Har Maghedon (saggistica)

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"HAR MAGHEDON" di Vincenzo Troilo

Titolo: HAR MAGHEDON Autore: Vincenzo Troilo Genere: Saggistica Editore: Zerounoundici Edizioni Collana: Gli Inediti Pagine: 320 Prezzo: 16,80 euro Acquista su Il Giralibro (-15%) Acquista su IBS

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HAR MAGHEDON 2009 Zerounoundici Edizioni Copyright Š 2009 Vincenzo Troilo ISBN 978-88-6307-207-5

Finito di stampare nel mese di Luglio 2009 da Digital Print Segrate - Milano


Vincenzo Troilo

HAR MAGHEDON (PROSSIMO FUTURO) La Battaglia finale che l’Ego farà, la Madre di tutte le Battaglie, che metterà fine a tutte le Guerre.


Per suggerimenti e critiche costruttive scrivere a: Vincenzo Troilo discriminare@alice.it


All’amico don Mario Mazzoleni, tornato all’Oceano d’Amore.

“Non c’è niente che non possiate ottenere con il potere dell’Amore; l’Amore è la Forza suprema, è il cemento che porta inevitabilmente alla Vera

Unità e Sintesi delle Religioni e quindi alla

PACE NEL MONDO”

Gesù all’età di 29 anni Sri Bhagavan Sathya Sai Baba Se non parleranno gli uomini, C’è una sola razza, la razza dell’umanità parleranno le pietre. C’è una sola religione, la religione dell’Amore C’è un solo linguaggio, il linguaggio del cuore. C’è un unico Dio, Egli è onnipervadente.



INDICE 9 11 42 51 59 63 67 82 84 93 105 109 119 139 146 163 167 180 185 199 214 220 228 235 242 252 258 267 271 271 276 279 284 293 293 307 312 319

I

COMPENDIUM

I.1. Quando ero giovane I.2. I miei studi filosofici II III

IV V VI VII VIII

IX X

XI

XII

COLLOQUIO CON TODESCHINI INTRODUZIONI III.1. Prefazione “a due penne” III.2. Confronto tra Cristianesimo e Induismo III.3. Filosofia, rapporto Scienza/Matematica III.4. Prologo METODO ALGOEURISTICO STRUTTURA OLOARCHICA ADVAITA VEDANTA DISTRUZIONE E RICREAZIONE NEOMETAFISICA VIII.1. I due Principi Vedici VIII.2. Meccanismo di Quintuplicazione VIII.3. Dualità Onda-Corpuscolo VIII.4. Sviluppo Diagrammatico PUNTO TOPICO DELLA MATERIA FORMALIZZAZIONI X.1. Costante Todeschini X.2. L’Angelo del Signore X.3. Fattore Energetico X.4. Equazione Egoica X.5. Equazione Armonica Transizionale X.6. Energia Suppletiva, Trasformazioni di “A” X.7. Influenza del Triguna nel Piano “FGS” X.8. Progressione Cosmica ed Individuale ALCUNE CONCLUSIONI XI.1. I raggi γ = Satva (Neutrini) XI.2. Il Vedanta comincia XI.3. Se considerassimo XI.4. Durante i diversi periodi storici APPENDICI XII.1. Appendice A XII.2. Appendice B XII.3. Appendice C BIBLIOGRAFIA



I COMPENDIUM La vita è come una calamita dove l’anima viene attratta ora verso un polo ora verso l’altro polo, finché si svuota di ogni carica positiva e negativa, divenendo libera da ogni attrazione e repulsione, fondendosi nell’Infinito Puro Amore.

È un compendio, molto sintetico, della mia vita interiore; un’analisi degli anni critici trascorsi dalla fanciullezza fino ai 26 anni circa, scritto nella speranza di comprendermi meglio e risolvere, ove possibile, gli errori commessi, onde evitare la riproduzione di ulteriori legami karmici. È il percorso di alcuni momenti significativi della mia vita riportati, per alcuni particolari momenti, anche in versi, che va dal 1962 al 1985 e oltre, anche se la mia spiritualità venne fuori sin dall’età di due o tre anni! Alla prima stesura questo compendio lo chiamai semplicemente “Il Messaggio”, e con tale titolo presentai la bozza, spiegandone l’idea portante, al prof. Todeschini durante la mia prima visita del 1980 a casa dello stesso, a Bergamo, dove fu anche chiarita la legittimità della mia interpretazione relativa alla fondamentale equazione spaziodinamica del professore:

2ρ 2 ρ ∂FZ νFZ + R = RotFXY K K ∂t

da cui si ricava l’equazione di Maxwell e di Lorenz, nonché quella di Schrödinger, tratta dallo stesso supinamente dall’esperienza! Il giorno conclusivo della mia visita l’ho riportato sinteticamente come “Colloquio con Todeschini” al capitolo secondo. La bozza “Il Messaggio” fu poi pubblicata col titolo “Faccia a Faccia”; ripresa e rielaborata dopo diversi anni, fu pubblicata col titolo di “Aumetica”; quest’ultima fu poi suddivisa in due testi e pubblicati con i titoli di “Egodinamica” e “Sacri Testi”; infine, la sola “Ego9


dinamica” fu rielaborata e intitolata “Singolarità Ineludibile”, lasciando ad altri testi l’analisi comparata tra i Vangeli di Giovanni e di Tommaso con alcune importanti Upanisad commentate da Sri Sankara. Ho voluto specificare il percorso di questo libro per far capire che la sua idea portante mi ha accompagnato per tutta la vita! Sono nato a Napoli, nell’Arenaccia, in Via Carlo Pecchia civico 22, una traversa di Piazza Carlo III°, e già all’età di due o tre anni mi fu dato un segno che mi fece, poi, capire che a Napoli dovevo restarci solo il tempo necessario … Infatti, all’età di due o tre anni mi persi in riva al mare e fui capace, da solo, di tornare a casa a piedi da Mergellina a Piazza Carlo III°, distanza non breve per un bimbo della mia età! Nel 1985 iniziò la prima fase “indiana”, nel senso che iniziavo a mettere in pratica una tecnica indiana: la Meditazione Trascendentale che insegnava (a pagamento!) Maharishi Mahaes Yogi nei centri MERU, dove mia moglie ed io fummo iniziati davanti a una grande foto del maestro di Maharishi tramite il responsabile del Centro Meru di Saronno (Va); nel 1986, a 12 anni, fu iniziata anche nostra figlia Silvia. Nel 1996 finalmente recepii il Messaggio Universale di Sathya Sai Baba. Il mio cuore fece un gande sobbalzo: Era ritornato Cristo? Dovevo verificarlo al più presto, così dopo pochi mesi, gennaio 1997, partii per l’India con tutta la famiglia. L’esperienza diretta confermò ciò che il mio cuore cantava a squarciagola, mentre l’intelligenza faticava a stargli dietro! Al ritorno dall’India il mio primo impulso fu quello di fare qualcosa per i miei simili. L’occasione si presentò subito con un corso AVULS 1 per l’Ospedale di Gallarate. Vi partecipai e lo misi in pratica per poco più di due anni. Solo una forte carenza della salute e il trasferimento da Cavaria della mia residenza abitativa, non mi permisero di parteciparvi oltre, se 1

AVULS: Associazione Volontari Unità Locale Sanitaria.

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non con grandi sforzi che, dopo alcuni faticosi tentativi, mi furono sconsigliati del tutto dal medico! Ritornammo in agosto da Swami per consolidare direttamente la prima esperienza ma, soprattutto, per dare più spazio all’intelletto discriminativo e togliere forza alle mere emozioni inconsulte del mentale. Per me caddero TUTTI i dubbi, finalmente! Nel frattempo ebbi una strana esperienza di levitazione a casa a Cavaria: mentre mi sollevavo da terra al mio fianco vedevo il viso, chiaramente arrabbiato, del maestro di Maharishi. Successe una sola volta, dodici anni dopo la mia iniziazione! Solo oggi, 2009, dopo altri dodici anni, ho finalmente capito (leggendo il libro “2000 anni dopo Talita Kumi” di Yor Glory, pseudonimo di una nota psichiatra siciliana, devota di Sathya Sai Baba), perché quel viso si mostrava arrabbiato: non potevo cambiare maestro senza il permesso del primo! Ritornai da solo nel 2000 dal Maestro Sathya Sai Baba per consolidare la mia disciplina spirituale. Swami fece molto di più, concretizzò la montagna del mio ego, avviandomi decisamente sulla via del Namasmarana e del Distacco. Oggi posso dire che la mia disciplina spirituale diventa ogni giorno più dolce e “leggera”, ma vi garantisco che le “prove” non hanno mai smesso un istante, continuano e continueranno fino alla completa purificazione del cuore/mente, e forse non mi basterà questa incarnazione … I.1. Quando ero giovane … Il Libero Arbitrio è la possibilità di sbagliare!

… vivevo con i miei genitori e avevo quasi sempre, come si suol dire, la testa tra le nuvole. Da adolescente, fuori dalla scuola e dallo studio, che mia madre pretendeva facessi con applicazione, le giornate le passavo quasi 11


sempre assieme a mio cugino Giannino (diminutivo di Giovanni) a giocare un gioco che ci eravamo inventati e che ci prendeva, a volte, in modo quasi ossessivo: il gioco dei “chiodi”. Mi spiego. Il chiodo raffigurava il corpo dei nostri personaggi inventati per l’occasione, oppure presi a prestito da qualche giornalino che si riusciva ad avere e a leggere. Il solo chiodo, quello per cartoni, cioè con la testa larga e piatta, serviva a poco perché stava in piedi ma in precario equilibrio; tanto più che così spoglio non si poteva distinguere da altri chiodi. Noi li “vestivamo” con materiale che cercavamo tra gli scarti di alcune fabbrichette locali, oppure con vistosi, coloratissimi tappi di bottiglie; oppure, ed era la cosa preferita, con dei pezzettini di gomma ritagliati da palloni bucati e non più utilizzabili. Questo ci permetteva di “costruire” delle “armate” quasi invincibili. Infatti i nostri personaggi erano quasi sempre truppe in guerra tra loro e sempre pronte a combattere. Come combattevano? La battaglia, o meglio la lotta, si svolgeva lanciando in aria i contendenti, a volte interi reggimenti, tutti insieme, i quali, toccando terra, potevano restare in piedi ed essere considerati “vivi”, oppure non i piedi ed essere considerati “morti”. La “divisa”, pertanto, era vitale e la sua bellezza passava in secondo piano. Passammo qualche anno a preferire questo gioco ad altri più irruenti che, comunque, non evitavamo. Con le ragazzine, nostre coetanee, giocavamo senza molta malizia, tranne forse io, che giocavo maliziosamente con una di loro in particolare, di nome Luisa, con dei giochini pseudoerotici che, in verità, lei stessa mi “insegnava” e invitava a fare così come li vedeva fare dai suoi genitori. La sua famiglia viveva, in modo promiscuo, in un’unica stanza: erano i primi anni cinquanta e avere due stanze, come l’avevamo noi, significava essere fortunati. Molte famiglie erano ancora costrette ad arrangiarsi e a vivere in quel modo. La mia famiglia, da questo punto di vista, poteva ritenersi fortunata, perché avevamo due stanze e i servizi, pertanto i miei genitori potevano dormire da soli in una stanza; nell’altra ci

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dormivamo mia nonna materna, la mia sorellina di qualche anno minore, ed io. Non si pensi però ad abitazioni “normali”, eravamo sfollati, in un vecchio manicomio a Calata Capodichino che in qualsiasi momento ci poteva cadere addosso! Quel periodo, dal punto di vista sessuale e psicologico, fu molto importante per me, perché pur essendo solo un bambino (eiaculavo appena!), l’eccitamento psicologico mi attraeva e stordiva parecchio. Mi restò dentro, infatti, la ricerca a tutti i costi del soddisfacimento sessuale prima di tutto. Mi ero formato delle idee molto sbagliate sul rapporto tra maschio e femmina che segnò molto negativamente il prosieguo della mia adolescenza, fino a quella puberale e giovanile. Altro momento importante fu quando entrarono nella mia vita delle ragazzine romane, in visita alla loro madre, a farmi sentire per la prima volta contendente assieme ad altri miei coetanei. Sentimento nuovo per me e, penso, anche per gli altri ragazzini coinvolti. Questa nuova situazione portò delle ulteriori, nefaste, conseguenze nella formazione particolare dell’idea del sesso che si andava formando in me e, in generale, del rapporto maschio/femmina. La cosa più triste, lo dico adesso, era che non avevo nessuno a cui chiedere chiarimenti su queste mie idee balzane, più che malsane. Perché, grazie a Dio, non erano ossessioni patologiche: non suscitavano in me una forza istintuale e irrazionale sentita come immorale, niente di tutto questo! Erano solamente delle idee sbagliate che si erano conformate a quell’ambiente, alle compagnie e, quindi, alle personali esperienze che, purtroppo, mi inducevano ad atteggiamenti ridicoli, a volte anche leggermente pericolosi per la piccola malcapitata; tuttavia bastava che l’altra parte insistesse la seconda o terza volta nel diniego, per fermarmi senza alcun altra pretesa, lasciandomi mogio e perplesso. Infatti, pensavo che la prima cosa da fare con le femminucce fosse quello che avevo imparato a fare con la prima esperienza, non immaginavo nemmeno che l’altra parte non pensasse la stessa cosa. Proprio queste errate convinzioni mi portarono, più di una volta, a chiedere con insistenza quel tipo di rapporto che conoscevo (per lo 13


meno dal punto di vista psicologico) a chiunque dell’altro sesso mi venisse minimamente a tiro! Incominciai a “giocare” con una mia cugina, poi tentai con la mia sorellina, poi con tutte le altre cuginette e le relative amichette. Addirittura una volta mi “strofinai” anche dietro il sedere della mia zietta più giovane delle sorelle di mia madre. Ero convinto di chiedere e fare una cosa molto piacevole anche per l’altra parte, che non aspettava altro da me, io anticipavo solo il momento cruciale per godere di quella corrente che mi pervadeva e mi scorreva lungo la schiena, anche se con poca eiaculazione (ero troppo giovane!). Povero me, eppure sarebbe bastata una spiegazione nemmeno troppo complicata, da parte di uno dei miei genitori o parente adulto, per farmi facilmente modificare correttamente quelle idee e quegli atteggiamenti troppo esuberanti e quindi sbagliati. Invece, quando capitava l’occasione propizia, tutti si mettevano a ridere e cambiavano discorso o, al più, dicevano che, essendo maschio, era naturale essere “cacciatore”, e così dicendo non facevano che confermarmi e ristabilirmi in quelle idee sbagliate. La stessa mia “zietta”, invece di chiedere spiegazioni del mio strano comportamento, se la rideva, tutta compiaciuta, cercando di scostarmi semplicemente ma senza dire mai nemmeno una parola. Gli amici più grandi di me poi erano addirittura ossessionati da questa idea del sesso a tutti i costi, quindi sarebbero stati i peggiori consiglieri. Non mi restava che vivere queste esperienze così come venivano, cercando sempre di capire qualsiasi cosa mi capitasse. Questo, credo, fu il lato positivo di tutta la faccenda, perché proprio questo mio atteggiamento, che nelle occasioni più strane e oscure mi faceva riflettere, mi permise di evitare conseguenze disastrose in molte occasioni, anche fuori da ogni ambito prettamente sessuale! Sembra strano, eppure, per quanto mi riguardava, sessuologia faceva rima con filosofia, nel senso che le due cose si intrecciarono in alcuni momenti cruciali della mia vita. Mi sentivo attratto dai misteri religiosi che, in alcune rarissime occasioni mia madre, ma più che altri mia nonna materna, mi facevano balenare davanti agli occhi della mente e della fantasia.

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Ricordo, quando ero molto piccolo, che i miei genitori andarono un anno al famoso Santuario della Madonna dell’Arco nelle vesti di battenti, cioè pentiti, come voto fatto alla Vergine, la Madonna di Montevergine, e mi portarono con loro. Forse ci andarono più di una volta. Mi ricordo quella volta perché il tratto montuoso del viaggio fu fatto a piedi fino al Santuario. Era bello, anche se faticoso. Si cantavano delle belle canzoni devozionali in dialetto che mi coinvolgevano moltissimo, nonostante l’età. Tuttora il ricordo è vivo, molto bello, dolce ed emozionante. Ero molto piccolo, avrò avuto forse tre o quattro anni credo, però ricordo molto bene le calde lacrime di mia madre, mentre mi stringeva al petto forte, molto forte, mentre si rivolgeva alla Madonna con parole cariche di un sentimento che solo le mamme possono esprimere. Non so cosa mai dicesse o chiedesse alla Madonna, ricordo solo che in quei momenti molto intensi mi stringeva più forte mentre piangeva; allora sentivo un calore nel cuore che mi estasiava. Oggi capisco che qualsiasi Nome invocato con il cuore è un Nome del Signore Uno. Tutti i Nomi, tutte le invocazioni, tutte le preghiere che escono dal cuore, cioè sincere, vanno sempre e comunque allo stesso Unico e solo Signore; anche quelle indirizzate alla Madonna, alla Vergine, ai Santi e quant’altro; qualunque Nome venga invocato con il cuore, è sempre e solo l’Unico Signore ad essere evocato, pregato, chiamato con quel particolare “Nome” caro al sentimento del devoto, e ciò è più che sufficiente per l’Unico Signore dei Cuori, per rispondere cuore a cuore! Eravamo cattolici come tanti, non troppo praticanti, tranne in rari momenti fortemente emozionali, e si sa, le emozioni come vengono così vanno. Non si può essere praticanti di una qualsiasi religione solo facendo perno sui sentimenti e le emozioni, perché entrambi, spesso, ci fanno dire e fare cose anche molto spiacevoli e, sicuramente, non coerenti con la stessa religione abbracciata; perciò essi sono sicuramente inaffidabili, se non sostenuti da una intelligenza discriminante e da una fede illuminante. I miei genitori erano religiosi e superstiziosi, e questo fatto comportò degli alti e bassi nelle pratiche devozionali, a seconda dei momenti, dei sentimenti, delle occasioni propizie, delle disgrazie (!), 15


ecc. Non ricordo di essere mai stato, da giovane, in alcuna organizzazione cattolica, in nessun Oratorio Parrocchiale o altro di simile. I miei sentimenti religiosi formativi furono quelle poche volte che si andava in Chiesa, ad ascoltare la Messa più che parteciparvi, per ripetere solo incomprensibili formule e rituali dell’occasione che, però, mi lasciarono ugualmente un segno positivo dentro che ancora mi sovviene come piacevole ricordo, forse a causa del magnetismo del luogo sacro impregnato dalle tante sincere preghiere dei devoti. Quei bei sentimenti religiosi e genuinamente devozionali, che avevano i miei genitori quando ero molto piccolo, erano cambiati notevolmente in peggio con gli anni, così tanto da rendermene conto anch’io, purtroppo, anche come bimbetto. Sentivo che, col tempo, era successo qualcosa che non so esattamente dire, che posso solo intuire oggi dai ricordi di molti strani atteggiamenti e parole per me senza alcun senso, che non ricordo con esattezza ma che mi lasciarono un segno non troppo piacevole dentro. Lungi da me ogni idea di giudizio nei confronti dei miei genitori! Sono molto grato loro per il corpo che mi hanno dato e per tutti i sacrifici amorevoli che hanno fatto per me. Per tutto ciò che mi hanno dato e per tutto ciò che hanno fatto per me, non è mai abbastanza la riconoscenza! Tuttavia devo confessare che il mio intuito allora, avvalorato da diversi atteggiamenti di mia madre e di mio padre, faceva nascere in me il sospetto che mio padre non rispettasse mia madre nel modo dovuto e appropriato allo stato contingente. In altre parole, a mio padre piacevano le donne, e certe occasioni, molto probabilmente, non le aveva lasciate scappare, venendo, forse, colto in atteggiamenti ingiustificabili da mia madre. Da qui, penso, le tante, molte lacrime agli occhi di mia madre, con le quali spesso ella si rivolgeva a me, facendomi lunghi discorsi incomprensibili, a volte lamentosi, a volte bellicosi, altre volte mi fissava con gli occhi tristi e lucidi senza profferire parola! Tutto questo non poteva non lasciarmi un segno nel profondo. Infatti, spesso mi sorprendevo con pensieri e sentimenti tristi, malinconici, carichi di un non ben definito pessimismo.

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Molti di questi sentimenti, negli anni, sono stati ricordati e messi in versi, quasi come sfogo del cuore. Molti scrèzi tra i miei genitori sicuramente erano anche dovuti a strani e non molto chiari rapporti tra mia madre e la famiglia di mio padre. Ma qui, per me, è buio pesto sulle ragioni a monte, ho solo delle vaghe impressioni. Pochissime volte ho avuto la gioia di stare con la “madre di mio padre”. Avrei potuto dire nonna paterna, ma non posso, e il motivo è semplice. Il fatto è che alla parola nonna è legato tutto un mondo di sentimenti, di amore proveniente dal cuore, come infatti era con la nonna materna, nonna Fortuna. Questo termine “nonna”, infatti, non indica solo un mero rapporto fisiologico, di genealogia. Con quella signora anziana, la madre di mio padre, invece non c’è mai stato nulla di simile, niente che si potesse minimamente confondere con la parola amore o anche solo affetto, tuttaltro! Le impressioni che mi sono rimaste dentro di quella signora dai capelli bianchi, madre di mio padre, sono state solo impressioni negative, purtroppo. Quando capitava di andarla a trovare assieme a mio padre, mai con mio padre e mia madre insieme, il più delle volte ella mi sollecitava molto insistentemente con espressioni poco amorose, cercando di dirmi cose che però non capivo bene. A volte, quando mi diceva qualche parolina dolce, sentivo che non era sincera, capivo che fingeva per un non so quale suo recondito motivo. Spesso cercava di mettere in cattiva luce mia madre, parlandomene male e con brutti occhi. In tal modo peggiorava la situazione, perché mi scostavo da lei con timore, facendole la brutta faccia. Però la cosa che più mi rattristava non erano quelle parole cattive o buone ma comunque sentite false, quanto il silenzio, spesso senziente e, per me inaccettabile, di mio padre. Egli, quando sua madre parlava della mia, taceva e, spesso, addirittura acconsentiva chiaramente a tutte le cose che venivano dette, dando ragione a sua madre anche su argomenti che mi riguardavano ma che non conoscevo e che, comunque, non avrei potuto capire. Ero solo un bambino, nemmeno un ragazzino. Tuttavia, col tempo i 17


rapporti si addolcirono fino a fare addirittura la prima comunione assieme a un cuginetto! Questi comportamenti, ovviamente, si ripercuotevano negativamente su quelli religiosi e, cosa ancor più grave, sulla già pochissima spiritualità familiare. Tutti questi fatti, assieme a tanti altri simili, mi hanno fatto capire i motivi di quell’estraniarsi della mia famiglia sempre più da qualsiasi comunità religiosa si praticasse. Mio padre si era ridotto a frequentare l’Associazione della Madonna dell’Arco solo per più agevolmente giocare a carte o a biliardo con i suoi amici. La domenica era il giorno per gli amici, per giocare a carte o per altro, non per stare con la propria famiglia, o meglio, tutti assieme con il Signore. Dal punto di vista spirituale e religioso eravamo caduti molto in basso. In quel periodo ero molto suscettibile a questi problemi. Sentivo un bisogno di spiritualità inspiegabile per la mia età, per cui ero molto sensibile a queste manchevolezze familiari. Questa necessità mi portò molto spesso a cercare delle compagnie più adatte a questi miei sentimenti. Con la scusa di voler giocare a pallone iniziai a frequentare i giovani di un vicino piccolo campetto di calcio legato ai Boy Scout e quindi alla Chiesa Cattolica, ma dopo poco tempo quelli del campo si trasferirono non so dove, e tutto fu chiuso. Ero rimasto senza alcun altro riferimento idoneo. Piano, piano questi sentimenti, sopraffatti dalle più svariate esperienze giornaliere, non curati né protetti in modo adeguato, si assopirono e, per qualche anno, sembrarono addirittura perduti. Intanto frequentavo la scuola regolarmente e con profitto, fino alla licenza elementare, dopodiché andai a fare il garzone in vari negozietti locali. Ricordo d’aver intrapreso la carriera di aiuto-barista, di fornaio, salumiere, meccanico, e forse di altri mestieri ancora; nessuno però mi andava bene. Ero smanioso, mi mancava sempre qualche cosa e non sapevo cosa; ero sempre insoddisfatto. Per circa due anni cambiai continuamente mestiere e posto di lavoro, adducendo sempre mille scuse plausibili. Mia madre, poverina, sopportava: a volte mi credeva, a volte faceva 18


finta di credermi e continuava a trovarmi nuovi posti di lavoro, anche perché i soldi che arrivavano regolarmente in casa dal lavoro di operaio di mio padre, erano sempre più insufficienti, per cui quei pochini che settimanalmente portavo in casa erano molto graditi. Comprendevo queste necessità familiari che, peraltro, mia madre non nascondeva, anzi, poneva ben in evidenza, per cui ogni volta mi sforzavo di sopportare il più a lungo possibile l’ultimo lavoro, finché non scoppiavo e cercavo una scusa per poterlo cambiare. Un giorno i genitori di mio cugino Giannino parlarono con i miei apertamente dell’intenzione di far continuare a studiare il figlio anche dopo il triennio delle scuole tecniche inferiori, visti i buoni risultati ottenuti già al primo anno di frequenza di queste ultime. Questo fatto suscitò in mia madre un po’ d’invidia che la portò alla seguente decisione: Mio figlio non può essere da meno del pur bravo nipote! Pertanto, dopo avermi chiesto, ricevendone l’assenso, se tutte le mie smanie e insoddisfazioni varie dipendessero anche dal fatto che volessi continuare a studiare per poter aspirare a più alti incarichi nella vita, piuttosto che diventare al più, un semplice operaio, mi iscrisse allo stesso tipo di scuola professionale che stava frequentando mio cugino, ma con indirizzo tecnico commerciale. Sarei dovuto diventare un buon tecnico della partita doppia. Si era scartata la Scuola Media perché ritenuta troppo difficile per la presenza del latino tra le materie obbligatorie, ma innanzitutto perché si pensava già ad una preparazione tecnica, piuttosto che umanista, convinti di uscire da questo livello scolastico già con un buon posto di lavoro, senza doverlo andare a cercare successivamente! Ero molto soddisfatto, perché lo studio mi avrebbe permesso di capire meglio tante cose che mi erano ancora oscure. Così iniziai la nuova carriera di studente delle scuole professionali. Quei tre anni volarono in un baleno. Come al solito mi innamorai di una ragazzina e cercai disperatamente di non offenderla con certe mie pretese. Infatti, avevo capito a mie spese che non era corretto partire in quarta verso certi fini, le ragazze volevano anche essere corteggiate!

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Poco tempo prima avevo conosciuto una ragazza che mi parlò per la prima volta addirittura dell’amore platonico, cosa assurda e impensabile per me a quei tempi. Mi disse che si poteva restare anche semplici amici. Comunque, non ne volle sapere niente delle mie grossolane, grette pretese e, giustamente, mi piantò in asso molto offesa della mia inaspettata zotichezza! Da allora cercai di non offendere la suscettibilità di nessuno, e lasciai che le cose si svolgessero e maturassero da sole, se così dovevano andare. Perciò con questa nuova amica feci il santarellino, mi piaceva e non volevo perdere la sua compagnia. Cercavo sempre di stare sulle mie, attento anche a non suscitare il minimo sospetto di ciò che mi avrebbe fatto piacere dividere con lei. Volevo anche provare ad essere un semplice buon amico, come mi era stato chiesto invano in precedenza. Purtroppo, però, questa volta la ragazza era quella sbagliata! La signorinella, visto il mio aplomb rispettoso, di nascosto si divertiva con un mio compagno di classe con il quale, in precedenza, eravamo usciti tutti e tre insieme. Quando mi accorsi della tresca la piantai in asso, offeso ed umiliato. Poi cercai, come un vigliacco, di vendicarmi ma, fortunatamente, senza riuscirci. Da questa esperienza capii, finalmente, che le donne non erano tutte uguali, che bisognava prima capire il carattere della persona, apprezzarlo per quello che era e, poi, di comune accordo, si poteva continuare in amicizia oppure approfondire ulteriormente. Superai l’esame di diploma professionale con voti molto brillanti. Risultai secondo classificato in tutta la scuola! Mia madre era molto contenta. Nonostante la scuola fosse professionale riuscivo molto bene nelle materie letterarie e matematiche, mentre di quelle tecniche preferivo la fisica alla ragioneria, ero, quindi, indirizzato spontaneamente verso il liceo scientifico, mi sarebbe andato bene anche quello classico, invece, visto il tipo di scuola appena terminato, mia madre mi consigliò vivamente di scegliere lo stesso indirizzo tecnico di mio cugino, anche perché, diceva: quello scelto da Giannino dà più sicurezza di avere, un domani, un buon posto di 20


lavoro, come dire che la filosofia fa sopportare la fame, la perizia tecnica la soddisfa! La scelta fu dunque decisa e fatta solo su basi opportunistiche; del resto era già stata fatta tre anni prima, non potevo pretendere adesso di rivoltare tutto, perché sarebbe stato solo un pasticcio. Era già un buon risultato per me, se si pensa che la scuola doveva finire lì, tanto più che quel tipo non permetteva l’accesso a nessun’altro, senza un esame di ammissione. Era, infatti, una scuola professionale, serviva solo per introdurre, come cultura generale, all’ambiente del lavoro, delle professioni, senza alcuna specifica acquisizione di un mestiere o di una professione in particolare; certamente non gettava le basi per ulteriori e più approfonditi studi. Erano solo studi di cultura generale di ragioneria commerciale. Lo sforzo economico che i miei genitori avevano fatto e si accingevano a fare ulteriormente per altri lunghi anni, mi incitava nello studio, perciò non volevo assolutamente deluderli, a parte il fatto che studiare mi piaceva moltissimo. Si aggiunga poi che, nel frattempo, nacque il mio sfortunatissimo fratello Beppe, andando ad appesantire ulteriormente il già magro bilancio della famiglia: cinque persone, compreso nonna Fortuna! Eppure, addirittura mi mandarono a studiare da una insegnante privata di matematica, conoscente di famiglia, per prepararmi sulle nuove materie dell’esame di ammissione, che superai molto bene per l’Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Fermi, esame che verteva su una prova scritta di matematica e italiano. Finalmente entrai a far parte di questo Istituto scolastico molto rinomato, come matricola, ma ad un’età avanzata: avevo poco più di15 anni, cioè ero già “vecchio” rispetto agli altri miei compagni di classe! Il primo dei cinque anni di studio lo superai di getto, con l’entusiasmo alle stelle. Fui promosso subito a giugno, senza portare alcuna materia a settembre per la riparazione. Il secondo anno lo iniziai come al solito, tutto baldanzoso, ma poi, durante l’anno, successero delle cose che mi sconvolsero interiormente, mi distrassero e mi fecero portare a settembre, da riparare, due materie: matematica e inglese. 21


In matematica ero un cannone, non mi preoccupavo minimamente, in inglese invece, ero una forte schiappa; c’era quasi del rifiuto inconscio verso questa materia. Peccai d’orgoglio, ritenendo che non avessero osato farmi ripetere l’anno per la sola deficienza in inglese. Mi preparai da solo, per ovvi motivi economici, e perché sottovalutai troppo l’inglese. Infatti, a settembre superai l’esame di matematica con 7/10, in inglese non meritai più di 2/10 perché non aprii bocca, e quando l’aprii sbagliai tutto! Ovviamente mi bocciarono. Cosa era successo? Perché ero cambiato così tanto da trascurare anche lo studio? No, le ragazze non c’entrarono, o meglio, c’entrarono solo inizialmente. Anzi, adesso che ci penso, furono solamente una astuta esca! Chi la preparò sapeva molto bene il fatto suo, ora è chiaro. Evidentemente mi conosceva molto bene, più di me stesso! Ma veniamo ai fatti. Un giorno venne una bella compagnia di persone, giovani e meno giovani, a far visita a mio zio Raffaele (il marito della zietta); c’erano anche delle belle ragazze che subito adocchiai, e alcuni ragazzi simpatici. Li guidava un signore con i baffetti sottili, ben sbarbato e gentile nei modi. La voce era affabile e avvolgente, il tono profondo e suadente. Era un piacere ascoltarlo mentre parlava. Sprizzava gioia da tutti i pori e la trasmetteva ai presenti. Queste le mie prime impressioni. L’argomento del suo parlare, poi, mi avvinse più che il suono melodioso della sua voce, tanto da farmi momentaneamente distrarre dal primo motivo della mia partecipazione alla riunione che si tenne quel giorno stesso in casa di questo mio zio. In quel momento erano gli occhi di una splendida ragazza della compagnia ad attirare la mia attenzione. L’argomento principale di quella riunione fu una specie di conferenza ad una voce, sviluppata attorno a un avvenimento della vita di Gesù Cristo, così come veniva raccontato nei Vangeli, che attirò moltissimo la mia attenzione.

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Le persone, seppi poi, erano della comunità Metodista di Bagnoli (periferia industriale di Napoli), e l’uomo che li guidava si chiamava Napoleone, era il Pastore di quella comunità. Finita la riunione cercai subito di approfondire con “quella” ragazza l’amicizia. Fu molto affabile, parlammo del tema svolto dal Pastore e di altri argomenti. Alla fine della riunione restammo d’accordo di rivederci direttamente a Bagnoli, nel luogo dove regolarmente si riunivano assieme a tutti gli altri “fratelli e sorelle” per adorare il Signore e leggere la Sua Parola. Stranamente non ho mai ricordato, né ricordo tuttora, il nome di quella ragazza. Subito dopo gli avvenimenti spirituali cruciali che mi coinvolsero, da allora non ho più ricordato il nome di quella ragazza; seppi poi che era fidanzata con un caro ragazzo del gruppo, di nome Giuseppe. La domenica successiva, di buon’ora, presi i due mezzi pubblici necessari che mi portarono al lato opposto della città, fino a Bagnoli. Anche mia madre volle venire; anche lei era attratta da questa nuova situazione. Non avevamo mai sentito nulla di simile, sapevamo solo che lo zio Raffaele conosceva questa gente e che alcuni vecchi conoscenti di mia madre avevano già abbracciato questa “fede”, del tutto nuova per noi. Ci appariva strana e ci incuriosiva, anche perché i fedeli venivano chiamati protestanti; infatti, non praticavano il culto delle immagini sacre e della venerazione-adorazione dei Santi, considerata un’idolatria insopportabile! Lo stesso crocifisso era spoglio, senza alcuna immagine o scultura di Gesù in croce. Ci piaceva e ci attirava, però, il coinvolgimento diretto con Dio, che predicavano e, soprattutto, praticavano con sincerità, invece dei colloqui indiretti, attraverso “rappresentanti”, come predicava la Chiesa Cattolica. Non ricordo quante volte ritornai in quel luogo di culto. Certo è che mi attirava sempre più capire certe cose dei Vangeli e sempre meno tutto il resto. Si stavano pian piano ribaltando tutte le mie iniziali priorità e trasformando tanti miei convincimenti! Avevo sempre ritenuto una cosa buona e giusta la venerazione dei Santi. Non avevo mai pensato, né mi era mai sfiorata l’idea di un 23


rapporto interiore diretto con Dio, nella persona di Gesù Cristo, tramite lo Spirito Santo, quindi senza alcun intermediario. Leggendo assieme a questa gente i Vangeli, studiandoli e approfondendoli assieme al pastore, mi si apriva davanti, per la prima volta, un nuovo mondo spirituale che mi affascinava e attirava totalmente. La figura di Gesù mi prendeva in modo particolare a tal punto che, quando leggevo la Sua passione, mi venivano le lacrime agli occhi per la commozione. A volte mi capitava addirittura di identificarmi così tanto alle Sue pene, da mettermi a singhiozzare per le sofferenze che Egli provava in quei tristi momenti, da me rivissuti con la semplice lettura degli eventi! Allora odiavo gli ebrei e i romani che L’avevano messo in croce, e promettevo a me stesso che se fosse ritornato Gesù Cristo ancora in mezzo agli uomini, l’avrei sicuramente riconosciuto e sarei rimasto con Lui per amarlo più di quanto lo amassi in quel momento. Pregavo che ritornasse presto in mezzo a noi. Non sapevo ancora che, di fatto, era già in mezzo a noi uomini: infatti, si era ancora incarnato con un Nome ed una Forma! Ad un certo momento mi accorsi di andare in mezzo a quelle persone non più per “quella” ragazza e per “quel” fine, o per il bel parlare del Pastore, ma stavo bene assieme a loro perché mi calzava a pennello l’atmosfera che suscitava la pratica sincera della parola di Gesù Cristo. Tuttavia non “appartenevo” ancora alla loro comunità e tutti i miei sentimenti li conoscevo solo io, gli altri intuivano solo che qualche cosa in me era successo, che mi aveva cambiato così tanto, specialmente nella mia famiglia e tra i miei parenti ed amici, perché mi vedevano stranito come non mai, distratto da chi sa quali pensieri. Una domenica il Pastore fece una predica con tanto fervore che mi coinvolse più del solito. A distanza di anni devo dire però che, più che il fervore del pastore, furono le particolari parole del Nuovo Testamento, citate e declamate con amore dal Pastore, che mi presero in modo repentino e totale. 24


Il sermone verteva sulla guarigione dello “storpio fin dalla nascita”, davanti alla porta detta “Bella” del Tempio di Gerusalemme, avvenuta per il tramite di Pietro Apostolo, come descritto negli Atti degli Apostoli al Capitolo 3-1,10. Le parole, che sentii essere rivolte a me, furono quelle dette da Pietro in risposta allo storpio che gli chiedeva l’elemosina, davanti a quella porta del Tempio che egli stava per varcare assieme a Giovanni per la preghiera del pomeriggio: “Non possiedo né argento, né oro, ma quello che ho te lo dò: nel nome di Gesù Cristo, alzati e cammina!” ed io mi alzai e camminai fino al pulpito, dove il pastore mi abbracciò esultando e glorificando Dio. Superfluo dire che ero in un mare di lacrime, che sentivo liberatrici, come se un gran masso mi fosse stato tolto dalle spalle. Avevo quasi 17 anni, ma lo Spirito che mi era scoppiato nel cuore, svelandoSi con una vampata di calore, era di un amore mai provato prima: sentivo di amare tutti, piangevo e abbracciavo tutti i presenti, ridevo di gioia e di stupore. Sicuramente apparivo un “fuori di testa”. Mi riportarono al posto dove ero seduto prima e cercarono di calmarmi. La predica del pastore terminò quasi per forza, comunque tutti erano felici e glorificarono il Nome del Signore. Da quel giorno la mia vita cambiò molto. Persi subito alcune brutte abitudini e si mitigarono notevolmente certe passioni, incanalandosi sempre meglio alla luce della Sua Parola che mi misi a studiare con molta più lena di prima. La mia famiglia fu coinvolta positivamente e, successivamente, aderirono alla comunità anche i miei genitori. Mia madre l’avevo già vista piangere, anche se per altri motivi, quindi non mi fece molto effetto quando pianse di gioia davanti a tutta la comunità, ma le lacrime di mio padre mi colpirono nel profondo molto, molto in positivo. Vedevo per la prima volta mio padre piangere e pregare il Signore! Fu una cosa stupenda, meravigliosa, una bella emozione che lasciò il segno per molto tempo, grazie a Dio.

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Sull’onda dell’entusiasmo anche mia nonna materna fu coinvolta e, nonostante l’età avanzata, volle testimoniare anche lei pubblicamente la sua “nuova” fede. Bagnoli era molto lontana, sicché dopo qualche mese di spola tra casa e Chiesa, gli “anziani” della nascente comunità decisero di iniziare in casa di mio zio Raffaele tutta l’attività religiosa, scegliendo il giovedì (!) come giorno infrasettimanale per il culto al Signore e lo studio delle Scritture, in attesa di soluzioni migliori. Fu l’inizio, perché dopo poco tempo gli stessi “anziani” trovarono ed affittarono dei locali che, in breve tempo, furono pronti per essere inaugurati come nuova sede della Chiesa Cristiana Evangelica Metodista del Rione Berlingieri di Secondigliano, periferia nord di Napoli, oggi tristemente nota per ben altri violenti motivi! Cantavamo le lodi al Signore in questo nuovo posto aperto al pubblico il giovedì sera e la domenica mattina. Il Signore ci stava vicino, ci riempiva del Suo Amore e ci riempiva il cuore di una grande gioia che trasmettevamo a tutti quelli che, curiosi, entravano nei nuovi locali adibiti a luogo di culto. Era un periodo in cui sentivamo forte il desiderio di portare la Buona Novella anche agli altri fratelli lontani. Ricordo un giorno, quando ancora si predicava in casa di mio zio Raffaele, il pastore mi chiamò a testimoniare la mia fede davanti a tanti giovani, miei compagni di strada, amici di giochi e divertimenti vari fino a poco tempo prima, lì riuniti curiosi della novità. Ebbi un po’ di timore prima di iniziare, poi, parlando di ciò che mi era accaduto da poco tempo, il coraggio aumentò. Alla fine mi sentivo un leone, tanto forte che quasi ruggii a tutti i presenti di salvarsi nel Nome di Gesù Cristo, gridandolo alla platea attonita di compagni di strada in lacrime con me. Che meraviglie faceva in quei giorni il Nome del Signore! Quei giorni pionieristici, dal punto di vista della mia maturazione spirituale furono vigorosi, sicuri di ciò che si voleva e si andava dicendo in giro a tanta gente del popolino, gente come noi, non troppo istruita e facile ad infiammarsi se parlavi loro col cuore in mano. Ma erano anche giorni fin troppo emotivi, e se calava l’entusiasmo il pericolo di qualche brutta scivolata e caduta era in agguato. 26


Di ciò il Pastore (il buon Napoleone prima ed il professor Maselli dopo, nostre guide spirituali) ne era ben consapevole, perciò ci spronava all’approfondimento delle Sacre Scritture, ma innanzitutto ci ordinava di non mancare assolutamente mai all’assidua preghiera che era, ci diceva, l’unica nostra vera forza: guai a trascurare la preghiera. Piano, piano la roccia su cui avevamo posto la nostra vita spirituale, senza la linfa vitale della preghiera quotidiana e sincera si sarebbe sgretolata sotto i tremendi colpi delle furiose intemperie del mondo. Il buon Napoleone si accertava poi che in casa si praticasse la lettura quotidiana della Bibbia con tutta la famiglia riunita e, infine, che si chiedesse la benedizione del Signore ogni volta che si mangiava qualcosa, con la preghiera di ringraziamento, affinché quel cibo ci rinvigorisse non solo il corpo ma soprattutto l’Anima! Quante buone, sane e sante abitudini iniziai ad assimilare. Il Signore mi stava proprio vicino, Lo sentivo sempre più vivo nel cuore. Che fortunati eravamo ad avere delle così ispirate guide pastorali. Pensare che il primo nostro pastore, Napoleone, prima di incontrare il Signore, come spesso ci raccontava lui stesso, era stato un gran bevitore di vino, un alcolizzato. A guardarlo non si poteva immaginarlo nemmeno con una fervida fantasia. Cosa non fa la Grazia di Dio! Ripetei la seconda classe dell’Istituto Tecnico “E. Fermi” nella nuova sezione distaccata di Caivano, invece che in sede a Napoli. Riporto questo particolare perché avevo iniziato nel frattempo a scrivere delle poesie e, guarda caso, una poesia che avevo da poco scritta si adattava perfettamente alla traccia di un tema in classe di italiano. Fu un attimo riscriverla; era breve, occupò solo una facciata del protocollo e fui sorpreso del voto altissimo che mi diede la insegnante di lettere, con tanti elogi verbali da confondermi piacevolmente perché inaspettati. Superai l’anno con ottimi voti. Iniziai il triennio di specializzazione a Napoli, in sede, scelsi la Tecnica delle Costruzioni Aeronautiche, materia che mi attirava molto perché inerente al mio sogno di fare il pilota. Ho già detto che la fisica era una materia che mi piaceva studiare. Con questa

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specializzazione iniziai a studiare la Fisica dei Fluidi, molto importante per capire gli accadimenti tecnici che seguirono negli anni. La Fisica dei Fluidi, infatti, si può generalizzare e chiamare semplicemente Dinamica dei Fluidi, o meglio ancora Fluidodinamica, termine che rincontrai dopo svariati anni e in occasioni impensabili. Fu proprio durante quel primo anno di specializzazione che, studiando Aeronautica Generale, conobbi anche il famoso fenomeno chiamato Effetto Magnus. 2 A dire il vero, esso venne appena accennato dall’ingegnere, e altresì legato all’applicazione sperimentale su una rotonave che fu appositamente costruita nel XIX° secolo per provare la nuova trazione che nasceva dalla tecnologia applicata di questa nuova legge fisica, scoperta attraverso lo studio della dinamica dei fluidi. L’ingegnere aeronautico, nostro insegnante, ci disse che il fenomeno tecnologico/sperimentale non ebbe il successo sperato, pertanto fu abbandonato e, con esso, anche il collegato studio sull’Effetto Magnus quale suo più evidente approfondimento, che invece si sarebbe rivelato essere poi di grandissima importanza e di notevole portata per lo studio della materia in generale, come ben dimostrano le analisi teoriche e gli esperimenti pratici effettuati dall’emerito scienziato Prof. Dott. Ing. Marco Todeschini di Bergamo. Agli inizi di quell’anno scolastico ebbi l’occasione di incontrare e fare amicizia con una ragazza, figlia unica di un amico e compagno di lavoro di mio padre. Avevamo la stessa età, forse lei aveva un anno meno di me, non ricordo bene. Fatto sta che mi si appiccicò subito addosso. All’inizio ne fui alquanto compiaciuto, poi però le cose incominciarono a trascendere, nel senso che la ragazza cercava spesso di stuzzicarmi sensualmente e mi invitava sfacciatamente, tra mille moine, a fare sesso. Ci restai di stucco. Ero sbalordito! Non mi aspettavo una tale iniziativa, così marcata, in una ragazza così giovane. 2

Magnus Gustav Heinrich (1802-1870), chimico e fisico tedesco.

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Il mio istinto fu quello di approfittare della facile occasione, però la mia reazione ragionata fu di trovare una scusa plausibile per non cedere a quella strana e, troppo facile, occasione per fare sesso. Mi inventai il luogo e il momento non propizi, dicendo che avrebbero potuto coglierci pericolosamente in flagrante. Quel giorno me la cavai. Ma guarda come ero cambiato! In altri momenti sarei partito in quarta senza pensarci su due volte. Benedetto Signore! La cosa si fece piuttosto pesante quando, non ricordo più per quale ragione, mi trovavo a casa di quella ragazza e mi accorsi che sua madre cercava, in mille modi, di buttarci una nelle braccia dell’altro. Addirittura trovò una scusa per lasciarci soli in camera da letto. In quell’occasione molto difficile ebbi ancora la forza di respingere la figlia e mandare a quel paese la madre, uscendo da quella casa disgustato e arrabbiato! Il mio papà, quando lo seppe, probabilmente perse quel compagno di lavoro e la sua amicizia, perché tutti i rapporti tra le due famiglie furono di colpo troncati. Seppi successivamente che la ragazza era stata messa incinta da qualcuno che era sparito dalla circolazione, e lei, ma più sua madre, cercava un gonzo da costringere al matrimonio! Diversamente invece, avvenne con un’altra ragazza un paio di anni più tardi, quando mi trovavo al quinto anno di ITIS, quello della maturità. La situazione era del tutto diversa e, intanto, erano successe anche diverse altre cose nell’ambito della famiglia e della comunità evangelica nella quale professavamo la nostra fede. Ero maggiorenne, avevo quasi ventidue anni, quindi ero legalmente responsabile di tutte le mie azioni (la maggiore età allora si acquisiva ai ventuno anni compiuti), senza più dipendere dalla patria potestà. Nella neonata Comunità Evangelica Berlingieri le cose andavano in modo splendido. Erano tutte rose e fiori? Certo, senza dimenticare che dove ci sono le rose vi sono anche le spine, e se si accettano le prime bisogna allo stesso modo, accettare anche le seconde.

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A parole tutti lo sappiamo, le difficoltà sorgono quando le spine si fanno sentire con tutte le conseguenze! Agli inizi della nuova professione di fede eravamo tutti felici ed entusiasti. Quando il Pastore commentava le Sacre Scritture era solito ripetere che “È la Fede che salva”, “Senza Fede non c’è salvezza”, ripeteva in ogni sermone. Tutto vero. Il problema stava solo nel mantenere viva “quella Fede”, coerente e costante nel tempo e nello spazio. La soluzione il Pastore la indicava a tutti, con l’insegnamento verbale ma soprattutto con il suo personale esempio quotidiano. Egli ci diceva che l’unica medicina, naturalmente ricostituente per la nostra salute spirituale e per una sana convivenza comunitaria, era ed è la PREGHIERA, sincera e costante, detta da soli, in compagnia, in famiglia e in comunità, in altre parole: sempre. Senza la preghiera le buone intenzioni vanno a finire su quella famosa “strada lastricata di buoni propositi” che non si sono mai realizzati, dove maturano addirittura cose opposte agli stessi buoni propositi. Senza entrare in inutili particolari, voglio solo dire che dopo circa due anni, la frequenza di qualche persona, della mia famiglia e di altre famiglie, alle riunioni del giovedì prima e, addirittura, anche alle domenicali poi, si affievolì sempre più marcatamente, fino a che le scuse per le assenze non venivano più nemmeno date, infatti nessuno più ci credeva. Mio padre fece, agli inizi, un gran fuoco di paglia, che in breve tempo si consumò. La bella preghiera in famiglia, infatti, durò poco. Ciò che non mancava mai era il gioco: delle parole crociate, del biliardo, delle carte, degli scacchi poi con me. Qualsiasi gioco andava bene purché non si mettessero in mezzo certi argomenti che, probabilmente, gli rimordevano un poco la coscienza. Tutto ciò, assieme alle mie tendenze innate, nel giro di pochi anni indebolì la mia vita spirituale. Conseguenza di ciò fu che l’ambiente e le circostanze varie, che si presentarono molto puntualmente, divennero un’attrazione irresistibile.

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Non pregavo più, la preghiera di ringraziamento fu demandata a mia madre e a mia nonna, finché fu detta solo mentalmente. Poi non fu detta più del tutto. Mia madre fu più forte di tutti e fu la unica a sostenere la fiaccola della fede, assieme a mia nonna Fortuna. Purtroppo i problemi se non si risolvono ritornano in evidenza ad ogni minima occasione, sempre più incalzanti e, per certi problemi, non basta una vita, probabilmente, per essere risolti in modo definitivo. Arrivai all’anno della maturità scolastica con una situazione spirituale che aveva quasi dell’incredibile e un morale a pezzi. Avevo cercato di mettere in un cantuccio la mia coscienza, senza darle troppo peso, ma era sempre lì, sullo sfondo della mia vita, pronta a farsi sentire se l’occasione fosse stata propizia. Purtroppo tutt’altre occasioni si presentarono durante questi lunghi anni di crisi, occasioni di tutti i tipi: di gioco, di donne facili e di birbanterie varie, che non mi feci scappare, senza mai eccedere però, restando sempre in certi limiti. Per esempio: bevevo alcolici ma non troppo da ubriacarmi, giocavo molto a carte, a biliardo, ma non d’azzardo, giocavo a scacchi con mio papà spesso. In seguito, dopo qualche anno, il gioco degli scacchi mi portò addirittura sull’orlo del divorzio e perfino ad un tentativo misero di suicidio. Ecco a cosa può portare il “gioco”, ovvero la “mente”, quando la si lascia fare ogni capriccio e correre in tutte le direzioni a briglie sciolte! Molto spesso gozzovigliavo in giro, di notte, assieme ai miei cugini, come dei fannulloni e, a volte, in compagnia di un ladruncolo locale, senza tuttavia mai partecipare a furti o ladrocini vari, solo per ascoltare le bravate di costui che ci raccontava le sue spacconate, facendosi bello davanti ai nostri occhi di ingenui bambinoni! Arrivò il giorno in cui conobbi una cugina di un mio buon amico, futuro mio cognato. Era una bella ragazza che lavorava come donna delle pulizie e baby-sitter per una famiglia sita nel più altolocato quartiere di Napoli: il Vomero. Mi piacque subito e capii di non esserle indifferente. 31


Abitava in un paesino vicino Napoli chiamato Melito. Le prime volte restavo ad aspettarla ad una fermata intermedia dell’autobus, che sapevo prendeva ad una certa ora dal Vomero per tornare a casa alla fine della giornata di lavoro. Lei lo sapeva, mi cercava con gli occhi e appena mi vedeva scendeva subito dalla corriera. Ci appartavamo in qualche vicoletto scarsamente illuminato nei pressi della stessa fermata. Erano sempre incontri brevi ma intensi, poi ripartiva con la corriera successiva, proseguendo la corsa fino al suo paese, dove erano ad aspettarla i suoi parenti. Erano sempre incontri che mi lasciavano addosso una smania e stuzzicavano non poco la mia fervida fantasia sensuale. A volte capitava che la domenica c’incontravamo in un posto prestabilito da dove, con l’autobus, raggiungevamo il parco di Capodimonte per fare delle stupende passeggiate molto romantiche nei pressi del Museo. Erano giornate piene di trasporto passionale, spesso fino al pieno appagamento. Pensavo di essermi veramente innamorato. Non mi bastavano più gli incontri fugaci o le ore rubate alla scuola o allo studio, giornate trovate qua e la, volevo stare insieme a lei di più, il più possibile! Arrivai a disertare le lezioni due giorni di seguito, per cercarla e stare insieme a lei dalla mattina alla sera. In un primo tempo mi disse al telefono che il mio desiderio di stare insieme tutto il giorno, pur condiviso, era impossibile praticarlo, perché era pericoloso lasciare il bambino che accudiva, da solo in casa, per stare in giro con me. Mi invitò perciò a salire da lei, giacché i genitori del bambino lavoravano fino a sera e non c’era alcun pericolo che ritornassero prima di una certa ora pomeridiana avanzata. Fu l’inizio dello sfacelo! Il desiderio passionale mi prese così forte che persi totalmente il senso del dovere verso me stesso e i miei genitori. Dimenticai tutti i buoni propositi, le speranze che tutti avevano riposto in me, gli studi che dovevo portare a termine, tutto!

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C’era solo lei, la mia passione, che mi ammaliava e mi istruiva con lezioni ben più dolci di quelle di Aerotecnica, che cercavo di ripetere senza mai stancarmi, per poterle apprendere sempre meglio. Ero un buon allievo e imparavo in fretta! Da quel giorno l’assenza dalle lezioni scolastiche divenne prima saltuaria poi, negli ultimi mesi cruciali di scuola, fu costante e totale. Ero del tutto apatico e rimbecillito, completamente accecato dalla passione e dal desiderio di quella dolce femminilità, mai gustata così tanto e così bene a fondo! I compagni di classe, che agli inizi mi invidiavano, quando però si accorsero della mia morbosità suicida, cercarono di farmi ragionare, altrimenti correvo il rischio di non essere ammesso nemmeno agli esami di maturità per troppe assenze! Fui stupidamente irremovibile e, imperterrito, continuai nel mio sensuale cammino di autodistruzione; non ascoltavo nessuno, né parenti né amici. L’apatia a tutti gli stimoli esterni, diversi da quelli sessuali, era totale. Ero deciso anche a sposarla, se solo me l’avesse chiesto. L’ultima possibilità che tentarono coloro che veramente mi volevano bene, i mie genitori, fu quella di farmi aprire gli occhi davanti alla evidente leggerezza di costumi che la ragazza aveva, non solo con me ma con tutti gli spasimanti che, nello stesso tempo, aveva e usava, e con i quali, con molta disinvoltura, si compiaceva e cercava di manipolare a suo piacimento. Ci riusciva, però, solo con me, perché gli altri, constatai, non l’avevano messa su un piedistallo come invece avevo fatto io, povero allocco alle prime armi! Fu, finalmente, evidente anche ai miei occhi quanto tutti mi avevano sempre detto e ripetuto. Quando lei capì di non essere più per me ciò che era sempre stata fino al giorno prima, cambiò completamente tattica. Voleva farsi sposare! Ma ormai avevo capito che la mia era solo passione fisica, non vero amore. Era solo ed esclusivamente l’attaccamento di un pivello alle prime armi!

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Risposi che dovevo finire prima gli studi. Non avevo ancora il coraggio di dirle in faccia ciò che avevo scoperto di lei. Non ero ancora del tutto libero dai suoi profumati lacci e lacciuoli! Lei capì tutto e cercò di insinuarmi il pensiero di una gravidanza. Restai sbalordito e ammutolii. La salutai con quel pensiero che mi arrovellava, dissi tutto ai miei genitori anche di essere disposto a sposarla se era il caso. I miei genitori parlarono con quelli di lei e appurarono che era tutta un cosa inventata dalla ragazza solo per indispettirmi e impaurirmi. L’ultimo mese e mezzo che restava di scuola lo passai, finalmente, al mio giusto posto: tra i banchi di scuola a cercare di capire le ultime lezioni degli insegnanti. Era, però, troppo tardi! Non fui ammesso agli esami di luglio e mi rimandarono in tutte le materie, cioè la maturità, alla sessione di settembre per troppe assenze! Tutti mi consigliarono di ripetere l’anno perché, anche superando tutti gli esami di settembre con alti voti, sarebbe rimasto comunque un pessimo diploma, ma non volli sentir ragioni, e mi buttai a capofitto, notte e giorno, a studiare tutto ciò che avevo lasciato indietro. Non volevo sobbarcare i miei genitori di un altro lungo anno di sacrifici. Dovevo terminare gli studi a tutti i costi. Superai la maturità con il minimo punteggio necessario: 6/10, ma almeno chiusi quel ciclo di studi! Ricordo che nello scritto di italiano parlai della Bibbia, in particolare del Vangelo di Giovanni, con citazioni e spiegazioni metafisiche che colpirono molto positivamente la commissione d’esame; penso che questo scritto influenzò molto il giudizio finale della stessa, perché meritavo la bocciatura almeno per Tecnica delle Costruzioni! Evidentemente questo diploma, il documento cartaceo, doveva essere ininfluente per il percorso della mia vita, mentre dovevano essere di vitale importanza gli studi successivi di filosofia, in particolare quelli orientali vedantici! Partii per militare di leva con la classe del 1947, cioè con più di due anni di ritardo a causa degli studi. I quindici mesi di ferma furono utili e formativi dal lato disciplinare. Imparai ad essere più ubbidiente, quindi più umile; nello stesso 34


tempo, però, imparai anche a farmi valere qualora fossi stato convinto delle mie buone ragioni. Imparai con “camere di punizioni semplici e di rigore” a sostenere i vari contrasti con gli “anziani” e con certi superiori di grado, anche sottufficiali, che spesso abusavano della loro autorità con piccoli, fastidiosi, soprusi. Cose non gravi ma, per me, insopportabili. Alla fine il servizio di leva, tutto sommato, risultò positivo, perché smussò molti spigoli del mio brutto carattere, specialmente dal punto di vista della convivenza sociale. Finito il servizio militare iniziò il calvario per trovare quel famoso “posto” di lavoro! La mentalità congenita di gran parte di noi meridionali di avere a tutti i costi un posto fisso di lavoro, bloccò alcune strade che, con un pizzico di intraprendenza, avrei potuto percorrere. Infatti, potevo fare il rappresentante venditore per diverse ditte e poter iniziare così a portare a casa un po’ di soldi, invece questa possibilità non fu presa nemmeno in considerazione. Bisogna, però, tenere presente che non avevo ancora la patente per guidare né l’automobile, indispensabile per svolgere quel tipo di lavoro. Avrei potuto procurarmi la patente, chiedendo ai miei genitori i soldi necessari, ma certamente non avrei potuto procurarmi da solo un’auto, sgangherata che fosse stata. Mia madre si mise a cercare nella giungla delle raccomandazioni per farmi avere un posto fisso decoroso, a Napoli. Ricordo che cercò e trovò una raccomandazione per farmi entrare nella Compagnia Napoletana Gas, ma con risultato negativo, perché le dissero: “Il santo in paradiso che avete, signò, è troppo piccolo!” C’erano in ballo altri più potenti santi che funzionavano assai meglio del mio. Fuori di metafora, significava che avevo una raccomandazione debole rispetto ad altre scese in campo per quel posto di lavoro. Ci avevamo rimesso, però, un mio quadro ad olio che avevo dipinto da poco; regalato, per l’occasione, allo pseudosanto. Era una bellissima natura morta 40x70, un vaso con fiori che mi piaceva moltissimo. La stessa cosa successe per altre due o tre occasioni simili, senza nulla perdere però, tranne il tempo e il sudore. 35


Nel frattempo mi preparai per prendere il brevetto di Motorista di Aeromobili, esame che si svolse a Roma nella sede dell’Alitalia. Lo superai molto bene e potevo sperare d’essere assunto dalla Compagnia come motorista, oppure da qualche Compagnia aerea collegata, tipo ATI, invece fu tutto inutile. Ci voleva almeno un “mammasantissimo” per essere assunti. Ci rinunciai. E dire che il mio sogno era addirittura di fare il pilota! Gli occhi, però, mi avevano tradito subito alla prima visita medica che feci, prima del servizio militare, per cercare di entrare nell’Accademia Aeronautica Militare e intraprendere la carriera militare di pilota o, in subordine, quella di Ingegnere Aeronautico. Come pilota non ero idoneo, come ingegnere il diploma che avevo era insufficiente, ma come motorista ero idoneo. Pazienza, mi dissi con amarezza, ci sarà pure un posto di lavoro anche per me da qualche parte. Basterà solo cercare la strada giusta che mi permetterà di trovarlo. Invece, sembrava che le strade fossero tutte ermeticamente chiuse solo per me. Infatti, diversi colleghi furono assunti dalla compagnia aerea ATI, chi come steward sui voli di linea, chi come Assistente di volo, chi come Motorista. Non credo che avessero quella forte raccomandazione che pretendevano da me, perlomeno non tutti. Allora incominciai ad avere il sospetto che il “mio” diploma fosse carente, perché avuto con il minimo punteggio e, peggio, in sessione autunnale. Me lo avevano detto! La colpa, quindi, era da attribuire solo a me: mi era piaciuta la bicicletta e adesso dovevo solo pedalare! Entrai, di conseguenza, nell’ottica di cercare un posto di lavoro indipendentemente dal diploma che avevo, in qualsiasi luogo si trovasse. Ero stufo di continuare a chiedere soldi ai miei genitori: per le sigarette, per il cinema, ecc. Nel frattempo si era sposato a Napoli, con una bella ragazza napoletana, il mio futuro cognato Mario, fratello maggiore della mia futura moglie: “o milanese”, veniva da tutti chiamato. In quella occasione incontrai mia moglie per la seconda volta. La prima volta fu due anni prima, in occasione delle vacanze estive che venne a trascorrere al mare assieme alle sue due sorelle. 36


La prima volta la vidi solo di sfuggita, senza nemmeno avere la occasione di parlarle. Questa volta, invece, fui più fortunato, perché scambiammo alcune battute, probabilmente convenevoli di presentazione, perché non ne ricordo nemmeno una. Ricordo solo che c’era un dolce intreccio tra due sorelle su tre, con due fratelli, cugini miei e delle stesse sorelle. Non sapevo però, quale delle tre sorelle fosse libera. Questo fatto bastò a tenermi a freno. Pur avendo adocchiato mia moglie, la più grande delle tre sorelle, non osavo dire niente a nessuno, né chiedere spiegazioni ai miei cugini. La cosa, quindi, sembrò finire lì. Una sera si presentò a casa un mio ex compagno di scuola proponendomi un lavoro certo, se solo fossi stato disposto a trasferirmi a Milano o provincia, perché la ditta aveva bisogno di alcuni tecnici per lo stabilimento di Brugherio, nei pressi di Monza, della Dardanio Manuli SpA. Colsi la palla al balzo e, assieme a mio cugino Giannino, accettammo la proposta. Arrivammo a Brugherio un freddo pomeriggio di gennaio del 1970, pieno di nebbia. Eravamo partiti da Napoli al mattino con un sole splendente e con la Cinquecento di mio cugino un po’ sgangherata e pieni di entusiasmo! Le pratiche dell’assunzione furono presto sbrigate e la sera ci portarono in un camerone all’interno della fabbrica, dove dormimmo assieme ad altri tipi come noi. Al mattino alle sei iniziammo subito il primo turno di lavoro. Ci avevano assunti come operai generici invece che impiegati tecnici, come avevano promesso alla partenza. La cosa andò avanti per qualche giorno, poi reclamammo, insistendo sulla qualifica. Il caporeparto, senza scomporsi minimamente, fece rifare dall’ufficio assunzioni il nostro nuovo inquadramento come impiegati tecnici di terzo livello e ci rimandò allo stesso posto di lavoro di prima. Le mansioni erano rimaste le stesse. Noi pensavamo di lavorare negli uffici con il camice bianco, invece ci toccò la tuta blu da operaio con la qualifica da impiegato. La cosa poteva andare avanti tranquilla se non avessero assunto altri ragazzi come noi, con la stessa

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qualifica di impiegato tecnico ma con mansioni d’ufficio, come pensavamo fin dall’inizio dovesse essere per noi. Ci rivolgemmo ancora al caporeparto, spiegando tutta la situazione e le nostre aspettative. Questa volta ci disse subito che non era possibile soddisfare le nostre richieste: o così o dimetterci. Ci dimettemmo e andammo per qualche giorno a casa delle cugine di Giannino, quelle famose tre sorelle il cui fratello si era da pochi mesi sposato a Napoli. Tutto l’arcano cerchio del “destino” si chiudeva finalmente. Ero arrivato dove “qualcuno” aveva voluto che arrivassi? Mio cugino decise di passare qualche giorno di vacanza e poi sarebbe ritornato a Napoli, dove aveva altre prospettive di lavoro e di vita assieme ai suoi fratelli; io invece, che a Napoli non avevo alcuna prospettiva, decisi di trovarmi un altro lavoro, uno qualsiasi pur di non tornare sconfitto. Fui ospitato nella nuova abitazione dei parenti di mio cugino, restando assieme a loro fino a che non avessi trovato un lavoro e un decente alloggio. Mio cugino dopo qualche giorno partì. Dopo poco tempo fui assunto come impiegato assistente in forgia, in una ditta di Solbiate Arno, paese a circa cinque chilometri da Cavaria, dove ero ospitato dalla famiglia della mia futura moglie. Allora non ero consapevole della vicinanza del Signore. Pensavo di doverLo cercare in Chiesa, ma mi mancava il tempo per andarci, mi dicevo. Dopo un po’ che lavoravo a Solbiate Arno, una domenica decisi di andare nella Chiesa Metodista di Varese. Pensavo di trovare lo stesso ambiente di Bagnoli, ma non fu così. Le persone le sentivo fredde e distanti. Sicuramente era il mio cuore che proiettava sugli altri ciò che esso stesso aveva dentro. Non ritornai più in quel luogo. Ogni tanto il pensiero andava al Signore, ma erano casi sporadici. Intanto sbocciò l’amore tra me e mia moglie. Non fu quella passione travolgente come le volte precedenti, con le altre ragazze. Il mio egoismo e le necessità contingenti quasi certamente influirono sul rapporto, specialmente agli inizi.

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Il lavoro c’era ma non ero soddisfatto. Invece di trovarmi un alloggio mi misi d’accordo con la futura suocera e restai in casa. Fu un errore, perché il mio brutto carattere, molto introverso e, in quel particolare periodo, molto egoistico, mi avrebbe giocato dei brutti scherzi. Sentivo una insoddisfazione dentro che sicuramente era dovuta alla deviazione dalla spiritualità interiore, ma allora non me ne rendevo conto e quindi l’attribuivo a mille altre cose, per esempio alla lontananza dalla mia terra d’origine, dalla mia famiglia, dagli amici, ecc. e ciò contribuì ulteriormente a farmi comportare in modo sbagliato in diverse occasioni. In casa di mia moglie non osavo parlare di certi argomenti, di conseguenza non ero sincero con me stesso e tanto meno con gli altri. Il mio brutto carattere influenzava l’ambiente dove mi trovavo: sul lavoro non mi apprezzavano, anzi, pensavano che non fossi capace di farlo bene e di essere un lavativo, per cui ad un certo momento fui costretto ad accettare certe condizioni oppure a dimettermi. Facevo l’aiuto del Caporeparto e rilevavo il tempo di lavoro degli operai in forgia e in officina. Il mio carattere mi portò a fare amicizia con gli operai piuttosto che con l’ingegnere e con il Capo. Rilevavo il tempo di lavoro degli operai e, invece di essere dubbioso sul numero di ore che spesso mi dicevano aver fatto, ero colposamente fiducioso e, spesso, addirittura ne aggiungevo di mia iniziativa affinché potessero racimolare qualche soldo in più in busta! Quei poveracci lavoravano in forgia come dei dannati, e quando passavo a rilevare i tempi mi commuovevo a vederli tanto affannare in quel modo, sembravano essere all’inferno! La cosa non era giusta e quindi non poteva durare. Ovviamente mi costrinsero alle dimissioni! In casa tenni nascosto il licenziamento, almeno finché non avessi trovato un altro lavoro. Provai in un tacchificio, come operaio. Mi fecero fare la prova d’arte che fu un mezzo fiasco. Incominciavo a preoccuparmi. Nel frattempo avevo preso la patente di guida, tipo B automobilistica. Dopo qualche mese che lavoravo comprai a rate una vecchia

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Simca d’occasione. Il fatto, quindi, che adesso ero senza lavoro ma in possesso di un’automobile, non mi fece preoccupare più di tanto. Infatti trovai lavoro come venditore di libri alla Mondadori, che mi diede la possibilità di poter spiegare in casa la mia nuova situazione. Il nuovo lavoro di venditore di libri andava bene e mi permise addirittura di cambiare auto: una Cinquecento di sei mesi, targata Torino! Spiegai la cosa dicendo che mi ero licenziato perché il lavoro da venditore mi avrebbe fatto guadagnare molto di più. Mi risposero che era plausibile, però ero stato troppo avventato a licenziarmi così in fretta; avrei potuto più tranquillamente aspettare e nel frattempo provare il nuovo tipo di lavoro. Avevano ragione, ma solo io sapevo i veri motivi. Accusai il colpo in silenzio, senza spiegarmi nemmeno con Liliana, la mia futura moglie. Incominciai il nuovo lavoro, come al solito, con molto entusiasmo. Infatti il primo mese racimolai provvigioni tali da quadruplicare il mio precedente stipendio di assistente in forgia. Fui molto soddisfatto, finalmente potevo anche racimolare qualche cosa oltre che dare ciò che dovevo di soldi in casa. Se il lavoro si stabilizzava e andava bene ogni mese come era andato il primo sarei stato a cavallo, avrei risolto veramente tutti i miei problemi contingenti, mi dicevo. Era chiaro, infatti, che tutti i dissapori in casa nascevano soprattutto da problemi economici. La futura suocera vedeva sua figlia innamorata di uno che non si impegnava molto nel lavoro e guadagnava poco per mettere da parte i soldi sufficienti per un eventuale matrimonio, ecc., perciò stuzzicava la figlia cercando di mettermela contro. Liliana, poverina, mi voleva bene e stava male quando sua madre brontolava, a volte anche pesantemente. Cercava conforto in me, ma innanzitutto cercava il sostegno da contrapporre alla madre. Ma in me c’era qualcosa di molto strano e incomprensibile, che mi faceva parlare in un modo ed agire in un altro. Questo mio abbietto comportamento mi faceva star male e reagire peggio! Capivo di comportarmi in modo innaturale, infatti non mi riconoscevo. Però, invece di reagire positivamente, cioè correggendo il 40


mio comportamento, cercavo di giustificarlo, trovando mille scuse puerili e campate in aria che non facevano che peggiorare la situazione. Un terzo estraneo avrebbe condannato il mio pusillanime comportamento che superava ogni altro tipo di vigliaccheria! Non mi sentivo a mio agio, ma il mio strano comportamento non faceva che peggiorare la mia già imbarazzante situazione che, ad un certo momento, divenne del tutto insostenibile. Mi lasciai con Liliana in modo molto ambiguo (come ero solito esserlo in quel particolare periodo), con la famiglia in modo piuttosto aspro. Non meritavano però la mia asprezza, anzi, la suocera era stata fin troppo gentile ad ospitarmi, in fondo ero poco più di un qualsiasi estraneo! La colpa oggi non posso che imputarla a me solo, ai miei problemi che venivano da lontano e che altri non potevano capire ma che io non dovevo mettere davanti a tutto, anzi, dovevo sforzarmi di superarli cercando di essere un po’ meno egoista. Invece non fu così, mi comportai come uno stolto che credeva di sapere tutto e capire tutto, senza considerare minimamente la dolcezza e l’amore che Liliana mi donava! Avrei capito qualcosa di più dopo un certo periodo di tempo di lontananza da lei. Lasciai Cavaria e la Lombardia tornando a Napoli sotto le ali protettrici dei miei genitori. Tornai con un trofeo: una Fiat Cinquecento seminuova, cioè di sei mesi! Il mio stupido orgoglio mi faceva sentire soddisfatto; potevo far vedere agli altri il frutto del mio impegno, e se ero tornato, mi dicevo e dicevo agli altri, era solo perché non mi capivano e non mi apprezzavano come invece meritavo! Come istupidisce l’ego! Ma ora mi fermo, basta proseguire. Il ritorno a Cavaria e il matrimonio con Liliana fu la vittoria del nostro amore che riuscì a superare tutte le mie stupidità! Sicuramente c’era “qualcuno” che manovrava i fili, come potemmo constatare dopo qualche anno, nel 1997 in India. Come proseguì la mia vita, a questo punto, ritengo superfluo dettagliarlo ulteriormente, perché le cose salienti, a monte, sono state 41


dette a sufficienza per capirne i punti nodali, e forse ogni altra parola potrebbe solo essere fraintesa! I.2. I miei studi filosofici … La Religione è segnaletica orizzontale, la Spiritualità è verticale

… che tanto desideravo fare da giovane, furono finalmente fatti, e appaganti, successivamente; penso siano evidenti nelle seguenti considerazioni esoteriche e in tutta la mia opera, soprattutto nella coerenza dei miei pensieri con le parole e le azioni; coerenza che cercavo in ogni spigolo del mio carattere da quando avevo ricevuto il darśana 3 di Sri Bhagavan Sathya Sai Baba! Considerazioni che ritengo necessarie per meglio capire la coerenza neotestamentaria con il Messaggio Cristico universale insito anche nei Veda, cioè perfettamente in linea con la Tradizione (non locale e tanto meno legata alle sole religioni): - il Vecchio Testamento, oltre ad avere una funzione esterioreessoterica, ne ha una più profonda e significativa che è interioreesoterica; ciò è dimostrato inconfutabilmente dalla Qabbalah o Masorah. Poiché il Nuovo Testamento è la conseguenza del Vecchio, ho pensato che la cosa più giusta da fare fosse quella di continuare con lo stesso tasto esoterico anche con il Nuovo Testamento, in particolare con i testi più significativi: il Vangelo di Giovanni e quello di Tommaso apocrifo ma verace, che ho approfondito per evidenziare che la Tradizione, anche nei Sacri Testi del cristianesimo, è non locale ma universale; - poiché i Misteri Eleusini ci fanno capire che Mosè ed Orfeo provengono dalla stessa Scuola Misterica Egiziana non dualistica, legata ai Veda, mi è sembrato che la cosa più giusta da fare fosse interpretare i due citati Vangeli tramite la fonte unica vedica, ispiratrice sia della Qabbalah che dei Misteri Orfici, tanto più che il Nuovo 3

Punto di vista, visione.

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Testamento si unisce al Vecchio anche grazie all’influenza che l’Orfismo ha avuto sul Cristianesimo nascente, fin dai primordi palestinesi; - infine, mi piace rilevare che mentre Orfeo incantava, ma soprattutto trasformava, gli enti incarnati con la sua celestiale Musica detta delle Sfere, Mosè preferì mettere per iscritto questa melodia universale tramite i Numeri (la Qabbalah) che la esprimono in modo preciso ed inequivocabile. Soprattutto per questo l’Albero della Vita fu da lui composto con le Sephira (Numeri), proprio per esprimere la stessa unica Musica Celestiale delle Sfere, che solo la Sfera Suprema di Keter, il Padre, permette di sentire! Se volete approfondire in senso occidentale la Tradizione, vi consiglio di leggere bene Ermete Trismegisto per chiarirvi alcuni concetti misterici che trovate sia in Occidente che in Oriente. Alla base della praticabilità del Messaggio Messianico, quindi della TRADIZIONE UNIVERSALE che ritrovate anche nella mia seguente EGODINAMICA che è chiaramente basata sui Testi Vedici, c’è una “tecnica” che ha le sue radici in quell’unico ed universale filone chiamato Tradizione. Oggi, come in passato e più ancora in futuro, grazie a questa tecnica, che potrebbe essere chiamata Tecnica Evangelica, la purezza e l’essenza del Cristo può essere recepita e messa in pratica secondo un sistema più consono all’Intelligenza Sensitiva (Mente), ma soprattutto all’Intelligenza Volitiva chiamata Intelletto (Intuito o Cuore), dell’uomo odierno, se solo egli volesse veramente “capire” con la Mente il Messaggio di Cristo e soprattutto “comprenderlo” appieno con l’Intuito, cioè con il Cuore e quindi farlo proprio mettendolo in pratica sempre più spontaneamente e gioiosamente. Le istituzioni religiose si rendono conto di una vaga smania spirituale che, con sempre più crescente intensità, serpeggia tra i giovani e i meno giovani, indipendentemente dalla loro distanza dalle stesse Istituzioni. Questa smania però non viene capita e, anzi, viene addirittura travisata come un comunissimo e non bene accertato senso di carenze psicologiche che sarebbe dovuto a devianti e non chiare cause. 43


La conseguenza di ciò, secondo me, è che viene malamente affrontato il vero problema di fondo, con delle ripercussioni sempre più disastrose nel campo sociologico e, comunque negative, in tutti gli altri campi dell’opera umana. Probabilmente è in atto una specie di RIVOLUZIONE più potente e generale di qualunque altra l’uomo abbia mai affrontata fino ad oggi. Non è una rivoluzione politica, non economica né tecnologica, anche se coinvolge tutti e tutto: è bensì una RIVOLUZIONE SPIRITUALE. Essa sta sempre più chiarificando la Visione dell’uomo Interiore affinché possa vedere, con sempre più chiarezza mentale, la Realtà Atmica, cioè il suo Sé come Sé Universale. Il suo impatto avvolgerà ed arricchirà certamente tutte le comunità del mondo e trasformerà tutta l’umanità in un fiume di ricercatori della Verità-Realtà, che scorrerà dolcemente verso il Mare Infinito della Divinità Trascendente ed Immanente. È necessario quindi prendere coscienza al più presto che l’uomo non è fatto esclusivamente di corpo fisico materiale, ma in lui c’è anche una componente sottile chiamata Organo Interno, di cui la mente è parte, e che dentro di esso, come suo propulsore e causa, c’è un princìpio ancora più sottile chiamato Spirito Individuato, che è l’Anima o Sé Individuale, chiamato Jiva nel Vedanta. Bisogna capire inoltre che, poiché l’uomo è il riflesso della Scintilla Divina o Sé Incarnato chiamato Atma nel Vedanta, anche il Jiva o Anima, come Suo riflesso, non ha né principio né fine, non conosce morte, non ha nascita ed è immortale come l’immagine (Jiva) nello specchio (Atma): l’immagine c’è sempre perché sempre c’è lo specchio riflettente. Poiché il Jiva è il riflesso dell’Atma, quando si parla dell’uno è sottinteso anche l’altro, se non esplicitamente detto. Il corpo fisico è formato di cellule, composte di atomi. Gli atomi sono fenomeni fisici di materia cosiddetta inerte, composti chimici erroneamente considerati non senzienti. Anche il corpo sottile è fisico, è il centro delle funzioni e delle energie sottili; in esso hanno luogo tutti i sentimenti e le agitazioni mentali: i processi del pensiero e dell’ego. 44


Dal punto di vista energetico i due corpi non sono entità differenti: uno è la Forma Sottile dell’altro. L’essere umano ha quindi in Sé, quale sua vera natura, una potenza immane impensabile, difficilmente descrivibile con le sole parole. Qual’è la sorgente di tutti questi poteri? Se andiamo a fondo vediamo che in natura esistono due elementi basilari e principiàli: lo SPAZIO (akasha) e l’ENERGIA (prana). L’Energia è la FORZA che utilizza e foggia lo Spaziofluido nelle varie FORME; nei Veda è detta Brahmanda: forza di sintesi dei noti Cinque Elementi 4 . Il Corpo Grossolano è il veicolo usato dall’Energia Cosmica Vitale, plasmato 5 , cioè con una Forma strutturata dallo Spaziofluido. Il Corpo Sottile ha la Forma del Pensiero, dei Sentimenti e così via. Quando si trascende il Corpo Sottile, la consapevolezza della Energia Cosmica, la nostra Realtà Assoluta o Sé, si manifesta alla Coscienza. Come il corpo grossolano, così anche quello sottile è una parte integrante della composizione dell’uomo. Una persona può togliersi di dosso i corpi grossolani nei quali ha preso residenza temporanea, tante volte quante volte si taglia le unghie, afferma Sri Sathya Sai Baba. Il Corpo Sottile invece, non può essere cambiato, persiste molto a lungo. L’uomo è una unità complessiva formata da un Corpo Grossolano, un Corpo Sottile e un Corpo Causale chiamato Anima o Sé Individualizzato. Come già detto, l’Anima viene chiamata Jiva o Buddhi Superiore (Intelletto Intuitivo) nel Vedanta, essa è il riflesso del Sé Assoluto, il Brahman senza attributi. In altre parole, l’essere umano è costituito da un Corpo, una Mente e uno Spirito.

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Spazio, Aria, Fuoco, Acqua, Terra. Genesi 2, 8 45


Il più delle volte lo Spirito viene identificato con il Sé Assoluto per semplificare il discorso, anche perché lo Spirito ne è il Riflesso Incarnato, ma ciò non deve far confondere. La distinzione diventa necessaria quando si parla di Metempsicosi o Reincarnazione dell’Anima, appunto. Il Sé Assoluto non si reincarna, perché è sempre presente in tutte le indefinite dimensioni di cui è il sostrato. L’Anima dell’individuo condivide le qualità dell’eterna e immutabile Immortalità, ciò è reso evidente solo se la purezza mentale è tale da farlo trasparire. Più la Mente (o Cuore) è pura, più “la gloria di Dio è visibile”. Anche la Natura, lo Spaziofluido, ossia il mondo fenomenico, è eterno, ma con una differenza: esso è sottoposto all’eterno divenire, non è mai lo stesso, pur persistendo per sempre. Le basi del mondo materiale, che sono l’Energia e lo Spaziofluido, sono eterni, ma agiscono e interagiscono senza sosta, manifestandosi in varie e molteplici maniere. L’Anima individuale (Jiva) o Sé Individuale NON trae la sua origine né dallo Spaziofluido né dalla Energia Vitale, come invece avviene per l’ego o spin individuale, NON è di natura materiale, quindi è ETERNA ed IMMUTABILE. Non è comparsa grazie all’impatto dell’Energia Vitale sullo Spaziofluido o dello Spaziofluido sull’Energia Vitale. I composti andranno soggetti a disintegrazione (l’ego), ma ciò che è “se stesso ab inizio” non può scomporsi! Il corpo grossolano è il risultato della combinazione tra Energia Vitale e Spaziofluido, perciò si dissolve nei suoi componenti e con esso l’ego, che ne rappresenta la Forma. Anche il corpo sottile si dissolve, ma solo dopo un TEMPO CONSIDERATO LUNGHISSIMO. L’Anima invece, che non è il risultato di una composizione, non può essere scissa, NON HA NASCITA E QUINDI NON PUO’ ESSERE GENERATA. C’è, quindi, un’apparente contraddizione fra le varie parti dell’uomo, fra i suoi corpi e la sua natura Spirituale. Contraddizione

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sempre più evidente fra l’esigenza dell’uomo spirituale e quella dell’uomo psicofisiologico! I segni evidenti di questa contraddizione incompresa sono sempre più abietti nel sociale e orrendamente eclatanti. Questi segni si stanno avvitando su loro stessi in una spirale oscura e immane, con rischi elevatissimi per chiunque, se non si pone al più presto mano ad una presa di coscienza di questa spirale, di questo male oscuro profondo, di questa contraddizione aberrante, ponendo finalmente inizio alla riscoperta della propria vera Realtà da vivere consapevolmente: il vero Sé Stesso, ovvero l’assoluto indefinibile Quello, per distinguerLo dal Suo riflesso Jivaico. La mia seguente reprimenda è solo un piccolo sassolino lanciato in un grandissimo stagno, perché solo Lui può smuovere per davvero i cuori: - Tu uomo (essere umano maschio e femmina), devi smettere di crogiolarti solo nei piaceri della tua più miseranda parte grossolana che ti riveste: il corpo. Devi smettere di crederti solo questo corpo che vedi, tocchi; tu non sei solo ciò che i tuoi occhi vedono, le tue orecchie odono. I tuoi sensi non ti servono solo per mangiare, procreare e dormire: così fan pure le bestie! Tu non sei una bestia! È ora che ti dia una smossa perché stai sprofondando sempre più nella melma e chiudi gli occhi per non vedere quanto ti fai schifo. Basta, apri gli occhi, non è questo il tuo destino! È giunto il momento per te di fare un serio esame di coscienza e cercare di capire fino a che punto sei sceso nella scala dei valori ideali dell’essere umano, e iniziare a guardare in alto; perché qualunque sia questo punto abissale, è sempre possibile risalire alla sommità, perché la tua vera essenza, la tua natura, puoi anche averla insozzata con le più schifose azioni, ma essa è rimasta sempre immutata e pura, non è cambiata: il tuo Spirito è sempre rimasto puro, inattaccabile e immortale, è solo la tua mente, carica di lordure, che si è sovrapposta al tuo puro, infinito e immortale Sé, facendoti credere di non essere Spirito ma solo Corpo-Mente-Sentimenti. 47


Così hai creduto sino ad ora, e le conseguenze di questa letale identificazione si sono viste e si vedono tutt’ora. È giunto il momento di dire basta a tutto questo, di capire e comprendere chi veramente sei. Non sei più un bambino egoista mio caro, sei cresciuto! È ora di assumerti le responsabilità che ti competono. È stato comodo essere considerato un piccolo deficiente pieno di ego e scaricare tutta la coscienza su altri. Eh no, ora basta! Mi dirai: “- Ma come, sono oberato di responsabilità, assillato dalle preoccupazioni e impaurito dalle incertezze e... tu mi parli in questo modo!? Eh no!, lo dico io! Chi sei tu? Che autorità hai? Come ti permetti di parlarmi in questo modo? Potrei anche offendermi e passare alle vie di fatto, eh! -” Ma certo, “ignorantone” che non sei altro! Vivo anch’io in questo mondo; ma ciò non toglie che te ne freghi di tutto ciò che non riguarda il tuo obeso ventre, il tuo supervalutato organo e la tua stramaledettissima e pigrissima superegoità, che ti inchioda da millenni in questa lurida e putrida conca che è la tua mente! Ti accontenti dei palliativi che solo momentaneamente, a volte, ti danno sollievo, ma poiché non sono risolutivi, le situazioni dopo un po’ diventano più opprimenti e asfissianti di prima. Dì un po’, ma…non ti piacerebbe avere un pizzico in più di coraggio e affrontare il toro per le corna, e non più per la coda, come hai sempre fatto fin’ora codardamente? Sappi che i tuoi mali NON sono FUORI di te, sono TUTTI DENTRO DI TE. Il tuo benessere o malessere, dipendono SOLO DA TE. È solo questo che ti devi ficcare nel tuo stralunatissimo e superbo zuccone! Adesso armati di un po’ di pazienza e concentrazione ed ascoltami, una volta tanto con più umiltà e meno prosopopea! Libera la tua mente da tutte le cianfrusaglie e seguimi perlomeno nel ragionamento, sperando in meglio poi, alla fine. È naturale per tutti cercare di pensare a cose positive e gioiose, chi non vorrebbe vivere felicemente, evitando tutti i pensieri tristi? 48


Per questo motivo debbo scusarmi anticipatamente, perché questo scritto costringerà molte persone a pensare diversamente dal solito, non solo a godere dei soli cinque sensi. Costringerà a pensare alle cose che in genere si cerca di evitare, ma soprattutto ad un evento considerato erroneamente tabù e iettatore da sempre: la morte! Vi farà pensare tanto come ha fatto e continua a far pensare me, facendomi anche preoccupare del fatto che non vedo ancora intorno a me interesse per questo argomento vitale che invece assorbe la mia mente, che tempra le coscienze degli uomini e si aggancia alla questione post mortem; ma sembra che nessuno sia interessato a sganciarsi dal proprio destino, come se l’uomo fosse innamorato delle sue catene karmiche! È strano, pensiamo sempre che tocca a tutti prima o poi morire, scostiamo però sempre il pensiero che tocchi anche a noi, prima o poi. Qualcuno sicuramente penserà: “-Ma guarda questo matto quante gufate tira in ballo, proprio in questi giorni di festa! Uccellaccio del malaugurio, tié!-” Non temere, è già tutto predisposto: il giorno, l’ora, il minuto secondo, il luogo, tutto. Non dipende da nessuna gufata. Credimi, parlarne può solamente farci un gran bene! Per capire ed essere felici nella vita, bisogna meditare ed assimilare il più possibile il profondo, vero, significato della morte, perciò consiglio di rifletterci sopra a fondo e cercare di dare una risposta che, in coscienza, possa almeno un poco soddisfare le proprie aspettative. Chiederete: Come mai? Rispondo: Perché il pensiero che nasce proprio all'ultimo respiro è quello che crea il nostro aldilà ed il successivo aldiquà. Liberi di non crederci, ovviamente. Personalmente la mia preghiera che spesso ripeto al Signore è: “Oh mio Dio, quando lascerò questo mondo, fa ch’io cada come un frutto ben maturo, facilmente, semplicemente, senza sforzo e con gioia!” La morte, infatti, è semplicemente l’abito della vita di cui ogni tanto tempo ci rivestiamo per meglio comprendere che il dolce motivo di

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questa meravigliosa canzone che è la Vita è solo un motivo di Amore, anche se la nostra misera mente non lo capisce ancora! Che le pene e gli affanni trascorsi ci siano d’esempio e di sprono per una vita felice ed in pace con noi stessi, riportando utilmente alla memoria solo i momenti efficaci per la nostra vera e sana crescita, nella consapevolezza della Realtà spirituale: la Coscienza di Sé! La spiritualità 6 La spiritualità è un modo di vivere, non è qualcosa di separato dalla vita, bensì è come il caldo respiro dell’aurora che fuga tutte le nebbie che ammantano i nostri spigolosi picchi. La spiritualità è il frastaglio dei crinali che si ricompone in curve melodiose con i policromi mosaici dei cieli. È la valle capricciosa che, sbadigliando, sveglia la pianura con una piuma di fumo, impennacchiando l’orizzonte d’Amore. Fatte queste considerazioni, non mi resta che invitarvi a proseguire con la lettura, fino alla fine del libro.

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Dalla raccolta “Bimba nell’Oceano” dell’autore. Alcune poesie di questa raccolta sono influenzate dalla poetica della “sorella in Sai” poetessa Emanuela Bozzalla. Sono state ispirate dalla purezza singolare espressa dalla Bozzalla nella sua pregevole opera Carisma. Questa donna possiede il dono degli stati d’incanto dell’animo ed è capace di versi puliti, semplici, vibranti, pur essendo ricercati. Parla di purezza con versi puri, e su questo tema ci avviciniamo molto, perché è un bisogno di purezza, nei contenuti e nei versi, che ci colloca entrambi in una nicchia particolare degli inquieti!

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II COLLOQUIO CON TODESCHINI “Einstein lo ammiro più di ogni altro, ma per una sola ragione: perché con una dottrina errata, con nulla, ha saputo farsi ammirare da tutto il mondo come un mito!” Prof. Marco Todeschini

Il Saggio è la nostra Coscienza resa pura dall’esperienza del Puro Amore nascosto dall’ego e ricacciato quasi sempre nell’angolo più buio del nostro essere umani; è il nostro vero Sé che nessuna scienza, deterministica o indeterministica, ci svelerà mai, se non la nostra volontà nella ricerca della Verità. Nel Prossimo Futuro sicuramente vedremo brillare la lampada del Saggio Puro Amore camminare ancora in carne e ossa tra noi, e sarà finalmente “Har Maghedon”! L’invito che posso fare a noi tutti è iniziare ad accendere la nostra lampada dell’Amore, e di restare ben svegli! Il determinismo della scienza fu sostituito dal Principio di Heisenberg, cioè dall’indeterminismo, e da allora la scienza, detta classica, fu definita “scienza moderna”. Infatti, si dice scientificamente moderno il non rispondere con esattezza alle domande che la natura pone con i suoi fenomeni, anche i più incomprensibili! La meccanica quantistica, scienza moderna, non predice un singolo risultato ben definito per una determinata osservazione, bensì predice un certo numero di diversi esiti possibili, indicandone la probabilità per ciascuno di essi, ma con ciò non assolve al suo dovere basilare, perché pone nell’incertezza ogni risultato scientifico mettendo in discussione qualsiasi consistenza dell’ordinario vivere.

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Questa incertezza nella scienza moderna riflette forse l’incertezza che cova nella mente umana, incapace di autoanalizzarsi e discriminare ciò che è, da ciò che appare? Fatto sta che verso la fine del XIX° secolo la scienza si trovava a un bivio: c’era da una parte la concezione del pieno eterico, che spiegava gran parte dei fenomeni specialmente quelli astronomici, e la concezione del vuoto assoluto dall’altra, dopo l’entrata in discussione nel 1905 di Albert Einstein, che ne spiegava il restante. Prima che entrasse nella discussione Albert Einstein, si riteneva certa l’esistenza dell’etere, si era solo incerti sulla sua immobilità statica oppure sulla sua mobilità, intesa come moto in senso opposto alla rivoluzione della Terra attorno al Sole; c’era il dubbio se la Terra venisse investita da un “vento di etere” contrario al suo moto rivoluente, oppure l’etere fosse del tutto immobile, come un macigno che pesasse, avvolgendo il nostro pianeta passivamente, influendo ponderalmente sulla gravità e sullo spazio-tempo, come ipotizzato nel 1895 dal grande matematico Lorentz. Per meglio chiarire la questione, la cosa migliore da fare mi è sembrata quella di andare a casa del professor Marco Todeschini e parlare direttamente con lui dei problemi irrisolti della scienza, o addirittura risolti ma interpretati erroneamente e quindi ancora alla base di quella scienza detta moderna, ritenuti da molti come pilastri intoccabili e inamovibili, senza accorgersi invece che tali pilastri sono traballanti, e le sue fondamenta sono poggiate su un terreno sabbioso ed insicuro! “Buon giorno professore, come sta? Mi scuso se disturbo ancora…” “Molto bene, grazie; sarò felice di rispondere alle sue domande, anche se le stesse mi sono state poste negli anni passati da giornalisti di varie testate nazionali ed estere, e da fisici e premi Nobel di larga fama mondiale. Con lei, caro Vincenzo, saro felice di riprendere i soliti discorsi e le solite dimostrazioni matematiche dal punto di vista leggermente più esoterico, in modo da affiancarmi di più alle sue tesi, anche se, spiritualmente, non possiamo che concorda-

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re così come lo ha esposto giorni fa e secondo ciò che di lei ho letto dalla bozza lasciatami la settimana scorsa.” “Mi fa felice oltremodo, professore, perché non pensavo che avesse avuto il tempo per leggere il mio manoscritto e addirittura porlo a confronto con la sua Scienza Universale! Ne approfitto subito e le chiedo di parlarmi della dimostrazione di quel fluido universale che si è sempre chiamato etere, che lei ha specificato meglio come spazio fluido dinamico e che il mio modesto scritto ha chiamato ordine esplicato del Puro Amore, mentre il prof. Bohm ha chiamato Ordine Esplicato del Campo con Potenziale Q, che ho inserito come forma particolare di Energia Cinetica dal Traspazio al suo Spazio, come ha potuto leggere dal calcolo da me sviluppato della sua interpretazione dell’equazione di Schrödinger.” “In effetti, Vincenzo, si tratta di dimostrare più che l’esistenza dell’etere, la giusta interpretazione dell’esperimento fatto dal prof. A. Michelson nel 1881, con l’intento dichiarato, poi travisato da alcuni fisici, di verificare se quest’etere, esistente e da tutti ammesso, fosse immobile o mobile. Quali risultati avrebbe dovuto ottenere l’esperimento se il nostro pianeta fosse stato immerso in una corrente di etere che lo spingesse a rivoluire intorno al Sole alla sua stessa velocità V di circa 30 Km/sec, come risulta anche dalla mia teoria? È chiaro che in tal caso la velocità di rivoluzione della Terra è uguale a quella della corrente fluida di etere in cui è immersa, cioè non vi è velocità relativa tra il nostro globo ed il fluido circostante, essi formano un tutt’unico che si sposta alla stessa velocità intorno al Sole. Ebbene, con l’interferometro da lui inventato, Michelson trovò esattamente che i due raggi di luce lanciati contemporaneamente uno in senso longitudinale alla Terra e l’altro lanciato in senso trasversale ortogonale al primo, compirono i due uguali percorsi nello stesso tempo, non in tempi diversi come invece si aspettavano nell’ipotesi preconcetta dell’immobilità dell’etere rispetto alla Terra!

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Senza addentrarmi nella dimostrazione matematica, semplice peraltro, che si può trovare nelle pagine della mia opera, la “Psicobiofisica” al capitolo X°, le dico solo, caro Vincenzo, che tale famoso esperimento non ha fatto altro che confermare l’esistenza dell’etere, e dimostrato che una corrente di esso si sposta compatta assieme alla Terra nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, come detto. Il risultato incontrovertibile di tale esperimento è in perfetta armonia con l’aberrazione astronomica della luce, come ho scoperto e ampiamente dimostrato. Se Einstein ha ritenuto erroneamente che il risultato dell’esperimento Michelson fosse in contrasto con l’aberrazione astronomica e per sanare tale contrasto negò la esistenza dell’etere, ciò non toglie che entrambi gli esperimenti ottici in parola seguitino a confermare l’esistenza di tale mezzo fluido universale e non a negarla, come ritengono invece ancora oggi i sostenitori della sua pseudorelatività ristretta e generale. La relatività di Cartesio quindi, ci conferma che è adatta a rendere invarianti le leggi fenomeniche dal sistema di riferimento e che per tale scopo non vi è alcun bisogno di introdurre teorie che variano le leggi a seconda del sistema di riferimento! Poiché l’esperimento Michelson ha dimostrato, con migliaia di esperimenti compiuti, l’uguaglianza dei tempi dei due raggi di luce, allora non ha smentito l’esistenza dell’etere, come è stato ritenuto erroneamente, ma viceversa ha confermato l’esistenza di tale fluido universale in modo incontrovertibile! A proposito del suo scritto Vincenzo, mi è parso che il suo concetto dell’Amore quale fluido scientifico universale e sostrato basilare del fluido eterico, sia alquanto tirato per i capelli, intendo scientificamente, perché impossibile da dimostrare come per lo spazio eterico!” “Vede caro professore, quell’Amore “che muove il Sole e l’altre stelle” non serve dimostrarLo, come invece è servito per l’etere, perché l’Amore è nella natura delle cose esistenti, è un’assioma ineludibile di cui bisogna un giorno tenerNe conto anche nelle analisi sperimentali della scienza dei fenomeni, i più materialistici perché, anche se non se Ne è coscienti, Esso c’è sempre, è come il prezze54


molo in ogni minestra, allora è meglio tenerNe conto con consapevolezza e scienza; a quel punto il nuovo paradigma farà cambiare i cuori, quindi i modi di pensare e di agire non solo delle cime scientifiche, ma della gente comune che “non sà di scienza”. Ne sono fermamente convinto!” “Si, sicuramente non sbaglia, caro Vincenzo, perché prima o poi il Bene prevarrà, ne sono convinto anch’io!” “Certo che prevarrà! Come Verità onnipervadente il Cosmo, perché lo scopo principale dell’uomo è quello di praticare e propagare il princìpio della verità, e lei caro Prof ne è un buon esempio da imitare, perché la sua vita dimostra inconfutabilmente che prima di predicare la verità la si deve praticare; lei lo dimostra in ogni attimo della sua giornata, qualunque cosa accada bisogna avere il coraggio e la convinzione di seguire la via della verità, anche a costo della vita di scienziato e, soprattutto, di uomo. Il suo viso splendente e pulito riverbera la saggezza che ha nel cuore, che l’ha sempre guidata in tutti i suoi atti pensativi e operativi, il che mi conforta ulteriormente e mi convince oltremodo che si deve essere pronti a mettere in pratica la verità e la rettitudine anche a costo della propria vita. Grazie di tutto professore, che Dio gliene renda merito per tutto ciò che fa e continua a fare per l’umanità. Anche se non è stato onorato come meritava, sono certo che prima o poi la comunità scientifica tornerà sui suoi passi e gliene darà merito pienamente. La scienza sta già ipotizzando un sostrato universale, e con la Meccanica Quantistica di Bohm la spiritualità sta facendo passi da gigante nella fisica e nella matematica. Il suo geniale Principio Unifenomenico sta facendo grandi passi nel sostrato dei vari ragionamenti scientifici, vedrà che prima o poi esploderà alla luce del Sole e sarà a tutti chiaro il suo merito! Ho qui con me il libro della sua Psicobiofisica. Vorrebbe autografarmelo, per favore? Ne sarei onoratissimo.” “Ma certo, caro Vincenzo … ecco fatto! Ancora una paio di chiarimenti. Da come parla delle sensazioni ho l’impressione che si 55


ponga in contraddizione con la mia Psicobiofisica, perché lei pone le sensazioni nella materia oggettiva, mentre sappiamo che esse vengono suscitate nella psiche solo a seguito dell’onda esterna! Si spieghi meglio, prego. ” “In effetti le sensazioni non vengono solamente suscitate nella psiche perché ivi “nascono”a seguito dell’urto esterno, ma sono anche nell’onda elettronica esterna che urta gli organi sensori i quali, eccitati in un certo modo, suscitano nella psiche sensazioni già poste nel subconscio e/o nel conscio. Sarebbe più corretto dire che “risvegliano”sensazioni assopite, non che esse nascano al momento nella psiche, perché allora non si capirebbe l’interfaccia tra la corrente che arriva e la corrispondente sensazione che nasce. Come nasce, di fatto, la sensazione? La mia spiegazione tratta dal vedanta sembra contraddire la sua Psicobiofisica ma invero, ragionando bene, l’avvalora ulteriormente, vediamo come: le cinque sensazioni principali sono non solo soggettive e in, ossia operatori spiritali-psichici dello spazio mentale, ma sono anche oggettive ed out, ossia operatori materiali oggettivi in sintonia con quelli psichici. La corrente elettronica di S=ma, out, (dove S è l’apparente forza che genera ciascuna sensazione, m è la massa elettronica che investe gli organi sensori, ed a la sua decelerazione), tale corrente elettronica può suscitare nella psiche le sensazioni in perché esse sono anche qualità sottili della stessa massa oggettiva elettronica out, la quale emette le onde elettromagnetiche eccitanti le invisibili sensazioni della psiche o mente; ciò è possibile perché vale anche nel particolare l’Immanenza di ciò che è Universale, nel senso che il Sé Universale è lo stesso Sé Incarnato, quindi come il Sé Cosmico svela il Sé Soggettivo Incarnato, così le Qualità oggettive immanenti svelano le Sensazioni soggettive site già nella Mente o Psiche subconscia e conscia; come dire che solamente il Sé Cosmico può svelare il Sé Incarnato, quindi solamente le sensazioni oggettive possono svelare quelle soggettive già ivi residenti a livello conscio, ma soprattutto subconscio; pur restando, badi bene, la Mente Ordinaria incapace della Sintesi Cosmica, prerogativa della sola Intuizione del 56


Sé Incarnato. Anche lei parla di una “Mente di Dio”, quindi è sempre da Dio che vengono suscitate le sensazioni! La differenza tra le nostre definizioni sta principalmente nel fatto che io considero lo stesso Universo una esplicazione di Dio, lei invece pone Dio come Persona Creatore dell’Universo e da esso separato.” “Ma in tal caso lei incorre nel panteismo, non le pare?” “No Prof, perché Dio è Immanente ma è anche Trascendente!” “Dell’altra cosa che volevo sapere mi ha già risposto. Non mi trova d’accordo sull’immanenza perché va contro la mia cultura cristiana.” “Mi scusi, non volevo arrivare a questo professore, né offendere la sua sensibilità; specifichiamo meglio: cattolica, che è anche cristiana! Vede professore, lei non crede nell’immanenza di Dio, eppure ogni cosa che ci circonda parla di Dio, la stessa Bibbia parla di un Dio immanente, come mai lei non lo vede come lo vedo io?” “Perché, caro Vincenzo, io lo vedo con gli occhi della mia fede cattolica, come ha voluto giustamente specificare, lei invece, da ciò che dice e scrive, non si professa cattolico, anche se si dichiara essere cristiano. Onestamente a me dà l’impressione che lei segua il Buddismo. Comunque, non è per discriminare le varie religioni che ci siamo incontrati, no?” “Vero Prof, tuttavia il mio scritto si basa sui testi vedantici e per forza deve coinvolgere le religioni. A proposito del Dio Creatore e non Immanente, ci crederei anch’io se mi potesse dire dove questo Dio si trovi, in quale “parte immensa” dell’Universo è residente? Se mi risponde che si trova nella nostra Immagine spirituale, nella nostra Anima, allora è dello stesso Dio che discutiamo perché parlare della Sua Immagine in noi è come parlare della Sua Immanenza 57


negli esseri umani, allora faccia un piccolo passettino e vedrà che Lo ritrova anche Immanente nella materia dell’Universo; guardi bene e Lo troverà nel nucleo atomico!” “No, non si può arrivare a tanto, con qualsiasi tipo di scienza, perché noi siamo solo dei piccoli uomini!” “Mi spiace per lei, caro professore, ma come disse lo stesso Gesù Cristo: Voi siete Dèi 7 , siamo Divini, anche se non ne siamo ancora pienamente consapevoli! Grazie della sua squisita gentilezza professore, adesso vado, perché non voglio stancarla troppo, vedo già sua figlia che si avvicina premurosa… Grazie di tutto Prof, se Dio vorrà verrò ancora a farle visita per abbeverarmi direttamente alla sua Scienza Spaziodinamica, magari mi parlerà dell’Aberrazione delle stelle.” “Venga tutte le volte che lo riterrà opportuno caro Vincenzo, sarà sempre il benvenuto! La saluto, faccia un buon ritorno a casa. Arrivederci!” “Arrivederci professore, che Dio la benedica con il Suo Infinito Amore!” Bergamo, li 07 giugno 1980

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Citazione di Gesù: Vangelo di Giovanni 10, 34 citando Salmo 82, 6 del Vecchio Testamento. 58


III INTRODUZIONI Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza. Dante Alighieri

Questo libro è intitolato “Har-Maghedon” e il sottotitolo è “Prossimo Futuro”. È la maturazione del precedente intitolato “Singolarità Ineludibile”, considerato prima edizione del 2008 che, fatta leggere dal valente critico d’arte di livello internazionale, il Cav. Giovanni Amodio di Taranto, ha avuto la sua pregiata recensione sottoriportata e pubblicata anche su alcuni quotidiani locali nei mesi successivi dello stesso anno. Har-Maghedon, anche se in tempi recenti ha indicato una guerra nucleare distruttiva del mondo, significa: il luogo dove si combatterà un grande e decisivo conflitto tra le forze del bene e quelle del male. Il Bene è il Puro-Amore, il Male è l’Ego-Mentale, cioè il Raja-Ego. L’Amore-Puro vincerà mai il Re-Ego, oppure una simile Battaglia è solo frutto della fantasia? Intanto, il luogo dove la Madre di tutte le Battaglie avverrà, dove si trova? Si trova nel cuore degli uomini! È lì che la guerra si deciderà affinché si possano realizzaare le parole di Cristo del Sermone della Montagna: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!” Nel Mahā-Bhārata, grande poema epico di cui fa parte la Bhagavad-Gītā, il Kuruksetra era un campo di Battaglia oggettivo che simboleggiava il cuore degli uomini. Krsna decise di distruggere il Male con la distruzione fisica delle persone malvagie, oggi lo stesso Krsna, Cristo Cosmico incarnato in Sathya Sai Baba, ha detto chiaramente che vincerà i malvagi con la Potenza dell’Amore, e questa sarà la prossima, vera, Har-Maghedon! 59


Riporto la recensione di Amodio ad onor di cronaca, così come ricevuta dalle mani della poetessa Anna Marinelli, di cui mi reputo ammiratore ed amico, conterranea dello stesso Cavaliere Amodio: << Il rapporto tra arte e scienza, tra sentimenti e scienza, tra Coscienza e Scienza, dai più supportati a differenti direzioni e discipline, in realtà stabiliscono parentele, simbiosi e osmosi, spesso più palesi di quanto la comodità interdisciplinare voglia ammettere. Se da un lato per la SCIENZA è dimostrabile quanto pegno debba all’Umanesimo, tant’è che nessuna scoperta scientifica si sottrae a due elementi come l’INTUITO e la CASUALITÀ (che sono fenomeni non certo scientifici), allo stesso modo, dall’indagine di studi approfonditi, nella filosofia, nella fisica e nella metafisica, ma anche nella stessa matematica, si ravvisano paradigmi, consonanze, speculazioni culturali, rapportati ai sentimenti. Del resto le neuroscienze stabiliscono ampiamente tali rapporti, non più come ipotesi, ma come dati reali. Su tale piano intellettivo e di straordinario studio, si concentra il libro di Vincenzo Troilo intitolato “Singolarità Ineludibile”, dove la peculiarità dell’individualismo “singolare” che traccia l’ineludibile unicità che sacralizza la persona e i sentimenti che esprime, come l’AMORE, qui divenuto oggetto di Purezza e di Forza Motrice primigenia, già intuite dalla poesia di Dante, ritrova soluzioni scientifiche ampiamente mostrate e dimostrate. L’intelligente lavoro di Troilo, che si avvale degli studi assimilati dall’adesione alle ricerche del Prof. Ing. Marco Todeschini e del Prof. David Bohm, anche se intesi in “senso puramente indicativo”, amplia il merito e il metodo e si distende nella capillare, preziosissima analisi, tra immanenza e trascendenza, tra verità e possibilità, tra fisica e metafisica. L’Amore diviene così non più e non solo trasporto inspiegabile e misterico, ma assoluto elemento “spaziofluido”, nel quale identificare lo scibile umano e le formule della più variegata acquisizione in campo della coscienza e della scoperta che l’uomo contiene in sé e che può anche ritrovare spiegazione logica, razionalità, purezza. Il saggio sublime dello studioso Vincenzo Troilo, è “ineludibile” nella oggettiva necessità di appartenere di volta in volta al lettore che ne conquista la portata di alto profilo. F.to Cav. Giovanni Amodio >>

Nel 2009, a seguito di alcuni eventi, ho ritenuto necessario specificare meglio alcune aggrovigliate formulazioni fatte nel 2008 e ampliare l’esposizione filosofica religiosa legata alla cultura vedica di Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, l’Oceano di Puro Amore, onde 60


porre meglio in evidenza il rapporto osmotico delle religioni in generale, in particolare tra la cristiana e la induista, e allo scopo ho ritenuto valido appoggiarmi ad una prefazione di un uomo in tonaca all’interno della religione cattocristiana e studioso della religione induista. Da questo studioso però ho avuto l’amara sorpresa che il tanto decantato ecumenismo della Chiesa Cristiana Cattolica Romana era, ed è, solo una facciata retorica; di fatto essa, con i suoi rappresentanti, anche di alto livello gerarchico, pensano ad un ecumenismo sottomesso ed accentrato a Roma. Infatti, quando l’intonacato estensore della prefazione ha bene inteso i miei sentimenti nei confronti di Bhagavan Baba, si è infuriato e ha ritirato la sua prefazione, ammonendomi di stare alla larga da quell’angelo nero di Sai Baba, e di ritornare al più presto nell’ovile sicuro di Sanctae Romanae Ecclesiae, fonte di sicura salvezza. Mi è sembrato di tornare indietro al preconcilio di diversi anni e, sentendo dai notiziari giornalistici il rientro di Lefevre nel seno della Madre Chiesa Romana, mi sono domandato se l’assurdo fosse divenuto prassi quotidiana, allora ho pensato di modificare il titolo del libro in “Domine, quo vadis? A Roma o ad Auschwitz? ”, anche perché di fatto è un altro libro, e riprendere e rimaneggiare la prefazione dell’intonacato mettendo in evidenza, assieme alle sue interpretazioni sull’induismo, i suoi molti lati ottocenteschi sull’idea di ecumenismo; allo scopo rilevo uno scritto di Raimon Panikkar che già a metà del XX° secolo discuteva di tale argomento con il corretto approccio: <<Anche se la Chiesa in senso mistico può essere considerata come l’ambito di azione di Cristo nel mondo, il cristianesimo, o la Chiesa come istituzione, è la religione concreta che vuole essere il luogo normale e comune della forza redentrice e dell’azione salvifica di Cristo. Come può allora l’induismo entrare in questo piano salvifico? È possibile dare due risposte: o escludiamo dall’induismo ogni possibile azione di Cristo (vale a dire Cristo salverebbe gli hindù buoni malgrado o anche contro il loro induismo) oppure noi dobbiamo in qualche modo includere l’induismo nella economia universale della salvezza da parte di Dio, mediante Cristo. La seconda alternativa non nega che la salvezza sia sempre questione personale, né implica che l’induismo, quale religione storica concreta, abbia un potere salvifico nel suo seno, ma nemmeno al riguardo ce l’ha in esclu61


siva il cristianesimo! In termini hindù, il cristianesimo conduce i suoi fedeli alla liberazione nella misura in cui comunica ai loro cuori le tre verità centrali del sanātana dharma, la religione eterna: che Dio è, che può essere realizzato e che lo scopo della vita è realizzarlo. Questa realizzazione, questa liberazione, è omeomorfica con ciò che i cri8 stiani chiamano salvezza. >>.

Rilevando, perché fondamentale, che per Panikkar Cristo è il termine omeomorfico per indicare lo Spirito, il Sé o Ātman, e che io ho preferito rilevare il Principio Cosmico Cristo con il termine più universale di AMORE, a dimostrazione che è l’Amore il cemento di tutte le religioni, come continuamente dice inequivocabilmente lo stesso Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, tanto scioccamente vituperato dalla ignorante penna dell’intonacato. Poi ripensandoci bene, credo che non valga la pena fare un titolo contro, perché parlo dell’amore ma soprattutto perché parlo del Puro Amore Oceanico, del Christi tra noi di nome Sai. Per questa ragione e solamente per questa ragione, ho intitolato la Prefazione “a due penne”: la prima dell’intonacato e la seconda del sottoscritto autore, entrambe in un unico scritto per meglio porre in evidenza i molti concetti ottocenteschi di una pseudoapertura all’induismo e alle altre religioni da parte del singolare intonacato domenicano. Dalla “Premessa” di Claudio Rendina in “La santa casta della Chiesa”, riporto che: “La Chiesa di Roma diventa Stato facendo carte false di una donazione di Costantino, si inventa un sacro impero frammentato in Stati vassalli, fonte di benefici da gestire, con l’unzione di un sovrano a latere, l’imperatore, solo teoricamente difensore dei beni del vescovo definito papa. Che si qualifica sovrano temporale, e si circonda di cardinali, vescovi, presbiteri, diaconi, con un potere finanziario basato su continui lasciti, dilazioni e rendite di provenienza feudale. Ecco l’origine della santa casta!”, ma io NON intendo parlare di questa “santa casta” ma solo di ciò che essa ipocritamente vorrebbe rappresentare facendo altre carte false nei Vangeli: Christi Amore! 8

Il Cristo sconosciuto dell’Induismo di Raimon Panikkar Edizioni Jaca Book

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III.1. Prefazione “a due penne” “Non penso di imitare Agostino nelle sue Retractationes, ma vorrei cercare di recuperare l’intuizione più tradizionale del cristianesimo quale era prima che il potere temporale 9 della Chiesa lasciasse nella penombra la fede nella Trinità.”

L’Occidente accetta i Profeti ma è sconvolto dal concetto di Avatarità, eccetto il caso di Gesù Cristo! Un Avatar è Dio stesso sceso in Forma umana. Ma come può, molti si domandano, una creatura essere anche Creatore e governare l’Universo? L’Avatarità, perciò, è descritta dai più come una fantasia della religione induista, senza riflettere che l’Occidente non è poi così alieno da questo concetto. Penso a Platone e Plotino con il concetto di Essere e Divenire, penso al pensiero di Berkeley, alla filosofia di Schelling e al magnifico filosofo britannico Coleridge, che disse: “Tutta la Conoscenza dimora nella fusione tra Oggetto e Soggetto. È possibile per il Soggetto Comprendere l’Oggetto perché la stessa Realtà che trascende ambedue li PERMEA entrambi.” La Trinità non è, dunque, soltanto più ecumenica e più vicina alla Avatarità della religione induista, ma risponde anche a molti problemi dell’uomo moderno del terzo millennio, perché il Mistero divino appartiene ad una Realtà nella quale siamo anche tutti noi uomini e il mondo, Realtà che il teologo Panikkar ha giustamente chiamata con il termine “Cosmoteandrica”. In questo senso l’Universalità è un soffio dello Spirito-Amore di cui anche la Scienza Fisica deve, prima o poi, tenerne conto, senza alcuna remora, nell’ambito della stessa Fisica Teorica. La cosiddetta “rivoluzione cristiana” fu l’affermazione che Gesù Cristo è totalmente e veramente uomo, e pienamente Dio, afferma9

R.Panikkar 1989/XXIII 63


zione che non ha senso al di fuori della Trinità, dogma che, per ragioni di potere ed efficacia, è stato mantenuto in penombra per svariati secoli. L’uomo-Dio, però, non fu una “scoperta” originale a dire il vero. Prima della pseudo rivoluzione cristiana vi furono molti altri popoli a fare una tale affermazione, e fra questi primi, il primo fu il popolo indiano ariano, poi gli iranici e gli egizi, in oriente, lo stesso avvenne in occidente con i popoli amerindiani precolombiani, e solo alla fine vi pervennero anche i cristiani, imponendo un dogma inutile perché è nella natura dell’uomo la Trinità Divina (ribadita chiaramente da Gesù nel detto 52 Vangelo di Tommaso Apostolo): Padre-Figlio-Spirito Santo, ovvero Padre-CristoAmore-Spirito Santo, cui corrisponde, nella Trimurti induista, rispettivamente Brahmā-VisnuAmore-Siva. È perfettamente coincidente Trinità e Trimurti, in tutti i più immaginabili significati, e in particolare la persona chiamata anche Figlio-Cristo-Amore con la persona Avatāra-Visnu-Amore. Conseguenza immediata di ciò è la coincidenza dell’Avatāra Sri Bhagavan Sathya Sai Baba con l’Incarnazione dell’Amore-CristoFiglio, ovvero Avatāra di Visnu. C’è però da dire che mentre in Gesù l’identificazione trinitaria avvenne solo verso la fine del suo mandato (Io e il Padre mio siamo Uno 10 ), nell’Avatāra Sathya Sai Baba lo è da sempre (quale Iśvara, Unità della Trinità) nella dinastia dei Raghu fino a risalire allo stesso Manu, l’adamitico primo uomo o Puruşa, e fin dalla nascita anche come uomo iscritto all’anagrafe col nome di Sathya Nārāyana nella famiglia Raju. Dal punto di vista della Fisica Teorica la Trmurti-Trinità coincide con il Trivettore Universale T del prof Marco Todeschni:

T = FX2 + FY2 + FZ2 = G X2 + H Y2 + E Z2 quindi Isvara coinciderebbe col Trivettore T , unificando ciò che Einstein ha sempre cercato di fare inutilmente con le sue due relatività, unificando Gravità, Elettricità e Magnetismo. 10

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Vangelo di Giovanni 10, 30


In particolare la persona Cristo-Visnu-Amore potrebbe essere assimilata al bivettore Elettro-Magnetico che risulta essere:

FZ E = Z = tang β FY H Y Il Signore infatti è il Magnete Cosmico che “attira tutti a Sé” 11 . Le leggi della Fisica hanno dunque una doppia valenza: fisica e metafisica-spirituale. In altre parole, una formula quale è, ad esempio, quella inerziale di Newton: F = ma ha un significato sia fisico, evidente nel secondo membro con l’urto della materia, che metafisico-spirituale poco evidente come forza F applicata alla materia, nel primo membro. In tal caso il significato fisico è il prodotto ma (Princìpio Unifenomenico del prof. Marco Todeschini) mentre quello metafisico è la forza F che nasce come reazione psicologica al Principio Unifenomenico. Se al posto di F mettiamo la A di Amore avremo: A = ma che rappresenta assai più chiaramente il Princìpio Sacramentale insito nella Natura, secondo il quale TUTTA la Scienza è una espressione educativa dell’Amore Onnipervadente gli Universi. Quando sono presentati semplicemente razionalmente, i Sacramenti possono apparire come strumenti meccanici di grazia nello scibile, quindi anche nella scienza, (ex opere operato), in verità se interpretati correttamente, tutta l’opera dello scibile umano è ex opere operantis Christi, ovvero ex opere operantis Amore! Su questa incontrovertibile opere operantis si basa la creatività della Scienza e, in particolare, lo sviluppo matematico della operatività Egodinamica di Singolarità Ineludibile del Troilo. I primi discepoli di Gesù ebbero l’ardire di chiamare universale la dottrina che nasceva allontanandosi dal giudaismo, senza pensare che non c’è “dottrina” universale poiché, in quanto dottrina, si deve sempre basare su postulati non universali. Questo fatto, incongruente in sé, fu il presupposto per una specie di “colonialismo” chiamato 11

Vangelo di Giovanni 12, 32 65


pomposamente evangelizzazione, la quale non è altro che una credenza secondo la quale una sola dottrina poteva essere universale, cioè valida per tutte le altre religioni della Terra, arrocandosi in tal modo un diritto inesistente, assurdo per lo stesso messaggio di Gesù! Come ben scrive il teologo cattocristiano Raimon Panikkar: “Gesù è il Cristo (per i cristiani); Cristo in quanto Logos non si riduce alla sola incarnazione in Gesù, che certamente non era “prima di Abramo” né poteva dire che quel che facciamo agli altri lo facciamo a Lui, Cristo è un simbolo (reale) della natura teandrica della umanità pienamente Divina e totalmente umana.”, insomma Panikkar parla dell’uomo comune che è, come diceva Napoleone, un fantoccino semplice che porta nel suo zaino il bastone da Gran Maresciallo quale è da sempre, ma solo con un metodo purificatorio del cuore si svela Esserlo in Realtà! La stessa identica cosa, con parole diverse, dice Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, l’Avatar di questo Kali Yuga presente. Ai giorni nostri constatiamo una conoscenza delle religioni che racchiude lacune alle volte impensabili, soprattutto se si tiene presente la storia odierna delle religioni del mondo. L’uomo contemporaneo è chiamato a interrogarsi sul problema delle religioni, sulla loro efficacia storica e sul rapporto tra società e religione, rapporto che può divenire più problematico di quanto già lo è attualmente, dato il pluralismo della società dei nostri giorni ma soprattutto perché i veri problemi nasceranno dai dominum egoici di cristianesimo e islamismo! Le religioni, come ben sappiamo, si pongono in modo diverso le une rispetto alle altre. Nella presente opera si tratta anche della religione del SANĀTANA-DHARMA, il vero “Dharma Eterno”, poiché la sua origine non è dovuta all’opera o a un insegnamento di un qualsiasi maestro esistente nella storia e accertata; qualcuno mette in dubbio anche la storicità dell’uomo Gesù! Le conoscenze religiose unite a quelle scientifico-matematiche trovano un’ampia eco nella riflessione metafisica dell’autore, risultato: “Singolarità ineludibile”, che è «quel ramo della filosofia scientifica che studia i problemi e i valori connessi ad una prassi della OM od AUM vedantico, il quale è l’ordine Esplicato o Verbo dell’ordi66


ne Implicato, quest’ultimo chiamato più semplicemente Puro Amore». La visione religiosa del Troilo è improntata tutta su una sana LAICITÀ, in quanto non inquadrata rigidamente dentro una ideologia fondamentalista, quindi NON è LAICISMO, tanto meno laicismo anticlericale, che oggi vorrebbe l’annichilimento di ogni religione e di Dio, come ideologia distruttiva di tutte le radici spirituali dell’uomo per un gretto e ottuso materialismo. Il presente lavoro mostra molteplici chiavi ermeneutiche, ma ne pongo in evidenza, come prefazio, solo le due maggiori. III.2. Confronto tra Cristianesimo e Induismo “Cristo” è uno degli infiniti Nomi del “Puro Amore”, “Io” è la Forma del “Sé” o Atma, la Forma di Dio!

Scrive Panikkar in “Il Cristo sconosciuto dell’Induismo” edito da Jaca Book, che “molte persone avvertono resistenza e rifiuto sentendo pronunciare il nome di Cristo come se fosse esclusivo monopolio dei cristiani”, secondo me ciò è dovuto ad un fatto storico incontestabile: fin quasi dalle origini infatti, il cristianesimo lo ha unito esclusivamente a Gesù, e nel suo nome ha attuato le più orrende nefandezze. Devo testimoniare che in tempi moderni il lupo, purtroppo, non ha ancora perso il vizio che, grazie a Dio, è divenuto solo psicologico verso chi resiste alle sue enormi prepotenze velate di buonismo e pseudoevangelizzazione. Il termine usato da Panikkar è “Cristo”, indicante lo Spirito Universale, l’Ente Cosmico che invece l’autore di “Singolarità” ha ritenuto più opportuno renderlo con il termine “Amore”, più consono agli infiniti Nomi di Dio, cioè allo Spirito Universale, pur rimanendo valido il concetto teandrico dell’essere umano e quindi Amore ben visibile, concreto in tutti i suoi multiformi aspetti materiali, psicologici e trascendentali, quindi Reale del fenomenale reale, ovvero ”Verità delle verità”. Il Principio di “Amore” o “Cristo” dovrebbe perciò far decadere tutte le apparenti e superflue differenze tra tutte

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le religioni, in quanto unificate tutte in Cristo, ovvero in Amore o Spirito o Principio Supremo. Alcune caratteristiche della “Religione Perenne” dell’induismo, cioè il SANĀTANA-DHARMA, racchiude tre verità cardine: 1. Dharma, dottrina dell’ordine cosmico, religioso e sociale, la quale prospera grazie alla giustizia e alla verità; ad essa si contrappone l’adharma, l’ingiustizia e l’empietà. 2. Karman, azione umana, che produce sempre un frutto, positivo o negativo, da godere o espiare con questa o con una successiva esistenza incarnata. 3. Samsạ̄ra, ciclo alterno di nascita-morte-rinascita-rimorte ecc. L’anima (jivatma, riflesso diretto dell’Ātman) si riveste di un corpo, soggetto dapprima a una naturale crescita e poi un altrettanto naturale decadimento, che poi abbandona al momento della morte come un abito consunto, in attesa di assumerne un altro, e così incarnarsi di nuovo in questo mondo per godere e/o espiare purgando la mente-cuore che l’autore invita a fare con il metodo più semplice chiamato Namasmarana (la Ripetizione del Nome del Signore che sta a cuore a quell’anima). Quattro sono i fini dell’esistenza umana nell’induismo (caturvarga): 1. il kāma o desiderio, generalmente identificato con l’esperienza erotica che in epoca recente afferma il valore etico della sessualità e dell’affettività, privilegiando i rapporti sessuali all’interno del matrimonio monogamico; 2. l’artha o ricchezza, lo scopo o finalità ma anche il possesso materiale, il successo ed il potere economico e politico. Esso consente all’uomo di soddisfare i suoi desideri sia nella vita privata che nella vita pubblica; 3. il dharma o giustizia, la norma morale, il dovere che ogni induista è tenuto a compiere. Lo stadio di vita e la casta di appartenenza determinano il dharma personale di ciascuno, il sistema delle caste caturvarna-dharma, cioè “dottrina delle quattro caste”, è dichiaratamente religioso e consiste nella maggiore o minore osservanza della purità rituale da parte dell’individuo nella sua vita; vi sono anzitutto i brāmaṇa, sacerdoti; poi gli kṣatriya, guerrieri di una giusti68


zia giusta; i vaiśya, agricoltori, allevatori, artigiani e commercianti; ed i śūdra, operai e manovali; 4. il moksạ o liberazione, è la liberazione definitiva dell’uomo dal doloroso ciclo delle nascite e delle morti, è lo scioglimento dai vincoli del karman. A seconda dell’ordine di importanza che si dà al caturvarga così si sviluppa la moralità dell’individuo. Ad esempio, se il desiderio è per la liberazione, la giustizia diviene la propria ricchezza; se, diversamente, il desiderio è per la ricchezza allora la liberazione sarà la meta ultima della giustizia. All’interno dell’induismo sono concepiti quattro stadi di vita: il discepolato (brahamacarya); la vita familiare (gārhasthya); lo stabilirsi nella foresta (vanāprasthya) e, quale ultimo stadio, la rinuncia totale che coincide con il jivanmukti, liberato in vita, ovvero il “puro di cuore” (samnyāsa). I maschi delle prime tre caste vengono introdotti al loro maestro spirituale (il guru). Diventati formalmente dvija, cioè due-voltenati, apprendono diverse preghiere-discipline idonee per la purificazione del cuore-mente. L’AUM, la sacra sillaba, esprime una dottrina altissima di cui si parla nella Màndùkya Upanishad, màndùkya significa “rana”. L’AUM è anche il cuore di Singolarità Ineludibile, è parte della Equazione Armonica intuita dal Troilo, che permette lo sviluppo dell’Egodinamica e l’assimilazione omeomorfica di ANF all’AUM, all’Ātman, al Cristo Cosmico, all’Amore Puro. Nella Màndùkya Upanishad si narra di Varuna, re degli dèi e degli uomini, il quale, avendo assunto le sembianze di una rana (mànduka), rivela la profonda e ricca verità sulla complessa dottrina della sacra sillaba AUM. Secondo l’insegnamento del re Ajàtaśatru vi è un unico Essere da cui tutto l’universo, compresi gli dèi (assimilabili agli angeli nelle religioni cosiddette monoteiste, meglio definiti potenze dell’Uno), è stato emanato: questo Essere è il Brahman incondizionato, che nel contempo è il Sé o Ātman e il Paramātman, cioè il Cristo Incarnato e quello Cosmico. Afferma ancora il re: «Come un ragno va seguendo le sue fila, come dal fuoco sprizzano le piccole faville, così da questo Ātmabrahman tutti i sensi, tutti i 69


mondi, tutti gli dèi, tutti gli esseri viventi si dipartono, emanano, escono. Il suo nome mistico è Realtà della realtà o anche Verità della verità. I sensi sono realtà-verità, l’Ātman è la loro RealtàVerità». L’AUM è tra tutte le sillabe quella sacra per eccellenza. Essa, afferma il primo versetto della Màndùkya Upanishad, è tutto l’Universo […] il passato, il presente, il futuro, tutto ciò è compreso nella sillaba AUM. E anche ciò che è al di là del tempo, che è triplice, è compreso nella sillaba AUM. Qualche lettore esigente -ci auguriamo siano in molti- potrebbe obiettare il pericolo di sincretismo ed un velleitario tentativo di colmare l’abisso che sussiste tra due religioni così profondamente diverse nelle rispettive apparenze ritualistiche; l’autore risponderebbe che il Cristo è conosciuto in tutte le religioni, quindi anche nell’induismo, solo con un altro nome, omeomorfico al nome Cristo e assimilabile all’infinità dei nomi del mitico Pantheon vedico, che però l’autore, intuitivamente, riduce al solo Puro Amore, in ANF ed in AUM. Al congresso di Chicago del 1893 Svami Vivekananda, discepolo dell’asceta indiano Ramakrishna, parlò della visione dell’induismo, sottolineando come tutte le religioni insegnano una unica verità. Per Vivekananda «lo scopo di tutte le religioni è lo stesso; soltanto il linguaggio dei maestri è diverso» (da Der Hinduismus di R. Zaehner, München 1964). Al congresso di Berlino il professore indiano Vasvani parlò di “religioni sorelle”, esprimendo il desiderio di un’unica grande famiglia della fede. La Verità, si dice, è in fondo la stessa per tutte le religioni; l’autore cerca di dimostrarlo addirittura con l’aiuto della matematica in quanto Verità-Amore-ANF-AUM. Vi sono alcuni che nell’atto di dialogare vorrebbero eliminare dal cristianesimo cattolico qualsiasi pretesa di esclusività o di superiorità nei confronti delle altre religioni. Nel loro pluralismo, perciò, accettano che la Realtà ultima di tutte le religioni è identica. Questo è pure l’intento dell’autore, anche se alcune sue affermazioni potrebbero far pensare il contrario, quando cita o parla di Gesù il Cristo. Vi sono molti sacerdoti che sicuramente la pensano diversamente 70


dall’autore e da chi la pensa come lui, e tanti sono addirittura contrari all’idea del loro correligioso Raimon Panikkar espressa in “Il Cristo sconosciuto dell’Induismo”, specialmente dopo la riammissione dei lefevriani nel seno istituzionale della Chiesa Cattolica Romana. Per questi cristiani, per questi religiosi, è chiaro che gli uomini possono salvarsi soltanto in Gesù Cristo, fermo restando che vi sono semina Verbi anche nelle altre religioni. Altre possibilità di mediazione non possono mai considerarsi separate dall’uomo Gesù, unico e solo mediatore, e la sua mediazione avviene prevalentemente all’interno della Chiesa, quale universale sacramento di salvezza, eredità lasciata da Gesù Cristo ai suoi Apostoli e continuata mediante la successione ininterrotta della tradizione, fino all’odierno Vicario sul soglio col nome di Benedetto XVI°. Appare chiaro che, dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa ha espressamente detto che la volontà salvifica di Dio abbraccia anche i non cristiani: ebrei, musulmani e tutti gli altri, cioè tutti coloro che, senza colpa, ignorano il vangelo di Cristo e non conoscono la sua Chiesa; che senza colpa non sono ancora giunti a conoscere espressamente Dio ma si sforzano di vivere una vita retta. Oggi non è in discussione la possibilità di salvezza fuori della Chiesa, che può avvenire anche indipendentemente da essa e da Gesù, ma non da Cristo, quanto piuttosto il fatto che le religioni come tali abbiano un valore salvifico invece che di indirizzo, come invece dovrebbe essere nella teologia e nella liturgia di ogni religione! Questi teologi, con un’aria di superiorità, accondiscendono a che lo Spirito agisca anche nelle altre religioni, poiché tutte parlano del rapporto tra l’uomo e l’Assoluto, ma precisano che solo nella Chiesa Cristiana Cattolica Romana, Corpo di Cristo, lo Spirito Santo è dato in pienezza 12 : le religioni certamente esercitano la funzione di praeparatio evangelica, per accogliere l’evento salvifico già avve12

“Se lo scopo della religione è la salvezza e questa, in linguaggio teista, è la unione con Dio, la dimensione teandrica nell’uomo è decisiva per la salvezza. Non v’è quindi giustificazione per credere che SOLO il cristianesimo possieda la PIENEZZA della rivelazione di Dio e il potere salvifico!” R.Panikkar opera citata pag. 128, contraddice in pieno l’intonacato! 71


nuto in Gesù Cristo, e ribadiscono che le religioni possono aiutare la risposta umana alla corretta ricerca di Dio e divenire un mezzo che aiuta i propri “seguaci” alla salvezza, ma non si possono equiparare all’azione che la Chiesa Cristiana Cattolica realizza per la salvezza sia dei suoi “seguaci” che di quelli che non lo sono; la specificità e l’irripetibilità della rivelazione divina in Gesù si fonda sul fatto che solo nella Sua persona si dà l’autocomunicazione del Dio Trino. E continuano: non si deve confondere il concetto di rivelazione con quello di fenomenologia religiosa (sono religioni di rivelazione quelle che si considerano fondate su una rivelazione divina); infatti non tutte le religioni hanno libri sacri e gli autori di libri sacri delle varie religioni non possono considerare i loro libri come “equivalenti all’Antico Testamento”, che costituisce la preparazione immediata alla venuta di Gesù Cristo nel mondo. Dimentica o non sa, o finge di non sapere, il caro amico intonacato, che molte profezie, addirittura più antiche di quelle riportate dall’Antico Testamento per Gesù, parlano di Bhagavan Sathya Sai Baba e della Sua venuta in questa era detta Kali Yuga; ne riporto sinteticamente alcune solo ad onor del vero: << … Profezie riguardanti Sri Bhagavan Sathya Sai Baba Le profezie che riguardano Sai Baba partono dall'Estremo Oriente e via via si avvicinano al nostro mondo. Le più antiche profezie si trovano nei Purana. Se i Purana e le Upanishad sono troppo lontane dalla nostra cultura, non altrettanto si puó dire di Maometto, di Nostradamus, di S. Giovanni Evangelista, di Bab, di Papa Giovanni XXIII e, infine, di Malachia, che profetizzano del Santo Scalzo. Maometto ne diede una descrizione inconfondibile! Le profezie delle Upanishad Gli antichi testi sacri hindù avevano annunciato la discesa di Dio nel villaggio dei coni nel sud dell'India. Puttaparti significa appunto il villaggio dei coni, in quanto nel passato era stato invaso dalle termiti, che avevano costruito termitai in tutta la zona. Le profezie avevano anche previsto la famiglia presso la quale si sarebbe incarnato il Divino; tutte le tappe della Sua Missione spirituale e la sua morte a 95 anni. Le profezie annunciano che il divino si sarebbe incarnato all'interno del Kali Yuga, l' Età del Ferro iniziato 5.000 anni fa, subito dopo la morte di Krishna. Krishna é uno dei grandi Avatar del passato. Dovrebbe essere morto il 24 febbraio di 5083 72


anni fa. Avatar significa letteralmente discesa e sottintende la discesa di Dio sotto una forma visibile. Avatar, pertanto, va inteso come Incarnazione Divina. La discesa del decimo Avatar doveva avvenire all'interno del Kali Yuga, circa al sesto millennio dopo la dipartita di Krishna. Sai Baba è il decimo Avatar, Purnavatar come Krishna, (incarnazione in possesso di tutti i poteri divini). Lui stesso dichiarò ad un monaco buddista di essere l'Avatar che doveva venire, dopo Siddharta. Sai Baba é il Kalki Avatar che nelle Sacre Scritture induiste viene descritto come un condottiero che cavalca un bianco destriero. Si potrebbe anche pensare che la profezia dell’Apocalisse di S. Giovanni Evangelista sia stata ispirata o addirittura attinta da questi antichissimi Sacri Testi: i Purana. Le profezie dello Shuka Nadi Il libro dello Shuka é un testo sacro che viene tramandato di generazione in generazione; spesso, di famiglia in famiglia, da migliaia di anni. Il libro é scritto in sanscrito antico, in un dialetto oramai estinto: il brahmi. L'autore é il saggio Maharishi Shuka dev., un contemporaneo di Krishna, il Purnavatar comparso sulla terra poco più di 5000 anni fa. La data di stesura del testo risale ufficialmente al 3.143 prima dell'era cristiana. Oggi il custode del libro è Sri Iyotischarya Ramakrishna Shastri (della Shuka Foundation 33, 5th Main Road. Chamaraipet, Bangalore), filosofo, ingegnere e ricercatore della verità. La famiglia del dottor Ramakrishna é entrata in possesso dei libri sacri circa 800 anni fa. Queste sono le rivelazioni dello Shuka Nadi: "…la Sua missione é quella di risvegliare la rettitudine. Darà a ciascuno il suo, nel senso che ogni devoto riceverà in rapporto al livello di coscienza raggiunto. Così, qualcuno riceverà un certo numero di oggetti per risanare qualche lacuna fisica o spirituale, qualcun altro riceverà soltanto un'indicazione per l'autorealizzazione. Il villaggio in cui comparirà nella Sua veste terrena diventerà luogo sacro. Potrà assumere qualunque forma, potrà eliminare qualsiasi pericolo e qualsiasi ostacolo. Creerà istituti di educazione e mostrerà la Sua onniscienza in mille modi. Se il devoto si arrenderà al Maestro avrà l'opportunità di riscattare i suoi peccati e ottenere la liberazione. Molti lo avvicineranno ma alcuni non potranno farlo per il comportamento spinoso delle vite passate. Egli sarà la personificazione dell'Amore e della Beatitudine, ma soltanto le menti illuminate potranno capirne l'essenza. Sai Baba potrà essere sperimentato, ma non descritto. Egli camminerà nella rettitudine aldilà di ogni maldicenza. Sarà il rappresentante di Shirdi Baba e nascerà come risultato delle preghiere 73


fatte dai devoti di Shirdi. Il Maestro si mostrerà a Whitefield anche dopo la morte del Suo corpo fisico. Sai Baba mostrerà tutti i Suoi poteri quando il male avrà raggiunto l'apice. Prima dell'anno 2000 mostrerà soltanto un decimo dei Suoi poteri! Negli anni successivi, tuttavia, i Suoi sforzi per salvare il mondo verranno centuplicati. Prima della fine di questo ciclo cosmico dimostrerà che Lui e soltanto Lui sarà in grado di controllare la furia della natura. Il Maestro pianterà un albero a Bangalore che diventerà un campo di energia. Nonostante che Egli sia pienamente consapevole dei poteri che possiede, li rivelerà soltanto quando sarà strettamente necessario. La Sua grandezza raggiungerà le più sperdute contrade del mondo, si mostrerà contemporaneamente in più luoghi e produrrà miracoli mai visti. Ciò che fará potrà sembrare molto semplice agli uomini, ma in realtà ogni Sua azione avrà un'importanza universale. Il Suo cuore sarà perennemente pieno di compassione; non ferirà mai nessuno, né mostrerà disappunto per gli errori commessi dall'ignoranza. Ogni Suo gesto ed ogni Sua parola avranno un significato, i devoti che seguiranno la retta via avranno la Sua totale protezione. Egli insegnerà che questa nostra realtà é illusoria. Coloro che riconosceranno la verità di Sai Baba raggiungeranno la salvezza. Le cose terrene perderanno di significato e il devoto scoprirà che soltanto la conoscenza di se stesso potrà portarlo alla liberazione finale…” Gli Shuka riferiscono che Sai Baba avrà il potere di guarire la gente e guarire se stesso spruzzando acqua sul suo corpo e che eserciterà questo Suo potere di guarire non soltanto sulla gente del nostro pianeta, ma anche sugli esseri viventi di altri pianeti e persino nei piani esistenziali più elevati. "…Si verificheranno situazioni inspiegabili quando Egli prenderà su di Sé i mali degli uomini per salvarli da malattie o incidenti. Avrà anche il potere di prolungare la vita e quando l'influenza del Kali Yuga (questa Era, caratterizzata dalla corruzione e dall'ingiustizia) raggiungerà il suo apice, la gente vedrà la Sua grandezza e lo riconoscerà come Potere Assoluto. Allora, l'umanità si inginocchierà davanti ai Suoi piedi e lo adorerà come il personaggio più grande che sia mai apparso sulla faccia del nostro pianeta. La Sua essenza é Divina. Non dimenticherà nulla. Non ci sarà nulla che non conosca. Egli avrà grandi poteri purificatori. Il solo vederlo purificherà l'animo della gente; la semplice esposizione all'energia irradiata da questo personaggio divino potrà annullare il karma di ognuno. Avrà tre incarnazioni in successione. Coloro che lo criticheranno commetteranno peccato.

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Dal 1979 la corrente del mondo cambierà direzione: la rettitudine affiorerà gradualmente e l'ateismo comincerà a diminuire. Da quell'anno Egli compirà miracoli mai visti…" Le profezie dell'Apocalisse di Giovanni I testi sacri hindú avevano previsto la discesa di un Avatar, simbolicamente identificato come un condottiero che cavalca un cavallo bianco. Il cavallo é il simbolo della mente e Colui che lo cavalca ha il significato di dominarla. La mente é responsabile di tutte le proiezioni che ci allontanano dalla verità suprema. I testi sacri segnalano che il Condottiero indosserà una veste color della fiamma, o del sangue, porterà i segni cutanei tipici degli Avatar, verrà accompagnato dai Kalas e condurrà l'umanità verso l'Era dell'Oro che durerà mille anni. Dice Giovanni nella sua Apocalisse cap.IXX°: "Poi vidi il cielo aprirsi, ed ecco un cavallo bianco e colui che lo cavalcava si chiamava il Fedele ed il Verace ed egli giudica e guerreggia con la giustizia. Era vestito di una veste color del sangue ed il Suo nome é la parola di Dio. Gli eserciti che lo seguivano sopra cavalli bianchi erano vestiti di lino bianco e puro. Egli afferrò il dragone del male e lo legò per mille anni, dopo di che avrà da essere sciolto per un po’ di tempo…" Il nome con il quale Sai Baba è registrato all'anagrafe dai genitori è Sathya Narayena Raju. Raju é il nome della famiglia. Sathya vuol dire verità e Narayena significa "colui che rimane fedele nel cuore degli uomini". In sintesi, il nome anagrafico di Sai Baba é “il Verace e il Fedele”. L’Apostolo Giovanni aveva visto giusto! Le profezie di Maometto Circa 1400 anni fa Maometto si propose al mondo come profeta, o inviato del Signore. Il profeta dell'Islam aveva attinto la Sua cultura e la Sua preparazione dal sistema filosofico indiano, come avevano fatto a suo tempo Buddha, Apollonio e Gesù. Ne l' "Oceano della Luce", al volume XIII, il Profeta consegna al mondo trecento segni che permetteranno al ricercatore spirituale di individuare la nuova incarnazione di Dio. L'opera, scritta circa sette secoli dopo la morte di Maometto, aveva lo scopo di raccogliere tutto ció che aveva dichiarato il profeta in vita, affinché non andassero perdute le Sue parole. L'"Oceano della Luce" é costituito di 25 volumi, il tredicesimo, che porta il titolo di "El Mahadi Maoud" che significa "L'atteso Condottiero", si riferisce all'apparizione del Grande Maestro del Mondo verso la fine di questo secondo millennio.

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L'opera, scritta in arabo, é reperibile, non senza difficoltá, in Persia, l’attuale Iran. Alcuni brani vengono riportati da Lowenberg nel suo libro "The heart of Sai" (Sathya Sai pub, Prashanti Nilayam, Puttaparti, India). Il volume XIII parla esclusivamente del Condottiero Spirituale che dovrà sovvertire l'ordine delle cose, risvegliare la spiritualità e l'amore nell'uomo. La Sua comparsa avverrà, riferisce l'opera, nel momento in cui l'umanità avrà toccato il fondo. Così scorre il racconto: “ … Alcuni discepoli musulmani domandarono al profeta: "Sei tu El Mahadi Maoud, il Grande Maestro?" Rispose Maometto: "Nessun profeta e nessun messia potrà mai avere i poteri con i quali discenderà il Maestro del Mondo. Nessun profeta sarà grande quanto il Maestro, in quanto il potere che possiede il Messaggero non é sufficiente per risolvere i guai di una nazione, o salvargli la vita. Per quanto riguarda il Maestro del Mondo, tuttavia, nessun potere del mondo riuscirà a conquistarLo, nessuna potenza potrà ucciderLo" I discepoli domandarono ancora: "Come potremo riconoscere il Signore dei Signori?" "Voi" disse allora Maometto "non potrete riconoscerLo perché quando il Maestro verrà voi sarete così spinosi che non avrete la possibilità di trovarLo. I cristiani e i popoli di altre religioni avranno invece questa possibilità. Lo troveranno e Lo adoreranno, ma i musulmani non potranno farlo. Vi fornirò, comunque, i segni che consentiranno di riconoscerLo e di distinguerLo dai falsi profeti che in quell'epoca discenderanno numerosi …" I segni che fornisce Maometto sono così precisi che é possibile persino tracciare un identikit del Condottiero. Ascoltiamo il Profeta nella sua descrizione: "… La sua chioma sarà come una corona, la fronte sarà larga, la radice del naso ampia, i denti centrali saranno separati. Il Suo viso sarà sempre ben rasato. Il Maestro del Mondo non porterà mai la barba. Avrà un neo sulla guancia e indosserà due abiti color della fiamma. Il Suo corpo sarà minuto, ma lo stomaco ampio nell'età matura. Le gambe saranno come quelle di un adolescente. Egli porterà con sé la sapienza e la conoscenza di tutte le religioni del mondo. Tutte le scienze e la cultura del mondo alloggeranno nella Sua mente fin dalla nascita. Qualunque cosa chiederete Egli ve la donerà. Tutti i tesori del mondo saranno sotto i Suoi piedi. A tutti fará piccoli doni e materializzerà oggetti anche dalla bocca. Benedirá i devoti toccandoli con la mano. Coloro che lo vedranno saranno felici e le stesse anime disincarnate godranno della Sua visione. I devoti allungheranno il collo per vederLo. Il Maestro vivrà sino a 95 anni. Negli ulti76


mi venti anni della Sua vita Egli verrà riconosciuto come il Re dei Re, anche se per quel periodo soltanto due terzi dell'umanità crederà in Lui. I musulmani lo riconosceranno soltanto nove anni prima che Egli lasci il Suo corpo. Voi avreste potuto stringerGli la mano, ma avrete perduto questa grande occasione. Il Maestro vivrà in collina e i Suoi devoti si riuniranno sotto un grande albero. A quei tempi voi spenderete molto denaro per abbellire le vostre moschee, ma nessuno di voi andrà là a pregare. Pubblicherete bellissimi libri del Corano, ma nessuno di voi comprenderà ció che vi sta scritto. I veri insegnamenti di Mosé sono nascosti in una grotta dell'Antiochia, ma il Re del mondo, l'incarnazione di Dio, sarà l'unico che fornirà all'umanità un insegnamento di verità …"

Foto di Sai Baba con il libricino dei veri insegnamenti di Mosè, apportato da Swami durante un Suo Discorso sul tema in questione e poi “riposto” dove si trovava, nella grotta dell’Antiochia, dove ancora si trova non “scoperto” e tanto meno prelevato!

La descrizione fatta da Maometto é fotografica. Tutti i segni forniti dal Profeta dell'Islam calzano alla perfezione al personaggio Sai Baba. Lui stesso ha annunciato che morirà all'età di 95 anni. Una curiosità: posizione dei pianeti al momento della nascita Sri Ganapati, nel suo pregevole lavoro "Swami", introdotto dal biografo ufficiale di Sai Baba N. Kasturi, fornisce la seguente posizione dei pianeti al momento della nascita dell'Avatar: Luogo di nascita: Puttaparti Data di nascita: 23 novembre 1926 Ora di nascita: ore 5, minuti 6 Fase lunare: 4 giorno dopo la luna piena Stella Orione Longitudine 77 gradi, 47' Est Latitudine 14 gradi, 10' Nord Tempo siderale: 8, 51', 54" Corso del sole: 22 gradi, 50', 9" Forza di equilibrio sulla data di nascita Rahu, 2° anno, 1° mese, 14° giorno Corso del sole 22 gradi, 50', 9" Forza di equilibrio sulla data di nascita Rahu, 2° anno, 1° mese, 14° giorno 77


Sai Baba morirà nel 2021 e rinascerà nel distretto di Karnataka nel 2029. Per vent'anni, tuttavia, la nuova incarnazione divina che prenderà il nome di Prema Sai non si manifesterà pubblicamente; comparirà intorno al 2050 a Mysore, dove eleggerà il Suo quartier generale. Nel 2050 l'uomo assisterà alla trasformazione del mondo. La giustizia regnerà sul pianeta. Non vi saranno più religioni diverse ma un'unica religione: quella del Divino Amore! L'umanità sarà riunita sotto un'unica bandiera spirituale che adorerà Dio Uno e riconoscerà il Sé Interiore aldilá dei falsi edifici costruiti da solerti seguaci di questa o quella religione. "… L'intera umanità é la mia famiglia. Non esiste nessuno su questo pianeta che non mi appartenga. Sono tutti miei, ed Io sono loro", dice Sai Baba, "Essi possono anche ignorarMi, ma sono egualmente Miei. Io non rinunceró a voi, nemmeno se Mi terrete lontano. Non dimenticherò nemmeno coloro che Mi negano. Sono venuto per tutti. Coloro che se ne stanno lontani verranno egualmente chiamati vicino a Me e saranno salvati." Le profezie di Nostradamus Nel sedicesimo secolo il medico francese Nostradamus scrisse le sue Centurie; circa 2500 predizioni in stanze. Tra le tante previsioni, alcune sono di importanza internazionale e coprono un periodo di diversi secoli. Circa 800 predizioni si riferiscono agli ultimi 400 anni e sembrano essersi realizzate. Le profezie più significative riguardano l'Afganistan e la Persia (Iran) del 1727; la rivoluzione francese del 1792; le due guerre mondiali; l'ascesa di Hitler, che il veggente chiama Hilter, anagrammandone il nome; l'ascesa e la capitolazione di Mussolini e delle sue camicie nere. Una profezia ha un interesse drammatico per tutta l'umanità e si riferisce a questi decenni quando un condottiero immortale nato in India, dotato di sapienza e di poteri eccezionali, parlerà alle genti e condurrà l'umanità sotto l'unica bandiera di una religione universale fondata sulla verità, unificando i popoli in una sola casta di fratelli. La profezia annunciata da Nostradamus ricalca quella dei maestri himalaiani, di Maometto, delle Upanishad e di Papa Giovanni XXIII. Le profezie del profeta Bab Bab é il profeta della religione Bahai. La religione Bahai non é molto conosciuta in quanto i suoi seguaci non fanno del proselitismo. Bahai si nasce, affermano i maestri di questa fede. Il ricercatore della verità viene incontrato al momento opportuno. Il profeta Bab venne giustiziato sulla pubblica piazza, proprio nel paese in cui nacque e predicò (la Persia-Iran), attorno al 1845. Un seguace, Bahahullah, fondò una religione sul Suo insegnamento. 78


Bab profetizzò la discesa di un grande Maestro, che avrebbe unito tutte le religioni del mondo in quanto Dio é uno solo ed é perfettamente inutile e sciocco mantenere certe divisioni. L'unico sentiero che conduce a Dio, sosteneva il Profeta, é l'amore ed il servizio agli altri. L'annuncio profetico di Aurobindo Aurobindo, maestro spirituale indiano, ha avuto un ruolo importante nella stessa politica del suo paese, tracciando indelebili segni sociali sulla matrice di quella terra. L'annuncio che egli fece il 24 novembre 1926 é, a dir poco, drammatico. Si tratta di un annuncio impressionante perché pur non essendo così preciso e fotografico come la profezia di Maometto, é tuttavia così vivo da scuotere l'animo di chiunque. Il giorno dopo la nascita di Sai Baba, Aurobindo chiamò a raccolta i suoi discepoli. I devoti meditarono per circa 45 minuti. Quel giorno Aurobindo ritenne di aver raggiunto la perfezione spirituale. Benedì ogni singolo presente ed avvertì che Dio si era incarnato: "Il divino é sceso sulla terra. Dio si é incarnato, portando con sé tutti i poteri della divinità: l'onnipotenza, l'onniscienza e l'onnipresenza." Da quel giorno Aurobindo visse in solitudine, comparendo raramente tra i discepoli. Il 24 novembre divenne uno dei quattro giorni dell'anno in cui Aurobindo offriva il suo darshan ai devoti, mentre la gestione dell'ashram venne affidata ad una discepola francese. Aurobindo morì nel 1950. L'unico grande mistico nato il giorno annunciato da Aurobindo é Sathya Sai Baba. "Il 24 novembre 1926 Krishna" aveva ribadito Aurobindo ("Sri Aurobindo, uomo e profeta", edizioni Galeati, pagg. 330-331. "The Godman", di Gokak, Puttaparti) "é sceso sotto vesti umane. Un potere infallibile guiderà le menti, e nel cuore delle genti arderà la fiamma immortale. Le moltitudini ascolteranno la sua voce." Sai Baba nasce il 23 novembre 1926, mentre Aurobindo parla del 24. La differenza di 24 ore é legata al fatto che Aurobindo percepì la nascita dell'Avatar soltanto nel momento in cui raggiunse i poteri sovrannaturali, egli raggiunse la capacità di espletare tali poteri soltanto quel giorno! Le profezie di Angelo Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII Angelo Roncalli, il papa buono, sembra essere l'autore di profezie sconvolgenti che oggi vediamo giá quasi tutte realizzate. Le profezie vennero fatte nel 1935, quando Roncalli ricopriva il ruolo di delegato apostolico in Turchia. A quel tempo Roncalli venne introdotto in una società segreta iniziatica dove dettò le sue profezie che, trascritte dal Cancelliere della società segreta, vennero gelosamente custodite ed appari79


rono nel 1976 in un libro di Pier Carpi dal titolo "Le profezie di Papa Giovanni" - Edizioni Mediterranee - Roma. L'autore cercò di interpretare le dichiarazioni di Papa Giovanni, lasciando tuttavia alcune profezie non decifrate per mancanza di elementi. Mi pare che oggi possiamo interpretare meglio quei passi, usando una chiave esoterica. Le profezie annunciano tempi duri per la Chiesa Romana e, proprio in quel periodo di terrorismo e di sangue, ecco comparire sulla scena il Santo Scalzo: "Nella tua casa riceverai un santo a piedi nudi. E farai attendere i potenti, le mani disarmate, a pregarti. Il santo parlerà anche per te in ogni contrada e dal mondo ecco i bianchi fiori ti avvolgeranno. Tuo sarà il viaggio del coraggio, la grande sfida al mondo ed all'immondo principe del mondo. E ti farai scalzo, e camminerai col Santo Scalzo." Chi conosce Sai Baba comincia già ad intravedere la possibilità che Egli sia il Santo Scalzo di cui parla Angelo Roncalli. È il Santo che predica l'amore universale e tiene viva la fiaccola della spiritualità nel mondo. "Due fratelli e nessuno sarà Padre vero. La Madre sarà vedova. I fratelli d'Oriente e d'Occidente si uccideranno e nell'assalto uccideranno i loro figli. Allora scenderà dal monte il Santo Scalzo e scuoterà il regno, dinnanzi alla tomba dello scalzo. Ascoltate le sue parole.” Il Santo Scalzo scende simbolicamente dal suo piedestallo per soccorrere un'umanità affranta dalla lotta e dal sangue. Il monte di cui si parla va interpretato, oppure si riferisce alla collina di Puttaparthi? Tutte le interpretazioni concordano sul paesino in collina Puttaparthi, dove oggi risiede. "Nella terra di Brahma una voce disarmata, é la coscienza del mondo che non morirà mai. Da lui verrà al mondo un nuovo ordine di cose." Il libro citato continua: “Le armi costruite in gran segreto da diverse nazioni portano il lutto sul pianeta, ma di nuovo il Santo Scalzo agirà attraverso diversi accorgimenti proprio com'é nello stile di Baba, il quale ha affermato: "Dal mio sessantesimo anno, io agirò all'interno dei cuori, attraverso il pensiero, e raggiungerò il mondo". "I due capi russi si scontrano nel nome dell'umanità. Nella terra celeste sta la voce di chi ama il mondo e parla per i deboli… Roma, accetta le rovine, non stendere fiori o sete per i piedi nudi di chi viene. Questi piedi amano il dolore." Ci sarà un tempo in cui un papa avrà l'ardire di recarsi in pellegrinaggio dal Maestro del mondo e di camminare al Suo fianco a piedi nudi, così come nudi sono i piedi del Santo. Verrà anche il tempo in cui il Santo Scalzo verrà a Roma e verrà nel momento in cui la Chiesa Romana avrà 80


maggiormente bisogno. Il messaggio di Dio non verrà abbandonato. Sarà il Santo Scalzo a tenerlo vivo anche quando la violenza, l'odio e il sangue soffocheranno ogni barlume di spiritualità. Sarà il Santo dei Santi, colui che cammina a piedi scalzi, che ristabilirà nel mondo la Giustizia, la Pace e l'Amore.>>

E l’intonacato continua: nella teologia delle religioni e per un dialogo fruttuoso, i cristiani, dunque, non possono assolutamente prescindere dall’insegnamento paolino della conoscenza naturale di Dio e dall’azione universale dello Spirito, non si possono eliminare però le differenze tra la Cattolicità Romana e tutte le altre religioni, in nome di un presunto dialogo su un piano egualitario impossibile (specialmente con la reintroduzione dei lefevriani! N.d.A.), si può però scorgere tutto quello che accomuna gli altri alla cristianità. La dichiarazione Nostra Aetate (26/10/1965) del Vaticano II° riconosce che le religioni hanno in comune «lo sforzo di superare, in vari modi, l’inquietudine del cuore umano proponendo delle vie, cioè dottrine, precetti di vita e riti sacri» e dunque si riconosce che nella ricchezza dei miti dell’induismo, nelle sue esigenze ascetiche e nelle sue profonde meditazioni si esprime la ricerca fiduciosa di un rifugio in Dio, soprattutto una grande considerazione del cosmo, dell’uomo e di Dio. Ciò è molto vicino alla concezione cosmoteandrica di Panikkar, che fa ben sperare in un prossimo futuro dialogo scevro da bassi e meschini pregiudizi dell’ego, enorme, grande quasi come “er cupolone!”. La medesima dichiarazione afferma che «nell’induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con l’inesauribile fecondità dei miti e i penetranti tentativi della filosofia; essi cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza». L’autore, lo abbiamo scritto già all’inizio, precisa che Singolarità Ineludibile è «…un ramo della filosofia scientifica…», eccoci dunque alla seconda chiave ermeneutica.

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III.3. Filosofia in rapporto a Scienza e Matematica La Filosofia è il Verbo delle Scienze La Conoscenza senza Azione è Inutile L’Azione senza Conoscenza è Stoltezza

All’approccio filosofico riscontrabile in questo libro si muoverà l’accusa di un panteismo immanentista a scapito della trascendenza della Creazione ex nihilo, chiaramente espressa nella dottrina cristiana. Nel dialogo col prof. Todeschini, presente nelle prime pagine, l’autore considera l’universo come una «esplicazione di Dio». Panteismo? La metafisica del Troilo non è molto diversa da quella cristiana e quella induista del vedanta. Nel libro è accentuata la divinizzazione dell’uomo cui l’induismo è particolarmente sensibile. S. Ireneo di Lione scriveva già nel II° secolo che «Il Verbo si è fatto uomo perché l’uomo divenga Dio» (Adversus Haereses). Affermano alcuni filosofi, anche intonacati, che parlare di divinizzazione dell’uomo significa, allo stesso tempo, parlare di una presenza di Dio che ha un duplice modo di manifestarsi: una presenza di immensità ed una presenza di grazia. La prima dice che la Creazione senza Dio sarebbe nulla; viceversa essa non aggiunge nulla al Creatore. L’immensità dice l’infinità e Dio è pura infinità positiva, Ipsum esse per se subsistens, che trascende le creature ma si rende, allo stesso tempo, perfettamente immanente ad esse, a modo di agente presso il suo effetto immediato. Il creato è il suo effetto proprio e senza la sua causa essendi non sussisterebbe nulla. La stessa matematica, spiritualizzata magistralmente dal nostro autore, mostra questo rapporto di dipendenza radicale delle creature al loro creatore. Tra Dio e mondo vi è lo stesso rapporto che vi è sul piano matematico. Così i filosofi “intonacati” evitano di dire chiaramente che, come sostrato, l’Universo è lo stesso Dio, che è Esistenza (Sat), allo stesso modo che la corda è il sostrato dell’apparente serpente, come dicono le Upanisad molto chiaramente, inequivocabilmente! La tonaca, riprendendo Barzaghi, afferma che il numero 10 si può dire in tutte le combinazioni possibili: 82


(8+2; 5+5; 2+3+5; 2+2+2+2+2; 9+4-3; … ecc.), dire dunque 6+4 è dire 10, ma dire 10 non è dire solo 6+4, perché il 10 è combinazione di combinazioni; le combinazioni diverse del 10 sono sue esplicazioni. Dio, dunque, è complicazione del mondo e il mondo è esplicazione di Dio. La creatura si risolve totalmente in Dio, mentre Dio si dice tutto nella creatura ma non totalmente, come 5+5 è simpliciter 10, ma 10 non è simpliciter 5+5, ma anche 8+2; 7+3 e cosi via (G. Barzaghi, Le condizioni metafisiche della divinizzazione, in Divus Thomas, n. 42, ESD 2005). Il suddetto esempio tonacale riportato, presuppone di conoscere a priori il numero 10, ovvero Dio, ma ciò invero non è, perché si conosce una o più delle infinite esplicazioni di 10, ma non direttamente 10; per esperire direttamente 10, e così davvero conoscerlo direttamente, è necessario trascendere tutte le sue esplicazioni; pertanto Dio è semplicità intuitiva e sicuramente non è complicazione! Il Novecento scientifico si presentava con un volto profondamente nuovo. Il suo fondamento primo non era più l’esperienza, ma la matematica. Proprio tale trasformazione avrebbe imposto agli scienziati interessi filosofici, a differenza del positivismo di Comte e del Circolo di Vienna, che rifiutavano la metafisica preferendo il riduzionismo matematico. I tentativi di Popper e di Bachelard si collocano nel tentativo di una possibilità fondata di oggettivazione alla razionalità. Nel pieno riconoscimento della dignità e dell’autonomia della filosofia e della scienza, l’epistemologia attuale non può prescindere dal dialogo fra queste due discipline, la loro separazione sarebbe quanto meno anacronistica. Il protagonismo assoluto della scienza, negli ultimi tre secoli, ha mostrato la sua fragilità. Se lo scopo della scienza è il raggiungimento della verità dell’oggetto studiato, non può prescindere da una domanda filosofica, o meglio epistemologica. Il tentativo dell’autore di coniugare la scienza nei suoi risvolti prevalentemente matematici, e la filosofia nei suoi risvolti prevalentemente metafisici, mi sembra ben riuscito! Alla luce di quanto il Troilo si propone, il ragionamento matematico-sperimentale della singolarità dell’opera, nel suo tentativo di 83


presentare un cammino spirituale che conduca fino alla esperienza di se stessi, si presenta arduo e rivolto ad un pubblico specifico, perché al dire di Nicolò Copernico: «I pensieri del filosofo sono ben lontani dall’opinione comune, proprio perché suo compito è cercare la verità in ogni cosa, almeno nei limiti concessi da Dio alla ragione umana». Perciò auspico un’ampia diffusione di questo libro, con la speranza che quanti si accingeranno alla sua lettura seguano il monito dell’autore di fare esperienza di se stessi, beninteso che per fare ciò occorrono principalmente tre requisiti: il primo è di ricordarsi di non abdicare dalla ragione nel suo procedere alla ricerca della veritas; il secondo è di prestare gli orecchi al Deus deorum, Dominus, locutus est (Salmo 49, 1); il terzo potrebbe essere, ed è, il primo in assoluto: la Purificazione del Cuore! III.4. Prologo Loka samastah sukhino bhavantu 13

A cosa serve la scienza? Quale scopo ha se non quello di donare benessere all’umanità risolvendo le sue necessità materiali per poi invogliarla verso una concreta felicità duratura, integrata e non effimera? L’Educazione scientifica, in particolare, non può ridursi a varie abilità ad apprendere nuove tecniche e ricerche superspeciali, la scienza deve essere supportata da un educare a vivere una vita buona e rispettosa di ogni spiritualità interiore che si estrinseca con qualsiasi credo e devozione per qualunque Nome-Forma cui viene dato il nome di Dio. Quando non si educa a vivere con bontà e devozione, 13

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Invocazione vedica sanscrito traslitterato: “Che tutti i Mondi siano Felici”


l’insegnamento può rendere lo scienziato pericoloso, per sé e per il mondo, perché si rende possibile ogni errore/orrore per “fine scientifico”, come già visto con gli scienziati nazisti, sovietici e, nella evoluta città di Milano, con il calcolo dei Valori Umani a peso di euro! A cosa serve conoscere l’Universo che ci circonda, se ancora non conosciamo l’Universo che ci sottende? Se conoscere l’Universo esterno e la sua origine, può aiutare a conoscere la nostra vera natura, è sintomatico che tutte le teorie elaborate incontrino almeno una singolarità irrisolvibile con qualsiasi metodo, tanto meno col solo approccio materialistico, anche se si utilizzano raggiri matematici che restano solo sterili afisicità. Bisogna quindi riconoscere che una scienza che tiene conto solo dei cinque sensi dell’uomo è parziale e non veritiera, perché misconosce tutto ciò che permette agli stessi nostri sensi di funzionare. Questo scritto è indirizzato a tutte quelle persone che vogliono essere felici ma non ci riescono perché, sollecitate interiormente dal loro Io spirituale, vengono alienate dalla incongruenza tra l’esperienza quotidiana, quasi sempre negativa, e questo loro interiore polo positivo chiamato Sé, percependo sulla loro pelle questa alienazione, vivendola senza comprenderla e senza mai comprendersi, con il rischio di perdersi psicologicamente nei meandri assurdi del loro indeterminabile e buio spazio mentale. La presa di coscienza di tale contraddizione “interiore-esteriore”, di quest’alienazione, è il primo passo necessario che può ben direzionare il cammino esistenziale. La Tecnica di seguito esposta è la più semplice e priva di ogni pericolo, nel senso di NON turbare le coscienze di molti lettori NON ancora pronti a porsi senza alcun sostegno per valicare “l’abisso” dello spazio mentale, come vorrebbe l’Asparsa Yoga. Questa Tecnica, che mi accingo a descrivere e indirizzare, è più che altro un Cammino o PROCESSO esteriore-interiore e viceversa, è utilissima e basilare per iniziare nel modo più semplice e naturale, perché prepara il volonteroso ad acquisire le necessarie caratteristiche mentali. Tra i prerequisiti che incoraggiano l’insorgere della brama all’avanzamento su questa strada, il principale è la capacità85


volontà di discernere fra ciò che è transitorio e ciò che non lo è, ovvero la scoperta che l’interiore Sé o Spirito, che è aldilà dello spaziotempo, causalità e casualità, è la nostra Realtà e tutti gli oggetti percepibili dai sensi, nostro corpo psicobiologico compreso, sono instabili, continuamente cangianti e solo il nostro Io-Sé trascendente non subisce alcun tipo di mutamento: Io Sono Io, e ciò è sufficiente per meritare la definizione di Unica e sola Verità Eterna che può dirsi pertanto Verità Assoluta. Questa Singolarità è la sola che non si può Eludere, con qualsiasi tipo di artifizio, che sia matematico o di qualunque altro tipo! Sono convinto che informare la gente dell’essenza del Messaggio di una religione, qualunque essa sia, non significhi fare proselitismo, come invece la bassa convenienza egoistica dell’uomo ha voluto e vuole intendere, anche a costo di falsificare lo stesso immutabile Messaggio Spirituale; esso infatti è completamente avulso dalle ritualità caratteristiche di tutte le religioni esistenti. La ragione per cui l’uomo nasce e vive potrebbe ricercarsi nello svelamento della Verità Ultima insita in tale Messaggio quale “Oro di Dio” che si trova nel cuore degli esseri viventi e nella essenza di tutte le cose, in tutta la materia, e portò Gesù Cristo a profetizzare un’apparente stranezza riportata anche nei Vangeli: “Se taceranno gli uomini, parleranno le pietre” (Luca 19, 40). Questo scritto vuol far conoscere il profondo e unico Messaggio Universale dei Veda, insito nel cuore di tutti gli uomini e nella essenza di tutte le Sacre Scritture, che si può sintetizzare come Non-Dualismo o Advaita Vedanta, base di qualsiasi sviluppo scientifico-religioso-spirituale. Esso è la mia personale esperienza del Messaggio dato anche attraverso le Sacre Scritture cristiane, sintesi delle meditazioni sulle stesse e su alcune Upanisad. In questo volumetto pongo in evidenza alcune riflessioni sul rapporto Fisica/Metafisica, da cui si può evincere anche uno stato egoico formalizzabile con la Matematica, da me chiamato Stato Egodinamico della Coscienza. Singolarità Ineludibile vuole essere un ramo della filosofia scientifica che studia i problemi e i valori connessi ad una prassi della OM 86


od AUM vedantico, il quale è l’Ordine Esplicato o Verbo di un Ordine Implicato chiamato Puro Amore ma, allorché si esplica come movimento dal più sottile al più grossolano, assume le caratteristiche di un ego; perciò tale progressivo moto è stato da me chiamato Processo Egodinamico. Tutta l’Egodinamica che deduco dalla monumentale opera del prof Marco Todeschini e del prof. David Bohm tramite il Vedanta, sia però chiaro che è esclusivamente farina del mio sacco! A qualcuno sembrerà strano, ma la Scienza avvicina molto a Dio, e l’Egodinamica si può dire che è la razionalizzazione dei tanti Testi Sacri letti e studiati, che mi hanno permesso di recepire una singolarità intuitiva il cui scopo principale non è parlare tanto di filosofia, religione o esoterismo, quanto parlare di Scienza secondo nuovi paradigmi che hanno le radici nella filosofia del NonDualismo, nella sintesi Religiosa-Devozionale nonché nell’Esoterismo, in una sola parola: nell’Amore, nel Puro Amore o Sé che, come Archetipo in Essere, viene identificato come Ego Cosmico “E” e quindi come ego operativo “eO”. Ho indicato con “eO” l’Ego Operativo, con “eM” l’Ego Mentale e infine con “eS” l’Ego Subconscio di Stazionamento: eO = eM + eS Tale Scienza può, con giusta ragione, essere denominata Scienza dell’Amore o Scienza di Dio, perché Dio è Amore anche se, esplicato al più basso livello fisico, viene chiamato ego operativo. L’Egodinamica è un nuovo pensiero Metafisico che contempla il princìpio fondante dell’Infinito Amore secondo il quale tutti i NOMI sono collegati alle rispettive FORME tramite leggi spirituali, formalizzate anche con l’ausilio della Matematica, quindi esprimono anche leggi fisiche della materia oggettiva di cui le stesse Forme sono costituite e vibrano nell’archetipo Nome che si esprime anche come E=mc2. Alla fine della lettura sarà chiaro che questo scritto è soprattutto una disciplina spirituale alquanto singolare, perché attraverso la ragione prettamente scientifica, avvalendosi della Matematica e della Fisica, incammina Lettori e Lettrici attenti su una strada analitica in modo da portarli facilmente all’autodiscriminazione dei Valori Umani 87


INTERNI e positivi, insiti prima di tutto nei loro stessi cuori, dai Valori Bestiali detti anche umani, ma solo ESTERNI alle “Mura di cinta del Regno” e negativi! Questa nuova filosofia scientifica considera il sistema energia non più invalicabile e ultimo, come finora ritenuto dalla scienza, ma considera tutte le differenti energie espressioni della sola Energia Cinetica, come dimostrato ampiamente dal prof. Marco Todeschini con la sua Spaziodinamica, e la considera come un sottosistema complesso di quel Quid chiamato anche Uno-senza-secondo, che è l’eterno Sistema Assoluto Semplice della Pura Coscienza, detta più chiaramente Sé Incarnato e Cosmico. Nella vita pratica, la scoperta che è l’Amore che Crea, Sostiene ed Avvolge tutto e tutti, può essere considerata antiscientifica e assurda, ma bisogna capire che senza Amore nessuno può vantare di essere riuscito a comprendere il mistero della vita, anche studiando il Cosmo, le stelle e quant’altro con le più avanzate tecniche di ricerca. Senza Amore il mistero insondabile del nucleo atomico resterà sempre più misterioso! La Natura stessa è Amore Puro, Trascendente, Immanente e Onnipervadente il Cosmo, perché tutto è Amore, senza peraltro rendere impossibile e inutile lo studio del cosmo e ogni altro tipo di conoscenza empirica, teorica sensibile ed intelligibile! La conoscenza mentale ordinaria comune può arrivare a capire e poi a comprendere questa nuova metafisica, perché quello stesso Amore Puro che muove il Sole e l’altre stelle è anche posto nel nostro cuore spirituale: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”, dice Gesù Cristo sintetizzando il processo di ogni possibile tecnica e metodo pratico. Il cuore deve essere quindi preparato e reso puro, affinché questa nuova Scienza dell’Amore diventi prassi per ogni essere umano di buona volontà! La più semplice e naturale tecnica che rende possibile tale purificazione si trova in tutte le Sacre Scritture, ed è la semplice Ripetizione del Nome che ognuno dà a quel Dio che ha nel cuore, tecnica che nel Vedanta viene chiamata Namasmarana, la quale costituisce il più semplice Yoga per sé stesso, il Cittha shuddhi yoga, il sentie88


ro che oserei dire essere il più idoneo in quest’Era (Yuga), per la giusta e coerente purificazione del cuore-mente-psiche. Il Namasmarana e l’Autodiscriminazione sono le due tecniche che in breve porteranno il praticante a sperimentare ciò che le formule matematiche esprimono simbolicamente e i Sacri Testi invitano a mettere in pratica, come si fa con la Fisica Teorica e Sperimentale, in tal modo viene chiuso il cerchio di questo singolare processo: Metafisica prima, Matematica poi e infine Fisica Sperimentale, intesa come prassi quotidiana, processo sintetizzato come e nel NF. Tale Processo è stato da me chiamato Algoeuristico, ed è un metodo di approccio alla soluzione dei problemi che non segue un chiaro percorso, ma si affida all'intuito e allo stato temporaneo delle molteplici circostanze, al fine di generare nuova conoscenza; non è quindi un metodo prettamente deterministico, come quello di Laplace, perché, contrariamente a quanto egli credeva, la natura impone dei limiti alla capacità di predire appieno il futuro tramite qualunque tipo di Legge, sia secondo la scienza Fisica che la scienza dello Spirito, e ciò è dovuto al fatto che per predire il futuro scientificamente il ricercatore deve autorealizzare la propria Divinità posta nel suo cuore, ma quando ciò avviene egli non ha più la spinta per qualsiasi altra nuova ricerca, perché lo scopo della sua vita è realizzato, con la “fusione a freddo” tra la Conoscenza, il Conosciuto e il Conoscitore, ma finché tale “fusione” non avviene è bene intraprendere solo quei doveri che sono commisurati al grado di purezza del cuore, perché non si è pronti a distaccarsi dai piaceri dei sensi! L'euristica di una teoria dovrebbe in particolare indicare le strade e le possibilità di approfondirle, nel tentativo di rendere una teoria Progressiva, cioè in grado di garantirsi uno sviluppo empirico tale da prevedere fatti nuovi non noti al momento dell'elaborazione della stessa teoria. Per algoeuristica (combinazione dei termini algoritmo + euristica) si intende un metodo per ottenere un risultato atteso eseguendo dei passi semplici con una determinata tecnica ben stabilita, che può essere anche variata durante la pratica, adeguandosi alla trasformazione progressiva dell’esperienza empirica avuta col metodo adottato. L’algoeuristica è quindi la combinazione dei due suddetti metodi in 89


grado di garantire uno sviluppo empirico tale da poter prevedere fatti nuovi, soggettivi-oggettivi, non esattamente noti nello sviluppo progressivo della tecnica adottata; essa si attaglia perfettamente alla pratica seria e costante di una qualsiasi disciplina spirituale! Finora gli scienziati hanno fatto molte sorprendenti scoperte in svariati campi dello scibile, ma ancora nessuno di loro è riuscito a trovare la pace: la loro e quella della Società! Nessuna medicina, nessuna scienza e nessuna religione, prese separatamente, c’è ancora riuscito e mai potrà, finché prevale il metodo meramente materialistico. A molti dotti, tali concetti espressi simbolicamente sembreranno antiscientifici, eppure credo che essi siano molto più scientifici e importanti di tante scoperte fatte con il solo fine tecnologico ed egoistico. Forse è per questo motivo che tali dotte persone non riescono a sperimentare la beatitudine del loro Spirito e, di conseguenza, a sincronizzarsi con quel Campo chiamato Amore, Puro Amore, che permetterebbe l’apertura ad intuizioni superiori tali da debellare qualsiasi malanno ed ingiustizia ancora troppo dominanti nel mondo. Quando il desiderio egoistico viene ridotto, cresce la Forza di Volontà, oggi molto indebolita, e il risultato è che cresce la capacità di agire e di conseguenza anche la Potenza della Saggezza, vedi le formule del Fattore Energetico; al contrario, diminuendo la Forza di Volontà cresce in modo mostruoso la dipendenza dai nostri sensi e quindi la debolezza fisica, cioè la debole resistenza ai malanni cui è sottoposto continuamente il nostro corpo psicobiofisico. Questo scritto, nell’aiutare a ritrovare la felicità del nostro cuore e allargarla a macchia d’olio con l’espansione dello stesso, può aiutare a sentire meglio la Voce del Saggio (la nostra Coscienza) ivi residente, ed iniziare a seguirne i sani consigli anche nei piccoli atti giornalieri. Agli inizi anche il semplice ragionamento può aiutare moltissimo nel cammino, specialmente nella fase “matematica” e “separativa” (neti-neti) dell’oro dalla sabbia, come solitamente usava fare il ricercatore dell’oro materiale nei fiumi auriferi. Noi questa stessa tecnica “separativa” l’applichiamo per la ricerca dell’OroSé nascosto al di là delle apparenze nel fiume aurifero che è la vita. Tutte le conoscenze, specialmente quelle scientifiche, potranno aiu90


tare se sarà la saggezza a guidare: una conoscenza senza la saggezza fa crescere di più l’ego! Se si osserva con saggezza la natura che ci circonda si può intuire e comprendere che l’essenza del creato è la Divinità. Tutte le esperienze che si hanno nel mondo sono però legate al tempo e allo spazio; scienza e tecnologia studiano l’espressione dei Cinque Elementi 14 fondamentali della natura, ne fanno combinazioni e apportano dei cambiamenti, forniscono delle agevolazioni e delle comodità aggiuntive, permettendoci di condurre una vita più comoda. Oggi purtroppo gran parte delle Virtù Umane vengono messe da parte sulla base di due ingannevoli commenti: - o ci dicono che non sono importanti; - o ci dicono che non sono attuabili in questi tempi. Penso che entrambi siano una scusa puerile per evitare i problemi; spero che questo libricino faccia riflettere bene. La Scienza abbinata alla Religione si chiama Spiritualità; il Processo Egodinamico della singolarità ineludibile vuole indicare un ragionamento matematico-sperimentale, un cammino spirituale fino ad arrivare all’esperienza di Sé stessi. Voglio ringraziarvi per aver scelto questa impegnativa lettura. Sono convinto che vi sarà molto utile perché saprà darvi strumenti tali da mettervi nelle condizioni pratiche per decidere il miglior bene tra le innumerevoli situazioni ibride che la vita vi presenta ogni momento. Amici e amiche che leggete queste mie parole, voglio ribadire con molta chiarezza che ciò che scrivo è in spirito di fratellanza e di amicizia per una crescita comune: non intendo escludermi dalle lezioni di vita che il Vedanta e i Vangeli danno. È su questa chiara lunghezza d’onda che vorrei quindi, con umiltà, COMUNICARE con voi tutti. Conoscere la Verità dell’Atma-Amore tramite lo studio di un gran numero di Scritture acquisendo cultura, acuendo l’intelletto o partecipando a discussioni dialettiche, è impossibile: un cuore puro è lo specchio migliore in cui la Verità possa riflettersi! 14

Spazio, Aria, Fuoco, Acqua, Terra. 91


Tutte le discipline spirituali hanno infatti lo scopo di purificare il cuore; appena questo diventa puro la Verità vi balena in un istante, perché la Verità è indipendente dal giudizio umano, dal mentale. Come diceva il filosofo e matematico tedesco Gottlob Frege: “L’esser vero è differente dall’esser ritenuto vero, da uno [anche da noi stessi! N.d.A.], da molti o da tutti, e in nessun caso va ridotto a questo. Non c’è contraddizione nell’esser certo di qualcosa che chiunque ritiene falso!”

Nei Veda perciò è scritto: “Quando vengono tagliati tutti i legami che tengono avvinto il cuore, allora il mortale diventa Immortale. Per tale fine è l’insegnamento.” (Katha Upanisad II, 6, 15) Grazie a tutti di cuore. Auguro una buona e proficua lettura.

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IV METODO ALGOEURISTICO Entrai dove non. sapevo là rimasi non sapendo ogni scienza trascendendo. San Giovanni Della Croce

Tutto il Processo Egodinamico che lo scrivente deduce dalle opere del Prof. Ing. Marco Todeschini e del Prof.David Bohm tramite il Vedanta, non coinvolgono e non inficiano le opere degli stessi nonché il Vedanta, poiché singolarità ineludibile è solo un’intuizione dello scrivente, e se nel seguente scritto ci sono riferimenti a leggi fisiche e/o a formule matematiche di Todeschini e di Bohm, sono da intendersi solo in senso puramente indicativo e speculativo dello scrivente. Seguite attentamente il ragionamento, concentratevi e seguitelo, anche se agli inizi vi potrà apparire complicato e forse anche antiscientifico! Si dice che la matematica non è opinabile, è vero, ma ciò che essa può esprimere lo è, perché dipende dal quoziente di assolutezza che i suoi simboli possono assumere; tale quoziente dipende a sua volta dalla profondità intuitiva cui l’analista è pervenuto dalla semplice osservazione del fenomeno, infine la profondità intuitiva dipende dalla trasparenza dell’organo sottile chiamato Mentale e, più a fondo, Intelletto. Dalla semplice osservazione che lo Spazio è caratterizzato dalle tre dimensioni (H, L, P), il Prof. Marco Todeschini di Bergamo ha potuto affermare e dimostrare che anche lo Spazio è una sostanza materiale, grossolana non sensibile, quindi invisibile, fluida, dinamica ed incomprimibile, come un liquido simile all’acqua ma con una densità notevolmente inferiore, cioè pari

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a 9.10-20 dell’acqua 15 . Da questa semplice e logica constatazione, lo scienziato bergamasco ha potuto evidenziare, con indiscutibile rigore scientifico, il fondamento Spaziodinamico della nostra finestra esistenziale chiamata Universo Fisico, sia a livello micro (atomi) che macro (galassie o ammassi stellari ecc.). Le conseguenze di questa semplice osservazione si sono sviluppate nella monumentale opera da lui giustamente chiamata La Teoria delle Apparenze. Questa teoretica sperimentale, non dogmatica, pone in evidenza la cosa più ovvia e mai apertamente accettata dal mondo scientifico (tranne forse in questi ultimi anni ma con molta cautela): che il riferimento di ogni ricerca, di ogni attività dello scibile, è, e non può che essere, lo stesso Ente, soggetto osservatore di tutto ciò che è altro da sé stesso e sito in quell’involucro psico-fisico chiamato corpo umano, sottile e grossolano. Tutto ciò che è visto dal soggetto osservatore non può che essere “altro” dall’osservatore stesso. Non v’è dubbio quindi, che egli è esattamente Colui che vede e non può essere il “visto”! Da questa semplice osservazione incontrovertibile che “Io sono Colui che vede e non sono il visto”, si sviluppa un’opera monumentale chiamata con un termine aristotelico che ha delle implicazioni inimmaginabili ma notevolissime: la Metafisica, cioè la scienza dei Princìpi Primi assoluti. Inoltre, per il fatto che le coordinate di riferimento del “visto”, cioè del mondo oggettivo, corpo umano compreso, coincidono perfettamente con quell’Ente chiamato Io o Sé, residente dei miei involucri psichici e fisici, sottili e grossolani, fruitore o meno di tutto ciò che gli organi sensori gli apportano dal mondo esterno tramite il coordinatore di tutti i sensi chiamato Mente o Spazio Mentale, comporta conseguenze che anche la semplice ragione deve ammettere, perché logicamente incontestabili: - poiché il “visto” è un MOVIMENTO DI SPAZIOFLUIDO, è un fenomeno, è cangiante perché assoggettato alla causalità spazio-

15

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Etere (de) =

de =

d ac 9.10 20

; Acqua (dac), Psicobiofisica pag.356 Ediz. MEB


temporale, si deduce che Io, osservatore di tale movimento, non sono quel movimento, diversamente non potrei recepirlo, quindi Io debbo necessariamente essere IMMOBILE per poterlo recepire. L’esperienza quotidiana del movimento dimostra quindi che la mia centralità non è assoggettata ad alcun movimento, pertanto Io sono un centro immobile ASSOLUTO, distaccato da TUTTO proprio perché TUTTO è altro da me, anche il mio corpo. Infatti, il relativo può essere definito tale, grazie al fatto che “Io sono assoluto”, l’assoluto è il “Me” o “Sé”; - poiché sono perfettamente IMMOBILE, ASSOLUTO, non sono sottoposto ad alcuna causa spaziotemporale, pertanto sono al di là del tempo, o meglio: il tempo è per Me eterno presente e ciò implica che sono Eterno, non sono mai nato e non potrò mai morire, cioè sono Immortale; - poiché sono Immortale debbo dedurne che lo sono sempre stato e lo sarò sempre, indi sono sempre presente, cioè sono Onnipresente; - poiché sono Onnipresente significa anche che sono presente dappertutto, sempre e contemporaneamente; il che vuol dire anche che tutto è da Me pervaso, cioè che sono Onnipervadente; - poiché sono Onnipervadente significa che non esiste luogo dove “Io” non sia. Ciò vuole anche dire che lo stesso Spaziofluidodinamico, che è la materia dell’Universo, è da Me pervaso, è Apparenza Fenomenale di “Me Stesso”. La logica conseguenza di ciò è che l’Universo è a me relativo proprio perché è in Me, promana da Me e in Me ritorna come fine ciclo esistenziale; - poiché tutto è in Me e tutto promana da Me, significa che Io sono il Centro Mosso todeschinianeo che muove e non è mosso, quindi “Io sono Colui che Sono”, come dice la Bibbia e non solo, come dicono tutte le Sacre Scritture Orientali ed Occidentali, in modo chiaro o nascosto, quale Verità Ultima. C’è allora da chiedersi: Chi sono Io?, a questa domanda, Gesù per esempio, rispose dicendo: “Voi siete Dèi!” 16 Nel Vangelo di Tommaso, apocrifo ma detto Quinto Vangelo perché 16

Citazione di Gesù: Vangelo di Giovanni 10, 34, citando Salmo 82, 6 del Vecchio Testamento. 95


ritenuto verace, Gesù afferma la stessa cosa ai discepoli dicendo: “Il Padre è in voi perché in voi c’è la Quiete e il Movimento” 17 La Quiete è il Sé Immobile, Immortale, Assoluto, mentre il Movimento è il relativo, il “visto”, è lo “Spazio Mentale”. Come si vede, la semplice osservazione della natura fatta con una positiva mente aperta e un sentimento genuino, porta a grandi scoperte della natura, ma soprattutto porta alla meravigliosa scoperta di noi stessi. In ogni istante la natura grida a squarciagola chi veramente siamo, ma noi per pigrizia facciamo orecchie da mercante, godendo di essa e, il più delle volte, addirittura abusando in malo modo. Noi siamo i sordi dalla testa dura e dal cuore di pietra. Non sentiamo la voce della nostra Coscienza e, se a volte la sentiamo, fingiamo con noi stessi di non capire, ma Essa in tutti i modi cerca di attirare la nostra attenzione (anche con malattie e sofferenze varie!), ma noi continuiamo a crogiolarci nello sfavillìo apparente, falso e bugiardo, dei nostri sensi animaleschi finché siamo in grado di farlo, dando retta, il più delle volte, solo alle loro magie, identificandoci totalmente con esse. L’osservazione genuina della natura porta anche alla scoperta di una scienza unitaria che il genio dello scienziato bergamasco ha in modo molto appropriato chiamato con il termine inequivocabile di Psicobiofisica. In essa finalmente si analizza l’universo oggettivo tenendo in buon conto le “apparenze” dei sensi, per cui l’analisi sperimentale dei fenomeni e delle leggi della natura, alla luce di tale scienza che prende in considerazione l’uomo analizzatore e sperimentatore nella sua globalità psichica, biologica e fisica, permette finalmente di recepire la realtà fenomenica oggettiva quale essa veramente è. In tutto ciò, nel discorso logico e nella pratica, il bene solo umano dell’Intelletto è la “vanga” che ci permette di scoprire sia la realtà fenomenica oggettiva che il tesoro nascosto nelle profondità abissali del nostro cuore, soverchiato dall’apparente identificazione che il nostro io-egoico Mentale eO, con la sua massa iner17

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Detto 52 di Gesù Cristo nel Vangelo di Tommaso Apostolo.


ziale che continuamente cresce e oscura, fa con prepotenza nei confronti del nostro corpo psicobiofisico. La Scienza Unitaria non esclude le altre scienze ma le ingloba tutte. In particolare, La Teoria delle Apparenze del nostro geniale scienziato, parte dal presupposto che l’Universo siderale e quello atomico, cioè il macrocosmo e il microcosmo, non sono dei vuoti assoluti in cui sono state poste da Dominedio le galassie, i pianeti ecc., oppure gli elettroni, i neutroni, i protoni ecc., ma tale spazio, afferma, è pieno di un etere mobile non statico, chiamato Spaziofluidodinamico. Dai movimenti di questo particolare spazio, dal suo cinematismo fluido, nascono tutti i fenomeni inerenti ai sensi. In questo universo, pertanto, le Forze si trasmettono per urto di materia e non per una strana magia tra due corpi qualsiasi. Ciò che spiega bene tale concetto è la legge inerziale di Newton:

F = ma

dove la Forza è uguale al prodotto della massa per la sua accelerazione, o decelerazione. Lo scrivente ritiene corretta e coerente la Scienza Unitaria di Marco Todeschini, ha studiato le sue implicazioni soprattutto dal punto di vista psicologico e spirituale, approfondendone i meccanismi in relazione alle tantissime affermazioni delle Sacre Scritture Occidentali ed Orientali, constatandone la validità e, assieme alla neoquantistica di Bohm, l’ha posta alla base dei ragionamenti fisici, logici e matematici della sua personale ricerca, in particolare nell’analisi discriminativa dell’immanenza dello Spirito-Sé nella Materia e lo sviluppo fisio/logico e matematico dei Cinque Elementi di cui parlano gli Scritti Vedici. Per capire e assimilare i fondamentali concetti di questo mio scritto è necessario ben comprendere che il mondo oggettivo è solo apparenza fenomenica, in tal modo ci si avvia con il giusto passo sulla strada che porterà ad altre scoperte molto più importanti, conseguenti a questa prima fase discriminativa logica della natura. Infine ma non ultimo, La Teoria delle Apparenze ci permette di capire bene il fenomeno del senso dell’io egoico che caratterizza tutti i corpiforme, compreso quello umano-animale. Il nostro ego è l’ente più ottuso ed ignorante che possa esistere; l’ignoranza è la non cono97


scenza-esperienza di Sé-Stessi, che poi porta all’identificazione con il corpo psicofisico, i sentimenti e i desideri. Per risolvere l’Ignoranza, chiamata metafisica, è molto importante capire e poi comprendere il nostro ego, meglio indicato con il termine di senso dell’io. Questo fardello coscienziale viene chiamato karma, nel Vedanta. La Fisica, tra l’altro, ci dice che tutte le Forme sono energia condensata in aggregati atomici, e ogni atomo è costituito, tra le altre cose, da un certo numero di Elettroni, minimo uno. Ogni Elettrone ha un suo spin, particolare legame con il nucleo che lo caratterizza. Lo spin è un’Onda trasversale al piano di rotazione del nucleo che è il Centro Mosso degli Elettroni. L’Onda Trasversale, lo spin, è diversa per ogni elettrone perché dipende dalla velocità di rotazione orbitale di ognuno di essi attorno al nucleo. Infatti sono diverse le singole energie cinetiche legate ai raggi orbitali degli stessi attorno ai nuclei atomici che, essendo Centri Mossi generatori degli stessi atomi, tengono ancorati a sé i vari Elettroni. Ogni Forma è dunque caratterizzata da uno spin risultante, ovvero da una precisa frequenza sensibile che, come spirito di conservazione, è l’ego di quella Forma che tende sempre a conservarla; infatti bisogna sempre compiere un certo lavoro per modificarla dal suo stato. In effetti l’ego-Forma è determinato dall’Energia Rotazionale e Vibrazionale di quella Forma, cioè di quel complesso di molecole che la strutturano, inequivocabilmente, rispetto a tutte le altre Forme atomiche e molecolari. Anche il nostro corpo psicofisico ha una Forma, cioè un senso dell’io, un ego, quindi una ben precisa Frequenza Sensibile, cioè uno spin risultante che caratterizza ogni singolo corpo avente Forma Umana, risultante di tutti gli spin legati ai nostri corpi Sottile e Grossolano. Infatti, queste due dimensioni esistenziali (finestre) sono caratterizzate ognuna dal suo particolare spin, dal suo personalissimo io esistenziale; basti pensare anche solo all’io di sogno, il quale è convinto della realtà della sua finestra esistenziale, chiamata sogno solo dalla finestra di veglia! Pur essendo diversi gli io delle varie finestre: l’io di sogno è diverso da quello di veglia, c’è tuttavia un Io Reale che li sottende tutti, chiamato Sé o Quello, che è, e resta, immutabile in tutte le finestre 98


esistenziali, a qualsiasi livello soggettivo e cosmico. Tutti questi vari io non sono altro che Frequenze Energetiche di conservazione di quelle particolari Forme, e per questa ragione tendono a sovrapporsi al nostro Vero e Reale Io, il Sé, che non è legato ad alcuna Forma ma è l’Unico ad Essere causa sui, e perciò puo anche essere indicato, in un discorso scientifico, come la Frequenza delle frequenze, il Sé è, infatti, la vita di tutti gli io sensibili, è il loro substrato. In un classico esempio upanisadico, il Sé è la corda sottesa alla apparenza del serpente, nel senso che senza la corda non può nascere nella mente l’illusione serpente; allo stesso modo, senza il substrato Sé non può nascere l’illusione mayaica del cangiante mondo oggettivo mentale interiore ed esteriore. Attraverso la purificazione della mente e la giusta discriminazione tra Sé e non-Sé, si giunge a svelare e a sperimentare la nostra Realtà: il Sé appunto, come l’Atma Brahman che, incarnato, viene chiamato semplicemente Sé. Dal punto di vista chimico-fisico si potrebbe obiettare che un atomo di Ferro per esempio, è sempre uguale ad un altro atomo di Ferro! Dove sarebbe la personalità dell’uno che si differenzierebbe dalla personalità dell’altro, essendo entrambi ugualmente atomi di Ferro con lo stesso identico numero di elettroni, quindi con lo stesso spin? La differenza tra due atomi dello stesso elemento, in tal caso il Ferro, sta nella combinazione diversa del Triguna (TRG), le qualità sottili della materia: sattva, rajas, tamas, come si vedrà meglio più avanti nel discorso. È noto a tutti che la cosa più temuta dal senso dell’io è la morte. Distruggendo la Forma viene distrutto anche lo stesso ego “eO” o senso dell’io, ad essa legata. Ma cos’è realmente la morte? È la dissoluzione del corpoforma nei suoi elementi sottili, tra cui prevale l’ego incarnatosi in quel corpoforma: è dunque l’ego che, invero, nasce e muore, poi rinasce e rimuore, ecc. Il fisico si disintegra nei suoi minimi elementi, mentre l’Io-Sé è immortale come già dimostrato, quindi non potrà mai nascere né mai morire, la vita è quindi immortale “in Sé”, ogni tanto si riveste di un corpo-forma, cioè di un ego, per uno scopo ben preciso da 99


portare a compimento nel brevissimo periodo di tempo disponibile come Forma e che è di fatto lo “scopo” per quella incarnazione. Si potrebbe chiedere: a cosa serve tutto questo ambaradàn chiamato esistenza, se tutto è irreale e lo scopo della vita è divenire consapevoli proprio dell’irrealtà di tutto ciò? Il Vedanta parla di “līlā”, “gioco divino”, tutto sarebbe solo un gioco della Coscienza Cosmica! Mi rendo conto che molti si metteranno a ridere e molti altri si potranno anche sentire offesi nella loro “intelligenza” presa “in giro” da una tale definizione. La mente e l’intelletto non potranno mai accettare una cosa del genere siffatta, una tale assurdità, che ha sapore di bufala e presa in giro, ma vi garantisco che tutto è davvero un gioco cosmico! Pur non essendo Dio un matematico, il Suo linguaggio assume anche l’aspetto matematico e sentimentale del Puro Amore che più si addice ai cuori puri, a seconda della capacità visiva dell’occhio che guarda; in verità l’occhio è la cartina tornasole del cuore delle persone, quindi dobbiamo convenire con l’Avatar Baba che il linguaggio di Dio è quello del cuore, Egli parla solo “da cuore a cuore”, perciò Gesù insisteva sulla “purificazione del cuore”, proprio per sentire, senza filtro alcuno e direttamente, il Verbo Dio-CristoAmore risuonare in esso! La Realtà è dunque Esistenza Intelligenza Beatitudine (Sat Cit Ananda) che solo quando il cuore è puro comprende e vede che tutto è solamente un Gioco Individuale e Cosmico! Heisenberg ha ragione quando sottintende che Dio gioca a dadi? Einstein dice di no, Dio non gioca a dadi! Gioca forse a biliardo con l’Unifenomenico di Todeschini? Oppure gioca a scacchi? Fate voi! Potrebbe anche giocare a Scopone Scientifico se vi aggrada, fatto è che Dio NON è la nostra Mente con le sue tare e fisime, di qualsiasi tipo, che noi vediamo come gioco serioso o poco serio o addirittura blasfemo! Dio è sicuramente l’esplicazione dell’Esistenza Consapevole e Beatifica, poi ognuno di noi pensi pure come crede, tanto la Realtà, che è Dio, non cambia di una sola virgola per accontentare sei miliardi (per ora) di menti in continua contraddizione tra loro! La ricerca spirituale non potrà mai dirsi conclusa fino a che la espe100


rienza dell’Essenza Spirituale o Sé non sarà fatta in piena consapevolezza da incarnato in un corpo umano vivo e vegeto. Per quanto riguarda l’argomento Reincarnazione, tengo a precisare che essa è una concezione più che teologica, è la natura stessa della vita, perciò direi che è naturalmente logica e rispecchia non solo la legge di Lvoisier in chimica, ma soprattutto la legge di Causa-Effetto o legge del Karma, appartenente all’Ordine Esplicato sottile della Filosofia Perenne sita in tutti i Sacri Testi noti. Tutti gli esseri che hanno ricevuto la grande opportunità di rivestirsi di un corpo umano hanno il primario dovere di realizzarne lo scopo preservando il proprio corpo fisico il più efficiente possibile, in modo da potersi applicare alla realizzazione di questo scopo: conoscersi bene e applicarsi alle cose dello Spirito col massimo rendimento. Questa mia riflessione è una lettura delle Parole del Messaggio Universale scritto in tutta la Materia, questo Cosmo ne è una particolare manifestazione. Poiché il Nome di Colui che scrive il Messaggio coincide con lo stesso Messaggio, leggendoLo è come leggere la Parola stessa dello Scrittore Cosmico, è leggere il Suo Verbo, per un cristiano è seguire la Parola di Gesù, il Cristo-Amore. Poiché infine, il Nome di Dio coincide con Dio Stesso, è Dio, ecco che leggendo la Parola o Verbo, è come leggere e parlare con lo stesso Dio-Persona. Ma forse leggerLa solo non basta, bisognerebbe pure sforzarsi di cuore onde metterLa in pratica, come per la Fisica Teorica: serve sperimentarne i Princìpi Teoretici per trasformarli in Legge. Sappiamo tutti che la teoria senza la pratica è inutile, nel campo materiale e più ancora in quello spirituale. La mera conoscenza di per se serve a poco o niente. Oggi questa azione pratica scarseggia moltissimo, mentre troviamo tante persone competenti, esperte ma inefficienti: parolai, solo parolai! Da sempre qualcosa dentro di noi ci spinge a cercare e a capire cosa mai sia questo mondo in cui viviamo, se corrisponde a ciò che chiamiamo ordinariamente realtà, verità o a queste parole corrisponde qualcosa d’altro di non facile definizione, fuori dalla casualità irrealistica del noto Principio di Indeterminazione che meglio si attaglia alle patologie psicologiche dello spazio mentale insicuro di tutto e di tutti, anche di sé stesso come essere pensante intelligente e 101


autodiscriminante. Siamo consapevoli che tutto ciò che ci circonda, il nostro stesso corpo, cambia in continuazione e non può rientrare nei parametri di realtà e di verità. Il ragionamento ci porta a dire che è solo la Verità Ultima, l’Immutabile, che da sempre ci strugge dentro e ci stimola, è Verità Assoluta. Abbiamo capito che Essa è immutabile, eterna, ed è la sola che si possa chiamare Realtà. Ma una cosa è capirlo, altra cosa è viverlo, cioè esserlo in piena consapevolezza. La ricerca di questa verità, della Verità, è parte della natura più nascosta nel profondo del cuore, del nostro vero essere, perciò, prima o poi, Essa tende a polarizzare la nostra intelligenza sui soliti “perché” esistenziali: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Che cos’è l’Essere? Che cos’è l’Universo? Qual è lo scopo della vita? Sono tutti interrogativi che la coscienza matura, dall’interno stimolata e rivolta all’essenza delle cose, si pone da sempre, dandosi risposte che sono sempre state in funzione diretta del proprio grado evolutivo legato non solo allo stato psicofisiologico ma soprattutto trascendente tale stato, quindi spirituale, al di là della coscienza mentale egoistica. I primi uomini che sperimentarono la Verità furono i Saggi antichi vedici, i Rsi; la loro esperienza fu trascritta molto tempo dopo e chiamata Veda e la successiva speculazione filosofica fu chiamata Vedanta, cioè raccolta conoscitiva e sintesi delle Sacre Scritture chiamate Upanisad. Questa speculazione filosofica indiana è l’espressione più aderente alla vera Tradizione Universale: la Tradizione Eccellente o semplicemente Tradizione; la sua formulazione più elevata può giustamente definirsi Metafisica Eccellente o Metafisica. Per Tradizione Eccellente, primordiale e universale, si intende la conoscenza diretta del Princìpio donde tutto scaturisce e nel quale tutto si risolve. Per CONOSCENZA si intende ESPERIENZA diretta, pertanto la Tradizione Eccellente o Tradizione è considerata una diretta emanazione del Princìpio-in-sé, perciò è unica come la Realtà che intende serbare, trasmettere ed esprimere pur essendo suscettibile di indefinite modalità di espressione in funzione del 102


contesto e dello storico momento in cui si manifesta sia in Oriente che in Occidente. Nel Princìpio-in-sé la vera Conoscenza, quella Tradizionale, è certamente di carattere Universale, esente da limitazioni e contraddizioni. Essa è l’essenza e la fonte di tutte le Sacre Scritture, e poiché è oltre il tempo e lo spazio, tutte le Sacre Scritture, nella loro Essenza, possono dirsi sempre valide, vive ed operanti. Il Princìpio-in-sé è la Conoscenza della Realtà Suprema che può assumere diversi Nomi e Forme a seconda del contesto, ma che è essenzialmente unico, autoesistente, totalmente autonomo, rappresenta perciò l’Assoluto-in-sé. È il Princìpio non-duale da cui il Tutto emerge e si riassorbe al termine del proprio ciclo di manifestazione. Corrisponde alla famosa Costante 18 cui debbono riferirsi tutte le variabili dell’esistenza e che le Upanisad definiscono quale sostrato metafisico dell’Uno-senza-secondo, la vera Realtà autoevidente e assiomatica. Tale Princìpio esula dal piano della comprensione ordinaria: c’è infatti un limite invalicabile alla Mente e all’Intelletto, ecco perché la Funzione Cosmica, la Teoretica del Tutto, la Coscienza Cosmica o Mahasakthi 19 , deve incarnarsi come Avatara e avvolgersi nel velo della Maya, mondo empirico fenomenico, e scendere al livello della comprensione umana, cioè con un Nome ed una Forma tale che possa essere capito e poi compreso. La Sua assimilazione, grazie al Suo stesso aiuto, resta pur sempre frutto di uno sforzo personale e una introspezione coscienziale autodiscriminante (neti, neti; cioè non questo, non questo; seguito da iti, iti; cioè è questo, è questo). Questo tipo di autodiscriminazione è sia il punto di partenza, sia il mezzo per procedere nel cammino e vederLo faccia a faccia, sia la mèta del nostro stesso cammino come semplice iti-iti, perché “Tutto è Brahman”. Tralasciando le mere speculazioni intellettuali fine a sé stesse, che non hanno nulla di veramente filosofico (il vero filosofo è un amante della Verità Ultima), c’è solo da ribadire che l’insegnamento Tradizionale, la Realtà Una senza secondo, è la natura intima del no18

Max Plank - Autobiografia scientifica - Edizioni Einaudi. Mahasakthi = Maha: Grande; Sakthi: Energia, significa quindi la Grande Energia Cosmica ovvero Brahman.

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stro Spirito-Sé ed è aldilà di ogni elaborazione concettuale, utile solo agli inizi del cammino. Per la vera Tradizione la Realtà si identifica e coincide con la nostra stessa Pura Coscienza. Quando la Realtà è liberata da ogni attributo o sovrapposizione limitante, è il nostro stesso essere coscienti, un dato di fatto che non può essere rifiutato, poiché costituisce una vera e propria costante della esperienza-conoscenza del nostro agire quotidiano e, in quanto tale, non può essere abolita da alcuna ipotesi di qualunque speculazione fine a sé stessa. Questa precisazione è stata necessaria, perché la distinzione tra la nostra ordinaria coscienza e la sua profonda e intima Essenza, può costituire un ostacolo quasi insormontabile per la nostra mente proiettiva e velante. Infatti questa cultura Tradizionale, questa Conoscenza, non può essere acquisita da alcun processo discorsivo pensativo, non proviene da “fuori di noi”, ma è l’attualità svelatasi a seguito di un atto di consapevolezza, frutto di una immediata e totale presa di Coscienza, conseguenza naturale di un cuore perfettamente puro: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”, Vangelo di Matteo 5, 8. Ed è soltanto in queste condizioni di purezza mentale che la visione di Dio si attualizza nei pensieri, nelle parole e nelle azioni; è soltanto se non ci si sente separati da Dio che si può sperimentare la Beatitudine ed Essere Felici, realizzando lo scopo della vera Scienza! La Natura dell’uomo, infatti, è Energia d’Amore che crea gli universi visibili ed invisibili mentre crea un filo d’erba e un fiore; crea l’Immensamente Grande e l’Estremamente Piccolo. Essa si svela all’ordinaria coscienza solo dopo una opportuna purificazione dello strato grossolano operativo del cuore-mente, pur essendone il Sostrato Indispensabile senza il quale lo stesso ego non potrebbe “essere”. È esattamente questo coerente stato di coscienza che s’intende cogliere quale frutto della disciplina spirituale (sadhana) che invito tutti a seguire, perché facile eppure potente come il più semplice del semplice universale.

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V STRUTTURA OLOARCHICA Siate fecondi e moltiplicatevi Genesi 1, 28

Interiormente c’è una gerarchia che va dall’Assoluto Sé, passa dal corpo sottile mentale ed arriva al corpo grossolano fisico. È importante tenere presente una cosa fondamentale: la struttura gerarchica, interiore ed esteriore, pur essendo a scala, è una struttura OLOARCHICA, cioè olo = universale, arché = ordine, quindi Ordine Universale nel senso che ogni livello è un’unità auto-organizzata che appartiene e promana dal livello superiore e, contemporaneamente, contiene e promana il livello inferiore: Princìpio di Pervasività Successivo. Questo è molto importante, tale legge metafisica basilare è da considerarsi valida nei due contesti principali di quest’Universo: CREAZIONE: RADIAZIONE > VIBRAZIONE > MATERIALIZZAZIONE (Nascita)

DISSOLUZIONE: (Morte)

(Verità)

(Vita)

(Materia)

MATERIALIZZAZIONE > VIBRAZIONE > RADIAZIONE

(Materia)

(Vita)

(Verità)

Così il Corpo è parte della Mente, che è parte dell’Anima, che è parte dello Spirito o Sé. Tale ripartizione è fatta dal punto di vista mentale. Durante la Creazione (nascita) il Processo avviene in un senso, che è l’opposto della fase chiamata Dissoluzione (morte). In verità sono solo dei passaggi di stati di coscienza. Dallo stato di coscienza del Sé, fuori dalla Maya, esiste solo il Sé.

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Per meglio far capire al Lettore, ricapitolo una scaletta sintetica che dallo stato Superiore scende fino allo stato fisico Inferiore istintuale. Il Sé è l’Assoluto ed è fuori da ogni inquadramento perché è la Base. La Conoscenza è dunque così intesa: Conoscenza Archètipa o Intuitiva cui appartiene l’Intelletto detto Superiore ed Intuitivo, in quanto origine dei sincronismi della Mente ordinaria quando ha le “intuizioni”. Questa è la sfera dello stato non Beatifico dell’Anima che è il Riflesso dell’Assoluto e Trascendente Sé, ma è una sua proiezione nel Primo Intelletto. Conoscenza Analitica-Sintetica, è l’Intelletto propriamente detto, il quale, se impulsore-coordinatore del mentale, pone sotto il suo controllo i sensi e quindi discrimina il Sé dal non-Sé durante la disciplina spirituale. Conoscenza Mentale Istintuale, è anche detto Intelletto Inferiore Istintivo, che non discrimina ma si lega passivamente ai sensi e alle sue passioni, abbassandosi al livello bestiale, spesso fino a toccare lo stato sotto il bestiale, cioè quello infimo e diabolico!

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Struttura sottile dell’essere umano

SĖ o Atma

PURA COSCIENZA - Sé - SPIRITO Guaina fatta di Beatitudine -Jiva-corpo causale (anima) Guaina fatta di Intelletto Intuitivo che Jung chiamava “Inconscio Collettivo”. Guaina fatta di Pensiero Analitico corpo sottile (tutte di Energia Pranica) (mente) Guaina fatta di Emozioni e Istinti Guaina fatta di Materia-Cibo corpo grossolano (fisico) Guaine (Kośa involucri) sono Cinque come gli Elementi, ma le loro funzioni possono essere catalogate su più o meno cinque livelli.

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ATMA O ATMAN Sé o Pura Coscienza (informale e inqualificata)

Spirito Anima-Jiva mentemente

Mente Corpo

Individualità (con forme e qualità) (anima + mente + corpo)

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Personalità (mente + corpo)


VI ADVAITA VEDANTA Il non dualismo è Verità delle verità, Realtà delle realtà

L’Advaita Vedanta è il perfezionamento del Vedanta, fatto da Sri Sankaracharya; è il perfetto Non-Dualismo del Vedanta e coincide con la Filosofia Perenne o Metafisica Eccellente, la base della Tradizione Universale. Il Dualismo è la realtà oggettiva dei nostri sensi, il Non Dualismo è la realtà essenziale dell’oggetto e dei nostri sensi. La filosofia Samkhya fu la prima filosofia dualistica che minò le fondamenta della religione del soprannaturale, sostituendo l’idea della Creazione con quella dell’Evoluzione. Per capire bene questo punto di vista, secondo me basterà capire solo pochi concetti basilari che possono essere i seguenti: il rapporto Causa/Effetto; il dualismo Purusa-Prakrti; i tre Guna (qualità): Satva, Rajas e Tamas, che sono consustanziali a Prakrti. Prima caratteristica fondamentale del Samkhya è l’interpretazione del noto rapporto Causa/Effetto, secondo cui l’Effetto esiste apriori nella sua stessa Causa. A sostegno si forniscono alcuni ragionamenti convalidati da quasi tutti i filosofi indiani: il “non esistente” non può mai diventare “esistente”; l’Effetto è della stessa natura della Causa; la relazione causale non può sussistere tra oggetti essenzialmente diversi tra loro; causa ed effetto son rispettivamente un non sviluppo/sviluppo di una stessa sostanza; ogni Produzione è Sviluppo, ogni Distruzione è Inviluppo; il Totale Annientamento non esiste; il karma residuo resta in latenza per essere ripreso nel nuovo Ci109


clo Creativo successivo; esistono solo due generi di Cause: Efficiente e Materiale; la Causa Materiale entra nell’Effetto; la Causa Efficiente esercita la sua influenza solo dall’esterno. Orbene, se tutti gli Effetti sono latenti nelle loro Cause, volendo evitare una regressione infinita, bisogna ammettere l’esistenza di una Causa Incausata, base ultima dell’Universo, che per il Samkya è Prakrti, sostanza inerte eppure ritenuta assoluta ed eterna. Non si può affermare che il mondo finito sia la causa di se stesso, perché Prakrti non è una aseità, pur essendo considerata assoluta! La supposizione dell’esistenza di un’unica Causa Efficiente, che dall’esterno trasforma l’oggetto primordiale Prakrtico nell’Universo così com’è sotto gli occhi di tutti, è perlomeno logica data l’evidenza unità, anche solo materiale, dell’Universo. La Causa Efficiente dell’Universo Materiale Prakrti, dal Samkya è chiamata Purusa, ente eterno e anch’esso ritenuto assoluto. Purusa, in un certo modo, è un’aseità assoluta tutta particolare, perché ha bisogno di Prakrti per esprimersi in potenza e non restare in latenza, di un mezzo diverso da se stesso, quindi Prakrti diventa “il secondo”, anch’esso assoluto in questo punto di vista! L’evoluzione di Prakrti avviene tramite i suoi elementi consustanziali detti Guna, che si ritrovano sempre in tutte le fasi. La prevalenza di un guna sugli altri due è ciò che caratterizza l’effetto risultante delle combinazioni dei tre, mentre la sua percentuale reattiva (~15,83%) 20 va a personalizzare in modo unico ogni singolo ego che potranno essere simili ma mai uguali, per cui ogni ente, anche lo stesso reincarnato, non sarà mai lo stesso, né uguale al precedente nè al seguente, ma sarà a tutti gli effetti unico per quella sola incarnazione! Il Guna Satva è coscienza potenziale e significa equilibrio e perfezione. Il Rajas è la fonte di ogni attività e produce uno sforzo incessante, mentre il Tamas è ciò che si oppone all’attività, quindi genera 20

HTOD = ~15,83% Questa percentuale indica, all’incirca, la quantità energetica dell’egoico spin che spontaneamente tende a rapportarsi all’esterno del mentale con gli altri spin egoici relativi ed esternati dagli altri mentali. 110


apatia, conduce e mantiene l’ignoranza e l’inerzia. Il Rajas, in termini energetici, si può assimilare all’attuale natura evolutiva dell’Universo, all’energia sempre producente evoluzione. Si tenga presente che non esiste una “diversa” energia che produce involuzione, l’energia è neutra non ha alcun segno (+/-), eventuali segni sono da attribuire al seguente significato: il segno (+) indica la fase evolutiva durante la quale l’energia serve ad esplicare tutto ciò che è latente e a porlo in essere, cioè in potenza, mentre il segno (-) indica la fase involutiva e serve a ritirare in latenza tutta la potenza esplicata. Oggi la fisica teorica parla di energia negativa nei wormhole per l’ipotesi del Teletrasporto; definisce negativa quella energia di qualunque sistema in grado di assumere valore inferiore al valore dello stato fondamentale: minima energia di uno stato atomico, in mancanza di eccitazione e di ionizzazione. Secondo me il segno negativo delle equazioni di densità superficiale di energia, derivate dalle equazioni di campo di Einstein, nonché quelle di tensione superficiale, sono da interpretare non come energia negativa, e quindi materia negativa, ma come involuzione delle stesse masse e quindi della relativa accelerazione negativa, cioè di segno (-). Sono quindi le grandezze vettoriali a mutare di segno, e non quelle scalari! Involuzione intesa più precisamente come fase opposta ed alterna allo stato patente dello Spazio, successivo a quello latente, alternativamente, del Traspazio-Prespazio, in perfetta coerenza alla Quantistica di Bohm e alla Spaziodinamica di Todeschini. Il Tamas si potrebbe assimilare invece a una particolare Entropia dell’Universo: ne rallenta la corsa evolutiva che localmente può anche apparire come una diminuzione energetica, pur mantenendo costante l’energia complessiva universale; una specie di Principio di Conservazione dell’Energia del Cosmo, ovvero della sua invariante Quantità di Moto. Allorché cessa l’Evoluzione dell’Energia e, contemporaneamente, non si contrae come una Involuzione ma si stabilizza un’equilibrio perfetto, si ha l’esplicazione del Guna Satva. Il termine Vedanta letteralmente significa “la fine dei Veda”; sono tutte le dottrine esposte nella parte finale dei Veda costituite dalle 111


Upanisad. Il Vedanta è un’esposizione della dottrina del Brahman, e tratta della Sua incarnazione chiamata Sé. Descrive il pensiero filosofico e teologico contenuto nelle Upanisad, quindi rappresenta un’indagine sulla essenza dei Veda. In pratica il Vedanta analizza tutti gli altri cinque punti di vista filosofici alla luce della conoscenza upanisadica, traendone il meglio e facendolo proprio, purché non in contrasto con le stesse Upanisad. Così è successo con alcuni concetti del Samkya, trasponendoli sul suo piano unitario, illuminandoli con la luce dell’Uno, trasformandone la base Dualistica in un Monismo Qualificato. Nel testo vedantico, il Vedantasutra o Brahmasutra, si dichiara apertamente che non c’è possibilità di scoprire la Verità Metafisica per mezzo della sola riflessione, ma è necessaria una percezione diretta e intuitiva che può essere raggiunta anche grazie allo studio e alla inferenza delle Sacre Scritture. Secondo il Vedanta, Purusa e Prakrti non sono sostanze indipendenti (due assoluti sono assurdi e si autoidentificano a vicenda!), ma modificazioni di una sola ed unica Realtà. La pluralità quindi, può essere solo un’espressione relativa dell’Infinito Brahman Nirguna inteso quale riflesso, nella Natura, dell’Assoluto e chiamato Isvara. La Prakrti Vedantica è quindi l’espressione dello stesso Brahman o, se vogliamo, dello stesso Purusa, e i Guna, consustanziali a Prakrti allorché viene all’Essere, appartengono allo stesso Assoluto Nirguna. In effetti, il Brahman si dispiega per Suo stesso diletto, per gioco, che in sanscrito si dice līlā, nell’Universo, senza per questo modificarsi o cessare di Essere Sé-Stesso. L’Advaita Vedanta insiste sulla realizzazione del Sé, ponendo il ritualismo in una fase di avvicinamento a tale unico fine. Il non-dualismo di Sankara è una filosofia di grande sottigliezza logica e arditezza speculativa, alle cui altezze nessuna filosofia ha mai osato avventurarsi. La sua iniziale austera intellettività, la sua logica implacabile, la sua relativa libertà dai condizionamenti teologici, ne fanno un grande esempio di dottrina puramente filosofica, elevandosi fino alle alte sfere della purissima Metafisica; tuttavia è importante capire che questa solo apparente freddezza di sentimenti è il dispiegarsi del non attaccamento egoistico che sottende il Vero 112


e Puro Amore. Non deve quindi trarre in inganno l’apparenza, e pensare che la pura Metafisica non implichi la Bellezza, l’Amore per Dio, per l’uomo e per il mondo! L’Advaita Vedanta è svelarsi Essenza di tutto e di tutti, è Amore dispiegato in tutti i sensi contemporaneamente, perché è la piena consapevolezza di Essere l’Amore Puro stesso e l’Eterna Beatitudine, perché tutto è il Sé, tutto è solamente l’Infinito, Assoluto, Immortale, Puro Sat-Cit-Ananda. In tale stabile stato assoluto di Coscienza non può sussistere opinione (doxa), ma solo certezza in espressione, che è la caratteristica principale della Verità che si disvela nei Pensieri creando, nelle Parole educando, e nelle Azioni amando. Così si comprende chiaramente il significato della frase della Maitrey Upanisad (VI, 34): “Bisogna invero con ogni sforzo purificare il pensiero, che è il samsara medesimo, perché si diventa ciò che si pensa, questo è l’eterno mistero”. Tutto ciò è in potenza ed in latenza nella vera Tradizione Spirituale incarnata nei Realizzati in vita. È solo in latenza nell’unica Tradizione iniziatica, filosofica e realizzativa, perché riguarda la Verità Realtà Suprema, da cui tutto trae origine e sostentamento. Deve dunque essere ben chiaro che il pensiero che veicola i valori spirituali costruisce unità e pace, mentre quello che veicola desiderio appropriativo egoico costruisce solo dolore e conflitto. Nel suo svelamento, tale Verità Realtà può essere rivestita con parole, concetti e idiomi, secondo le diverse epoche e i diversi popoli; ciò è ovvio perché il linguaggio è soggetto a modifiche e spesso a trasformazioni anche notevoli, quindi anche da ciò sono nati i vari rami o correnti dell’unica Tradizione, che sono appunto ADATTAMENTI per favorire la comprensione di un determinato popolo in una determinata situazione spazio-temporale della Verità Realtà e quindi le varie religioni. Così abbiamo la Verità Una che si palesa in molteplici forme espressive! Le stesse religioni sono rami-correnti della Tradizione Spirituale esoterica, originatasi con i Veda, fino al punto d’assolutizzare le singole verità, combattendo persino le altre forme religiose perché 113


reputate false e bugiarde, per quanto possano condurre tutte alla stessa mèta. Secondo me le lotte religiose, anche con notevole spargimento di sangue, sono state e sono tuttora la conseguenza di questa esclusività, portata ad una paranoica extrema ratio. Le cosiddette ragioni economiche delle guerre di religioni ne sono solo la conseguenza chiaramente strumentalizzata, non ne sono la causa principale, anche se sbraitata da alcuni ai quattro venti; causa voluta dagli stessi capi religiosi il più delle volte, o da persone occulte molto potenti in termini di dio denaro. Perciò, la religiosità che si ferma all’emozionalità può essere solo pericolosa, perché assai volubile e spiritualmente inconcludente, spesso autodistruttiva e certamente oscurantista e fondamentalista! Purtroppo si deve riconoscere che moltissimi rami religiosi hanno accostamenti più emotivi, direi passionali, che altro e perciò più facilmente direzionabili e strumentalizzabili dai vari capi, quindi più esclusivisti e considerati superiori agli altri rami, con ovvie e nefaste conseguenze fondamentaliste, come diceasi pocanzi. Se però i vari rami religiosi indirizzano i fedeli sulla giusta strada originaria delle stesse religioni, allora la religiosità può trasformarsi, come un frutto che matura, in spiritualità con conseguenze metafisiche dall’approccio spirituale, ma soprattutto con benefìci notevoli per le diminuite conseguenze pratiche sulla influenzabilità dei capi religiosi da parte dei poteri forti quasi sempre nascosti. Per tutte queste ragioni, ritengo che oggi ci sia una grandissima necessità di scoprire l’origine occulta di tutte le fedi, la Sorgente che fertilizza i Riti e le differenti cerimonie solo esteriori, quindi la vera Unità Essenziale di tutte, e non il loro impossibile sincretismo! Sicuramente alla Verità Realtà Suprema possiamo accostarci direttamente in termini metafisici, intendendo per Metafisica ciò che è di là dalle dimensioni particolari, generali, universali e princìpiali. Il Nirguna Vedantico, l’Uno-Bene di Platone, l’Uno-Uno di Plotino, l’Essere di Parmenide, l’Ain Soph della Qabbalah, ecc., sono solo Nomi diversi dell’Assoluto Uno-senza-secondo. Una Via Metafisica di realizzazione è diventata ormai improrogabile secondo me, se si vuole risalire dal bàratro in cui l’uomo sta sprofondando senza nemmeno accorgersene. 114


Questa è la Via della Conoscenza-Sperimentazione Noetica di Buddhi=Intelletto=Anima, ed è prettamente ed esclusivamente Via Tradizionale, perché è l’unica Conoscenza catartica. La Via Religiosa di Sintesi è invece Via di Fede, di Ritualità e aderenza a certe dinamiche psicologiche non fanatiche e a sentimenti che, appunto, sono denominati religiosi. La mentalità piuttosto critica-scientifica che è andata sviluppandosi tra tanta parte della popolazione mondiale, mi fa pensare che la Via Mistica sia meno attecchibile di quella Metafisica, anche se è mia convinzione che le due vie possano tranquillamente andare a braccetto e, anzi, che quella Mistica porti poi, spontaneamente, alla Metafisica. La via della Devozione può anche non passare dal misticismo; la conseguente semplice tecnica, chiamata Namasmarana (ripetizione del Nome N) e Dhyanam (concentrazione sulla Forma F), alla fine può portare direttamente alla Via Metafisica. La Via della Devozione, abbinata alla tecnica vedantica di Ripetizione e Concentrazione espressa dalla seguente relazione dell’Egodinamica più avanti dettagliatamente spiegata:

Δt = N2F

è certamente la Via più semplice e la più diffondibile tra le masse anche poco acculturate che sono ancora tante nel mondo. La via Metafisica è chiamata nel Vedanta Via Solare, la Religiosa di Sintesi è chiamata Via Lunare. La Via Devozionale e Metafisica insieme è certamente Via Solare che include e trascende la Via Lunare, mentre quest’ultima esclude la prima, con conseguente facilitazione della sadhana ma con un allungamento del tempo (Δt) da dedicare ad essa. Per tutte le suddette ragioni si può tranquillamente affermare che l’origine della Tradizione Universale è Metafisica ed è sicuramente di carattere non umano, pur essendo indirizzata solo all’essere umano, perché è da escludere qualsiasi tipo di tradizione storicistica antropologica o altro. Non si può parlare neanche di Rivelazione come comunemente e religiosamente intesa da parte di qualcuno che afferma d’averla ricevuta in esclusiva!

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Tutte le cosiddette Rivelazioni sono solo illusioni proiettate dalla Mente grazie alla Luce energetica della fede, e perciò possono apparire anche come visioni soggettive rivolte più all’individuo (ad personam) che alla massa. La Verità è dentro di noi, è Immanente e Trascendente l’Individuo. Quando si ha l’esperienza di questa Verità Assoluta, del Sé, tutto si svela Essere nient’altro che Essere. È importante comprendere la differenza tra i termini Unità, Sintesi e Sincretismo. Quest’ultimo si può definire come il voler conciliare in forma arbitraria e acritica, dottrine tra loro inconciliabili. L’Unità è invece convivenza pacifica tra religioni diverse, nella consapevolezza del Dio Unico, pur praticando ognuna i rituali e le forme espressive della propria fede. La Sintesi infine è raccogliere le prassi di tutte le teoretiche filosofiche e ritualistiche che uniscono le differenti religioni in una sola prassi per tutte, senza tener conto di tutte quelle che non uniscono ma dividono. È interessante vedere come la Tradizione Universale nei testi Vedici tratti il post mortem, che quello Occidentale ha integrato con le credenze precristiane del culto dei padri e dei morti in genere, travisando il concetto di reincarnazione, che è alla base dei Veda e dello stesso post mortem, inventandosi una specie di “resurrezione dei corpi” per cercare di valorizzare al massimo la esclusività ed unicità storica dell’incarnazione del Figlio di Dio in Gesù, incarnazione del Cristo. Ma anche queste verità ormai vengono a galla e si diffondono tra i ricercatori senza pregiudizi religiosi, anche solo per rendere giustizia alla stessa verità storica tanto conclamata eppure tanto travisata che, per queste ragioni, farà parlare le “pietre” se gli uomini non avranno il coraggio di farlo apertamente loro stessi, nel senso che l’essere umano deve prendere il coraggio a due mani e valicare l’abisso della Mente con lo strumento più sicuro che ci sia: la purificazione della sua Mente “M” dall’ego operativo “eO”, per sperimentare finalmente l’Assoluto, cioè la Verità Realtà della sua Essenza Trascendentale chiamata anche Sé, e se non lo fa parleranno le pietre, conclamando la Verità Assoluta

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che è anche la loro stessa Essenza chiamata ANF 21 o Puro Amore meglio definito come Incarnazione degli archètipi NF (Nome Forma), ovvero l’Amore Puro coincidente con tutti i Nome e tutte le Forme, insomma il Premasvarupa 22 in carne ed ossa: Sri Sathya Sai Baba. ANF è dunque il simbolo per eccellenza che esprime tutte le religioni: è la Forza delle forze che crea in continuum Universi con un osmotico rapporto accelerativo istantaneo, è quindi più propriamente definito come “Massa Archetipale” m, su cui si esprime ogni tipo di Forza e, nella dimensione locale, ogni Movimento accelerativo e decelerativo; è la Quiete grazie alla quale viene in essere il Movimento, è il Cristo Cosmico cui appartengono tutti i NF, è Dio Immanente che coincide con Quello, Trascendente.

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ANF ≡ AUM vedi il capitolo “I DUE PRINCIPI VEDICI” Premasvarupa: Prema = Amore Puro; svarupa = essenziale natura o Forma Archetipale.

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VII DISTRUZIONE E RICREAZIONE Come carro sovraccarico romba di dolore per il peso, così la mia anima rantola staccandosi dalla coscienza trascinando pesanti catene. Gran Carro, da Bimba nell’Oceano

Dice il Saggio nelle Upanisad: “La Verità non ha bisogno di banditori, non poggia sulla curiosità egoica, non si concede a chi non ha amore di ricerca e cuore puro”, a chi non è Filosofo direbbe Platone, ai più interessa la cronaca mondana, non la Verità, purtroppo! Un collegato con la Tradizione Universale della Reincarnazione che mi fa piacere ricordare è il famoso Libro Tibetano dei Morti: è un testo buddista che parla dell’antica credenza religiosa tibetana di aiutare le anime dei morenti ad evitare nuove incarnazioni. È un testo rivolto ai vivi che invita a rispettare e superare la ruota del karma attraverso le azioni virtuose, per consentire anche alle anime dei morti di abbandonare la strada della reincarnazione e liberarsi nel definitivo ricongiungimento con l’Assoluto Cosmico. Proprio con questa ultima credenza il testo si avvicina moltissimo a certe concezioni sull’aldilà di aiutare i morti con le “preghiere per i morti” e con le buone azioni dei vivi, che in oriente son viste in ogni caso in un contesto di reincarnazione che solo da qualche secolo non c’è più in occidente. È notevole l’idea religiosa di unione con l’Assoluto Cosmico, dopo un periodo non specificato di purificazione, che si ridurrebbe notevolmente con le preghiere e le buone azioni dei vivi. Questa credenza è più antica di quella cattolica cristiana, che si lega più che altro ad una ipotetica “resurrezione dei corpi” che la Chiesa Cattolica vuol far credere provenga da alcune parole di Gesù Cristo. I versetti che dovrebbero indicare la dottrina 119


della resurrezione dei corpi, pur trovandosi nei Vangeli canonici, indipendentemente dalla loro veridicità storica, hanno però tuttaltro significato che quello voluto dall’Istituzione religiosa romana, secondo il mio modesto parere 23 . Si potrà leggere la mia interpretazione dei versetti evangelici nel mio commento dedicato alla gran parte dei versetti che formano il canonico Vangelo di Giovanni non riportato in questo scritto. “Il libro tibetano dei morti” è legato alla tradizione post mortem del Bardo Thötröl. Il contesto del Bardo è legato all’atteggiamento pratico da assumere quando particolari eventi si verificano sia durante la vita incarnata sia dopo la dipartita dell’Anima dal fisico denso. Tali rituali servono per aiutare il morente a morire definitivamente, senza il dramma di una nuova incarnazione. Il rituale serve soprattutto alla persona viva che, aiutando il morente, vedrà accresciuti i meriti che lo metteranno, in questa stessa vita, in situazioni favorevoli per uccidere il suo ego, causa prima degli attaccamenti e dei desideri mondani che sospingono l’Anima ad incarnazioni continue. Dalla lettura di questo testo credo sia molto importante carpire il succo: la vera morte è quella dell’egoità, solo con la soluzione dell’ego, l’Ente incarnato potrà veramente, definitivamente, morire e quindi essere immortale, cioè non rinascere più. Quando l’ego muore la morte di quel fisico sarà l’ultima e non ci potrà più essere incarnazione ma solo fusione nell’Assoluto: sarà il ritorno a casa del figlio prodigo. I filosofi e in particolare i teosofi, chiamavano la soluzione dell’ego la morte seconda: colui che in questa vita è capace di morire pur vivendo in un sanissimo fisico denso, non avrà più paura di niente e 23

Affermazioni in verità di Gesù che escludono ogni possibilità di dubbio: “Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito”. Parole precisate meticolosamente da Gesù nel colloquio notturno avuto con Nicodemo. Il corpo torna ai suoi elementi di cui è composto, lo Spirito è Immortale e il Suo riflesso animico risorge, cioè riprende un nuovo involucro per un nuovo ciclo, una nuova esperienza carnale, se necessaria, fino a che la mèta verrà raggiunta, realizzata appieno come Regno di Dio. 120


di nulla, perché avrà vinto la morte, sarà veramente libero da qualsiasi karma e quindi dal samsara. A quel punto sarà una sua scelta volontaria rivestirsi ancora di un misero corpo denso, e se lo farà sarà solo per amore e compassione verso chi è atrocemente dibattuto tra le fauci fameliche del famoso coccodrillo samsarico, come disse il grande Sankaracharya a sua madre quando voleva farsi monaco rinunciante. Il Bardo Thötröl è soprattutto un insegnamento per trascendere la individualità e integrarsi con il Sé Assoluto e trascendente: la Chiara Luce del Dharma, così chiamato nel testo. Sotto questa prospettiva il libro non è per i morti ma per i vivi, anche se alcune credenze tibetane, con Il libro tibetano dei morti, tendono a collegare i vantaggi dei vivi, che ritrovano con queste pratiche i loro personali doveri dharmici, con i vantaggi dei morti perché verrebbe suscitata una specie di accelerazione interiore nelle anime dei trapassati verso i piani superiori dell’Energia Assoluta Cosmica, se istruite con il giusto Bardo. Comunque sia, la via diretta per la stabile consapevolezza sperimentale della pura coscienza cosmica certamente è quella dell’amore verso tutti gli esseri viventi. Amore, parola che indica il tentativo di comprendere la falsità della diversità e la realtà dell’unità nell’Uno-senza-secondo. Prima di proseguire è necessaria una piccola premessa tecnico scientifica sulla Lunghezza d’Onda e la sua Frequenza. Un’onda è una struttura ripetitiva (periodica) tanto nello spazio che nel tempo. Considerando la sua periodicità spaziale, si può introdurre la distanza che intercorre tra due suoi massimi (o minimi) consecutivi che viene chiamata Lunghezza d’Onda, solitamente indicata con la lettera greca λ (lambda) e misurata, per esempio, in metri. La Frequenza è invece una misura della ripetitività temporale (periodicità) di un’onda: quante volte nell’unità di tempo, per esempio in un secondo, si ripetono in una posizione fissa i punti di massimo (o minimo) dell’onda. La Frequenza, che rappresenta quanti cicli al secondo fa un onda, si indica con la lettera greca ν (nu) e si misura in Hertz (HZ): 1 HZ = 1 ciclo al secondo. Lunghezza d’Onda λ e Frequenza ν sono tra loro legate tramite la Velocità di Propagazione dell’Onda, che viene indicata con VP se121


condo la seguente semplice relazione:

VP = ν * λ

(01)

Questa premessa è necessaria per introdurre i Cinque Involucri di cui si riveste il Sé incarnato e capirne i meccanismi fisici e metafisici. I Cinque Involucri (kosha), dal più esterno e denso al più interno e sottile, sono i seguenti: Annamayakosha (involucro fisico denso, il più grossolano ed esterno); Pranomayakosha (involucro fisico sottile energetico; è la copia vitale del fisico denso); Manomayakosha (involucro fisico più sottile del Pranomaya; è il rivestimento Corpo Mentale o Spazio Mentale o Tessuto Mentale perché, come un tessuto, la sua trama è formata dall’intreccio dei Pensieri con i Desideri del “mio-tuo”); Vijnanamayakosha (involucro fisico più sottile del Manomaya; è sostanziato d’Intelletto chiamato anche Buddhi; qualcuno l’aggrega anche all’Anima; se rivolto all’esterno si confonde con il Manomaya e in tal caso prende il nome di Buddhi Inferiore); Anandamayakosha (è l’involucro più sottile di tutti, sostanziato di beatitudine (ananda) perché Corpo Causale, è il più vicino al Sé ed è la nostra Anima detta anche Jiva o Jivatma). Tutti e Cinque Involucri sono differenti Piani Esistenziali e corrispondono a Cinque Stati di Coscienza più che essere particolari espressioni spaziali. Si può allora dire che nasce da queste Sfere Coscienziali l’ordinaria comune dimensione spaziotemporale, perciò si possono considerare condizioni vibratorie con particolari scale di valori, ovvero particolari Frequenze ma, e ciò è davvero importante, soprattutto particolari Lunghezze d’Onda! Laddove una Sfera Coscienziale o Stato Vibratorio ha termine, inizia la Sfera superiore o più interna e sottile, con vibrazioni, e quindi frequenza, sempre più alta, ma soprattutto con Lunghezza d’Onda molto più grande, così fino alla sfera beatifica o animica; questo fatto comporta un isolamento tra le sfere, quasi insormontabile! Si capirà meglio il meccanismo se si specificano i due Princìpi Me122


tafisici a sostegno, che sono: - anche la struttura del corpo è sottoposta al vedantico Princìpio di Pervasività Successiva; - il Princìpio di Pervasività Successiva opera in un senso, nella fase esplicativa detta Creazione, e nel senso esattamente opposto nella fase implicativa detta Dissoluzione. Il ciclo Ceazione-Dissoluzione è riferito a tutti i Piani Esistenziali: particellare e cosmico. Il ciclo completo Creativo-Dissolutivo, che si ripete contnuamente con una frequenza che varia in funzione del Piano Esistenziale (nanoattosecondi per le particelle subatomiche, eoni per il Cosmo) rispecchia sempre, su tutti i piani, una struttura oloarchica: unità autorganizzate di piani esistenziali che sono parte dell’organizzazione del livello superiore, secondo il suddetto Principio, il quale è presente sempre, soprattutto nel ciclo Creativo-Dissolutivo sotto riportato: CREATO:

RADIAZIONE > VIBRAZIONE > MATERIALIZZAZIONE (Verità) (Vita) (Materia)

DISSOLTO: MATERIALIZZAZIONE > VIBRAZIONE > RADIAZIONE (Materia) (Vita) (Verità)

Tenendo in giusta considerazione il Princìpio della Pervasività Successiva, si capisce che i cinque involucri sussistono tutti contemporaneamente nel corpo Causale Anandamaya dal quale promanano, in sequenza secondo l’ordine di pervasività successiva, dal più sottile al meno sottile, fino al corpo fisico denso, seguendo il senso del Principio Creativo-Dissolutivo o viceversa. Ricordando la premessa tecnico-scientifica, torna utile ripassare i due concetti di Frequenza e Lunghezza d’Onda. L’involucro fisico denso in cui ci troviamo è un particolare stato vibratorio che, per essere recepito, ha bisogno di un Corpo di Contatto, correlato alla sua stessa Lunghezza d’Onda. La coscienza egoica del fisico denso, e quella di ogni Involucro, ha bisogno di uno strumento sintonizzato sulla Lunghezza d’Onda del piano relativo, nella fattispecie il Piano Materiale Grossolano oggettivo, in modo che la coscienza egoica del fisico denso possa sin123


tonizzarsi su tale Lunghezza e sviluppare così tutti gli Organi di Senso idonei alle funzioni del DNA e legate al Piano Esistenziale in esame. È come quando vogliamo sintonizzarci con una particolare stazione radio: cerchiamo la Banda, ovvero la Lunghezza d’Onda, poi ci sintonizziamo esattamente sulla frequenza della stazione. La stessa cosa fa l’Anima quando s’incarna ed entra nel feto materno dopo ben quattro mesi e nove giorni dalla gravidanza, prima di tale periodo è un feto senz’anima, è solo materia che segue il programma del DNA che si trascina dietro assieme al karma! Quest’ultimo, che l’Ente si porta dietro dalle vite passate, sarà quello che gli permetterà di fare le cose giuste e già registrate nel suo DNA prenatale, per quanto attiene le fasi necessarie al feto fino alla nascita vera e propria, con relativa espulsione del feto dall’utero materno. In seguito ci sranno gli aggiustamenti del DNA, sempre nel rispetto del proprio libro karmico chiamato Luminoso, che permetteranno la germinazione e lo sviluppo dei semi karmici, quindi la massificazione dei relativi desideri, causali del reiterato ciclo samsarico. Quando l’anima o jiva lascia il corpo fisico denso può anche abbandonarlo definitivamente, senza avere più alcuna possibilità di ricongiungimento. Ciò avviene solo se il jiva stacca il “doppio filo di luce d’oro” che lo àncora al corpo pranico e denso tramite una fitta rete di fili di luce energetici che si intrecciano e attraversano, come un solo doppio filo, i due canali Ida e Pingala che affiancano la colonna vertebrale a sinistra e a destra, lasciando in tal modo che il fisico si disintegri. Il doppio filo di luce d’oro proviene dal Centro Vitale (nostra “batteria”) sito tra la dodicesima e la tredicesima vertebra, probabilmente collegato anche con l’energia della Kundalini posta alla base della colonna vertebrale. Sicuramente il doppio filo di luce d’oro è collegato anche con il cakra del plesso solare che riunisce le funzioni vitali dei polmoni e del cuore fisico. Nel caso di Post Mortem inizia l’abbandono definitivo del corpo denso e tutti i fili energetici si staccano definitivamente, nel senso che tutta l’Energia Vitale concentrata nella batteria e nella kundalini, si ritira attraverso il doppio filo trascinando dietro tutte le funzioni vitali nel senso inverso della nascita-incarnazione, lasciando che il denso si disintegri e ritorni al suo serbatoio naturale. 124


Il ritiro dal corpo fisico denso del Jiva viene chiamato morte mentre la sua incarnazione nascita. Invero non esiste morte o nascita alcuna, ma solo abbandono di Piani Vibrazionali. Possiamo assimilare ad una Esteriorizzazione la nascita, ovvero l’incarnazione del Jiva su questo Piano Esistenziale; ad una Interiorizzazione la morte, ovvero l’abbandono di questo Piano Vibrazionale. Tecnicamente quindi, non si potrebbe parlare né di morte né di nascita. La Fase Interiorizzante (abbandono graduale del fisico denso) avviene, per una morte naturale e non violenta, attraverso tre principali stacchi del “doppio filo di luce d’oro” dai centri nevralgici del corpo denso: dalle estremità degli arti fino ad arrivare al cakra del cuore col definitivo e completo abbandono del denso e riposizionamento della coscienza del fisico dall’ombelico dov’era situata prima sul denso, al centro della massa pranica-energetica distaccantesi. Alcuni scienziati americani hanno “riscoperto”, forse per l’ennesima volta, un “secondo cervello” situato all’incirca nell’ombelico del fisico denso. Nei Veda la scoperta del “secondo cervello” fu fatta circa trentamila anni fa, e penso che corrisponda alla massificazione dello spin egoico della Coscienza del Fisico denso, la identificazione con il corpo fisico denso anch’essa connessa, ovviamente, al Cervello Centrale posto nella scatola cranica, il quale a sua volta corrisponde alla massificazione dello spin egoico della Coscienza Mentale, l’identificazione con ciò che “pensiamo di essere” e ciò che pensiamo siano gli altri, che è parte del corpo sottile Manomaya posto sulla sommità del cranio. Per una buona salute è necessario che fra i due “io”, fisico e mentale, vi sia la massima armonia possibile. In questa fase di stacco l’ego della Forma fisica va ad accumularsi all’ego Mentale Rajaego, perché le cellule iniziano a degradare, e ciò fa diminuire l’Energia Cinetica del loro campo intracellulare, di conseguenza diminuisce l’intensità dell’Onda Coscienziale della Forma, cioè il suo ego. Venendo a mancare il supporto fisico, l’ego della Forma tende ad annullarsi e il suo eventuale residuo si accumula nella mente assie125


me all’ego mentale già ivi residente come rajaego. Vediamo ora il meccanismo creativo che tende a riformare l’ego “eO” operativo per il successivo nuovo corpo psicofisico che rinascerà. L’ego della forma fisica si è annullato ma inizia ad aumentare il rajaego di M per l’aumento dell’energia cinetica d’accumulo proveniente dall’aumento energetico del corpo pranico non più impegnato a sostenere il fisico denso in degrado. Infatti, iniziando il degrado irreversibile del fisico denso e la sua putrefazione, di pari passo aumenta l’energia cinetica disponibile nel Mentale, ciò fa aumentare l’ego complessivo accumulatosi, che sarà la risultante del karma in maturazione, predisponendo già da adesso il Mentale alla prossima catena egoica e quindi alla successiva nuova incarnazione. Pur incrementando il Fattore Energetico necessario per il trapasso, tutto il meccanismo grossolano si assopisce, ma il morente, pur non soffrendo alcun dolore, dalla finestra pranica ha ancora la capacità percettiva sottile di ciò che avviene nella dimensione densa. Del resto, la finestra pranica è ancora sufficientemente densa, ma non abbastanza da ricevere nitidamente tutte le sensazioni relative. Si può dire che il morente è ancora ricettivo sul piano sottile, ma non ha più la forza necessaria per reagire sul piano denso alle varie sensazioni pur percepite, e probabilmente non ha nemmeno la volontà per reagire ad esse. Tutto è soffuso d’un velo chiaro che lentamente ricopre tutto il fisico denso esterno avvolgendolo in una specie di tunnel sempre più luminoso da non permettere una distinzione chiara degli oggetti, dando la sensazione di allontanamento dalla dimensione oggettiva e, di conseguenza, una impressione di attraversamento di un tunnel dello stato coscienziale jivaico, come se l’anima entrasse in un’altra funzione. L’impressione di attraversamento d’un tunnel potrebbe nascere da un fenomeno simile a quello inverso dei vasi comunicanti e l’autolivellamento dei campi di energia: per differenza di potenziale tra le due sfere vibrazionali la coscienza jivaica sarebbe attirata naturalmente da una sfera a Frequenza (ovvero Energia Cinetica) Inferiore verso una a Frequenza Superiore, e ciò spiegherebbe anche la variazione in crescendo della luminosità di un tale tunnel. 126


In tal modo i due Campi Energetici si autolivellerebbero per l’anima, che si ritroverebbe ad assumere la stessa Frequenza della nuova sfera vibrazionale pià alta e sottile. La coscienza jivaica infatti, quando si trova completamente nella sfera superiore, si abitua alla nuova Frequenza e a quel punto il fenomeno tunnel sparirebbe. Si ha lo stacco del fisico denso e il passaggio della Coscienza egoica sul piano prettamente pranico, e immediatamente dopo si staccano i polmoni e quindi il cuore fisico, con il quasi azzeramento dello spin egoico legato al fisico denso: la sua onda è quasi piatta e, se tutto procede senza traumi, si appiattisce del tutto. Detto in termini di quantistica classica: è come se l’onda egoica collassasse! Il morente a questo punto si ritrova tutto fuori e, se non è preso dalla paura, può accorgersi del suo corpo denso appena lasciato; ciò dipende molto dalla sua “preparazione” alla morte e dalle sue vere intime convinzioni. Non può bleffare o far finta di niente, i suoi pensieri più nascosti nel profondo sbconscio vengono a galla e non può evitarli, son lì davanti, magari anche massificati in forme note oppure sconosciute, piacevoli o meno; deve comunque subire la nuova situazione! Se è perfettamente convinto d’esser morto e non ha pendenze karmiche pesanti da subire in questa fase, potrà tranquillamente proseguire senza traumi il cammino d’Interiorizzazione con le successive fasi di abbandono delle altre dimensioni coscienziali e con il conseguente e totale appiattimento dello spin egoico del fisico, ancora residuo. A questo punto il Jiva si trova totalmente nel Corpo Pranico, nel Pranomayakosha. Vede ancora il fisico denso, lo spin egoico Fisico residuo influenza ancora il corpo pranico, le attività attorno al suo cadavere sono ancora percettibili e comprensibili, pur essendo incapace d’intervenire in qualche modo, e questo è il primo Punto Critico! Questo trauma è più comprensibile se si ripensa ai concetti della Frequenza e Lunghezza d’Onda con la relativa Velocità di Propagazione delle onde secondo la suddetta formula (01). 127


I due piani in questione (fisico denso e fisico pranico) appartengono alla stessa “banda”, hanno cioè la stessa Lunghezza d’Onda, e ciò spiegherebbe la possibilità di percezione tra i due piani e la presenza residua dello spin egoico del fisico denso, anche se molto debole perché quasi tutto trasformato in Rajaego Mentale. Il Piano Energetico Pranico ha una Frequenza maggiore del Piano Fisico Denso; per il Princìpio di Pervasività Successiva il Piano a Frequenza maggiore è più sottile e “contiene” quello a frequenza minore che è meno sottile, perciò il Piano pranico può percepire il denso, e non viceversa! Inoltre il Piano pranico, avendo una Frequenza maggiore del denso, permetterà al Jiva una Velocità di Propagazione elevatissima che, assieme alla capacità di trapassare i corpi densi, gli permetterà spostamenti rapidissimi sul piano fisico denso, quasi istantanei! Al Jiva non tamasico basterà “pensare” a un luogo o a una persona, per ritrovarsi in quel luogo o vicino a quella persona, istantaneamente. Succede come nei viaggi astrali con il “cordone” vitale collegato al fisico denso; in questo caso di post mortem però, il cordone è staccato! Ho fatto questa piccola digressione per far meglio capire ciò che succede al Jiva che non si riconosce morto ma non ha un karma tamasico pesante a suo carico. Per quanto non propriamente fisico denso, il Piano pranico sente molto forte l’attrazione del Piano fisico denso. Una potente Forza Elettromagnetica (Spaziodinamica) collega ancora il Piano pranico ai noti bhuta (elementi sottili 5PB) del Piano denso, soprattutto se il Jiva è qualificato da una forte tendenza “terrena grossolana”, cioè se è portatore di un karma tamasico che non gli permette di “vedere” e riconoscere il suo cadavere per indolenza; o se lo vede, non lo collega alla sua persona, perché non pensa di essere morto, anzi, è convinto di essere ancora vivo, e si dispera che gli altri non riescano a vederlo e sentirlo, e lui a non riuscire a fare tutto ciò che ha fatto fino a poco tempo prima, ma senza impegnarsi a risolvere i suoi dubbi! Probabilmente non ha più la possibilità per potersi impegnare e risolvere i suoi dubbi in questa situazione di trapasso, a causa 128


del karma ormai pienamente operante e dominante. In queste miserabili e disperate condizioni, il residuo spin egoico del fisico denso, pur essendo il denso clinicamente morto a tutti gli effetti elettrici e meccanici, si rinvigorisce se pensa di NON essere morto, e assorbe energia dal prana ambientale, ma ciò aggrava ulteriormente la situazione, perché l’aumento, anche forzato, di Energia tende a far DIMINUIRE l’ego della Forma, allontanandolo da essa; questo fenomeno rende più precario il già labile equilibrio psicologico del morente, che fa di tutto per restare nel corpo, ma più si impegna più ha risultati esattamente contrari! Spesso succede che, come pazzo, inizia a “vagare” (pensa!) in cerca di qualsiasi cosa che possa soddisfarlo, senza mai trovarla, perché la tamasicità gli fa cercare solo le sue stesse proiezioni mentali, perciò il suo “vagare” è solo un andare in circolo attorno al suo stesso asse polare jivaico: come il cane che si morde la coda, gira in tondo su se stesso sempre più velocemente. Questo moto polarecircolare non fa che incrementare l’Energia Cinetica dello spin egoico, il quale lo fa ulteriormente allontanare dal corpo denso, allora gira più velocemente incrementando l’Energia Cinetica che lo fa allontanare dal denso, allora si mette a girare più velocemente incrementando … così di seguito. Se l’Ente è molto tamasico e si lascia sprofondare nell’abisso delle sue illusorie immagini e non si convince d’essere morto, la sua dolorosa disperazione sarà una continua pena perché si crea, già nella sfera Pranomaya, il suo particolare e personale inferno! Nei libri esoterici ebraici, in particolare nel Zohar, questo fenomeno è assimilabile, secondo me, a ciò che la Qabbalah chiama il “respiro delle ossa” o “spirito delle ossa”. Se ciò accade, la povera Anima subisce un vero e proprio dramma, che può durare molto o poco tempo del piano FGS. Allorché il Jiva capisce e si convince d’essere morto, la sua paura si affievolisce, si calma, l’energia cinetica diminuisce, l’ego mentale aumenta e di conseguenza allenta la presa col fisico, iniziando a lasciare anche il Corpo di Espressione Pranico, con il definitivo totale azzeramento e appiattimento del residuo spin egoico del fisico denso, senz’altra

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possibilità di recupero: lo spin si annichilisce totalmente nell’ambiente e così pure il respiro delle ossa, finalmente acquietate! Inizia a questo punto la Fase più Critica di tutto il processo di interiorizzazione del Jiva: la fase delicatissima nel Mentale, la Manasica, fulcro di tutto il processo chiamato comunemente da tutti Morte. Il corpo d’espressione pranico ritorna al suo naturale serbatoio, come era successo con i bhuta del corpo denso, e il Jiva si ritrova nel corpo d’espressione Mentale, ossia Manasico, cioè nella sfera Manomayakosha, dove un ruolo molto importante e potente ha il Rajaego o ego Mentale, che intanto è accresciuto di intensità e potenza con l’abbandono della energetica sfera pranica. A questo punto è il solo ego in atto e lo chiamo semplicemente ego, riflesso operativo mentale del Jiva, che sarà il protagonista di tutti i momenti delicati, spesso burrascosi per il jiva ovvero per l’anima. Nella sfera centrale Manomayakosha il jiva, privato della sfera pranica, si ritrova in una dimensione con una Frequenza e una Lunghezza d’Onda differenti dalla guaina pranica, perciò non percepisce più il fisico, denso e pranico. La “finestra” mentale molto più sottile delle precedenti, ha una Frequenza elevatissima e, cosa molto caratteristica di questa sfera, una Lunghezza d’Onda differente dalle altre sfere ma, soprattutto, essa è variabilissima! È l’unico involucro dell’anima con Frequenza e Lunghezza d’Onda assai variabile, anche nei brevi tratti di tempo! Tale capacità del Mentale dava, e dà, fastidio, anche all’anima incarnata, perché l’irrequietezza mentale non permette all’Ente di dominare i sensi, come giustamente vorrebbe l’Intelletto Superiore per preparare la strada al “Re dei re”: il Sé! Dice il Saggio Vedantico: “La vita è un’esperienza intesa ad addestrare (purificare) l’individuo per un più alto, profondo ed esteso livello di esistenza attraverso l’esperienza dei risultati delle sue azioni.” Questa caratteristica del Manomayakosha nel post mortem viene ulteriormente rinvigorita dal fatto che vengono a galla dal profondo subconscio semi energetici molto variabili per Frequenza e Lunghezza d’Onda, colorando il Manomaya con tonalità sempre diverse che si aggiungono a quelli maturati e già attivi nel Mentale vero e 130


proprio. Inoltre, si aggiunge il fatto che di per se questa sfera è un intreccio di pensieri e desideri, quindi di sentimenti e attaccamenti fatti di passioni deboli e forti: gelosia, invidia, odio, risentimento, ira, ecc. oppure amore, compassione, altruismo, attaccamenti, sono ora concentrati nella sfera mentale e vanno a sommarsi ai semi maturati provenienti dal subconscio; in tal modo si avrà un’idea della fortissima tensione, sempre variabile e quindi incontrollabile, che si ha nella sfera della Manomayakosha, in questa fase molto critica del post mortem. Infine, si pensi che il promotore, l’operatore e il fruitore di tutta questa enorme babilonia è proprio l’ego, e ci si rende conto della importanza enorme che esso assume in questa delicatissima situazione, dove spadroneggiava da incarnato con una certa moderazione dovuta all’influenza discriminatrice e volitiva dell’Intelletto, mentre in questa fase del post mortem l’Intelletto è quasi del tutto “fuori gioco” e prevalgono i semi karmici, cioè le reazioni alle nostre azioni fatte in vita, quella appena trascorsa e le precedenti accumulatesi nel tempo. Per tutti questi motivi il Manomaya è da considerare il veicolo di manifestazione che non può mai risolversi completamente durante la fase Post Mortem, se il Jiva non è già abbastanza vicino alla purificazione e soluzione del Mentale già durante l’ultima incarnazione, diversamente da come si potrebbe pensare con l’idea purgativa del fantasioso dantesco aldilà. Manomaya è il vero corpo d’illusione dello psichismo, delle cristallizzazioni consce e subconsce. In questa sfera di manifestazione molti individui, anche da incarnati, spesso affogano, si perdono e ritardano notevolmente la presa di coscienza del Sé, che è la Chiara Luce Bianca sia nel post mortem, che da incarnati; chiunque La può sperimentare, riconoscere e anche identificarcisi per fondersi in Essa, in qualsiasi momento della vita incarnata e del post mortem. Il Manomayakosha è il vero e proprio samsara Vedantico, cioè il mondo delle proiezioni illusorie, che in occidente l’occultismo chiama anche “mondo astrale”, e difatti lo è assieme al Pranico. In genere succede che a questo punto l’ego jvaico vede il Sé, il vero Sé-Stesso che è la Chiara Luce Bianca: “il Fulgore di mille Soli” 131


dice il Signore Krsna nella Bagvad Gita. Al Jiva identificato con l’ego poteva capitare di vedere la Chiara Luce Bianca del Sé anche quando era identificato ancora con il fisico denso o col pranico, in tal caso si sarebbe sublimato, eventualmente fuso, col Sé in quelle stesse fasi del post mortem. Credo che per l’esperienza riconoscitiva del Sé non ci siano delle regole fisse, le modalità e il momento dell’incontro sono di ordine individuale e karmico, perciò l’incontro e il riconoscimento potrà avvenire prima o dopo la sfera Pranomaya, come potrà avvenire prima o dopo il Pranomaya anche la RICAPITOLAZIONE della vita incarnata appena lasciata! Questo particolare autoesame del Jiva, la nostra Anima, serve per poter “registrare nel libro akasico” chiamato “Luminoso”, tutte le nostre azioni volontarie, le buone e le cattive, cristallizzarle come semi causali (samskara) nel subconscio e proiettarli in modo indelebile sul telo della nostra Aura, nostro corpo astrale in continuum col nostro mentale, colorandola variamente secondo i valori coscienziali dei semi karmici. Ricordiamoci che questo “libro” non è un “libro contabile” dove si registra in Dare una cifra, in Avere un’altra cifra e poi si fa la somma algebrica e per differenza si ha il Saldo, no! Per il Libro della Vita è sbagliato pensare in questo modo. Nel “Luminoso”, il mitico “Libro della Vita”, ogni cosa postata viene considerata fine a sé stessa: tutte le azioni, buone e cattive, hanno un premio adeguato, nessuna buona azione può compensare una cattiva azione, ma ognuna segue il suo corso reattivo: la buona dona felicità, la cattiva un nuovo corpo fisico con il quale pagarne le conseguenze! La “compensazione” è solo un artificio contabile immaginato! È scritto in tutti i Testi Sacri che chi segue una disciplina spirituale deve imparare a “morire”, pur essendo in ottima salute nel proprio corpo fisico denso, perciò la descrizione delle cinque fasi principali del post mortem, corrispondenti ai cinque veicoli di manifestazione, oltre che essere ricavate dal Vedanta per inferenza o dalle espressioni chiare di alcuni Saggi delle Upanisad, sono anche esperienze di quelle poche persone, realizzate o prossime ad esserlo, che hanno 132


voluto comunicarle pubblicamente, affinché quelle molte persone scettiche, che ritengono l’aldilà solo fantasia e realtà solo tutto ciò che i sensi possono percepire (sfacciatamente dicono a gran voce: “Non ci credo perché nessuno è ritornato dall’aldilà per dirmi ciò che veramente c’è!”), possano iniziare con fiducia un cammino che porti ad esperire di persona, in un corpo fisico ben vivo, ciò che tutti i Testi Sacri e tutti i Saggi al mondo confermano in perfetta coerenza tra i loro pensieri, le parole e le azioni, dimostrando così che la loro vita è il loro vero messaggio! A tutte le persone incredule si può dire che non è vero che nessuno è mai ritornato dall’aldilà; coloro che hanno avuto la grazia di esperire fino in fondo il post mortem e ritornare nel corpo denso, dicono ciò che lo scrivente ha avuto la fortuna di recepire bene e a fondo nei Veda e da alcune esperienze molto significative avute attraverso la personale disciplina spirituale. Lo stesso Gesù Cristo racconta nei Vangeli, per esempio in Gv. 3, 1-15, chiaramente o con parabole a volte anche molto pittoresche, le fasi più importanti della vera morte, la “morte seconda” che è la totale risoluzione dell’io-egoico. La stessa cosa è raccontata, sotto diversi aspetti, in tutte le culture iniziatiche, orientali ed occidentali. Del resto, lo stesso simbolo della croce cristiana rappresenta proprio questa filosofica seconda morte. Il Vedanta afferma che la vera morte si attua solo da incarnati! Voler posporre il problema della morte è sicuramente una specie di alibi di un ego che cerca in tutti i modi di perpetuarsi come mentale. Fintanto che l’ego esiste espresso chiaramente, o camuffato sotto buoni intendimenti, i veicoli di espressione del Jiva protrarranno la loro esistenza, e quindi ciclicamente si avranno esperienze di post mortem e incarnazioni, perché tutte le qualità che l’ego si trascina dietro devono per forza manifestarsi. Fino a quando le azioni esprimono sempre i desideri “dell’io e del mio”, e gli attaccamenti si camuffano da sentimenti amorevoli, non si potranno evitare le loro reazioni e quindi il conseguente ciclo samsarico. L’esperienza delle sfere superiori al Manomaya permette di recepire gli archètipi o idee universali, possibili solo all’Intelletto 133


volitivo-intuitivo della sfera Vijnanamayakosha, detta pure Buddhimayakosha, che è una sfera molto più sottile, con Frequenza e Lunghezza d’Onda differenti da quelle della sfera Manomaya. La Buddhimaya Inferiore è molto vicina al Piano Mentale, la Superiore è Intuitiva e si avvicina molto alla sfera Beatifica Anandamaya. L’esperienza post mortem della Buddhimayakosha Superiore e Anandamayakosha stanno a significare che l’Ente Jivaico trapassante, in vita era molto vicino alla realizzazione finale e, attraversando queste sfere, acquisisce la giusta purificazione che gli mancava per l’ultimo passo, per la definitiva fusione nel Sé. È la classica realizzazione post mortem di cui parlano i Saggi. È diffusa la FALSA CREDENZA secondo la quale “I morti sanno e conoscono tutto!”; si crede che basti essere morti per diventare saggi e acquisire conoscenza. Niente di più SBAGLIATO. Niente di più ridicolo, di totalmente falso e completamente sbagliato! La quasi totalità dell’umanità, deposto il vestito fisico denso, prima di rimettersene un altro si ritrova nella sfera intermedia sottile ILLUSORIA, FALSA E BUGIARDA del Manomaya, da dove non si può comunicare con nessun’altra sfera per motivi di Frequenze e di Lunghezze d’Onde, come già visto; ma se per caso dovesse capitare l’impossibile, invito alla massima attenzione e a non prendere per verità ciò che dovesse apparire come un “saggio messaggio dall’aldilà”, anche se più volte riscontrato con qualche verità molto più semplice. Si tenga presente che il Pranomayakosha e l’Annamayakosha sono quanto basta in sintonia per la stessa Lunghezza d’Onda, ma le differenze notevoli tra le loro Frequenze esclude la facilità di comunicazione tra loro. Tuttavia, sconsiglio qualsiasi contatto con il post mortem Pranomaya, per l’enorme pericolosità che se ne avrebbe psicologicamente, basta rileggere il passaggio post mortem tra le due sfere per rendersene conto. Il Bardo Thötröl parla anche di alcune credenze del Buddismo Tibetano, come del resto ci sono in tutte le religioni che hanno trasportato nel campo della pittoresca tradizione e superstizione i pic134


coli misteri della metafisica, sorti dalla paura “dell’ignoto aldilà”, fissata da millenni di cicli samsarici vissuti nella più completa ignoranza metafisica della Realtà Trascendentale. Perciò si legge nei Vangeli di pittoresche immagini metaforiche di “stridor di denti” e di “voi che avete per padre il diavolo”, e nel Bardo di “deità irate e pacifiche” e di “Heruka”, il demonio della disarmonia energetica. Personalmente ritengo che i tre mondi: Paradiso, Inferno e Purgatorio, siano tutti dentro il cuore degli esseri umani. Penso che il Paradiso sia una situazione del post mortem nella sfera del Manomaya durante la quale l’anima vede e RICONOSCE il Sé nella Chiara Luce Bianca, ma non ha ancora le qualificazioni giuste per IDENTIFICARCISI, per cui l’Anima non si fonde con il Sat-CitAnanda ma ne gode solo la beatifica visione quale premio delle sue buone azioni fatte nel corpo denso. Quando tali effetti saranno terminati, prevarrà il desiderio che spingerà l’anima verso una nuova incarnazione, dove potrà godere di una buona vita per poi continuare ad usufruire dei buoni frutti maturati e maturandi, oppure subire le conseguenze delle sue cattive azioni, oppure entrambe le due cose, vivendo fisicamente una vita veramente infernale oppure una vita che a volte sembra infernale e a volte paradisiaca, come succede alla gran parte di noi tutti comuni esseri durante il cammino quotidiano della nostra vita. In genere, il karma che si ripete serve a correggere errori trasformati in abitudini consolidate, quindi in “mentalità”. Quando per esempio si dice: “È la mia mentalità, non posso farci niente!” si afferma l’impossibilità di cambiare il carattere con le vie ordinarie volitive. Le conseguenze del karma da subire sono le vie straordinarie, atte a modificare mentalità completamente disallineate alla rettitudine dharmica, al cammino evolutivo del Dharma Universale che è lo scopo stesso della vita incarnata, quindi lo scopo anche della nostra. Spesso le vie “straordinarie” sono dolorose e creano condizioni di vita anche molto dure: malattie, dispiaceri e malanni vari da sopportare che in genere servono per “ammorbidire” la durezza del cuore, l’orgoglio tracotante e l’invidia, che si accompagna con la superbia. Il Thötröl parla dell’Inferno nel secondo Bardo, in termini di preci135


pitazione delle energie accumulate e non risolte, fino alla loro massima espressione nel Manomayakosha nel Buddismo Tibetano chiamato Sambhogakaya: proiezioni karmiche con la cristallizzazione del contenuto subconscio non risolto che si presenta alla coscienza jivaica sotto forma di mostri e dèmoni di cui il trapassato deve per forza subirne le ire! Sarebbe quasi come un incubo in questa dimensione fisica, ove capita di fare sogni paurosi con mostri e situazioni di pericolo assurde; basta svegliarsi e tutto dovrebbe finire lì, invece nel post mortem non si ha alcuna possibilità di “risveglio” e quindi si è costretti a subire tutte le reazioni maturate. Secondo me questi casi estremi di massificazione delle cattive qualità dovrebbero riguardare solo le più cattive di esse, fatte con la diabolica volontà precisa di fare il male! Voglio sperare che queste persone così cattive siano veramente poche, perché fanno pensare a caratteri demoniaci, che cercano in tutti i modi solo il male degli altri solo per il gusto del male. Costoro cercano di contrastare sempre il bene altrui e ogni sua espressione di puro amore nel prossimo, ma sicuramente non ci riusciranno a soffocare l’amore e soffrirano loro le più atroci pene nel loro inferno, finché anche loro capiranno che la forza è solo “Amore camuffato”, che la Realtà è l’Uno-senza-secondo e che l’Amore è la Verità Ultima del creato ed è anche la loro stessa Realtà Essenziale. La mia Egodinamica è l’arte assopita di formare le Anime con l’aiuto dell’Intelletto, perché in essa la Scienza e la Religione vivono all’unìsono, in perfetto sincronismo, grazie alla riscoperta di Quello, l’Uno-senza-secondo, la Forza Viva di Sé che tutto unifica in Verità. Il “Tempio” è il nostro corpo-cuore-mente purificato che attualizza il “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” di Gesù, vedi il Discorso della Montagna nel Vangelo, Matteo 5, 8. Preso nelle spire del "creato", l'uomo però è cieco al fatto di essere parte del Divino Creatore e, identificandosi con la spoglia mortale di cui è rivestito, non percepisce l'unità di tutti gli esseri e di Tutto, nell'Universo Uno. Egli ha scritto e studiato testi innumerevoli sulle varie discipline e sulla scoperta spirituale e forse ha fatto, molto probabilmente, una gran confusione, indulgendo in rivalità ed ar136


gomentazioni dialettiche invece di sperimentare la teoria con la pratica! Colui che ha però messo in pratica almeno una o due pagine di questi innumerevoli tomi chiamati Sacri Testi, è reso silente e scevro da ogni desiderio di fama e vittoria; è felice nelle profondità del suo Essere: egli ara il campo del suo Cuore, sparge i semi dell'Amore e miete il raccolto della forza morale e dell'equanimità. In altre parole modella la sua anima, finalmente resa pienamente umana, per l’ascesi e la fusione nell’Oceano Infinito dell’Amore, del Puro Amore quale singolarità ineludibile aldilà di ogni immagine, anche quella del Golgota.

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VIII NEOMETAFISICA Dalla Metafisica alla Fisica, dall’Astrofisica alla Neometafisica

Molti vorrebbero intendere e addirittura sperimentare l’Infinito Sé o Atma rimanendo attaccati alla coscienza differenziata individuale, da qui tutte le frustrazioni, reazioni e, a volte, il rifiuto di capire. Bisogna eliminare questa pretesa egoica irrazionale quando si presenta alla propria coscienza; occorre intuire profondamente che soltanto una totale trasformazione della mente può risolvere i quesiti posti ed alimentati dal proprio io-egoico; soltanto una profonda purificazione della mente fa chiarezza nelle coscienze e quindi nelle scienze. Oggi l’uomo ha ottenuto il controllo su montagne d’informazioni, ma è rimasto indietro per quanto riguarda la Saggezza. La capacità umana d’indagare e di progredire nel regno dell’Universale e dell’Assoluto, il Sé, deve essere tuttavia ancora sviluppata ed usata stabilmente. I prodigi della moderna tecnologia, tanto apprezzati, erano già ben noti ai saggi dell’antica India, basta citare esempi quali l’antico trattato indiano Vaimanika Shâstra riguardante i viaggi aerei, come pure i missili, le testate esplosive e le varie procedure chirurgiche, dettagliatamente descritte nel Charika Samhitâ. Ciò nonostante l’umanità non ha dimostrato di saper sfruttare queste antiche conoscenze e tecnologie per il proprio bene, perché non ha ancora capito che non è la tecnologia a essere malvagia ma il modo deleterio in cui essa viene applicata, ciò vuol significare che solo la spiritualità può offrire alla scienza la giusta completezza e il metodo coerente all’ecosistema, interiore-esteriore. Dire dunque che le Sacre Scritture non sono scientifiche è fare una affermazione gratuita e da ignoranti, uno scienziato dovrebbe conoscerLe come conosce un trattato di Fisica Teorica per la materia. Nei Veda si trovano certe “rivelazioni” che mostrano come tutte le 139


cose in esse scritte sono altamente scientifiche, tecnologiche, logiche e tecniche. Una di queste rivelazioni è, ad esempio, la Pervasività e la Quintuplicazione. Gli Inni dei Veda rappresentano pensieri e rivelazioni che arrivavano ai Saggi dell'antichità durante le loro meditazioni sotto forma di Inni, che i Saggi trasmettevano poi ai loro discepoli diretti. Fu così che i Veda vennero tramandati, per diverse migliaia di anni, di generazione in generazione per via orale. La versione scritta apparve solo molto, molto più tardi, perciò la crescita dei Veda è come una serie di piccoli rigagnoli che confluiscono a formare ruscelli che a loro volta alimentano la crescita di grandi fiumi, i quali infine si gettano nell'Oceano. Allo stesso modo i Saggi ricevevano le loro rivelazioni dal Divino Trascendente interiore. Se consideriamo l'aspetto della Rivelazione Divina sotto questa luce, si capisce che essa non è così “fantasiosa”, come certe persone immaginano, si comprende che è naturale che siano capitate a molte persone in diversi luoghi e in varie epoche storiche. Rivelazioni Divine sono pure tutte le intuizioni che accadono anche per le grandi scoperte dette scientifiche. Naturalmente gli storici scientifici non le hanno registrate in quella chiave. Per esempio, dicono che Archimede ha avuto un lampo di genio che lo ha portato ad una scoperta, o che Einstein ha avuto un flash di intuizione, e così via, ma nessuno parla di rivelazione dovuta alla strenua concentrazione sull’argomento che ha fatto scoccare la scintilla dell’Intuizione, cioè la “rivelazione da parte della propria Divinità sita nel cuore spirituale, cioè il Sé”. Comunque, questi lampi o flash o altro, non sono che Rivelazioni del Divino Trascendente, forse in relazione al solo mondo materiale, ma pur sempre alle Rivelazioni appartengono tutte le intuizioni! La vera ragione per cui ai Veda venne dato il nome Sruthi è che le Vibrazioni Cosmiche, che non possono essere sentite con le orecchie né viste con gli occhi, venivano però udite in meditazione dai Saggi sotto forma di suoni musicali molto luminosi! Questo è uno dei motivi per cui all'aspetto del suono, la OM od AUM, viene conferita molta importanza. 140


La dimensione Spazio-Tempo è come una tenda che separa la Divinità dalla Sua Vibrazione. La Creazione è da questa parte della “tenda” (lo Spazio Mentale) ove si trova lo stesso Dio come Re dei re che si proietta come Sua stessa Creazione, mentre il Creatore, nella Sua Gloria assoluta e pura, si trova per così dire dall'altra parte di questa “tenda”. Questa rappresentazione è simboleggiata molto bene nella Torah ebraica. I ricercatori, lentamente ma inesorabilmente, cominciarono a mettere a fuoco l'esistenza della “tenda” e la presenza di un Qualcosa, un Quid Supremo e Assoluto, al di là della tenda stessa, trascendente questa e quindi il tutto. Questo Qualcosa è il Dio-Trascendente, del quale tutti siamo figli, a qualsiasi razza, religione, credo o nazionalità apparteniamo. In questo senso i Veda sono universali e sono la fonte primaria di ogni Scrittura Sacra che si trova al mondo. Ripeto, i Veda sono focalizzati su qualcosa di mistico, eterno ed immutabile, che trascende il mondo, l'Universo e lo spaziotempo. Questo qualcosa, questo Quid, è al di là delle parole e della stessa mente, pur tanto indagata anch'essa e a ragion veduta dai Rsi, i veggenti vedici. Questo Quid nelle Upanisad fu chiamato Sé, ovvero Quello (Tat tvam asi: Quello Tu sei), l’Indefinibile, INESprimibile Consapevolezza Infinita, il Sat-Cit-Ananda. Einstein cercò di catturare attraverso la scienza un barlume dell'Infinito Cosmico, meglio di lui fecero Marco Todeschini e David Bohm secondo me, mentre i ricercatori dell'epoca vedica avevano cercato di trovare quella stessa eternità seguendo il sentiero della devozione e della ricerca spirituale. Il ponte tra devozione-religiosa e spiritualità credo di averlo costruito a modo mio tramite questo scritto e secondo un’etica dell’AUM, che vuole essere la sintesi della RES: (Religiosità + Esoterismo + Scienza) = Spiritualità L’esempio di teletrasporto quantistico tra luce e materia è oggi l’esempio più calzante per evidenziare la Potenza Creativa continua della Divinità Immanente. Esso, inoltre, sembra tendere verso la conferma della nuova filosofia della Scienza di un Unico Sistema Assoluto di Pura Coscienza, aldilà dei Sistemi composti dell’Energia. A realizzarlo sono stati un gruppo di scienziati danesi di Cope141


naghen, del Niels Bohr Institute, i quali sono riusciti per la prima volta a trasferire un’Informazione codificata in un raggio di luce all’interno di un gruppo di atomi di cesio. È un fenomeno senza precedenti! Il teletrasporto quantistico consiste nel trasferimento di uno stato quantico da una particella a un’altra senza bisogno di un legame fisico tra le due, tutto avviene tramite un particolare processo chiamato “entanglement quantistico”, tramite il quale due particelle possono condividere le loro proprietà fisiche. In passato il processo di trasferimento è stato fatto tra elementi della stessa natura, oggi è avvenuto tra elementi di diversa natura, trasferendo uno stato quantico da un impulso fotonico ad un gruppo di atomi di cesio. Questa nuova filosofia scientifica sembra che non si arresti più ai sistemi composti dell’energia, ma vada oltre e inizi a prendere in considerazione proprio il Sistema Assoluto di Pura Coscienza. Il sistema energia viene considerato non più invalicabile e ultimo, come vuole ancora la concezione meccanicistica, ma la nuova visione scientifica considera tale sistema energetico un sottosistema del Sistema Assoluto della Pura Coscienza. Su questa nuova linea la Scienza del Terzo Millennio dovrà, necessariamente, reinterpretare i Testi più antichi del mondo: i Veda, per iniziare a capire questa Neometafisica come la vera, reale, Nuova Scienza che inizia già adesso a prendere forma nelle menti grazie agli intelletti di tutti quei Ricercatori davvero liberi. La legge eterna di Causa-Effetto dell’Ordine Esplicato, prima o poi sa farsi giustizia a tutti i livelli espliciti e prevalere su tutte le assurdità delle menti umane, anche quelle ritenute le più geniali e scientifiche. C’è mai stato un Big Bang? Se si, prima del Big Bang cosa c’era? Il vuoto assoluto? Cosa vuol dire vuoto assoluto, ha un reale significato? Credo proprio di no, non ha alcun significato perché è irreale, come affermare che una lepre è cornuta al pari di un toro! Del resto, il pre Bing-Bang non interessa, conoscerlo sarebbe del tutto ininfluente per ogni tipo di argomentazione che non sia solo fantasia. Se il Big Bang c’è veramente stato, come si è evoluto arrivando allo stato attuale dell’esistenza? Si potrebbero dire tante cose, ma voglio limitarmi ad analizzare un’ipotesi sulla base della e142


sperienza attuale della scienza, e immaginare che non ci sarà un altro Big Bang in un futuro, perché l’esperienza dell’astronomia ha calcolato che la velocità di “fuga”, l’ipotetica apparente espansione del cosmo, è inferiore a quella critica perché si possa invertire la espansione in compressione!

Fig.0 - Struttura dell’universo nella “Psicobiofisica“ di Marco Todeschini – Edizioni MEB

Secondo “La Teoria delle Apparenze”, che riteniamo corretta e rispondente alla realtà fisica dell’universo noto, non c’è mai stato alcun Big Bang. Il fatto di esperire una espansione cosmica è solo apparenza derivante dall’aumento del Raggio Cosmico a seguito dei 143


CentriMossi che a mano a mano vengono alla vista astronomica, vedi la Fig. 0, che si allunga nelle profondità dell’abisso cosmico col crescere della tecnologia, quindi col crescere del loro raggio: “Datemi un giroscopio e vi misuro l’Universo”, direbbe oggi lo scienziato Marco Todeschini! Se dunque non c’è stato alcun Big Bang per la nascita di questo Universo, è logico pensare che non ci sarà nemmeno una sua morte per compressione, un Big-Crunch, ipotetico collasso a densità infinita con relativa estinzione del tempo. La mia ipotesi si basa sull’esistenza dei famosi buchi neri che ci sono in vari punti dell’universo. I buchi neri sono uno dei più affascinanti problemi della moderna astrofisica, rappresentano un fenomeno cosmico molto studiato ma che lascia aperto ancora tantissime incognite. Un buco nero sarebbe l'ultima fase della vita di una stella, ma ciò che più stimola la nostra fantasia è il fatto che la sua esistenza e le sue caratteristiche sfidano il nostro senso comune e la percezione che abbiamo del tempo e dello spazio. Le stelle, come gli esseri viventi, nascono, vivono, si trasformano e muoiono. Pensare così anche dell’Universo nel suo insieme è quindi più che logico, direi che è molto scientifico. Come il rang vitale di una stella si esprime, è oggi sufficientemente compreso dall’astrofisica che si basa sui principi relativistici della teoria di Einstein e sui principi quantistici, in particolare su quello di Indeterminazione. Tutti questi principi sono confutati dalla Teoria Spaziodinamica di Todeschini, e pertanto le osservazioni micro e macro cosmiche sono tutte da reinterpretare, senza peraltro togliere nulla alle osservazioni astronomiche e sperimentali già fatte sull’atomo. Le stelle sono grandi sfere di gas la cui esistenza è strettamente legata all'equilibrio tra la Forza Centripeta Gravitazionale e la Pressione Interna Centrifuga, alla conservazione dell'Energia Cinetica nucleare e a numerosi altri parametri, tra i quali i più importanti sono sicuramente la massa, la densità e soprattutto l’inclinazione dell’asse di rotazione sul piano della sua eclittica, tale da suscitare una forte energia gravitazionale per effetto Magnus. 144


Da questi ultimi tre parametri dipende infatti la vita media delle stelle, la loro evoluzione finale in supernova e quindi la formazione “misteriosa” dei Buchi Neri. Più si inclina il loro asse polare di rotazione, più aumenta la Forza Gravitazionale e più la sua densità aumenta accrescendone la massa, la quale fa ulteriormente aumentare la Forza Centripeta Gravitazionale. Penso che l’universo ad un certo punto non si comporterà come una supernova enorme che implode in sé stessa, l’universo non ritornerà in uno stato simile ad un buco nero enorme grande come tutto l’universo, ammenoché non lo si consideri come una sfera senza confini marginali. Esistono già diverse teorie scientifiche in merito. Secondo la mia teoria, che è anche quella dei Veda, l’Universo non ha inizio ma avrà sicuramente una fine, legata anche all’esistenza delle sovrapposizioni spurie del nostro spazio mentale individuale. Tutto l’esistente, cioè tutto l’essere, ritornerà in una latenza che potremmo chiamare non-essere, che non rispecchia l’ipotesi dei buchi neri conosciuti, perché la materia che entra nel campo gravitazionale di un buco nero viene attratta e compressa, ma pur sempre materia resta, solamente più densa! Siccome la fine del tempo implica anche la fine dello spazio, è più logico ipotizzare che la materia annichilisca invece che comprimersi. Infatti, la fine del tempo tutto annichilirà, anche l’archètipo Forma, tranne l’archètipo Nome che Impulsa ciclicamente sempre “nuovi” Universi. La Forma dallo Spazio ritornerà al Traspazio, fino a fondersi nel Nome o Amore, nel Prespazio dove si annichilirà nel Trascendente. Tutto nasce dall’Amore e torna all’Amore, perché Tutto è Amore. A questo punto la filosofia dei Veda ci aiuta: il Non-Essere è l’Assoluto, che si chiama così perché non è espresso come Essere. Ovviamente nell’Assoluto Non-Essere il tempo e lo spazio NON esistono, la conseguenza è che il Non-Essere o Assoluto, è ciò che c’è sempre e, ogni volta che si esplica, impulsa il Nome e a seguire la Forma che, in progressione impulsa i Centri-Mossi i quali, con l’ausilio dei Guna e come braccia di spirali, vanno a costituire i vari Momenti Meccanici di Lavoro-Energia-Cinetica, quindi Calorica e 145


infine la Materia che, evoluta, suscita l’Ordine Esplicato, ovvero l’esistenza attuale ad esempio, che comunque resta sempre una relatività “avvoltolata” nell’Assoluto: Isa vasyam idam sarvam yaktin ca jagatyam jagat dicono i Veda nell’Isa Upanisad come primo mantra di apertura. Ogni Universo in essere ha in sé la spinta alla morte e alla vita, perciò ogni Universo è un’esplicazione del Trascendente che, in modo ciclico, viene all’esistenza come Esplicato dell’Implicato non Essere. Vediamo come i Veda si esprimono su questo argomento, molto interessante sia dal punto di vista filosofico che scientifico, cercando di sviluppare il lato scientifico della questione basandoci sullo scritturale filosofico, interpretando e intuendo i testi vedantici sulle tre incontestabili fasi: nascita-creazione, crescita-mantenimento, distruzione-rientro nell’Assoluto Implicato, dove gli Universi sono come tante bollicine d’acqua minerale che vengono all’essere grazie all’aria-amore che le impulsa dall’assoluto non-essere. VIII.1. I due Principi Vedici L’Amore è l’Atmasferoide Universo chiamato Lingam, il Principio dei principi

Nei Veda i due Principi: 1. “Condensazione e Pervasività Successiva” 2. “Quintuplicazione” sono applicati ai sottoelencati Cinque Elementi Sottili primordiali, chiamati anche Particelle Basilari (Quark) e indicati nei calcoli con il simbolo 5PB: Spazio (Etere o Akasa o Prana)

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Aria Fuoco Acqua Terra Essi spiegano come il Princìpio Immanente e Trascendente Assoluto si riflette nei suddetti 5PB (Q) risultandone l’essenza e la sostanza Reale. In tal modo l’atomo verrebbe in essere attraverso questi meccanismi, e sarebbe proprio la Pura Coscienza, Princìpio della Vita, che darebbe senso alla dinamicità della materia e quindi alla energia atomica mc2! L’uomo fisico è l’incarnazione dei cinque elementi e ne dovrebbe essere “padrone”. Chi comprende il loro Principio si svela essere lo stesso Dio incarnato, perché manipolatore dell’essere. I Veda dicono chiaramente che dall’Assoluto Brahman venne in essere il Princìpio bipolare: Yatna e Mahat Yatna significa: Sforzo, Energia, Volontà. Mahat significa: Intelligenza Cosmica o Mente Cosmica. Perciò è dalla Volontà Intelligente di Brahman che si proiettarono il Nome e la Forma e, di conseguenza, lo Spazio come primo Elemento Sottile e, di seguito, tutti gli altri quattro. Ogni elemento si suddivide poi in Cinque Parti (Quintuplicazione) ed entra nella composizione del corpo umano e della materia in generale, come materia primordiale olomovimentata dalla Volontà. Vediamo come l’Ing. Marco Todeschini, in base alla semplice constatazione sperimentale che la caratteristica della materia è quella di estendersi nelle tre dimensioni volumetriche (H, L, P), giunse alla conclusione che anche lo Spazio, avendo questa caratteristica, è una sostanza materiale fluida. Egli ha provato sperimentalmente e matematicamente che: <<Lo Spazio, dal siderale all’atomico, non è Vuoto, ma è sostanziato di densità costante molto esile (9.10-20 della densità di H2O). Questa unica sostanza di Spazio Fluido, di densità costante, poteva formare grani di materia di densità molto più elevata, dal fatto che in esso nascevano spontaneamente vortici inerziali che si costituivano come Centri Mossi, attorno a cui, per Efetto Magnus, si costituivano dei vortici minori che, oltre a ruota147


re su se stessi ruotavano anche intorno al proprio Centro Mosso. Egli concepisce, perciò, l’ultimo grano di materia come una Sfera di Spazio Fluido che ruota su se stessa ad una velocità superiore a quella della luce. La densità costante, esilissima, dello Spazio che costituisce la sfera, diventa tanto più elevata quanto maggiore è la sua velocità di rotazione rispetto allo Spazio circostante. L’atomo e le sue particelle sono, quindi, sfere costituite tutte di una medesima sostanza, cioè sfere di Spaziofluidodinamico che differiscono tra di loro solo per il diverso diametro e la differente velocità di rotazione.>>

La materia granulare è quindi un’apparenza, perché non è altro che spaziofluido in moto rotatorio rispetto allo spaziofluido circostante, ovvero rispetto al campo. Rileviamo che tale conclusione assomiglia moltissimo a quella “spaziale” onnipervadente dei Veda. Nascono spontaneamente alcune domande: Chi o che cosa fa nascere i “vortici” di Spazio Fluido? COME e PERCHÉ tutto ciò avviene? Le giuste risposte, se ci sono, si trovano sicuramente “aldilà” della apparenza materiale grossolana e/o energetica! A questi livelli la Fisica non ha più alcun potere, se non si riappropria dei Princìpi da cui essa stessa è nata, quelli trascendenti e immanenti della Legge Eterna dell’Amore, espressa anche attraverso la matematica e la metafisica. A questi livelli la Fisica deve saltare il fossato, armarsi di coraggio e affrontare i temi della metafisica fondendoli nella fornace della logica intelligente e intuitiva, fondando un nuovo Pardigma Amore. Il connubio perfetto di Fisica e Metafisica è negli stessi Veda e i Princìpi suddetti ne sono la prova storica più evidente, perché alla base della stessa Metafisica e della Fisica c’è l’Amore che si esprime attraverso la Legge del Dharma legata ad ogni esistenza umana e non umana, materiale e immateriale. La totalità, in quanto Apparenza-Maya, esprime una possibilità del Sé-Coscienza trascendente l’egoità mentale, ma la possibilità è una semplice irrealtà metafisica, poiché l’unica Realtà, anche come oggetto-ego, è sempre e comunque solo la Coscienza-Sé, il Sé o Atma che è il supremo Parabrahman incarnato; come dire che è la stessa aria esterna che si ritrova “imbottigliata” nell’involucro fisico.

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I Veda affermano che Tutto è Brahman. L’oggetto esiste ma non è reale, perché la sua esistenza è in funzione di altro (la mente), ma la Conoscenza in quanto Coscienza Consapevole, esiste di per sé, quindi è reale, anzi, è la Realtà. L’Assoluto Brahman è Immanente e Trascendente il fenomeno chiamato Universo. Dopo svariati studi e approfondimenti delle Scritture Induiste, in parallelo con la Psicobiofisica dello scienziato Ing. Todeschini di Bergamo, ho potuto constatare che le Scritture e lo scienziato parlano quasi la stessa lingua nella dimensione fenomenica grossolana. Il Prof. Todeschini fa risalire la materia, e tutte le sue espressioni oggettive, ad una sostanza unica chiamata Etere o meglio Spazio, reso dinamico per “intervento Divino”, come del resto aveva ipotizzato anche Newton quale origine del moto, ma nessuno aveva mai ipotizzato un intervento di Dio “in Persona”, un Dio non esterno all’Universo, che si facesse continuamente Universo e divenisse, per Sua esplicita Volontà, i Molti, impulsandoli attraverso la Sua Natura di Puro Amore. Il Vedanta parla di materia primordiale che chiama Prakriti o Akasa, che non è lo Spazio indicato da Todeschini bensì ne è la origine, la base esoterica da cui promana lo stesso Spazio, considerato “grossolano”, della Spaziodinamica di Todeschini, dopo ben due gradi di combinazioni, cioè dopo due livelli di Quintuplicazione di quello Spazio Primordiale Pranico che è l’AUM. Pertanto, lo Spaziodinamico è il risultato della biquintuplicazione dei Cinque Elementi sottili che sono all’origine dell’Universo, i quali vengono riscontrati poi come le Cinque Particelle Basilari (5PB) dello Spazio Primordiale chiamato Prespazio dal Bohm, le quali strutturano il Messaggio Impulsivo Vorticoso del Prespazio evidenziato da Bohm come Potenziale Quantico “Q”. La differenza tra il Prespazio e lo Spaziodinamico sta non solo nel grado di combinazione delle 5PB come detto, ma anche e soprattutto nella fenomenologia non-locale del Prespazio rispetto a quella locale dello Spaziodinamico. In altre parole, mentre il Prespazio delle 5PB è adimensionale e perciò atemporale perché, come vedremo, esso nasce assieme al 149


Nome e alla Forma, cioè istantaneamente, lo Spaziodinamico si evidenzia al grado successivo dimensionato nello spaziotempo, ovvero quando lo Spazio è in essere e di conseguenza qualsiasi funzione ad esso collegata non può che dipendere dal tempo. La fenomenologia non-locale del Prespazio è messa bene in evidenza dal cosiddetto Paradosso EPR (iniziali di Einstein, Podolsky e Rosen) e dall’Effetto Aharonov-Bohm, facilmente spiegabili con l’esistenza del cosiddetto Campo del Punto Zero, il più che reale Campo di Forze neutro Superenergetico (meglio chiamato Campo Forma dal Premio Nobel per la Fisica il dott. prof. Wolfgang Pauli) Immobile e Indeterminato, quindi senza dimensioni e senza tempo, nel senso che lo spazio-tempo è una parte ad esso Implicita, dove l’Esistenza è Consapevole e Beata di Sé Stessa e in Sé Stessa, Campo Forma che i Veda meglio definiscono come la Consapevolezza infinita che sottende la stessa Mente Cosmica Mahat-Yatna (MY), più comunemente conosciuta come Sat Cit Ananda, Essenza Coscienza Beatitudine assolute e non duali. I due Princìpi fondamentali dei Veda sono molto importanti per il ricercatore che si pone certe domande e non si accontenta solo di sapere che tutto è Brahman, ma desidera anche sperimentare COME ciò avvenga, attraverso quali meccanismi il riflesso dell’Assoluto sia il sostrato di Tutto l’esistente, comprensione che certamente è facilitata dalla predisposizione del ricercatore alla Fisica e alla Metafisica. Cercherò di spiegare e dimostrare l’irrealtà del mondo oggettivo, che è solo una esplicazione della Realtà Eterna dello Spirito-Sé. Se il ricercatore si sforzerà di capire e comprendere il fenomeno detto mondo esterno (per esterno intendo anche lo stesso corpo fisico sottile mentale e grossolano fisiologico), ovvero l’Ordine Esplicato, avrà sicuramente la possibilità di imbrigliare la sua Mente e, in piena coscienza, esperire lo Spirito Trascendente dell’Ordine Implicato. L’Ordine Esplicato e quello Implicato sono polarità dell’Assoluto, non contrapposte ma inerenti alla sola Realtà che è l’Assoluto con e senza attributi. Ciò vale per qualsiasi dualismo che si esplicita solo per mera apparenza proiettata dalla Mente per sua stessa costituzio150


ne naturale. Solo se si avrà esperienza del mondo oggettivo come fenomeno mutevole e incostante, cioè irreale, si potrà sperare di prevalere sulla mente con la tecnica della discriminazione e quindi con il conseguente distacco, diversamente ogni sforzo risulterà vano, perché prima o poi i sensi ritorneranno alla carica con più veemenza, prevaricando ogni cosa e ogni buon proposito dello stesso ricercatore. Per capire o rendere più facile l’intendimento di quel fenomeno cosmico che i Testi Vedici chiamano anche Isvara: Dio Persona, ossia Brahman Saguna (con attributi), immaginiamo di vedere l’Assoluto Brahman, cioè il Parabrahman o Brahman Nirguna o Atman o Atma (tutti Nomi che indicano sempre lo stesso Princìpio senza attributi), come un reale Campo di Forze neutro, o meglio un Campo Forma, Immobile e Indeterminabile, quindi senza dimensioni e senza tempo, nel senso che lo spazio-tempo è una parte ad Esso implicita, dove l’Esistenza è Consapevole e Beata di Sé Stessa in Sé Stessa. In verità non esistono parole per l’INESprimibile, non si può definire l’Indefinibile, devo dunque accontentarmi delle parole e sperare che l’Intuito, al più presto, faccia il resto. Intanto, volendo formalizzare questi concetti, dico che l’Indefinibile e Inesprimibile Assoluto lo esprimo con il termine INES, sottintendendo con ciò il Suo INESprimibile stato di Coscienza. Ad un certo momento (è forzata questa frase perché non è esplicito il tempo in INES) l’Assoluto Brahman ovvero INES, una sua particolare natura cioè l’Amore-Beatitudine, si esprime e viene in esistenza questo Universo all’interno di INES stesso, come una bolla d’aria che viene a galla ed appartiene alla stessa acqua ma con aggiunto l’AriaAmore. Ma poiché non mi soddisfa dire una frase così banale, provo a dire meglio con un altro esempio: l’Assoluto, amandosi, si autoimpulsa con conseguente squilibrio e creazione spontanea di un vortice energetico. In altre parole, in Sat e Cit nasce una specie di fremito polarizzante vorticoso, il Campo si magnetizza (Dio è il Magnete Cosmico) esprimendosi come Polo di Sé-Stesso in Sé-Stesso, cioè Suo stesso Riflesso denominato Brahman Saguna, quello che tutti chiamano 151


comunemente Dio, il quale è l’Amore di Brahman Nirguna o Assoluto INES, è cioè l’Esplicato dello Implicato. Il Grande Mistero, del tutto inspiegabile per la mente impura, sta nel fatto che, nonostante la Polarizzazione, il Nirguna INES resta identico a Sé-Stesso, immutato eppure Riflesso in Sé-Stesso come Saguna ovvero Isvara. Del resto, l’Assoluto è tale proprio perché contiene in-Sé anche il Relativo; questa è la ragione per cui dal Relativo è impossibile sperimentare l’Assoluto e solo il Sé può sperimentare il Sé! Son dunque vere le parole dell’aforisma vedico: “Finché si è immersi nella Maya come si può comprendere il Padrone della stessa Maya?” Per averne una vaga idea, possiamo immaginare un fenomeno e dire che avviene come per il filo elettrico quando è attraversato dalla corrente: tutto intorno al filo si crea un ben noto campo elettromagnetico che ne riflette esattamente la forma. Il filo possiamo paragonarlo ad INES-Brahman Nirguna, il campo Elettromagnetico invece ad Isvara-Brahman Saguna e la corrente che attraversa il filo all’Amore. Al fenomeno elettrico suddetto si collega un altro fenomeno fisico che si evidenzia maggiormente se il filo è quello dell’alta tensione. Questo fenomeno è sonoro: un ronzio, che si sente tutt’intorno al filo quando in esso vi passa dell’alta tensione, tanto più forte quanto più alto è il voltaggio. È un fenomeno sonoro caratteristico che indica la presenza di un campo elettrico di notevole intensità e potenza. Sappiamo che il magnetismo non è che apparenza di una Forza Spirituale spaziodinamica, e il ronzio è l’effetto sonoro del passaggio di tale immane Forza Cosmica detta Amore. Quando l’Amore polarizza INES, facendo venire in essere il Suo Riflesso Isvara, viene sempre accompagnato da un suono caratteristico naturale: l’AUM, la cui semplice forma fonetica è OM, come il ronzio che accompagna il passaggio dell’alta tensione-Amore nei fili elettrici. Questo fenomeno è convalidato da un semplice esperimento: se andate molto vicini ad un polo elettrico ed ascoltate con il vostro orecchio appoggiato ad esso, sentirete il suono primordiale 152


della OM, che è lo stesso Suono Divino che si sente nella profondità del silenzio mentale, dice Swami. È dunque il Verbo di INES. Per ben capire la Quintuplicazione, riporto alcuni versi della Upadesa di Sankara, Prima Parte, Capitolo 1° - 18, 19, 20: <<Colui che ha natura di eterna Conoscenza, dotato di infinito potere, che è il Sé di tutto, l’Assoluto Brahman, attraverso il suo inscrutabile potere, unicamente grazie alla sua natura di puro Essere, è Colui che rende manifesti il Nome e la Forma delle cose, che sono di per sé non-manifestati e che, giacendo nel Sé pur essendo altro dal Sé, costituiscono il seme dell’Universo e non possono esser definiti né come identici né come differenti dal Sé, quantunque siano conoscibili solo per mezzo suo.>> <<…tali Nomi e Forme divennero il Nome e la Forma dell’Etere assumendone così la natura. In tal modo sorse dal Supremo Sé l’elemento sottile chiamato Etere (Spazio) come la schiuma opaca trae origine dall’acqua. Ora la schiuma non è assolutamente identica all’acqua, ma neanche è affatto distinta da essa giacché mai può essere riscontrata separatamente dall’acqua stessa. Tuttavia l’acqua è di per sé limpida ed è altra cosa dalla schiuma la quale ha natura di opacità. Questi Nomi e queste Forme, i quali sono equivalenti alla schiuma nei confronti dell’acqua, assumono la denominazione e la natura di Etere (Spazio), allorché divengono manifesti.>> <<…Allorché, poi, nello sviluppo della manifestazione, il Nome e la Forma subirono un’ulteriore condensazione, essi assunsero la natura dell’elemento sottile Aria, indi quella dell’elemento sottile Fuoco, dal Fuoco derivarono quella dell’Acqua e, infine, la natura dell’elemento sottile Terra. Nel medesimo ordine, attraverso la successiva pervasione degli elementi susseguenti da parte di quelli precedenti, vennero in esistenza i cinque elementi grossolani, anch’essi terminanti con l’elemento Terra. Di conseguenza l’elemento Terra possiede le qualità di tutti e cinque gli elementi...>> Lo stesso Sankara specifica, in altra occasione, che il Brahman Saguna, riflesso del Nirguna INES, ha in sé il Triguna in perfetto equilibrio prima della manifestazione del Nome e della Forma, il 153


quale Triguna si esprime solo nello spazio e nel tempo e non nel Prespazio, quindi nello Spaziofluidodinamico o etere fisico e nel Traspazio. Infatti i Veda parlano delle “qualità” che assume il riflesso dell’Assoluto, cioè Isvara, subito dopo la esplicazione del Nome e della Forma e le denomina come qualità satvica, rajasica e tamasica, che però in Isvara sono sempre perfettamente in equilibrio. Grazie poi al disequilibrio del Triguna, Isvara si esprime, assieme ai Cinque Elementi (5PB), come Prespazio prima e poi Spaziodinamico, in Successione Continua, mantenendo le caratteristiche atemporali nel Prespazio (mente cosmica) che poi vengono perse nella fase intermedia di Traspazio (mente ordinaria inconscia) ed esplicate appieno nella fase di Spazio o Spaziofluidodinamico (mente ordinaria conscia). Da Isvara la manifestazione si dispiega nelle sue molteplici combinazioni squilibrate di Triguna e nelle sue combinazioni sempre più concrete dei suoi basilari Cinque Elementi (5PB): dal Sottile o Prespazio al Grossolano-Non-Sensibile o Traspazio intermedio, fino al Fluido-Grossolano-Sensibile finale o Spazio, detto anche Spaziodinamico, dal quale si formano le particelle nucleari che sono gli stessi 5PB esplicati per la strutturazione nucleare (i Quark), poi i nuclei atomici, gli elettroni, indi le molecole, le forme fisiche semplici e complesse come può essere un corpo pluricellulare formale. La natura di queste Qualità Primordiali Triguniche, intorno al mitico istante ciclico della manifestazione dell’Universo, sono: il Satva, dotato della direzionalità ascendente in prevalenza, di equilibrio in generale; il Rajas, dotato della libera direzione orizzontale piana di espansione-determinazione; il Tamas, dotato della sola direzione discendente di precipitazionecondensazione. La natura di queste Qualità si inverte durante il processo inverso alla coscienza detto subconscio dell’Universo o introfusione del conscio, nel senso che Tamas e Rajas si ritirano in Satva e restano in perfetto equilibrio nel Princìpio Isvarico, finché anch’esso si introfonde nell’INES. Queste qualità, i Guna, sono sempre presenti in combinazioni di154


verse in tutti e Cinque gli Elementi Sottili (5PB); in ognuno di essi c’è una combinazione diversa del Triguna a partire dal manifesto NF. Si può affermare che i 5PB, e prima ancora lo stesso NF, sono la manifestazione qualitativa del Triguna, che si proietta con una Successione Continua, fino alla proiezione di Mahat: la Mente Cosmica MY, dalla quale si proiettano e si differenziano le “molti” e indeterminabili Menti individuali dei singoli enti. Il Triguna quando è in perfetto equilibrio, come il caso di Isvara, si chiama Amore Puro. Queste qualità sono riportate in tutte le dimensioni esistenziali: Sottile (Prespazio), GrossolanoNonSensibile (Traspazio) e FluidoGrossolanoSensibile (Spazio). Ricapitolando: lo Spazio è contenuto nel Traspazio e questo nel Prespazio, il quale è nel Triguna che è compreso nell’unità dell’Essere qualificato Isvara che promana dall’archètipo della Forma e del Nome, riflesso dell’Assoluto INES o Amore. Il Prespazio appartiene dunque alla “dimensione” sottile spirituale e lo si può anche indicare come dimensione Trascendentale. Così da un lato si pone in evidenza la proiezione e trasposizione del Puro Amore, cioè il Princìpio Isvarico, in ogni ambito della manifestazione, e dall’altro si prospetta una effettiva, reale possibilità risolutiva del molteplice nell’unitario, cosa che avviene naturalmente con la coerente e più volte conclamata, evangelica Purificazione del cuore-mente (Vangelo secondo Matteo 5, 8). In questa analisi metterò in evidenza la combinazione dei 5PB e del TRG (Triguna) nei calcoli e come riflessione di sintesi. È chiaro che il Nome e la Forma sono nient’altro che l’Amore (Volontà + Intelligenza) che si attualizza condensandosi come Esistente Cosmico. Sono lecite allora le seguenti formule: AMORE ≡ NOME + FORMA (I) dove il simbolo “≡” vuol dire coincidente ossia identico, e sta a significare che Amore non è semplicemente uguale ma è più che uguale, è identico al Nome ed alla Forma, ovvero è lo stesso Amore in veste apparente di Nome e Forma. Se potessimo sottrarre dall’Amore il Nome e la Forma, cioè lo stesso Amore, resterebbe sempre l’iniziale e neutro Campo di Forze Sat-Cit-Ananda, cioè resterebbe sempre il Puro Amore. 155


Possiamo formulare tale ipotesi con semplici proposizioni: Amore – Nome – Forma ≡ Zero Metafisico Zero Metafisico ≡ Assoluto ≡ INES ≡ AUM ≡ OM In proposizione più sintetica: Amore – Nome – Forma ≡ 0 Oppure solo con le rispettive iniziali: A - N -F ≡0 ma sottrarre da un insieme delle quantità nominali vuol dire lasciare invariato il contenuto, invece moltiplicarle ne aumenta la intensità e quindi la potenza esplicativa, cioè la capacità espressiva secondo il Principio di Corrispondenza del Nome con la Sostanza, a livello sottile e psicologico, quindi a livello energetico-psichico; parliamo di Principio Creativo Proiettivo della Mente Cosmica che si intravede anche in Genesi della Bibbia. Possiamo allora scrivere la suddetta equazione nominale nella forma più esplicativa di Genesi 1, 28, moltplicativa-proiettiva, ovvero “creativa”, inoltre invece di usare il simbolo coincidente, per semplicità useremo quello più comune di uguale: A×N×F = 0 = OM = A×U×M e più sinteticamente: A×N×F = A×U×M = OM il che sta a significare che dall’Infinito sottraendo Infinito resta sempre lo stesso Infinito; dall’Amore sottraendo Amore resta sempre Amore; dall’Amore sottraendo Nome e Forma resta l’AUM, il quale è il Nome e la Forma dell’Amore. L’INES, polarizzandosi, promana naturalmente un suono creativo: AUM od OM, da cui promana il Nome quindi la Forma. Si può anche dire che dalla condensazione dell’AUM viene in essere la natura del Nome e della Forma e scrivere: ANF = AUM (II) la quale può essere scritta anche con i simboli della direzione proiettiva dell’attuale Sfera Cosmica in Essere, come Progressione Continua Ciclica, e in tal caso la semplice equazione suddetta diventa un’Equazione Sistemica Composita da me chiamata Equazione Armonica, indicata verticalmente e orizzontalmente (la loro combinazione forma una CROCE [+], simbolo dell’annullamento 156


dell’ego “e”) dove un sistema invariante procede dall’Uno Isvarico [1] ai vari Molti relativi e INDeterminabili [ind]: [1]

A = A N =U F= M

=

[1]

ANF = AUM[ind]

(III)

[ind]

La lettera A di Amore in ANF nell’Equazione Armonica orizzontale e verticale, (riprendiamo l’orizzontale per semplicità) [1]

ANF = AUM[ind] (IV) si condensa e si fonde prima nella lettera N, cioè nel Nome della esistenza, quindi nella lettera F cioè nella Forma dell’esistenza, la vera e propria condensazione dell’Amore, la più concreta e significativa. La stessa cosa avviene con la lettera A in AUM nella stessa suddetta Equazione, quale formalizzazione del canto dell’Omkara: in esso la lettera A di AUM si fonde nella lettera U, assimilando il suono risultante al suono della lettera O che si chiude alla fine con la sua massima condensazione nel suono finale della lettera M, in tal modo l’AUM si sente come OM; è allora lecito dedurre che ANF è la stessa AUM od OM condensata! La condensazione massima e finale di M si risolve nella stessa lettera A da cui è promanata inizialmente. Similmente avviene per l’Universo venuto in esistenza dall’Amore A e, alla fine di ogni ciclo, allo stesso Amore A fa ritorno. Se all’inizio (per modo di dire perché non c’è inizio) era Amore e alla fine sarà Amore, Alfa e Omega dell’Apocalisse ad esempio, è logico dedurre che anche nel tragitto tra i due estremi che stiamo vivendo, è sempre Amore nei suoi indeterminabili stati di coscienza, che vanno dal Puro Amore all’egoismo “eO” così denso e pesante da influire sulla rotazione della sfera gravitazionale! La Totalità, cioè Tutto, è Amore: all’inizio, in mezzo e alla fine della stessa Totalità Cosmica; per convincersene basta “pulire” gli occhiali attraverso cui siamo abituati a guardarci intorno e dentro, elevando il nostro ordinario stato di coscienza dell’esperienza quoti-

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diana, che sia da professore e scienziato o da semplice operaio con una cultura media. La Scienza è unita intimamente ai nostri stati di coscienza, anche se ciò non è molto evidente ai più, perché prevale il preconcetto dogmatico anche nel campo scientifico, non solo in quello religioso! La Progressione Continua del Ciclo Cosmico è dunque la seguente: Livello 1 = ANF (Amore per Nome per Forma) Livello 2 = TRG (Triguna) Livello 3 = SpS (Spazio Sottile o Prana) Livello 4 = ArS (Aria Sottile) Livello 5 = FuS (Fuoco Sottile) I quali formeranno poi i Livello 6 = AcS (Acqua Sottile) Cinque Quark che Livello 7 = TeS (Terra Sottile) andranno a concretizzre il Nucleo Atomico. Il Quark Prana o Spazio Sottile, nella Spaziodinamica è l’Impulso Ft che trascina gli altri quattro Elementi-Quark che vanno a costituire il nucleo atomico, come vedremo meglio più avanti, mentre negli esseri umani si trova posizionato nella testa come Impulso dell’Amore (A)-t cioè A elevato alla potenza negativa del tempo -t. Quando il Prana scende lungo il corpo prende il nome di Apana mentre quando si posiziona al centro del corpo, nell’ombelico, viene chiamato Samana e provvede all’assimilazione del nutrimento e alla equa distribuzione energetica in tutto il corpo; quando invece si diffonde in tutto il corpo e provvede alla regione centrale del cuore e a tutta la struttura del fisico sottile, prende il nome di Vyana; allorché il flusso del Prana diviene ascendente e risale verso la testa, prende il nome di Udana che è il flusso con il quale lo spirito vitale abbandona il corpo al momento della morte fisica, oppure mediante il quale si eleva nella concentrazione profonda verso i piani a lunghezze d’onda superiori, lunghezze enormi, crescenti, profondissime ed altissime le onde collegate! I Cinque Elementi Sottili sono le Cinque Particelle Basilari 5PB che strutturano l’unità Energetica Cosmica chiamata Prespazio. Allo stesso modo e tramite lo stesso Principio di Pervasività Successiva dell’antecedente nel susseguente, vengono in esistenza per con-

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densazione progressiva continua tutti gli Elementi nei rispettivi piani esistenziali: PIANI ESISTENZIALI NATURALI PIANO A) Elementi Sottili (S) = PRESPAZIO PIANO B) Elementi Grossolani Non Sensibili (GNS) = TRASPAZIO PIANO C) Elementi Fluidi Grossolani Sensibili (FGS) = SPAZIO

tutti sempre nel seguente rigoroso ordine: SPAZIO → ARIA → FUOCO → ACQUA → TERRA i quali corrispondono, in questo stato sottile, rispettivamente alle nature intrinseche adìmensionali e atemporali, che verranno poi esplicate come spazio e tempo successivamente, al livello GNS prima, e al livello FGS poi come Spaziodinamico: a) Spazialità, nella cui natura sono comprese tutte le nature susseguenti e antecedenti: (SPAZIO). b) Aeroformità, o stato Gassoso, nella cui natura sono comprese tutte le nature susseguenti e antecedenti: (ARIA). c) Igneità, o stato Igneo, nella cui natura sono comprese tutte le nature susseguenti e antecedenti: (FUOCO). d) Liquidità, o stato Liquido, nella cui natura sono comprese tutte le nature susseguenti e antecedenti: (ACQUA) e) Solidità, o stato Solido finale, nella cui natura sono comprese solo tutte le nature antecedenti: (TERRA). Ciò significa che la natura di ogni Elemento, a tutti e tre i livelli, ha tutte le caratteristiche delle nature degli Elementi che lo precedono e lo seguono. In altre parole, ogni Elemento è la olografia della Totalità, la quale olografia, a livello sottile è adimensionale e atemporale, quindi opera in modo non-locale cioè istantaneamente, diversamente dal livello GNS e FGS dove vengono assunte (prima nel piano GNS), ed esplicate (poi nel piano FGS), le caratteristiche oggettive dello spazio-tempo, e dove ogni azione si esplica in funzione del tempo lineare e dello spazio dimensionale. Vediamo le 5PB del Prespazio e sottili: PIANO A): Elementi Sottili (S) = PRESPAZIO - nella natura dell’elemento Spazio Sottile, che chiamiamo d’ora in 159


poi SpazioS e come particella la chiamiamo SpS, c’è la sola natura di ANF condensato; - nella natura dell’elemento Aria Sottile, che chiamiamo d’ora in poi AriaS e come particella la chiamiamo ArS, c’è la sola natura di SpazioS condensato, cioè ANF+SpS; - nella natura dell’elemento Fuoco Sottile, che chiamiamo d’ora in poi FuocoS e come particella la chiamiamo FuS, c’è la natura di AriaS + SpazioS condensati, cioè ANF+SpS+ArS; - nella natura dell’elemento Acqua Sottile, che chiamiamo d’ora in poi AcquaS e come particella la chiamiamo AcS, c’è la natura di FuocoS+AriaS+SpazioS condensati, cioè ANF+SpS+ArS+FuS; - nella natura dell’elemento Terra Sottile, che chiamiamo d’ora in poi TerraS e come particella la chiamiamo TeS, c’è la natura di AcquaS+FuocoS+AriaS+SpazioS condensati, cioè tutte le parti di: ANF+ SpS + ArS + FuS + AcS. Trasformando in proposizioni sintetiche, abbiamo: SpazioS = AUM cioè: SpS = ANF AriaS = SpazioS cioè: ArS = ANF+SpS FuocoS = AriaS+SpazioS cioè: FuS = ANF+SpS+ArS AcquaS = FuocoS+AriaS+SpazioS cioè: AcS = ANF+SpS+ArS+FuS TerraS = AcquaS+FuocoS+AriaS+SpazioS cioè : TeS = ANF+SpS+ArS+FuS+AcS, che sono le successive condensazioni che esprimono le diverse qualità, cioè i successivi piani esistenziali, e quindi nature esistenziali. In fondo, nell’essenza delle cose, è evidente che c’è la OM od AUM, cioè lo stesso Brahman, il riflesso dell’Assoluto INES, la vera natura del Totale, l’unica “vera qualità” in tutte le suddette proposizioni. Vediamo meglio queste qualità che ogni Elemento Sottile o Particella Basilare (PB) contiene: 5. l’elemento sottile TERRAS (TeS) ha cinque qualità, il massimo, ed è perciò il più “grossolano dei sottili”, ricordando però la caratteristica olografica di tutte le Particelle Basilari (5PB). 160


Oltre alla sua particolare caratteristica che è l’odore, TeS ha anche le altre: sapore, visibilità, tangibilità e suono. Questo fatto sembra contraddire la Psicobiofisica di Marco Todeschini ma in effetti, ragionando bene, l’avvalora ulteriormente, vediamo come: le cinque sensazioni principali sono non solo soggettive e in, ossia come operatori spiritali-psichici dello spazio mentale, ma anche oggettive ed out agli esseri, ossia come operatori materiali oggettivi in sintonia con quelli psichici. La corrente elettronica di S=ma, out, (dove S è l’apparente forza che genera ciascuna sensazione, m è la massa elettronica che investe gli organi sensori, ed a la sua decelerazione), tale corrente elettronica può suscitare nella psiche le sensazioni in perché esse sono anche qualità sottili della stessa massa oggettiva elettronica out, la quale emette le onde elettromagnetiche eccitanti le invisibili sensazioni della psiche o mente; ciò è possibile perché vale anche nel particolare l’Immanenza di ciò che è Universale, nel senso che il Sé Universale è lo stesso Sé Incarnato, quindi come il Sé Cosmico svela il Sé Soggettivo Incarnato, così le Qualità Oggettive Immanenti svelano le Sensazioni Soggettive site già nella Mente o Psiche subconscia e conscia; come dire che solamente il Sé Cosmico può svelare il Sé Incarnato, pur restando la Mente Ordinaria incapace della Sintesi Cosmica, che è prerogativa della sola Intuizione del Sé Incarnato; 4. l’elemento sottile ACQUAS (AcS) ne ha quattro: il sapore, che è la sua particolare caratteristica, la visibilità, la tangibilità e il suono, perciò è più sottile dell’elemento terra; 3. l’elemento sottile FUOCOS (FuS) ne ha tre: la visibilità, che è la sua particolare caratteristica, la tangibilità e il suono, quindi è più sottile dell’elemento acqua; 2. l’elemento sottile ARIAS (ArS) ne ha due: la tangibilità, che è la sua particolare caratteristica, in più dotata della qualità suono e perciò è più sottile dell’elemento fuoco; 1. l’elemento sottile SPAZIOS (SpS) ha una sola qualità che è anche la sua particolare caratteristica: il suono, quindi è più sottile dell’elemento aria; è il più sottile di tutti gli elementi. Ricapitolando le Qualità degli Elementi Sottili dal più “pesante” al 161


più “leggero” sono: 5. TERRAS (TeS) ne ha 5 che sono: odore+sapore+visibilità+tangibilità+suono; 4. ACQUAS (AcS) ne ha 4 che sono: sapore+visibilità+tangibilità+suono; 3. FUOCOS (FuS) ne ha 3 che sono: visibilità+tangibilità+suono; 2. ARIAS (ArS) ne ha 2 che sono: tangibilità+suono; 1. SPAZIOS (SpS) ne ha 1 che è: suono. Ebbene, l’AUM, cioè DIO, è ancora più sottile dello SPAZIO e quindi è Onnipervadente nel vero senso della parola, perché pervade anche il sottilissimo Spazio Sottile e qualsiasi altra cosa in essere; la Sua Natura trascende le scienze matematiche e qualsiasi vocabolario. Ciò che segue è solo un tentativo di ordinamento matematico delle principali Leggi della Fisica e della Metafisica, basi imprescindibili per una seria analisi della Spiritualità, perché non si può dire di aver compreso un fenomeno se prima non si vede ben chiaramente il suo meccanismo e tutte le Leggi che lo sottendono e lo sostengono, sia quelle Fisiche che quelle Spiritali Psichiche. Dopo la condensazione-pervasione dei cinque Elementi Sottili è necessario capire i Veda quando parlano di un sottile Meccanismo di Successione Continua, esplicato a tutti i livelli della materia e chiamato dagli stessi Veda Quintuplicazione, che è quel Pricìpio che, abbinato alla Progressione della Pervasività Succesiva Continua, permette di capire il meccanismo intrinseco di olomovimento prespaziale che, dal Prespazio sottile si proietta fino al Fluido Grossolano Sensibile Spazidinamico, con la sola differenza, a questo ultimo livello, dello spaziotempo in essere, come vedremo meglio avanti nel discorso. Ribadisco ancora una volta, perché molto importante per lo sviluppo matematico dei concetti, che bisogna tenere sempre presente il Principio di Creatività di Genesi 1, 28 così da me interpretato: Tutti i Cinque Elementi, pur Sommandosi oppure 162


Sottraendosi nel Particolare, si Moltiplicano tra loro nella Sintesi, in sequenza e secondo la Pervasività Successiva, sia come Elementi S, GNS e FGS e sia come Totalità ANF e quindi come Nome N e Forma F cioè come NF. Dunque N+F del Particolare diviene nella Sintesi Universale N×F ovvero NF, pertanto le proposizioni: A – N – F = A + U + M; N+F rappresentano il Fenomeno a Livello Locale Particolare, cioè riferito alla capacità della Mente Ordinaria che può solo analizzare i particolari e non la Sintesi, mentre nella Sintesi Universale quindi Non Locale, cioè nel Sé Incarnato in noi e nell’Universo Immanente, si ha non più una Sommatoria Algebrica ma una Moltiplicazione Fattoriale della Successione sia degli Elementi, in senso rotatorio ripetitivo del ciclo dei 5PB che di ANF; lo stesso dicasi sia dell’AUM che di NF, cioè: A×N×F = A×U×M N×F le quali vengono indicate più semplicemente: ANF = AUM NF Lo stesso concetto viene espresso anche per gli Elementi GNS ad esempio, ma vale per tutti i Piani S, GNS e FGS. VIII.2. Meccanismo di Quintuplicazione Tutto è Quintuplice

Ogni ElementoS dei cinque Elementi Sottili si suddivide in cinque parti, da qui il nome di Quintuplicazione. Esattamente avviene che ogni ElementoS si suddivide in due parti perfettamente uguali tra loro, e per nostra comodità di esposizione chiamiamo: 163


Parte A =

1 ElementoS 2

Parte B =

1 ElementoS 2

per cui la loro somma ricompone l’Elemento, cioè:

⎛1 ⎞ Elemento S ⎟ × 2 = ElementoS 2 ⎝ ⎠

Parte A + Parte B = ⎜

La Parte A resta invariata, e per mia comodità la chiamo: Parte A = AElementoS La Parte B viene ulteriormente suddivisa in quattro parti uguali e per mia comodità la chiamo: Parte B = BElementoS Il totale delle parti dell’ElementoS diventa pertanto: (Parte A = AElementoS = 1) + (Parte B = BElementoS = 4) Volendo vedere l’ElementoS Terra, avremo dunque: TerraS = ParteA + ParteB = 1/2 TerraS + 1/2 TerraS = ATerraS +BTerraS

avendo indicato: ATerraS = Parte A = 1/2 TerraS BTerraS = Parte B = 1/2 TerraS la quale Parte B, divisa ulteriormente in 4 parti, diviene: BTerraS=Parte B =1/2TerraS:4 =( 1/2 ×1/4 )TerraS=1/8TerraS=(1/4 BTerraS)×4

Vediamo tutti gli ElementiS come si presentano dopo la quintuplicazione. Poiché la Parte B è divisa in quattro parti uguali possiamo anche scrivere: SpazioS = ASpazioS + (1/4 BSpazioS)×4 AriaS = AAriaS + (1/4 BAriaS)×4 FuocoS = AFuocoS + (1/4 BFuocoS)×4 AcquaS = AAcquaS + (1/4 BAcquaS)×4 TerraS = ATerraS + (1/4 BTerraS)×4 Gli ElementiGNS successivi agli ElementiS vengono all’esistenza attraverso il seguente meccanismo: Ogni “Parte A” di ogni ElementoS, si aggrega con i quarti delle “Parti B” di ciascun ElementoS. In altre parole, i quarti di Parti B si aggregano, 1/4 alla volta, con le Parti A degli ElementiS. L’esempio spiega meglio delle parole, prendiamo l’ElementoS di nome SpazioS:

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la sua metà ASpazioS si aggrega con i quattro “quarti” delle metà degli altri ElementiS (Parti B), formando l’ElementoGNS chiamato SpazioGNS: SpazioGNS = 1/2SpazioS + 1/8 (AriaS+FuocoS+AcquaS+TerraS) che può essere scritta coi termini troncati delle particelle: SpGNS = 1/2 SpS + 1/8 (ArS+FuS+AcS+TeS) e sinteticamente in forma di successione moltiplicativa: SpGNS = 1/2SpS + 1/8 (ArS×FuS×AcS×TeS) È noto che la successione moltiplicativa è chiamata fattoriale: 5PBS! = Elementi Sottili S del Piano A; 5PBGNS! = Elementi Grossolani Non Sensibili GNS del Piano B; 5PBFGS! = Elementi Fluido Grossolani Sensibili FGS del Piano C; Nella dinamicità delle successioni concatenate, di fatto sono solo quattro gli Elementi che si moltiplicano, come si vedrà meglio più avanti nel Punto Topico della Teoretica, nel Moto Vorticoso Istantaneo Perpetuo (MVIP). Generalizzando si può allora scrivere: 4PB! = Elementi o Particelle Basilari (V) che si Quintuplicano con Pervasività Successiva, e si può sintetizzare e generalizzare gli Elementi con i seguenti fattoriali: PBGNS! = 1/2PBS!+ 1/8×4PBS! (VI) PBFGS! = 1/2PBGNS!+ 1/8×4PBGNS! (VII) Inoltre, poiché la differenza tra la (VI) e la (VII) sta solo nel tempo t0 per la (VI), e t1 per la (VII), ma invero il meccanismo di Quintuplicazione e Pervasività successiva è lo stesso per entrambe e per tutti i livelli, si prenderà in esame, per comodità, solo il Livello GNS (VI) di Traspazio, che pensiamo sia il più significativo allo scopo, perciò consideriamo la seguente equazione degli Elementi GNS, che svilupperemo in seguito:

1 ⎛ ⎞ ⎜ PBGNS !− PBS !⎟ 2 ⎝ ⎠=1 4 PBS ! 8

(VIII)

Se poniamo: m = PBFGS n = PBGNS 165


k = PBS avremo la (VIII) nella forma più semplice da leggere:

1 ⎞ ⎛ ⎜ n!− k!⎟ 2 ⎠ 1 ⎝ = 4k! 8

(VIIIbis)

Questi concetti, premesse e formule fattoriali, si vedranno bene nello Sviluppo Matematico dell’Egodinamica, che risolve e spiega bene il concetto duale apparente onda corpuscolo con l’aiuto della già citata Spaziodinamica di La Teoria delle Apparenze. Gli Elementi fattoriali dei tre Piani A, B e C sono pure così presentati: __________________________

m! = PBFGS! = 1/2PBGNS!+ 1/8×4PBGNS! | |> n! = PBGNS! = 1/2PBS!+ 1/8×4PBS! k! = PBS! = ANF!+TRG!+NF!_______________ |

(VIIIter)

dove k! è il Nucleo Creativo del Prespazio sottile, una specie di nucleo di cometa che si trascina dietro la coda degli Elementi Sottili; questa rappresentazione la vedremo meglio nelle Figure 3, 4 e 5 del capitolo denominato Formalizzazione. Tuttavia m!, n! e k! saranno formalizzati nei calcoli sempre come Elementi FGS, GNS e S, in modo da renderne più evidente la loro rappresentazione fisica, non solo quella anonima matematica. Il senso di eternità della Quintuplicazione e Pervasività, insito nella successione fattoriale della natura, è racchiuso in pienezza, pur molto sinteticamente, nel mio sonetto Eternità, che riporto dalla mia raccolta di poesie “Bimba 24 nell’Oceano”: Eternità Il tiepido respiro inalato dall’aurora fuga la nebbia gelida che incappuccia i picchi mentre il verde crinale affiora, come un pulcino da sotto la chioccia,

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Bimba in sanscrito vuol dire immagine riflessa.

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a ricomporre la policromìa del cielo. La corda che annoda i sogni al tuo velo è pentagramma d’Amore, come ponte che trascende ed unisce ogni orizzonte, mentre si fonde nell’infinito mite. Un punto luminoso della mia anima ancora pulsa, embrione di mille vite creato dall’attimo caotico che mima la quintuplicazione della serenità, condensazione onnipervasiva, eternità.

La poesia è il ponte che unisce la natura teandrica dell’essere umano alla natura cosmoteandrica degli eterni univesi! VIII.3. Dualità Onda Corpuscolo La Dualità è Potenza della Creatività in questo Universo

Finora la fisica ha constatato che eccitando un atomo questo emette delle radiazioni, ma non ha chiarito come e perché ciò avvenga, né come tali radiazioni possano trasmettersi nello spazio circostante che l’attuale fisica canonica ritiene vuoto. Con il modello atomico proposto dal prof. Todeschini, costituito cioè da una sfera di spazio fluido suddivisa, come una cipolla, in tanti strati sferici concentrici di spessore costante aventi velocità inversamente proporzionali alla radice quadrata del loro raggio, si comprende subito che se tale atomo viene urtato con un corpuscolo o con un’onda fluida, provenienti dall’esterno, il brusco scuotimento dell’atomo per reazione fa saltare l’elettrone dalla linea di flusso sulla quale orbitava, su un’altra più interna ed assume così la velocità maggiore che ha quest’ultima, rispetto alla linea di flusso di partenza. L’elettrone compie quindi un numero di rivoluzioni maggiore intorno al nucleo e sviluppa una forza centrifuga rotante che fa oscillare l’intero sistema atomico con una frequenza maggiore, 167


pari al numero di giri che l’elettrone compie intorno al nucleo, sull’orbita d’arrivo. Poiché, secondo la teoria del Todeschini, l’atomo non oscilla nel vuoto ma nello spazio fluido ambiente in cui è immerso, provoca in questo un’onda trasversale che si dilata in cerchi sempre più ampi, l’onda ha quindi una consistenza materiale in quanto è una oscillazione reale di spazio fluido, ma appunto per questo non è un’onda elettrica, né magnetica, né luminosa, né termica, benchè arrivata ai nostri organi di senso possa provocare quella serie di urti corpuscolari che, tradotti al cervello mediante linee nervose, possono suscitare nella mente le sensazioni di luce, elettricità, calore, sapore, suono, forza, ecc. Il corpuscolo non si identifica quindi con l’onda, né si comporta ora come grano materiale ed ora come onda, come ritengono erroneamente certi fisici, poiché il professore ha dimostrato che esso è costituito da una sfera di spazio fluido che ruota su se stessa, le cui masse planetarie gli imprimono una vibrazione, ed è questa che solleva nello spazio fluido circostante l’onda. Corpuscolo ed Onda non sono quindi la stessa cosa, ma ben due distinte realtà, in quanto l’uno consiste di una sfera di spazio fluido ruotante, mentre l’altra di un moto ondoso di tale fluido entro cui la sfera è immersa ed è costituita, e dal moto lineare verticale alterno della sfera o dal suo moto lineare orizzontale, se sparata come un siluro, vengono provocate e si propagano le onde di spaziofluido del campo. Un esperimento famoso detto “delle due fenditure” dimostra il dualismo onda corpuscolo e non la loro coincidenza come invece interpretato erroneamente! Vediamo a grandi linee l’esperimento immaginando di avere una sottile parete in cui siano state fatte due sottili fenditure parallele. Se proiettiamo su di esse un fascio di luce di una particolare lunghezza d’onda, una piccola quantità passerà attraverso le due fenditure. Se poniamo dal lato opposto della sorgente luminosa, al di là delle fenditure della parete, uno schermo e consideriamo un punto di questo schermo, esso riceverà onde luminose da entrambe le fenditure, però, poiché la distanza del punto dalle due fenditure è diversa, si rileveranno delle frangie chiare e scure perché le onde dalle due fenditure non saranno in fase. 168


La cosa notevole è che si ottiene lo stesso tipo di frange anche sostituendo la sorgente luminosa con una sorgente di particelle, per esempio elettroni, con una velocità ben definita. Supponiamo ora di avere una sola fenditura e di sparare su di essa sventagliate continue di elettroni come una mitragliatrice, alcuni saranno bloccati dalla parete e altri passeranno la fenditura e un certo numero di essi colpirà un punto sullo schermo. Aprendo una seconda fenditura si constata che passa lo stesso numero di elettroni che colpiscono quel punto con lo stesso effetto a frangia, perché gli elettroni aumentano da una fenditura e diminuiscono dall’altra, come se gli elettroni anziché comportarsi come particelle stessero interferendo tra di loro al pari delle onde luminose! Immaginiamo ora di sparare gli elettroni attraverso le due fenditure uno per volta. Ci si potrebbe aspettare che ciascun elettrone passi attraverso l’una o l’altra fenditura senza che si formino frange di interferenza sullo schermo. Invece appaiono ancora frange di interferenza! Come viene spiegato tale fenomeno dalla Fisica canonica? Come mai si nota ancora la frangia ondosa? I fisici canonici rispondono con una spiegazione, la più inverosimile! Dicono che ogni elettrone di fatto passa attraverso entrambe le due fenditure nello stesso tempo, interferendo così ogni elettrone con sé stesso! Non prendono nemmeno in considerazione la possibilità che l’onda corpuscolo siano due entità fisiche differenti, anche se legate indissolubilmente tra loro. Perché questa assurdità? Perché la scienza è, putroppo, divenuta altamente dogmatica e preferisce fantasticare soluzioni, anche se assurde, piuttosto che rinnegare i dogmi della casta, ormai dominante! All’inizio del XX° sec. si pensava che gli atomi fossero simili al sistema solare. Il problema di questa concezione stava nel fatto che si pensava erroneamente ad orbite di decadimento a spirale fino a far precipitare i pianeti e gli elettroni sul Sole e sul nucleo, cosa che, evidentemente, non avviene per l’atomo e non avviene per il sistema solare!

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La verità non si trova sostituendo un assurdo con un altro assurdo, perché in tal modo si cade dalla padella alla brace! Dalla Spaziodinamica si capisce subito che l’elettrone non compie alcuna “magia”, l’interferenza avviene sempre tra onde, non tra corpuscoli; onde del Campo di spaziofluido e non di una strana magia onda-corpuscolo. Inoltre, la spirale dell’elettrone e dei pianeti non è di decadimento, ma l’orbita di entrambi, elettrone e pianeta, è composta da due semispirali: nel primo tratto della spirale sembra decadere, ma poi quando la forza centrifuga supera quella centripeta, la spirale ritorna ad allontanarsi dal nucleo-Sole senza mai decadere, sempre così di seguito senza mai infrangersi sul Sole o sul nucleo! Questo tipo di spirale vale per l’elettrone e per i pianeti, ma non solo, perché Marco Todeschini la chiamò, già molti anni fa, Spirale Universo, ed è la stessa spirale di caduta a terra dei gravi e di qualsiasi massa che ruota attorno ad un Centro Mosso, dall’atomo agli ammassi stellari. Il campo centro-mosso di spazio fluido ci spiega come nasce, tra le sue linee circolari di flusso, la massa planetaria rotante su se stessa del nucleo d’idrogenione, base di tutta la materia. Resta così svelato che essa è costituita di sfere di spazio fluido rotanti su se stesse (idrogenioni), e che questi sono generati per differenza di velocità delle linee di flusso del campo centrale, e ciò spiega molto semplicemente anche il Princìpio di Esclusione di Wolfgang Pauli! Le realtà fisiche dell’Universo: la materia, i suoi campi di forze centripete, tangenziali e radianti, sono tutti unificati in movimenti di rotazione, rivoluzione e oscillazione di spazio fluido e tutte le loro leggi, dedotte dall’equazione fondamentale della fluidodinamica. La legge inerziale F = ma0 che Newton pose a fondamento della dinamica, la quale ci dice che applicando una forza (F) ad un corpo di massa (m), questo assume un’accelerazione (a0) nella direzione e nel verso stessi secondo i quali agisce la forza, non corrisponde alla realtà fisica, perché lo spazio non è vuoto, ed in ogni suo punto si comporta come un fluido sostanziato di una densità costante 9.10-20 volte minore della densità dell’acqua. Applicando quindi una forza costante ad un corpo questo accelera sempre meno rispetto al fluido 170


in cui è immerso e ciò quanto più aumenta la sua velocità, finchè la resistenza da questo opposta sarà uguale alla forza applicata, e in tale istante si annulla l’accelerazione del corpo che manterrà così la velocità raggiunta che risulta pari a quella della luce C. L’equazione di Newton occorre quindi sostituirla con la:

⎛ V2 ⎞ F = ma 0 ⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ ⎝ C ⎠

(IX)

per tenere conto della resistenza opposta dal fluido ambiente al moto dei corpi, che in tal caso è un moto decelerato. Alla fine del XIX° secolo per spiegare la totalità dei fenomeni naturali era necessario ammettere due ipotesi: Pieno e Vuoto, siderale e atomico, per giunta fra loro contrastanti. Era quindi logico che nascesse il dubbio sulla veridicità di entrambe le due ipotesi. Todeschini è riuscito a spiegare la totalità dei fenomeni con la concezione del pieno fluidodinamico dell’Universo, che era invece stata abbandonata a causa delle quattro obiezioni sollevate da Newton e dell’errata interpretazione dell’esperimento di Michelson, che fu effettuato per rivelare se esistessero o meno i movimenti relativi tra la Terra e l’ipotetico spazio fluido circostante ritenuto immobile; e l’errata interpretazione dell’aberrazione stellare. Poiché dal primo esperimento è risultato che nessun movimento relativo vi è tra la Terra e l’Etere, resta dimostrato che il nostro pianeta si sposta assieme all’Etere che lo circonda come un blocco unico, cioè che la Terra è immersa in una corrente di Etere mobile che circola intorno al Sole alla stessa sua velocità di circa 30 km/sec, essa spiega pure l’aberrazione astronomica della luce, e i due fenomeni non sono affatto in contrasto tra loro! Tali esperimenti non smentirono l’esistenza dell’Etere, come fu ritenuto erroneamente da Einstein ed i suoi epigoni, ma viceversa confermarono l’esistenza di tale fluido universale, dimostrazione sperimentale avvenuta anche il 21 marzo 2007 dall’astronauta Takao Doi a bordo della Iss in orbita; egli ha lanciato un boomerang nello spazio esterno e questo è tornato indietro, come fanno i boomerang lanciati sulla Terra!

171


Lo ha reso noto un portavoce dell’Agenzia Jaxa di Esplorazione Spaziale Giapponese con queste parole dette dall’astronauta Takao Doi: “Sono rimasto molto sorpreso di constatare che vola allo stesso modo che nell’ambiente terrestre.” Secondo Newton “le molecole di un fluido che descrivono orbite circolari intorno ad un centro vorticoso seguono la seconda legge di Keplero o delle Aree, per cui la durata delle rivoluzioni molecolare è proporzionale al quadrato del raggio.” Secondo Todeschini “non è possibile paragonare la molecola di un liquido con un pianeta, perché le molecole, essendo a contatto fra loro, sono vincolate e quindi non possono assumere moti relativi verso il centro intorno al quale ruotano, mentre i pianeti sono liberi di muoversi verso il loro centro di attrazione.” Il moto dei pianeti doveva essere paragonato ai corpi estranei immersi in un fluido, oppure anche alle molecole, se il moto del fluido invece che circolare fosse stato vorticoso, per cui la velocità delle molecole avrebbe avuto una componente diretta verso il centro del sistema. Il paragone sarebbe stato esatto se coi pianeti del sistema solare fossero stati paragonati i corpi galleggianti in un liquido. Infatti, il prof è riuscito a dimostrare che i corpi immersi in un liquido circolante, a varie distanze dal centro, seguono, come i pianeti, le tre leggi di Keplero, vedi l’Idroplanetario di Todeschini nella Fig.5 ter. Secondo Newton le molecole di un fluido che ruotano intorno ad un centro non rispettano la seconda e la terza legge di Keplero, invece il Todeschini ha dimostrato che una sfera planetaria ruotante su se stessa, immersa in un campo fluido circolante attorno ad un centro solare, essendo soggetta all’effetto Magnus, segue una traiettoria a spirale, allontanandosi od avvicinandosi al centro a seconda che la sua Forza Centripeta sia maggiore o minore di quella della corrente fluida circolare che la investe. Ha dimostrato matematicamente e sperimentalmente che la velocità della sfera planetaria, essendo tangente alla spirale, si può scomporre in due: una trasversale ed una radiale, le cui espressioni matematiche si identificano con la 2° e la 3° legge di Keplero. 172


Secondo Newton, mentre le orbite descritte dalle molecole intorno ad un centrto sono circolari, quelle descritte dai pianeti intorno al Sole sono delle coniche. Ammettere che i pianeti descrivano intorno al Sole delle coniche e non delle spirali, come i corpi che cadono sulla Terra e quelli immersi in un vortice fluido, costituisce una contraddizione che Todeschini ha superato dimostrando che i pianeti non descrivono delle coniche ma due rami di spirali opposte per cui ne risulta una traiettoria chiusa sul doppio punto delle semispirali stesse e che nelle misure astronomiche può essere confusa con la conica. Secondo Newton infine, i corpi immersi in un fluido in rotazione ricevono una spinta che è proporzionale alla loro superficie mentre la forza di gravità che agisce sui pianeti è proporzionale alla loro massa. Il Todeschini ha superato quest’ultima obiezione considerando la struttura reticolare della materia. Egli dimostra infatti che l’etere circolante attorno alla Terra, investendo gli atomi ruotanti su se stessi che costituiscono un corpo, per effetto Magnus li sottopone ciascuno ad una spinta centripeta diretta verso la Terra, e che la somma di tali spinte parziali si identifica col peso totale del corpo. Poiché il numero delle spinte è uguale al numero degli atomi, e questo è proporzionale al volume del corpo, anche la spinta totale del fluido (peso del corpo) sarà proporzionale al suo volume, proprio come lo è la massa. Todeschini ha detto che: “Se si domanda ad uno scienziato che cosa è la massa dei corpi, resterà alquanto imbarazzato a rispondere. È indubbio che egli saprebbe ben definire con una relazione dinamica l’espressione della massa, ma è pur vero che si può saper definire relazioni su enti fisici, senza conoscere l’essenza intima di essi.” Il concetto di spaziofluido è legato al concetto di massa. Se si riesce a capire il secondo si capirà senz’altro anche il primo, riuscendo a dimostrare il secondo concetto resta dimostrato, di conseguenza, anche il primo; ed è quello che ha fatto Todeschini. All’epoca di Galilei il concetto di massa era sconosciuto ed era sostituito dal concetto di peso, che però varia con la latitudine, cioè da luogo a luogo quindi inapplicabile scientificamente. Newton enun173


ciò che: “La massa è la quantità di materia contenuta in un corpo”. Questo enunciato di Newton contiene in sé il Postulato di Additività, in quanto le masse di diverse parti di un corpo, sommate insieme danno per risultato la massa totale dell’intero volume di quel corpo. Ma se questa definizione sembra perfetta quando si paragonano corpi della stessa sostanza, non appare più così quando si paragonano corpi costituiti da sostanze diverse. Ricorrendo allora alla formula di Newton: F = ma, si definì la massa come la misura della Inerzia, cioè della resistenza che si incontra a far cambiare velocità ad un corpo, è chiaro a tutti il significato di inerzia. Vi fu poi chi definì la massa come la facoltà di un corpo di attrarre più o meno un altro corpo. Considerando che l’Impulso è uguale ad una quantità di moto: I = mv se applichiamo una forza F nell’unità di tempo t, alla massa m, a tale massa si trasferirà l’Impulso energetico tale che sarà: Ft = mv perciò si può dire che vi fu chi definì la massa come rapporto tra l’Impulso dato ad un corpo e la Velocità da esso acquisita. Altri invece, considerando che il lavoro compiuto da un corpo coincide con la sua Energia Cinetica:

L=

1 2 mv 2

(X)

ne dedusse che la massa doveva ritenersi il rapporto tra il doppio del lavoro ed il quadrato della velocità che quel corpo assumeva. Considerando poi le azioni elettromagnetiche, vi fu chi suppose che la massa si risolvesse in cariche elettriche e densità magnetiche. Vi fu e vi è tuttora, chi sostiene che la massa abbia valore costante, e chi invece ancora sostiene che abbia valore variabile con la velocità dei corpi, specialmente in prossimità della velocità C della luce. Come si vede, Todeschini aveva ben ragione di dire che anche uno scienziato sarebbe ben preoccupato a rispondere alla domanda: Che cos’è la massa?, e ciò inteso nel senso di spiegarne la sua essenza fisica intima, senza restare alla sola spiegazione matematica! Ricapitoliamo in forma matematica le varie definizioni: 174


P g F m= a I m= V 2L m= 2 V m=

(a) (b) (c) (d)

Infine abbiamo la massa chiamata einsteniana espressa dal rapporto tra un’Energia Cinetica E ed il quadrato della velocità C della luce, secondo la seguente relazione:

m=

E C2

(e)

Si noti, perché molto importante, che tutte le espressioni suddette si equivalgono. Infatti se si considera che l’Impulso I è uguale ad una Forza per un tempo (I = Ft), e che il lavoro L è uguale ad una Forza per uno spazio, tenendo presente che: P=F g=a le relazioni suddette (a) (b) (c) (d) ed (e) si unificano tutte nella equazione dell’Inerzia: F = ma La massa è quindi il rapporto tra la Forza e l’Accelerazione, e tutte le definizioni e distinzioni fatte sin’ora nella scienza sono inutili, perché si identificano in una sola. Questo dal punto di vista dimensionale della massa. Ora ponetevi questa domanda: La Gravità dipende dalla massa? Andando nella Biblioteca di Gallarate (Va), che si trova agli inizi di Viale Milano, e facendo una ricerca per Autore, trovate Marco Todeschini e gli Atti dell’Ateneo di Scienze di Bergamo, o meglio un Estratto del Vol. XXIX riguardante l’Anno accademico 1955-1956 e, più precisamente, l’argomento denominato: 175


“L’unificazione qualitativa della materia e dei suoi campi di forze continui ed alterni.” A pagina 33 degli Atti inizia il Capitolo VI° denominato: Campi rotanti inclinati In questo capitolo scoprirete il Trivettore Universale T, spiegato molto chiaramente dallo stesso professore: <<Quando le masse planetarie hanno l’asse inclinato rispetto al campo rotante centro-mosso, sono soggette, per effetto Magnus, ad una spinta T che può essere scomposta nelle tre componenti Fx, Fy e Fz, rispettivamente disposte secondo gli assi coordinati ortogonali. Chiameremo perciò la risultante T “Trivettore Universale”. Questo risulta determinato dalla relazione:

T = FX2 + FY2 + FZ2 = G X2 + H Y2 + E Z2 Poichè il trivettore T giace sul piano equatoriale della sfera planetaria, esso è perpendicolare all’asse di rotazione di questa, ne segue che dal rapporto tra la forza Fz e quella Fx dipende l’inclinazione dell’asse del pianeta sul piano equatoriale del Sole, e dell’asse degli elettroni sul piano equatoriale del nucleo atomico. Tale inclinazione, che è quella del bivettore gravitelettrico, risulta quindi immediatamente dalla relazione:

FZ E = Z = tang α FX G X L’inclinazione del bivettore elettro-magnetico, risulta invece:

FZ E = Z = tang β FY HY L’inclinazione del bivettore magneto-gravitico risulta:

FY H = Y = tang γ FX G X Questa ci dà modo di calcolare l’inclinazione dell’asse polare del pianeta rispetto all’asse magnetico. >>

Se riflettiamo su tali equazioni si può facilmente capire che: La Gravità di un pianeta dipende dalla INCLINAZIONE del suo Asse Polare e non dalla sua massa, anche se questa può entrarci indirettamente, ma risulta irrilevante rispetto all’Inclinazione! Le affermazioni dei Testi Sacri Biblici e Induisti, di esseri umani alti tre metri e più, potrebbero essere avvalorate dal fatto che la gravi176


tà influenza l’altezza degli esseri viventi, quindi anche dal Trivettore todeschiniano, per il fatto che diverse migliaia di anni fa non solo la Terra aveva un’inclinazione del suo asse ben diversa dall’attuale, ma addirittura lo stesso Sole, Centro Mosso Gravitico del sistema planetario ad esso abbinato, aveva un’altra inclinazione polare che, variando nei millenni, ha portato sconquassi planetari e, forse, addirittura galattici, tale da far sparire pianeti e forse altro, che Dio solo sa! Ciò avvalora ulteriormente la tesi che i Testi Sacri sono altamente scientifici, basta solo saperli interpretare con una Teoria Unitaria. I prodigi della moderna tecnologia, tanto apprezzati, erano già ben noti ai saggi dell’antica India. Basta citare esempi quali l’antico trattato indiano Vaimanika Shâstra riguardante i viaggi aerei, come pure i missili, le testate esplosive e le varie procedure chirurgiche dettagliatamente descritte nel testo Charika Samhitâ. Bisogna capire però che non è la tecnologia a essere malvagia ma il modo deleterio in cui essa viene applicata. Ciò vuol significare che solo la spiritualità può offrire alla scienza la giusta completezza. Allora si trovano certe rivelazioni che mostrano come tutte le cose in esse scritte sono anche altamente scientifiche, tecnologiche, logiche e tecniche. Una di queste rivelazioni più scientifiche è sicuramente la nota Quintuplicazione assieme alla Pervasività degli Elementi. Il Prof. D.K. Kanjilal descrive la storia del Matsya Purana (cap. 129) e dei Vimana o Ratha (come venivano chiamate le macchine volanti nel Rig Veda) dell’India Antica. Secondo il prof nel suo libro intitolato “Vimana nell’India Antica”: “Oltre al Vaimanika Shashtra, il Samarangana Sutradhara e lo Yuktikalpataru di Bhoja, ci sono circa 150 versi nel Rig Veda, nello Yajur Veda e nell’Atharva Veda, molti passaggi letterari che appartengono al Ramayana, al Mahabharata, ai Purana, al Bhagavata e al Raghuvamsa, e degli spunti nel Darma Abhijnanasakuntalam di Kalidasa, ecc. ove sono contenuti grafici di macchine volanti e spiegazioni altamente tecniche riguardo al loro funzionamento.”

177


(Sezione verticale del Sundara Vimana) I manoscritti dell’imperatore Asoka, sono gli archivi più interessanti per istaurare una ricerca sull’esistenza di aerei e astronavi che gli indiani chiamavano Vimana. L’esistenza di macchine volanti (di qualsiasi forma), era così nota agli antichi indiani che queste trovarono posto tra gli editti reali dell’Imperatore Asoka, scritti durante il suo regno che andava dal

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256 a.C. al 237 a.C. Vedi la sezione del disegno del Sundara Vimana (sezione verticale). 25 Perfino nel Kama Sutra di Vatsyana troviamo riferimenti ad invenzioni meccaniche originate dalle 64 scienze ausiliarie. L’Arthasastra di Kautilya (III° secolo a.C.), è un’opera che tratta principalmente di economia e politica, ma in esso sono contenute anche informazioni di carattere scientifico e spesso fa riferimento agli ingegneri meccanici e piloti noti come Saubhika. Una discussione riguardo all’esistenza e all’uso di macchine volanti nell’India antica dev’essere supportata da una profonda conoscenza della cosmogonia indiana. Uno studio accurato della letteratura vedica, mostrerà che questa non era solo una raccolta di poesie primordiali, ma una letteratura varia appartenente ad una società potente e dinamica dove le persone avevano la conoscenza del vapore, delle nubi, delle stagioni, dei diversi tipi di vento, della forza del vento che soffia a diverse altezze, della distesa del cielo e così via. Nel Rigveda 1.101.4, troviamo riferimenti a tre tipi di nuvole, composte da fumi e vapori, abbiamo l’esempio dell’acqua che attraverso il calore evapora trasformandosi in nubi. Molti concetti meteorologici indiani sono stati ripresi da versi contenuti nel Rigveda. Dileep Kumar Kanjilal conclude la sua ricerca dicendo: "Col passare del tempo ed a causa di eventi storici e calamità naturali, le macchine volanti andarono perdute insieme ai segreti della loro costruzione". Nei Veda in particolare, si trovano anche rivelazioni scientifiche e tecniche recepite dai Saggi in forma luminosa-sonora di Inni. Data però la mia conoscenza limitata dei Veda, esporrò solo gli aspetti basilari ed elementari acquisiti dalle mie varie letture di questi ultimi trent’anni, e dalle relative esperienze acquisite, ma soprattutto metterò alla base della mia esposizione le parole del Vedasvarupa Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, che ha detto sui Veda: <<I Veda sono le più antiche fra le Sacre Scritture! Essi sono un enorme deposito di saggezza. Manu ha dichiarato che "tutto deriva dai Veda". 25

Facilmente reperibile in Internet ricercando il termine Vimana. 179


I Veda sono incommensurabili, senza paragone, ricolmi di Beatitudine. La parola “Veda” deriva dalla radice “Vid”, che significa “Conoscenza”. La Conoscenza del Supremo è “Veda”.>> VIII.4. Sviluppo Diagrammatico Il diagramma del cuore è l’universo

Tramite la Quintuplicazione degli Elementi Sottili, cioè le cinque Particelle di Base (5PB), vengono in essere i Cinque Elementi Grossolani Non Sensibili (5GNS), i quali possono essere considerati gli elementi costitutivi del livello di transizione intermedio tra il Prespazio sottile e lo Spaziodinamico Fluido Grossolano Sensibile (FGS) di Todeschini. Per questo motivo lo spazio GNS della prima quintuplicazione l’ho denominato Traspazio. Tali Particelle di Base (PB) sono già state individuate in parte dalla fisica e chiamate Quark. In effetti i Cinque Elementi, che poi vedremo essere Quattro, si potrebbero chiamare con la sigla Q di Quark ed essere: Qsp Quark Elemento Spazio; Qar Quark Elemento Aria; Qfu Quark Elemento Fuoco; Qac Quark Elemento Acqua; Qte Quark Elemento Terra. La scienza ha scoperto solo tre Quark nel nucleo atomico, non so se gli altri due (o uno!) siano stati ancora scoperti, ma data la caratteristica del Punto Topico, penso che se ne potrà scoprire solo un altro ancora, per il motivo che sarà spiegato nel successivo capitolo chiamato “Punto Topico della Materia”. Gli Elementi Sottili in questa fase di transizione vengono indicati con un suffisso finale GNS, che vuole significare Grossolano Non Sensibile, per distinguerli dai Sottili veri e propri e dai successivi 180


Elementi Fluidi Grossolani Sensibili, cioè le particelle della Spaziodinamica subnucleare. Il Piano B) è Traspazio di Elementi Grossolani Non Sensibili:

PIANO B): ElementiGNS = TRASPAZIO SpazioGNS, il corrispondente Elemento Sottile è SpazioS; AriaGNS, il cui corrispondente Elemento Sottile è AriaS; FuocoGNS, il cui corrispondente Elemento Sottile è FuocoS; AcquaGNS, il cui corrispondente Elemento Sottile è AcquaS; TerraGNS, il cui corrispondente Elemento Sottile è TerraS.

Questi ElementiGNS costituiscono il Sostrato Non Sensibile della Materia sensibile Spaziale. Vediamo in formula sintetica tutti questi traspaziali ElementiGNS. Il grafico esprime le due fasi simultanee della loro Pervasività e Quintuplicazione nel diagramma sottostante del Piano B: PIANO B) - ElementiGNS riferiti alle Parti A e B QUINTUPLICAZIONE P E R V A S I V I T Á

SpazioGNS = AspazioS+¼(BAriaS+BFuocoS+BAcquaS+BTerraS) AriaGNS = AAriaS+¼(BFuocoS+BAcquaS+BTerraS+BSpazioS) FuocoGNS = AFuocoS+¼(BAcquaS+BTerraS+BSpazioS+BAriaS) AcquaGNS = AAcquaS+¼(BTerraS+BSpazioS+BAriaS+BFuocoS) TerraGNS = ATerraS+¼(BSpazioS+BAriaS+BFuocoS+BAcquaS) SpazioGNS = ASpazioS+¼(BAriaS+BFuocoS+BAcquaS+BTerraS) AriaGNS = AAriaS+¼(BFuocoS+BAcquaS+BTerraS+BSpazioS) FuocoGNS = AFuocoS+¼(BAcquaS+BTerraS+BSpazioS+BAriaS) AcquaGNS = AAcquaS+¼(BTerraS+BSpazioS+BAriaS+BFuocoS) TerraGNS = ATerraS+¼(BSpazioS+BAriaS+BFuocoS+BAcquaS) SpazioGNS = ASpazioS+¼(BAriaS+BFuocoS+BAcquaS+BTerraS) AriaGNS = AAriaS+¼(BFuocoS+BAcquaS+BTerraS+BSpazioS)

…ecc….

La Quintuplicazione-Pervasività avviene in successione e simultaneamente, seguendo sempre questa sequenza: SpazioGNS AriaGNS 181


FuocoGNS AcquaGNS TerraGNS …ecc… Il meccanismo detto a parole o in formule sembra molto complicato e difficile da capire, ma la rappresentazione grafica delle combinazioni, vedi la Fig. 1, è molto più facile ed intuitiva, e si vede meglio il senso spiraliforme dei cicli a tutti i livelli, lo stesso che si ripete per tutti i tre Piani ipotizzati: Prespazio, Traspazio e Spaziofluidodinamico, S, GNS ed FGS. S e 1/4 BAriaS n (Parte B) s o 1/4BFuocoS (Parte B)

SpazioGNS =

=

D e l

ASpazioS (Parte A) 1/4BAcquaS (Parte B)

C

i c l 1/4 BTerraS (Parte B)

o

Fig. 1 Il grafico della Fig. 1 rappresenta: SpazioGNS = ASpazioS + 1/4 (BAriaS+BFuocoS+BAcquaS+BTerraS).

Come si vede dal diagramma: 1/4 di ogni 1/2 ElementoS, cioè la sua Parte B, va a combinarsi alla metà restante, cioè la Parte A, degli altri ElementiS, in questo caso ad ASpazioS.

182


Rivediamo in formula sintetica tutti gli ElementiGNS non riferiti alle loro Parti A e alle loro Parti B, come fatto sopra, ma riferiti direttamente agli stessi ElementiS: PIANO B) - ElementiGNS riferiti agli ElementiS ( ...s e n s o

del

C i c l o… )

SpazioGNS = ½ SpazioS + 1/8 (AriaS+FuocoS+AcquaS+TerraS) AriaGNS = ½ AriaS + 1/8 (FuocoS+AcquaS+TerraS+SpazioS) FuocoGNS = ½ FuocoS + 1/8 (AcquaS+TerraS+SpazioS+AriaS) AcquaGNS = ½ AcquaS + 1/8 (TerraS+SpazioS+AriaS+FuocoS) TerraGNS = ½ TerraS +1/8 (SpazioS+AriaS+FuocoS+AcquaS)

S

1/8 AriaS

e n s 1/8 FuocoS

SpazioGNS

=

1/2 SpazioS 1/8 AcquaS

o D e l C

i c 1/8 TerraS

l o

Fig. 2 Il grafico della Fig. 2 rappresenta: SpazioGNS = 1/2 SpazioS + 1/8 (AriaS+FuocoS+AcquaS+TerraS)

Spero sia chiara e visibile la progressione meccanica del ciclo della Quintuplicazione Pervasiva. Per quanto riguarda gli altri ElementiGNS il diagramma è sempre lo stesso ovviamente, cambiano solo le 183


sequenze degli ElementiS che entrano in combinazione nel Ciclo. Questo fenomeno rende DINAMICA tutta la continua, ciclica, perenne Condensazione degli ElementiS, nel senso che cercherò di spiegare meglio nel prosieguo del discorso. Dalla successiva Condensazione degli ElementiGNS si concretizzano, nel Piano Esistenziale C), gli ElementiFGS, i quali formano la struttura sensibile della Materia, quella fluida ipotizzata da Todeschini, cioè quel famoso Etere chiamato dallo scienziato bergamasco Spaziofluidodinamico, che viene da me chiamato, per comodità espositiva, Spazio Fluido Grossolano Sensibile, cioè SpazioFGS. Questa è la materia fluidoplastica con la quale l’Universo viene in esistenza apparendo, con un Progressivo Processo Egodinamico, in una miriade di forme: dal nucleo, all’atomo, alle molecole, ecc. Questo SpazioFGS potrebbe essere assimilato a quella famosa biblica “acqua” indicata in Genesi, su cui Aleggiava lo Spirito del Signore, ovviamente se con acqua non si intenda l’Elemento in discorso e tanto meno il composto acqua H2O, ma un’amalgama di ANF e 3Satva antecedente l’esistenza della materia, infarcita nello Spazio Mentale Cosmico, fatto quindi di Ego Cosmico “E”, come vedremo nell’ipotesi dell’espressione vedica di Mente Cosmica MY.

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IX PUNTO TOPICO DELLA MATERIA L’anima dell’educazione è l’educazione dell’Anima

Se ci prendessimo la briga di leggere tutte le Sacre Scritture con un atteggiamento più tecnico-scientifico, scopriremmo che nessuna scienza potrà mai uguagliarle, perché ognuna di esse spiega concetti in modo metodico e scientifico-sintetico, secondo parametri che, obbiettivamente, potrebbero essere accettati per qualsiasi, e più di qualsiasi, Teoria di astrofisica tipo il Big-Bang. Ora esporrò il PUNTO FOCALE da me intuito, sul quale tutto il discorso di questo scritto è imperniato e attorno a cui gira. Intanto cerchiamo di capire prima COME e PERCHÉ lo spaziotempo si introduce nel piano GNS del Traspazio. La questione stà nell’espressione figurativa di NF (Nome e Forma) che sussiste tra Mahat e Yatna: Intelletto Cosmico e Volontà Energia. Quando Yatna Vuole essere i Molti, esprime un certo Desiderio Intelligente perfettamente Dharmico, cioè saturo di Verità, perché si evolve con una precisione Assoluta e Cosmica, cioè secondo la precisa Legge dell’Amore dicono i Sacri Testi, soprattutto i Veda. Questo Desiderio d’Amore può essere considerato un’espressione egoica, un Ego Cosmico in cui sono latenti tutti gli ego dei molti, i quali però per svariate ragioni karmiche precedenti perdono la purezza intrinseca all’Ego Cosmico e vengono in tal modo ad identificarsi come semplici ego eO con un attaccamento al proprio corpo fisico. Nella fattispecie l’Ego Cosmico, pur identificandosi alla Forma Cosmica, non inficia l’equilibrio del Triguna, quindi la sua Energia, cioè l’Amore da cui l’Ego promana, resta invariata in potenza e quantità. Questa specie di incongruenza è ciò che ho chiamato con un nome alquanto frizzante: Paradosso dell’Acqua Minerale.

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L’acqua minerale frizzante è piena di bollicine, proprio come ho immaginato il Campo di INES: un Oceano Infinito di Acqua Minerale, dalle cui profondità vengono a galla tante bollicine-universo, ognuna delle quali è una proiezione dell’Eterno Amore Puro, il Sé Cosmico, ossia la Coscienza Cosmica. Cosciente di varcare la soglia dell’ignoto metafisico, confido sulla mia modesta esperienza, sulle Sacre Scritture vediche, le Upanisad, sui Sacri Vangeli ma, soprattutto, confido su Bhagavan Sathya Sai Baba, il Vedasvarupa di quest’Era, il Santo dai Piedi Scalzi, l’Incarnazione del Puro Amore che vive in carne ed ossa a Prashanti Nilayam, Puttaparttì, India. Vediamo dunque come avviene il “miracolo dell’acqua minerale”, cercando nell’intuizione la formalizzazione di questa e di altre fasi. Riprendiamo allora l’espressione dello SpazioGNS nella fase di transizione di Traspazio:

SpazioGNS = ASpazioS +

1 (BAriaS + BFuocoS + BAcquaS + BTerraS ) 4

Inoltre, supponiamo che l’Ego Cosmico sia di intensità tale da contenere la totalità degli ego eO, e lo consideriamo la Zerità Metafisica numerica iniziale dei molti, cioè lo 0 iniziale di una serie indeterminabile. Possiamo allora convenire che il Paradosso dell’Acqua Minerale sia così formalizzabile: “E” = Ego Cosmico “eO” = ego individuale Ove non fosse specificato diversamente, quando parliamo di ego “e” vogliamo riferirci sempre all’ego operativo “eO”, secondo la formula indicata anche nella Prefazione. Data l’ipotesi, l’Ego Cosmico formalizzato risulta quindi essere: E = ANF = (NF + TRG + 5PB) = (n×menti) = (n×ego) = (n×eO) = 0 (IV) Notate il simbolo maiuscolo dell’Ego Cosmico “E”, diverso dall’ego individuale “eO” in minuscolo. Poiché c’è perfetta uguaglianza dei Guna (Paradosso dell’Acqua Minerale), cioè: Rajas = Tamas = Satva ovvero il Triguna: TRG = (Satva + Rajas + Tamas) = 3Satva 186


si ha che l’Ego Cosmico “E” risulta essere: E = (NF + 3Satva + 5PB) = (n×eO) = 0 dove è evidente che per: n=1 eO = E Poiché la Forma F risulta essere costituita dai Cinque Elementi mentre il Nome N risulta essere gli stessi 3Satva, ossia: F = 5PB N = 3Satva le quali, sostituite nella E= NF + 3Satva + 5PB e considerando che appunto n=1 eO = E risulta alfine risultare essere: eO = NF + N + F da cui si ricava l’Archetipo Primario: -NF = N + F - eO la quale indica il Riflesso dell’Assoluto Non-Essere, per il segno negativo, assimilabile al Brahman Saguna o Dio Persona. Pertanto si può più chiaramente scrivere: N + F – eO = DIO da cui si deduce che le proposizioni seguenti non sono solo delle verità scritturali, bensì verità oggettive in essere: N + F + eO = Uomo (XI) N + F – eO = Dio (XII) Ecco perché l’essere umano, per essere l’incarnazione di Dio, deve annichilire il suo animalesco ego “eO”, confermando che il cammino per svelare la verità in Consapevole Pienezza deve avvenire dall’animale egoico al divino amore attraverso la necessaria fase umana e la Purificazione del Cuore-Mente, cioè: ANIMALITÀ → UMANITÀ → DIVINITÀ Le quali sono le fasi comuni a qualsiasi disciplina spirituale. Quando non purifichiamo la nostra Mente diamo campo libero a tutte le animalità karmiche di vecchia e nuova data. Quando iniziamo a purificarla da tutte le varie bestialità insite nel 187


conscio e nel subconscio fino ad essere veramente UMANI al 100%, in un istante si svela in pienezza tutta la Verità che coincide con la divinità incarnata o Sé: il Residente nel cuore che i Veda chiamano Antaryāmin. L'Umanità è quindi la condicio sine qua non per la Consapevolezza Divina. Quando tale Consapevolezza è stabile, costante ed integrata, allora si può parlare di Incarnazione dell'Amore, cioè di Dio vivente tra noi in carne ed ossa. Inoltre, poiché l’Ego Cosmico coincide con la stessa Mente Cosmica Mahat+Yatna, possiamo anche dire e scrivere: (XIII) Mahat + Yatna = Mente Cosmica = MY = E = 0 Se dunque la bollicina-universo viene in Essere dalle profondità dell’Assoluto INES, non può che venire in essere istantaneamente. Tuttavia, nel medesimo istante in cui l’Amore l’impulsa, trasforma l’Energia Pura dell’Amore in Energia Totale nel Traspazio, la quale poi si trasforma, sempre nello stesso istante ma noi per comodità di discussione diciamo in successione, in Energia Cinetica nel Piano FGS, come vedremo meglio con lo sviluppo dell’Equazione di Schrödinger tramite l’interpretazione di Todeschini, ovvero tramite l’Equazione di Todeschini più avanti postata e da noi interpretata. Schematizzando si ha: Energia Pura = Amore = A Energia Totale = ET Energia Cinetica = EC A → ET → E C (XIV) Pertanto avremo: ANF = IC (Impulso Cosmico) = FC (XV) dove IC coincide con la Forza FC che agisce all’istante, cioè senza alcun scorrimento del tempo, come un ETERNO PRESENTE senza range temporale tipo (t2 – t1), perché senza t0, senza t1 e t2, perciò indichiamo con KA il Costante Presente Cosmico che possiamo anche pensarlo come espressione di miliardesimi di n-miliardesimi di

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1 attosecondo 26 , che è come dire senza ∆t, ovvero senza tempo ossia con un tempo negato: KA ≠ t (XVI) Qualsiasi idea di istante n di tempo è negata, non è in essere in questa bollicina perciò si può dire che nell’Impulso Cosmico, al posto di un Δt, si ha semplicemente un tempo negato ovvero un nontempo KA, quindi: ANF = ICKA = FCKA (XVII) che è la formalizzazione del suddetto COME, l’Impulso Cosmico, la immane FORZA DELL’AMORE PURO ONNIPRESENTE, quindi sempre senza tempo, che inizia e/o scorre e che possiamo immaginare essere perennemente negato dalla Volontà di MY, di ANF. Questo Impulso Cosmico, connaturato alla stessa bollicina universo, da Bohm è chiamato Ordine Implicato, matrice di quello Esplicato e GNS, nonché Spaziodinamico ed FGS. Quando l’Uno come Bollicina si esprime come molti attraverso IC, nasce il tempo relativo t0 nello stesso Mahat come un numero indeterminato di n×menti, cioè di n×ego perché, se ancora non si fosse capito, il tempo di per sé non esiste, è un ente che nasce esclusivamente con la mente e muore con essa, perché in essa e attraverso essa, la quiete si esplica come moto, cioè come spazio e conseguente tempo, o anche come ente unitario di spaziotempo la cui potenza Amore, proprio per l’Impulso del Suo stesso Puro Amore, discende ai livelli immanenti e s’incarna con un Nome ed una Forma affinché i Suoi stessi riflessi, i molti, possano autocomprendersi e partecipare al līlā cosmico, uno speciale tipo di gioco che l’Amore fa con Sé stesso grazie alla Sua stessa Maya, il Corpo Nero o Santo Graal tanto studiato parzialmente e cercato dalla Fisica. Quindi la Mente Cosmica, intesa come ind×Menti o ind×ego individuali (ind sta per indeterminati), è il PERCHÉ della questione. In altre parole il non-Essere si riflette in Sé-Stesso come Essere affinché l’Uno si onnipervada come molti; e i molti, poi, devono discriminare l’unità dalla molteplicità affinché questa collassi come 26

Un attosecondo è 1/1.000.000.000 (1 miliardesimo) di secondo. 189


unità dall’Essere al non-Essere INES. Sembra davvero il gioco delle tre carte, ma sarà davvero un gioco, come lo definiscono i Veda in tutte le Upanisad, questo strano meccanismo mentale cosmico che si riflette anche nel nostro mentale individuale? Adesso cerco di formalizzare le suddette fasi e scrivo: Yatna → Mahat → MY = E → (n×menti) = (n×ego) (XVIII) la quale, in termini indeterminati, diventa: Yatna → Mahat → MY = E → (ind×menti) = (ind×ego) che è la formalizzazione del suddetto PERCHÉ, in quanto solo attraverso la mente si esperiscono le sensazioni legate alle Cinque Particelle Basilari chiamate 5PB. Le suddette successioni si possono scrivere anche in termini, diciamo così, temporali, nel senso che dal non-tempo o tempo-negato o tempo-onnipresente KA, si passa al t0 e al Δt: KA → t0 → t1 → t2 ecc. = [Δt = (t2 – t1)]… ecc. (XIX) che a sua volta corrisponde agli spazi: Prespazio → Traspazio → Spazio (XX) Nel Traspazio viene in essere la Mente Cosmica MY e quindi il tempo t0, di conseguenza e successivamente anche il tempo t1, viene in essere assieme allo Spazio, ovvero lo Spaziodinamico FGS con tutte le relative leggi fisiche e metafisiche. Avremo come successione continua le seguenti varie fasi come Movimento Olografico del Tutto: A) Prespazio: ANF = Forza dell’Amore Puro A ANF = A Dividendo i due membri per A abbiamo: NF = 1 quindi:

1 F 1 F= N N=

Si può affermare il Nome come inverso di Forma, e viceversa. 190


B) Traspazio: C) Spazio:

ANF = FC t0 ANF = FC t1

Nello Spaziodinamico la Forza Cinetica è l’unica operante: FC = F (XXI) dove la Forma F di ANF nasce dalla Forza FCREA, quindi la Forma F può essere ritenuta uguale alla Forza Cinetica FC e: ANF = FC Δt = FΔt= mV (XXII) che nello Spazio è la formula della nota Quantità di Moto. Secondo me il Prof. Bohm perse gradualmente la fiducia di poter un giorno esprimere con la matematica le variabili nascoste insite nella definizione del suo Potenziale Quantico perché non aveva trovato i due Pricìpi che stanno a fondamento della Materia: Pervasività e Quintuplicazione. Tutto è quintuplice quando all’istante si proietta come Essere, sia Esso un Etere o una concentrazione di Particelle, le 5PB. Eppure il plasma studiato da Bohm era un esempio congruo di questi due Princìpi, perché già da questi studi emergeva un solo UNICO MOTO plasmatico da un vasto numero di moti singoli elettronici. Di seguito cerco di esprimere al meglio la mia intuizione dell’UNICO MOTO denominato Moto Informativo Istantaneo. Se si potesse FOTOGRAFARE la costituzione dello Spaziofluidodinamico todeschiniano, ovvero lo SpazioFGS, si vedrebbe che esso è costituito dai Cinque Elementi Grossolani Non Sensibili, si vedrebbero cioè le Cinque Particelle Basilari 5PB nel GNS subnucleare: SpazioFGS = SpazioGNS+AriaGNS+FuocoGNS+AcquaGNS+TerraGNS Avendo invece la possibilità di FILMARE per una durata brevissima, non solo di fotogrofare, si vedrebbe con sorpresa che la struttura interna di SpazioFGS invece di corrispondere alla fotografia formata da tutti e CINQUE gli ElementiGNS, risulterebbe formata solamente da QUATTRO ElementiGNS. Si vedrebbe una specie di raggio di luce intensissimo attraversare tutte le particelle GNS, come UN FULGORE DI MILLE SOLI 191


disse Krishna (Bhagavad Gita XI, 12) e ripetè Oppenheimer, il padre della bomba atomica, quando ne guardò la prima esplosione, oscurando con la forte intensità luminosa il quinto Elemento! Cos’è questo Fulgore di Mille Soli? È la QUINTA PARTICELLA che non appare in fotografia? Questa quinta particella, se lo è, secondo la mia intuizione si vedrebbe pulsare istantaneamente da un singolo ElementoGNS all’altro, apparentemente come impazzita, nel tempo t0 e con un moto del tutto nuovo per la fisica, chiamato Moto Vorticoso Istantaneo Perpetuo (MVIP). Questa Luce intensissima, tale FULGORE, non è altro che il MESSAGGIO di Dio esplicato come Maya, il Suo DNA impresso nella materia, il Suo Corpo per noi ancora Nero perché troppo luminoso! Questo Messaggio sempre presente a tutti i Livelli, è invero l’Olografia del Cosmo, è il Movimento Olografico Vorticoso che i vari Elementi si trasmettono l’un l’altro con questo precisissimo meccanismo matematico, una perenne successione: dall’elemento SpazioGNS fino all’elemento TerraGNS rispettando la già nota sequenza, ripetendola ciclicamente di seguito con un movimento olografico dove ANF è l’Ordine Implicato che segue questo meccanismo chiamato semplicemente Moto Informativo Perpetuo (MIP). Qual’è quest’Informazione-Messaggio che gli Elementi perennemente ripetono con un precisissimo meccanismo che va dall’Implicato all’Esplicato, dal Prespazio al Traspazio indi allo Spazio? È il Nome N della Forma F, è N venuto in esistenza a livello Spaziodinamico, è l’Unità scientifica, metafisica e fisica, di questo meraviglioso Universo. Infatti, la Sathyopanisad di Sri Bhagavan Sathya Sai Baba dice: “Inoltre, il NOME è ancora più grande del soggetto invocato (cioè della FORMA invocata), perché il soggetto come Forma potrebbe scomparire, mentre il NOME rimane e sarà sempre in grado di evocarne la FORMA.” La Forma si rende visibile, sensibile, attraverso lo SpazioFGS e le successive condensazioni subnucleari, nucleari, atomiche, moleco192


lari, ecc., ma tutto ciò è reso possibile dal fatto che la Forma è InFormata che essa non è materia inerte, inesistente, e che la sua vera natura, cioè il suo Nome, è il sostrato della stessa Forma, è cioè l’AUM, è il Nome stesso di Brahman, è Brahman stesso che, in tal modo, in tutte le forme, in qualsiasi piano esistenziale, esprime anche la Sua natura Mayaica Proiettiva e Velante attraverso i vari successivi condensanti piani esistenziali di indeterminati ed indeterminabili Nomi e Forme esplicati ed esplicanti con un Progressivo Processo Egodinamico! Bisogna comprendere anche che i Cinque Elementi di Base, che costituiscono il materiale di base fondamentale dell’Universo, sono comuni anche a tutta l’umanità affinché possa esperire in coscienza il Divino in tutto, e in tutti gli esseri viventi. Ciò significa usare il proprio Intuito, l’Intelletto Superiore, che ci porta poi spontaneamente a liberarci dall’ego, a tutto vantaggio della nostra individualità e della società nel suo insieme. L’immanenza e trascendenza di Brahman è dunque dimostrata essere nella natura delle cose, così evidente che tutte le parole potrebbero solo sminuirle, se fosse possibile ma non lo è! L’immanenza si può assimilare alla Sua Forma, mentre la trascendenza al Suo Nome, cioè all’AUM od OM: Tutto Questo è Brahman Tutto Questo è OM affermano i Veda e la Mandukya Upanisad dice in particolare: Tutto ciò è certamente Brahman. Questo Atman è Brahman e l’Atman ha quattro parti e prosegue con la spiegazione delle quattro parti polari della unità OM. Le quattro parti di Brahman abbiamo visto sono i quattro famosi Elementi che si vedono nel filmato dello Spaziofluidodinamico, cioè nell’unità Elementare, perché ogni parte è una dimensione! L’informazione che viene passata “di bocca in bocca”, cioè di ElmentoGNS in ElementoGNS, si trasmette praticamente così: - inizia lo SpazioGNS che informa l’Elemento AriaGNS susseguente e, nell’informarlo, l’Informatore, che in questo momento è lo SpazioGNS (il Messaggero), s’illumina con il fulgore di mille Soli e si 193


fonde con l’Informato, cioè con AriaGNS, di conseguenza non appare nel filmato mentre appare nella fotografia perché in essa si può pensare che, diciamo così, viene fermata l’immagine informativa. Succede invero che l’Informatore (Messaggero) nell’Informare si fonde con l’Informato. In altre parole avviene che: l’INFORMATORE, l’INFORMAZIONE e l’INFORMATO appaiono UNA SOLA UNITÀ, TUTTI E TRE appaiono UNO SOLO il cui NOME è l’AUM ovvero la OM; è come dire che la “realizzazione/illuminazione” è nella natura delle cose, ed è lì semplicemente da “cogliere” attraverso la purificazione del cuore dalle “scorie” che la nasconde! La stessa cosa avviene quando l’Informatore diventa AriaGNS e passa l’informazione all’Elemento FuocoGNS susseguente; lo stesso avviene quando l’Informatore diventa l’elemento FuocoGNS e passa l’informazione ad AcquaGNS; quando l’Informatore diventa poi AcquaGNS e passa l’informazione a TerraGNS; quando l’Informatore diventa TerraGNS e passa l’informazione a SpazioGNS e ancora quando l’Informatore ridiventa SpazioGNS e ripassa di nuovo l’informazione ad AriaGNS, ripetendo il CICLO con un Moto Perpetuo, che è la vera danza cosmica di Siva Natarājā! Tutto avviene senza alcuna velocità perché avviene ISTANTANEAMENTE; ad IMPULSI ISTANTANEI, ma per poterlo spiegare ho dovuto introdurre l’idea di una velocità, anche se ad impulsi istantanei; del resto la mente non purificata è in grado di capire solo un processo temporale, piccolo che sia, ma non un impulso istantaneo, perché non appartiene alla sua natura mayaica. Si pensi solo che questo strano concetto “velocità non velocità”, questo CICLO IMPULSIVO ISTANTANEO, è come quello legato ai nostri pensieri, ma molto più “veloce”, direi dell’ordine di miliardesimi di miliardesimi di un attosecondo, per darne un’idea, cioè di un istante cosmico. Si capisce dunque COME Dio è Causa materiale ed efficiente dell’Universo; cioè in che modo dispiega, rispettivamente, la Sua immanenza e la Sua trascendenza. L’immanenza si ritrova nella stessa Costante di Struttura Fine della materia di questo universo, che è proiezione della Mente Cosmica MY, cioè: MY = (1Nome+1Forma+3Guna+5Elementi+1Ego) 194


Sommando i soli coefficienti dei relativi simboli nominali: MY = (1 + 1 + 3 + 5 + 1) = 11 (XXIII) La Costante della Mente Cosmica è quindi il Numero Puro 11. Questa Costante, quando è calcolata nella fase di Moto Creativo, si deve elevare alla potenza 2, cioè al quadrato, perché questo Universo è un Sistema Creativo Binario, ovvero Duale, e pertanto diventa: MY = 112 = 121 (XXIV) Gli Elementi della Materia sono 5 ma nella fase di Moto Creativo ne appaiono solo 4, che elevato al quadrato per la stessa ragione dà: 5PB! = 4PB! = 42 = 16 (XXV) Poiché c’è perfetta sincronicità tra l’immanenza e la trascendenza, cioè tra la Materia e la Mente Cosmica, vuol dire che invero il Moto Creativo deve corrispondere alla combinazione tra la Materia e la Mente Cosmica, cioè deve risultare essere: MY + 4PB = Moto Creativo il che corrisponde a: Moto Creativo = 121 + 16 = 137 (XXVI) Questo Numero corrisponde alla fase di PRESPAZIO, l’Ordine Implicato, il quale si INVERTE nell’Ordine Esplicato che inizia dalla fase di TRASPAZIO e non varia in SPAZIO:

1 137

(XXVII)

che è il Numero Puro della Costante di Struttura Fine Nominale, quasi uguale a quello della Quantistica Classica che è:

1 137,03599976

(XXVIII)

In Fisica questo valore indica che l’universo noto segue con la massima precisione tutte le leggi inerenti che lo esplicano; come dire che tale Costante è la visualizzazione numerica del Dharma dell’Universo esplicato! Con un numero di tale Costante discretamente differente nei suoi valori interi significherebbe che le leggi fisiche non sarebbero più quelle note. Per esempio, i rapporti tra le forze attrattive e repulsive tra le particelle elementari sarebbero notevolmente diversi, con conseguenze notevoli sulla costituzione della Materia. 195


La Mente Individuale M, quando si sincronizza alla MY assume le caratteristiche di quest’ultima e di conseguenza l’ordinario processo pensativo, causale dello spazio e del tempo, si interrompe e diventa istantaneo impulsivointuitivo, e perciostesso moltiplicativocreativo! Dio è dappertutto, è onnipervadente, ma bisogna comprendere e sperimentare che Dio è, innanzitutto, proprio nel nostro cuore, in ogni essere, perciò non si può realizzrLo nel mondo oggettivo esteriore se prima non viene sperimentato e svelato nel cuore. L’oro dev’essere cercato in profondità, non fluttua a mezz’aria, si può anche trovare in superficie, ma solo come un’indicazione della vena aurifera, che invece si trova in profondità. Così è anche per le varie espressioni di Dio o Incarnazioni Divine che periodicamente discendono e si rivestono di Maya, sono riconosciute come Avatara, cioè pure e semplici Incarnazioni dell’Amore; esse sono state e sono “indicazioni segnaletiche” utili a indirizzare verso il Tesoro posto nel cuore che, Gesù Cristo per esempio, chiamava Regno. L’uomo esalta Dio come Onnipresente, Onnisciente, Onnipotente ma, purtroppo, ignora la Sua Presenza in Sé stesso! Molti si azzardano a descrivere i Suoi attributi e a proclamare che Egli “è questo, è quello, ecc.” ma sono solo congetture e riflessi delle loro predilezioni e preferenze. Quale religione può affermare che Dio sia questo o quello? Ognuno può cogliere dall’immensa distesa dell’Oceano solo quel tanto che può essere contenuto nel recipiente che porta con sé. Da tale quantità si può afferrare ben poco di quella Immensità. Ogni religione definisce Dio entro i suoi delimitati confini e poi pretende di averLo capito, invece le religioni parlano di una sola parte e non possono asserire, onestamente e in verità, che tale loro particolare visione è completa e totale perché così affermerebbero solo il falso! Tutte le religioni dimenticano che Dio è tutte le Forme e tutti i Nomi (NF), tutti gli attributi e tutte le asserzioni. La Religione dell’Umanità è la somma e la sostanza di tutte le fedi parziali, poiché esiste un’Unica Religione, quella universale dell’Amore Puro. In tutte le religioni si ha la tendenza a distinguere il mondo spirituale da quello materiale, facendo prevalere quello spirituale sul mate196


riale. Nell’induismo il mondo delle apparenze materiali viene chiamato maya; è opportuno qui far notare come sia stata mal compresa la natura di maya e del mondo materiale in generale. Il mondo manifesto viene chiamato maya in quanto esso è una espressione dell’Immanifesto, ma non è corretto vedere come illusorio e falso ciò che invero dispiega il Vero o Reale Assoluto, al più si potrà dire che il manifesto mondo materiale non è la totale e completa manifestazione del Divino, dell’Assoluto. Oggi a malapena la scienza inizia ad intuire l’esistenza di una Legge Universale che chiamano “Teoria del Tutto”, che vorrebbe essere alla base di tutte le Leggi della Natura, quindi essere causa sui nella regolazione del Cosmo, ma tale Legge è ancora allo stato embrionale di approccio, perché non prende in considerazione lo stato egodinamico del cosmo e dello stesso ricercatore, cioè di quel “tutto” che vorrebbe rappresentare! Infinite sono le leggi del Cosmo che la scienza ancora non ha scoperto. La tanto “disprezzata materia” da certi “spiritualisti” dunque non merita tale assurdo disprezzo, come non merita l’apice esclusivo della scienza materialista; essa va letta con occhi lungimiranti e capita da menti libere e intelligenti. Perché la materia è rivelatrice quanto le Sacre Scritture, e non merita affatto il titolo denigratorio di illusione o inganno, al contrario, è la visione dell’uomo, di chiesa e di scienza, che deve mutare e farsi corretta interprete dell’arcano linguaggio della natura, che non usa solo il linguaggio matematico o solo quello della rivelazione trascendentale e/o teologica! Alla fine del cammino si comprenderà che Tutto è Amore e dunque Tutto è Dio, quindi non può essere solo un’illusione l’universo NF di Nome e Forma. Le stesse Upanisad considerano maya come la contraddizione implicita alla nostra esperienza del mondo, nel modo di conoscerlo; tale contraddizione mayaica rimarrà finché resteremo al livello dei sensi, finché non smetteremo di ignorare l’Atman-Sé, l’Uno oltre i molti; e tuttavia la nostra esperienza è conoscenza dell’Atman, inconsapevole, perché l’uomo durante il suo cammino viaggia da verità inferiori a verità superiori. Perciò le Upanisad parlano di maya come di verità e parlano del Sé come di “Verità di verità”! 197


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X FORMALIZZAZIONI La Matematica è una Forma dello Spirito

Riprendiamo il diagramma del Piano B, esso è uguale a quello del Piano C, giacché il movimento pulsante istantaneo degli Elementi GNS e FGS è lo stesso anche in questo Piano, con la sola differenza che mentre nel Piano B il tempo è to, nel Piano C il tempo è t1, pertanto allo spuntare dello SpazioFGS, il tempo trascorso per la venuta in essere sarà (t1 – t0), e sarà proprio questo Δt che prenderemo in considerazione nell’equazione dell’Impulso Cosmico al livello del Piano C Spaziodinamico e nell’Equazione Spaziodinamica. ANF = FΔt = mV (1) QUINTUPLICAZIONE P E R V A S I V I T Á

SpFGS = 1/2SpGNS + 1/8(ArGNS + FuGNS + AcGNS + TeGNS) ArFGS = 1/2ArGNS + 1/8(FuGNS + AcGNS + TeGNS + SpFGS) FuFGS = 1/2FuGNS + 1/8(AcGNS + TeGNS + SpGNS + ArGNS) AcFGS = 1/2AcGNS + 1/8(TeGNS + SpGNS + ArGNS + FuGNS) TeFGS = 1/2TeGNS + 1/8(SpGNS + ArGNS + FuGNS + AcGNS) SpFGS = 1/2SpGNS + 1/8(ArGNS + FuGNS + AcGNS + TeGNS) ArFGS = 1/2ArGNS + 1/8(FuGNS + AcGNS + TeGNS + SpGNS) FuFGS = 1/2FuGNS + 1/8(AcGNS + TeGNS + SpGNS + ArGNS) AcFGS = 1/2AcGNS + 1/8(TeGNS + SpGNS + ArGNS + FuGNS) TeFGS = 1/2TeGNS + 1/8(SpGNS + ArGNS + FuGNS + AcGNS) SpFGS = 1/2SpGNS + 1/8(ArGNS + FuGNS + AcGNS + TeGNS) ArFGS = 1/2ArGNS + 1/8(FuGNS + AcGNS + TeGNS + SpFGS) FuFGS = 1/2FuGNS + 1/8(AcGNS + TeGNS + SpGNS + ArGNS) AcFGS = 1/2AcGNS + 1/8(TeGNS + SpGNS + ArGNS + FuGNS) TeFGS = 1/2TeGNS + 1/8(SpGNS + ArGNS + FuGNS + AcGNS) SpFGS = 1/2SpGNS + 1/8(ArGNS + FuGNS + AcGNS + TeGNS) …

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Se si riuniscono le posizioni dello SpGNS del suddetto diagramma si può vedere la rappresentazione dell’Onda Spiraliforme formata dagli Elementi che, intuitivamente, è sempre la stessa in tutti e tre Livelli. Nelle figure 3 e 4 sottostanti si vede meglio la spirale, o meglio una sua sezione, dove si può notare che il periodo è il numero puro 5, che dovrebbe essere coincidente con la famosa Costante di Plank “h”: (2) h=5 la quale dovrebbe essere coincidente anche con il salto quatico dello Spaziofluido del Campo Todeschini.

Fig. 3 - Immagine della sezione di spirale del MVIP | | | | | | | | | | | | 200


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La vista parziale dall’alto della suddetta Fig. 3 è la Fig. 4:

Fig. 4 - Immagine parziale della spirale del MVIP Ricordo che MVIP vuol dir Moto Vorticoso Istantaneo Perpetuo. I Cinque Elementi GNS che permettono il salto quantico possono, in sostanza, essere assimilati ai famosi “materioni” pre-FGS del professor Todeschini che, invece di essere un numero indefinito composto da qualsiasi massa dell’Universo, sono solo i Cinque GNS che poi si condensano nel piano FGS ivi assumendo le indefinite masse distinte e variamente diffuse nell’Universo. La spirale del MVIP della Fig.4 assomiglia all’Albero Sephirotico della Cabbalah e quindi anche al Caduceo di Hermes. Per meglio vedere tal somiglianza basta considerare i due serpenti del Caduceo come parti di Spirale Universo che si arrotolano attorno all’Albero Centrale Sephirotico, la Via Mediana, la quale coinciderebbe con l’Asse della Spirale Universo: Centro Immobile, impulsore del Movimento Universale e dello Spazio, ove vengono all’essere tutti i Nomi e le Forme. 201


La Meccanica Quantistica classica prima che Bohm scoprisse il Potenziale Quantico Q pensava che l’Energia Totale ET fosse la somma di quella Potenziale EP e di quella Cinetica EC: ET = (EP + EC) (3) Bohm invece ha dimostrato, rielaborando la nota equazione di Schrödinger secondo la sua geniale Meccancica quantistica detta poi non-classica, che l’Energia Totale è comprensiva anche del suo Potenziale Q, cioè: ET = (EP + EC + Q) (4) In precedenza abbiamo indicato: KA → t0 → t1 → t2 ecc. = [Δt = (t2 – t1)]… ecc. che corrisponde a: Prespazio → Traspazio → Spazio Il Prespazio di Bohm potrebbe essere il Campo del Punto Zero nel quale l’Eterno Presente KA è un non-tempo o tempo-negato, entro il quale si può solo parlare di ANF, ma ciò renderebbe quasi impossibile ogni formalizzazione perché si parlerebbe solo di INESprimibile, indefinibile ed ineffabile Assoluto! È possibile formalizzare il tempo-negato come eterno presente? Penso di si e ci provo, sperando di trovare qualche consenso. Per tentare un approccio plausibile è necessario partire da un livello di tempo in atto, esistente, per esempio il livello detto del Traspazio ove il tempo t0 è più abbordabile e inferibile di KA del Prespazio, dove il tempo è eterno presente non-tempo. Lo stesso Bohm non riuscì a formalizzare il Prespazio, anche se un attimo prima di morire, disse la moglie, sembrava che avesse avuto una intuizione risolutiva. Nemmeno il suo Potenziale Quantico si può considerare formalizzazione del Prespazio, perché attraversato da un Δt relativo che sicuramente non appartiene al Prespazio ma probabilmente al Traspazio, se non addirittura allo Spaziofluidodinamico. La costante KA indica l’eterno presente di non-tempo-negato; il “non-tempo” è “eternamente presente” ed è legato al Prespazio, una specie di Etere disse Einstein, e lo rigettò, ma no Bohm, perché sapeva che una reale e indiscussa dimostrazione della non esistenza dell’Etere non c’era mai stata, se escludiamo la dimostrazione del 202


prof. Marco Todeschini mai presa in seria considerazione dalla casta scientifica dominante! Nell’Universo sembra esistere un Quid che governa le proprietà materiali-energetiche con una forza non misurabile. Bohm riteneva che tale Quid fosse il Potenziale Quantico, ma secondo me esso era solo un altro Nome espressivo del Quid, un altro punto di vista, per il semplice fatto che lo Spirito, Singolarità dotata di Supercoscienza, in grado di volere e quindi di guidare la dimensione materia-energia perché Sua stessa Forma in Essere, non può in alcun modo venire catalogato e formalizzato in pienezza. Come mai? Perché viviamo immersi nelle mere apparenze dei sensi, nella Maya, quindi impossibilitati ad avere una visione unitaria, che è aldila e aldisopra dei sensi e della stessa Maya! Si può invece ritenere che il mondo della materia prespaziale traspaziale spaziale e del Mahat, la Mente Cosmica quindi anche la nostra Mente, sono talmente intrinsecamente interconnessi da formare un’unica totalità, un continuum indissolubile chiamato da Bohm con il termine di OMNIETTIVO, per definire il carattere totalizzante della Realtà, da me chiamato invece Fattoriale Creativo o semplicemente ANF. La costante K0 è invece eterno presente come tempo t0, cioè nel Traspazio il tempo è costantemente uguale a t0 e non scorre. Cosa significa eterno presente come t0? Significa che il Traspazio pulsa totalmente dal Prespazio con una periodicità che abbiamo visto essere h = 5 degli Elementi S che nello stesso istante t0 assumono la forma GNS. Successivamente, dal Traspazio e dopo lo stesso periodo di 5 Elementi, ma di GNS questa volta, nasce e pulsa la sfera di Spazio e i GNS assumono, nell’istante t1, la forma FGS, iniziando in tal modo a far scorrere il tempo t1 nel ben noto modo lineare che si conosce; siamo nella pienezza della Mente Cosmica esplicata che fa venire in essere le svariate forme subnucleari che altro non sono che apparenze di ANF nelle note Forme di Spaziofluido FGS e che, a seconda della loro valenza, avranno un tempo di esistenza assai breve, oppure lunghissimo come ad esempio nel decadimento radioattivo.

203


La “bollicina” Universo che arriva alla superficie dell’Oceano Assoluto come ANF dello stesso Assoluto, è impulsata da NF, dal Triguna TRG e dai Cinque Elementi o Particelle di Base dette 5PB: ANF = (NF + TRG + 5PB) (5) per cui succede che istantaneamente viene in Essere la sfera dei 5PB di Spazio FGS, come pure istantaneamente essa rientra nel non-Essere Assoluto dopo un Eterno Istante t1, il quale solo nella nostra mente appare scorrevole come serie indefinita di attimi t1, t2, t3, t4, …tn, simile a una lunga serie di neon che si accende-spegne in un solo verso e direzione, che va dal passato al futuro, fino a che non si ha la piena Consapevolezza del Sé che pone fuori dal tempo! È logico pensare che tutto ciò che appare: NF+TRG+5PB scompaia pure, dopo un certo tempo, o meglio che rientri in Sé. Questo meccanismo nei Veda viene chiamato Maya, l’apparenza relativa di cui si riveste l’Assoluto Brahman Nirguna. A livello subnucleare il tempo di comparsa-scomparsa può essere dell’ordine dei miliardesimi di n-miliardesimi di secondo che, andando verso le grandi sfere grossolane, aumenta in proporzione, adeguandosi al nostro stesso spazio mentale da cui peraltro nasce come funzione biologica, per cui al livello mentale ci appaiono e colpiscono le differenze ove poniamo lo sguardo, che sono certamente illusorie non avendo ancora una visione unitaria sviluppata che ci faccia comprendere l’unità che c’è alla base dell’apparente diversità. L’errore è certamente del nostro mentale, non nel mondo oggettivo che ci circonda, il mondo è Uno come lo è l’Universo, ma ognuno di noi presume che esso sia ciò che più gli piace, o solo ciò che vede, o che certi strumenti, anch’essi limitati, ci fanno vedere e registrano, perciò ognuno lo vede a modo suo, nell’ambito di un range considerato comune a tutti e detto ordinario, normale. Gli stessi strumenti evidenziano un fenomeno che, comunque, viene visto e catalogato mentalmente dall’operatore scientifico, quindi sempre soggetto ad un errato e variabile mentale; è per questa ragione che il mondo e l’universo sembrano avere un aspetto molteplice invece che dinamicamente unitario. La “bollicina” Universo in essere possiamo paragonarla anche alla schiuma di un’onda dell’Oceno Nirguna. 204


La schiuma assume la qualità dell’opacità, ma in effetti è sempre acqua dell’Oceano; l’onda appare un’entità separata dal resto dell’Oceano, ma è sempre la stessa acqua oceanica che assume solo un Nome e una Forma, così è sempre l’Assoluto, in verità, con un Nome e una Forma. Quando i tre Piani (A, B, C) vengono in essere e poi ritornano nel non-essere, poi ancora in essere e non-essere, e così di seguito, si sposta alternativamente la “massa” ANF prima in una direzione e poi in quella opposta di rientro, linearmente secondo il suo asse polare, allo stesso modo abbiamo alternativamente: creazione→dissoluzione→creazione→dissoluzione ecc.; simile alle nostre fasi di sonno→veglia→sonno→veglia ecc.; solo che in tal caso si sposta una massa di spazio mentale-pensieri dall’essere veglia al non-essere-sonno-Sé posto nel nostro cuore spirituale. Nello spazio mentale la massa di pensieri forma onde di spazio mentale, ma nel cosmo, ove tutto è ANF, l’onda di che cosa nasce da tale moto alterno fatto di creazione→dissoluzione dello stesso ANF? L’esoterismo ermetico dice e ripete in tutte le scritture sacre e profane un aforisma basilare: Come in alto così in basso, e viceversa ciò è scritto anche nelle Upanisad. Non è difficile capire che nel Cosmo, nella Mente Cosmica, i fenomeni sono simili a quelli relativi alle nostre singole Menti, infatti sono in continuum con la Mente Cosmica, come il nostro subconscio è in continuum con quello collettivo archetipale della società umana: Jung docet con tutti i suoi psicosincronismi! Tuttavia ciò non spiega il meccanismo pre-Mente Cosmica, la quale è assimilabile al Piano C di FGS. Cerchiamo allora di spiegare meglio tale meccanismo che va dal Piano A di S, attraversa il Piano B di GNS e arriva al Piano C di FGS della Mente Cosmica la quale potrebbe anche essere vista come Piano Astrale in continuum con il Piano Mentale di tutti gli esseri animali, compreso l’essere umano. Con riferimento alla (5), NF+TRG possiamo considerarli parte dell’ANF, mentre i 5PB sottili una specie di “coda” di ANF, cioè 205


come l’ultima “ruota” del carro ANF che costituisce la massa m propriamente detta, in S, GNS e FGS, pertanto: m = ANF = 5PB (6) Infatti, il fenomeno quintuplicativo è successivo a quello oloarchico della pervasività successiva. Tale stato di fatto si riflette in tutti i Piani e appare come una cometa: ANF comprensivo di NF e TRG sarebbe il nucleo della cometa, i 5PB la coda, pur essendo tutta la cometa una unità indivisibile. Ecco una grafia approssimativa per dare l’idea del meccanismo immaginato:

Fig.5 Immagine approssimativa del moto evolutivo di ANF La suddetta immagine in Fig. 5 diventa più chiara se pensiamo ad una sfera divisa in quattro parti da un sistema di assi cartesiani con origine al centro della sfera, in cui ANF è l’area maestra avente l’asse coincidente con l’asse X, mentre i 5PB sono aree inferiori all’interno della sfera e parallele all’area ANF, in tal modo le aree danno la forma alla sfera con il loro moto verticale, positivo e negativo sull’asse Z, -Z, oppure sull’asse X, -X. Tutta la sfera appare come una cipolla formata da tanti gusci quanti sono gli elementi in gioco. In precedenza si è spiegata la “pesantezza” differente dei 5PB che, complessivamente, va a costituire ciò che può essere considerata la massa di ANF. Questa massa ANF, che si sposta all’interno della stessa bollicina-cipolla e che è la stessa bollicina-cipolla nella sua interezza, alternativamente crea un’onda circolare costituita di ANF nella sua totalità, la quale arriva fino all’estremità della 206


sfera-bollicina-cipolla-universo ANF che, all’interno di ANF si muove tra i due poli positivo-negativo della sfera creando un’onda trasversale che si propaga in simultaneità alla prima onda circolare fino alla falda di sponda della stessa “bollicina-cipolla-ANFUniverso”. Le due onde nascono e si propagano nello stesso istante e sono entrambe ANF nella forma ondosa sia circolare fino al limite della sfera, che trasversale alla stessa. L’onda circolare è paragonabile a quella formata dalla caduta di un sasso in uno stagno, mentre quella trasversale sinusoidale nasce dal moto rettilineo alterno del nucleo della cometa-cipolla ANF. Sono entrambe ANF che viene in essere con un moto esistenziale ondulatorio, il quale si rifletterà anche nel Piano FGS e sarà l’Impulso esistenziale delle successive particelle prenucleari e nucleari. L’onda trasversale può essere assimilata allo SPIN della sfera ANF, cioè al suo Ego Cosmico “E”, perché dove c’è una Mente c’è anche un ego e quindi una Forma (dal punto di vista mentale), come già accennato nelle prime pagine. L’onda circolare andrà ivece a costituire la dimensione universo/atomo nel Piano C di FGS della Spaziodinamica, come vedremo meglio in seguito. Possiamo allora dire, sintetizzando, che la massa m è lo stesso ANF: m = ANF (7) Abbiamo visto che la Forza Creatrice FCREA o FC è lo stesso Amore Puro A: FC = A (8) L’Impulso Ft = mV sarà dunque: At = mV (9) Ma V che velocità è, velocità di che cosa? Secondo la mia tesi è V = Vist la Velocità Istantanea e Impulsiva del Messaggio racchiuso nelle 5PB e nell’atomo, quale sua essenza creatrice, perciò la forma dell’Impulso diventa At = mVist (10) È quel Messaggio a rendere tutto il movimento olografico, perché esso è sempre presente a tutti i livelli ed è istantaneo, relativamente alla sfera, allo strato sferico della cipolla di espressione, anche se la nostra conformazione mentale non permette di recepire la istanta207


neità di qualsiasi fenomeno e preferisce marchiarlo a fuoco come “magia”, per poi deriderlo subito dopo non averlo compreso! Piuttosto asserisce, come per il Paradosso EPR, che l’istantaneità è solo un tempo brevissimo: ovvietà del comune mentale spaziotemporale! Abbiamo già visto che il Messaggio è il Nome N di ANF, che viaggia istantaneamente di bocca in bocca, cioè di elemento in elemento. Possiamo dire che la velocità di N è istantanea relativamente alla sfera di espressione di ANF, anche se di fatto in FGS resta istantaneo ogni fenomeno, ma noi non possiamo accorgercene, perciò distinguiamo i tre Piani e quindi procediamo: Vist = N (11) e scriviamo di conseguenza At = mN (12) Pertanto possiamo riscrivere la formula dell’Impulso con nuovi simboli e significati, che non sono la semplice sostituzione dei vecchi con i nuovi, ma rappresentano la mia intuitiva riformulazione prespaziale della Quantità di Moto che, in tale nuova veste, ho chiamato Quantità di Moto Nominale. Una nuova formula con un nuovo significato fisico dell’Impulso, detto Nominale; quindi una nuova concezione di Quantità di Moto sia nella veste precosmica che cosmica, dove il tempo e la velocità sono potenze di A e di m, tenendo presente un assunto logico molto importante per proseguire a leggere con la giusta discriminazione: L’inverso di un ente rappresenta la sua materializzazione nel successivo piano esistenziale! Tale assunto logico rappresenta l’anello di congiunzione di un piano esistenziale con il successivo e/o l’antecedente. Per esempio, se l’inverso dell’ente è nel Piano S, rappresenta lo stesso ente nel Piano GNS e potrebbe esserlo anche dell’Amore A, base di S; se l’inverso è invece nel Piano GNS, lo rappresenta nel Piano FGS e potrebbe esserlo anche del Piano S: è sicuro nel piano susseguente, è probabile nel piano antecedente. Sostituendo nella (9) il valore nominale della massa, abbiamo: At = (ANF)N (13)

208


Poiché N si ripete nel Namasmarana per un tempo t, esponenziamo N e t, e la suddetta formula diventa: At = (ANF)N (14) Da quest’ultima formulazione nasce intuitiva e conseguenziale la seguente formalizzazione del Moto Nominale secondo questa nuova Teoria della Meccanica Nominale dell’Amore:

(A)-t = (ANF)N

(15)

dove “-t”, nella sfera S, è inesistente in quanto Eterno Presente; nella sfera GNS è t0, l’inizio del tempo da “0”; nella sfera FGS scorre da t1 nel modo comunemente noto, cioè dall’Impulso iniziale della serie indeterminata del numero 1 (uno). Formalizzando abbiamo: se KA ≠ t, la A resta invariata in tutta la sfera del Piano A A = (ANF)N (16) se invece K0= t=0 nel Piano B, nella (15) A=1 e abbiamo 1 = (ANF)N (17) se infine K1=t=1 sempre nella (15), nel Piano C, si ha

A=

1 A

cioè Amore si esprime come il suo inverso detto ego=eO il quale è la materializzazione dell’Amore “A” in coerenza con la sfera ordinaria relativa della mente e della Forma, cioè del Piano successivo a FGS, perciò si ha

1 N = eO = ( ANF ) A

(18)

Lo sviluppo della (15) per i tre Piani è evidente: dall’Amore Puro del Piano A con t≠ n, si passa nel Piano B con t=0 e all’Unità Noumenica rappresentata dal numero 1, da cui promanano i “molti”; è l’Ente, riflesso dell’Assoluto, da cui vengono in essere le miriadi di enti del Cosmo. Infine con t=1 si materializza quell’Amore Puro e si concretizza in modo tale che i sensi possano esserne partecipi.

209


Si tenga sempre presente che

1 , materializzazione del Puro AmoA

re, poiché assume necessariamente una Forma e un Nome, viene chiamato ego perché ogni forma ha un suo ego e ogni Mente M, che subisce i sensi e non li controlla, viene chiamata Rajaego (Re degli ego), perché è lei che coordina il resto delle Forme, ovvero tutti gli altri ego legati a tutte le altre Forme. Ricordiamo sempre che quando si parla di ego si intende parlare di

M = Rajaego =

1 , cioè l’ego Mentale legato alla specifica ForA

ma Mentis, se non è diversamente e chiaramente specificato. Cerchiamo adesso di chiarire il Potenziale Quantico Q di Bohm con la Spaziodinamica di Marco Todeschini e con la singolarità ineludibile dell’Egodinamica tenendo presente che tutto si sviluppa nel Piano C di FGS, se non è diversamente specificato. Sappiamo già che nella sua Meccanica Quantistica Bohm spesso assimila Q al prespazio e al Campo del Punto Zero, come se Q fosse una nuova energia sconosciuta e tutta da scoprire. In effetti Q è una energia che nasce da una specie unica di Lavoro-Volontà fatto da quell’Ente Ontologico da noi chiamato anche ANF ma più comunemente conosciuto con il termine Dio, Infinito Amore coincidente con la singolarità ineludibile. Quale fisica più coerente di questa nascente Meccanica Nominale dell’Amore, per formalizzare il più possibile corrispondente al reale oggettivo fenomenale, la forma di Energia libera? Per sviluppare al meglio questa nuova Meccanica sicuramente non basta la mia preparazione matematica ma ci vorrebbe almeno l’impegno di matematici che avessero un pizzico di fede in tale Princìpio Cosmico chiamato Infinito Amore! L’Equazione di Schrödinger, secondo la Meccanica Quantistica detta classica, è la seguente: (19)

210


dove m è la massa dell’elettrone, ћ tagliata è la costante di Plank h divisa per 2π, V è l’operatore dell’Energia Potenziale e i è un numero immaginario, la Funzione d’Onda ψ (r, t) è una funzione complessa della posizione r e del tempo t. Attraverso i suoi significati fisici che reggono le varie azioni tra onde e corpuscoli, il prof. Todeschini sviluppò la stessa suddetta equazione in termini spaziodinamici, arrivando ad individuare un fattore h come intensità della Funzione d’Onda Ψ, la quale è la FX spaziodinamica, in sostanza h è l’Intensità di FX cioè dell’Onda Trasversale il Campo Todeschini nascente dall’Impulso lineare ed alterno del nucleo atomico, è l’intensità dello spin del nucleo atomomico che lega ogni singolo elettrone, nel senso che lo spin del nucleo, cioè la Funzione d’Onda di intensità h, è la somma di tutti gli spin di tutti gli elettroni appartenenti a quell’atomo. L’equazione cui pervenne il prof Todeschini, tramite la sua geniale Spaziodinamica è:

ΔΨ +

8π 2 m (ET − E P )Ψ = 0 h2

(20)

Per chi volesse rendersi conto di come arrivò a questa formula consiglio di approfondire la sua «La Teoria delle Apparenze». Le conclusioni dello stesso prof. Todeschini in merito allo sviluppo dell’equazione suddetta furono semplici e le riporto: <<Sinora si è ritenuto erroneamente che la Ψ2 rappresentasse un’onda astratta di probabilità, cioè il variare delle possibilità di trovare un corpuscolo nei vari punti dello spazio e nei vari istanti; ma con tale concezione si toglie all’onda ogni substrato fisico, e non si può spiegare perciò come la radiazione si propaghi nel vuoto né perché mantenga la stessa ampiezza e frequenza durante il tragitto, in quanto le probabilità di un avvenimento hanno viceversa dei massimi e dei minimi distribuiti irregolarmente nello spazio e nel tempo ed assumono valori varianti a caso. Identificando la seguente equazione:

ΔFX +

8π 2 m (ET − EP )FX = 0 h2

(21)

con l’equazione (20), ho dimostrato invece che la Ψ indica la forza FX alterna suscitata, per Effetto Magnus, nel corpuscolo planetario, dall’onda

211


fisicamente reale di spaziofluido che lo investe, forza che varia sinusoidalmente di intensità nei vari punti ed istanti, proprio come varia l’onda che la provoca. Anche l’equazione di Schrödinger, tratta supinamente dalla esperienza, si può dedurre quindi analiticamente e concettualmente dalla mia Spaziodinamica. C.V.D.>>.

Ciò vuole anche dire che ∆FX può essere considerato non un operatore differenziale ma una differenza finita, e considerare legittimamente non un treno d’onda ma una sola singola onda! Il professore continua poi con le seguenti parole che sembrano tratte dall’Egodinamica e che faccio mie come espressione di concetti che per me hanno un significato leggermente più Neometafisico, cioè un significato molto più “reale” che “trascendentale” cui il professore invece attribuiva loro. Egli infatti continua: <<La grande importanza di ciò non sta solamente nel fatto di avere spiegato come vengono collegate le onde esterne all’atomo al movimento degli elettroni interni ad esso, ma soprattutto nel fatto che viene bandita dalla fisica la concezione che il mondo è un caos di eventi retti dalla legge delle probabilità, e viene confermato che viceversa è un insieme grandioso ed ordinato di fenomeni retti dalla nota Legge di Causa-Effetto; il che ci assicura che questi raggiungono delle finalità e che vi deve essere una Causa Prima che li provoca ed una Mente che li orienta verso quella finalità: Dio.>>

Certamente il prof. Todeschini, credente e praticante come cattolico, indicava nella Causa Prima la Grande Mente di Dio, che i Veda chiamano Mahat e Yatna, come abbiamo già visto, senza fare su questi concetti alcuna speculazione scientifica che invece il tema avrebbe certamente meritato, ma a quel punto avrebbe forse proseguito con una Meccanica Nominale dell’Amore e forse l’avrebbe chiamata anche lui Singolarità Ineludibile, anticipandomi di diversi anni! Il Potenziale Quantico Q è formalizzato dallo stesso Bohm: (22)

212


È una forma di energia della Meccanica Quantistica di Bohm e rappresenta una forma di energia non-locale, cioè la sua azione si esplica in modo indipendente sia dalla distanza che dall’intensità. Viene definita anche come Campo Forma in quanto la sua azione si esplica solo in virtù della Forma e del significato in essa racchiuso che sicuramente può essere assimilato al Nome di quella Forma. Il Potenziale Quantico Q è sostanzialmente il vero regista del processo dell’entanglement quantistico che si esplica come informazione attiva. “In generale - dice l’astrofisico Massimo Teodorani nel suo libro “Teletrasporto” - la teoria di Bohm e Hiley prevede che all’atto dell’osservazione di un dato stato quantistico non ci sia alcun reale collasso della funzione d’onda perché essa non è casuale bensì interamente guidata dal Potenziale Quantico.” Alla stessa conclusione di Bohm c’era arrivato molto prima anche il prof. Marco Todeschini con la Meccanica Classica e, in particolare, con la sua geniale Spaziodinamica, e questo è il motivo per cui il Potenziale Q è assimilabile all’Energia Cinetica, ed è proprio dall’abbinamento di queste due teorie (di Bohm e di Todeschini) che si riesce a costruire una Teoria Unificata del Tutto; in particolare grazie a Todeschini anche la Gravità è spiegata ed Unificata in questa Teoria del Tutto. Infatti, questo termine Q di Energia Addizionale nel Piano C è riconducibile all’unica sola Energia Cinetica esistente, come detto sopra, pertanto, poiché abbiamo: EP = Q = EC (23) la (4) diventa ET = EC+EC +EC = 3EC (24) Sostituendo la (24) e la (23) nella (20) abbiamo:

ΔΨ +

8π 2 m (3EC − EC )Ψ = 0 h2

(25)

Invece di considerare un treno d’onde e ΔΨ un operatore differenziale, ne consideriamo legittimamente solo una, la singola onda Ψ, e la consideriamo come una differenza finita estrapolata legittimamente dal pacchetto del treno (QUESTA OPERAZIONE è RESA LEGITTIMA ANCHE DAL FATTO CHE L’ONDA E IL CORPUSCOLO SONO DUE ENTI DIVERSI, per cui ad ogni cor213


puscolo corrisponde una e una sola onda!), per cui dalla (25) consegue, coerentemente e legittimamente, il seguente sviluppo matematico della equazione di Schrödinger secondo l’equazione spaziodinamica del Prof. Todeschini citata nella prima pagina del libro:

8π 2 m (2 EC )Ψ = 0 h2 8π 2 m Ψ = − 2 (2 EC )Ψ h 8π 2 m 1 = − 2 (2 EC ) h 2 h = −16π 2 mEC Ψ+

(26) (27) (28) (29)

h = ±4iπ mEC

(30)

Durante la mia prima visita del 1980, fatta a casa del professor Todeschini a Bergamo, tra le altre cose fu anche chiarita la legittimità della mia interpretazione relativa alla sua Fondamentale Equazione Spaziodinamica, anche qui sottoriportata

2ρ 2 ρ ∂FZ νFZ + R = RotFXY K K ∂t

e dalla quale si può ricavare l’equazione di Maxwell e di Lorenz, nonché quella di Schrödinger, il quale la dedusse supinamente dalla sola esperienza, cioè senza alcuna teoria alla base, come invece ha fatto lo scienziato Todeschini, pertanto tutte le equazioni conseguenti alla mia interpretazione suddetta sono da ritenersi legittime. X.1. Costante Todeschini La Costante è tendenza alla Singolarità delimitata

Dividendo per 2π i due membri della (30) abbiamo il valore numerico della h tagliata che risulta essere:

214


h = ±2i mEC 2π

ħ=

(31)

La ħ è la stessa che compare nella (14), ma in funzione diretta della Energia Cinetica del Campo atomico formato da falde cipolline di pacchetti quantici di 5PB. Poiché il salto quantico di una particella PB avviene solo dopo 5PB, ossia dopo ogni 5 Elementi si ripete il Ciclo come abbiamo già visto nel Punto Topico della Materia, allora si può evincere che 5 sia il numero puro che indica il valore di h. In altri termini, la cipolla atomica, cioè il suo campo di spaziofluido, si sfoglia a pacchetti unitari di 5 Elementi per volta, quindi il salto quantico da un’orbita all’altra avviene da un pacchetto di 5PB inferiore/superiore a quello superiore/inferiore, o viceversa. Ritengo pertanto che la Costante di Plank sia esattamente questo Numero Puro 5, come già indicato con la (2): h=5 Riprendendo la (30) e sostituendovi il valore della (2), legittimamente si ha:

5 = ±4iπ mEC

(32)

5 = ±i mEC 4π

(33)

Elevando al quadrato entrambi i membri

25 = mEC 16π 2 1,5625 = mEC 2

π

(34) (35)

e chiamando i valori sottostanti “HTOD = Costante Todeschini”, si ha la formalizzazione di tale importante costante: Costante =

1,5625

π2

= H TOD

(36)

Il prodotto della massa per l’Energia Cinetica è Costante e mi sono permesso di chiamarlo con il nome dello scienziato: Costante Todeschini = H TOD = mE C (37)

215


ciò vuol dire, tra le altre cose, che se aumenta m diminuisce proporzionalmente EC, e viceversa se diminuisce m aumenta in proporzione EC. La Costante Todeschini è pure coincidente con il prodotto del quadrato della massa con il quadrato della velocità della luce, essendo EC= mC2: (38) mEC = m 2C 2 = H TOD In riferimento alla (36), arrotondando il valore di π = 3,14159265359 ed elevando, si ha π2 = 9,86960440109 Quindi il valore numerico della Costante Todeschini risulta essere (39) all’incirca HTOD = 0,15831434944 il quale numero puro è il valore numerico arrotondato che, percentualizzato, risulta essere uguale a circa 15,83%, cioè:

HTOD = ~15,83%

(40)

Questa percentuale indica, all’incirca, la quantità energetica dell’egoico spin che spontaneamente tende a rapportarsi all’esterno del mentale con gli altri spin egoici relativi ed esternati dagli altri mentali. Dalla (38) si ricava la seguente equazione:

EC=

H TOD m

(41)

che indica l’energia cinetica necessaria affinché una massa m planetaria di un Campo Centro Mosso possa saltare di livello quantico, in più o in meno, cioè allontanandosi o avvicinandosi al nucleo atomico, ovvero al nucleo ANF. Ciò vale anche per l’atomo-mente e quindi per l’elettrone-spin egoico, come detto sopra. Sostituendo il valore approssimativo della Costante Todeschini abbiamo:

EC≈

15,83% m

(42)

la quale dice che circa il 15,83% di EC di una massa m viene sprigionata spontaneamente dalla stessa m per interagire con l’ambien-

216


te; è proprio questo meccanismo a spiegare fisicamente il fenomeno chiamato Effetto Casimir! Per intendere meglio tale meccanismo è necessario capire bene il già citato Campo Todeschini, cioè il Campo Atomico. Dalla fluidodinamica sappiamo che se una Sfera nucleare centrale ruota su sé stessa in un campo fluido, per esempio acqua, per attrito trascina in circolazione il fluido circostante con una velocità V tale che il prodotto della velocità nucleare V per il raggio R del Campo di Fluido è sempre costante e risulta: (43) VхR = H Gli strati sferici di Spazio Fluido, concentrici alla massa Sferica motrice centrale, assumono quindi Velocità di Rivoluzione V inversamente proporzionali al loro Raggio R distante dal centro mosso, velocità che diminuisce dal centro alla periferia del Campo:

V =

H R

(44)

Questa differenza di Velocità di Rivoluzione V, per accartociamento dovuto all’attrito per differenza di Velocità tra due circonferenze concentriche, fa nascere la sfera elettronica su quell’orbita planetaria di rivoluzione, escludendo in tal modo la coesistenza di un altro elettrone con lo stesso spin sulla stessa orbita (spiegazione fisica del Principio di Esclusione di Pauli), elettrone che, oltre a rivoluire attorno al nucleo centromosso, ruota su sé stesso con Velocità Periferica Polare VP anch’essa legata alla distanza radiale R dal nucleo, ma in funzione diretta: VP = HхR (45) come si può facilmente capire dalle Figg. 5 bis e ter della pagina a seguire, ripresa dalla Psicobiofisica Edizioni MEB:

217


Fig. 5 bis - Moto evolutivo di ANF Il meccanismo è molto più evidente nell’Idroplanetario del Todeschini, che riporto sempre dalla sua Psicobiofisica, pagina 76.

Fig. 5 ter - IDROPLANETARIO: Moto evolutivo di ANF Il Principio di Esclusione di Pauli è un principio della classica Meccanica Quantistica, dichiara che due fermioni identici non possono occupare lo stesso stato quantico.

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Formulato da Wolfgang Pauli nel 1925, viene anche citato come principio di esclusione o principio di Pauli. Todeschini spiega il motivo fisico per cui tale fenomeno è possibile. Il principio di esclusione si applica solo ai fermioni, particelle che formano stati quantici antisimmetrici e hanno spin semiintero (1/2). I fermioni includono protoni, neutroni ed elettroni, i tre tipi di particelle che compongono la materia ordinaria. Il Principio di Esclusione è alla base della comprensione di molte delle caratteristiche distintive della materia, soprattutto se visto dalla prospettiva di “La Teoria delle Apparenze”; esso non è valido nel caso di particelle come i fotoni e i cosiddetti gravitoni 27 poiché queste sono dei bosoni (ossia formano stati quantici simmetrici e hanno spin intero, ovvero spin = ±1 o 0, ma soprattutto perché i fotoni e i gravitoni non sono particelle di base ma sono solo risultanze di fenomeni delle 5PB. Nel Campo Todeschini (Fig.5 bis), se viene diminuita la energia cinetica (<EC) del sistema osservato, cioè se rallentiamo la velocità polare di rotazione del nucleo centro mosso, la massa m delle circonferenze concentriche del Campo che il nucleo trascina per attrito in rotazione, degrada di livello, cioè si avvicina di più al nucleo perché il campo centro mosso diminuisce di intensità, la velocità di rivoluzione di tale massa m aumenta perché la R diminuisce e, per la stessa ragione, la velocità di rotazione polare del planetario P insito (Fig. 5bis) ad m diminuisce proporzionalmente! Se viene aumentata l’energia cinetica (>EC) del sistema osservato, cioè se aumentiamo la velocità di rotazione del nucleo Centro Mosso, la massa m delle circonferenze concentriche del Campo che il nucleo trascina per attrito in rotazione, aumenta perché il Campo Centro mosso aumenta di intensità, la velocità di rivoluzione della m diminuisce perché la R aumenta e, per la stessa ragione, la veloci27

Il gravitone è una particella elementare ipotetica, responsabile della trasmissione della forza di gravità nei sistemi di gravità quantistica e dovrebbe funzionare in maniera simile al fotone. In verità la gravità è un fenomeno spaziodinamico dovuto all’effetto Magnus, come ampiamente dimostrato dal prof. Marco Todeschini. 219


tà di rotazione polare del planetario P insito (Fig. 5bis) a m, aumenta proporzionalmente! Per rallentare o accelerare il nucleo, quindi diminuire o aumentare la (<>EC) del sistema, basterebbe sparare delle particelle nel senso opposto alla rotazione del nucleo o nello stesso senso, tale che il nucleo venga agganciato in un senso o nell’altro, ma non venga spaccato, una specie di freno o acceleratore cinematico-nucleare. X.2. L’Angelo del Signore La Gravitazione Universale è una Potenza Angelica

Molta gente è convinta che gli Angeli siano delle Entità di Luce preposte da Dominedio per ben consigliare il genere umano e cercare di aiutarlo a mantenere la retta via che porta al Paradiso. Questa definizione comporta necessariamente anche quella opposta: se ci sono gli Angeli Buoni che portano al Paradiso, ci devono per forza essere anche quelli Cattivi che non portano al Paradiso (portano all’Inferno?). Mi domando che tipo di Angelo porti al Purgatorio, il tipo Buono o il tipo Cattivo, quello di Luce o quello di Buio? Come le persone, buone e cattive, così gli Angeli. Addirittura ci sono persone che parlano (e insegnano!) di Angeli di Luce e Angeli NON di Luce, quindi Angeli di Buio! Sarà, ma io credo che il Buio non esista, è solo ASSENZA di LUCE, perché esiste solo la Luce. Probabilmente ci saranno delle gerarchie angeliche, ognuna specializzata a compiere un determinato compito. Pertanto ci sarà un tipo di Angelo, una gerarchia, che accompagna le anime verso il Purgatorio, un’altra gerarchia che le accompagna verso il Paradiso e ancora un’altra verso l’Inferno; ma forse quest’ultimo compito è di esclusiva competenza degli Angeli di Buio? Personalmente sono convinto che gli Angeli ci siano, eccome! Sono così concreti che si possono toccare con mano. Infatti, gli Angeli 220


siamo noi: Angeli Buoni se i nostri pensieri sono buoni, Angeli Cattivi se i nostri pensieri sono cattivi. Comunque sia, siamo certamente sempre Angeli di Luce! Nella Bibbia si parla di Angelo del Signore, che nei testi antichi (Genesi 16,7) rappresentava lo stesso Signore Jahve: il potentissimo Angelo con la Spada che Libera dalla Schiavitù. In paràfrasi è l’Angelo Sterminatore che LIBERA il Popolo di Israele dalla schiavitù di Faraone: allegoria che indica la Liberazione dalla Schiavitù dell’ego Faraone tramite la Spada della giusta discriminazione del neti-neti: quando lo Sterminatore passa distinguendo il Vero dal Falso! In seguito, con le speculazioni sempre più finalizzate a cose materiali e, di conseguenza, con il crescere in una certa direzione dell’angelologia, l’Angelo del Signore, e tutti gli Angeli, furono inquadrati come messaggeri celesti, apparendo spesso con questo titolo in quasi tutti i Vangeli. Con Tobia 5, 4 e seguenti, si ha la massima personificazione dell’Angelo del Signore come messaggero di Dio, dimenticando che i tempi antichi dovevano pur avere dei validi motivi per identificare l’Angelo del Signore con la Spada, con il Signore Stesso. Questi motivi si possono facilmente ricercare e trovare nella Tradizione universale. Del resto basta un semplice ragionamento per farci riflettere, senza andare a scomodare oltre la Sapienza e il Vedanta. Il VT e lo stesso Gesù, hanno detto e ripetuto: “Voi siete Dèi”, perciò non possiamo che essere Colui che dà un ordine e vedere tutte le potenze istantaneamente attuarlo! Gli Angeli quindi, sono gli stessi nostri pensieri: puri e potenti oppure impuri ed inefficaci. Tutto dipende solo dalla Purezza del nostro Cuore. Un cuore puro produce solo pensieri puri, forti e creativi; non fa dunque meraviglia se il vedanta dice: Gayatri è il Pensiero-Mantram più sacro e potente di tutti i Veda; è di validità universale. È una preghiera volta ad ottenere la illumina-

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zione dell’intelletto ed è rivolta alla Madre Universale, alla Madre di tutte le genti, di tutti i tempi e di tutte le religioni. La recita o il canto di questo mantram, aiuta notevolmente a purificare la mente e, come i raggi del Sole, a dissipare le tenebre insite nei Tre Mondi, nelle Tre Qualità e nel Triplice aspetto del Tempo. Dice Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, uno che di Angeli Potenti se ne intende, a proposito di Gayatri: <<Se cantate la Gayatri e rispettate ogni essere come manifestazione di Dio, gli effetti si sommeranno e porteranno ad un grande risultato nella vostra vita, infondendo in voi nobiltà ed acume >> Signore Om Bhuh Bhuvah Svah del mio Corpo, Mente e Intelletto. Tata Savitur Varenyam Ti adoro anche nel potere contenuto nel Sole. Bhargo Devasya Dhimahi In esso contemplo il Tuo splendore, la Tua Grazia Dhiyo Yo Nah Pracodayat Ti prego, illumina il mio Intelletto e guidami, Om Signore. Gayatri possiede tre importanti aspetti: Gayatri = Materializzazione; corrisponde anche a Durga, Forza di Volontà = Icha sakti; Savitri = Vibrazione; corrisponde anche a Lakshmi, Forza dell’Azione = Kriya sakti; Saraswathi = Radiazione; corrisponde anche a Jnana, Saggezza del cuore = Jnana sakti. Il primo aspetto è chiamato Gayatri: Gaya rappresenta gli arti e i sensi del corpo umano. Gayatri rappresenta ciò che si prende cura del funzionamento e del benessere del corpo e dei sensi. Quindi in primo luogo Gayatri significa che Qualcuno si prenderà cura del benessere del corpo. È molto importante avere una mente sana in un corpo sano. Il corpo è la combinazione dei Cinque Elementi. Swami parla di questo corpo come Materializzazione. La MATERIALIZZAZIONE avviene tramite il Triguna ed i Cinque Elementi. Il secondo aspetto è chiamato Savitri: rappresenta il Principio Vitale. Non è sufficiente avere soltanto un corpo sano, il corpo funziona solo grazie al Principio Vitale in esso contenuto. La vita è un dono di Dio: ecco l’aspetto Savitri. 222


Gayatri è la materializzazione del corpo, Savitri ne è la vita. Swami definisce la vita del corpo, cioè l’aspetto Savitri, con il termine di VIBRAZIONE: questo significa che il corpo possiede delle membra, ma per farlo funzionare e per farlo muovere occorre la VIBRAZIONE. Anche la Scienza, per esempio la Fisica, l’insegna quando parla di Forza Elettromotrice. Il terzo aspetto è chiamato Saraswathi: è la facoltà di linguaggio, la parola; più volte si è ribadito che ogni cosa che si dice dovrebbe essere la verità. Non si tratta di verità ordinaria o di verità scientifica ma di Verità Immutabile, Eterna, oltre il tempo e lo spazio, questo tipo di Verità espressa VERBALMENTE viene chiamata Saraswathi; perciò Saraswathi è la Verità, è la Fonte, la Sorgente. L’Eterna Verità è l’Inconoscibile, l’Immutabile, l’Inamovibile, il Permanente, l’Eterno. Swami, il Bhagavan, la definisce con il termine RADIAZIONE. Quindi RADIAZIONE è la Sorgente. È ciò dal quale scaturisce ogni cosa; perciò la Sorgente Centrale di Attività è l’Eterna Verità. A livello operativo la RADIAZIONE è VIBRAZIONE. Questa Vibrazione, Savitri, che entra nei nostri corpi, fa funzionare tutti i nostri sensi e le nostre membra (la corrente elettronica di Marco Todeschini). In questo modo la RADIAZIONE a livello operativo si esprime come VIBRAZIONE e dà origine alla MATERIALIZZAZIONE dello Spaziofluidodinamico, quindi alle particelle subatomiche e a quelle atomiche, fino alla materia grossolana sensibile. Questi tre aspetti sono espressi in tre parole: - Il CORPO: materializzazione o Gayatri. - La VITA: vibrazione o Savitri. - La VERITA: radiazione o Saraswathi. Questo è, dunque, il processo vitale: RADIAZIONE ( Verità )

VIBRAZIONE ( Vita )

MATERIALIZZAZIONE ( Materia )

Questi sono i tre aspetti di Gayatri, l’Angelo con la Spada, che si ripetono anche sotto altri Nomi e Forme (NF) differenti.

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Nella fattispecie, gli altri nomi dei tre aspetti di Gayatri sono espressi da: Bhuh Bhuvah Svah, rispettivamente: Corpo Mente Intelletto. La gente pensa che si tratti dei tre livelli differenti del mondo: invero, potrebbero anche esserlo nel senso Universale. Bhagavan dice che non si tratta di tre differenti mondi, essi sono tutti dentro l’essere umano e sono: Bhuh il Corpo, materializzazione, mondo grossolano. Bhuvah la Vita, vibrazione, mondo sottile. Svah la Verità, radiazione, mondo causale. Esiste anche un’altra interpretazione: Corpo Grossolano o Ego; Individuo Sottile o Jiva; Spirito Causale o Sé.

Nel pensiero angelico-mantrico Gayatri, si dice: Lascia che l’Intelletto sia la forza guida Questo è il significato di Gayatri spiegato dal Gayatrisvarupa. Il Gayatri Mantram può essere cantato ovunque ed in ogni tempo, da uomini e donne. Quando se ne comprende l’efficacia e il vero significato, possiamo ripeterlo quante volte vogliamo ed ottenere un buon Intelletto, quindi pensieri puri, forti e creativi, le cui azioni sono potenti e coerenti con la Legge Eterna dell’Amore. Quando l’Intelletto è retto, la mente diventa consapevole. L’Intelletto è simile alla Coscienza ma non è la Coscienza, la Coscienza è il Sé, attenzione a non confondere! Con Gayatri la mente è cosciente affinché il corpo sia energico nelle sue varie attività. Il pensiero Gayatri Mantra dev’essere ripetuto numerose volte per la salute del Corpo e dev’essere ben fissato nella Mente per trasformarsi in Volontà, cioè per avere una Mente salda e un Intelletto perfetto. Questo comporta pensieri forti ed azioni anch’esse forti e coerenti agli stessi forti pensieri. La naturale conseguenza di ciò è l’esperienza della Pace e della Beatitudine. Da questa esperienza nasce e si svela una Saggezza Divina chiamata Jnana Sakti o Conoscenza del Cuore, la vera Sapienza. La vita è piena di pensieri, è una matassa di pensieri. Quando questi diventano risoluti, stabili e profondamente radicati, diventano FOR224


TI e quindi formano VOLONTÁ CREATIVE. Il pensiero non fermamente installato, non radicato, non è forte e non si trasforma in Volontà. La mente umana è una matassa di pensieri enorme, ma non tutti sono forti, anzi i più sono deboli. Il pensiero in generale, è privo di potere; è per questo che viene sostituito continuamente da un altro. Ma, se un particolare pensiero è stabile, è tenuto in mente ed è reso forte, allora questo pensiero forte è chiamato Volontà e questa sì che è potente! La stessa cosa dicasi per gli Angeli: solo se provengono da una forte Volontà, dalla Volontà Divina, possono essere operativi ed efficaci. Dipende dal Sé, cioè dalla Divina Volontà, per questa ragione il pensiero, per essere forte, necessita della Grazia del Signore. Un tale pensiero si chiama FORZA DI VOLONTÁ, che in sanscrito viene chiamata Icha Sakti. Essa non ha nulla a che fare con il potere del pensiero generico, ordinario. L’Energia Interattiva dell’ego è quella che interagisce con tutti i Pensieri Forti e Deboli, proiettati da noi e dagli altri (vedi la Costante Todeschini: HTOD = ~15,83% che rappresenta la % di Interazione). In altre parole è quella energia che, unita al Pensiero e al Desiderio, va a costituire ciò che nei Veda viene chiamato con il termine anu, che significa “indivisibile” o “elementale”. È un granulo indivisibile di materia a forma sferica tipo Elettrone, molto energetico e luminoso, che può assumere una colorazione qualsiasi, perché può essere più o meno suscitato e manipolato dalla volontà. Nell’essere umano tale elementale può legarsi ad un pensiero forte, malefico oppure benefico, oppure a nessun chiaro e forte pensiero, ma venir semplicemente suscitato da un qualsiasi debole pensiero, in tal caso rimane solo come un debole e quasi innoquo elementale vagabondo che in breve tempo si autodistrugge, confondendosi con l’ambiente; oppure viene attirato dal primo polo affine che incontra, il quale, se non lo rienergizza ulteriormente tramite la volontà ricetrasmittente, dopo un po’ si annichilisce involontariamente nel suo spazio mentale. Gli elementali sono come le onde e i corpuscoli, già noti come onde elettromagnetiche: le onde radio, le televisive, ecc., suscitate dal nostro spin egoico.

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Lo spin Debole suscita, solo involontariamente, elementali Deboli di vita molto breve, che dal nostro spazio mentale fuoriescono in continuazione, perché continuamente la nostra mente produce pensieri deboli ed insignificanti che si accavallano. Gli elementali legati a tali deboli pensieri appaiono esternamente alla persona che pensa come una specie di proboscide (per chi riesce a vedere il sottile) che fuoriesce dalla fronte (il mitico Unicorno), in mezzo alle sopracciglia. Tendono ad autodisperdersi nell’ambiente circostante, pur essendo legati a desideri anch’essi deboli. Invece lo spin Forte suscita volontariamente elementali Forti, di vita lunghissima, così lunga da accompagnare il produttore ricetrasmettitore anche nelle vite successive, perché va a conformare e a concreare il karma individuale dei ricetrasmettitori umani. Gli elementali Forti vengono suscitati da forti desideri e pensieri resi anch’essi forti dalla continua presenza-insistenza unidirezionale degli stessi, nello spazio mentale trasmittente, in tal modo essi divengono fortissimi, perché entra in gioco la volontà che rende gli elementali così potenti da superare addirittura le barriere dello spazio-tempo. Perciò è necessario saperli manovrare e manovrarli solo con Amore, quindi solo a fin di bene. Diversamente, se si creano degli elementali forti cattivi, si possono avere ritorni degli stessi con potenza settuplicata dai sette cakra del ricevente non allineato alla frequenza d’onda del cattivo elementale, e spesso il ritorno è mortale per l’incauto. Creare gli elementali cattivi forti può fare addirittura discendere la Scala Evolutiva invece che ascenderla, come naturalmente avviene solitamente. Creare elementali forti e cattivi va contro le nature animali e umane, infatti evidenzia una natura diabolica. Qualsiasi azione intraprendiamo se recitiamo una preghiera creiamo pensieri forti e buoni. Pregare vuol dire concentrarsi sulla Divinità Interiore. Una volta che si prega e si inizia l’azione (il nostro lavoro quotidiano ad esempio), questa azione, questo lavoro, diventa spontaneamente adorazione. Perciò, per garantire che le nostre azioni siano coerenti, potenti come gli stessi pensieri che le suscitano, è importante iniziare l’azione recitando una preghiera offrendo direttamente l’atto al Sé-Dio posto nel nostro cuore. 226


Una persona comune anziana sana, una settantenne e più per esempio, ha naturalmente il proprio spin egoico più intenso e forte di una persona sana e più giovane d’età, per ovvi motivi. Ciò fa aumentare il Potenziale Mentale M, cioè la Mente, secondo la seguente formulazione Egodinamica:

M = ( ANF + e) = ( m + e)

e comporta quindi un “potenziale surplus” di Saggezza non dipendente solamente dall’esperienza vissuta durante la vita trascorsa, anzi, quest’ultima si somma alla Forza Divina che viene più in evidenza grazie al fatto che l’intensità dell’Energia spendibile del corpo fisico tende a diminuire con l’età e quindi tende ad accumularsi, aumentando l’Energia Cinetica della massa ANF della Mente facendo aumentare lo spin egoico “e”; ciò è più visibile nella formulazione Egodinamica del Fattore Energetico del prossimo capitolo:

e=M −

1 Fenergy

(59)

secondo la quale aumentando il Fattore Energetico Fenergy (che, come noto, aumenta proporzionalmente all’Energia Cinetica), aumenta lo spin egoico “e” e aumenta il Potenziale Mentale di “M”, quindi aumenta anche il suo Potenziale di Saggezza. Perciò si può affermare che negli anziani sani tutte le facoltà mentali, la Forza Divina e la Forza di Volontà, si manifestano molto bene e più che nelle persone meno anziane, nelle quali invece tende a diminuire l’ego “e” a causa della dispersione di EC nell’uso dispendioso del corpo fisico, ma d’altra parte diminuisce pure il Potenziale Mentale di Saggezza della Mente “M”. La fisica canonica, non tenendo conto dell’ego “e”, sviluppa le suddette formule considerando “e = 0”, cioè ritenendo valida la seguente equazione psiconeurologica:

M =

1 Fenergy

(59 bis)

di conseguenza ritiene che le capacità mentali degli esseri umani diminuiscano con l’età, essendo il valore di “M” inversamente proporzionale al Fattore Energetico Fenergy. 227


Di fatto però, l’ego “e”, generalmente non si azzera ma sussiste con la stessa “M”, perciò risulta che praticamente si hanno le premesse teoriche diverse dalle conseguenze pratiche, per cui lo spin egoico di EC sarà, sì, solo legato ad NF (Nome-Forma) senza l’influenza apparente di “M” e solo di “MY” (Mente Cosmica), ma con risultati pratici molto al di sotto della stessa Mente Cosmica, del Puro Amore, evidenti e sotto gli occhi di tutti: basta solo vedere l’autodistruzione dell’ecosistema mondo per capirlo chiaramente! In pratica l’apparente Ego Cosmico “E” si svela essere un piccolo e misero ego “e”, con tutto il collegato inerente, immondo e fetido. Il problema alla fonte si trova dunque nella MENTE, la quale proietta lo Spazio e quindi il Tempo. Perciò, si può affermare che negli anziani sani, tutte le facoltà mentali, dalla Forza Divina alla Forza di Volontà, si manifestano molto bene e più che nelle persone meno anziane: “Ne risulta che questi anziani meditino ed esplorino i segreti dell’esistenza” con più faciltà dei giovani, dice chiaramente Bhagavan Baba. Pregare Dio, offrendoGli tutti i nostri pensieri-parole-azioni, accresce il potenziale della nostra interiore Forza Divina. In sanscrito questa preghiera è: Tasmai Namah Karmani (Considero questa azione un’offerta a Te, Signore!) Cantare mentalmente Gayatri è come offrire a Dio la nostra azione quotidiana. Fare Namasmarana, cioè ripetere il Santo Nome del Signore, è come fare una breve ma molto potente preghiera, l’azione conseguente non può che essere coerente, perché anch’essa nasce spontaneamente dal nostro cuore spirituale, e per questa ragione non può che essere azione dharmica, cioè rispettosa della Legge Eterna del Puro Amore. X.3. Fattore Energetico Kundalini è Solenoide,Cakra è Reostato

228


Normalmente le particelle seguono una traiettoria planetaria attorno al nucleo che è funzione diretta dell’Energia Cinetica del nucleo stesso: più EC aumenta, più la distanza radiale della traiettoria dell’elettrone aumenta e quindi diminuisce la sua velocità di rivoluzione, l’atomo s’ingrandisce, quindi più piccolo e più denso diventa il suo nucleo. Aumenta la massa cinetica nucleare quindi la sua densità, e proporzionalmente si riduce il suo volume, mentre aumenta il volume complessivo dell’atomo e quindi il peso atomico. Spero di essere stato abbastanza chiaro con tale meccanismo. Nella Fig. 5 bis si vede tratteggiata una spirale di caduta verso il nucleo da parte dell’elettrone, caduta che, come sappiamo, non avviene mai perché impedita dall’accelerazione centrifuga che supera la centripeta, andando così a formare i due rami (di caduta e di fuga) della spirale, ciò perché la velocità di caduta VT è inversamente proporzionale alla radice quadrata del raggio del Campo Centro Mosso, ovvero:

D 2 H VT = R R=

(46) (47)

In definitiva, la massa planetaria dell’elettrone assume contemporaneamente una velocità di rivoluzione data dalla (44), diretta secondo la tangente delle linee di moto circolari del Campo, ed una velocità centripeta data dalla (47) e trasversale, diretta secondo il raggio che l’unisce al centro del Campo. I due vettori sono ortogonali e pertanto la loro risultante è ricavabile col teorema di Pitagora. Derivando le velocità rispetto al tempo si ricavano le accelerazioni dell’elettrone, mentre integrandole si ottengono gli spazi percorsi da tale massa elettronica, quindi la POSIZIONE dell’Elettrone, senza scomodare il ben noto Principio di Indeterminazione, fin troppo abusato, perché le misurazioni siffatte non sono per niente invasive! In fondo il Potenziale Quantico, essendo sempre Energia Cinetica al livello spazio FGS, comporta solo una variazione di intensità in aumento dell’Impulso dei 5PB subnucleari nel Piano GNS e nel Piano 229


conseguente FGS. Piuttosto il problema da capire non è tanto il significato di Q quanto il fenomeno non locale ma istantaneo degli stessi fenomeni nel piano FGS. Invero, tutti i fenomeni dovrebbero svolgersi istantaneamente se Q rappresentasse davvero la sfera prespaziale. Tale Q-Prespaziale dovrebbe essere l’origine stesso dello spazio ordinario, invece nello Spazio FGS opera un tempo che scorre dal passato al futuro e non un impulso istantaneo. Il Prespazio esiste, ma non è il Potenziale Quantico Q, invece il prof. Bohm pensava che lo fosse, almeno agli inizi della scoperta del Potenziale Quantico, perché in tarda età cominciò ad avere dei dubbi e parlò di purificazione della mente per poter esperire il Prespazio. Il Potenziale Q è servito solo a mettere in evidenza un fenomeno che la fisica aveva sempre visto come “strano”, e quando ci incappava per caso, poiché era inspiegabile, non veniva valutato nel modo giusto, anzi, spesso veniva catalogato volutamente nel paranormale solo per ridicolizzarlo subito dopo! Bohm è riuscito a portarlo all’attenzione della scienza, la Fisica Teorica, e a prospettarlo al meglio delle sue capacità e conoscenze fisiche-vedantiche, anche se poi non è mai riuscito a formalizzarlo matematicamente, come era nelle sue intenzioni. Posto che Q è una energia e che tutte le energie, di fatto, sono cinetiche a tutti i livelli: A, B e C, il problema resta l’Istantaneità dei fenomeni, la non località in tutte le sfere, anche se in questa dove viviamo SEMBRA che funzioni con un tempo scorrevole dal passato verso il futuro e non invece ad impulsi istantanei, come è in realtà, senza andare in nessuna direzione temporale lineare, che è solo movimento mentale apparente! La questione quindi va affrontata in altri termini: l’incognita da risolvere, secondo me, non è il Potenziale Quantico Q ma è il tempo t. Il tempo nasce e scorre nel mentale, i riferimenti esterni ne sono solo un artificio oggettivo, in modo da avere un termine comune di riferimento. Il mentale ha una struttura generale simile, non uguale, in tutti gli esseri dotati: animali, umani e non umani. A noi interessa analizzare tutta la questione dal punto di vista del mentale umano. 230


La struttura di base abbiamo visto essere il Nome e la Forma, su cui si intreccia l’onda “desiderio mio-tuo” chiamato ego: desiderio di mio-tuo = ego = eO (48) N + F + eO = Animale Uomo = Mente = M (49) N + F – eO = Dio = Mahat + Yatna = MY (50) L’Ego iniziale della Volontà-Desiderio d’essere i Molti è un Ego per modo di dire, è invero un dono di Dio, di Sé, è il dono della vita, mentre l’ego vero e proprio è un mio-tuo possessivo e separativo che non può essere un dono, in tutti i sensi lo si giri. Inoltre, l’Ego del Mahat ha il Triguna in perfetto equilibrio, pur venendo in Essere come miriadi di Forme. Si tenga presente che quando parliamo del Mahat ci riferiamo alla Mente Suprema, se invece parliamo della semplice Mente ci riferiamo a quella animale dei Molti, in particolare a quella umana. Quando si parla di Mente significa che essa è pervasa dall’ego eO e da esso dominata, quindi vogliamo dire che in essa prevale la identificazione con il proprio corpo psicofisiologico, perché il Triguna è in disequilibrio e prevale uno dei due Guna: Tamas o Rajas. Il Satva, nella mente comune si trova in quantità minima di 1 (uno), mentre abbiamo visto che in MY si trova nella quantità massima di valore 3 (tre). Formalmente possiamo scrivere che TRG, nella Mente comune è in quantità 1 e coincide con l’ego, mentre è in quantità 3 se è in equilibrio, e in tal caso abbiamo: TRG = 3 (51) M = Mahat = MY (52) Abbiamo indicato con M la Mente che possiamo formalizzare: M = (NF + TRG + 5PB + eO) (53) M = (ANF + eO) = (m + eO) (54) m = ANF = (M – eO) (55) La massa di una particella è quindi influenzata dalla Mente, ovvero dall’ego eO, di conseguenza anche la sua Energia Cinetica ne è influenzata e quindi il suo Fattore Energetico Fenergy:

EC =

H TOD H TOD = (M − eO ) m

(56)

231


la quale ci indica che l’inverso della massa m elettronica è uguale all’inverso della (M - eO), cioè l’inverso della Mente Pura Cosmica MY. Il Fattore Energetico Fenergy non è altro che la Mente Cosmica MY. L’inverso della massa dell’elettrone è dunque il Fenergy dell’atomo, inteso in senso Materiale oggettivo e Mentale umano.

Fenergy =

EC 1 1 1 = = = H TOD m (M − eO ) MY

(57)

Le suddette equazioni formalizzano il suddetto Fattore Energetico Fenergy in funzione diretta dell’Energia Cinetica EC e dell’ego eO. Infatti, dalla suddetta formula si evidenzia subito che il Fattore Energetico è direttamente proporzionale all’ego operativo eO e alla Energia Cinetica. Da una delle equazioni suddette, cioè da:

Fenergy =

1 (M − eO )

(58)

ricaviamo:

eO = M −

1 Fenergy

(59)

Secondo queste equazioni, aumentando l’Energia Cinetica EC aumenta anche l’ego eO. Ciò fa pensare che con l’avanzare dell’età aumenta l’intensità dell’ego operativo o spin egoico, per ovvi motivi. L’aumento di EC fa però aumentare anche il Potenziale Mentale M, ossia la mente secondo la (56), e ciò comporta un surplus di saggezza non dipendente solamente dall’esperienza vissuta durante la vita trascorsa, anzi, quest’ultima si somma alla Forza Divina che viene più in evidenza grazie al fatto che l’intensità dell’Energia spendibile del corpo fisico tende a diminuire con l’età e quindi tende ad accumularsi come Energia Cinetica della massa ANF della mente, facendo aumentare lo spin egoico eO come si vede dalla (57), quindi anche il suo potenziale di saggezza aumenta, spendibile in un senso positivo (saggia crescita spirituale) oppure in un senso negativo con la crescita parossistica del solo ego eO, che si avvita su sé stesso facendo sprofondare la Mente sempre più in bui meandri, dove è possibile anche sentire ciò che i Vangeli accennano in alcu-

232


ne parti: “paurosi stridor di denti!”. Si può dire che negli anziani sani tutte le facoltà mentali e la Forza Divina esplicitata come Forza di Volontà, si manifestano molto bene, più che nelle persone meno anziane nelle quali invece tende a diminuire l’ego eO a causa della dispersione di EC dovuta all’uso dispendioso del corpo fisico, ma d’altra parte diminuisce pure il Potenziale Mentale di Saggezza della Mente M (58). Sarà anche per questo che i giovani il più delle volte sono meno esperti-saggi dei vecchi! La fisica, non tenendo conto dell’ego, sviluppa la (57) con: eO = 0 cioè con:

M =

1 Fenergy

(59 bis)

che renderebbe la M inversamente proporzionale alla Fenergy; ma poiché di fatto l’ego eO generalmente non si azzera ma sussiste come M, allora succede che si hanno le premesse teoriche diverse dalle conseguenze pratiche, perciò lo spin egoico di EC sarà sì solo legato ad NF senza l’influenza apparente di M e solo di MY, ma con risultati pratici molto al di sotto dello stato di Mente Cosmica o Puro Amore, in contraddizione evidente e sotto gli occhi di tutti, basta vedere i rapporti sociali, senza scomodare l’eclatante autodistruzione dell’ecosistema! In pratica quindi, l’apparente Ego E scientifico si svela essere un ego eO piccolo e misero che crede di essere grande, con tutto il suo legato immondo fatto di prosopopea e punti fissi intoccabili e dogmatici. Il problema alla fonte va dunque spostato dal tempo alla mente, si trova dunque nella mente, la quale proietta lo Spazio e quindi il Tempo, velanti e proiettanti. L’onda trasversale il campo mentale o atomico (è lo stesso concetto), nata per l’alterno ritmico movimento lineare dell’asse polare di ANF o nucleo atomico, ha energia pari alla (58), la quale indica appunto l’energia dello spin egoico o spin nucleare di M, che si proietta al suo esterno, nel senso che EC permette di sparare fuori una particella che, riferita ad M, viene chiamata anu, detta anche ele233


mentale, che può essere debole o forte, e se forte può essere cattivo o buono, con tutte le conseguenze psicofisiologiche e materiali oggettive del caso ad esso collegate. Il significato dei termini cattivo e buono è riferito alla comune morale etica, per cui è buono se favorisce il benessere del ricevente e del trasmittente l’anu, è cattivo se non lo favorisce. Gli anu deboli sono la miriade di pensieri deboli che attraversano la mente grazie al subconscio, e si annichiliscono perlopiù nel circostante ambiente. Gli anu forti sono pensieri forti che nascono dalla volontà molto ben chiaramente espressa. Possono essere di tipo cattivo e buono a seconda se la volontà si lega a un desiderio cattivo o a un desiderio buono. L’anu è lo stesso spin egoico eO che, in quanto anu, non è propriamente l’elettrone ma una sua qualità che lo caratterizza e lo lega in particolare alla Forma Mentale da cui proviene, in fase con quella ricevente e quindi si somma a questultima, se non si moltiplica addirittura, qualora trova una fase più potente e tale da coinvolgere la volontà del ricevente. La particolarità esclusiva dell’anu è quella di attraversare tutte le direzioni del tempo t: passato, presente e futuro. L’osservazione di Todeschini secondo cui il tempo presente è solo quello di reazione fisiologica alle correnti elettroniche di spazio fluido provenienti dall’esterno verso l’interno e viceversa, che attraversano gli organi sensoriali giungendo al cervello e quindi alla mente, è molto giusta come tempo di persistenza delle sensazioni secondo il quale il presente può essere diverso per ogni individuo se ne è diversa la reazione fisiologica elettronica che, ordinariamente, è di circa

1 di secondo per gli umani in salute, ma proprio perché 16

soggettivo, il tempo presente è differente per ogni individuo, e il fatto di ritenerlo uguale per tutti e scorrevole, è solo una convenzione per facilitare i rapporti sociali delle varie comunità, ma dal punto di vista prettamente scientifico il tempo dev’essere ritenuto esclusivamente relativo e non assoluto; sulla questione del tempo ri234


tengo che Einstein avesse assolutamente ragione ed esprimesse invero la realtà oggettiva fisica e matematica legata agli individui egoici “eO”. X.4. Equazione Egoica Equazione è Corrispondenza Metafisica

Nella (9) sostituiamo la m della (6) e abbiamo: At = (ANF)N

t=

(60)

2

AN F A

t = N 2F

Δt = N2F

(61) (62) (63)

La (63) esprime formalmente la tecnica più semplice di purificazione della mente M, quindi dell’ego eO, per poter avere al più presto (Δt) l’esperienza del Sé soggettivo e cosmico. Questa tecnica è la combinazione di Namasmarana [Ripetizione del Nome (N2)] e Dhyanam (Concentrazione sulla Forma F), per tutto il tempo necessario (Δt) per la purificazione del Cuore-Mente (M). In quest’epoca piuttosto materialista la Ripetizione del Nome è il più semplice ed efficace metodo per purificare la mente-cuore. Quando siamo svegli sentiamo di avere coscienza piena e siamo consapevoli dei Molti, non dell’Uno. È solamente quando siamo nel sonno profondo che tutta la molteplicità svanisce, allora non siamo consapevoli del mondo, e dell’immagine illusoria che ne abbiamo. Le tecniche suddette ci permettono di esaminare anche da svegli gli stadi di sogno e sonno profondo, sicché comprendiamo che lo stadio di veglia inganna chi cerca la Verità, i sensi sono ingannevoli, sono strumenti inefficienti, non possiamo basare la nostra vita e la scienza solo sulle loro false apparenze ingannevoli. Invero, la mente non ha alcun potere, il solo potere che in apparenza ha gli viene dal 235


Sé o Atma, l’Atma Shakti; è come dire che è lo Sposo che cerca la sposa, ovvero è lo Spirito che cerca di trasmutare in luce tutta la Sua ombra (anima) tramite il matrimonio mistico e l’unione dei Due in Uno allorché l’Irreale si annichilisce nel Reale Immortale! La mente non ha forma, si può dire che sia composta di desideri e pensieri che si adattano a tutte le forme, creandone di nuove in coerenza ai sentimenti-pensieri che coinvolgono il nostro cuore; ma è sempre l’ Atma-Amore che risplende dal cuore, sia esso puro od impuro; il meglio è comunque che il cuore sia puro ed il desiderio più forte sia sempre per Dio. Un famoso santo induista, Tukaram (1608-1650 d.C), cantava in continuazione il Nama-Ratna (Nome del Signore come Gemma Preziosa). Oggi il canto del Nome del Signore è fuori da tutte le pratiche devozionali, e sembra quasi che si ignori il Nome quasi come fosse un qualsiasi pezzo di vetro o ciottolo, altro che Gemma Preziosa! Purtroppo gran parte degli uomini sembra quasi che giochino alle biglie con il Nome di Dio, inconsapevoli del suo pregio, Lo ridicolizzano o peggio restano indifferenti, sprofondando in tal modo nella più colpevole e buia ignavia. Spero che l’Egodinamica aiuti a capire che il Nome non è una misera biglia ma un Gioiello molto prezioso, allora sicuramente Lo si chiuderà nel giusto forziere in fondo al cuore, come il più prezioso dei Tesori; in quel momento succederà una cosa strana: si scoprirà che quella biglia era il Gioiello che da sempre si trovava in quel forziere, dove volevamo correre a racchiuderLo dopo averne scoperto il valore immenso! Il Nome è la chiave per il successo della nostra ricerca spirituale della Verità, ne avremo anche grande consolazione, fiducia, coraggio e illuminazione, che ci farà davvero uomini liberi. Tale suddetta tecnica è molto ben rappresentata matematicamente come un limite, ma si tenga presente che nella vita spirituale non esiste alcuna matematica che tenga fino in fondo, nessun limite può sussistere nella Singolarità Amore, ogni formalizzazione è sempre riferita allo stato egomentale. LimNF = MY (64) M→0

236


Il limite del Nome-Forma NF, per la Mente M tendente a zero, è infatti la Mente Cosmica MY, inoltre per il fatto che la Mente M ordinariamente coincide col Rajaego mentale eO, si ha: eO = 0 E se la mente coincide con l’ego: M = eO = 0 si ha allora, dalla (59):

eO =

1 Fenergy

Fenergy =

(65)

1 1 1 = = =∞ eO M 0

(66)

1 =∞ M

(67)

∞ = infinito che il Fattore Energetico Fenergy si svela essere, in piena potenza, Singolarità Infinita Amore, l’Energia Cosmica Libera. Tale singolarità è una infinità ovoidale ovvero lingamoidale, è cioè riferita ad una infinità autoavvolgente che non ha inizio ma ha una fine, tipo un’ellissoidale che diviene sferoidale per l’immane Energia che proietta in tutte le sue infinite direzioni. Fenergy =

In effetti la M si espande fino a coincidere con la MY:

Fenergy =

1 =∞ MY

(68)

Quindi con l’ego eO annichilito (eO = 0) la M si espande e si ritrova essere coincidente con la Mente Cosmica MY: eO = 0 la M ≡ MY (69) Questo è l’unico caso in cui l’energia cinetica EC tende all’infinito con l’ego eO tendente a zero e coincide con la realizzazione del Sé chiamata anche illuminazione: se l’ego eO si annulla, l’Energia Cinetica, cioè il Fattore Energetico Fenergy, tende all’Infinito, cioè alla Verità Ultima. Se non si annulla l’ego eO, resta la proporzionalità diretta tra eO ed EC, i quali crescono all’unìsono facendo crescere la mente M solo 237


egoica e non facendola espandere, cresce solo la sua Potenzialità di Saggezza come visto in precedenza, che si può risolvere con un meno “-“ oppure un più “+”. Questa crescita però è limitata nello spazio-tempo ossia non suscita alcuna singolarità o infinità, mentre l’annichilimento di eO impulsa la singolarità, ovvero l’Infinito, come abbiamo visto pocanzi. Ciò dimostra, anche matematicamente, la necessità di una giusta tecnica atta a svelare la potenza della Divinità insita nell’essere umano. Non basta aumentare la potenzialità energetica psicofisica, anzi, ciò tende ad allontanare dalla meta realizzativa del Sé e ad accrescere la potenza egoica; è la prova matematica e sperimentale dei noti versi evangelici secondo i quali la “saggezza si svela ai semplici”, si noti bene che si parla di semplicità d’animo non di ignoranza, il che vuol dire purezza di cuore! Si potrebbe dire che la sola potenzialità energetica psicofisica incrementi la “Mentalità” non la “Divinità” dell’essere umano, se di pari passo non si purifica anche il cuore dall’ego. Il massimo punto di espansione della Mente è MY, dopodiché non c’è più alcuna tecnica che tenga, serve il diretto intervento di Dio, la Divinità Cosmica o Sé Onnipervadente, sulla Divinità intrapersonale o Sé incarnato e personale, per svelare la loro intrinseca identità che dona illuminazione, Verità Ultima. A noi interessa anche sapere, come Egodinamica, la velocità del Nome N che attraversa il Piano B, in funzione della velocità della luce C. Ci interessa pur sapendo che nel Piano A non c’è velocità ma solo istantaneità tipo entanglement quantistico, tramite il quale due particelle possono condividere le loro proprietà-qualità simultaneamente. Poiché lo spazio mentale è lo stesso del Piano B, operiamo con i fattori GNS. Allo scopo rileviamo che, avendo ipotizzato la mente assimilabile ad un atomo il cui nucleo è ANF e i pensieri gli elettroni planetari, denominati anche anu o elementali, la energia cinetica di un pensiero-anu-elementale che viene alla superficie cosciente del mentale gira ad una velocità certamente superiore a quella della luce, pertanto la sua energia cinetica è calcolabile con la Spaziofluidodinamica:

238


EC = dove C è la velocità della luce. Poiché ANF = m, scriviamo:

EC =

mC 2 2

(70)

( ANF )C 2 2

(71)

Sapendo che la (41) è sempre una EC, e avendo sostituito m con ANF, abbiamo

H TOD ANF H TOD EC = (M − eO )

EC =

(72) (73)

un sistema di due equazioni composto dalla (73) e dalla (71). Poiché EC con la (73) è messa in relazione all’ego eO, eguagliando i secondi membri di (71) e (73) abbiamo l’equazione

( ANF )C 2 2

=

H TOD (M − eO )

(74)

dalla quale ricaviamo l’ego eO

2 H TOD ( ANF )C 2 2 H TOD eO = M − ( ANF )C 2 M − eO =

(75) (76)

Se non mi sbaglio questa è la prima Equazione Egoica in funzione della velocità della luce C, se non in assoluto la prima equazione egoica. Nella Mente abbiamo posto per convenienza due tipi di ego, anche se, invero, l’ego è uno solo “e”: eM prettamente Mentale; eS di Stazionamento subconscio. L’Ego Operativo eO è la somma dell’Ego Mentale eM e dell’Ego Subconscio di Stazionamento eS, e possiamo scrivere: eO = eM + eS (77) 239


eS = eO - eM (78) eM = eO - eS (79) Tuttavia, quando nella Mente non ci sono pensieri specifici coscienti succede che l’ego eM si riduce, ma non si azzera mai, per esempio durante il sonno con o senza sogni; allora essa diviene quasi coincidente con l’ego di stazionamento subconscio eS, ossia l’Ego Operativo diviene all’incirca quello di Stazionamento e possiamo scrivere: M = eO (80) eO ≈ eS per eM ≈ 0 (81) Scrivendo la (76) nella seguente forma:

eO = eS −

2 H TOD ( ANF )C 2

(82)

si evidenzia la differenza che sussiste tra eO ed eS, dove sostituendo la Costante Todeschini abbiamo:

2mEC mC 2 2E eO = eS − 2C C eO = eS −

(83) (84)

la quale dice che all’ego di stazionamento mentale eS serve una quantità di Energia Cinetica Suppletiva che indichiamo con SEC:

SEC =

2 EC C2

(85)

per essere ego Operativo eO. Possiamo scrivere anche sotto le seguenti forme l’equazione degli ego, Operativo e di Stazionamento: eO = eS − SEC (86)

eS = eO + SEC

(87) Le suddette forme sembrano contraddire ciò che diciamo, in effetti bisogna leggerle nell’ipotesi (81) secondo la quale si ha eO ≈ eS e in tal caso si possono riscrivere le due ultime suddette: eO = eS + SEC (88)

240


e S = eO + SE C

(89)

in tal caso in (88) e (89) l’interpretazione coincide con la formalizzazione più chiaramente, è molto più evidente. Si può quindi riscrivere la (86) per lo stesso suddetto motivo:

2 EC C2 2E eS = eO + 2C C

eO = eS +

(90) (91)

Si badi che l’Energia Suppletiva SEC non è l’ego Mentale né di Stazionamento, bensì è solo quella Energia che bisogna aggiungere all’Ego di Stazionamento Subconscio perché diventi Operativo, pur essendo la mente in sonno con sogni o senza oppure in una fase di meditazione. Infatti, basta ricordarsi l’ipotesi della Mente senza pensieri coscienti, come da (86) appunto. Considerando solo il discorso energetico senza coinvolgere l’ego, questa Energia Suppletiva va ad incrementare quella di stazionamento relativa alla N di ANF nel Moto Informativo Perpetuo, affinché l’Energia Cinetica EC del Nucleo ANF possa essere in grado di espellere uno specifico anu eO dalla mente M. Come si può vedere facilmente dal suddetto rapporto della (85), basta poca energia “in più” per proiettare un anu “avvelenato” all’esterno dello spazio mentale della propria mente M, perciò è meglio andarci cauti con i subvalori umani tipo invidia, ira, gelosia e simili, perché è piuttosto facile ingabbiarsi in buie cellule mentali assai negative, ove la paura assale con tremendi “stridor di denti”! Notiamo che in tutte le formule la EC si trova sempre al numeratore e fa sempre aumentare l’intensità di ogni tipo di ego; ciò vuol significare che accumulare Energia Cinetica incrementa l’ego operativo, che in tal modo sollecita la kundalini verso l’alto. Sembra una contraddizione, ma se riflettete bene non lo è, perché l’ego non è azzerabile totalmente quando si ha un corpo fisico, e perciò se esso viene incrementato dalla EC viene tuttavia PURIFICATO dal Namasmarana, vengono purificate tutte le energie vitali che sono alla ba-

241


se della stessa Kundalini, perciò è vitale praticare il Namasmarana o, comunque, una tecnica di purificazione del cuore-mente! In altre parole viene incrementata, e con una buona tecnica purificatoria viene purificata, l’enegia sessuale che si trova nel cakra alla base della colonna vertebrale chiamato Muladhara! Non meraviglia quindi il “tocco” di questo cakra del sesso da parte del buon Sadgurù (l’Avatara), perché serve a purificare istantaneamente l’energia arrotolata e farla scorrere, al momento opportuno, pura e potente verso l’alto, la testa, verso il cakra dai Mille Petali! X.5. Equazione Armonica Transizionale L’Armonia Sistemica è Osmosi Peduncolare degli Estremi

Adesso ricaviamo e sviluppiamo l’equazione che permette la transizione dalla Meccanica Quantistica di Todeschini alla Meccanica Nominale dell’Amore, e viceversa. Allo scopo sviluppiamo l’equazione così come esposta nella (28), cioè NON per un treno d’onde ma per UNA sola onda:

8π 2 m 1 = − 2 (2 EC ) h

(92)

dividiamo per 16 entrambi i membri ed otteniamo:

π 2 mEC 1 =− 16 h2

(93)

estraiamo la radice quadrata di entrambi i membri:

iπ mEC 1 =± 4 h

(94)

Considerando che sviluppiamo il Traspazio del Piano B di GNS, risulta che h = 4PBS! come da (XXV) del Punto Topico, che sostituita nella suddetta (94) al posto di h, si ha:

242


iπ mEC 1 =± 4 4PBS !

(95)

Riprendiamo la formula (VIII) del Traspazio che è:

1 ⎛ ⎞ ⎜ PBGNS !− PBS !⎟ 2 ⎠=1 ⎝ 4 PBS ! 8

(96)

dalla quale estraiamo h = 4PBS!, ossia 4PBS! e abbiamo:

1 ⎛ ⎞ ⎜ PBGNS !− PBS !⎟ 2 ⎝ ⎠ = 4 PB ! S 1 8

(97)

Per tutti gli altri Piani Prespazio e Spazio si ha sempre la stessa formula che si ripete e si differenzia solo nella sequenza fattoriale dgli Elementi, pertanto si è potuto scrivere la formula generalizzata a tutti i Piani in termini fattoriali perché, di fatto, tutti gli elementi, pur Sommandosi nel Particolare, si Moltiplicano nell’Universale, in sequenza e secondo la Pervasività Successiva, anche come Totalità ANF, perciò è stato lecito scrivere la formula (96) in termini fattoriali, in modo da comprendere tutti gli elementi GNS ed S. Risolvendo i fattoriali della suddetta (96) rispetto agli elementi GNS ed S, e considerando il loro insieme come unità numerica 1 (uno), si ha la controverifica aritmetica: (1 – 1/2) /4 = 1/8 1/2 * 1/4 = 1/8 1/8 = 1/8 la quale ci conferma la correttezza matematica delle impostazioni ed anche quindi delle conseguenti Equazioni Nominali. Allora possiamo sostituire la (97) nella (95) e avere:

243


iπ mEC 1 =± 1 4 ⎞ ⎛ ⎜ PBGNS !− PBS !⎟ 2 ⎝ ⎠ 1 8 2=±

1= ±

iπ mEC 1 ⎛ ⎞ ⎜ PBGNS !− PBS !⎟ 2 ⎝ ⎠ iπ mEC 2 PBGNS !−1PBS !

(98)

(99)

(100)

dalla quale ricaviamo gli Elementi fattoriali:

2 PBGNS !− PBS ! = ±iπ mEC

(101)

e dalla quale possiamo ricavare il valore numerico di una particella nel Piano B di Traspazio sviluppando la suddetta (101):

PBGNS ! =

PBS !±iπ mEC 2

(102)

che ci permette di conoscere le particelle del Piano B di Traspazio di GNS conoscendo quelle del Piano A di Prespazio di S, dopodiché si potranno conoscere anche quelle del Piano C di Spazio di FGS. Prima cosa da fare è quindi conoscere il valore delle Particelle sottili del Piano A di Prespazio S ossia il quanto fattoriale PBS! e perciò riprendiamo l’equazione della Psicobiofisica di Todeschini che esprime le sensazioni che sono intimamente collegate alle qualità oggettive e soggettive psicologiche: S=ma (103) Le 5 sensazioni espresse dalla (103) rispecchiano le 5 Qualità con le quali sono strutturati i 5 Elementi, dal Piano A al Piano C con qua-

244


lità diversamente quantizzate nella loro sottigliezza-pesantezzaintensità. Sappiamo dalla (6) che nel Piano A la massa sottile è data da: mS = (ANF)S = 5PB = PBS!

(104)

Per coerenza anche la massa m della (102) è da considerare sottile e indicata come mS.

PBGNS ! =

PBS !±iπ mS EC 2

(105)

Per le stesse suddette ragioni abbiamo la massa GNS e FGS:

quindi:

mGNS = (ANF)GNS = 5PB = PBGNS! mFGS = (ANF)FGS = 5PB = PBFGS!

PBFGS ! =

PBGNS !±iπ mGNS EC 2

(106) (107) (108)

Ma ritorniamo alla (105) che va risolta per prima. Il diagramma della Figura 3 ci fa vedere il ciclo quantico degli Elementi senza tuttavia far vedere le qualità che ogni Elemento ha e grazie alle quali si può recepire la relativa sensazione della (103) legata ad ogni elemento. Lo sviluppo dei vari elementi è nella Pervasività e Quintuplicazione del diagramma suddetto, di cui un elemento GNS è: SpGNS = 1/2SpS + 1/8(ArS + FuS + AcS + TeS) (109) Sappiamo già che ogni Elemento ha delle qualità intrinseche che sono così specificate in valore numerico: Sp = Spazio = numero 1 Qualità, per cui abbiamo = (Sp)1 Ar = Aria = numero 2 Qualità, per cui abbiamo = (Ar)2 Fu = Fuoco = numero 3 Qualità, per cui abbiamo = (Fu)3 Ac = Acqua = numero 4 Qualità, per cui abbiamo = (Ac)4 Te = Terra = numero 5 Qualità, per cui abbiamo = (Te)5 Lo stesso numero di Qualità lo ritroviamo negli elementi di tutti e tre Piani A, B e C; poiché stiamo analizzando il Piano B GNS rile245


viamo il Fattoriale Quantico degli Elementi del Piano B dal sottoindicato diagramma di Quintuplicazione Fattoriale pervasiva: QUINTUPLICAZIONE F A T T O R I A L E

SpGNS = 1/2SpS + 1/8(Ar2S + Fu3S + Ac4S + Te5S) Ar2GNS = 1/2Ar2S + 1/8(Fu3S + Ac4S + Te5S + SpS) Fu3GNS = 1/2Fu3S + 1/8(Ac4S + Te5S + SpS + Ar2S) > (110) Ac4GNS = 1/2Ac4S + 1/8(Te5S + SpS + Ar2S + Fu3S) Te5GNS = 1/2Te5S + 1/8(SpS + Ar2S + Fu3S + Ac4S) ………………………………………………….. ………………………………………………….. ………………………………………………….. ………………………………………………….. …………………………………………………..

in cui il Fattoriale Quantico di GNS è la (110) ed è la massa di “GNS” letta verticalmente: 2 3 4 5 mGNS = PBGNS ! = SpGNS ArGNS FuGNS AcGNS TeGNS (111) Mentre il Fattoriale Quantico di Pervasività del Piano A è letto verticalmente e solo per le seguenti parti orizzontali: 1/8(Ar2S + Fu3S + Ac4S + Te5S) 1/8(Fu3S + Ac4S + Te5S + SpS) 1/8(Ac4S + Te5S + SpS + Ar2S) 1/8(Te5S + SpS + Ar2S + Fu3S) 1/8(SpS + Ar2S + Fu3S + Ac4S) che esprimono la stessa massa, ma nel Piano sottile “S”: 5

⎛1⎞ mS = PBS ! = ⎜ ⎟ Sp S ArS2 Fu S3 AcS4TeS5 ⎝8⎠

(112)

Dalle equazioni (XXI) e (XXII) sappiamo che la Forma F di ANF è coincidente con la Forza F dell’Impulso, quindi con le rispettive cinque Sensazioni S della (103), per cui dalla (7) abbiamo la Forza che suscita nella psiche le Sensazioni, che nella fattispecie appartengono al Piano A Sensibile-Sottile di S, cioè abbiamo la Forza Sottile FS e la massa sottile mS, ovvero: 246


mS AN mS = FS AN FS =

(113) (114)

Ritorniamo alla (105) e sostituiamo i valori:

mGNS =

mS ± iπ mS EC 2

(115)

Volendo ricavare la massa delle Sensazioni nel Piano S cioè mS eleviamo al quadrato i due membri della (115) e abbiamo: 2 2 (mGNS )2 = (mS ) ± π mS EC

(116)

4

dalla quale è facile ricavare la massa ms, percio sviluppiamo la suddetta equazione (116) e poniamo: 3 4 5 2 2 ) a 2 = mGNS = (SpGNS ArGNS FuGNS AcGNS TeGNS

2

⎛ ⎛ 1 ⎞5 ⎞ b = m = ⎜ ⎜ ⎟ SpS ArS2 FuS3 AcS4TeS5 ⎟ ⎟ ⎜⎝ 8 ⎠ ⎠ ⎝ 2

2 S

(117)

2

(118)

che andiamo a sostituire nella (116) e abbiamo:

b 2 ± π 2 mS EC a = 4 2 2 4a − b = ±π 2 mS EC 2

mS = ±

4a − b π 2 EC 2

(119) (120) 2

(121)

nella (121) riteniamo con Todeschini, che il valore negativo sia da scartare, giacché nella realtà oggettiva può variare in negativo solo l’accelerazione della massa e non la massa. Riteniamo con Todeschini, illegittima l’equazione di Einstein: 1

⎛ C2 ⎞2 ⎟ mT = m0 ⎜⎜ 2 2 ⎟ ⎝ C −V ⎠

(122)

247


mentre riteniamo legittima, coerente alla natura oggettiva, quella di Todeschini riferita alle accelerazioni: 1

⎛ C2 −V 2 ⎞2 ⎟⎟ aT = a0 ⎜⎜ 2 ⎝ C ⎠

(123)

Il motivo è evidente: la massa è un ente scalare, l’accelerazione è invece vettoriale e suscettibile di valori negativi e positivi. Per questa elementare ragione riteniamo più corretto il seguente prosieguo delle analisi, e considerare le potenze degli Elementi come “non potenze”, perché sappiamo essere Qualità che si defferenziano per il loro numero quantitativo, messo in evidenza sotto l’aspetto di potenza solo per meglio rendere l’idea delle stesse, perciò non rientranti (solo per ora!) nei nostri calcoli; perché non sappiamo ancora dire oggi, come si potrà sviluppare domani, esattamente, il calcolo matematico nel prossimo futuro della Scienza Neurofisiologica! Le Qualità del Prespazio sono numericamente uguali a quelle del Traspazio e Spazio, perciò possiamo anche indicarle senza le rispettive Qualità, cioè senza le potenze. Se fossero effettivamente delle potenze e volessimo conoscere l’Energia Cinetica delle Qualità, forse dovremmo estrarre la radice quadrata per l’elemento Aria, la cubica per Fuoco, la quarta per Acqua e la quinta per Terra. Nel Punto Topico della materia abbiamo ipotizzato che dei 5 elementi uno fa da Messaggero, e in successione il Messaggero diviene, uno alla volta e di seguito, ogni Elemento; a causa di ciò di elementi se ne vedranno sempre solo 4, di cui non sapremo mai quale sarà Messaggero in quel momento, diciamo, mancante come elemento. Quindi la questione va presa necessariamente nel suo insieme come pacchetto quantico di soli 4 Elementi, quali? Non lo so e credo non si possa dire con certezza, perciò è più coerente prendere in esame la (105) tenendo presente il Punto Topico. Ribadiamo che la (105) sottoriportata come (124), è effettivamente ciò che cercavamo, l’Equazione Transizionale:

248


PBGNS ! =

PBS !±iπ mS EC 2

(124)

La (116) può essere sviluppata anche come rapporto tra le due masse suddette mGNS ed mS che, dalla (116), risulta essere: 2 mGNS m S ± π 2 EC = 4 mS

(125)

2 (SpGNS ArGNS FuGNS AcGNS TeGNS ) mGNS = 1 mS SpGNS ArGNS FuGNS AcGNS TeGNS 8

2

2 mGNS = 8SpGNS ArGNS FuGNS AcGNS TeGNS = 8PBGNS ! mS

mS ± π 2 EC 4 32 PBGNS ! = mS ± π 2 EC 8 PBGNS ! =

(126)

(127) (128)

mS = 32 PBGNS !±π 2 EC

(129) che è l’espressione della massa sottile, uguale alla (121); uguagliandole abbiamo:

mS = ±

4a 2 − b 2 = 32 PBGNS !±π 2 EC π 2 EC

(130)

che è la forma più completa della massa sottile “ANF”. Abbiamo già accennato all’ipotesi per cui i 5 elementi nel Traspazio possono identificarsi con i Quark, dei quali ne diverrebbero evidenti solo 4 di numero, che assieme al quinto Quark andrebbero a strutturare il nucleo atomico. Il quinto Quark “invisibile” ma operativo, si evidenzierebbe solo per “strani” fenomeni nucleari di magnetizzazione ambientale, sarebbe l’esplicazione nel Traspazio-Spazio del Puro Amore A.

249


Proseguendo in questa ipotesi poniamo il Puro Amore A uguale alla Successione quantizzata degli elementi sottili: A ≡ PBS! ≡ QK (131) Per gli stessi motivi poniamo il quanto fattoriale di GNS, degli elementi del Traspazio, uguale all’esplicato Nome-Forma NF: PBGNS! = NF (132) e di conseguenza la (124) diventa:

NF =

A ± iπ mS EC 2

(133)

Sviluppandola fino a ricavare la mS abbiamo:

2 NF = A ± iπ mS EC

(134)

4(NF ) = A2 ± π 2 mS EC

(135)

2

Nel Prespazio sappiamo già che: ANF = A = Forza Creativa “FCREA” NF = A/A = 1 N = 1/F F = 1/N EC = N Andando a sostituire nella (135) il valore 1 (uno) di NF si ha:

4 = A2 ± π 2 m S EC

(136)

Sappiamo da Todeschini che la Forza Inerziale di Newton è:

⎛ V2 ⎞ F = ma 0 ⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ ⎝ C ⎠

(137)

che possiamo tranquillamente considerare Impulso Creativo esplicato nello Spaziofluido del Piano C di FGS, perciò è lecito considerarlo come Amore A nel Prespazio e scriviamo: A = FCREA = mS (138) dove non esiste accelerazione ma istantaneità d’impulso di mS. Infine, per il Principio di Invarianza, l’Amore Puro resta appunto INVARIATO a qualsiasi livello e dopo qualsiasi tipo di elaborazione, per cui sarà ancora lecito scrivere:

250


An = A

(139)

Tale Principio VALE SEMPRE, perché è il fondamento del Paradigma Amore di questa teoria ricavata dagli eterni Veda. Ciò premesso, elaboriamo alfine la (136), tenendo presente la fondamentale (139), e abbiamo: (140) 4 = A ± π 2 m S EC in cui sostituendo la A con il valore della FCREA si ha: (141) 4 = m S ± π 2 m S EC dalla quale alfine ricaviamo la mS che è anche l’Amore A, il fattoriale PBS!, il Quark QK nonché l’Impulso Creativo FCREA, e alfine risulta la (142), la quale ci permette di passare, quale Equazione di Transizione, dalla Fisica Classica alla Fisica Nominale e viceversa, attraverso la già nota Spaziodinamica di Todeschini applicata ai Testi antichissimi Vedici dell’India:

FCREA = A = (PBS !) = Q K = mS =

4

(1 ± π

2

EC )

(142)

Gli Elementi della Materia sono 5 ma nella fase di Moto Creativo ne appaiono solo 4; questo “apparire” è però diverso dalle ”apparenze fenomeniche” oggettive, questo “apparire” 4 invece che 5 Elementi è il nòcciolo misterioso della Creazione, è proprio dell’Atto Creativo in quanto ISTANTANEO, perché esplicazione del Puro Amore, che non ci è dato ancora di capire pienamente con la mente/cuore non purificata! Dice il bravo astrofisico Mario Livio nella sua ultima opera: “Nel XX° secolo, con il riconoscimento del fatto che alla base della struttura del mondo subatomico ci sono motivi matematici ben definiti, i fisici moderni hanno messo al primo piano i principi matematici di simmetria, sostenendo che le leggi della natura e gli stessi costituenti fondamentali della materia dovrebbero seguire determinati modelli, e da questi requisiti hanno dedotto le leggi generali.” Poi però l’autore, continuando, si chiede: 251


“Come fa la natura a sapere di obbedire a queste simmetrie matematiche astratte?” 28 È una Creazione Continua di indeterminabile dinamicità come danza cosmica della Coscienza Princìpiale di Dio-Amore? Per questi motivi, qualsiasi calcolo matematico, simmetrico o asimmetrico, è inimmaginabile dallo stato apparente-mayaico dei sensi in cui ci troviamo e viviamo? Proprio per non incorrere in tali rischi abbiamo sempre considerato nei nostri calcoli fin’ora fatti, il Pacchetto Quantico dei 4 ElementiQuark, ovviamente sempre comprensivo, perché naturalmente implicito, del Quid Amore che è la vera e sola Forza Creativa, Sostenitrice e Distruttrice di tutto questo Universo! X.6. Energia Suppletiva e Trasformazioni di “A” L’Energia Suppletiva è distribuita lungo il Midollo Spinale

Esistono due naturali fonti di energia: il Sole e il centro della Terra. L'energia che viene dal Sole appare predominante nella natura. Quando la testa accentra l'energia solare, il cervello diventa attivissimo. Se lo stomaco assorbe questa energia esso diventa più attivo, allora il cervello si smagnetizza, cioè s'indebolisce, e compare il mal di testa. Perciò questa Energia suppletiva nell’esempio dello stomaco è detta anche “superflua” e dev’essere rimandata al cervello. Per la ridistribuzione regolare dell’energia in tutte le parti del corpo ci vogliono degli esercizi psicofisici, meglio se abbinati al Namasmarana e quindi alla Meditazione. È sufficiente anche una semplice tecnica di rilassamento muscolare che, tramite una tensione locale muscolare seguita da una breve tenuta della tensione e chiusa con il rilassamento della parte e conseguente presa di coscienza della stessa, si riesce a smaltire dell’energia in eccesso o comunque a rie28

Dio è un matematico Di Mario Livio, tradotto Edizioni Rizzoli

252


quilibrare l’energia dell’area sottoposta a trattamento. La causa di ogni dolore è quasi sempre l'Energia Superflua (SEC) ammassata in qualche parte del corpo (ego locale!). Il suo accumulo provoca una certa tensione nel sistema nervoso. Per far sparire il dolore, l’energia concentrata generalmente come calore dev'essere diradata. Ciò si ottiene facilmente con appropriati esercizi ginnici e con la corretta respirazione abbinata. Appena l'energia si dirada il sangue comincia a circolare regolarmente in tutto l'organismo e il malato si sente assai meglio. Molto diffusa oggi è l’insonnia: sembra essere dovuta alla Energia Suppletiva nel cervello. Se si riescono a fare esercizi, tramite i quali dirigerla verso un'altra parte del corpo, o verso la punta del proprio naso, concentrando il proprio pensiero per cinque minuti, è facile debellare questo malanno, ovviamente se non dipende da altre cause. Se risulta difficoltoso concentrarsi, basta lavarsi le gambe con acqua calda e il sangue scende verso il basso facendo diminuire la energia suppletiva del cervello. L'eccesso o carenza di energia in certe parti del corpo è una delle concause delle malattie. Per esempio, l'energia suppletiva nella testa provoca il mal di testa e quella di qualche componente del sistema gastrico provoca l'indigestione. L’Energia SEC Suppletiva, a livello cellulare e/o atomico, è la minima energia necessaria che si aggiunge a quella di N in ANF, per espellere una Particella Egoica eO, come già visto nella (82); tale energia cinetica

SEC =

2HTOD C2

(143)

cellulare suppletiva SEC è invero molto debole, perciò può anche essere considerato eO = eS e ritenere che l’ego operativo eO, o spin egoico, nasca quasi esclusivamente dal moto rettilineo alterno (±) di ANF quale nucleo dell’atomo/mente, suscitando nello stesso spazio fluido mentale/atomico un’onda egoica trasversale chiamata appunto spin egoico. L’intensità di questo spin viene anche chiamata Forza Creativa, indicata col simbolo FCREA, la quale indica l’intensità energetica del 253


Moto Informativo Perpetuo (MIP) del Nome N di un ego eS di stazionamento, ovvero di eO, perché insufficiente per la sua espulsione dal Campo Mente, come già visto. Adesso vediamo come l’Amore Puro A si trasforma attraversando i Piani A, B e C, pur restandone l’immutabile sostrato. Rivediamo meglio come l’energia cinetica impulsiva di A del Piano S si trasforma nel Piano FGS nel suo inverso, cioè come l’Amore Puro della Forza Cosmica appare nelle singole individualità Traspaziali o tramentali GNS per poi concretizzarsi in FGS come moltitudine di ego eO formanti materia, ovvero il classico etere spaziofluidinamico. Allo scopo vediamo lo sviluppo dei tre Piani: Piano S (Prespazio). Sviluppiamo le seguenti equazioni che il lettore dovrebbe già conoscerne gran parte:

EC =

H TOD m

(144)

m = ANF

H TOD ANF H A = TOD EC NF

EC =

Sappiamo già dal Prespazio:

A = ( ANF )

EC = N Sostitendo la (148) nella (147) si ha:

A=

H TOD N 2F

(145) (146) N

(147) (148) (149)

Poiché nel Prespazio la Forza Cosmica è Puro Amore, possiamo scrivere che la Forma del Puro Amore è lo stesso Puro Amore: A = F = m = ANF (150) Sostituendo nella (149) la F con la A della (150) e semplificando:

A2 =

254

H TOD N2

(151)


N =±

H TOD A

(152)

la quale ci dice che il Nome, che va ripetuto col Namasmarana, è uno degli inimmaginabili Nomi che può essere ripetuto, nel bene o nel male (±), estraendo la radice di HTOD e indicando in precedenza una Tabella dei Nomi conosciuti con a fianco una stima numerica prettamente soggettiva di N; lo sviluppo è solo una curiosità. La (152) ci dice pure che in entrambi i casi, alla fine, ci si rapporta sempre con l’Amore Puro A e quindi si realizza comunque la purificazione della mente se si sperimenta questo Piano sottile prespaziale S, magari impiegando più tempo t1 in FGS se si opta per i valori negativi, ma ancora non ci dice che il Nome dipende dalla Forma nel Moto Creativo come Potenza 2, tanto meno nel Moto Creativo come Potenza N di (ANF)N, bensì potrebbe essere il contrario, come già visto, cioè potrebbe essere che la Forma dipenda dal Nome! Piano GNS (Traspazio). In esso il Nome inizia a concretizzarsi con gli elementi GNS. Sappiamo già che: (ANF)N = 1 (153)

N= NN

H TOD ANF N H TOD = ( ANF )N

(154) (155)

(ANF)N = 1 N N N = H TOD N = H TOD

(156)

(157) la quale dice che nel Traspazio il Nome inizia a concretizzarsi anche nella quasi realtà materiale, diversamente dal Prespazio dove invece è in nuce nel Puro Amore A, con il quale si rapporta. In questa fase si capisce che il Nome N dev’essere la costante sempre presente fino alla purificazione del Mentale. Rilevando poi che: HTOD = mEC (158) 255


e sostituendola nella (157) sapendo che N = EC m =ANF N = mEC N = ANFN N = N2AF 1 = NAF

N=

(159)

1 AF

(160)

la quale ci conferma che nel Piano GNS il Nome inizia a concretizzarsi nella Forma dell’Amore. Piano FGS (Spazio). Nello Spazio FGS sappiamo già che:

( ANF )N N=

=

1 A

H TOD H TOD 1 = = H TOD = H TOD × eO ANF A A

(161) (162)

e poiché la Mente coincide con l’Ego Operativo eO abbiamo:

N = H TOD × M

(163) la quale ci dice che per realizzare il Potenziale del Nome, la Mente e quindi l’Ego Operativo deve suscitare in sé una moltiplicazione concreativa della sua “Costante Interiore” assimilata ad HTOD, tale che la stessa Mente si espanda sempre più verso l’Ego Cosmico E; ci dice ancora che nel Piano FGS, per il valore di HTOD il Nome necessita visualizzarlo e fissarlo nella Mente come vuole appunto la tecnica vedica del più volte citato Namasmarana. Guardando i tre Piani dal punto di vista della massa m e sapendo ANF = m abbiamo rispettivamente: nel Piano S: nel Piano GNS:

256

H TOD = AN EC H m = TOD = 1 EC m=

(164) (165)


nel Piano FGS:

m=

H TOD H TOD 1 = = =A EC H TOD eO eO

(166)

La (164) ci dice che la massa è l’Amore Puro carico del Messaggio del Nome N. La (165) ci dice che la massa è l’inizio numerico 1 dei Molti. La (166) ci dice che la massa è concretamente tutti i Molti, come dimostra il Principio Unifenomenico di Todeschini; soprattutto ci dice che i Molti sono solo apparentemente tali, perché ci conferma senza dubbio che tutti i Molti sono Dio stesso, in Essenza Trascendente Immanente. Rapportando il Piano S con il GNS resterà invariato il valore AN, mentre rapportando il risultato del primo rapporto con il Piano FGS si ha:

m=

AN = A N eO 1 eO

(167)

la quale afferma che nel piano ordinario della vita la massa è una concentrazione di Amore AN e di ego operativo eO, è invero CONDENSAZIONE dell’Amore dovuto al ciclo perenne del Moto Creativo dello stesso eterno Amore il quale, come apparente Maya, è assimilabile al DNA della Divinità! L’Amore, con qualsiasi Nome N, resta sempre Amore Puro:

AN = A

(168)

come appunto esprime il rapporto tra Piano S e Piano FGS, che sta a dimostrare ancora una volta che tutto è Amore e solo Amore, anche lo stesso ego che ci permette di esperirLo. Le equazioni basilari dell’Egodinamica hanno una spiegazione oltre che intuitiva anche metafisica religiosa, che potrebbe essere la seguente: il corpo fisico (l’Energia Cinetica EC e la Forma F) è l’armonioso fondersi dei sensi e delle membra; Dio è l’armonia di tutte le Forme e di tutti i Nomi che Gli vengono attribuiti dall’uomo, perciò soltanto un modo di vedere limitato può insistere su un 257


solo Nome e/o una sola Forma e, ciò che è peggio, condannando l’uso di altri Nomi e Forme! X.7. Influenza del Triguna nel Piano “FGS” La Struttura Reticolare è funzione del Triguna

Vediamo adesso di chiarire meglio il significato metafisico e fisico che ha l’influsso del Triguna sulla natura sottile degli elementi al Livello C spaziodinamico, ma innanzitutto sull’ego quale espressione dello stesso Triguna nella fisica ordinaria spaziodinamica, come si è potuto constatare con la trattazione fin’ora esposta. Prima di continuare serve ribadire che tutte le leggi della Fisica hanno una doppia valenza: fisica e metafisica. In altre parole, una formula quale è, per esempio, quella inerziale di Newton: F = ma ha un significato sia fisico, evidente nel secondo membro con l’urto della materia, che metafisico poco evidente come forza F applicata alla materia, nel primo membro. In tal caso il significato fisico è il prodotto ma (Princìpio Unifenomenico) mentre quello metafisico è la forza F che nasce come reazione psicologica al Principio Unifenomenico, Marco Todeschini docet. Ogni formula perciò, esprime sempre una manifestazione del sostrato spirituale-psichico, che in questo caso è la Forza che produce un’accelerazione della massa m, urto tra parti di materia a qualsiasi livello del Piano FGS. All’origine c’è la Forza Cosmica spirituale che si esprime sempre come Impulso diretto sulla massa elettronica, del corpo fisico in tal caso, ed F è una sensazione suscitata direttamente dal corpo fisico alla psiche, oppure l’Impulso coinvolge indirettamente il nostro corpo fisico, per esempio gli occhi, e pur essendo coinvolta una qualsiasi massa oggettiva esterna, provoca ugualmente una accelerazione a della massa m dei bastoncelli dei nostri occhi che restano coinvolti istantaneamente, anche se come solo osservatore indiretto 258


del fenomeno. Il fenomeno osservato ha in sé una certa durata di tempo t, ma il fatto stesso che noi l’osserviamo ne siamo coinvolti istantaneamente appena ne abbiamo coscienza, e il nostro tempo sarà una funzione del nostro “tempo biologico”, per cui il tempo trascorso del fenomeno può essere diverso dal tempo trascorso per un altro osservatore dello stesso fenomeno vissuto, all’inizio, contemporaneamente da entrambi gli osservatori! Ciò non vuol dire “relatività di Einstein” ma solo “relatività soggettiva”, in quanto coscienza del fenomeno osservato e reazione fisiologica, che può anche essere leggermente diversa nei due soggetti osservatori! Si può affermare allora che la Fisica è già anche Metafisica, basterebbe solo più intuito libero e si capirebbe meglio anche la stessa Fisica di Todeschini, di Bohm, di Tesla e di Einstein. Fatta questa premessa, sarà più facile sperimentare intuitivamente l’influsso del Triguna sulla natura sottile degli elementi, ma innanzitutto sull’ego eO, espressione dello stesso TRG. Abbiamo già accennato al significato del “senso dell’io”: l’e-go quale spin elettronico di ogni Forma. Il Triguna miscelato in diverse proporzioni si trova in ogni spin egoico. Due atomi di ferro, per riprendere lo stesso semplice esempio delle prime pagine, pur avendo in apparenza gli stessi spin, si differenziano nella combinazione trigunica, perciò si può dire che i loro spin, uguali come elemento ferroso, hanno due personalità egoiche diverse perché diverse sono le miscele di triguna: dove la posizione del guna in uno, può essere diversa dalla posizione dello stesso guna nell’altro atomo di ferro; è perciò importante il “posizionamento” delle qualità guniche! Quindi si possono definire affini i due atomi, ma non uguali! L’affinità chimica dei due atomi di ferro li farà combinare e stare insieme, pur restando due ego diversi e quindi due atomi di ferro, nel senso che i due non diventano uno, ma restano sempre due atomi di ferro, anche se uniti nella stessa molecola nella quale si fisseranno in posizioni differenti col tempo, finché decadranno spontaneamente.

259


Pertanto si può affermare che non c’è errore nell’affermare che due atomi dello stesso elemento Ferro sono diversi, cioè hanno spin diversi, perché in effetti sono diversi nel senso trigunico, anche se appaiono uguali nel senso “grossolano” chimicofisico! Si è già visto che il Triguna è composto da tre FORZE: Satvica, Rajasica e Tamasica, le quali si combinano con quelle Forze di Trasmissione del Campo Oscillante di spaziofluido del nucleo ANF secondo le tre direzioni ortogonali x, y e z, cioè secondo la scomposizione della Forza Impulsiva verticale alterna del nucleo ANF nelle tre forze FX, FY ed FZ del “Trivettore Universale” di Todeschini già visto in precedenza in altro capitolo. Abbiamo già accennato che la Forza Tamasica è dotata della sola direzione discendente, precipitazione-condensazione che va a combinarsi con la forza FX alterna nell’equazione del Trivettore, il quale è la spiegazione fisica dell’equazione del fisico Schrödinger. Le altre due Forze Triguniche, la Satvica e la Rajasica, vanno a combinarsi rispettivamente: quella Satvica, dotata della sola direzione ascendente, con la forza FZ, mentre la Rajasica, dotata solo della direzione orizzontale, con la forza FY, sempre del Trivettore Universale del Todeschini. Ciò è possibile perché l’onda non è una cosa astratta ma è il movimento ondoso di FGS del campo ANF sottoposto ad Effetto Magnus, come dimostrato esaustivamente dal Todeschini per il Campo dell’Atomo, equiparato al Campo Mentale. Anche l’onda elettronica egoica, lo spin egoico, ovvero l’ego, non è astratto, anzi è solidissimo in quanto nous delle Forme. Veniamo adesso al discorso, molto più interessante, dell’assimilazione dei Tre Guna o Triguna alle qualità naturali di precipitazione-dissoluzione della materia. Tutta la materia è più o meno radioattiva, perché predisposta naturalmente alla precipitazione dissolutiva. Questo Universo, che constatiamo in apparente espansione, segue sempre e solamente le cicliche fasi di creazione → dissoluzione successive, nel senso già spiegato dei Cicli Cosmici. Prima o poi questo Universo, con un processo inverso di dissoluzione, ritornerà alla sua origine (Princìpio Isvarico) da cui è promanato, si dissolverà come il fiume si dissolve nell’Oceano da cui proviene. Dove c’è una Manifestazione 260


Creazione lì c’è anche una inversa Dissoluzione; dove c’è Nascita c’è anche Morte, è l’eterna Legge della Vita in tutto l’Universo, quello conosciuto, conoscibile e, crediamo, quello ancora sconosciuto. La scienza ci dice che quando una sostanza radioattiva, nella emissione dei corpuscoli radioattivi viene attraversato da un Campo Magnetico (oppure, se i corpuscoli di una sostanza radioattiva attraversano un Campo Magnetico), succede che le particelle corpuscolari emesse sono sempre solo TRE, chiamate α, β e γ. Le particelle α, nell’attraversare il suddetto Campo Magnetico, deviano verso sinistra; mentre le particelle β deviano verso destra; infine le particelle γ seguono una traiettoria rettilinea senza deviare ne a sinistra ne a destra. Vediamolo graficamente con un Campo Magnetico creato tra i poli N-S di una calamita attraversati dalle suddette particelle, attraverso la Fig. 6 tratta dalla Psicobiofisica Todeschini pag. 98, dove si vedono partire dal centro O le particelle α, β e γ, le quali essendo sfere che ruotano in un certo senso succede che le particelle α e β, poiché ruotano in sensi opposti e traslano il campo magnetico in direzione normale al loro stesso asse polare, per Effetto Magnus sono assoggettate a forze che le fanno deviare in senso opposto: α a sinistra e β a destra; la traslazione perfettamente normale al campo magnetico è il caso più che altro teorico, serve per meglio studiare e far capire il noto Effetto Magnus ad esso collegato, ma la realtà è diversa nel senso che l’angolo polare d’inclinazione delle particelle α e β rispetto al campo magnetico di solito non è di 90°, bensì le dette par-ticelle traslano il campo in direzione non normale ma variamente inclinate di un angolo che va da poco più di 0° a 90°, diversamente da come indicato in esame:

261


Cosa comporta questo fatto? Comporta che α e β, pur deviando rispettivamente a sinistra e a destra, non saranno perfettamente complanari tra loro, come succede nel caso teorico in esame dove l’angolo considerato è quello, appunto, teorico di 90°. Questo fatto non è cosa da poco, perché vuole dire che α e β non sono perfettamente uguali, pur essendo la loro somma perfettamente uguale al valore di γ, poi perché ciò è più conforme ai valori intelligibili connessi al Triguna, nel senso che la particella α-Rajas si proietta liberamente nel piano orizzontale dell’esistenza, mentre la β-Tamas si proietta solo in direzione verticale discendente (precipitazione-condensazione), per cui non potrà mai trovarsi sullo stesso piano di α-Rajas, tanto meno su quello solo ascendente della già detta γ-Satva. Invece le particelle γ, poiché ruotano in un senso e traslano il campo magnetico in direzione del loro stesso asse polare, non sono assoggettate all’Effetto Magnus, quindi mantengono la loro traiettoria rettilinea di partenza, per questa ragione sembrano NON caricate elettricamente e ritenute neutre, e perciò chiamate anche neutrini! Tale fenomeno avviene anche per il corpo psicofisico umano, invero avviene in tutti i regni della natura, in tutto il sistema oggettivo esistente. Il senso dell’io, cioè l’ego operativo eO, è assoggettato alle qualità triguniche che, col tempo, tendono a degradare assieme al corpo psicofisico. Lo spin pertanto è sicuramente assimilabile all’onda corpuscolare radioattiva di FGS, e le qualità α, β e γ possono essere così assimilate: γ al guna Satva, α al guna Rajas, > (169) β al guna Tamas. Il Campo Magnetico è quello umano, ben conosciuto e misurabile con un rivelatore idoneo tipo Camera di Kirlian o altri più sofisticati e moderni che la tecnologia mette a disposizione.

262


Senza dilungarmi troppo, si può affermare che l’equazione della coincidenza casuale onda corpuscolo trovata da Schrödinger, ma confutata da Todeschini, è l’espressione formale matematica dello spin elettronico di ogni forma, è l’ego della Forma, pertanto si può ipotizzare che il Triguna è anche il noto tripolo α, β e γ, il quale potrebbe essere battezzato Trisula: parola sanscrita indicante l’esoterico Tridente di Shiva ricco di simboli e di energia libera, conosciuto di più nell’ambito della Scienza Vedica. Ho già sviluppato i concetti metascientifici e scientifici dell’onda dello spin egoico eO, sapere che il Triguna è lo stesso Trisula significa rendersi conto anche scientificamente che tutte le qualità primordiali non sono solo intelligibili ma anche sensibili e concrete, quasi palpabili. Questo fatto ci rende più facilmente consapevoli che le leggi spirituali che i Veda affermano a gran voce: “Si diventa ciò che si pensa” e “Il pensiero è creatore di tutti i mondi”, sono leggi effettive e non fantasie religiose, sono verità verificabili da chiunque in grado di discriminare, perciò devono intuitivamente essere verità anche tutte le altre affermazioni vediche, anche se oggi possono sembrare assurde e impossibili, oppure inattuabili, utopiche come il Discorso della Montagna di Gesù Cristo, ma ciò è solo dovuto alla nostra reiterata ignoranza che, come palla al piede, ci trasciniamo dietro da un’incarnazione all’altra dall’inizio del tempo. Possono esserci buoni e cattivi pensieri si è detto, ma entrambi sono sempre luce riflessa della Ragione o Sé che, rispettivamente, si rivestono di meno o di più dei sentimenti che continuamente svolazzano nello spazio mentale. Del resto, quando si illumina una stanza buia, dove si nasconderebbe il buio? Il buio infatti è solamente assenza di Luce, in verità il buio è inesistente, esiste solo la Luce e i suoi vari apparenti filtri mentali (vasana) che La rendono più o meno evidente, quella stessa che nella mia intuizione sui Cinque Elementi fa coincidere l’Informatore Messaggero, che nelle Sacre Scritture vediche è il Nome N di Brahman, cioè il Brahmanda. La Materia di questo Universo, in sostanza e in essenza, non è altro che Informazione di informazioni, diretta al solo ed unico Soggetto 263


in grado di discriminarla e di assimilarla nella sua immane pienezza: l’essere umano; se egli recepisce questa Informazione, anche nascosta nel profondo del suo cuore oltre che nella materia cosiddetta inerte, la comprende ed assimila, essa si svela e gli svela non solo la Realtà di questo Universo, ma anche e soprattutto la cosa più bella, impensabile, inimmaginabile che ci sia, cioè che l’Universo è il Sé Cosmico, la Coscienza Universale, ed è coincidente con il Sé stesso quale essere umano, basterebbe solo che egli si svegliasse dalla sua tamasica sonnolenza e abbandonasse la sua rajasica egoviolenza! Una volta ben stabilita la convinzione che tutte le esperienze derivanti dai sensi sono solo fenomeni, quindi sono mutabili, la Mente cesserà di esercitare un ruolo di distrazione e giacerà priva di forze in attesa di ordini dall’Intelletto discriminante. Tentare di imbrigliare la Mente senza l’aiuto della discriminazione e senza rendersi conto della mutabilità delle cose materiali, quindi senza la esperienza diretta di questa irrealtà che ci circonda, è come tentar di svuotare l’oceano con un filo d’erba per travasarlo in un buco sulla spiaggia: un’inutile e ridicola follia di agostiniana memoria! Per meglio comprendere l’irrealtà delle cose materiali, dell’oggetto, è bene capire e comprendere che le modificazioni della materia primordiale prespaziofluidodinamica sono all’origine del senso dell’io (l’io-egoico o semplicemente ego, ovvero l’io sensoriale), come già visto in precedenza nel piano GNS che procede verso il piano ordinario FGS. In altre parole, il senso dell’io è uno spin elettronico risultante che, dopo un certo periodo di tempo, degrada spontaneamente e naturalmente da quella particolare Forma che così si annichilisce nell’ambiente autodistruggendosi, coinvolgendo la dimensione sottile S poi GNS quindi FGS. L’Energia Interattiva è quella che interagisce con tutti i Pensieri, Forti e Deboli proiettati da noi e dagli altri. Ovvero è quell’energia che, unita al Pensiero e al Desiderio, va a costituire ciò che nei Veda viene chiamato con il termine anu, che vuol dire indivisibile o elementale. È un granulo indivisibile di materia a forma sferica molto energetico e luminoso, che può assumere

264


una colorazione qualsiasi perché può essere più o meno suscitato e manipolato dalla volontà. Nella Fisica atomica teorica l’Interazione viene differenziata in Forte, Debole, Elettromagnetica e Gravitazionale, ma in effetti c’è solo una Interazione ed è Fluidodinamica! In precedenza si è parlato del Triguna e dell’identificazione di questo con le particelle α, β e γ, indicando tale identità con il termine molto esoterico di Trisula (Tridente di Siva). Ebbene, vorrei evidenziare meglio l’identità che c’è tra il Triguna ed il Trisula tramite il già citato Trivettore Universale. Le Forze ortogonali del Trivettore sono le stesse assimilabili al Triguna e quindi al Trisula. “Quando le masse planetarie hanno l’asse inclinato rispetto al Campo Rotante Centro-Mosso, esse sono soggette, per Effetto Magnus, ad una spinta T che può essere scomposta nelle tre componenti ortogonali…” scrive il prof. Todeschini. Lo scienziato ha chiamato questa spinta risultante T col nome di Trivettore Universale, già visto in precedenza, che risulta così determinata: FZ = EZ: è la Forza sempre verticale al Campo, è infatti chiamata Forza Elettrica. FY = HY: è la Forza sempre complanare al Campo, è chiamata Forza Magnetica. FX = GX: è la Forza sempre discendente verso il Centro Mosso del Campo ed è chiamata Forza Gravitica. La natura delle qualità primordiali, i Guna, durante la Manifestazione dell’Universo, sono: il Satva, dotato della sola direzionalità ascendente e di equilibrio autostabilizzante; il Rajas, dotato di sola direzione orizzontale piana (espansionedeterminazione); il Tamas, dotato della sola direzione discendente (precipitazionecondensazione). Come si può notare, le definizioni vedantiche dei Guna corrispondono perfettamente alle definizioni Spaziodinamiche date dallo stesso Todeschini alle Forze componenti del Trivettore. 265


Queste tre Forze rappresentano proprio i Tre Guna, ossia il Triguna quindi il Trisula. L’Oscillazione del Nucleo ANF coincide con la manifestazione del Trivettore Universale che si concretizza nella manifestazione del Cosmo, nonché nello spin elettronico della Forma Cosmica e di tutte le Forme, coincide con Siva Natarājā perché il nucleo danza grazie al Messaggio insito negli stessi Elementi PB, come già visto al Punto Topico; esso è un altro nome di Dio Creatore, indica esattamente ciò che nei Veda viene chiamato come Siva, creatore del cosmo tramite la sua Danza e perciò viene chiamato anche Danzatore Natarājā. La formula che riporto è per chiudere il ragionamento Metafisico collegato a quello Fisico. Chi fosse interessato ad approfondire può trovare tutta l’opera omnia del Professor Todeschini con una certa facilità tramite una semplice ricerca su Internet e/o comprare il libro dell’amico Fiorenzo Zampieri, acuto conoscitore della scienza todeschiniana, intitolato “Marco Todeschini” Edito dal Centro Studi Valle Imagna con il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia e la Prefazione Scientifico-Filosofica del dottore Massimo Teodorani, Ph.D. Astrofisica, scrittore di scienza, inserita nella prima edizione di luglio 2007. Rivediamo, per concludere il capitolo, la formula del Trivettore Universale della Spaziodinamica:

T = FX2 + FY2 + FZ2 = GX2 + HY2 + EZ2

(170) La proiezione di T sul piano Y-Z dà luogo al bivettore elettromagnetico Em. La proiezione di T sul piano X-Z dà luogo al bivettore gravitelettrico Ge. La proiezione di T sul piano X-Y dà luogo al bivettore magnetogravitico Hg. Si può dire allora che: Triguna = Trisula = Trivettore Universale = Isvara perché da Isvara vengono proiettate nelle tre dimensioni ortogonali H, L, P di questo Universo, le tre forze qualità chiamate con il termine Guna. 266


L’Unità Isvara è la sintesi della Trimurti, la triplice Forma composta dalle Persone chiamate nell’Induismo: Brahma-Visnu-Shiva Oppure, e sono le stesse Tre Persone, nel Cristianesimo: Padre-Figlio-Spirito Santo Queste identità religiose dovrebbero favorire l’unità delle stesse e non suscitare odio per blasfemìa o altro specialmente dalle tre grandi (per numero di adepti) religioni cosiddette monoteiste! La vera Scienza non può essere blasfema, perché la vera ricerca scientifica non è mai in contraddizione con la Spiritualità, in quanto parte esplicata dello Spirito nell’uomo che, per questo, lo rende vero Ricercatore della Verità! X.8. Progressione Cosmica e Individuale Come in cielo così in terra, come in alto così in basso

Ricapitoliamo e specifichiamo meglio le formalizzazioni della struttura Progressione Cosmica e Individuale dell’ormai noto Principio di Pervasività Successiva, la quale dice che sottraendo dall’Ego Cosmico 2Satva si ha l’ego individuale eO 1Satva, come dimostrano molte altre vie formali. Infatti, l’Individuo nasce puro Satva, cioè con il Cuore-Mente puro, poi dall’ambiente assume Rajas e Tamas che si sommano al suo karma, il quale nel frattempo viene a maturazione dal suo spazio mentale subconscio (citta). Vediamo come si sviluppano le due progressioni: Cosmica NF ↓ N = 3Satva ↓ F = 5PB ↓ E = MY

Individuale NF ↓ N = Satva ↓ F = 5PB ↓ eO = M 267


NF + N + F = E N + F – E = -NF

NF + N + F = eO N + F – eO = -NF

N + F – E = N + F – eO (171) dove, sostituendo i valori della N e sviluppando abbiamo: 2Satva – E = - eO (172) eO = E – 2Satva (173) Compito dell’uomo è ritornare “bambino”, cioè riportare il cuore alla purezza iniziale tramite il controllo eroico dei suoi sensi animaleschi, oggi non è “bambino” ma ancora un “bimba”, cioè un riflesso del bambino Sé in quanto mentale colmo di egoismo! La natura essenziale dell'uomo è la Divinità, che nell’uomo non ancora consapevole è semplice Satva, la sua forza è dello Spirito inconquistabile, ma questo eroe si è ridotto ad uno zero (dice Swami, giocando sull’assonanza dei termini inglesi: eroe e zero), e si dibatte nella paura e nella più stupida ed ottusa menzogna. Eppure dal suo cuore puro sgorga un vero Fiume d’Acqua Viva per la Vita Eterna e piena di beatitudine; invece in cosa cerca di apparire eroe? Per mettere in atto i suoi piani nefandi l'uomo dimostra di avere coraggio e fiducia. Una volta che la sua mente è sintonizzata sulla vendetta o sul crimine egli diventa un animale feroce, pronto ad infliggere gratuite crudeltà: basta aprire la cronaca di un giornale! In alternativa, l'eroismo viene canalizzato in scalate esageratamente rischiose delle montagne, immersioni in mare a grandi profondità o passeggiate pericolose nello spazio, sfidando sempre sé stesso con enormi rischi in tanti altri atti avventurosi, in spregio di ogni pericolo, ma sicuramente poco eroico! L'avventura più eroica di tutte, la conquista dei propri sensi e delle sue attrazioni, è ancora molto lontana dalla sua portata! Quando i sensi lo sfidano, egli si arrende ad essi invece di sfidarli a sua volta e sconfiggerli. Allora, chi sono i veri eroi? I veri eroi sono da considerare solo coloro che sono padroni dei propri impulsi e delle proprie passioni, e nessun altro! 268


È più facile scalare montagne, avventurarsi negli abissi marini e dello spazio siderale, piuttosto che tenere sotto controllo i potenti propri sensi. Perciò, solo se prenderemo il coraggio a due mani potremo diventare veri eroi e vere eroine. Il Namasmarana saprà infonderci il giusto coraggio, perché scava nel profondo dei cuori come una Trivella Spirituale, e prima o poi farà zampillare l’Acqua Viva dal nostro cuore, che farà di te, di me, di lei, un vero eroe e una vera eroina!

269


270


XI ALCUNE CONCLUSIONI Asatomā Sad Gamaya Tamasomā Joytīr Gamaya Mŗtyormā Amŗtam Gamaya 29

XI.1. I raggi γ = Satva (Neutrini)… Non c’è niente di più stupefacente della Verità scoperta!

… di cui si è visto in precedenza come parte del Trisula, possono anche essere spiegati con il fenomeno dei Buchi Neri, nel senso che da essi escono solo particelle che vengono definite elettricamente neutre, il perché lo spiega bene la Spaziodinamica. Infatti, sappiamo che i neutrini sono elettricamente neutri, ma non lo sono cinematicamente, altrimenti sarebbero irrilevabili, perché si confonderebbero con lo stesso spaziofluido circostante; questo ci può far pensare che la vera natura dei buchi neri è un forte Campo di spaziofluidodinamico locale, impulsore di una certa area di Spazio. Quell’enorme quantità di buchi neri sparsi per tutto l’Universo allora potrebbero essere tanti Campi compensativi impulsivi della Energia Unitaria Cosmica, una specie di regolatori-diffusori dell’Amore. Personalmente ritengo i Buchi Neri l'Entropia dell'Universo. Penso che questi “buchi entropici” siano necessari all'equilibrio energetico complessivo di questo Cosmo, perché permettono una più equilibrata ridistribuzione dell'Energia Cosmica.

29

Guidami dall’irreale al reale Guidami dall’oscurità alla luce Guidami dalla morte all’immortalità 271


Assorbendo energia localmente (le supernove sarebbero l’eccezione che confermerebbe la regola autostabilizzante del cosmo tramite i BN, perché sarebbero un esempio di concentrato eccessivo di questa energia da ridistribuire!), i BN la ridistribuirebbero in zone carenti, anche se sembra che ne assorbano soltanto, in effetti essi fungerebbero da speciali "vasi comunicanti" e "livellatori energetici", nel senso che sposterebbero energia dai livelli superiori a quelli inferiori, andando così a fomentare il moto o apparente caos del Cosmo. Anche l'universo, come Essere Vivente, è strutturato a strati sferici energetici come una cipolla: a livelli vibrazionali o quanti di coscienza, che localmente si differenziano e complessivamente rispettano il Principio di Conservazione Satvico che pone il sistema in perfetto equilibrio armonico. Cosa sono i neutrini, alla luce della Teoria delle Apparenze? Sono le uniche particelle elementari note, di tipo fermionico, con carica nulla a causa della mancata reazione all’Effetto Magnus. Essendo insensibili alle interazioni forti (tipiche della materia nota nucleare) e sensibili invece alle sole forze deboli, esse sono estremamente poco interagenti e perciò incredibilmente elusive. Ma noi sappiamo che esiste solo l’Energia Cinetica nel Cosmo, intesa come interazioni differenti per motivi apparenti già ampiamente spiegati da Todeschini. L’astrofisica ci dice che i neutrini sono di tre tipi: elettronici, muonici e tauonici, a seconda che siano i compagni rispettivamente di elettrone, muone e tau. Il loro legame con il leptone carico risiede nel fatto che un dato neutrino, per interazione debole, può tramutarsi solo nel corrispondente leptone carico associato, nel senso che varia l’angolo d’inclinazione del suo polo e di conseguenza subisce l’Effetto Magnus. I leptoni si distinguono in sei sapori (la scelta del nome sapore si fonda proprio sull'analogia col gelato!): l'elettrone (e), il neutrinoelettrone, il muone (mu), il neutrino-muone, il tauone (tau) e il neutrino-tau. L'elettrone, il muone e il tauone hanno tutti carica elettrica negativa (-1), e sembrano differire l'uno dall'altro solo per avere masse diverse. Se esprimiamo le masse in rapporto alla massa del 272


Protone, otteniamo che l'Elettrone è 1836 volte più leggero, il Muone è 9 volte più leggero e il Tauone è quasi 2 volte più pesante del Protone. Ad ogni particella e, mu e tau è associata una particella detta neutrino che non trasporta alcuna carica elettrica. La massa dei neutrini non è ancora stata misurata con precisione, ma si sa che è molto piccola, quasi nulla. Nel 1995 alcuni fisici del laboratorio di Los Alamos annunciarono di aver misurato un possibile intervallo di valori per la massa del neutrino: da centomila a un milione di volte inferiore a quella dell'elettrone! Poiché i neutrini non hanno né carica elettrica né carica di colore (ricordiamo che la carica di colore è una caratteristica esclusiva dei quark) interagiscono con la materia che li circonda solo grazie alla forza debole. Ma la forza debole è causa di eventi estremamente rari, talmente rari che i neutrini sono in grado di attraversare l'intera massa terrestre senza subire alcuna interazione! Gli Elettroni, i Muoni e i Tauoni formano la famiglia dei Leptoni. I leptoni più pesanti, i mu (μ) e i tau (τ), si trasformano velocemente (tramite interazione debole) in leptoni più leggeri. I fisici hanno osservato molti di questi decadimenti e hanno scoperto che le regole secondo le quali queste particelle decadono possono essere spiegate se dividiamo i leptoni in tre famiglie o generazioni: l'elettrone e il suo neutrino, il muone e il suo neutrino, il tauone e il suo neutrino. Nel processo di trasformazione di un leptone il numero dei membri di ogni famiglia prima e dopo la trasformazione deve comunque restare costante. Detto ciò occorre però precisare che anche se poco interagenti i neutrini, in alcune situazioni svolgono un ruolo fondamentale, ciò accade ad esempio in astrofisica appunto, nelle ultime fasi della vita delle stelle, quando è compito proprio dei neutrini strappare gran parte dell'energia a una materia enormemente densa per la velocità della sua energia cinetica 2C o più della luce (quindi impenetrabile alla radiazione elettromagnetica) e distribuirla nel cosmo. La peculiarità elusiva di tali particelle non si limita alle sole proprietà di interazione, ma coinvolge anche un'altra caratteristica fondamentale di ogni particella: la massa. Nel mondo macroscopico, quello in cui viviamo, siamo abituati ad associare a ogni corpo una massa che lo caratterizza. Essa regola la 273


relazione tra forza e accelerazione e quindi definisce le corrispondenti proprietà cinematiche del corpo in esame. Nel mondo microscopico, come quello dei neutrini, tale proprietà rimane, ma deve fare i conti con la meccanica quantistica classica che, vista alla luce della Spaziodinamica, sancisce la natura solo apparente di particella e onda di ogni corpo poiché l’onda è quella dello spaziofluido del Campo e la particella ne è un particolare accartocciamento! Come ogni onda che si rispetti, anche l’onda di materia che descrive un neutrino può subire fenomeni quali l'interferanza o la decomposizione in più segnali ondulatori. Ciò è appunto quanto accade ai neutrini che sono prodotti nella trasmutazione debole in uno stato, un'onda, che risulta essere una combinazione lineare dei tre neutrini che hanno massa definita, tipo le particelle di decadimento della radioattività naturale α, β e γ. Il neutrino così prodotto evolve nel tempo e ciò implica che tale combinazione lineare, in virtù delle differenti masse, cambi con il tempo stesso. Di questo ci si accorge quando lo si fa reinteragire evoluto e si vede che non si comporta più esclusivamente come il neutrino iniziale (che poteva essere ad esempio elettronico), ma mostra anche un comportamento tipico del neutrino muonico o tauonico. Tale fenomeno è ciò che tipicamente dai fisici viene definito come oscillazione dei neutrini, deducibile anche dalle combinazioni triguniche, come già visto in precedenza, quindi è oscillazione posizionale delle qualità che appartengono allo stesso ente e non sono enti nuovi che nascono! Lascio volentieri al Lettore interessato tutte le speculazioni contestuali che riterrà opportuno fare, intendo: anche analizzare vari modelli teorici che siano in grado di spiegare i valori delle masse dei neutrini (piccole relativamente a quelle degli altri fermioni) e la struttura degli angoli di mescolamento e delle masse. In particolare studiare modelli che prevedano la soluzione naturale di tali problemi, come ad esempio le teorie Supersimmetriche e Unificate, secondo la fisica del Premio Nobel W. Pauli. Personalmente ritengo che la grande importanza del tema preso nella sua immensa totalità non stia solamente nel fatto di aver spiegato, con l’aiuto fondamentale di dimostrazioni fisiche e matematiche 274


della Spaziodinamica del prof. Todeschini, come vengono collegate le onde esterne alle forme che esse rappresentano, cioè le forme egoiche, come e perché una parte dell’intensità egoica di quell’onda si distribuisca e venga utilizzata come energia vitale all’interno dello stesso Campo-Forma-CorpoFisico e solo una sua minima parte in percentuale si proietti all’esterno ed interagisca con altre similari Forme Egoiche secondo la Costante Todeschini, se non venga volutamente invertito tale rapporto di forze, quanto e soprattutto nel fatto che viene bandita dalla Fisica del terzo millennio e dalla cultura generale, la falsa concezione che il cosmo è solo un caos di eventi retti dalla legge delle probabilità, e viene invece confermato che, al contrario, esso è un insieme grandioso e bene ordinato di fenomeni retti, come Ordine Esplicato, dalla Legge Eterna di Causa-Effetto, deterministica a livello locale-individuale e perfettamente innestata nella legge eterna dell’Amore, che sottende e supera ogni determinazione precalcolata anche dalla più geniale mente umana non discriminata, cioè non purificata dal suo enorme egoismo! In tale Ordine Esplicato ogni azione avrà la sua giusta e coerente reazione che, comunque, tende ad una mèta nell’Ordine Implicato che, prima o poi, raggiungerà perché è la sua stessa essenziale natura di cui è avvoltolata ed impulsata proprio a tal fine. Questo fatto mi consola perché si stanno avverando, in tutti i sensi le parole profetiche di Gesù Cristo: “Se gli uomini non parleranno, parleranno le pietre” (Luca 19, 40). La spaziodinamica di M. Todeschini e la quantistica non classica di D. Bohm possono dirsi essere pietre miliari ad imperituro merito, fissate da più di mezzo secolo a sostegno della verità scientifica in tutto il nostro scibile, verità che s’innesta come un ramo di vite alla Vita Universale del Messaggio dell’Infinito Amore inteso dalla Fisica Teorica come Singolarità Ineludibile per qualsiasi teoria! Il sistema solare probabilmente si è formato con i residui caldissimi di supernove della nostra galassia, attratti dall’area gravitazionale del Centrro Mosso pulsante, coincidente col nascente Sole, che potrebbe essere considerato come una “cellula creativa” della Volontà Cosmica diffusamente esplicata a tutti i livelli della materia, essendone il naturale sostrato essenziale e onnipervadente 275


come Coscienza Cosmica in Essere dal Prespazio trascendentale allo Spazio Oggettivo operativo. Alcuni fisici moderni sono arrivati con riluttanza alla conclusione che la realtà materiale fluisce dalla Coscienza al Mentale, che proietta così l’Implicato come Esplicato o Universo oggettivo. Freeman Dyson, un fisico brillante che in gioventù ha contribuito alla comprensione del potenziale elettrodinamico, si è spinto così lontano da scrivere un articolo serio pubblicato sul prestigioso giornale scientifico Reviews of Modern Physics sulla vita senza carne e sangue. Dyson ha ipotizzato che se il pianeta Terra diventasse inospitale per la vita come noi la conosciamo, essa potrebbe esistere in forma primordiale nell’Universo sotto forma di Coscienza-Consapevolezza. Sto cercando di concludere questo breve scritto ribadendovi: a) che il nostro Universo ha avuto inizio dalla Pura Coscienza; b) che il nostro Universo molto probabilmente si è evoluto con una tecnologia (e quindi una scienza) contro la matrice della Coscienza Universale che onnipervade l'intero Universo; c) che questa Coscienza è immanente in ogni particella elementare dell'Universo, ma raggiunge la sua forma più evidente e ricca nella razza umana. Sri Aurobindo pensava che l'Energia della Pura Coscienza fosse scesa giù per molti scalini fino a diventare l'Energia che ha creato l'Universo: la famosa Energia del Punto Zero o Zero Metafisico dell’AUM? Si, credo di poter rispondere affermativamente. XI.2. Il Vedanta comincia … La rarefazione delle alte sfere è annichilimento dell’ego

… molto più in alto, nel reame astratto della Coscienza Pura. Da qualche parte più in basso di livello o di ciò che volete, c'è l'universo che noi occupiamo. L'Energia, in qualche modo, è scesa da un 276


“livello superastratto” fino ad essere il nostro stesso “livello” umano e grossolano. Inoltre, è la Pura Coscienza che è onnipresente, a pervadere anche il nostro universo, piuttosto che l'etere, o meglio: è la Pura Coscienza che si pone in essere anche come etere o spaziofluidodinamico. La scoperta della connessione quantica negli esperimenti effettuati per il controllo del Paradosso EPR consentono di affermare con una certa fiducia che esiste un substrato sottile che permea l'Universo fisico, che penso di aver dimostrato essere la Cosmica Pura Coscienza di Mahat e Yatna, cioè di “MY” nel Prespazio. Caro Lettore e Lettrice, mi rendo conto che lo studio che avete appena portato a termine non è stato molto facile, anzi, è stato piuttosto ostico e, in alcuni punti, complicato e difficile da capire ed assimilare. Questo, comunque, va solo a vostro merito! Non spetta a me persuadervi e dimostrarvi tutto ciò che avete appena finito di leggere, anche se ho cercato di farlo a modo mio, con le mie convinzioni provenienti anche dalla mia esperienza. Ho cercato soprattutto di darvi un servizio, perché come me anche voi siete alla ricerca di risposte importanti che diano un senso e un significato alla nostra esistenza su questo pianeta. Ho cercato di darvi spunti, strumenti di riflessione e di studio, ma cammin facendo ho scoperto che questi strumenti avevano qualcosa di molto originale nelle intuizioni e formalizzazioni conseguenti, ciò mi ha fatto piacere perché ho potuto donarvi una primizia che nemmeno le mie più rosee premesse osavano pensare: una Teoria dell’Ego, della Coscienza e quindi dell’Amore “A”, verificabile da tutti nei passaggi matematici, ma soprattutto sperimentabile da chiunque con la semplice tecnica del Namasmarana, la Ripetizione del Nome, intesa come Fisica Sperimentale a tutti gli effetti: teoriciprevisionali e sperimentali-verificabili. Questa verifica sperimentale è stato il motivo ispiratore del mio scritto. Se sarò stato capace di soddisfare le vostre aspettative ci penserà la vostra Coscienza Interiore a confermarvelo o meno, sollecitata e risvegliata al tema, guidandovi sulla vostra personale “Via di Dama-

277


sco”, come tanti “Saulo” illuminati dal Puro Amore sito nel cuore di tutti. Forse la relatività ristretta di Einstein trova la sua piena applicazione proprio in ciò: ogni individuo fa sistema a sé, per cui ogni riferimento è relativo e mutabile, quindi ogni fenomeno è indeterminabile e può solo indicare una probabilità di posizionamento oggettivo, per poter poi essere analizzato in un ipotetico stato unitario, senza alcuna certezza collettiva ma solo individuale, perché ogni fenomeno è soggettivo, anche se appare allo stesso modo alla collettività, al livello spaziale grossolano. Cara Lettrice e Lettore, anche se farai tue le formule matematiche Egodinamiche, sappi che solo la tua Coscienza è, e sarà, l’unico tuo Maestro capace di formarti, ma soprattutto di trasformarti il carattere ed essere vero punto di riferimento scientifico e vitale. Il tuo Maestro, cioè la tua Coscienza Interiore Trascendente chiamata Sé o Antaryāmin o Cristo, o Allāha, ecc., ti saprà guidare negli intricati ed insondabili meandri del tuo subconscio-conscio, per evitare le trappole che il tuo ego spargerà a iosa sul tuo cammino, qualunque esso sia. I cristiani dovrebbero ricordare che lo Spirito rinnova tutto, che in Cristo siamo una nuova creazione e che questo non avviene una volta per tutte, perché noi moriamo ogni giorno (Rm 8,36). Anche gli hindū dovrebbero ricordare che la realizzazione arriva solo alla fine di molte trasformazioni e ritenere ben valide, direi universali, i detti del sermone della montagna di Gesù, in cui s’incarnò il Cristo, il Sé o Puro Amore. Le formule che avete appena finito di studiare vi possono aiutare a capire certi meccanismi mentali interiori che si riflettono nei vostri pensieri quindi nelle azioni a volte assurde e incomprensibili senza l’aiuto di tali sintetiche proposizioni; a me ha aiutato molto la forma matematica, essa permetterà una più facile comprensione-soluzione dello stesso ego operativo eO, quindi le formule si potranno rivelare un concreto aiuto per la disciplina spirituale già in atto, spero, nella pratica quotidiana. Se ancora non lo fosse vi invito a farlo adesso, 278


in tal caso NON cercate Maestri umani, per quanto grande sia la loro reputazione. Essi sono vincolati a tutte le qualità che hanno sviluppato ed hanno ancora bisogno, spesso, della mera Forma per poter concepire la Realtà, il Senza-Forma, il Quid Quello o Sé Trascendente, e potrebbero influenzarvi nella scelta della Forma che invece deve essere quella che più sta a cuore a voi, perché deve essere esclusivamente personale e coerente al “sentire dentro”. Essendo limitati essi stessi, ritualizzati, come potrebbero comunicarvi ciò che è Infinito e senza Forma? La spiritualità è vita, è l’essenza della vita, non può essere relegata in ambienti cosiddetti “specialistici” per essere oggetto di studio da parte di teologi e religiosi “addetti ai lavori”, oppure per essere oggetto di culto in ritualità ormai prive quasi del tutto dei significati originari che le avevano sempre vivificate, come un fiume sotterraneo indispensabile. Ormai sono tanti, troppi, i secoli durante i quali il fiume si è affievolito, disperdendosi in una miriade di rivoli ormai quasi del tutto così rinsecchiti ed impotenti da far gridare spesso allo svuotamento dei luoghi di culto! Come potrebbero educarvi, codesti “addetti ai lavori”, ad intuire l’Infinito Quello che pulsa nel Cosmo e brilla contemporaneamente nel profondo del vostro cuore? XI.3. Se considerassimo … Il Sé si svela quando si smaschera l’illusione!

… i Cinque Elementi come Cinque Gruppi di DIMENSIONI e le relative Qualità come differenti DIMENSIONI, come si svilupperebbe la loro Quintuplicazione e Pervasività? Provo a rispondere sviluppando in tal senso delle equazioni di IX.5:

⎛ ⎛ 1 ⎞5 ⎞ EgoCosmico = b = m = ⎜ ⎜ ⎟ SpS ArS2 FuS3 AcS4TeS5 ⎟ ⎜⎝ 8 ⎠ ⎟ ⎝ ⎠ 2

2 S

2

(173a)

279


2 2 3 4 5 ) (173b) EgoStaz. = a 2 = mGNS = (SpGNS ArGNS FuGNS AcGNS TeGNS 2

2 2 3 4 5 EgoMentale = c 2 = mFGS = Sp FGS ArFGS FuFGS AcFGS TeFGS (173c)

Se consideriamo un triangolo equilatero di lato “L”: L = a2 = b2 = c2= TRG (173d) come espressione “TRG” delle qualità Guniche della Trimurti, possiamo anche considerare la massa m come espressione di ANF durante le fasi di Prespazio-Traspazio-Spazio e raffigurarle come un triangolo equilatero appunto, proprio perché le qualità restano invariate durante le tre fasi (i tre lati del triangolo) ma varia solo la loro intensità esplicativa, giacché si va da un Ego Cosmico “E” nel Prespazio, un Ego di Stazionamento nel Traspazio e a un Ego Mentale (Rajaego) Operativo “eO” nello Spazio. L’altezza H di questo triangolo cosa rappresenterebbe? Secondo la logica del contesto egodinamico dovrebbe rappresentare linearmente l’esplicazione dell’Ego Cosmico, ossia la sua radialità, qualora si ponga il triangolo in una circonferenza il cui raggio “R” è l’altezza “H”. Ovviamente il triangolo ha solo un vertice sulla circonferenza, tutto il resto è al suo interno. Se poniamo il tutto in una sfera, come tetraedro regolare inscritto, il ragionamento resta egodinamicamente lo stesso, e la sfera potrebbe essere quella famosa “bollicina universo” nascente da INES, del già noto Paradosso dell’Acqua Minerale! Il tetraedro in questione è quello disegnato a fianco dove “DK=H” e dove, applicando il teorema di Pitagora, abbiamo:

H 2 = L2 −

L2 4

Restiamo nel cerchio massimo della sfera il cui Raggio R=H=DK e ricaviamo l’altezza H del triangolo all’interno di esso applicando semplicemente il teorema di Pitagora come indicato sopra e come indicato con la formula (173e) sottoindicata, dove l’ipotenusa è lo spigolo del solido cioè il lato L del triangolo isoscele, il cateto maggiore è l’altezza H=DK, mentre il cateto minore è AK =

280

L , 2


perciò abbiamo semplicemente che:

D

L

O A

C

H K

H 2 = L2 − H = R = DK = KC =

B L2 4

L 3 = 14,5mil. AnniLuce 2

(173e) (173f)

cioè il Raggio è R = H = 14,5 miliardi di Anni Luce, ad oggi! [L'area della Superficie sferica (S) di raggio r oppure R, è data da:

S = 4πR 2 = (n × eO ) = EgoCosmico

mentre il Volume (V) della sfera di raggio r o R, è dato dall'equazione (integrale in dr della Superficie S) di V, ovvero da:

4 V = πR 3 = Divinità = MY = MenteCosmica 3 281


il Centro puntiforme della Sfera è l’Assoluto INES. Da queste due ultime formule si possono sviluppare altre idee che lascio volentieri al lettore-studioso.] Eguagliando le due formule dell’Ego Mentale si noterà che esso tende “naturalmente” all’Ego Cosmico, infatti sviluppando si ha: 2 3 4 5 = Sp FGS ArFGS Fu FGS Ac FGS Te FGS

L 3 2

(173g)

I Cinque Elementi sono dunque i Cinque Sensi e ogni senso è una Dimensione: le prime tre Dimensioni sono già note a tutti come altezza H, larghezza L, profondità P. Il quarto senso, lo Spaziotempo, coincide con la quarta Dimensione, il quinto senso è la quinta Dimensione chiamata Intuizione. La Dimensione Terra potrebbe essere l’Olfatto; (H, L, P) La Dimensione Acqua potrebbe essere il Gusto; (H, L, P) La Dimensione Fuoco potrebbe essere la Vista; (H, L, P) La Dimensione Aria potrebbe essere il Tatto; (Spaziotempo ST) La Dimensione Spazio potrebbe essere l’Udito; (Intuizione I) Spesso si parla del “sesto senso” e si confonde con la nota Intuizione, invece dovrebbe essere il “senso-dimensione del Cuore Puro”, quindi del Puro Amore. Le prime tre dimensioni (H, L, P) le scriviamo nel significato creativo, cioè moltiplicativo: HLP, e possiamo ricavare la sola incognita della (173g), cioè la “I = Intuizione” ovvero lo Spazio:

Sp FGS

L 3 2 = 2 3 4 5 ArFGS Fu FGS Ac FGS Te FGS

(173h)

la quale può meglio essere scritta come “ST = Spaziotempo”:

⎛L ⎞ TRG ⎜ 3⎟ ⎝2 ⎠ I = Intuizione = 3 4 5 2 ( ST ) (HLP ) (HLP ) (HLP )

282

(173i)


⎛L ⎞ TRG ⎜ 3⎟ ⎝2 ⎠ I = Intuizione = 12 2 ( ST ) (HLP )

(173j)

dove HLP è il Volume dello spazio mentale dell’individuo mentre TRG = 1 Satva, ma può anche essere 3 Satva per la MY, come già sappiamo dai capitoli precedenti. Per un individuo comune il Volume è quello del suo corpo fisico, perché la mente vi coincide od è poco più grande di esso, pertanto possiamo arrotondare il suo mentale al Volume HLP di (uno) 1 m3 e il TRG = 1 Satva, per cui possiamo scrivere l’Intuizione I:

⎛L ⎞ 3⎟ ⎜ 2 ⎝ ⎠ [(AnniLuce Satva)/(Spaziotempo2 m36)][int_uìt](173k) I= 2 (ST ) Indichiamo come unità di misura di I l’int_uìt: il rapporto tra Anni Luce (AL) per Satva e Spaziotempo2 per (metri3)12. L’int_uìt I di MY tende allo zero metafisico=ANF ossia all’Infinità, perché in MY il tempo tende ad annullarsi, mentre quello di M, per lo spaziotempo di 1m x secondo e un Volume di 1 m3, è all’incirca:

⎛L ⎞ ⎛L ⎞ 3 3⎟ 3⎟ ⎜ ⎜ L 2 2 ⎠= ⎝ ⎠ 2 I=⎝ = ~ = 2 2 ( 0 , 0625 )2 (ST ) ⎛1⎞ 2 2 36 ⎜ ⎟ × 1m × 1sec × 1m ⎝ 16 ⎠ 14,5mil. A.L. = ~3712 mld di int_uìt, cioè Miliardi di ~ 0,00390625 AnniLuce × Satva . sec 2 × m 38 Se dunque il raggio della sfera universo è R = H = 14,5 miliardi di Anni Luce, 1(una) Intuizione “I” risulta essere all’incirca il risultato della seguente operazione Intuitiva Creativa chiamata “int_uìt”: 283


1 int_uìt = ~3712 Miliardi di

AnniLuce × Satva sec 2 × m 38

(173L)

Lo zero metafisico di I è Puro Amore A (ANF) come già sappiamo. Dalla formula (173j) si capisce che l’Intuizione I dipende innanzitutto in modo diretto dai Guna TRG, mentre dipende in modo inverso dalle quattro dimensioni di questo universo indicate con i simboli ST e HLP ma soprattutto dallo spaziotempo ST. Sappiamo già che TRG varia dal valore 1 (uno) per il comune individuo detto ordinario, al valore 3 (tre) per la Persona con la Mente Cosmica MY. Con MY = 3 il valore di ST = 0 e I = ∞ (infinito). La cosa che più colpisce è dunque l’influenza inversa di ST: più diminuisce ST e più aumenta l’Intuizione fino all’Istantaneità Infinita del Puro Amore A. Per questo attuale Universo l’Intuizione comune è I = 3712 int_uìt. Se H=R=14,5 mld A.L. dovesse essere presa come unità di misura dell’Assoluto INES, sarebbe solo Tutto Puro Amore perché la enormità di H farebbe coincidere la I con la A di Amore e simultaneamente si annichilirebbe il tempo; e risultando ST = 0 risulterebbe inimmaginabile l’Infinità di I, nel senso che 0,0625 diverrebbe zero e I diverrebbe Zero Metafisico, ovvero l’Infinito ANF Cosmico. Mi fermo qui con la speculazione e lascio al lettore il “resto”! XI.4. Durante i diversi periodi storici … La storia è evoluzione coerente e silenziosa

… nella scienza spirituale sono stati messi in rilievo tanti e diversi metodi per purificare la mente egoica, tutti validissimi! Ancora oggi non mancano libri che insegnano come liberarsi dal dolore: la Bibbia, la Bagavad Gita, il Corano, ecc., sono testi oggi disponibili in quasi tutte le lingue e ad un prezzo molto basso. Ogni giorno si vendono migliaia di questi Testi Sacri e di altri libri spirituali, ma nulla, proprio nulla, dimostra che sono stati letti, studiati, praticati e quindi assimilati coerentemente all’Amore che vi 284


hanno trovato dentro! Infatti, le abitudini, la condotta e il carattere dei lettori di questi libri non hanno subito alcun miglioramento, anzi, sembra che la gente si sia di più incattivita ed insuperbita in modo diabolico. L’egoismo, l’avidità, continuano a dilagare, l’odio è rimasto al suo posto e l’invidia rode l’essenza vitale di quasi tutti gli esseri umani. Per tutti questi evidenti fatti, caro Lettore, cara Lettrice, vi invito ad assimilare le formule che vi ho presentato e a pregare il Princìpio Trascendente (Dio dentro di voi!) di svelarSi nei vostri cuori purificati. L’agire nella vita quotidiana è il vero banco di prova della nostra disciplina spirituale, e della serietà dei nostri intenti. Se davvero si assimila l’essenza di questo studio-sadhana, i suoi benefici si vedranno a breve, concretamente, nelle nostre azioni quotidiane. Con questo studio, caro Lettore e Lettrice, avete appena afferrato un insegnamento e potrete dire di essere in possesso di una Conoscenza Indiretta. Se vi impegnerete in una costante sintesi di ricapitolazione ed una continua, profonda, riflessione, abbinata alla paziente Ripetizione del Nome del vostro Signore con la Meditazione sulla Sua Forma, certamente, dopo un certo periodo di tempo di pratica costante vi ritroverete trasformati senza nemmeno accorgervene, e lo studio si sarà trasformato in profonda Conoscenza Diretta. A quel punto la mèta sarà molto vicina, perché avrete anche acquisito la capacità fondamentale della corretta discriminazione del Sé dal non-Sé, che in breve vi permetterà di sperimentare il Sé intrapersonale in voi incarnato. Questa ricerca di noi stessi la troviamo strutturata in tutte le Sacre Scritture esistenti e nella famosa Filosofia Perenne, ma nelle Upanisad è molto più evidente e dettagliata che non nelle altre Scritture. Tuttavia, se la volontà c’è, la strada si trova! Allora potremo facilmente rispondere alla domanda che, piangendo 30 , ci facciamo ogni volta che veniamo al mondo:

30

Il neonato piange alla nascita perché l’Anima (il Jivi) non ha alcun desiderio di essere ancora una volta imprigionata in un corpo fisico. La scienza dice che questo fenomeno serve ad attivare la funzione respiratoria, ma perché dovrebbe piangere? 285


“Ko-Ham?” (Chi sono Io?), e potremo finalmente rispondere in piena consapevolezza: “So-Ham!” (Io sono Dio!), perché avremo sperimentato senz’ombra di dubbio, la Fonte Unica, la Verità apparentemente nascosta dai fenomeni della Natura. Ci sono lezioni preziose da scoprire e comprendere dalla Natura. Essa è la nostra scuola, il nostro laboratorio, la guida alla liberazione ed il riflesso spumeggiante della grandiosità multiforme della Immanenza Onnipervadente di Dio. La Natura in questo studio è rappresentata molto sinteticamente dall’archètipo chiamato Forma, mentre il suo lato trascendente è rappresentato dall’altro archètipo chiamato Nome. Entrambi formano unitariamente i due poli di un’unica sorgente chiamata Amore Puro: tutti e tre sintetizzati in ANF. Oggi anche la Scienza sta scoprendo l'Amore Puro A in tutte le leggi della Natura, la mia Egodinamica ne è una piccola prova, che spero sia seguita da altri più capaci di me! Nelle pagine scritte ho sempre cercato di mettere in rilievo, per via diretta e indiretta, come certe cose, certi avvenimenti e certe esperienze, sono sovrastoriche e appartengono alla Fonte Unica. Inoltre, ho cercato di trasmettere il Messaggio Universale insito nei Pensieri, Parole ed Azioni della Natura che ci circonda e ci pervade, dentro e fuori di noi. In tutti i modi ho cercato di rendervi come ci si può riappacificare con sé stessi e con gli altri rivolgendoci proprio a questa Fonte Unica se solo La si cerca, e quindi La si possiede; essa non è altro che l’ispirazione che deriva dall’esperienza “cuore a cuore” con tale Fonte, cioè l’Intuizione di una Mente discriminata e purificata. Sono ottimista per il futuro, perché credo sia in atto una specie di rivoluzione più potente e generale di qualunque altra l’uomo abbia mai affrontata fino ad oggi. Non è una rivoluzione politica, non economica né tecnologica, anche se coinvolge tutti e tutto, è una rivoluzione naturale, è una Rivoluzione Spirituale!

Il processo potrebbe iniziare in un altro modo, per esempio con un tremito oppure con un semplice brivido, non necessariamente con un pianto! 286


Essa sta sempre più chiarificando la Visione Interiore dell’uomo affinché possa vedere, con sempre più chiarezza Mentale, il suo Sé come Sé Transpersonale e Universale. Il suo impatto avvolgerà ed arricchirà certamente tutte le comunità del mondo e trasformerà tutta l’umanità in un fiume di ricercatori della Verità-Amore, che scorrerà dolcemente verso il Mare Infinito della Divinità Trascendente ed Immanente, nonostante tutte le pessimistiche previsioni fatte per i prossimi cinquant’anni! Edifichiamo dunque la dimora della nostra vita sulle forti fondamenta della fede nel fatto che non solo tutte le creature, ma tutta la creazione è Divina ed è Dio Stesso, è Quello che vive nei nostri cuori dall’eternità, e dai nostri cuori e dalle profondità del Cosmo si potrà ascoltare la Sua Voce, l’AUM o OM, che è l’Amore stesso che tutto pervade. È davvero curioso che molti cristiani deridino questa sacra parola: AUM, ovvero OM, certamente chi lo fa dimostra una grandissima ignoranza anche della sua stessa fede religiosa. Infatti, il noto Padre David Maria Turoldo, cristianissimo, negli ultimi mesi di vita, in una delle sue belle omelie tenute nell’abbazia di Sant’Egidio e poi riunite in un libro denominato “Dialogo tra cielo e terra”, affermò testualmente: “Là, sulla punta estrema dell’India, c’è il tempio della Parola Vivente, adorata anche dagli animali. C’è scritta la Parola, la parola OM che è il nostro Alfa e Omega. E questo OM è semplicemente il rumore degli oceani; Dio è là, dovunque”. In termini matematici il concetto di Padre David Maria Turoldo può essere così formalizato: ƒ(α, ω) = |ॐ| (174) indicando nella OM la funzione delle variabili α, ω in assoluto. Possa questo breve scritto aprire sempre più il nostro cuore spirituale all’Amore e all’Unità, nella Realtà della Conoscenza e Consapevolezza Suprema posta come la più Piccola del più piccolo e la più Grande del più grande. La nostra mente, per poter catturare l'essenza onnipervadente dentro e fuori di noi dovrebbe essere come un raggio X che abbia come 287


pellicola l'Amore. Una macchina a raggi X senza pellicola, oggi, non è di alcuna utilità, perché senza pellicola non si può catturare nessuna immagine. Allo stesso modo, una mente senza Amore non serve a nulla, dice Bhagavan Sathya Sai Baba. L’Amore non cambia col tempo, è permanente ed eterno; ma l'amore della gente oggi è temporaneo ed effimero e può finire ad ogni istante, è più individuabile come Ego Operativo eO. Un tale amore egoistico non è degno d'essere chiamato Amore! L'Amore vero sopporta le prove, le tribolazioni, la perdita ed il dolore e trascende tutte le situazioni difficili. In nessuna circostanza della nostra vita, per quanto problematica possa essere, dobbiamo dimenticare Dio. Il nostro Amore per Lui deve sopravvivere a qualsiasi attacco dell’ego. Dobbiamo resistere a tutti gli effetti distruttivi del tempo e a tutte le vicissitudini della vita. Il nostro Amore non deve cambiare o fluttuare ad ogni ventata, forte che sia, che passa e va con i suoi alti e bassi di uno spin egoico, ma deve fissarsi sulla roccia del Cuore Purificato, perciò è scritto: “Coloro che sono dediti alla mera osservanza rituale entrano in una oscurità accecante; ma piombano in tenebre ancor più fitte coloro che trovano piacere solo nelle nozioni filosofiche.” (Isa Upanisad, 9) La semplice erudizione non fa di un uomo un sapiente che vede tutto con occhio equanime. Dedicarsi ai riti, per il piacere dei riti, conduce ad una “oscurità accecante”. Vittima di questo errore sono coloro che aderiscono ciecamente ad una religione, ma esistono delle tenebre più fitte che colpiscono lo studioso che si diletta di nozioni filosofiche e scientifiche credendo con ciò di essere sulla via della giusta ragione e si sente soddisfatto e magari anche realizzato: triste errore, perché lo studio, la scienza della natura, non deve indurre alla gioia solo per il mero diletto che ne prova la ragione, la scienza deve servire ad aprire la mente e ad inondare il cuore di amore per l’Amore, perché Tutto è Amore! Solo quando il cuore è colmo d’Amore, alla fine dei giorni si potrà ben dire come il vecchio Simeone: 288


Ora lascia pure, o Signore, che il tuo servo se ne vada in pace. Purtroppo non è da tutti dire con chiarezza mentale tali concetti nel momento del trapasso se non si ha una mente già addestrata alla continua ripetizione del Nome di Dio, che ricorderà all’anima in quel momento cruciale, che è divina e quindi tornerà da dove è venuta, cioè da Dio. Nel rituale cattolico delle preghiere per gli agonizzanti era previsto che il sacerdote assistente si avvicinasse piano all’orecchio del morente – una pratica caduta in disuso forse perché travisata dai parenti dei morenti e dalla “sordità” degli stessi anziani morenti – per sussurrargli ripetutamente il sacro Nome di Gesù! Non è così semplice ricordarsi del Nome del Signore nell’attimo del trapasso, se non in forza di una disciplina durata molti anni. La più semplice e naturale tecnica che rende possibile la purificazione del cuore-mente si trova in TUTTE le Sacre Scritture ed è la semplice Ripetizione del Santo Nome del Signore, in tal modo verrà automaticamente in mente nell’attimo cruciale, cioè proprio quando serve come premio finale per il “servo fedele”. Tale semplice tecnica non serve solo a rendere “unidirezionale” la mente, concentrata e quindi più potente nelle sue esplicazioni; serve a “prepararsi a morire” perché il Nome di Dio, sull’onda delle emozioni che investirà il povero morente nell’ultimo attimo di vita non verrà tanto facilmente alla superficie della coscienza, se non Lo si è portato dentro durante tutta la vita e in ogni attimo passato nelle bufere e nella quiete del cuore; serve anche alla “preparazione di incontri interreligiosi”, che prima o poi dovranno avvenire tra le religioni più diffuse al mondo, e sarà molto più di un incontro tra amici, dovrà essere una comunione nell’Essere più intimo di quanto l’immagineranno gli stessi partecipanti, perché sarà una comunione nel Puro Amore che si svelerà nei loro cuori quando i partecipanti si saranno del tutto svuotati dentro di ogni egoismo, per fare posto all’Amore, al vero Sé che consentirà loro di partecipare attivamente alla liberazione del Mondo. Perciò è importante comprendere la differenza tra Unità, Sintesi e Sincretismo. Quest’ultimo si può definire come il voler conciliare in 289


forma arbitraria e acritica dottrine tra loro inconciliabili. L’Unità è invece convivenza pacifica tra religioni diverse nella consapevolezza del Dio Unico, pur praticando ognuna i rituali e le forme espressive della propria fede. La Sintesi infine è raccogliere le prassi di tutte le teoretiche filosofiche e ritualistiche che uniscono le differenti religioni, in una sola prassi per tutte, senza tener conto di tutte quelle che dividono, e assimilando solo tutte quelle che invece uniscono. Ciò permetterà con più facilità lo svelamento di quella Cultura che è la fonte e la base stessa dell’umanità, indipendentemente dallo spazio e dal tempo, perché, come dice il Bhagavan Baba: I miei Messaggeri e le mie Messaggere devono aumentare in tutto il mondo, affinché il mio Messaggio si diffonda ovunque: c’è un solo Dio e dimora nel cuore! Quando avrete compreso questa Verità, sviluppando devozione e vi sarete arresi a Dio, esisterà una sola Religione, quella dell’Amore, e ci sarà una sola casta, quella dell’Umanità. La felicità che non finisce si può ottenere soltanto tramite una forma di conoscenza (Vidya), quella che si attinge dalle Upanishad, l’insegnamento dei Rishi o Veggenti: la scienza del raggiungimento della Divinità. Solamente questa, la cui pratica del Namasmarana è la più semplice osservanza, può salvare l’uomo e concedergli la pace e quindi la felicità. Non c’è niente di più elevato. Qualunque sia il campo in cui siete specializzati per una professione o per vivere, tenete sempre gli occhi e il cuore su questa conoscenza! La gente oggi fa di tutto per essere felice e beata, ma da dove si può trarre la beatitudine? Dalle cose materiali del mondo, dalla gente, dai libri? Assolutamente no! La beatitudine si trova già dentro di noi, come nostro vero Sé. Noi tutti, comuni mortali egoistici, abbiamo dimenticato il nostro vero

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Sé, la fonte della beatitudine e lottiamo duramente per trovare una felicità artificiale all'esterno. Non siamo consapevoli della Realtà che dimora nel nostro cuore, dove appunto si trova tutta la felicità. Ma il Principio dell'Amore, che trae origine dal cuore e non dal mondo, è operantis Christi nel mondo, e in un Prossimo Futuro sarà evidente a tutti come il vero “Harmaghedon” purificatore dei cuori. Tutti svilupperemo l'Amore, sempre di più, anche se oggi l'odio e la rabbia sono dappertutto. Accendiamo sin d’ora la lampada dell'Amore dentro di noi, affinché la paura e l'illusione possano essere rimosse e possiamo avere la visione del Puro Amore-Christi-Sai-Sé. Desidero chiudere con due pensieri; il primo è dell’amico indimenticabile, a me molto caro, †don Mario Mazzoleni: “Non c’è niente che non possiate ottenere con il potere dell’Amore; l’Amore è la Forza suprema, è il cemento che porta alla Sintesi delle Religioni e quindi alla Pace nel Mondo” il secondo pensiero è una citazione dagli Atti degli Apostoli (10, 43), in cui il Nome ha valore di salvezza e vita eterna:

“Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo Nome.” Pasqua di Resurrezione, 2009

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XII APPENDICI XII.1. Appendice A Esperimenti decisivi per la fisica moderna dall’opera omnia del Prof. Marco Todeschini Traggo questo APPENDICE A come capitolo sintetico di quanto contenuto nell’opera omnia di Todeschini, in parte riassunto egregiamente dall’amico Fiorenzo Zampieri e in parte riassunto dallo scrivente. Il testo sopra citato è la base su cui poggia l’Appendice e riporta la descrizione di sette esperimenti scientifici effettuati per dimostrare la realtà della Teoria di Todeschini esplicitata chiaramente nella sua monumentale opera “La Teoria delle Apparenze”, che successivamente fu sviluppata come Scienza Unitaria nella superlativa “Psicobiofisica”. Purtroppo questi testi non sono più reperibili in commercio, il sottoscritto possiede una copia di quasi tutta l’opera omina dello scienziato. Chi fosse interessato ad averne copie, se ancora disponibili, deve fare ricerche specifiche su internet, oppure scrivere direttamente a: - Fiorenzo Zampieri Via G. Fattori, 5 35134 Padova (Pd) – sono sicuro che l’amico Fiorenzo, gran conoscitore delle opere di Todeschini, saprà indirizzarvi meglio di me. Lo spazio non è vuoto, ma è costituito da una sostanza materiale mobile come un fluido, avente una estensione tridimensionale e una densità pari a 9.10-20 di quella del H2O. Di questa sostanza unica, invisibile, continua e primordiale, ma dinamicamente attiva, sono costituite tutte le cose dell'universo. In particolare, sono costi293


tuite da strati sferici concentrici di spazio fluido, aventi spessore costante, ruotanti attorno ad un centro comune con velocità inversamente proporzionali alla radice quadrata del loro raggio, e costituiscono le particelle nucleari, i sistemi atomici, astronomici e galattici con i loro campi di attrazione. I movimenti ondulatori dello spazio fluido, per contro, solamente quando vengono a sbattere contro il nostro corpo umano, secondo la loro intensità e frequenza, fanno entrare in risonanza gli oscillatori dell'uno o dell'altro dei nostri organi di senso, producendo in essi delle correnti elettroniche che, trasmesse per mezzo delle linee nervose al cervello, suscitano nella nostra psiche ed esclusivamente in essa, le sensazioni corrispondenti di forza, luce, elettricità, calore, suono, odore, sapore, ecc.. La materia, i suoi campi d'attrazione ed oscillanti, e tutti gli altri fenomeni fisici sono costituiti da un’unica realtà oggettiva: il movimento dello spazio fluido. (Principio unifenomenico del mondo oggettivo). Le differenti qualità che a noi sembra che posseggano, sia la materia, sia la forza d'inerzia, sia l'impulso meccanico, sia l'energia cinetica, sono le sensazioni immateriali corrispondenti che ognuna di esse suscita nella nostra psiche. (Principio polifenomenico del mondo soggettivo). Il Sole si trova al centro di un campo sferico di spazio rotante che si può immaginare suddiviso come una cipolla, in strati sferici concentrici, aventi uno spessore costante e velocità di rotazione inversamente proporzionale alla radice quadrata del loro raggio. Allo stesso modo la Terra si trova al centro di un suo proprio campo rotante planetario più piccolo, immerso alla periferia di quello solare più grande. Gli strati di spazio fluido solare entro i quali è immerso il nostro pianeta possiedono una velocità media di rotazione: VA = 60 Km/sec (175) Questa corrente spinge la sfera planetaria, con la Terra al suo centro, attorno al Sole alla Velocità di Rivoluzione media di: VR = 30 km/sec (176) La velocità relativa della corrente solare in rapporto al nostro pianeta è coincidente con la sua Velocità di Rivoluzione. Sulla superficie terrestre la Velocità media del suo Campo Planetario di spazio è di: 294


V = 9,335 Km/sec (177) Velocità che ovviamente varia secondo l'angolo di latitudine. La validità generale della relatività di Galileo, l'aberrazione astronomica della luce, i risultati dell'esperienza Michelson-Miller, sono conciliabili fra di loro e spiegabili fisicamente e analiticamente solamente ammettendo la realtà descritta come spaziofluidodinamico. Tutte le particelle nucleari sono costituite della stessa materia, essendo sfere di spazio fluido che ruotano su loro stesse alla velocità di 1,41 31 volte più grande di quella della luce, in rapporto allo spazio fluido ambiente, comprovato anche dal fatto che conoscendo il raggio R di un nucleo radioattivo ed il numero di giri N che i nucleoni compiono intorno ad esso, che è pari alla frequenza υ dei raggi γ emessi, si può calcolare la velocità periferica V dei nucleoni stessi che risulta essere proprio V = 2C . La massa (m) di un protone è proporzionale al prodotto della massa (m0) di spazio fluido contenuto nel suo volume sferico, moltiplicato per il quadrato della velocità C della luce. L'energia che la massa (m) di un protone possiede, è di natura cinetica. Essa è dovuta al fatto che il protone, essendo passato attraverso la corrente di spazio fluido rotante dell'ultimo strato del nucleo dove è immerso, gira attorno al centro dell'atomo con una velocità 1,41 volte più grande di quella della luce (C), e con essi i famigerati Quark. L'energia cinetica del protone che nasce dai Quark nucleari è pari al prodotto della sua massa (m) per il quadrato della velocità (C) della luce (E = mC²), e allo stesso tempo questa energia è uguale al prodotto della massa (m0) dello spazio fluido che costituisce la sfera del protone, per la quarta potenza della velocità C (E= mC4). Si suppone che le particelle elementari dei protoni, i Quark, abbiano una energia proporzionalmente più elevata come potenza di C, in funzione del loro numero, cioè della struttura interna del protone: E = mC+n (178) dove la potenza di C è +n = ƒ(Q) (179) 31

V = 2C ≅ 1,41C che sostituita in E =

(

1 m 2C 2

)

2

= mC 2 295


e Q sono i Quark che strutturano i protoni. L'energia che possiede un corpo immobile è pari alla somma dell'energia cinetica interna di rotazione e di rivoluzione di tutte le particelle che costituiscono ciascuno dei suoi atomi, moltiplicata per il numero di atomi che ne costituiscono il corpo stesso. Una particella o un’antiparticella, che è immobile fuori dell'atomo, non ha nessuna velocità (C) di traslazione, non ha energia (E = mC²), ma possiede solamente l'energia interna detta anche di stazionamento (E0 = m0C²) dovuta al solo movimento di rotazione degli strati sferici di spazio fluido che la costituisce. Nel momento che questo movimento di rotazione stazionario dovesse cessare, l'energia cinetica interna corrispondente si annullerebbe, la sfera di spazio fluido che costituisce la particella ridotta all'immobilità, come lo spazio intorno, non si distinguerebbe da esso perdendo la sua individualità granulare, comprese tutte le proprietà chimiche e fisiche che caratterizza la materia. Ogni massa materiale, dall'elettrone fino al nucleo delle galassie, è il centro del suo proprio campo sferico di spazio fluido rotante, diviso come una cipolla in strati sferici concentrici, aventi uno spessore costante, di velocità di rotazione inversamente proporzionale alla radice quadrata del loro raggio. Le leggi che governano questi campi sono le stesse e sono confermate dalle deduzioni che scaturiscono dall'osservazione astronomica e dalle esperienze sull'atomo, il suo nucleo e le sue particelle. In rapporto ad una triade di assi coordinati riferiti al centro di un campo di spazio fluido rotante, la traiettoria seguita dalle masse periferiche immerse in esso è costituita da due bracci simmetrici e opposti di spirale caratterizzata dall'equazione della Spirale Universo: RФ² = K (180) In effetti la massa si avvicina, o si allontana dal centro del campo, a seconda che la sua forza centrifuga sia più piccola o più grande di quella centripeta del fluido rotante dello strato nel quale la massa è immersa, e questa si sposta dall'afelio al perielio, che sono i punti doppi dove i due bracci simmetrici ed opposti della spirale si sovrappongono. Se la Velocità di Rivoluzione della massa è tale che la sua forza centrifuga resta sempre minore di quella centripeta del 296


fluido, la massa planetaria cade su quella che è al centro del campo, seguendo il braccio centripeto della spirale. Se al contrario, la sua forza centrifuga rimane sempre maggiore di quella dello spazio fluido centripeto la massa planetaria si allontana dal centro del campo verso l'infinito, seguendo il braccio opposto della spirale. L'elettrone nel suo passaggio da uno strato all'altro del campo fluido dell'atomo, subisce una variazione (ΔE) di energia cinetica di salto, perchè questa variazione è inversamente proporzionale al quadrato dei raggi degli strati successivi, e questi raggi variano per salti a causa dello spessore costante degli stessi. La variazione di frequenza (Δν) dell'onda emessa in un atomo allorquando degli elettroni si spostano da uno strato ad un altro, scaturisce dal rapporto tra la variazione di energia cinetica (ΔE) e la costante di Plank, la quale risulta uguale alla costante K delle aree, moltiplicata per 2π volte la massa (m1) dell'elettrone. Una massa planetaria rotante su sè stessa immersa alla periferia di un campo rotante, è soggetta all'effetto Magnus, e per questo essa subisce una spinta risultante FR che ha tre componenti: una FX centripeta che si identifica con la Forza di Gravità; una FY tangenziale che spinge la massa a compiere delle rivoluzini attorno al centro del campo, che si identifica con la Forza Elettromotrice; e la terza FZ che si identifica con la Forza Magnetica che si manifesta ai poli di rotazione delle masse. Resta così svelato e dimostrato che le tre forze: gravitiche elettriche e magnetiche, non sono affatto delle entità misteriose di natura fisica differenti fra loro, ma sono della stessa qualità, essendo tutte e tre i loro componenti ortogonali dovuti all'effetto Magnus della Forza Spaziodinamica, che è la sola che domina la materia. Qualsiasi variazione di velocità di un corpo abbandonato a sè stesso può essere considerata come prodotto da correnti di spazio fluido e denso che decelerando contro il corpo stesso costringendolo a seguire le sue traiettorie e oscillare secondo le sue onde; oppure come prodotte da forze di natura misteriosa continue o alternate che emanate da una massa, di genesi e struttura sconosciute, si propagano nel vuoto attirando o facendo oscillare i corpi, come se fossero im-

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mersi in un campo gravitico, elettrico, magnetico, termico, luminoso, ecc. Con 10 equivalenze psicofisiche che generalizzano la legge d'inerzia di Newton (F = ma), Todeschini ha dimostrato la corrispondenza fra le decelerazioni della materia contro il nostro corpo e le sensazioni che sorgono nella psiche, dimostrando che non è solo la forza che risulta pari al prodotto della massa per l'accelerazione, ma che allo stesso modo tutte le altre sensazioni (S) sopracitate, risultano equivalenti a quel prodotto. (S = ma). (Principio di equivalenza psicofisica). La risultante della velocità della luce risulta dalla somma vettoriale della velocità C costante di propagazione delle sue onde nello spazio fluido, e la velocità del mezzo che la trasporta. La velocità della luce non è costante in rapporto ai sistemi di riferimento, ma varia secondo il movimento relativo di ciascun sistema e a seconda del fluido nel quale essa si trasmette. Lo spazio percorso da una perturbazione ottica e la sua velocità di propagazione in esso, subiscono una variaziaone pari a quella che si manifesta nel passaggio da un sistema di riferimento ad un altro, e il valore di questa variazione dipende dalla velocità relativa del sistema di riferimento in rapporto a quello in cui la luce si propaga. Il tempo impiegato da una trasmissione ottica per percorrere la distanza tra due punti fissati su di un determinato sistema, è lo stesso, se calcolato, non ha importanza rispetto a quale altro sistema, qualunque sia il suo movimento in rapporto al primo resta costante, e tale resta anche quello che avviene, non importa per quale altro fenomeno fisico. Il tempo non è una dimensione relativa al sistema di riferimento, ma una dimensione assoluta dell'universo, afferma Todeschini. Nello stesso sistema la velocità della luce varia secondo l'angolo formato tra la direzione di propagazione che si vuole considerare e quella di traslazione della corrente di spazio fluido che spinge il sistema medesimo. Una trasmissione ottica, per percorrere distanze eguali fissate su dei sistemi differentemente mossi, impiega tempi diversi. Se un osservatore si avvicina o si allontana da una sorgente luminosa, la lunghezza d'onda del raggio che riceve resta costante, mentre varia la frequenza dell'oscillazione rispetto all'osservato298


re. Se un raggio di luce attraversa in direzione perpendicolare una corrente rettilinea o circolare di spazio fluido, esso è trasportato parallelamente alla stessa con la velocità V della corrente, in modo che l'osservatore immobile posto sulla sponda opposta a quella in cui è la sorgente luminosa, riceverà il raggio inclinato e contro corrente con un angolo il cui seno è determinato dal rapporto tra la velocità V della corrente e quella C di propagazione del raggio inclinato. La velocità con la quale il raggio attraversa perpendicolarmente la corrente risulta di conseguenza inferiore a quella C di propagazione dell'onda, ed è pari a: W = C cos α (181) I raggi delle stelle, prima di arrivare da noi, attraversano la corrente di spazio fluido che spinge il nostro pianeta intorno al Sole, sono inclinati di un angolo il cui seno è determinato dal rapporto tra la velocità relativa della corrente rispetto alla Terra (30 km/sec) e quella di propagazione dell'onda luminosa (3.105 km/sec). L'osservatore terrestre riceve il raggio inclinato contro la direzione della corrente e, in rapporto ad esso, la velocità con la quale il raggio ha attraversato la corrente diviene W = C cos α. I raggi che passano accanto al Sole, prima di arrivare vicini a noi, subiscono una doppia deviazione angolare nell'attraversare il campo rotante di spazio fluido solare e terrestre, per cui il suo seno viene determinato dal rapporto tra la somma delle velocità di rotazione dei campi citati (2,463 km/sec) e quella della luce (3.105 km/sec). I raggi luminosi che attraversano le sostanze trasparenti immobili subiscono una deviazione angolare il cui coseno è eguale al rapporto tra la velocità VA di rotazione dei campi di spazio fluido costituenti gli atomi e quella C della luce. La velocità con la quale i raggi attraversano il mezzo trasparente risulta quindi: u = C sen α (182) la velocità dei campi atomici rotanti resta determinata in: VA = C cos α (183) Se un raggio di luce attraversa una sostanza trasparente che si muove ad una velocità V nella stessa direzione e senso del raggio medesimo, la velocità con la quale è trascinato è pari a: VT = VA = C sen α + V cos2 α (184) 299


L'esperimento Kaufmann dimostra che lo spazio privo d'aria all'interno di un tubo catodico è sostanziato di densità costante 9.10-20 di quella dell'acqua, che gli elettroni girano su loro stessi alla velocità della luce e sono soggetti all'effetto Magnus, di conseguenza non importa quale sia il frammento di materia in oggetto essendo costituito di particelle rotanti su sé stesse che subiscono lo stesso effetto. La seconda legge di Newton dicendo che le masse assumono delle accelerazioni proporzionali alle forze applicate e camminano nella stessa direzione, è in contrasto con la realtà fisica e con le leggi dell'elettromagnetismo, poichè sono fondate sull'ipotesi sperimentale smentita di uno spazio vuoto, considerando solamente l'inerzia dei corpi, negando la reazione del mezzo ambiente nel quale esse si muovono; reazioni aventi per effetto l'alterazione dei corpi stessi e l'inclinazione della direzione in rapporto alla linea d'azione della forza applicata. Di conseguenza la seconda legge di proporzionalità della meccanica dovrà essere sostituita dalle formule ricavate dalla spaziodinamica che tengono conto, o della realtà fisica che lo spazio ha una densità 9.10-20 volte quella dell' H2O, o delle forze d'inerzia e di attrito di questo mezzo che favoriscono o si oppongono al movimento dei corpi. Le nuove leggi ci dicono in effetti che a causa della resistenza inerziale del mezzo ambiente, la forza applicata ad un corpo ha per effetto di fargli assumere un’accelerazione risultante (aR) che è funzione della velocità della luce (C) e di quella (V) relativa tra i corpi e lo spazio fluido circostante; e che a causa della mancanza di simmetria degli attriti sviluppati nel movimento rototraslante dei nuclei atomici costituenti i corpi, questo è assoggettato all'effetto Magnus, con conseguenza che l'accelerazione risultante (aR) è deviata dalla linea d'azione della forza applicata, assumendo dei valori longitudinali (aX) e trasversali (aY) differenti. Quando un corpo è sollecitato da una forza a mettersi in movimento, la resistenza dovuta all'inerzia ed all'attrito dello spazio fluido circostante che si oppone al suo movimento aumentando o diminuendo la sua accelerazione fino ad annullarlo quando le resistenze diventano pari alla forza applicata, e questo si verifica quando la massa del fluido spostato diventa uguale a quella del corpo cioè quando la loro velocità è uguale a quella della luce C. 300


L'energia che si ottiene dalla disintegrazione della materia s'identifica con l'energia cinetica interna che essa già contiene in sè stessa poichè ciascuna delle sue particelle è costituita da campi centromossi di spazio fluido di densità costante, che ruotano su loro stessi ad una velocità 1,41 volte più grande di quella della luce che con questa velocità rivoluiscono altresì attorno al centro del nucleo. La rinnegazione dell’etere da parte di Einstein lo portò a negare la relatività di Galileo che ci assicurava che se un raggio di luce ed un osservatore corrono in linea retta l’uno contro l’altro, la velocità del raggio W rispetto all’osservatore è data dalla somma delle loro singole velocità C e V, cioè: C+V=W (185) La relatività di Einstein, al contrario, essendo basata sul postulato che la velocità della luce resta costante rispetto all’osservatore, a qualsiasi velocità questo si sposti implica la validità dell’equazione: C+V=C (186) Ora tutti possono constatare che essa è una falsa eguaglianza! Se si considerano gli spazi percorsi, la (186) va contro la geometria elementare di Euclide; ma è anche in netto contrasto con la cinematica. Einstein, credendo di spiegare l’esito dell’esperimento di Michelson, lo impose come postulato e, per eliminare i contrasti che implicava, sostituì la relatività di Galileo con la sua pseudorelatività e la geometria di Euclide, in modo che queste nuove discipline potessero giustificare la falsa eguaglianza della (186); ciò fu, ed è, un arbitrio non ammissibile, perché introduce nella scienza le cose più assurde! L’aver tollerato questo arbitrio ha costretto i fisici a far ricorso ad iperspazi tipo quelli di Mikowski, di Sitter, Milne, ecc. che riducono l’idea del mondo ad una pura astrazione di vettori irreali, senza contare che, tutto ciò nonostante, non si è giunti ad unificare il campo gravitico a quello elettromagnetico, unificazione avvenuta solo considerando lo spaziofluidodinamico negato da Einstein, come fatto dal Prof. Todeschini con la sua geniale Spaziodinamica. Estraggo da “Atti dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti -BergamoVolume XXXIV – Anni 1968-1969” riprendo le parole di Todeschini:

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<<Einstein, negando l’etere, non poteva più sostenere che la luce si trasmettesse per onde prodotte in tale mezzo fluido e così fu costretto a postulare, riprendendo l’idea del 1900 di Planck, che la luce consistesse in quanti di energia privi di massa chiamati “fotoni”, generati da oscillatori quale energia radiante trasmessa senza decremento allo spazio circostante in modo “misterioso”. Con tale ipotesi, affermatasi con Bohr ed eretta a dottrina da Heisemberg, Dirac e de Broglie, si giunse a rappresentare con una formula matematica le relazioni fra la struttura dell’atomo e la natura delle sue radiazioni, ed abbinare ad ogni particella materiale l’energia corrispondente, dimostrando che ogni realtà fisica non varia in modo continuo ma solo per somma di quanti. Ma se l’ipotesi dei fotoni spiegava tutti i fenomeni che accadono quando la luce cade sopra un singolo atomo, come l’effetto fotoelettrico, quello Compton, ecc. per spiegare altri fenomeni come la propagazione, la riflessione, l’interferenza, la polarizzazione delle perturbazioni luminose, elettriche, magnetiche, per spiegare il moto dei corpi celesti e dell’elettrone intorno al nucleo, ecc., si doveva sempre ricorrere alla concezione opposta di uno spazio “pieno” di etere nel quale si potessero produrre onde e vortici. Perciò il dilemma vuoto-pieno ritornò nella fisica teorica del 1927, come fu nel 1905. Schrödinger immaginò il nucleo atomico come un punto pulsante ed elaborò la Meccanica Ondulatoria che soddisfava sia la natura periodica della luce e sia la sua trasmissione fotonica, ma in base ad una funzione ciclica, avendo concepito un’onda del tutto astratta designante la probabilità di trovare un fotone nei diversi punti dello spazio e nei diversi istanti, sostituendo la legge di causa-effetto con delle probabilità. (Legge di causa-effetto ripresa da Bohm con il Potenziale Quantico Q del 1952, dando consistenza all’Onda Pilota tipo Todeschini – N.d.A.). L’Heisemberg invece, notando come non si possa osservare un fenomeno ultramicroscopico senza alterarlo con la radiazione usata allo scopo, rinunciava ad ogni modello di traiettoria dell’elettrone, per attenersi solamente ai risultati sperimentali incontrovertibili, quali le frequenze delle radiazioni emesse dall’atomo eccitato, abbandonando la meccanica astronomica di Newton basata sulla continuità del campo gravitico, e ne fondava una esclusiva per l’atomo (quantistica) per spiegare la discontinuità delle forze che vi dominano, ma con ciò veniva ad infrangere l’unicità delle leggi che dovrebbero reggere sia gl’immensi aggregati astronomici della materia, sia i piccoli aggregati atomici, ed inoltre, col non poter descrivere la traiettoria degli elettroni intorno al nucleo, veniva ad ammettere l’impotenza della fisica a ricavare le leggi del mondo ultramicroscopico e, negando che il modello dell’atomo fosse quello di un sistema solare in miniatura come concepito dal Bohr, ne lasciava del tutta incognita la struttura! Il secolare contrasto tra le due famose ipotesi di vuoto-pieno si è quindi risolto nel secolo XX°, dal 1900 in poi, ammettendo la Teoria del Vuoto, ma con ciò la fisica è stata costretta a rinunciare alla spiegazione dei fenomeni ed a dichiarare la sua impotenza a ricavarne leggi. Ora, se la scienza viene meno a queste sue due finalità basilari certamente non si può più chiamare scienza! (omissis) 302


…è risultato che il Sole si trova al centro di un grande campo sferico di spazio fluido rotante che si muove suddiviso, come una cipolla, in strati sferici concentrici, aventi spessore costante e velocità inversamente proporzionali alla radice quadrata del loro raggio. È risultato poi che anche la Terra si trova al centro di un suo proprio campo sferico (planetario) più piccolo, similmente suddiviso in strati sferici concentrici ruotanti, ed immerso alla periferia di quello solare più grande. Mi è stato così possibile determinare sia la velocità di 7,8 Km/sec della corrente fluida che circola intorno al nostro pianeta nel senso della sua rotazione diurna e che produce con la sua spinta centripeta sui corpi in essa immersi la loro accelerazione di caduta sul nostro globo, e che produce il loro peso quando già poggiano e sono premuti al suolo. (omissis) Resta così svelata la misteriosa natura della forza di gravità che tiene avvinti i pianeti al Sole, i satelliti ai pianeti e che fa cadere i gravi verso il suolo, poiché essa forza non è altro che la spinta fluidodinamica centripeta che i vortici circolanti intorno a quelle masse astrali esercitano sui corpi in essi immersi. Non è quindi una forza traente che emana dalla materia, bensì è una forza premente centripeta. (omissis) Considerando poi che i movimenti continui od alterni dello spaziofluido si infrangono contro il corpo umano che vi è immerso e pongono in risonanza gli oscillatori dell’uno o dell’altro organo di senso a secondo dell’intensità e frequenza dell’onda incidente su di essi, ho potuto svelare la meravigliosa tecnologia elettronica di ciascun organo di senso, di moto e di regolazione del sistema nervoso periferico, intermedio e centrale, che presiede a tutte le funzioni vegetative e psichiche, ricostruendo altresì gli schemi elettrici di ciascuno di essi e della loro rete di collegamento compreso lo schema complesso ed ammirevole della centrale suprema del cervello umano. (omissis) Così ho svelato che l’organo della vista è costituito e funziona come un complesso trasmittente e ricevente televisivo a filo; l’udito come un apparato telefonico; gli organi termici, dell’olfatto, del gusto, del tatto, come trasformatori di impulsi meccanici in correnti elettriche che telesuscitano nella psiche rispettivamente sensazioni di calore, odore, sapore, forza, elettricità. I nervi come conduttori di elettricità e i neuroni come pile voltaiche di rinforzo delle correnti in linea. La materia grigia della spina dorsale come centrale elettrica, il cuore come pompa mossa da corpuscoli azionati dalla corrente della materia grigia della spina dorsale, il cervello come centrale suprema di tutti i dispositivi anche ipofisari della regolazione chimica, nonché sede dei 4 Centri di Sovrapposizione dove arrivano e si trasformano le correnti elettriche in sensazioni, sede quindi della psiche-anima umana. La psiche dunque si identifica con l’anima, il che ci conferma scientificamente ciò che la religione ci insegna per fede da millenni. (omissis)

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Nell’universo il movimento dello spazio fluido si può solamente trasferire da un punto all’altro, ma non si può distruggere né creare automaticamente, poiché la Quantità di Moto di un sistema isolato come il Cosmo resta sempre Costante: Ft = mV = Costante (187) Bisogna quindi convenire che il movimento non si è creato da sé dentro l’Universo, ma vi è stato provocato da una causa esterna ad essa. La Causa Prima del movimento essendo esterna all’Universo è quindi trascendente, ed essendo immateriale è di natura spirituale. Si arriva così alla certezza scientifica sperimentale dell’esistenza dell’anima umana, del mondo spirituale e di Dio, perché è solamente da queste tre entità che possono essere emesse tutte le forze. (omissis) Per vincere la forza di gravità ho potuto inventare e realizzare un Motore a Forza Propulsiva Centrifuga (Brevetto N° 312496 del 17 Novembre del 1933).>>

Il Motore Todeschini dimostra praticamente la bontà della sua Teoria delle Apparenze:

Fig. 7 – Diagrammi che visualizzano la teoria delle forze FC

Il motore è basato sul principio di trasformare le forze centrifughe FC rotanti in un’unica forza propulsiva orientata in una direzione a scelta. La forza che varia di direzione ciclicamente viene orientata e raddrizzata facendo descrivere alle masse una curva che ha la forma di lemniscata. Oggi, con la crisi energetica si potrebbe prendere in considerazione, finalmente seriamente, il Motore Todeschini, non come fatto 50-60 anni fa quando il barile del petrolio costava relativamente poco e non si volevano intaccare i lauti guadagni delle compagnie petrolifere e delle consorelle case automobilistiche. Spero che sia arrivato il momento di guardare meno agli utili societari e più all’utilità per la società umana, tutta. Si continuerà imperterriti ad accumulare utili e la gente a morire? No! È ora che si prenda coscienza delle enormi sperequazioni esistenti, e il Motore Todeschini è sicuramente un metodo pratico efficacissimo per gli scopi umanitario-energetico e scientifico. 304


Infine un’ultima considerazione sulla relatività ristretta concepita da Einstein: egli giustamente concepì i fenomeni oggettivi legati ai vari soggetti osservatori, trasgredendo ciò che diceva Galileo; ma la stessa cosa, mi pare di capire, dicesse anche il Todeschini quando parlava di ogni fenomeno in funzione di tre variabili: una fisica, una biologica ed una psichica. Quale, dunque, le differenze basilari tra le due teorie? Secondo me sono due principalmente: - la concezione del pieno eterico; - la costanza della velocità della luce rispetto a tutti gli osservatori. La Fig. 8 è la copia della prima facciata del Brevetto del Motore Todeschini:

Fig. 8 – Motore a forza propulsiva centrifuga di Todeschini

Secondo me il pieno eterico è di fatto nella natura dell’Universo, e la velocità della luce è davvero costante rispetto a qualsiasi osservatore, nel senso che varia la Velocità Apparente Vap galileiana, mentre quella della luce C assolutamente non cambia, ma certamente può essere superata! In altre parole, pur confermando la validità della C + Vap = W (188)

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si constata sperimentalmente che C resta invariata e cambia la sola V apparente detta Vap grazie alla sua Onda Pilota, Einstein, secondo me, non ha mai voluto dire e confermare l’assurdità della C+V=C (189) perché sicuramente in aritmetica e in geometria era fortissimo! Inoltre, poiché gli effetti della modificazione degli spazi e dei tempi di fatto modificano i fenomeni osservati (Effetto Doppler) e non è vero che restano invariati come riteneva Einstein, resta perciò corretto il sistema di riferimento assoluto di valutazione nella detta Psiche-Mente, sistema di cui Einstein, in contraddizione con la sua costanza della velocità della luce, ne negava l’esistenza e la validità, mentre Todeschini l’assumeva, coerentemente, a suo unico sistema di riferimento. Insomma, i due scienziati dicono molte cose in comune senza saperlo, mentre su altre cose si contraddicono senza riconoscerlo! Concludo con una affermazione che a molti farà arricciare il naso: Einstein-Todeschini, secondo me, è una sola medaglia le cui rispettive teorie sono complementari e insieme formano davvero l’Unificazione della Scienza Universale, se si prende come anello di congiunzione l’Egodinamica vedantica del sottoscritto, ovviamente, e la specialissima e non classica quantistica del prof. David Bohm.

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XII.2. Appendice B Teoria dell’Onda Pilota dall’opera omnia del Prof. David Bohm Traggo questa APPENDICE B come capitolo sintetico di quanto contenuto nei testi di Bohm tradotti in italiano, i quali riassumono il pensiero del professore come “pioniere quantistico” della teoria detta del “pieno”, divulgata dal professor Todeschini. La Teoria di Bohm infatti, la ritengo in perfetta sintonia con l’insegnamento metafisico Advaita Vedantino in senso lato, e con la Teoria delle Onde Spaziofluidodinamiche di Marco Todeschini. Per realizzare, nei fondamenti della fisica, un quadro unitario soddisfacente bisogna assumere che la descrizione quantistica in termini della funzione d’onda deve essere completata aggiungendo opportune variabili supplementari al formalismo. Quest’operazione è stata compiuta nel 1952 da David Bohm sulla scia di quanto proposto da Louis de Broglie nel 1927 e Marco Todeschini nel 1949 con “La Teoria delle Apparenze”. L’idea fondamentale alla base della Teoria di Bohm, detta Teoria dell’Onda Pilota, è che ogni particella sia dotata di un’onda che la “guidi” durante tutto il suo percorso; ciò appare un artifizio del Campo Fluidodinamico di Todeschini! Questa interpretazione appare la più importante Teoria a Variabili Nascoste equivalente, nelle sue predizioni, alla classica Meccanica Quantistica in grado di fornire un completamento causale di questa ultima; sembra che questa teoria contrasti con quanto sostiene il Teorema di Impossibilità di von Neumann e addirittura il celeberrimo Principio di Indeterminazione che sta alla base della stessa Meccanica Quantistica detta classica. Non bisogna dimenticare però che prima di Bohm, nel 1949, la Teoria delle Apparenze aveva già formalizzato e spiegato fisicamente ciò che solo nel 1952 fu sviluppato da Bohm con la citata sua Teoria; questa riconoscenza a Todeschini, per onestà scientifica, bisogna averla! 307


L’assegnazione di ipotetici parametri che completano la descrizione dello stato di un qualsiasi sistema fisico in realtà sono le posizioni iniziali dei sistemi considerati; si suppone pertanto, che una particella abbia sempre una posizione esatta e che si possa sempre parlare di una traiettoria precisa rispetto ai parametri iniziali fissati a piacere. L’onda associata a ciascuna particella agisce esattamente come un’Onda Pilota che guida la particella corrispondente nelle regioni dove la sua Funzione d’Onda è più intensa e questo grazie all’azione di un Potenziale Quantico (che esprime, appunto, l’azione dell’Onda sul Corpuscolo). Nota la posizione iniziale di una particella, si dovrebbe riuscire anche a ricostruire la sua intera traiettoria grazie all’azione dell’onda, ossia della forza quantomeccanica esercitata dal Potenziale Quantico “Q”. Se è conosciuta la posizione di una particella in un preciso istante e la sua funzione d’onda, allora è possibile calcolare anche la sua velocità. Ciò basterà a determinare la sua posizione in un istante appena successivo. Anche il valore della funzione d’onda si può facilmente ricavare grazie all’equazione di Schrödinger. Così si può ottenere, in quello stesso istante, la velocità della particella. In questo modo siamo perfettamente in grado di determinare la traiettoria intera della particella in esame e di fornire una descrizione causale del fenomeno considerato. Va precisato, però, che in questa teoria le posizioni iniziali non sono conosciute, e infatti sono dette variabili nascoste, ma proprio per questo motivo si debbono fissare a piacere, diciamo intorno alla posizione dove la funzione d’onda è più intensa, e poiché l’onda trasporta la particella siamo capaci di effettuare una stima probabilistica su dove andrà a collocarsi la particella in un qualsiasi istante successivo a quello considerato iniziale, proprio come nell’ interpretazione ortodossa della Meccanica Quantistica, e proseguire con il calcolo completo della traiettoria e della velocità corpuscolare secondo la meccanica Spaziodinamica di Marco Todeschini. La nostra ignoranza circa la traiettoria della particella e della sua velocità è dovuta alla nostra ignoranza circa la sua posizione iniziale. Il nostro sistema in esame non si trova in una sovrapposizione di stati. Esso possiede una posizione precisa anche se noi ne siamo 308


all’oscuro e il suo comportamento è dovuto all’azione di un’onda “reale” che non è unicamente una “distribuzione di probabilità”; ed è proprio questa la ragione che rende applicabile la Spaziodinamica del Prof. Todeschini. Va ancora detto che la teoria di David Bohm è sì perfettamente deterministica, ma è anche non-locale. La non-località sarebbe dovuta proprio all’azione del Potenziale Quantico: il potenziale quantico totale che si esercita su ciascuna particella dipende dalle posizioni di tutte le particelle del sistema. La teoria di Bohm si muove entro i limiti posti dal teorema di Bell del 1964, che prevede l’impossibilità di un completamento causale della Meccanica Quantistica in senso locale. La Meccanica Quantistica, secondo Bell, non può essere completata localmente attraverso l’introduzione di variabili nascoste. Allora ci chiediamo qual’è la visione del mondo offerta dall’interpretazione dell’Onda Pilota di de Broglie-Bohm se si escludono le variabili nascoste? Risposta: si cade in pieno nel Campo Spaziale Todeschini! Certamente si tratta di una visione più unitaria rispetto a quella proposta dall’interpretazione ortodossa e da tutte le altre teorie classiche della Meccanica Quantistica ossia dalla casualità probabilistica. La teoria dell’Onda Pilota è altamente coerente sul piano fisico in quanto riproduce sul piano empirico tutte le predizioni matematiche della Meccanica Quantistica. L’Esperimento a due Fenditure è, ad esempio, coerentemente spiegato all’interno della concezione di David Bohm e meglio ancora all’interno della Teoria delle Apparenze di Todeschini. La spiegazione dell’esperimento, stando alla teoria dell’Onda Pilota, è la seguente ed è quasi coincidente con quella Spaziodinamica: gli elettroni tra la sorgente ed il secondo schermo si propagano contemporaneamente sia come onde che come corpuscoli! L’onda che accompagna ogni singolo elettrone passa attraverso entrambe le fenditure, l’elettrone attraverso una singola fenditura. È per questo motivo che ogni singolo elettrone è rilevato nel secondo schermo come una particella, ma si osserva anche una figura di interferenza che è tipica delle onde.

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L’Esperimento a due Fenditure è, per questi motivi interpretativi, una delle tante dimostrazioni dell’esistenza dello Spaziofluidinamico, detto altresì “Etere”, ma dinamico! L’interpretazione di David Bohm risolve il problema della misurazione fuori dalle probabilità casuali. All’interno di questa teoria, il soggetto perde l’importanza che aveva all’interno della teoria ortodossa, rendendo il sistema più autonomo dal soggetto osservatore e più autodeterminato dalle sue stesse leggi. Non abbiamo più, infatti, il collasso della funzione d’onda! Il quadro che tale teoria fornisce, infatti, è causale e non casuale. Qualora fosse nota la posizione iniziale di una particella, potremmo descrivere la sua traiettoria e velocità con estrema precisione. La non-località dei sistemi quantistici non deve essere vista come un limite della teoria dell’Onda Pilota. Nella teoria di Bohm il limite classico si può facilmente ottenere supponendo che il potenziale quantico, che è responsabile della non-località, tenda allo zero nel mondo classico. Anche i corpi macroscopici hanno un’onda che li accompagna nei loro movimenti, ma l’azione di quest’ultima diventa irrilevante. In conclusione, è possibile affermare che il dualismo onda corpuscolo è reale ed è lo stesso proposto dalle Teorie di Bohm e di Todeschini, tale dualismo reale consente di spiegare in modo assai convincente tutti i risultati sperimentali che abbiamo a disposizione, di risolvere il problema della misurazione, di proporre una spiegazione causale dei fenomeni quantistici e di avere come caso limite la meccanica classica per quanto concerne la questione della nonlocalità. Insomma la teoria dell’onda pilota comporta un’immagine unitaria del mondo e questo la colloca in una netta posizione di superiorità rispetto a tutte le altre interpretazioni della classica Meccanica Quantistica. Oltretutto, pare che questa teoria sia anche in grado di spiegare le quattro interazioni fondamentali (o quattro forze fondamentali). Sia la forza gravitazionale che quella elettromagnetica, sia la forza nucleare forte che la forza nucleare debole potrebbero essere spiegate grazie all’azione dell’onda prodotta dalla combinazione delle singole onde associate a ciascun corpo coinvol-

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to nel processo fisico, cosa già fatta egregiamente dalla Teoria del Prof. Marco Todeschini con la sua Spaziodinamica. Per quanto concerne l’interpretazione fisica dell’Onda Pilota possiamo concludere che questo schema teorico può essere considerato un Appendice alla Teoria delle Apparenze che è il modello più soddisfacente per descrivere i diversi fenomeni naturali, anche su quello epistemologico, proprio per l’immagine unitaria che essa comporta. Non va, tuttavia, considerata come la verità definitiva e completa, la “fine della strada” nella fisica e nella scienza in generale, ma deve rappresentare un buon punto di partenza per importanti sviluppi futuri e verso una descrizione unitaria del cosmo che, secondo me, si ha solo con la Consapevolezza del sostrato: il Quid chiamato Puro Amore.

Quanto di luce

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XII.3. Appendice C Soluzione dei coaguli energetici mentali dall’opera omnia del maestro Raphael Traggo questo APPENDICE C come capitolo sintetico di quanto contenuto nell’opera omnia di Raphael, il quale riassume il pensiero dei Veda dal punto di vista occidentale, al quale mi allineo perché ritengo in perfetta sintonia con l’insegnamento metafisico Advaita Vedantino che il Maestro Sri Bhagavan Sathya Sai Baba, l’Avatara di questa era, insegna nel suo Asram e nel mondo, educando chi cerca di purificare il proprio cuore con qualsiasi tecnica, in particolare con la più semplice chiamata Ripetizione del Nome, in sanscrito Namasmarana. Raffigurare la Mente come una sostanza-energia vibrante identificabile al Campo Todeschini dell’atomo è cònsone alla mia ipotesi di mente-atomo. La Mente, tramite il suo ritmo, che esplica lo spin egoico, può assumere diverse forme con caratteristiche qualitative indefinibili al 100%. Potremmo paragonarla all’argilla con cui essa plasma varie forme come vasi, giare, statuette e così via. La sostanza mentale plasma e ritma immagini che poi vengono concettualizzate e rappresentate mediante idee e concetti. La nostra mente non fa altro che “assumere la forma” degli oggetti percepiti e osservati, nonché “ricordati”. Essa trasforma l’immagine sensoriale o ricordata, in termini di concetto e poi di linguaggio per comunicare all’esterno o per una analisi riflessiva. Inoltre, la mente per ideare un’immagine e afferrarne la forma, anche se ricordata, per impossessarsene e plasmarsi convenientemente, deve “uscire” da sé, cioè dalla sua quiete relativa, come una specie di “proboscide” che assume la forma del proprio pensare. Se qualcuno ha la capacità di vedere tale proboscide, riesce anche a leggere ciò che la mente pensa!

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L’immagine mentale assume la funzione di oggetto, e se esiste un Oggetto deve pur esserci un Soggetto. I due sono sempre interrelati, interdipendenti. Se facciamo esperienza diretta dell’intero processo, notiamo che questo soggetto cambia col cambiare degli eventi-cose; lo stesso soggetto può essere allegro, triste, euforico, ecc. Quel soggetto che è stato triste viene contraddetto dal soggetto allegro. Il soggetto di cui si parla è, chiaramente, un io mentale, egoico, che assieme al non-io, il suo alterego, sono sempre dati di relazione, sono sempre in movimento triste-allegro e quindi sono entrambi aleatori. Possiamo dedurre che il Soggetto mentale e l’Oggetto, rappresentano Momenti Psicologici, quindi sono TEMPO-SPAZIO. Se sono Movimento ci dev’essere di conseguenza un qualcosa di stabile, di Quiete, che percepisce i differenti movimenti e li collega, questo qualcosa non è altro che la Coscienza la quale, appunto, è Cosciente dell’alternarsi dei vari moti del soggetto egoico e dell’oggetto. Abbiamo perciò indicato con una costante “K” la Coscienza, con “t” il tempo mentale e con “s” lo spazio relativo del mentale. Il vero e unico mistero che non si potrà mai svelare ad un CuoreMente impuro, che non vive l’Amore Puro “A” nei pensieri, parole ed azioni, è la coincidenza della Costante Universale o Coscienza Cosmica, con la Costante dell’Essere Umano o Coscienza Incarnata chiamata Sé Transpersonale-Intrapersonale: Coscienza = Costante = tempo x spazio (190) MY = KA = K0 = K1 = ts (191) dove l’assurdo, per la nostra mente, è l’inesistenza del tempo seppure costante presente; è la coincidenza iconcepibile di KA ≡ K0 ≡ K1. Così dei tre, la Coscienza risulta la Costante essendo presente nelle varie modificazioni mentali, anche quando la stessa mente tace; difatti riconosciamo di non aver alcun pensiero, cioè di non aver “proiettato” il soggetto e l’oggetto. È lo stato della mente purificata che ci permette, quindi, di esperire lo stato di pura Coscienza, il nostro Sé trascendente. Se dunque il prodotto del tempo con lo spazio è sempre uguale ad una Costante, 313


significa che più aumenta lo Spazio Mentale più diminuisce il tempo relativo; il limite è la Mente Cosmica MY, massima espansione dello Spazio Mentale, dove nel Traspazio il tempo è eterno presente come t0. Nel Prespazio la stessa MY si fonde nell’Assoluto detto INES, in tal caso il tempo è inesistente e MY si svela essere Singolarità Infinita, Coscienza che si svela Consapevolezza integrata e costante, che è la Verità Assoluta, cioè Realtà Ipseità INELUDIBILE! Da quanto esposto si può dedurre che possiamo dominare e trascendere la Mente di relazione e quindi individuata, “separando” il soggetto/oggetto dalla Coscienza tramite il neti-neti 32 per poi “fissare” la stessa Coscienza su sé stessa con l’iti-iti 33 . Per fare tutto ciò è consigliabile prima praticare il Namasmarana e acquisire le caratteristiche mentali idonee per il neti-neti/iti-iti. Purificare prima il cuore, anche se difficile e lungo, è assolutamente indispensabile! Esiste un metodo che Sri Sankaracaria chiama “Metodo della Riflessione Ripetitiva”, che si abbina perfettamente ai metodi indicati sopra ed è molto utile per assimilare la filosofia che sta alla base della tecnica di purificazione del cuore-mente. Questo Metodo è utile per tutti coloro che aspirano alla liberazione e sono intenti ad estinguere il merito ed il demerito e a non accumularne ulteriormente in questa vita! È un Metodo che aiuta moltissimo a prendere atto della propria Posizione Coscienziale nei confronti del Piano Empirico, della esperienza e della vita stessa, perché permette di capire il dharma individuale e quindi il giusto e coerente rapporto del jiva col piano empirico e le conseguenti “azioni coerenti”. Infatti, succede che, praticamente, dalla nostra Ignoranza Metafisica, cioè dall’ignoranza di essere l’Atma, nascono e si conformano le False Opinioni. Queste determinano l’Attività della Mente, della Parola e del Corpo. Attraverso tali Attività vengono ad accumularsi frutti di carattere DESIDERABILE, INDESIDERABILE e MISTO. 32 33

neti-neti: non-è-questo, non-è-questo; tecnica vedantica non-dualistica. iti-iti: è-questo, è-questo; tecnica vedantica non-dualistica.

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Poiché è attraverso la Mente che i FRUTTI vengono sfruttati tramite la PAROLA e/o il CORPO, oppure accumulati nella MEMORIA (quest’ultima operazione è la più diffusa), le sovrapposizioni di tali frutti, operate dalla mente, vengono sedimentate nella SUBCOSCIENZIALITÀ LATENTE, lunghe epoche indefinite. La sedimentazione dei frutti va a sovrapporsi agli altri, nel tempo, andando ad ispessirsi sempre più, cioè andando ad incrementare sempre più quella MASSA KARMICA irrisolta! La Falsa Opinione fa proiettare un “secondo”, cioè un’immagine di sé fuori di sé, ovvero crea un movimento coscienziale che è l’immagine riflessa della Realtà, il vero Sé. Questa proiezione dinamica crea naturalmente un Campo Magnetico, quindi energetico, sufficiente a tenere in vita la falsa identificazione. Contemporaneamente questo Centro Mosso attrae altre energie provenienti da frutti insoddisfatti di azioni desiderabili, indesiderabili e miste, che si sommano alla energia già insita nella stessa proiezione jivaica iniziale. Col tempo questa energia cresce e si solidifica sempre più, formando una massa karmica densa irrisolta, che andrà sempre più ad influenzare l’esistenza oggettiva del jiva! In tal modo l’individuo jivaico sarà costretto dalla sua stessa massa karmica, cioè dalle conseguenze delle sue azioni, ad agire in un certo modo, sempre più legante ai frutti delle sue azioni, aumentando così il proprio peso ponderale che lo fa scivolare in basso, verso sfere dense e scure. Sprofonderà sempre più pesantemente negli abissi oscuri della propria mente, fino a perdersi chi sa dove se, ad un certo momento della sua esistenza, non “succederà qualcosa” che gli permetterà di risalire la china e ritornare al chiaro, poi a comprendersi e ritrovarsi nella luce per iniziare il ritorno sciogliendo la massa karmica in energia. Quando quasi tutta la massa si sarà trasformata in energia, allora il jiva non avrà più alcun momento inerziale tale che lo spinga in una certa direzione, sarà costretto a fermarsi e anche a fondersi, come pura energia, nel Sé supremo se non avrà residui, pur lievi, di desideri. Le montagne si possono spazzar via più rapidamente degli impulsi radicati profondamente (i coaguli energetici mentali detti Vasana) 315


ma, con la volontà e l’interesse, sostenuti dalla fede, li si può superare in breve tempo con l’aiuto costante del Namasmarana. Non dobbiamo scoraggiarci, non dobbiamo perdere la determinazione e/o la fede, qualunque siano le delusioni delle aspettative, le perdite, le apparenti insormontabili difficoltà o gli ostacoli. Ognuno è soggetto a commettere errori anche senza esserne consapevole! Per quanto luminoso sia il fuoco, è inevitabile che ne esca del fumo nero; per quanto buone siano le azioni che si possano fare, ad esse sarà mischiata una piccola traccia di malvagità. Bisogna sforzarsi per ridurre il male al minimo in modo che il bene sia progressivamente sempre di più. A chi non farebbe piacere vivere in una società in pace dove si considera la guerra incomprensibile e ripugnante? Un mondo del genere sembra utopia, specialmente se per realizzarlo riponessimo tutte le nostre speranze nella nostra mente umana carica di ego, nell’intelletto non purificato. Nel libro profetico di Isaia, Dio stesso promette di realizzare un mondo del genere (Isaia 2:4). Oggi il mondo dovrebbe cambiare enormemente perché si realizzi questa promessa; allora è solo una promessa escatologica? Eppure Dio è opere operantis Amore: Dio stesso, come incarnazione dell’Amore, opera attivamente e permetterà la purificazione dei cuori, come Armaghedon, direttamente dai cuori degli uomini e, oggettivamente, come prossima futura incarnazione di Sathya Sai Baba col nome di Prema Sai. È incoraggiante che anche la Bibbia parli spesso della fine della malvagità (Salmo 104:35; Proverbi 2:21, 22). La Bibbia spiega anche che i malvagi non rinunceranno al potere in maniera pacifica; perciò fu necessario un intervento diretto da parte di Dio, incarnato come Sri Krsna nella Bhagavad Gita, eliminando tutto il male con l’eliminazione fisica di quelle poche centinaia di migliaia di persone diaboliche. Ma non fu sufficiente, e oggi il male è diffuso non più in poche centinaia di migliaia di individui, ma in gran parte della gente, perciò, se Dio incarnato dovesse adottare oggi ancora lo stesso metodo, dovrebbe eliminare fisicamente quasi 316


tutta la popolazione mondiale, magari permettendo la sua autodistruzione, quasi totale, proprio con un Armaghedon nucleare! Un assaggio di ciò fu la distruzione, con le bombe atomiche, di due belle città giapponesi nel 1945, molto simile a ciò che accadde in Levitico 26, 30-31 e 36: Butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e Io vi avrò in abominio. Ridurrò le vostre città a deserti. A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore costernazione nel paese dei loro nemici: il fruscìio di una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge di fronte alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua! Ma questo oggi Dio non lo vuole, se non come distruzione di ogni Ego, Pralaya d’Amore dunque, perché l’Incarnazione dell’Amore a nome Sathya Sai Baba ha rassicurato che basterà la potenza del Suo Puro Amore a trasformare i malvagi e non a distruggerli fisicamente, e ciò sarà evidente a tutti dal 2050 in avanti! Basta leggere l’Apocalisse di Giovanni e le Profezie riguardanti Sri Bhagavan Sathya Sai Baba inserite nel capitolo Introduzioni, per rendersene ben conto, e non temere nulla! Le Vasana vanno sublimate per ottenere la padronanza della mente. Attenzione, la soluzione dei coaguli energetici mentali NON si potrà mai avere se vengono affrontati di petto e a muso duro! La mente va corteggiata e addolcita con lo zucchero del Nome ripetuto, ammorbidita con la Forma sita nel cuore, poi verrà spontaneamente ad accoccolarsi ai piedi del suo padrone: l’Intelletto purificato, svelando finalmente, Faccia a Faccia, il Sacro Volto del Puro Amore: Infinità Ineludibile per tutti gli Universi.

ॐ OM SAI RAM 317


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BIBLIOGRAFIA Bhagavad Gita Edizioni Asram Vidya. Mandukya Upanisad Edizioni Asram Vidya. La Bibbia di Gerusalemme EDB Editore. Il Corano edizione integrale. Newton & Compton editori. Opere di San Giovanni della Croce, UTET editore. La Teoria delle Apparenze di Marco Todeschini Edizione Centro Internazionale di Psicobiofisica - Bergamo. Psicobiofisica di Marco Todeschini, Edizioni MEB di Torino. David Bohm di Massimo Teodorani – Macro Edizioni. Marco Todeschini di Massimo Teodorani – Macro Edizioni. Marco Todeschini di Fiorenzo Zampieri Centro Studi Valle Imagna Archètipi dell’Inconscio Collettivo di C. G. Jung Bollati Boringhieri Dal Big Bang ai Buchi neri di S. W. Hawking BUR Edizioni. La grande storia del tempo di S. W. Hawking BUR Edizioni. Scienza Universale di M. Todeschini Tipografia Editrice Bergamo. Il Sé Transpersonale di Laura Boggio Gilot Edizioni Asram Vidya. Critica della ragion pura di Immanuel Kant - Editori Laterza. Plotino con Antologia plotiniana di G. Faggin Ediz. Asram Vidya. La filosofia indiana di Radhakrishnan Edizioni Asram Vidya. La Scienza dell’Amore di Raphael Edizioni Asram Vidya. Il Cristo sconosciuto dell’Induismo di R. Panikkar Edito Jaca Book Vimana nell’India Antica di Dileep Kumar Kanjilal –IndiaIs God a Mathematician? di Mario Livio tradotto, Edizioni Rizzoli 2000 anni dopo talita kumi di Yor Glory – Anima Edizioni – La santa casta della Chiesa Claudio Rendina Newton Compton Ed.

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In questa ora critica della storia del mondo in cui le forze demoniache di ingiustizia ed iniquità suscitano paura ed apprensione imperversando con furia selvaggia, è dovere di ogni essere umano essere equipaggiato di forza spirituale per non venir sopraffatto dalla tempesta. Questo è un compito urgente ed essenziale ed Io devo dire che le donne hanno l'onere di fare servizio ed un ruolo da sostenere: devono portare Dio nei cuori dei propri uomini e nei bambini, ed aiutarli a tenerLo lì, perché la Fede in Dio è il tonico di cui ogni uomo ha bisogno per recuperare la salute e la felicità. Sri Bhagavan Sathya Sai Baba

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