grotta, che in effetti non avevo mai notato. Incredibile, era arredata! e pure con un certo stile! Sembrava l’interno di un castello, saranno state le pareti di pietra, oppure i tavoloni di legno intarsiato con sopra quelle strane provette e pergamene dall’aria antica. La cosa cominciava ad eccitarmi da pazzi. Dopo qualche minuto passato a frugare tra le pergamene Lorence trovò qualcosa che pareva utile, cominciai a saltare di gioia, e ne approfittai per ficcargli la lingua in bocca! Ne rimase molto sorpreso, ma a giudicare dall’archibugio che Caccia alla moda
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gli spuntò in tasca era ovvio che la mia quarta di reggiseno gli piaceva (nessuno se ne è mai lamentato). Scopammo in quella grotta così romantica per ore, era assatanato, me lo sentivo, questo era il pirata giusto. Poi saltò fuori quel maledetto barbone guastafeste a rompere le palle! Così! Dal niente, sto tizio vestito di stracci e con la barba lunga cominciò a urlare cose incomprensibili. A quel punto Lorence si alzò in piedi con ancora il cazzo di fuori, si fregò più cartacce che poteva e scoppiando a ridere sguaiatamente saltò fuori dalla grotta, lasciandomi lì impalata, e con ancora le tette al vento lo seguì. Oddio! Correre nuda in mezzo al bosco di notte era così eccitante, riuscivo a pensare solamente a tutto quello che gli avrei fatto appena saremo stati in salvo. A quel punto non capivo se il barbone ci stesse ancora inseguendo, ma eravamo a due passi da casa quando una strana luce proveniente dal cielo ci accecò. Un UFO! Ragazzi era un ufo! capite? Lì bello tondo che girava sopra di noi, un ufo! (che serata!) Lorence cominciò a levarsi da terra, l’ufo lo stava rapendo cazzo! Io cominciai a saltare e urlare: “PRENDI ANCHE ME! ANCHE MEEE!” Ero pronta a lanciare la moda, sapevo sarebbe andata forte tra le mie amiche. l’UFO cominciò ad emettere uno strano ronzio, e pochi secondi dopo una saetta si scagliò verso di me. PUF! Io e le mie tette perfette ci ritrovammo ridotte in cenere. Davvero inconcepibile, nessuno, dico NESSUNO mi aveva mai rifiutata!! Va bé, doveva essere sicuramente uno di quegli UFO gay di cui parlava Stacy.
Caccia alla moda
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Per mille cannoni! Come diavolo c’ero finito quella grotta sudicia? E che diavolo voleva da me quel vecchio mendicante vestito di stracci?? Se vuole portarmi via l’occhio buono dovrà strapparlo dal mio cadavere!! C’erano molte bottiglie ma quel buco non era una locanda, notai pure un sacco di invitanti mappe del tesoro buttate lì in bella vista, diavolo se mi piacciono le mappe del tesoro! Tentai senza successo di arraffarne qualcuna mentre il vecchio lanciava bestemmie dal suono un po’ datato. Appena mi vide allungare le mani esplose di rabbia, rincorrendomi a perdifiato con un lungo bastone. La caverna era in mezzo ad un bosco, così decisi tuffarmi tra qualche albero finché al vecchio non fosse passata la rabbia, avrei saccheggiato quelle mappe quando avessi capito cosa stava succedendo. La boscaglia si affacciava su di uno strano e grigio villaggio che esplorai con cautela. D’un tratto, un miraggio! Mi ritrovai di fronte alla locanda dei mie sogni. All’interno attraversai una moltitudine di marinai e pirati intenti a sghignazzare e bere rum, battei un doblone sul bancone strillando al locandiere di farmi un grog. In un baleno una femmina vestita da sgualdrina iniziò a blaterare tentando di abbordarmi come solo nelle peggio isole delle indie orientali avevo visto fare. Dopo un paio di bicchieri mi scappò di raccontare la storia delle mappe del tesoro. Che io sia dannato! Da quel momento mi si attaccò addosso come Il Pirata Spaziale
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una patella si attacca alla chiglia di una nave, e non ci fu nulla da fare, mi costrinse a tornare subito nella grotta senza nemmeno pensare ad un piano che si dica tale. Durante la camminata più lunga della mia vita sentii la mancanza di Ernesto, il mio pappagallo preferito, maledizione quanto me lo ricordava, questa femmina non riusciva davvero a stare zitta! Alla grotta del vecchio nemmeno l’ombra, forse mi stava ancora cercando tra i boschi, dunque ci mettemmo in cerca di mappe da razziare, poco dopo ne trovai una che faceva al caso nostro, vi erano disegnate delle pietre preziose, (mi sono sempre piaciute le pietre preziose). Per festeggiare esultai di gioia! La femmina prontamente mi ficcò la lingua in bocca e mi sbatté le tette addosso, dettaglio che mi procurò un telescopio enorme nelle braghe, che lei decise saggiamente di sfruttare a suo favore. Giacere con una femmina in quella maledetta grotta non era affatto comodo, ma in fondo, una bella copula non si rifiuta mai. Maledizione! Quel vecchio ci beccò mezzi nudi sdraiati sulle sue preziose mappe proprio sul più bello! Ne presi una manciata e senza nemmeno indossare le braghe scappai schernendolo platealmente. Dopo qualche minuto di corsa con il vento che mi rinfrescava i gioielli di famiglia, notai degli strani versi, mi voltai, e quella femmina di pappagallo mi stava ancora seguendo, anche lei completamente nuda. Come se la nostra novella non fosse già abbastanza stramba, sopra di noi si accese una luna enorme. Il terreno iniziò a cadere! No! che dico, ero io a volare diretto verso quella luna. Quella sgualdrina cominciò a strillare di voler venire anche lei. Il mio occhio ancora non riesce a crederci, ma poco dopo la femmina scomparve in una nuvola di fumo. Era uno stregone!
quel vecchio barbone era un un mago! Fece sparire la femmina e mi stava facendo volare verso la luna con ancora le grazie al vento. Da lì a poco mi risvegliai, a carponi su di una piccola branda, in quello che credetti essere il ventre di un animale albino. Non mi potevo muovere, una strana forza mi schiacciava alla branda. Comparve uno strana triglia, alta quasi due metri, anche lei come il ventre, completamente bianca, non fiatava, non sembrava nemmeno respirare, mi osservava e basta. Mosse leggermente una delle pinne, e un immenso dolore alle natiche mi fece svenire di nuovo. Quando mi ripresi ero ancora nudo, incastrato in questo relitto bianco e fiammeggiante. Mi accorsi di essere nuovamente all’aperto, ero nel bosco, vedevo il cielo, vedevo l’alba, pensai che fosse finita, pensai di essere in salvo. Poi qualcosa dentro di me si mosse, una una fiamma che mi illuminava il ventre da dentro, cosa mi hanno fatto quegli stregoni? Quello che poco prima era entrato ora cervava di uscire gonfiandosi, e di lì a poco mi ritrovai appeso ad un aerostato che mi usciva dal deretano. Tentai di salvarmi aggrappandomi al relitto, ma fui costretto a desistere. Quella strana palla volante mi portò sempre più in alto, vidi gli alberi, le montagne, i mari fino a respirare a fatica. L’azzurro globo di cui tanto si vociferava sulle navi mercantili mi comparve davanti agli occhi, una visione che mi tolse il fiato. Soffocai.
Il Pirata Spaziale
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Rimasi bloccato per mesi in questa epoca bislacca! Mai avrei pensato di concepire questa frase, ma cominciavo a sentir la mancanza di quei cavalieri trogloditi che mi schernivano ad ogni occasione. Ameleto verrà trasmutato in latrina per avermi spedito tal luogo. Credevo che la sua istruzione fosse adeguata, ma quel gaglioffo riesce sempre a sorprendermi! Al primo tentativo esplose una sedia, al secondo la trasformai in una rana, ma fu il terzo a lasciarmi senza parole. Recitata la formula, un personaggio assai curioso ed irrequieto con un occhio bendato mi comparve dinnanzi. Capii che ero molto vicino alla soluzione se quello ne era il risultato, così cominciai a correggere i miei appunti ignorando completamente il mio nuovo ospite. Con la nuvola di zolfo ancora a mezz’aria, questi tentò di rubarmi gli appunti muovendo una mossa non troppo felina. Le mie grida di disappunto lo fecero fuggire, costringendomi a rincorrerlo per la foresta. Scese la notte senza ch’io riuscissi a trovarlo, dunque decisi di rientrare. Ma una volta alla grotta, lo sorpresi a copulare con una sconosciuta dai grandi seni! Per Giove! Ma quell’individuo era un selvaggio! Come poteva aver ideato un simile gesto di così poco rispetto? Le mie grida trovarono nuovo fervore! Non contento, prima di battersela con ancora il fondoschiena all’aria, questi accalappiò le mie preziose ricerche e se la batté deridendomi senza alcuna vergogna. Dopo alcuni attimi di spaesamento la donzella lo imitò, anch’essa con le formose grazie in bella mostra. La Formula Corretta
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Ed eccomi nuovamente all’inseguimento tra i boschi, la notte avrebbe senz’altro complicato la ricerca, tutto era perduto pensai. Poi un astro enorme illuminò il cielo a poca distanza da dove mi trovavo, mi ricordò che il caso non esiste, quei due dovevano aver combinato qualcosa, così mi precipitai in quella direzione. La stella era ferma in cielo, poco sopra la punta dei pioppi. Vi giunsi appena in tempo per assistere alla saetta che in un sol colpo folgorò orribilmente la prosperosa femmina trasformandola in un mucchietto di polvere. Il tutto mentre il discinto malcapitato veniva trascinato in aria senza possibilità di scelta. “Un altro stregone!” Pensai. Se fossi riuscito a contattarlo magari mi avrebbe potuto aiutare a tornare al mio tempo. Presi la forma di un cardellino e volai verso la stella, il pertugio d’entrata andava otturandosi, ma riuscii comunque ad intrufolarmi per un soffio. Una volta dentro, seguii guardingo il corpo dell’ormai incosciente malcapitato, in attesa di incontrare il mio presunto collega. Uno strano e bianco ventre ci accolse, luogo in cui ci si presentò un essere dalle sembianze anfibie, evidentemente avevo frainteso, quello era tutt’altro che uno stregone. Non mi feci sorprendere dal panico e aspettai il divenire in cerca delle mie annotazioni. La strana lucertola scrutò il nostro amico per qualche tempo, poi con un calmo gesto di una zampa, fece scendere dal soffitto questo strano e oblungo arnese, che con altrettanta calma decise di usare il deretano dello sciagurato come l’elsa di una spada. Tanto atterrito quanto stuzzicato, presi coraggio e tornai in forma umana. L’essere rimase a fissarmi come pietrificato, non dava segni di emozioni, decisi di non concedergliene il tempo, con il mio bastone scagliai un incantesimo del fulmine causandogli una sincope, ma al tempo stesso infastidendo la luna entro cui ci trovavamo.
Tutto iniziò a tremare, e finalmente giunse il panico. Cercai disperatamente i miei appunti, ancora li stringeva in mano il nostro farcito amico. Glieli strappai, erano malridotti ma ancora comprensibili. Mi concentrai, sarei uscito da quel guazzabuglio recitando la formula e tornando alla mia epoca. Purtroppo la formula era incompleta, scoppiai in mille scintille, e mi ritrovai a vivere i miei ultimi istanti di vita sotto forma di sedia. Ci fu un grande botto, tutto prese fuoco, me compreso.
La Formula Corretta
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• Il Presciente Pag. 4 • Il Sognatore di Fuoco
Pag. 6
• L’Occasione Pag. 8 • Quella Ficcanaso della Mia Vicina
Pag. 12
• Cocktails Pag. 16 • Nave Madre Pag. 22 • Ero un Cane Pag. 24 • Bombarolo Pag. 28 • Il Fottuto Presidente Pag. 32 • Caccia alla Moda Pag. 36 • Il Pirata Spaziale Pag. 40 • La Formula Corretta Pag. 44 • Indice Pag. 49
Indice
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Scritto e diretto da:
Axel z.Wax Zani z.wax88@gmail.com Facebook.com/ZzWax Instagram.com/z_wax Ringrazio tutti coloro che si sono fatti abbindolare e/o hanno acquistato sulla fiducia questo volumetto. Ringrazio ancora di più tutti coloro che l’hanno letto fino a questo punto. Ringrazio un po’ meno chi ha pensato di rubarlo per poi apprezzarlo fino alla fine (ora puoi sentirti in colpa). Ringrazio le mie coinquiline che mi hanno corretto gli errori grammaticali (se ne avete trovati è colpa loro) Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato consigli costruttivi e che credono (inspiegabilmente) in me.
Stampato nell’Aprile 2019
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13 Racconti per 13 Personaggi. Un Pirata, un Sognatore, un Cane, sono solo alcuni dei pezzi che compongono questo puzzle, assurdo, buffo, e nonsense. Il tutto in una sola notte, una notte di terrore, di libido e di speranza, una notte in cui ogni cosa è possibile.